RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI n. 88 - Testo della trasmissione di giovedì 29  marzo 2007

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Migliaia di giovani attesi in San Pietro per la Cerimonia penitenziale presieduta da Benedetto XVI, sullo sfondo della GMG diocesana. Il pensiero di mons. Luigi Ginami

 

Il cardinale Bertone nella Messa alla Camera dei deputati: la verità che proviene dalla Rivelazione di Gesù Cristo non è in contraddizione con le aspirazioni degli uomini

 

Siglato un accordo fra Radio Vaticana e Telespazio per la diffusione via satellite dei canali audio della nostra emittente

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dopo la nota della CEI sulla famiglia, la riflessione del vescovo Giuseppe Anfossi e della giornalista Eugenia Roccella, portavoce del “Family Day”

 

Nuovi passi per il cammino della Turchia verso l'ingresso nell'Unione Europea. Intervista con Gianni Borsa

 

Concerto-evento all'Auditorium della Conciliazione: "La Passione secondo Matteo", opera del vescovo ortodosso russo, Ilariòn. Ai nostri microfoni l'autore

 

I fratelli Taviani nel film "La Masseria delle allodole" affrontano il tema dei massacri degli armeni all'inizio del '900. Con noi Vittorio Taviani

 

CHIESA E SOCIETA’:

Che la Pasqua porti pace in Terra Santa. E’ l’augurio dei leader delle Chiese di Gerusalemme, contenuto in un messaggio

 

Il presidente della Costa d’Avorio ha garantito impegni concreti per la difesa delle comunità religiose nel Paese

 

Repubblica Democratica del Congo: la Chiesa è in prima linea in aiuto alla popolazione dopo i disordini dei giorni scorsi

 

Da Kirkuk mons. Sako smentisce l’uccisione di due suore, avvenuta lunedì: si tratta invece di due sorelle

 

Domenica delle Palme, colletta di solidarietà in tutto il Brasile in favore dell’Amazzonia

 

Nella parrocchia di S. Pietro e Paolo di Yuan Lang, in Cina, al via l’adorazione Eucaristica giornaliera, per 13 ore quotidiane, in risposta all’esortazione del Papa

 

Incitamento alla ribellione: questa l’accusa per un sacerdote di Hue in Vietnam che sarà processato domani

 

Il dialogo fra religioni è possibile recuperando l’umiltà. Così mons. Comastri alla presentazione del libro del vaticanista Luise su Charles de Foucauld

 

In Turchia riapre, ma solo come museo, la chiesa armena della Santa Croce

 

In Australia, Chiesa e Stato insieme per garantire l’istruzione alle comunità aborigene

 

E’ morto a Roma il teologo e biblista Giuseppe Barbaglio: fu autore di decine di libri e studioso della figura storica di Gesù

 

24 ORE NEL MONDO:

No di Israele al piano di pace arabo rilanciato dalla Lega araba

 

 

Il Papa e la Santa Sede

 

 

Udienze e nomine

 

Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, in Ucraina, e sette presuli della Conferenza episcopale della Sicilia in visita ad Limina.

 

 

Migliaia di giovani attesi in San Pietro per la Cerimonia penitenziale

presieduta da Benedetto XVI, sullo sfondo della GMG diocesana

 

Per molti dei giovani che si preparano a celebrare fra tre giorni, Domenica delle Palme, la 22.ma GMG a livello diocesano, il pomeriggio di oggi ha in serbo un appuntamento importante. Benedetto XVI presiederà per loro, in San Pietro, una Celebrazione penitenziale alle ore 18, che sarà radiotrasmessa in diretta dalla nostra emittente a partire dalle 17.20, con commento in italiano per la zona di Roma, sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. Prima di entrare in Basilica, è previsto un saluto del Papa ai giovani che seguiranno la cerimonia dai maxischermi di Piazza San Pietro. Sul significato della confessione, Fabio Colagrande ha sentito il pensiero del liturgista mons. Luigi Ginami, già docente del Sacramento della Riconciliazione e dell'Ordine al Pontificio Collegio Sant'Anselmo di Roma:

 

**********

R. - Se entriamo in una delle nostre chiese e cominciamo a guardare, la domenica, la frequenza alla fila delle comunioni, è normalmente una buona fila. Ma se guardiamo la fila di fronte ai confessionali, vediamo che la fila è minore. Oggi, i cattolici sentono ancora desiderio di accostarsi al Sacramento dell’Eucaristia. Forse sentono di meno il desiderio di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Quando è necessario confessarsi? Quando commettiamo un peccato mortale, e non è possibile ricevere il sacramento dell’Eucaristia senza una confessione del peccato mortale compiuto. Ancora, la Chiesa ci dice che è importante confessarci almeno una volta all’anno per la Pasqua. Questo è ciò che è sufficiente, ciò che è minimo, ma nella vita della Chiesa forse potrebbe diventare un auspicio che, come frequentemente i cristiani si accostano al Sacramento dell’Eucaristia, così frequentemente si accostino al Sacramento della Confessione. 

 

D. - Quale tipo di preparazione deve avere il sacerdote per svolgere questo compito sacramentale? E soprattutto è difficile avere questa preparazione?

 

R. - Il catechismo della Chiesa cattolica ci dice che il sacerdote quando esercita questo ministero deve essere un buon pastore, deve essere un buon samaritano e deve essere anche giusto giudice. Io avvicinerei a queste tre immagini un’altra immagine molto bella, presa questa volta dal Concilio di Trento, che paragona il penitente ad un ammalato, e, dunque, di riflesso il sacerdote è un medico. Questa bellissima immagine di un sacerdote medico dell’anima ci dice chi è il sacerdote quando dà l’assoluzione. Penso che invece si debba riscoprire assolutamente una profonda ed adeguata preparazione dottrinale, una profonda ed adeguata preparazione umana, che però non si sostituiscono ad un’altra importantissima preparazione, che è il nostro rapporto con il Sacramento della Rriconciliazione. In altre parole, penso si impari a gustare il Sacramento della Riconciliazione non solo nel meraviglioso momento in cui concediamo la grazia dell’assoluzione - dando appunto alla persona una vita nuova - ma gustando prima di tutto noi questo Sacramento, cioè diventando noi, prima di tutto, penitenti. Nella misura in cui noi saremo penitenti, saremo anche dei bravi ministri di questo Sacramento, dando l’assoluzione.

**********        

 

 

Il cardinale Bertone nella Messa alla Camera dei deputati: la verità

che proviene dalla Rivelazione di Gesù Cristo non è in contraddizione

con le aspirazioni degli uomini

 

La pretesa di possedere la verità prodotta da se stessi impedisce spesso di comprendere la verità che proviene dalla Rivelazione di Cristo: lo ha sottolineato ieri il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, durante la Messa celebrata alla Camera dei Deputati in preparazione alla Pasqua. Dopo i trenta minuti di colloquio con il porporato, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha detto di avere apprezzato la visita, osservando in proposito che "ogni forma di dialogo e confronto va incoraggiata e non hanno da temere né l'autonomia della Chiesa né la laicità dello Stato". Sul contenuto dell'omelia del cardinale Bertone, il servizio di Tiziana Campisi:

 

**********

Fedeltà alla verità: è quella che hanno avuto Sadràch, Mesàch ed Abdenego, i tre giovani che si sono rifiutati di obbedire alla legge di Nabucodonosor, il re che voleva obbligarli all’apostasia. Sono “icona di una fede che non dà spazio a compromessi” ha detto il cardinale Tarcisio Bertone: fede che richiede la forza della verità, che sa sostenere le argomentazioni e il coraggio di subirne le conseguenze fino al dono della vita. La verità che proviene dalla Rivelazione di Gesù Cristo, ha aggiunto il porporato, “non è in contraddizione con le giuste aspirazioni che sono dentro di noi, ma le porta a compimento, aggiungendo una verità che l’uomo non potrebbe mai produrre da sé”. “Solo questa verità, che tocca in profondità la vita di ognuno - ha proseguito il segretario di Stato - riesce a dare risposta alla domanda di senso che abita nel cuore di ogni persona”. Nella sua omelia, il porporato ha voluto evidenziare l’originale contributo offerto al mondo dal cristianesimo, al quale si deve l’unità tra verità e libertà che ha portato allo sviluppo del pensiero come forma di progresso. Forti gli interrogativi posti subito dopo dal cardinale Bertone. “La verità non sarebbe forse utopia che illude, se impedisse di sviluppare al meglio le profonde inclinazioni che sono in noi? E la libertà, come potrebbe essere chiamata tale se il nostro agire e il giudizio delle scelte provenisse solo da un egoistico desiderio individuale privo della responsabilità per gli altri? E ancora: se la libertà non fosse sostenuta dalla verità e dalla carità non sarebbe piuttosto libertinaggio?”. “I frammenti di verità possono accontentare per un istante - ha precisato il porporato - ma non riescono a dare consistenza alla vita. Senza la presenza della verità saremmo sempre sottomessi all'illusionismo di chi vende meglio, ma non per questo saremmo più liberi”. Da qui, la constatazione che “la pressione di nuove schiavitù è sempre all'erta; cambia con il cambiare dei tempi”, per questo è necessario “essere vigili per percepirne il pericolo e denunciarne i danni”. Tutto questo, ha osservato ancora il cardinale Bertone, “diventa possibile, se manteniamo la mente aperta alla verità che può essere offuscata per un attimo, ma non negata”. L’invito del segretario di Stato è chiaro: le opere della fede devono essere rese visibili. La Pasqua chiama “a una vita nuova”, ad essere “testimoni della Risurrezione del Signore” che ha vinto la morte “ e con essa la nostra distruzione e dissoluzione”. L’annuncio “della Risurrezione di Cristo, pertanto, ha concluso il cardinale Bertone, da un “impegno nel mondo” che “non può che tendere alla trasformazione stessa del creato per imprimere anche in esso i segni della Risurrezione e della vita”.

**********

 

 

Siglato un accordo fra Radio Vaticana e Telespazio

 per la diffusione via satellite dei canali audio della nostra emittente

 

Radio Vaticana e Telespazio hanno sottoscritto oggi un accordo di partnership tecnologica relativa alla diffusione via satellite dei canali audio. Il servizio fornito dalla Telespazio consiste nel trasporto su linea terrestre dei canali audio dalla sede della Radio Vaticana di Palazzo Pio al Centro Spaziale del Fucino e nella successiva trasmissione globale via satellite in banda C sulle aree globali atlantica AOR (Atlantic Ocean Region) e indiana IOR (Indian Ocean Region). I siti remoti riceventi, rappresentati principalmente da emittenti Radio a copertura locale, provvedono poi a rilanciare il palinsesto in modulazione di frequenza; in alcuni casi lo rilanciano in onda media o corta. Particolare attenzione è stata posta dalla Telespazio nel garantire continuità al servizio in fase di migrazione tra vecchi e nuovi impianti prevedendo, tra l’altro, il supporto ai siti remoti riceventi con un help desk tecnico dedicato presso lo stesso Centro Spaziale del Fucino. Alla cerimonia svoltasi presso il Governatorato della Città del Vaticano erano presenti per il Governatorato il vescovo, Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato, per la Radio Vaticana padre Federico Lombardi, direttore generale dell'emittente, e per la Telespazio il prof. Giuseppe Veredice, amministratore delegato.

 

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - In primo piano la nota della Conferenza Episcopale Italiana sulla famiglia fondata sul matrimonio e le iniziative legislative in materia di unioni di fatto.

 

Servizio estero - In rilievo i rapporti Iran-Gran Bretagna: "inaccettabili" per Londra le immagini trasmesse da Teheran sui 15 marinai prigionieri.

 

Servizio culturale - Un articolo di Danilo Veneruso dal titolo "Il fascismo come 'rivoluzione'": uno studio di Paolo Buchignani sul "Ventennio".

 

Servizio italiano - In evidenza il tema degli incidenti sul lavoro.

 

 

Oggi in Primo Piano

 

 

Dopo la nota della CEI sulla famiglia, la riflessione del vescovo Giuseppe Anfossi

e della giornalista Eugenia Roccella, portavoce del “Family Day”

 

Ha destato ampia eco la nota sulla famiglia del Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana, (CEI), pubblicata ieri. Un documento che, come il titolo stesso sottolinea, si sofferma sul valore irrinunciabile della famiglia fondata sul matrimonio e le iniziative legislative in materia di unioni di fatto. Per una riflessione sugli obiettivi che i presuli si propongono con questa nota, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, presidente della Commissione episcopale per la Famiglia:

 

*********

R. - Fondamentalmente, si tratta di dare una risposta a coloro che si interrogano sui DICO, se possano essere accettati da un legislatore che è un buon cristiano: se può votarli. E’ una risposta che potremo dire anche quasi tecnica: il legislatore che si sente parte della Chiesa non può. Però, noi abbiamo dato anche un carattere molto pastorale, ci siamo preoccupati di parlare alle persone con stile evangelico. A noi interessa molto suscitare nella coscienza delle persone, comprese coloro che sono impegnate in politica, un lavoro per illuminare tale coscienza, perché si intende che noi non vogliamo fare pressioni indebite su di loro. Quindi: c’è un grosso appello alla coerenza dei cristiani consapevoli della fede, e poi anche alla loro coscienza.

 

D. - Quali sono i pericoli che i vescovi intravedono nella legalizzazione di forme alternative al matrimonio?

 

R. - Soprattutto che si faccia cadere quasi un asse portante della nostra cultura cristiana, cioè di non considerare il matrimonio nella sua ricaduta sociale, come un impegno anche per gli altri, come un impegno che ricade sugli altri mentre tu curi la formazione dei tuoi figli. E quindi, si è pensato anche alle generazioni future: quale immagine noi diamo del rapporto uomo-donna? E’ bene che conservi una carica ideale alta, anche un po’ romantica, e ci si spenda per arrivare al matrimonio, che ci si impegni su tempi lunghi, che non esista un’alternativa breve, comoda, facile. Dalla relazione di amore, nel possesso pieno della libertà, nascono vincoli. Oggi, si sta perdendo questa parola, “vincoli”, che possano nascere dei vincoli. C’è un modo di intendere la libertà un po’ capriccioso: molto molto chiuso dentro di me, che non mi lega ad altre persone su tempi lunghi.

 

D. - Nella Nota, sottolineate che i vescovi hanno il dovere di illuminare il gregge dei fedeli. Cosa risponde dunque a chi parla di violazioni della laicità, di interventi che vanno ad incidere sulla libertà di coscienza?

 

R. - Abbiamo ricevuto molti solleciti da molte persone che non sono in vista e vivono quotidianamente la loro vita. Loro si aspettavano che noi parlassimo chiaro. Quindi c’è una rappresentanza del tutto rispettosa della democrazia, che è data dai numeri, dalle persone che hanno un’adesione alla vita cristiana e che intendono il matrimonio così. E questa è anche indirettamente una difesa dei semplici: si tratta di difenderli da pressioni ideologiche, da lobby vere e proprie, a cominciare da quella che è legata al mondo dell’omosessualità. Al limite, noi rispondiamo che il nostro modo di intervenire difende una parte di popolazione da ingerenze che sono altrettanto violente e non democratiche.

 

D. - I mass media hanno messo in rilievo soprattutto i richiami della Nota. Ma in questo documento ci sono anche parole di incoraggiamento alle famiglie ed ai cattolici impegnati nella società civile?

 

R. – Noi abbiamo davvero sentito molto il dovere di non perderci d’animo, di parlare agli sposi di oggi e di domani, di annunciare il progetto di Dio sulla famiglia e sul matrimonio. E’ molto importante che noi lo facciamo. Si tratta di potenziare la pastorale familiare, impegnarci quotidianamente perché gli sposi siano aiutati. Si tratta dunque di una Chiesa che è più attenta ai giovani sposi o ai giovani mentre si avviano al matrimonio. La nostra lettera è stata proprio pensata come un risveglio all’interno del mondo cattolico, di un ideale di famiglia, di una coltivazione più quotidiana, di una predicazione più attenta in favore della famiglia.

*********

 

Dunque, mons. Anfossi mette l’accento sul risveglio del mondo cattolico in favore della famiglia. Un segnale di questo risveglio è sicuramente il cosiddetto “Family Day”, in programma il 12 maggio a piazza San Giovanni, sotto la sigla “Più famiglia”. Proprio ieri in una conferenza stampa, sono stati presentati i due portavoce della manifestazione, a cui aderiscono numerose associazioni non solo cattoliche. Si tratta dell’ex sindacalista, segretario della CISL, Savino Pezzotta, e della giornalista Eugenia Roccella, già leader del movimento femminista ed ex radicale. A lei, Alessandro Gisotti ha chiesto le ragioni di questa iniziativa:

 

**********

R. - Forse, questa manifestazione si doveva fare anche prima, perché la famiglia è sotto attacco da tanto tempo, mentre è il punto forte su cui si regge la coesione sociale. Si reggono prima di tutto gli affetti privati e attraverso gli affetti privati poi anche il mondo economico. Si regge la cura delle persone, della generazione. Negli ultimi tempi, però, l’attacco è stato molto più violento. Quindi, mi sembra proprio sia arrivato il momento.

 

D. - Questa manifestazione dimostra che è possibile, anzi auspicabile, che su grandi valori fondamentali come la famiglia ci sia una sinergia, una sintonia tra cattolici e laici…

 

R. - Secondo me, è possibile su moltissimi temi in questo momento, perché le biotecnologie, la tecnoscienza, hanno introdotto nella nostra vita quotidiana delle modificazioni così forti da mutare proprio l’antropologia, le cose fondamentali della nostra vita, come per esempio il carattere della maternità. In questo momento, c’è un’espropriazione della maternità, la si sta trasferendo nei laboratori, con delle conseguenze pesanti, non soltanto dal punto di vista biologico, ma dal punto di vista anche culturale.

 

D. - La Chiesa viene spesso accusata di ingerenza quando parla di valori. Lei, da intellettuale laica, come giudica queste accuse?

 

R. - Io difendo l’intervento della Chiesa nello spazio pubblico. Prima di tutto, mi sembra un enorme contributo per tutti quanti, e poi proprio non riesco a capire dove sia la pesantezza di questo intervento. Mi sembra un diritto della Chiesa parlare, avere voce pubblica. La Chiesa si definisce esperta in umanità, fra l’altro. Mi sembra veramente un punto fondamentale in questo momento. E non vedo dove i laici si possano sentire invasi da questa voce.

**********     

 

 

Nuovi passi per il cammino della Turchia verso l'ingresso

nell'Unione Europea

 

Ripartono i negoziati per l’adesione della Turchia all'Unione europea dopo la brusca interruzione dell’estate scorsa decisa dal Consiglio europeo. Il cammino di avvicinamento di Ankara al Europa era iniziato nel 2005, ma si era bloccato di fronte alla insoluta questione di Cipro e al rifiuto della Turchia di aprire porti e aeroporti alle merci di Cipro, come richiede invece l'accordo doganale sottoscritto con Bruxelles. Stefano Leszczynski ha intervistato Gianni Borsa, inviato a Bruxelles del SIR:

 

**********

R. - Diciamo che la ripresa dei negoziati è doverosa perché l’Unione Europea ha accettato la Turchia tra i Paesi candidati. Oggettivamente, questo ritorno dei negoziati dopo la sospensione di dicembre è anche un segnale positivo attorno ai giorni del 50.mo perché - oltre ai negoziati per l'ingresso nell’Unione Europea della Turchia - c’è proprio un tentativo di alleggerire la situazione internazionale, quindi è un segnale positivo. Naturalmente, però, questo resta nei problemi sul campo, cioè quelli del negoziato vero e proprio.

 

D. - I negoziati veri e propri prevedono una serie di riforme da parte della Turchia: riforme che ancora non hanno visto la luce se non, forse, con qualche rara eccezione…

 

R. - I dossier che fanno parte di questo negoziato, quindi i temi che vengono discussi, sono 35. A dicembre ne erano stati bloccati alcuni come segnale alla Turchia: segnale forte, affinché tornasse ad accelerare le riforme per camminare verso quegli standard europei richiesti per l'ingresso nell’Unione. Oggi, viene riaperto il secondo capitolo, quello relativo alla politica industriale e alle imprese. C’è  un solo capitolo già chiuso di queste trattative, che è quello relativo alla ricerca ma, ripeto, il cammino comunque sarà lungo. L’Unione Europea stessa ha detto che ci vorranno almeno 7, 8, 10 anni per l’ingresso della Turchia.

 

D. - Per quanto riguarda gli sforzi che vengono fatti in altri ambiti per accreditarsi come Paese a maggioranza musulmana ma moderato, sono sforzi che stanno dando i loro frutti?

 

R. - Sì, qualcosa sì. Però, secondo me, e oggettivamente penso anche negli ambienti europei, credo che il problema non sia di differenza religiosa: e non deve essere così, perché questo è un processo di avvicinamento politico. I problemi sono altri: quello della tutela delle minoranze, della libertà per i curdi, della tutela dei diritti per le donne, della possibilità di libertà di espressione religiosa per chiunque e anche su questi temi la Turchia ha lunghi passi ancora da fare.

 

D. - A Bruxelles, che atmosfera si respira quando si parla della Turchia?

 

R. - Vengono richieste alla Turchia dei passaggi precisi che sono stabiliti dai Trattati, quindi non c’è niente da inventare. Devo dire naturalmente che una certa diffidenza complessiva nell’Unione Europea, ma credo nella società europea, verso la Turchia permanga. Inoltre, c’è un altro discorso che è quello dell’Unione la quale, oggi come oggi, non sarebbe in grado di aprire le porte ad altri Paesi. Ha una riforma istituzionale in corso, non è capace di darsi una Costituzione, ha una serie di politiche che non sono ancora che non sono ancora omogenee a livello comunitario: emergono sempre, tutti i giorni, nuovi egoismi nazionali, quindi è l’Unione Europea che deve a sua volta fare questo cammino.

**********

 

 

Concerto-evento all'Auditorium della Conciliazione:

 "La Passione secondo Matteo", opera del vescovo ortodosso russo, Ilarion

 

Gli eventi del martirio di Gesù messi in musica con le voci e le note più tipiche della tradizione russa. L'opera, intitolata "La Passione secondo Matteo" e composta dal vescovo ortodosso russo a Vienna, Hilarion Alfeyev, rappresentante del Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie presso l'Unione Europea, sarà eseguita stasera alle 21, all'Auditorium della Conciliazione. Il cardinale Paul Poupard ha parlato di "un eloquente strumento di dialogo e di suggestivo scambio culturale" per un concerto che potrà contare sulla diffusione curata dal Centro Televisivo Vaticano e la ritrasmissione da parte di altri canali internazionali. La direzione è affidata al maestro Vladimir Fedoseev, mentre l'interpretazione strumentale sarà appannaggio della celebre Orchestra sinfonica "Petr Chajkovskij", la più grande di Russia, e dell'altrettanto famoso "Coro Tretjakovskji". Rosario Tronnolone ha intervistato il compositore, il vescovo Ilarion:

 

**********

(musica)

 

R. – Parole in russo…

La “Passione secondo Matteo” scritta da Bach: quando ho avuto l’idea di scrivere la “Passione secondo Matteo” non ho potuto non riferirmi a questo grandissimo modello. Il mio però è un tentativo di leggere in chiave ortodossa la Passione di Cristo. Alla base del testo del libretto ci sono i testi liturgici della Chiesa ortodossa, proprio i testi della Settimana Santa, che danno il senso teologico a tutta la composizione. E in questi testi si parla continuamente della Risurrezione di Cristo. Vorrei proprio sottolineare e mettere in evidenza questo significato nella musica.

 

D. - Quest’anno c’è una particolare coincidenza della Pasqua cattolica con la Pasqua ortodossa. E’ un’occasione, dunque, anche nelle date, di un avvicinamento, di una possibilità - come lei diceva - di conoscenza reciproca e di dialogo. In che modo si augura che questo concerto, che questa sua composizione, contribuisca a questa unione?

 

R. - Parole in russo…

Sono molto felice del fatto che questi due concerti avvengano proprio nell’anno in cui la Pasqua cattolica e quella ortodossa e la Settimana Santa coincidono. Questo sottolinea il fatto che il senso profondo della nostra fede è lo stesso e che la nostra esperienza religiosa è proprio la Risurrezione di Cristo. Spero proprio che questa musica da me composta possa servire a trasmettere al pubblico italiano un po’ di quella spiritualità che è propria della nostra ortodossia.

**********

 

 

I fratelli Taviani nel film "La Masseria delle allodole" affrontano il tema

 dei massacri degli armeni all'inizio del '900

 

Con "La Masseria delle allodole", tratto dall’omonimo romanzo di Atonia Arslan, i registi italiani Paolo e Vittorio Taviani affrontano nel loro film la tragedia delle deportazioni e dei massacri degli armeni, avvenuti a ridosso della Prima Guerra Mondiale. “Quando ci si avvicina, anche se con pudore, ad un olocausto, s’incontra il male nella sua concretezza”, hanno affermato presentando questa loro ultima e sofferta opera cinematografica. Il servizio di Luca Pellegrini.

 

**********

“Con emozione ti comunico che nostro padre ha lasciato a te la Masseria delle allodole”.

 

(Musica)

 

Che cosa rappresenta per la famiglia armena degli Avakian la loro “Masseria delle allodole”? E che cosa rappresenta per il film e per la nostra storia? In modo classico e simbolico, è il luogo della vita, della memoria e della tragedia. Vita, perché in essa si rifugiano alcune famiglie di armeni agli albori delle persecuzioni turche. Memoria, perché i coraggiosi fratelli Taviani la pongono quale luogo in cui sviluppare il loro e il nostro “senso di colpa”, quello nato per aver ignorato o talvolta taciuto un segmento terribile della nostra storia. Tragedia, perché lo scatenarsi di un’incontrollata brutalità, illustrata senza equivoci dal film, ha origine in quella casa ma si propagherà nell’impero turco come una maligna malattia. Impegnativo, dunque, il messaggio dei Taviani, che viene affiancato ad una storia d’amore, ben raccontata e ben recitata, inabissatasi nella storia di uno sterminio, alimentato quest’ultimo da una delle tante utopie perverse della politica e degli ideali, di cui il XX secolo ha dato alcune spaventose testimonianze. Ma il “senso di colpa” originario perché effettivamente nasce e diventa film? Lo spiega ai nostri microfoni uno dei due fratelli registi, Vittorio Taviani:

 

R. - Noi, in questi ultimi anni, sentivamo un’inquietudine profonda per quello che avveniva addirittura qualche anno fa, a poca distanza da noi, al di là del Mare Adriatico, nel Kosovo, nella Serbia. E poi quello che avveniva più lontano nel Rwanda, e quello che si sente ovunque: in Iraq, ecc. C’è questo fatto che per me è il più terribile per l’umanità: i fratelli contro i fratelli, etnie che convivono da tempo, da secoli, e improvvisamente invece c’è l’annientamento dell’altro, o l’essere improvvisamente vittime. Questo per me è il male peggiore dell’uomo: il fatto di fare guerra a chi ti conosce.

**********

 

 

Chiesa e Società

 

Che la Pasqua porti pace in Terra Santa. E’ l’augurio dei leader

delle Chiese di Gerusalemme, contenuto in un messaggio

 

La Pasqua come tempo privilegiato per ricercare la luce di Cristo e costruire un avvenire di pace e di giustizia e un futuro migliore per tutti, palestinesi e israeliani, musulmani ed ebrei, cristiani e drusi. E’ l’augurio che i capi e i patriarchi delle Chiese cristiane di Gerusalemme rivolgono ai loro fedeli in occasione della prossima Pasqua. Nel tradizionale messaggio, diffuso dall’agenzia SIR, i leader delle Chiese invitano “a pregare in maniera particolare per questa terra e perché Dio guidi i suoi governanti mostrando loro sentieri di pace, di giustizia e uguaglianza”. Un pensiero viene rivolto al nuovo governo palestinese di unità nazionale, a quello israeliano e all’iniziativa araba. La speranza è che “lavorino insieme per rimuovere la paura, l’oppressione, i muri, le barriere, le prigioni, per ridare fiducia ai cuori così come la piena dignità e libertà”. A questo riguardo, i tredici leader firmatari chiedono “la fine dell’embargo imposto ai palestinesi e la ripresa degli aiuti. Ci sono zone – scrivono – che versano in gravi condizioni dal punto di vista sanitario, economico e scolastico. In mezzo a queste sofferenze – concludono – andiamo incontro alla Risurrezione di Cristo e al suo Spirito che ci renderà capaci di allontanare le oppressioni che ci vengono imposte”.  (E. B.)

 

 

Il presidente della Costa d’Avorio ha garantito impegni concreti

per la difesa delle comunità religiose nel Paese

 

In Costa d’Avorio, il presidente Laurent Gbagbo ha dato rassicurazioni ai vescovi sulla sicurezza delle comunità religiose. E’ quanto affermato all’agenzia Fides don Blaise Amia, segretario della locale conferenza episcopale, che ha parlato di un incontro fra le parti avvenuto lo scorso 23 marzo. Nell’occasione il presidente ha garantito a rappresentanti della comunità cattolica “provvedimenti immediati” per la loro sicurezza. Da dicembre dell’anno scorso – racconta don Blaise – si sono registrati una decina di assalti a parrocchie, case missionarie e altre strutture nel Paese. Assalti – precisa – che “hanno un movente economico” e che sono possibili grazie “alla facile reperibilità di armi”. Nell’incontro, i presuli hanno espresso apprezzamento per gli accordi di pace, firmati il 4 marzo nella capitale del Burkina Faso, tra governo e opposizione. Dopo anni di guerra civile, che hanno diviso il Paese, i vescovi ivoriani – ha concluso don Blaise – “hanno riconfermato l’impegno della Chiesa cattolica a sostenere gli sforzi di riconciliazione nazionale”. (E. B.)

 

 

Repubblica Democratica del Congo: la Chiesa è in prima linea

in aiuto alla popolazione, dopo i disordini dei giorni scorsi

 

“È con gran gioia che sono stati accolti gli aiuti distribuiti ai malati nei quattro principali ospedali di Kinshasa grazie all’intervento in prima linea della Chiesa”. Così all’agenzia MISNA Bruno Miteyo, vicedirettore di ‘Caritas-sviluppo Congo’, l’organizzazione cattolica che sta fornendo cibo e medicine a circa un migliaio di feriti. I responsabili della Caritas hanno incontrato gli esponenti dell’episcopato congolese, che hanno assicurato il loro sostegno invitando il personale umanitario alla prudenza e alla trasparenza. Nei giorni scorsi, violenti scontri hanno visto di fronte militari delle Forze regolari e la milizia dell’ex-vice presidente di transizione ed ex-capo ribelle, Jean-Pierre Bemba, oggi a capo dell’opposizione, contro il quale è stato emesso un mandato d’arresto per alto tradimento. La giovane democrazia congolese – ha aggiunto Miteyo – chiede alla comunità internazionale di non essere abbandonata in questa fase di transizione. (E. B.)

 

 

Da Kirkuk mons. Sako smentisce l’uccisione di due suore,

avvenuta lunedì: si tratta invece di due sorelle

 

Non erano due religiose, ma due sorelle - ovvero figlie dello stesso padre e della stessa madre - le due anziane signore uccise lunedì sera a Kirkuk. A precisarlo l’agenzia MISNA è stato mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, che ha smentito la notizia diffusa da alcune agenzie internazionali di stampa e rilanciata anche da alcuni organi di informazione religiosa. Secondo la ricostruzione fornita dal presule, arrivato sul luogo del delitto mezz’ora dopo, le due donne sono state uccise da un “giovane ladro” nella loro abitazione. Dunque, non si può dare una lettura religiosa di quanto avvenuto. Questo – ha precisato con disappunto mons. Sako – contribuirebbe “solo a gettare benzina sul fuoco e creare tensioni dove non ci sono”. (E. B.)

 

 

Domenica delle Palme, colletta di solidarietà in tutto il Brasile

in favore dell’Amazzonia

 

Sostenere i progetti che difendono l’Amazzonia e la sua popolazione. Questo l’obiettivo della colletta di solidarietà che si svolgerà la domenica delle Palme in tutto il Paese brasiliano. L’iniziativa – afferma l’agenzia Fides - si svolge nell’ambito della campagna “Fraternità ed Amazzonia” promossa dalla Conferenza Nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), con l’obiettivo di richiamare l'attenzione sul dramma della popolazione di questa regione e sulla necessità di preservare la ricchezza della foresta amazzonica. Diversi gli obiettivi dei progetti finanziati: dalla formazione ed educazione delle popolazioni locali, alla lotta contro lo sfruttamento sessuale nell’area, fino al sostegno di piccole industrie. (E. B.)

 

 

Nella parrocchia di San Pietro e Paolo di Yuan Lang, in Cina,

al via l’adorazione Eucaristica giornaliera, per 13 ore quotidiane,

in risposta all’esortazione del Papa

 

In Cina, la parrocchia di S. Pietro e Paolo di Yuan Lang, nella diocesi di Hong Kong, ha lanciato l’iniziativa dell’Adorazione Eucaristica pubblica per 13 ore al giorno, in occasione della consacrazione della nuova cappella dedicata a S. Pio da Pietrelcina, avvenuta nella recente festa di S. Giuseppe. Come afferma il parroco, p. Gervais E. Baudry, l’iniziativa, in risposta all’esortazione di Papa Benedetto XVI, sta raccogliendo la risposta positiva dei fedeli. Secondo quanto riferisce il bollettino diocesano, citato dall’agenzia Fides, in occasione della consacrazione della nuova cappella, oltre 300 fedeli hanno partecipato alla solenne celebrazione presieduta dal Vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen. (E. B.)

 

 

Incitamento alla ribellione. Questa l’accusa per un sacerdote di Hue

in Vietnam che sarà processato domani

 

Sarà processato domani, dal Tribunale del popolo di Huệ, in Vietnam, il sacerdote Nguyen Van Ly della arcidiocesi della stessa Huệ. Il religioso era stato arrestato a febbraio, con l’accusa di “atti di incitamento” alla ribellione in violazione all’articolo 88 del codice penale sulla propaganda anti-regime. Il sacerdote vietnamita, sempre per il suo impegno in difesa dei diritti umani nel Paese, era stato arrestato diverse volte in passato. Dopo l’ultimo rilascio, grazie all’amnistia del 2005, aveva ripreso a collaborare con un piccolo movimento per la democrazia. Il presidente del tribunale di Huệ non ha confermato se il processo sarà pubblico. (A. M.)

 

 

Il dialogo fra religioni è possibile recuperando l’umiltà.

Così mons. Comastri alla presentazione del libro del vaticanista Luise

su Charles de Foucauld

 

“Un viaggio nel Mediterraneo per mettere a fuoco il valore del dialogo interreligioso tra Occidente cristiano e Islam, in un momento in cui aumentano le voci di chi fa riferimento allo scontro di civiltà”. E’ il percorso del libro del vaticanista Raffaele Luise, “Chiedi alla sabbia. Sulle tracce di Charles de Foucauld” (ed. Cittadella), presentato ieri sera a Roma. Il testo – afferma l’agenzia SIR – attraversando molti luoghi, si muove alla ricerca della possibilità e di testimoni di tale dialogo tra civiltà. De Foucauld – ha detto l’autore – durante l’epoca coloniale tra l’ ’800 e il ‘900 ha fatto germogliare il primo seme del dialogo interreligioso con l’Islam”. “Il dialogo – ha affermato mons. Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano – diventa possibile passando attraverso il deserto che è soprattutto recupero dell’umiltà, condizione essenziale per sentire Dio e il prossimo”. (E. B.)

 

 

In Turchia riapre, ma solo come museo,

 la chiesa armena della Santa Croce

 

Dopo un anno di restauro, in Turchia viene riaperta oggi, ma solo come museo, la chiesa armena della Santa Croce sull’Isola Akdamar nel Lago Van. Le autorità turche hanno negato la richiesta di mettere la croce sulla cupola e le campane. Come riferisce l’agenzia AsiaNews, il patriarca armeno Karekin Katolikos II e il patriarca armeno turco, Mutafyan Mesrob, per protesta, non partecipano alla cerimonia inaugurale, alla presenza del primo ministro turco, Recep Tayyp Erdogan. L’Isola Akdamar è uno dei luoghi del genocidio armeno e la chiesa della Santa croce è un pregevole esemplare di arte armena del X secolo. (A. M.)

 

 

In Australia, Chiesa e Stato insieme per garantire l’istruzione

alle comunità aborigene

 

Aprire nuove scuole cattoliche in Australia, dedicate all’educazione dei ragazzi delle comunità aborigene, per combattere il fenomeno dell’analfabetismo: è quanto la Chiesa cattolica australiana sta discutendo con il governo federale del Paese. Recenti studi – riferisce l’agenzia Fides – confermano come il basso livello di istruzione delle comunità aborigene ne ostacoli l’integrazione nel tessuto sociale, favorendo fenomeni di devianza quali criminalità, alcolismo, prostituzione. Lo Stato sta cercando di correre ai ripari, per questo intende avvalersi della collaborazione della Chiesa cattolica, che in Australia vanta una lunga e solida tradizione nel campo dell’educazione. In particolare – informa l’Ufficio per l’Educazione cattolica dell’arcidiocesi di Sydney – si sta trattando l’apertura di un nuovo istituto per la comunità aborigena di Wadeye, ma ne sono in programma anche altre. La prima scuola cattolica in Australia fu fondata nel 1820. Attualmente ve ne sono circa 1.700, con oltre 640 mila iscritti e 40 mila professori. Sono molto apprezzate dalle famiglie per l’alta qualità del loro insegnamento e per i valori che trasmettono. (E.L.)  

 

 

E’ morto a Roma il teologo e biblista Giuseppe Barbaglio:

fu autore di decine di libri e studioso della figura storica di Gesù

 

Il teologo e biblista Giuseppe Barbaglio, insigne esegeta delle Sacre Scritture, autore di fondamentali saggi sul Nuovo Testamento, è morto improvvisamente a Roma all’età di 73 anni. Il professor Barbaglio ha dedicato quasi mezzo secolo di studi e ricerche ai Vangeli e alla ricostruzione della figura storica di Gesù Cristo, su cui ha scritto una decina di libri e numerosi saggi e articoli per riviste e libri collettivi. Barbaglio ha studiato teologia e scienze bibliche a Roma, Gerusalemme e Milano, conseguendo la laurea in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, la ‘licentia docendi’ in scienze bibliche all’Istituto Biblico di Roma e la laurea in filosofia all'Università di Urbino. Ha insegnato Sacra Scrittura a Milano alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale (Milano). (E. B.)

 

 

24 Ore nel Mondo

- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio Laurenzi -

 

- Il video che mostra 15 militari britannici catturati dall’Iran, trasmesso ieri dalla televisione iraniana, ha provocato secche proteste da parte del Regno Unito. Il governo britannico ha definito “inaccettabile” la diffusione del filmato ed è tornato a chiedere il rilascio dei prigionieri. La missione britannica presso le Nazioni Unite ha chiesto poi al Consiglio di Sicurezza di approvare una dichiarazione in cui si chieda la liberazione immediata dei marinai detenuti in Iran. I governi di Teheran e Londra sono comunque riusciti a trovare un importante accordo. Il servizio di Sagida Syed:

 

**********

Dopo una notte di intensi colloqui tra il ministero degli Esteri britannico e quello iraniano, i quindici marinai catturati sette giorni fa nel Golfo Persico potranno essere visitati dalle autorità consolari inglesi per stabilirne le reali condizioni. Ieri sera la televisione iraniana in lingua araba li aveva mostrati apparentemente rilassati mentre mangiavano; la portavoce, e unica donna del gruppo Faye Turney, aveva detto che avendo sconfinato in acque iraniane, erano stati di conseguenza arrestati. Parole che il ministro degli Esteri britannico crede siano state  estorte con la forza. Il ministro ha anche aggiunto che il governo inglese intende congelare i rapporti bilaterali con la Repubblica islamica, lasciando aperto solo il canale relativo alla liberazione dei militari. Il governo di Teheran, grazie alla mediazione turca, ha comunque promesso di rilasciare la donna, madre di una bambina di tre anni. L'Iran ha posto come condizione per il rilascio degli altri marinai l’ammissione, da parte di Londra, dello sconfinamento di mezzo miglio in acque territoriali iraniane, contestato dagli inglesi; in base ad immagini satellitari, le autorità britanniche sostengono che lo sconfinamento non sia in realtà mai avvenuto.

 

Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Syed

**********

 

- Il consolato dell’Iran a Bassora, nel sud dell’Iraq, ha accusato intanto le forze britanniche di aver circondato l'edificio della rappresentanza diplomatica e di aver sparato alcuni colpi d'arma da fuoco. Secondo gli iraniani si tratta di in un “atto di provocazione” da parte delle truppe inglesi in seguito alla crisi diplomatica innescata dall'arresto, la scorsa settimana, di 15 marinai britannici.

 

- In Afghanistan, ancora attacchi contro soldati italiani: un militare della Marina è rimasto lievemente ferito ad un braccio nei pressi di Shindad, a circa 70 chilometri a sud di Herat. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa italiano. La procura di Roma ha subito aperto un fascicolo sulla vicenda.

 

- Israele ha respinto l’iniziativa di pace nella forma in cui è stata presentata ieri, a Riad, durante il vertice della Lega araba. Il vicepremier israeliano, Shimon Peres, ha sottolineato che sono necessari ulteriori negoziati. Il nostro servizio:

 

***********

Il piano di pace proposto dalla Lega araba è quello saudita del 2002, che prevede la soluzione della questione palestinese in 4 mosse: il riconoscimento di Israele da parte del mondo arabo;  il ritiro degli israeliani dai Territori occupati durante la guerra del 1967; la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est e la soluzione del problema riguardante il rientro dei profughi palestinesi in Israele. Sul piatto della bilancia ci sarebbe per lo Stato ebraico la possibilità di riallacciare contatti commerciali, oltre che diplomatici, con tutti e 22 i Paesi arabi. Ma il governo israeliano non sembra intenzionato ad accettare una proposta già definita. “Se Israele accettasse questa iniziativa – ha spiegato Shimon Peres - non ci sarebbero più ragioni per trattative”. “C’è solo un modo per superare le divergenze – ha aggiunto il vice primo ministro – ed è il negoziato”. Ma restano intricati nodi da sciogliere: recentemente, il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha dichiarato che il ritorno dei profughi palestinesi in Israele non è accettabile. Il gruppo radicale Hamas, che si è comunque detto pronto a collaborare per la realizzazione del piano arabo, non appare intenzionato a riconoscere lo Stato ebraico. In Medio Oriente soffiano inoltre venti minacciosi: Hamas continua a parlare di strategie basate sul diritto alla lotta armata e il capo di Stato maggiore israeliano ha ventilato l’ipotesi di una nuova azione dell’esercito contro estremisti del gruppo radicale. Sul terreno, infine, la situazione è altrettanto tesa: per la prima volta dall’entrata in vigore della tregua del 26 novembre, l’aviazione israeliana ha colpito postazioni di militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Quattro fondamenstalisti sono stati feriti, due dei quali in maniera grave.

***********

 

- E’ sempre più acceso il dibattito in Polonia dopo la proposta dei partiti di governo di emendare la Costituzione, inserendo un articolo che impegni lo Stato ad una maggiore difesa della vita dal concepimento alla morte naturale. Ieri sono scesi in piazza a Varsavia i sostenitori e gli avversari della modifica costituzionale, che la interpretano come un’ulteriore restrizione alla normativa sull’aborto. Da Varsavia, il servizio di Taddeusz Konopka.

 

**********

In sostegno di questo emendamento si è pronunciata anche la Conferenza dei vescovi polacchi. La manifestazione di ieri è iniziata con una Messa. Alla Messa hanno assistito i due vice primi ministri del governo. I manifestanti hanno pregato per i bambini non nati celebrando una via Crucis. Sono stati inoltre ricordati alcuni brani dei discorsi pronunciati in polacco, alcuni anni fa, da Papa Giovanni Paolo II in difesa della vita. La seconda manifestazione si è espressa in difesa del diritto delle donne polacche di poter abortire. Le organizzazioni femministe non hanno nascosto il timore che, dopo il cambio della Costituzione, alcuni partiti possano irrigidire la legge sull’aborto. La votazione sul cambio della Costituzione è prevista per il prossimo 12 aprile.

 

Da Varsavia per la Radio vaticana, Taddeusz Konopka

**********

 

- In Somalia, violato il fragile cessate il fuoco tra insorti e governo: truppe etiopiche hanno lanciato, a Mogadiscio, una vasta offensiva contro postazioni di guerriglieri islamici. Negli scontri sono morte almeno 13 persone. Fonti locali hanno riferito, inoltre, che elicotteri da guerra etiopici hanno sparato, per la prima volta, missili nella parte meridionale della capitale. All’incursione contro i guerriglieri islamici, appoggiati da miliziani di clan antigovernativi, hanno partecipato anche soldati somali.

 

- In Indonesia, sono morte altre due persone contagiate dal virus dell’influenza aviaria. Lo ha annunciato stamani il ministro della Sanità. Dall’inizio del 2005, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Indonesia si è registrata la metà dei decessi, avvenuti in tutto il mondo a causa del virus H5N1.

 

- Pubblicato oggi il primo articolo di Fidel Castro, da quando il presidente cubano ha subito un’operazione chirurgica, otto mesi fa. Sul numero odierno di 'Granma', l’organo del Partito comunista cubano, Castro accusa gli Stati Uniti di condannare ad una morte prematura più di tre miliardi di persone con le sue raccomandazioni ad usare combustibili derivati da cereali.