RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI n. 72 - Testo della trasmissione di martedì 13 marzo 2007

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Presentata l'Esortazione apostolica postsinodale del Papa sull'Eucaristia “Sacramentum Caritatis

 

Il cardinale Angelo Scola si sofferma sui “valori non negoziabili”, nella conferenza stampa di presentazione della “Sacramentum Caritatis

 

Nel pomeriggio in Vaticano, l’incontro tra il Papa e il presidente russo Vladimir Putin

 

La comunità laicale “Shalom” riceve il riconoscimento pontificio. Nata in Brasile 25 anni fa per evangelizzare i giovani, oggi è diffusa in tutto il mondo

 

Le opere di quattro pittori russi esposte a Palazzo San Calisto. Il cardinale Paul Poupard: descrivono il desiderio di bellezza e speranza racchiuso nell'uomo

 

Oggi su “L’Osservatore Romano”

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Zimbabwe: cresce la preoccupazione internazionale per la repressione dell'opposizione attuata dal regime di Mugabe: ce ne parla Enrico Casale

 

La salvaguardia della terra chiede agli Stati di incrementare l'uso delle energie rinnovabili: con noi Alfonso Pecoraro Scanio, Michele Calcaterra e mons. Aldo Giordano

 

Dopo due anni di lavori, presentato il restauro della facciata della storica casa dei Gesuiti a Roma  

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ucciso in Kenya un missionario ghanese dei Padri Bianchi

 

“L’Osservatore Romano” stigmatizza la presenza strumentale di bambini alla manifestazione sui DICO

 

Nuovo Rapporto dell’ONU sui cambiamenti climatici, mille gli esperti consultati: tra 20 anni centinaia di milioni di persone senz'acqua, se non saranno subito ridotti i gas nocivi nell’atmosfera

 

Eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso e Niger

 

Belgio: nasce nuova mega Università cattolica

 

FAO: segna il passo la lotta contro la pesca illegale

 

Chiuse le attività del Programma ONU nella Corea del Nord

 

24 ORE NEL MONDO:

Proseguono i contatti con i rapitori di Daniele Mastrogiacomo, mentre l’Afghanistan è teatro di nuove violenze

 

Importante missione in Corea del Nord di El Baradei, capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica

 

 

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Il Papa e la Santa Sede

 

 

Presentata l'Esortazione apostolica postsinodale del Papa

 sull'Eucaristia "Sacramentum Caritatis"

 

E’ stata presentata stamane nella Sala Stampa vaticana l’Esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI "Sacramentum Caritatis” sull’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Il documento pontificio raccoglie le indicazioni emerse dall’ultimo Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2005, dedicato al Mistero eucaristico. Ce ne parla Sergio Centofanti. 

 

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“Sacramento della Carità, la Santissima Eucaristia è il dono che Gesù Cristo fa di se stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo”. Inizia così la prima Esortazione apostolica del Pontificato di Benedetto XVI: il Papa sottolinea che la Chiesa “trova nell’Eucaristia il suo centro vitale”, impegnandosi costantemente ad annunciare a tutti, opportune importune”, ovvero “in ogni occasione opportuna e non opportuna”, che “Dio è amore”. Riguardo allo sviluppo del rito eucaristico, il documento ribadisce “la validità del rinnovamento liturgico” avviato dal Concilio Vaticano II, nonostante “taluni abusi”: si tratta – afferma il Papa – di leggere i cambiamenti conciliari secondo la cosiddetta “ermeneutica della continuità”, “continuità con tutta la grande tradizione ecclesiale”, cioè “senza introdurre artificiose rotture”.

 

L’Eucaristia – leggiamo nell’Esortazione - è “una realtà che supera ogni comprensione umana”: in questo Sacramento Gesù “dà nonqualche cosa’ ma se stesso; egli offre il suo corpo e versa il suo sangue”. E’ un dono assolutamente gratuito grazie al quale “siamo resi partecipi dell’intimità divina”. Il Papa sottolinea con forza la “ novità radicale del culto cristiano” rispetto all’antica cena sacrificale ebraica. “Quella cena per noi cristiani – spiega – non è più necessario ripeterla … ciò che annunciava le realtà future ha ora lasciato il posto alla verità stessa. L’antico rito si è compiuto ed è stato superato definitivamente attraverso il dono d’amore del Figlio di Dio incarnato”. Nell’Eucaristia Gesù “ci attira dentro di sé”, coinvolgendoci “nella dinamica della sua donazione”: è un “cambiamento radicale” che “come una sorta di fissione nucleare … portata nel più intimo dell’essere” suscita “un processo di trasformazione della realtà, il cui termine ultimo sarà la trasfigurazione del mondo intero, fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti”.

 

Il documento mette quindi in evidenza che “Cristo stesso nel sacrificio della croce ha generato la Chiesa come sua sposa e suo corpo”: dunque il mistero eucaristico accresce “la consapevolezza dell’inseparabilità tra Cristo e la Chiesa”. Sulla base di questa verità è possibile rilanciare anche il dialogo ecumenico, nella consapevolezza che non è possibile la partecipazione dei cristiani non cattolici all’Eucaristia se non in “determinate ed eccezionali situazioni”.  Dal punto di vista pastorale Benedetto XVI invita le parrocchie a dare particolare rilievo alla Prima Comunione: si tratta di un momento decisivo non solo per la persona ma per l’intera famiglia. In tantissimi fedeli questo giorno rimane infatti “giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui … si è percepita l’importanza dell’incontro personale con Gesù”. Il Papa esorta anche a riscoprire l’adorazione eucaristica e la pratica della Confessione frequente per evitare “una certa superficialità nell’intendere l’amore stesso di Dio”. Anche “l’uso delle indulgenze ci aiuta a comprendere che con le nostre sole forze non saremmo capaci di riparare al male compiuto”.

 

Il Papa ricorda che l’ordinazione sacerdotale è “la condizione imprescindibile per la celebrazione valida dell’Eucaristia” e nello stesso tempo esorta i sacerdoti ad avere “coscienza che tutto il loro ministero non deve mai mettere in primo piano loro stessi o le loro opinioni, ma Gesù Cristo. Contraddice l’identità sacerdotale ogni tentativo di porre se stessi come protagonisti dell’azione liturgica”.  Poi “pur nel rispetto della differente prassi e tradizione orientale” ribadisce “il senso profondo del celibato sacerdotale”, come “conformazione allo stile di vita di Cristo stesso” e “segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al regno di Dio”: e ne conferma “l’obbligatorietà per la tradizione latina”.

 

Riguardo al rapporto tra Eucaristia e indissolubilità del matrimonio il Papa rileva che “il vincolo coniugale è intrinsecamente connesso all’unità eucaristica tra Cristo sposo e la Chiesa sposa”. “Speciale attenzione” deve essere poi portata alla dolorosa situazione dei divorziati risposati: un problema complesso che va affrontato con amore e nella verità. “Matrimonio e famiglia – si legge nel documento – sono istituzioni che devono essere promosse e difese da ogni possibile equivoco sulla loro verità, perché ogni danno arrecato ad esse è di fatto una ferita che si arreca alla convivenza umana come tale”.

 

Benedetto XVI invita a curare in modo particolare la bellezza della liturgia: “non è mero estetismo, ma modalità con cui la verità dell’amore di Dio in Cristo ci raggiunge, ci affascina, ci rapisce”. Nel documento c’è il richiamo all’obbedienza “fedele alle norme liturgiche nella loro completezza” perché la liturgia eucaristica “non è a disposizione del nostro arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del momento”. Inoltre “la semplicità dei gesti e la sobrietà dei segni posti nell’ordine e nei tempi previsti comunicano e coinvolgono di più che l’artificiosità di aggiunte inopportune”. Posto di rilievo va dato anche al canto liturgico, evitando “l’introduzione di generi musicali non rispettosi del senso della liturgia” e valorizzando invece “adeguatamente” il canto gregoriano.

 

Il Papa afferma “la necessità di migliorare la qualità dell’omelia” evitando “omelie generiche e astratte”, e chiede che sia posta “grande attenzione alla proclamazione della Parola di Dio da parte di lettori ben preparati”. Rileva anche il senso profondo,  dello scambio della pace, “segno di grande valore” soprattutto in questo tempo “così spaventosamente carico di conflitti”, ma guardando alla opportunità “di moderare questo gesto” che talora può suscitare “confusione nell’assemblea proprio prima della Comunione”. Non si esclude la possibilità di collocare questo segno in altro momento,  “ad esempio prima della presentazione dei doni all’altare”. Invita quindi a un tempo di silenzio dopo la Comunione. Per quanto riguarda la partecipazione attiva dei laici alla celebrazione il documento nota “qualche incomprensione” delle indicazioni conciliari: per partecipazione non si intende infatti “una semplice attività esterna” ma piuttosto la “consapevolezza del mistero che viene celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana”. Resta fermo poi il fatto che è il sacerdote a presiedere “in modo insostituibile” l’intera celebrazione eucaristica “dal saluto iniziale alla benedizione finale”.

 

Il Pontefice esorta con forza ad assicurare l’assistenza spirituale ai carcerati, ai malati e a dare un’attenzione particolare ai disabili, rimuovendo eventuali ostacoli architettonici negli edifici sacri. Si deve poi assicurare la comunione eucaristica, “per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati”. Nel documento si parla dell’opportunità per i grandi incontri internazionali di ricorrere all’uso del latino, eccettuate le letture, l’omelia e la preghiera dei fedeli. Il latino infatti meglio esprime “l’unità e l’universalità della Chiesa”. Il Papa chiede che i futuri sacerdoti siano preparati a comprendere e a celebrare la Messa in latino e che i fedeli siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino. Per quel che riguarda invece le celebrazioni eucaristiche in piccoli gruppi queste non devono essere “sentite in antagonismo o in parallelo rispetto alla vita della Chiesa particolare”. C’è poi nel testo pontificio la sottolineatura della partecipazione all’Eucaristia nella Domenica, giorno del Signore e giorno del riposo dal lavoro: non sia la Domenica – si legge – “un giorno vuoto di Dio” e "l'uomo non si lasci asservire dal lavoro", "non lo idolatri".

 

Benedetto XVI invita a vivere in modo profondo il mistero eucaristico, il cui contenuto è “l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri”. Il cristiano è  così chiamato a testimoniare concretamente sul piano sociale e politico l’amore di Cristo, facendosi “pane spezzato per gli altri” e impegnandosi “per un mondo più giusto e fraterno”, denunciando lo scandalo della fame, il dramma dei profughi, il crescente divario tra ricchi e poveri provocato da “certi processi di globalizzazione”. Il Papa richiama anche i politici alla “coerenza eucaristica” sostenendo leggi che rispettino valori fondamentali come la “vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori – ripete -  non sono negoziabili”.

 

Un pensiero accorato poi rivolge ai cristiani che ancora oggi soffrono per la mancanza della libertà religiosa e per i quali “il solo recarsi in Chiesa costituisce un’eroica testimonianza” che li espone all’emarginazione e alla violenza. Benedetto XVI annuncia infine che sarà pubblicato un Compendio eucaristico “per la corretta  comprensione, celebrazione e adorazione del Sacramento”.

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Il cardinale Angelo Scola si sofferma sui “valori non negoziabili”,

nella conferenza stampa di presentazione della “Sacramentum Caritatis

 

L’esortazione "Sacramentum Caritatis" è stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, relatore generale all’XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi,  e da mons. Nikola Eterović, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. La conferenza è stata seguita per noi da Alessandro Gisotti: 

 

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“L’insistenza del Santo Padre, in questi due anni di pontificato, sulla verità dell’amore ci dice con chiarezza che siamo di fronte ad uno dei temi cruciali su cui si gioca il futuro della Chiesa e dell’umanità”. E’ quanto affermato dal cardinale Angelo Scola, che ha messo in luce il forte legame tra la Sacramentum Caritatis e l’Enciclica Deus caritas est. La lettura e lo studio dell’Esortazione, ha proseguito, “poggia sull’inscindibile nesso di tre aspetti: Mistero eucaristico, azione liturgica e nuovo culto spirituale”. Ha quindi ribadito che la dottrina di Benedetto XVI “rappresenta un paradigma di recezione dei testi conciliari”. Nell’Esortazione, ha poi rilevato, si afferma con forza il nesso tra l’Eucaristia e i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio. Si è così soffermato sulla rilevanza antropologica dell’Eucaristia, “un dono per l’uomo che risponde alle sua attese”, corredata da una riflessione:

 

“La forma eucaristica dell’esistenza, dice il Santo Padre, può davvero favorire un autentico cambiamento di mentalità nel modo con cui leggiamo la storia ed il mondo”.

 

“Ogni fedele – ha aggiunto - è pertanto chiamato ad una profonda trasformazione della propria esistenza”. Proprio “nell'autenticità della fede e del culto eucaristico si trova il segreto di una ripresa della vita cristiana capace di rigenerare il Popolo di Dio”. E’ nel mistero della divina Eucaristia, ha avvertito il porporato, che “si spalanca l’accesso alla realtà di Dio che è amore”. Il patriarca di Venezia ha così risposto alle domande dei giornalisti, molte riguardanti quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Benedetto XVI. Il cardinale Scola ha sottolineato che la Chiesa non ha “alcuna fobia verso gli omosessuali”, perché per Essa esistono le persone, non le categorie. Quindi, ha ribadito che pur non intervenendo nel dibattito politico, i vescovi hanno il dovere di difendere la famiglia fondata sul matrimonio:

 

“Sulla questione specifica dei DICO io non qualificherei di impegno politico questi pronunciamenti. Non mi pare che possiedano questo carattere. Sono invece pronunciamenti che fanno parte del normale insegnamento magisteriale, che loro tocca e loro compete e, come tali, sono proposti all’attenzione di tutti, in modo particolare all’attenzione dei cristiani e, in modo del tutto speciale, a quella dei cristiani impegnati in politica”.

 

Le unioni civili, ha spiegato, non sarebbero comunque accettabili anche qualora non fossero tra omosessuali. Quindi, si è soffermato sui richiami dei pastori ai fedeli, specie se impegnati in politica:

 

“Un vescovo non risponde fino in fondo alla sua missione se non richiama tutti quanti, in particolare i politici, al fatto che hanno il dovere di conformare la loro coscienza certa, rendendola retta attraverso un paragone con la verità. I vescovi devono richiamare in concreto questi contenuti, questi principi cosiddetti non negoziabili. E’ chiaro che l’indicazione del Santo Padre è netta nei confronti dei politici, netta nei confronti dei vescovi, e però non può sostituirsi alla prudenza pastorale dei vescovi”.

 

Tra gli altri temi affrontati in conferenza stampa, il cardinale Scola ha indicato quanto la liturgia stia a cuore a Benedetto XVI. Il Papa, ha detto, mette l’accento sul valore della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Una sottolineatura che non contrasta affatto con un rinnovato ricorso, nelle celebrazioni, al latino e al canto gregoriano. Ancora, ha ribadito che il celibato dei sacerdoti non è un obbligo per ragioni funzionali, ma si tratta invece di una scelta sponsale: “è immedesimazione con il cuore di Cristo”.

 

Dal canto suo, mons. Nikola Eterović ha messo l’accento sul numero degli interventi dei padri sinodali, 232, senza contare gli interventi liberi. Proprio quest’ultima, ha detto, è stata una delle modifiche volute da Benedetto XVI al Sinodo, “per favorire una discussione più vivace”. La Sacramentum Caritatis, ha concluso, “ripropone in modo aggiornato alcune verità essenziali della dottrina eucaristica, esortando ad una dignitosa celebrazione del sacro rito, ricordando l’urgente necessità di svolgere una vita eucaristica nella vita di ogni giorno”.

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Nel pomeriggio in Vaticano, l’incontro tra il Papa

e il presidente russo Vladimir Putin

 

Il Papa incontrerà oggi pomeriggio in Vaticano il presidente russo Vladimir Putin. Si tratta del primo colloquio tra Putin e Benedetto XVI. Il presidente russo ha incontrato due volte Giovanni Paolo II, nel 2000 e nel 2003. In un’intervista alla nostra emittente, il nunzio apostolico Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede nella Federazione Russa, ha espresso l’auspicio che l’incontro di oggi possa rafforzare il dialogo tra cattolici ed ortodossi.

 

 

Nomine

 

In Messico, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas il sacerdote Fabio Matínez Castilla, del clero dell’arcidiocesi di Yucatán, parroco della parrocchia di San Francisco de Asísdi Umán e direttore diocesano dei “Cursillos de Cristiandad”. Il neo presule, 56 anni, ha compiuto gli studi ecclesiastici nel Seminario di San Idelfonso dell’arcidiocesi di Yucatán. Ha svolto, tra gli altri, i seguenti ministeri e incarichi di formatore di Seminario e cappellano dei Fratelli Maristi. Dal 1986 al 1994, è stato missionario nella diocesi angolana di Uige e, quindi, più volte parroco.

 

Il Papa ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. Aaron J. Ciechanover, docente di Biochimica nella Facoltà di Medicina del Technion - Israel Institute of Technology di Haifa, in Israele.

 

 

La comunità laicale “Shalom” riceve il riconoscimento pontificio.

Nata in Brasile 25 anni fa per evangelizzare i giovani

 

Questa mattina quasi 500 pellegrini sono giunti a Roma, in maggior parte dal Brasile, per festeggiare il riconoscimento pontificio della Comunità cattolica Shalom, nata in Brasile 25 anni or sono ad opera di un giovane laico, Moises de Azevedo Filho. Il decreto di approvazione degli Statuti della Comunità è stato firmato alle ore 11 nell'Aula Magna della sede del Pontificio Consiglio per i Laici, alla presenza del presidente del dicastero e del cardinale brasiliano, Claudio Hummes, attualmente prefetto della Congregazione per il clero e grande estimatore della Comunità. La Comunità Shalom, nata per evangelizzare i giovani, diventa così una Associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio, la prima in America Latina di questo genere di “comunità nuove”. Il lavoro della Comunità raggiunge oggi con i suoi missionari 10 Paesi, dalle Americhe al Medio Oriente. Alla cerimonia di questa mattina erano presenti membri e amici del movimento provenienti anche da Israele, Canada, Francia, oltre che da diverse città brasiliane, dove la Comunità è presente in 52 diocesi. Questo pomeriggio, alle 18, è in programma la Santa Messa di ringraziamento nella Basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal cardinale Hummes. A seguire, un musical internazionale dal titolo "Risposta" presso il Teatro Orione in via Tortona. Domattina, tutti parteciperanno all’udienza generale del mercoledì. (A cura di Giovanni Peduto)

 

 

Le opere di quattro pittori russi esposte a Palazzo San Calisto.

Il cardinale Paul Poupard: descrivono il desiderio di bellezza

e speranza racchiuso nell'uomo

 

Quattro artisti russi e una forza pittorica che mette su tela la speranza di un mondo trasfigurato dalla bellezza dello Spirito. E’ quanto traspare dai quadri della mostra intitolata “Terra del Signore”, inaugurata oggi a Palazzo San Calisto, in Vaticano, dal cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. I quattro autori dei dipinti esposti sono Nikolaj Anochin, Nikolaj Tret’jakov, Il’ja Kaverznev e Serghej Smirnov, membri del collettivo “Mondo Russo”. Ricordando come il dicastero vaticano, sin dalla sua fondazione, abbia avuto come missione quella di “accogliere a Roma i rappresentanti della cultura interessati a conoscere meglio l'azione della Chiesa” in questo campo, il cardinale Poupard si è soffermato sui particolari paesaggistici ritratti nei quadri - il silenzio della terra sotto il manto della neve, scene popolari nella festa del santo, la quieta solitudine di una chiesetta di campagna: “Tutto - ha osservato il cardinale Poupard - parla di serena bellezza, di una terra promessa, reale, ma ancora da conquistare. In questo senso, penso che i vostri quadri - ha aggiunto - non rappresentano una visione nostalgica del passato idealizzato, ma l’attesa di un futuro, l’aspirazione ultima dell’uomo”.

 

Oggi su “L’Osservatore Romano”

 

Servizio vaticano - In primo piano l'Esortazione Apostolica post-Sinodale dal titolo "Sacramentum Caritatis".

 

Servizio estero - In evidenza l'Iraq: un bambino ucciso e quattro feriti da colpi di mortaio nella cittadina di Iskandaiya. A Baghdad trovati venti cadaveri.

 

Servizio culturale - Pagina de "L'Osservatore Libri" - Un articolo di Giuseppe Appella intitolato "Le 'grandi curiosità' e i 'moltplici interessi' di un autore poliedrico": il catalogo della mostra "Achille Perilli. Liberi segni, insane geometrie".

 

Servizio italiano - In evidenza il tema degli incidenti sul lavoro.

 

 

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Oggi in Primo Piano

 

Zimbabwe: cresce la preoccupazione internazionale

per la repressione dell'opposizione attuata dal Regime di Mugabe

 

Cresce la preoccupazione della comunità internazionale per la dura repressione attuata in Zimbabwe dal regime del presidente Robert Mugabe. Il leader dell'opposizione dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai, arrestato domenica insieme ad altri oppositori, è apparso oggi in tribunale con altre 50 persone, dopo avere subito gravi maltrattamenti. Una dura condanna per la brutalità delle forze di sicurezza è stata espressa dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. L’intervento della polizia per disperdere il raduno del movimento di opposizione ha provocato la morte di una persona e il ferimento di molti altri. Sulla situazione nel Paese africano Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, africanista della rivista dei gesuiti Popoli:

 

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R. - L’accelerazione della crisi è iniziata nel 2000, con la riforma agraria che ha espropriato le terre ai bianchi, terre che avrebbero dovuto essere assegnate alla povera gente e invece sono andate a finire in mano ai gerarchi del regime. Questo ha provocato un crollo dell’economia, un aumento della povertà e il crescere di tensioni politiche e sociali.

 

D. - Quello che preoccupa molto, soprattutto in queste ore, la Comunità internazionale, è la violazione dei diritti umani nel Paese, soprattutto nei confronti degli oppositori del regime di Mugabe

 

R. - Quella della violazione dei diritti umani è una costante del regime di Mugabe. Già poco tempo dopo l’indipendenza, Mugabe fu autore di una durissima repressione contro l’etnia minoritaria, gli ndebele, che provocò una strage. Questa è diventata una costante, anche negli anni successivi, nei confronti degli oppositori, anche quelli che appartengono alle etnie maggioritarie, gli shona.

 

D. – Tuttavia oggi, gli occhi del mondo sono puntati finalmente sullo Zimbabwe e il fatto che il capo dell’opposizione sia stato sottoposto a processo dopo essere stato visibilmente torturato, potrebbe scatenare delle reazioni, implicare degli effetti…

 

R. - Sì, potrebbe scatenare delle reazioni a livello di ulteriori sanzioni nei confronti del regime di Mugabe, ma ho paura che se venissero applicate ulteriori sanzioni, la stretta di Mugabe sul Paese aumenterebbe ancora, come era già capitato quando erano state poste delle sanzioni alcuni anni fa, perché tutto il mercato nero è controllato dai gerarchi del regime e quindi aumenterebbe la pressione sulla popolazione e aumenterebbe ancora la povertà di un Paese già in ginocchio.

 

D. – Ecco, chi è Morgan Tsvangirai, il capo dell’opposizione,  e chi lo sostiene?

 

R. - E’ un ex sindacalista che ha preso la guida di questo movimento, si chiama MDC il partito di opposizione, che è andato vicino, agli inizi del 2000, alla vittoria delle elezioni, elezioni che si dice fossero state truccate. Poi ha guidato questo movimento nel corso degli anni, anche se questo movimento di opposizione ha subito diversi conflitti interni e queste frizioni all’interno del MDC non hanno fatto che aumentare il potere di Mugabe e del suo partito.

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La salvaguardia della terra chiede agli Stati

di incrementare l'uso delle energie rinnovabili

 

Attualmente, la fornitura energetica mondiale è ancora dominata dai combustibili fossili, mentre il contributo delle energie rinnovabili arriva solo al 13%. E’ uno dei dati principali emerso ieri a Roma durante il convegno su “Politiche energetiche e cambiamenti climatici”, promosso dall’Associazione culturale Greenaccord. L’industria delle energie rinnovabili però è in crescendo: dal 2004 al 2005, gli investimenti in questo settore sono aumentati del 50% rispetto all’anno precedente. Ce ne parla Marina Tomarro:

 

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C’è bisogno di una maggiore sensibilizzazione sul tema dell’ambiente da parte dei cittadini e del mondo delle imprese, per costruire insieme un’economia pulita che guardi verso il futuro e non al passato: cosi ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in occasione della Conferenza sulle politiche energetiche e i cambiamenti climatici. Ascoltiamo il suo commento:

 

“Oggi si tratta di convincere gli Stati Uniti, innanzitutto, ed anche Cina ed India, della scelta comune che serve per il pianeta. Il mondo deve decidere di ridurre l’impatto devastante che sta avendo sui cambiamenti climatici e stabilire un obiettivo di energie rinnovabili - e di energia derivante dal sole, soprattutto - per l'intero pianeta”.

 

E dal convegno è emerso anche che l’Italia è tra gli ultimi posti dei Paesi europei nell’uso delle energie rinnovabili, nonostante la ricchezza di sole acqua e vento, fonti principali di queste nuove energie. Michele Calcaterra, docente di Finanzia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano:

 

“L’opportunità di investimento in energie rinnovabili nel mercato italiano è un’esperienza relativamente recente. Adesso, grazie anche alla globalizzazione, anche in Italia le opportunità di investimento in energie rinnovabili sono una realtà che sta a disposizione di tutti, molto facilmente accessibile, perché garantisce un ritorno finanziario competitivo rispetto a quello delle energie tradizionali”.

 

Ma favorire l’uso delle energie rinnovabili vuol dire anche contribuire concretamente alla salvaguardia del Creato. Mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee:

 

“Il problema ecologico è un problema globale, planetario, che esige quindi interventi globali, concordati da tutti i poteri del mondo. D’altra parte, richiede interventi radicalmente locali, fino alle scelte della singola persona, della singola famiglia. La Chiesa può offrire al dibattito sul Creato dei fondamentali principi, non solo a breve termine. Pensiamo a tutto il lavoro delle parrocchie, dei movimenti, delle associazioni - al lavoro, per esempio, dei campeggi estivi per i giovani - e penso anche all’insegnamento della religione, alla catechesi, alle scuole, alle Facoltà di teologia, dove questo tema è presente. Un altro grosso ambito è il tema degli stili di vita. Questo stile di vita deve essere concreto. Noi abbiamo ormai tante esperienze concrete che possiamo offrire come contributo”. 

 

Dunque, cambiare le sorti ambientali e climatiche del nostro pianeta è possibile. Ma serve l’impegno di tutti.

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Dopo due anni di lavori, presentato il restauro della facciata

della storica casa dei Gesuiti a Roma

 

Sono stati presentati ieri, presso il Salone dello Scolasticato di Piazza del Gesù, a Roma, i lavori di ristrutturazione della facciata della casa della Compagnia di Gesù. La cerimonia di presentazione ha visto rappresentanti di istituzioni civili e religiose insieme per celebrare due anni di progetti e di impegno costante. Ci riferisce Emanuela Campanile:

 

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E’ stata presentata ieri la rinnovata veste architettonica della Casa della Compagnia di Gesù, casa in cui proprio Sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, visse insieme ai suoi primi compagni e morì nel 1556, ma anche casa da dove San Francesco Saverio partì per le Indie quasi dieci anni prima. Per la presentazione dei 24 mesi di duro lavoro, necessari per il recupero del complesso annesso alla Chiesa del Gesù, si è pensato, e non a caso, proprio al 12 marzo, anniversario della canonizzazione dei due Santi.

 

Scenografia per l’evento, l’accogliente e possente Salone dello Scolasticato. Tra i presenti, anche i rappresentanti della Segreteria di Stato, del Vicariato e alcuni ambasciatori presso la Santa Sede. Ad aprire la serata è stato il padre provinciale d’Italia, Francesco Tata, l’onorevole Gianni Letta e prima ancora l’onorevole Francesco Rutelli, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro per i Beni e le Attività culturali del governo italiano, che così ha commentato l’importanza della presenza dei Gesuiti in una delle zone più centrali di Roma:

 

“Si tratta di segni ancora viventi, perché, ad esempio, qui a Via degli Astalli l’ospitalità che si dà ai rifugiati, con una grandissima azione umanitaria, rende onore proprio all'esperienza di quasi mezzo millennio dei Gesuiti, alla loro storia e alla loro capacità di agire, facendo sempre qualcosa di più”.

 

A concludere la serata una nota musicale, quella del concerto eseguito dall’Accademia Filarmonica Romana, diretta da mons. Pablo Colino.

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Chiesa e Società

 

 

Ucciso in Kenya un missionario ghanese dei Padri Bianchi

 

È stato ucciso sabato scorso a Nairobi, da uomini armati non ancora identificati, padre Martin Addai, religioso dei Missionari d’Africa, noti come Padri Bianchi. Della sua morte si è appreso solo oggi. Padre Addai, 46 anni, di nazionalità ghanese, era il rettore del Seminario di Teologia della sua Congregazione nella capitale keniota, oltre che docente di Etica medica nel Tangaza College, che fa parte dell’Università Cattolica dell’Africa Orientale (CUEA). A riferire i particolari del fatto delittuoso, all’agenzia missionaria MISNA, è stato padre Richard Baawobr, vice-superiore generale dei Missionari d’Africa, precisando che padre Addai si stava recando, nel primo pomeriggio del 10 marzo a bordo della sua auto, alla festa della comunità ghanese locale, quando il mezzo è stato bloccato da alcuni banditi, che hanno aperto il fuoco uccidendolo e abbandonandolo sul ciglio della strada, la Mombasa Road nell’area sud di Nairobi. Non è ancora chiaro quanti fossero i malviventi che si sono poi allontanati con la macchina del religioso, ritrovata solo domenica sera.  (A cura di Roberta Gisotti)

 

 

“L’Osservatore Romano” stigmatizza la presenza strumentale

di bambini alla manifestazione sui DICO

 

L’Osservatore Romano è tornato a stigmatizzare la manifestazione di sabato scorso a Roma a favore dei DICO, in particolare l’esibizione strumentale dei bambini da parte di adulti omosessuali. Scrive il giornale vaticano: “Erano in molti, tra l’altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all’estero. Bambini la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Ogni bambino, almeno quando è nato, gode, anche nell’ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo – prosegue “L’Osservatore Romano” – sfruttare la loro ingenuità appare un’operazione particolarmente criticabile. Ma è anche, ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppe omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso – conclude l’articolo del quotidiano della Santa Sede – che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppe omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti”. (R.G.)

 

 

 

 

 

Nuovo Rapporto dell’ONU sui cambiamenti climatici, mille gli esperti consultati: tra 20 anni centinaia di milioni di  persone senz'acqua se non saranno subito ridotti i gas nocivi nell’atmosfera

 

Nuovo allarme rosso sui cambiamenti climatici: bisogna ridurre subito i gas nocivi immessi  nell’atmosfera ad evitare conseguenze altrimenti devastanti per il Pianeta. L'appello sarà lanciato ai Governi di tutto il mondo dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change), che fa capo alle Nazioni Unite e che ha compilato un Rapporto con il contributo di circa mille esperti. Il documento ancora in bozza, e che dovrà passare al vaglio delle Commissioni nazionali, verrà presentato ad aprile a Bruxelles, in Belgio, ma anticipazioni sono già trapelate sui media. Già fra soli vent'anni – denuncia lo studio - centinaia di milioni di persone rimarranno senza acqua, mentre epidemie come la malaria si estenderanno anche in zone non tropicali; vaste aree sono inoltre a rischio inondazioni per l'innalzarsi del livello dei mari ed interi habitat potrebbero essere sconvolti, con l'estinzione di specie animali, ad esempio, gli orsi polari entro mezzo secolo potrebbero salvarsi solo negli zoo. Ed ancora, nel 2050 l'Europa potrebbe perdere tutti i suoi ghiacciai e nel 2100 metà della vegetazione mondiale potrebbe essere scomparsa. Non è escluso che si sia già raggiunto il punto di non ritorno paventa il Gruppo di esperti che, istituito dall'ONU nel 1988, ha il compito di fornire resoconti periodici sullo stato della Terra. (R.G.)

 

 

Eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale

del Burkina Faso e Niger

 

Da giugno la Conferenza episcopale del Burkina Faso e Niger avrà come presidente mons. Séraphim Rouamba, arcivescovo di Koupéla, e come vicepresidente mons. Lucas Kalfa Sanou, vescovo di Banfora. Le cariche sono state votate durante la recente plenaria della Conferenza episcopale inter-territoriale del Burkina e del Niger. E’ stato l’attuale presidente, mons. Philippe Ouédraogo, vescovo di Ouahigouya, ad aprire e a condurre i lavori dell’Assemblea chiamata a riordinare le strutture della stessa Conferenza, a varare il bilancio, ed a nominare gli insegnanti nei Seminari maggiori. Alla plenaria, che ha avuto luogo a Koupéla, nel Burkina Faso, ha partecipato anche il nunzio apostolico,  mons. Mario Roberto Cassari, giunto da Abidjan per la circostanza. (Jp.B.)

 

 

Belgio: nasce nuova mega Università cattolica

 

I quattro poli universitari cattolici belgi si sono fusi per dare vita ad un unico grande ateneo. L’accordo di fusione tra le Università di Lovanio, Bruxelles, Namur e Mons è stato firmato ieri, con otto anni di anticipo rispetto alla data prevista inizialmente. Il nuovo mega-Ateneo conterà in tutto 27.800 studenti, finora distribuiti in modo disomogeneo nelle quattro Università esistenti, con in testa la storica Università di Lovanio. La fusione servirà a razionalizzare il settore informatico e le strutture didattiche, ma, come precisano i promotori, non pregiudicherà l’autonomia didattica delle quattro istituzioni universitarie e garantirà il mantenimento degli attuali posti di lavoro. La notizia è stata accolta complessivamente con favore dai rettori delle altre Università libere belghe. (L.Z.)

FAO: segna il passo la lotta contro la pesca illegale

 

Ancora lontana una soluzione concreta per combattere la pesca illegale. Al termine dei lavori della Commissione Pesca della FAO, svoltasi a Roma la scorsa settimana, le delegazioni dei 132 Paesi partecipanti, insieme a 41 Organizzazioni intergovernative e a 29 ONG, si sono lasciate con il solo impegno di rivedersi. Ulteriori consultazioni, infatti, si terranno nel 2007 e nel 2008 per arrivare ad una bozza da presentare alla prossima riunione nel 2009 per la sua approvazione finale. Per ora solo la promessa di attivare alcune misure per debellare la pesca illegale come sopralluoghi sulle navi prima che sia concesso il diritto d'attracco, maggiori ispezioni nel porto d'approdo per verificare la conformità della documentazione del carico e delle attrezzature, formazione specifica per gli ispettori, maggiore condivisione delle informazioni sulle imbarcazioni che hanno gia' presentato problemi di illegalita'. Secondo la FAO, la pesca illegale impedisce una buona gestione dell’industria ittica a livello mondiale e comporta costi ingenti, sia in termini di ricavi perduti che di denaro speso per combatterla. Tuttavia, secondo il responsabile Campagna Mare di Greenpeace, Alessandro Gianni, le misure necessarie da adottare per contrastare questa pratica sono ben note e ciò “dimostra chiaramente che i Governi non fanno nulla per fermare il saccheggio dei nostri oceani”. (E.L.)

 

 

Chiuse le attività del Programma ONU nella Corea del Nord

 

Il personale Programma dell’ONU per lo sviluppo (UNDP) lascerà la Corea del Nord il 17 marzo, dopo le accuse degli Stati Uniti sull'utilizzo dei fondi delle Nazioni Unite al Paese asiatico. L’UNDP farà rientrare sette dei nove impiegati nella capitale nordcoreana, lasciandone due per completare la sospensione delle attività e che collaboreranno anche per l'indagine indipendente circa l’uso dei fondi ONU, richiesta dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, all'indomani delle polemiche seguite alle accuse degli Usa. Altri 22 impiegati nordcoreani coinvolti nelle attività dell'UNDP smetteranno di lavorare, come i colleghi dell'ONU, il 15 marzo. (R.G.)

 

 

 

 

 

RADIO VATICANA

Radiogiornale

24 Ore nel Mondo

- A cura di Fausta Speranza –

 

 

- Daniele Mastrogiacomo ''sta bene'' ed è ''detenuto in una base dei taleban'': è quanto ha detto all'AFP in una conversazione telefonica un portavoce dei talebani, Youssouf Ahmadi, aggiungendo che sono in corso ''contatti indiretti'' con le autorità italiane. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, ha confermato che Daniele Mastrogiacomo è vivo e  che sono stati stabiliti canali ''soprattutto di carattere umanitario'' per arrivare quanto prima alla sua liberazione. Intanto, in tre attentati suicidi nel sud dell'Afghanistan sono stati uccisi oggi quattro civili e altri 13 sono stati feriti, fra cui uno straniero.  Gli attentati non sono stati per ora rivendicati. Da una settimana l'ISAF, la Forza di pace internazionale nel Paese, è impegnata in un'offensiva - la più importante che abbia lanciato finora - nel nord della provincia di Helmand, epicentro dell'insurrezione dei talebani e uno dei luoghi principali del traffico di droga.

 

- I servizi palestinesi di sicurezza  proseguono le ricerche di Alan Johnston, il giornalista della BBC rapito ieri da miliziani armati mentre tornava nella sua abitazione nel rione Rimal di Gaza. Il quotidiano al-Quds scrive che in seguito all'episodio - severamente condannato sia da Hamas sia da al-Fatah - è stato elevato lo stato di allerta nelle forze palestinesi. I posti di blocco sono stati rafforzati. Secondo il ministro degli Interni, Said Siam, di Hamas, ''forze  esterne'' sarebbero impegnate ''ad intorbidire le acque'' nei Territori palestinesi, mentre la leadership politica si accinge a presentare il nuovo governo di unità nazionale guidato da Ismail Haniyeh.  Il rapimento di Johnston non è stato finora rivendicato, né è noto se i rapitori abbiano chiesto alcun riscatto.  

 

- Il premier iracheno, Nuri al Maliki, è giunto questa mattina in visita a Ramadi, capoluogo della provincia sunnita di al Anbar, teatro delle maggiori violenze di tutto l'Iraq. Si  tratta della prima visita del genere da quando al Maliki ha assunto la guida del governo, nel maggio dello scorso anno. A Ramadi, 110 km ad ovest di Baghdad, considerata una delle roccaforti di al Qaida in Iraq, è attesa anche una visita del  comandante in capo delle forze USA in Iraq, il generale David  Petraeus. Sempre questa mattina, a Baghdad, tre agenti della polizia irachena sono stati uccisi ed un quarto è rimasto ferito in un attacco degli insorti nella parte orientale della capitale, nel quartiere Beith Zeiuna. A Waziriya, ancora nella parte orientale della città, l'esplosione di un ordigno artigianale ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre due.

 

- In relazione all’Iraq, ma anche all’Afghanistan, uno studio pubblicato negli Stati Uniti dal Journal of the American Medical Association ha stabilito che circa un quarto dei militari USA che hanno combattuto in questi Paesi e sono poi stati  ricoverati al loro ritorno negli Stati Uniti soffrono di  problemi mentali. La percentuale sale addirittura al 31 per cento se si prendono  in considerazione problemi come le violenze domestiche. La ricerca, condotta in cooperazione con l'Università della  California, ha esaminato il caso di oltre 103 mila soldati, tra  il 2001 ed il 2005.

 

- Un sunnita e uno sciita sono stati uccisi oggi a colpi di arma da fuoco a Dera Ismail Khan, nel Pakistan nord occidentale, facendo salire a sette in una settimana il numero dei morti attribuiti a violenze fra le due comunità musulmane nella regione. Per cercare di arginare questo drammatico stillicidio, le autorità cittadine hanno vietato per due giorni la circolazione di motocicli, dal momento che questo è il mezzo di trasporto comunemente usato dai sicari per compiere i loro agguati. Nella città pakistana, nel corso degli ultimi sette giorni, sono stati già uccisi tre sciiti e due sunniti. Dall'inizio degli anni '90, le violenze interconfessionali fra musulmani hanno fatto circa 4.000 morti. Il 97% dei 160 milioni di abitanti del Pakistan è musulmano, e l'80% di essi è sunnita.

 

- Gli ambasciatori presso l'ONU delle sei grandi potenze hanno compiuto lunedì ''importanti progressi'' nei negoziati su un nuovo progetto di risoluzione che inasprisce le sanzioni contro l'Iran per le sue attività nucleari. Lo ha affermato il rappresentante britannico, Emyr Jones Parry, al termine di una riunione di due ore con i colleghi degli altri quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU (USA, Russia, Cina, Francia) e della Germania. Intanto, l'Iran si dice pronto ad offrire garanzie di sicurezza sul suo programma nucleare se la questione sarà ritirata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, ha affermato  a Ginevra il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki. La questione del nucleare iraniano ''non può essere risolta con pressioni o tramite il Consiglio di sicurezza'', ha aggiunto pronunciandosi per negoziati senza pre-condizioni.

 

- Mohamed El Baradei, direttore dell'agenzia dell'ONU per il controllo della proliferazione  nucleare, è partito oggi per una missione di importanza  cruciale nella Corea del Nord. Il capo dell'Agenzia internazionale per l'Energia atomica (AIEA), discuterà con i suoi interlocutori della sorte del  reattore di Yongbyon, che la Corea del Nord si è impegnata a  chiudere entro la metà di aprile in cambio di aiuti finanziari. E' la prima volta dal 2002 che un responsabile dell'AIEA visita il piccolo Paese comunista. Nel corso della visita di El Baradei, si discute del ritorno degli ispettori dell’AIEA e del disarmo atomico nordcoreano. Ma è sul punto di terminare l’isolamento di Pyongyang? Risponde Maurizio Simoncelli, esperto di geopolitica del Consiglio direttivo di Archivio Disarmo, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. - Questo è uno dei primi passi che può dare il via a un diverso equilibrio nell’area del nord Asia. Certamente, questo può influire positivamente sugli equilibri esistenti in quell’area. Non dimentichiamo che il Giappone, poco tempo fa, aveva parlato addirittura di dotarsi anch’esso  di armi nucleari.

 

D. - Ma perché c’è stata questa corsa agli armamenti nucleari da parte di Pyongyang?

 

R. - L’arma nucleare è un’arma doppia, è un’arma di distruzione di massa e quindi serve a rafforzare la forza militare di uno Stato. Ma, in molti casi, è più che altro un’arma diplomatica, che imposta diversamente i rapporti di forza. Uno, due, tre missili nucleari in dotazione alla Nord Corea non possono certamente minacciare grandi potenze nucleari, come possono essere la Cina la Russia o gli Stati Uniti o la Francia, ma certamente fa sì che questi Paesi entrino all’interno di un club nucleare in cui comunque lo status politico ha un certo significato.

 

D. - L’accordo dello scorso febbraio e la missione di El Baradei possono in qualche modo costituire un primo passo anche verso la soluzione della crisi nucleare iraniana?

 

R. - Certamente, è in questo senso che bisogna muoversi. Rinforzare, rinvigorire gli strumenti che il TNP, il Trattato di non proliferazione nucleare, prevede. Un panel internazionale è stato in grado di arrivare a un accordo con la Corea del Nord e riportarla all’interno di una dialettica positiva.

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-Il ventilato accordo per una soluzione negoziale della crisi politica libanese verrà annunciato in Arabia Saudita prima del vertice della Lega Araba, in programma il 28-29 marzo a Riad. Lo ha riferito il quotidiano libanese As Safir riferendosi alla crisi scoppiata quattro mesi fa dopo le dimissioni dei cinque ministri sciiti dal governo del premier Fuad Siniora. La strada verso un'intesa sarebbe stata aperta dai tre incontri dei giorni scorsi, che il leader sunnita della maggioranza parlamentare, Saad Hariri, e il presidente del Parlamento e leader sciita, Nabih Berri, alleato di Hezbollah, hanno avuto a Beirut, registrando ''progressi''.

 

- Nuove violenze e almeno due civili morti ed una decina di feriti, alcuni in gravi condizioni, oggi a Mogadiscio. Lo rendono noto fonti concordi, anche se non ci sono conferme ufficiali. La dinamica è sempre tragicamente la stessa dei giorni scorsi: agguato contro un convoglio di truppe etiopiche e durissima reazione degli attaccati. La scia di sangue nella capitale somala - dove intanto oggi si è formalmente installato il governo, dopo il via libera ufficiale dato ieri dal Parlamento - è ormai infinita. Da febbraio, almeno 70 morti tra i civili, oltre 150 feriti, e molte migliaia (15.000 secondo l'ONU) di persone in fuga. E l'arrivo delle avanguardie delle forze di pace africane (finora circa 1.200 ugandesi) non ha certo migliorato la situazione.

 

- Il presidente americano, George W. Bush, ha lasciato ieri sera Città del Guatemala per il Messico, ultima tappa del suo giro di una settimana in cinque Paesi dell'America Latina. I principali risultati di questa visita sembrano essere legati all'annuncio di un piano antidroga regionale, i cui  particolari devono ancora essere perfezionati, e alla manifestazione di volontà da parte statunitense di risolvere la delicata questione dell'emigrazione centroamericana negli USA.

 

- La salute di Fidel Castro, 80 anni, operato a fine luglio dopo un emorragia intestinale ''sta  chiaramente migliorando'' ed i ''nemici di Cuba'' che lo davano per morto ''dovranno aspettare''. Lo ha affermato oggi, a  Parigi, il ministro degli Esteri cubano, Felipe Perez Roque. Fidel Castro ''riprende peso, fa esercizi fisici e si sente più forte anche se la convalescenza è lunga perchè ha subito un'operazione molto complessa'', ha aggiunto il ministro che ha  incontrato la stampa all'ambasciata di Cuba, dopo una riunione dei Paesi non allineati alla sede dell'UNESCO.

 

- Dopo l'uscita di scena di Jacques Chirac, è ormai gara a tre al primo turno dell'elezione presidenziale francese fra Nicolas Sarkozy, Segolene Royal e Francois Bayrou. Il candidato della destra post-gollista resta in testa con il 27% delle intenzioni di voto, ma perde quattro punti rispetto alla precedente rilevazione, seguito dalla sfidante socialista, stabile al 25.5%, e dal centrista con il 23%, che guadagna 4,5 punti. Chirac dovrebbe far conoscere la sua indicazione di voto dopo il 19 marzo, giorno in cui il Consiglio costituzionale comunicherà ufficialmente i  nomi dei candidati. Ci si chiede se il capo dello Stato si pronuncerà per Sarkozy, uno della sua stessa famiglia politica, presidente di quel partito, l'UMP, che lui stesso ha creato nel 2002. A qualcuno è sembrato che il silenzio di Chirac sulla sua preferenza nel messaggio televisivo di addio adombrasse una sconfessione della politica di Sarkozy e in particolare della sua recente proposta  di creare ''un Ministero dell'imigrazione e dell'identità nazionale''. Il mandato di Chirac scade la mezzanotte del 16 maggio. Prima, ci sarà la celebrazione del 50.mo anniversario del Trattato di Roma in programma il 25 marzo a Berlino.