RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 88
- Testo della trasmissione di giovedì 29
marzo 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Oggi
su "L'Osservatore Romano"
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Domenica delle Palme, colletta
di solidarietà in tutto il Brasile in favore dell’Amazzonia
In Turchia riapre, ma solo come
museo, la chiesa armena della Santa Croce
In Australia, Chiesa e Stato
insieme per garantire l’istruzione alle comunità aborigene
No di Israele al piano di pace arabo rilanciato
dalla Lega araba
Il
Papa e la Santa Sede
Udienze
e nomine
Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata,
in successive udienze, il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di
Kyiv-Halyč, in Ucraina, e sette presuli della Conferenza episcopale della
Sicilia in visita ad Limina.
Migliaia
di giovani attesi in San Pietro per la Cerimonia penitenziale
presieduta da Benedetto XVI, sullo
sfondo della GMG diocesana
Per molti dei giovani che si preparano a
celebrare fra tre giorni, Domenica delle Palme, la 22.ma GMG a livello
diocesano, il pomeriggio di oggi ha in serbo un appuntamento importante.
Benedetto XVI presiederà per loro, in San Pietro, una Celebrazione penitenziale
alle ore 18, che sarà radiotrasmessa in diretta dalla nostra emittente a
partire dalle 17.20, con commento in italiano per la zona di Roma, sull’onda
media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. Prima di entrare in
Basilica, è previsto un saluto del Papa ai giovani che seguiranno la cerimonia
dai maxischermi di Piazza San Pietro. Sul significato della confessione, Fabio
Colagrande ha sentito il pensiero del liturgista mons. Luigi Ginami,
già docente del Sacramento della Riconciliazione e dell'Ordine al Pontificio
Collegio Sant'Anselmo di Roma:
**********
R. -
Se entriamo in una delle nostre chiese e cominciamo a guardare, la domenica, la
frequenza alla fila delle comunioni, è normalmente una buona fila. Ma se
guardiamo la fila di fronte ai confessionali, vediamo che la fila è minore.
Oggi, i cattolici sentono ancora desiderio di accostarsi al Sacramento
dell’Eucaristia. Forse sentono di meno il desiderio di accostarsi al Sacramento
della Riconciliazione. Quando è necessario confessarsi? Quando commettiamo un
peccato mortale, e non è possibile ricevere il sacramento dell’Eucaristia senza
una confessione del peccato mortale compiuto. Ancora, la Chiesa ci dice che è
importante confessarci almeno una volta all’anno per la Pasqua. Questo è ciò
che è sufficiente, ciò che è minimo, ma nella vita della Chiesa forse potrebbe
diventare un auspicio che, come frequentemente i cristiani si accostano al
Sacramento dell’Eucaristia, così frequentemente si accostino al Sacramento
della Confessione.
D. -
Quale tipo di preparazione deve avere il sacerdote per svolgere questo compito
sacramentale? E soprattutto è difficile avere questa preparazione?
R. -
Il catechismo della Chiesa cattolica ci dice che il sacerdote quando esercita
questo ministero deve essere un buon pastore, deve essere un buon samaritano e
deve essere anche giusto giudice. Io avvicinerei a queste tre immagini un’altra
immagine molto bella, presa questa volta dal Concilio di Trento, che paragona
il penitente ad un ammalato, e, dunque, di riflesso il sacerdote è un medico.
Questa bellissima immagine di un sacerdote medico dell’anima ci dice chi è il
sacerdote quando dà l’assoluzione. Penso che invece si debba riscoprire
assolutamente una profonda ed adeguata preparazione dottrinale, una profonda ed
adeguata preparazione umana, che però non si sostituiscono ad un’altra
importantissima preparazione, che è il nostro rapporto con il Sacramento della
Rriconciliazione. In altre parole, penso si impari a gustare il Sacramento
della Riconciliazione non solo nel meraviglioso momento in cui concediamo la
grazia dell’assoluzione - dando appunto alla persona una vita nuova - ma
gustando prima di tutto noi questo Sacramento, cioè diventando noi, prima di
tutto, penitenti. Nella misura in cui noi saremo penitenti, saremo anche dei
bravi ministri di questo Sacramento, dando l’assoluzione.
**********
Il
cardinale Bertone nella Messa alla Camera dei deputati: la verità
che proviene dalla Rivelazione di Gesù
Cristo non è in contraddizione
con le aspirazioni degli uomini
La pretesa di possedere la
verità prodotta da se stessi impedisce spesso di comprendere la verità che
proviene dalla Rivelazione di Cristo: lo ha sottolineato ieri il cardinale
segretario di Stato, Tarcisio Bertone, durante la Messa celebrata alla Camera
dei Deputati in preparazione alla Pasqua. Dopo i trenta minuti di colloquio con
il porporato, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha detto di avere
apprezzato la visita, osservando in proposito che "ogni forma di dialogo e
confronto va incoraggiata e non hanno da temere né l'autonomia della Chiesa né
la laicità dello Stato". Sul contenuto dell'omelia del cardinale Bertone,
il servizio di Tiziana Campisi:
**********
Fedeltà
alla verità: è quella che hanno avuto Sadràch, Mesàch ed Abdenego, i tre
giovani che si sono rifiutati di obbedire alla legge di Nabucodonosor, il re
che voleva obbligarli all’apostasia. Sono “icona di una fede che non dà spazio
a compromessi” ha detto il cardinale Tarcisio Bertone: fede che richiede la
forza della verità, che sa sostenere le argomentazioni e il coraggio di subirne
le conseguenze fino al dono della vita. La verità che proviene dalla
Rivelazione di Gesù Cristo, ha aggiunto il porporato, “non è in contraddizione
con le giuste aspirazioni che sono dentro di noi, ma le porta a compimento,
aggiungendo una verità che l’uomo non potrebbe mai produrre da sé”. “Solo
questa verità, che tocca in profondità la vita di ognuno - ha proseguito il
segretario di Stato - riesce a dare risposta alla domanda di senso che abita
nel cuore di ogni persona”. Nella sua omelia, il porporato ha voluto
evidenziare l’originale contributo offerto al mondo dal cristianesimo, al quale
si deve l’unità tra verità e libertà che ha portato allo sviluppo del pensiero
come forma di progresso. Forti gli interrogativi posti subito dopo dal
cardinale Bertone. “La verità non sarebbe forse utopia che illude, se impedisse
di sviluppare al meglio le profonde inclinazioni che sono in noi? E la libertà,
come potrebbe essere chiamata tale se il nostro agire e il giudizio delle
scelte provenisse solo da un egoistico desiderio individuale privo della
responsabilità per gli altri? E ancora: se la libertà non fosse sostenuta dalla
verità e dalla carità non sarebbe piuttosto libertinaggio?”. “I frammenti di
verità possono accontentare per un istante - ha precisato il porporato - ma non
riescono a dare consistenza alla vita. Senza la presenza della verità saremmo
sempre sottomessi all'illusionismo di chi vende meglio, ma non per questo
saremmo più liberi”. Da qui, la constatazione che “la pressione di nuove
schiavitù è sempre all'erta; cambia con il cambiare dei tempi”, per questo è
necessario “essere vigili per percepirne il pericolo e denunciarne i danni”.
Tutto questo, ha osservato ancora il cardinale Bertone, “diventa possibile, se
manteniamo la mente aperta alla verità che può essere offuscata per un attimo,
ma non negata”. L’invito del segretario di Stato è chiaro: le opere della fede
devono essere rese visibili. La Pasqua chiama “a una vita nuova”, ad essere
“testimoni della Risurrezione del Signore” che ha vinto la morte “ e con essa
la nostra distruzione e dissoluzione”. L’annuncio “della Risurrezione di
Cristo, pertanto, ha concluso il cardinale Bertone, da un “impegno nel mondo”
che “non può che tendere alla trasformazione stessa del creato per imprimere
anche in esso i segni della Risurrezione e della vita”.
**********
Siglato un
accordo fra Radio Vaticana e Telespazio
per la diffusione via satellite dei canali
audio della nostra emittente
Radio Vaticana e
Telespazio hanno sottoscritto oggi un accordo di partnership tecnologica
relativa alla diffusione via satellite dei canali audio. Il servizio fornito
dalla Telespazio consiste nel trasporto su linea terrestre dei canali audio
dalla sede della Radio Vaticana di Palazzo Pio al Centro Spaziale del Fucino e
nella successiva trasmissione globale via satellite in banda C sulle aree
globali atlantica AOR (Atlantic Ocean Region) e indiana IOR (Indian Ocean
Region). I siti remoti riceventi, rappresentati principalmente da emittenti
Radio a copertura locale, provvedono poi a rilanciare il palinsesto in
modulazione di frequenza; in alcuni casi lo rilanciano in onda media o corta.
Particolare attenzione è stata posta dalla Telespazio nel garantire continuità
al servizio in fase di migrazione tra vecchi e nuovi impianti prevedendo, tra
l’altro, il supporto ai siti remoti riceventi con un help desk tecnico dedicato
presso lo stesso Centro Spaziale del Fucino. Alla cerimonia svoltasi presso il
Governatorato della Città del Vaticano erano presenti per il Governatorato il
vescovo, Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato, per la Radio
Vaticana padre Federico Lombardi, direttore generale dell'emittente, e per la
Telespazio il prof. Giuseppe Veredice, amministratore delegato.
Oggi su
"L'Osservatore Romano"
Servizio vaticano - In primo piano la nota della
Conferenza Episcopale Italiana sulla famiglia fondata sul matrimonio e le
iniziative legislative in materia di unioni di fatto.
Servizio estero - In rilievo i rapporti Iran-Gran
Bretagna: "inaccettabili" per Londra le immagini trasmesse da Teheran
sui 15 marinai prigionieri.
Servizio culturale - Un articolo di Danilo Veneruso dal
titolo "Il fascismo come 'rivoluzione'": uno studio di Paolo
Buchignani sul "Ventennio".
Servizio italiano - In evidenza il tema degli incidenti
sul lavoro.
Oggi
in Primo Piano
Dopo la nota della CEI sulla famiglia, la
riflessione del vescovo Giuseppe Anfossi
e della giornalista Eugenia Roccella, portavoce del
“Family Day”
Ha destato ampia eco
la nota sulla famiglia del Consiglio episcopale permanente della Conferenza
episcopale italiana, (CEI), pubblicata ieri. Un documento che, come il titolo
stesso sottolinea, si sofferma sul valore irrinunciabile della famiglia fondata
sul matrimonio e le iniziative legislative in materia di unioni di fatto. Per
una riflessione sugli obiettivi che i presuli si propongono con questa nota, Alessandro
Gisotti ha intervistato il vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi,
presidente della Commissione episcopale per la Famiglia:
*********
R. - Fondamentalmente, si tratta di dare
una risposta a coloro che si interrogano sui DICO, se possano essere accettati
da un legislatore che è un buon cristiano: se può votarli. E’ una risposta che
potremo dire anche quasi tecnica: il legislatore che si sente parte della
Chiesa non può. Però, noi abbiamo dato anche un carattere molto pastorale, ci
siamo preoccupati di parlare alle persone con stile evangelico. A noi interessa
molto suscitare nella coscienza delle persone, comprese coloro che sono
impegnate in politica, un lavoro per illuminare tale coscienza, perché si
intende che noi non vogliamo fare pressioni indebite su di loro. Quindi: c’è un
grosso appello alla coerenza dei cristiani consapevoli della fede, e poi anche
alla loro coscienza.
D. - Quali sono i pericoli che i vescovi
intravedono nella legalizzazione di forme alternative al matrimonio?
R. - Soprattutto che si faccia cadere quasi
un asse portante della nostra cultura cristiana, cioè di non considerare il
matrimonio nella sua ricaduta sociale, come un impegno anche per gli altri,
come un impegno che ricade sugli altri mentre tu curi la formazione dei tuoi
figli. E quindi, si è pensato anche alle generazioni future: quale immagine noi
diamo del rapporto uomo-donna? E’ bene che conservi una carica ideale alta,
anche un po’ romantica, e ci si spenda per arrivare al matrimonio, che ci si
impegni su tempi lunghi, che non esista un’alternativa breve, comoda, facile.
Dalla relazione di amore, nel possesso pieno della libertà, nascono vincoli.
Oggi, si sta perdendo questa parola, “vincoli”, che possano nascere dei
vincoli. C’è un modo di intendere la libertà un po’ capriccioso: molto molto
chiuso dentro di me, che non mi lega ad altre persone su tempi lunghi.
D. - Nella Nota, sottolineate che i vescovi
hanno il dovere di illuminare il gregge dei fedeli. Cosa risponde dunque a chi
parla di violazioni della laicità, di interventi che vanno ad incidere sulla
libertà di coscienza?
R. - Abbiamo ricevuto molti solleciti da
molte persone che non sono in vista e vivono quotidianamente la loro vita. Loro
si aspettavano che noi parlassimo chiaro. Quindi c’è una rappresentanza del
tutto rispettosa della democrazia, che è data dai numeri, dalle persone che
hanno un’adesione alla vita cristiana e che intendono il matrimonio così. E
questa è anche indirettamente una difesa dei semplici: si tratta di difenderli
da pressioni ideologiche, da lobby vere e proprie, a cominciare da quella che è
legata al mondo dell’omosessualità. Al limite, noi rispondiamo che il nostro
modo di intervenire difende una parte di popolazione da ingerenze che sono
altrettanto violente e non democratiche.
D. - I mass media hanno messo in rilievo
soprattutto i richiami della Nota. Ma in questo documento ci sono anche parole
di incoraggiamento alle famiglie ed ai cattolici impegnati nella società
civile?
R. – Noi abbiamo davvero sentito molto il
dovere di non perderci d’animo, di parlare agli sposi di oggi e di domani, di
annunciare il progetto di Dio sulla famiglia e sul matrimonio. E’ molto
importante che noi lo facciamo. Si tratta di potenziare la pastorale familiare,
impegnarci quotidianamente perché gli sposi siano aiutati. Si tratta dunque di
una Chiesa che è più attenta ai giovani sposi o ai giovani mentre si avviano al
matrimonio. La nostra lettera è stata proprio pensata come un risveglio
all’interno del mondo cattolico, di un ideale di famiglia, di una coltivazione
più quotidiana, di una predicazione più attenta in favore della famiglia.
*********
Dunque, mons. Anfossi mette l’accento sul
risveglio del mondo cattolico in favore della famiglia. Un segnale di questo
risveglio è sicuramente il cosiddetto “Family Day”, in programma il 12 maggio a
piazza San Giovanni, sotto la sigla “Più famiglia”. Proprio ieri in una
conferenza stampa, sono stati presentati i due portavoce della manifestazione,
a cui aderiscono numerose associazioni non solo cattoliche. Si tratta dell’ex
sindacalista, segretario della CISL, Savino Pezzotta, e della giornalista Eugenia
Roccella, già leader del movimento femminista ed ex radicale. A lei, Alessandro
Gisotti ha chiesto le ragioni di questa iniziativa:
**********
R. - Forse, questa manifestazione si doveva
fare anche prima, perché la famiglia è sotto attacco da tanto tempo, mentre è
il punto forte su cui si regge la coesione sociale. Si reggono prima di tutto
gli affetti privati e attraverso gli affetti privati poi anche il mondo
economico. Si regge la cura delle persone, della generazione. Negli ultimi
tempi, però, l’attacco è stato molto più violento. Quindi, mi sembra proprio
sia arrivato il momento.
D. - Questa manifestazione dimostra che è
possibile, anzi auspicabile, che su grandi valori fondamentali come la famiglia
ci sia una sinergia, una sintonia tra cattolici e laici…
R. - Secondo me, è possibile su moltissimi
temi in questo momento, perché le biotecnologie, la tecnoscienza, hanno
introdotto nella nostra vita quotidiana delle modificazioni così forti da
mutare proprio l’antropologia, le cose fondamentali della nostra vita, come per
esempio il carattere della maternità. In questo momento, c’è un’espropriazione
della maternità, la si sta trasferendo nei laboratori, con delle conseguenze
pesanti, non soltanto dal punto di vista biologico, ma dal punto di vista anche
culturale.
D. - La Chiesa viene spesso accusata di
ingerenza quando parla di valori. Lei, da intellettuale laica, come giudica
queste accuse?
R. - Io difendo l’intervento della Chiesa nello
spazio pubblico. Prima di tutto, mi sembra un enorme contributo per tutti
quanti, e poi proprio non riesco a capire dove sia la pesantezza di questo
intervento. Mi sembra un diritto della Chiesa parlare, avere voce pubblica. La
Chiesa si definisce esperta in umanità, fra l’altro. Mi sembra veramente un
punto fondamentale in questo momento. E non vedo dove i laici si possano
sentire invasi da questa voce.
**********
Nuovi
passi per il cammino della Turchia verso l'ingresso
nell'Unione Europea
Ripartono
i negoziati per l’adesione della Turchia all'Unione europea dopo la brusca
interruzione dell’estate scorsa decisa dal Consiglio europeo. Il cammino di
avvicinamento di Ankara al Europa era iniziato nel 2005, ma si era bloccato di
fronte alla insoluta questione di Cipro e al rifiuto della Turchia di aprire
porti e aeroporti alle merci di Cipro, come richiede invece l'accordo doganale
sottoscritto con Bruxelles. Stefano Leszczynski ha intervistato Gianni
Borsa, inviato a Bruxelles del SIR:
**********
R. - Diciamo che la
ripresa dei negoziati è doverosa perché l’Unione Europea ha accettato la
Turchia tra i Paesi candidati. Oggettivamente, questo ritorno dei negoziati
dopo la sospensione di dicembre è anche un segnale positivo attorno ai giorni
del 50.mo perché - oltre ai negoziati per l'ingresso nell’Unione Europea della
Turchia - c’è proprio un tentativo di alleggerire la situazione internazionale,
quindi è un segnale positivo. Naturalmente, però, questo resta nei problemi sul
campo, cioè quelli del negoziato vero e proprio.
D. - I negoziati veri
e propri prevedono una serie di riforme da parte della Turchia: riforme che
ancora non hanno visto la luce se non, forse, con qualche rara eccezione…
R. - I dossier che
fanno parte di questo negoziato, quindi i temi che vengono discussi, sono 35. A
dicembre ne erano stati bloccati alcuni come segnale alla Turchia: segnale
forte, affinché tornasse ad accelerare le riforme per camminare verso quegli
standard europei richiesti per l'ingresso nell’Unione. Oggi, viene riaperto il
secondo capitolo, quello relativo alla politica industriale e alle imprese.
C’è un solo capitolo già chiuso di
queste trattative, che è quello relativo alla ricerca ma, ripeto, il cammino
comunque sarà lungo. L’Unione Europea stessa ha detto che ci vorranno almeno 7,
8, 10 anni per l’ingresso della Turchia.
D. - Per quanto
riguarda gli sforzi che vengono fatti in altri ambiti per accreditarsi come
Paese a maggioranza musulmana ma moderato, sono sforzi che stanno dando i loro
frutti?
R. - Sì, qualcosa sì.
Però, secondo me, e oggettivamente penso anche negli ambienti europei, credo
che il problema non sia di differenza religiosa: e non deve essere così, perché
questo è un processo di avvicinamento politico. I problemi sono altri: quello della
tutela delle minoranze, della libertà per i curdi, della tutela dei diritti per
le donne, della possibilità di libertà di espressione religiosa per chiunque e
anche su questi temi la Turchia ha lunghi passi ancora da fare.
D. - A Bruxelles, che
atmosfera si respira quando si parla della Turchia?
R. - Vengono richieste
alla Turchia dei passaggi precisi che sono stabiliti dai Trattati, quindi non
c’è niente da inventare. Devo dire naturalmente che una certa diffidenza
complessiva nell’Unione Europea, ma credo nella società europea, verso la
Turchia permanga. Inoltre, c’è un altro discorso che è quello dell’Unione la
quale, oggi come oggi, non sarebbe in grado di aprire le porte ad altri Paesi.
Ha una riforma istituzionale in corso, non è capace di darsi una Costituzione,
ha una serie di politiche che non sono ancora che non sono ancora omogenee a
livello comunitario: emergono sempre, tutti i giorni, nuovi egoismi nazionali,
quindi è l’Unione Europea che deve a sua volta fare questo cammino.
**********
Concerto-evento
all'Auditorium della Conciliazione:
"La Passione secondo Matteo", opera
del vescovo ortodosso russo, Ilarion
Gli eventi del
martirio di Gesù messi in musica con le voci e le note più tipiche della
tradizione russa. L'opera, intitolata "La Passione secondo Matteo" e
composta dal vescovo ortodosso russo a Vienna, Hilarion Alfeyev, rappresentante
del Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie presso l'Unione Europea, sarà
eseguita stasera alle 21, all'Auditorium della Conciliazione. Il cardinale Paul
Poupard ha parlato di "un eloquente strumento di dialogo e di suggestivo
scambio culturale" per un concerto che potrà contare sulla diffusione
curata dal Centro Televisivo Vaticano e la ritrasmissione da parte di altri
canali internazionali. La direzione è affidata al maestro Vladimir Fedoseev,
mentre l'interpretazione strumentale sarà appannaggio della celebre Orchestra
sinfonica "Petr Chajkovskij", la più grande di Russia, e
dell'altrettanto famoso "Coro Tretjakovskji". Rosario Tronnolone
ha intervistato il compositore, il vescovo Ilarion:
**********
(musica)
R. – Parole in russo…
La “Passione secondo
Matteo” scritta da Bach: quando ho avuto l’idea di scrivere la “Passione
secondo Matteo” non ho potuto non riferirmi a questo grandissimo modello. Il
mio però è un tentativo di leggere in chiave ortodossa la Passione di Cristo.
Alla base del testo del libretto ci sono i testi liturgici della Chiesa ortodossa,
proprio i testi della Settimana Santa, che danno il senso teologico a tutta la
composizione. E in questi testi si parla continuamente della Risurrezione di Cristo.
Vorrei proprio sottolineare e mettere in evidenza questo significato nella musica.
D. - Quest’anno c’è
una particolare coincidenza della Pasqua cattolica con la Pasqua ortodossa. E’
un’occasione, dunque, anche nelle date, di un avvicinamento, di una possibilità
- come lei diceva - di conoscenza reciproca e di dialogo. In che modo si augura
che questo concerto, che questa sua composizione, contribuisca a questa unione?
R. - Parole in russo…
Sono molto felice del
fatto che questi due concerti avvengano proprio nell’anno in cui la Pasqua
cattolica e quella ortodossa e la Settimana Santa coincidono. Questo sottolinea
il fatto che il senso profondo della nostra fede è lo stesso e che la nostra
esperienza religiosa è proprio la Risurrezione di Cristo. Spero proprio che
questa musica da me composta possa servire a trasmettere al pubblico italiano
un po’ di quella spiritualità che è propria della nostra ortodossia.
**********
I fratelli
Taviani nel film "La Masseria delle allodole" affrontano il tema
dei massacri degli armeni all'inizio del '900
Con
"La Masseria delle allodole", tratto dall’omonimo romanzo di Atonia
Arslan, i registi italiani Paolo e
Vittorio Taviani affrontano nel loro film la tragedia delle
deportazioni e dei massacri degli armeni, avvenuti a ridosso della Prima Guerra
Mondiale. “Quando ci si avvicina, anche se con pudore, ad un olocausto,
s’incontra il male nella sua concretezza”, hanno affermato presentando questa loro
ultima e sofferta opera cinematografica. Il servizio di Luca Pellegrini.
**********
“Con emozione ti comunico che
nostro padre ha lasciato a te la Masseria delle allodole”.
(Musica)
Che
cosa rappresenta per la famiglia armena degli Avakian la loro “Masseria delle
allodole”? E che cosa rappresenta per il film e per la nostra storia? In modo
classico e simbolico, è il luogo della vita, della memoria e della tragedia.
Vita, perché in essa si rifugiano alcune famiglie di armeni agli albori delle
persecuzioni turche. Memoria, perché i coraggiosi fratelli Taviani la pongono
quale luogo in cui sviluppare il loro e il nostro “senso di colpa”, quello nato
per aver ignorato o talvolta taciuto un segmento terribile della nostra storia.
Tragedia, perché lo scatenarsi di un’incontrollata brutalità, illustrata senza
equivoci dal film, ha origine in quella casa ma si propagherà nell’impero turco
come una maligna malattia. Impegnativo, dunque, il messaggio dei Taviani, che
viene affiancato ad una storia d’amore, ben raccontata e ben recitata,
inabissatasi nella storia di uno sterminio, alimentato quest’ultimo da una
delle tante utopie perverse della politica e degli ideali, di cui il XX secolo
ha dato alcune spaventose testimonianze. Ma il “senso di colpa” originario
perché effettivamente nasce e diventa film? Lo spiega ai nostri microfoni uno
dei due fratelli registi, Vittorio
Taviani:
R. - Noi, in questi ultimi anni,
sentivamo un’inquietudine profonda per quello che avveniva addirittura qualche
anno fa, a poca distanza da noi, al di là del Mare Adriatico, nel Kosovo, nella
Serbia. E poi quello che avveniva più lontano nel Rwanda, e quello che si sente
ovunque: in Iraq, ecc. C’è questo fatto che per me è il più terribile per
l’umanità: i fratelli contro i fratelli, etnie che convivono da tempo, da
secoli, e improvvisamente invece c’è l’annientamento dell’altro, o l’essere
improvvisamente vittime. Questo per me è il male peggiore dell’uomo: il fatto
di fare guerra a chi ti conosce.
**********
Chiesa
e Società
Che
delle Chiese di
Gerusalemme, contenuto in un messaggio
Il presidente della Costa d’Avorio
ha garantito impegni concreti
per la difesa delle
comunità religiose nel Paese
In Costa d’Avorio, il presidente Laurent Gbagbo ha dato
rassicurazioni ai vescovi sulla sicurezza delle comunità religiose. E’ quanto
affermato all’agenzia Fides don Blaise Amia, segretario della locale conferenza
episcopale, che ha parlato di un incontro fra le parti avvenuto lo scorso 23
marzo. Nell’occasione il presidente ha garantito a rappresentanti della
comunità cattolica “provvedimenti immediati” per la loro sicurezza. Da dicembre
dell’anno scorso – racconta don Blaise – si sono registrati una decina di
assalti a parrocchie, case missionarie e altre strutture nel Paese. Assalti –
precisa – che “hanno un movente economico” e che sono possibili grazie “alla
facile reperibilità di armi”. Nell’incontro, i presuli hanno espresso
apprezzamento per gli accordi di pace, firmati il 4 marzo nella capitale del
Burkina Faso, tra governo e opposizione. Dopo anni di guerra civile, che hanno
diviso il Paese, i vescovi ivoriani – ha concluso don Blaise – “hanno riconfermato
l’impegno della Chiesa cattolica a sostenere gli sforzi di riconciliazione nazionale”.
(E. B.)
Repubblica Democratica del Congo: la Chiesa è in prima linea
in aiuto alla
popolazione, dopo i disordini dei giorni scorsi
“È con gran gioia che sono stati accolti gli aiuti
distribuiti ai malati nei quattro principali ospedali di Kinshasa grazie
all’intervento in prima linea della Chiesa”. Così all’agenzia MISNA Bruno
Miteyo, vicedirettore di ‘Caritas-sviluppo Congo’, l’organizzazione cattolica
che sta fornendo cibo e medicine a circa un migliaio di feriti. I responsabili
della Caritas hanno incontrato gli esponenti dell’episcopato congolese, che
hanno assicurato il loro sostegno invitando il personale umanitario alla
prudenza e alla trasparenza. Nei giorni scorsi, violenti scontri hanno visto di
fronte militari delle Forze regolari e la milizia dell’ex-vice presidente di
transizione ed ex-capo ribelle, Jean-Pierre Bemba, oggi a capo
dell’opposizione, contro il quale è stato emesso un mandato d’arresto per alto
tradimento. La giovane democrazia congolese – ha aggiunto Miteyo – chiede alla
comunità internazionale di non essere abbandonata in questa fase di
transizione. (E. B.)
Da Kirkuk mons. Sako smentisce l’uccisione di due suore,
avvenuta lunedì: si
tratta invece di due sorelle
Non erano due religiose, ma due sorelle - ovvero figlie
dello stesso padre e della stessa madre - le due anziane signore uccise lunedì
sera a Kirkuk. A precisarlo l’agenzia MISNA è stato mons. Louis Sako,
arcivescovo caldeo di Kirkuk, che ha smentito la notizia diffusa da alcune
agenzie internazionali di stampa e rilanciata anche da alcuni organi di
informazione religiosa. Secondo la ricostruzione fornita dal presule, arrivato
sul luogo del delitto mezz’ora dopo, le due donne sono state uccise da un
“giovane ladro” nella loro abitazione. Dunque, non si può dare una lettura
religiosa di quanto avvenuto. Questo – ha precisato con disappunto mons. Sako –
contribuirebbe “solo a gettare benzina sul fuoco e creare tensioni dove non ci
sono”. (E. B.)
Domenica delle Palme, colletta di solidarietà in tutto il Brasile
in favore
dell’Amazzonia
Sostenere i progetti che difendono l’Amazzonia e la sua
popolazione. Questo l’obiettivo della colletta di solidarietà che si svolgerà
la domenica delle Palme in tutto il Paese brasiliano. L’iniziativa – afferma
l’agenzia Fides - si svolge nell’ambito della campagna “Fraternità ed
Amazzonia” promossa dalla Conferenza Nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), con
l’obiettivo di richiamare l'attenzione sul dramma della popolazione di questa
regione e sulla necessità di preservare la ricchezza della foresta amazzonica.
Diversi gli obiettivi dei progetti finanziati: dalla formazione ed educazione
delle popolazioni locali, alla lotta contro lo sfruttamento sessuale nell’area,
fino al sostegno di piccole industrie. (E. B.)
Nella parrocchia di San Pietro e Paolo di Yuan Lang, in Cina,
al via l’adorazione
Eucaristica giornaliera, per 13 ore quotidiane,
in risposta
all’esortazione del Papa
In Cina, la parrocchia di S. Pietro e Paolo di Yuan Lang,
nella diocesi di Hong Kong, ha lanciato l’iniziativa dell’Adorazione
Eucaristica pubblica per 13 ore al giorno, in occasione della consacrazione
della nuova cappella dedicata a S. Pio da Pietrelcina, avvenuta nella recente
festa di S. Giuseppe. Come afferma il parroco, p. Gervais E. Baudry,
l’iniziativa, in risposta all’esortazione di Papa Benedetto XVI, sta
raccogliendo la risposta positiva dei fedeli. Secondo quanto riferisce il
bollettino diocesano, citato dall’agenzia Fides, in occasione della
consacrazione della nuova cappella, oltre 300 fedeli hanno partecipato alla
solenne celebrazione presieduta dal Vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph
Zen. (E. B.)
Incitamento alla ribellione. Questa l’accusa per un sacerdote di Hue
in Vietnam che sarà
processato domani
Sarà processato domani, dal Tribunale del popolo di
Huệ, in Vietnam, il sacerdote Nguyen Van Ly della arcidiocesi della
stessa Huệ. Il religioso era stato arrestato a febbraio, con l’accusa di
“atti di incitamento” alla ribellione in violazione all’articolo 88 del codice
penale sulla propaganda anti-regime. Il sacerdote vietnamita, sempre per il suo
impegno in difesa dei diritti umani nel Paese, era stato arrestato diverse
volte in passato. Dopo l’ultimo rilascio, grazie all’amnistia del 2005, aveva
ripreso a collaborare con un piccolo movimento per la democrazia. Il presidente
del tribunale di Huệ non ha confermato se il processo sarà pubblico. (A.
M.)
Il dialogo fra religioni è
possibile recuperando l’umiltà.
Così mons. Comastri
alla presentazione del libro del vaticanista Luise
su Charles de
Foucauld
“Un viaggio nel Mediterraneo per mettere a fuoco il valore
del dialogo interreligioso tra Occidente cristiano e Islam, in un momento in
cui aumentano le voci di chi fa riferimento allo scontro di civiltà”. E’ il
percorso del libro del vaticanista Raffaele Luise, “Chiedi alla sabbia. Sulle
tracce di Charles de Foucauld” (ed. Cittadella), presentato ieri sera a Roma.
Il testo – afferma l’agenzia SIR – attraversando molti luoghi, si muove alla
ricerca della possibilità e di testimoni di tale dialogo tra civiltà. De
Foucauld – ha detto l’autore – durante l’epoca coloniale tra l’ ’800 e il ‘900 ha
fatto germogliare il primo seme del dialogo interreligioso con l’Islam”. “Il
dialogo – ha affermato mons. Angelo Comastri, vicario del Papa per
In Turchia riapre, ma solo come museo,
la chiesa armena della Santa Croce
Dopo un anno di restauro, in Turchia viene riaperta oggi,
ma solo come museo, la chiesa armena della Santa Croce sull’Isola Akdamar nel
Lago Van. Le autorità turche hanno negato la richiesta di mettere la croce
sulla cupola e le campane. Come riferisce l’agenzia AsiaNews, il patriarca
armeno Karekin Katolikos II e il patriarca armeno turco, Mutafyan Mesrob, per
protesta, non partecipano alla cerimonia inaugurale, alla presenza del primo
ministro turco, Recep Tayyp Erdogan. L’Isola Akdamar è uno dei luoghi del
genocidio armeno e la chiesa della Santa croce è un pregevole esemplare di arte
armena del X secolo. (A. M.)
In Australia, Chiesa e Stato insieme per garantire
l’istruzione
alle comunità aborigene
Aprire nuove scuole cattoliche in Australia, dedicate
all’educazione dei ragazzi delle comunità aborigene, per combattere il fenomeno
dell’analfabetismo: è quanto
E’ morto a Roma il teologo e biblista Giuseppe Barbaglio:
fu autore di decine
di libri e studioso della figura storica di Gesù
Il teologo e biblista Giuseppe Barbaglio, insigne esegeta
delle Sacre Scritture, autore di fondamentali saggi sul Nuovo Testamento, è
morto improvvisamente a Roma all’età di 73 anni. Il professor Barbaglio ha
dedicato quasi mezzo secolo di studi e ricerche ai Vangeli e alla ricostruzione
della figura storica di Gesù Cristo, su cui ha scritto una decina di libri e
numerosi saggi e articoli per riviste e libri collettivi. Barbaglio ha studiato
teologia e scienze bibliche a Roma, Gerusalemme e Milano, conseguendo la laurea
in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, la ‘licentia docendi’ in
scienze bibliche all’Istituto Biblico di Roma e la laurea in filosofia
all'Università di Urbino. Ha insegnato Sacra Scrittura a Milano alla Facoltà
Teologica dell’Italia settentrionale (Milano). (E. B.)
- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio Laurenzi -
- Il video che mostra 15
militari britannici catturati dall’Iran, trasmesso ieri dalla televisione
iraniana, ha provocato secche proteste da parte del Regno Unito. Il governo
britannico ha definito “inaccettabile” la diffusione del filmato ed è tornato a
chiedere il rilascio dei prigionieri. La missione britannica presso le Nazioni
Unite ha chiesto poi al Consiglio di Sicurezza di approvare una dichiarazione
in cui si chieda la liberazione immediata dei marinai detenuti in Iran. I
governi di Teheran e Londra sono comunque riusciti a trovare un importante
accordo. Il servizio di Sagida Syed:
**********
Dopo una notte di intensi
colloqui tra il ministero degli Esteri britannico e quello iraniano, i quindici
marinai catturati sette giorni fa nel Golfo Persico potranno essere visitati
dalle autorità consolari inglesi per stabilirne le reali condizioni. Ieri sera
la televisione iraniana in lingua araba li aveva mostrati apparentemente rilassati
mentre mangiavano; la portavoce, e unica donna del gruppo Faye Turney, aveva
detto che avendo sconfinato in acque iraniane, erano stati di conseguenza
arrestati. Parole che il ministro degli Esteri britannico crede siano
state estorte con la forza. Il ministro
ha anche aggiunto che il governo inglese intende congelare i rapporti
bilaterali con la Repubblica islamica, lasciando aperto solo il canale relativo
alla liberazione dei militari. Il governo di Teheran, grazie alla mediazione
turca, ha comunque promesso di rilasciare la donna, madre di una bambina di tre
anni. L'Iran ha posto come condizione per il rilascio degli altri marinai
l’ammissione, da parte di Londra, dello sconfinamento di mezzo miglio in acque
territoriali iraniane, contestato dagli inglesi; in base ad immagini
satellitari, le autorità britanniche sostengono che lo sconfinamento non sia in
realtà mai avvenuto.
Da Londra, per la Radio
Vaticana, Sagida Syed
**********
- Il consolato dell’Iran a Bassora, nel sud dell’Iraq, ha accusato
intanto le forze britanniche di aver circondato l'edificio della rappresentanza
diplomatica e di aver sparato alcuni colpi d'arma da fuoco. Secondo gli
iraniani si tratta di in un “atto di provocazione” da parte delle truppe
inglesi in seguito alla crisi diplomatica innescata dall'arresto, la scorsa
settimana, di 15 marinai britannici.
- In Afghanistan, ancora attacchi contro soldati italiani: un
militare della Marina è rimasto lievemente ferito ad un braccio nei pressi di
Shindad, a circa 70 chilometri a sud di Herat. Lo rende noto lo Stato maggiore
della Difesa italiano. La procura di Roma ha subito aperto un fascicolo sulla
vicenda.
-
Israele ha respinto l’iniziativa di pace nella forma in cui è stata presentata
ieri, a Riad, durante il vertice della Lega araba. Il
vicepremier israeliano, Shimon Peres, ha sottolineato che sono necessari
ulteriori negoziati. Il nostro servizio:
***********
Il piano di pace proposto dalla Lega araba è quello saudita del
2002, che prevede la soluzione della questione palestinese in 4 mosse: il
riconoscimento di Israele da parte del mondo arabo; il ritiro degli
israeliani dai Territori occupati durante la guerra del 1967; la creazione di
uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est e la soluzione del problema
riguardante il rientro dei profughi palestinesi in Israele. Sul piatto della
bilancia ci sarebbe per lo Stato ebraico la possibilità di riallacciare
contatti commerciali, oltre che diplomatici, con tutti e 22 i Paesi arabi. Ma
il governo israeliano non sembra intenzionato ad accettare una proposta già
definita. “Se Israele accettasse questa iniziativa – ha spiegato Shimon Peres -
non ci sarebbero più ragioni per trattative”. “C’è solo un modo per superare le
divergenze – ha aggiunto il vice primo ministro – ed è il negoziato”. Ma restano
intricati nodi da sciogliere: recentemente, il ministro degli Esteri
israeliano, Tzipi Livni, ha dichiarato che il ritorno dei profughi palestinesi
in Israele non è accettabile. Il gruppo radicale Hamas, che si è comunque detto
pronto a collaborare per la realizzazione del piano arabo, non appare intenzionato
a riconoscere lo Stato ebraico. In Medio Oriente soffiano inoltre venti
minacciosi: Hamas continua a parlare di strategie basate sul diritto alla lotta
armata e il capo di Stato maggiore israeliano ha ventilato l’ipotesi di una
nuova azione dell’esercito contro estremisti del gruppo radicale. Sul terreno,
infine, la situazione è altrettanto tesa: per la prima volta dall’entrata in
vigore della tregua del 26 novembre, l’aviazione israeliana ha colpito
postazioni di militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Quattro
fondamenstalisti sono stati feriti, due dei quali in maniera grave.
***********
- E’ sempre più acceso il
dibattito in Polonia dopo la proposta dei partiti di governo di emendare la
Costituzione, inserendo un articolo che impegni lo Stato ad una maggiore difesa
della vita dal concepimento alla morte naturale. Ieri sono scesi in piazza a
Varsavia i sostenitori e gli avversari della modifica costituzionale, che la
interpretano come un’ulteriore restrizione alla normativa sull’aborto. Da Varsavia,
il servizio di Taddeusz Konopka.
**********
In sostegno di questo
emendamento si è pronunciata anche la Conferenza dei vescovi polacchi. La
manifestazione di ieri è iniziata con una Messa. Alla Messa hanno assistito i
due vice primi ministri del governo. I manifestanti hanno pregato per i bambini
non nati celebrando una via Crucis. Sono stati inoltre ricordati alcuni brani
dei discorsi pronunciati in polacco, alcuni anni fa, da Papa Giovanni Paolo II
in difesa della vita. La seconda manifestazione si è espressa in difesa del
diritto delle donne polacche di poter abortire. Le organizzazioni femministe
non hanno nascosto il timore che, dopo il cambio della Costituzione, alcuni
partiti possano irrigidire la legge sull’aborto. La votazione sul cambio della
Costituzione è prevista per il prossimo 12 aprile.
Da Varsavia per la Radio
vaticana, Taddeusz Konopka
**********
- In
Somalia, violato il fragile cessate il fuoco tra insorti e governo: truppe
etiopiche hanno lanciato, a Mogadiscio, una vasta offensiva contro postazioni
di guerriglieri islamici. Negli scontri sono morte almeno 13 persone. Fonti
locali hanno riferito, inoltre, che elicotteri da guerra etiopici hanno
sparato, per la prima volta, missili nella parte meridionale della capitale.
All’incursione contro i guerriglieri islamici, appoggiati da miliziani di clan
antigovernativi, hanno partecipato anche soldati somali.
- In Indonesia,
sono morte altre due persone contagiate dal virus dell’influenza aviaria. Lo ha
annunciato stamani il ministro della Sanità. Dall’inizio del 2005, secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Indonesia si è registrata la metà
dei decessi, avvenuti in tutto il mondo a causa del virus H5N1.
- Pubblicato oggi il primo
articolo di Fidel Castro, da quando il presidente cubano ha subito
un’operazione chirurgica, otto mesi fa. Sul numero odierno di 'Granma',
l’organo del Partito comunista cubano, Castro accusa gli Stati Uniti di
condannare ad una morte prematura più di tre miliardi di persone con le sue raccomandazioni
ad usare combustibili derivati da cereali.