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SOMMARIO del 17/10/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI nominerà nel Concistoro del 24 novembre 23 nuovi cardinali, l'annuncio all’udienza generale dedicata a Sant’Eusebio. Appello del Papa contro la miseria nel mondo
  • E' scomparso all'età di 85 anni, a Caracas, il cardinale venezuelano, Rosario Castillo Lara. Il Papa: ha servito il Vangelo e la Chiesa con amore e dedizione
  • Nomine
  • No all’uso della forza per disinnescare le crisi sul nucleare: il richiamo dell’arcivescovo Celestino Migliore nell’intervento alla Commissione per il Disarmo dell’ONU
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il parlamento turco chiamato al voto sulla mozione che autorizza un intervento militare nel nord Iraq contro i guerriglieri curdi
  • Sì della Cassazione italiana alla sospensione del trattamento ai malati in stato vegetativo in casi circostanziati. Il prof. Pessina della Cattolica di Milano: sentenza che provoca "gravi perplessità"
  • Al Chiostro del Bramante di Roma, una grande mostra sui Macchiaioli e i sentimenti del vero. Intervista con la curatrice, Francesca Dini
  • Chiesa e Società

  • Ultimatum di 72 ore per i due sacerdoti rapiti a Mossul, in Iraq. I rapitori chiedono un riscatto di un milione di dollari
  • Concluso in Australia l’incontro preparatorio in vista della GMG del 2008. “Una Pentecoste per il Paese” lo ha definito mons. Fisher, vescovo di Sydney
  • Pesante il bilancio delle alluvioni ad Haiti: sono 20 mila i disastrati
  • Coerenza nella lotta al traffico di esseri umani. Lo chiedono all’UE le organizzazioni cristiane d’Europa
  • A Parigi, la Conferenza generale dell’UNESCO. Nel pomeriggio, la Santa Messa celebrata da mons. Follo
  • Videomessaggio di mons. Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali al III Congresso latinoamericano e caraibico di comunicazione
  • Adeguare la pastorale alla società che cambia: così il presidente della Conferenza episcopale canadese, mons. Gaumond
  • Tre giorni di preghiera in Venezuela: l’iniziativa promossa dall’episcopato e dagli organismi laicali
  • “Educazione dei giovani all’affettività, all’amore e alla sessualità” è il titolo di un incontro internazionale nelle Filippine, in programma a novembre
  • Viaggio ufficiale in Romania del presidente del Parlamento europeo, Pottering: tra gli appuntamenti, la visita della cattedrale di Bucarest
  • In Tagikistan, la Chiesa locale mostra una rinnovata vitalità: lo sottolinea il superiore dei Missionari del Verbo Incarnato
  • Nominato il nuovo prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano: è mons. Franco Buzzi. Succede a mons. Gianfranco Ravasi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Proteste del governo cinese per l’incontro tra Bush e il Dalai Lama, a Washington. Secondo la Casa Bianca, si è trattato di un colloquio informale
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI nominerà nel Concistoro del 24 novembre 23 nuovi cardinali, l'annuncio all’udienza generale dedicata a Sant’Eusebio. Appello del Papa contro la miseria nel mondo

    ◊   La testimonianza di Sant’Eusebio di Vercelli, primo vescovo del nord Italia, e un appello contro la miseria nel mondo: al centro delle parole del Papa all’udienza generale in piazza San Pietro. Ma anche l’annuncio del prossimo Concistoro con i nomi dei futuri nuovi cardinali. Il servizio di Fausta Speranza:

    Saranno in 23 a diventare cardinali il 24 novembre prossimo, 18 dei quali elettori. Il Papa li nomina - dice - con gioia:

     
    "Mons. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; mons. John Patrick Foley, pro-gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; mons. Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; mons. Paul Joseph Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; mons. Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, vicario generale per lo Stato della Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro; mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; mons. Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa; mons. Agustín García-Gasco Vicente, arcivescovo di Valencia (Spagna); mons. Seán Baptist Brady, arcivescovo di Armagh (Irlanda); mons. Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona (Spagna); mons. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi (Francia); mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova (Italia); mons. Théodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal); mons. Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India); mons. Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Monterrey (Messico); mons. Daniel N. DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston (Stati Uniti d’America); mons. Odilio Pedro Scherer, arcivescovo di São Paulo (Brasile); mons. John Njue, arcivescovo di Nairobi (Kenya)".
     
    Ci sono poi tre presuli e due benemeriti ecclesiastici, particolarmente meritevoli, ha spiegato il Papa, per il loro impegno al servizio della Chiesa: Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei; mons. Giovanni Coppa, nunzio apostolico; mons. Estanislao Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paraná (Argentina); padre Urbano Navarrete, Gesuita, già rettore della Pontificia Università Gregoriana; padre Umberto Betti, Dei Francescani Minori, già rettore della Pontificia Università Lateranense. Benedetto XVI ha poi rivelato che, nell'elenco dei neo-cardinali non elettori, figurava anche l’anziano vescovo Ignacy, Jeź di Koszalin-Kolobrzeg, in Polonia, che ieri è improvvisamente mancato.

    Il Papa deroga solo di un’unità al limite numerico stabilito da Papa Paolo VI e confermato da Giovanni Paolo II. Sottolinea che “altre persone vi sarebbero”, e che spera di “avere in futuro l'opportunità di testimoniare, anche in questo modo, ad esse ed ai Paesi a cui appartengono” la stima e l’affetto.

     
    E di servizio e fedeltà alla Chiesa il Papa parla con intensità nella catechesi. “Salvare la scala giusta dei valori, senza mai piegarsi alle mode del momento e alle pretese ingiuste del potere”: con questa raccomandazione il Pontefice sintetizza uno degli insegnamenti del vescovo di Vercelli, figura illustre del IV secolo. Quando l’imperatore si presenta favorevole all’eresia ariana, Eusebio subisce l’esilio ma non rinnega la propria fede, non rinnega la piena divinità di Gesù definita dal Concilio di Nicea: è uno degli elementi chiave della sua santità che il Papa vuole ricordare oggi. L’altro sta nell’aver fondato “una comunità sacerdotale su un modello monastico”. Significa - sottolinea Benedetto XVI - aver vissuto e aver chiesto ai vescovi di vivere “nell’osservanza delle regole monastiche pur vivendo in mezzo alla città”; “condividere i problemi dei concittadini, ma coltivando al tempo stesso nel cuore una cittadinanza diversa, quella del Cielo”:

     
    “La scala autentica dei valori - sembra dire la vita intera di Eusebio - non viene dagli imperatori di ieri e di oggi, ma viene da Gesù Cristo”.

     
    Il tutto - aggiunge Benedetto XVI - mentre Sant’Eusebio intesseva un rapporto “con la sua città che non era limitato alla popolazione cristiana, ma si estendeva anche a coloro che - al di fuori della Chiesa - ne riconoscevano in qualche modo l’autorità spirituale”.

     
    Nei saluti in numerose lingue, il Papa ricorda poi il ventesimo anniversario della Giornata del rifiuto della miseria, riconosciuta dalle Nazioni Unite sotto il titolo di Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, lanciando un appello a “moltiplicare gli sforzi per eliminare le cause della povertà e le tragiche conseguenze che ne derivano”. “La disparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evidente e inquietante, anche all’interno delle nazioni economicamente più avanzate”, sottolinea Benedetto XVI, parlando di “situazione preoccupante che s’impone alla coscienza dell’umanità”:

     
    “Le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offendere la dignità dell’essere umano e da compromettere, conseguentemente, l’autentico ed armonico progresso della comunità mondiale”.
     
    In particolare tra i saluti, in inglese un pensiero alle Sorelle del Cuore Immacolato provenienti dalla Nigeria; in polacco ai fedeli dell’arcidiocesi di Katovice nel 750.mo anniversario della morte di S. Giacinto. In italiano, un pensiero ai membri della Milizia dell’Immacolata fondata novant’anni fa da S. Massimiliano Maria Kolbe; alle delegate al Capitolo dell’Unione Romana dell’Ordine di Sant’Orsola con la preghiera “affinchè l’intero Istituto sia sempre più animato dall’amore di Dio secondo il carisma della fondatrice sant’Angela Merici”; alle religiose che prendono parte al Seminario internazionale promosso dall’USMI sul tema della “Tratta di esseri umani”, con l’auspicio “che tale incontro rafforzi in tutti la coscienza del valore sacro della vita umana”; ai fedeli accompagnati dall’arcivescovo di Lecce, Francesco Ruppi, e da altri presuli, che prendono parte al pellegrinaggio promosso dalle Suore Salesiane dei Sacri Cuori ad un anno dalla canonizzazione di san Filippo Smaldone, apostolo dei sordomuti, con l’incoraggiamento a “imitare la sua esemplare testimonianza e a seguire fedelmente lo spirito di carità verso i più bisognosi”. Infine, un pensiero ai malati, agli sposi novelli e ai giovani: chiedendo ai giovani di porre al servizio del Vangelo le fresche energie della giovinezza, ai malati la forza della preghiera e della sofferenza, agli sposi novelli le potenzialità della vita coniugale per “offrire un concreto sostegno ai missionari che recano il messaggio cristiano nelle frontiere dell’evangelizzazione”.

     
    L'idea originaria della Giornata mondiale del Rifiuto della miseria, per la quale Benedetto XVI ha lanciato un appello all'udienza generale, era quella della condivisione fraterna con gli esclusi e i senza tetto della periferia parigina. Nel 1992, una risoluzione dell’Assemblea generale associò le Nazioni Unite alla celebrazione di questa Giornata e lo stesso Giovanni Paolo II sostò davanti alla celebre lapide del Trocadero di Parigi, il 21 agosto 1997. Stasera alle 18, il ventennale della Giornata verrà ricordato sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, mentre altre iniziative sono in programma in varie parti del mondo come a Kabul, dove 500 aquiloni si sono levati oggi con la scritta "Speak out", "non tacere". Claudio Calvaruso, presidente dell’Associazione degli Amici di ATD Quarto Mondo in Italia, spiega al microfono di Davide Dionisi se vi siano stati progressi in questi 20 anni:
     
    R. - Io non vedo personalmente molti progressi, perché la qualità dei legami tra i più poveri e le società, le comunità, è una qualità ancora molto, molto scarsa, molto debole e l’appello di padre Joseph Wresinski a condividere le preoccupazioni, i dolori, le speranze, le aspirazioni dei poveri è un appello caduto nel vuoto.
     
    D. - L’ATD-Quart Monde ha lanciato una campagna pubblica dal titolo "Rifiutare la miseria: un cammino verso la pace". Perché la scelta di questo slogan?
     
    R. - Con questo slogan si vuole sottolineare l’attualità del problema della miseria ancora ai nostri giorni e, in particolare, si vuole sollecitare l’ONU, non solo a mantenere uno sforzo importante su questo tipo di battaglia e di impegno, ma ad ampliarlo fortemente, perchè la situazione ci sembra andare sempre peggio.

     
    D. - La proporzione delle persone che vivono con meno di un dollaro è diminuita, ma al tempo stesso viviamo nel contesto di una vera crisi della solidarietà. Come reagire?

     
    R. - Il messaggio di padre Joseph da questo punto di vista è molto incisivo, perché la stessa iniziativa della Lapide, 20 anni fa, aveva come obiettivo quello di restituire voce, in un certo qual modo, ai più poveri, allearsi con loro, riconoscere che queste persone, considerate in genere più piccole, che non contano nulla, di fatto sono i più grandi testimoni della storia, perchè sono coloro che, meglio di ogni altro, incarnano i valori della solidarietà, i valori della fraternità e dell’amore.

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    E' scomparso all'età di 85 anni, a Caracas, il cardinale venezuelano, Rosario Castillo Lara. Il Papa: ha servito il Vangelo e la Chiesa con amore e dedizione

    ◊   Un aggravamento delle sue condizioni di salute, occorso nell’ultima settimana, ha portato ieri, a Caracas, alla scomparsa dell'.85.enne cardinale Rosario Castillo Lara, presidente emerito dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e presidente emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Benedetto XVI ha espresso in un telegramma il proprio cordoglio per la morte di un porporato, che per molti anni ha lavorato nella Curia Romana testimoniando - scrive il Papa - una grande "dedizione alla causa del Vangelo", a sua volta "prova del suo profondo amore per la Chiesa".

    Il porporato, che aveva compiuto l'85.mo anno di età lo scorso 4 settembre, nasce a San Casimiro, località del Venezuela. Dopo gli studi primari e secondari, entra nel noviziato salesiano di Bogotà, dove compie gli studi filosofici e teologici. Viene ordinato sacerdote a Caracas nel 1949 dallo zio, mons. Castillo Hernandez, che era arcivescovo di quella città e primate del Venezuela. Nel 1950, il futuro porporato è in Italia dove si laurea in Diritto canonico all’Ateneo Salesiano di Torino. Nel settembre del 1954, viene nominato docente nella Facoltà di Diritto Canonico dell'Ateneo Salesiano, dove insegna per undici anni, prima a Torino e poi a Roma. Perfeziona quindi i suoi studi in Germania, e nel 1966 ottiene la nomina di superiore provinciale dei Salesiani in Venezuela.

    Paolo VI lo nomina coadiutore di Trujillo in Venezuela, nel 1973, e due anni più tardi è a Roma come segretario della Pontificia Commissione per la Revisione del Codice di Diritto Canonico. Dopo altri incarichi, e dopo aver ricevuto la dignità arcivescovile, l’allora mons Castillo Lara diviene, nel 1984, presidente della neonata Pontificia Commissione per l'Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico. A fine ’89, riceve la nomina a presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e, nell’ottobre 1990, anche quella di presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Giovanni Paolo II gli conferisce la berretta cardinalizia nel Concistoro del 25 maggio 1985. Negli ultimi tempi, dopo il rientro in Patria, il cardinale Castillo Lara aveva in alcune circostanze preso posizione contro la politica del presidente venezuelano, Hugo Chavez.

    Con la scomparsa del porporato, il Collegio cardinalizio risulta attualmente composto di 179 membri, dei quali 104 elettori e 75 non elettori. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Nomine

    ◊   In Brasile, il Papa ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Curitiba, padre João Carlos Seneme, della congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesú Cristo, finora superiore provinciale della Provincia di "Santa Cruz" dei Padri Stimmatini, assegnandogli la sede titolare vescovile di Albule.

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    No all’uso della forza per disinnescare le crisi sul nucleare: il richiamo dell’arcivescovo Celestino Migliore nell’intervento alla Commissione per il Disarmo dell’ONU

    ◊   La Santa Sede esorta tutte le autorità politiche e la società civile a rifiutare le armi nucleari: è uno dei passaggi forti dell’intervento dell’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, alla Commissione per il disarmo e la sicurezza internazionale del Palazzo di Vetro. Mons. Migliore ha ribadito la necessità della ricerca di vie diplomatiche per risolvere le crisi riguardanti il nucleare. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Nessuno Stato membro del Trattato di non proliferazione, ha detto mons. Migliore, deve abusare “del suo legittimo diritto a sviluppare l’energia nucleare per scopi pacifici” al fine di produrre armi nucleari. L’osservatore vaticano ha, quindi, ribadito che “devono essere utilizzati tutti gli strumenti della diplomazia per disinnescare quelle crisi” scaturite “dai tentativi di alcuni Paesi di acquisire le capacità” di costruire armi atomiche. E sempre attraverso la diplomazia, ha affermato il presule, vanno dissuasi quegli Stati che sembrano voler incamminarsi su questa strada pericolosa. Un intervento militare in questi casi - ha avvertito - “potrebbe solo peggiorare una situazione già delicata e potrebbe portare ad una conflagrazione con nuove immense sofferenze ad un’umanità” che già porta il peso delle devastazioni della guerra. Le Potenze nucleari, ha detto ancora, “hanno una particolare responsabilità” per costruire un mondo libero delle armi atomiche.

     
    D’altro canto, ha costatato il rappresentante vaticano, “il disarmo nucleare e la non proliferazione possono rinforzarsi o indebolirsi vicendevolmente”. Per questo, ha sottolineato ancora, entrambi sono un “imperativo” per il pieno adempimento del Trattato di Non Proliferazione. Ecco perché, ha riflettuto mons. Migliore, il continuo fallimento di negoziati sull’eliminazione delle armi nucleari, così come i piani di ammodernamento degli arsenali nucleari già esistenti, mettono in grave pericolo l’efficacia del Trattato. Di qui, l’esortazione della Santa Sede a fare il possibile per far progredire i negoziati. L’entrata in vigore di un Trattato globale sul bando dei test nucleari è, infatti, in gran ritardo, così come l’inizio dei negoziati per il bando sulla produzione di materiale fissile. La Santa Sede, ha aggiunto, ritiene che le armi nucleari violino ogni aspetto della legge umanitaria. Sono, infatti, un affronto alla salvaguardia del pianeta, che può essere distrutto da questi armamenti. Mons. Migliore non ha mancato di mettere l’accento sul rischio che queste armi possano finire nelle mani dei terroristi, auspicando una conferenza internazionale su questo tema, da tenere nel 2009.

     
    La Santa Sede, ha affermato l'osservatore della Santa Sede a New York, spera che il mondo non debba mai più conoscere l’orrore della distruzione nucleare. Il presule ha anche rinnovato l’appello alla comunità internazionale, affinché si impegni a contrastare il traffico illecito di armi, chimiche e biologiche. E, ancora una volta, ha denunciato la distruzione portata dalle armi, soprattutto dalle bombe a grappolo, a danno di civili innocenti. La Santa Sede, ha assicurato mons. Migliore, garantisce il suo sostegno all’Agenzia dell’ONU per l’Energia Nucleare, ribadendo l’urgenza di un uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni più svantaggiate.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Benedetto XVI terrà un Concistoro per la nomina di 23 cardinali: all'udienza generale l'annuncio della solenne cerimonia che si svolgerà il 24 novembre, vigilia della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo.

    Servizio estero - Medio Oriente: "sì" dell'Egitto alla conferenza internazionale di pace.

    Servizio culturale - Un articolo di Francesco Buranelli dal titolo "Il dis-velamento del mistero in una visione di luci e di colori": domani si inaugura nei Musei Vaticani la mostra "Apocalisse. L'ultima rivelazione".
     Servizio italiano - In rilievo il tema dei conti pubblici.

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    Oggi in Primo Piano



    Il parlamento turco chiamato al voto sulla mozione che autorizza un intervento militare nel nord Iraq contro i guerriglieri curdi

    ◊   Il governo iracheno adotterà tutte le misure necessarie a fermare l’attività terroristica del PKK contro la vicina Turchia. L’annuncio delle autorità irachene giunge mentre il parlamento di Ankara si prepara a votare l’autorizzazione per un intervento militare nel nord Iraq. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    La comunità internazionale segue con apprensione le notizie provenienti dalla Turchia, dove il primo ministro turco, Tayyip Erdogan, ha presentato al parlamento una mozione che, se approvata, consentirà un intervento militare, da parte di forze turche, nel nord dell’Iraq. L’obiettivo di questa eventuale operazione saranno le postazioni di circa 3000 guerriglieri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). L’approvazione di questa mozione, sostenuta da gran parte dell’opinione pubblica, non si tradurrà - ha precisato il premier turco - in un’immediata incursione. “Agiremo - ha aggiunto - a tempo debito e nelle condizioni appropriate”. Per scongiurare l’ipotesi di un intervento militare, il governo iracheno, che ha chiesto un “negoziato urgente” con la Turchia, ha inviato ad Ankara una propria delegazione per rassicurare il governo turco sul suo impegno contro il terrorismo di matrice curda. Il vice presidente iracheno, Tarek al-Hashemi, si è detto soddisfatto per l’esito dei colloqui. L’esecutivo degli Stati Uniti ha espresso forti timori: un’incursione nel nord Iraq, secondo Washington, può destabilizzare la parte più pacifica dell’Iraq e potenzialmente l’intera regione. Nelle relazioni tra Turchia e Stati Uniti continua poi ad alimentare tensioni anche la mozione approvata nei giorni scorsi da una commissione del Congresso statunitense che definisce “genocidio” lo sterminio degli armeni, da parte dei turchi ottomani, durante la Prima guerra mondiale. Se sarà confermata questa mozione - ha avvertito Erdogan - potrebbero verificasi rappresaglie.

    Sulla complessa situazione del Nord Iraq, da dove i ribelli curdi continuano a lanciare attacchi contro il territorio turco, si è espresso anche il governo del Kurdistan iracheno, secondo cui l’incursione militare sarebbe “illegale e contraria al diritto internazionale”. Cosa vuol dire, dunque, questa mozione a livello diplomatico e strategico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Lucio Leante, corrispondente ANSA da Ankara:


    R. - Da un punto di vista diplomatico, Ankara vuole con questa mozione rendere credibile e immediatamente agibile la minaccia di un’invasione in nord Iraq, al fine di combattere il PKK. Si riserva un po’ di tempo per lasciare a Baghdad l’ultima possibilità di agire contro i campi del PKK e di rendere inutile un’operazione militare; operazione che non vogliono gli iracheni, che non vogliono in particolare i curdi nord-iracheni. Non la vogliono nemmeno gli americani, perché il Nord Iraq è l’unica regione stabile dell’Iraq e i curdi nord iracheni sono gli unici stabili alleati degli americani.

     
    D. – Un attacco turco in territorio iracheno non potrebbe destabilizzare, di fatto, ancora di più l’intera area, compresa la Turchia?

     
    R. – Certo. Sarebbe un gioco a somma negativa, dove tutti avrebbero da perdere, compresi i turchi, che devono mettere nel conto l’opposizione armata dei peshmerga, le forze di sicurezza dei curdi nord iracheni, che sono schierati ai confini. In caso di intervento, potrebbero alimentare una guerriglia fastidiosa e sanguinosa per Ankara.

     
    D. – Un ruolo importante è ovviamente giocato dagli Stati Uniti e, tra l’altro, i rapporti tra Washington ed Ankara non stanno attraversando un momento facile, dopo che la Commissione esteri del Senato americano ha approvato – lo ricordiamo – la risoluzione che definisce genocidio le stragi di civili armeni durante la Prima guerra mondiale, attribuendole proprio alla Turchia. Quanto questi screzi diplomatici possono avere influito sulla rigidità di Ankara nei confronti dell’Iraq?

     
    R. – Questa coincidenza rafforza paradossalmente la posizione di Ankara, perché può ridurre la reattività degli americani ad un’operazione militare e in più darebbe ad Ankara maggiori giustificazioni per bloccare l’uso della base di Incirlik, una base aerea logistica, che gli americani usano per rifornire le truppe sia in Iraq, sia in Afghanistan. Senza la base di Incirlik gli americani si troverebbero in grosse difficoltà, dovrebbero trovare alternative che non sempre sono facili nell’area.

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    Sì della Cassazione italiana alla sospensione del trattamento ai malati in stato vegetativo in casi circostanziati. Il prof. Pessina della Cattolica di Milano: sentenza che provoca "gravi perplessità"

    ◊   Ci sarà un nuovo processo sul caso di Eluana Englaro, la giovane che a seguito di un incidente stradale è in coma dal ‘92 e per la quale il padre chiede la sospensione dell’alimentazione artificiale. La Corte di Cassazione italiana ha stabilito ieri che il giudice può, su istanza del tutore, autorizzare l’interruzione, ma in presenza di due circostanze concorrenti: che sia provata come irreversibile la condizione di stato vegetativo e che sia accertato che il convincimento etico della giovane avrebbe portato a tale decisione. La scelta della Cassazione suscita diverse “gravi perplessità”, ha affermato il prof. Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Adriana Masotti gli ha chiesto quali siano:


    R. - La perplessità maggiore è data dal fatto che sembra che la Corte stabilisca che qualora una persona non fosse più in grado di prendere relazioni, di avere rapporti coscienti, possa essere in qualche modo abbandonato dal punto di vista assistenziale. Perché il caso Englaro è il caso di una persona in stato vegetativo persistente, che in questo momento ha come unico sostegno semplicemente l’alimentazione e l’idratazione. Io trovo assolutamente paradossale ritenere che si possa rinunciare a questa forma di assistenza o che si possa teorizzare che la società può smettere di assistere persone che magari non sono più in grado di intendere e di volere. Poi, il riferimento alla possibilità che la scienza stabilisca che mai la povera Englaro potrà riprendere coscienza, è un’altra affermazione che significa non conoscere la scienza. E’ evidente che la scienza non potrà mai stabilire in assoluto la possibilità di ripresa della coscienza di Englaro. Ancora più grave è l’idea che si fa riferimento ad una volontà pregressa per cui la Englaro non avrebbe voluto stare in questa situazione. Ora, il punto fondamentale non è che qualcuno voglia stare nello stato vegetativo permanente; la questione di fondo è quando, per un caso qualsiasi e per diversi motivi, uno è in uno stato vegetativo persistente noi - oltre a cercare di fare di tutto perché riprenda coscienza - non dobbiamo anche almeno garantirgli quel minimo di assistenza che è l’alimentazione e l’idratazione?

     
    D. - Chi chiede insistentemente che Eluana non venga più alimentata lo fa in nome dell’autodeterminazione della persona. In questo caso, non c’è la certezza che Eluana avrebbe rifiutato l’alimentazione. Ma se avesse lasciato scritto questa sua volontà, le cose sarebbero state diverse? In sostanza, esiste un diritto a morire?

     
    R. - Il termine “diritto a morire” è un termine improprio, perché il diritto riguarda solo la sfera di beni che siano utilizzabili, e la morte non è un bene ma è un fatto. In secondo luogo, l’idea dell’autodeterminazione non è messa in discussione. La questione in questo caso è diversa: se il rinunciare a dei trattamenti sproporzionati è assolutamente legittimo, risulta - secondo me - non accettabile invece l’idea che uno chieda di essere lasciato a morire di fame e di sete. Qui si tratta di rinunciare ad avere quell’alimentazione e quell’idratazione che sono il conforto minimo per una persona che è assolutamente viva. In altre parole: la Englaro non sta morendo; è in uno stato particolare che, peraltro, suscita la sofferenza di coloro che le sono vicino. Anzi, il paradosso è che forse la sofferenza maggiore sembra essere provocata da quelli che non sopportano di vedere questa persona in questa situazione.

     
    D. - La difficoltà ad emettere un giudizio sul caso Englaro può essere vista comunque come un incoraggiamento ed una richiesta a che il parlamento legiferi su questi casi? Il testamento biologico, allora, potrebbe essere la soluzione?

     
    R. - Io ritengo che il testamento biologico non sia assolutamente uno strumento utile, perché burocratizza una questione molto delicata, che è il rapporto medico-paziente nelle diverse fasi della vita. Io credo che su molte questioni si tratti di ritornare ad una formazione etica che tenga in conto quali sono i beni in gioco e distingua le varie situazioni, perché uno stato vegetativo persistente non è una persona in coma, non si tratta di un accanimento terapeutico. Ci sono situazioni molto differenti, che un pezzo di carta non può risolvere. Continuo a dire: che cosa ci ha fatto di male la Englaro per farla morire di fame e di sete? Paradossalmente, poi, emerge l’altra frase: “Ma allora a questo punto meglio ucciderla con un'iniezione letale!”. E qui si vede chiaramente che si vuole farla finita con questa vita. Una democrazia seria non fa mai delle discriminazioni sulle persone in base alle loro condizioni mentali e conoscitive. E' in grado di non infierire, quindi di non fare accanimento terapeutico, ma anche di non abbandonare nessuno.

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    Al Chiostro del Bramante di Roma, una grande mostra sui Macchiaioli e i sentimenti del vero. Intervista con la curatrice, Francesca Dini

    ◊   A 50 anni dalla grande mostra della Galleria nazionale d’arte moderna, tornano a Roma i Macchiaioli. Cornice di questa nuova rassegna è il Chiostro del Bramante, dove fino al 3 febbraio prossimo si potranno ammirare oltre cento opere dei protagonisti della più importante avanguardia italiana dell’ ‘800, da Fattori a Lega, da Signorini a Borrani. Il servizio di Alessandro Gisotti:


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    Artisti, ma anche intellettuali, profondamente coinvolti nella realtà del loro tempo. La mostra al Chiostro testimonia l’originale e rigoroso rapporto dei Macchiaioli con il realismo. Aspetto sul quale si sofferma la curatrice della mostra, Francesca Dini:

     
    “Abbiamo scelto un taglio che ci porta ad entrare proprio nell’animo di questi artisti che furono, naturalmente, molto attratti dalla realtà del proprio tempo, cercando di restituire, anche attraverso il frammento più minuscolo apparentemente insignificante della natura che li circondava, il sentimento e le idealità profonde della loro epoca”.
     
    La macchia, derivata dall’antico modo di colorire “dal vero” di Giorgione e Tiziano, si carica di nuovi significati non solo artistici, ma esprime anche le tensioni morali e civili di un gruppo di giovani del tempo. Sono, le loro, opere che raccontano le fatiche della campagna, i momenti di raccoglimento come quelli della vita domestica:

     
    “Anzitutto un senso di riscatto non soltanto artistico, ma un riscatto anche politico ed anche sociale. Direi che questi artisti giovanissimi furono all’epoca estremamente attenti a tutti questi aspetti, desiderando non solo di dare l’indipendenza al loro Paese, ma anche un miglior vivere alla popolazione. Cercarono, quindi, di rappresentare nelle loro opere - senza retorica assoluta - questo senso di attesa e di speranza”.
     
    La mostra indaga anche la personalità di questi giovani artisti attraverso una serie di ritratti:

     
    “L’allestimento che è stato studiato al Chiostro è un allestimento molto coinvolgente. Senz’altro questi ritratti degli artisti, ricavati da antiche fotografie, ci permetteranno anzitutto di guardarli nei loro volti. Sono volti per lo più di giovani, alcuni di essi morirono anche giovanissimi per vicende biografiche tormentate o sui campi di battaglia. Ogni artista ha, quindi, un qualcosa di personalissimo da raccontare”.
     
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    Chiesa e Società



    Ultimatum di 72 ore per i due sacerdoti rapiti a Mossul, in Iraq. I rapitori chiedono un riscatto di un milione di dollari

    ◊   In Iraq, i sequestratori di padre Pius Afas e di padre Mazen Ishoa, i due sacerdoti di rito siro-cattolico rapiti a Mossul, nel nord del Paese, hanno fissato un ultimatum di 72 ore. I rapitori chiedono in cambio del rilascio dei due sacerdoti, il pagamento di un riscatto di un milione di dollari. L’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Basile Georges Casmoussa - riferisce l’Agenzia AsiaNews - ha ribadito che gli ostaggi stanno bene. Il presule ha anche sottolineato che “finora non ci sono stati contatti diretti con i due sacerdoti. L’unica cosa, la migliore, che possiamo fare – ha aggiunto mons. Casmoussa - è di non smettere di pregare". Padre Afas, 60 anni, è stato direttore di una rivista cattolica. Padre Ishoa è stato ordinato sacerdote da poco. Entrambi sono originari della zona di Mossul. Sono stati rapiti lo scorso 13 ottobre mentre si stavano dirigendo nel quartiere di Al Faisaliya per la celebrazione di un funerale. (A.L.)

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    Concluso in Australia l’incontro preparatorio in vista della GMG del 2008. “Una Pentecoste per il Paese” lo ha definito mons. Fisher, vescovo di Sydney

    ◊   Con una celebrazione, presieduta dal monsignor Anthony Fisher, vescovo ausiliare di Sydney, si è concluso l’incontro preparatorio in vista della Giornata Mondiale della Gioventù in programma nel 2008. “Una nuova Pentecoste per l’Australia” è quanto ha auspicato il presule, durante la sua omelia nel santuario dedicato alla beata Mary MacKillop, a North Sydney. Proprio la Beata è stata portata da monsignor Fischer come esempio di fede nella Provvidenza. “Non mutava l’idea di Dio a sua somiglianza per far quadrare i conti” ha detto il presule, una risposta forte al “consumismo di oggi che accomoda la gente, i loro talenti, i loro corpi, che li tratta come beni spendibili o addirittura privi di valore”. Davanti a questa situazione “lasciare perdere tutto non è una risposta cristiana. Dio stesso non ci ha mai abbandonato – ha spiegato mons. Fisher – ma ci ha chiamato a costruire una cultura di vita e di amore, di verità e di giustizia”. Citando le parole della beata Mary MacKillop, il vescovo ausiliare di Sydney ha ricordato che siamo pellegrini sulla terra e proprio la GMG è “una grande opportunità per riflettere su cosa significhi essere pellegrini permanenti che visitano una casa provvisoria. E’ una chiamata rinnovata”. Saranno 206 mila i giovani provenienti da 160 Paesi, stando agli ultimi dati relativi alle iscrizioni alla GMG, oltre 200mila quelle individuali. Gli Stati Uniti vantano la maggiore partecipazione, seguiti dall’Europa con 19 mila italiani in arrivo, dall’Africa sono attesi 7 mila giovani. Il 70 per cento dei partecipanti ha già chiesto di ascoltare le catechesi in inglese ed il comitato organizzatore sta provvedendo per fronteggiare questa richiesta. Intanto sono stati già predisposti 100 mila posti letto in 600 luoghi, tra questi anche alcuni messi a disposizione dalle comunità ebraica e musulmana. I pellegrini ospitati in famiglia saranno 40 mila e proprio il numero di famiglie che parteciperanno alla GMG sarà molto elevato, lo rivela, all’agenzia Sir, Geoff Morris, direttore dell’ufficio servizi ai pellegrini. “Si tratta di persone che avendo in qualche modo partecipato a precedenti GMG - ha detto - ora propongono la stessa esperienza alle loro famiglie, quindi mogli, mariti e figli”. L’occasione poi di vedere il Papa è un fatto storico per gli australiani che non vogliono perdere questo momento di comunione e di preghiera. Anche il governo di Canberra ha voluto portare il suo saluto al termine dell’incontro di Sydney al quale hanno partecipato 200 delegati di pastorale giovanile di 100 Paesi del mondo. Sydney 2008 “è un grande impegno”, hanno detto fonti governative, che porterà benefici all’Australia pertanto sono stati stanziati 35 milioni di dollari australiani per contribuire alla migliore realizzazione dell’evento. Piena collaborazione è stata poi ribadita al comitato organizzatore in particolare per la visita di Benedetto XVI che sarà ospite del governo. (B.C.)

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    Pesante il bilancio delle alluvioni ad Haiti: sono 20 mila i disastrati

    ◊   Sarebbero 20.000, tra vittime, feriti e sfollati, le persone ad oggi colpite dalle intense piogge abbattutesi su Haiti la scorsa settimana; oltre 30 i centri abitati alluvionati, 700 le case totalmente distrutte e 4000 quelle seriamente danneggiate. A 19 chilometri a nord di Port-au-Prince migliaia di persone sono rimaste isolate nella zona montuosa di Cabaret, la regione più colpita. E’ il bilancio, riportato dall'agenzia Misna, e fornito ieri dalla protezione civile haitiana che risulta tuttavia ancora frammentario e provvisorio. Nelle regioni meridionali e occidentali del Paese le aree alluvionate sono colpite da crolli e smottamenti, aggravati dal massiccio disboscamento dei terreni. Pesanti le perdite anche nel settore agricolo e nell’allevamento. Nemmeno l’area metropolitana della capitale è stata risparmiata dalle inondazioni. (C.D.L.)

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    Coerenza nella lotta al traffico di esseri umani. Lo chiedono all’UE le organizzazioni cristiane d’Europa

    ◊   Un approccio coerente e multilaterale. E’ ciò che chiedono all’Unione Europea le organizzazioni cristiane di oltre 30 Paesi impegnati a combattere il traffico di esseri umani. Alla vigilia della prima Giornata europea contro la tratta, che sarà celebrata domani, 18 ottobre, col titolo "Trafficking in Human Beings: Time for Action", la Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (CCME), insieme ad altre reti che operano nel settore, chiede di adottare misure più forti per prevenire e combattere il traffico di esseri umani, e per proteggere le vittime: “un approccio basato sui diritti, che includa politiche europee sulla cooperazione allo sviluppo, i diritti umani, la non discriminazione, le migrazioni e il diritto all’asilo”. Le organizzazioni cristiane chiedono inoltre la firma, la ratifica e l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sull’azione contro il traffico di esseri umani, e della Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie. “Troppo spesso la lotta alla tratta è vista come un settore a sé - afferma Torsten Moritz, membro del CCME, come riportato dall’agenzia SIR – ma, per avere effetti che durino, mentre perfezioniamo i nostri programmi dobbiamo coordinare gli approcci multi-settoriali”. Ogni anno – stando ai dati raccolti da organizzazioni non governative - due milioni e mezzo di persone, soprattutto donne e bambini, sono vittime della tratta degli esseri umani, 500 mila di queste solo in Europa. “Un fenomeno in mano ad organizzazioni criminali, che - afferma Franco Frattini, commissario UE alla Giustizia, Libertà e Sicurezza - produce un giro d'affari complessivo di 12 miliardi di dollari l'anno”. “Tolleranza zero e supporto alle vittime” è la risposta dell’Unione Europea. (C.D.L.)

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    A Parigi, la Conferenza generale dell’UNESCO. Nel pomeriggio, la Santa Messa celebrata da mons. Follo

    ◊   Un’autentica cultura della pace nel mondo con questa intenzione verrà celebrata oggi, nella chiesa parigina di San Francesco Saverio, una Santa Messa presieduta da monsignor Francesco Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’UNESCO. Alla celebrazione saranno presenti i partecipanti alla 34.esima Conferenza Generale dell’Organizzazione, che si è aperta ieri a Parigi, gli ambasciatori accreditati presso l’UNESCO, diverse ONG cattoliche e collaboratori della società civile. Scopo del summit, che ha cadenza biennale, è quello di stabilire obiettivi, percorsi e strategie dell’UNESCO sulla base di dossier che vertono principalmente sull’Africa e l’uguaglianza tra i sessi, con la promozione dell’indipendenza e dei diritti della donna. Per raggiungere le priorità indicate sono stati individuati obiettivi specifici per ciascuno dei cinque Settori dell’UNESCO: l’Educazione, le Scienze naturali ed esatte, le Scienze sociali ed umane, la Cultura, la Comunicazione e informazione. Nel corso della Conferenza verranno affrontati anche altri argomenti come l’istruzione per tutti nel mondo, l’ambiente e l’educazione allo sviluppo sostenibile, l’accesso per tutti alle tecnologie dell’informazione, le basi per il dialogo interculturale e interreligioso, l’etica sotto diversi aspetti. La Delegazione della Santa Sede parteciperà ai lavori e sarà rappresentata da membri dei diversi Dicasteri che contribuiranno alla riflessione in seno alle Commissioni istituite per ognuno dei cinque Settori. Prevista la partecipazione della Delegazione a due tavole rotonde ministeriali su “Educazione e sviluppo economico” e “Scienza e tecnologia al servizio dello sviluppo sostenibile. Inaugurata ance l’esposizione “Il Pianeta Terra: alcuni luoghi visti dallo spazio”, che prelude al “2008 Anno Internazionale del Pianeta Terra” e presenta il lavoro dell’UNESCO nel campo dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici.(B.C.)

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    Videomessaggio di mons. Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali al III Congresso latinoamericano e caraibico di comunicazione

    ◊   “Un’identità cristiana matura” è il presupposto alla comunicazione e alla ricerca della verità. Lo afferma monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, nel videomessaggio con cui è intervenuto all’inaugurazione del III° Congresso Latinoamericano e Caraibico di Comunicazione, in svolgimento a Loja, in Ecuador, fino al 19 ottobre. “Come comunicatori – afferma monsignor Celli- siamo tutti chiamati a cercare e a difendere la Verità che dà dignità alla persona umana, che difende la vita, che promuove la solidarietà, la carità, che restituisce lo spazio per far sentire la propria voce a quelli la cui voce non era ascoltata”. Tuttavia, se da un lato i mezzi di comunicazione si mostrano una risorsa, dall’altro lo sviluppo tecnologico introduce nuove problematiche che vanno “affrontate con obiettività e con un senso cristiano della vita”. I comunicatori di oggi devono confrontarsi con le piaghe sociali della povertà, dell’esclusione e l’emarginazione “che esigono azioni di vera promozione umana da parte di quanti hanno avuto più opportunità nella vita”. In chiusura, come riporta Zenit, il presule ha ricordato alcune sfide condivise con i membri della Rete Informatica della Chiesa in America Latina, incontrati a settembre a Tegucigalpa, in Honduras: missione dei comunicatori cristiani è portare la cultura del Vangelo nel mondo dell’informazione e formare gli utenti all’uso e alla comprensione dei media. (C.D.L.)

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    Adeguare la pastorale alla società che cambia: così il presidente della Conferenza episcopale canadese, mons. Gaumond

    ◊   Si concluderanno venerdì i lavori della Plenaria dei vescovi canadesi, a Cornwall, dedicati al tema dell’evangelizzazione. Lunedì nella sua prolusione, monsignor Andrè Gaumond, presidente della Conferenza episcopale canadese (CECC/CCCB), ha parlato della necessità di adeguare il messaggio ed i metodi pastorali alla società che cambia, indicando così la strada per vincere la sfida della nuova evangelizzazione. Nell’intervento del sociologo Reginald Bibby, chiamato ad illustrare ai vescovi le attuali tendenze religiose in Canada, è stata sottolineata l’inconsistenza della tesi laicista per cui le religioni sarebbero una realtà del passato. Al contrario, Bibby ha precisato che la secolarizzazione ha avuto come effetto una maggiore partecipazione alla vita della Chiesa; il 62 per cento degli adulti ed il 40 per cento degli adolescenti si dice infatti più propenso a prendere parte alla vita della comunità in cui vive a patto che questa risponda ai propri bisogni umani e spirituali. Per questo il sociologo invita i presuli a ripartire dalla famiglia per raggiungere più persone possibili. Tra gli argomenti affrontati dai vescovi a Cornwall anche la preparazione del Congresso Eucaristico Internazionale in programma a Quebec nel giugno del 2008. L’assise ruoterà intorno all’asse: “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo". Il comitato organizzatore del Congresso ha promosso l’evento con l’ “Arca della Nuova Alleanza”, benedetta dal Papa nel maggio dello scorso anno. (B.C.)

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    Tre giorni di preghiera in Venezuela: l’iniziativa promossa dall’episcopato e dagli organismi laicali

    ◊   A partire da domani prenderanno il via le tre giornate di preghiera indette dalla Conferenza Episcopale Venezuelana e dal Consiglio Nazionale dei Laici. Il primo appuntamento si legherà all’iniziativa: “Un milione di bambini pregano per la pace”. Dalle 9 di mattina, nelle scuole e nelle comunità religiose, i bimbi reciteranno il Santo Rosario. E’ dal 2005 che si ripete l’appuntamento, ormai di grande successo, che ha l’obiettivo di diffondere tra i bambini l’idea della necessità di pregare per la pace interiore, per l’unità della famiglia, del Paese e del mondo intero. Il 20 ottobre, secondo giorno di preghiera, verrà celebrata una Santa Messa nella città di Guanare, preceduta da una veglia nel Santuario Nazionale, che sarà presieduta dal cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, e concelebrata da vescovi e sacerdoti del Paese riuniti in occasione della XXXVI Plenaria dell’episcopato venezuelano. Ultimo appuntamento è il 28 ottobre quando ricorrerà la “Giornata Nazionale di Preghiera” che vedrà coinvolto tutto il popolo venezuelano. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, il Consiglio Nazionale dei Laici annuncerà a breve una riflessione sulla riforma costituzionale nella prospettiva della Dottrina Sociale della Chiesa. (B.C.)

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    “Educazione dei giovani all’affettività, all’amore e alla sessualità” è il titolo di un incontro internazionale nelle Filippine, in programma a novembre

    ◊   Proporre idee e progetti che siano alternativi alle politiche antinataliste ed immorali che si stanno diffondendo in tutta l’Asia. E’ l’obiettivo dichiarato degli organizzatori del secondo incontro internazionale sull’educazione dei giovani all’affettività, all’amore e alla sessualità, che prenderà il via il 19 novembre a Manila, nelle Filippine. Una due giorni preceduta da alcune iniziative come la presentazione di una relazione sullo stile di vita degli adolescenti, realizzata in collaborazione con l’Università di Navarra, in Spagna, e un concorso di video e canzoni che permetterà di presentare il modo di pensare degli adolescenti su queste tematiche. A Manila sono stati chiamati a raccolta numerosi esperti internazionali, oltre 700 pedagoghi e studiosi responsabili delle diverse realtà famigliari di Asia, America, Europa ed Australia, con il compito di illustrare un modo diverso di pensare la sessualità tra i giovani alla luce di una cultura, sempre più diffusa in Asia, contro la natalità. In un’intervista all’agenzia Fides, il direttore dell’incontro, Antonio Torralba, sostiene che esiste “un dibattito internazionale aperto sull’efficacia dell’educazione della sessualità basata sulla castità e sull’astinenza”. “Gli organizzatori – continua Torralba- considerano l’educazione incompleta se non si riscopre il valore della castità e dell’affettività umana, poiché la castità e l’educazione del carattere permettono di riscoprire l’amore che comincia nella famiglia”. Grande spazio, nella due giorni filippina, verrà dedicato proprio al ruolo della famiglia come centro propulsore di valori e ai compiti della società. Allo studio anche l’influenza dei mezzi di comunicazione nello stile di vita degli adolescenti. Per ulteriori informazioni si può scrivere a: info@edicongress.com o consultare il sito internet: www.edicongress.com. (B.C.)

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    Viaggio ufficiale in Romania del presidente del Parlamento europeo, Pottering: tra gli appuntamenti, la visita della cattedrale di Bucarest

    ◊   Ha incontrato i responsabili della Chiesa cattolica di Romania e visitato la cattedrale di San Giuseppe il presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Pottering, lo scorso lunedì a Bucarest, nell’ambito di una visita ufficiale nel Paese. Dopo l’incontro con le autorità, i presidenti del Senato e della Camera e il presidente della Repubblica, Pottering - stando a quanto riferisce all’agenzia Sir il portavoce dell’arcivescovado di Bucarest, padre Francisc Dobos – “ha voluto verificare di persona la situazione della cattedrale” in difesa della quale nei mesi scorsi si è mobilitata l’intera comunità cristiana di Romania. A minacciare l’edificio, parte del patrimonio religioso, storico ed artistico del Paese, è la costruzione, a soli 8 metri di distanza, di un enorme grattacielo di 20 piani e 4 livelli interrati, ad oggi quasi completamente realizzato. La protesta dell’arcidiocesi di Bucarest si è scontrata nei mesi scorsi con la resistenza delle autorità competenti e con i ritardi subiti dai ricorsi in sede legale, ed ha ottenuto la sospensione dei lavori solo lo scorso 20 luglio. Alla protesta della comunità cattolica si è dimostrato più sensibile il parlamento europeo che recentemente ha approvato una dichiarazione scritta in cui si condanna fermamente la “costruzione illegale" del grattacielo. “Auspichiamo che la giustizia non segua più le vie parallele della illegalità mafiosa e che nella zona della cattedrale si ritorni allo stato iniziale – dichiara padre Dobos - questa battaglia rappresenta per noi l’impegno della Chiesa di Romania nella lotta alla corruzione”. (C.D.L.)

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    In Tagikistan, la Chiesa locale mostra una rinnovata vitalità: lo sottolinea il superiore dei Missionari del Verbo Incarnato

    ◊   In dieci anni, la Chiesa del Tagikistan è cresciuta in modo sensibile nel pieno rispetto della diversità ma in pace con tutti. A sottolinearlo è in particolare padre Carlos Avila, superiore dei Missionari del Verbo Incarnato, giunti nella zona nel 1996. A loro viene riconosciuto un grande ruolo: “hanno salvato la nostra Chiesa” ha dichiarato la catechista Larissa Kwiatowska, della parrocchia di San Giuseppe a Dushambe. “Prima del loro arrivo – ha aggiunto - non vedevamo un prete da quattro anni. Non fosse stato per loro, non esisteremmo come Chiesa”. Fu Giovanni Paolo II a stabilire la "Missio Sui Jiuris" in Tagikistan, il 2 settembre 1997, affidandola alle cure dei Missionari dell’Istituto del Verbo Incarnato, fondato in Argentina nel 1984. Notevoli gli sforzi profusi dai religiosi che hanno fatto sentire la loro azione subito dopo la fine della guerra civile. Durante il conflitto, iniziato nel 1992 e conclusosi nel 1994, molti cattolici erano fuggiti, con il tempo però la comunità è cresciuta e tra i 250 cattolici presenti nell’area non ci sono solo deportati polacchi e lituani ma anche russi e tagiki. Una nuova vitalità che parte dalla vicinanza dei missionari, aperti anche ad imparare una lingua particolarmente ostica, e confermata dalle testimonianze dei fedeli. Uno di loro, Anton Petrov, ha parlato dei religiosi “non ‘solo’ come maestri, ma anche come amici”. Con lui, ogni domenica altri cento tagiki partecipano alle Sante Messe nella capitale e nelle stazioni missionarie affidate a cinque missionari. (B.C.)

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    Nominato il nuovo prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano: è mons. Franco Buzzi. Succede a mons. Gianfranco Ravasi

    ◊   E’ mons. Franco Buzzi il nuovo Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Succede a mons. Gianfranco Ravasi, neo presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, per 18 anni alla guida dell’Ambrosiana. Cinquantanovenne, il nuovo Prefetto è laureato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e licenziato in Teologia. Dopo un periodo dedicato all’insegnamento nei Seminari milanesi, divenne dottore dell’Ambrosiana nel 1992. Il nuovo prefetto ha commentato la nomina fatta dall’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, come segno di continuità col passato. Monsignor Buzzi ha già tracciato una sorta di programma della sua guida della prestigiosa istituzione culturale, fondata nel 1609 dal cardinale Federico Borromeo. L’intenzione è di sviluppare i rapporti con le università e le istituzioni culturali milanesi; mentre all’interno si propone la nascita di nuove accademie, in particolare una dedicata agli studi orientali. Nella Biblioteca Ambrosiana operano l’Accademia di San Carlo e la Pinacoteca, quest’ultima vanta reperti preziosi quali il “Codice Atlantico” di Leonardo, piuttosto che il cartiglio per il “Giudizio Universale” di Michelangelo ed ancora opere da Piero della Francesca a Rubens, manoscritti di Petrarca, Galileo e Manzoni. Decine di migliaia, di tutti i periodi, i volumi in dotazione alla Biblioteca. Il Prefetto guida l’attività scientifico-culturale dell’Ambrosiana, un lavoro intenso portato avanti con almeno altri cinque dottori nominati a vita dagli Arcivescovi di Milano. La bibliografia di monsignor Buzzi è dominata da lavori su correnti e filosofie del XV e XVI secolo con particolare riguardo al periodo della Riforma e della Controriforma. (Da Milano, per Radio Vaticana, Fabio Brenna) 00:01:35:23

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    24 Ore nel Mondo



    Proteste del governo cinese per l’incontro tra Bush e il Dalai Lama, a Washington. Secondo la Casa Bianca, si è trattato di un colloquio informale

    ◊   Aver ricevuto il Dalai Lama, il leader tibetano che vive in esilio dal 1959, è una “grave interferenza” negli affari cinesi da parte del presidente americano, George W. Bush. Lo ha detto il portavoce del Ministero degli esteri di Pechino, Liu Jianchao, in una dichiarazione diffusa dall’agenzia Nuova Cina. “Le parole e le azioni del Dalai Lama negli ultimi decenni - ha aggiunto il portavoce - mostrano che si tratta di un rifugiato politico impegnato in attività secessioniste”. L’amministrazione statunitense ha replicato sostenendo che l’incontro è stato soltanto “privato”. Bush ha ricevuto ieri il Dalai Lama nel suo appartamento e non nello Studio ovale della Casa Bianca, a sottolineare proprio l’aspetto informale del colloquio. Il Dalai Lama, precisa inoltre un portavoce del capo di Stato americano, è visto “non come capo di Stato ma come leader spirituale”.

    - L’ex vicepresidente americano e vincitore del Premio Nobel per la pace 2007, Al Gore, ha affermato oggi in un'intervista alla tv norvegese che non si candiderà alle presidenziali USA del 2008. Gore era stato il candidato democratico alle elezioni del 2004. L’ipotesi di una sua candidatura era stata ventilata sull’onda della popolarità riacquisita da Al Gore dopo il Nobel per la Pace, assegnatogli per la campagna di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.

    Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha iniziato da Betlemme la penultima giornata del suo tour in Medio Oriente. La Rice ha visitato la basilica della Natività tra straordinarie misure di sicurezza. Sono previsti incontri il con il premier israeliano, Ehud Olmert, con il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Tzipi Livni, e con il presidente palestinese, Abu Mazen.

    - In Myanmar, ex Birmania, la Giunta militare ha accusato i monaci buddisti di essere responsabili delle violenze avvenute recentemente nel Paese asiatico: “Se i monaci fossero rimasti nei loro monasteri - scrive il quotidiano New Light of Myanmar, organo ufficiale del governo - l’esecutivo non sarebbe stato costretto a ricorrere alla forza per impedire le dimostrazioni”. La Giunta birmana ha anche reso noto che sono rimaste uccise almeno 10 persone e che sono stati arrestati circa 3 mila dimostranti, più di 500 in carcere. Intanto, prosegue nella regione la missione dell’inviato delle Nazioni Unite per l’ex Birmania, Ibrahim Gambari, che ha annunciato un suo prossimo viaggio nel Paese a novembre.

    - La stampa iraniana ha salutato con soddisfazione il vertice del Mar Caspio, svoltosi ieri a Teheran con la partecipazione del presidente russo, Vladimir Putin. Il capo del Cremlino ha confermato il completamento dei lavori “nei tempi previsti” della prima centrale nucleare iraniana che i tecnici russi stanno costruendo a Busher. Il presidente russo ha anche esplicitamente avvertito Washington che il governo di Mosca non accetterà un’azione militare contro l’Iran. Il servizio di Giuseppe D’Amato:


    “La Russia manterrà fede ai suoi impegni e finirà di costruire la centrale atomica di Busher”: lo ha detto Vladimir Putin ai giornalisti iraniani. La prima partita di combustibile nucleare verrà consegnata a Teheran all’ultimazione dei lavori. Poi, una volta utilizzata, tornerà in Russia. Mosca è favorevole al programma nucleare iraniano per uso pacifico e civile. Putin ha invitato il collega Ahmadinejad per una visita di Stato. Il Cremlino è contrario all’isolamento di Teheran e spinge per un negoziato simile a quello con la Corea del Nord, che ha dato ottimi risultati. Europei ed americani sono invece per rafforzare le sanzioni contro l’Iran. I cinque Paesi che si affacciano sul Mar Caspio si sono poi impegnati a non concedere basi per eventuali attacchi agli altri Stati della regione. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

    - L'ex premier pakistano, Benazir Bhutto, ha confermato che domani rientrerà in Pakistan. Dopo 8 anni di esilio, le leader del principale schieramento d’opposizione, il Partito popolare pakistano, ha detto che non si farà “intimidire” dalle minacce di terroristi e dalle richieste del governo di rinviare il proprio rientro. Intanto, oggi, la Corte suprema di Islamabad, riunitasi per deliberare sulla legittimità della rielezione del presidente Musharraf, ha aggiornato la seduta a tempo indeterminato.

    Il primo ministro spagnolo, Rodríguez Zapatero, ha respinto ieri la proposta del leader basco, Juan Jose Ibarretxe, di indire una "consulta popolare". Il referendum - ha spiegato il premier - non può essere convocato dalle autorità regionali. Il servizio di Ignacio Arregui:


    Tutti i mezzi di comunicazione hanno dato un rilievo speciale all’incontro di ieri a Madrid tra il presidente del governo centrale, Rodríguez Zapatero, ed il presidente del governo basco, Juan Jose Ibarretxe. L’argomento principale di questo lungo incontro, che è durato due ore, è stato indubbiamente quello del piano-progetto del presidente basco per una normalizzazione politica. Una normalizzazione che possa soddisfare le esigenze di una parte della popolazione basca verso un maggiore grado di autonomia o sovranità. Secondo le dichiarazioni rilasciate dai due politici al termine dell’incontro, non c’è stato alcun accordo. E questo era un dato prevedibile. Tuttavia, non sono mancate espressioni di vero rispetto e correttezza tra Zapatero e Ibarretxe, come si è visto sia all’inizio che alla fine dell’incontro. Comunque, il presidente regionale basco ha deciso di continuare con il suo piano che, a suo avviso, non va contro la Costituzione spagnola e non può essere ritenuto come illegale. Il piano del presidente Ibarretxe include anche una consultazione popolare non vincolante su un'altra forma di interdipendenza tra lo Stato spagnolo ed i Paesi Baschi. Tutti i commentatori ricordano che sullo sfondo si intravede l’importanza delle prossime elezioni generali, in programma nel mese di marzo. (Per la Radio Vaticana, Ignacio Arregui)

    - Le emergenze dell’America Latina ma anche l’intensificarsi dei rapporti con l’Unione Europea: sono i temi al centro del della III Conferenza nazionale Italia-America Latina e Caraibi, apertasi ieri a Roma. Il servizio di Maurizio Salvi:


    L’America Latina è una regione che ha superato gravi problemi, come le dittature e le violazioni dei diritti umani, ma che continua oggi ad affrontare emergenze di vario tipo, fra cui una prioritaria che è di carattere sociale. E’ questo il primo messaggio emerso all’avvio della III Conferenza nazionale Italia-America Latina e Caraibi, che si conclude stasera, e che - come ha ricordato il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi - ha permesso la riunione a Roma del più alto numero di autorità latinoamericane, mai registrato negli ultimi 40 anni. Con l’ambizioso obiettivo di fungere da stimolo per il dialogo fra l’Unione Europea e tutta l’America Latina, la Conferenza sta redigendo una sorta di agenda degli argomenti che non possono essere esclusi dal dialogo fra le due sponde dell’Oceano Atlantico: Fra di essi, la questione della coesione sociale, che implica un approccio ai problemi della cooperazione non solo in termini di economia, ma anche di attenzione alle esigenze di base della popolazione. Prendendo la parola al termine della sua visita di Stato in Italia, il presidente cileno, la signora Michelle Bachelet, ha sottolineato gli sforzi fatti in America Latina per sconfiggere la povertà. Ma il fenomeno, insieme a quelli della corruzione e della violenza, è ancora allarmante, perché se in 10 anni i poveri sono scesi dal 48 al 38 per cento, in termini assoluti essi sono passati da 200 a 220 milioni. (Maurizio Salvi, Ansa, per la Radio Vaticana)

    - In Italia, almeno tre persone sono morte in seguito ad una sparatoria al tribunale di Reggio Emilia: l’assassino è un cittadino albanese, a sua volta ucciso dalla polizia durante un conflitto a fuoco. L’uomo, poco prima, aveva ucciso la moglie da cui si stava separando e uno zio della donna. In seguito alla sparatoria, sono rimasti feriti due avvocati e un poliziotto. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
     
     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 290
     
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