RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 72
- Testo della trasmissione di martedì 13
marzo 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Presentata l'Esortazione apostolica postsinodale del Papa sull'Eucaristia “Sacramentum Caritatis”
Nel pomeriggio in Vaticano, l’incontro tra il Papa e il
presidente russo Vladimir Putin
Oggi su “L’Osservatore Romano”
OGGI IN PRIMO PIANO:
Dopo due anni di lavori, presentato il restauro
della facciata della storica casa dei Gesuiti a Roma
CHIESA E SOCIETA’:
Ucciso in Kenya un missionario ghanese
dei Padri Bianchi
“L’Osservatore Romano” stigmatizza la presenza
strumentale di bambini alla manifestazione sui DICO
Eletto il nuovo presidente della Conferenza
episcopale del Burkina Faso
e Niger
Belgio: nasce nuova mega Università
cattolica
FAO: segna il passo la lotta contro la pesca illegale
Chiuse le attività del Programma ONU nella Corea del Nord
Proseguono i contatti con
i rapitori di Daniele Mastrogiacomo, mentre
l’Afghanistan è teatro di nuove violenze
Importante missione in
Corea del Nord di El Baradei,
capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Il
Papa e la Santa Sede
Presentata l'Esortazione apostolica postsinodale del Papa
sull'Eucaristia "Sacramentum Caritatis"
E’
stata presentata stamane nella Sala Stampa vaticana
l’Esortazione apostolica postsinodale di Benedetto
XVI "Sacramentum Caritatis” sull’Eucaristia
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Il documento
pontificio raccoglie le indicazioni emerse dall’ultimo Sinodo dei Vescovi,
nell’ottobre del 2005, dedicato al Mistero eucaristico. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
***********
“Sacramento
della Carità, la Santissima Eucaristia è il dono che Gesù Cristo fa di se
stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo”. Inizia così la
prima Esortazione apostolica del Pontificato di Benedetto XVI: il Papa
sottolinea che la Chiesa “trova nell’Eucaristia il suo centro vitale”,
impegnandosi costantemente ad annunciare a tutti, opportune importune”, ovvero
“in ogni occasione opportuna e non opportuna”, che “Dio è amore”. Riguardo allo
sviluppo del rito eucaristico, il documento ribadisce “la validità del
rinnovamento liturgico” avviato dal Concilio Vaticano II, nonostante “taluni
abusi”: si tratta – afferma il Papa – di leggere i cambiamenti conciliari
secondo la cosiddetta “ermeneutica della continuità”, “continuità con tutta la
grande tradizione ecclesiale”, cioè “senza introdurre artificiose rotture”.
L’Eucaristia
– leggiamo nell’Esortazione - è “una realtà che supera ogni comprensione
umana”: in questo Sacramento Gesù “dà non ‘qualche cosa’ ma se stesso; egli offre il suo corpo e versa il suo
sangue”. E’ un dono assolutamente gratuito grazie al quale “siamo resi
partecipi dell’intimità divina”. Il Papa sottolinea con forza la “ novità
radicale del culto cristiano” rispetto all’antica cena sacrificale ebraica.
“Quella cena per noi cristiani – spiega – non è più necessario ripeterla … ciò
che annunciava le realtà future ha ora lasciato il posto alla verità stessa.
L’antico rito si è compiuto ed è stato superato definitivamente attraverso il
dono d’amore del Figlio di Dio incarnato”. Nell’Eucaristia Gesù “ci attira
dentro di sé”, coinvolgendoci “nella dinamica della sua donazione”: è un
“cambiamento radicale” che “come una sorta di fissione nucleare … portata nel
più intimo dell’essere” suscita “un processo di trasformazione della realtà, il
cui termine ultimo sarà la trasfigurazione del mondo intero, fino a quella
condizione in cui Dio sarà tutto in tutti”.
Il
documento mette quindi in evidenza che “Cristo stesso nel sacrificio della
croce ha generato la Chiesa come sua sposa e suo corpo”: dunque il mistero
eucaristico accresce “la consapevolezza dell’inseparabilità tra Cristo e la
Chiesa”. Sulla base di questa verità è possibile rilanciare anche il dialogo
ecumenico, nella consapevolezza che non è possibile la partecipazione dei
cristiani non cattolici all’Eucaristia se non in “determinate ed eccezionali
situazioni”. Dal punto di vista
pastorale Benedetto XVI invita le parrocchie a dare particolare rilievo alla
Prima Comunione: si tratta di un momento decisivo non solo per la persona ma
per l’intera famiglia. In tantissimi fedeli questo giorno
rimane infatti “giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui
… si è percepita l’importanza dell’incontro personale con Gesù”. Il Papa esorta
anche a riscoprire l’adorazione eucaristica e la pratica della Confessione
frequente per evitare “una certa superficialità nell’intendere l’amore stesso
di Dio”. Anche “l’uso delle indulgenze ci aiuta a comprendere che con le nostre
sole forze non saremmo capaci di riparare al male compiuto”.
Il
Papa ricorda che l’ordinazione sacerdotale è “la condizione imprescindibile per
la celebrazione valida dell’Eucaristia” e nello stesso tempo esorta i sacerdoti
ad avere “coscienza che tutto il loro ministero non deve mai mettere in primo
piano loro stessi o le loro opinioni, ma Gesù Cristo.
Contraddice l’identità sacerdotale ogni tentativo di porre se stessi come protagonisti dell’azione liturgica”. Poi “pur nel rispetto della differente prassi
e tradizione orientale” ribadisce “il senso profondo del celibato sacerdotale”,
come “conformazione allo stile di vita di Cristo stesso” e “segno espressivo
della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al regno di Dio”: e
ne conferma “l’obbligatorietà per la tradizione latina”.
Riguardo
al rapporto tra Eucaristia e indissolubilità del matrimonio il Papa rileva che
“il vincolo coniugale è intrinsecamente connesso all’unità eucaristica tra Cristo
sposo e la Chiesa sposa”. “Speciale attenzione” deve essere poi portata alla
dolorosa situazione dei divorziati risposati: un problema complesso che va
affrontato con amore e nella verità. “Matrimonio e famiglia – si legge nel
documento – sono istituzioni che devono essere promosse e difese da ogni
possibile equivoco sulla loro verità, perché ogni danno arrecato ad esse è di fatto una ferita che si arreca alla convivenza
umana come tale”.
Benedetto
XVI invita a curare in modo particolare la bellezza della liturgia: “non è mero estetismo, ma modalità con cui la verità
dell’amore di Dio in Cristo ci raggiunge, ci affascina, ci rapisce”. Nel
documento c’è il richiamo all’obbedienza “fedele alle norme liturgiche nella
loro completezza” perché la liturgia eucaristica “non è a disposizione del
nostro arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del momento”. Inoltre
“la semplicità dei gesti e la sobrietà dei segni posti nell’ordine e nei tempi
previsti comunicano e coinvolgono di più che l’artificiosità di aggiunte
inopportune”. Posto di rilievo va dato anche al canto liturgico, evitando
“l’introduzione di generi musicali non rispettosi del senso della liturgia” e
valorizzando invece “adeguatamente” il canto gregoriano.
Il
Papa afferma “la necessità di migliorare la qualità dell’omelia” evitando
“omelie generiche e astratte”, e chiede che sia posta “grande attenzione alla
proclamazione della Parola di Dio da parte di lettori ben preparati”. Rileva
anche il senso profondo,
dello scambio della pace, “segno di grande valore” soprattutto in
questo tempo “così spaventosamente carico di conflitti”, ma guardando alla
opportunità “di moderare questo gesto” che talora può suscitare “confusione
nell’assemblea proprio prima della Comunione”. Non si esclude la possibilità di
collocare questo segno in altro momento, “ad esempio prima della presentazione
dei doni all’altare”. Invita quindi a un tempo di silenzio dopo la Comunione.
Per quanto riguarda la partecipazione attiva dei laici alla celebrazione il
documento nota “qualche incomprensione” delle indicazioni conciliari: per
partecipazione non si intende infatti “una semplice
attività esterna” ma piuttosto la “consapevolezza del mistero che viene
celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana”. Resta fermo poi il
fatto che è il sacerdote a presiedere “in modo insostituibile” l’intera
celebrazione eucaristica “dal saluto iniziale alla benedizione finale”.
Il
Pontefice esorta con forza ad assicurare l’assistenza spirituale ai carcerati,
ai malati e a dare un’attenzione particolare ai disabili, rimuovendo eventuali
ostacoli architettonici negli edifici sacri. Si deve poi assicurare la
comunione eucaristica, “per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e
cresimati”. Nel documento si parla dell’opportunità per i grandi incontri
internazionali di ricorrere all’uso del latino, eccettuate le letture, l’omelia
e la preghiera dei fedeli. Il latino infatti meglio
esprime “l’unità e l’universalità della Chiesa”. Il Papa chiede che i futuri sacerdoti
siano preparati a comprendere e a celebrare la Messa in latino e che i fedeli
siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino. Per quel che riguarda
invece le celebrazioni eucaristiche in piccoli gruppi queste non devono essere
“sentite in antagonismo o in parallelo rispetto alla vita della Chiesa particolare”.
C’è poi nel testo pontificio la sottolineatura della partecipazione
all’Eucaristia nella Domenica, giorno del Signore e giorno del riposo dal lavoro:
non sia la Domenica – si legge – “un giorno vuoto di Dio” e "l'uomo non si
lasci asservire dal lavoro", "non lo idolatri".
Benedetto
XVI invita a vivere in modo profondo il mistero eucaristico, il cui contenuto è
“l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri”.
Il cristiano è così
chiamato a testimoniare concretamente sul piano sociale e politico l’amore di
Cristo, facendosi “pane spezzato per gli altri” e impegnandosi “per un mondo
più giusto e fraterno”, denunciando lo scandalo della fame, il dramma dei
profughi, il crescente divario tra ricchi e poveri provocato da “certi processi
di globalizzazione”. Il Papa richiama anche i politici alla “coerenza
eucaristica” sostenendo leggi che rispettino valori
fondamentali come la “vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la
famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei
figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori –
ripete - non
sono negoziabili”.
Un
pensiero accorato poi rivolge ai cristiani che ancora oggi soffrono per la mancanza
della libertà religiosa e per i quali “il solo recarsi
in Chiesa costituisce un’eroica testimonianza” che li espone all’emarginazione
e alla violenza. Benedetto XVI annuncia infine che sarà pubblicato un Compendio
eucaristico “per la corretta
comprensione, celebrazione e adorazione del Sacramento”.
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Il cardinale Angelo Scola si sofferma sui “valori non negoziabili”,
nella conferenza stampa di presentazione
della “Sacramentum Caritatis”
L’esortazione
"Sacramentum Caritatis" è stata
presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Angelo
Scola, patriarca di Venezia, relatore generale all’XI Assemblea generale
ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e da mons. Nikola
Eterović, segretario Generale del Sinodo dei
Vescovi. La conferenza è stata seguita per noi da Alessandro Gisotti:
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“L’insistenza
del Santo Padre, in questi due anni di pontificato, sulla verità dell’amore
ci dice con chiarezza che siamo di fronte ad uno dei temi cruciali su
cui si gioca il futuro della Chiesa e dell’umanità”. E’ quanto affermato dal
cardinale Angelo Scola, che ha messo in luce il forte legame tra la Sacramentum
Caritatis e l’Enciclica Deus
caritas est. La lettura e lo studio dell’Esortazione, ha proseguito,
“poggia sull’inscindibile nesso di tre aspetti: Mistero eucaristico, azione
liturgica e nuovo culto spirituale”. Ha quindi ribadito che
la dottrina di Benedetto XVI “rappresenta un paradigma di recezione dei testi
conciliari”. Nell’Esortazione, ha poi rilevato, si afferma con forza il nesso
tra l’Eucaristia e i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio. Si è così
soffermato sulla rilevanza antropologica dell’Eucaristia, “un dono per l’uomo
che risponde alle sua attese”, corredata da una
riflessione:
“La
forma eucaristica dell’esistenza, dice il Santo Padre, può davvero favorire un
autentico cambiamento di mentalità nel modo con cui leggiamo la storia ed il
mondo”.
“Ogni
fedele – ha aggiunto - è pertanto chiamato ad una profonda trasformazione della
propria esistenza”. Proprio “nell'autenticità della fede e del culto eucaristico
si trova il segreto di una ripresa della vita cristiana capace di rigenerare il
Popolo di Dio”. E’ nel mistero della divina Eucaristia, ha avvertito il
porporato, che “si spalanca l’accesso alla realtà di Dio che è amore”. Il
patriarca di Venezia ha così risposto alle domande dei giornalisti, molte riguardanti quei “valori non negoziabili” indicati più
volte da Benedetto XVI. Il cardinale Scola ha sottolineato che la Chiesa non ha
“alcuna fobia verso gli omosessuali”, perché per Essa
esistono le persone, non le categorie. Quindi, ha ribadito che pur non
intervenendo nel dibattito politico, i vescovi hanno il dovere di difendere la
famiglia fondata sul matrimonio:
“Sulla
questione specifica dei DICO io non qualificherei di impegno politico questi
pronunciamenti. Non mi pare che possiedano questo carattere. Sono invece pronunciamenti
che fanno parte del normale insegnamento magisteriale,
che loro tocca e loro compete e, come tali, sono proposti all’attenzione di
tutti, in modo particolare all’attenzione dei cristiani e, in modo del tutto
speciale, a quella dei cristiani impegnati in politica”.
Le
unioni civili, ha spiegato, non sarebbero comunque accettabili anche qualora
non fossero tra omosessuali. Quindi, si è soffermato sui richiami dei pastori
ai fedeli, specie se impegnati in politica:
“Un
vescovo non risponde fino in fondo alla sua missione se non richiama tutti
quanti, in particolare i politici, al fatto che hanno il dovere di conformare
la loro coscienza certa, rendendola retta attraverso un paragone con la verità.
I vescovi devono richiamare in concreto questi contenuti,
questi principi cosiddetti non negoziabili. E’ chiaro che l’indicazione del
Santo Padre è netta nei confronti dei politici, netta nei confronti dei
vescovi, e però non può sostituirsi alla prudenza pastorale dei vescovi”.
Tra
gli altri temi affrontati in conferenza stampa, il cardinale Scola ha indicato
quanto la liturgia stia a cuore a Benedetto XVI. Il
Papa, ha detto, mette l’accento sul valore della riforma liturgica del Concilio
Vaticano II. Una sottolineatura che non contrasta affatto con un rinnovato
ricorso, nelle celebrazioni, al latino e al canto gregoriano. Ancora, ha
ribadito che il celibato dei sacerdoti non è un obbligo per ragioni funzionali,
ma si tratta invece di una scelta sponsale: “è immedesimazione
con il cuore di Cristo”.
Dal
canto suo, mons. Nikola Eterović
ha messo l’accento sul numero degli interventi dei padri sinodali, 232, senza
contare gli interventi liberi. Proprio quest’ultima, ha detto, è stata una
delle modifiche volute da Benedetto XVI al Sinodo, “per favorire una
discussione più vivace”. La Sacramentum Caritatis,
ha concluso, “ripropone in modo aggiornato alcune verità essenziali della
dottrina eucaristica, esortando ad una dignitosa celebrazione del sacro rito,
ricordando l’urgente necessità di svolgere una vita eucaristica nella vita di
ogni giorno”.
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Nel pomeriggio in Vaticano,
l’incontro tra il Papa
e
il presidente russo Vladimir Putin
Il
Papa incontrerà oggi pomeriggio in Vaticano il presidente russo Vladimir Putin. Si tratta del primo colloquio tra Putin e Benedetto XVI. Il presidente russo ha incontrato
due volte Giovanni Paolo II, nel 2000 e nel 2003. In un’intervista alla nostra
emittente, il nunzio apostolico Antonio Mennini, rappresentante della Santa
Sede nella Federazione Russa, ha espresso l’auspicio che l’incontro di oggi possa rafforzare il dialogo tra cattolici ed ortodossi.
Nomine
In
Messico, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas il sacerdote
Fabio Matínez Castilla, del
clero dell’arcidiocesi di Yucatán, parroco della
parrocchia di San Francisco de Asísdi Umán e direttore diocesano dei “Cursillos
de Cristiandad”. Il neo presule, 56 anni, ha compiuto
gli studi ecclesiastici nel Seminario di San Idelfonso dell’arcidiocesi di Yucatán. Ha svolto, tra gli altri, i seguenti ministeri e
incarichi di formatore di Seminario e cappellano dei Fratelli Maristi. Dal 1986 al 1994, è stato missionario nella
diocesi angolana di Uige e,
quindi, più volte parroco.
Il
Papa ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il
prof. Aaron J. Ciechanover, docente di Biochimica
nella Facoltà di Medicina del Technion - Israel Institute of Technology di Haifa, in Israele.
La comunità laicale “Shalom”
riceve il riconoscimento pontificio.
Nata in Brasile 25 anni fa per evangelizzare i
giovani
Questa
mattina quasi 500 pellegrini sono giunti a Roma, in maggior parte dal Brasile,
per festeggiare il riconoscimento pontificio della Comunità cattolica Shalom,
nata in Brasile 25 anni or sono ad opera di un giovane
laico, Moises de Azevedo Filho. Il decreto di approvazione degli Statuti della
Comunità è stato firmato alle ore 11 nell'Aula Magna della sede del Pontificio
Consiglio per i Laici, alla presenza del presidente del dicastero e del
cardinale brasiliano, Claudio Hummes, attualmente
prefetto della Congregazione per il clero e grande estimatore della Comunità.
La Comunità Shalom, nata per evangelizzare i giovani, diventa così una Associazione internazionale di fedeli di diritto
pontificio, la prima in America Latina di questo genere di “comunità nuove”. Il
lavoro della Comunità raggiunge oggi con i suoi missionari 10 Paesi, dalle
Americhe al Medio Oriente. Alla cerimonia di questa mattina erano presenti
membri e amici del movimento provenienti anche da Israele, Canada, Francia,
oltre che da diverse città brasiliane, dove la Comunità è
presente in 52 diocesi. Questo pomeriggio, alle 18, è in programma la Santa
Messa di ringraziamento nella Basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta
dal cardinale Hummes. A seguire, un musical
internazionale dal titolo "Risposta" presso il Teatro Orione in via Tortona. Domattina, tutti parteciperanno all’udienza
generale del mercoledì. (A cura di Giovanni
Peduto)
Le opere di quattro pittori russi esposte a Palazzo San Calisto.
Il cardinale Paul
Poupard: descrivono il desiderio di bellezza
e speranza racchiuso nell'uomo
Quattro
artisti russi e una forza pittorica che mette su tela la speranza di un mondo
trasfigurato dalla bellezza dello Spirito. E’ quanto traspare dai quadri della
mostra intitolata “Terra del Signore”, inaugurata oggi a Palazzo San Calisto,
in Vaticano, dal cardinale Paul Poupard,
presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. I quattro autori dei dipinti
esposti sono Nikolaj Anochin,
Nikolaj Tret’jakov, Il’ja Kaverznev e Serghej Smirnov, membri del
collettivo “Mondo Russo”. Ricordando come il dicastero vaticano, sin dalla sua
fondazione, abbia avuto come missione quella di “accogliere a Roma i
rappresentanti della cultura interessati a conoscere meglio l'azione della
Chiesa” in questo campo, il cardinale Poupard si è
soffermato sui particolari paesaggistici ritratti nei quadri - il silenzio
della terra sotto il manto della neve, scene popolari nella festa del santo, la
quieta solitudine di una chiesetta di campagna: “Tutto - ha osservato il
cardinale Poupard - parla di serena bellezza, di una
terra promessa, reale, ma ancora da conquistare. In questo senso, penso che i
vostri quadri - ha aggiunto - non rappresentano una visione nostalgica del
passato idealizzato, ma l’attesa di un futuro, l’aspirazione ultima dell’uomo”.
Oggi su “L’Osservatore
Romano”
Servizio vaticano - In primo piano l'Esortazione Apostolica
post-Sinodale dal titolo "Sacramentum Caritatis".
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: un bambino ucciso e quattro
feriti da colpi di mortaio nella cittadina di Iskandaiya.
A Baghdad trovati venti cadaveri.
Servizio culturale - Pagina de "L'Osservatore Libri" - Un
articolo di Giuseppe Appella intitolato "Le 'grandi curiosità'
e i 'moltplici interessi'
di un autore poliedrico": il catalogo della mostra "Achille Perilli. Liberi segni, insane geometrie".
Servizio
italiano - In evidenza il tema degli incidenti sul lavoro.
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Oggi
in Primo Piano
Zimbabwe: cresce la
preoccupazione internazionale
per la repressione dell'opposizione attuata
dal Regime di Mugabe
Cresce
la preoccupazione della comunità internazionale per la dura repressione attuata
in Zimbabwe dal regime del presidente Robert Mugabe. Il leader dell'opposizione dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai, arrestato
domenica insieme ad altri oppositori, è apparso oggi
in tribunale con altre 50 persone, dopo avere subito gravi maltrattamenti. Una
dura condanna per la brutalità delle forze di sicurezza è stata espressa
dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. L’intervento
della polizia per disperdere il raduno del movimento di opposizione ha
provocato la morte di una persona e il ferimento di molti altri. Sulla
situazione nel Paese africano Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico
Casale, africanista della rivista dei gesuiti
Popoli:
**********
R. -
L’accelerazione della crisi è iniziata nel 2000, con la riforma agraria che ha
espropriato le terre ai bianchi, terre che avrebbero
dovuto essere assegnate alla povera gente e invece sono andate a finire in mano
ai gerarchi del regime. Questo ha provocato un crollo dell’economia, un aumento
della povertà e il crescere di tensioni politiche e sociali.
D. -
Quello che preoccupa molto, soprattutto in queste ore, la Comunità internazionale,
è la violazione dei diritti umani nel Paese, soprattutto nei confronti degli
oppositori del regime di Mugabe…
R. -
Quella della violazione dei diritti umani è una costante del regime di Mugabe. Già poco tempo dopo l’indipendenza, Mugabe fu autore di una durissima repressione contro
l’etnia minoritaria, gli ndebele,
che provocò una strage. Questa è diventata una costante, anche negli anni
successivi, nei confronti degli oppositori, anche quelli che appartengono alle
etnie maggioritarie, gli shona.
D. –
Tuttavia oggi, gli occhi del mondo sono puntati finalmente sullo Zimbabwe e il
fatto che il capo dell’opposizione sia stato sottoposto a processo dopo essere
stato visibilmente torturato, potrebbe scatenare delle reazioni, implicare
degli effetti…
R. -
Sì, potrebbe scatenare delle reazioni a livello di ulteriori sanzioni nei
confronti del regime di Mugabe, ma ho paura che se venissero applicate ulteriori sanzioni, la stretta di Mugabe sul Paese aumenterebbe ancora, come era già capitato
quando erano state poste delle sanzioni alcuni anni fa, perché tutto il mercato
nero è controllato dai gerarchi del regime e quindi aumenterebbe la pressione
sulla popolazione e aumenterebbe ancora la povertà di un Paese già in
ginocchio.
D. –
Ecco, chi è Morgan Tsvangirai,
il capo dell’opposizione,
e chi lo sostiene?
R. -
E’ un ex sindacalista che ha preso la guida di questo movimento, si chiama MDC
il partito di opposizione, che è andato vicino, agli inizi del 2000, alla
vittoria delle elezioni, elezioni che si dice fossero state truccate. Poi ha
guidato questo movimento nel corso degli anni, anche se questo movimento di
opposizione ha subito diversi conflitti interni e queste frizioni all’interno
del MDC non hanno fatto che aumentare il potere di Mugabe
e del suo partito.
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La salvaguardia della terra
chiede agli Stati
di incrementare l'uso delle energie
rinnovabili
Attualmente,
la fornitura energetica mondiale è ancora dominata dai combustibili fossili,
mentre il contributo delle energie rinnovabili arriva solo al 13%. E’ uno dei
dati principali emerso ieri a Roma durante il convegno su “Politiche
energetiche e cambiamenti climatici”, promosso dall’Associazione culturale Greenaccord. L’industria delle energie rinnovabili però è
in crescendo: dal 2004 al 2005, gli investimenti in questo settore sono
aumentati del 50% rispetto all’anno precedente. Ce ne
parla Marina Tomarro:
**********
C’è
bisogno di una maggiore sensibilizzazione sul tema dell’ambiente da parte dei
cittadini e del mondo delle imprese, per costruire insieme un’economia pulita
che guardi verso il futuro e non al passato: cosi ha sottolineato il ministro
dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in occasione della Conferenza sulle politiche
energetiche e i cambiamenti climatici. Ascoltiamo il suo commento:
“Oggi
si tratta di convincere gli Stati Uniti, innanzitutto, ed anche Cina ed India,
della scelta comune che serve per il pianeta. Il mondo deve decidere di ridurre
l’impatto devastante che sta avendo sui cambiamenti climatici e stabilire un obiettivo
di energie rinnovabili - e di energia derivante dal sole, soprattutto - per
l'intero pianeta”.
E dal
convegno è emerso anche che l’Italia è tra gli ultimi posti dei Paesi europei
nell’uso delle energie rinnovabili, nonostante la ricchezza di
sole acqua e vento, fonti principali di queste nuove energie. Michele
Calcaterra, docente di Finanzia aziendale presso
l’Università Bocconi di Milano:
“L’opportunità
di investimento in energie rinnovabili nel mercato italiano è un’esperienza
relativamente recente. Adesso, grazie anche alla globalizzazione, anche in
Italia le opportunità di investimento in energie rinnovabili sono una realtà
che sta a disposizione di tutti, molto facilmente
accessibile, perché garantisce un ritorno finanziario competitivo rispetto a
quello delle energie tradizionali”.
Ma
favorire l’uso delle energie rinnovabili vuol dire anche contribuire concretamente
alla salvaguardia del Creato. Mons. Aldo
Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali
europee:
“Il
problema ecologico è un problema globale, planetario, che esige quindi interventi
globali, concordati da tutti i poteri del mondo. D’altra parte, richiede interventi
radicalmente locali, fino alle scelte della singola persona, della singola famiglia.
La Chiesa può offrire al dibattito sul Creato dei fondamentali principi, non
solo a breve termine. Pensiamo a tutto il lavoro delle parrocchie, dei
movimenti, delle associazioni - al lavoro, per esempio, dei campeggi estivi per
i giovani - e penso anche all’insegnamento della religione, alla catechesi,
alle scuole, alle Facoltà di teologia, dove questo tema è presente. Un altro
grosso ambito è il tema degli stili di vita. Questo stile di vita deve essere
concreto. Noi abbiamo ormai tante esperienze concrete che possiamo offrire come
contributo”.
Dunque,
cambiare le sorti ambientali e climatiche del nostro pianeta è possibile. Ma
serve l’impegno di tutti.
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Dopo due anni di lavori, presentato il restauro della facciata
della storica casa dei Gesuiti a Roma
Sono
stati presentati ieri, presso il Salone dello Scolasticato
di Piazza del Gesù, a Roma, i lavori di ristrutturazione della facciata della
casa della Compagnia di Gesù. La cerimonia di presentazione ha visto
rappresentanti di istituzioni civili e religiose insieme
per celebrare due anni di progetti e di impegno costante. Ci riferisce Emanuela
Campanile:
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E’
stata presentata ieri la rinnovata veste architettonica della Casa della Compagnia
di Gesù, casa in cui proprio Sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, visse insieme
ai suoi primi compagni e morì nel 1556, ma anche casa da dove San Francesco
Saverio partì per le Indie quasi dieci anni prima. Per la presentazione dei 24
mesi di duro lavoro, necessari per il recupero del complesso annesso alla
Chiesa del Gesù, si è pensato, e non a caso, proprio al 12 marzo, anniversario
della canonizzazione dei due Santi.
Scenografia
per l’evento, l’accogliente e possente Salone dello Scolasticato.
Tra i presenti, anche i rappresentanti della Segreteria di Stato, del Vicariato
e alcuni ambasciatori presso la Santa Sede. Ad aprire la serata è stato il
padre provinciale d’Italia, Francesco Tata, l’onorevole
Gianni Letta e prima ancora l’onorevole Francesco Rutelli,
vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro per i Beni e le Attività
culturali del governo italiano, che così ha commentato l’importanza della
presenza dei Gesuiti in una delle zone più centrali di Roma:
“Si
tratta di segni ancora viventi, perché, ad esempio, qui a Via degli Astalli l’ospitalità che si dà ai rifugiati, con una
grandissima azione umanitaria, rende onore proprio all'esperienza di quasi
mezzo millennio dei Gesuiti, alla loro storia e alla loro capacità di agire,
facendo sempre qualcosa di più”.
A concludere
la serata una nota musicale, quella del concerto eseguito dall’Accademia
Filarmonica Romana, diretta da mons. Pablo Colino.
**********
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Chiesa
e Società
Ucciso in Kenya un missionario ghanese dei Padri Bianchi
È stato ucciso sabato scorso a
Nairobi, da uomini armati non ancora identificati, padre Martin
Addai, religioso dei Missionari d’Africa, noti come
Padri Bianchi. Della sua morte si è appreso solo oggi. Padre Addai, 46 anni, di nazionalità ghanese,
era il rettore del Seminario di Teologia della sua Congregazione nella capitale
keniota, oltre che docente di Etica medica nel Tangaza
College, che fa parte dell’Università Cattolica
dell’Africa Orientale (CUEA). A riferire i particolari del fatto delittuoso, all’agenzia
missionaria MISNA, è stato padre Richard Baawobr, vice-superiore generale dei Missionari d’Africa,
precisando che padre Addai si stava recando, nel
primo pomeriggio del 10 marzo a bordo della sua auto, alla festa della comunità
ghanese locale, quando il mezzo è stato bloccato da
alcuni banditi, che hanno aperto il fuoco uccidendolo e abbandonandolo sul
ciglio della strada, la Mombasa Road nell’area sud di
Nairobi. Non è ancora chiaro quanti fossero i
malviventi che si sono poi allontanati con la macchina del religioso, ritrovata
solo domenica sera. (A
cura di Roberta Gisotti)
“L’Osservatore Romano” stigmatizza la presenza strumentale
di bambini alla manifestazione sui DICO
L’Osservatore Romano è tornato a
stigmatizzare la manifestazione di sabato scorso a Roma a favore dei DICO, in
particolare l’esibizione strumentale dei bambini da parte di adulti
omosessuali. Scrive il giornale vaticano: “Erano in molti, tra l’altro, i manifestanti
omosessuali che recavano sulle spalle o per mano dei bambini, frutto di
precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all’estero. Bambini la
cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine,
che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Ogni bambino,
almeno quando è nato, gode, anche nell’ordinamento italiano, di diritti che gli
vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si
trovino i loro genitori. Anche per questo – prosegue “L’Osservatore Romano” –
sfruttare la loro ingenuità appare un’operazione particolarmente criticabile.
Ma è anche, ancora una volta, la prova evidente di quale sia
la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppe
omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un
nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso – conclude l’articolo del
quotidiano della Santa Sede – che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato
a parlare siano state quasi esclusivamente le coppe
omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i
recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti”. (R.G.)
Nuovo Rapporto dell’ONU sui cambiamenti climatici,
mille gli esperti consultati: tra 20 anni centinaia di
milioni di persone
senz'acqua se non saranno subito ridotti i gas nocivi nell’atmosfera
Nuovo allarme rosso sui
cambiamenti climatici: bisogna ridurre subito i gas nocivi immessi nell’atmosfera ad
evitare conseguenze altrimenti devastanti per il Pianeta. L'appello sarà
lanciato ai Governi di tutto il mondo dal Gruppo intergovernativo sui
cambiamenti climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change), che fa capo alle
Nazioni Unite e che ha compilato un Rapporto con il contributo di circa mille
esperti. Il documento ancora in bozza, e che dovrà passare al vaglio delle
Commissioni nazionali, verrà presentato ad aprile a
Bruxelles, in Belgio, ma anticipazioni sono già trapelate sui media. Già fra
soli vent'anni – denuncia lo studio - centinaia di milioni di persone
rimarranno senza acqua, mentre epidemie come la malaria si estenderanno anche
in zone non tropicali; vaste aree sono inoltre a rischio inondazioni per
l'innalzarsi del livello dei mari ed interi habitat potrebbero essere
sconvolti, con l'estinzione di specie animali, ad esempio, gli orsi polari
entro mezzo secolo potrebbero salvarsi solo negli zoo. Ed ancora, nel 2050
l'Europa potrebbe perdere tutti i suoi ghiacciai e nel 2100 metà della
vegetazione mondiale potrebbe essere scomparsa. Non è escluso che si sia già
raggiunto il punto di non ritorno paventa il Gruppo di esperti che, istituito
dall'ONU nel 1988, ha il compito di fornire resoconti periodici sullo stato
della Terra. (R.G.)
Eletto il nuovo presidente
della Conferenza episcopale
del Burkina Faso e Niger
Da giugno la Conferenza episcopale
del Burkina Faso e Niger avrà
come presidente mons. Séraphim Rouamba,
arcivescovo di Koupéla, e come vicepresidente mons. Lucas Kalfa Sanou,
vescovo di Banfora. Le cariche sono state votate durante
la recente plenaria della Conferenza episcopale inter-territoriale del Burkina e del Niger. E’ stato l’attuale presidente, mons. Philippe Ouédraogo, vescovo di Ouahigouya, ad aprire e a condurre i lavori dell’Assemblea
chiamata a riordinare le strutture della stessa Conferenza, a varare il
bilancio, ed a nominare gli insegnanti nei Seminari maggiori. Alla plenaria,
che ha avuto luogo a Koupéla, nel Burkina
Faso, ha partecipato anche il nunzio apostolico, mons. Mario Roberto Cassari, giunto da Abidjan per la circostanza. (Jp.B.)
Belgio: nasce nuova mega Università cattolica
I quattro poli universitari
cattolici belgi si sono fusi per dare vita ad un unico grande ateneo. L’accordo
di fusione tra le Università di Lovanio, Bruxelles, Namur e Mons è stato firmato
ieri, con otto anni di anticipo rispetto alla data prevista inizialmente. Il nuovo
mega-Ateneo conterà in tutto 27.800 studenti, finora
distribuiti in modo disomogeneo nelle quattro Università esistenti, con in testa la storica Università di Lovanio.
La fusione servirà a razionalizzare il settore informatico e le strutture
didattiche, ma, come precisano i promotori, non pregiudicherà l’autonomia
didattica delle quattro istituzioni universitarie e garantirà il mantenimento
degli attuali posti di lavoro. La notizia è stata accolta complessivamente con
favore dai rettori delle altre Università libere belghe. (L.Z.)
FAO: segna il passo la lotta contro
la pesca illegale
Ancora lontana una soluzione
concreta per combattere la pesca illegale. Al termine dei lavori della
Commissione Pesca della FAO, svoltasi a Roma la scorsa settimana, le delegazioni
dei 132 Paesi partecipanti, insieme a 41 Organizzazioni intergovernative e a 29
ONG, si sono lasciate con il solo impegno di rivedersi. Ulteriori
consultazioni, infatti, si terranno nel 2007 e nel 2008 per arrivare ad una
bozza da presentare alla prossima riunione nel 2009 per la sua approvazione finale. Per ora solo la promessa di attivare alcune misure per
debellare la pesca illegale come sopralluoghi sulle navi prima che sia concesso
il diritto d'attracco, maggiori ispezioni nel porto d'approdo per verificare la
conformità della documentazione del carico e delle attrezzature, formazione
specifica per gli ispettori, maggiore condivisione delle informazioni sulle
imbarcazioni che hanno gia' presentato problemi di illegalita'. Secondo la FAO, la pesca illegale impedisce
una buona gestione dell’industria ittica a livello mondiale e comporta costi
ingenti, sia in termini di ricavi perduti che di denaro speso per combatterla.
Tuttavia, secondo il responsabile Campagna Mare di Greenpeace, Alessandro Gianni, le misure necessarie da
adottare per contrastare questa pratica sono ben note e ciò “dimostra
chiaramente che i Governi non fanno nulla per fermare il saccheggio dei nostri
oceani”. (E.L.)
Chiuse le attività del Programma
ONU nella Corea del Nord
Il personale Programma dell’ONU
per lo sviluppo (UNDP) lascerà la Corea del Nord il 17 marzo, dopo le accuse
degli Stati Uniti sull'utilizzo dei fondi delle Nazioni Unite al Paese
asiatico. L’UNDP farà rientrare sette dei nove impiegati nella capitale nordcoreana, lasciandone due per completare la sospensione
delle attività e che collaboreranno anche per l'indagine indipendente circa
l’uso dei fondi ONU, richiesta dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, all'indomani delle
polemiche seguite alle accuse degli Usa. Altri 22 impiegati nordcoreani
coinvolti nelle attività dell'UNDP smetteranno di lavorare, come i colleghi
dell'ONU, il 15 marzo. (R.G.)
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
- A cura di Fausta Speranza –
- Daniele Mastrogiacomo
''sta bene'' ed è ''detenuto in una base dei taleban'': è quanto ha detto all'AFP in una conversazione
telefonica un portavoce dei talebani, Youssouf Ahmadi, aggiungendo che sono in corso ''contatti indiretti'' con le autorità italiane. Il ministro degli
Esteri, Massimo D'Alema, ha confermato che Daniele Mastrogiacomo è vivo e che sono stati stabiliti canali
''soprattutto di carattere umanitario'' per arrivare
quanto prima alla sua liberazione. Intanto, in tre attentati suicidi
nel sud dell'Afghanistan sono stati uccisi oggi quattro civili e altri 13 sono
stati feriti, fra cui uno straniero. Gli
attentati non sono stati per ora rivendicati. Da una
settimana l'ISAF, la Forza di pace internazionale nel Paese, è impegnata in
un'offensiva - la più importante che abbia lanciato finora - nel nord della
provincia di Helmand, epicentro dell'insurrezione dei
talebani e uno dei luoghi principali del traffico di droga.
- I servizi palestinesi di
sicurezza proseguono
le ricerche di Alan Johnston,
il giornalista della BBC rapito ieri da miliziani armati mentre tornava nella
sua abitazione nel rione Rimal di Gaza. Il quotidiano
al-Quds scrive che in seguito all'episodio - severamente
condannato sia da Hamas sia da al-Fatah - è stato
elevato lo stato di allerta nelle forze palestinesi. I posti di blocco sono
stati rafforzati. Secondo il ministro degli Interni, Said
Siam, di Hamas, ''forze esterne'' sarebbero
impegnate ''ad intorbidire le acque''
nei Territori palestinesi, mentre la leadership politica si accinge a
presentare il nuovo governo di unità nazionale guidato da Ismail
Haniyeh. Il
rapimento di Johnston non è stato finora rivendicato,
né è noto se i rapitori abbiano chiesto alcun riscatto.
- Il premier iracheno, Nuri al Maliki, è giunto questa
mattina in visita a Ramadi, capoluogo della provincia
sunnita di al Anbar, teatro
delle maggiori violenze di tutto l'Iraq. Si tratta della prima visita del genere
da quando al Maliki ha assunto la guida del governo,
nel maggio dello scorso anno. A Ramadi, 110 km ad
ovest di Baghdad, considerata una delle roccaforti di al
Qaida in Iraq, è attesa anche una visita del comandante in capo delle forze USA in Iraq,
il generale David Petraeus.
Sempre questa mattina, a Baghdad, tre agenti della polizia irachena sono stati
uccisi ed un quarto è rimasto ferito in un attacco degli insorti nella parte orientale
della capitale, nel quartiere Beith Zeiuna. A Waziriya, ancora nella
parte orientale della città, l'esplosione di un ordigno artigianale ha causato
la morte di una persona e il ferimento di altre due.
- In relazione all’Iraq, ma anche
all’Afghanistan, uno studio pubblicato negli Stati Uniti dal Journal of the
American Medical Association
ha stabilito che circa un quarto dei militari USA che hanno combattuto in questi
Paesi e sono poi stati
ricoverati al loro ritorno negli Stati Uniti soffrono di problemi mentali. La percentuale sale
addirittura al 31 per cento se si prendono in considerazione problemi come le
violenze domestiche. La ricerca, condotta in cooperazione con l'Università della California, ha
esaminato il caso di oltre 103 mila soldati, tra il 2001 ed il 2005.
- Un sunnita e uno sciita sono
stati uccisi oggi a colpi di arma da fuoco a Dera Ismail
Khan, nel Pakistan nord occidentale, facendo salire a sette in una settimana il
numero dei morti attribuiti a violenze fra le due comunità musulmane nella
regione. Per cercare di arginare questo drammatico stillicidio, le autorità
cittadine hanno vietato per due giorni la circolazione di motocicli, dal momento
che questo è il mezzo di trasporto comunemente usato dai sicari per compiere i
loro agguati. Nella città pakistana, nel corso degli ultimi sette giorni, sono
stati già uccisi tre sciiti e due sunniti. Dall'inizio degli anni '90, le
violenze interconfessionali fra musulmani hanno fatto circa 4.000 morti. Il 97%
dei 160 milioni di abitanti del Pakistan è musulmano, e l'80% di essi è sunnita.
- Gli ambasciatori presso l'ONU
delle sei grandi potenze hanno compiuto lunedì ''importanti progressi''
nei negoziati su un nuovo progetto di risoluzione che inasprisce le sanzioni
contro l'Iran per le sue attività nucleari. Lo ha affermato il rappresentante
britannico, Emyr Jones Parry, al termine di una riunione di due ore con i colleghi
degli altri quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU (USA,
Russia, Cina, Francia) e della Germania. Intanto,
l'Iran si dice pronto ad offrire garanzie di sicurezza sul suo programma
nucleare se la questione sarà ritirata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, ha
affermato a
Ginevra il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr
Mottaki. La questione del nucleare iraniano ''non può
essere risolta con pressioni o tramite il Consiglio di sicurezza'',
ha aggiunto pronunciandosi per negoziati senza pre-condizioni.
- Mohamed
El Baradei, direttore
dell'agenzia dell'ONU per il controllo della proliferazione nucleare, è partito oggi per una
missione di importanza cruciale nella
Corea del Nord. Il capo dell'Agenzia internazionale
per l'Energia atomica (AIEA), discuterà con i suoi interlocutori della sorte
del reattore di Yongbyon,
che la Corea del Nord si è impegnata a
chiudere entro la metà di aprile in cambio di aiuti finanziari. E' la prima
volta dal 2002 che un responsabile dell'AIEA visita il piccolo Paese comunista.
Nel corso della visita di El
Baradei, si discute del ritorno degli ispettori
dell’AIEA e del disarmo atomico nordcoreano. Ma è sul
punto di terminare l’isolamento di Pyongyang?
Risponde Maurizio Simoncelli, esperto di geopolitica
del Consiglio direttivo di Archivio Disarmo, intervistato da Giada Aquilino:
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R. - Questo è uno dei
primi passi che può dare il via a un diverso equilibrio nell’area del nord
Asia. Certamente, questo può influire positivamente sugli equilibri esistenti
in quell’area. Non dimentichiamo che il Giappone, poco tempo fa, aveva parlato addirittura di dotarsi anch’esso di armi nucleari.
D. - Ma perché c’è
stata questa corsa agli armamenti nucleari da parte di Pyongyang?
R. - L’arma nucleare è
un’arma doppia, è un’arma di distruzione di massa e quindi serve a rafforzare
la forza militare di uno Stato. Ma, in molti casi, è più che altro un’arma
diplomatica, che imposta diversamente i rapporti di forza. Uno, due, tre missili nucleari in dotazione alla Nord Corea non
possono certamente minacciare grandi potenze nucleari, come possono essere la
Cina la Russia o gli Stati Uniti o la Francia, ma certamente fa sì che questi
Paesi entrino all’interno di un club nucleare in cui comunque lo status
politico ha un certo significato.
D. - L’accordo dello
scorso febbraio e la missione di El Baradei possono in qualche modo costituire un primo passo
anche verso la soluzione della crisi nucleare iraniana?
R. - Certamente, è in questo senso
che bisogna muoversi. Rinforzare, rinvigorire gli strumenti che il TNP, il
Trattato di non proliferazione nucleare, prevede. Un panel internazionale è stato in
grado di arrivare a un accordo con la Corea del Nord e riportarla all’interno
di una dialettica positiva.
**********
-Il ventilato accordo per una soluzione
negoziale della crisi politica libanese verrà annunciato
in Arabia Saudita prima del vertice della Lega Araba, in programma il 28-29
marzo a Riad. Lo ha riferito il quotidiano libanese As Safir riferendosi alla crisi
scoppiata quattro mesi fa dopo le dimissioni dei cinque ministri sciiti dal governo
del premier Fuad Siniora. La strada verso un'intesa
sarebbe stata aperta dai tre incontri dei giorni scorsi, che il leader sunnita
della maggioranza parlamentare, Saad Hariri, e il presidente del Parlamento e leader sciita, Nabih Berri, alleato di
Hezbollah, hanno avuto a Beirut, registrando ''progressi''.
- Nuove violenze e almeno due
civili morti ed una decina di feriti, alcuni in gravi condizioni, oggi a
Mogadiscio. Lo rendono noto fonti concordi, anche se
non ci sono conferme ufficiali. La dinamica è sempre tragicamente la stessa dei
giorni scorsi: agguato contro un convoglio di truppe etiopiche e durissima
reazione degli attaccati. La scia di sangue nella capitale somala - dove
intanto oggi si è formalmente installato il governo, dopo il via libera
ufficiale dato ieri dal Parlamento - è ormai infinita. Da febbraio, almeno 70
morti tra i civili, oltre 150 feriti, e molte migliaia (15.000 secondo l'ONU)
di persone in fuga. E l'arrivo delle avanguardie delle forze di pace africane
(finora circa 1.200 ugandesi) non ha certo migliorato
la situazione.
- Il presidente americano, George W. Bush, ha lasciato ieri sera
Città del Guatemala per il Messico, ultima tappa del suo giro di una settimana
in cinque Paesi dell'America Latina. I principali risultati di questa visita sembrano
essere legati all'annuncio di un piano antidroga regionale, i cui particolari devono
ancora essere perfezionati, e alla manifestazione di volontà da parte
statunitense di risolvere la delicata questione dell'emigrazione
centroamericana negli USA.
- La salute di Fidel
Castro, 80 anni, operato a fine luglio dopo un emorragia intestinale
''sta chiaramente migliorando''
ed i ''nemici di Cuba'' che lo davano per morto
''dovranno aspettare''. Lo ha affermato oggi, a Parigi, il ministro
degli Esteri cubano, Felipe Perez
Roque. Fidel Castro
''riprende peso, fa esercizi fisici e si sente più forte
anche se la convalescenza è lunga perchè ha subito un'operazione molto complessa'', ha aggiunto il ministro che ha incontrato la stampa all'ambasciata di Cuba,
dopo una riunione dei Paesi non allineati alla sede dell'UNESCO.
- Dopo l'uscita di scena di Jacques Chirac, è ormai gara a
tre al primo turno dell'elezione presidenziale francese fra Nicolas Sarkozy, Segolene Royal e Francois Bayrou. Il candidato della destra
post-gollista resta in testa con il 27% delle intenzioni di voto, ma
perde quattro punti rispetto alla precedente rilevazione, seguito dalla
sfidante socialista, stabile al 25.5%, e dal centrista con il 23%, che guadagna
4,5 punti. Chirac dovrebbe far conoscere la sua
indicazione di voto dopo il 19 marzo, giorno in cui il Consiglio costituzionale
comunicherà ufficialmente i nomi dei candidati. Ci si chiede se il capo
dello Stato si pronuncerà per Sarkozy, uno della sua
stessa famiglia politica, presidente di quel partito, l'UMP, che lui stesso ha
creato nel 2002. A qualcuno è sembrato che il silenzio di Chirac
sulla sua preferenza nel messaggio televisivo di addio adombrasse una
sconfessione della politica di Sarkozy e in
particolare della sua recente proposta di creare ''un Ministero dell'imigrazione e dell'identità nazionale''.
Il mandato di Chirac scade la mezzanotte del 16
maggio. Prima, ci sarà la celebrazione del 50.mo
anniversario del Trattato di Roma in programma il 25 marzo a Berlino.