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SOMMARIO del 22/11/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Nuovo forte appello del Papa contro la fame. Incontrando la FAO, Benedetto XVI avverte: il progresso tecnico non basta, bisogna guardare alla persona nella sua integralità
  • Altre udienze
  • Domani, giornata di riflessione e preghiera del Collegio cardinalizio con il Papa alla vigilia del Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali
  • Oggi in Primo Piano

  • Mons. Sgreccia definisce un fatto storico le nuove scoperte sulle cellule staminali: ora basta con la distruzione degli embrioni
  • Milioni di sfollati in Bangladesh per il ciclone Sidr: l'impegno della Caritas
  • Di scena a Roma l'opera musicale sulla Divina Commedia ideata da mons. Marco Frisina
  • Chiesa e Società

  • Devastazione in Papua Nuova Guinea a causa delle alluvioni che hanno causato oltre cento vittime
  • Il nuovo Trattato europeo al centro della plenaria della COMECE che si chiude domani a Bruxelles
  • Allarme povertà in Europa. Sono 17 milioni i bambini che vivono in condizioni di indigenza
  • Ban Ki-moon: assicurare la protezione dei civili nelle zone di guerra attraverso la creazione di un gruppo di lavoro
  • Sri Lanka: oltre 22 mila tamil sono fuggiti dal nord dell'isola negli ultimi due mesi
  • Presentato in Giordania un sito Internet in arabo per promuovere la messa al bando delle mine e delle bombe a grappolo
  • E’ nato in Uganda il Centro Giustizia e Pace dedicato a Giovanni Paolo II
  • La 94.ma plenaria dei vescovi del Cile ha rieletto presidente mons. Alejandro Goic Karmelic
  • I vescovi del Regno Unito in cerca di una soluzione con il governo perché esoneri le agenzie cattoliche dall’applicare la legge che permette l’adozione alle coppie omosessuali
  • Cattolici e protestanti in Svizzera invitano a vivere gli Europei di Calcio 2008 come una festa di tutti
  • Mons. Bruno Forte: da Ravenna un forte inpulso per il dialogo tra cattolici e ortodossi
  • In Italia istituita la diocesi ortodossa rumena
  • In Spagna è stata inaugurata la prima Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca
  • Domani prima giornata dell'Associazione Apurimac che sostiene le missioni agostiniane in Perù ed Africa
  • Si apre oggi la III Edizione del “Roma Festival Barocco”
  • 24 Ore nel Mondo

  • La corsa del petrolio verso i 100 dollari al barile
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nuovo forte appello del Papa contro la fame. Incontrando la FAO, Benedetto XVI avverte: il progresso tecnico non basta, bisogna guardare alla persona nella sua integralità

    ◊   Ancora una volta, Benedetto XVI leva alta la voce in difesa dei più deboli e, in particolare, contro lo scandalo della fame. Occasione dell’accorato appello, l’udienza di stamani ai partecipanti alla 34.ma sessione della Conferenza generale della FAO, l’agenzia dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Il Papa ha esortato tutti gli uomini di buona volontà ad unirsi per sconfiggere la fame e costruire una pace giusta e duratura fondata sulla dignità inviolabile della persona umana. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    "The time has come to ensure, for the sake of peace…"
     
    “E’ tempo, per il bene della pace, di assicurare che ogni uomo, donna, bambino non debba più soffrire la fame”: è l’accorato appello di Benedetto XVI, che nel discorso ai membri della FAO ha sottolineato come il motto di questa organizzazione, fiat panis, “sia anche al cuore del Vangelo, che la Chiesa è chiamata a proclamare”. “La famiglia umana – ha esortato – deve trovare gli strumenti e le strategie per risolvere i conflitti causati dalle differenze sociali, dalle rivalità etniche e dalla enorme disparità nei livelli del progresso economico”.
     
    "Mankind is thirsting for true and lasting peace…".

     
    “L’umanità – ha detto ancora – è assetata di una pace vera e duratura”, che può essere edificata solo se, tanto i cittadini quanto i governanti, assumono dei comportamenti “fermamente radicati” nel principio della giustizia. Giustizia che ha il suo fondamento proprio nella “destinazione universale dei beni del creato”. Il progresso tecnico, ha rilevato, “per quanto importante, non è tutto”. Tale progresso deve, infatti, inserirsi “nel più ampio contesto del bene integrale della persona umana”. Ha così evidenziato il ruolo della religione, che può offrire un contributo distintivo soprattutto attraverso la formazione delle menti e dei cuori, “in accordo con una visione” integrale “della persona umana”. La Santa Sede, ha sottolineato, è da sempre impegnata a sostenere ogni sforzo utile a “liberare l’umanità dalla carestia e dalla malnutrizione” consapevole che per risolvere questi problemi non bastano dei mezzi tecnici raffinati, ma urge soprattutto “un genuino spirito di cooperazione di tutti gli uomini di buona volontà”. Questo impegno, ha proseguito, “richiede un riconoscimento della dignità insita nella persona umana, ad ogni stato della sua esistenza”.

     
    "All forms of discrimination…".
     
    “Tutte le forme di discriminazione”, ha avvertito, “in particolare quelle che mortificano lo sviluppo agricolo vanno combattute, giacché costituiscono una violazione del diritto fondamentale di ogni persona ad essere libera dalla fame”. Questi sforzi, ha rilevato, sono ancor più urgenti oggi, in un tempo nel quale viviamo il paradosso di una “diffusione della povertà in un mondo che sperimenta una ricchezza senza precedenti, tanto economica quanto scientifica e tecnologica”. A volte, ha costatato con amarezza il Santo Padre, gli ostacoli che si presentano possono portare allo scoraggiamento: guerre, epidemie, disastri naturali. Tuttavia, è stata la sua esortazione, “queste difficoltà devono servire come motivazione per raddoppiare gli sforzi affinché ogni uomo possa avere il pane quotidiano”. La Chiesa, ha ribadito, è convinta che la richiesta di soluzioni tecniche più efficaci vada sempre accompagnata da programmi incentrati sui quei valori fondamentali che trovano la loro fonte nell’inalienabile dignità della persona umana.

     
    "The united effort of the international community…".
     
    Per eliminare la malnutrizione e promuovere un genuino sviluppo, ha detto ancora, serve uno “sforzo unitario” della comunità internazionale. Ha, così, messo l’accento sulla necessità di strutture che assicurino una corretta valutazione delle risorse necessarie per affrontare un’ampia serie di situazioni. Questa lotta contro la fame, ha esortato il Papa, richiede “il contributo di ogni membro della società” - individui, organizzazioni di volontariato, governi – “sempre con il dovuto rispetto di quei principi morali che costituiscono il patrimonio comune di ogni persona e il fondamento di ogni vita sociale”. La comunità internazionale, ha avvertito, deve sempre usufruire di questo “tesoro di valori comuni”, poiché lo sviluppo può essere “autentico e duraturo” soltanto se viene alimentato da uno spirito di cooperazione e dalla volontà di “condividere le risorse tecniche e professionali”. Benedetto XVI non ha mancato infine di riconoscere il ruolo e i risultati conseguiti dalla FAO nella lotta alla fame, augurandosi che possa continuare proficuamente il suo lavoro anche nel futuro.

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina alcuni presuli della Conferenza episcopale del Kenya, in visita "ad Limina", e mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, con i familiari.

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    Domani, giornata di riflessione e preghiera del Collegio cardinalizio con il Papa alla vigilia del Concistoro per la creazione di 23 nuovi cardinali

    ◊   Domani si terrà nell’Aula Nuova del Sinodo una giornata di riflessione e preghiera del Collegio cardinalizio con il Papa alla vigilia del Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 23 nuovi cardinali. La meditazione del mattino, introdotta dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei Cristiani, sarà dedicata al dialogo ecumenico. I nuovi porporati – aveva detto Benedetto XVI annunciando il Concistoro all’udienza generale del 17 ottobre – “sappiano testimoniare con coraggio in ogni circostanza il loro amore per Cristo e per la Chiesa”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

     La dignità cardinalizia rappresenta una chiamata ad una responsabilità ancora più grande al servizio della Chiesa. E’ quanto ricorda, al microfono di Silvonei Protz, mons. Odilio Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, che sabato 24 novembre sarà tra coloro che riceveranno dal Papa la berretta cardinalizia:
     
    "Io interpreto questa chiamata come una chiamata alla missione, in maniera più impegnativa. Cambia senz’altro il mio rapporto con la Chiesa universale, di tutto il mondo, perché i cardinali sono chiamati ad essere anche collaboratori del Santo Padre; mi preparo per assumere con coscienza e impegno quello che mi sarà affidato. In Brasile, la nomina è stata accolta con molta gioia e tutti hanno ancora in mente le immagini della visita del Santo Padre, nel maggio scorso. Adesso la gente forse dà più importanza anche al suo Magistero, alle sue parole perché hanno sentito, hanno visto da vicino il Papa che era lì tra di noi e questo rimane nel cuore della gente".
     
    Tra i prossimi porporati figura anche mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), che al microfono di Tiziana Campisi, sottolinea come la dignità cardinalizia sia una grande responsabilità da accogliere con crescente consapevolezza:

     
    "E’ una responsabilità nuova che investe la mia persona, come l’atto di fiducia del Papa, che investe l’intera diocesi, la mia comunità. Quindi, sono sicuro che sia i miei sacerdoti che tutti i fedeli di Genova siano consapevoli di questo dono e di questo nuovo compito di fedeltà al Santo Padre e di vivacità della comunità cristiana. Sento sempre la vicinanza della mia Chiesa, anche per vicende, a volte un po’ pesanti, che mi hanno visto coinvolto; però, anche in questo momento di gioia, seppure di responsabilità, avverto molto questa vicinanza. La presenza di fedeli di Genova a Roma sicuramente mi testimonia questo affetto che naturalmente è reciproco".
     
    E gioia e timore per la nomina cardinalizia esprime, al microfono di Giovanni Peduto, mons. Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa:

     
    "Essere cardinale non è una cosa da poco e non si può rimanere indifferenti anche se io sinceramente non me l’aspettavo; e soprattutto, quello che mi pare sia evidente è il timore di non essere degno, di non essere all’altezza di questo incarico, di quest’onore. Timore anche per eventuali altri incarichi che il Santo Padre mi affiderà. Vorrei anche aggiungere un auspicio: coloro che lavorano in Vaticano sono in maggioranza laici; auspico che siano motivati, cioè consci del servizio che prestano alla Santa Sede, sentendo di lavorare accanto al Papa e che lavorino con entusiasmo, con ottimismo, con riconoscenza".

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    Oggi in Primo Piano



    Mons. Sgreccia definisce un fatto storico le nuove scoperte sulle cellule staminali: ora basta con la distruzione degli embrioni

    ◊   Il mondo della ricerca è stato messo in subbuglio in questi giorni dalla scoperta da parte di due equipes di studiosi, una giapponese ed una statunitense, di una nuova tecnica per “trasformare” cellule della pelle in cellule staminali simili a quelle embrionali. Una tecnica che apre nuove frontiere per la cura delle malattie senza ricorrere alla distruzione di embrioni umani e alla cosiddetta clonazione terapeutica. Per l’Associazione Scienza e Vita si trattererebbe di un’autentica svolta, come conferma il professor Angelo Vescovi, docente all’Università di Milano Bicocca e direttore del Centro staminali di Terni, al microfono di Debora Donnini:


    R. – Che si tratti di una svolta, è inquestionabile. Si tratta di una preparazione su cellule umane e quindi ha un’immediata apertura per prospettive terapeutiche prive di qualunque intervento di clonazione di embrione. Quando ho prospettato questa possibilità come la sicura alternativa alla clonazione, sono stato addirittura insultato, quattro anni fa e poi in occasione del referendum. A distanza di quattro anni, abbiamo le cellule umane clonate senza gli embrioni clonati. Tanto per dire che questo fu l’argomento, uno degli argomenti portati a supporto dell’ipotesi che esistono vie di ricerca e vie di studio delle terapie, anche per le malattie più gravi, che possono tranquillamente prescindere dall’utilizzo degli embrioni umani.

     
    D. – La scoperta potrebbe garantire organi di ricambio senza alcun rischio di rigetto ...

     
    R. – Diciamo che questa scoperta fa parte di quella serie di metodi alternativi all’utilizzo degli embrioni proprio per lo sviluppo di terapie per malattie che trovano una potenziale cura nelle terapie cellulari, cioè nel trapianto di nuove cellule.

     
    D. – Però, questa tecnica è ancora lontana dal poter essere impiegata su pazienti?

     
    R. – Esattamente come le embrionali staminali umane. Tutte le tecniche in questo momento impiegate devono poi passare per una fase successiva, cioè quella di preparare i cosiddetti “pezzi di ricambio per il trapianto”. Questo implica sicuramente altri studi e altri anni di lavoro.

    Su questa nuova tecnica ascoltiamo il commento di mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, intervistato da Sergio Centofanti:

     
    R. – Indubbiamente, se questa tecnica avrà le sue convalide, rappresenta una novità che possiamo definire storica. Ora, degli embrioni non c’è più bisogno e non c’è più bisogno della clonazione terapeutica – cosiddetta terapeutica – e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude. La Chiesa l’aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando illecita l’immolazione dell’embrione. Ora, qui ci sono arrivati questi scienziati, non tanto per motivi di fede – bisogna dire – ma per il successo della ricerca. Il successo si è presentato qui, e questo ci consente anche di dire che tra l’etica e la scienza, quella vera, c’è una parentela. L’etica che rispetta l’uomo è utile anche per la ricerca, e conferma anche che non è vero che la Chiesa è contraria alla ricerca: è contraria alla cattiva ricerca, a quella che è dannosa per l’uomo, in questo caso l’uomo-embrione.

     
    D. – D’altra parte, nella ricerca sulle cellule staminali embrionali negli ultimi anni sono state investite somme ingenti di denaro ...

     
    R. – E questo è stato uno spreco, per cui il danno c’è stato. Tanti embrioni immolati, tanti miliardi dalle casse dello Stato e quindi dei cittadini, in definitiva, sono stati buttati mentre potevano servire alla “good science”, alla scienza buona, alla ricerca quella vera. E’ vero che diciamo: “Ma, la ricerca quando parte non sa mai cosa trova”: questo è vero, ma c’erano già degli indizi per cui sulle cellule staminali adulte si ottenevano dei risultati e sulle cellule staminali embrionali non si otteneva niente. E lo andavamo predicando in tutte le salse, in tutte le piazze. Ora, speriamo che questo almeno basti. Ma non so se coloro che hanno investito denari, fatto leggi apposta per favorire questo saranno in grado di riconoscere l’errore e di tornare indietro. Ma almeno gli scienziati che vogliono conseguire risultati, penso che andranno a cercarli laddove si trovano.

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    Milioni di sfollati in Bangladesh per il ciclone Sidr: l'impegno della Caritas

    ◊   In Bangladesh, a sei giorni dal passaggio del ciclone Sidr, i soccorsi stanno finalmente raggiungendo la costa meridionale del Paese, dove milioni di sfollati stanno rischiando di morire di fame. L'ultimo bilancio delle Nazioni Unite parla di 3.500 morti accertati e di oltre 2.000 dispersi. Ma le vittime potrebbero essere oltre 10 mila. In prima linea negli aiuti ai disastrati c’è la Caritas Internationalis, mobilitata attraverso la rete locale che ha già raggiunto 23.500 famiglie con aiuti alimentari, vestiti e medicine. Ascoltiamo in proposito Paolo Beccegato, responsabile della Caritas italiana per l’area internazionale. L’intervista è di Federico Piana:

     
    R. – Caritas Bangladesh, con il supporto nostro e di tutta la rete Caritas, ha una diffusione capillare sul territorio, per cui gli aiuti stanno per raggiungere anche le zone più remote, sebbene sia molto complicato proprio perché è un Paese molto fluviale, ricco di enormi fiumi che però lo solcano da nord verso sud; con i problemi legati al passaggio del ciclone Sidr e quindi la distruzione di molte imbarcazioni, evidentemente comportano grossi problemi di logistica e trasporto di materiali.

     
    D. – Le difficoltà che state trovando lì, proprio per portare i primi aiuti, quali sono? Avete avuto modo di mettervi in contatto con Caritas Bangladesh?

     
    R. – C’è una difficoltà di carattere logistico, per far arrivare gli aiuti a tutta la popolazione colpita. Bisogna ricordare che l’area colpita è piuttosto vasta: è tutto il sud del Bangladesh che è disastrato. In parte, è colpito un po’ tutto il Paese. Sul numero delle vittime c’è incertezza, anche perché c’è l’eterno problema legato alle registrazioni dei bambini alla nascita, non sempre completa, per cui molti bambini alla nascita non vengono registrati. Quando succedono poi questo tipo di disastri, succede sempre che le famiglie, le comunità denunciano la morte di molte persone che le autorità stentano a riconoscere se non vengono – evidentemente – ritrovati i cadaveri; il secondo problema è quello di avvertire come questo disastro sia stato certamente molto più forte degli ultimi 15 anni. Questo ha comportato anche un certo smarrimento negli stessi soccorritori. C’è anche poi dal punto di vista pratico, certamente, un bisogno anche di carattere psicologico, spirituale che non va sottovalutato. Quindi, non solo lanciare viveri dall’alto, non solo evidentemente salvare vite umane, ma pensare che abbiamo sicuramente numerosi orfani; molte persone hanno perso gli affetti e quindi c’è sempre il rischio molto forte di perdita di senso, con relativi suicidi: il tasso di suicidi aumenta sempre, in queste circostanze. E secondo noi, in questo caso, il rischio è molto alto.

     
    D. – Come si può fare per intervenire?

     
    R. – La nostra esperienza ci dice che bisogna fare degli interventi non solo settoriali ma, appunto, un approccio – come diremmo con la dottrina sociale della Chiesa – per tutti gli uomini; l’uomo non ha solo bisogno di cibo, ma in questo caso ha bisogno anche di relazioni e di affetti. Quindi, serve anche un sostengo psicologico, un accompagnamento di queste persone di lungo periodo; serve un approccio molto attento alle singole situazioni che accompagnino queste persone che sono tali nella loro dignità più alta.

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    Di scena a Roma l'opera musicale sulla Divina Commedia ideata da mons. Marco Frisina

    ◊   Il capolavoro di Dante, “La Divina Commedia”, realizzato in forma spettacolare, debutta questa sera a Roma, al “Teatro di Tor Vergata”. L’Opera, che ha per sottotitolo “L’uomo che cerca l’Amore”, è rivestita di note e di immagini e vede la partecipazione di 24 cantanti-attori, 20 ballerini, 12 acrobati e un coro di quaranta elementi. Un kolossal musicale mai prima d’ora realizzato. Ideatore è mons. Marco Frisina, direttore della Cappella Lateranense ed autore di colonne sonore di successo, che al microfono di padre Vito Magno spiega il significato dell’opera.


    R. – La possibilità di presentare il classico della letteratura cristiana, offrire la possibilità di “assaggiare” questo grande poema e avere la voglia di leggerlo ...

     
    D. – Sempre attuale, la Divina Commedia ...

     
    R. – Tutto il cammino della Commedia è di una grandissima attualità perché i personaggi della Commedia sembrano usciti dal giornale di oggi.

     
    D. – Dove ha tratto l’ispirazione nell’allestire quest’opera?

     
    R. – Mi è stato suggerito un po’ dal modo in cui Papa Benedetto XVI ha presentato la sua prima enciclica, la “Deus caritas est”, proprio riferendosi a Dante: l’uomo è fatto per questa ricerca di amore.

     
    D. – E quanto alla musica, che generi ha scelto per le tre Cantiche – Inferno, Purgatorio e Paradiso?

     
    R. – La Commedia ha passato sette secoli di storia; ha attraversato culture, momenti storici, culturali, letterali più svariati pur rimanendo sempre moderna, sempre attuale. Allora ho voluto usare generi musicali che percorrono questi sette secoli per mostrare anche con mondi musicali diversi, sempre l’attualità di questo poema, quindi dal gregoriano all’heavy metal, per cui è evidente che il secondo atto è caratterizzato più dal gregoriano e dall’amore espresso musicalmente con grandi melodie piene di elementi spaziali.

     
    D. – Quale sarebbe il secondo atto?

     
    R. – Purgatorio e Paradiso. Mentre l’Inferno è drammatico, molto forte come tinte.

     
    D. – Tra tutti i personaggi danteschi, qual è il più vicino alla sua sensibilità?

     
    R. – Quello che amo di più è Virgilio, perché è un uomo che viene dalla poesia, viene dalla filosofia; è l’uomo che rappresenta la ragione ma anche la paternità.

     
    D. – Un personaggio, però, che non può accedere al Paradiso: rimane “tra color che sono sospesi”, dice Dante ...

     
    R. – Un personaggio drammatico ma anche molto umano, molto forte; ha un’aria molto intensa, molto struggente, in cui si capisce tutta la forza di un mondo, com’era quello classico, che si è avvicinato a Cristo quasi toccandolo ma che rimane lì a guardare, vedendo salire questo Dante che questo mondo ha educato, in qualche modo ha formato.

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    Chiesa e Società



    Devastazione in Papua Nuova Guinea a causa delle alluvioni che hanno causato oltre cento vittime

    ◊   Le autorità della Papua Nuova Guinea temono che il bilancio delle inondazioni provocate dal passaggio di un ciclone tropicale possa aggravarsi sempre di più. Al momento le vittime accertate sono oltre un centinaio, gli sfollati ammontano a diverse migliaia, oltre mille le abitazioni spazzate via. Il ciclone è arrivato una settimana fa ma soltanto ieri i soccorsi hanno raggiunto le zone alluvionate trovando uno scenario desolante: alcune persone erano infatti morte di stenti. Intanto nell’area, si fa sempre più difficoltosa la distribuzione degli aiuti perché continua a piovere. Lunedì scorso, il presidente dello Stato situato nella porzione est dell’isola della Nuova Guinea, Michael Somare, aveva convocato una riunione d’emergenza del governo per fare fronte alla crisi. Secondo alcune stime, le conseguenze del ciclione hanno interessato non meno di 145.000 persone.(B.C.)

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    Il nuovo Trattato europeo al centro della plenaria della COMECE che si chiude domani a Bruxelles

    ◊   “L’azione esterna dell’Unione Europea, sfide attuali e prospettive” è il tema scelto dalla COMECE, Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, per l’assemblea plenaria d’autunno che si è aperta ieri a Bruxelles. Una tre giorni di riflessione che ha preso il via con una relazione sul nuovo Trattato costituzionale, probabilmente in vigore nel 2009, tenuta dal vescovo di Rotterdam, monsignor Adrianus van Luyn. Un argomento che è al centro dei lavori in particolare per l’attenzione che la COMECE riserva alle sfide che attendono la famiglia di oggi. Verrà infatti presentato un documento dal titolo: “Proposta per una nuova strategia dell’Unione Europea per il sostegno alle coppie e al matrimonio”, nel quale si chiedono alle istituzioni interventi in materia di politica fiscale e sociale per sostenere la stabilità della coppia. In un’intervista all’agenzia Sir, monsignor Noël Treanor, segretario generale della COMECE, ha sottolineato l’importanza dell’azione dei vescovi, all’interno di ogni singola realtà del Paese in cui svolgono la loro missione pastorale, nel promuovere il progetto europeo. “Ciò tuttavia – sottolinea monsignor Treanor- richiede da parte dell’Unione Europea una politica coerente e radicata in un sistema di valori”. Il segretario generale della COMECE ha anche parlato del sostegno all’Africa da parte dei Paesi membri come “un vettore di credibilità per l’UE”. Infine nella discussione troverà spazio anche il fenomeno dell’immigrazione illegale verso Malta e l’Italia del sud e della possibilità di una comune politica di asilo. Spazio inoltre anche alla ricerca e la bioetica ma anche al prossimo Anno del dialogo interculturale, programmata per il 2008.(B.C.)

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    Allarme povertà in Europa. Sono 17 milioni i bambini che vivono in condizioni di indigenza

    ◊   Si registra un’anomalia nella mappa dei poveri in Europa; secondo le stime dell’UNICEF, 17 milioni di bambini vivono in condizioni difficili e non appartengono soltanto a famiglie di immigrati - che restano una fetta consistente - ma soprattutto ai ceti medi, nuclei cioè costituiti da padri o madri sole con un’unica entrata. Quest’ultime rappresentano il 20% sul totale e si rivolgono con sempre più frequenza alle strutture assistenziali perché in condizioni di estrema difficoltà e incapaci di allattare i loro bambini. Da segnalare anche la forte differenza tra nord e sud Europa nella disponibilità di servizi per l’infanzia: Paesi come Italia, Spagna e Grecia presentano infatti gravi lacune. L’allarme sulla povertà è stato lanciato nel corso del convegno che si è svolto a Roma presso la sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia. Sull’Osservatore Romano, Roberta Angelilli, coordinatrice del Parlamento Europeo per i diritti dell’Infanzia, ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti, di scelte legislative che siano di reale sostegno. “Le famiglie – ha detto l’europarlamentare - ci chiedono più strutture come nidi ed asili perché spesso lavorando entrambi i genitori non sono in grado di assistere i piccoli per tutto il giorno”. Il comitato “Mammeemondi”, in grado di supportare 1.800 donne di 70 nazionalità diverse, ha denunciato anche casi di malnutrizione gravi con madri costrette a dare acqua e camomilla al posto del latte. In tal senso, l’associazione ha promosso la distribuzione gratuita di latte alle famiglie più indigenti alle quali viene offerto anche sostegno psiocologico.(B.C.)

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    Ban Ki-moon: assicurare la protezione dei civili nelle zone di guerra attraverso la creazione di un gruppo di lavoro

    ◊   I Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono chiamati a rispettare gli impegni presi nel World Summit del 2005 quando si parlava della necessità di difendere i diritti umani di tutti in particolare delle vittime del terrorismo assicurando loro “l’assistenza per facilitarne la reintegrazione nella società”. Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato a creare un gruppo di lavoro per la protezione dei civili nelle zone di guerra alla luce dell’alto numero di morti nei Paesi e nelle aree di conflitto. Il numero uno del Palazzo di Vetro ha citato, nel corso di un dibattito a New York, scenari difficili come il Sudan, la Somalia, l’Afghanistan e l’Iraq, portando all’attenzione la situazione dei minori che è “particolarmente drammatica”. Secondo quanto riferisce l'Agenzia Misna, nei giorni scorsi, Ban Ki-moon aveva presentato al Consiglio un rapporto sulla protezione dei civili nei teatri di guerra in cui denunciava “la spaventosa ferocia” perpetrata “in un clima di totale impunità”. Citando l’esempio di Paesi come l’Afghanistan ma anche la Repubblica Democratica del Congo ha parlato della tendenza a bersagliare i civili “con l’obiettivo di destabilizzare e spingere alla fuga centinaia di migliaia di persone”. Infine aveva riferito del crescente numero di violenze sessuali contro donne, bambini, ma anche uomini “è la prima dimostrazione del nostro collettivo fallimento - sosteneva Ban Ki-moon- nell’assicurare efficace protezione ai civili presenti negli scenari di conflitto”.(B.C.)

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    Sri Lanka: oltre 22 mila tamil sono fuggiti dal nord dell'isola negli ultimi due mesi

    ◊   Sono almeno 22 mila le persone che dall’inizio di settembre sono state costrette a scappare dal nord dello Sri Lanka a causa dell’intensificarsi dei combattimenti tra i separatisti delle Tigri tamil e l’esercito regolare. Le stime sono rese note dal Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC), i cui uffici a Vavuniya e Mannar continuano ad organizzare l’accoglienza alle famiglie in fuga dalle violenze. La Croce Rossa denuncia, inoltre, che la situazione è molto tesa a Omanthai, l’unico punto che collega le aree sotto controllo delle Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam) con il resto del Paese. Secondo autorità e fonti della Chiesa cattolica al nord, vi sono 11.200 profughi interni solo nel distretto di Mannar. La maggior parte di loro - riferisce l'Agenzia AsiaNews - è ospitata da famiglie locali, mentre gli altri vivono in 13 differenti campi di accoglienza gestiti dalle agenzie umanitarie. Stessa situazione per i 10 mila sfollati a Manthai ovest, a nord di Mannar. Nelle scorse settimane le ostilità si sono concentrate in zone poco abitate: Muhamalai e nell’area di Madhu. Ma in questi ultimi giorni le LTTE hanno distribuito volantini tra i civili a Wankalai - distretto di Mannar - che ingiungevano a lasciare le proprie abitazioni immediatamente. Il testo del messaggio impone ai cittadini di “andarsene entro il 27 novembre o dovranno affrontare serie ripercussioni”. Il volantino è scritto in tamil con la firma delle LTTE.(R.P.)

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    Presentato in Giordania un sito Internet in arabo per promuovere la messa al bando delle mine e delle bombe a grappolo

    ◊   Sono ancora 40 i Paesi, 11 in Medio Oriente e Nord Africa, che non hanno sottoscritto il Trattato per la messa al bando delle mine, firmato in Canada nel 1997. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema ed invitare i governi a prendere provvedimenti, è stato presentato in Giordania nel corso dell’VIII riunione degli Stati che hanno sottoscritto la Convenzione, un sito Internet in lingua araba. Lo scopo è di “informare e contribuire alla costruzione di una coscienza su questo tema”, ha dichiarato all’agenzia Misna, Ayman Sorour, direttore di un’associazione umanitaria egiziana promotrice dell’iniziativa, volta a bandire anche le bombe a grappolo. Lo stesso Sorour ha affermato che a bloccare l’adesione di numerosi Paesi dell’area sono i conflitti in corso tra israeliani e palestinesi ma anche la questione del Sahara occidentale. (R.G.)

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    E’ nato in Uganda il Centro Giustizia e Pace dedicato a Giovanni Paolo II

    ◊   E' stato inaugurato nell’Istituto Sant’Agostino di Kampala, in Uganda, il Centro Giustizia e Pace Giovanni Paolo II, con l’intento di promuovere gli insegnamenti sociali della Chiesa. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione di cinque istituti missionari: i Missionari di Mill Hill, i Missionari dell’Africa, i Missionari Comboniani, la Congregazione di Santa Croce e la Compagnia di Gesù. “La nostra fede deve fare giustizia e pace in questo Paese” ha detto monsignor Paul Bakyenga, arcivescovo di Mbarara, sottolineando come il centro sia un segno della Provvidenza. “La pace non è solo l’assenza della guerra ma include giustizia e riconciliazione” così nella Messa inaugurale il cardinale Emmanuel Wamala, arcivescovo emerito di Kampala. Un invito agli ugandesi a lavorare per per la pace nel loro Paese è giunto dal responsabile del centro, Padre Giuseppe Filippi, che ha sottolineato il bisogno di promuovere l’insegnamento sociale della Chiesa come parte della nuova evangelizzazione lanciata da Giovanni Paolo II.(B.C.)

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    La 94.ma plenaria dei vescovi del Cile ha rieletto presidente mons. Alejandro Goic Karmelic

    ◊   Mons. Alejandro Goic Karmelic, vescovo di Rancagua, è stato rieletto per un secondo triennio presidente della Conferenza Episcopale del Cile (CECH); vicepresidente è stato riconfermato mons. Gonzalo Duarte García de Cortázar, vescovo di Valparaíso. Riuniti a Punta de Tralca fino a domani per la 94 ma Assemblea Plenaria, i presuli cileni stanno elaborando gli Orientamenti Pastorali per il periodo 2008-2012, riflettendo su diversi temi della realtà ecclesiale e nazionale. I lavori si sono aperti lunedì scorso con una Santa Messa presieduta dal Nunzio Apostolico, mons. Aldo Cavalli, che è stata anche il suo congedo ufficiale dal Cile perché nominato Nunzio Apostolico in Colombia. I vescovi ha anche eletto i membri del Comitato Permanente della Conferenza episcopale, organismo che si preoccupa di rendere esecutive le determinazioni dell’Assemblea Plenaria, e i delegati al Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio che si svolgerà nell’ottobre 2008. Ad impegnare i presuli, in questi giorni, inoltre la redazione della Lettera Pastorale rivolta a tutti quelli che abitano nelle zone rurali e lavorano la terra, che sarà pubblicata, con la firma del presidente dell’Istituto Nazionale di Pastorale Rurale (INPRU), mons. Enrique Troncoso Troncoso, vescovo di Melipilla, il 12 dicembre prossimo, nella festa di Nostra Signora di Guadalupe. Per la preparazione del documento, ha spiegato mons. Goic, si sono svolti degli incontri con quanti lavorano la terra, sono state ascoltate le loro gioie e le loro pene, le grandi preoccupazioni davanti a tanti cambiamenti della vita per il lavoro nelle campagne, le speranze, le perplessità e l’impotenza davanti a situazioni ingiuste che persistono: a tali difficoltà cercherà di dare risposta il documento. Dall’ultima Lettera diretta agli uomini del mondo rurale, nel 1993, ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale, “abbiamo vissuto un periodo di grandi cambiamenti che toccano tutti gli aspetti della vita”, tra cui la globalizzazione che ha cambiato il modo di produzione e commercializzazione agraria, i cambiamenti nell’agricoltura tradizionale, le differenze persistenti tra grandi e piccoli produttori, l’emigrazione dei giovani dalle campagne che debilita la vita familiare. Per dare nuove risposte, ha concluso il presule bisogna però essere attenti a questi valori: la dignità di ogni persona umana; la solidarietà che deve essere la base delle relazioni, tanto nel mondo rurale come in tutta la società; il principio di sussidiarietà per il quale si stima l’apporto originale proprio di ogni persona ed organizzazione; il bene comune ed il destino universale dei beni, proteggendo i diritti dei più poveri e sofferenti.(T.C.)

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    I vescovi del Regno Unito in cerca di una soluzione con il governo perché esoneri le agenzie cattoliche dall’applicare la legge che permette l’adozione alle coppie omosessuali

    ◊   I vescovi dell’Inghilterra e del Galles hanno incoraggiato le agenzie d’adozione cattoliche ad accettare i finanziamenti pubblici offerti dal governo Brown per il 2008, nonostante permangano le obiezioni della Chiesa alla Equality Act, la nuova legge contro le discriminazioni che permette le adozioni anche alle coppie omosessuali. L’Esecutivo si è detto disponibile a concedere un finanziamento limitato di 20 mila sterline a ciascuna di queste agenzie, in attesa di trovare una soluzione che permetta di evitare la loro chiusura alla fine del 2008. Questo è infatti il termine ultimo fissato per l’adeguamento alla nuova normativa, entrata in vigore lo scorso aprile nonostante la forte opposizione della Chiesa che ha minacciato di cessare ogni attività nel settore. In una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi i vescovi britannici affermano di apprezzare il gesto di apertura del governo e hanno chiesto alle agenzie cattoliche di approfittare di questo periodo per trovare un modo per “conciliare i requisiti morali e dottrinali della Chiesa con le nuove disposizioni”. Da parte loro, essi riaffermano “l’impegno della Chiesa a fare il possibile per trovare una soluzione adeguata a questo complesso problema”. Le agenzie cattoliche di adozione nel Regno Unito, una dozzina in tutto, provvedono ogni anno a dare una famiglia a circa 250 bambini sui circa 4 mila da adottare. Stando alle statistiche, nel Paese le adozioni sono diminuite del 13 per cento, nonostante il governo di Londra puntasse ad una crescita del 50 per cento. (L.Z.)

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    Cattolici e protestanti in Svizzera invitano a vivere gli Europei di Calcio 2008 come una festa di tutti

    ◊   Una festa da vivere insieme, al di là dell’evento sportivo: è quanto propongono la Chiesa cattolica e la Federazione delle Chiese protestanti in Svizzera (FEPS), in vista dei prossimi Europei di Calcio, che si svolgeranno nel Paese elvetico e in Austria, dal 7 al 29 giugno 2008. “Come Chiesa siamo nella ‘partita’ degli esseri umani da 2008 anni – ha detto il presidente della FEPS, Thomas Wipf – si tratta di condividere con le persone l’entusiasmo per il calcio ma anche di essere pronti per i loro bisogni esistenziali e sociali”. “Se questa azione delle Chiese porterà a riflettere su valori come il rispetto della persona e dei diritti saremo felici”, ha aggiunto Benedikt Weibel, a nome del Consiglio federale Euro 2008. Logo dell’iniziativa, riferisce l'Agenzia Sir, sarà una sciarpa da tifoso con la scritta “Chiesa 2008”, che campeggerà nelle 8 città svizzere che ospiteranno le partite. Nelle chiese sacerdoti, diaconi e collaboratori saranno a disposizione delle squadre, dei funzionari e dei tifosi. Tra le altre iniziative in programma culti ecumenici, ed una gara amichevole tra squadre di comunità religiose. Previsto anche un sito Internet. (R.G.)

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    Mons. Bruno Forte: da Ravenna un forte inpulso per il dialogo tra cattolici e ortodossi

    ◊   Il dialogo tra cattolici e ortodossi ha ricevuto un grande impulso da Ravenna. Ma ora si tratta di proseguire. Lo ha detto ieri, intervenendo al convegno annuale dei delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo, organizzato dalla CEI, mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e membro della Commissione mista. Il documento sulla conciliarità e l’autorità nella Chiesa, ha fatto notare, si conclude con domande “chiare e precise”. “Sulla risposta si gioca il futuro dell’unità tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa, per la quale tutti siamo chiamati a pregare e a lavorare”. Secondo il presule, siamo ormai in un contesto “di maturazione ecclesiologica avvenuta sia in seno all’Ortodossia, con la riscoperta dell’ecclesiologia eucaristica, sia nel mondo Cattolico, con gli apporti decisivi del Concilio Vaticano II. “L’idea chiave – ha osservato – è che la sinodalità della Chiesa non solo non esclude l’autorità, ma la esige come sua condizione e garanzia”. L’attenzione che il documento riserva poi al primato di Pietro è definita da mons. Forte “veramente innovativa”. Anche il vescovo ortodosso Athanasios di Acaia ha detto che il documento è "il risultato di una convergenza di opinioni di due parti che hanno deciso di discutere su una questione importante e cruciale". Il clima che si respira, dunque, fa ben sperare. Questa mattina, invece, con l’intervento del ministro dell’interno, Giuliano Amato, l’attenzione si è spostata sul dialogo interreligioso, soprattutto nei confronti dell’Islam. “Dobbiamo credere – ha detto - che la pace è una parola fondamentale per i musulmani, vincendo quel pessimismo generalizzato di chi ritiene invece che il mondo islamico sia nemico”. Il ministro ha detto di contare molto sulla “Carta dei valori”, un documento che senza inventare nulla, recupera dal nostro patrimonio storico e costituzionale i principi irrinunciabili della convivenza civile.(Da Roma, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo)

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    In Italia istituita la diocesi ortodossa rumena

    ◊   Il Patriarcato ortodosso di Romania ha istituito la diocesi ortodossa rumena in Italia. L’annuncio è stato dato questa mattina da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo che ha ricevuto dal Patriarcato rumeno una lettera in cui si annuncia l’iniziativa. “E’ una bella notizia”, ha commentato il vescovo Paglia, perché “è decisivo che una comunità possa esprimersi, organizzarsi ed essere sostenuta anche per quanto riguarda l’osservanza della vita religiosa”. “D’altronde l’integrazione non può non coniugarsi anche con la dimensione religiosa delle persone”. Secondo il Dossier statistico 2007 sull’immigrazione (elaborato da Caritas e Migrantes), riferisce l'Agenzia Sir, su una presenza regolare straniera, stimata pari a 3 milioni e 700 mila persone, i cristiani restano quasi la metà e i musulmani ammontano a circa un terzo, mentre le grandi religioni orientali coprono quasi il 5%. La stabilità percentuale dei cristiani è dovuta agli ortodossi aumentati nell’ultimo anno di 259 mila unità; in ragione di questo aumento gli immigrati ortodossi (918 mila) hanno superato il numero degli immigrati cattolici (circa 685 mila). (R.P.)

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    In Spagna è stata inaugurata la prima Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca

    ◊   Alla presenza del metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad e del vescovo di Orihuela-Alicante, monsignor Rafael Palmero Ramos, è stata inaugurata alla periferia di Altea, la prima Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca in Spagna. Lo ha riferito all’agenzia Zenit, padre Emilio Benedett, sacerdote della Compagnia di Gesù. L’edificio è costruito in legno proveniente dagli Urali, ha cinque cupole coperte di lamine dorate sormontate da croci bizantine. All’interno, sono presenti affreschi dipinti da artisti giunti appositamente da Mosca. Ad officiare il rito il metropolita Kirill che, prima di iniziare la celebrazione, ha salutato monsignor Rafael Palmero Ramos, al quale ha chiesto “il beneplacito” per procedere alla benedizione della Chiesa che si trova nella sua diocesi. Nell’omelia, il metropolita ha sottolineato che l’edificio dovrà rappresentare “un simbolo della fede e dell’amore per Gesù Cristo di questa comunità, attingendo ai magnifici tesori di spiritualità caratteristici della Chiesa ortodossa”. In modo particolare, Kyrill ha segnalato la necessità di lavorare con “i nostri fratelli cattolici, senza voglia di proselitismo, per diffondere con loro i valori cristiani in questo mondo che ne ha tanto bisogno”. (B.C.)

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    Domani prima giornata dell'Associazione Apurimac che sostiene le missioni agostiniane in Perù ed Africa

    ◊   L’Associazione Apurimac, onlus che attraverso progetti solidali sostiene le missioni agostiniane in Perù e in Africa, compie 15 anni e per celebrare l’evento ha organizzato per domani a Roma, a Palazzo Santacroce, sede dell’Istituto Italo-Latino Americano, il primo convegno sul tema “Missioni umanitarie: un progetto laico, un impegno di fede”. “Quipu, stretti intorno ai bisogni del mondo”, la giornata che diventerà un appuntamento annuale ispirato alla prima Lettera Enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est” e incentrato sul nuovo ruolo della carità nella sua più moderna accezione, vuole offrire testimonianze, condividere idee e percorsi educativi, far parlare volontari laici e religiosi. Il nome della giornata - “Quipu” - in lingua quechua, la lingua parlata nelle Ande, significa “nodo” e vuole esprimere la condivisione delle problematiche del sud del mondo. Al convegno, che avrà inizio alle 9.30 e durante il quale si confronteranno su nuovi modelli ed emergenze in cui operare, missionari, medici e giornalisti, seguirà una serata di beneficenza. Alle 19.30, con l’intento di unire culture distanti attraverso un linguaggio di comunicazione universalmente riconosciuto, la pianista Lilian Zafred e il soprano Claudia Alvarez-Calderon si esibiranno in un concerto lirico e di canti folkloristici peruviani. Alle 20.30 si svolgerà invece una cena solidale che, attraverso sapori e profumi del Perù, consentirà a quanti si sarranno prenotati presso l’Associazione Apurimac (www.apurimac.it) di contribuire ad alcuni progetti nei Paesi dove svolgono il loro apostolato i religiosi agostiniani. Fino al 30 novembre, infine, è possibile contribuire alla campagna sanitaria itinerante negli oltre 500 villaggi della regione peruviana dell’Apurimac organizzata dall’omonima onlus, con un sms che ha il costo di 1 euro al numero 48588 o una telefonata da rete fissa al costo di due euro. Lo scorso anno, proprio grazie agli sms e alle telefonate pervenute è stato completato a Cuzco il poliambulatorio “Lucia Vannucci Maiani” e sono stati attivati il pronto soccorso, i reparti di medicina generale, chirurgia ambulatoriale, pediatria, odontoiatria, ginecologia, cardiologia, radiologia ed ancora il laboratorio analisi e la farmacia. Entro il 2008 l’obiettivo è quello di attrezzare una struttura mobile di pronto intervento e ricognizione sanitaria che si possa spostare nei territori impervi del Perù. (T.C.)

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    Si apre oggi la III Edizione del “Roma Festival Barocco”

    ◊   Con la Messa in latino celebrata nella chiesa romana di S. Ivo alla Sapienza dal cardinale Castrillon Hoyos, presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, prende il via questa sera il “Roma Festival Barocco”. Saranno sette i concerti in programma fino al primo dicembre che si terranno in alcune chiese come la Basilica di S. Lorenzo in Lucina, la Chiesa di S. Agostino ma anche luoghi come la Biblioteca Angelica. L’edizione di quest’anno propone, dopo 300 anni, le musiche legate a compositori che nel 1707 soggiornarono a Roma in particolare Domenico Scarlatti, Alessandro Scarlatti e George Frederich Haendel. A conclusione del festival, nella chiesa di S. Agnese in Agone in Piazza Navona, ed in coincidenza con l’inizio dell’Avvento, verrà presentata la “Messa a 9 voci, 2 violini e continuo” scritta da Alessandro Scarlatti nel 1707 per la Basilica di Santa Maria Maggiore. Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet: www.romafestivalbarocco.it .(B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    La corsa del petrolio verso i 100 dollari al barile

    ◊   Il prezzo del petrolio in continua crescita è arrivato a sfiorare i 100 dollari a barile. La sete di oro nero da parte di tutti i Paesi industrializzati ed in particolare delle cosiddette ‘tigri’ asiatiche, in testa Cina ed India, ha provocato una forte riduzione delle scorte petrolifere mondiali. Ad influire, tuttavia, sui prezzi sarebbero anche forti meccanismi speculativi e fiscali, contro i quali poco può fare una moneta unica europea supervalutata nei confronti del dollaro. Stefano Leszczynski ha sentito il parere dell’economista Alberto Quadrio Curzio:


    R. – Sono effetti di cui sia i Paesi sviluppati, sia i Paesi in via di sviluppo pagheranno un prezzo salato, perché il petrolio è una materia prima che entra in tutte le produzioni e l’incremento di prezzo andrà a ricadere inevitabilmente sui costi di produzione e sui prezzi al consumo.

     
    D. – A fronte di una sempre maggiore forza dell’euro non si registrano benefici sull’acquisto del petrolio. Pensiamo, ad esempio, ai carburanti: come mai?

    R. – L’euro sta ammortizzando in parte l’aumento del prezzo del petrolio, ma non interamente. Si tenga conto che negli ultimi 12 mesi il petrolio è aumentato più del 50 per cento di prezzo mentre l’euro non è aumentato di più del 50 per cento sul valore.

     
    D. – In molti Paesi in via di sviluppo o sottosviluppati ci sono delle riserve ingenti. Questi Paesi ottengono, secondo lei, qualche beneficio da questa ricchezza o verranno penalizzati per lo sfruttamento di multinazionali straniere?

     
    R. – Il beneficio potrebbe essere molto grande per quei Paesi, laddove i Paesi stessi fossero retti da sistemi democratici e da politiche economiche adeguate a livelli standard. Questo purtroppo non avviene per molti di questi Paesi in cui non ci sono forme democratiche. A volte, poi, sono Paesi in cui l’influenza di altri Paesi o di imprese, ma soprattutto di altri Paesi, tra cui la Cina sta diventando dominante anche in Africa. Per questo non si può assicurare in alcun modo un adeguato utilizzo per aumentare il benessere delle popolazioni locali.

    Iraq
    Almeno otto membri di una pattuglia di poliziotti di quartiere a Baghdad sud sono stati uccisi da militanti di al Qaeda, mentre almeno sei integralisti di al Qaeda sono stati uccisi nella provincia di Diyala, a nord-est di Baghdad. Osservatori sottolineano che molti capi tribali soprattutto sunniti hanno organizzato i giovani delle loro tribù in unità di polizia locali per estromettere gli integralisti di al Qaeda. A questa mobilitazione dei capi tribali viene attribuito gran parte del merito del calo delle violenze in Iraq negli ultimi mesi. C’è poi da riferire delle dichiarazioni dell’ex generale Ricardo Sanchez che ha comandato le truppe USA dopo la caduta di Baghdad: appoggia la proposta democratica di far rientrare il grosso dei soldati americani dall'Iraq entro un anno.

    Dagli sciiti iracheni una petizione di condanna per le ingerenze dell’Iran
    Una petizione di condanna nei confronti dell'Iran, accusato di fomentare le violenze in Iraq è stata sottoscritta da oltre 300 mila musulmani sciiti del sud dell'Iraq. Nel darne notizia, il "Washington Post" sottolinea come la comunità sciita irachena sia al suo interno molto più divisa rispetto all'influenza esercitata da Teheran di quanto si riconosca. Se il primo ministro ed i principali blocchi politici sono strettamente legati all'Iran, si legge, secondo gli organizzatori della petizione, molti cittadini sono fortemente contrari all'ingerenza iraniana negli affari interni iracheni. La petizione - che secondo gli organizzatori è stata sottoscritta da 600 sceicchi e gode dell'appoggio dell'Organizzazione dei Mujaheddin del Popolo iraniani - esorta l'ONU ad inviare una delegazione per indagare su quelli che definisce i crimini compiuti dall'Iran e dai suoi agenti nel sud dell'Iraq.

    Nucleare e Iran
    Riguardo al programma nucleare iraniano, l'AIEA ha registrato dei “buoni progressi” ma restano ancora “delle questioni aperte”. E’ quanto ha dichiarato il direttore generale dell'agenzia atomica internazionale, Mohamed El Baradei, aprendo i lavori della riunione del Board dell'AIEA, cominciata stamane nella sede delle Nazioni Unite a Vienna. El Baradei ha spiegato che i progressi registrati negli ultimi due mesi sono stati resi possibili grazie al “maggiore livello di cooperazione dell'Iran”. Tuttavia, ha aggiunto, “mi appello all'Iran ad essere più attiva nel fornire informazioni” soprattutto riguardo alle questioni aperte relative all'arricchimento di uranio. El Bararei ha aggiunto che finora l'AIEA non ha riscontrato divergenze rispetto al materiale dichiarato da Teheran, sottolineando però che l'Iran non applica il protocollo supplementare di controlli.

    Terremoto in Iran
    Una scossa di terremoto di magnitudo 5,1 sulla scala aperta Richter ha colpito stamattina il sud dell'Iran, un giorno dopo che un sisma di eguale forza aveva colpito le regioni petrolifere del sud ovest del Paese provocando il ferimento di 30 persone. Lo ha detto l'agenzia ufficiale iraniana Irna. Non ci sono per ora notizie di vittime o danni del sisma, avvenuto alle O6:14 (le 04:44 ora italiana) nei pressi della città portuale di Bandar Lengeh nella provincia di Hormozgan. Il terremoto di ieri, anch'esso di 5,1 gradi sulla scala Richter, ha provocato solo lievi danni.

    Pakistan
    La Corte suprema pakistana ha respinto l'ultimo ricorso che pendeva sulla rielezione del presidente Pervez Musharraf. La Corte suprema, epurata di tutti i giudici ostili a Musharraf dopo la proclamazione dello stato di emergenza, aveva già respinto gli altri cinque ricorsi presentati contro la sua candidatura alla rielezione. La decisione apre la strada alla sua proclamazione come presidente per un secondo mandato di cinque anni e alle promesse dimissioni da capo delle forze armate. E' stato il nuovo capo della Corte, Abdul Hamid Dogar, a pronunciare la parola ''respinto'' rispetto al sesto ricorso. Le opposizioni sostenevano che Musharraf non avrebbe potuto candidarsi alle elezioni del 6 ottobre, perchè questi non si era dimesso da capo delle forze armate.

    Libano
    Una delegazione di alti ufficiali dell'esercito libanese, guidata dal suo comandante in capo, generale Michel Suleiman, ha incontrato stamani il presidente del parlamento e leader sciita d'opposizione Nabih Berri e il premier sunnita Fuad Siniora. Lo ha riferito il sito Internet del quotidiano An-Nahar. L'incontro tra la delegazione del comando dell'esercito e le massime autorità istituzionali libanesi è avvenuto alla vigilia della prevista seduta del parlamento, convocato domattina per eleggere il successore dell'attuale presidente della Repubblica, il filosiriano Emile Lahud, il cui mandato scade sempre domani alla mezzanotte. Nessuna intesa sull'elezione di un nuovo capo dello Stato “consensuale” è stata finora raggiunta tra la maggioranza parlamentare antisiriana che sostiene il governo Siniora e l'opposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah, appoggiato da Siria e Iran. Una delegazione di Hezbollah ha intanto incontrato stamani Lahud, al quale ha dichiarato che qualsiasi sua “iniziativa”, in caso di mancata intesa tra maggioranza e opposizione sull'elezione del nuovo capo dello Stato, sarebbe “costituzionale”.

    Somalia
    Nuur Adde, 70 anni, ex colonnello della polizia, presidente della Mezzaluna Internazionale, è stato formalmente nominato primo ministro somalo dal presidente della Repubblica Abdullahi Yusuf a Baidoa, nord est del Paese, dove ancora siede il parlamento della Somalia. In breve tempo, forse già entro fine settimana, l'investitura dovrà essere approvata dai deputati. Una procedura lunga, in un Paese che di fatto non c'è più. Mogadiscio è ormai una città morta per i civili. Dalla capitale, stando all'ONU, sono fuggiti in 600.000 da febbraio, 200.000 solo nell'ultima quindicina di giorni. Molte centinaia di civili sono morti tra ottobre e metà novembre per gli incessanti combattimenti tra insorti guidati dagli integralisti islamici e truppe governative ed etiopiche. Sulla situazione attuale in Somalia, Giada Aquilino ha intervistato Silvio Tessari, responsabile per il Corno d’Africa della Caritas Italiana, organizzazione da anni impegnata in territorio somalo:


    R. - A Mogadiscio sostanzialmente c'è la guerra. La popolazione lascia la capitale dove – dato che il governo provvisorio somalo è alleato in questo momento con l’Etiopia - ci sono le truppe etiopi che stanno combattendo molto duramente con le milizie islamiche rimaste a Mogadiscio. Si parla di 300-400 mila sfollati. C’è anche un’altra regione che è passata un po’ sotto silenzio: l’Ogaden, cioè la parte desertica verso nord-ovest, in territorio etiope, dove, da fonti sicure, abbiamo notizie che le truppe di Addis Abeba stanno combattendo.

     
    D. - Qual è la situazione umanitaria?

     
    R. - Un po’ di aiuti riescono ad arrivare, ma nelle zone dove c’è maggior bisogno - a Mogadiscio e dintorni e nell’Ogaden - è impossibile, perché c’è troppa poca sicurezza per potersi muovere. La Caritas Somalia è riuscita, in collaborazione con alcune ONG locali, a raggiungere circa 6-7 mila persone, ma - di fronte a un milione di sfollati interni in tutta la Somalia - è ben poco.

     
    D. - Alle violenze si affiancano tentativi di superare la crisi politica con la nomina, per esempio, di un nuovo premier. Ma quali altre realtà, anche esterne, influiscono sulla vita quotidiana della Somalia?

     
    R. – Si inseriscono sempre interessi esterni, dell’Etiopia, dell’Eritrea, di altre nazioni.

     
    D. - Il Papa ha ricordato la precaria situazione della Somalia, sempre più afflitta dall’insicurezza sociale e dalla povertà. Come superare questo momento?

     
    R. – Naturalmente è possibile aumentare l’aiuto umanitario. Ma, se non si verificherà un salto di qualità da parte delle Nazioni Unite o degli Stati più interessati alla vicenda somala, dobbiamo preparaci a un altro disastro che si prolungherà.

    Ungheria
    Circa 6-8.000 persone hanno partecipato, ieri sera, alla manifestazione sindacale contro le riforme del governo del premier socialista Ferenc Gyurcsany sulla piazza davanti al parlamento a Budapest. La manifestazione si è svolta pacificamente ma incidenti si sono verificati dopo che era stata sciolta. Alla protesta hanno aderito tutti i partiti di centro destra (Fidesz, Jobbik, Miep). I dimostranti hanno scandito slogan contro la riforma sanitaria e delle pensioni del governo e rispondendo all'appello dei dirigenti sindacali, vicini a Fidesz, hanno firmato una petizione contro le riforme. Il raduno si è sciolto senza incidenti ma dopo che la manifestazione era stata sciolta, qualche centinaio di estremisti hanno lanciato bottiglie incendiarie contro i poliziotti e incendiato i cassonetti dei rifiuti. Una squadra speciale della polizia ha disperso i dimostranti ma i disordini sono andati avanti fino a tarda ora nelle vie del centro. Non vi sono stati nè arresti nè feriti.

    Albania
    Il presidente della Repubblica albanese, Bamir Topi, ha disposto la rimozione del procuratore generale, Theodori Sollaku - il più alto magistrato del Paese - accogliendo una proposta formulata dal parlamento e votata dalla sola maggioranza di centrodestra. Al suo posto Topi ha proposto la nomina di una donna, Ina Rama, di 35 anni, attualmente giudice della Corte di appello per i gravi crimini. Il parlamento potrebbe ratificarla quanto prima, anche in giornata. Un anno e mezzo fa l'allora capo dello Stato Alfred Moisiu respinse un'analoga richiesta di rimozione. Dal procuratore generale, la cui carica è a vita, dipende la pubblica accusa di tutta l'Albania. La maggioranza ha accusato Sollaku di inefficienza nella lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione e alla criminalità organizzata. Il procuratore generale è stato considerato responsabile di non aver preso in considerazione una serie di denunce da parte di istituzioni per abusi finanziari, e di non aver autorizzato l'estradizione di numerosi pregiudicati richiesta da altri Paesi, soprattutto dall'Italia.

    Coree
    Dopo mezzo secolo di interruzione, dopo mesi di trattative e uno storico incontro in ottobre tra i leader delle due Coree, la parte nord della penisola sarà di nuovo collegata a quella sud da un treno merci giornaliero che permetterà scambi commerciali più celeri e meno costosi rispetto agli attuali affidati a camion. Un comunicato ufficiale della commissione di Unificazione annuncia oggi che il nuovo tratto ferroviario, 20 km in tutto, sarà effettivo dall'11 dicembre prossimo e collegherà il polo industriale di Kaesong, che si trova nel nord ma è finanziato da Seul, alla parte sud della penisola. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 326

     

     
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