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SOMMARIO del 07/10/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • All'Angelus il Papa invita alla preghiera nell'odierna festa della Beata Vergine Maria del Rosario e a riflettere sull'impegno missionario
  • L'impresa come servizio e cooperazione dell'uomo al progetto di Dio: così il cardinale Bertone al 60.mo convegno dell'UCID
  • Oggi in Primo Piano

  • A Pompei, migliaia di fedeli per la recita della Supplica alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario
  • Messaggio del Papa ai partecipanti alla Marcia della Pace Perugia Assisi, che quest'anno pone l'accento sul tema dei diritti umani
  • Si è chiusa a Fatima, con una celebrazione presieduta dal cardinale Péter Erdó, l’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali europee
  • In Costa Rica, referendum sul Trattato di libero commercio
  • Inizia oggi l'anno pastorale del Movimento dei Gruppi di preghiera dei figli spirituali di Giovanni Paolo II
  • Stasera su RAI Uno la prima puntata della miniserie “Chiara e Francesco”. Con noi, l’attore protagonista Ettore Bassi
  • Chiesa e Società

  • Siate missionari sempre: così il cardinale Camillo Ruini ai protagonisti della settimana “Gesù al centro”
  • La poligamia in Europa preoccupa il Parlamento di Strasburgo, che ha deciso di finanziare un progetto per valutare la diffusione illegale di questa pratica
  • “La corruzione nella società”: sarà il tema centrale delle prossima Assemblea dei vescovi indiani prevista nel febbraio 2008
  • Gli emigrati africani inviano ogni anno dai 14 ai 17 miliardi di dollari nei Paesi d’origine: lo documenta un rapporto della Banca Africana per lo Sviluppo
  • I vescovi australiani sollecitano i fedeli ad aderire a nuove organizzazioni umanitarie diverse da Amnesty International, le cui scelte in materia di aborto sono incompatibili con il Credo della Chiesa
  • Annunciati oggi nuovi colloqui tra esperti dell’AIEA ed autorità iraniane per far luce sul programma nucleare della Repubblica islamica
  • Missione del Consiglio d'Europa in Kosovo per monitorare la campagna preparatoria per le elezioni del prossimo 17 novembre
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Pakistan c’è grande attesa per il pronunciamento della Corte suprema sulla legittimità dell’elezione di Musharraf - A due settimane dall’inizio delle sommosse in Birmania la giunta militare ritira le truppe dalle strade
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'Angelus il Papa invita alla preghiera nell'odierna festa della Beata Vergine Maria del Rosario e a riflettere sull'impegno missionario

    ◊   Primo Angelus oggi, dopo circa tre mesi, in Piazza San Pietro di Benedetto XVI, rientrato mercoledì scorso in Vaticano dalla residenza estiva di Castel Gandolfo. Hanno partecipato alla preghiera mariana almeno 50 mila persone. Il Papa ha indicato due motivi di riflessione: l’odierna festa della Beata Vergine Maria del Rosario e l’impegno missionario, al quale è dedicato in modo particolare il mese di ottobre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Rievocando l’immagine tradizionale della Madonna del Rosario che raffigura Maria mentre con un braccio sostiene Gesù Bambino e con l’altro porge la corona a San Domenico, Benedetto XVI ha ricordato l’odierna memoria della Beata Vergine Maria del Rosario:

     
    “Questa significativa iconografia mostra che il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. E’ la consegna che la Madonna ha lasciato anche in diverse sue apparizioni”.
     
    “Penso, in particolare - ha aggiunto Benedetto XVI - a quella di Fatima avvenuta 90 anni fa”. Ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, presentandosi come “la Madonna del Rosario”, la Beata Vergine “raccomandò con insistenza di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guerra”. Una raccomandazione, questa, che si rinnova anche oggi:

     
    “Anche noi vogliamo accogliere la materna richiesta della Vergine, impegnandoci a recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni e nel mondo intero. Sappiamo, tuttavia, che la vera pace si diffonde là dove gli uomini e le istituzioni si aprono al Vangelo”.
     
    Benedetto XVI ha quindi indicato altri motivi di riflessione: l’impegno missionario, al quale è dedicato in modo speciale il mese corrente, e la Giornata Missionaria mondiale, che si celebrerà il prossimo 21 ottobre. “Il mese di ottobre – ha detto - ci aiuta a ricordare questa fondamentale verità mediante una speciale animazione che tende a tener vivo l’anelito missionario in ogni comunità e a sostenere il lavoro di quanti - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - operano sulle frontiere della missione della Chiesa”.

     
    “L’annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità, per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo”.
     
    L’impegno missionario – ha affermato inoltre Benedetto XVI - è alimentato poi quest’anno da un ulteriore stimolo: il 50.mo anniversario dell’enciclica ‘Fidei Donum’ di Papa Pio XII, che “promosse e incoraggiò la cooperazione tra le Chiese per la missione ad gentes”. Il Santo Padre ha ricordato poi la partenza 150 anni fa, di cinque sacerdoti e un laico, tra cui San Daniele Comboni, per l’Africa.

     
    Dopo l’Angelus, il Papa ha salutato i giovani che, nei giorni scorsi, hanno animato la quarta edizione della Missione di Roma denominata “Gesù al Centro”. Benedetto XVI ha rivolto un indirizzo speciale anche alle migliaia di ragazzi radunati nella Basilica di San Paolo fuori le mura per partecipare alla Messa celebrata dal cardinale Fiorenzo Angelini in occasione della “Terza Festa dello Sportivo”. Il Papa ha auspicato infine, per l’odierna Giornata per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che “le istituzioni e i singoli cittadini siano sempre più attenti a questo obiettivo sociale”.

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    L'impresa come servizio e cooperazione dell'uomo al progetto di Dio: così il cardinale Bertone al 60.mo convegno dell'UCID

    ◊   “Percorrere, saldi nei valori, il cammino del cambiamento”: questo il tema del convegno dell’UCID – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti – che si è concluso oggi a Torino. L’evento, promosso per il 60.mo anniversario della fondazione dell’UCID, ha visto come momento principale l’intervento del segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. Il servizio di Isabella Piro:
     
    L’attività imprenditoriale è un servizio che, pur seguendo le leggi del mercato, intende connotarsi, innanzitutto, come risposta alla “chiamata” di Cristo, cooperando alla realizzazione del progetto di Dio nel mondo. È partito da questo concetto il cardinale Bertone per riflettere su cosa significhi essere imprenditori oggi. Da qui, la considerazione che i successi della ricerca e i progressi della tecnica debbano essere considerati il frutto di una proficua cooperazione tra Dio e l’uomo. Per questo, la Chiesa non può tacere di fronte alle visioni massificanti e riduttive dell’essere umano: il rispetto dei diritti inalienabili dell’uomo che lavora – ha ribadito il porporato – è un’esigenza che non va dimenticata, in particolare riguardo ai giovani. La comunità cristiana deve quindi assumersi tre impegni: prendere coscienza delle conseguenze dei cambiamenti in atto nella società moderna; dare respiro all’opera educativa e formativa che da sempre caratterizza la Chiesa italiana; e infine, dare al volontariato cattolico e alle imprese no-profit competenze e professionalità competitive sul mercato. L’obiettivo finale, ha aggiunto il cardinale Bertone, è quello di far crescere l’etica della responsabilità e recuperare la moralità sociale. Il porporato si è poi soffermato sulla figura del cardinale Giuseppe Siri, iniziatore dell’UCID: richiamandone la missione evangelizzatrice del mondo del lavoro, il segretario di Stato ha ricordato che, per il cardinale Siri, non ci si poteva occupare di imprenditoria senza creare una coscienza sociale solida, nel pieno dell’illuminazione cristiana. Perché, scriveva il porporato, “l’uomo non ha bisogno di solo pane”: gli sono preziose anche la libertà, la dignità e la possibilità di agire e produrre su tutti i piani. Al termine del convegno, gli imprenditori hanno consegnato al cardinale Bertone un “atto di impegno”, sintesi degli obiettivi comuni che caratterizzano il loro contributo quotidiano alla società. “L’uomo non deve essere al servizio dell’economia - ha detto il vicepresidente dell’UCID, Giancarlo Abete – ma l’economia deve essere a servizio dell’uomo”. Perché, ha concluso, il ruolo dell’imprenditore è doppio: da una parte, creare profitto, ma dall’altra essere responsabile nei confronti della comunità che lo circonda.

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    Oggi in Primo Piano



    A Pompei, migliaia di fedeli per la recita della Supplica alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario

    ◊   Nella città mariana di Pompei, continuano le celebrazioni per il mese di ottobre, dedicato al Santo Rosario. Il sostituto della segretaria di Stato, mons. Fernando Filoni, ha presieduto questa mattina una solenne concelebrazione eucaristica per celebrare l'odierna memoria della Beata Maria Vergine del Rosario. L’arcivescovo ha portato il saluto di Benedetto XVI e sottolineato, durante l’omelia, come in questa gioiosa festa mariana, si rinnovi l’invito a rivolgersi “con fiducia alla Madonna con l’antica e sempre nuova preghiera del Rosario”. La corona del Rosario – ha aggiunto – è "segno di riconciliazione e di condivisione che ci unisce a Dio e fra noi”. Subito dopo la concelebrazione eucaristica, è stata recitata la Supplica, scritta nel 1883 dal beato Bartolo Longo, fondatore della città di Pompei e del santuario, in risposta all’Enciclica “Supremi apostolatus officio” di Papa Leone XIII. La Supplica è stata tradotta in una decina di lingue e viene recitata contemporaneamente in diverse parti della terra, da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sydney, da Johannesburg a Caracas. Come mai questa preghiera ha avuto un così grande e universale impatto nella pietà popolare? Giovanni Peduto lo ha chiesto a mons. Francesco Paolo Soprano, rettore del santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei:


    R. – La preghiera esprime il sentimento del cuore. E’ la preghiera del cuore, del sentimento che si è radicata nel cuore dei fedeli. Ecco perchè il Rosario, la Supplica, sono le preghiere del cristiano che con il cuore si rivolge alla Madre, per incontrare il Cristo, come ci ricordava il servo di Dio Giovanni Paolo II: contemplare con Maria il volto di Cristo. E il Rosario e la Supplica ci invitano, ci spronano ad incontrare Cristo: Cristo nella Chiesa e Cristo nel mondo.

     
    D. – A distanza di 124 anni da quando scaturì dal cuore e dalla penna di Bartolo Longo, la Supplica è ancora attuale come formula di preghiera?

     
    R. – Io credo che la Supplica sia una delle forme più attuali di preghiera, proprio per intuito profetico del Beato Bartolo Longo. Nella Supplica ci sono dei riferimenti all’Europa, che certamente nel 1883 era un’idea ancora lontana. Bartolo Longo invita a pregare per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Un altro elemento da sottolineare nella Supplica, di grande attualità, è la pace universale. Insieme alla preghiera della Supplica, Bartolo Longo il 5 maggio del 1901 inaugurò il monumento alla pace universale, che è la facciata di questa Basilica. E la Supplica è la preghiera speciale per la pace tra tutti i popoli, la pace universale. Credo che siano temi attualissimi: l’unità europea, la pace universale, la preghiera per la Chiesa, non solo per il Papa, ma anche per i vescovi, per i sacerdoti, e per tutti i fedeli laici. Intuizioni, queste, impensabili se pensiamo al 1883. A distanza di tanti anni, la Supplica diventa, quindi, una preghiera attualissima nella vita della Chiesa.

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    Messaggio del Papa ai partecipanti alla Marcia della Pace Perugia Assisi, che quest'anno pone l'accento sul tema dei diritti umani

    ◊   Un saluto ''beneaugurante'', ha rivolto oggi Benedetto XVI a tutti i partecipanti della Marcia della pace, in un messaggio a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, inviato a mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, meta finale del Corteo partito stamane da Perugia. Ricordando la sua recente visita ad Assisi, il Santo Padre ''rinnova l'appello alla comunità internazionale per una pacifica soluzione dei conflitti nelle varie regioni del mondo'', auspicando “che l'esempio evangelico di San Francesco nell'ottavo anniversario della sua conversione a Cristo susciti nei credenti rinnovata coscienza della preziosa realtà della pace quale dono di Dio ed esigente dovere di ciascuno''. ''Memore in particolare del 60mo anniversario della dichiarazione ONU dei diritti umani'', Benedetto XVI ''esorta ad un sempre generoso impegno per la tutela della dignità della persona e la promozione della cultura della solidarietà per un efficace contributo all’autentico progresso umano''.

    E, dalla Marcia della Pace è giunto un appello perché “il mondo ha bisogno urgente di una politica nuova e di una cultura politica non violenta fondata sui diritti umani”. Un appuntamento di rilievo, la Marcia per tutti coloro che dedicano il proprio impegno all’obiettivo di costruire un futuro di pace e solidarietà, come ha ribadito lo stesso presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel telegramma inviato ai coordinatori della Tavola della Pace. L’edizione di quest’anno, alla quale hanno aderito oltre 1500 organizzazioni, pone l’accento sul tema dei diritti umani quale premessa per realizzare una pace che non sia semplice assenza di guerra, ma effettiva capacità di rispettare ogni persona e di favorirne la crescita umana e sociale, senza distinzioni di sesso, razza, religione o opinione politiche. Davide Dionisi ha chiesto ad uno dei coordinatori dell’evento, Flavio Lotti, quali sono le finalità di questa iniziativa?


    R. – Quello di rimettere le persone al centro, riscoprire il valore indiscutibile della dignità della persona. E’ una marcia che vuole cercare di richiamare l’attenzione sulla necessità di responsabilità di tutti. I diritti umani, la costruzione della pace sono impegni che riguardano ciascuno di noi.

     
    D. – La marcia della pace ha avuto un avvio simbolico, lo scorso 15 settembre, negli slum di Nairobi. Perché questa scelta?

     
    R. – Perché se c’è un diritto oggi violato più di tutti nel mondo, è quello alla vita. Questo diritto viene negato ai poveri. La povertà è di per sé la più grande violazione dei diritti umani. Quando uno è povero non ha diritto al cibo, non ha diritto all’acqua, non ha diritto alle cure mediche, ad una casa, ad un lavoro. Abbiamo voluto unire, simbolicamente, il nostro percorso per i diritti umani con l’impegno quotidiano di coloro che vivono nelle zone più povere, più difficili della terra. E Nairobi è certamente una di queste.

    D. – Quali le novità di quest’anno, oltre alla solidarietà espressa al popolo del Myanmar e alla lotta non violenta, che i monaci stanno sostenendo in questi giorni?

     
    R. – Con questa marcia intendiamo estendere un grande abbraccio di solidarietà a tutte le persone, le genti, i popoli che ancora oggi sono privati dei loro fondamentali diritti: persone che vengono uccise, torturate, seviziate, persone che ancora oggi non hanno la possibilità di mangiare, di avere un giaciglio dove poter andare a riposare. Noi con questa marcia vorremmo tentare di riconnettere il nostro impegno con quello di coloro che in tutto il mondo stanno lottando quotidianamente contro tutte queste grandi e piccole violazioni dei diritti umani.

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    Si è chiusa a Fatima, con una celebrazione presieduta dal cardinale Péter Erdó, l’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali europee

    ◊   Si è chiusa a Fatima, in Portogallo, l’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE). Sull'Assemblea, tenutasi in occasione delle celebrazioni per il 90.mo anniversario delle apparizioni mariane, il servizio di Mimmo Muolo:
     
    "All'Europa servono cristiani nè timidi nè pessimisti, cristiani pieni di fede nel Signore e capaci di mettere in pratica la Sua volontà". Così il cardinale Péter Erdó, primate di Ungheria e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), ha sintetizzato, ancora una volta, il senso dei 4 giorni di lavori che hanno riunito a Fatima i presidenti delle 34 Conferenze episcopali del Continente per l'Assemblea annuale dell'organismo. Il porporato ha presieduto la celebrazione conclusiva dell'assise che ha preso in considerazione temi come: la famiglia, l'ecumenismo e i rapporti con gli altri Continenti. Sulla spianata delle apparizioni, di cui si commemora quest'anno il 90.mo anniversario, si sono radunate diverse migliaia di fedeli; il cardinale Péter Erdó ha affidato alla Vergine di Fatima la Chiesa in Europa. "Lo Spirito Santo - ha detto - ci trasformi perché diventiamo testimoni della santità di vita, custodi della creazione di Dio, portatori di pace e riconciliazione". In fondo, è la stessa convinzione espressa dai lavori dell'Assemblea il cui prossimo appuntamento sarà a Budapest nel 2008 con due nazioni in più: Monaco-Montecarlo e la Moldavia, la cui richiesta di ammissione è stata accolta proprio in questi giorni. L'Europa della fede è dunque sempre più vasta e non vuole essere né timida né pessimista. (Da Fatima per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo inviato di Avvenire)

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    In Costa Rica, referendum sul Trattato di libero commercio

    ◊   Oggi, 2,7 milioni di costaricani sono chiamati a dire un “sì” o un “no” sul Trattato di libero commercio firmato con gli Stati Uniti nel mese d’agosto del 2004. Da allora, il dibattito nel Paese è molto serrato e, alla vigilia del voto, la polarizzazione dell’elettorato è molto forte. I vescovi della Costa Rica sono intervenuti con diversi documenti sia per proporre orientamenti generali sia per pronunciarsi su questioni precise contenute nel documento. Il servizio di Luis Badilla:

    "I costaricani sono alla vigilia di un importante evento nazionale e, nella nostra missione di pastori, siamo coscienti che non dobbiamo rimanere al margine della lotta per la giustizia". E' quanto affermano in un documento dello scorso mese di maggio, i vescovi della Costa Rica, sottolineando il dovere di "illuminare a partire dal Vangelo e dall'Insegnamento Sociale della Chiesa, l'essere e le vicende della comunità nazionale". In questo, e altri documenti successivi, i presuli invitano tutti i costaricani a partecipare al referendum, "e adempiere così al dovere civico di esercitare - scrivono - la nostra volontà e libertà di voto, secondo la propria coscienza, illuminata dai principi etici proposti dal Magistero della Chiesa". I presuli spiegano di seguito che, nonostante il Trattato di libero commercio “sia soltanto uno strumento di politiche commerciali... non può giustificarsi solo con il beneficio di pochi, bensì con quello di tutti i gruppi cittadini”. Pertanto, da questo punto di vista, i vescovi ritengono che siano da considerare, in maniera prioritaria, “i principi di giustizia, equità, solidarietà, opzione preferenziale per i poveri, libertà, autonomia, partecipazione, dialogo e rispetto per l'ambiente”. Quindi, nel documento si pongono alcune domande, che servono da orientamento: Il Trattato "Corregge o aumenta il crescente divario sociale ed economico interno? Aiuta ad eliminare, o lascia inalterate, le radici della povertà? Rispetta la vita umana come si sancisce nel nostro ordinamento giuridico?” Dopo aver precisato che non spetta loro dire se bisogna votare ‘si’ o ‘no’ nel referendum, perché spetta ai laici, i vescovi costaricani esortano tutti i settori sociali affinché, dopo il referendum, “si rispetti lo stato di diritto e si accetti il risultato della consultazione con maturità e serenità, evitando tutto quello che possa minacciare la pace sociale”. I vescovi hanno manifestato, infine, la loro preoccupazione per il clima di tensione e di aspro confronto che si vive nel Paese già da vari mesi, durante i quali hanno lanciato numerosi appelli per la pace sociale.

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    Inizia oggi l'anno pastorale del Movimento dei Gruppi di preghiera dei figli spirituali di Giovanni Paolo II

    ◊   Riprende il cammino del movimento “Gruppi di preghiera Figli spirituali di Giovanni Paolo II”: domani, alle ore 16 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, sono previsti l’accoglienza e l’adorazione eucaristica, presieduta dal cardinale Giovanni Canestri, arcivescovo emerito di Genova. In questa occasione, verrà anche presentato il programma dell’anno pastorale 2007-2008. Gli incontri intendono essere una testimonianza dell’amore per la Parola di Dio, per l’Eucaristia, per Maria e per il Papa, vicario di Cristo. Sulle finalità dei Gruppi di Preghiera Figli spirituali di Giovanni Paolo II, attualmente 3 e con oltre 400 iscritti, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, la fondatrice di questo Movimento, suor Maria Rosa Lo Proto:

    R. - E’ un movimento che vuole ripristinare e rivitalizzare la propria fede, cercando di continuare a riscoprire, di volta in volta, ciò che Giovanni Paolo II ci ha insegnato durante i suoi anni di pontificato. Noi ci sentiamo sempre obbligatissime per questo grande dono che il Signore ci ha fatto di essere associazione pubblica di fedeli. Quest’anno ricominciamo il nostro anno pastorale con un cuore grande e pieno di speranze. Queste speranze sono dovute anche al fatto che ricominciamo il nostro cammino di preghiera e di approfondimento culturale: non si può vivere la propria fede soltanto cercando di pregare come pregavamo, quando eravamo fanciulli, ai tempi della prima comunione. La fede va rinsaldata nel confronto con i documenti, con la Parola di Dio. Ecco perchè nel nostro movimento sono inseriti, oltre agli incontri di preghiera, anche incontri di studio, dove intervengono sacerdoti cercando di dare delle linee operative precise, chiare, in modo da poter meglio crescere nella fede, essere audaci nell’amore e anche forti nella speranza.

     
    D. – Quindi non si tratta solo di uno spazio per la preghiera, ma anche di una scuola di preghiera...

     R. – Sappiamo che Benedetto XVI, parlando in uno dei suoi incontri con i vescovi, diceva: “Create momenti e spazi, inventate momenti e spazi di preghiera”. Ed io, quando ho sentito queste parole sono stata felice, perchè ho detto: “E’ proprio quello che stiamo inventando noi”. Noi stiamo ‘inventando’ momenti e spazi di preghiera e di studio. Organizzeremo dei convegni, delle giornate di studio, proprio perchè vogliamo essere operativi nella Chiesa. Non vogliamo soltanto ricevere, ma vogliamo anche dare, essere testimoni di quell’annuncio mirabile che ci ha dato Gesù. Quindi domani, alle ore 16.00, faremo l’accoglienza a “Santa Maria degli Angeli” e alle 16.25 avremo la gioia di iniziare con un’adorazione tutta mariana, perchè è Maria che ci conduce a Gesù. Come dice anche il nostro logo: a Gesù per Maria, con Maria e in Maria per vivere il Totus Tuus. Poi, presenteremo tutte le iniziative dell’anno per poter crescere proprio nell’amore di Gesù.

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    Stasera su RAI Uno la prima puntata della miniserie “Chiara e Francesco”. Con noi, l’attore protagonista Ettore Bassi

    ◊   Dopo la proiezione nella sede del Pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali, la miniserie in due puntate “Chiara e Francesco”, prodotta dalla Lux Vide di Ettore Bernabei, sarà trasmessa questa sera e domani sera su RAI Uno. La regia del film è firmata da Fabrizio Costa, mentre le figure dei Santi sono interpretate da Mary Petruolo ed Ettore Bassi. Proprio a quest’ultimo, padre Vito Magno ha chiesto di raccontare come si sia preparato ad affrontare un ruolo così impegnativo:

    R. – Con molta attenzione, nel senso che ho capito da subito che si trattava, ovviamente, di un personaggio di grande spessore, ma anche di difficile interpretazione. Anche perchè fa parte di quei grandi personaggi sui quali la gente si è già fatta un’idea. Allora, trovare una strada per essere credibile, per essere vicino a chi già si immagina San Francesco, è stato un impegno notevole.
     
    D. – La cinematografia è ricca di film su San Francesco. Quale aspetto della sua vita, questa volta, si è voluto evidenziare?

     
    R. – Il film racconta in modo molto approfondito il suo rapporto con Santa Chiara. Questo perché si è visto, in fase di preparazione del film, che i precedenti non avevano approfondito questo tema. Racconta quanto Francesco abbia influito nella vita di Chiara e quanto Chiara sia stata importante nello spiegare alcuni aspetti della vita di Francesco.

     
    D. – E della storia di quell’epoca, la miniserie su quale pagina si è più soffermata?

     
    R. – Si è soffermata sull’incontro di Francesco con il Papa per la richiesta di riconoscimento dell’ordine francescano. Un'altra significativa pagina è quella del viaggio di Francesco in Terra Santa per le Crociate, per cercare di far cessare il conflitto tra cristiani e musulmani all’epoca. La miniseria si è soffermata anche sul presepe di Greccio. Abbiamo voluto raccontare, il più possibile, aspetti di questa figura incredibile che abbiamo ritenuto assolutamente contemporanea.

     
    D. – Basti pensare al dialogo tra cristiani e musulmani...

     
    R. – Effettivamente, si capisce quanto Francesco fosse già avanti rispetto ai tempi, rispetto alla storia.

     
    D. – Ettore Bassi, a livello personale, questo lavoro quanto ti ha toccato l’anima?

     R. – Queste sono esperienze che lasciano dei segni che si sedimentano all'interno; sono segni che poi si manifestano pian, piano. Ho lasciato entrare questo personaggio con le emozioni che ho voluto mettere nel percorso, cercando di capire le strade che lo hanno portato, ragazzo normale di quei tempi, a fare un certo tipo di scelte. Questo serve a capire che tutto questo può succedere a chiunque di noi, anche oggi.

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    Chiesa e Società



    Siate missionari sempre: così il cardinale Camillo Ruini ai protagonisti della settimana “Gesù al centro”

    ◊   “Siate missionari sempre: nella vita quotidiana, nei rapporti di ogni giorno”. Questo l’invito che durante la Messa celebrata ieri a Roma nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, il cardinale Camillo Ruini ha rivolto ai protagonisti della settimana “Gesù al centro”. Sono gli oltre cinquecento ragazzi cattolici che, per il quarto anno consecutivo, hanno incontrato i loro coetanei nelle piazze, nelle scuole, negli ospedali e nelle parrocchie del centro storico capitolino. Giovani missionari che, su iniziativa dell’Ufficio per la Pastorale giovanile del Vicariato di Roma, hanno annunciato Cristo e condiviso momenti di preghiera e riflessione. Nell’omelia il porporato, vicario generale della diocesi, ha lodato le tante iniziative organizzate – oggi gli ultimi appuntamenti – e ha ricordato ai ragazzi di riservare sempre il primo posto alla preghiera. L’intimo dialogo con Gesù, infatti, è preludio fondamentale all’incontro con il prossimo nel nome del Padre. Un incontro che deve avvenire anche con “quelli che sembrano ostili”. “Seguire Cristo – ha detto il cardinale Ruini – è una scelta impegnativa che costa, ma poi ripaga cento volte. Gli ostacoli rafforzano i credenti e li spingono a testimoniare Gesù con più slancio”. In questa testimonianza – ha poi aggiunto – “più che delle ostilità abbiamo paura dell’indifferenza”. Da qui l’apprezzamento del porporato per le iniziative culturali della settimana, volte a far entrare Cristo “non solo nei cuori, ma anche nei cervelli”. Infine, commentando il brano di Luca che riporta il miracolo dei 'pani e dei pesci', Ruini ha spiegato ai giovani l’importanza della carità, strumento di fratellanza. “Dalla nostra unione – ha concluso – i nostri fratelli saranno indotti a credere in Lui”. Con questa convinzione nel cuore, finita la Messa, i ragazzi hanno percorso in processione le strade di Roma antica fino a Piazza Navona. Una gioiosa distesa di candele e magliette blu – la scritta “Gesù al centro” sul petto – che si è mescolata alla folla del sabato sera. (A cura di Silvia Gusmano)

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    La poligamia in Europa preoccupa il Parlamento di Strasburgo, che ha deciso di finanziare un progetto per valutare la diffusione illegale di questa pratica

    ◊   Il fenomeno della poligamia sotto osservazione al Parlamento europeo, che finanzierà uno studio specifico riguardante gli Stati dell'Unione al fine di ottenere un quadro preciso della situazione. Lo ha annunciato l’eurodeputata Cristiana Muscardini, che ha ottenuto dalla Commissione dell'Europarlamento per i diritti della donna l'apertura di un bando per lo svolgimento dell'indagine, che sarà pubblicato domani sulla 'Gazzetta Ufficiale' dell'Unione Europea. ''La poligamia - ha osservato l'europarlamentare - non vede riconosciuti i più elementari diritti della donna e, nonostante sia vietata nei Paesi dell'Unione, tale pratica è diventata sempre più diffusa negli ultimi anni con gravi conseguenze anche per i figli delle coppie poligame. Tutelare la famiglia e i giovani è un presupposto per una vera integrazione''. (R.G.)

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    “La corruzione nella società”: sarà il tema centrale delle prossima Assemblea dei vescovi indiani prevista nel febbraio 2008

    ◊   Sarà dedicata a questioni etico-sociali la prossima Assemblea dei vescovi indiani, prevista nel febbraio 2008. Tema centrale della Conferenza sarà “La corruzione nella società”, affrontato oltre che con il contributo di teologi, attraverso studi e approfondimenti delle varie diocesi. In particolare, saranno svolte relazioni su “L’etica nella società civile” e su “Onestà e trasparenza nella vita pubblica”. Si parlerà poi del tema: “Il ruolo della donna nella Chiesa e nella società”, per valorizzare il ministero e il carisma femminile di fronte alle attuali sfide poste dalla società e dal contesto culturale indiano. I presuli del grande Paese asiatico continuano così a dimostrare una speciale attenzione ai temi sociali, volendo contribuire alla crescita morale e civile della società indiana, per lo sviluppo e la prosperità della loro nazione. Per questo, la Chiesa invita i fedeli a prendere parte attiva nella società civile, nel mondo della cultura e della politica, per portare i valori e il messaggio del Vangelo in ambiti decisivi per la vita della società ed offrire il patrimonio della dottrina sociale della Chiesa. Il criterio-base per valutare azioni nel campo sociale, a partire da un punto di vista cristiano – ricordano i vescovi indiani - è il rispetto della dignità di ogni uomo. Obiettivo della comunità cattolica è promuovere la crescita e lo sviluppo nella piena tutela dei diritti e della dignità delle persona, secondo principi di equità e solidarietà, nella costante costruzione del bene comune. (R.G.)

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    Gli emigrati africani inviano ogni anno dai 14 ai 17 miliardi di dollari nei Paesi d’origine: lo documenta un rapporto della Banca Africana per lo Sviluppo

    ◊   Dai 14 ai 17 miliardi di dollari: è la somma che ogni anno i lavoratori africani, emigrati in altri Continenti, inviano nei loro Paesi d’origine, sotto forma di trasferimenti a familiari e conoscenti. Lo documenta un rapporto della Banca Africana per lo Sviluppo, sottolineando che l’importo delle rimesse degli emigrati corrisponde, pressappoco, alla somma dei bilanci annuali di tre Stati dell’Africa Orientale: Kenya, Tanzania e Uganda. Si tratta, quindi, di una fonte di entrata importante, in diversi casi fondamentale, per molte famiglie africane. Ma vi sono da superare delle difficoltà - sottolinea lo studio - per facilitare il trasferimento del denaro degli emigrati. Per questo, il presidente della Banca Africana di Sviluppo, Donald Kaberuka, ha lanciato un appello per rendere più efficiente il sistema interbancario in Africa, rilevando che gli alti costi del trasferimento del denaro sono il principale ostacolo alle rimesse dei lavoratori africani espatriati. Questi costi variano dal 5 a al 15 per cento della somma versata. Il presidente dell’organismo bancario ha portato l’esempio del Mali: “le rimesse dei soli immigrati in Francia, inviate attraverso canali ufficiali, ammontano a 120 miliardi di franchi, una somma pari ai fondi per lo sviluppo che il Paese riceve dai Paesi donatori”. Secondo lo studio della Banca Africana per lo Sviluppo, le rimesse della diaspora del Marocco, Senegal e Comore sono pari rispettivamente al 750, al 218 e al 346 per cento dell’assistenza allo sviluppo. Inoltre, gli aiuti ufficiali si disperdono sovente in mille rivoli, mentre le rimesse degli emigrati finiscono direttamente a chi ne ha bisogno. (R.G.)

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    I vescovi australiani sollecitano i fedeli ad aderire a nuove organizzazioni umanitarie diverse da Amnesty International, le cui scelte in materia di aborto sono incompatibili con il Credo della Chiesa

    ◊   Severa presa di posizione dei vescovi australiani che hanno invitato tutti i fedeli a percorrere nuove strade per difendere i diritti umani e la dignità delle persone, in organizzazioni diverse da Amnesty International, colpevole – sottolineano i presuli – di aver compiuto “una svolta che esclude i membri cattolici, imponendo una nuova politica in favore dell’aborto”. Alla luce di ciò, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Philip Edward Wilson, arcivescovo di Adelaide, in un discorso ai fedeli, ha spiegato che i vescovi - pure “con grande dolore” - constatano che l’appartenenza ad Amnesty International non sia più compatibile con gli insegnamenti e il credo della Chiesa” in materia di diritto alla vita. Il presule ha ricordato, come in passato, fra la Chiesa e Amnesty vi sia stata piena collaborazione, reciproco appoggio, solidarietà e stima. Ma ha anche detto che oggi “Amnesty ha adottato una posizione cha va lede il principio di “sacralità della vita”. Posizione accolta, dunque, con molta tristezza da tutta la popolazione cattolica, soprattutto dai numerosi studenti cattolici australiani, già membri di Amnesty, che hanno fondato a Sydney una nuova organizzazione chiamata “Benenson Society”. Tale organizzazione prende il nome di Peter Benenson, avvocato cattolico che fondò Amnesty International. La nuova associazione è aperta a tutti coloro che intendono difendere i diritti e la dignità dell’uomo, lottando contro le ingiustizie, in solidarietà con i discriminati e gli oppressi, in sintonia con gli insegnamenti della Chiesa. (R.G.)

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    Annunciati oggi nuovi colloqui tra esperti dell’AIEA ed autorità iraniane per far luce sul programma nucleare della Repubblica islamica

    ◊   Una delegazione di esperti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) sarà a Teheran martedì prossimo per una nuova tornata di colloqui per far luce sul programma nucleare della Repubblica islamica. Lo ha annunciato oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hosseini, chiarendo che ''argomento delle discussioni saranno le centrifughe P-1 e P-2'', riferendosi alle apparecchiature impiegate nel processo di arricchimento dell'uranio. Nel settembre scorso, il gruppo dei 'cinque più uno', vale a dire i Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania, ha deciso di rinviare a novembre la decisione su eventuali sanzioni al governo di Teheran per il suo rifiuto alla richiesta delle Nazioni Unite di sospendere l'arricchimento. Nel frattempo, si attende un nuovo rapporto dell'AIEA, oltre che un nuovo incontro tra il capo negoziatore iraniano, Ali Larijani, e il responsabile della politica estera comune della Unione Europea, Javier Solana. Il colloquio tra Larijani e Solana ''ci sarà'', ha assicurato oggi Hosseini, anche se ''la data non è ancora stata decisa''. Il portavoce iraniano ha infine ribadito che per Teheran ''la sospensione dell'arricchimento non è un argomento'' in discussione. (R.G.)

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    Missione del Consiglio d'Europa in Kosovo per monitorare la campagna preparatoria per le elezioni del prossimo 17 novembre

    ◊   Al lavoro in Kosovo la missione composta da otto esperti internazionali inviati a Pristina dal Consiglio d’Europa per monitorare le elezioni del 17 novembre prossimo. "Osserveremo sia il regolare svolgimento della campagna elettorale che le operazioni di voto e di scrutinio", ha spiegato Giovanni Di Stasi, capo della delegazione, costituita su sollecitazione delle Nazioni Unite. Si tratta di vigilare – ha aggiunto Di Stasi - su una consultazione “particolarmente delicata e forse anche decisiva per il futuro del Paese”. Per questo, l'11 ottobre si attende l’arrivo di altri 16 osservatori di grande esperienza, provenienti da 12 Paesi europei, che si aggiungeranno alla missione del Consiglio d'Europa per seguire in tutto il Kosovo l’andamento della campagna elettorale durante i 40 giorni che precedono il voto. Alla vigilia delle elezioni, giungeranno poi altri 150 osservatori per controllare su tutto il territorio l'apertura e la chiusura delle urne, la conta dei voti e la proclamazione dei risultati. Sin dal giorno successivo allo scrutinio, la missione renderà pubbliche le proprie osservazioni e le prime conclusioni sul voto in Kosovo. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Pakistan c’è grande attesa per il pronunciamento della Corte suprema sulla legittimità dell’elezione di Musharraf - A due settimane dall’inizio delle sommosse in Birmania la giunta militare ritira le truppe dalle strade

    ◊   In Pakistan bisognerà aspettare dieci giorni prima che la corte suprema si pronunci sulla legittimità della rielezione del capo di Stato, Pervez Musharraf. Intanto, tra la comunità internazionale si segnala la soddisfazione degli Stati Uniti e sul fronte interno si registrano duri scontri con le milizie talebane al confine con l’Afghanistan. Il servizio di Barbara Schiavulli:


    Le prime congratulazioni sono arrivate dagli Stati Uniti. Musharaf ha vinto ieri le elezioni ma mancano almeno 10 giorni prima che la corte suprema si pronunci sulla validità della candidatura del presidente. Secondo la Costituzione pakistana, il capo dello Stato non può essere anche capo delle Forze armate. Musharraf è alla guida delle forze pachistane da 8 anni, da quando è salito al potere con un colpo di Stato, nel 1999. Soddisfatti gli americani per la sua vittoria, fedele alleato nella lotta al terrorismo. Intanto, sul terreno, questa notte un raid dell’esercito pakistano ha ucciso 26 militanti legati ai talebani. L'azione militare è stata compiuta nel Waziristan, turbolenta provincia al confine con l’Afghanistan, dove ieri erano stati uccisi 3 militari e rapiti altri 28. Si tratta di un colpo che schiaccia il Paese ma che serve a Musharraf, secondo gli analisti, a dimostrare che lui, è l’unica risposta alla penetrazione di Al Qaeda; per questo, le prime congratulazioni vengono dalla Casa Bianca che per la sua vittoria hanno spinto più di qualsiasi pachistano. Mutevoli i commenti della gente: i più poveri sembrano del tutto disinteressati alla politica, ma sono gli intellettuali, la vibrante società civile a scatenarsi e lottare contro quella che chiamano dittatura. Nelle mani della Corte Suprema ora è la sorte della futura presidenza, ma nessuno crede che abbia il coraggio di cambiare la storia di questo Paese. (Da Islamabad, Barbara Schiavulli per la Radio Vaticana)

    - In Iraq, tre distinti attacchi dinamitardi avvenuti stamani in diverse zone di Baghdad hanno provocato almeno 12 morti e 9 feriti. Vittime anche tra le truppe statunitensi: una soldatessa ha perso la vita a seguito delle ferite riportate in un attacco della guerriglia. Si registra, quindi, l’ennesima giornata di violenze nonostante ieri l'Imam radicale, Muqtada al Sadr, e il capo del Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq abbiano firmato un accordo per mettere fine a mesi di scontri e violenze tra due dei più potenti gruppi sciiti del Paese. Gli obiettivi, concordati nell’accordo, prevedono: la fine degli scontri tra gli iracheni, un appello ai media perchè favoriscano uno spirito di amicizia e perdono e la creazione di commissioni in tutte le 18 province dell'Iraq per monitorare l'iniziativa di pace.

    - Dalla mezzanotte scorsa, le forze armate israeliane hanno tolto il blocco totale dei Territori Palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania. Lo ha annunciato un comunicato ufficiale diffuso, stamani, dalle autorità dello Stato ebraico. La misura restrittiva era stata imposta il 25 settembre scorso in occasione della festa di Sucot ed è stata abrogata dopo un esame dello stato della sicurezza nella zona. Rigide restrizioni restano comunque in vigore per la Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore si segnalano un’incursione delle forze israeliane con carri armati e diversi colpi di mortaio in direzione della regione israeliana del Neghev, che hanno raggiunto, senza fare vittime, il kibbutz di Kerem Shalom e la città di Netivot.

    - Rami Ayad, esponente della comunità cristiana di Gaza, nei Territori Palestinesi, è stato rapito e ucciso da un gruppo di sconosciuti che ieri mattina lo avevano prelevato dalla propria abitazione. Ayad, che era il direttore del centro culturale protestante “Societa' della Santa Bibbia”, è stato ritrovato morto stamani dalla polizia locale con due proiettili nella testa. Unanime la condanna delle autorità palestinesi. Il gruppo radicale Hamas ha emesso anche un comunicato che avverte che i responsabili saranno rintracciati e puniti. Al momento, ancora non sono chiare le cause del delitto, che potrebbe essere legato sia alla sua attività religiosa, che a questioni di ordine personale.

    - Ancora non si conoscono le cause dello schianto del piccolo aereo militare in volo di addestramento alla periferia di Damasco. Sono due le persone che sarebbero rimaste uccise nell’incidente.

    - A circa due settimane dall’inizio della pacifica sommossa guidata dai monaci buddisti, la giunta militare al potere nel Myanmar ha iniziato a ritirare i militari dalle strade della ex capitale Yangoon e delle altre principali città del Paese. A Yangoon sono state inoltre rimosse le barriere di sicurezza, montate nei giorni delle manifestazioni di piazza, allo scopo di sbarrare il passo ai cortei di protesta. Liberate anche le zone circostanti i templi più importanti del Paese, che erano state l'epicentro dei raduni da cui avevano preso le mosse la marce di protesta. Tuttavia, secondo alcuni osservatori internazionali, non si tratta di un gesto di distensione ma, piuttosto, di un segno della fiducia nel mantenimento del controllo della popolazione. Si registrano, inoltre, le gravi testimonianze, rese a diplomatici e volontari internazionali e rivelate dal settimanale britannico Sunday Times, che parlano di numerosi cadaveri cremati dall'esercito birmano alle porte della ex capitale per nascondere gli assassinii dei giorni di rivolta.

    - Diverse manifestazioni in tutto il mondo hanno celebrato il primo anniversario dell’uccisione della giornalista russa, Anna Politkovskaya. Obiettivo di appelli, presidi e convegni sostenuti dall’opinione pubblica internazionale è quello di esercitare forti pressioni sul presidente russo Putin, affinché assicuri alla giustizia quelli che hanno ucciso la coraggiosa giornalista che ha firmato importanti inchieste sul conflitto ceceno. La Russia, intanto, sembra più attenta al 55.mo compleanno del presidente Putin, al quale i sondaggi più recenti attribuiscono un grado di fiducia pari al 69 per cento. Anche l'opposizione contro il Cremlino si è trovata divisa nel ricordo della Politkovskaya. Nella centrale piazza Pushkin, a Mosca, hanno sfilato i seguaci dell'ex premier Mikhail Kassianov per ricordare Anna, in polemica con altre formazioni che giudicano l'iniziativa “provocatoria e irresponsabile”.

    - In Vietnam, almeno 44 persone sono rimaste uccise e decine risultano disperse a seguito delle inondazioni e delle frane causate dal passaggio del tifone Lekima, definito dal comitato per la prevenzione degli uragani “una delle più violente perturbazioni degli ultimi decenni”. Secondo le autorità, i soccorsi sono difficili e le immagini trasmesse dalla televisione locale mostrano villaggi sommersi e strade interrotte. E' stato superato il limite storico di piena di alcuni fiumi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 280

     
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