RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI n. 90 - Testo della trasmissione di sabato 31 marzo 2007

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa alla Confartigianato: vivete e testimoniate con coerenza il “Vangelo del lavoro”

 

Amate come Cristo ci ha amati: così il Papa nel suo Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata domani nella Domenica delle Palme: ai nostri microfoni, mons. Domenico Sigalini e Andrea Olivero

 

Dal Papa i vescovi siciliani per la visita ad limina: intervista con il vescovo di Caltanissetta, Mario Russotto

 

Il Papa nomina il cardinale Sodano Legato Pontificio per i 90 anni delle apparizioni della Vergine a Fatima

 

Il cardinale Eduardo Martínez Somalo compie 80 anni. Il collegio cardinalizio è ora composto da 108 elettori e 76 non elettori

 

Dal 2 aprile nelle librerie i testi delle meditazioni per la Via Crucis, curate quest’anno da mons. Gianfranco Ravasi

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

 Convegno del PIME a Milano sul dialogo tra islam e cristianesimo: con noi, padre Samir Khalil Samir

 

Da ieri nei cinema in Italia il film di Ermanno Olmi "Centochiodi", tormentata rivisitazione del messaggio evangelico

 

Il commento di don Serretti al Vangelo della Domenica

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Santa Sede non firma la Convenzione ONU per i diritti dei disabili perchè prevede l'aborto dei bambini con handicap

 

I vescovi dello Zimbabwe: il Paese è in una crisi profonda, politica e morale

 

Mons. Warduni: Settimana Santa nel dolore e nella speranza in Iraq

 

Il CELAM pubblica la “Sintesi” dei contributi ricevuti per la V Conferenza generale degli episcopati dell’America Latina e dei Caraibi, in programma a maggio in Brasile

 

L’episcopato francese invita l’Europa ad aiutare il Darfur: la crisi è grave e non possiamo rimanere in silenzio

 

“Al testamento biologico servono paletti”: così il cardinale Javier Lozano Barragán

 

Il vescovo di Gubbio, Ceccobelli: distorte le mie parole sulla libertà di coscienza in un’intervista al quotidiano La Stampa

 

24 ORE NEL MONDO:

Almeno 14 morti in Iraq in seguito a diversi attentati

 

 

 

 

Il Papa e la Santa Sede

 

 

Vivete e testimoniate con coerenza il “Vangelo del lavoro”:

così, il Papa nell’udienza alla Confartigianato

 

Va coniugata “una coerente vita di fede con la fatica e le difficoltà del lavoro, il profitto personale e l’impegno di solidarietà verso i bisognosi”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai dirigenti e soci della Confartigianato ricevuti stamani in Aula Paolo VI. Il Papa ha lodato l’impegno dell’associazione, fondata nel 1946, per “l’indubbio contributo” offerto “alla costruzione della moderna Nazione italiana”. La nutrita delegazione della Confartigianato è stata guidata dal loro presidente Giorgio Natalino Guerini. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(canti)

 

Benedetto XVI ha colto l’occasione del festoso incontro con la Confartigianato per riflettere sulla realtà del mondo del lavoro che, ha rilevato, “nell’attuale momento storico si trova al centro di vasti cambiamenti sociali, mutamenti che sono sempre più rapidi e complessi”. Se ieri artigiano “evocava qualcosa di vecchio”, ha aggiunto, “oggi vuol dire piuttosto autonomia, creatività, personalizzazione nella produzione di beni e servizi. Il lavoro, è stata la riflessione del Pontefice, “appartiene alla condizione originaria dell’uomo”. E se pure a causa del peccato dei progenitori divenne “fatica e pena”, nonostante ciò “nel progetto divino esso mantiene inalterato il suo valore”:

 

"La Chiesa, fedele alla Parola di Dio, non cessa di richiamare il principio secondo cui 'il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro' (Laborem exercens, 6). Proclama così senza sosta il primato dell’uomo sull’opera delle sue mani, e ricorda che tutto deve essere finalizzato al vero progresso della persona umana e al bene comune: il capitale, la scienza, la tecnica, le risorse pubbliche e la stessa proprietà privata".

 

Questo primato dell’uomo, ha detto il Papa, ha trovato “felice realizzazione proprio nelle imprese artigiane”, ispirate agli insegnamenti del Vangelo e ai principi della Dottrina sociale della Chiesa. Di fronte alle migliaia di fedeli, che hanno gremito l’Aula Paolo VI, ha quindi ribadito che “il lavoro artigianale e il lavoro dipendente, possono costituire un’occasione per rendere più umano il vissuto lavorativo”. Di qui l’esortazione a promuovere la dignità dell’uomo nella quotidianità del lavoro:

 

"Cari amici, continuate con tenacia e perseveranza a custodire e a valorizzare la cultura produttiva artigiana, capace di dar vita a grandi occasioni di equilibrato progresso economico e di incontro tra uomini e popoli. Come cristiani, poi, sia vostro impegno vivere e testimoniare il 'Vangelo del lavoro', consapevoli che il Signore chiama tutti i battezzati alla santità attraverso le loro quotidiane occupazioni".

 

Questo compito, ha detto il Santo Padre, “diventa prezioso servizio all’evangelizzazione”. Un servizio per il quale vengono in aiuto Maria e San Giuseppe, Patrono dei lavoratori. Alla scuola di Nazareth, ha dunque concluso il Papa, gli artigiani possono apprendere come coniugare una vita di fede con la fatica e le difficoltà del lavoro”.

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Amate come Cristo ci ha amati: così il Papa nel suo Messaggio

per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata domani nella Domenica delle Palme

 

Scoprite l’amore vero, fedele e forte: è l’esortazione rivolta ai giovani da Benedetto XVI nel suo messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebra domani nelle diocesi di tutto il mondo in coincidenza con la Domenica delle Palme. In Piazza San Pietro, domani, alle 9.30 sarà il Papa a presiedere la Messa; la nostra emittente seguirà in diretta l’evento con commento in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese. E ieri il Santo Padre, in un messaggio inviato al IX Forum internazionale dei giovani, che si sta svolgendo a Rocca di Papa, invita i giovani a vivere da cristiani nel mondo del lavoro e a diventare apostoli fra i lavoratori. Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, come sostenere, in tal senso, i giovani:

 

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R. – Questi ragazzi hanno bisogno di essere stimolati e di essere aiutati a credere in questo amore. C’è un amore concreto da vivere e che si può sviluppare dentro tutta la loro esistenza. Certo, c'è bisogno anche di trovare degli spazi in cui vivere questo amore e lo spazio principale è l’esperienza di coppia e quindi il progetto di matrimonio, futuro che purtroppo i giovani vedono sempre con un po’ di difficoltà e con un po’ di apprensione, perché pensare di formare una famiglia vuol dire certezza dei sentimenti, capacità di donarsi, però vuol dire anche riuscire ad avere un tetto sotto il quale vivere e per avere un tetto sotto il quale vivere bisogna avere un lavoro. Dunque questo amore che i giovani sono invitati a vivere chiama in causa tutta la vita concreta dei ragazzi e noi sappiamo molto bene che con il tipo di lavoro che c’è oggi, che è tendenzialmente precario, un ragazzo, un giovane, fa fatica a poter costruire una propria casa, a poter avere la possibilità di gestirsi questi momenti della vita affettiva che diventa progettuale nella famiglia.

 

D. – Come alimentare nei giovani l’amore per Gesù perché poi questo possa essere annunciato al mondo?

 

R. – La prima attenzione è quella ad un radicamento della fede, perché tante volte l’esperienza di fede è superficiale. Moltissimi ragazzi non sono più in grado di percepire in maniera corretta, diretta, il messaggio del Vangelo, e quindi la potente figura di Gesù che può strutturare la loro personalità. Purtroppo abbiamo pochi spazi di formazione.

 

D. – Quale impegno la Chiesa può assumere per far sì che i giovani crescano nell’amore?

 

R. – Il primo impegno è quello di creare un ponte tra la strada e la Chiesa, tra la vita concreta quotidiana e l’esperienza del credente. Un ponte dunque che permetta, dentro questo tessuto di relazioni, di alimentare continuamente la propria vita, di metterla alla luce del Vangelo, per far sì che il Vangelo diventi concreto nella loro vita. Questi ponti sono le associazioni, sono i movimenti…

 

D. – Il Papa conclude il suo Messaggio ai giovani invitandoli ad osare l’amore. Andando verso la Pasqua, secondo lei, i giovani in che modo possono proiettarsi verso Sydney?

 

R. – Molti ragazzi, in questa settimana, sono coinvolti nelle celebrazioni pasquali. Magari si tratta di celebrazioni un po’ folcloristiche, perché la Passione di Gesù viene rappresentata sulle piazze, per le vie, e sono tutti aiutati ad alzare lo sguardo a questa grande vicenda di Gesù. Il pericolo è che questo resti uno spettacolo e non coinvolga dentro la loro esistenza. Qui è importante che gli educatori, i presbiteri, le persone, gli adulti, riescano a far cogliere ai giovani che quello che stanno vivendo non è uno spettacolo folcloristico ma è la vicenda di Gesù che oggi rivive questa Passione, rivive questa Risurrezione e con la forza dell’amore riesce a riconquistare le persone togliendole dal peccato, dall’egoismo, dall’odio.

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Ma in che modo oggi i giovani possono concretamente manifestare l’amore di Cristo nel mondo del lavoro? Tiziana Campisi lo ha chiesto ad Andrea Olivero, presidente nazionale delle ACLI:

 

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R. – Bisogna avere un’attenzione alle singole persone, bisogna far comprendere che i problemi che ciascuno ha, che oggi sempre di più nel mondo del lavoro sono problemi individualizzati, interessano gli altri e interessano tutta quanta la nostra comunità. Noi, in questi anni, abbiamo reso il lavoro sempre di più un fattore individuale, dimenticando invece la sua grande funzione collettiva: per altro anche su questo Papa Benedetto XVI ci ha richiamati a più riprese. E’ importante che noi invece riprendiamo insieme a considerare il lavoro come un fattore collettivo e come una parte integrante della vita dell’uomo. Per questo, anche andare a testimoniare all’interno dell’esperienza del lavoro, il nostro messaggio di amore per gli altri e di collaborazione al progetto del Signore.

 

D. – Cosa rende difficile oggi questa testimonianza?

 

R. – La grande varietà che esiste all’interno del mondo del lavoro e spesso anche la precarietà che, soprattutto i giovani, incontrano nell’affrontare l’attività lavorativa. Si è perso un po’ anche lo stesso senso del lavoro, in qualche misura, cioè non ci consideriamo cooperatori nel disegno creatore lavorando ma spesso invece soltanto riteniamo il lavoro come una necessità per poter vivere. Riacquistare questo senso profondo del lavoro ed anche questo senso comunitario che è un elemento importantissimo al quale dobbiamo aiutarci come comunità cristiana. Non dobbiamo continuare a pensare che sia un’esperienza individuale ma dobbiamo, a livello comunitario, recuperare questo valore e parlare delle nostre esperienze, promuovere incontri, riflessioni insieme, anche vivere in qualche modo il lavoro come una parte della nostra stessa vita spirituale.

 

D. – Come ripartire attraverso le parole di Gesù richiamate dal Papa: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi”…

 

R. – Questo per noi, per i lavoratori, voglia dire il donarsi, il donarsi nelle cose che si fanno e nel donarsi soprattutto con gli altri, con le persone che incontriamo quotidianamente.

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Dal Papa i vescovi siciliani per la visita ad limina:

intervista con il vescovo di Caltanissetta, Mario Russotto

 

Stamane Benedetto XVI ha continuato a ricevere alcuni presuli della Conferenza episcopale della Regione siciliana per la visita “ad Limina”. Sulle sfide che la Chiesa deve affrontare in questa terra ascoltiamo il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto, intervistato da Fabio Colagrande:

 

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R. - La sfida più grande che stiamo affrontando è proprio quella dell’educazione e della formazione a partire dalla centralità della parola di Dio. E' importante segnare e tracciare delle strade, strade di vita, strade di pace, strade di concordia e di responsabilità e noi lo stiamo facendo a Caltanissetta a partire proprio dalla scelta della Parola di Dio. In più di 300 fra quartieri e condomini della diocesi, teniamo dei cenacoli del Vangelo, proprio per elevare il grado di formazione religiosa e culturale della gente, oltre a tutta un’attività che stiamo portando avanti anche di formazione cristiana per l’impegno sociale. Perché solo così possiamo aprire strade di speranza alla nostra gente.

 

D. - Come vescovo impegnato nella pastorale famigliare cosa pensa del clima, anche aspro, in cui si sta svolgendo questo dibattito anche politico in Italia?

 

R. - Io penso che noi, come Chiesa, dobbiamo annunciare ancor di più la bellezza e il Vangelo del matrimonio, il Vangelo della famiglia. Allora sarà per irradiazione fascinosa che la famiglia cristiana, cioè la famiglia unita in matrimonio fra un uomo e una donna, benedetto da Dio, e fondata sui valori della fedeltà e sui valori del Vangelo, solo per irradiazione fascinosa la famiglia sarà testimone della bellezza di Dio e dunque missionaria.

 

D. - Nella pastorale famigliare, nella pastorale giovanile, nella sua diocesi come va la collaborazione con i laici, ci sono esperienze in questo senso che lei vuole sottolineare in qualche modo?

 

R. - Sì, per esempio un’iniziativa che noi portiamo avanti ogni anno, adesso la celebreremo il 6 maggio, è quella che io ho chiamato IGF, "Insieme giovani e famiglie". E’ una giornata di studio, di riflessione, di confronto, di preghiera, fra i giovani della diocesi e le famiglie. Questo è un momento di incontro anche intergenerazionale molto bello che riapre sul serio, non solo al dialogo, le famiglie e dunque le generazioni, genitori e figli, alla speranza di una nuova società fondata proprio sulla civiltà dell’amore.

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Il Papa nomina il cardinale Sodano Legato Pontificio

per i 90 anni delle apparizioni della Vergine a Fatima

 

Benedetto XVI ha nominato il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, Legato Pontificio per le solenni celebrazioni di apertura del 90° anniversario delle apparizioni della Beata Vergine Maria a Fatima, in Portogallo. Le apparizioni di Maria ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta iniziarono il 13 maggio 1917 per ripetersi altre cinque volte, l’ultima il 13 ottobre dello stesso anno. Il messaggio della Vergine è un invito forte alla preghiera, alla conversione e alla rinuncia al peccato. Le celebrazioni avranno luogo a Fatima il 12 e 13 maggio prossimi.

 

Altre udienze e nomine

 

Il Papa ha ricevuto stamani il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nel pomeriggio, incontrerà il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

 

In India, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Nashik, presentata da mons. Thomas Bhalerao, della Compagnia di Gesù, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kongolo, presentata da mons. Jérôme Nday Kanyangu Lukundwe, per sopraggiunti limiti d’età. Il Papa ha nominato a succedergli il reverendo Oscar Ngoy wa Mpanga, superiore provinciale della Congregazione dello Spirito Santo e parroco a Lubumbashi.

 

Il Papa ha nominato consultore della Congregazione per le Chiese Orientali il prof. Onorato Bucci.

 

Il Papa ha nominato membri Ordinari della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, la pittrice Laura Stocco, il letterato Armando Torno e lo scultore Domenico Siniscalco.

 

Il Papa ha nominato vicario giudiziale del Tribunale di Prima Istanza per le cause di nullità di matrimonio della regione Lazio il salesiano don Sabino Ardito.

 

 

Il cardinale Eduardo Martínez Somalo compie 80 anni.

Il collegio cardinalizio è ora composto da 108 elettori e 76 non elettori

 

Il cardinale Eduardo Martínez Somalo, prefetto emerito della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e Camerlengo di Santa Romana Chiesa compie oggi 80 anni. Cambia, dunque, la composizione del Collegio cardinalizio: i porporati elettori sono ora 108, mentre i non elettori sono 76, per un numero complessivo di 184. Nel Collegio Cardinalizio sono rappresentati i 5 Continenti con 67 Paesi, 50 dei quali hanno cardinali elettori. Nel dettaglio, ci sono 53 cardinali elettori europei, 33 provenienti dalle Americhe, 13 dall’Asia. Sono 7 i cardinali elettori africani, 2 quelli dell’Oceania. La nazione con il maggior numero di cardinali elettori è l’Italia con 19 porporati, seguita dagli Stati Uniti con 12. Dall’inizio del Pontificato, Benedetto XVI ha celebrato un Concistoro per la creazione di cardinali, il 24 marzo del 2006. In tale occasione il Papa ha creato 15 cardinali, di cui 12 elettori. (A cura di Alessandro Gisotti)

 

 

Dal 2 aprile nelle librerie i testi delle meditazioni per la Via Crucis,

curate quest’anno da mons. Gianfranco Ravasi

 

Il prossimo 6 aprile, venerdì della Settimana Santa, la Chiesa si unirà al Pontefice nella Via Crucis al Colosseo, evento che verrà trasmesso in tutto il mondo. I testi della meditazione, quest’anno, sono stati affidati da Benedetto XVI ad un biblista di fama internazionale: mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, fondata dal cardinale Federico Borromeo, successore, come arcivescovo di Milano, di San Carlo. Come lo scorso anno, informa la Libreria Editrice Vaticana, i fedeli che vorranno seguire il testo delle meditazioni, lo potranno fare acquistando il volume disponibile nelle librerie a partire dal 2 aprile prossimo. Fin da ora, il testo edito a cura della Libreria Editrice Vaticana e dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, può essere prenotato in tutte le librerie cattoliche al prezzo di 3 euro. (A cura di Alessandro Gisotti)

 

 

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - In primo piano l’incontro del Santo Padre con i giovani in Piazza San Pietro per la Domenica delle Palme. 

 

Servizio estero - In evidenza il tema dei diritti del fanciullo: il 23 marzo 2007, in occasione della quarta sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti dell’omo, tenutasi a Ginevra presso l’Ufficio delle Nazioni Unite, l’Osservatore Permenente della Santa Sede, mons. Silvano M. Tomasi, ha pronunciato l’intevento dal titolo “I Diritti del Fanciullo e l’obbligo di protezione”. 

 

Servizio culturale - Un articolo di Claudio Toscani intitolato “Nelle riviste del ‘900 una porta privilegiata per entrare nella storia della letteratura”: intervista a Giuseppe Langella.

 

Servizio italiano - In rilievo il fenomeno del calo dell’inflazione.

 

 

 

Oggi in Primo Piano

 

Convegno del PIME a Milano sul dialogo tra islam e cristianesimo

 

Cristiani e musulmani, una convivenza possibile che passa attraverso i rapporti da persona a persona. Testimonianze importanti e vissute, quelle offerte al recente convegno del Centro Missionario del PIME a Milano da mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri, e da padre Samir Khalil Samir, islamologo di orgine egiziana, gesuita e docente all’Università di Beirut. Il servizio di Fabio Brenna:

 

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Il dialogo e la convivenza fra cristiani e musulmani è vissuta diversamente nei Paesi islamici e dipende dalla loro tradizione, dai rapporti culturali e dalle leggi, per cui l’accoglienza e il confronto con il diverso e con l’appartenente ad un’altra religione varia indipendentemente dalla consistenza numerica delle comunità cristiane in quei Paesi. Entrambi i relatori si sono trovati concordi nel sottolineare come i risultati migliori si ottengano dal confronto interpersonale, e come invece le difficoltà salgano man mano che entrano in gioco i gruppi, le organizzazioni, quando il confronto è “fra più di dieci persone” ha osservato mons. Teissier, che ha anche affrontato il difficile tema delle conversioni, che espongono all’accusa di proselitismo ma che vengono spesso usate per affermare la superiorità della propria religione. Per entrambi i relatori è però essenziale “depoliticizzare” la religione e lo stesso dialogo interculturale. Sentiamo padre Samir:

 

“Attraverso questo scambio, il cristiano italiano – diciamo – può riscoprire valori che sono valori cristiani ma che sono meno sottolineati oggi. E viceversa. Il valore dell’uguaglianza, per esempio, tra uomo e donna esiste nell’Islam, molto chiaramente nel Corano, ma non è vissuto. Ed è questo, per me, il dialogo, attraverso scambi onesti: senza nessuna concessione ma con il cuore aperto, scoprire ciò che è comune e ciò che è diverso e scambiare questo”.

 

Il rischio di uno scontro di civiltà esiste, ha osservato padre Samir; proprio per questo è urgente confrontarsi sui valori:

 

“L’incontro è sempre possibile. Dipende prima da me. Anche se l’altro forse è irrigidito nelle sue posizioni più o meno fanatiche, se scopre che io lo accolgo, simpatizzo, lui cambierà. Lo scontro tra le civiltà esiste, anche, ma è più a livello politico. Io insisto sempre sul fatto che se loro fanno un miscuglio tra la fede e la politica, allora inevitabilmente ci sarà uno scontro, con il rischio che loro ci perdono”.

 

A proposito del Medio Oriente, padre Samir si è detto certo che si arriverà, sia pur a fatica e non subito, alla convivenza fra i due Stati di Israele e Palestina ma la vera sfida è pensare e realizzare una “Unione Medio-Orientale”, così come esiste una Unione Europea.

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Da ieri nei cinema in Italia il film di Ermanno Olmi "Centochiodi",

tormentata rivisitazione del messaggio evangelico

 

Sulle sponde del Po rivive, con spirito francescano, la storia di Gesù e dei suoi discepoli: è uscito, dopo lunga attesa, l’ultimo film di Ermanno Olmi, "Centochiodi", frutto di molti dubbi personali del regista che si rifugia nella semplicità della natura e dei poveri per riaffermare il messaggio incontaminato del Vangelo. Ma alcune non facili prese di posizione sembrano più un atto di ribellione intellettuale che di pacata condivisione del mistero di Dio. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Tre sono i chiodi che hanno appeso ad una croce la Parola di Dio, Cristo vero Dio e vero uomo; cento sono i chiodi che perforano altrettanti volumi, dal valore inestimabile, simbolo di cultura millenaria che un giovane e inquieto professore di filosofia inchioda al pavimento e sui tavoli di una antica biblioteca, in sfregio ad un sapere ritenuto muto, somma di parole arcaiche che nell’era moderna gettano in crisi o, peggio, sembrano del tutto inutili perché incapaci di comunicare. Ermanno Olmi vira, con questo suo film scarno, sobrio e arcano, verso un francescanesimo ecologista e populista venato di sublimati dubbi e di scontate risposte.

 

Il professore entra in crisi perché non più in grado di decifrare il contenuto di quei libri religiosi ritenuti appassiti, scontrandosi con un sacerdote che, amando più i volumi delle persone, incarna la “dogmaticità”, la “costrizione”, la “rigidità” della religione rivelata, risultata incapace di trasformare i cuori degli uomini, di convincerli a sostituire le loro spade in vomeri: “la sapienza del mondo è una truffa”, afferma lucido il bravo Raz Degan, mentre in un sofferto percorso abbandona dietro le spalle la vituperata e poco accogliente civiltà, rifugiandosi sulle sponde del Po, mite scorrere delle acque come sola compagnia, mentre la repentina crisi misticheggiante lo porta ad incarnare una figura cristologica piuttosto alterata. La crisi del filosofo si avvicina a quella del regista, la rispecchia, la sublima? E’ un’oasi di primitiva semplicità quella che si crea attorno al professorino. Spogliatosi di tutto, ricorda i miracoli e le parabole del Vangelo, evoca l’ultima cena, ripercorre, sul filo di un richiamo continuo nei gesti e nelle parole, proprio la strada di Gesù. Non parlava forse il Figlio di Dio ai pescatori di Tiberiade così come qui il filosofo parla a quelli italiani del Po?

 

E’ un film impegnativo, questo di Olmi, anche tormentato sotto la superficie della serenità, certo a tratti discutibile, perché, al di là delle intenzione genuine e buone, il cristianesimo, ricordiamolo, ha origine nell’incarnazione del Figlio di Dio, sua Parola vivente, la cui verità si trasmette e si conosce anche attraverso la parola scritta del Vangelo, parola di Dio, parola di salvezza, proclamata nella Chiesa. E la spoglia modernizzazione della vita pubblica di Gesù, dei suoi incontri, della sua cattura e morte e risurrezione, quasi atto di ribellione matura contro i tanti “mercanti nel tempio”, non trova immediata giustificazione e decisa necessità. Certo Olmi è un ineguagliabile pittore della natura, un cantore dell’umano capace di denudare l’anima attraverso volti che solo lui sa scegliere, illuminare, dirigere. Per questo commuove e chiede, comunque sia, il massimo del rispetto e dell’onore.

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Il commento di don Serretti al Vangelo della Domenica

 

Domenica 1° aprile, Domenica delle Palme: la Liturgia ci presenta la Passione del Signore secondo la narrazione evangelica di San Luca. Quando fu l'ora – racconta l’Evangelista – Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse:

 

 «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».

 

Su questa Solennità ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

 

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Il racconto della passione e morte di Gesù è il racconto di un fatto, un fatto storico, anzi molto di più, di un fatto che crea la storia e che è al centro di tutta la storia. Tutto quel che è accaduto prima di quei giorni ha trovato in essi il suo culmine e il suo senso. Tutto quel che è accaduto dopo e che accadrà ancora ha in essi il suo fulcro. Gesù Cristo è il centro del cosmo e della storia. Egli era nato, aveva preso la carne e il sangue per poterla offrire, per poterla donare al Padre con uno spirito eterno. Sul Golgota si compie la sua nascita terrena. Dalle sue piaghe noi tutti siamo stati guariti, perchè potessimo anche noi tornare a servire il Dio vivente.

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Chiesa e Società

 

 

La Santa Sede non firma la Convenzione ONU per i diritti dei disabili

perchè prevede l'aborto dei bambini con handicap

 

Quattro anni di lavori e il coordinamento di circa 50 Paesi per dare vita alla prima grande Convenzione internazionale per i diritti dei disabili. E’ il risultato presentato ieri all’ONU di New York, in occasione della firma ufficiale di un documento sui disabili, stilato in cooperazione con molte associazioni impegnate nella loro tutela. “Niente senza di noi” è lo slogan dell’iniziativa, che il ministro italiano della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, dal Palazzo di Vetro ha definito “un grande passo avanti per la comunità internazionale”. Da parte sua, la Santa Sede non ha firmato il documento, denunciando una clausola che può essere usata per eliminare i nascituri disabili. Già in occasione dell’adozione del documento, infatti, l'osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, l'arcivescovo Celestino Migliore, aveva sottolineato l’importanza di garantire la protezione dei diritti della dignità e del valore della vita delle persone disabili, un principio che aveva spinto inizialmente la Santa Sede a unirsi ai lavori della Convenzione, ma l’inserimento di una clausola sulle pratiche riproduttive – ha aggiunto l’arcivescovo Migliore – viola questi principi. La stessa Convenzione creata per proteggere i disabili dalle discriminazioni – ha spiegato infatti il nunzio – può essere usata per negare il loro primo diritto, quello alla vita. (A cura di Elena Molinari)

 

 

I vescovi dello Zimbabwe: il Paese è in una crisi profonda, politica e morale

 

Domani, in tutte le parrocchie dello Zimbabwe verrà letta la lettera che i vescovi hanno indirizzato ai fedeli a proposito della realtà che sta vivendo il Paese. La lettera è intitolata “Dio ascolta il grido degli oppressi” ed annota subito come una “ridotta minoranza della popolazione è diventata molto ricca da un giorno all’altro, mentre la maggioranza sta languendo nella povertà”. “Si è così creata una forte disparità tra ricchi e poveri – affermano i presuli; il nostro Paese è in una crisi profonda”, “una crisi della capacità di governo e una crisi di leadership” che è anche “una crisi morale e spirituale”. In tale contesto l’episcopato chiede l’elaborazione di una nuova Costituzione per far uscire il Paese dalla crisi. La lettera pastorale elenca poi nel dettaglio i settori più in crisi, come la sanità, la scuola, i servizi, e ritiene un fallimento la riforma agraria imposta dal governo nel 2000. A seguito di tale riforma agraria, iniziata sette anni fa, si legge nella lettera pastorale, “oggi diverse persone vanno a dormire affamate e di giorno si svegliano senza lavoro. Centinaia di aziende sono state costrette a chiudere” e “l’80 per cento della popolazione dello Zimbabwe è senza impiego”. In tale situazione, la speranza viene da Dio che “ascolta il grido degli oppressi” ricordano i vescovi, che invitano a “gesti concreti per tenere viva” questa speranza. Per tale motivo, per il prossimo 14 aprile, è stata indetta una giornata di preghiera e di digiuno per lo Zimbabwe, che sarà seguita, in tutte le parrocchie, da un momento di preghiera il venerdì delle successive settimane. (A.M.)

 

 

Mons. Warduni: Settimana Santa nel dolore e nella speranza in Iraq

 

“Abbiamo previsto un intenso programma liturgico per la prossima Pasqua ma non sappiamo se potremo celebrarlo. Qui la morte è dietro l’angolo”. Lo dice candidamente l’ausiliare caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni che esprime anche “tristezza per l’esodo dei cristiani dal Paese”. “Siamo amareggiati - dice in un’intervista all’agenzia SIR - viviamo in una situazione di cui non si vede la fine, le cui vittime sono i malati, gli anziani, i bambini, molti resi orfani dalle violenze inenarrabili provocate da autobombe, kamikaze e criminali”. Tuttavia, afferma mons. Warduni, “la Pasqua rinsalderà la nostra certezza in un avvenire giusto, di tolleranza e di riconciliazione”. La mancanza di sicurezza ha costretto il patriarcato caldeo ad anticipare la celebrazione della Veglia pasquale al pomeriggio del Sabato Santo, “è troppo pericoloso uscire di notte” spiega il vescovo. Per tale motivo tutti gli appuntamenti della Settimana Santa verranno resi noti ai fedeli, domani. “Speriamo - aggiunge mons. Warduni - che la fede dia ai nostri cristiani il coraggio necessario per superare le difficoltà e partecipare ai riti. Per tutti la Settimana Santa è tempo di digiuno. Il nostro digiuno è la sofferenza in cui viviamo. La offriamo non solo per l’Iraq ma per tutto il mondo”. (A.M.)

 

 

Il CELAM pubblica la “Sintesi” dei contributi ricevuti

per la V Conferenza generale degli episcopati

dell’America Latina e dei Caraibi, in programma a maggio in Brasile

 

A conclusione dell’ultima riunione dei presidenti delle 22 Conferenze episcopali dell’America Latina e dei Caraibi, prima della V Conferenza generale, in programma ad Aparecida, in Brasile, dal 13 al 31 maggio, ieri è stato pubblicato il documento “Sintesi”, che raccoglie organicamente i numerosi contributi degli episcopati nazionali e del mondo cattolico del subcontinente. Si tratta di un importante strumento di lavoro, che sarà di grande aiuto alle riflessioni degli oltre 450 vescovi partecipanti alla Conferenza. Oltre all’Introduzione e alle Conclusioni generali, il documento si sviluppa in tre grandi capitoli, il primo dei quali (“Guardiamo i nostri popoli alla luce del progetto del Padre”) riflette sul rapporto d’amore fra Dio e i popoli della regione; amore spesso snaturato per colpa del peccato che si manifesta in molte realtà e sfide dell’America Latina, che hanno a che fare con numerosi aspetti della globalizzazione, con l’assoluta egemonia del potere economico e tecnico-scientifico, nonché nell’ambito delle crisi della famiglia e della cultura. In questo contesto, viene approfondito il ruolo della Chiesa cattolica, le sue insufficienze e, soprattutto, la sua enorme vitalità. Il secondo capitolo (“Gesù Cristo, fonte di vita dignitosa e piena”) si sofferma, in particolare, sulla Persona di Gesù, che rivela il Regno del Padre e del Mistero Pasquale, fonte di vita nuova. Si riflette a lungo sull’incontro di ogni uomo con Gesù e, in particolare, sul ruolo e dovere missionario che quest’esperienza determina in ogni membro della Chiesa. Tale ruolo, svolto in comunione con la Chiesa universale, attualizza ogni giorno e ovunque la missione stessa di Cristo, che è in dialogo costante col mondo. Infine, il terzo capitolo (“Lo Spirito ci spinge ad essere discepoli e missionari”) approfondisce la risposta dell’uomo latinoamericano, consapevole della sua crisi ma, al tempo stesso, altrettanto consapevole dell’unica via possibile per trovare la luce, la verità e la vita. Da segnalare che, nell’edizione odierna dell’Osservatore Romano, la Santa Sede ha pubblicato l’elenco dei partecipanti alla Conferenza, divisi in membri (con diritto di voto), invitati, osservatori ed esperti. (A cura di Luis Badilla)

 

 

L’episcopato francese invita l’Europa ad aiutare il Darfur:

la crisi è grave e non possiamo rimanere in silenzio

 

Al termine dei lavori dell’Assemblea Generale dei vescovi francesi, nei giorni scorsi, il  cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente della Conferenza episcopale, ha lanciato un appello per la catastrofe umanitaria che sta vivendo il Darfur. Il comunicato ricorda che il conflitto della regione del Sudan “non può rimanere” “una semplice enumerazione di cifre: 250 mila morti, 500 mila persone che dipendono dall’aiuto umanitario; 3 milioni di sfollati”. Né l’Europa né la Francia devono rimanere indifferenti “davanti a tanta sofferenza”, si legge nel comunicato, “la crisi è grave e non possiamo rimanere in silenzio: laddove l’uomo soffre, Cristo soffre con lui”. Sebbene siano stati firmati gli accordi di pace nel 2006 – rileva il documento – tuttavia questi non sono stati sempre applicati. Il comunicato, infine, invita ad offrire aiuti concreti, aggiungendo che l’impegno dei cristiani per la pace e la giustizia deve muovere anche “ad interrogare con decisione i candidati alle elezioni presidenziali, sulle azioni realizzate” per risolvere questa situazione. (A.M.)

 

 

“Al testamento biologico servono paletti”:

così il cardinale Javier Lozano Barragán

 

“Ho constatato un clima di grande riflessività, con l’evidente impegno ad avvicinare le posizioni e, soprattutto, a individuare correttamente i problemi”: è quanto ha affermato il presidente italiano, Giorgio Napolitano, intervenendo ieri a Roma al Convegno sul testamento biologico, organizzato dal Senato. Ricco il dibattito tra i quattro rappresentanti religiosi presenti: il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute; Amos Luzzatto, ex presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane; il filosofo islamico, Hassan Hanafi Hassanien, dell’Università del Cairo; il direttore del centro studi tibetani, Thamthog Rinpoche. Il cardinale Lozano Barragán ha posto limiti ben precisi per il testamento biologico: “Non sarebbe lecito” – ha spiegato – se “sollecitasse l’eutanasia”, ma lo sarebbe se, “accettando le cure palliative, rinunciasse all’accanimento terapeutico”. Per quanto riguarda, poi, l’idratazione e la nutrizione artificiale, il porporato ha precisato che questi interventi “non possono in se stessi costituire un accanimento terapeutico, perché non sono terapie, ma il modo ordinario di soddisfare i bisogni del paziente che non è in grado di avere cura di sé”. Il porporato ha indicato, infine, alcuni nodi da approfondire. Prima di tutto, la “flessibilità” del testamento biologico, che “non dovrebbe essere redatto una volta per sempre, tanto più che viene scritto in circostanze diverse dalla sua applicazione”. Andrebbe poi prestata attenzione al fiduciario: “Come si può essere certi che – ha domandato il cardinale – in un caso concreto, non metta in atto interessi avversi al testante, aprendo la porta all’eutanasia?”. Infine, il progresso della scienza rende difficile stabilire una volta per tutte “l’inutilità o sproporzionalità delle terapie”. Per Luzzatto, “non c’è alternativa all’espressione di scelte responsabili” precedente “alla fase in cui comincia il processo irreversibile della morte”.  Anche Hassanien ha ribadito la sacralità della vita, su cui, però, “la scienza non può avere la parola finale”. Infine, Rinpoche ha riferito che per un praticante buddista con una malattia incurabile “è molto importante lasciar scorrere liberamente la sua vita senza essere disturbato da trattamenti meccanici o artificiali”. I buddisti, dunque, ritengono “corretto” rispettare un testamento biologico lasciato in passato. (R.M.)

 

 

Il vescovo di Gubbio Ceccobelli: distorte le mie parole

sulla libertà di coscienza in un’intervista al quotidiano La Stampa

 

“Profondamente amareggiato”: così si è detto, in una nota, il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, denunciando un uso distorto delle sue parole sulla libertà di coscienza in un’intervista pubblicata sul quotidiano torinese La Stampa, dal titolo: “Anche i politici hanno libertà di coscienza”. L’intervista si affiancava a quella dell’arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, sul tema dei DICO. “Le mie parole – scrive mons. Ceccobelli, citato dal quotidiano Avvenire – sembrano contrapporsi a quelle del confratello Giuseppe Molinari. Lungi da me una tale intenzione. Il mio – precisa – era un ragionamento di carattere generale sul compito della Chiesa, che è quello di insegnare e di formare coscienze rette, secondo il suo autorevole insegnamento, fondato sulla Parola di Dio. E’ chiaro – aggiunge – che anch’io condivido la Nota dei vescovi italiani sulla famiglia e sulle unioni di fatto”. Secondo mons. Ceccobelli, “è la famiglia, fondata sul matrimonio, il luogo dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni; se verrà meno anche questa basilare istituzione – avverte il presule – la società andrà incontro a tempi difficilissimi di totale sbandamento”. Il vescovo di Gubbio precisa allora il suo vero pensiero sulla libertà di coscienza dei cattolici in politica. “Il cristiano – afferma – ha il dovere di formarsi una coscienza retta, che abbia come punti di riferimento la Parola di Dio, l’insegnamento della Chiesa e la legge naturale”. “Proprio alla luce di questo principio – sottolinea mons. Ceccobelli – non ci si può appellare alla propria coscienza per agire in modo autonomo e secondo logiche di parte, magari giustificandosi con l’attribuirsi il titolo di ‘cristiano adulto’. Questa mia precisazione – conclude – è volta a chiarire l’effettivo significato delle mie espressioni e ad escludere ogni altra chiave interpretativa”. (A cura di Roberta Moretti)

 

 

 

24 Ore nel Mondo

- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio Laurenzi -

 

 

- Nuovi, macabri ritrovamenti in Iraq: la polizia ha trovato almeno 18 corpi senza vita in diversi punti di Baghdad. Secondo gli inquirenti, si tratta di esecuzioni legate all’interminabile e drammatica catena di violenze tra sciiti e sunniti. E’ di almeno 14 morti inoltre il bilancio, ancora provvisorio, di quattro diversi attentati dinamitardi. Il nostro servizio:

 

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L’episodio più grave è quello avvenuto davanti ad un ospedale nel sobborgo sciita di Sadr City, alla periferia nord-orientale di Baghdad: secondo fonti locali, l’esplosione di un’autobomba ha provocato la morte di almeno cinque persone. Gli altri tre attentati sono stati compiuti ad Hilla, a Kirkuk e in una cittadina a maggioranza sciita a sud della capitale. Anche la giornata di ieri è stata segnata da nuove stragi contro la comunità sciita. Nel mercato di un distretto sciita a nord di Baghdad, un kamizake si è fatto esplodere uccidendo almeno 60 persone. Si allunga così la catena di violenze dopo la rappresaglia, condotta nella notte tra martedì e mercoledì da poliziotti sciiti per vendicare le vittime di un duplice attentato compiuto in un quartiere sciita di Tal Afar, città al confine con la Siria. Il bilancio di queste atrocità era stato pesantissimo: secondo fonti locali, sono rimaste uccise almeno 152 persone. Negli Stati Uniti, intanto, il Senato ha approvato la richiesta di fondi straordinari destinati per la maggior parte alle missioni in Iraq e in Afghanistan, ma con il vincolo di ritirare i soldati statunitensi dal territorio iracheno entro il 31 marzo del 2008. Il presidente americano, George Bush, ha però annunciato che porrà il veto a questa decisione.

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- Violenze anche in Afghanistan, dove almeno otto guerriglieri Talebani e cinque militari afghani sono morti durante una battaglia divampata nella provincia meridionale di Uruzgan. Sul versante politico, il presidente afghano, Hamid Karzai, ha compiuto la sua prima visita nel capoluogo della turbolenta provincia meridionale di Helmand. Rivolgendosi ad una folla di oltre 2 mila persone, Karzai ha accusato i capi tribali di non fare nulla per rendere sicura la provincia. In Italia, intanto, è prevista nel pomeriggio a Roma la manifestazione indetta dall'associazione umanitaria "Emergency" per chiedere la liberazione dell’interprete del giornalista italiano, Daniele Mastrogiacomo, e del mediatore afghano dell’organizzazione umanitaria, ancora nelle mani delle autorità di Kabul.

 

- E’ sempre più alta la tensione tra Iran e Regno Unito per la questione dei 15 marinai britannici, arrestati dalle autorità iraniane con l’accusa di essere entrati illegalmente in acque territoriali della Repubblica islamica. L’ambasciatore iraniano a Mosca ha affermato che i soldati potrebbero essere processati in Iran. Sulla vicenda si è espressa anche l’Unione Europea. Il nostro servizio:

 

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L’Unione Europea ha chiesto l’immediato rilascio dei 15 marinai britannici detenuti da una settimana in Iran. Il Consiglio dei ministri degli Esteri dei 27 Stati membri ha definito l’arresto “una violazione del diritto internazionale”, poiché i marinai stavano svolgendo controlli previsti dall’ONU “in acque irachene”. L’Unione Europea ha anche avvertito che saranno adottate “misure appropriate” se i militari non saranno immediatamente liberati. L’Iran ha chiesto invece all’Unione Europea di restare neutrale e ha ribadito che la crisi potrebbe essere risolta se il Regno Unito ammettesse lo sconfinamento dei propri soldati in acque territoriali iraniane. Ma le scuse, probabilmente, non arriveranno mai. Il premier britannico Tony Blair, commentando l’ultimo video trasmesso dalla televisione iraniana, ha annunciato di aver intenzione di “isolare sempre di più il governo di Teheran”. Nel filmato un militare britannico ammette che i 15 marinai hanno sconfinato volontariamente. Blair ha dichiarato di non credere alla veridicità di questa ammissione e ha aggiunto che “l’esibizione e la manipolazione” orchestrata dall’Iran “non trae nessuno in inganno”. Secondo fonti iraniane sono comunque in corso contatti diplomatici tra i due Paesi per risolvere la crisi “in modo mutualmente accettabile”. Ma è da escludere, in base a quanto già annunciato da Washington, uno scambio tra i 15 militari britannici e i cinque soldati iraniani arrestati lo scorso gennaio dalle forze americane a Erbil, nel Kurdistan iracheno.

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- Novità emergono anche su un'altra spinosa questione che riguarda l'Iran. Il rappresentante iraniano presso l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), ha dichiarato che l'Iran proseguirà la cooperazione con l'AIEA. Il funzionario iraniano ha anche dichiarato che la Repubblica islamica non conduce nessuna attività nucleare segreta.

 

- Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki Moon, si trova da ieri in Libano per colloqui con i vertici di Beirut sull’applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che ha posto fine alla guerra tra Hezbollah e Israele dell’estate scorsa. Il responsabile del Palazzo di Vetro ha anche fatto visita alla base del contingente italiano dell’UNIFIL.

 

- Terzo giorno consecutivo di combattimenti a Mogadiscio, in Somalia. Le truppe etiopiche, appoggiate da elicotteri d’assalto e artiglieria pesante, hanno proseguito l’attacco, insieme con le forze governative somale, contro milizie fedeli alle Corti islamiche. In un comunicato diramato dal ministero per l’Informazione dell’Etiopia, dall’inizio dell’offensiva si precisa che sono stati uccisi oltre duecento ribelli. Gli scontri in corso, definiti dagli analisti i peggiori degli ultimi 15 anni, continuano a spingere la popolazione a lasciare la capitale somala. Secondo fonti locali, gli sfollati sono almeno 60 mila.

 

- Profonda preoccupazione per la gravità delle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale nella martoriata regione sudanese del Darfur. E’ quanto esprime il Consiglio dell’ONU per i diritti umani in una risoluzione approvata ieri da 47 Paesi membri. Nel testo si auspica, poi, la creazione di un “gruppo di lavoro che dovrà collaborare con il governo del Sudan”. La risoluzione segue il rapporto sul Darfur delle Nazioni Unite, presentato poche settimane fa a Ginevra. Secondo questo studio, l’esecutivo sudanese ha “orchestrato e partecipato” ai crimini perpetrati in Darfur. L’ONU stima che, dallo scoppio del conflitto nella regione sudanese nel 2003, almeno 200 mila civili siano morti e due milioni abbiano abbandonato le loro case.

 

- Nonostante le forti preoccupazioni della comunità internazionale sulla crisi politica ed economica dello Zimbabwe, il presidente Robert Mugabe ha ricevuto ieri l’investitura del suo partito per correre alle elezioni presidenziali del 2008. Washington ha definito “scandalosa” e “triste” la notizia. Sotto accusa la politica repressiva di Mugabe, al potere dal 1980, nei confronti dell’opposizione.

 

- Dramma nelle Filippine: una bambina soldato di 11 anni è rimasta uccisa nella parte meridionale del Paese durante uno scontro a fuoco tra l’esercito di Manila e i ribelli comunisti.  Lo hanno riferito fonti militari precisando che l’episodio è avvenuto nei pressi del villaggio di Bantacan. Durante l’operazione, è rimasto ferito un soldato e sono state sequestrate armi e munizioni.

 

- In Nepal, gli ex ribelli maoisti del nuovo governo ad interim faranno parte del nuovo governo. Lo rivelano fonti locali precisando che agli ex insorti saranno affidati 5 ministeri. La decisione suggella l’accordo di pace conclusosi nel 2006 con la mediazione delle Nazioni Unite. Domani si attende, comunque, l’ufficializzazione di questa decisione al Parlamento di Kathmandu.

 

- Vigilia di elezioni amministrative in Qatar. Domani, oltre 28 mila persone sono chiamate ad eleggere i 29 deputati del Consiglio municipale centrale. Si tratta di un importante test in vista delle consultazioni parlamentari che si dovrebbero tenere a fine anno.

 

- Il presidente del Cile, la signora Michelle Bachelet, ha chiesto agli studenti di sospendere le manifestazioni di protesta che hanno infiammato in questi ultimi giorni la capitale ed altre città. I tumulti, iniziati dopo l’approvazione del nuovo piano traffico e proseguiti anche dopo il licenziamento del ministro dei Trasporti, hanno portato all’arresto di 819 persone.