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SOMMARIO del 20/10/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica Centroafricana, Bozizé. Appello del Papa alla comunità internazionale perché aiuti la nazione a combattere la povertà
  • Il Papa ha nominato il prof. Luis Ernesto Bautista membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
  • Domani la visita pastorale del Papa alla città di Napoli. Interviste con il cardinale arcivescovo, Crescenzio Sepe, e il sindaco, Rosa Russo Jervolino
  • Oggi e domani, tre nuovi Beati saranno proclamati in Brasile dal cardinale Saraiva Martins, a nome del Papa
  • Progressi e drammatiche sfide per l’Africa: intervento di mons. Migliore all’ONU sul partenariato per lo sviluppo dell’Africa

  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Polonia al voto anticipato, in 30 milioni per scegliere il nuovo parlamento. L'analisi di Jas Gawronski
  • Le questioni della bioetica al centro dell'odierna giornata di lavori della 45.ma Settimana sociale, in corso a Pistoia
  • La Fondazione "Russia Cristiana" celebra in un convegno a Roma i 50 anni di attività. Intervista con Giovanna Parravicini
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Scaduto l’ultimatum per i due sacerdoti siro-cattolici rapiti in Iraq
  • Pakistan. Condanna unanime della Chiesa e della società civile per l’attentato di giovedì contro l’ex premier, Bhutto
  • La Commissione degli episcopati europei saluta con favore l’approvazione del nuovo Trattato costituzionale europeo
  • Il cardinale Bertone a Varese: “Libertà religiosa cuore dei diritti”
  • In Terra Santa, la Grotta di Nazareth chiude per restauri fino al 25 marzo 2008
  • Chiusura di “al Mahed”, l'unica tv cristiana della Terra Santa
  • Grecia: profanato il cimitero cattolico di Creta. Il monito del vescovo Papamanólis
  • Numerose iniziative a Cuba per la Giornata missionaria mondiale di domani
  • L'arcivescovo Stella, nuovo presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, si congeda dal CELAM
  • Morto in un incidente stradale in Bangladesh padre Sandro Giacomelli, missionario del PIME tra i tribali Santal
  • A Bologna, convegno su “La ragione: una figlia cara alla Chiesa”
    L'arcivescovo Caffarra: la proposta cristiana, inscindibile dalla ragione
  • Il cardinale Rouco Varela sull’imminente Beatificazione di 176 martiri madrileni: “Un messaggio di riconciliazione”
  • Inaugurato l’anno accademico dell’Istituto patristico Augustinianum. Presente il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, l’arcivescovo Leonardo Sandri
  • Laici di don Orione: il cileno Miguel Esser nominato nuovo presidente del Movimento internazionale
  • Francis Ford Coppola protagonista dell’odierna giornata della Festa del Cinema di Roma
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovo attentato in Pakistan, dopo quello di Karachi contro il corteo di Benazir Bhutto, condannato dalla Chiesa locale cattolica - In Iran, lascia l’incarico il negioziatore per il nucleare, Ali Larijani, per divergenze con il presidente Ahmadinejad
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica Centroafricana, Bozizé. Appello del Papa alla comunità internazionale perché aiuti la nazione a combattere la povertà

    ◊   Dieci minuti di colloquio per fare il punto sull’attività nazionale e internazionale della Repubblica Centroafricana, per la quale il Papa ha invocato un sostegno dalla comunità internazionale nella lotta alla miseria. E’ quanto ha caratterizzato questa mattina l’udienza che Benedetto XVI ha concesso al presidente dello Stato africano, Francois Bozizé, che al termine dell’incontro con il Papa si è intrattenuto anche con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

    “Durante i colloqui - si legge nel comunicato della Sala Stampa Vaticana - sono stati passati in rassegna i temi della Repubblica Centroafricana, con particolare riguardo al processo di pace e al ruolo svolto dalla Chiesa negli ambiti del dialogo nazionale, della sanità e dell’istruzione. Non è mancato - prosegue la nota - un riferimento alla necessità di sostegno della comunità internazionale affinché il Paese possa superare la povertà e le altre difficoltà attualmente sperimentate”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Il Papa ha nominato il prof. Luis Ernesto Bautista membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e l'arcivescovo di Managua, Leopoldo José Brenes Solórzano.

    Il Papa ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali il 60.enne prof. Luis Ernesto Derbez Bautista, presidente del Centro di globalizzazione e democrazia all’Istituto tecnologico di Monterrey, di Città del Messico. Il prof. Derbez Bautista, laureato all’Università autonoma di San Luis Potosí e in possesso del PhD conseguito all’Università dell’Oregon e alla Iowa State University, ha iniziato la sua carriera come economista alla World Bank IBRD. Nel 2000, è stato nominato consigliere di Economia e coordinatore degli Affari economici del presidente del Messico. Nel 2003 è stato eletto segretario di Stato per gli Affari Esteri e, in questa carica, egli ha ispirato e promosso i due meeting organizzati in Messico in collaborazione con la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali su “Globalizzazione e Giustizia Internazionale” (2004) e “Migrazione Internazionale” (2006).

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    Domani la visita pastorale del Papa alla città di Napoli. Interviste con il cardinale arcivescovo, Crescenzio Sepe, e il sindaco, Rosa Russo Jervolino

    ◊   Domani, il Papa sarà a Napoli per una visita di poche ore ma dal forte significato pastorale. Un incoraggiamento per una città che vive momenti di estrema difficoltà sociale, e che diventerà luogo simbolo di condanna di ogni violenza anche per l’avvio, sempre domani, dell’annuale incontro di preghiera per la pace, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Saranno riuniti, in questa occasione, i leader delle religioni mondiali che, nel pomeriggio, incontreranno Benedetto XVI. Da Napoli, Francesca Sabatinelli:


    La sfida è importante: Napoli dovrà essere capace di trarre dalla presenza del Papa e dalle sue parole quel coraggio e quell’ottimismo che in molti qui dicono di aver perso. Disoccupazione, degrado, criminalità organizzata si accompagnano alla speranza e ad una fortissima voglia di riscatto. Una contraddizione evidente anche solo attraversando con lo sguardo questa città dai mille volti: dallo splendido golfo si passa al centro ripulito e addobbato per la visita del Santo Padre, ad accoglierlo sul suo percorso, orchidee, cartelli di benvenuto e in piazza del Plebiscito, dove sarà celebrata la Messa domattina, da un presepe creato per l’occasione, il più grande realizzato negli ultimi 60 anni: quasi 4 metri di altezza per dieci di lunghezza, in stile settecentesco, allestito nella basilica di San Francesco di Paola.

     
    Poi, a pochi chilometri, la periferia più abbandonata, dove si consumano le guerre di camorra, dove crescono le baby-gang e dove, in soli 500 metri, si contano otto piazze in cui si smercia droga: i quartieri dormitorio di Scampia-Miano, periferia nord, snodo importante per il traffico internazionale di stupefacenti. Su 100 reati 66 sono legati allo spaccio. Il supermercato della droga, così qui sono chiamate queste zone, meta dei ragazzi di Napoli e di tutta la regione. E dove la camorra, che ne infesta ogni angolo, sembra godere di una immorale impunità. Qui a lottare è la Chiesa. I parroci, isolato baluardo del bene, salvano i ragazzini dalla strada, al sangue e alla violenza oppongono il Vangelo, seguono le parole di Giovanni Paolo II che nel '90, proprio alla popolazione di Scampia, disse di non arrendersi mai al male, e oggi aspettano Benedetto XVI perché il suo richiamo, risvegli la coscienza di una città che può sembrare rassegnata.

     
    Ma Napoli certo non mancherà di mostrare anche quel romanticismo e quella passione che la rendono unica, la sua capacità di sapersi donare. La croce in ferro di 60 cm. realizzata da un artista del quartiere Sanità, spesso noto per fatti di cronaca nera, sarà il regalo per il Papa da parte delle istituzioni. Una marcia di 28 chilometri da Caserta a Napoli per poter essere presenti alla messa, il dono di tremila immigrati che chiedono l’aiuto del Pontefice per vedere rispettati i loro diritti. Una veglia di preghiera stasera quello di 12 mila giovani, fino a piccoli gesti più folkloristici come quello di San Gregorio Armeno, la famosa strada dei presepi, dove accanto alla statuina del Papa compaiono quella di un monaco buddista e un rabbino in compagnia di due imam. Un omaggio alla Napoli che nei secoli è stato un crocevia di popoli e culture e che vuole dimostrare che può esserlo ancora, ospitando il meeting per la pace Uomini e Religioni, organizzato da Sant’Egidio, a partire proprio da domenica, e i cui capi delle delegazioni partecipanti incontreranno il Santo Padre nel seminario arcivescovile di Capodimonte. "Per un mondo senza violenza", questo il titolo dell’incontro mondiale interreligioso di preghiera che proseguirà i suoi lavori fino a mercoledì 23. Motivo in più per questa città di ritrovare la sua storia e di poter sperare nel suo futuro. (Da Napoli, Francesca Sabatinelli, Radio Vaticana)

     
    L'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, ha ilustrato stamani, in conferenza stampa, il programma della visita di Benedetto XVI. E' stato anche reso noto il messaggio del porporato: "Napoli - si legge nel testo - è pronta a ricevere il Papa"; "Napoli - scrive il cardinale - è pronta finalmente a risorgere". "Il Santo Padre - afferma poi l'arcivescovo del capoluogo campano - viene nella nostra terra per confortarci nella fede, per sostenerci nell'esaltante e faticoso lavoro del Vangelo". Sulle attese della Chiesa e della cittadinanza di Napoli per questa visita del Pontefice, ascoltiamo il cardinale Crescenzio Sepe, al microfono di Francesca Sabatinelli:
     
    R. - Le attese sono grandi e a tutti i livelli. La Chiesa ha fatto una preparazione meravigliosa, soprattutto con la preghiera e con la riflessione sul nostro essere cristiani, sul nostro essere inseriti nella Chiesa. Si tratta di attese e di speranze che devono essere rinsaldate con l’insegnamento che il Papa ci darà. Il Santo Padre certamente ci spronerà, ci aiuterà a trasformare anche le nostre speranze in energia e ci aiuterà, soprattutto, a farci individuare un percorso originale al quale affidare il futuro delle nostre città e della nostra regione.
     
    D. - Quali sono le iniziative che l’arcidiocesi ha avviato in preparazione della giornata del 21 ottobre?

     
    R. - Già da diversi mesi, abbiamo iniziato un programma di preparazione nelle scuole: gli alunni si sono preparati approfondendo il senso della fede, il senso della Chiesa. Nelle parrocchie, poi, si tiene un’ora di adorazione settimanale. Tutto questo ha creato un clima di forte spiritualità.

     
    D. - Eminenza, come verranno coinvolti i giovani, ai quali lei spesso si è rivolto chiedendo di abbandonare la violenza?

     
    R. - I giovani rappresentano un po’ l’anima di tutta questa preparazione. Alla vigilia dell’arrivo del Santo Padre, circa 12 mila giovani si riuniranno in uno dei quartieri più difficili di Napoli, quello di Ponticelli, per una veglia di preghiera. Animeranno poi la cerimonia del giorno dopo, accogliendo il Santo Padre, lungo tutto il percorso. Potremmo dire che c’è una Chiesa giovane che accoglie il Santo Padre giovane per sentirsi spronata a realizzare i propri sogni e le proprie speranze.

     
    D. - La visita del Papa coincide con l’apertura del Meeting interreligioso organizzato da Sant’Egidio che, quest’anno, ha per tema “Per un mondo senza violenza”. Come questo importante appuntamento può dar fiato e speranza ad una Regione colpita dalla violenza, dalle difficoltà sociali, dalla disoccupazione, più volte da lei indicata come la “questione meridionale”?

     
    R. - La questione meridionale rappresenta un’emergenza che in realtà riguarda un’intera nazione. Si tratta di ipotizzare una nuova cultura politica, economica, sociale, che sappia però partire dall’identità propria del meridione e di tutte le realtà che costituiscono questo Meridione. E questo perché il Sud è ricco di tanti elementi straordinari: l’etica del lavoro, il valore della famiglia, dell’amicizia, della lealtà, l’accoglienza della diversità. Rappresentano tutte risorse umane che vanno coltivate per poter dare uno sviluppo che sia autonomo, ma anche basato sulla crescita morale e civile del nostro meridione. L’impegno che abbiamo preso insieme tutti noi vescovi del Sud e l’incoraggiamento che ci darà il Santo Padre rappresenteranno un motivo di forza e di incoraggiamento per andare avanti sulla strada che abbiamo intrapreso.

     
    Ad accogliere Benedetto XVI domani sarà una Napoli vera e una Napoli della pace, che cercherà di fare delle giornate di dialogo interreligioso organizzate da Sant’Egidio, un punto di ripartenza. Il sindaco del capoluogo partenopeo, Rosa Russo Jervolino, ha presentato così i due importanti avvenimenti che, dal 21 al 23 ottobre, porranno Napoli al centro dell’attenzione internazionale. Al Papa, ha spiegato il sindaco, verrà presentata una città della verità, con tutti i problemi, la speranza è che il Santo Padre dia a Napoli e ai suoi cittadini coraggio e senso di fiducia. Ascoltiamo il sindaco Jervolino al microfono di Francesca Sabatinelli:

     
    R. - Noi abbiamo bisogno di avere coraggio nella fede, perché viviamo momenti di rapidissimo cambiamento della situazione culturale e sociale della città. Quindi, la testimonianza del Vangelo - parlo ovviamente da cristiana in questo momento e non da sindaco – deve trovare delle strade nuove ed efficaci. Parlando invece da sindaco, abbiamo bisogno di avere coraggio civile, perché abbiamo una serie di problemi irrisolti, il più grave dei quali è quello della disoccupazione. C’è a Napoli un po’ l’atteggiamento di elencare i problemi, ma non di affrontarli e cercare di risolverli. Tutte quante le istituzioni devono avere la collaborazione di tutti e cioè il coraggio e l’azione coerente per fare in modo che la speranza diventi realtà e che, quindi, i giovani studino, che i lavoratori facciano nel modo migliore la loro professione. Bisogna fare in modo che le persone sappiano che Napoli è una città dove c’è un fenomeno malavitoso grave, ma marginale. La maggioranza della gente è gente per bene, che deve avere il coraggio di rimanere tale.

     
    D. - Quindi, signor sindaco, queste sono le ricchezze che Napoli offrirà al Papa?

     
    R. - Al Papa noi possiamo offrire molte cose e sul piano della fede certamente una fede popolare e radicata, di antica tradizione, che ha anche vissuto molto bene il messaggio del Concilio Vaticano II. Una fede che ha quindi saputo anche rinnovarsi. Possiamo poi offrire, credenti e non credenti, una umanità ed una cordialità enorme. E so di poter parlare a nome di tutti, perché questo senso di accoglienza, questa umanità, questo calore è di tutti i napoletani.

     
    D. - Sindaco Jervolino, la visita del Papa all’arcidiocesi di Napoli coincide e si inserisce anche nell’appuntamento organizzato annualmente da Sant’Egidio, l’incontro tra le religioni per promuovere la pace: Napoli diventa, quindi, una città simbolo per questo?

     
    R. - Napoli ha la situazione adatta per essere città-simbolo. Napoli ha sofferto tantissimo per la guerra, ha sofferto distruzione, miseria, bombardamenti a tappeto. E proprio da questa esperienza forte di dolore è nato nei napoletani un grande desiderio di pace. L’incontro di preghiera di Sant’Egidio trova, quindi, una popolazione che, avendo sofferto, aspira alla pace. Credo anche che, a chi pregherà, si uniranno anche coloro che non hanno il dono della fede e non pregano, ma che aspirano uguaolmente ad una convivenza tranquilla fra i popoli.

     

    Il programma della visita pastorale di Benedetto XVI a Napoli prevede domani, dopo la concelebrazione eucaristica in piazza del Plebiscito, l’incontro con i capi delle delegazioni che partecipano all’incontro internazionale per la pace nel seminario arcivescovile a Capodimonte. Ascoltiamo al microfono di Laure Stephan il rettore del Seminario Maggiore di Napoli, padre Antonio Serra:


    R. - E’ un evento eccezionale, perché chiaramente richiama quello del 27 ottobre dell’86: quando Giovanni Paolo II ad Assisi volle incontrare gli altri esponenti religiosi per pregare insieme per la pace. Questa è, quindi, una sorta di ripresa, è un rivivere quell’evento. Vissuto poi a Napoli è per noi una grande occasione sia per riflettere sulla tolleranza del dialogo interreligioso, sia per intensificare il cammino che va verso la pace, da parte di tutti. Ognuno di noi dovrebbe, infatti, adoperarsi per costruire una mentalità di pace. Per Napoli poi, che è una terra così martoriata da tante situazioni, anche tanto difficili da accettare, questo diventa un messaggio forte ed un invito profondo a cambiare mentalità o a cercare di non arrendersi ad una mentalità - chiaramente - segnata dalla violenza.

     
    D. - Abbiamo sentito tanti termini: invito al coraggio, alla speranza, come ha detto il sindaco Jervolino; il cardinale Sepe ha invece parlato di risurrezione…

     
    R. - Io credo che la presenza del Santo Padre abbia, effetti, diversi. Da un punto di vista spirituale, rappresenta certamente un incoraggiamento forte per chi è già in cammino nella fede e per chi vive e sente l’appartenenza alla Chiesa cattolica. Quindi, incontrando il Santo Padre ne è ulteriormente confermato. Ma anche per coloro che abitualmente non vivono una particolare vicinanza alla Chiesa cattolica, è anche una sorta di incoraggiamento ad una vita migliore. Il Papa è una presenza positiva, una presenza stimolante che fa riflettere sul bene comune, sul bene possibile di fronte anche a certe forme di pigrizia o di rassegnazione. Molti, purtroppo, vivono anche sotto il peso di tante contraddizioni sociali e culturali e questo ovviamente impoverisce poi nella vita. La presenza del Santo Padre, anche per chi è più lontano nella fede, può - a mio avviso - incoraggiare ad un atteggiamento più positivo rispetto alla vita: può far recuperare la speranza o la forza che diventa, poi, coraggio per affrontare le difficoltà laddove è possibile sciogliere le contraddizioni.
     
    La nostra emittente trasmetterà la radiocronaca diretta in italiano, tedesco e francese della Santa Messa e della recita dell’Angelus a partire dalle 9.50 fino alle 12.15 circa; dalle ore 13, la radiocronaca in lingua italiana sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz dell’incontro di Benedetto XVI con i capi delle delegazioni che partecipano all’Incontro internazionale per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.

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    Oggi e domani, tre nuovi Beati saranno proclamati in Brasile dal cardinale Saraiva Martins, a nome del Papa

    ◊   Tra oggi pomeriggio e domani, la Chiesa del Brasile festeggerà la presenza di tre nuovi Beati. Oggi sarà elevata agli onori degli altari Albertina Berkenbrock, una Maria Goretti latinoamericana, che a 12 anni, nel 1931, preferì la morte piuttosto che perdere la sua purezza. Domani, invece, saranno dichiarati Beati due martiri: un sacerdote, Manuel Gòmez Gonzàles, e un giovane laico che gli era vicino, Adilio Daronch. Entrambi le cerimonie saranno presiedute, a nome del Papa, dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Per un commento sul significato di queste Beatificazioni, Giovanni Peduto ha sentito il prefetto della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes, di origine brasiliana:
     
    R. - Prima di tutto, sono una benedizione di Dio per la Chiesa in Brasile e per tutta la gente brasiliana. E’ una gioia per tutti noi che lodiamo Dio per queste Beatificazioni. Ha un significato molto profondo per la Chiesa in Brasile, che vuole oggi, soprattutto, riprendere in forma più forte la nuova evangelizzazione, della quale ha parlato molto Giovanni Paolo II e che ha ripreso anche Papa Benedetto XVI, soprattutto quando è stato in Brasile ad Aparecida. Il martirio è un gesto supremo di evangelizzazione, perché non si potrebbe fare di più che dare la propria vita per proclamare la propria fede.

     
    D. - Eminenza, il Brasile conta parecchi Beati, però solo due Santi. Come mai in un Paese così cattolico?

     
    R. - Senz’altro, il Brasile ha tanti Santi e Sante in cielo. Tutti quelli che vanno al cielo e si salvano sono Santi. Ovviamente, ci sarebbero tanti altri che potrebbero essere canonizzati se ci fosse da parte della Chiesa la possibilità di fare una ricerca sulla loro vita, sulla loro testimonianza di vita cristiana. Questo forse per varie circostanze storiche non è stato fatto in Brasile. E’ stato soprattutto Giovanni Paolo II, nel cambio del millennio, che ha voluto rinnovare il martirologio della Chiesa e che ha chiesto alle Chiese di tutto il mondo di fare uno sforzo per vedere quali persone potessero essere presentate come candidate alla canonizzazione. Così, anche la Chiesa del Brasile ha cominciato a fare un lavoro molto grande. E adesso a poco a poco appaiono anche i Santi brasiliani. Speriamo ce ne siano tanti altri da canonizzare nel futuro.

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    Progressi e drammatiche sfide per l’Africa: intervento di mons. Migliore all’ONU sul partenariato per lo sviluppo dell’Africa
     

    ◊   Il progressi fatti dall’Africa in termini economici e le sfide urgenti ancora da affrontare sono stai al centro dell’intervento di mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede alla 62.ma Assemblea generale dele Nazioni Unite. Tema dell’incontro a New York: il Partenariato per lo sviluppo dell’Africa (NEPAD) nel suo settimo anno di esistenza. Il servizio di Fausta Speranza:


    Segnali positivi sul piano dell’economia ma ancora troppe situazioni di conflitto e troppa estrema povertà. E’ il quadro dell’Africa oggi, che mons. Migliore traccia ricordando il ruolo positivo svolto dal partenariato dell’ONU che si identifica con la sigla NEPAD. Sottolinea che “apre e prepara l’Africa a una più vasta cooperazione internazionale” e saluta con favore i nuovi accordi regionali. Ma davvero molto resta da fare, ribadisce mons. Migliore ricordando l’insostenibile livello del debito di Paesi africani, gli odiosi crimini dei bambini-soldato e delle violenze sulle donne. Parlando di obiettivi, il presule ricorda che ben li riassume la risoluzione 61/229 e ribadisce le priorità: portare l’Africa nel mercato mondiale “attraverso un’equa integrazione nel sistema di commercio internazionale”.

     
    Poi, l’osservatore della Santa Sede chiede per l’Africa “investimenti più consistenti e a lungo termine nel pubblico e nel privato, tecnologia, un sistema di istruzione e un sistema sanitario migliori”. In particolare, ribadisce l’importanza di “scolarizzazione e formazione di competenze”. Parla, poi, di sussidi per l’agricoltura denunciando i danni che provocano gli squilibri nel mercato agricolo internazionale. Per tutti i campi, mons. Migliore chiama a riflettere su un obiettivo di fondo: “Sostenere i governi e i popoli africani perché siano protagonisti nella promozione della pace e dello sviluppo economico e sociale del loro continente”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - "Napoli è pronta a ricevere il Papa, Napoli è pronta finalmente a risorgere": domani la visita pastorale di Benedetto XVI nell'Arcidiocesi partenopea.

    Servizio estero - Pakistan: si teme un periodo di forte instabilità politica dopo la strage di Karachi.

    Servizio culturale - Un articolo di Antonio Braga dal titolo "La 'Scuola napoletana' e i capolavori della musica sacra": si sviluppò alla fine del Cinquecento con l'arrivo dei religiosi di San Filippo Neri da Roma.

    Servizio italiano - In rilievo il tema del welfare.

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    Oggi in Primo Piano



    Polonia al voto anticipato, in 30 milioni per scegliere il nuovo parlamento. L'analisi di Jas Gawronski

    ◊   Domani 30 milioni di polacchi sono chiamati alle urne per le elezioni legislative anticipate. A essere dato per favorito è il Partito Piattaforma Civica (Po) di Donald Tusk, mentre in forte calo di consensi risulterebbe il partito del premier, Lech Kaczynski “Diritto e Giustizia”. Molto distanti da questi principali protagonisti sono i partiti minori legati alla sinistra democratica dell’ex presidente Kwasniewski. A caratterizzare queste nuove elezioni, sono certamente i temi europei e il rapporto conflittuale dell’esecutivo uscente con l’Unione Europea. Stefano Leszczynski ne ha parlato con Jas Gawronski, giornalista ed eurodeputato:


    R. - E’ difficile la crisi e difficili sono le prospettive, perché chiunque vinca - ed è molto incerto chi vincerà - ci saranno problemi. Se vince il partito attualmente al potere,l avrà difficoltà a trovare alleati con cui governare, perché negli ultimi due anni ha fatto tutto il possibile per crearsi nemici da ogni parte, anche fra i troppi, non voglio dire alleati, ma fra quei partiti che la pensano non troppo differentemente da loro. Se vince l’attuale opposizione, la Piattaforma civile, potrebbe formare un governo forse più facilmente, ma si troverebbe di fronte ad un presidente della Repubblica che è il fratello gemello del primo ministro uscente e che quindi farebbe tutto il possibile per rendere la vita difficile al nuovo governo e garantire un ritorno del vecchio.

     
    D. - Il governo uscente è stato sempre presentato dai media internazionali come anti-europeista o, comunque, ha avuto un rapporto abbastanza conflittuale con l’Unione Europea...

     
    R. - Se vincerà l’attuale opposizione, credo che in questo rapporto con l’Europa, nei limiti del possibile, nei limiti del condizionamento di un presidente della Repubblica che rimarrebbe lo stesso, la politica del governo dovrebbe cambiare e sarebbe naturalmente molto più pro-europea, più a favore del business, del mercato libero, meno nazionalista, meno “patriottica”. Certo, se, invece, rimane al potere l’attuale governo, non credo che questa politica peggiorerebbe, anzi forse si attenuerebbe un po’ la politica anti-europea, in quanto credo venga usata anche come strumento elettorale, per suscitare consensi fra coloro - e sono molti in Polonia - che considerano l’Europa come un’altra imposizione esterna.

     
    D. - Negli ultimi anni, la Polonia ha conosciuto uno sviluppo economico molto forte. Quali sono i principali problemi che il nuovo governo dovrà affrontare per quanto riguarda le politiche interne, ma anche la politica estera?

     
    R. - Per quanto riguarda la politica estera, credo che il problema principale, certamente quello più sentito dalla Polonia di oggi, siano i rapporti con la Russia. Il partito al potere dei Kaczinski ha fatto ricorso al proprio potere in una maniera non totalmente democratica. Ha imposto la propria volontà, la propria politica alla televisione, ha usato la polizia segreta per i propri scopi. Bisogna criticare questa maniera di governare.

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    Le questioni della bioetica al centro dell'odierna giornata di lavori della 45.ma Settimana sociale, in corso a Pistoia

    ◊   I cattolici che siedono in Parlamento, in entrambi gli schieramenti, possono coalizzarsi in difesa della vita. La giornata odierna della 45.ma Settimana sociale, in corso a Pistoia, è stata dedicata ai temi della bioetica, con gli interventi di studiosi del settore i quali hanno ribadito la necessità di combattere la tendenza al relativismo che rischia di minare le società occidentali. Da Pisa, Mimmo Muolo:

     

     
    E’ stata la mattinata dalla bioetica, quella appena conclusa alla Settimana Sociale di Pisa, anzi ad essere più precisi della biopolitica, il cui orizzonte - come ha detto il giurista Francesco D’Agostino - è ben più ampio di quello della bioetica e misura le ricadute normative delle questioni della vita. D’Agostino, ordinario di filosofia del diritto all’Università di Tor Vergata di Roma, ha ricordato tra gli esempi di biopolitica la legalizzazione pressoché planetaria dell’aborto, la sorte degli embrioni soprannumerari, il dibattito sull’eutanasia o l’alterazione per legge dell’equilibrio di nascita tra i sessi, come è successo di recente in India e in Cina. In sostanza la biopolitica - ha spiegato il relatore - pretende di gestire la nuda vita, autorizzandole l’esistenza o almeno sindacandone la stessa legittimazione sociale. E spesso - come nelle democrazie del mondo occidentale - tutto ciò avviene a colpi di maggioranza.

     
    Come fare, dunque, per opporsi a questa tendenza? Il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, ha rilanciato la proposta di una trasversalità organizzata, non occasionale ed episodica dei cattolici impegnati in politica per contare di più e per far sentire la propria voce a partire dalla convergenza comune sulla difesa della vita.

     
    Secondo il sociologo Sergio Belardinelli, il concetto di persona può ancora costituire un argine alla biopolitica oggi imperante, specialmente - ha spiegato - se siamo in grado di dimostrare in modo convincente che gli uomini, tutti gli uomini, sono persone per natura, non per scelta o per concessione da parte di questo o di quel potere. (Per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo, da Pisa)

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    La Fondazione "Russia Cristiana" celebra in un convegno a Roma i 50 anni di attività. Intervista con Giovanna Parravicini

    ◊   Nel 1957, padre Romano Scalfi creò una struttura destinata a diventare un ponte religioso e culturale fra l'est e l'ovest europeo: la Fondazione "Russia Cristiana". L'obiettivo era, ed è, quello di diffondere in Occidente la ricchezza delle tradizioni spirituali e liturgiche dell'ortodossia russa, così da favorire il dialogo ecumenico. Oggi e domani, a Roma, la Fondazione tiene il Convegno celebrativo, durante il quale verrà ripercorso, in modo tematico, il lavoro svolto in 50 anni di attività. Al microfono di Luca Collodi, l'addetta culturale della Rappresentanza Santa Sede a Mosca, Fondazione Russia Cristiana, Giovanna Parravicini, descrive in che modo viva e operi la Chiesa cattolica russa:


    R. - La Russia è un Paese ortodosso, nel senso che, al di là dei credenti e praticanti, la maggior parte della gente si identifica così naturalmente, etnicamente e culturalmente con la tradizione ortodossa. E in Russia esistono sono due mondi. Il mondo della vita civile normale - con il lavoro, la scuola, la famiglia, dove la mentalità in parte è ancora la mentalità sovietica - e il mondo in buona parte condizionato anche dalla mentalità laica occidentale, con le mode che sono venute dall’Occidente. La Chiesa ha il suo piccolo ambito, che è quello della Pasqua, del Natale, l’ambito del culto. Il passo che appunto deve fare è proprio quello di allargare questo ambito. In fondo, anche da noi c’è il concetto di cristiano della domenica oppure del cristiano che si impegna, in qualche modo, a diventare l’aiutante del parroco, il sacrestano. Invece, la grande sfida è l’idea di un laico cristiano impegnato nel mondo civile.

     
    D. - La dimensione pubblica della fede in Russia, quindi oggi è difficile da esprimere...

     
    R. - Io credo che noi troviamo la stessa situazione che, per molti aspetti, troviamo qui in Occidente. E direi che il potere, la cultura, le forze dominanti ed influenti nella società sono dello stesso tipo: sono laiche e hanno questo strano odio contro la Chiesa. E questo strano odio che l’Europa ha nei confronti di se stessa, diceva Benedetto XVI, io lo vedo e lo riscontro molto spesso anche in Russia.

     
    D. - Questa situazione di relativismo etico, di laicismo, può favorire un incontro tra cattolici e ortodossi?

     
    R. - Io credo di sì. Ci sono stati già numerosi passi che si possono rilevare in questa direzione. Vorrei sottolineare, intanto, la profondissima stima che il mondo ortodosso, quello più consapevole - la gerarchia, il clero, gli intellettuali ortodossi - ha di Benedetto XVI, che conoscevano già come il professor Ratzinger, come il cardinale Ratzinger e che stimavano per la sua profonda conoscenza della teologia, per il suo forte attaccamento e affezione alla tradizione della Chiesa e, quindi, per questa sua capacità di mettere insieme un’attenzione al rinnovamento, ad un attaccamento alla tradizione. Posso dire semplicemente che è stato tradotto recentemente in russo il suo testo fondamentale “Introduzione al cristianesimo” e che il metropolita Kyrill ha scritto un’introduzione, in cui dice che questo libro, queste cose sono fondamentali per ogni cristiano, cattolico e ortodosso. Ed il Papa ha scritto personalmente una lettera di ringraziamento molto affettuosa e molto cordiale al metropolita Kyrill per ringraziarlo. Io credo che questi gesti, al di là della retorica, al di là delle facciate, siano proprio gesti di sostanza, che indicano una via da percorrere insieme.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 29.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù racconta una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi: è la parabola della vedova che con la propria insistenza ottiene giustizia perfino da un giudice disonesto. Gesù allora esclama:

    E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    Gesù vede con il suo occhio divino che i suoi discepoli possiedono una fiducia imperfetta, non pienamente sicura e che perciò non sono capaci di una confidenza, di un abbandono stabili e permanenti. Allora, racconta loro una parabola sulla stabilità e sulla continuità della relazione che Dio ha con loro e sulla sua prontezza nei confronti degli eletti. Gesù li rassicura ed è da questa sicurezza della stabilità della fede che Dio è in noi, come si esprime Charles Péguy, che può venir fuori dal cuore e dal petto dell’uomo il grido rivolto a lui giorno e notte. Solo verso uno di cui si ha piena fiducia, ci si può rivolgere con tutto se stesso. Il grido infatti suppone la pienezza della inclinazione di sé verso l’altro e questo viene chiamato preghiera e fede, fede sicura e certa come il bambino svezzato in braccio a sua madre, preghiera senza interruzione, come la vita.

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    Chiesa e Società



    Scaduto l’ultimatum per i due sacerdoti siro-cattolici rapiti in Iraq

    ◊   “Siamo in attesa di notizie, per il momento non ci sono novità sulla sorte dei nostri due fratelli, che si trovano ancora nelle mani dei loro sequestratori”. Allo scadere, stamani, dell’ultimatum, mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, conferma all'agenzia Misna l’assenza di sviluppi significativi nella vicenda di padre Pius Afas e padre Mazen Ishoa, i due sacerdoti sequestrati a Mosul il 13 ottobre scorso. A proposito delle dichiarazioni rilasciate a un sito di informazione iracheno sull' “indifferenza” dimostrata dal governo di Baghdad per la sorte dei cristiani in Iraq, mons. Casmoussa, che in questi giorni ha portato avanti i negoziati con i rapitori, ha precisato che “non si trattava di una critica al governo”, ma di “una constatazione su uno stato di fatto: le autorità hanno un potere molto limitato sul territorio e non possono garantire la protezione dei cittadini, cristiani o musulmani che siano”. Il presule, che ha nuovamente invitato a pregare per la pace, ha incontrato anche uno dei famigliari dei rapiti: “Padre Pius non ha nessuno – ha dichiarato – ho visto però il fratello di padre Mazen, dicendogli di restare fiducioso e di continuare a pregare”. (R.M.)

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    Pakistan. Condanna unanime della Chiesa e della società civile per l’attentato di giovedì contro l’ex premier, Bhutto

    ◊   “Condanniamo con fermezza la perdita delle vite innocenti ed esprimiamo solidarietà e condoglianze alle loro famiglie”: è quanto ha affermato mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana, in merito all’attentato suicida di giovedì a Karachi contro il corteo di accoglienza dell’ex premier Benazir, rientrata dall’esilio volontario. In una dichiarazione congiunta con Peter Jacob,  segretario esecutivo della Commissione nazionale Giustizia e Pace, di cui mons. Saldanha è presidente, il presule chiede al governo di garantire la sicurezza dei cittadini e sollecita un’indagine equa sull’attentato e un’azione decisa contro i colpevoli. “Chiamiamo inoltre tutti i cittadini - ha esortato mons. Saldanha nel comunicato ripreso dall'Agenzia AsiaNews - di ogni religione, casta e credo, a lavorare per la pace e l’armonia del Paese”. Alla condanna della Chiesa si unisce quella della società civile pakistana. Unanime - riferisce l’agenzia Fides - è stato il giudizio delle associazioni civili, della Chiesa e delle minoranze religiose, degli ambienti istituzionali e dei leader islamici: a fronte di una società deteriorata dagli abusi e dalle violenze, la Commissione per la pace e lo sviluppo umano riporta l’attenzione sul tema dei diritti e della giustizia e la Commissione nazionale Giustizia e Pace della Conferenza episcopale del Pakistan ribadisce l’impegno a promuovere una cultura rispettosa dei diritti e della dignità della persona. (C.D.L.)

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    La Commissione degli episcopati europei saluta con favore l’approvazione del nuovo Trattato costituzionale europeo

    ◊   “Una speranza per il rilancio della costruzione europea”: così mons. Noel Treanor, segretario generale della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, saluta l’approvazione del nuovo Trattato costituzionale dell’UE. “Malgrado alcune lacune e la sua complessità” lo definisce “soddisfacente” perché “introduce le necessarie riforme nel processo decisionale che dovranno permettere di proseguire la costruzione europea su basi efficaci e giuste”. Particolare soddisfazione per l’articolo 15b: afferma che “l’Unione rispetta e non pregiudica lo statuto di cui beneficiano, in virtù del diritto nazionale, le Chiese e le associazioni o comunità religiose e ne riconosce “la loro identità e il loro contributo specifico”. Mons. Treanor sottolinea che si tratta di un articolo nuovo con il quale “le istituzioni si impegnano in un dialogo più approfondito con le Chiese”. Altro aspetto positivo: il Trattato introduce un preambolo che “riconosce le eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa”. Ma a questo proposito il presule ricorda che “il dibattito sulle radici cristiane è positivo per la riflessione sull’identità europea e dunque resta di attualità”. Mons. Treanor sottolinea che il testo, approvato nella notte dai 27 Capi di Stato e di governo dell’Unione, “mette fine a 4 anni di tentativi difficili e di crisi istituzionale dopo il no al precedente Trattato di Francia e Paesi Bassi” e aggiunge che l’accordo è stato ora raggiunto “malgrado le minacce che le rivendicazioni nazionali hanno fatto pesare fino all’ultimo minuto”. (A cura di Fausta Speranza)

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    Il cardinale Bertone a Varese: “Libertà religiosa cuore dei diritti”

    ◊   “La libertà religiosa è il cuore dei diritti”: così, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenendo ieri a Gazzada, in provincia di Varese, al convegno su “Libertà religiosa pietra miliare della nuova Europa”, promosso dalla Fondazione ambrosiana Paolo VI. Il porporato – riferisce il quotidiano Avvenire – ha ricordato che si tratta di un tema storico nella vita della Chiesa, al punto che già Lattanzio, scrittore latino del IV secolo, affermava che “la libertà trova la sua piena cittadinanza nella religione”. La libertà religiosa – ha aggiunto il segretario di Stato – è fondamento di tutti i diritti umani, implica l’apertura alla trascendenza e, almeno come possibilità, uno stile di vita e di pensiero “come se Dio esistesse”. Molto importante è anche, per il cardinale Bertone, "il riconoscimento della dimensione pubblica della libertà religiosa, riconoscimento che – ha detto – si spera appaia nella nuova redazione del Trattato costituzionale dell’Unione Europea". (R.M.)

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    In Terra Santa, la Grotta di Nazareth chiude per restauri fino al 25 marzo 2008

    ◊   Dal 10 novembre 2007 al 25 marzo 2008 la Grotta dell’Annunciazione a Nazareth sarà chiusa per lavori di conservazione. A comunicarlo, come riporta l'Agenzia Sir, la stessa Custodia di Terra Santa, proprietaria del Santuario che spiega che “la roccia della Grotta presenta segni di deterioramento che mettono seriamente a rischio la stabilità del luogo santo. Pertanto è necessario isolarlo totalmente per permettere gli studi tecnici utili a determinare i primi lavori di conservazione”. La Grotta è situata nella basilica inferiore di Nazareth ed è il luogo santo più importante della città determinandone la fama in tutto il mondo. Tutti i pellegrinaggi cristiani fanno tappa a Nazareth durante il soggiorno in Terra Santa. La Custodia di Terra Santa acquistò il luogo nel 1620, costruendovi una chiesa nel 1730. La Basilica attuale fu invece inaugurata nel 1969. (R.P.)

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    Chiusura di “al Mahed”, l'unica tv cristiana della Terra Santa

    ◊   "Con grande dispiacere vi informiamo della nostra forzata decisione di chiudere la tv della Natività, 'al Mahed', a partire dal primo novembre 2007, nonostante il suo inestimabile servizio nei confronti della Chiesa e dell’esistenza della comunità cristiana in Terra Santa”: è quanto comunica Samir Qumsieh, direttore della tv, in un’intervista al quotidiano Il Foglio. L’emittente – l’unica cristiana in Terra Santa – trasmette da undici anni da Betlemme e raggiunge, con le sue frequenze, tutta la Cisgiordania, la Giordania e Israele, con notiziari, programmi di approfondimento e intrattenimento. E’ la prima tv a mandare in onda Messe domenicali di ogni confessione cristiana e, il venerdì, la preghiera islamica. Un progetto coraggioso, occasione di comunicazione fra cristiani, ebrei  e musulmani, destinato a concludersi entro la fine del mese. Una decisione, stando a quanto riporta il giornale, dovuta a un passivo in bilancio di 800 mila dollari, laddove 140 mila ne basterebbero per garantire l’attività annua dell’emittente. Una scelta sofferta, che giunge dopo anni difficili in cui l’emittente, come riporta l’agenzia Asianews, “ha sempre condannato le violenze contro i civili e ha dovuto subire le vessazioni dell’autorità palestinese”, ma ha saputo rendere un importante servizio alle comunità cristiane presenti in Terra Santa e al dialogo fra queste e le altre comunità religiose. Al Foglio, il direttore di “al Mahed” confida il timore che entro i prossimi 15 anni la comunità cristiana possa abbandonare definitivamente la Terra Santa. Il fenomeno di emigrazione è consistente e la famiglia dello stesso Qumsieh ne è la conferma: egli è l’unico dei sei fratelli a essere rimasto in patria. Prevede di lasciare la Palestina dopo la chiusura dell’emittente. (C.D.L.)

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    Grecia: profanato il cimitero cattolico di Creta. Il monito del vescovo Papamanólis

    ◊   Atti vandalici nel cimitero cattolico di Chanià, nell’isola di Creta, in Grecia. A denunciarli è mons. Franghískos Papamanólis, vescovo di Syros, Santorini e Creta e presidente della Conferenza episcopale greca, in una nota ripresa dall’agenzia SIR. “Per la terza volta – si legge nel testo – il cimitero cattolico di Chanià, nell’isola di Creta, è stato nel mirino di uomini sacrileghi che, in una notte tra il 3 e 7 ottobre, sono entrati nel luogo sacro e hanno danneggiato in maniera oltraggiosa le tombe dei morti. Chi era sul posto, la domenica del 7 ottobre, si è trovato davanti a uno scenario indescrivibile: tombe scoperchiate, croci rotte, i marmi delle tombe rivoltati, le iscrizioni tombali spezzate”. In passato – ha spiegato mons. Papamanólis - “i danneggiamenti sono stati attribuiti a degli ignoti drogati. A quanto pare, però, si tratterebbe di persone che vorrebbero allontanare o far scomparire il cimitero cattolico da Chanià”. Il presule ha quindi raccontato che, “quando di recente è accaduto qualcosa di simile al cimitero ortodosso di Costantinopoli, il nostro Governo lo aveva trasformato in problema nazionale. E ha fatto bene. Però, quando le due volte precedenti il nostro cimitero a Chanià è stato danneggiato da sacrileghi e vandali invasori, tutte le autorità sono rimaste inerti, hanno coperto con il silenzio il problema e non hanno fatto niente per riparare l’oltraggio alla memoria dei morti, e nemmeno ci hanno aiutato per la reintegrazione dei danni. Chiediamo ai ministeri della Giustizia e dell’Ordine Pubblico - ha concluso mons. Papamanólis - di proteggerci perché le ingiustizie che subiamo, come Chiesa cattolica, specialmente a Creta, si accumulano e si moltiplicano. Per quanto tempo ancora?”. (R.M.)

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    Numerose iniziative a Cuba per la Giornata missionaria mondiale di domani

    ◊   La Giornata missionaria mondiale, che sarà celebrata domani sul tema proposto da Benedetto XVI, “Tutte le Chiese per tutto il mondo”, vede a Cuba il fiorire di numerose attività. Padre Raúl Rodríguez, direttore delle Pontificie opere missionarie (POM) a Cuba, intervistato dall’agenzia Fides, racconta che quest’anno il mese missionario di ottobre coincide con la Beatificazione del primo cubano, l’agostiniano José López Piteira, in programma il 28 ottobre a Roma. Un martire di 23 anni proposto ai giovani come modello di fede. E proprio ai giovani, le POM cubane hanno dedicato diverse iniziative pastorali e missionarie. Tra queste, la pubblicazione di CD che, oltre al messaggio del Papa, contiene temi di formazione e catechesi e presenta delle indicazioni per la celebrazione della Giornata con i bambini dell'Infanzia missionaria. Tra i contenuti, anche la storia di Santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio. A sottolineare l’impegno dei giovani missionari - ricorda padre Rodriguez - giovedì scorso i ragazzi dell’Infanzia missionaria a Cuba hanno partecipato all’iniziativa “Un milione di bambini pregano per l'unione e la pace nel mondo”. Durante tutto il mese, inoltre, i fedeli sono invitati a pregare per l’impegno missionario dei giovani e di tutte le comunità cristiane del mondo, per le vocazioni sacerdotali e per i malati. Nella mattina di domani, infine, le POM cubane si uniranno all’iniziativa promossa dalle POM della Francia di dedicare un’ora di preghiera per la missione della Chiesa in tutto il mondo. (C.D.L.)

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    L'arcivescovo Stella, nuovo presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, si congeda dal CELAM

    ◊   Le autorità del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) si sono congedate ieri, con un incontro semplice ma carico di affetto, dall'arcivescovo Beniamino Stella, nominato giorni fa da Benedetto XVI presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, e che per quasi nove anni è stato nunzio apostolico in Colombia. Mons. Stella ha seguito con particolare cura e competenza i rapporti con il CELAM, soprattutto in tutto il lungo periodo di preparazione della V Conferenza generale degli episcopati latinoamericani e caraibici, celebrata ad Aparecida, in Brasile, lo scorso maggio. Conversando con i responsabili della stampa del CELAM, l'arcivescovo Stella ha tracciato un breve bilancio sui rapporti intercorsi durante questi anni, non solo con le autorità dell’organismo di coordinamento ecclesiale, ma anche con numerosi vescovi e cardinali. Questi incontri - ha spiegato – “mi hanno insegnato a conoscere e ad amare la Chiesa in America Latina (…), le sue sfide e le sue speranze, e anche la fiducia con la quale guarda al futuro, impregnata di speranza cristiana”. Ricordando i giorni di preghiera e di lavoro ad Aparecida, mons. Stella ha sottolineato “lo spirito di famiglia e comunione che ha caratterizzato l’intera esperienza, il cui scopo era la ricerca di nuovi cammini per l’evangelizzazione”. Infine, il presule ha voluto ricordare che dopo 40 anni torna alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, ove - ha detto - “mi propongo di ascoltare i sacerdoti allievi” che si preparano per servire la Chiesa nell’ambito del servizio diplomatico. “Voglio essere il fratello maggiore di questi sacerdoti – ha concluso – ho fiducia nel Signore. Spero di essere utile nel servizio che mi è stato chiesto e che il Santo Padre mi ha assegnato”. (L.B.)

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    Morto in un incidente stradale in Bangladesh padre Sandro Giacomelli, missionario del PIME tra i tribali Santal

    ◊   Un missionario ancora “alla ricerca”, “innamorato” dell’uomo, con un enorme senso della giustizia, un esempio di “completa incarnazione” con il popolo tribale, cui ha dedicato tutta la sua vita. Con queste parole, il superiore regionale del PIME in Bangladesh, padre Francesco Rapacioli, ritrae il confratello, padre Sandro Giacomelli, 68 anni, morto il 18 ottobre in un incidente stradale a  Konabari, zona industriale a nord di Dhaka. Uscito in moto a trovare delle famiglie - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stato investito da un camion che lo ha ucciso sul colpo. Originario di Isolaccia, diocesi di Como, padre Giacomelli ha lavorato per più di 40 anni nella diocesi di Dinajpur, nel nord-ovest del Paese, in modo particolare con i tribali Santal. Qui, decide di imparare anche la lingua bengalese. “Una scelta di rottura per il tempo – spiega padre Rapacioli, in Bangladesh da 10 anni – fino ad allora i missionari operavano per lo più in zone tribali, di cui imparavano il linguaggio particolare, senza dare importanza alla lingua nazionale”. Nel 1986 si trasferisce, da solo, nel villaggio di Kodbir. Fino al 2000, vive, lavora e soffre insieme ai suoi Santal: circa 600 nel villaggio, ma oltre quattro mila in tutta la zona e due milioni in Bangladesh. Padre Enzo Corba, da decenni in Bangladesh, spiega che padre Giacomelli “amava questo popolo per la semplicità della sua cultura. Considerava l’istruzione, il risparmio e il lavoro nel rispetto della natura i pilastri per lo sviluppo della sua gente”. “A Kodbir – aggiunge padre Corba, che gestisce un ashram (luogo di ritiro) cristiano a Dinajpur – ha istituito cooperative di credito, lavorato la terra e fatto l’insegnante, tutto con successo”. Parte della sua eredità è destinata a mantenere gli studi di 5 ragazzi. Oggi, i funerali nella cattedrale di Dinajpur. Il missionario sarà tumulato a Kodbir, dove aveva detto a più persone di voler essere seppellito. (R.M.)

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    A Bologna, convegno su “La ragione: una figlia cara alla Chiesa”
    L'arcivescovo Caffarra: la proposta cristiana, inscindibile dalla ragione

    ◊   “Non si può capire il discorso di Benedetto XVI a Verona, così come l’intero Convegno ecclesiale nel suo svolgimento e nei suoi risultati, se non li inseriamo nell’orizzonte della questione antropologica”. Lo ha detto il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, nel corso dell’incontro organizzato dall’Istituto Veritatis Splendor e dal Centro Manfredini, sul tema: “La ragione: una figlia cara alla Chiesa”. La lezione del cardinale si è articolata in due parti. La prima ha riguardato la proposta cristiana. La seconda ha cercato di mostrare che il Cristianesimo non può proporsi all’uomo, se non come proposta vera, buona e vivibile, e quindi non senza incontrarsi con la ragione dell’uomo. Il cardinale si è poi soffermato su ciò che insidia oggi l’evangelizzazione. “Mi sembra - ha affermato - che secondo Benedetto XVI siano soprattutto tre le insidie, strettamente connesse. La prima – ha spiegato – è l’incapacità della proposta cristiana di entrare nell’uso pubblico della ragione pratica, nell’agorà della discussione e della deliberazione pubblica. La seconda è costituita dal tentativo sempre presente di ‘de-ellennizzare’ il Cristianesimo. La terza è che il Cristianesimo diventi tradizione umana e religione di Stato, addomesticando la voce critica della ragione”. Nella conclusione, il cardinale Caffarra si è chiesto quale profilo debbano avere l’evangelizzazione, la liturgia e la carità, individuando la risposta in una grande prassi educativa. (Per la Radio Vaticana, da Bologna, Stefano Andrini)

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    Il cardinale Rouco Varela sull’imminente Beatificazione di 176 martiri madrileni: “Un messaggio di riconciliazione”

    ◊   “Un simbolo d’amore”: così, il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, presiedendo nella cattedrale dell’Almudena, la Santa Messa di preparazione alla prossima Beatificazione, il 28 ottobre a Roma, di 176 martiri della diocesi spagnola. Alla celebrazione – riferisce l’agenzia Zenit - erano presenti numerosi membri delle famiglie religiose cui appartenevano i testimoni della fede: adoratrici, agostiniani, domenicani, marinisti, maristi e salesiani. Durante l’omelia, il porporato ha spiegato che tutti loro “si erano consacrati” e questo li ha portati a “vivere il mandato della carità fino alla fine”. In loro - ha precisato - “il martirio fu la conseguenza finale di tutta una vita” di consacrazione come religiosi e religiose. “Li hanno uccisi perché confessavano il nome di Cristo” e “hanno dato la propria vita volontariamente, liberamente”, ha osservato. Per questo, assomigliano al Salvatore. L’arcivescovo di Madrid ha quindi auspicato che tutta la diocesi possa ottenere tre frutti da questa prossima beatificazione: “La santità, la testimonianza esplicita e la riconciliazione”. Il cardinale Rouco Varela ha poi rimarcato che questi martiri sono morti per Cristo, donando la vita per amore e senza colpa alcuna. Perciò - ha commentato - la Beatificazione del 28 ottobre porterà “solo parole di riconciliazione”. Infine, ha incoraggiato a presentare la figura di questi testimoni della fede “senza apologetica, raccontando semplicemente la loro storia”. (R.M.)

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    Inaugurato l’anno accademico dell’Istituto patristico Augustinianum. Presente il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, l’arcivescovo Leonardo Sandri

    ◊   Alla presenza dell’arcivescovo Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è aperto con un omaggio alla figura di San Giovanni Crisostomo il nuovo anno accademico dell’Istituto patristico Augustinianum. Nel ricordare i 1600 anni dalla morte del Padre della Chiesa, datata il 14 settembre del 407, il preside dell’Istituto, padre Robert Dodaro, ha citato le catechesi a lui dedicate da Benedetto XVI nelle udienze generali del 19 e 26 settembre. Nel definirlo uno dei grandi Padri della Dottrina Sociale della Chiesa, il Papa ha affermato che Crisostomo insegna come non sia sufficiente “fare elemosina, aiutare i poveri di volta in volta” per eliminare le disparità tra ricchi e poveri, ma che “è necessario creare una nuova struttura, un nuovo modello di società; un modello basato sulla prospettiva del Nuovo Testamento”. A mons. Leonardo Sandri, che ha inaugurato l’anno accademico 2007-2008, padre Dodaro, ha rivolto anzitutto gli auguri per il 24 novembre, giorno in cui il presule sarà creato cardinale, quindi ha ricordato che tra i futuri porporati c’è anche un ex-studente dell’Augustinianum, l’arcivescovo di Galveston-Houston, mons. Daniel Di Nardo, che ha conseguito la Licenza in Teologia e Studi Patristici nel 1981. Il preside ha poi illustrato le recenti pubblicazioni curate dai docenti dell’Istituto - i primi due volumi del Nuovo Dizionario Patristico, di padre Angelo Di Berardino e la traduzione in lingua italiana del Dizionario su Sant’Agostino dell’edizione inglese di padre Allan Fitzgerald – ed ha poi anticipato che il 37.mo Incontro di Studiosi dell’Antichità Cristiana, previsto per i giorni 8-10 maggio 2008, avrà come tema “Il Matrimonio dei cristiani: esegesi biblica e diritto romano”. Padre Dodaro ha inoltre elencato i titoli conferiti nel corso del 2007 dall’Augustinianum - otto baccellierati in Teologia, 15 licenze in Teologia e Scienze patristiche e 6 tesi dottorali - che con la sua biblioteca di oltre 1.100 volumi è una delle più specializzate in patristica. All’inaugurazione dell’anno accademico sono intervenuti il prof. Sergio Zincone, ordinario presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La “Sapienza” per il settore scientifico-disciplinare “Letteratura cristiana antica”, e don Ottorino Pasquato, prof. ordinario emerito di Storia della Chiesa antica e medievale presso la facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana,che nelle loro relazioni hanno illustrato alcuni aspetti della personalità di Giovanni Crisostomo al quale l’Augustinianum dedicherà il convegno internazionale “Chrysostomika II” dall’8 al 10 novembre. (Radio Vaticana, Tiziana Campisi)

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    Laici di don Orione: il cileno Miguel Esser nominato nuovo presidente del Movimento internazionale

    ◊   È Miguel Esser, cileno, il nuovo presidente del Movimento internazionale dei laici di don Orione (MLO). È stato eletto a Madrid, nel corso della riunione del coordinamento generale del MLO, radunato in Assemblea generale. Nell'equipe direttiva - riferisce l'agenzia Sir - è stata eletta vicepresidente l’italiana Teresa Sardella. Gli altri membri nominati sono Alejandro Bianco e Luigi Artruso. Confermati i due assistenti spirituali, suor Maria Gabriella Lisco e fratel Jorge David Silanes. “Il Movimento internazionale dei laici di don Orione – spiega fratel Silanes - è presente accanto ai religiosi e alle religiose orionine in 33 Paesi del mondo, dei quattro continenti. Un movimento vivo – aggiunge – che è impegnato ad ogni latitudine in attività di solidarietà, accoglienza, formazione e anche di partecipazione alla vita sociale delle rispettive nazioni, secondo il carisma di San Luigi Orione, che amava dire: 'La nostra politica dovrà consistere nel portare a Dio e alla Chiesa la povera gioventù e le anime. La nostra politica è la carità grande e divina, che fa del bene a tutti'”. (R.M.)

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    Francis Ford Coppola protagonista dell’odierna giornata della Festa del Cinema di Roma

    ◊   E’ il film più atteso della Festa del cinema di Roma: “L’altra giovinezza”, di Francis Ford Coppola, che torna, saggio ed entusiasta, dietro una macchina da presa. Ma la sua passione per la letteratura, che lo ha fatto avvicinare all’omonimo romanzo breve scritto da Mircea Eliade, famoso storico delle religioni, questa volta non lo aiuta ma lo seduce soltanto, lasciando un vero maestro del cinema a confrontarsi con la difficoltà di un progetto e l’ambiguità e prolissità dei risultati. La narrazione, che si concentra sulla figura di un professore interpretato da Tim Roth il quale incarna il mito immortale di Faust e della seconda giovinezza, prende il via in Romania nel 1938, quando, investito da un fulmine, il personaggio comincia a ringiovanire ed acquisire poteri inspiegabili, e in Romania termina trent’anni più tardi con un epilogo che riconduce al naturale spegnersi della vita, ossia una morte tanto solitaria quanto attesa. Ma, sfruttando il mezzo della regressione temporale, questo percorso simbolico di chi è costretto, venendo a subdoli patti, a scegliere fra bene e male, non chiarifica e non giustifica la scelta di Coppola di dirigere questa faticosa allegoria cinematografica, nella quale metempsicosi e reincarnazione si avvinghiano a riflessioni sulla teoria del linguaggio, la filosofia della scienza, la storia delle religioni, l’influenza dell’esoterismo in molte culture, l’interpretazione dei sogni, i viaggi nel tempo e nello spazio. In questa vetrina sovraffollata e sovrabbondante di temi e nozioni che appesantiscono non di poco le due ore di film, spuntano anche il doppio alla Dorian Gray e la rosa quale mistico segno di grazia. Da tutto ciò si comprende come anche nel mondo della cultura e del cinema il sincretismo ha effetti perniciosi e disorienta chi, in una società già di per se offuscata da mode e imbonitori, cerca, a sue spese e fatica, chiarezza e verità. (A cura di Luca Pellegrini)

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    24 Ore nel Mondo



    Nuovo attentato in Pakistan, dopo quello di Karachi contro il corteo di Benazir Bhutto, condannato dalla Chiesa locale cattolica - In Iran, lascia l’incarico il negioziatore per il nucleare, Ali Larijani, per divergenze con il presidente Ahmadinejad

    ◊   Il Pakistan, nella spirale della violenza. Dopo l’attentato di Karachi contro il corteo dell’ex premier Benazir Bhutto, un’autobomba parcheggiata nei pressi di un bazar nella provincia del Beluchistan, nel sudovest del Paese, ha provocato almeno sette morti. Da Islamabad, Barbara Schiavulli:
     
    Le vittime erano alla fermata dell’autobus quando il mezzo è esploso. Un attentato che gli investigatori escludono sia legato a quello che due giorni fa, a Karachi, ha ucciso 140 persone che festeggiavano al ritorno dell’ex premier dopo otto anni di esilio. In questo caso, la violenza vista come una campagna per premere sul governo che sfrutta le risorse del gas della zona. Sul fronte Bhutto, proseguono le indagini: diffusa la fotografia del presunto attentatore, mentre si cerca di dare un nome al kamikaze che, con addosso 14 chilogrammi di esplosivo ha attaccato, come dice la Bhutto, la democrazia. Ma soprattutto si cerca di trovare un legame con i possibili mandanti. Talebani o estremisti islamici, per il governo del presidente. Forse membri dei servizi segreti pakistani, per la famiglia Bhutto, i quali temono che il rientro dell’ex premier in politica possa indebolire la loro influenza sul regime militare, proprio mentre il presidente cerca di trasformare il Pakistan in una più stabile democrazia come vuole l’alleato americano. (Barbara Schiavulli da Islamabad per la Radio Vaticana).

    - Cresce l’incertezza nella gestione della crisi nucleare iraniana dopo le dimissioni, stamattina, del capo negoziatore iraniano, Ali Larijani, che era atteso martedì a Roma per un incontro con l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Javier Solana. Incontro che fonti di Bruxelles hanno comunque confermato. Da mesi circolavano indiscrezioni sul disagio di Larijani per la politica del presidente Ahmadinejad e sulle sue ripetute offerte di dimissioni, ma nulla era stato mai confermato in modo ufficiale. Il governo di Teheran intanto ha fatto sapere di avere già nominato come successore il viceministro degli Esteri, Saeed Salili. Stefano Leszczynski ha intervistato Bijan Zarmandili, giornalista della rivista di geopolitica Limes:


    R. - Apparentemente, il motivo delle dimissioni di Ali Larijani bisogna cercarlo in una diversa interpretazione di quanto accaduto durante l’incontro con Putin di qualche giorno fa a Teheran. Ali Larijani ha ufficialmente detto che il presidente russo aveva proposto un piano per una soluzione politica della crisi nucleare in Iran, Ahmadinejad invece, aveva smentito il negoziatore. Due posizioni diverse che hanno fatto nascere uno scontro tra i due, conclusosi poi con le dimissioni di Ali Larijani.

     
    D. - Cosa potrebbe cambiare a questo punto nel negoziato sulla crisi nucleare iraniana?

     
    R. - Questo bisognerebbe valutarlo da qui a dicembre, quando davvero partiranno i negoziati tra l’Iran e l’AIEA, Agenzia internazionale per l’energia atomica. L’Iran così darà le sue risposte all’Agenzia: quel che è certo è che Saeed Salili è considerato l’uomo più vicino alle posizioni del presidente Ahmadinejad rispetto ad Ali Larijani, ma non è escluso che dalla prossima settimana a Roma ci siano ambedue i personaggi.

     
    D. - Se questo non dovesse avvenire, si potrebbe parlare di una crisi politica all’interno dell’esecutivo iraniano?

     
    R. - Le dimissioni di Ali Larijani sono soltanto un elemento, un momento di questa crisi ma probabilmente non siamo alla svolta decisiva per poter cambiare radicalmente la situazione.

    - Il premier turco Tayyip Erdogan ha accolto la proposta del premier iracheno, Nuri al Maliki, di condurre un’azione congiunta turco-irachena per colpire i campi del PKK nell’Iraq settentrionale. Le dichiarazioni di Erdogan aprono così un nuovo scenario, dopo il braccio di ferro tra i due Paesi seguito al via libera alle operazioni oltre confine dato dal parlamento di Ankara. In un’intervista televisiva, Erdogan ha mostrato tutta la sua disponibilità nel voler sostenere l’esecutivo iracheno per un’operazione che sia volta a “ripulire l’Iraq una volta per tutte” dai campi dei militanti curdi.

    - E’ di 2 morti e 20 feriti l’odierno bilancio dei violenti scontri che da ieri imperversano nella striscia di Gaza tra le forze di polizia del movimento islamico Hamas, che hanno il controllo del territorio, e i componenti di un potente clan legato al partito laico Fatah del presidente Abu Mazen. Durante la sparatoria di stamani, hanno perso la vita un esponente di questo clan, che rifiuta di riconoscere l'autorità di Hamas, e un ragazzo di tredici anni colpito da un proiettile vagante. Tra i feriti si segnala il padre del ragazzo ucciso. La tensione resta alta anche in Cisgiordania, dove una bambina palestinese di 8 anni è rimasta gravemente ferita durante un'incursione compiuta dall'esercito israeliano. La piccola è stata raggiunta da un proiettile alla testa ed ora si trova in ospedale in condizioni disperate. Un’analoga operazione delle truppe dello Stato ebraico nella città di Nablus ha portato, invece, all’arresto di cinque miliziani palestinesi.

    - Missione congiunta a tre per i delegati di Francia, Italia e Spagna, giunti insieme in Libano. Massimo D’Alema, Miguel Angel Moratinos e Bernard Kouchner hanno sottolineato lo stesso impegno “per la pace e la stabilità” del Paese, dando così un segnale “simbolico e concreto” ai militari della missione UNIFIL.

    - E’ sempre più duro il giro di vite messo in atto dalla comunità internazionale contro la giunta militare al potere nell’ex Birmania. Ieri, il presidente degli Stati Uniti Bush ha annunciato nuove sanzioni per la politica repressiva messa in atto da Yangon . Nello specifico, sono stati congelati i beni a undici esponenti del regime birmano. Il capo della Casa Bianca ha poi esortato Australia, Giappone, Indonesia, Filippine e Singapore a esercitare ulteriori pressioni affinché si arrivi a una svolta democratica, ed ha elogiato infine l’Unione Europea per i provvedimenti adottati contro il regime di Yangon. Intanto, secondo una fonte diplomatica britannica, che ha chiesto l’anonimato, il Paese asiatico è ormai “una terra di prigionia” dove migliaia di attivisti per i diritti umani vengono arrestati e poi inviati in campi di rieducazioni. Lo scrive il giornale “The Indipendent”.

    - In dirittura d’arrivo i lavori del XVII Congresso del Partito comunista cinese, a Pechino. Domani saranno ufficializzati i nuovi vertici, che i delegati hanno ridotto dell’otto per cento. Tra i possibili esclusi: Jia Qinglin, numero quattro del Partito e da tempo al centro di accuse di corruzione.

    - Le autorità thailandesi hanno convalidato l’arresto per 12 giorni del sospetto pedofilo canadese ricercato dall'Interpol, fermato ieri a 200 chilometri da Bangkok. Non è esclusa una proroga del periodo detentivo. Christopher Neil, detto “Vico”, aveva pubblicato su Internet immagini che lo riprendevano mentre abusava di bambini, almeno 12: scatti che tuttavia sono diventati indispensabili per l’identificazione dell’uomo.

    - L’attentato, avvenuto ieri nel centro di Manila, nelle Filippine, è stato realizzato con esplosivo militare. Lo ha reso noto la polizia che sta vagliando le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza per individuare i colpevoli dell’attacco. Nella deflagrazione, sono morte 9 persone, 113 i feriti.

    - E’ in programma, nel pomeriggio, a Roma, una manifestazione indetta dalla sinistra radicale e da numerosi organismi sindacali contro il lavoro precario ed in polemica con l’accordo raggiunto sul protocollo sul welfare. Nessun ministro del governo Prodi parteciperà all’iniziativa. (Panoramica internaizonale a cura di Benedetta Capelli e Marco Guerra)



     Da domenica 28 ottobre il Radiogiornale della sera in lingua italiana, andrà in onda alle ore 19.30 sulle onde medie di 585 e 1.530 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. La trasmissione andrà in replica alle ore 21.00 e 23.00.
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 292
     
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