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SOMMARIO del 23/11/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa e i cardinali riuniti per una giornata di riflessione sul dialogo ecumenico alla vigilia del Concistoro per la creazione, domani, di 23 nuovi porporati
  • Sarà pubblicata il 30 novembre la seconda Enciclica di Benedetto XVI intitolata "Spe salvi", salvati nella speranza. Il commento di mons. Bruno Forte
  • Nomine
  • In corso a Roma il Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace
  • Mons. Parolin: la Santa Sede negli organismi internazionali, un baluardo per la dignità dell'uomo e contro il relativismo
  • Unire le forze per combattere la fame, puntando sul ruolo delle famiglie nelle aree rurali: l’appello di mons. Volante, capo delegazione della Santa Sede alla FAO
  • Incontro in Vaticano in vista della Giornata mondiale della famiglia 2009
  • Il Pontificio Consiglio per i migranti promuove il Primo incontro internazionale sui clochard
  • Oggi in Primo Piano

  • A Nazareth chiusa la Grotta dell’Annunciazione per analisi sulla roccia che presenta segni di deterioramento: intervista con l'archeologo padre Michele Piccirillo
  • Italia: respinta a quasi 10 mila stranieri la richiesta di asilo
  • Si è chiuso a Roma il Consiglio pastorale nazionale dei cappellani delle carceri italiane
  • Un anno fa moriva il padre gesuita Angelo D'Agostino, difensore degli orfani e dei minori sieropositivi del Kenya
  • Si svolge domani in Italia la Giornata nazionale della colletta alimentare
  • Chiesa e Società

  • In Cina un sacerdote condannato a tre anni di carcere. Non è chiaro il motivo della sentenza
  • Garantire la libertà religiosa in Indonesia. Lo chiedono alle autorità di Giakarta cinque organizzazioni di fedi diverse
  • Piano di ricostruzione dell’esecutivo del Bangladesh per far fronte alla devastazione provocata dal ciclone Sidr
  • Una giornata di preghiera negli Stati Uniti per la pace in Medio Oriente
  • Croazia: i vescovi invitano a votare con responsabilità alle parlamentari di domenica
  • I vescovi australiani richiamano l’attenzione sulla bioetica alla vigilia delle elezioni
  • In Venezuela, la Chiesa indice la Campagna “Sostieni la tua Chiesa 2007” per poter continuare a gestire le opere a favore dei più bisognosi
  • Si stabilizza l’uso di droghe illegali in Europa ma resta elevato il numero di decessi correlati all’uso di sostanze stupefacenti
  • Chiuso con l’impegno ad intensificare operazioni di bonifica l’incontro internazionale per la messa al bando delle mine
  • Si chiude oggi a Bruxelles l’Assemblea plenaria della COMECE
  • Giornalisti cattolici dell’Asia, riuniti in congresso in Nepal, pregano per la pace nel Paese
  • Continuare a “servire la Chiesa e la società” nel mondo dell’informazione: così mons. Celli all’Assemblea della Federazione Italiana Settimanali Cattolici
  • Superiori generali: dalla Parola l’impulso all’evangelizzazione
  • La cerimonia conclusiva della GMG si terrà nell’ippodromo di Randwick, capace di ospitare oltre 400 mila persone
  • Domenica, Giornata mondiale dell’eliminazione della violenza contro le donne, sarà pubblicato un calendario dedicato alle donne Sante
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Pakistan, il presidente Musharraf ha ottenuto la legittimità per il secondo mandato presidenziale. Ma il Commonwealth sospende il Paese
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa e i cardinali riuniti per una giornata di riflessione sul dialogo ecumenico alla vigilia del Concistoro per la creazione, domani, di 23 nuovi porporati

    ◊   Alla vigilia del Concistoro di domani per la creazione di 23 nuovi cardinali, oggi il Papa e i membri del Collegio cardinalizio sono riuniti all’Aula Nuova del Sinodo per un incontro di preghiera e riflessione. Al centro della giornata, un confronto sul dialogo ecumenico. Ad introdurre i lavori, dopo il saluto di Benedetto XVI, il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani Il servizio di Alessandro Gisotti:

     
    La giornata di riflessione ha avuto inizio alle 9.30 con la recita dell’Ora Terza, quindi il Papa ha salutato i porporati presenti. Un comunicato della Sala Stampa informa che nella sua relazione il cardinale Walter Kasper ha tracciato a grandi linee il quadro attuale del dialogo e dei rapporti ecumenici, distinguendo tre ambiti principali: “Rapporti con le antiche Chiese orientali e le Chiese ortodosse, i rapporti con le Comunità ecclesiali nate dalla Riforma del XVI secolo e i rapporti con i movimenti carismatici e pentecostali sviluppatisi soprattutto nel secolo scorso”. Dopo la relazione del presidente del dicastero vaticano per l’unità dei cristiani, sono intervenuti 17 cardinali. Diverse le questioni affrontate tra cui l’impegno ecumenico comune dei cristiani nel campo sociale e caritativo. Ancora, si è parlato della difesa dei valori morali nelle trasformazioni delle società moderne. Nell’incontro – prosegue la nota – si è ribadito l’impegno a proseguire nella “purificazione della memoria” e di usare “forme di comunicazione attente a non ferire la sensibilità degli altri cristiani”. Si è inoltre suggerito un approfondimento delle possibilità degli sviluppi ecumenici. In tale contesto, sono stati evocati eventi significativi come l’Assemblea ecumenica di Sibiu, l’incontro interreligioso di Napoli, il viaggio a Parigi del Patriarca di Mosca Alessio II e i grandi raduni ecumenici dei movimenti ecclesiali di Stoccarda. Non è mancato un confronto sui rapporti con l’ebraismo e il dialogo interreligioso.
     
    Dopo la pausa per il pranzo, l’incontro riprenderà alle 17.00 con la celebrazione dei Vespri. Quindi, dopo un libero scambio di idee tra i cardinali sulla vita della Chiesa, il Papa concluderà la giornata con un discorso, in programma alle 19.00. Domani, dunque, alle 10.30 nella Basilica Vaticana, Benedetto XVI terrà il suo secondo Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali, di cui 18 elettori. Proprio oggi, compiendo 80 anni, esce dal novero degli elettori, il cardinale decano Angelo Sodano. Sempre oggi compie 75 anni il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Domenica 25 novembre, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, alle 10.30 in Piazza San Pietro, il Papa presiederà la concelebrazione della Santa Messa con i nuovi cardinali ai quali consegnerà l'Anello cardinalizio. Con il Concistoro di domani, il numero complessivo dei cardinali sale a 201, dei quali 120 elettori, secondo il limite stabilito da Paolo VI. I porporati sono espressione di ben 69 Paesi, segno dell’universalità della Chiesa. L’Italia è il Paese maggiormente rappresentato nel Sacro Collegio con 21 cardinali, seguita dagli Stati Uniti con 14. Guardando ai continenti, sono 104 i porporati europei, 54 i cardinali delle Americhe, 21 gli asiatici, 18 gli africani e 4 i porporati provenienti dall’Oceania.
     E sull'incontro di stamani, ecco il commento del cardinale Walter Kasper, al microfono di Helene Destombes:


    Tutti hanno parlato molto bene dell’ecumenismo; c'è stata un’accoglienza molto positiva perché l'ecumenismo non è un opzione: è un obbligo sacro, l’ecumenismo. E’ il mandato di Nostro Signore! Ci sono stati molte relazioni sulle situazioni locali dei diversi continenti, della Chiesa ... Nell’insieme è stata una discussione molto positiva e io sono molto contento. Il Papa ha ascoltato; all’inizio ha detto: non c’è dubbio che l’ecumenismo sia un nostro mandato. E alla fine, ha confermato le linee generali che io ho presentato.

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    Sarà pubblicata il 30 novembre la seconda Enciclica di Benedetto XVI intitolata "Spe salvi", salvati nella speranza. Il commento di mons. Bruno Forte

    ◊   Venerdì prossimo 30 novembre sarà pubblicata la seconda Enciclica di Benedetto XVI intitolata “Spe salvi”, ovvero salvati nella speranza. Il documento pontificio sarà presentato nella Sala Stampa vaticana alle 11.30 dal cardinale Georges Cottier, pro-teologo emerito della Casa Pontificia, e dal cardinale Albert Vanhoye, professore emerito di Esegesi del Nuovo Testamento presso il Pontificio Istituto Biblico. Il testo dell’Enciclica sarà pubblicato inizialmente in otto lingue: latino, italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco. Il servizio di Sergio Centofanti:


    A quasi due anni dall’Enciclica sull’Amore, la "Deus caritas est", ora Benedetto XVI ci offre l’Enciclica sulla speranza. “Cristo è speranza per il mondo – ha spesso sottolineato il Papa – perché è risorto, ed è risorto perché è Dio”. “Forti di questa speranza”, secondo il Pontefice, non dobbiamo aver paura delle prove che “per quanto dolorose e pesanti mai possono intaccare la gioia profonda che ci deriva dall’essere amati da Dio”. Certo, c’è il mistero grande del male, della morte: nel mondo c’è l’ingiustizia, le violenze, il dolore. Dio stesso non ha spiegato questo mistero che con la sua morte in croce e con la sua risurrezione:

     
    “Attraverso le piaghe di Cristo risorto possiamo vedere questi mali che affliggono l’umanità con occhi di speranza. Risorgendo, infatti, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice con la sovrabbondanza della sua Grazia. Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore. Ci ha lasciato come via alla pace e alla gioia l’Amore che non teme la morte”. (Messaggio Pasquale dell’8 aprile 2007)

    Noi cristiani siamo chiamati a portare nel mondo la speranza, ma – afferma il Papa – occorre che la “fede diventi vita in ciascuno di noi”:

    C'è allora un vasto e capillare sforzo da compiere perché ogni cristiano si trasformi in "testimone" capace e pronto ad assumere l'impegno di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima (cfr 1 Pt 3, 15). Per questo occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia l'evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione, ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento decisivo del mondo. (Omelia allo Stadio comunale di Verona – 19 ottobre 2006)

    L’Enciclica sulla Speranza, dunque, segue l’Enciclica sulla Carità: ascoltiamo in proposito la riflessione dell’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, intervistato da Sergio Centofanti:

     
    R. - Certamente è un tema di vivissima attualità. Si può dire che se l’amore, la carità è la buona novella contro le solitudini ed anche le lacerazioni sul piano della giustizia e della convivenza dei singoli popoli, la speranza è quella che offre l’orizzonte di senso che dopo il tramonto dei grandi orizzonti dei miti ideologici, sembra essere largamente assente. C’è una penuria di senso e di speranza, e sembra che proprio ritornare alla speranza, rimotivare il senso della vita e della storia possa essere una forma concreta della carità per il tempo in cui noi stiamo vivendo.

     
    D. - San Paolo nella Lettera ai Romani(8,24) scrive: “Nella speranza siamo stati salvati”...

     
    R. - Credo che il significato profondo di questa espressione, che dà anche poi il titolo alla prossima Enciclica, stia proprio nell’evidenziare come per quanto l’esperienza della grazia, della fede, tocchi il cuore e cambi la vita, le riserve, “l’impossibile possibilità di Dio”, come amava dire Karl Barth contenuta in questa esperienza, è sempre eccedente rispetto ad ogni possibile esperienza temporale e storica. Vorrei dire con questo che quando tu incontri Dio, il Dio di Gesù Cristo, ciò che vivi in questa esperienza che ti cambia il cuore e la vita è proiettato verso il suo domani, il domani della sua promessa, anche se sei chiamato a viverlo nella fedeltà dell’oggi. Mi sembra che il Papa, sottolineando fin dal titolo questa dimensione di “salvati nelle speranza” ci voglia richiamare al senso escatologico del cristianesimo; quello che a volte è stato messo in ombra di fronte alle urgenze dell’oggi, dell’immediato. Anche qui credo che ci sia un segno epocale: l’escatologia ritorna al centro delle inquietudini del cuore umano. Interrogarsi sul destino ultimo, sulla vita, sulla morte, sul giudizio, sulla vita eterna, mi sembra che siano temi di cui tutti oggi riscopriamo i valori di fronte al tramonto delle grandi ideologie di fronte alla caduta di speranza e di senso ad essa conseguita, di fronte a questo bisogno di motivare, su un fondamento non caduco e passeggero contingente e provvisorio ma ultimo e definitivo, il nostro impegno storico.

     
    R. - Gesù nostra speranza. Ma noi cristiani sappiamo portare al mondo questa speranza?

     
    D. - Intanto per i cristiani la speranza non è qualcosa, non è la proiezione in avanti di un desiderio o una rassicurazione mondana. La speranza è Qualcuno, Qualcuno che è venuto ma, anche, inseparabilmente, Qualcuno che verrà: è Gesù Cristo. Questa è la novità cristiana e in questo senso il cristianesimo è portatore di senso e di speranza in maniera unica e perfino paradossale. Di fronte al villaggio globale, nella crisi dei modelli ideologici, di fronte alla ricerca di senso della vita e della storia, profonda nel cuore dei giovani, al di là di ogni apparenza, noi andiamo ad annunciare Gesù Cristo e Cristo è la speranza che non delude. Questo è il senso profondo della nostra missione, a questo non possiamo sottrarci, e a questo credo che voglia richiamarci il Papa con questa Enciclica che aspettiamo perciò con grande gioia e, è il caso di dire, con grande speranza!

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato ausiliare del vicariato apostolico di Nomadi, in Nigeria, padre Hyacinth Oroko Egbebo, superiore generale della Società Missionaria di San Paolo di Abuja, assegnandogli la sede titolare vescovile di Lacubaza. Padre Hyacinth Oroko Egbebo è nato il 23 ottobre 1955, a Ogriagbene, a Bomadi Local Government Area, Stato del Delta del Niger, che prima faceva parte della diocesi di Warri ed ora del vicariato apostolico di Bomadi. Dopo essere entrato nel Seminario dei Missionari di San Paolo (M.S.P.) a Iperu nel 1982, l’anno seguente è passato al Seminario di Gwagwalada (Abuja), appartenente ai medesimi Missionari, per gli studi di filosofia e teologia. È stato ordinato sacerdote della Società Missionaria di S. Paolo il 23 giugno 1990.

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    In corso a Roma il Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace

    ◊   Le sfide attuali dello sviluppo umano alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, in discussione al II Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace, in corso all’hotel Ergife di Roma, da ieri sera fino a domani. Il servizio di Paolo Scappucci:

    Una palla di fuoco che si sposta rapidamente e difficile da controllare: questa immagine ha usato stamani, al II Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace in corso all’Ergife di Roma fino a domani, l’internazionalista canadese Louis Sabourin, della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, per rappresentare plasticamente l’attuale fenomeno della mondializzazione, con la sua esplosione di flussi senza più frontiere, non solo di beni e servizi, ma anche di capitali, di uomini, di informazioni, e di idee. A tale sfida, secondo Sabourin, deve dare risposta una gouvernance globale in grado di gestire al meglio la crescente interdipendenza di fattori che agiscono positivamente e negativamente sulla scena mondiale, non solo i governi e le istituzioni internazionali, ma anche le imprese private e le organizzazioni non governative. E ciò può avvenire attraverso una tela di reti, che facilitino un coordinamento capace di far fronte a fenomeni così diversi come la soluzione dei conflitti e delle crisi economiche, la lotta contro il terrorismo, la corruzione, l’AIDS, la violenza, ma anche la promozione dei diritti umani, lo sviluppo economico, lo Stato di diritto e la lotta alla povertà. In precedenza, il nuovo vescovo ausiliare di Milano e preside della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, monsignor Franco Brambilla, aveva parlato della crisi di identità dell’uomo d’oggi, non più pellegrino, ma nomade, presente al tempo stesso dovunque e in nessun luogo e che deve trovare casa nelle relazioni con gli altri e nella vocazione al suo destino trascendente. Dal canto suo, il politologo indonesiano Suratman Kartasasmita aveva tratteggiato alcune linee per rivitalizzare le istituzioni educative cattoliche di fronte alle sfide del pluralismo, dei conflitti religiosi e della formazione multiculturale nella difficile situazione di crescente disagio finanziario e di sfavorevoli politiche governative. Il II Congresso mondiale di Giustizia e Pace prosegue nel pomeriggio con un’analisi dettagliata sul tema dello sviluppo nei cinque continenti e, domani, con una discussione approfondita sull’impegno pastorale della Chiesa per lo sviluppo integrale e solidale oggi.

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    Mons. Parolin: la Santa Sede negli organismi internazionali, un baluardo per la dignità dell'uomo e contro il relativismo

    ◊   Un’“autorità morale sovrana, indipendente dagli Stati”, che difende in un consesso politico, ciò da cui ogni politica dobrebbe dipendere la “dignità umana”. E’ questo il fine ultimo della presenza della Santa Sede all’interno dei vari organismi internazionali ed è stato questo anche l’oggetto dell’intervento del sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, nel corso di una conferenza svoltasi di recente all’Ambasciata argentina presso la Santa Sede. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Perché la Santa Sede vuole porsi come interlocutrice indipendente dagli Stati ed esprimere un giudizio autorevole sui problemi che riguardano la vita stessa dei vari Paesi? E’ la domanda di partenza del discorso di mons. Parolin alla conferenza nell’ambasciata argentina presso la Santa Sede, che aveva anche uno scopo celebrativo: quello di ricordare il 150.mo anniversario delle missioni di Juan Bautista Alderti, rappresentante della nazione argentina, e di monsignor Marino Marini, delegato apostolico di Pio IX, in quello che fu il primo tentativo di allacciare relazioni diplomatiche tra Argentina e Santa Sede.

     
    Nello spiegare il ruolo giocato dalla Santa Sede all’interno degli organismi sovranazionali come l’ONU, mons. Parolin ha affermato che la Santa Sede “ritiene di rappresentare una dimensione dell'uomo che, pur determinante nella vita dei popoli, non cade pienamente sotto la giurisdizione degli Stati e non si esaurisce in essa”, ovvero la dignità dell'uomo, che - ha ribadito – “è anteriore all'esistenza dello Stato ed il suo rispetto è la norma fondamentale di ogni ordinamento giuridico, sia nazionale che internazionale”, per via della sua “dimensione trascendente”. Da questo primato della persona - ha proseguito il sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, - dipende il maggiore o minore substrato etico sul quale si fondano le politiche delle nazioni. La ricerca della pace, i rapporti internazionali non possono prescindere da una reale tutela della dignità umana, poiché la storia dimostra - ha soggiunto - “la dimenticanza, il disprezzo o l'adesione parziale a questo principio sta all'origine dei conflitti, del degrado dell'ambiente e delle ingiustizie sociali ed economiche”.

     
    Per ognuna di tali questioni, mons. Parolin ha ribadito la posizione vaticana, suffragata – ha ricordato – anche dai molti interventi del Papa, ed ha terminato con un appello in favore di chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese di nascita per sperare in un futuro migliore. “La ‘fede’ nella dignità dell'uomo - ha concluso - esige che la spinosa questione delle migrazioni venga considerata ed affrontata nel contesto dei diritti umani, dei diritti della famiglia e dei diritti dei bambini”.

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    Unire le forze per combattere la fame, puntando sul ruolo delle famiglie nelle aree rurali: l’appello di mons. Volante, capo delegazione della Santa Sede alla FAO

    ◊   Non si può restare in silenzio “di fronte al problema sempre più grave della malnutrizione che, invece di arrestarsi, miete vittime sempre più numerose”: è il richiamo di mons. Renato Volante, Osservatore permanente della Santa Sede alla FAO, intervenuto alla 34.ma sessione della conferenza dell’Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Ce ne parla Alessandro Gisotti:


    “La delegazione della Santa Sede – ha detto mons. Volante – ritiene che la fame e la malnutrizione non solo impediscono il pieno sviluppo della personalità di ogni individuo, ma sono anche la chiara negazione dei suoi diritti fondamentali”. Il diplomatico vaticano ha ribadito, dunque, che “soltanto una solidarietà coerente” permette di “guardare al futuro con maggiore fiducia”. Diviene sempre più importante, ha proseguito, “coinvolgere la famiglia rurale che è espressione di quel rapporto fra le generazioni da cui scaturiscono” “valori e modelli di vita insostituibili che operano anche nell'attività economica”. La famiglia nelle aree rurali, è stata la riflessione di mons. Volante, “è sinonimo di proseguimento di vita e lavoro e trae ispirazione da una solidarietà in cui la crescita armoniosa di ogni membro è il primo obiettivo, a cominciare dai più deboli”. Il capo della delegazione vaticana ha così ribadito il sostegno della Santa Sede a governi, organizzazioni della società civile e individui che si impegnano a sconfiggere lo scandalo della fame. “La condizione delle persone che soffrono la fame – ha avvertito - è talmente cruciale che tutti dovrebbero collaborare affinché le decisioni politiche, economiche e finanziarie vengano prese considerando” che tale tragedia “merita più attenzione della mera contabilità". Questo, ha detto ancora, è tanto più vero quando le esigenze sono quelle basilari, causate da una grave mancanza di cibo”. Mons. Volante ha dunque espresso l’auspicio che la FAO possa proseguire nel suo sforzo “di permettere che la tecnologia, le nuove tecniche e le nuove risorse vengano applicate all'agricoltura e quindi di far sì che la produzione e la distribuzione alimentare divengano pienamente umane”. 

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    Incontro in Vaticano in vista della Giornata mondiale della famiglia 2009

    ◊   Due incontri, quelli programmati nei giorni scorsi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, per fare il punto sulla preparazione alla Giornata mondiale che si celebrerà a Città del Messico, dal 16 al 18 gennaio 2009, che avrà per tema “La famiglia formatrice ai valori umani e cristiani”, per dare nuovo vigore alle iniziative in atto in tutte le diocesi del Messico e dell’America. Il servizio di padre Gianfranco Grieco:


    Alla Casina Pio IV, sede della prestigiosa Accademia delle Scienze Sociali, in Vaticano, erano presenti 25 cardinali, arcivescovi e vescovi, esperti e giornalisti, per essere informati e per discutere sulle tematiche famigliari del momento, che scottano in ogni parte del mondo. Il cardinale presidente, Alfonso López Trujillo, ha riassunto il cammino percorso dal 1994 ad oggi, rileggendo i traguardi raggiunti con le celebrazioni di Rio de Janeiro, Roma, Manila e Valencia. Il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di città del Messico, ha informato i presenti sulle iniziative diocesane in corso e sulla necessità di coinvolgere tutte le comunità ecclesiali del continente su un tema, quello della famiglia, che tutti include e nessuno esclude in un dibattito costruttivo e lungimirante. Saranno 30 mila i partecipanti al congresso teologico pastorale che parteciperanno alle giornate preparatorie, e in vista del Congresso si preparerà anche un incontro latino-americano al quale saranno invitati i politici, legislatori e responsabili della cosa pubblica, affinché si facciano leggi a favore della vita e dei più poveri. Si chiederà alla politica di ragionare e non di porre paletti in favore del presente e del futuro dell’umanità.

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    Il Pontificio Consiglio per i migranti promuove il Primo incontro internazionale sui clochard

    ◊   Il 26 e 27 novembre avrà luogo, nella sede del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, il Primo Incontro Internazionale di Pastorale delle persone senza fissa dimora, sul tema: “In Cristo e con la Chiesa a servizio dei senza fissa dimora (clochard)”. Vi prenderanno parte circa cinquanta persone, in rappresentanza di 28 Paesi di 4 Continenti. “Questo Incontro Internazionale – sottolinea un comunicato del dicastero - manifesta la continua attenzione del Pontificio Consiglio alla pastorale della mobilità umana anche sulla strada”. “Nel mondo, oggi, si ritiene che più di un miliardo di persone siano senza tetto, compresi sia coloro che sono propriamente senza fissa dimora, sia chi non ha casa o alloggio, adeguati. Si stima che nelle grandi metropoli mondiali vi siano oltre cento milioni di ragazzi di strada, mentre milioni vivono in estese baraccopoli. Ogni giorno poi circa 50.000 persone, per la maggior parte donne e bambini, muoiono a causa della miseria del loro rifugio, per acqua inquinata e inadeguate condizioni sanitarie. La situazione di coloro che vivono senza fissa dimora si manifesta in molteplici e svariati modi nel mondo intero, ma quasi ovunque chi è senza tetto vive ai margini della società. A causa dell’emarginazione e della “stigmatizzazione”, molti senza fissa dimora devono comunque fare i conti con l’esclusione sociale. Comportamento ritenuto anti-sociale, accattonaggio, inosservanza delle convenzioni servono soltanto a dare risposte al problema che rimangono distaccate e senza reciproco coinvolgimento”.

    “Oggi – prosegue il comunicato - la Chiesa non può non intervenire in simile triste situazione. In realtà, vi sono già molte specifiche iniziative ecclesiali e intese di collaborazione con organismi dello Stato in risposta alle differenti e cangianti necessità delle persone senza fissa dimora”. Nella prima giornata dell’Incontro sono previsti gli interventi del cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio, e dell’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del medesimo dicastero. Nel secondo giorno, il professor Mario Pollo, dell’Università Salesiana in Roma e della LUMSA, presenterà i risultati di una recente indagine organizzata dal Pontificio Consiglio sulla situazione delle persone senza fissa dimora.

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    Oggi in Primo Piano



    A Nazareth chiusa la Grotta dell’Annunciazione per analisi sulla roccia che presenta segni di deterioramento: intervista con l'archeologo padre Michele Piccirillo

    ◊   A Nazareth la Grotta che, secondo la tradizione fu teatro dell’Annunciazione narrata nel Vangelo di San Luca, resterà chiusa per tre mesi. Nella Grotta sono visibili infatti segni di deterioramento e sono in corso analisi per stabilire, eventualmente, un piano di intervento per il restauro e il rafforzamento della roccia, particolarmente friabile. Per almeno 3 mesi non sarà dunque possibile l’accesso all’interno della Grotta, finora consentito a tutti i pellegrini. La Basilica inferiore e quella superiore, invece, sono e resteranno aperte ai fedeli. Nella Grotta, intanto, è iniziata l’acquisizione dei dati, attraverso il posizionamento di sensori computerizzati. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, padre Michele Piccirillo, archeologo e francescano della Custodia di Terra Santa.


    R. - Abbiamo messo dei sensori all’interno della Grotta per misurare l’umidità: questo ci darà la possibilità poi di intervenire sulla roccia. C’è un problema molto grave di umidità: la roccia si sta sfaldando.
     
    D. - In particolare, quali segni di deterioramento destano maggiore preoccupazione?

     
    R. - Chi Conosce la pietra di Nazareth sa moto bene che è molto polverosa: è un calcare molto tenero che si decompone per l’alta percentuale di umidità; in particolare, c’è polvere che scende dal tetto. Prima la Grotta, nella vecchia chiesa francescana, era all'interno di un'edicolache, da una parte, l’ha preservata e dall’altra, però, ha conservato all’interno l’umidità; togliendo i marmi, è seguita questa reazione che adesso stiamo cercando di fermare: sono stati già fatti degli esami presso il Centro ateneo dell’Università di Firenze, dove si spera di esaminare accuratamente la roccia. Probabilmente, per le analisi serviranno più di tre mesi e poi, dopo la festa dell’Annunciazione a marzo, ci sarà bisogno dell’intervento.

     
    D. - Ci sono anche altre cause all’origine di questo processo?

     
    R. - La causa principale è il continuo flusso di gente nella Grotta: i troppi pellegrini. Tutti vogliono entrare. Quindi si è deciso di chiuderla per precauzione.

     
    D. - L’accesso all’interno della Grotta che finora era garantito a tutti i pellegrini, sarà assicurato anche in futuro?

     
    R. - Se la roccia veramente verrà consolidata, come io penso dopo aver visto il campione, si potrà di nuovo ritornare nella Grotta; altrimenti, saranno i tecnici a dirci cosa bisognerà fare per la sua conservazione.

     
    D. - Padre Piccirillo, oltre alla Grotta dell’Annunciazione ci sono anche altri luoghi, in Terra Santa, che hanno bisogno di indagini preliminari ed eventualmente di interventi?

     
    R. – Sono tanti. Un po’ in tutti i luoghi visitati dai turisti, in questo caso dai pellegrini: penso alla Cappella sul Monte degli Ulivi a Betfage: anche lì ci sono gravi problemi di umidità.

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    Italia: respinta a quasi 10 mila stranieri la richiesta di asilo

    ◊   Sarebbero quasi 10 mila gli stranieri che hanno chiesto asilo in Italia, ma che se lo sono visti rifiutare. Un esercito silenzioso, che finora è stato escluso da ogni statistica sull’immigrazione, ma sul quale alcune associazioni, tra cui la Caritas e il Centro Astalli, ieri hanno organizzato un convegno. Sentiamo Alessandro Guarasci:


    Li chiamano i diniegati, ma mai termine è stato più incomprensibile. Tra aprile 2005 e settembre 2007 sono state presentate circa 25.200 domande per acquisire lo status di rifugiato. Di queste, quasi 10 mila sono state rigettate senza che sia stata prevista la protezione umanitaria. Il diniego può esser stato motivato con più ragioni, ma spesso colui che chiede asilo si trova di fronte a pratiche incomprensibili o deve affrontare un colloquio con la commissione territoriale competente in una lingua non sua. Ma quale l’identikit del diniegato? Marco Accorinti, ricercatore del CNR, che ha coordinato un’indagine a Roma:

    “Si tratta per lo più di uomini, di età compresa tra i 35 e i 45 anni, in buona salute, con un medio-alto livello di istruzione. Un’immigrazione, in qualche maniera, anche scelta; non si tratta di un’immigrazione improvvisata”.

    Dal momento in cui arriva il diniego della commissione, l’aspirante rifugiato, magari in attesa del ricorso, rimane spesso sul territorio italiano. La sua è una vita di stenti, come è successo al sudanese Abdelazim Adam Koko che alla fine ha usufruito dell’ultima sanatoria:

    “Niente era sicuro, vivevo senza lavoro, non potevo farmi visitare facilmente dai medici, dovevo sempre andare all’ambulatorio della Caritas del Centro Astalli. Ero distrutto perché vivevo un disagio e ho pensato tante volte di lasciare l’Italia, ma non sapevo dove andare”.

    Servono norme più chiare, ma anche più sensibilità da parte delle istituzioni. Le Quyen Ngo Dinh, responsabile area immigrati Caritas di Roma.

    “Bisogna vedere come migliorare il processo dell’audizione. Una valutazione più omogenea e più attenta, sia all’interno delle stesse commissioni territoriali, sia considerando le valutazioni che possono differire da commissione a commissione, a volte su situazioni che sembrano molto simili”.

     Un primo passo però è stato fatto. Sono state recepite alcune direttive europee per dare più certezze a chi chiede asilo.

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    Si è chiuso a Roma il Consiglio pastorale nazionale dei cappellani delle carceri italiane

    ◊   "La Pastorale della Chiesa nelle carceri italiane dopo il Convegno di Verona": è questo il tema scelto dai cappellani delle carceri italiane per il loro Consiglio pastorale nazionale, che si è chiuso ieri a Roma. Si è sottolineato che negli ultimi anni si è registrato, in particolare, un forte incremento di detenuti stranieri. Ed in questo nuovo scenario, come è cambiata la figura del cappellano? Davide Dionisi lo ha chiesto a mons. Giorgio Caniato, ispettore generale dei cappellani del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del Dipartimento della giustizia minorile:


    R. - Il numero degli stranieri che entrano in carcere sono un 30 per cento ed è aumentato perché, in fondo, aumentano anche gli stranieri. La nostra presenza in carcere è per tutti i detenuti, secondo tutti i loro bisogni, e siamo presenti a prescindere da quella che può essere la cultura, la religione. Il problema è per gli stranieri che hanno una religione diversa: la possibilità di poter soddisfare il loro culto non è così facile. C'è poi il problema della misericordia: riguarda Dio - non so se lo Stato ha nel suo linguaggio giuridico la misericordia - ma c' è da dire che la presenza del mondo cattolico anche a sostegno dei detenuti stranieri è una presenza molto attiva.

     
    D. - 41 bis e indulto sono due dei temi che avete affrontato nel corso del vostro convegno. Cosa ne è emerso?

     
    R. - Il 41 bis è un modo di detenzione tutto particolare e, se vogliamo analizzare e vedere veramente, noi cristiani siamo presenti su questo tema in un modo veramente evangelico. Questo non vuol dire che facciamo la guerra al 41 bis. Si potrebbe pensare anche ad un coinvolgimento di noi come cristiani riguardo a questo trattamento ma è una cosa molto delicata. Riguardo all’indulto, questo è stato voluto, attuato, richiesto fino all’inverosimile da tutti; il Papa non ha chiesto né indulto, né amnistia, ma soltanto un gesto di clemenza. Il nuovo governo finalmente ha dato l’indulto, in questa forma. Bene, male… Noi cappellani siamo stati ben contenti perché ormai in carcere non ci si stava più, la detenzione procurava grandi sofferenze a causa del notevole numero di detenuti. La capienza delle carceri italiane e di 43 mila detenuti; ne avevamo 63 mila e la detenzione diventava difficile. Il grosso problema è quello dei reati che si commettono: abbiamo un rientro di mille detenuti al mese, che non sono quelli usciti con l’amnistia. L’anno scorso, due anni fa, i recidivi erano il 46 per cento; quest’anno sono il 42 per cento e questo vuol dire che a rientrare maggiormente non sono coloro che hanno ricevuto l’indulto.

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    Un anno fa moriva il padre gesuita Angelo D'Agostino, difensore degli orfani e dei minori sieropositivi del Kenya

    ◊   Un anno fa, scompariva il padre gesuita, Angelo D'Agostino, uno dei pionieri dell'assistenza ai bambini malati di AIDS in Kenya. Una quindicina di anni fa, il religioso italo-americano aveva fondato, nella località di Karen, il "Nyumbai Children's Centre", una struttura di eccellenza a livello medico-sanitario ed educativo, che oggi ospita oltre 100 minori. Il Centro, gestito dalle suore lauretane, è il fulcro di un progetto di assistenza più ampio per oltre 2600 orfani kenyani e rappresenta il più vasto programma cattolico per bambini affetti da HIV. Al microfono della collega della redazione inglese della nostra emittente, Beth Hay, la vicepresidente di Nyumbani Italia, Adriana Dipero Lodi, racconta il suo incontro con padre D'Agostino e la sua struttura:


    R. - Devo dire che ho trovato un’atmosfera incredibile e dei bambini curati, gioiosi e sorridenti. E’ stato un amore a prima vista ed è stato un incontro straordinario anche con questo uomo, a fianco del quale ho avuto veramente il privilegio di vivere un’esperienza incredibile in questi 13 anni. Come Nyumbani Italia, siamo molto impegnati nel progetto del villaggio di Nyumbani, al quale ha contribuito la Regione Lazio e Cor Unum con dei grandi contributi, che hanno permesso il decollo del progetto. Siamo ora nella terza e più onerosa fase: abbiamo infatti ancora bisogno di costruire 52 case ed altre strutture. Una parte del villaggio è già operativa ed abbiamo più di 200 bambini che ci vivono. Le scuole stanno funzionando ed abbiamo anche aperto una falegnameria che sta dando lavoro ai locali e darà, in futuro, una possibilità di addestramento per i giovani. Negli ultimi due anni, abbiamo contribuito con la costruzione di 11 case. Costruire una casa significa dare un tetto ed un futuro ad almeno 10 persone: 10 persone che non hanno mai avuto una casa, 10 persone che non conoscono la parola "domani".

     
    D. - Possiamo spiegare chiaramente chi sono questi bambini e chi abitata in queste case?

     
    R. - I bambini che abitano in queste case sono tutti orfani di genitori morti a causa dell’AIDS, che vivono con un nonno o una nonna che si fanno carico non soltanto dei propri nipoti; si fanno carico anche di altri bambini che vivono nella stessa famiglia. Tutto questo al fine di trasmettere una eredità culturale, una eredità di tradizioni che non snaturi però il carattere africano delle persone. Si rispetta la cultura locale.

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    Si svolge domani in Italia la Giornata nazionale della colletta alimentare

    ◊   Un gesto di carità cristiana semplice e concreto. E’ quello che domani si potrà compiere in Italia partecipando alla XI Giornata nazionale della colletta alimentare, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare. In 6.800 supermercati del Paese, oltre 100mila volontari inviteranno a donare cibi non deperibili, che verranno distribuiti a più di un milione di poveri ed emarginati. “Un piccolo aiuto che ha la forza di trasformarsi in grande atto d’amore” afferma mons. Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare, intervistato da Federico Piana:


    R. – Io credo che partecipare ad un gesto di carità cristiana, così semplice, concreto ed accessibile a tutti, come è appunto la colletta svela davvero la legge della vita che è amare e che è dono di sé. Penso anche che più uno vive e realizza concretamente questo amore, quindi più dà se stesso e fa un gesto di carità semplice e più vede che diventa uomo. Il suo desiderio allora cresce, il suo desiderio di condividere diventa più profondo e magari diventa anche la strada di un’amicizia. Io vorrei invitare tutti, domani, ad andare al supermercato e a comprare magari prodotti per l’infanzia (come omogeneizzati) oppure pelati, carne in scatola ed olio, che sono tutti elementi che noi più difficilmente recuperiamo durante l’anno per poter integrare la spesa dei più poveri del nostro Paese. Fare un gesto di carità vuol dire realizzare se stessi.

     
    D. – Dove vanno questi aiuti?

     
    R. – Questa domanda potrebbe davvero essere l’inizio di qualcosa di interessante, perché potrebbe coinvolgere la persona che desidera veramente sapere dove vanno questi alimenti: è un'esperienza che dalla colletta diventa poi una storia di rapporti di amicizia e di solidarietà. Le associazioni distribuiscono sul territorio, capillarmente e a tutti gli italiani, questi prodotti alimentari e in modo particolare alle famiglie bisognose, comunità di accoglienza, mense per i poveri, guardando all’uomo con una simpatia totale, soprattutto nel momento della più profonda necessità.

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    Chiesa e Società



    In Cina un sacerdote condannato a tre anni di carcere. Non è chiaro il motivo della sentenza

    ◊   Secondo informazioni riportate da agenzie di stampa, un parroco cinese è stato condannato a tre anni di carcere per aver organizzato, l'anno scorso, una festa popolare in concomitanza con la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale di Guyuan, nella diocesi di Xiwanzi, intitolata al Sacro Cuore. Non risulta chiaro il motivo della condanna emessa, dopo due sedute, il 14 novembre scorso. Al parroco, 43 anni, oltre all'accusa di aver organizzato la festa popolare, gli sarebbe stato contestato l'uso del sigillo ufficiale della parrocchia, che in Cina equivale ad una firma, senza il permesso delle autorità. L'avvocato difensore ha contestato tutte le accuse e ha presentato ricorso contro la sentenza. La diocesi di Xiwanzi è al confine con il territorio della Mongolia Interna e conta soltanto 15 mila fedeli. Alla festa della dedicazione della chiesa parrocchiale di Guyuan, il 18 luglio del 2006, avevano partecipato 7 mila fedeli, 21 sacerdoti ed un vescovo. Il parroco era stato arrestato sei giorni dopo, insieme a due altri sacerdoti, in un villaggio della Mongolia Interna, dove si era nascosto presso una famiglia cattolica. La notizia conferma come in Cina la fedeltà a Cristo ed alla Chiesa provoca ancora difficoltà. (R.P.)

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    Garantire la libertà religiosa in Indonesia. Lo chiedono alle autorità di Giakarta cinque organizzazioni di fedi diverse

    ◊   La Conferenza indonesiana per la religione e la pace, l’Istituto Wahid, la Comunità Ahmadiya, l’Alleanza nazionale per la libertà di religione e fede e il Gruppo d’impegno per la libertà di religione e di credo, sono le organizzazioni che, nei giorni scorsi, hanno lanciato un appello alle autorità di Giakarta per garantire che tutte le religioni presenti nel grande arcipelago non siano sottoposte a violenze o discriminazioni. Secondo quanto scrive l’agenzia Sir, lo spunto per lanciare l’allarme è arrivato dalla persecuzione in atto verso la “al Qiyadah al Islamiya”, una setta islamica il cui fondatore Ahmad Moshaddeq – in carcere da ottobre – si proclama nuovo profeta e sostiene che una sola preghiera quotidiana sia sufficiente a un buon musulmano, mentre il pellegrinaggio rituale alla Mecca sarebbe una pratica non necessaria. Nell’appello lanciato dalle cinque organizzazioni, si ricorda al governo indonesiano il principio di uguaglianza delle fedi e di laicità sancite nell’ideologia che è alla base dello stato: il Pancasila cioè la filosofia dei cinque principi ovvero la fede in un unico Dio supremo; l’umanità giusta e civile; l’unità dell’Indonesia; la democrazia guidata dalla saggezza e la giustizia sociale. (B.C.)

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    Piano di ricostruzione dell’esecutivo del Bangladesh per far fronte alla devastazione provocata dal ciclone Sidr

    ◊   Il governo del Bangladesh ha presentato, ieri, un piano di ricostruzione in tre fasi per affrontare l’emergenza provocata nelle regioni meridionali costiere, colpite la scorsa settimana dal devastante passaggio del ciclone ‘’Sidr’. Il piano – riferisce l’agenzia missionaria Misna – prevede programmi di riabilitazione sul breve e medio periodo incentrati, principalmente, sulla ricostruzione di strade danneggiate, delle abitazioni distrutte. Il piano sembra aver raccolto consensi dai soccorritori e dalla protezione civile che ha sottolineato, in particolare, l’urgenza di riparare le vie di comunicazione. Proprio i danni provocati alla rete viaria sembrano essere, infatti, il principale ostacolo incontrato dai soccorritori nel prestare assistenza ad oltre un milione di sfollati. Risulta poi contaminata buona parte delle riserve d’acqua dolce della zona costiera. La mancanza di cibo e la penuria di alloggi adeguati per ospitare gli sfollati costiuiscono altri gravi problemi. Finora sono state raccolte promesse d’aiuto, da parte della comunità internazionale, per oltre 550 milioni di dollari. Il passaggio del ciclone ‘Sidr’ ha provocato, finora, la morte di quasi 3 mila persone. (A.L.)

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    Una giornata di preghiera negli Stati Uniti per la pace in Medio Oriente

    ◊   L’arcivescovo di Chicago, cardinale Francis Eugene George, presidente della Conferenza episcopale americana, ha lanciato un invito, rivolto a tutte le parrocchie e ai fedeli, a pregare in vista della conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente. Alla conferenza, che si terrà ad Annapolis martedì prossimo, parteciperanno i leader di oltre 40 Paesi e rappresentanti di istituzioni finanziarie. “La chiamata alla preghiera – si legge in una lettera del porporato all’agenzia Catholic News – è particolarmente opportuna, tuttavia il cammino verso una pace giusta è lungo e va ben oltre la conferenza”. Sul versante politico, intanto, restano distanti le posizioni tra Israele e l'Autorità nazionale palestinese sul testo di una dichiarazione congiunta per la conferenza. Dalle cinque pagine della bozza, pubblicate in esclusiva dal giornale israeliano ‘Haaretz’, emergono diversi punti di disaccordo: gli israeliani sono contrari ad “un impegno temporale”, i palestinesi vorrebbero invece che si parlasse soltanto dell’attuazione di “una soluzione per due Stati”. (A.L.)

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    Croazia: i vescovi invitano a votare con responsabilità alle parlamentari di domenica

    ◊   Votare con consapevolezza e responsabilità al fine di contribuire efficacemente allo sviluppo del Paese. E’ quanto si legge in un messaggio diffuso dai vescovi della Croazia in vista delle elezioni parlamentari di domenica. I presuli incoraggiano “tutti coloro che hanno le capacità e i doni, soprattutto i giovani, ad impegnarsi con coraggio nella vita politica”, consapevoli che tale impegno è “uno dei modi degni di servire il Paese”. Le prossime elezioni – sottolinea l’episcopato – “sono importanti poiché, dopo aver raggiunto evidenti progressi nell’economia e in altri settori, ci troviamo allo storico crocevia dell’integrazione europea”. Il documento presenta anche alcuni criteri fondamentali alla luce dei quali i fedeli dovrebbero valutare partiti e candidati. Tra questi, si sottolinea “la preoccupazione per il bene comune, in particolare l’impegno per la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale e la solidarietà con i poveri”. Si chiede anche di valutare gli sforzi per favorire la libera scelta dell’istruzione religiosa, per promuovere il diritto al lavoro e un sistema fiscale a beneficio della famiglia. I vescovi esortano, infine, i fedeli a recarsi alle urne e a compiere responsabilmente il loro dovere di cittadini e di cristiani. L’esito delle elezioni è incerto: gli istituti di sondaggio prevedono un testa a testa tra la formazione democratica del premier Ivo Sanader ed il partito socialdemocratico all’opposizione. (A.L.)

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    I vescovi australiani richiamano l’attenzione sulla bioetica alla vigilia delle elezioni

    ◊   Alla vigilia delle elezioni per il nuovo parlamento e per il nuovo premier, i vescovi australiani hanno riportato l’attenzione dei politici e dell’elettorato sulle questioni di bioetica. Commentando la scoperta compiuta da alcuni ricercatori sulla possibilità di ricavare cellule staminali “totipotenti” (come quelle embrionali) da cellule di pelle umana, i presuli hanno espresso il loro gradimento per la strada tracciata. “Spero che i legislatori in Australia prendano coscienza di questa svolta e pongano un immediato stop ai provvedimenti che legittimano la clonazione umana o la distruzione di embrioni per la ricerca sulle cellule staminali embrionali”, ha sottolineato l’arcivescovo Philip Wilson, presidente della Conferenza episcopale. I vescovi – sottolinea l’agenzia Fides - hanno ricordato agli elettori l’importanza che i parlamentari e i politici siano rispettosi dei principi e dei valori cristiani, che contribuiscono al bene comune di ogni società. Nelle elezioni, si confrontano la coalizione liberale, attualmente al governo, guidata da John Howard, e quella laburista, guidata dal candidato premier Kevin Rudd. Il confronto si presenta piuttosto incerto. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, buona parte della popolazione ha espresso disappunto per alcune scelte liberiste di Howard, per l’impostazione della politica estera e per la sua lunga permanenza al potere. (A.L.)

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    In Venezuela, la Chiesa indice la Campagna “Sostieni la tua Chiesa 2007” per poter continuare a gestire le opere a favore dei più bisognosi

    ◊   La Chiesa cattolica venezuelana lancia anche quest’anno la Campagna "Sostieni la tua Chiesa 2007”, nell’ambito del piano nazionale di solidarietà e comunione ecclesiale della Chiesa. Il tema della Campagna 2007 è “Dio ama chi dona con gioia” (cfr 2Cor 9,7). Scopo della Campagna è di far conoscere responsabilmente ai cristiani i loro compiti in merito all’evangelizzazione, alla missione, alla pastorale e all’impegno sociale che la Chiesa in Venezuela porta avanti. “Così - si legge nella nota inviata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale - ci sentiamo e ci identifichiamo come comunità di fede e come Popolo di Dio, manteniamo e vivifichiamo l'opera evangelizzatrice che ci ha lasciato Gesù, il Signore, nella nostra patria”. Si lancia quindi un appello a tutti i fedeli perché diano il loro sostegno alla Chiesa donandole un pò dei loro talenti, cioè “doni, qualità e carismi che il Padre ci ha regalato”; dando il loro tempo perché “tutti sappiamo fare qualcosa per il bene della comunità” e offrendo il “nostro aiuto economico, anche piccolo, che fortifica enormemente le opere e i progetti di evangelizzazione”. Tutto questo è riassunto nella priorità della Campagna che rinnova l’invito a donare “Talento, Tempo, Tesoro”. La Campagna comincerà domani con una colletta, a livello nazionale, in tutte le diocesi e parrocchie del Paese, per sostenere il funzionamento di diverse realtà della Chiesa, e culminerà domenica 2 dicembre. (A.L)

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    Si stabilizza l’uso di droghe illegali in Europa ma resta elevato il numero di decessi correlati all’uso di sostanze stupefacenti

    ◊   Aumenta in Europa il consumo di cocaina: negli ultimi 12 mesi sono circa 4,5 milioni i cittadini europei che ne hanno fatto uso. Il consumo di cannabis sembra invece stabilizzarsi ma resta comunque intenso: si stima che circa 3 milioni di persone ne facciano uso con frequenza più o meno quotidiana. Ogni anno si registrano poi in Europa fra 7000 e 8000 decessi per overdose. Sono alcuni dei dati che emergono dalla relazione annuale 2007 sull’evoluzione del fenomeno della droga in Europa, presentato ieri a Bruxelles dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Nel rapporto si sottolinea, in particolare, che “per la prima volta negli ultimi dieci anni si è stabilizzato l’uso di droghe illegali nell’Unione Europea”. La tendenza – si legge nella relazione - è dovuta all’adozione, a livello comunitario, “di adeguate strategie e a maggiori investimenti per la prevenzione”. Il vice presidente della Commissione europea, Franco Frattini, sottolinea, tuttavia, che “l’elevato numero di decessi correlati all’uso delle droghe ed il preoccupante incremento dell’uso di cocaina in alcuni Stati membri evidenziano la necessità di una cooperazione continuativa” volta a contrastare la produzione, il traffico e la vendita di droghe su vasta scala. “Il fenomeno delle droghe – si legge inoltre nel documento ripreso dall'Agenzia Sir - è una delle preoccupazioni principali dei cittadini europei e rappresenta una minaccia per la sicurezza e la salute della nostra società”. Per affrontare questa situazione il piano d’azione dell’Unione Europea in materia di lotta contro la droga nel periodo 2005 – 2008 “comprende più di 80 azioni”. Gli obiettivi principali di queste misure sono quelli di ridurre domanda e offerta di droga e di contrastare il traffico a livello internazionale. (A.L.)

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    Chiuso con l’impegno ad intensificare operazioni di bonifica l’incontro internazionale per la messa al bando delle mine

    ◊   Coinvolgere i 40 Stati, tra cui 11 Stati di Nord Africa e Medio Oriente, che non hanno finora aderito al Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine. E’ uno degli obiettivi fissato durante l’VIII riunione dei Paesi che hanno sottoscritto il Trattato. Risolvere questioni ancora aperte – ha detto all’agenzia Misna Ayman Sorour, direttore di una organizzazione umanitaria egiziana – contribuirebbe all’adozione del trattato anche da parte degli 11 Paesi di Nord Africa e Medio Oriente. “La soluzione del conflitto israelo-palestinese e la questione del Sahara occidentale – ha aggiunto - sono fattori che hanno finora bloccato ogni progresso”. Per sensibilizzare politici ed opinione pubblica è stato presentato, durante la riunione tenutasi ad Amman, un sito in lingua araba con aggiornamenti e notizie sulla campagna contro le mine e su quella, in itinere, contro le ‘clusters bombs’, le bombe a grappolo. In un mondo sconvolto dalla violenza – ha detto infine Steve Goose, portavoce della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine – conforta almeno vedere che questo trattato, combinando insieme obiettivi umanitari e di disarmo, è ancora in salute”. (A.L.)

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    Si chiude oggi a Bruxelles l’Assemblea plenaria della COMECE

    ◊   I “tre dialoghi” - con la ragione, con le religioni a partire dall’islam e con le istituzioni europee - sono stati al centro dei tre giorni di lavoro della plenaria della stessa Commissione che si conclude oggi a Bruxelles. Mons. Adrianus van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE) ha ricordato che “il dialogo è l’espressione della scelta della Chiesa di stare con amore nella storia e nella vita del mondo, in particolare dell’Europa”. “Lo scopo del dialogo – ha spiegato il presule ripreso dall’agenzia Sir - è la verità, non la verità che viene dettata dalle scienze fisiche e naturali ma la verità della Rivelazione; verità che oggi l’Europa è chiamata a riscoprire per non perdere la propria identità e per non venire meno al suo ruolo di pace e di speranza nel mondo”. “Non sono, questi, momenti in cui lasciare spazio a scetticismo e pessimismo: occorre - ha concluso mons. Adrianus van Luyn - che il realismo della fede cristiana diventi messaggio di fiducia e impegno perché l’Europa, nonostante le apparenze, chiede che qualcuno l'aiuti a pensare e operare in grande”. (A.L.)

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    Giornalisti cattolici dell’Asia, riuniti in congresso in Nepal, pregano per la pace nel Paese

    ◊   Le religioni, le leggi e la vita delle minoranze in Nepal. Sono stati alcuni dei temi al centro dell’incontro dei giornalisti cattolici dell’Asia tenutosi a Lumbini, nel Paese asiatico, e promosso dall’Unione internazionale della stampa cattolica. I partecipanti, provenienti da cinque Paesi del Continente, hanno anche pregato per la pace in Nepal. Questo Paese - ha detto Anto Akkara, proveniente dall’India – “è pieno di diversità e lo rende unico”. La molteplicità – ha aggiunto – caratterizza il Nepal ed è una grande lezione per il resto del mondo”. Questo incontro – ha spiegato inoltre all’agenzia AsiaNews Rosalina Costa, proveniente dal Bangladesh – mi ha aiutato a capire i diversi aspetti di questa nazione: sono molti i frutti che ho potuto prendere”. Per la preghiera finale, i partecipanti hanno scelto di fermarsi davanti alla statua del Buddha che campeggia a Lumbini. “Preghiamo – ha detto padre Parimol Palma – per il Nepal e i suoi abitanti, affinché raggiungano la pace attraverso l’amore, così come insegna Cristo”. (A.L.)

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    Continuare a “servire la Chiesa e la società” nel mondo dell’informazione: così mons. Celli all’Assemblea della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

    ◊   “Il Papa è intervenuto personalmente sul tema del messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali del 2008 e ha chiesto che dopo il titolo ‘I media al bivio tra protagonismo e servizio’ fosse aggiunta la frase ‘Cercare la verità per condividerla’. Tutti noi siamo chiamati a muoverci su questa linea”. Lo ha detto questa mattina mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, durante la XV Assemblea della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC). Mons. Celli ha anche chiesto di continuare con impegno “a servire la Chiesa e la società” nel mondo dell’informazione. Ieri il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Giuseppe Betori, ha detto che i settimanali diocesani sono “uno strumento privilegiato per radicare nel popolo la visione cristiana della vita”. In questi anni – ha aggiunto don Giorgio Zucchelli, presidente della FISC - abbiamo lavorato per arrivare all’obiettivo di arrivare ad un settimanale in ogni diocesi”. Attualmente – rende noto l’agenzia Sir - sono 168 i settimanali diocesani in Italia per un totale di un milione di copie. Durante la riunione è stato anche presentato uno studio, curato dall’Osservatorio sulla comunicazione, che offre un’analisi, quantitativa e qualitativa, di come tre quotidiani italiani – Corriere della Sera, La Repubblica e Avvenire – hanno seguito il Family Day. Il quotidiano della Conferenza episcopale italiana ha pubblicato, tra il primo marzo ed il 30 giugno, 441 articoli; La Repubblica ha pubblicato, invece, 249 pezzi; sul Corriere della Sera gli articoli sono stati 241. In occasione dell’Assemblea, è stato consegnato, infine, il premio giornalistico FISC – Sir intitolato a Giovanni Fallani, direttore dell’agenzia dal 1989 al 1997. Il riconoscimento è stato assegnato a Barbara Sartori per l’articolo “Dio, se esisti, dove sei?”. pubblicato sul settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio "Il Nuovo Giornale". (A.L.)

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    Superiori generali: dalla Parola l’impulso all’evangelizzazione

    ◊   Gesuiti, benedettini, salesiani e verbiti, provenienti da ogni parte del mondo, sono a Roma per l’assemblea semestrale dell’Unione internazionale dei superiori generali (USG) che si conclude oggi. Iniziato mercoledì al Salesianum, l’incontro è un occasione per riflettere sulla Parola di Dio e mettere in comune le esperienze delle diverse realtà di vita consacrata. Il tema è in sintonia con il Sinodo dei vescovi del 2008, dedicato appunto alla Parola. L’USG, che esiste da più di 50 anni, riunisce 215 Congregazioni, Ordini e istituti religiosi maschili riconosciuti dal diritto pontificio. I primi due giorni di assemblea – riferisce il quotidiano Avvenire – sono stati caratterizzati da relazioni di esperti e tavole rotonde con i partecipanti. La giornata di oggi è dedicata, inoltre, a questioni organizzative dell’Unione. Sono emersi i tre elementi esemplari della vita consacrata: l’esperienza di Dio, l’esperienza di vita comunitaria quale modello alternativo alla vita secolare, la missione verso i più poveri. I superiori generali sono convinti che “una spiritualità cristiana che non si basi sulla Parola, difficilmente sopravvivrà oggi in un mondo così complesso”. (A.L.)

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    La cerimonia conclusiva della GMG si terrà nell’ippodromo di Randwick, capace di ospitare oltre 400 mila persone

    ◊   L’ippodromo di Randwick ospiterà a Sydney, in Australia, la celebrazione conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù del 2008, il grande incontro di fede e festa del Papa con i giovani di tutto il mondo. La notizia è stata ufficialmente confermata dal governo federale australiano. La decisione è arrivata dopo alcuni tentennamenti: “negli ultimi quattro mesi – riferisce infatti il quotidiano ‘Avvenire’ – i rappresentanti dell’ippica, dopo aver inizialmente dato il via libera, avevano espresso perplessità per il fatto di dover sospendere le loro attività, parlando di un danno economico elevato”. La vicenda si è poi risolta con la comunicazione definitiva delle autorità e riscontri positivi sottolineati in diversi studi. Si è scelto l’ippodromo, dove si stima potranno confluire oltre 400 mila persone, perché offre, in particolare, la migliore combinazione di spazio, visibilità e collegamenti a livello di trasporti. La vicinanza di stazioni ferroviarie può consentire, poi, l’afflusso di almeno 70 mila persone ogni ora. La Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney inizierà martedì 15 luglio con una Messa di apertura che verrà celebrata dal cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, e da mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici. Giovedì 17 luglio Sydney darà il benvenuto a Benedetto XVI. (A.L.)

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    Domenica, Giornata mondiale dell’eliminazione della violenza contro le donne, sarà pubblicato un calendario dedicato alle donne Sante

    ◊   Per 366 giorni del 2008, anno bisestile, un calendario indicherà solo le feste della Madonna e delle Sante. Autore dell’iniziativa è padre Antonio Rungi, passionista e già direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e della pastorale e dello spettacolo e del turismo della diocesi di Sessa Aurunca. Il calendario sarà pubblicato on line domenica, in occasione della Giornata mondiale dell’eliminazione della violenza contro le donne. Si potrà scaricare gratuitamente andando all’indirizzo: http://xoomer.alice.it/cirrun. E’ un’occasione – afferma padre Rungi – “per prendere dimestichezza con testimonianze di eroismo e fedeltà alla famiglia, alla fede, ai propri valori da parte di tantissime donne, madri di famiglia, regine, religiose, monache, laiche consacrate di tutte le religioni italiane e di tutti i Paesi del mondo. “Segno evidente - aggiunge – che la santità è come il buon profumo che si espande dappertutto”. Ricordare semplicemente il loro nome e la loro ricorrenza religiosa – precisa poi padre Rungi – “è un primo significativo gesto di riconoscenza per la testimonianza di vita” che molte donne hanno dato e continuano ad offrire. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a sensibilizzare l’opinione pubblica. La data del 25 novembre è stata scelta in seguito al brutale assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Pakistan, il presidente Musharraf ha ottenuto la legittimità per il secondo mandato presidenziale. Ma il Commonwealth sospende il Paese

    ◊   La Corte suprema del Pakistan, epurata dei giudici ostili, ha respinto l'ultimo ricorso dell'opposizione, aprendo così la strada al generale Pervez Musharraf per il secondo mandato presidenziale di cinque anni. Poco dopo il Commonwealth, che aveva chiesto la revoca dello stato di emergenza, ha deciso di sospendere Islamabad dall'organizzazione. E la reazione non si è fatta attendere: una nota del Ministero degli esteri pachistano ha definito la decisione “irragionevole ed ingiustificata”. Salvatore Sabatino ha chiesto a Pierantonio Lacqua, responsabile della sede Ansa di Londra, quali ricadute può avere, a livello internazionale, una mossa del genere. Ascoltiamo:

    R. – In concreto, non dovrebbe comportare nulla, perché il Pakistan è stato già sospeso dal Commonwealth dopo il colpo di Stato del generale Musharraf, nel ’99 e fino al 2004, ma questo non ha avuto nessuna ripercussione sostanziale sulla politica interna ed estera del Pakistan. Si tratta, soprattutto, di una misura simbolica.

    D. – Non ci saranno ricadute concrete nemmeno dal punto di vista economico?

    R. – Sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna, quando c’è stata la proclamazione dello stato di emergenza hanno decretato alcune sanzioni economiche, ma anche quelle sono state soprattutto simboliche. E questo perché il Pakistan è considerato un protagonista cruciale nella guerra al terrorismo; quindi, in queste gesticolazioni anche critiche di Londra e di Washington non sono volte, realmente, ad incidere in concreto e al punto tale da mettere in difficoltà Musharraf che è, appunto, un alleato indispensabile.

    D. – Il governo di Islamabad, però, ha espresso – da parte sua – profondo rammarico per la decisione. Non si rischia in questo modo di creare una sorta di frattura con Londra?

    R. – Si tratterà ora di vedere se veramente Musharraf, come promette, ristabilirà la democrazia in tempi brevi e se, veramente, si andrà alle elezioni di gennaio. A quel punto, il Commonwealth potrebbe – tra un anno - rendere atto che la situazione si è normalizzata e questo dovrebbe permettere al Pakistan di rientrare nei ranghi.

    India
    Sarebbero 12 le vittime delle sette esplosioni che questa mattina hanno sconvolto tre città nello Stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell’India. In crescita il numero dei feriti, ancora imprecisato. Teatro degli attentati, le città di Benares, dove una bomba è esplosa in un tribunale provocando tre morti, Faizabad dove le vittime sarebbero cinque raggiunte dalle schegge di una bicicletta carica di esplosivo, e Lucknow, dove si contano numerosi feriti. Gli inquirenti puntano alla pista dell'integralismo islamico. La rappresaglia seguirebbe l’arresto, la scorsa settimana a Lucknow, di tre estremisti accusati del tentato rapimento di Raul Ghandi.

    Libano
    E' stata rinviata al 30 novembre la sessione del Parlamento libanese che avrebbe dovuto eleggere il capo dello Stato entro la mezzanotte di oggi, scadenza del mandato di Emile Lahoud. Il rinvio è stato deciso per mancanza del quorum in aula. La decisione, ampiamente prevista, era stata anticipata dal deputato Ali Hassan Khalil, stretto collaboratore del presidente del parlamento, Nabih Berri. Continua, quindi, il braccio di ferro sulla scelta del candidato tra la maggioranza parlamentare filo-occidentale e l'opposizione filo-siriana guidata dagli sciiti di Hezbollah. Intanto, sempre dalla maggioranza di governo, è stato rivolto un appello al capo dello Stato Lahoud a lasciare il palazzo presidenziale alla scadenza del suo mandato alla mezzanotte di oggi, minacciandolo di azioni legali in caso contrario. Sugli scenari che si possono aprire ora in Libano sentiamo Camillle Eid, giornalista libanese del quotidiano Avvenire, intervistato da Stefano Leszczynski:

    R. – Possiamo prevedere anche il mantenimento dello status quo per una settimana o dieci giorni e, quindi, fino alla conclusione della Conferenza di Annapolis. A mezzanotte scade il mandato dell’attuale presidente Emile Lahoud; Lahoud potrebbe nominare, entro la mezzanotte, il capo delle forze armate alla guida di questo governo transitorio, contrapposto ovviamente a quello attualmente riconosciuto dalla Comunità internazionale, ma considerato illegittimo dall’opposizione dopo le dimissioni di tutti i ministri sciiti.

    D. – Sul ruolo di Hezbollah che, comunque, cerca di apparire quasi conciliante in questa situazione, è giustificata questa tranquillità? O si tratta di una ostentazione che, forse, nasconde altro?

    R. – Diciamo che di per sé la posizione è tranquillizzante; se il movimento Hezbollah non ricorre a manifestazioni di piazza. Si tratta ora di capire chi farà la prima mossa sbagliata, alla quale l’altra parte è sempre pronta a contrapporre un’altra mossa altrettanto azzardata.

    D. – In ogni caso, il Paese resta in una situazione di equilibrio estremamente precario?

    R. – Ovviamente il vuoto fa paura, anche perché il Paese è comunque con il fiato sospeso; la tensione è già alle stelle e il Libano si è trovato, nelle ultime settimane, al centro del mondo per le visite di ministri degli Esteri, del segretario generale dell’ONU e della Lega Araba. Speriamo che questa attenzione non diminuisca nei prossimi giorni, perché permetterebbe di portare il Libano al sicuro.
     
    Annapolis
    Dal Cairo, dove sono riuniti i ministri degli Esteri della Lega Araba, è giunta la richiesta di inserire la questione delle alture del Golan nell’ordine del giorno della prossima conferenza di pace di Annapolis, promossa dagli Stati Uniti e in programma per il prossimo 27 novembre. Secondo i rappresentanti della Lega, riuniti proprio per uno scambio di opinioni in merito alla loro partecipazione alla conferenza, è importante che al vertice dedicato agli equilibri medio orientali, partecipi anche la Siria. Damasco, da parte sua, vorrebbe la totale restituzione delle alture del Golan, conquistate da Israele nella guerra arabo-israeliana del 1967. Intanto, la Jihad islamica ha convocato per lunedi', a Gaza, una 'contro-conferenza'.
     
    Iraq
    E’ iniziata con un duplice attentato la giornata di oggi a Baghdad. Almeno 13 persone hanno perso la vita, oltre 50 sono rimaste ferite nelle due esplosioni che hanno colpito uno dei mercati popolari della capitale irachena. Un'autobomba, invece, è esplosa a Mossul causando la morte di sette persone, tra cui due poliziotti, e il ferimento di altre 21.

    Afghanistan
    Nuovo attacco contro la polizia, in Afghanistan. Un commando di uomini armati ha preso d’assalto un posto di blocco nel distretto di Arghandab, nella provincia di Kandahar. Il bilancio dell’imboscata, secondo fonti militari, è di sette agenti uccisi e di altri sette rapiti. Ma i taleban affermano di aver colpito 12 uomini e di non aver sequestrato nessuno. Sull’episodio, grava l’accusa di complicità tra agenti regolari e miliziani islamici, avanzata proprio dal comandante delle forze armate di polizia, secondo cui alcuni dei suoi uomini avrebbero intrattenuto rapporti con gli estremisti islamici, permettendo loro di sferrare l’attacco.

    Somalia
    Resta alta la tensione a Mogadiscio, capitale dello Stato somalo, dove perdurano gli scontri tra i ribelli islamici e le forze etiopiche alleate dell’esercito regolare. Dall’inizio dell’anno, secondo l’ONU, sarebbero almeno un milione i profughi interni al Paese e 600 mila quelli in fuga dalla capitale. Una situazione di piena crisi da ieri affidata al governo del nuovo premier, Nur Hassan Hussein.

    Bangladesh
    Ad una settimana dal passaggio del ciclone Sidr, che ha devastato il sud del Bangladesh, il Paese asiatico è ancora in piena emergenza. Migliaia i senza tetto – riferiscono i soccorritori - e numerosi i nuclei familiari colpiti. Si teme il diffondersi di malattie per mancanza di cibo, acqua potabile, vestiario e medicine. Danni stimati per oltre 600 mila ettari di coltivazioni, e perdite per 350 mila unità di bestiame. Secondo l’organizzazione umanitaria Save The Children, tre milioni di persone rischierebbero carenze alimentari per i prossimi sei mesi.

    Italia
    Il Consiglio dei Ministri ha accordato al capo dell'esecutivo Prodi di porre la fiducia sul disegno di legge sul welfare, se necessario. Non si è però deciso su quale testo, eventualmente, porre la questione, se quello del governo o se quello della commissione. La richiesta della sinistra di governo, su cui insiste il Partito di Rifondazione Comunista, riguarderebbe il cosiddetto "diritto di precedenza" per i contratti a termine.

    Francia
    Misure di emergenza alla Sorbona di Parigi. L’Università ha chiuso i corsi fino al prossimo lunedì a causa degli scontri tra gli studenti che protestano contro la riforma pensionistica di Sarkozy e coloro che desiderano prendere parte alle lezioni. Nel comunicato diffuso dall’amministrazione, si legge che a causa della situazione "La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno". Proprio oggi, la Francia stava tornando alla normalità dopo gli scioperi dei trasporti che avevano paralizzato il Paese nei giorni scorsi.

    Banca Centrale Europea
    Più trasparenza sui mercati finanziari. E’ quanto sollecita il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, che ha ribadito come le turbolenze che caratterizzano i mercati finanziari in questo periodo fossero prevedibili da tempo, a causa della crisi dei mutui subprime. Trichet, ha evidenziato che la BCE e altre banche centrali avevano lanciato piu' volte l'allarme sulla sottovalutazione del premio di rischio. "I prezzi - ha spiegato - sono scesi in modo consistente e gli investitori hanno fronteggiato perdite rilevanti e non prevedibili, contribuendo cosi' a provocare ulteriore pressione".
     
    Antartide
    Incidente nelle acque dell’Oceano Antartico. La nave da crociera ‘My Explorer' è colata a picco nel Mare di Weddel, vicino alle Shetland Australi, per una falla nella chiglia provocata dall'urto con un iceberg. Tratte in salvo le persone a bordo, circa 154 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, che hanno abbandonato l’imbarcazione grazie ai soccorsi della Guardia costiera britannica, dell’Unità della Marina militare argentina e statunitense. (Panoramica internazionale a cura di Francesca Fialdini)
     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 327

     

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