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Sommario del 01/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI presiederà domani in Piazza San Pietro la Messa in suffragio di Giovanni Paolo II, nel terzo anniversario della morte. Il legame di Papa Wojtyla con la Divina Misericordia ricordato dal cardinale Paul Poupard
  • Nomina
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Pubblicato dalla Fides il Rapporto su "La crisi della famiglia in Europa". Allarmanti i dati sull'aborto
  • Gli scienziati premono per ridurre i gas serra ma i governi temporeggiano: al via, a Bangkok, i negoziati per rinnovare il Protocollo di Kyoto
  • Insegnare i valori del rispetto dell'altro e della sana competizione per evitare che lo sport si trasformi in tragedia. La testimonianza del vescovo di Parma, Enrico Solmi
  • Chiesa e Società

  • Presentato il libro del Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo "Una civiltà dell'amore"
  • Documento di 9 cardinali e 160 vescovi europei, al termine dell'incontro in Terra Santa organizzato dal Cammino neocatecumenale
  • L’area antistante la cattedrale di Sydney ospiterà una statua di Giovanni Paolo II
  • Visita di solidarietà in Sudan di quattro delegazioni del Consiglio ecumenico delle Chiese
  • I caldei di Germania lanciano l’allarme per le persecuzioni dei cristiani iracheni
  • Entrano nel vivo, in Cina, le celebrazioni del quarto centenario dell’evangelizzazione di Shanghai
  • Il governo vietnamita allenta le restrizioni: più iscritti al seminario di Nha Trang
  • Nella provincia srilankese del Mannar, fedeli cattolici sempre più provati dai combattimenti tra ribelli Tamil e truppe governative
  • India: le religioni del Nagalang unite per la pace
  • Corea del Sud: Chiesa e docenti universitari contro il progetto del Canale che dividerebbe in due il Paese
  • Cambogia: 147 battezzati A Phnom Penh, durante le festività pasquali
  • Repubblica Democratica del Congo: mons. Monsengwo chiede ai politici cattolici di agire per il bene della società
  • Perù: centinaia di migliaia di alluvionati e decine di vittime per le incessanti piogge
  • A Rio De Janeiro, ospedali al collasso per l’epidemia di febbre “dengue”. Interviene l’esercito con strutture mobili
  • Stati Uniti: alla Convention degli insegnanti cattolici, l'esortazione a difendere l’identità cattolica delle loro scuole
  • Domani in Calabria, la conclusione del V centenario della morte di San Francesco di Paola
  • Nella Basilica della Vergine del Rosario a Pompei, domani, solenne liturgia nel 1° anniversario della morte di mons. Toppi
  • Le nomine e gli incarichi del Capitolo generale dei Salesiani, in via di conclusione
  • "I carismi" al centro del secondo "Colloquium" promosso a Roma dal Rinnovamento carismatico cattolico
  • All’Urbaniana, la presentazione del libro “Sacerdoti di Cristo” della mistica messicana Conchita Cabrera
  • Commercio mondiale di armi in calo. I dati dell’Istituto di ricerca sulla pace aprono nuove speranze
  • 24 Ore nel Mondo

  • Spaccatura nella NATO sull'ingresso di Georgia e Ucraina, caldeggiato dagli USA e inviso alla Russia
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI presiederà domani in Piazza San Pietro la Messa in suffragio di Giovanni Paolo II, nel terzo anniversario della morte. Il legame di Papa Wojtyla con la Divina Misericordia ricordato dal cardinale Paul Poupard

    ◊   La Chiesa si appresta a vivere domani un momento di grande intensità spirituale: ricorre, infatti, il terzo anniversario della morte di Papa Wojtyla. Benedetto XVI presiederà una Santa Messa in suffragio del suo amato predecessore in Piazza San Pietro alle ore 10.30. La celebrazione sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente, per la zona di Roma, con commento in lingua italiana. Domani sera, alla Grotte Vaticane, si terrà invece una Veglia di preghiera dei giovani, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Anche questo evento sarà seguito in radiocronaca diretta in lingua italiana, a partire dalle ore 20.50. Sono passati dunque tre anni dalla morte dell’indimenticabile Papa polacco, che è tornato alla Casa del Padre proprio mentre la Chiesa già celebrava la solennità della Divina Misericordia, istituita proprio da Giovanni Paolo II. Un culto, quello di cui fu apostola suor Faustina Kowalska, che ha contrassegnato tutto il Pontificato di Karol Wojtyla. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    (musica)

     
    Come Karol Wojtyla, il culto della Divina Misericordia nasce nel cuore della Polonia. Per Apostola ha un piccola religiosa polacca, suor Faustina Kowalska cui, nel 1931, all’età di 26 anni, Gesù appare in visione, risorto e benedicente. A Faustina chiede di far dipingere la Sua immagine, con due raggi che si irradiano dal Suo cuore, accompagnata dalla frase “Gesù confido in te!”. Un simbolo che accompagna la vita di Karol Wojtyla e che, 70 anni dopo, diverrà proprio grazie al primo Papa figlio della Polonia, culto della Chiesa universale:

     
    “Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza”.

     
    Già 20 anni prima del Giubileo del Duemila, Giovanni Paolo II dedica a questo Mistero l’Enciclica Dives in Misericordia. Il Papa ci insegna che l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è anche chiamato ad usare misericordia verso gli altri. Misericordia e perdono, dunque, sono un binomio inscindibile. Il 30 aprile del Duemila, poi, canonizza Suor Faustina, a lui tanto cara, e istituisce, nella seconda domenica di Pasqua, la “Domenica della Divina Misericordia”:
     
    “E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della Divina Misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità.
     
    Anche l’ultimo messaggio di Giovanni Paolo II, letto in Piazza San Pietro dopo la sua morte, è un affidamento del mondo intero alla Divina Misericordia. Risuonano ancora oggi le parole di Karol Wojtyla, che ci incoraggia a non aver paura, a confidare in Gesù, nella sua Misericordia:
    Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in Te!”.

     
    (musica)

    Dunque, come ricordato, Giovanni Paolo II dedicò la sua seconda Enciclica proprio alla Divina Misericordia. Una scelta di grande originalità, come sottolinea il cardinale Paul Poupard, intervistato da Giovanni Peduto:


    La Misericordia è il secondo nome dell’amore. “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” - “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”. Ricordo che, al primo Convegno al quale ho partecipato a Collevalenza per il primo anniversario di questa Enciclica, avevo aperto le enciclopedie teologiche, i dizionari, i manuali di teologia, cercando invano la parola “misericordia”. E Giovanni Paolo II l’ha rimessa al centro. E così ci ha rammentato che nel nostro mondo, nel quale bisognerebbe avere il cuore liquefatto mentre troppo spesso è pietrificato, abbiamo bisogno di tornare a meditare come lui, citando mille volte la Gaudium et Spes, dicendoci: “Solo la verità su Dio permette di scoprire la verità sull’uomo” e “‘Misericordia’ è il secondo nome di Dio”. Noi viviamo in un mondo nel quale tanta gente è in preda a inquietudine, risentimento, violenza e ingiustizia. E’ quindi di primissima importanza presentare il mistero di Dio nel suo cuore, proprio, il cuore trafitto sulla Croce. E’ questo il grande messaggio che è insieme teologico e pastorale e credo che, ad anni di distanza, ne abbiamo ancora più bisogno: quando ascoltiamo la radio, guardiamo la televisione, scorriamo i giornali vediamo tante, tante cose drammatiche nel mondo e mi viene in mente il detto del mio concittadino Georges Bernanos che diceva: “Il mondo moderno batte i denti dal freddo”. La Misericordia ci riscalda il cuore. 

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    Nomina

    ◊   Negli Stati Uniti, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Shreveport mons. Michael Gerard Duca, del clero della diocesi di Dallas, rettore del Holy Trinity Seminary a Irving, in Texas. Il 55.enne nuovo presule ha studiato nel Seminario di cui è attualmente rettore, ottenendo poi la licenza in Diritto Canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma. Ordinato sacerdote ha svolto, fra li altri, gli incarichi di vicario parrocchiale, cappellano per gli studenti cattolici presso la Southern Methodist University a Dallas e direttore diocesano delle vocazioni. È membro del Consiglio presbiterale, del Priest Personnel Board, ed è consultore diocesano.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Fede e coraggio di un Papa: in prima pagina, il direttore ricorda Giovanni Paolo II a tre anni dalla morte.

    Nelle pagine centrali Bernard Lecomte traccia un profilo del Pontefice con particolare riferimento al ruolo esercitato dal Papa sullo sviluppo della recente storia europea.

    Un estratto dell'ultimo capitolo del libro - appena ripubblicato in edizione tascabile - “Una vita con Karol. Conversazione con Gianfranco Svidercoschi” dell'antico segretario personale, cardinale Stanislaw Dziwisz.

    Interviste ai cardinali Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri, già Sostituti della Segreteria di Stato negli anni del Pontificato.

    Un articolo del vice direttore dal titolo “La misericordia in eredità”.

    Nell'informazione internazionale, in evidenza il Vicino Oriente: Condoleezza Rice cerca di riavviare il processo di Annapolis, ma Israele non ferma le costruzioni in Giordania.

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    Oggi in Primo Piano



    Pubblicato dalla Fides il Rapporto su "La crisi della famiglia in Europa". Allarmanti i dati sull'aborto

    ◊   Lenta crescita della popolazione europea, calo della natalità, distruzione del matrimonio, invecchiamento, spese sociali e aborto. Sono questi alcuni dei capitoli del dossier su "La crisi della famiglia in Europa", diffuso dall'agenzia Fides, organo della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, in riferimento a un rapporto realizzato dalla Rete Europea dell'Istituto di Politica familiare sul periodo 1980-2005. Particolarmente allarmanti i dati relativi all’aborto. Il servizio è di Gabriella Ceraso:


    Ogni 25 secondi, si consuma un aborto nell'Europa a 27 e dove tre scuole al giorno vengono chiuse per mancanza di bimbi. La Spagna è in testa con un incremento del 75 per cento, seguita da Belgio ed Olanda. L'aborto, illegale solo in tre Paesi - riferisce la Fides - è la prima causa di mortalità in Europa: più di malattie, incidenti stradali, alcool e droga. E non mancano le contraddizioni. Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita:

     
    “C’è l’incoerenza di una Europa che non fa entrare nuovi Paesi se prima non rispettano i cosiddetti diritti dell’uomo ma che, invece, propaganda l’aborto come diritto umano fondamentale, continuando a credere che l’unico modo di limitare questo genocidio sia la diffusione sempre più massiccia della contraccezione. Ma le nazioni che hanno una più diffusa contraccezione nell’Europa occidentale - parlo della Francia e del Regno Unito - hanno anche un numero di aborti in continua crescita. L’Europa vive un materialismo pratico, per cui la vita che non vota, la vita che non è capace di produrre, è qualcosa che non conta nulla”.

     
    In effetti, solo Grecia Norvegia e Italia non hanno commercializzato la RU 486, scrive la Fides, che esamina parallelamente il calo nascite, col conseguente aumento di 18 milioni di persone anziane, soprattutto in Italia e Spagna. Un "inverno demografico" che secondo il Rapporto ha ragioni socio-economiche: dall’età media della maternità europea, ritardata fino a 30 anni, alle scarse spese sociali in favore delle politiche familiari e alla povertà sempre più in agguato. Ma c’è, di fondo, caduta di speranza e una disaffezione alla famiglia basata sul matrimonio: di questi uno su due, nell’Europa a 27, si rompe e si supera il milione di divorzi. Ancora Carlo Casini:

     
    “La caduta di speranza è legata sia alla perdita del senso dell’avventura, cioè della fiducia di un futuro migliore, e sia alla perdita dell’amore. L’amore non è un calcolo e se si pensa - come oggi si sente spesso dire - che si sta insieme 'fin quando sarà possibile, fin quando questo ci piacerà', diventa difficile scommettere e desiderare che questa nostra unione si realizzi comunque, anche attraverso questa identità carnale che sono figli”.

     
    A remare contro la famiglia fondata sul matrimonio è anche l’aspetto legislativo europeo. Secondo il dossier Fides, per esempio, le varie forme istituzionalizzate per legami diversi dal matrimonio o adozioni a single, che potrebbero arrivare con la riunione in aprile della Commissione Europea. Ed anche questo avrà il suo peso. Ancora Carlo Casini:

     
    “Gli aumenti o le diminuzioni di aborti dipendono anche da come la razionalità collettiva si esprime nella legge. Ma accanto a questo, prima e dopo, c’è anche la cultura e, quindi, il modo di pensare. Naturalmente, bisogna fare leggi migliori per incidere sulla cultura, ma bisogna anche che la cultura insista ed ottenga una interpretazione più corretta delle leggi, che pur essendo in tutta Europa leggi permissive, possono essere però interpretate nel senso di chi riconosce che ci sono di mezzo delle vite umane o nel senso di chi ritiene che ci sia una totale irrilevanza, perché conta soltanto il desiderio delle donne e delle famiglie”.

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    Gli scienziati premono per ridurre i gas serra ma i governi temporeggiano: al via, a Bangkok, i negoziati per rinnovare il Protocollo di Kyoto

    ◊   Il mondo attende con ansia una soluzione duratura ed economicamente accettabile: così il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, in apertura ieri a Bangkok, in Thailandia, della prima tornata dei negoziati sui cambiamenti climatici per rinnovare il Protocollo Kyoto, in scadenza nel 2012. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    Oltre mille i delegati di 163 Paesi chiamati a superare le divergenze che continuano a bloccare serie politiche di riduzione dei cosiddetti gas-serra, provocando un assurdo rimpallo delle responsabilità, mentre gli scienziati rinnovano i loro appelli ad agire. Ma quali sono i nodi da sciogliere per la riuscita di questo negoziato, definito in sede ONU “uno degli accordi più difficili della storia”? Ascoltiamo da Bangkok, Mariagrazia Midulla, responsabile del Programma clima ed energia del WWF-Italia:

    R. - E’ uno degli accordi più difficili della storia, per forza di cose. E questo perché, da un lato, si tratta di modificare il nostro standard di vita, mantenendone però la qualità e, dall’altro, di riequilibrare le emissioni di anidride carbonica con i Paesi in via di sviluppo, che hanno ovviamente diritto allo sviluppo, ma che dobbiamo cercare di aiutare a non svilupparsi nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto noi e, quindi, con emissioni inquinanti che provocano poi l’aumento dell’effetto-serra naturale.

     
    D. - Dott.ssa Midulla, sono passati 16 anni dalla Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici, siglata a Rio de Janeiro nel 1992. Ma l’impressione generale è che siamo fermi nella tabella di marcia…

     
    R. - Non è proprio così, ma certamente stiamo andando molto lenti mentre i cambiamenti climatici - purtroppo - danno segni di andare molto più veloci di quanto non facciano i governi. Ritengo che si possa agire, ma il tempo per agire si sta riducendo. Gli interessi purtroppo sono moltissimi, ma una sfida di questo genere, che mai l’umanità ha affrontato, andrebbe veramente affrontata tutti insieme.

     
    D. - Quale ruolo potranno giocare nel "dopo-Kyoto" gli Stati Uniti, che non hanno mai firmato il Protocollo di Kyoto e quale ruolo dovranno giocare in futuro la Cina e l’India?

     
    R. - Gli Stati Uniti si apprestano a cambiare amministrazione e questo fa sperare in un grande cambiamento. I candidati alle presidenziali americane - tutti, sia il repubblicano che i due democratici - hanno nel loro programma un sistema cosiddetto di "Cap & Trade", che è praticamente il sistema di Kyoto e cioè un tetto alle emissioni e la possibilità di cambiare queste emissioni in modo che chi inquina venga punito e chi inquina di meno venga premiato. Per quanto riguarda poi la Cina e l’India, è necessario dire che sono in rapido sviluppo, ma anche questo porta in qualche modo ad una situazione di stallo, perchè mentre gli Stati Uniti finora con l’Amministrazione Bush dicevano: “Noi non faremo nulla finché le economie a rapido di sviluppo non faranno anch’esse qualcosa”, la Cina e l’India - e devo dire anche con una certa giustizia - replicano: “Le nostre emissioni pro-capite sono molto inferiori a quelle degli Stati Uniti e la responsabilità storica è dei Paesi occidentali e degli Stati Uniti, che sono il Paese che inquina di più; quindi fin quando non si muovono loro, certamente noi non prenderemo nessuno impegno”. Questa è una situazione di stallo che ha cominciato un po’ ad inclinarsi a Bali. A Bali, gli Stati Uniti hanno infatti accettato un linguaggio che in qualche modo prevede una qualche forma di impegno da parte loro e, allo stesso tempo, anche i Paesi in via di sviluppo si sono impegnati a cominciare a riportare i progressi che fanno nel taglio delle emissioni. Cosa questo voglio poi dire, nel concreto, è ancora tutto da vedere. Ripeto: ce la possiamo fare e gli scienziati non ci tolgono la speranza, anzi… Il problema vero è che è necessario agire subito.

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    Insegnare i valori del rispetto dell'altro e della sana competizione per evitare che lo sport si trasformi in tragedia. La testimonianza del vescovo di Parma, Enrico Solmi

    ◊   La violenza nel mondo del calcio e dello sport è un fenomeno che da lungo tempo tiene banco in Italia e la morte, domenica scorsa, del tifoso del Parma, Matteo Bagnaresi, ha rilanciato in tutta la sua drammaticità l'urgenza di adottare misure che impediscano alle tifoserie avversarie di venire a contatto, dentro e fuori gli stadi, ma anche di riaffermare la conoscenza di una vera cultura sportiva, che appare purtroppo deficitaria. Il dolore per la scomparsa del tifoso parmense ha colpito in modo inatteso anche il nuovo vescovo di Parma, Enrico Solmi, che proprio domenica scorsa si insediava ufficialmente in diocesi, accompagnato dalla notizia della tragica morte di Matteo Bagnaresi. Fabio Colagrande ha raccolto le impressioni de presule:


    R. - Certamente, domenica abbiamo vissuto un momento di acuto dolore, perché proprio mentre mi accingevo ad entrare in cattedrale mi è giunta la notizia di questo tifoso del Parma che ha trovato la morte mentre si recava ad un evento che dovrebbe essere sempre bello, gioioso, rispettoso. Dunque, la cerimonia è stata segnata da questo dolore acuto e io stesso ho ricordato questo giovane durante la celebrazione.

     
    D. - Mons. Solmi, lei ha un’esperienza pastorale passata vicino al mondo del calcio: come può la pastorale aiutare a vivere in maniera corretta sia l’attività sportiva, sia l’attività dei tifosi che seguono le squadre?

     
    R. - Io sono stato cappellano della squadra del Modena per diversi anni, sia in serie B che in serie A. Credo che abbiamo un grosso compito nell’aiutare le persone a cogliere la bellezza dello sport - un momento di sano agonismo, un momento di svago, un momento di socializzazione - legata al grande rispetto della persona. Non si può andare allo stadio per sfogare tutto un mondo di situazioni angoscianti, non si può andare allo stadio se non per fare un bel pomeriggio di sport. E ancora meglio, sarebbe poterlo praticare.

     
    D. - Nella sua esperienza di cappellano di una squadra di calcio ha mai avuto contatti, anche se indiretti, con le frange più violente della tifoseria?

     
    R. - Io ho avuto contatti. Ci siamo incontrati e anche confrontati. Devo dire che nel discorso personale, nel dialogo personale, sono emersi anche dei valori, dei riferimenti comuni, capacità e possibilità di riflettere. Purtroppo, quando la cosa assume un carattere collettivo e viene - per così dire - “montata” da tutta una tensione di contorno, si rischia veramente di degenerare. Io stesso ho assistito a situazioni molto incresciose tra giocatori, situazioni di violenza che hanno portato persone anche a rischio della vita, e anche questo è estremamente doloroso.

     
    D. - Lei pensa che questo problema della violenza nel mondo del calcio in qualche modo rientri in quello di una "emergenza educativa" della quale il Papa e i vescovi italiani più volte hanno parlato?

     
    R. - Assolutamente sì. Il mondo dello sport, con le sue degenerazioni, è segno di una educazione mancata, di un approccio non vero, non progressivo, non giusto a tutto un mondo di valori che sono alla base della nostra convivenza e che sono anche quelli che aiutano a progredire come persone. Parlo dei valori del rispetto dell’altro, della sana competizione, della gioia anche di poter gustare delle cose belle qual è appunto una partita di calcio, il tempo libero, la gioia di poterlo condividere. Dobbiamo lavorare molto, su questi aspetti.

     
    D. - Anche sulla scia di questo drammatico avvenimento, lei crede che nella sua attività in veste di vescovo di Parma prenderà delle iniziative per la pastorale nel mondo dello sport?

     
    R. - Certamente. Io sto conoscendo questa realtà e so già che molti stanno lavorando e lavorando bene con i ragazzi nel mondo dello sport: parlo degli oratori, parlo delle società sportive... so che c’è un rapporto anche costruttivo, pastorale, con realtà calcistiche significative. Mi inserirò molto volentieri in questa scia.

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    Chiesa e Società



    Presentato il libro del Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo "Una civiltà dell'amore"

    ◊   Nella sede della Radio Vaticana è stato presentato questa mattina il libro di Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, dal titolo “Una civiltà dell’amore: ciò che ogni cattolico può fare per trasformare il mondo”. L’opera, edita da HarperOne, si ispira agli scritti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per mostrare come l’amore e l’esempio personale costituiscano il fondamento programmatico di un futuro all’insegna della speranza. Alla presentazione del libro di Carl Anderson sono intervenuti il Penitenziere maggiore cardinale Francis James Stafford, il vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Jean Laffitte e il presidente del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia, mons. Livio Melina. Il cardinale Francis Stafford ha indicato nella globalizzazione, nella povertà e nel mondo del lavoro alcune delle sfide da affrontare per costruire un’autentica civiltà dell’amore fondata su una base cristiana. Il mondo di oggi – ha poi affermato mons. Laffitte – è segnato da una battaglia tra la cultura della morte, dominata soprattutto da valori economici, e quella della vita. I cristiani – ha spiegato mons. Laffitte – sono chiamati a trasformare la società non imponendo i propri valori ma vivendo giorno dopo giorno l’amore in Cristo. E nella costruzione di una cultura della vita – ha poi aggiunto mons. Melina – la cellula fondamentale è la famiglia fondata sul matrimonio. Questa cellula – ha proseguito – va difesa da minacce sempre più gravi, quali l’aborto ed il divorzio. Carl Anderson, ricordando gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ha sottolineato infine che pace, giustizia e libertà sono le vie da tracciare e percorrere per promuovere una vera civiltà dell’amore. I “Cavalieri di Colombo” sono una società cattolica di mutuo soccorso, costituita per prestare assistenza finanziaria a coloro che sono malati, disabili e bisognosi. La Fondazione ha aiutato molte famiglie ad ottenere sicurezza e stabilità economica con vitalizi e assicurazioni sanitarie a lungo termine. L’Ordine è stato costituito il 29 marzo 1882 da uomini uniti dall’ideale di Cristoforo Colombo, lo scopritore delle Americhe che portò la cristianità nel Nuovo Mondo. Attualmente, sono quasi un milione e 700 mila gli aderenti alla Fondazione dei Cavalieri di Colombo che contribuiscono, ogni anno, alla realizzazione di opere di carità con oltre 130 milioni di dollari e 61 milioni di ore di volontariato. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Documento di 9 cardinali e 160 vescovi europei, al termine dell'incontro in Terra Santa organizzato dal Cammino neocatecumenale

    ◊   Al termine dell’incontro in Terra Santa promosso dai responsabili del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello, Carmen Hernandez e padre Mario Pezzi per riflettere sulla nuova evangelizzazione del vecchio continente, i nove cardinali ed i 160 arcivescovi e vescovi europei presenti, hanno reso noto ieri un documento finale. “Nel luogo dove Gesù proclamò le Beatitudini e da dove inviò gli Apostoli per la missione universale – si legge - noi vescovi riconosciamo con gratitudine che, tra le numerose grazie concesse dallo Spirito Santo alla Chiesa del nostro tempo, il Cammino Neocatecumenale rappresenta, con il suo itinerario di iniziazione cristiana, un carisma potente per rafforzare lo slancio missionario che sorge dalla rigenerazione battesimale e dare una risposta alla situazione drammatica della scristianizzazione dell’Europa”. “Dichiariamo – proseguono i presuli - che l’avvenire del Cammino Neocatecumenale dipenderà per gran parte dall’amore paterno con il quale noi vescovi accoglieremo questo carisma, accompagneremo da vicino i Seminari Redemptoris Mater e incoraggeremo le famiglie tanto preziose delle Comunità Neocatecumenali, inserendole sempre di più nella vita delle Chiese locali”. All’incontro, svoltosi alla “Domus Galilaeae” a Korazim, sul monte delle Beatitudini, di fronte al lago di Tiberiade, hanno partecipato il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, cardinale Stanislaw Rylko; l’arcivescovo di Lione, cardinale Philippe Barbarin; l’arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, cardinale Antonio Maria Rouco Varela; l’arcivescovo di Colonia, cardinale Joachim Meisner; il primate di Polonia, cardinale Józef Glemp e l’arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljić. Erano inoltre presenti l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, e il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, che hanno sottolineato la grave situazione dell’Europa, in cui famiglia e moralità si stanno sgretolando. “Promuovere l’evangelizzazione - hanno affermato - significa rinnovare la famiglia e quindi rinnovare l’Europa”. Il Cammino neocatecumenale, basato su comunità ispirate alla vita della Santa Famiglia di Nazareth, ha un’esperienza decennale di missione nelle aree più scristianizzate d’Europa. (Dalla Terra Santa, Sara Fornari)

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    L’area antistante la cattedrale di Sydney ospiterà una statua di Giovanni Paolo II

    ◊   Una statua di Giovanni Paolo II sarà presto collocata davanti alla Cattedrale di Sydney, in Australia, la città che dal 15 al 20 luglio prossimi ospiterà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. L’opera, donata dagli emigranti italiani, è dell'artista Fiorenzo Bacci. Una scultura che, secondo una nota inviata alla Zenit, “non rimanda semplicemente alla consueta immagine del Pellegrino della Speranza, del 'Pastor Angelicus' che eravamo abituati a vedere durante i numerosi viaggi internazionali da lui compiuti per portare ovunque Cristo e la Parola di salvezza, bensì ad una dimensione trascendente ed eterna”. Nella scultura di Bacci, Giovanni Paolo II è colto “nella sua nuova forma di prossimità a Dio, ex parte Dei”: “Sono scomparsi i limiti dello spazio temporale, la figura è trasmutata, in una radicale mutazione che rivela non una nuova forma ma il disvelarsi di ciò che l’uomo è da sempre, seguendo il trapasso da questo mondo ad una sfera celeste che gli è propria”. Il Pontefice è scalzo, “come un novello Francesco, che tanto si è speso per la pace proprio nella sua Assisi”. La mano destra è alzata in un segno di saluto e benedizione, mentre la sinistra stringe anziché il pastorale una palma, che richiama al concetto di pace e rimanda alla Domenica delle Palme, Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano. Le vesti liturgiche del sacerdozio “rimandano sia al Sudario con il quale venne avvolto il corpo di Gesù come, grazie alle loro linee dinamiche, alle vesti splendenti della Risurrezione”. Sulla mitria appaiono “il Cristo Risorto, immagine del Cristo Immolato e la corona di spine a testimoniare la difficoltà dovuta affrontare negli ultimi anni della sua vita”. (M.G.)

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    Visita di solidarietà in Sudan di quattro delegazioni del Consiglio ecumenico delle Chiese

    ◊   Quattro delegazioni del Consiglio ecumenico delle Chiese sono in questi giorni in Sudan per una visita di solidarietà al popolo e alle chiese del Paese. Guidate dal segretario generale, il pastore Samuel Kobia, stanno visitando la capitale Khartoum e le regioni del Darfur, di Rumbek e Yambio. E’ di ieri la notizia, riportata dall'Agenzia Sir, di un incontro a Juba con tutti i rappresentanti delle Chiese sudanesi, primi fra tutti le donne e i giovani. In particolare il Consiglio delle chiese del Sudan, per bocca del suo presidente, mons. Rudolph Deng Majak, ha espresso ringraziamenti per il sostegno morale della famiglia ecumenica "che ci ha aiutato - ha detto - a sopportare i massacri e i traumi di questa guerra”. L’accordo di pace globale del 2005 ha messo fine alla guerra tra il Nord ed il Sud del Paese ed ha creato un governo di unità nazionale. Un accordo che “costituisce la base di una pace giusta e durevole anche se non è stato ancora pienamente applicato”. Chiaro il riferimento alla “ripartizione dei proventi della vendita del petrolio e alla trasparenza del lavoro delle commissioni preposte all’applicazione dell’accordo”. Nell’incontro si è parlato anche di Darfur definito “una tragedia in sé” ma anche banco di prova dell’accordo globale. “Se non lo si risolve – hanno detto i rappresentanti sudanesi a Kobia - non ci sarà pace giusta”. (R.P.)

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    I caldei di Germania lanciano l’allarme per le persecuzioni dei cristiani iracheni

    ◊   “Salvate i cristiani in Iraq”. L’accorato appello è stato lanciato da Monaco dalla missione cattolica caldea della Baviera per richiamare l’opinione pubblica sulla persecuzione dei cristiani iracheni. “Dall’inizio dell’intervento militare statunitense in Iraq, i cristiani e le loro chiese sono esposti ad attentati terroristici, divenendo spesso vittime di atrocità”, si legge nel testo citato dal Sir. Le comunità cristiane sono sottoposte ad una vera e propria persecuzione non più tollerabile: “Con il rapimento dell’arcivescovo di Mossul, Paulus Faraj Raho, ritrovato cadavere il 13 marzo, la spirale del terrore perpetrato da radicali islamici ha raggiunto una dimensione molto pericolosa. Finora sono stati uccisi tre sacerdoti caldei e altri otto sono stati rapiti. Oltre 16 le chiese incendiate. Vengono rimosse le croci dai campanili, i cristiani devono pagare tasse di protezione per non musulmani e costretti ad aderire all’Islam oppure a lasciare il Paese”. Secondo gli osservatori, i cristiani sono considerati una minaccia al carattere islamico del Paese e sospettati di essere sostenitori degli Usa. “I responsabili degli attacchi sono membri di bande criminali o paramilitari, contro i quali l’autorità statale non offre protezione”, si osserva. In Baviera vivono circa 5000 cristiani caldei: per loro, nel 2002, i vescovi della Baviera hanno istituito un ufficio ad hoc. (M.G.)

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    Entrano nel vivo, in Cina, le celebrazioni del quarto centenario dell’evangelizzazione di Shanghai

    ◊   Entrano nel vivo le celebrazioni del quarto centenario dell’arrivo del cattolicesimo a Shanghai, in Cina. L’anno celebrativo - riferisce l'Agenzia Ucan - è stato inaugurato all’inizio del mese con una solenne Messa presieduta dall’ordinario locale, mons. Aloysius Jin Luxian, in cui sono stati ricordati i due principali protagonisti di questa prima evangelizzazione della regione: il mandarino Paolo Xu Guangqi, il primo cattolico di Shanghai convertitosi nel 1603, e il vescovo gesuita italiano Lazzaro Cattaneo. Ricco il calendario degli eventi, che avrà tra i suoi momenti forti il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Sheshan, il 24 maggio, Festa di Maria Ausiliatrice, giorno in cui Papa Benedetto XVI ha invitato tutti i fedeli nel mondo a pregare per la Chiesa in Cina. Come sottolineato da mons. Jin nella lettera pastorale diffusa lo scorso dicembre, l’anniversario è un’importante occasione per rilanciare l’evangelizzazione nella diocesi. E da questo intento sono mosse le varie iniziative in programma. Durante tutto il mese mariano, che sarà inaugurato con una Messa speciale il primo maggio, il santuario sarà presidiato da catechisti che distribuiranno opuscoli informativi sulla Chiesa ai visitatori non cattolici. Tra i vari eventi si segnalano inoltre, a settembre, il seminario “I 400 anni dell’introduzione del cattolicesimo a Shanghai”, che esaminerà le figure più influenti del cattolicesimo locale del passato e del presente, il ruolo della Chiesa nella società e i cambiamenti intervenuti nella pastorale e nell’evangelizzazione. In programma anche due mostre fotografiche, a maggio e giugno, e un concerto corale il 15 novembre. Il 6 dicembre, infine la cerimonia conclusiva con l’ordinazione sacerdotale di diversi preti novelli. Eretta nel 1946, la diocesi di Shanghai conta oggi 150mila fedeli e 141 chiese. (L.Z.)

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    Il governo vietnamita allenta le restrizioni: più iscritti al seminario di Nha Trang

    ◊   “Quest’anno non abbiamo avuto nessuna limitazione per i nuovi seminaristi”. Il rettore del seminario Maggiore Stella Maris di Nha Trang, don Pierre Pham Ngoc Phi, ha espresso tutta la sua felicità per il permesso di avere un terzo seminario in Vietnam senza limitazioni sul numero dei seminaristi. Una concessione che viene interpretata come un allentamento delle restrizioni del regime in materia religiosa. L’Osservatore Romano riferisce che il seminario che si trova a 1280 chilometri a sud di Ha Noi, ha ricevuto l’autorizzazione il 28 settembre 2007. Al momento sono già arrivati 50 nuovi seminaristi da altri distretti che i competenti uffici del regime ridurranno poi a trenta che si andranno ad aggiungere ai 30 entrati a settembre. Il rettore ha voluto anche evidenziare la necessità di ammettere ogni anno nuovi studenti in modo tale da garantire un numero maggiore di nuovi studenti e giovani preti per le tre diocesi. La Chiesa ha infatti bisogno di molti sacerdoti che lavorino nelle 15 commissioni della conferenza episcopale e in altri organismi, in particolare in attività di solidarietà e di volontariato a favore dei poveri, degli immigrati e degli stranieri. Il seminario ospita ora circa 200 seminaristi inclusi un’ottantina di uomini più anziani che non hanno studiato in seminario ma si sono formati presso altre istituzioni ecclesiali. Malgrado le nuove disposizioni del governo lascino ben sperare, il rettore teme che in futuro le vocazioni possano diminuire a causa dell’influenza che consumismo esercita sui giovani. (M.G.)

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    Nella provincia srilankese del Mannar, fedeli cattolici sempre più provati dai combattimenti tra ribelli Tamil e truppe governative

    ◊   È stato un marzo difficilissimo per molti cattolici dello Sri Lanka . Gli aspri combattimenti tra le truppe governative e i ribelli Tamil e il maltempo hanno messo a dura prova la popolazione della diocesi di Mannar nel nord del Paese. Tanti fedeli non sono nemmeno riusciti a celebrare la Pasqua. “La situazione è veramente disastrosa, una miseria”, ha detto padre Santia Joycee Peppi, direttore della Caritas a Mannar, in un’intervista ad AsiaNews. Secondo padre Peppi i cattolici della diocesi di Mannar sono circa 82 mila e almeno sei delle 28 parrocchie non hanno potuto celebrare nè Quaresima, nè Pasqua a causa della guerra. Il responsabile della Caritas ha puntato il dito contro il presidente Mahinda Rajapaksa: “Quest’uomo, affamato di soldi e di potere, non fa che disastri. Da una parte c’è la lotta per la liberazione e dall’altra i politici fanno di tutto per conservare le loro posizioni”. “Sono molto preoccupato -  ha aggiunto padre Peppi - per i cattolici di origine Tamil, ma anche per gli indù e i musulmani. Sono tutti esseri umani a cui Dio ha donato questa terra”. Secondo padre Peppi oltre 6700 famiglie a Mannar sono colpite dalla guerra che costringe la popolazione a scappare. La Cartitas nella diocesi cerca di portare sollievo alla popolazione offrendo rifugio temporaneo per gli sfollati, aiuti nella formazione, assistenza medica, e un servizio funebre. I combattimenti tra le forze armate del governo e i ribelli conosciuti come le “Tigri per la liberazione del Tamil Eelam”(LTTE) si sono intensificati nel periodo dal 5 al 24 marzo, con sanguinosi scontri ed un alto bilancio di morti: 500 ribelli, 223 militari per la sicurezza e 50 soldati. Intanto, le operazioni militari a Mannar continuano e le forze armate stanno prendendo il controllo di una vasta area. Intorno alla metà di marzo le forze di sicurezza del Paese hanno inviato una lettera al vescovo di Mannar, mons. Joseph Rayyapu, chiedendogli di raccogliere tutte le armi e l’artiglieria che - secondo loro -  i ribelli custodiscono nella zone intorno al santuario di Madhu. “L’area di Madhu - si legge nella lettera - è territorio demilitarizzato e l’uso di armi nelle postazioni di attacco viola le regolazioni internazionali”. Secondo mons. Rayappu il gruppo LTTE non ha piazzato nessun arma vicino al santuario e i ribelli hanno visitato il luogo sacro solo per partecipare alle attività religiose. I militari del governo non sono affatto persuasi dalla risposta, e sostengono che le “Tigri ribelli” avrebbero collocato artiglieria pesante attorno al santuario per provocare un attacco da parte delle forze di sicurezza, così che gli eventuali danni alla chiesa darebbero vita ad un caso internazionale. (M.G.)

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    India: le religioni del Nagalang unite per la pace

    ◊   I rappresentati di tutte le fedi dello stato indiano del Nagaland, diocesi di Kohima, si sono incontrati nei giorni scorsi a Dimapur per rinnovare l’impegno per la pace e l’armonia tra le diverse comunità religiose della regione. All’incontro interreligioso organizzato da padre C.P. Anto, sacerdote diocesano di Kohima, hanno aderito circa 200 esponenti delle religioni presenti nell’area urbana di Dimapur. Tra i punti qualificanti del fitto programma dell’appuntamento vi è stato l’esame di tre approcci per raggiungere la pace interreligiosa: creare una piattaforma di valori comuni per gli appartenenti di tutte le religioni, esaminare tutti i fattori di unione, partecipare com’unitariamente ai principali riti di ogni confessione. Il reverendo Awala Long Kumer, del consiglio nazionale delle chiese in India, ha dichiarato che “sebbene i cristiani siano in maggioranza nel Nagaland, non è un motivo sufficiente per chi crede che la forza dei numeri dia il diritto di calpestare le ragioni dei credenti appartenenti a d religioni”. “Bisogna imparare a rispettare tutti – ha aggiunto il reverendo citato dall’Osservatore Romano – anche i seguaci delle altre religioni, perché ciascuno di noi è fatto ad immagine di Dio”. La popolazione del Nagaland ammonta a circa due milioni; il 90% si professa cristiana. Tra i cristiani la maggioranza è costituita dai fedeli della Chiesa battista. (M.G.)

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    Corea del Sud: Chiesa e docenti universitari contro il progetto del Canale che dividerebbe in due il Paese

    ◊   In Corea del Sud è bufera intorno al progetto di un nuovo canale che dovrebbe tagliare in due il Paese. La diocesi di Incheon ha chiesto la revoca dell’opera fortemente sostenuta dal neo-presidente Lee. Si tratta della prima opposizione formale di una diocesi coreana dalla fine della dittatura militare. Il vescovo di Incheon, mons. Choi Ki-san, ha firmato un documento in cui condanna il progetto “Grande Canale”. Nel documento, pubblicato dalla Commissione diocesana Giustizia e pace, si legge: “Ci opponiamo al progetto, che è contrario alla creazione voluta da Dio. Siamo molto preoccupati all’ipotesi che questo venga realizzato senza il consenso nazionale”. AsiaNews riferisce che il Canale è uno dei progetti chiave del programma del neo-presidente Lee Myung-bak. Esso prevede la creazione di una “autostrada acquatica” per unire Seoul a Busan: in pratica, si tratta di uno scavo pari a 540 chilometri che metta in comunicazione i fiumi Han e Nankdong. Secondo i critici, il piano mette a rischio le risorse di acqua potabile e l’equilibrio ecologico del Paese. Per il nuovo governo, invece, rappresenta un’occasione “unica” per liberare le autostrade dal trasporto merci e per rinnovare il mercato del turismo. La Commissione diocesana sostiene invece che “nessuno può immaginare l’impatto ecologico di un piano simile. Si tratta di far saltare in aria centinaia di chilometri di terra con la dinamite, di scavare e distruggere terreni fertili, tutto per ottenere dei dubbi vantaggi”. La posizione del vescovo di Incheon è condivisa dalla Chiesa coreana: la Commissione episcopale per l’ambiente aveva infatti invitato il governo ad un incontro pubblico sull’argomento, saltato all’ultimo per la non disponibilità del rappresentante di Seoul. Forti le critiche pervenute anche dalla classe intellettuale del Paese è contraria al Canale. La settimana scorsa, più di 2400 docenti universitari si sono riuniti per una protesta congiunta, che fino ad ora è rimasta inascoltata. È la prima volta dal movimento democratico del 1987 che si riuniscono tanti studiosi per fermare un progetto governativo.  Secondo il professor Cho Jung-rae, dell’università Myonji, i benefici prospettati da Seoul sono irrealizzabili: “Quale industria vorrebbe mandare i suoi beni via acqua, per 2 o 3 giorni di navigazione, quando può usare i camion e compiere il tragitto in 10 ore? Neanche agevolando il trasporto navale con degli sgravi fiscali si otterrebbe il beneficio previsto”. (M.G.)

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    Cambogia: 147 battezzati A Phnom Penh, durante le festività pasquali

    ◊   Il Vicariato apostolico di Phnom Penh ha festeggiato la Pasqua con l’ingresso nella Chiesa cattolica di 147 catecumeni. A conferire il battesimo durante la Veglia Pasquale è stato il vicario apostolico Emile Destombes. Convertirsi al cattolicesimo, in Cambogia, la cui popolazione è nella quasi totalità buddista, non è sempre facile. Una catechista della parrocchia di Saint-Joseph ha confermato all’agenzia “Eglises d’Asie” delle Missioni Estere di Parigi, che molti neo-convertiti vanno incontro a diversi problemi, tra cui l'ostilità della loro famiglia, amici e vicini. Alcuni subiscono anche minacce. D’altra parte, la Chiesa cattolica pone precise condizioni per la conversione, tra cui la maggiore età e tre anni di catecumenato: “La formazione è lunga per aiutare i convertiti a comprendere a fondo la dottrina della Chiesa e per fortificare la loro fede prima di ricevere il Sacramento del battesimo”, ha spiegato mons. Destombes, precisando che in nessun caso la Chiesa cattolica cerca di convertire con la forza. Oggi i cattolici in Cambogia sono una piccola minoranza di circa 23-24mila fedeli (molti dei quali di etnia vietnamita), su una popolazione di circa 13 milioni di cambogiani. Tra i cattolici che vivono in questo Paese vi è un numero considerevole di sacerdoti, religiosi e laici provenienti dall’estero. (L.Z.)

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    Repubblica Democratica del Congo: mons. Monsengwo chiede ai politici cattolici di agire per il bene della società

    ◊   “Un governo che non si preoccupi del bene comune o che si accontenti di occuparsi degli affari privati dei governanti è un potere irresponsabile, un potere politico inutile, perché in contraddizione”. Lo ha affermato monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo della capitale Kinshasa, ai politici cattolici congolesi riuniti per una sessione di lavori questo fine settimana presso il centro cattolico ‘Betania’ del quartiere centrale di La Gombe. Nella sua relazione intitolata “Morale e politica” – interamente pubblicata dal quotidiano ‘Le Potentiel’ e ripresa dall'Agenzia Misna - il prelato ha insistito: “ Il potere politico ha senso solo se la sua azione garantisce il bene comune della società, ovvero l'insieme delle condizioni che permettono a ciascun membro della comunità di accedere a uno sviluppo integrale che va oltre i suoi sforzi personali. Non si può fare politica senza gestire la cosa pubblica a beneficio del popolo” . Monsignor Monsengwo ha sottolineato che nel Congo odierno, occorre recuperare i valori fondanti la convivenza civile per permettere al paese di uscire dalla grave crisi che lo attraversa. “La politica non sfugge alla morale, essendo costituita da un insieme di azioni dalle quali dipende la vita della comunità, l'uomo politico svolge atti umani, volontari e responsabili, la cui bontà o malizia sono evidenti di fronte alla legge naturale e a quella morale” ha aggiunto l’arcivescovo, sottolineando che “gli attori politici rispondono delle loro azioni non solo di fronte al popolo dal quale ricevono il mandato, ma anche e soprattutto davanti al Creatore degli uomini e, di conseguenza, della società”. (R.P.)

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    Perù: centinaia di migliaia di alluvionati e decine di vittime per le incessanti piogge

    ◊   In Perù si aggrava il bilancio delle intense piogge abbattutesi tra gennaio e marzo in almeno 16 distretti del territorio nazionale. L’ultimo bollettino fornito dall’Istituto nazionale di protezione civile (Indeci) parla di 29 vittime accertate, 24 ‘desaparecidos’ e oltre 600.000 alluvionati. Secondo quanto riferisce la MISNA, l’episodio più grave è avvenuto nel dipartimento nord-orientale di Amazonas dove una slavina ha travolto un autobus pieno di passeggeri precipitato poi nel fiume Utcubamba causando 12 morti e 19 scomparsi. Al computo dei danni – 85 i comuni più colpiti in 16 dipartimenti - si aggiungono quasi 1500 case distrutte, 176 chilometri di strade danneggiate e almeno 300 ettari di raccolti andati perduti. La Protezione civile ha già inviato nelle zone colpite 634 tonnellate di aiuti umanitari, tuttavia, in base alle previsioni del Sistema nazionale di meteorologia e idrologia, le precipitazioni proseguiranno almeno fino alla metà di aprile. (M.G.)

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    A Rio De Janeiro, ospedali al collasso per l’epidemia di febbre “dengue”. Interviene l’esercito con strutture mobili

    ◊   E’ ormai emergenza “dengue” a Rio de Janeiro, dove le autorità hanno mobilitato 500 militari per allestire ‘ospedali da campo’ in tre quartieri della città dove dilaga la febbre trasmessa dalle zanzare della specie ‘Aedes Aegypti’. Gli ultimi dati diffusi dalla Misna riferiscono che da gennaio la malattia ha provocato, nell’intero Stato, 54 morti – di cui 28 tra minori di 13 anni - e 43.523 casi di contagio. Le “cliniche mobili” sono sempre più richieste per la congestione degli ospedali pubblici, incapaci finora di gestire l’emergenza, per questo motivo nel fine-settimana il giudice Patricia Cogliatti ha disposto il ricovero dei malati presso centri sanitari privati, accusando il governo della metropoli carioca di “negligenza” nella prevenzione dell’epidemia. “Coloro che accorrono agli ospedali pubblici soffrono angosce indescrivibili, costretti ad attendere ore ed ore prima di essere assistiti a rischio della vita. Chi non riesce ad essere curato deve poter accedere alle strutture private” ha spiegato Cogliatti, ricordando che già nel 2006 la magistratura di Rio aveva avvertito del rischio di un’epidemia su vasta scala. Il diffondersi dell’epidemia di “dengue”, che nella versione emorragica è fatale, si sta registrando soprattutto nelle zone più povere di Rio, dove esistono solo fogne a cielo aperto che favoriscono il prolificare della zanzara vettore della malattia. (M.G)

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    Stati Uniti: alla Convention degli insegnanti cattolici, l'esortazione a difendere l’identità cattolica delle loro scuole

    ◊   Gli educatori cattolici negli Stati Uniti sono stati esortati a difendere l’identità cattolica dei loro istituti, ponendo il Cristo Risorto al centro della loro missione educativa. L’invito, riferisce l'Agenzia Cns, è stato rivolto nei giorni scorsi a Indianapolis da mons. Daniel E. Pilarczyc, arcivescovo di Cincinnati, all’apertura a della Convention annuale della National Catholic Educational Association (NCEA), l'associazione che coordina gli insegnanti e gli educatori delle scuole cattoliche statunitensi. “Qualsiasi iniziativa educativa cattolica - ha detto il presule ai partecipanti - sia essa un college, un liceo, una scuola elementare, un seminario, una scuola parrocchiale di catechismo, un corso per catecumeni adulti, un noviziato o un libro di testo, essi devono essere sempre centrati sul Cristo Risorto. Se perdiamo di vista questo punto fermo della nostra fede, nulla di quello che facciamo può essere definito cattolico”, ha rimarcato. Alla Convention di Indianapolis hanno partecipato 7 mila docenti da tutti gli Stati Uniti con al centro il tema: “Dove la sfida si incrocia con l’opportunità”. Tra gli argomenti in discussione durante i lavori quello della formazione dei giovani a una fede più consapevole e l’adeguamento dei metodi didattici alle nuove esigenze della società dell’era della globalizzazione e della tecnologia. (L.Z.)

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    Domani in Calabria, la conclusione del V centenario della morte di San Francesco di Paola

    ◊   Sarà il card. Attilio Nicora, presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, a presiedere domani a Paola la celebrazione di chiusura del cinquecentenario della morte del Patrono della Calabria, San Francesco di Paola. Con lui tutti i vescovi della regione che nella città del Fondatore dei Minimi stanno tenendo, da ieri, la sessione primaverile della Conferenza episcopale calabra. In occasione delle celebrazioni, riferisce l'Agenzia Sir, solo per domani, sarà aperta ai fedeli la stanza dove ha vissuto San Francesco di Paola prima di lasciare la Calabria per la Francia, mentre ieri sera è stato inaugurato il museo allestito nel santuario dedicato a San Francesco ed in fase di completamento. Francesco di Paola ha “interpretato al meglio – hanno scritto in un messaggio i vescovi calabresi - la nostra fede e cultura, i nostri valori, le nostre speranze, all’interno di una realtà sociale, politica ed economica, che lo ha visto protagonista allo stesso tempo umile e coraggioso, intrepido e paziente, forte e caritatevole”. L’anno si era aperto con una celebrazione presieduta dal card. Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace che ha anche consacrato la nuova aula liturgica dedicata al fondatore dell’Ordine dei Minimi, eretta alle spalle dell’antica Basilica di Paola. (R.P.)

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    Nella Basilica della Vergine del Rosario a Pompei, domani, solenne liturgia nel 1° anniversario della morte di mons. Toppi

    ◊   Domani, mercoledì 2 aprile, in coincidenza con il terzo anniversario della nascita al cielo del Servo di Dio Giovanni Paolo II, ricorre anche il primo anniversario della morte di mons. Francesco Saverio Toppi, pastore della comunità ecclesiale pompeiana e Delegato Pontificio per il Santuario e le Opere di Carità negli anni 1990-2001. Per l’occasione l’arcivescovo-prelato e delegato pontificio, mons. Carlo Liberati, presiederà una solenne Messa di suffragio, alla quale parteciperanno numerosi vescovi della Campania e una folta delegazione di Padri Cappuccini, oltre naturalmente ai parenti del defunto Pastore e all’intera comunità ecclesiale di Pompei. In tutti i pompeiani è ancora vivissima la memoria di mons. Toppi, della sua persona e del suo volto, da cui traspariva la gioia dell’anima e la consapevolezza spirituale di chi sapeva di aver trovato in Dio il tesoro della propria vita. Con la stessa nitidezza si ricorda anche il suo profondo e filiale rapporto con la Madre del Signore Gesù, di cui fu cantore innamorato attraverso la predicazione orale e, soprattutto, nei suoi scritti. Era legato, particolarmente, al Rosario: “Recitare il Rosario – scriveva – vuol dire collocarsi nella contemplazione del Cristo, proiettarsi verso i suoi misteri, assimilarli, viverli e quindi irradiarli nel mondo con Maria”. Questa preghiera è stata la tensione ideale del suo ministero pastorale. (A cura di Giovanni Peduto)

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    Le nomine e gli incarichi del Capitolo generale dei Salesiani, in via di conclusione

    ◊   Il Capitolo generale dei Salesiani in corso a Roma, oltre a confermare Rettor maggiore don Pascual Chávez Villanueva, ha rinnovato l'incarico a don Adriano Bregolin come vicario del Rettor maggiore ed a don Francesco Cereda, regolatore, come consigliere per la formazione. Ad economo generale è stato eletto il signor Claudio Marangio, economo ispettoriale dell'Italia circoscrizione speciale per il Piemonte e la Valle d'Aosta; è il primo salesiano coadiutore a diventare consigliere generale. Don Filiberto González Plasencia, ispettore del Messico-Guadalajara, è invece il nuovo consigliere per la comunicazione sociale. Alla pastorale giovanile è stato nominato consigliere don Fabio Attard, della delegazione ispettoriale di Malta, mentre l'assemblea capitolare ha affidato a don Vaclav Klement, già consigliere regionale per l'Asia Est-Oceania, l'incarico di consigliere per le missioni. Confermati i consiglieri per la regione Interamerica, don Esteban Antonio Ortiz González e per la regione Italia-Medio Oriente, don Pier Fausto Frisoli. Don Natale Vitali è il nuovo consigliere per la regione America Cono Sud, don Andrew Wong per la regione Asia Est-Oceania. Eletti inoltre don Štefan Turansky a consigliere per la regione Europa Nord, don José Miguel Núñez Moreno per l'Europa Ovest, don Maria Arokiam Kanaga per la regione Asia Sud e don Guillermo Luis Basañes per l'Africa-Madagascar. (R.P.)

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    "I carismi" al centro del secondo "Colloquium" promosso a Roma dal Rinnovamento carismatico cattolico

    ◊   Si parlerà di carismi al 2° "Colloquium" promosso dal 3 al 6 aprile a Roma dal Rinnovamento carismatico cattolico, in collaborazione con il Pontificio consiglio per i laici. Interverranno esperti e teologi come padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, Mons. Alverto Taveira Correa, arcivescovo di Palmas ed il padre gesuita Carlo Colonna. Il "Colloquium" vuole essere un incoraggiamento per la riscoperta e la pratica dei carismi nella vita ordinaria della Chiesa cattolica e non la prerogativa di un particolare movimento ecclesiale. Introdurrà i lavori il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici. Sono previsti anche interventi del vescovo di Sandhurst, Joseph Angelo Grech e del vescovo di Meaux, Albert-Marie de Monléon. L'incontro si chiuderà domenica prossima con la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Josef Clemens, segretario del Pontificio consiglio per i laici. Il Rinnovamento carismatico cattolico conta circa centoventi milioni di aderenti in tutto il mondo. (R.P.)

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    All’Urbaniana, la presentazione del libro “Sacerdoti di Cristo” della mistica messicana Conchita Cabrera

    ◊   “Un’opera in armonia con la tradizionale dottrina cattolica sul sacerdozio, ma che ha un suo specifico linguaggio spirituale”: il cardinale Darío Castrillón Hoyos descrive così “Sacerdoti di Cristo”, raccolta di scritti della mistica messicana Conchita Cabrera de Armida, proclamata venerabile da Giovanni Paolo II. Il volume, edito da “Città Nuova” verrà presentato martedì 8 aprile alla Pontificia Università Urbaniana a partire dalle ore 17, evento a cui parteciperà anche il nunzio apostolico in Italia, mons. Giuseppe Bertello. Il volume è l’edizione italiana di “A mis sacerdotes”: si tratta dei colloqui spirituali sul sacerdozio che Conchita ha avuto con Gesù durante la preghiera, dal 1927 al 1932. Per tale edizione, padre Juan Gutièrrez, teologo esperto dei suoi scritti, ha curato la selezione dei testi principali e la strutturazione tematica dell’opera. (A.G.)

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    Commercio mondiale di armi in calo. I dati dell’Istituto di ricerca sulla pace aprono nuove speranze

    ◊   Buone notizie dal fronte del commercio delle armi: nel 2007 le spedizioni nel mondo sono calate del 7%, dopo sei anni di costante crescita. A sostenerlo è l'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI), che ha analizzato i dati del commercio legale delle armi. Gli stessi esperti del SIPRI hanno però spiegato che è troppo presto per dire se il dato sia il sintomo di una duratura inversione di tendenza o solo una momentanea riduzione. Nello studio ripreso dalla Misna, si legge che la Repubblica popolare cinese ha ridotto del 62% le importazioni dalla Russia, dopo essere stata, tra il 2003 e il 2007, il primo importatore di armi mondiale con il 12% del totale. I principali produttori restano quelli di sempre: in testa gli Stati Uniti, con il 31% del totale, seguiti da Russia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. La ricerca del SIPRI ha inoltre evidenziato che si continuano a esportare armi in zone di guerra, inclusa la regione sudanese del Darfur dove le forze in campo avrebbero ricevuto, tra il 2003 e il 2007, armi da Russia e Cina. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Spaccatura nella NATO sull'ingresso di Georgia e Ucraina, caldeggiato dagli USA e inviso alla Russia

    ◊   La vigilia del vertice NATO che inizia domani a Bucarest è stata caratterizzata dal confronto tra Stati Uniti e Russia sull’ingresso, caldeggiato da Washington, dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica. “Un eventualità del genere – ha detto Mosca – causerebbe una crisi profonda nei rapporti tra Russia e Kiev e un impatto negativo sull’assetto della sicurezza in Europa”. Su questi aspetti Giancarlo La Vella ha sentito Arduino Paniccia, docente di Diritto Internazionale all’Università di Trieste:


    R. – Da sempre Putin è contrario all’allargamento della NATO e all’adesione dell’Ucraina; la NATO sa questo e io credo che americani ed europei faranno il possibile per evitare lo scontro diretto con Putin, anche perché vi sono dei motivi di accordo. Il primo è che tutti gli alleati atlantici cercano di capire quale ruolo ricoprirà il nuovo presidente Medvedev; poi, seppure con trattative sotterranee, sta procedendo l’intesa sullo scudo missilistico e il probabile spostamento dall’Est Europa – con l’accordo dei russi – più a Sud. E poi, Mosca sembrerebbe offrire in cambio della rinuncia ad associare subito l’Ucraina ed, eventualmente, la Georgia nella NATO, la possibilità di sorvolo agli aerei dell’Alleanza Atlantica verso l’Afghanistan. Sul piatto ci sono alcune cose e ritengo che questo eviterà lo scontro frontale.

     
    D. – Come mai tra Russia e NATO non si è creata quella aggregazione, ventilata più volte, quando è sorta l’emergenza del terrorismo internazionale?

    R. – Credo vi siano stati alcuni motivi di fondo: una politica sicuramente tesa a portare avanti quello che la leadership americana di Bush voleva, non tanto a raccogliere il numero maggiore di alleati possibile. In questo senso hanno pesanto anche le vicende della Cecenia e certamente una svolta un po’ autoritaria nella Federazione russa. Si sono create così una serie di incomprensioni con un braccio di ferro culminato con la decisione di installare dei missili direttamente alla frontiera con la Federazione russa che, per me, ha più il sapore di una fortissima pressione che di una vera e propria decisione strategica.

    Russia-Putin
    All’indomani dell’insediamento al Cremlino, il 7 maggio, del neo-presidente Dmitri Medvedev, potrebbe essere convocata la Duma che dovrebbe affidare l’incarico di premier a Vladimir Putin. Lo ha fatto capire il presidente del ramo basso del Parlamento russo, Boris Grizlov, che è anche a capo di "Russia Unita", partito di maggioranza.

    Tibet
    Resta alta la tensione in Tibet. Fonti cinesi riferiscono di nuovi arresti in relazione agli incendi appiccati a Lhasa. Pechino si è detta inoltre preoccupata per il rischio di attentati kamikaze in preparazione nella regione himalayana. Intanto, sono 50 i monaci buddisti e gli esuli tibetani arrestati in Nepal mentre protestavano di fronte all’ambasciata cinese di Kathmandu. Tra i tedofori si registrano le prime defezioni, il capitano della nazionale di calcio dell'India, Bhaichung Bhutia, ha annunciato il suo rifiuto a portare la fiaccola olimpica quando giungerà nel suo Paese, il 17 aprile, in segno di protesta per la causa tibetana.

    Iraq
    Il premier iracheno Al Maliki ha invitato le forze di sicurezza a cessare ogni “arresto arbitrario”. La decisione è scattata dopo la fine degli scontri tra le truppe regolari e la milizia del leader radicale sciita Al Sadr costati la vita ad oltre 400 persone. Un’escalation che ha reso il mese di marzo uno dei più sanguinosi con oltre mille vittime. Secondo fonte ufficiali si tratta di un incremento degli episodi di violenza pari al 50 per cento. Anche oggi si registrano nuove perdite tra le file dell’esercito americano: due soldati sono rimasti uccisi nel corso di attacchi della guerriglia.

    Medio Oriente
    Singolare protesta dei coloni ebrei in Cisgiordania che hanno deciso di presidiare la zona liberata ieri dal blocco dell’esercito israeliano, una misura che rientra nell’ambito di un pacchetto di provvedimenti distensivi nei confronti dell’ANP, Autorità Nazionale Palestinese. I manifestanti però temono attentati. Intanto, per rilanciare il processo di pace è stato fissato un nuovo incontro, il 7 aprile, tra il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Olmert. Sul terreno, due miliziani palestinesi sono rimasti uccisi in un raid delle forze speciali di Israele nella Striscia di Gaza.

    Zimbabwe-elezioni
    Opposizione largamente in testa nelle elezioni parlamentari di sabato scorso in Zimbabwe. La Commissione elettorale, a più di metà dello scrutinio, ha annunciato che l’MDC, Movimento per il cambiamento democratico, il partito di Morgan Tsvangairai, ha ottenuto 109 seggi su un totale di 210, più indietro lo Zanu-Pf, formazione del presidente Robert Mugabe. Vige ancora il silenzio sui risultati delle presidenziali, l’MDC ha rivendicato la propria affermazione con il 60 per cento dei consensi contro il 30 per cento ottenuto dall’attuale presidente, al potere dal 1980. Intanto, l’assenza di osservatori internazionali ha sollevato parecchi dubbi sulla regolarità delle consultazioni. Sui motivi di questo ritardo nello spoglio delle schede Stefano Leszczynski ha intervistato Raffaello Zordan, redattore della rivista dei comboniani Nigrizia:

     
    R. – Teniamo conto comunque che i risultati nelle zone urbane arrivavano molto prima delle zone rurali; qui il partito di Mugabe ha maggior presa sulla popolazione, anche perché si tratta soprattutto di contadini, molto spesso analfabeti, molto spesso manipolati o manipolabili dal potere.

    D. – Nel caso di una vittoria dell’opposizione, cosa potrebbe accadere in Zimbabwe?

     
    R. – Mugabe e molti zimbabwani sanno perfettamente che il suo tempo è scaduto, almeno dal 2000. Da allora ha sempre cercato di aggiustare la situazione, ha sempre cercato di stare a galla, poggiandosi a chiunque. E potrebbe attaccarsi ancora a questi partners e tentare di rimanere a galla, ma la sua credibilità è ormai ridotta a zero ed anche dal mondo delle Chiesa nascono sempre di più delle spinte e delle voci per cambiare questa situazione.

     
    D. – Col principale rivale di Mugabe, Morgan Tsvangairai, si ha effettivamente una valida alternativa?

     
    R. – Morgan Tsvangairai è un oppositore di lungo corso, il leader sindacale, è chiamato il Lech Walesa dello Zimbabwe, ma anche con lui il regime non ci va leggero: circa un anno fa, in marzo, venne preso dalle forze di polizia durante una manifestazione, venne picchiato e si dice anche torturato. Ha avuto seri problemi per rimettersi in piedi, anche perchè ormai i mezzi che vengono usati sono anche questi. Gode di una grande popolarità e certamente questo uomo ha i numeri per poter riuscire.

    Ciad-Sudan-Francia
    Nuovi scontri al confine tra Ciad e Sudan tra i ribelli e le truppe regolari ciadiane. I combattimenti, avvenuti nella regione di Ade, seguono i disordini di febbraio quando le milizie insorte assediarono il palazzo presidenziale di N’Djamena. Intanto, sono stati liberati ieri sera cinque dei sei volontari francesi dell’ong Arche de Zoe, condannati e poi graziati in Ciad per il rapimento di 103 bambini spacciati per orfani ma che in realtà avevano parenti prossimi. Già dalla fine di dicembre erano stati trasferiti in Francia dove avrebbero dovuto scontare otto anni di prigione.

    Somalia-ONU
    Ennesimo rapimento in Somalia. Uomini armati hanno sequestrato due dipendenti stranieri della FAO, l’Organizzazione dell’ONU per l’agricoltura e l’alimentazione. I due sono stati bloccati mentre si recavano a Bualè, non lontano da Kisimayo. Il Paese africano si conferma uno scenario difficile, già ieri 11 persone sono morte nel corso di alcuni combattimenti tra le forze governative e miliziani islamici che hanno conquistato la città di Buulo Burte, ad oltre 200 km a nord di Mogadiscio.

    Italia- Expo Milano 2015
    Grande soddisfazione delle autorità italiane per l’assegnazione a Milano dell’Expo 2015, avvenuta ieri nel corso di una cerimonia a Parigi. Il capoluogo lombardo ha battuto la città turca di Smirne. “Un motivo d’orgoglio per l'Italia intera” così ha commentato il presidente della Repubblica Napolitano; polemiche invece tra Prodi e Berlusconi per il ruolo avuto dal governo nella vicenda. Nel pomeriggio a Palazzo Chigi la riunione del comitato promotore.

    Italia- Raciti
    A distanza di oltre un anno dalla morte dell’agente di polizia, Filippo Raciti, nuova svolta nelle indagini sui disordini scoppiati fuori dallo stadio di Catania. Le forze dell’ordine hanno arrestato un ventunenne incensurato che non apparterebbe ad alcuna tifoseria organizzata. Salgono così a due le persone fermate con l’accusa di omicidio volontario, entrambi, secondo l’accusa, avrebbero colpito il poliziotto con un sottolavello. “Un passo importante”, è stato il commento della moglie di Raciti. Marisa Grasso ha ricordato la sua sofferenza per quanto accaduto ed ha invitato a fare di più per “un cambiamento radicale” anche se gli ultimi fatti di Parma, ha detto, dimostrano che resistono logiche di violenza e di paura.

    Italia-Alitalia
    E’ slittato a domani l’incontro tra Air France-KLM, Alitalia e i sindacati. Il gruppo franco-olandese avrebbe chiesto ulteriori approfondimenti tecnici in vista della scadenza, domani, del tempo utile per trovare un’intesa. Al tavolo negoziale non siederà la UIL Trasporti che ieri ha abbandonato la trattativa, dopo aver chiesto di rinviare qualsiasi decisione a dopo le elezioni. Intanto il titolo in Borsa è stato sospeso per eccesso di rialzo. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 92

     
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