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04/11/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • All'Angelus, il Papa lancia un appello per una soluzione pacifica alle tensioni tra Turchia e Kurdistan iracheno. Ricorda poi San Carlo Borromeo, di cui oggi ricorre la memoria liturgica
  • Oggi in Primo Piano

  • Un rinnovato patto tra scuola statale e scuola cattolica, entrambe impegnate in un servizio pubblico: così il cardinale Bertone, nel 40.mo anniversario dell’organizzazione mondiale degli ex alunni delle Scuole cattoliche
  • Domani al Palacongresso di Rimini, i funerali di Don Oreste Benzi. La testimonianza di un ragazzo liberato dalla schiavitù della droga
  • Guatemala al voto per eleggere il nuovo presidente
  • Ieri a Roma il Forum della cooperazione internazionale: chiesti maggiori sforzi all'Italia
  • Il Forum delle Associazioni Familiari raccoglie firme per un fisco più equo

  • Chiesa e Società

  • Da oggi all’opera, in Brasile, una Missione dell’ONU incaricata di fare luce su presunti abusi e violenze da parte delle Forze dell’Ordine
  • Conclusa oggi a Rimini la XXXI Conferenza Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo
  • Dal 5 al 7 novembre, nei pressi di Roma, Simposio internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura
  • Su iniziativa della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, un sito che propone ai giovani esperienze di vita e lavoro in ambiti ecclesiali
  • Al via domani, a Venezia, la Scuola di spiritualità mistica, promossa dai Carmelitani
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Pakistan, torna la calma nelle strade di Islamabad dopo l'entrata in vigore dello stato di emergenza e gli arresti di laeder dell'opposizione
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'Angelus, il Papa lancia un appello per una soluzione pacifica alle tensioni tra Turchia e Kurdistan iracheno. Ricorda poi San Carlo Borromeo, di cui oggi ricorre la memoria liturgica

    ◊   Il Papa all'Angelus, davanti ad una piazza San Pietro gremita da oltre 50 mila fedeli, ha lanciato un appello per una soluzione pacifica dei problemi emersi tra la Turchia e la regione del Kurdistan in Iraq. Ha ricordato poi la figura di San Carlo Borromeo, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Prendendo spunto dal passo evangelico dell’incontro di Gesù con Zaccheo, Benedetto XVI ha affermato, che l’amore è “la forza che rinnova il mondo”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Benedetto XVI ha espresso preoccupazione per gli avvenimenti, degli ultimi giorni, al confine tra Iraq e Turchia ed ha incoraggiato ogni sforzo per il raggiungimento di una soluzione pacifica:

     
    “Non posso dimenticare che in quella regione numerose popolazioni hanno trovato rifugio per sfuggire all’insicurezza ed al terrorismo che hanno reso difficile la vita nell’Iraq in questi anni. Proprio in considerazione del bene di quelle popolazioni, che comprendono anche numerosi cristiani, auspico fortemente che tutte le parti si adoperino per favorire soluzioni di pace”.
     
    Benedetto XVI ha auspicato, inoltre, che “le relazioni tra popoli migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell’alta civiltà morale che è frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese”. Chi è preposto alla sicurezza e all’accoglienza – ha sottolineato – “sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza”.

     
    Prima della preghiera mariana, il Papa ha ricordato l’episodio evangelico, proposto nell’odierna liturgia, dell’incontro di Gesù con Zaccheo, esattore delle tasse per conto dell’autorità romana. “La grazia di quell’incontro imprevedibile – ha detto Benedetto XVI – fu tale da cambiare completamente la vita di Zaccheo” che confessò a Gesù: “Io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

     
    “Ancora una volta il Vangelo ci dice che l’amore, partendo dal cuore di Dio e operando attraverso il cuore dell’uomo, è la forza che rinnova il mondo”.
     
    Una verità che risplende in modo singolare – ha aggiunto il Santo Padre – “nella testimonianza del Santo di cui oggi ricorre la memoria: Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano.

     
    “La sua figura si staglia nel secolo XVI come modello di pastore esemplare per carità, dottrina, zelo apostolico e soprattutto per la preghiera: “le anime – egli diceva – si conquistano in ginocchio”.
     
    San Carlo Borromeo – ha detto inoltre il Papa – “mise in pratica il dettato del Concilio di Trento, si dedicò interamente alla Chiesa ambrosiana, fondò seminari, costruì ospedali, difese i diritti della Chiesa contro i potenti e istituì una nuova Congregazione di preti secolari, gli Oblati”. Quindi, Benedetto XVI ha affidato alla protezione di San Carlo “tutti i vescovi del mondo” e ha aggiunto:

     
    “Il suo motto consisteva in una parola sola: “Humilitas”. L’umiltà lo spinse, come il Signore Gesù, a rinunciare a se stesso per farsi servo di tutti”.
     
    Salutando i pellegrini polacchi, il Papa ha tracciato un parallelo tra due grandi figure della Chiesa: San Carlo Borromeo e Giovanni Paolo II, che – ha ricordato Benedetto XVI - ne portava con devozione il nome. Ringraziamo Dio – ha poi detto il Papa – per la vita e l’opera di questi grandi uomini,” lontani nel tempo, vicini nello Spirito”.

     
    Il Santo Padre ha rivolto, infine, il proprio cordiale saluto ai partecipanti al corso promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana auspicando “che questa esperienza formativa possa qualificare l’impegno di evangelizzazione nel mondo dei media”. 

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    Oggi in Primo Piano



    Un rinnovato patto tra scuola statale e scuola cattolica, entrambe impegnate in un servizio pubblico: così il cardinale Bertone, nel 40.mo anniversario dell’organizzazione mondiale degli ex alunni delle Scuole cattoliche

    ◊   Celebrato a Roma il 40 mo anniversario di fondazione dell'Organizzazione mondiale degli ex alunni e delle ex alunne della Scuola cattolica (OMAAEEC). L’incontro articolato in cinque giornate, dal 31 ottobre al 4 novembre, ha visto la partecipazione di ex allievi da tutto il mondo, accolti nella Casa generalizia dei Fratelli delle Scuole cristiane. Tra gli ospiti d’onore, ieri pomeriggio, il cardinale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, che ha rilanciato un ''patto di collaborazione'' tra Scuola statale e Scuola cattolica, entrambe impegnate in un ''servizio pubblico'' rivolto ai giovani. Il servizio di Roberta Gisotti:

    Ha spaziato su argomenti di grande attualità – specie nel contesto italiano - il cardinale Bertone, anzitutto puntualizzando che “l’insegnamento delle scuole cattoliche è un vero e proprio insegnamento pubblico'', a volte anche un’opera di supplenza, eppure “si assiste ripetutamente – ha osservato il porporato - ad attacchi alle Scuole cattoliche”, perché si dice “sottraggono risorse” alle scuole pubbliche. “Il modo di screditare gli Istituti cattolici – ha lamentato il cardinale Bertone - falsifica la realtà”. “Questi non possono essere declassati – ha detto – a “fabbriche di diplomi” e “titoli a pagamento''. Il porporato ha ricordato il grande lavoro svolto dagli Istituti cattolici, ''grandi promotori - ha sottolineato - della formazione professionale e anche umanistica e scientifica, che hanno plasmato migliaia e migliaia di grandi personalità capaci poi di operare per il bene comune della nazione”. Le Scuole cattoliche - ha ricordato il cardinale Bertone, rievocando la sua stessa provenienza dagli Istituti salesiani – accolgono studenti “di tutte le latitudini e di tutte le religioni''. Non sono rari i casi di personalità politiche, anche di altre religioni, che rivelano di aver studiato in Scuole cattoliche. Persino la lettera dei 138 'saggi' islamici al Papa per un maggiore dialogo tra cattolici e musulmani, sarebbe “frutto” – ha spiegato il porporato - anche di tanti ex allievi musulmani di Scuole cattoliche. Da qui la proposta, già avanzata qualche tempo fa, di ''pubblicare sui giornali una pagina a pagamento con l'elenco di tutti i grandi, di ogni colore politico, che hanno frequentato Scuole cattoliche: sarebbe una lista infinita - ha rimarcato il porporato - anche con nomi sorprendenti''.
     

     Parlando poi con i giornalisti a margine della conferenza, il segretario di Stato vaticano riferendosi ai ripetuti gravi fatti di cronaca nera che hanno coinvolto comunità di immigrati – ultimo l’omicidio a Roma di Giovanna Reggiani da parte di un cittadino romeno - ha detto che occorre distinguere ''tra il buon grano e la zizzania'' e ''non fare di ogni erba un fascio''. Piuttosto ''occorre cercare di valorizzare la nostra antica tradizione di accoglienza e, nello stesso tempo, essere fermi con coloro che si rendono protagonisti di reati, non accettano i criteri di cittadinanza tipici di un Paese democratico e non accettano le regole fondamentali della convivenza''. ''La città dell'uomo – ha ammonito il porporato - non divenga la città del male”, “quando si vive come se Dio non esistesse”.

     
    Sollecitato dalle domande dei giornalisti, il cardinale Bertone ha espresso infine preoccupazione per il precariato e la disoccupazione diffusa tra i giovani e respinto accuse infamanti alla memoria di Padre Pio, propagate ancora oggi dalla stampa “senza distinguere tra menzogna e verità”.

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    Domani al Palacongresso di Rimini, i funerali di Don Oreste Benzi. La testimonianza di un ragazzo liberato dalla schiavitù della droga

    ◊   Migliaia di persone renderanno domani l’ultimo commosso saluto a don Oreste Benzi, scomparso venerdì in seguito ad un attacco cardiaco. I funerali si terranno alle 10.30, al Palacongressi di Rimini, e ci saranno anche donne costrette a prostituirsi, senza fissa dimora e persone segnate dalla piaga della tossicodipendenza che hanno trovato, ad un certo punto della loro vita, un grande aiuto: quello dato amorevolmente e gratuitamente da don Oreste e dai volontari della comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal sacerdote romagnolo. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco la testimonianza di Gianluca, ex tossicodipente, che ricorda l’incontro con don Oreste:

    R. – Praticamente io lo ho vissuto come un miracolo, soprattutto rileggendo la storia della mia vita e imparando a leggere i segni che il Signore mi metteva davanti. Io ho incontrato don Oreste in stazione, da solo; mi sono sentito chiamare e lui mi ha portato via. Ero sulla strada e invece adesso faccio parte dello staff delle persone che vanno a raccogliere i disperati sulle strade; sono l’unico, fra gli operatori, che è passato per quell’esperienza.
     
    D. – Quindi, tu che ti sei affidato completamente a don Oreste Benzi, cerchi ora altre persone che si affidino completamente all’amore vero e gratuito…

     
    R. – Si, ma cerco anche di dare una possibilità alle persone di vivere in un altro modo. Adesso il vivere sulla strada è cambiato: le persone che vivono sulla strada sono portate alla disperazione da quello che la società gli mette davanti e che gli toglie...

     
    D. – Oggi si vive infatti, oltre al dramma della droga, anche quello di una società “drogata”, troppo lontana dai veri valori…

     
    R. – Si, è una società che ti porta lontano dai veri valori: questo io lo ho vissuto personalmente. Questa è una cosa che cerchiamo di far capire: è da qui che comincia il momento di rinascita di una persona. Si devono inquadrare bene i valori giusti, i valori per i quali è importante vivere.

     
    D. – Cosa ti senti di dire oggi ad un ragazzo che sta vivendo la stessa esperienza drammatica che tu hai vissuto?

     
    R. – Di cercare di non stare da solo e di guardarsi intorno, perché c’è sempre qualcuno che ti allunga la mano. Anche se non può sembrare così, c’è sempre qualcuno.

    Don Oreste Benzi, con il suo premuroso impegno al servizio di persone segnate da situazioni drammatiche, lascia patrimoni di inestimabile valore, veri e propri baluardi contro le ingiustizie in diversi Paesi del mondo. Ricchezze che continuano a risplendere grazie all’opera dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Su queste eredità, ascoltiamo al microfono di Luca Collodi, don Aldo Bonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII:

    R. – Ci lascia un grande impegno, quello di continuare, cioè, a condividere la vita degli ultimi nei 27 Stati in cui siamo presenti e dove l’Associazione “Papa Giovanni XXIII” opera; la Comunità opera dando da mangiare a circa 60 mila persone ogni giorno, ma anche cercando di rimuovere le cause che provocano ingiustizie. Don Oreste diceva sempre che “non si può fare per carità ciò che va fatto per giustizia”. La carità e la giustizia devono camminare insieme. Don Oreste era veramente un profeta dei nostri tempi, che spesso gridava nei tanti deserti di indifferenza, di superficialità e di profitti. Anche quando sembrava essere del tutto fuori dal coro, don Oreste continuava sempre, fino all’ultimo momento ed imperterrito, a proclamare la propria fede e quei principi e quei valori che non lo hanno mai lasciato.

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    Guatemala al voto per eleggere il nuovo presidente

    ◊   In Guatemala, quasi 6 milioni di elettori sono chiamati oggi ad eleggere il nuovo presidente. A sfidarsi sono i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno dello scorso 9 settembre: si tratta del candidato socialdemocratico Alvaro Colom (28,23% dei voti) dell’Unione nazionale della speranza e l’ex generale Otto Pérez Molina (23,51%) del Partito patriottico. Decisivo per il risultato finale sarà il comportamento dell’elettorato del candidato Alejandro Giammattei, del partito del presidente uscente Oscar Berger. Il servizio di Luis Badilla:

    Le indagini demoscopiche non aiutano a capire in modo univoco cosa accadrà: alcune prevedono il successo di Pérez Molina e secondo altre, invece, vincerà Colom. Alvaro Colom, imprenditore di centro-sinistra di 56 anni, è al suo terzo tentativo di conquistare la presidenza del Paese. I suoi rivali paventano, nell’eventualità di una sua vittoria, un asse Nicaragua-Venezuela-Cuba. L’ex generale Otto Pérez Molina, candidato del conservatore Partito Patriota, partecipa con una formazione creata da lui stesso; su di lui pesano, però, gravi accuse di violazione dei diritti umani e corruzione. Sia la campagna del primo turno sia quella del secondo turno, sono state molto violente: le vittime sono state oltre 60. Durante il primo semestre del 2007, secondo il procuratore nazionale si sono registrati 2.857 omicidi: 15,8 ogni 24 ore e ciò fa del Guatemala il secondo Paese più violento dell’America Latina dopo la Colombia. Tra il 2005 e il 2006 sono state più di 6.000 morti violente. Statisticamente, il 98% dei responsabili resta impunito. Poche settimane fa, alla vigilia dell’apertura della campagna presidenziale, dopo decenni, l’Assemblea nazionale ha istituito una Commissione nazionale contro l’impunità. Quello della violenza è un triste record negativo che si aggiunge ad un altro non meno lacerante: oltre il 70% della popolazione guatemalteca vive in povertà. L’iniquità sociale è fortissima: il 10% più ricco dei cittadini possiede circa il 50% delle risorse della nazione. Oltre a ciò, si deve anche ricordare un tasso di disoccupazione non molto alto (7,5%) a fronte, però, di un tasso di sottoccupazione e di lavoro nero che raggiunge cifre esorbitanti: il 71% della popolazione guatemalteca lavora senza alcuna sicurezza per il proprio futuro. Il 55,9% della popolazione guatemalteca sopravvive con meno di due dollari al giorno e, tra questi, il 15,7% con meno di uno. Le comunità indigene sono le più colpite dalla mancanza di risorse e dalla miseria. "La legittimità dell'elezione presidenziale – affermano i vescovi guatemaltechi in un documento dello scorso 12 ottobre - dipenderà dalla percentuale di elettori che andrà a votare”. Occorre ricordare - sottolineano i presuli - cha secondo l’ottica cristiana l’autorità è sempre al servizio del raggiungimento del bene comune.

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    Ieri a Roma il Forum della cooperazione internazionale: chiesti maggiori sforzi all'Italia

    ◊   Un'occasione per rilanciare la cooperazione italiana. Così è stato visto il Forum della cooperazione internazionale ieri all’Auditorium di Roma, promosso dal Ministero degli Esteri, con la collaborazione della Campagna per gli obiettivi del millennio delle Nazioni Unite. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

    Il 17 ottobre scorso, per la giornata mondiale contro la povertà, fu l’ONU ad organizzare “Stand Up, Speak Up”, una straordinaria mobilitazione mondiale che coinvolse 43 milioni di persone. In Italia in oltre 750 mila si alzarono per chiedere al governo di rispettare gli impegni internazionali, di aumentare gli aiuti ai più poveri. Siamo a metà percorso verso il 2015, termine fissato per la realizzazione degli otto obiettivi del millennio per sconfiggere la miseria, e all’Italia tocca l’ennesima bacchettata. Non rispetta gli impegni presi per l’aiuto allo sviluppo, è uno dei Paesi donatori più piccoli di tutta l’Europa. Dall’Auditorium ieri è stata Eveline Herfkens, coordinatrice esecutiva della campagna del millennio delle Nazioni Unite, a chiedere che i fondi italiani non siano più solo una promessa.

     
    EVERY COUNTRY JUST HAS TO DO WHAT IT PROMISED. ITALY IS AMONG …
    “Ogni Paese deve assolvere alla sue promesse, e l’Italia, che fa parte del G8, è l’unico Stato dell’Unione a non aver mantenuto la parola, insieme con i due Paesi sicuramente più piccoli e più poveri, come Portogallo e Grecia. I cittadini dovrebbero alzare la loro voce. Sono molte felice che il Papa abbia lanciato appelli in questo senso e che molti cattolici stiano unendo la loro voce a quella di chi chiede al governo di impegnarsi. La povertà è intollerabile, non c’è motivo perché esista ancora l’estrema povertà”

     
    Se l’Italia non fa la sua parte, sarà tutta l’Europa a non fare la propria. Così Silvia Francescon, coordinatrice per l’Italia della campagna per gli obiettivi di sviluppo del millennio

     
    Sono stati fatti sforzi molto importanti da questo governo; quando però si vede che nel Documento di programmazione finanziaria (DPF) esiste una programmazione per raggiungere gli Obiettivi del Millennio ma manca una traduzione nella legge finanziara, questo ci fa capire che ci sono altre lobby più efficienti. Abbiamo la necessità di far capire a questo governo che la lottà contro la povertà è una priorità politica.
     
    Che alla cooperazione italiana serva uno scossone è cosa nota: l’annuncio del viceministro agli Esteri Patrizia Sentinelli, ieri dall’Auditorium, cerca di ridare respiro: nel 2008 alle ONG arriveranno 200, anziché 100, milioni di euro. Potenziare e rilanciare la cooperazione sono le parole d’ordine. La Sentinelli se ne fa portavoce: è necessario sbloccare il disegno di legge delega per la riforma, impantanato da mesi al senato. Così forse, come auspicato dal ministro D’Alema nel suo messaggio al Forum, veramente la politica di aiuto allo sviluppo potrà essere definito uno dei punti forti dell’azione di questo governo.

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    Il Forum delle Associazioni Familiari raccoglie firme per un fisco più equo
     

    ◊   Dopo la grande manifestazione del 12 maggio a Roma, quello che è stato definito il popolo del Family Da torna in piazza e si mobilita con una raccolta di firme per chiedere un fisco a misura di famiglia. La petizione si potrà sottoscrivere anche online, all’indirizzo www.forumfamiglie.org. Come primo passo verso una vera equità fiscale, si chiede “un sistema di deduzioni pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico”. Su questa nuova iniziativa ascoltiamo, al microfono di Fabio Colagrande, il presidente del Forum, Giovanni Giacobbe:
     
    R. – La nostra Costituzione dedica particolare attenzione alla famiglia, che riconosce come società naturale fondata sul matrimonio. Ma soprattutto, per quanto riguarda la petizione, all’art. 31 impone - e sottolineo il verbo “impone” - alle istituzioni di adottare le misure anche economiche che consentano la formazione delle famiglie; che consentano alle famiglie formate di adempiere ai loro doveri e alle famiglie numerose di poter sopravvivere.

     
    D. – Prof. Giacobbe, come presidente del Forum delle Associazioni familiari, le chiedo se da questo punto di vista possiamo dire che i principi costituzionali non sono stati applicati?

     
    R. – Io direi di sì, perché per ragioni varie, dall’inizio della vita repubblicana, quindi dalla data di entrata in vigore della Costituzione, non si è assistito ad una organica politica per la famiglia. Gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione non hanno avuto un’attuazione integrale, unitaria ed organica, che fosse idonea a rendere la famiglia un soggetto attivo della vita sociale. Soprattutto, non è ancora entrata nella cultura dei nostri operatori giuridici delle nostre istituzioni, la considerazione che i figli non sono un costo per la società, ma sono un bene per la società. Quindi, concorrere ai doveri della famiglia, per procreare prima e mantenere poi i figli, significa realizzare un bene della collettività.


    Ma quali sono, tecnicamente, le modalità per realizzare questa proposta? Fabio Colagrande lo ha chiesto a Paola Soave, vice presidente del Forum delle Famiglie:


    R. – Tecnicamente la nostra proposta è molto semplice. Noi diciamo che, nel nostro Paese, oltre all’equità verticale, quella cioè che garantisce che chi più guadagna paga più tasse – ed è giusto – debba essere riconosciuta un’equità orizzontale: cioè a parità di reddito di 25 mila euro con moglie e due figli a carico, rispetto ai 25 mila euro di un single, non possono esserci trattamenti tributari uguali. Il single non ha le spese di mantenimento di due figli e di una moglie, quindi ha una capacità contributiva che è diversa da quella del padre di famiglia che, con la stessa cifra, deve mantenere due figli e una moglie. Chiediamo allora che dall’imponibile - da quei 25 mila euro - da quello su cui si calcola l’aliquota e su cui paghiamo la tasse, venga dedotta subito la quota del minimo vitale, di mantenimento di ciascun figlio; quindi, quei 6, 7, 8 mila euro, a seconda che il figlio sia il primo, il secondo o il terzo perché i conti sono un po’ diversi. Quando si calcola l’imponibile non si tiene conto soltanto di quello che uno percepisce, ma anche di quante persone sono a suo carico. Perché 25 mila euro per una persona che vive da sola permettono una qualità della vita, 25 mila euro per una persona che deve crescere due figli, o tre, permettono una ben altra qualità della vita.  

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    Chiesa e Società



    Da oggi all’opera, in Brasile, una Missione dell’ONU incaricata di fare luce su presunti abusi e violenze da parte delle Forze dell’Ordine

    ◊   Comincia oggi a Brasilia la Missione delle Nazioni Unite incaricata di fare luce sulle accuse rivolte alle Forze dell'ordine brasiliane di usare la violenza, di praticare esecuzioni sommarie e di godere di una sostanziale impunità. La missione è guidata dall'australiano Philip Alston, tra i più noti specialisti di diritti umani in ambito ONU e docente di diritto a New York. La delegazione internazionale durante undici giorni – ha reso noto un portavoce dell’ONU a Brasilia - incontrerà ''tutti i settori della società'' nell’intero Paese, tra membri delle Forze rmate, agenti carcerari, rappresentanti dei vari Corpi di Polizia e i segretari di Giustizia degli Stati brasiliani più violenti, a cominciare da Rio de Janeiro e San Paolo. Da mesi, ha ricordato il portavoce, le Nazioni Unite stanno chiedendo al governo di Brasilia ''chiarimenti'' sugli assassini ed esecuzioni sommarie attribuiti a membri delle Forze dell'ordine e sull'apparente impunità di cui godono. Chiarimenti che hanno tardato o non sono mai arrivati. Ora invece il governo di Brasilia annuncia che la missione ONU avrà accesso ''a tutto e a tutti'', mettendo però in guardia sui rischi della missione, ricordando che tre anni fa, la responsabile dell'ONU in Brasile, Jina Jilani, venne uccisa dopo aver fatto in un rapporto i nomi di molti membri delle Forze dell'Ordine coinvolti in omicidi facendo parte di cosiddetti squadroni della morte. (R.G.)

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    Conclusa oggi a Rimini la XXXI Conferenza Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   Ripartire dalla Parola di Dio, per essere capaci di pregare e di evangelizzare. E’ questa la strada che intende percorrere il popolo del Rinnovamento, a conclusione della XXXI Conferenza Animatori, svoltasi in questi giorni a Rimini, cui hanno partecipato 4 mila delegati. “Viviamo in un tempo che si prende gioco di Dio”, ha detto nella relazione conclusiva Salvatore Martinez, presidente di questo Movimento ecclesiale. “Ma il potere della Parola di Dio non si è esaurito – ha proseguito Martinez – e noi siamo chiamati ad annunciarla con coraggio nel mondo e anche nella nostra Italia che si ostina a non credere”. Piena adesione, dunque, all’invito formulato da Papa Benedetto XVI, che in un messaggio ai responsabili del Rinnovamento aveva invitato il Movimento ad una “sempre più viva adesione a Cristo, per servirlo generosamente nei fratelli”. La Conferenza Animatori si è svolta tra relazioni e simposi, oltre a momenti di preghiera gioiosa e solenni celebrazioni. In particolare, sono state promosse 40 ore di preghiera ininterrotta in tutte le regioni italiane per il quarantesimo anniversario della nascita del Rinnovamento nel mondo. Numerosi gli interventi alla Conferenza riminese. “Che voi possiate essere Parola di Dio vissuta, luce sul cammino di tanti fratelli”, ha detto ieri l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Agostino Superbo, vice presidente della CEI. Un invito ad essere “uomini e donne della Risurrezione” è giunto dall’arcivescovo di Lucca, mons. Italo Castellani, per “comunicare – ha detto – un supplemento di amore alla nostra società”. Oggi, la concelebrazione conclusiva è stata presieduta dal vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi: “Beati voi – aveva detto nel saluto introduttivo – se, in questo tempo meraviglioso e drammatico, non solo riaccendete ogni giorno la lucerna della vostra fede, ma riuscirete ad accendere anche attorno a voi le lucerne degli altri”. (Da Rimini Luciano Castro)

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    Dal 5 al 7 novembre, nei pressi di Roma, Simposio internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura

    ◊   Un simposio rivolto ai giornalisti per parlare del rapporto tra economia e ambiente, “analizzando le modalità con le quali i mercati finanziari rispondono alle esigenze e alle possibilità di investimento derivanti da questioni ambientali”. È il 5° Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura - annunciato sull’agenzia SIR - che si terrà presso Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone, nei pressi di Roma, dal 7 al 10 novembre, per iniziativa di Greenaccord. “Capitalizzare l’ambiente” il tema di fondo, “richiesto – spiega il presidente di Greenaccord, Gian Paolo Marchetti – dai 120 giornalisti partecipanti al Forum dello scorso anno; tutti lo hanno ritenuto d’importanza vitale per capire i meccanismi che stanno alla base d’importanti decisioni politiche e sociali e valutarne le ripercussioni che si avranno nel prossimo futuro”. (R.G.)

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    Su iniziativa della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, un sito che propone ai giovani esperienze di vita e lavoro in ambiti ecclesiali

    ◊   Si chiama “catholicgapyear.com” il sito promosso dagli Uffici nazionali per le vocazioni e per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. L’iniziativa - di cui dà notizia l’agenzia SIR – vuole aiutare i giovani a vivere al meglio il cosiddetto “gap year”, ovvero l’ultimo anno delle scuole superiori o dell’università, che moltissimi studenti trascorrono viaggiando o prestando servizi di volontariato alla ricerca della propria vocazione. Secondo i vescovi inglesi, “è anche un’ottima opportunità per la propria fede”. Così, per la prima volta, la Chiesa cattolica ha raccolto e pubblicato in un unico sito web tutte le possibilità per chi vuole impiegare questo tempo in un progetto di tipo religioso. “Non intendiamo dire che i giovani dovrebbero trascorrere il loro gap year solo con le organizzazioni elencate nel sito”, spiega don Paul Embery responsabile dell’Ufficio nazionale vocazioni per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ma “vogliamo attirare l’attenzione sulle possibilità offerte dalla Chiesa. Ci siamo accorti che molti giovani che fanno volontariato in ambienti di fede coltivano la loro dimensione religiosa e finiscono per servire la Chiesa e la comunità alla quale appartengono a volte anche scegliendo il sacerdozio o la vita religiosa”. A breve, 300 scuole superiori cattoliche e ogni cappellano universitario riceveranno dei sussidi sulla nuova iniziativa. (R.G.)

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    Al via domani, a Venezia, la Scuola di spiritualità mistica, promossa dai Carmelitani

    ◊   Prenderà il via domani a Venezia la Scuola di spiritualità mistica, promossa dal Cenacolo culturale carmelitano e dai padri Carmelitani scalzi, in collaborazione con l'Istituto internazionale di mistica di Avila in Spagna e la Pontificia Facoltà teologica “Teresianum” di Roma. Lo rende noto l’agenzia SIR. “Da tutto il mondo - spiega padre Roberto Magni, priore dei Carmelitani scalzi a Venezia - proviene una crescente domanda di conoscenza e approfondimento dei mistici carmelitani”. Per Magni, “l'esperienza mistica potrebbe oggi rivelarsi il terreno più opportuno su cui instaurare un dialogo originale tra gli uomini, tra le religioni, tra i credenti e i non-credenti”. Al centro del percorso formativo e spirituale ci saranno, in particolare, le figure di S. Teresa di Gesù, S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo e S. Giovanni della Croce ma anche Beata Elisabetta della Trinità ed Edith Stein. Due i moduli di lezioni previsti, suddivisi in due lezioni pubbliche e otto interne: il primo modulo sul tema "Gli inizi del Carmelo" si svilupperà tra novembre e dicembre 2007, il secondo su "La mistica del Carmelo", che si svolgerà tra febbraio e marzo 2008. Per informazioni è possibile consultare il sito http://venezia.carmeloveneto.it. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Pakistan, torna la calma nelle strade di Islamabad dopo l'entrata in vigore dello stato di emergenza e gli arresti di laeder dell'opposizione

    ◊   Sospensione della Costituzione, entrata in vigore della legge marziale e arresti dei leader dell’opposizione. Sono le misure introdotte ieri, in Pakistan, dal presidente Musharraf a seguito dell’imposizione dello stato di emergenza. Nel Paese, dove si registra anche un totale silenzio dei mezzi di informazione, sale intanto l’indignazione della società civile. Il nostro servizio:

    Il giorno dopo l'imposizione dello stato di emergenza, in Pakistan si stringono le maglie della repressione militare. Malgrado l’apparente calma nelle strade della capitale, nel corso della notte, sono atati arrestati il presidente ad interim della Lega musulmana pachistana. Il giorno prima, intanto, erano stati imposti gli arresti domiciliari al capo dell’opposizione, nonché ex capitano della nazionale di cricket, Imran Khan. Sale poi l’indignazione nella società civile e il movimento degli avvocati, sempre più influente secondo gli osservatori, ha annunciato uno sciopero delle toghe a partire da domani. La tensione resta quindi altissima dopo la sospensione della Costituzione e l’entrata in vigore della legge marziale, annunciate, ieri pomeriggio, alla televisione di Stato dal presidente, Musharraf. In un lungo discorso, il capo di Stato e generale delle forze armate ha spiegato che le misure speciali si sono rese necessarie per contrastare il terrorismo e le ingerenze della magistratura che "paralizza" il governo. E mentre Musharraf parlava alla nazione ad Islamabad, intanto, le forze militari circondavano i centri del potere, i palazzi degli organi d'informazione e grandi alberghi. Immediata la reazione della Corte suprema, che ha dichiarato illegale la proclamazione dello stato d'emergenza, ma il presidente della stessa Corte è stato destituito e sostituito con uomo vicino al generale Musharraf. Proprio fra pochi giorni, la corte suprema si sarebbe dovuta pronunciare sulla legittimità della rielezione di Musharraf a capo dello Stato, contestata dall'opposizione per l’incompatibilità, prevista dalla Costituzione, dell’incarico presidenziale con quello di capo dell’esercito. Alle decisioni di Musharraf è poi seguita la condanna della comunità internazionale, con le dichiarazioni del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, che ha definito le iniziative del generale “estremamente riprovevoli”.

    - Iraq. Sono stati liberati questa mattina gli otto soldati turchi, nelle mani dei guerriglieri curdi del PKK dal 21 ottobre scorso. Il rilascio è avvenuto in una zona del Kurdistan iracheno, dove i militari di Ankara sono stati consegnati alle autorità irachene per poi essere trasferiti a Baghdad. Il ritorno in patria degli otto è previsto già in giornata. La liberazione dei soldati è avvenuta a meno di 24 ore dalla chiusura della conferenza sull’Iraq a Istanbul, dove il governo iracheno aveva annunciato la sua intenzione di dare la caccia ai leader del PKK. L'annuncio è arrivato alla vigilia dell'incontro, a Washington, fra il presidente americano, George W. Bush, e quello turco, Tayyp Erdogan, che ha l’obiettivo di scongiurare un intervento militare di Ankara nel Kurdistan iracheno.

    - Medio Oriente. “La sicurezza di Israele deve venire prima della creazione di uno Stato palestinese”. E’ Il monito del ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, lanciato durante il colloquio con il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, che si è tenuto stamani a Gerusalemme. Livni ha poi precisato che la sicurezza di Israele è indicata come condizione prioritaria anche nella Road map. Per la Rice sono previsti per oggi anche gli incontri con il premier israeliano, Ehud Olmert, e il ministro della Difesa, Ehud Barak; domani sarà la volta dei dirigenti palestinesi, fra quali il presidente Abu Mazen, il premier Salam Fayyad. Obbiettivo politico di questa ennesima missione, in Medio Oriente, è l'approvazione di un documento congiunto in vista della Conferenza internazionale di Annapolis, prevista per fine mese. Sul terreno, intanto, proseguono le violenze nella Striscia di Gaza: dopo ripetuti lanci di razzi verso lo Stato ebraico, quattro palestinesi sono morti a seguito dei raid di ritorsione della aviazione israeliana.

    - Ciad. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, è partito oggi da Parigi per una visita a sorpresa nel Ciad, dove incontrerà il presidente, Idriss Deby, per parlare della sorte dei 16 europei, tra cui nove francesi, arrestati nei giorni scorsi con l'accusa di avere organizzato un traffico illecito di bambini dal Paese africano alla Francia.  Intanto, a seguito dell’annuncio dell’intervento del presidente francese, fonti giudiziarie della capitale del Ciad hanno reso noto che i tre giornalisti francesi e le quattro hostess spagnole coinvolti nell’inchiesta saranno liberati entro oggi. A scagionare i sette è stato anche il responsabile dell'Arche de Zoe, l’organizzazione che effettuava i presunti traffici di minori.

    - Myanmar L'inviato dell'ONU per l'ex Birmania, Ibrahim Gambari, ha incontrato il rappresentante della giunta militare, incaricato di tenere i contatti con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, ancora agli arresti domiciliari. Il colloquio si è tenuto nella nuova capitale del Myanmar, Naypyidaw, in un clima molto teso a causa della decisione della giunta militare di espellere il rappresentante dell'ONU da Rangoon e delle manifestazioni di piazza orchestrate dalla giunta militare per chiedere alla comunità internazionale il rispetto della sovranità del Myanmar.
     - Etiopia. I ribelli del Fronte nazionale per la liberazione dell'Ogaden (ONLF) hanno annunciato di aver ucciso altri soldati delle truppe governative etiopiche in violenti combattimenti nella remota regione orientale del Corno d'Africa. Secondo ultimo comunicato l'ONLF, dal 26 ottobre sono stati uccisi almeno 270 soldati governativi. Anche stavolta, però, il primo ministro etiopico, Meles Zenawi, ha smentito le notizie diffuse dall'ONLF. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 308

     
     
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