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SOMMARIO del 26/10/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Create strutture efficaci di formazione cristiana contro i disvalori del consumismo e del permissivismo: l'invito di Benedetto XVI ai vescovi del Gabon in visita ad Limina
  • In udienza dal Papa, il primo ministro della Repubblica d'Islanda, Geir Haarde
  • Altre udienze
  • Benedetto XVI agli universitari delle Accademie ecclesiastiche: servono maestri e testimoni della fede "convenientemente preparati"
  • A Linz, in Austria, la Beatificazione di Franz Jaegerstaetter, martire che si oppose al nazismo in nome del Vangelo
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Appello dell’inviato ONU in Asia, Gambari, per favorire il dialogo nell’ex Birmania. La polizia, intanto, circonda nuovamente i monasteri dei monaci buddisti. Intervita con don Vito Del Prete
  • Una tavola rotonda sulla dimensione europea delle tematiche sociali ha chiuso il Forum della terza età GoldAge, ieri a Fiuggi
  • Da questa mattina, a Fiuggi, il XII Convegno di Comunione dei gruppi del Rinnovamento carismatico aderenti all’Iniziativa di Comunione
  • La pubblicazione del volume sul processo ai Templari è uno strumento storico, ma non continene scoop né intenzioni celebrative. Intervista con mons. Sergio Pagano
  • Il rapporto tra fede e ragione al centro del nuovo libro di mons. Fisichella, “Nel mondo da credenti”. Intervista con il rettore dell'Università Lateranense
  • Chiesa e Società

  • Nelle Filippine, Bibbia in lingua locale in occasione del primo Forum Biblico
  • L’Organizzazione sanitaria cattolica dell'India chiede interventi immediati per combattere l'AIDS nel Paese
  • Sventato traffico di bambini dal Ciad alla Francia: 9 arresti
  • In Mozambico, molte zone sono ancora infestate dalle mine anti-uomo
  • I cambiamenti climatici nel rapporto dell’Organismo dell'ONU per l'ambiente
  • Osman vincitore del premio Sacharov 2007, per l’impegno umanitario in Sudan
  • Settantesimo anniversario della fondazione dell'eparchia di rito bizantino
  • 24 Ore nel Mondo

  • Positivi, secondo la delegazione irachena, i colloqui ad Ankara con rappresentanti turchi per evitare un intervento militare turco nel nord Iraq
  • Il Papa e la Santa Sede



    Create strutture efficaci di formazione cristiana contro i disvalori del consumismo e del permissivismo: l'invito di Benedetto XVI ai vescovi del Gabon in visita ad Limina

    ◊   Formazione ad ogni livello, rivolta in particolare ai laici, per contrastare la scristianizzazione o comunque le difficoltà che incontra l’incultarazione del messaggio evangelico. E’ la priorità pastorale che Benedetto XVI ha individuato per la Chiesa del Gabon: il Papa ne ha parlato stamattina con i vescovi del Paese africano, ricevuti in udienza a conclusione della loro visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    La formazione cristiana deve essere “basata su principi chiari”. Anche Benedetto XVI è chiaro nel ribadire in cosa consista l’incisività dell’evangelizzazione. “Fra i compiti urgenti della Chiesa in Gabon - è stata l’indicazione del Papa ai presuli africani - occorre soprattutto sottolineare la trasmissione della fede e l'approfondimento del mistero cristiano”.

     
    “I gabonesi - ha affermato il Papa - si lasciano a volte attirare dalla società del consumo e del permissivismo, meno attenta ai più poveri del Paese. Li incoraggio a far crescere il loro senso fraterno e la loro solidarietà. Si constata anche un certo rilassamento nella vita dei cristiani, presi dalle seduzioni del mondo. Auspico che abbiano una sempre maggiore condotta esemplare per quanto riguarda i valori spirituali e morali”.

     
    Per ottenere questi risultati, ha proseguito nella sua disamina Benedetto XVI, occorre che le strutture di formazione siano organizzate in modo che siano “realmente efficaci”. “Non abbiate timore di preparare per questo compito sacerdoti e laici che ne hanno le capacità”, ha detto il Pontefice. In questo modo, ha assicurato, anche “le comunità ecclesiali saranno più vive ed i fedeli attingeranno nella liturgia, nella preghiera personale, familiare e comunitaria, forze per essere, in tutti i settori della vita sociale, testimoni delle buone notizie, artigiani della riconciliazione, della giustizia e della pace, di cui il nostro mondo ha più che ma bisogno”. Il Papa ha abbracciato tutte le realtà ecclesiali e gerarchiche della Chiesa gabonese. Ha ringraziato il clero e le famiglie religiose per la loro testimonianza, invitando i vescovi a sostenerli nel loro ministero. In particolare, Benedetto XVI ha invitato i presuli del Gabon ad essere “come padri” per i giovani del Paese:

     
    “Tutti i cristiani, ed in particolare i genitori, - ha continuato Benedetto XVI - si mobilitino per invitare i giovani ad aprire il loro cuore al Cristo e seguirlo. Il Signore vuole dare a ciascuno la grazia di una vita bella e buona, e la speranza che permette di trovare il senso vero dell'esistenza, attraverso i rischi della vita quotidiana. Auspico che i giovani non abbiano timore di essere anche i primi evangelizzatori dei lavoratori della loro età. È spesso grazie all'amicizia ed alla condivisione che quest'ultimi potranno scoprire la persona di Cristo e aderire a Lui”.

     
    Da questa attenzione ai giovani, ha asserito il Papa, si svilupperanno anche le vocazioni, ancora “poco numerose” secondo i vescovi gabonesi. E a coloro che sono già sacerdoti, Benedetto XVI ha rivolto questa esortazione: cercate prima di tutto “il bene della Chiesa e non i vantaggi personali”, conformando la vostra vita e la vostra missione “al gesto della lavanda dei piedi. Quest'amore vissuto in una prospettiva di servizio disinteressato - ha concluso - fa nascere una gioia profonda”.

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    In udienza dal Papa, il primo ministro della Repubblica d'Islanda, Geir Haarde

    ◊   Impegno comune a favore della pace, lotta contro la povertà e politica a sostegno della tutela dell'ambiente. Questi i punti cardine dell'udienza privata fra il Santo Padre e il primo ministro della Repubblica d’Islanda, Geir H. Haarde, avvenuta stamane nel Palazzo apostolico. Dopo il colloquio con il Papa, il premier islandese ha incontrato il cardinale segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l'arcivescovo Dominique Mamberti. Come informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede, i colloqui si sono svolti in un "clima di cordialità e mutuo rispetto". In essi, inoltre, è stato riconosciuto "il contributo che la Chiesa Cattolica offre alla società, specialmente in campo educativo e sociale".

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nella mattinata il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi, in India.

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    Benedetto XVI agli universitari delle Accademie ecclesiastiche: servono maestri e testimoni della fede "convenientemente preparati"

    ◊   Davanti agli universitari degli atenei ecclesiastici di Roma, il Papa afferma che “c’è bisogno di maestri nella fede e di araldi e testimoni del Vangelo convenientemente preparati”. Il Santo Padre ha salutato gli studenti arrivati ieri pomeriggio a San Pietro per la messa d’inizio anno accademico, e la cui omelia è stata tenuta dal cardinale Zenon Grocholewski. Sentiamo Alessandro Guarasci:


    Il coro sottolinea i momenti più solenni della messa. Sono migliaia gli studenti che sono arrivati a San Pietro per questa celebrazione che segna l’inizio dell’anno accademico. Nazionalità diverse che però trovano negli atenei ecclesiastici romani una sorgente di cultura per “approfondire – come ha detto il Papa – la conoscenza della Rivelazione cristiana e di ciò che con essa è collegato”. Benedetto XVI, riprendendo Giovanni Paolo II, ribadisce come serva “enucleare sistematicamente le verità in essa contenute, considerare alla loro luce i nuovi problemi che sorgono e presentarle agli uomini del proprio tempo nel modo adatto alle diverse culture”.
     
    “Un impegno, questo, quanto mai urgente nella nostra epoca postmoderna dove si avverte il bisogno di una nuova evangelizzazione che ha bisogno di maestri nella fede e di araldi e testimoni del Vangelo convenientemente preparati”.

     
    Studiare nelle università ecclesiastiche è una “singolare esperienza di comunione e di fraternità. Esperienza che, per essere fruttuosa, ha bisogno dell’apporto di tutti e di ciascuno”.

     
    “La possibilità di studiare a Roma, sede del successore di Pietro e quindi del ministero petrino, vi aiuta a rafforzare il senso di appartenenza alla Chiesa e l’impegno di fedeltà al Magistero universale del Papa”.

     
    Per il Pontefice, ''La missione evangelizzatrice propria della Chiesa domanda, in questo nostro tempo, non solo che si propaghi dappertutto il messaggio evangelico, ma che penetri in profondità nei modi di pensare, nei criteri di giudizio e nei comportamenti della gente”. Un concetto ribadito nella sua omelia dal cardinale Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica:

     
    “Nel nostro lavoro universitario preghiamo lo Spirito Santo di guidarci nella via della vera pace. Egli ci aiuta a discernere nelle nostre rispettive culture ciò che è portatore di semi di verità e condurre al loro compimento con la forza del Vangelo, ma anche di ciò che ha bisogno di essere purificato e convertito”.

     
    “La pace di Cristo - ha ribadito il cardinale - è fondamentalmente la comunione con Lui nell’Amore e nella Verità”.

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    A Linz, in Austria, la Beatificazione di Franz Jaegerstaetter, martire che si oppose al nazismo in nome del Vangelo

    ◊   Si è svolta stamani, presso la cattedrale dell'Immacolata di Linz, in Austria, la cerimonia di Beatificazione di Franz Jägerstätter, martire della fede che si oppose al partito di Hitler durante il Secondo conflitto mondiale. La celebrazione, che si svolge proprio nel giorno in cui viene ricordata la liberazione del Paese dal nazismo, è stata presieduta dal vescovo diocesano, Ludwig Schwarz, mentre a rappresentare il Santo Padre al rito è stato il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Francesca Fialdini:


    Un laico, sposato, padre di famiglia, morto a 36 anni per essersi opposto al nazismo. Franz Jägerstätter ha saputo dire no agli uomini per rimanere fedele agli insegnamenti del Vangelo, appresi con semplicità di cuore e di linguaggio nella sua breve vita di contadino spesa fra le valli dell’Alta Austria, dove nacque nel 1907. Fu in forza di tali principi, testimoniati nella vita quotidiana, che seppe dire no al Terzo Reich che lo chiamò alle armi nel 1943 durante la Seconda Guerra mondiale. Prima di allora, Franz aveva già rifiutato l'incarico di sindaco che gli era stato offerto nel 1938, dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nazista. A nulla valsero i tentativi di coloro che cercarono di convincerlo ad arruolarsi per non rischiare la vita, fra cui il suo parroco, Josef Karobath, che più tardi ammise: “Ci ha sempre sconfitti citando le Scritture”. Franz rimase forte delle proprie convinzioni, pregando e meditando anche in carcere. “Scrivo con le mani legate - si legge nel suo Testamento - ma preferisco questa condizione al sapere incatenata la mia volontà”. Ed è proprio questo indomito coraggio - come ha sottolineato nel messaggio il cardinale José Saraiva Martins, prefetto Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi - a rendere Franz Jägerstätter un esempio per i cristiani di oggi. In un tempo come il nostro, dove non mancano i condizionamenti e addirittura la manipolazione delle coscienze e delle intelligenze - ha scritto il porporato - il suo cammino è una sfida ed un incoraggiamento per vivere con coerenza ed impegno radicale la fede anche fino alle estreme conseguenze se necessario.

     
    Sulla figura del Beato Franz Jaegerstaetter, Giovanni Peduto ha intervistato il postulatore della Causa di Beatificazione, l'avv. Andrea Ambrosi:

    R. - Era un contadino che rappresentava da contadino un esempio rarissimo di persona, di laico che si opponeva tenacemente al regime hitleriano. Chiamato alle armi nel ’43 in pieno conflitto mondiale, dichiarò che come cristiano non poteva servire l’ideologia hitleriana e combattere una guerra ingiusta. Certamente tutti sapevano - i suoi amici e anche il suo parroco - a cosa sarebbe andato incontro con questa posizione. Però, il suo parroco, quando parlava con lui, usciva da questi colloqui, dicendo sempre che i ragionamenti che faceva Franz Jaegerstaetter, le citazioni delle Sacre Scritture che lui faceva per motivare questa sua posizione, lo lasciavano addirittura ammutolito. E di fatti, poi, come vera motivazione è stato detto fosse colpevole di renitenza alla leva militare, ma invece lui aveva rinunciato e rinunciava proprio per la sua professione di fede. Se questa era l’ottica che qualificava il martirio formale, il Servo di Dio teneva dietro ad una visione completamente opposta, per cui lui mai e poi mai avrebbe imbracciato un’arma per far del male a qualcuno.
     
    D. - Perché possiamo parlare di martirio nel caso di Franz?

     R. - Da tutto l’insieme, Franz Jaegerstaetter appare come un Servo di Dio che non si è alienato dalla vita, ma che si prendeva cura delle normali occupazioni quotidiane. Lui cercava con onestà e serietà di mettere ordine nella sua vita e di viverla in un certo modo, secondo il dettame evangelico. La sua più grande aspirazione era quella di testimoniare la sua esclusiva appartenenza a Dio, essendo capace per questa sua indefettibile fedeltà di dare la propria vita. Quindi, è stata coerente a tutta la sua vita, a tutto il suo sentire, a tutto il suo vivere, l’accettazione nel momento culminante, quando gli è stato chiesto di dare la propria vita e lui l’ha data molto volentieri.
     
    D. - Cosa insegna a noi oggi l’esempio del nuovo Beato?

     R. - Egli è stato capace di sacrificare sull’altare dell’amore a Dio i suoi tenerissimi affetti terreni. Franz Jaegerstaetter suscita tanto, tanto interesse fra svariate cause di martirio dei nazionalsocialisti proprio perché era un laico, un padre di famiglia, veramente imbevuto di fede, che capiva che il regime nazionalsocialista avrebbe portato alla distruzione, specialmente dell’idea di Cristo, della fede. Per questo lui, pur amando molto la moglie, pur amando molto le sue figlie, ha lasciato tutto e con la sua coerenza oggi ci dà una grande, grande testimonianza.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Prima pagina - Il commiato del Direttore Mario Agnes che oggi lascia l'incarico. Il titolo dell'articolo è "Un tratto di strada".

    Servizio vaticano - Il discorso del Papa ai Presuli della Conferenza Episcopale del Gabon. Nell'occasione il Santo Padre ha auspicato una condotta esemplare in ciò che concerne i valori spirituali e morali in considerazione di un certo rilassamento nella vita dei cristiani.

    Servizio estero - Nucleare: gli Stati Uniti annunciano sanzioni unilaterali contro l'Iran.

    Servizio culturale - Un ricordo dello storico Pietro Scoppola scritto da Andrea Riccardi. Il titolo dell'articolo è "Era convinto che esistesse una storia spirituale dell'Italia".

    Servizio italiano - In rilievo il tema della finanziaria.

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    Oggi in Primo Piano



    Appello dell’inviato ONU in Asia, Gambari, per favorire il dialogo nell’ex Birmania. La polizia, intanto, circonda nuovamente i monasteri dei monaci buddisti. Intervita con don Vito Del Prete

    ◊   Un appello alla giunta militare birmana perché intensifichi il dialogo con la leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi. Lo ha lanciato stamani a Tokyo, dove si trova in visita ufficiale, l'inviato speciale dell'ONU per la Birmania, Ibrahim Gambari, durante un incontro col premier giapponese Yasuo Fukuda. Ieri, mentre Gambari era in Cina - Paese alleato della giunta al potere a Rangoon - Aung San Suu Kyi era stata ricevuta da un rappresentante del regime di Rangoon. Oggi, intanto, la polizia birmana ha circondato nuovamente i monasteri buddisti del Paese per impedire che i monaci possano inscenare altre manifestazioni contro la giunta militare, come avvenne nelle scorse settimane, mentre l'agenzia AsiaNews, del Pontificio Istituto Missioni Estere, ha diffuso oggi le crude foto di un monaco assassinato nell’ultimo periodo. Qual è dunque la situazione nel Paese asiatico? Giada Aquilino lo ha chiesto a don Vito Del Prete, missionario che più volte ha operato in Birmania e che ha insegnato Teologia al Seminario di Rangoon:


    R. - Si è abbastanza indurita come situazione. Le autorità negli ultimi tempi, almeno fino ad un anno fa, avevano mostrato una maggiore apertura, anche con le industrie e le multinazionali arrivate a Rangoon: si supponeva che ci fosse una specie di liberalizzazione, pure da parte della giunta. Invece, così non è stato.

     
    D. - Nelle ultime ore, la polizia birmana ha nuovamente circondato i monasteri del Paese per impedire che i monaci possano manifestare ancora. Ma si hanno notizie dei manifestanti che hanno partecipato alle dimostrazioni delle scorse settimane?

     
    D. - Le notizie difficilmente riescono a trapelare. Non si riesce ad avere contatti con nessuno in Birmania, perché è bloccato tutto. Si pensa che anche nei monasteri stessi ci siano delle persone che ancora vengono arrestate o addirittura eliminate, pure se il governo in questo periodo sta dando ancora maggiori offerte ai monasteri.

     
    D. - Mentre l’inviato dell’ONU, Gambari, era in Cina, si è saputo che la leader dell’opposizione, Aung Sang Suu Kyi, è stata ricevuta da un rappresentante del regime. Cosa può significare?

     
    R. - Aung Sang Suu Kyi ha tentato, per l’ennesima volta, di avere un dialogo con i rappresentanti del governo. Tutto però lascia pensare che le autorità abbiano voluto questo incontro solamente perché pressate dalla situazione internazionale.

     
    D. - In che condizioni vive la popolazione civile?

     
    R. - Ci sono dei drammi che il mondo occidentale non conosce. Io sono stato anche a nord, nella zona della guerriglia. I militari, specialmente nei riguardi delle minoranze etniche, non hanno nessuna pietà: vanno e bruciano tutti i villaggi. Si calcola che almeno un villaggio al giorno venga dato alle fiamme. Bruciano anche i raccolti e la gente è costretta ad andare via, a scappare, a sgomberare tutto. Gente che vive in esilio nel suo stesso Paese. Ho sentito dire che queste persone vivrebbero con un dollaro al giorno. Non è così. La gente, in Birmania, oggi vive forse con cinque dollari al mese. La maggior parte delle persone è povera, è ridotta male, anche a causa di malattie. Ma è un Paese ricchissimo, la gente è capacissima, però purtroppo vive sotto questo regime.

     
    D. - Le ultime proteste di piazza sono state represse con la forza, come quelle di fine anni Ottanta. Cosa rimane alla gente di queste lotte per la democrazia?

     
    R. - Temo che la gente ritornerà a non dormire più, cioè ad avere paura, ad avere angoscia dell’esistenza.

     
    D. - Ma ci possono essere speranze per la Birmania?

     
    R. - Le speranze potrebbero nascere se si mobilitassero i Paesi del mercato del sudest asiatico. Purtroppo nessuno si muove. Sono affari interni.

     
    D. - E l’impegno del resto della comunità internazionale?

     
    R. - La comunità internazionale questa volta ha fatto sentire la propria voce, col presidente Bush. Ma ricordiamo che il New Light of Myanmar, il giornale di Stato in lingua inglese, su otto pagine, ne ha sei dedicate alla Cina: è quasi una provincia cinese. E Pechino ha detto no a qualsiasi sanzione, lo stesso la Russia. Insomma: o c’è una vera volontà politica da parte di tutta la comunità internazionale, oppure non si raggiungerà alcun obiettivo.

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    Una tavola rotonda sulla dimensione europea delle tematiche sociali ha chiuso il Forum della terza età GoldAge, ieri a Fiuggi

    ◊   Con una tavola rotonda sulla dimensione europea delle tematiche legate alla terza età, si è conclusa ieri a Fiuggi la decima edizione del Forum organizzato dall’Associazione “50 e più Fenacom”, per parlare di anziani e del loro ruolo nella società. Il servizio di Fausta Speranza:


    Diritti da rivendicare ma soprattutto proposte da fare. Questo il segno distintivo di tutto il Forum e anche del dibattito alla presenza del direttore della Rappresentanza della Commissione europea a Roma, PierVirgilio Dastoli: come poter influire sulle politiche sociali, in una società che sta ripensando i sistemi pensionistici e che non riesce a dar lavoro ai giovani. La formula proposta è: far partire dal basso, dalle cittadinanze, un contributo di idee che deve trovare nella dimensione sovranazionale la sua forza. Con le due ultime pubblicazioni presentate ieri, si è voluto ripercorrere, a 50 anni dai Trattati di Roma, il cammino di integrazione compiuto, con testimonianze toccanti di chi ha vissuto il dramma della guerra da cui è sorto il sogno europeo, e presentare linee guida anche pratiche perché i cittadini siano sempre più protagonisti e vicini alle istituzioni. Una tavola rotonda con rappresentanti da vari Paesi europei, ma anche con un ospite di oltreoceano, per un confronto davvero allargato. Ladan Mantenghi, dell’American Association of Retired Persons:

     
    R. - The thing that I heard most clearly out of this form is the passion...
    Quello che ho rilevato da questi incontri è il grande desiderio, da parte degli anziani, degli italiani in particolare, di avere maggiore voce in capitolo, di essere più forti e di avere un ruolo più decisivo per quanto riguarda la tutela delle necessità non solo degli ultracinquantenni, ma anche delle loro famiglie. Abbiamo ascoltato molte relazioni su come le generazioni più “grandi” si prendono cura delle generazioni più giovani. Noi americani abbiamo da imparare da questo senso di solidarietà forte in Europa. Dobbiamo tutti fare in modo di non avere divisori tra le generazioni, ma di mantenere le questioni sociali come qualcosa che riguarda ogni generazione.

     
    Resta da sottolineare il coraggioso slogan del Forum: “Noi, cercatori di bellezza ed armonia”. Gabriele Sampaolo, segretario generale di “50 e più Fenacom”:

     
    R. - La questione è che cos’è la bellezza, cioè cos’è davvero che vada la pena di vivere pienamente e di cercare nel corso della vita. Questa è la chiave interpretativa con cui abbiamo cercato di ragionare, scardidando un sistema di valori oggi così prorompente, ma molto superficiale, e proponendo ai nostri anziani di dire loro cosa vada rimesso al centro. Rimettere al centro determinati valori è forse l’unico modo per uscire da una situazione molto critica, in cui tra crisi della politica e antipolitica non si riesce più neanche a discutere nel nostro Paese, non dico a costruire, perché è un’operazione ancora più complessa. In una società frammentata, il primo che paga è l’anziano o il giovane, comunque colui che sta in una posizione marginale rispetto ai criteri produttivistici. Allora, la risposta degli anziani rispetto alla domanda sul cosa rimettere al centro è questa: guadagnare una prospettiva comune, superare la logica egoistica dell’io e cercare il bene comune.

     
    Uno slogan che si è fatto riflessione, in questi giorni, anche con il contributo del filosofo Giuseppe Benelli:

     
    R. - Oggi, si subordina la bellezza a ciò che piace. Ciò che piace è immediato, è istintivo, ma non ti dà la bellezza. La bellezza è frutto di educazione. Per giudicare un bel quadro, bisogna avere un’educazione alla bellezza pittorica. Per giudicare un bel verso, bisogna avere una capacità di lettura. Lo stesso poi per una bella musica. La bella musica richiede una formazione musicale. Se io porto una persona che non ha mai ascoltato musica classica, si annoia e non entra nella musica di Beethoven. Allora cos’è questa bellezza? E’ il frutto di un’educazione. La bellezza deve rivendicare il senso forte e l’umiltà dello studio, perchè se noi continuiamo a pensare che la bellezza sia qualcosa di immediato e non di mediato, usciamo dalla dimensione della bellezza. Non a caso, tornando indietro nei tempi fino Platone, troviamo la bellezza al vertice dell’idea e del mondo dell’idea: bello e bene erano una conquista. E l’eros, l’amore, era lo strumento per poter salire alla bellezza e alla bontà.

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    Da questa mattina, a Fiuggi, il XII Convegno di Comunione dei gruppi del Rinnovamento carismatico aderenti all’Iniziativa di Comunione

    ◊   Fedeltà al magistero e ricerca della comunione con gli altri gruppi ecclesiali. E' il doppio invito contenuto in un Messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rivolto da Benedetto XVI a i partecipanti al XII Convegno dei Gruppi italiani del Rinnovamento carismatico cattolico, inaugurato stamattina a Fiuggi con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa. I Gruppi italiani del Rinnovamento carismatico cattolico, aderenti all’Iniziativa di Comunione, costituiscono una delle principali branche del movimento carismatico in Italia, assieme al Rinnovamento nello Spirito. Lo scopo fondamentale dell’Iniziativa di Comunione, che abbraccia attualmente un 50 gruppi del rinnovamento in tutta Italia con cinquemila aderenti, è promuovere la comunione tra tutte le espressioni appartenenti a questa “corrente spirituale” suscitata dallo Spirito Santo. Al Convegno di Fiuggi sono presenti più di mille persone da tutta Italia, di ogni età e condizione sociale, tra responsabili e rappresentanti dei gruppi, per approfondire quest’anno il tema "Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". A mons. Lorenzo Loppa, che all’omelia si è soffermato a illustrare il ruolo dello Spirito Santo nella vita del cristiano a partire dal Battesimo, Giovanni Peduto ha chiesto quale posto occupa nella Chiesa italiana il Movimento carismatico …


    R. - Il Movimento carismatico appartiene alla grande corrente carismatica che attraversa tutta la storia della Chiesa, quella che Giovanni Paolo II definiva “la grande primavera della Chiesa”. E’ uno degli elementi di questo grande arcobaleno che - diciamo così - arricchisce la nostra vita, la vita delle Chiese che sono in Italia e fuori; e sicuramente è un grande dono dello Spirito, è un grande dono di Dio alla Chiesa, insieme a tante altre aggregazioni laicali. L’importante è che queste aggregazioni conservino il loro ruolo ecclesiale, soprattutto la loro funzione di essere lievito all’interno della Comunità. Diciamo che il Concilio ha disegnato una Chiesa in chiave di partecipazione e di comunione e la corrente carismatica, in modo particolare il Rinnovamento carismatico, gli aderenti all’iniziativa di Comunione, hanno questo ruolo: sicuramente sono un bene per la Chiesa, per tutti noi, per la loro capacità di formare le persone, per il loro senso della Chiesa, anche per il loro orientarsi ad un discorso di adulti, per la loro grande coscienza di vita, per la piena assunzione dell’ecclesiologia di comunione del Vaticano II, e per il fatto che esigono continuamente la conversione. Io direi: ringraziamo il Signore per questo arcobaleno di presenze, in modo particolare per la presenza del Rinnovamento carismatico. A condizione che siano veramente Chiesa, come tutti, e non si sentano “la” Chiesa.

     
    D. - Eccellenza, sono diversi anni che Lei introduce, con la Santa Messa, i lavori del Convegno annuale dei carismatici italiani che si riconoscono nell’Iniziativa di Comunione: quale impressione le suscita questa esperienza, il trovarsi cioè circondato da tante persone che vivono la propria fede con visibile entusiasmo?

     
    R. - Indubbiamente, una buona impressione. L’entusiasmo è fondamentale: è un carburante eccezionale per qualsiasi tipo di partenza e per qualsiasi tipo di realizzazione, anche se poi il Signore Gesù ci fa capire nel Vangelo che l’entusiasmo non basta. L’entusiasmo è ottimo, non buono: ottimo. Però, dev’essere corredato da una sostanza di adesione e da un discorso di impegno, non limitando quindi la nostra adesione al Signore a manifestazioni puramente esteriori, e tenendo conto che la via per arrivare a Dio è sempre il prossimo.

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    La pubblicazione del volume sul processo ai Templari è uno strumento storico, ma non continene scoop né intenzioni celebrative. Intervista con mons. Sergio Pagano

    ◊   ''Nelle intenzioni dell'Archivio Segreto Vaticano non c'è nessuna volontà celebrativa, o riabilitativa dell'Ordine dei Templari”. Così mons. Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, ha presentato ieri in Vaticano la pubblicazione di "Processus contra Templarios", la nuova edizione degli atti dell'inchiesta pontificia di Poitiers del 1308 sui Cavalieri del Tempio. Uno strumento dalla prestigiosa veste editoriale che aiuta ad approfondire le vicende storiche dell'Ordine, per secoli al centro di leggende storiche, misteri, interpretazioni di stampo esoterico. Il volume, ha precisato mons. Pagano, "non contiene scoop o nuove scoperte”. Ascoltiamolo nell’intervista di Paolo Ondarza:


    R. - Non si può proprio parlare di scoperta, perché i testi che noi pubblichiamo erano già noti a tutti, solo che la cosiddetta “Pergamena di Chinon” non era stata pubblicata integralmente. E’ un’edizione accurata, più sicura delle precedenti, di tutti i testi relativi al processo ai Templari.

     
    D. - Il fatto che erroneamente sia definita dai media una "scoperta" dice molto su quanto mistero sia stato creato attorno ai Templari...

     
    R. - Quello che lei dice è perfettamente vero. Basta il nome “templare” perchè esso sia associato a gialli, sparizioni, ritrovamenti, misteri, assoluzioni e condanne. In realtà, bisogna stare alla storia e da quello che risulta dai nostri documenti, tenendo conto che molti altri sono andati perduti, perchè il Papa nella bolla “Vox in excelso”, con cui sopprime l’Ordine e devolve i beni, dice di avere svolto un interrogatorio di 72 testi. Tuttavia, dal contesto generale si sa quello che già sapevamo prima, non c’è nulla di nuovo. Quest’Ordine non era macchiato da misfatti, da nefandezze, ma il Papa dice che qualche capo aveva un atteggiamento deviato. Si trattava però di una, due, tre persone. C’è stata una forte ingerenza di Filippo il Bello nel processo, come già sapevamo. Non c’è nulla storicamente di nuovo. Abbiamo un testo più sicuro e un esemplare molto bello, costoso, accurato, artigianale, che è destinato ad un pubblico colto, facsimile molto fedele all’originale.

     
    D. - Potremmo dire un testo di valore per gli studiosi e gli appassionati ed anche un motivo in più per confermare una verità...

     
    R. - Sì, per confermarla. Non c’è nessuna assoluzione, né noi potevamo assolvere nessuno. La Santa Sede non entra affatto in questa questione. Rimaniamo soltanto nel campo rigorosamente storico.

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    Il rapporto tra fede e ragione al centro del nuovo libro di mons. Fisichella, “Nel mondo da credenti”. Intervista con il rettore dell'Università Lateranense

    ◊   “La vita dei cristiani nel mondo è sempre stata caratterizzata dalla paradossalità; porta con sé infatti lo scandalo della croce da cui nasce”: è uno dei passaggi del nuovo libro di mons. Rino Fisichella intitolato “Nel mondo da credenti” (edito da Mondadori). Un volume nel quale il rettore dell’Università Lateranense riflette sulle grandi sfide che i cristiani devono oggi affrontare nell’ “essere nel mondo, ma non del mondo”. Un tema, questo, che richiama immediatamente la Lettera a Diogneto, uno degli scritti più belli e antichi della letteratura cristiana. E proprio da questo documento, muove il ragionamento di mons. Fisichella, in questa intervista di Alessandro Gisotti:


    R. - Non dimentichiamo che, proprio in quella Lettera, l’insistenza più grande che l’autore pone è quella dello stile di vita. Infatti, continuando da quel testo si dice: “Il modo di vivere dei cristiani è, a detta di tutti, paradossale”. Ecco, io credo che la sfida più urgente nel mondo di oggi sia proprio questa: dare testimonianza di uno stile di vita che sia consequenziale alla scelta di fede, anzi, alla libera scelta di fede che ognuno di noi compie. Nel momento in cui entriamo a far parte della comunità cristiana, quindi a servizio della Chiesa, sappiamo anche che questa nostra fede, questo nostro atto o gesto di libertà dev’essere testimoniato.

     
    D. - Nel suo libro, lei sottolinea che i tempi in cui stiamo vivendo trovano un’analogia con la crisi vissuta nel quarto secolo. Si rinnova, dunque, la sfida tra cristianesimo e paganesimo?

     
    R. - Oggi, il paganesimo ha un duplice volto, a mio avviso. Il primo volto: la forma larvata di una grande indifferenza nei confronti della nostra fede, il mostrare non soltanto l’indifferenza di tanti credenti, che dicono di essere cristiani, ma poi di fatto non partecipano alla vita della comunità, non partecipano nel giorno del Signore alla Santa Eucaristia. A questo si coniuga il fatto che Dio probabilmente non è negato, ma Dio non è conosciuto. Si ha una profonda ignoranza di quello che è il contenuto della propria fede. Si dà tutto per ovvio. Quindi, quando si lascia nell’ovvietà, è inevitabile che poi si cada nell’indifferenza. E conseguenza dell’indifferenza, a lungo andare, è quella di un ateismo pratico.

     
    D. - Mons. Fisichella, uno dei capitoli del suo volume si intitola “Fede e ragione, la ricerca di unità”. Sappiamo quanto questo tema stia a cuore a Benedetto XVI. Su quale terreno è possibile questa riconciliazione?

     
    R. - La riconciliazione è fattibile nel momento in cui innanzitutto la fede e la ragione rimangono pienamente se stesse. Quindi, riconoscono non soltanto la propria autonomia - vale a dire i principi cui si richiamano l’uno e l’altro nel proprio agire - ma anche nel momento in cui riconoscono la propria autoctonia, cioè dove nascono l’una e l’altra. Quindi, in una parola, nel momento in cui fede e ragione rimangono pienamente se stesse, riconoscono la propria natura e riconoscono che ambedue sono in cammino per una verità sempre più grande, per il desiderio di verità che è nel cuore di ogni persona, inevitabilmente questa composizione, quest’armonia che, di fatto, è esistita in alcuni momenti della nostra storia, può essere recuperata anche oggi.

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    Chiesa e Società



    Nelle Filippine, Bibbia in lingua locale in occasione del primo Forum Biblico

    ◊   “La Bibbia nel 21.mo secolo nel contesto delle Filippine”: è il tema del primo Forum Biblico che si terrà il 19 e il 20 novembre, a Manila. Organizzato dalla Società Biblica delle Filippine, l’incontro ha molteplici scopi: verificare come è vissuto il rapporto con la Parola di Dio dai cattolici, come è percepita dai laici e come è vissuta nei giovani e nei ragazzi. Per l’occasione, la Società Biblica delle Filippine presenterà la nuova edizione interconfessionale della Sacra Bibbia in tagalog, lingua locale delle Filippine. L’opera, nel rispetto della fedeltà al testo originale, è una traduzione il più possibile aderente alla lingua corrente locale. L’obiettivo è di avvicinare la Parola di Dio ad un maggior numero di persone. Inoltre, grazie alla sovvenzione della Società, la Bibbia è venduta a un prezzo realmente basso: circa 150 pesos filippini (circa 3, 4 euro). Come riferisce l'agenzia Fides, le richieste della Bibbia in tagalog sono giunte soprattutto da sacerdoti e missionari che operano nelle isole più grandi come Mindanao e Luzon, a nord dell’arcipelago. (B.B.)

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    L’Organizzazione sanitaria cattolica dell'India chiede interventi immediati per combattere l'AIDS nel Paese

    ◊   L’Organizzazione sanitaria cattolica dell’India (CHAI) lancia l’allarme: un’epidemia di AIDS comincia a propagarsi nelle zone rurali del Paese. Padre Alex Vadakumthala, segretario della Commissione sanitaria della Conferenza episcopale dell’India, chiede interventi immediati per il monitoraggio della pandemia. L’allarme è stato lanciato durante la 64.ma Conferenza della CHAI tenutasi a Hyderabad, nell’Andhra Pradesh, lo Stato con il numero di sieropositivi più alto di tutta l’India. In tutto il Paese il CHAI possiede 21 centri sanitari di sostegno che forniscono cure a livello comunitario e domiciliare alle persone contagiate. Si tratta della più grande rete di istituti sanitari cattolici in India. L’Organizzazione distribuisce materiale ed offre lezioni di educazione sessuale e igiene nelle scuole, per aiutare insegnanti e studenti a prevenire le malattie sessualmente trasmissibili. Tra i prossimi obiettivi dell’organizzazione: formare consultori, infermieri e personale sanitario per la cura dei malati di HIV e pubblicare un elenco dei centri che forniscono servizi. Come riferisce l’agenzia Fides, il vescovo di Hyderabad, mons. Joji Marampudi, si è congratulato con l’organizzazione per le politiche adottate: sempre al passo con i tempi e a favore della tutela dei poveri e dei più bisognosi. (B.B.)

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    Sventato traffico di bambini dal Ciad alla Francia: 9 arresti

    ◊   Erano pronti a partire: dall’aeroporto di Abech, una cittadina orientale del Ciad, un volo speciale li avrebbe portati in Francia. Ma 9 operatori francesi di alcune Organizzazioni non Governative (ONG), con al seguito un centinaio di bimbi, sono stati arrestati dalla polizia locale. L’accusa: traffico di minori. Secondo le prime ricostruzioni, i bambini sarebbero stati prelevati dal Sudan e trasferiti in Ciad nell’ambito di un traffico di adozioni. Circa 300 famiglie, francesi e belghe, avrebbero versato dai 3 ai 6 mila euro per adottare ognuno di questi bambini: un’operazione del valore di circa un milione di euro. I piccoli, di età compresa tra uno e nove anni, ora si trovano in un centro sociale e sono protetti dalle autorità locali. Le ONG si difendono affermando che i bambini dovevano essere trasferiti per motivi di salute. Per sostenere questa tesi, ai bambini era stata fasciata la testa, le mani o i piedi. Medici locali, tuttavia, affermano di averli trovati tutti in buona salute. Annette Rehrl, portavoce dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati ha riferito che “i bambini sono spaventati e scioccati, ma stanno tutti bene”. Il ministero degli Esteri francese ha aperto un’inchiesta, per fare luce sulla vicenda. (B.B.)

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    In Mozambico, molte zone sono ancora infestate dalle mine anti-uomo

    ◊   In Mozambico, quasi un milione di persone vive in aree cosparse di mine anti-uomo: almeno 554 i siti minati, soprattutto nel sud del Paese. Sono i dati emersi dall’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale per lo sminamento. Immediata la richiesta di aiuto e di maggiori finanziamenti alla comunità internazionale, da parte del governo di Maputo. “Le mine anti-uormo restano un problema per l'intera popolazione del Paese, sono necessari sforzi maggiori”, ha detto Henrique Banze, vice-ministro degli Esteri e della cooperazione. Invece, come riferisce l’agenzia MISNA, nel corso degli anni i finanziamenti sono diminuiti notevolmente: dai circa 10 milioni di euro del 2005, ai circa 6 milioni del 2006. Così il programma di sminamento scade nel 2009 e rischia di restare incompleto. (B.B.)

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    I cambiamenti climatici nel rapporto dell’Organismo dell'ONU per l'ambiente

    ◊   Cambiamenti climatici, specie a rischio di estinzione in aumento e problemi di alimentazione di una popolazione in crescita: sono le problematiche emerse dal quarto rapporto Global Environment Outlook (GEO4), dell’Organismo dell'ONU per l’Ambiente (UNEP). “Negli ultimi venti anni la comunità internazionale non è stata immobile", ha detto Achim Steiner, direttore dell’UNEP. "Tuttavia - ha aggiunto - tutto è avvenuto molto lentamente e in misura non sufficiente rispetto alla scala delle questioni da affrontare”. Come riferisce l’agenzia MISNA, il rapporto indica alcuni punti deboli di ogni continente. In Africa, la popolazione aumenta costantemente ma la terra coltivabile diminuisce: la situazione è resa più acuta da disastri naturali e dalle guerre. In Asia l’aumento dei consumi segnala sia un miglioramento delle condizioni economiche, sia un’incidenza negativa sull’ambiente. In America Latina, il 39 per cento della popolazione vive al di sotto dell’indice di povertà e la foresta amazzonica sta lentamente scomparendo. L’Europa ha aumentato le emissioni nocive. L’America settentrionale consuma da sola il 24 per cento dell’energia globale: dal 1987, il consumo pro-capite di energia è cresciuto del 17 per cento. (B.B.)

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    Osman vincitore del premio Sacharov 2007, per l’impegno umanitario in Sudan

    ◊   Salih Mahmoud Osman è il vincitore del premio Sacharov 2007, il riconoscimento che il Parlamento Europeo consegna a coloro che si distinguono nella lotta contro l'ingiustizia e l'oppressione. Osman, avvocato dell’Organizzazione sudanese contro la tortura (SOAT), da molto tempo fornisce assistenza legale gratuita alle vittime della regione occidentale del Darfur. Ha pagato personalmente il prezzo della lotta contro l’ingiustizia: alcuni membri della sua famiglia sono stati torturati o uccisi. Egli stesso è stato detenuto in carcere per sette mesi, nel 2004, senza che fosse formulata contro di lui alcuna accusa. Come riferisce l’agenzia MISNA, la scelta di attribuire il premio ad Osman è stata presa all’unanimità dalla conferenza dei presidenti del Parlamento. Gli altri finalisti in lista erano la defunta giornalista russa, Anna Politkovskaya, e gli attivisti cinesi Hu Jia e Zeng Jinyan. La cerimonia di consegna si terrà l'11 dicembre a Strasburgo. Istituito nel 1988, il premio prende il nome dall’attivista per i diritti umani russo Andrei Sacharov. (B.B.)

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    Settantesimo anniversario della fondazione dell'eparchia di rito bizantino

    ◊   Nel giorno in cui si festeggia il patrono San Demetrio, Piana degli Albanesi ha celebrato questa mattina il 70.mo anniversario della fondazione dell'eparchia di rito bizantino. "Una piccola porzione di Chiesa orientale incastonata in un territorio occidentale  - ha detto l'archimandrita Antonino Paratore, protosincello dell'eparchia albanofona - che indica quanto i sommi pontefici hanno avuto sempre a cuore l'ecumenismo, l'apertura verso l'Oriente, il conoscersi e l'incontrarsi; in 70 anni  la nostra diocesi ha avuto questo ruolo di ponte". "Una Chiesa viva che è qui in Italia e che mantiene tutta la tradizione bizantina orientale nella loro vita, nella loro liturgia", ha detto l'arcivescovo Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, che ha presieduto la liturgia celebrata nella cattedrale di San Demetrio Megalomartire. "Con il vescovo di Piana degli Albanesi, mons. Sotìr Ferrara, abbiamo parlato - ha proseguito l'arcivescovo Sandri - la vita della Chiesa è forte, è intensa, si spera nella crescita delle vocazioni sacerdotali, delle persone consacrate cosicché l'Oriente lo troviamo qui in Italia". Sul ruolo dei giovani per il dialogo tra le religioni, il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha aggiunto: "La Sicilia è di fatto un'isola ponte tra l'Oriente e l'Occidente; per vivere e per poter godere la pace nel mondo è importantissimo  il dialogo, la conoscenza, il saper avere comprensione degli altri ed essere a nostra volta compresi, ma credo che per la gioventù di oggi la grande vocazione sia di essere persone di dialogo, solidarietà e amore". Emozionato durante la divina liturgia, mons. Sotìr Ferrara, da 18 anni alla guida dell'eparchia di Piana degli Albanesi. "E' una grande gioia festeggiare insieme a lei - ha detto l'eparca rivolgendosi all'arcivescovo Sandri - e la sua presenza sottolinea anche la presenza del Santo Padre: lei ci porta la sua benedizione e siamo lieti di questo. Da sei secoli il nostro popolo ha sempre venerato la figura del Santo Padre". "Il modo di essere cristiani orientali che hanno saputo ben sposare la presenza dell'altro rito occidentale, il rito latino, che parte della nostra popolazione segue, è testimoniato - ha aggiunto mons. Sotìr Ferrara - dall'unico presbiterio di entrambi i riti che oggi concelebra la divina liturgia". "Questo - ha concluso - lo dobbiamo alla lungimiranza di padre Giorgio Guzzetta, che è sepolto in questa cattedrale e del quale abbiamo iniziato il processo di canonizzazione". (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    24 Ore nel Mondo



    Positivi, secondo la delegazione irachena, i colloqui ad Ankara con rappresentanti turchi per evitare un intervento militare turco nel nord Iraq

    ◊   Al confine tra Turchia e Kurdistan iracheno prosegue l’invio di truppe e mezzi militari turchi, in vista di una eventuale, massiccia offensiva. Secondo l'esercito turco, sono almeno 64 i membri del Partito dei lavoratori curdi (PKK) uccisi nelle ultime settimane. Ad Ankara, intanto, si cerca di rendere ancora praticabile la strada della diplomazia per scongiurare un’offensiva su larga scala delle forze turche contro postazioni di guerriglieri curdi. Il nostro servizio:


    I colloqui per cercare di evitare un intervento militare turco in Iraq sono stati interrotti dopo circa 90 minuti. Poco prima dell’incontro, il ministro della Difesa iracheno aveva dichiarato che avrebbe presentato “proposte concrete” per risolvere la crisi. Al termine della riunione, fonti della delegazione irachena hanno riferito che le trattative riprenderanno. E soprattutto hanno rivelato che sono stati raggiunti risultati positivi. Ma al momento, non è chiaro se i colloqui odierni abbiano fatto registrare reali progressi anche secondo Ankara. Poco prima dell’incontro, fonti del governo turco avevano anche detto che sarebbe stata “l’ultima opportunità” a disposizione della diplomazia per impedire un’operazione militare nel Kurdistan iracheno. Secondo anticipazioni di stampa, la delegazione turca avrebbe chiesto al governo di Baghdad di eliminare, con l’appoggio di forze statunitensi, le basi del Partito dei lavoratori curdi dislocate nel nord Iraq. Da segnalare, poi, che la delegazione irachena comprende anche due alti rappresentanti del Partito Democratico del Kurdistan e dell’Unione patriottica del Kurdistan. La Turchia non ha riconosciuto, finora, questi partiti e si è sempre rifiutata di trattare con le autorità della regione del Kurdistan iracheno. Negli Stati Uniti intanto, il Congresso americano ha deciso di rinviare il voto sulla risoluzione che definisce con il termine di genocidio lo sterminio durante la Prima Guerra mondiale degli armeni da parte dei turco-ottomani. Secondo diversi osservatori, la decisione è frutto delle pressioni della Casa Bianca che teme di incrinare i rapporti con il governo di Ankara.

    - In Afghanistan, due soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF) della NATO sono rimasti uccisi in seguito ad un’imboscata tesa da insorti nella provincia di Kunar, nell'est del Paese. Lo ha reso noto l’ISAF, precisando che l’agguato è avvenuto ieri.

    - Supporto alle organizzazioni terroristiche, vendita di missili balistici e attività di proliferazione nucleare. Con queste accuse, gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di nuove sanzioni unilaterali contro l’Iran, indirizzate verso il ministero della Difesa, le Guardie della Rivoluzione (il corpo militare istituito dopo la rivoluzione islamica) e alcune banche statali.

    - Nuovo incontro oggi, a Gerusalemme, fra il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen. Si tratta di un’ulteriore tappa diplomatica per giungere alla formulazione di un documento congiunto che fissi i principi per i negoziati di pace, in vista del prossimo vertice statunitense. Sul terreno, intanto, quattro miliziani palestinesi sono morti durante scontri a fuoco con i soldati israeliani in seguito ad un raid aereo nella Striscia di Gaza.

    - E’ salito ad almeno 15 vittime il bilancio dei roghi che stanno devastando il sud della California. Nonostante due grossi incendi alla frontiera con il Messico non siano ancora sotto controllo, la situazione è globalmente migliorata, grazie a un calo dell’intensità dei venti. Ieri, nella zona, si è recato in visita il presidente degli Stati Uniti, George Bush. Sentiamo Giada Aquilino:


    Sono bastate tre ore e mezza al presidente Bush per rendersi conto esattamente della situazione nella California meridionale. Accompagnato dal governatore dello Stato, l’attore Schwarzenegger, il capo della Casa Bianca ha sorvolato alcune delle aree più colpite: dati ufficiali parlano di circa 1.400 case distrutte, 2 mila chilometri quadrati devastati dalle fiamme e sette le contee in stato d’emergenza. Bush, parlando a Escondido a disastrati e soccorritori, ha assicurato gli aiuti del governo federale, memore degli errori e dei ritardi all'epoca dell'urgano Katrina. Intanto, proseguono le indagini sull’origine degli incendi. Mentre si segue la pista dei piromani - è stata messa una taglia di 150 mila dollari per tentare di catturare i responsabili - i primi accertamenti hanno rivelato che la maggior parte dei roghi è stata provocata da venti caldi del deserto, elevate temperature e siccità. Un’inchiesta del Time ha infine accertato che, negli ultimi anni, oltre 8 milioni di case sono state costruite a meno di 50 km dalla foresta e il 50% delle abitazioni è sorto in aree considerate a rischio incendi.

    - Decine di persone sono state arrestate in Tibet, dopo gli scontri della scorsa settimana con le forze di sicurezza cinesi. Lo rivela il Tibet Information Network, un gruppo umanitario buddista che avrebbe raccolto testimonianze. Le violenze si sono verificate quando la polizia cinese ha tentato d'impedire le celebrazioni per il conferimento in USA della medaglia d'oro al Dalai Lama, leader buddista tibetano.

    - Resta tesa la situazione nella regione sudanese del Darfur, dopo l’attacco sferrato da un gruppo di ribelli contro una installazione petrolifera e conclusosi con il rapimento di due tecnici stranieri. Una fiammata di violenza che si abbatte sui preparativi per i negoziati di pace, previsti per sabato in Libia, sotto l’egida delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana. Il servizio di Giulio Albanese:


    “Alla vigilia delle trattative di pace per il Darfur, non è una semplice coincidenza la notizia del sequestro di due dipendenti della Greater Nile Petroleum Operating Company, il consorzio che comprende società straniere tra cui la potentissima China National Petroleum Corporation. A rivendicare il rapimento, compiuto nella regione sudanese del Kordofan, è stato un esponente di spicco della ribellione darfuriana, il quale ha spiegato di aver attaccato insieme ai suoi uomini il campo petrolifero di Defra, martedì scorso, e di aver inflitto pesanti perdite all’esercito sudanese. Il leader ribelle ha inoltre indicato che l’attacco è un chiaro messaggio per Pechino che deve smettere di sostenere e finanziare il regime sudanese. Intanto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel sanguinoso conflitto in Darfur di fermare le ostilità e partecipare alle consultazioni che si terranno domani a Sirte, in Libia. Un richiamo importante perché esprime la determinazione dei 15 che hanno approvato all’unanimità una dichiarazione non vincolante, in cui minacciano azioni contro qualunque parte ostacoli il processo di pace. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)

    - Attaccata nella notte una piattaforma petrolifera dell’AGIP nella regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria. “Alcuni uomini armati - si legge nel comunicato diffuso dall'ENI - a bordo di lance hanno assalito una nave rifornimento affiancata alla nave Fpso Mystras”. “Gli assalitori - rende poi noto l’azienda italiana - hanno quindi tentato senza successo di scalare le fiancate della Mystras. Non risultano al momento danni a persone”.

    - Accordo di pace in Ciad. Lo hanno firmato ieri a Sirte, in Libia, il presidente del Ciad, Idriss Deby, e i leader dei quattro principali gruppi ribelli, attivi nella parte orientale del Paese al confine con il Darfur. Alla cerimonia erano presenti il leader libico Gheddafi e il presidente sudanese, al-Beshir. L’accordo prevede un cessate-il-fuoco immediato e l'insediamento di un comitato che deciderà l'integrazione dei ribelli nelle istituzioni statali del Ciad.

    - In Italia, problemi per la tenuta del governo di Romano Prodi. Il Senato ha approvato, nella notte, il decreto fiscale, collegato alla legge Finanziaria, ma la maggioranza è stata battuta in ben 7 votazioni. In serata il premier, in una conferenza stampa in diretta televisiva, ha lanciato un ultimatum ai suoi alleati. “Esigo - ha detto il presidente del Consiglio - che tutte le forze politiche della maggioranza rispettino gli impegni presi di fronte ai cittadini”. La maggioranza divisa, ha aggiunto, “mette a rischio le riforme ed ora serve l'unione”.

    - Cristina Fernandez Kirchner, candidata del Fronte per la Vittoria, ha chiuso ieri la campagna elettorale per le prossime presidenziali in Argentina. Davanti a circa 30 mila persone, appartenenti a movimenti politici e sociali di ispirazione peronista, la Kirchner ha evocato la dignità del lavoro e la fine dell’impunità.

    - Continua l’ascesa vertiginosa del prezzo del petrolio, che sul mercato azionario di New York fa segnare il nuovo record di 91,40 dollari al barile. A pesare sulle quotazioni del greggio è l’inattesa diminuzione delle scorte statunitensi e la debolezza del dollaro. Pesano sul prezzo del petrolio anche le tensioni sul fronte internazionale, tra cui la preoccupazione per la possibile azione militare turca nel territorio iracheno e le sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iran, accusato di sostenere le organizzazioni terroristiche e di sviluppare piani nucleari non pacifici. Sono preoccupazioni che si ripercuotono anche sul mercato europeo: il Brent, il greggio estratto dal mare del Nord e scambiato sulla piazza di Londra, ha fatto registrare infatti un nuovo record assoluto a 89,30 dollari al barile. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco e Claudia Di Lorenzi)


      Da domenica 28 ottobre il Radiogiornale della sera in lingua italiana, andrà in onda alle ore 19.30 sulle onde medie di 585 e 1.530 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. La trasmissione andrà in replica alle ore 21.00 e 23.00.


      Nella notte tra sabato e domenica, esattamente alle 3.00 di domenica mattina, si torna all'ora solare dopo sette mesi di ora legale, ossia dal 25 marzo. Le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di 60 minuti.
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 299
     

     
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