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SOMMARIO del 29/10/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ai farmacisti cattolici: opponetevi alle cure che attentano alla vita umana. Le case farmaceutiche favoriscano l'accesso alle terapie per i più poveri
  • Il Paraguay prosegua nel cammino del bene comune, ispirandosi ai valori cristiani: l’auspicio del Papa nell’udienza al presidente Nicanor Duarte Frutos
  • Altre udienze e nomine
  • Notificato il Concistoro del 24 novembre per la creazione di 23 nuovi cardinali. Intervista con mons. Comastri, tra i prossimi porporati: l'unica carriera è arrivare in Paradiso
  • Nessuna implicazione politica nella Beatificazione di 498 martiri di Spagna: così il cardinale Bertone nella Messa di ringraziamento in San Pietro
  • Oggi in Primo Piano

  • Cristina Kirchner eletta nuovo presidente dell'Argentina
  • Nella Somalia sempre più travolta dal caos, si dimette il premier Gedi
  • Italia. Nuovi sbarchi di immigrati dopo i due naufragi in Sicilia e Calabria, in cui hanno perso la vita almeno 18 persone
  • La Conferenza Pugwash: aumenta il rischio di una nuova proliferazione di armi nucleari
  • Si è concluso a Fiuggi il Convegno dell’Iniziativa di Comunione del Rinnovamento carismatico cattolico italiano
  • Chiesa e Società

  • L'ONU avverte: coltivare grano per produrre benzina è un crimine contro l'umanità
  • Allarme della rivista The Lancet: nel mondo il 40% dei nati non è registrato
  • In Nepal, la Caritas lancia un nuovo progetto contro il traffico di esseri umani
  • Appello della Commissione Giustizia e Pace di Hong Kong per una maggiore libertà religiosa in Cina
  • Cile: sanzioni del governo alle farmacie che non vendono la pillola abortiva. La Chiesa: è un attentato contro la vita
  • Non ho potere, posso solo diffondere il Vangelo: così il cardinale Kasper, in visita in Terra Santa
  • I vescovi australiani esortano i cittadini a votare per “far prevalere il bene comune” sugli interessi individuali
  • Dal 12 al 15 novembre a Baltimora la plenaria dei vescovi statunitensi
  • Nella comunità ecumenica di Taizé, in Francia, previsti 7 mila giovani per la festa di Ognissanti
  • A 10 anni dalla messa al bando delle mine antipersona in Italia, ancora alta l'emergenza per l’uso massiccio di armi indiscriminate
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il premier israeliano Olmert fa sapere di avere un tumore ma in forma non grave e conferma che manterrà l'incarico - Una trentina di persone uccise in Iraq in due diversi attentati - Il petrolio supera i 93 dollani al barile
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ai farmacisti cattolici: opponetevi alle cure che attentano alla vita umana. Le case farmaceutiche favoriscano l'accesso alle terapie per i più poveri

    ◊   Le scienze biomediche “devono essere al servizio dell’uomo” e non viceversa: dunque, no all’uso delle sperimentazioni farmaceutiche a scapito del bene della persona curata e sì all’accesso solidale di cure per i Paesi poveri come pure all’obiezione di coscienza, quando essa impedisca di fornire prodotti abortivi o mirati all’eutanasia. Sono alcuni dei punti che Benedetto XVI ha messo in evidenza nell'udienza di questa mattina ai farmacisti cattolici, impegnati in questi giorni a Roma nel loro 25.mo Congresso internazionale. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Il farmacista riveste un ruolo delicato. Egli si frappone tra l’uomo e la malattia che lo ha colpito e lavora per sostenere il primo mentre cerca di debellare la seconda. Ma in nessun caso, il malato deve fungere da “cavia” per un progresso che sia solo della scienza e non anche della persona. In altre parole, ad essere “anestetizzata” non può mai essere la coscienza. Gli spunti etici offerti dalla professione farmaceutica hanno permesso a Benedetto XVI di ribadire la visione cristiana del mondo della salute, della tutela della vita, della solidarietà verso chi trova spesso sbarrato per questioni di denaro l’accesso alle cure. Con i professionisti che partecipano al Congresso intitolato “Le nuove frontiere dell’azione farmaceutico”, il Papa ha osservato che l’attuale sviluppo dell'arsenale medico e delle possibilità terapeutiche che ne derivano “richiede che i farmacisti riflettano sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati ad avere, in particolare come intermediari tra il medico ed il paziente”.

     
    La vostra categoria, ha detto il Pontefice, svolge “un ruolo educativo nei riguardi dei pazienti per un giusto impiego dei medicinali” e soprattutto ha una grande resonsabilità nel far “conoscere le implicazioni etiche circa l'utilizzo di alcune medicine”. In questo settore, ha proseguito Benedetto XVI, “non è possibile anestetizzare la coscienza, ad esempio sugli effetti di molecole aventi lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di ridurre la vita di una persona”. “Il farmacista deve invitare ciascuno ad un sussulto d'umanità, affinché qualsiasi persona sia protetta dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, e affinché le medicine svolgano realmente il loro ruolo terapeutico":

     
    “D’autre part, nulle personne ne peut être utilisée...
    Nessuna persona può essere usata, in modo sconsiderato, come un oggetto per la realizzazione di sperimentazioni terapeutiche; esse devono svolgersi secondo protocolli che rispettino le norme etiche fondamentali. Qualsiasi intervento curativo o di sperimentazione deve avere per prospettiva un eventuale benessere della persona, e non soltanto la ricerca del progresso scientifico. La ricerca di un bene per l'umanità non può essere realizzata a scapito del bene delle persone curate”.

     
    Anche in ambito morale, ha incalzato Benedetto XVI, “la vostra Federazione è invitata ad affrontare la questione dell'obiezione di coscienza, che è un diritto - ha sottolineato - che deve essere riconosciuto alla vostra professione e che vi permetta di non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti aventi per scopo scelte chiaramente immorali, come ad esempio l’aborto e l’eutanasia”:

     
    “Il convient aussi que les différentes structures pharmaceutiques...
    Occorre anche che le diverse strutture farmaceutiche, dai laboratori ai centri ospedalieri, ai dispensari, come pure tutti i nostri contemporanei, avessero la preoccupazione della solidarietà nel settore terapeutico, per permettere un accesso alle cure ed alle medicine di prima necessità per tutti gli strati della popolazione ed in tutti i Paesi, in particolare per le persone più povere”.
     
    Il Papa ha sollecitato i farmacisti cattolici a vivere la professione secondo la fede e a sostenere umanamente e moralmente i pazienti, aiutando nel contempo i giovani che si avvicinano alle varie branche della professione “a riflettere - ha detto - sulle implicazioni etiche sempre più delicate delle loro attività e delle loro decisioni”:

     
    “Les sciences biomédicales sont au service de l’homme...
    Le scienze biomediche sono al servizio dell'uomo; se così non fosse, avrebbero soltanto un carattere freddo ed inumano. Ogni conoscenza scientifica nel settore sanitario ed ogni passo terapeutico è al servizio dell'uomo malato, considerato nel suo essere integrale, che deve essere un partner attivo delle sue cure e rispettato nella sua autonomia”.

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    Il Paraguay prosegua nel cammino del bene comune, ispirandosi ai valori cristiani: l’auspicio del Papa nell’udienza al presidente Nicanor Duarte Frutos

    ◊   Il ruolo della Chiesa e dello Stato per il bene del popolo del Paraguay è stato il tema chiave al centro dell’incontro di stamani tra Benedetto XVI e il presidente paraguayano, Nicanor Duarte Frutos, ricevuto in Vaticano con la consorte e il seguito. Dopo l’udienza del Papa, il presidente del Paraguay si è incontrato con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. I cordiali incontri, informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede, “sono serviti per passare in rassegna temi attinenti” all’attuale situazione del Paese, “soffermandosi in particolare sul ruolo proprio della Chiesa e dello Stato nella vita politica” così come nello “sviluppo umano, morale, educativo e socioeconomico della nazione” paraguayana. Infine, è stato espresso l’auspicio che la società del Paraguay prosegua “nel cammino del bene comune, della legalità e della pace sociale, ispirata ai valori cristiani della giustizia e del reciproco rispetto fra tutti i cittadini”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza anche il cardinale Friedrich Wetter, arcivescovo emerito di Monaco e Frisinga, e il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo.

    Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Colombia mons. Aldo Cavalli, arcivescovo titolare di Vibo Valentia, finora nunzio apostolico in Cile. Mons. Cavalli è nato 61 anni fa a Maggianico di Lecco, nell’arcidiocesi di Milano. Ordinato sacerdote nel 1971 è stato consacrato vescovo nel 1996.

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    Notificato il Concistoro del 24 novembre per la creazione di 23 nuovi cardinali. Intervista con mons. Comastri, tra i prossimi porporati: l'unica carriera è arrivare in Paradiso

    ◊   L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie ha pubblicato oggi la notificazione del Concistoro Ordinario Pubblico che il Papa terrà il 24 novembre prossimo alle10.30 sul Sagrato della Basilica Vaticana per la creazione di 23 nuovi Cardinali. Le visite di cortesia ai nuovi porporati si svolgeranno il 24 novembre pomeriggio dalle16.30 alle 18.30. Domenica 25 novembre, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il Papa presiederà, alle 10.30 in Piazza San Pietro, la concelebrazione della Santa Messa con i nuovi Cardinali ai quali consegnerà l’Anello cardinalizio. Tra i nuovi porporati figura anche l’arcivescovo Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, presidente della Fabbrica di San Pietro e vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. Giovanni Peduto gli ha chiesto come stia attendendo la cerimonia per la creazione cardinalizia:


    D. – Con grande emozione ed anche con grande trepidazione, perché anche la nomina cardinalizia è una chiamata del Signore e di fronte alle chiamate del Signore si è tutti indegni ed impreparati. Io chiedo, per intercessione di Maria, la grazia di poter rispondere alle attese del Santo Padre per tutto quello che io posso, in modo che la mia pochezza sia veramente a disposizione del suo carisma di successore di Pietro e di pastore della Chiesa universale, perché il cardinale deve fare questo: collaborare con il Papa, con tutte le proprie forze, perché il carisma del Papa possa risplendere nella Chiesa e possa essere veramente un servizio di unità per tutta la Chiesa.

     
    D. – Cambierà la sua vita una volta elevato al cardinalato?

     
    R. – La mia vita resta la vita di sempre. E’ una vita di servizio. Il cardinalato non modifica la vita, il cardinalato impegna a dare di più, impegna a spendersi di più, impegna – se si può dire – ad un eroismo maggiore nel vivere la fedeltà alla propria vocazione.

     
    D. – C’è chi vede i cardinali come principi della Chiesa, lontani dal popolo di Dio. Lei cosa pensa?

     
    R. – Io vorrei correggere questa mentalità. Anche in questi giorni, più volte, è tornata questa parola “hai fatto carriera”. Io ho dovuto correggere, dicendo che non esistono “carriere” nella Chiesa, ma esistono chiamate al servizio. L’unica carriera nella Chiesa è la carriera del Paradiso. Se non si arriva lì, allora si è fallito, perché lo scopo della vita è quello. Tutto il resto è unicamente una chiamata al servizio: chiamata a spendersi per il Vangelo, perché è il bene unico della vita; chiamata a servire Gesù, perché è l’unica nostra speranza; chiamata ad annunciare al mondo che c’è un unico Salvatore. Anche il cardinalato serve per questo e soltanto per questo.

     
    D. – Eccellenza, il cardinale veste il rosso porpora. Che significato ha questo colore?

     
    R. – Le dico quello che ho scritto nell’invito alla cerimonia del 24 novembre prossimo: “Chiedo a tutti – e in queste parole c’è la risposta e la spiegazione – la carità di una preghiera, affinché la porpora non esprima il rossore della mia vergogna per non aver amato Gesù con tutto il cuore e con tutta la vita. Sia invece per me l’inizio di una nuova e generosa dedizione al Vangelo, fino all’effusione del sangue”. Ecco il senso del rosso porpora: imparare ogni giorno da Maria il “sì” della fedeltà umile, silenziosa e generosa a Gesù.

     
    D. – Divenendo cardinale lei sarà ancora più strettamente legato al Santo Padre. Benedetto XVI ha appena compiuto due anni e mezzo del suo servizio pontificale. Qual è, a suo parere, il tratto fondamentale dell’opera di questo Pontefice?

     
    R. - A me sembra, anche se è difficile dare una valutazione o dare una lettura complessiva di un Pontificato, che il Santo Padre Benedetto XVI privilegi il ruolo di maestro, colui che insegna, colui che guida attraverso il richiamo della verità, perché la verità non è qualcosa di cui noi possiamo disporre come vogliamo: come dice San Paolo, noi non siamo padroni della verità, ma servi della verità. Il Papa Benedetto XVI mi sembra che questo lo senta in maniera straordinaria. Nessuno nella Chiesa è padrone della verità, ma servo della verità, e Benedetto XVI ce lo ricorda in ogni momento ed attraverso un insegnamento metodico, costante, intelligente e profondo. Credo che di questo la Chiesa gliene debba essere immensamente grata.

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    Nessuna implicazione politica nella Beatificazione di 498 martiri di Spagna: così il cardinale Bertone nella Messa di ringraziamento in San Pietro

    ◊   Messa di ringraziamento stamane nella Basilica Vaticana per la Beatificazione - ieri in Piazza San Pietro - di 498 martiri uccisi in Spagna negli anni ’30 del secolo scorso. A presiedere il rito, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ha concelebrato insieme a decine di cardinali, vescovi e sacerdoti, davanti ad alcune migliaia di fedeli, in maggioranza spagnoli. Il servizio di Roberta Gisotti.


    "Dios quiera que esta Beatificación suscite en España…
    Voglia Iddio che questa Beatificazione susciti in Spagna una vigorosa chiamata a ravvivare la fede e ad intensificare la comunione ecclesiale”: così il cardinale Bertone, nell’omelia della Messa, pronunciata in spagnolo, invocando “che il sangue di questi martiri”, tra cui anche due francesi, due messicani ed un cubano, “sia seme fecondo di numerose e sante vocazioni al Sacerdozio e alla Vita consacrata”; e “sia al tempo stesso” “un costante invito alla famiglie, fondate sul Sacramento del Matrimonio, ad essere per i figli esempio e scuola del vero amore e ‘santuario’ del grande dono della vita”.

     
    Facendo eco a contestazioni e letture ideologiche di questi processi di Beatificazione, il cardinale Bertone ha chiarito che “questi martiri non sono stati proposti alla venerazione del Popolo di Dio per le loro implicazioni politiche, né per lottare contro chicchessia ma per offrire le loro esistenze come testimonianza di amore a Cristo e con la piena consapevolezza di sentirsi membra della Chiesa”. "La loro morte - ha detto - costituisce per tutti un importante stimolo che ci spinge a superare divisioni, a ridar vita al nostro impegno ecclesiale e sociale, cercando sempre il bene comune, la concordia e la pace”:

     
    “Ellos no son simples héroes o personajes de un época lejana…
    Non sono infatti semplici eroi o personaggi di un’epoca lontana”, ha aggiunto il porporato. “La loro parola e i loro gesti ci parlano e ci spingono a configurare noi stessi più pienamente a Cristo”.
     
    Questi martiri – ha poi sottolineato il cardinale Bertone – “ci aiutano con il loro esempio e la loro intercessione a non lasciarci vincere, nel momento presente, dallo scoraggiamento e dalla confusione e ad evitare l’inerzia e lo sterile lamento”. Infine l’auspicio “che l’esempio di santità dei nuovi martiri” ottenga per la Chiesa in Spagna e negli altri Paesi da cui provengono, “molti frutti di autentica vita cristiana: un amore che vinca la tiepidezza, un entusiasmo che stimoli la speranza, un rispetto che dia accoglienza alla verità e una generosità che apra il cuore alle necessità dei più poveri”.

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    Oggi in Primo Piano



    Cristina Kirchner eletta nuovo presidente dell'Argentina

    ◊   A spoglio ormai completato è ufficiale la vittoria in Argentina dalla candidata del Fronte per la Vittoria, Cristina Fernandez Kirchner, che il 10 dicembre prossimo succederà al marito Nestor Kirchner nella Casa Rosada di Buenos Aires. La presidente eletta ha ottenuto il 44,7% dei voti, davanti a Elisa Carrió, leader di una coalizione di partiti dell’opposizione che si è attestata al 23% dei consensi. L'affluenza alle urne, indicano fonti ufficiali, è stata del 74,11%, la più bassa nella storia argentina dopo il ritorno della democrazia nel 1983. Cristina Kirchner, 54 anni, è la prima donna ad essere eletta presidente in Argentina. Sulla figura di questa protagonista della vita politica argentina Stefano Leszczynski ha intervistato il collega Luis Badilla, esperto dell'area latinoamericana:


    R. – La signora Fernandez Kirchner è un politico argentino che ha una luce propria. Sarebbe un errore pensare che lei sia stata eletta, perché moglie del presidente uscente, Nestor Kirchner. Lei ha beneficiato del buon governo di Kirchner, che ha tirato fuori il Paese dalla bancarotta nell’arco di tre anni. Ricordiamo che nel 2001 – e lui è stato eletto nel 2003 – l’Argentina era in bancarotta totale. Il Paese oggi cresce ad un ritmo dell’8, 9 per cento annuo.

     
    D. – Quali sono i problemi che restano da risolvere nel Paese, soprattutto dal punto di vista sociale?

     
    R. – Questo è il problema del futuro dell’Argentina, nel senso che Kirchner ha messo in moto una politica di accumulazione capitalistica per tirar fuori il Paese dalla crisi. Naturalmente i più poveri e i ceti medi ne hanno fatto le spese. In questo senso, ha avuto il sostegno della classe governativa, della classe politica e dei poteri forti, economici, industriali e via dicendo. Adesso la moglie, il futuro presidente, deve fare proprio il contrario. Il problema argentino è che insieme alla crescita “mostruosa” c’è una “mostruosa” iniquità sociale. Lei ha promesso - e ha fatto una campagna molto programmatica piena di contenuti - dopo la crescita, la ridistribuzione e l’abbassamento delle iniquità sociali. Non sarà facile per lei, perchè dovrà vivere il fenomeno contrario del marito, che aveva il sostegno dei più ricchi e delle classi benestanti. Adesso sicuramente la signora Kirchner non avrà questo sostegno, ma avrà quello del popolo.

     
    D. – Oggi, di fronte ad un Paese “normalizzato”, qual è la posizione della Chiesa in Argentina?

     
    R. – Diciamo prima una cosa importante, che purtroppo la campagna elettorale è stata molto anticlericale. Questa è una cosa che va superata. La Chiesa ha fatto pubblicare due documenti, in cui insiste soprattutto sul problema della equità sociale. Parla naturalmente di famiglia, di vita, di trasparenza della politica: in Argentina c’è il grosso problema della corruzione politica e del clientelismo. Però io vedo fra le promesse, il programma, gli impegni assunti durante la campagna da parte di Cristina Fernandez Kirchner e quello che la Chiesa propone e sottolinea, vedo una sintonia. Se il clima non è anticlericale come è stato per motivi elettorali, penso che si possa prospettare una collaborazione molto fruttuosa, come già succede con altri episcopati, in altri luoghi dell’America Latina, governati da altre donne.

     
    D. – I due grossi protagonisti di queste elezioni presidenziali sono state due donne. Questa figura di leader dell’opposizione avrà la capacità di fare un’opposizione mirata o sarà un’opposizione dura, per dimostrare che è stata fatta la scelta sbagliata?

     
    R. – Mi sembra che vada sottolineato che la signora Carrió, che rappresenta la seconda maggioranza, non ha perso con il 2 o il 3 per cento dei voti, e rappresenta una parte importante dell’elettorato argentino. E’ un’alleanza di partiti. Con ogni probabilità farà una opposizione molto dura.

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    Nella Somalia sempre più travolta dal caos, si dimette il premier Gedi

    ◊   Il giorno dopo gli aspri combattimenti che hanno causato almeno 3 morti per le strade di Mogadiscio, il primo ministro somalo, Ali Mohamed Gedi, ha rassegnato le dimissioni davanti al parlamento provvisorio somalo, a Baidoa. Fonti vicine allo stesso Gedi hanno rivelato che il premier si è dimesso in seguito a tensioni con il presidente Abdullahi Ahmed Yusuf e con alcuni ministri del governo. Ma quale significato assumono queste dimissioni per il Paese africano? Giada Aquilino lo ha chiesto a Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia – Somalia per la pace e la ricostruzione:


    R. – Siamo arrivati alla fine di una vicenda che vedeva ormai contrapposti in maniera molto violenta il presidente Abdullahi Yusuf Ahmed e il primo ministro Ali Mohamed Gedi, in un quadro di generale caos nel Paese, di assenza totale di sicurezza. Queste dimissioni stanno anche a significare che Gedi aveva perso pure il sostegno del potente alleato etiopico.

     
    D. – Tra le ragioni delle dimissioni, l’impossibilità di realizzare gli obiettivi del programma, come l’organizzazione di un censimento, la stesura della costituzione, il buon funzionamento dell’amministrazione. Perché si tratta di obiettivi che ancora non possono essere realizzati in Somalia?

     
    R. – Si sono intromesse troppe potenze straniere. La presenza dei militari etiopici - per esempio - è preponderante, visibilissima ed è assolutamente mal tollerata dalla maggior parte dei somali, anche perché si è via via configurata come una presenza di occupazione, non soltanto di peacekeeping.

     
    D. – Perché tanto interesse per la Somalia da parte di forze esterne?

     
    R. – Sicuramente ci sono risorse nel sottosuolo. Tanto è vero che, da quando esiste questo governo, sono stati firmati degli accordi per prospezioni geologiche alla ricerca di idrocarburi con diversi Paesi, come Australia e Cina.

     
    D. – Istituzioni provvisorie, scontri sul terreno, gente che fugge: come vive la popolazione civile?

     
    R. – La popolazione civile è stremata e disperata: vorrebbe qualcuno che garantisse la possibilità di uscire di casa senza pericolo di morte. Non è possibile, però, pensare di risolvere stabilmente tale crisi tenendo fuori dalla porta i grandi attori della questione somala, che sono ormai i businessmen, cioè quelli che gestiscono l’economia somala - che non è un’economia trascurabile, nonostante tutto - e i rappresentanti riconosciuti dei grandi clan.

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    Italia. Nuovi sbarchi di immigrati dopo i due naufragi in Sicilia e Calabria, in cui hanno perso la vita almeno 18 persone

    ◊   Proseguono gli sbarchi di immigrati sulle coste siciliane. Dieci persone sono approdate sul litorale agrigentino nei pressi di porto Empedocle; mentre continuano le ricerche dei dispersi del drammatico viaggio della speranza verso le coste italiane finito in tragedia nella notte tra sabato e domenica. 18 le vittime accertate di due approdi avvenuti in Calabria e in Sicilia. In provincia di Reggio Calabria al largo di Roccella Jonica un barcone con a bordo oltre 140 persone si è spezzato in più punti, 7 i cadaveri ritrovati decine i dispersi. E 11 sono i corpi senza vita rinvenuti sulle coste siciliane di Vendicari, dopo il naufragio di un gommone. Preoccupazione è stata espressa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il quale ha sottolineato che il problema della immigrazione clandestina deve essere affrontato da tutti i Paesi dell’Europa. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas Italiana:


    R. – E’ inconcepibile dover assistere costantemente a drammi di persone che perdono tutto, in questo caso la vita. Tutto questo dev’essere contrastato, bisogna trovare urgentemente delle soluzioni per evitare che possano accadere ancora drammi di questa natura. Secondo noi è necessario agevolare vie regolari per l’ingresso nei nostri Paesi se non vogliamo pagare il prezzo di così tante vite umane.

     
    D. – Lei si riferisce ad una regolamentazione dei flussi migratori, ma sarebbe sufficiente?

     
    R. – Non ci sono soluzioni definitive per un fenomeno ormai di proporzioni che ricordano movimenti di massa; certo è che tutto ciò che comporta un restringimento degli ingressi, non fa altro che agevolare questo tipo di immigrazione, che è la peggiore in assoluto.

     
    D. – Quindi, questa è una risposta a chi dice: “A questo punto bisogna chiudere le frontiere”?

     
    R. – Decisamente. La chiusura non è una soluzione. La riprova sono queste vicende drammatiche. Bisogna affrontare il problema nel suo complesso guardando anche le centinaia di migliaia di cittadini irregolari che oggi si trovano sul territorio, inseriti nel mercato del lavoro, nella nostra società. Dobbiamo partire da questa valutazione per fare politiche realistiche sull’immigrazione.

     
    D. – Chi sopravvive agli sbarchi, chi riesce ad approdare viene prima ospitato in un centro di accoglienza; molte volte, però, poi si perdono le tracce di queste persone …

     
    R. – Su questo aspetto abbiamo lavorato lo scorso inverno, lo ha fatto la Caritas italiana in seno alla Commissione incaricata dal ministro dell’Interno di verificare l’andamento delle strutture di accoglienza e i cosiddetti CPT (Centri di permanenza temporanea). Da questa visita è nato un rapporto che ha evidenziato come sia necessario un superamento di questi Centri, il che significa una ri-modulazione delle strutture per renderle in grado di dare risposte efficaci eliminando il rischio che diventino di fatto carceri, come purtroppo è accaduto, o strutture inutilizzabili. Bisogna trovare la formula più adeguata per dare risposte ad una irregolarità che comunque va in qualche modo disciplinata, e bisogna farlo in tempi brevi se non vogliamo scontare il prezzo di tante vite umane.

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    La Conferenza Pugwash: aumenta il rischio di una nuova proliferazione di armi nucleari

    ◊   Cinque giorni di dibattito, con diverse sessioni a porte chiuse, che hanno visto a confronto scienziati di tutto il mondo impegnati per il disarmo. La Conferenza di Pugwash, che prende il nome dalla località canadese dove nel 1957 si tenne la prima sessione su impulso di Albert Einstein e Bertrand Russel, ha trattato in questi giorni a Bari degli ‘affari del mondo’ da cui dipende il futuro pacifico ma anche la sopravvivenza del Pianeta Terra. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Paolo Cotta-Ramusino, segretario generale della Conferenza Pugwash, che nel 1995 ha meritato il Premio Nobel per la Pace:


    D. - Professore la vostra conferenza ha coinciso con la Settimana per il disarmo indetta dall’ONU, che a dire il vero è passata inosservata. Come mai secondo Lei? Il disarmo non interessa? Eppure i negoziati internazionali segnano il passo oramai da anni….

     
    R. - Il disarmo è un problema tuttora molto importante anche perché se non si abbandonano le armi nucleari, il clima di credibilità che queste armi hanno, in termini di rappresentazione della potenza internazionale, aumenterà. Questo vuol dire che più Paesi saranno indotti prima o poi a considerare la possibilità di acquisire armi nucleari o altre armi di distruzione di massa.

     
    D. - Professore, tra i temi caldi su cui si è accesa la discussione è stata la possibile notevole crescita degli impianti nucleari, specie in diversi Paesi asiatici, che rivendicano – come anche l’Iran - il diritto di produrre energia atomica per usi civili. Quanto dobbiamo preoccuparci?

     
    R. – Io direi che la preoccupazione si fa sempre più evidente perché c’è una correlazione tra attività civili e attività militari sul nucleare. Il diritto a sviluppare programmi nucleari civili è un diritto riconosciuto, certamente, a tutti i membri del Trattato di non proliferazione e tra questi compare anche l’Iran.

     
    D. - Possiamo temere che questi impianti per uso civile siano poi trasformati per uso militare…

     
    R. – Questo lo possiamo temere per tantissimi Paesi e in tantissime situazioni; l’unico modo per avere una garanzia assoluta è quello di stabilire un clima di reciproca fiducia e di reciproco controllo. Questo, naturalmente, in passato non è avvenuto, bisogna ricostruirlo adesso e non sono le soluzioni militari quelle più giuste a risolvere il problema, perché creano più problemi che altro.

     
    D. - Si è rilanciato anche un possibile ruolo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica…

     
    R. – L’AIEA ha un ruolo da protagonista che è quello di controllare. Poi ci sono tutta una serie di problemi politici che affliggono, per esempio, il Medio Oriente, compreso l’Iraq, l’Iran, i rapporti tra India e Pakistan che abbiamo discusso nel nostro convegno e che sono connessi con un clima di conflittualità che poi, in ultima analisi, avviene in una zona dove sono presenti le armi nucleari.

     
    D. – Diverse sessioni si sono svolte a porte chiuse per la delicatezza delle implicazioni politiche. Quale importanza hanno queste conferenze che organizza l’associazione Pugwash?

     
    R. - Noi tendiamo a ritenere che abbiano un’importanza significativa e a volte particolarmente significativa, nel senso che permettono di stabilire molto spesso dei canali di comunicazione tra Paesi che si trovano sui fronti opposti. Nei tempi moderni forse questo è ancora più difficile da realizzare che non ai tempi della Guerra Fredda, dove c’erano dei canali stabili di comunicazione tra Stati Uniti e Unione Sovietica .

     
    D. - C’è bisogno comunque di rilanciare il tema del disarmo della comunità internazionale..

     
    R. – Certamente. Il problema è che ci sono pochi incentivi per le grandi potenze a portare avanti il problema del disarmo e questo ha degli effetti molto negativi sugli altri.

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    Si è concluso a Fiuggi il Convegno dell’Iniziativa di Comunione del Rinnovamento carismatico cattolico italiano

    ◊   Con le note gioiose dei canti che hanno animato la celebrazione eucaristica e la catechesi sul tema ‘Pieni di Spirito Santo annunciavano la Parola’, si sono conclusi ieri a Fiuggi i lavori del XII Convegno nazionale dell’Iniziativa di Comunione in seno al Rinnovamento carismatico cattolico italiano. Oltre un migliaio di partecipanti da tutta Italia con forti momenti di catechesi e di intensa preghiera di lode e ringraziamento, hanno approfondito la loro vita di fede animata dai doni dello Spirito Santo. A conclusione del raduno Giovanni Peduto ha chiesto al coordinatore nazionale, Giorgio Grotto, come si configura il Rinnovamento Carismatico Cattolico …


    R. – Diffuso nel mondo in 135 nazioni, con un totale di circa 70 milioni di aderenti cattolici, il RCC è un rituffarsi nel proprio battesimo, per prenderne profondamente coscienza e vivere una vita ad esso coerente. E' una nuova relazione personale con Gesù vivo e risorto, che, accettato come Signore e Salvatore, trasforma la nostra vita, portando gioia, pace e amore. E' la riscoperta della persona dello Spirito Santo, che ci vuole rinnovare con i suoi doni e carismi ordinari e straordinari, per farci vivere il clima di fede viva e di amore ardente delle prime comunità cristiane.

     
    D. - Come ha preso avvio l’Iniziativa di Comunione?

     
    R. - I primi passi per un cammino di comunione tra le realtà carismatiche italiane risalgono al 1996 con la nascita, appunto, dell'Iniziativa di Comunione (IdC) nel Rinnovamento Carismatico Cattolico (RCC), libera associazione tra comunità carismatiche autonome, su idea di un gruppo di leader carismatici italiani. Lo scopo fondamentale è promuovere la comunione tra tutte le espressioni appartenenti a questa "corrente spirituale" suscitata dallo Spirito Santo. Le comunità aderenti (oggi circa 50, con più di cinquemila membri) rimangono pienamente autonome e libere di svolgere le proprie attività sia localmente che sul territorio nazionale. Ogni realtà carismatica che opera per attuare la comunione già è in sintonia con l'IdC, che vuole giungere al superamento delle divisioni che ancora permangono nel RCC. In questo impegno incontra sempre più il favore dei vescovi delle Chiese locali.

     
    D. – Quali realizzazioni ha portato avanti finora l’Iniziativa di Comunione?

     
    R. - L'IdC ha compiuto in questi anni gesti concreti per l'incremento della comunione: promozione del Rinnovamento Carismatico Cattolico mediante lo sviluppo delle sue prerogative originarie e la valorizzazione dei carismi esercitati in modo equilibrato per l'edificazione delle comunità e per l'evangelizzazione; rapporti con le diverse comunità del RCC presenti in Italia; celebrazione di dodici Convegni Nazionali di Comunione, con la partecipazione, in veste di relatori, di personalità di spicco internazionale; convegni zonali di comunione in varie località d'Italia; rapporti con l'Associazione ‘Rinnovamento nello Spirito’; rapporti con l'ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services), organismo internazionale, con sede in Vaticano, al servizio del RCC mondiale.

     
    D. – E’ già diverso tempo che lei è il coordinatore dell’Iniziativa di Comunione: quali sentimenti prova a ogni fine convegno?

     
    R. - Un convegno carismatico si prepara pregando, si vive lodando e si conclude ringraziando Dio per quanto Lui ha fatto. In un convegno, molti lavorano, ma il lavoro più grande lo compie il Signore che non smette mai di stupirci, manifestando il suo amore con i segni della sua presenza viva. I sentimenti che provo, quindi, sono la gioia di un grande ringraziamento, unito ad un rinnovato slancio per l’evangelizzazione, consapevole che, se si vuol servire il Signore, il lavoro non termina mai.

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    Chiesa e Società



    L'ONU avverte: coltivare grano per produrre benzina è un crimine contro l'umanità

    ◊   L’ecobenzina infiamma i prezzi di generi alimentari, soprattutto nei Paesi poveri: le coltivazioni di grano sono infatti, sempre più spesso, sostituite dal mais o da girasoli, da cui si ricava un ecocarburante, il biodiesel. Si sottrae così terra coltivabile per destinarla ai carburanti e si commette, secondo l’inviato speciale dell’ONU per il diritto al cibo, Jean Ziegler, “un crimine contro l’umanità”. Attualmente nel mondo sono più di 854 milioni le persone che soffrono la fame. La situazione sembra purtroppo destinata a peggiorare: a causa della riduzione di terre disponibili, la quotazione del granturco ha raggiunto infatti, record storici. Man mano che la popolazione mondiale aumenta, diminuisce infatti la quantità di terra coltivabile e questo alimenta una brusca accelerazione dei prezzi del cibo che segue dinamiche diverse nelle varie regioni del mondo: nei Paesi industrializzati, secondo dati del Fondo monetario internazionale, il rincaro di generi alimentari non sembra avere conseguenze importanti sull’inflazione generale. Negli Stati emergenti la cosiddetta inflazione alimentare si aggira invece intorno al 9%. Questo perché in una società povera è maggiore la quota di salario destinata agli alimenti. Un consumatore americano, ad esempio, spende in media per mangiare il 10% del suo budget. Un cinese circa il 30% e un abitante di un Paese dell’Africa subsahariana oltre il 60%. Ma il dato più allarmante è che l’attuale impennata dei prezzi, secondo l’inviato dell’ONU, deriva non tanto da disastri naturali, quali siccità e cattivi raccolti, ma da decisioni politiche. L’inviato delle Nazioni Unite accusa, in particolare, la politica degli Stati Uniti, il maggior esportatore agricolo al mondo: nei mesi scorsi la Casa Bianca ha scelto, infatti, di incentivare l’utilizzo di granturco per biocarburanti. L’obiettivo è di rispondere all’emergenza petrolio, le cui quotazioni continuano a crescere per vari fattori, tra cui la diminuzione delle scorte statunitensi e la debolezza del dollaro. Ma non è solo il prezzo del petrolio a salire; è molto più preoccupante, sottolinea l’inviato delle Nazioni Unite, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari nei Paesi più poveri. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Allarme della rivista The Lancet: nel mondo il 40% dei nati non è registrato

    ◊   Fanno parte dell’esercito degli “invisibili”: sono centinaia di milioni di persone che nascono, vivono e muoiono senza che vi sia traccia della loro esistenza perché nei loro Paesi non esistono, o sono carenti, i servizi anagrafici e demografici. E’ quanto denuncia la rivista The Lancet nel numero speciale 'Who Counts'?, Chi conta?, che sarà presentato domani a Pechino. Quello degli invisibili – si legge nel dossier - è un esercito che potrebbe arrivare a contare oltre i due terzi della popolazione mondiale. E’ una situazione allarmante perché vivere nell’anonimato spesso spalanca le porte a povertà, abbandono e sfruttamento. Si tratta di un fenomeno che riguarda milioni di bambini. Si stima che nei Paesi più poveri, 3 nascite su 4 non vengono mai registrate. “Solo poco meno di un terzo della popolazione mondiale - denuncia inoltre il direttore della rivista, Richard Horton - è coperto da dati accurati su nascite e morti. Il fatto che milioni di esseri umani nascano e muoiano senza lasciare traccia della loro esistenza ha ripercussioni gravissime anche dal punto di vista sanitario: non disporre di cause nei certificati di decesso non consente spesso di valutare malattie o fattori di rischio in un dato Paese, rendendo così difficile una programmazione degli interventi prioritari. Dove invece si promuovono campagne di registrazione, si possono assicurare diritti e difendere la vita più efficacemente. In India, ad esempio, il monitoraggio accurato delle nascite ha permesso di smascherare la turpe pratica degli aborti dei feti di sesso femminile. Servono donatori e partner globali – sottolinea il direttore della rivista The Lancet - per promuovere e supportare sistemi di registrazione nei Paesi in ritardo. Una campagna di questo tipo – conclude – deve servire per mettere a fuoco “quanto ciascuno di noi valuti la vita di ogni altro essere umano: è un test per la nostra umanità”.(A.L.)

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    In Nepal, la Caritas lancia un nuovo progetto contro il traffico di esseri umani

    ◊   Vigilate contro questa “attività inumana”. E’ l’appello lanciato dal direttore della Caritas del Nepal, padre Shilas Bogati, presentando un progetto contro il traffico di esseri umani. “A volte – denuncia la Caritas nepalese ripresa dall'Agenzia AsiaNews – i familiari della vittima sono coinvolti nel traffico”. In altri casi questa turpe pratica viene spacciata per “lavoro”. Per questo – avverte la Caritas – occorre che ogni gruppo religioso svolga attività di informazione ad ogni livello”. La miseria resta la causa principale del traffico di esseri umani: molti ragazzi vengono sfruttati, infatti, con il pretesto che viene dato loro un lavoro. Da questo traffico, che riguarda varie aree del mondo, le organizzazioni criminali ricavano ingenti profitti, da 6 a 12 miliardi l’anno. Secondo gli esperti sono cifre simili a quelle ricavate con il commercio internazionale di armi e di droga. I trafficanti approfittano di leggi nazionali spesso inefficaci e, soprattutto, dell’assenza di coordinamento tra le forze di polizia dei Paesi che cercano di reprimere tali attività criminali. Attività che prevedono oltre allo sfruttamento nel lavoro, anche la prostituzione di donne e minori. Secondo varie organizzazioni non governative, giovani donne rapite in Nepal sono vendute per almeno 1000 dollari prima di essere trasferite in India, dove poi vengono costrette a prostituirsi. Contro una realtà così drammatica non mancano, comunque, sforzi preziosi. In Nepal, ad esempio, la Caritas lotta dal 1992 contro i mali sociali, occupandosi anche del recupero e dell’educazione dei giovani. (A.L.)

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    Appello della Commissione Giustizia e Pace di Hong Kong per una maggiore libertà religiosa in Cina

    ◊   La Commissione Giustizia e Pace di Hong Kong ha organizzato, per il prossimo 2 novembre, una messa in suffragio di mons. John Han Dingxiang, vescovo di Yongnian morto “in maniera misteriosa” e cremato subito dopo il trapasso. Una morte che aveva suscitato sdegno in molte personalità del mondo cattolico. Anche l'Osservatore Romano aveva espresso "rincrescimento per la morte del presule e le circostanze relative alla sua sepoltura a cui non sono stati ammessi sacerdoti o fedeli cattolici". La funzione - riferisce l'agenzia Asianews - sarà celebrata da padre Jacob Kwok in una chiesa di Kowloon. Secondo padre Gianni Criveller, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere e grande conoscitore della Chiesa in Cina, “l’iniziativa è lodevole, perché sottolinea la vicinanza dei cattolici cinesi e l’universalità della Chiesa. Inoltre, è la prima volta che verrà celebrata qui una messa di questo tipo, in cui si ricorderà un defunto della Chiesa in Cina”. La Commissione Giustizia e Pace di Hong Kong ha anche lanciato un appello per il pieno rispetto della libertà religiosa prima delle Olimpiadi. I giochi olimpici – si legge in un articolo del settimanale diocesano Kung Kao Po – “dovrebbero essere un’occasione di apertura per la Cina, che deve iniziare a concedere piena libertà religiosa”. “E’ un diritto umano fondamentale – si legge ancora – e per questo deve essere concessa a tutti. In maniera particolare, siamo preoccupati per i vescovi anziani, malati, che dovrebbero poter ricevere le giuste cure”. Si chiede, infine, anche la liberazione di tutti i cattolici detenuti in Cina “senza giusta causa”. (A.L.)

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    Cile: sanzioni del governo alle farmacie che non vendono la pillola abortiva. La Chiesa: è un attentato contro la vita

    ◊   Il Ministero della Salute del Cile ha imposto una multa di 33 milioni di pesos a tre catene di farmacie che non hanno tra i loro prodotti la pillola abortiva. Fino ad ora - ricorda l'Agenzia Fides - i principali laboratori cileni si erano rifiutati di produrre la pillola e per questo veniva importata dall’estero; da cinque mesi, invece, il prodotto è disponibile nel Paese. Le farmacie che non lo mettono in commercio rischiano una multa raddoppiata e perfino la chiusura. Il vescovo ausiliare di Santiago, mons. Fernando Natalio Cromali, membro della Pontificia Accademia per la Vita, ha affermato in un articolo intitolato "l'intolleranza dei tolleranti"' che "il governo multa quelle farmacie che non vendono il prodotto perché, secondo l’esecutivo, violano il diritto che hanno le persone di accedere al prodotto”. Tuttavia – sottolinea il presule - utilizzando questa pillola “vengono violati altri diritti, ancora più fondamentali" come il diritto alla vita del neoconcepito, protetto dalla Costituzione; il diritto delle farmacie, in virtù dello stesso principio di autonomia, a non vendere un prodotto per le sue caratteristiche chiaramente dannose. E infine il diritto ad essere adeguatamente informati dell'effetto reale della pillola”. Inoltre, secondo mons. Cromali, "obbligare ad una collaborazione materiale e formale per la vendita di un prodotto che danneggia la salute è chiaramente un atto contrario alla ragione ed al diritto", pertanto "costituisce non solo un abuso di potere, ma anche un atto di intolleranza in nome della tolleranza". Davanti a questa situazione, numerosi gruppi Pro-vita si sono mobilitati affermando che non si può ammettere che ci si impegni a vendere un prodotto abortivo. L'organizzazione “Muévete Chile” (Muoviti Cile) ha lanciato una campagna per appoggiare le farmacie che si sono rifiutate di vendere la pillola e hanno convocato i cileni a manifestare il sostegno a queste catene. Anche la Rete di istituzioni per la Vita e la Famiglia ha emesso un comunicato sostenendo queste farmacie, affermando che "con questa persecuzione si attenta direttamente all'obiezione di coscienza dei professionisti cristiani". (A. L.)

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    Non ho potere, posso solo diffondere il Vangelo: così il cardinale Kasper, in visita in Terra Santa

    ◊   Il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, in visita in questi giorni in Terra Santa, ha presieduto ieri mattina la Messa Pontificale in occasione della solennità della Vergine Maria, Regina di Palestina, che si venera nel santuario di Deir Rafat, località a circa 30 chilometri da Gerusalemme. La Messa solenne è stata concelebrata anche dal Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, e dal Nunzio apostolico, Antonio Franco. La festa della Vergine, che è la Patrona principale della diocesi patriarcale latina di Gerusalemme, è un appuntamento annuale che convoca moltissimi fedeli da tutta la Terra Santa: cristiani di diversi riti, sia cattolici che ortodossi. Quest'anno erano presenti circa 3000 persone, provenienti soprattutto dalla Galilea. Nelle sua omelia il cardinale Kasper ha espresso ai fedeli la vicinanza e l’affetto del Santo Padre, del quale ha portato la benedizione apostolica. “Il Papa – ha detto il cardinale Kasper – ama la Terra Santa e voi. Conosce le vostre difficoltà e dolori, e prega per la pace. Mi ha mandato qui non come politico, né come diplomatico, ma come vescovo, cioè come buon pastore. Non ho armi, né denaro, né potere, posso solo diffondere la parola del Vangelo, la buona notizia del Vangelo, una parola di amore, riconciliazione, mutuo rispetto e pace”. Alla celebrazione erano presenti anche una trentina di Cavalieri del S. Sepolcro, che proprio in questa occasione, in tutte le luogotenenze del mondo, celebrano solennemente la Vergine Maria, loro patrona. (A cura di Sara Fornari)

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    I vescovi australiani esortano i cittadini a votare per “far prevalere il bene comune” sugli interessi individuali

    ◊   I vescovi australiani in una dichiarazione incoraggiano i cattolici “a prendere seriamente le loro libertà democratiche a partecipare al processo politico”, in vista delle elezioni del Parlamento federale il prossimo 24 novembre. I vescovi - riferisce l'Agenzia Zenit - hanno richiamato l’attenzione degli aventi diritti su otto settori-chiave: vita, famiglia, popolazioni indigene, educazione, salute, ambiente, immigrazione e rifugiati, pace. “Il rispetto per la vita e la promozione della dignità della persona - scrivono - sono la base di ciò che è umano”. “In un momento in cui la vita familiare è oggetto di una pressione senza precedenti – aggiungono - le famiglie devono essere sostenute in ogni modo possibile”. I vescovi hanno poi affermato che le popolazioni indigene dovrebbero essere adeguatamente rappresentate nel processo di governo, “in modo che i primi popoli dell’Australia possano essere ascoltati”. Nel documento si sottolinea quindi che “non ci dovrebbero essere barriere all’educazione” a causa dell’impossibilità di finanziare progetti formativi. I presuli hanno anche fatto riferimento alla siccità che continua a flagellare l’Australia e hanno chiesto politiche governative per salvaguardare le riserve idriche. Sui temi dell’immigrazione, i vescovi affermano di credere che “tutti coloro che chiedono asilo, indipendentemente dal modo in cui arrivano in Australia”, dovrebbero vedere le loro richieste accolte, in base alle convenzioni internazionali. Nel documento, si invoca infine la pace mondiale, poiché “non rientra nei piani di Dio opporsi alla violenza con maggiore violenza”. (A.L.)

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    Dal 12 al 15 novembre a Baltimora la plenaria dei vescovi statunitensi

    ◊   Si terrà dal 12 al 15 novembre a Baltimora la prossima plenaria autunnale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Ricca l’agenda dei lavori che comprende l’approvazione di importanti documenti e direttive pastorali, oltre all’elezione del nuovo presidente della Conferenza episcopale e all’approvazione bilancio di previsione 2008, che quest’anno ammonta a circa 147,7 milioni di dollari. In primo piano figura l’approvazione della Dichiarazione sulla responsabilità politica, l’ormai tradizionale documento pastorale pubblicato dai vescovi americani un anno prima delle elezioni presidenziali. Alla stesura del testo, di solito affidata alla Commissione permanente, hanno partecipato questa volta sette Commissioni episcopali. Il documento, in sostanza, rileva come nell’attuale clima di sfiducia e spaesamento dell’elettorato americano, i cattolici siano chiamati a lasciarsi “guidare dalle proprie convinzioni morali”, piuttosto che “dall’attaccamento a un partito politico o gruppo di interesse”: “Quando necessario – si legge nel documento - la nostra partecipazione dovrebbe aiutare a trasformare il partito a cui apparteniamo; non dovremmo permettere che sia il partito a trasformare noi al punto da farci trascurare o rinnegare verità morali fondamentali”. La sessione dovrà inoltre votare due importanti documenti catechetici preparati dalla Commissione episcopale per il catechismo. Ai presuli sarà sottoposto un nuovo programma delle materie che dovranno essere trattate durante l’ora di religione nelle scuole superiori cattoliche e nei corsi di catechismo; saranno anche indicate alcune linee guida per l’educazione dei giovani ad una sessualità responsabile e autenticamente cristiana. Sempre a proposito di sessualità, la Commissione episcopale per le attività pro-vita chiederà ai vescovi l’autorizzazione a pubblicare un documento pastorale sulle nuove tecnologie riproduttive “per rispondere alla confusione di molti fedeli sugli insegnamenti della Chiesa su questa delicata materia”. I vescovi dovranno poi esaminare tre documenti sulla liturgia. Tra questi, il nuovo direttorio per la musica liturgica, preparato in linea con quanto richiesto a tutti gli episcopati nell’Istruzione vaticana “Liturgiam Authenticam”. Tra gli altri argomenti all’attenzione dei vescovi statunitensi figura infine la partecipazione alla prossima Giornata della Gioventù di Sydney del 2008. (L. Z.)

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    Nella comunità ecumenica di Taizé, in Francia, previsti 7 mila giovani per la festa di Ognissanti

    ◊   Almeno 7 mila giovani sono attesi per la festa di Ognissanti, nella comunità ecumenica internazionale di Taizé. I francesi, provenienti da tutto il Paese, dovrebbero essere più di 5 mila. Il gruppo più numeroso con 1.100 iscritti, è quello di Lille, accompagnato dal vescovo ausiliare mons. Pascal Delannoy. La comunità di Taizè è formata da circa un centinaio di fratelli, cattolici e di varie origini protestanti, provenienti da più di venticinque nazioni. “Accogliere gli altri – dice all’Agenzia Sir padre Emile - è sempre stata una parte essenziale della vita a Taizé”. Sin dalla fine degli anni 50, molte migliaia di giovani da numerose nazioni hanno iniziato ad andare a Taizé per prendere parte agli incontri settimanali di preghiera e riflessione o per periodi più lunghi durante l’estate. “Anche in ottobre e per la festa di Ognissanti – aggiunge padre Emile - per molti giovani francesi venire a Taizé è ormai una tradizione. Quest’anno le iscrizioni hanno superato le quote degli altri anni”. La preghiera comune, tre volte al giorno, è al cuore della vita quotidiana a Taizé. Lo sarà anche – conferma padre Emile - durante questi giorni di festa: “la preghiera alterna momenti di silenzio, canto e meditazione. Il programma prevede anche momenti di approfondimento in cui si cercherà di aiutare i giovani a coniugare vita e fede”. (A. M.)

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    A 10 anni dalla messa al bando delle mine antipersona in Italia, ancora alta l'emergenza per l’uso massiccio di armi indiscriminate

    ◊   A dieci anni dell’entrata in vigore in Italia della legge 374 per la messa al bando delle mine antipersona è ancora emergenza per l’uso massiccio di armi indiscriminate. Il 98% dei morti provocati da tali ordigni sono vittime civili, in maggioranza bambini, e le centinaie di frammenti diffusi su ampie zone del territorio continuano a provocare morti, feriti e distruzione per oltre 50 anni. Il progetto di legge che, per rispondere all’emergenza umanitaria creata dall’uso delle “cluster bombs”, bombe a grappolo, ha chiesto l’inclusione nella legge 374 delle submunizioni, presentato alla Camera dei Deputati, è bloccato alla Commissione bilancio per la quantificazione degli oneri finanziari connessi alla legge in itinere. Ad oggi risulta che le necessarie informazioni per la quantificazione non sono pervenute nella forma dettagliata necessaria agli uffici preposti del ministero dell’economia e delle finanze bloccando così di fatto la legge in oggetto. La campagna italiana contro le mine continua la sua attività di supporto alla proposta di legge perché l’iter di discussione possa essere ripreso e portato a termine nel più breve tempo possibile. Ritenendo fondamentale che le submunizioni "cluster" vengano messe al bando nel minor tempo possibile, ha promosso una petizione popolare che ha raccolto ben 50 mila adesioni. Una recente risoluzione, approvata dal Parlamento europeo, e denominata “Verso un trattato internazionale per la messa al bando delle munizioni a grappolo”, incoraggia l’azione della società civile esattamente come avvenne per le mine antipersona. Ricordiamo che l’Italia è uno dei 32 produttori di “cluster bombs” e uno dei 57 detentori di stock. Un’occasione per riflettere potrà essere il prossimo 5 novembre, Giornata mondiale per l’azione sulle munizioni "cluster". Maggiori informazioni sul sito www.campagnamine.org. (A cura di Paolo Ondarza)

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    24 Ore nel Mondo



    Il premier israeliano Olmert fa sapere di avere un tumore ma in forma non grave e conferma che manterrà l'incarico - Una trentina di persone uccise in Iraq in due diversi attentati - Il petrolio supera i 93 dollani al barile

    ◊   Il premier israeliano Ehud Olmert intende continuare a svolgere il proprio incarico. E’ quanto ha affermato a Gerusalemme in conferenza stampa, ostentando grande serenità e spiegando che gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata, ancora in fase iniziale e che si sottoporrà fra alcuni mesi ad una operazione per rimuoverlo senza bisogno di radiazioni o di chemioterapia. Prima dell’annuncio, voci su una preoccupante condizione di salute avevano avuto ripercussioni anche in Borsa.

    - In Medio Oriente, intanto, un miliziano di Hamas, Muhammad Hamad, è stato ucciso a Beit Hanun, a nord di Gaza, dal fuoco di militari israeliani. In precedenza, nella Striscia di Gaza -a Khan Yunes e a Beit Hanun - erano stati uccisi due altri palestinesi. A Beit Hanun, inoltre, un ragazzo di 17 anni è stato ferito gravemente da un proiettile israeliano.

    - Trentadue persone sono state uccise in Iraq in due diversi attentati, e un poliziotto è morto a Falluja, a 50 km dalla capitale. Questi fatti di sangue seguono il fine settimana che ha visto negli Stati Uniti parecchie persone dimostrare in diverse città contro la guerra nel Paese del Golfo. Il nostro servizio:


    Ennesima mattinata di sangue: 28 poliziotti morti e almeno 20 persone, tra cui una donna e un bambino, feriti nell'attentato, compiuto da un kamikaze che si è introdotto in bicicletta nel Quartier generale della polizia di Baquba. Si tratta della capitale della provincia di Diyala, una provincia "calda" per la presenza di diverse etnie e religioni, nonché di diversi gruppi insurrezionisti. C’è stata poi l’esplosione, a 190 chilometri a nord di Baghdad, in cui hanno perso la vita almeno 4 persone e altre 11 sono rimaste ferite. Luogo dell’attentato, questa volta, un villaggio nella zona di Seiniya: l'ordigno era stato collocato accanto a un mulino che è stato pesantemente danneggiato come anche anche due case vicine. E parlando di Iraq bisogna dire che negli Stati Uniti oltre 100 mila persone sono scese in strada durante il weekend proprio per dimostrare contro la guerra in Iraq. Sotto lo slogan "Uniti per la pace e la giustizia" marce in circa 12 città americane, da New York a Los Angeles. A San Francisco 30 mila persone hanno sfilato sabato nel centro della città, gridando "Fuori dall'Iraq subito" e "Non vogliamo un'altra guerra all'Iran".

    - Petrolio, Economia, Interni: sono tre dei nove dicasteri che in Kuwait avranno un nuovo responsabile, in seguito al rimpasto di governo operato dal primo ministro, Nasser Al-Sabah. Il rimpasto complessivamente comprende quattro nuove entrate e cinque riaffidamenti di incarico e avviene a meno di 48 ore dalla ripresa dei lavori parlamentari prevista per domani. Dal febbraio 2006 ad oggi il Kuwait - in un continuo braccio di ferro con il parlamento dominato dall'opposizione, che chiede maggiore trasparenza ed efficienza all'esecutivo - ha già cambiato tre governi, ha operato due importanti rimpasti, mentre tre ministri hanno presentato le dimissioni dallo scorso marzo.

    - L'esercito turco ha circondato un centinaio di ribelli separatisti curdi del PKK in una zona montagnosa dell'estremo sud-est turco, vicino al confine con l'Iraq e l'Iran, tagliando le vie di fuga abitualmente usate dai guerriglieri per rientrare in Iraq dopo le loro incursioni in territorio turco. Lo riferisce l'agenzia turca Anadolu, secondo la quale la zona delle operazioni si trova nella sottoprefettura di Yuksekova. I ribelli curdi, non potendo rientrare in Iraq, si sono asserragliati in caverne e altri nascondigli sulle montagne di Ikiyaka, dove i soldati - scrive Anadolu - stanno cercando di stanarli. Nella provincia di Tunceli, nella Turchia centro-orientale, un soldato turco è morto nell'esplosione di una mina. Nella zona di Tunceli, sono i corso operazioni militari che coinvolgono 8.000 uomini.

    - Tre persone, tra cui un poliziotto e un bambino, sono rimasti uccisi in seguito ad un attacco suicida ad un convoglio della polizia nel sud dell'Afghanistan. Secondo quanto riferito dal capo della polizia locale, ci sono anche 5 feriti. L'attentato si è verificato a Lashkargah, capitale della provincia di Helmand, presso la stazione degli autobus. Intanto, la coalizione fa sapere che una trentina di talebani sono morti negli scontri scoppiati ieri sera nel sud dell'Afghanistan, dove le forze della NATO e dell'esercito afghano hanno lanciato un'operazione congiunta. Ci sono poi 25 feriti e 13 arrestati. Sabato scorso, nella provincia meridionale di Helmand, erano stati 80 i talebani uccisi dopo un'imboscata tesa ad una pattuglia mista di soldati afghani e della coalizione.

    - In Pakistan, tra cinquanta e sessanta militanti sono rimasti uccisi ieri in scontri con l'esercito nel nord ovest nella valle di Swat. Swat è una valle scenografica in una delle zone tribali al confine con l'Afghanistan e ha visto crescere l'attività di un militante Maulana Fazlullah, un religioso pro taleban, che ha dato vita ad una stazione radio illegale e che sollecita alla jihad.

    - In Iran, Abbas Araghchi, viceministro degli Esteri che negli scorsi mesi è stato responsabile dei colloqui con gli Stati Uniti in merito alla situazione in Iraq, è stato sostituito e inviato come ambasciatore in Giappone. Araghchi, fino ad oggi viceministro per gli Affari legali e internazionali, è considerato un moderato, sopravvissuto dall'era del presidente riformista, Khatami. Nei giorni scorsi, diversi altri cambiamenti sono stati annunciati nelle cariche del Ministero degli esteri. Tra l'altro, il vice ministro per gli affari americani ed europei, Jalili, considerato un fedelissimo del presidente Ahmadinejad, ha lasciato il dicastero per diventare segretario del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale e, in tale veste, capo negoziatore sul nucleare. Intanto, Olli Heinonen, vicedirettore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), è arrivato oggi a Teheran per nuovi colloqui volti a fare trasparenza sul programma nucleare iraniano. Da parte sua, il comandante delle forze navali dei Guardiani della rivoluzione (Pasdaran), Ali Fadavi, citato dall'agenzia Fars, fa sapere che l'Iran è pronto a ricorrere anche ad ''operazioni di martirio'', cioè azioni suicide nel Golfo e nello Stretto di Hormuz se attaccato dagli USA.

    - Il petrolio aumenta ancora fino a superare la soglia dei 93 dollari al barile sul mercato elettronico after hours di New York. Il greggio con consegna a dicembre è volato fino al nuovo massimo storico di 93,20 dollari al barile, dopo aver superato quota 93 dollari a Singapore. Anche il Brent, il greggio di riferimento europeo, è schizzato sui record raggiungendo al mercato di Londra i 90 dollari al barile. A far accelerare i prezzi, il parziale blocco dell'attività di produzione in Messico dovuto all'arrivo di una tempesta. Nel giro di un mese, le quotazioni del petrolio sul mercato di New York hanno totalizzato un incremento del 16%, complice anche l'inarrestabile discesa del dollaro che oggi ha segnato l'ennesimo minimo storico contro l'euro a 1,4438 dollari. Sui prezzi del petrolio gioca una serie di fattori che fa ritenere agli analisti ormai prossima la soglia dei 100 dollari al barile.

    - Il dissidente cinese, Bao Zunxin, che fu imprigionato per aver partecipato alle manifestazioni pro-democrazia del 1989 a piazza Tiananmen, è morto a Pechino. Lo scrive un quotidiano di Hong Kong. Bao, che aveva 70 anni, era un ricercatore all'Accademia cinese delle scienze quando il movimento degli studenti universitari diede il via a sei settimane di protesta che si conclusero con l'intervento militare nel quale persero la vita centinaia di persone. Bao fu accusato di aver ''incitato alla propaganda contro-rivoluzionaria'' e trascorse undici mesi in prigione. In seguito, ha scritto articoli in Cina e all'estero in favore della democrazia e lo scorso agosto è stato uno dei 37 intellettuali che hanno firmato una lettera aperta ai leader cinesi, invitandoli a mettere fine alla ''sistematica negazione'' dei diritti umani.

    - La Russia inviterà dai 300 ai 400 osservatori internazionali per monitorare le elezioni del 2 dicembre per il rinnovo della Duma, la Camera bassa del parlamento. Lo ha annunciato in una conferenza stampa all'agenzia Itar-Tass il presidente della comissione elettorale centrale, Vladimir Ciurov. Ciurov ha detto che gli inviti verranno spediti sin da domani, 30 ottobre, e che nella lista delle organizzazioni che li riceveranno ci sono l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, l'Assemblea parlamentare e l'organizzazione di monitoraggio elettorale dell'Osce, l'Assemblea interparlamentare dei Paesi della CSI (Comunità degli Stati indipendenti, l'organismo nato dalle ceneri dell'URSS), e rappresentanti del gruppi di Shanghai e del Consiglio nordico.

    - L'opposizione georgiana ha trovato unità dopo il caso Irakli Okruashvili, l'ex ministro della Difesa imprigionato e forse torturato dopo una esternazione televisiva durissima nei confronti del presidente Saakashvili: il 2 novembre, si terranno in tutte le principali città della repubblica caucasica cortei di protesta. Gli organizzatori intendono mobilitare almeno 100. mila persone e stanno girando la provincia per fare appello a una mobilitazione di massa. Saakashvili, il filo-occidentale protagonista della "rivoluzione delle rose" del 2003, ha perso d'altro canto molto del suo fascino presso gli elettori, per il perdurare della crisi economica e per il peggioramento seguito al duro braccio di ferro con la Russia, tutt'ora la maggiore fonte di risorse per la Repubblica ex sovietica.

    - L'Europa si prepara per il summit mondiale di Bali a dicembre: ha tenuto il primo incontro interparlamentare europeo sui cambiamenti climatici. Tra i principali temi, gli obiettivi internazionali vincolanti per ridurre le emissioni di Co2, le misure comunitarie e nazionali necessarie per fermare i cambiamenti climatici, una equa condivisione internazionale. In vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Bali in dicembre, il parlamento si propone di presentare una richiesta in seno alle Nazioni Unite per la fissazione di un obiettivo vincolante a livello internazionale per ridurre le emissioni di CO2. Gli Stati membri hanno già assunto un risoluto impegno per tagliare le emissioni dei gas ad effetto serra del 20% entro il 2012. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 302

     

     
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