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RADIOGIORNALE

Anno LI n. 70 - Testo della trasmissione di domenica 11  marzo 2007

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI all’Angelus: la conversione a Dio salva l’uomo e la società e li aiuta ad affrontare con efficacia il male e le sventure della vita

 

Migliaia di giovani dall'Europa e dall'Asia in preghiera con Benedetto XVI, in occasione della V Giornata europea degli Universitari

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Presentato alla Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, il nuovo servizio "H2Onews": informazione televisiva e multimediale sulla vita della Chiesa nel mondo: intervista con uno dei fondatori, Jésus Colina

 

Si chiude la sesta edizione di Mondi riemersi, iniziativa missionaria e culturale degli Oblati di Maria Immacolata, dedicata quest'anno alla Romania: ai nostri microfoni padre Giuseppe Rubino

 

In mostra fino a luglio, al Vittoriano di Roma, le opere del grande pittore Marc Chagall: ce le illustra la curatrice Claudia Beltramo Ceppi Zevi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il dialogo tra Chiesa e società si svolga in un clima di reciproco rispetto e senza pregiudizi: così il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco, che ribadisce il no a nuovi soggetti giuridici alternativi alla famiglia

 

Il valore del pellegrinaggio e l’assistenza agli immigrati i temi al centro del viaggio in Asia del cardinale Renato Martino, in programma da domani al 19 marzo

 

"Dare la vita cantando l’amore": è lo slogan della Giornata missionaria mondiale orionina, che si celebra oggi in favore dell’Africa

 

In Uzbekistan, condannato un pastore protestante a quattro anni di confino per la sua attività religiosa

 

Cinema, musica e teatro: al via a Glasgow, in Scozia, il "Festival della Quaresima" rivolto a giovani e adulti

 

24 ORE NEL MONDO:

In Spagna, celebrato con cinque minuti di silenzio il terzo anniversario degli attentati di Madrid. I reali di Spagna inaugurano un momento in una delle stazioni ferroviarie colpita dalle esplosioni

 

Soddisfazione per i risultati della Conferenza internazionale di pace in Iraq

 

 

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Il Papa e la Santa Sede

 

Benedetto XVI all’Angelus: la conversione a Dio salva l’uomo e la società

e li aiuta ad affrontare con efficacia il male e le sventure della vita

 

L’umanità di ogni tempo ha bisogno di convertirsi a Dio perché la conversione vince il male alla radice e permette all’uomo, alla società, di migliorarsi e di aprirsi alla speranza. Le persone e le società che invece non si mettono in mai discussione “hanno come unico destino finale la rovina”. Con queste considerazioni, Benedetto XVI si è rivolto alle circa 60 mila persone che a mezzogiorno di oggi si sono raccolte in Piazza San Pietro per partecipare alla recita dell’Angelus. Il servizio di Alessandro De Carolis:  

 

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Convertire il cuore non vuol dire scampare al male, ma affrontarlo in modo che la sventura sia o prevenuta o vinta con il bene: e se anche non si può sempre evitare le conseguenze del male, la conversione riporta sempre la pace nell’anima. Dunque, la conversione a Dio è un atto di realismo non di moralismo, è l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dal Vangelo della terza domenica di Quaresima per poi riproporlo nella sua breve riflessione all’Angelus. Sono due fatti di cronaca, ricorda il Papa, a originare quella pagina del Vangelo: un rivolta di Galilei soffocata nel sangue da Pilato e il crollo di una torre a Gerusalemme che ha fatto 18 morti. Gesù, commentando quei fatti, ribalta la mentalità del tempo che riteneva una qualsiasi disgrazia, accidentale o causata dall’uomo, la diretta conseguenza di una grave colpa personale. I Galilei morti nelle due drammatiche circostanze non sono invece più colpevoli di tutti gli altri, obietta Gesù, che conclude perentorio: “Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”:

 

“Ecco, dunque, il punto al quale Gesù vuole portare i suoi ascoltatori: la necessità della conversione. Non la propone in termini moralistici, bensì realistici, come l’unica risposta adeguata ad accadimenti che mettono in crisi le certezze umane. Di fronte a certe disgrazie - Egli avverte - non serve scaricare la colpa sulle vittime. Vera saggezza è piuttosto lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e assumere un atteggiamento di responsabilità: fare penitenza e migliorare la nostra vita”.

 

“Questa è sapienza, questa è la risposta più efficace al male, ad ogni livello, interpersonale, sociale e internazionale”, ha affermato Benedetto XVI, che ha rilevato come “in effetti, le persone e le società che vivono senza mai mettersi in discussione hanno come unico destino finale la rovina”: La conversione, invece, ha osservato il Papa:

 

“Pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli inmodo’ diverso. Anzitutto aiuta a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce. E, in ogni caso, permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti – che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà – certamente su quello spirituale. In sintesi: la conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze”.

 

Occorre “un serio esame di coscienza”, ha insistito Benedetto XVI, e l’“impegno a purificare la propria vita”. E prima di recitare l'Angelus e salutare in cinque lingue i fedeli nella piazza, il Papa ha concluso chiedendo aiuto alla Madonna per riscoprire la “bellezza della conversione”:

 

“Ci aiuti a comprendere che fare penitenza e correggere la propria condotta non è semplice moralismo, ma la via più efficace per cambiare in meglio se stessi e la società. Lo esprime molto bene una felice sentenza: Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità”.

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Migliaia di giovani dall'Europa e dall'Asia in preghiera con Benedetto XVI,

in occasione della V Giornata europea degli Universitari

 

“La carità intellettuale, via per una nuova cooperazione Europa-Asia”: questo il tema della veglia di preghiera degli Universitari, svoltasi ieri pomeriggio alla presenza di Benedetto XVI, in occasione della V Giornata europea degli Universitari. In un’Aula Paolo VI affollata di studenti e collegata in videoconferenza con 11 città europee ed asiatiche, i giovani hanno recitato il Santo Rosario ed hanno riflettuto, insieme con il Papa, sulla carità intellettuale come strumento di fratellanza universale. A seguire la cerimonia c'era Isabella Piro:  

 

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(cantoChristus heri, hodie et semper’)

 

Italia, Europa ed Asia unite nella carità intellettuale, quella “forza dello spirito umano” - così l’ha definita il Papa – che accomuna la formazione delle nuove generazioni. Ed erano tantissimi gli studenti universitari in Aula Paolo VI, presenti fisicamente e virtualmente, grazie ai collegamenti via satellite. Una “rete” di comunicazione che è segno di speranza, ha sottolineato il Santo Padre, perché permette l’agape delle menti:

 

“Più globalmente, la carità intellettuale può unire il cammino esistenziale di giovani che, pur vivendo a grande distanza gli uni dagli altri, riescono a sentirsi legati sul piano della ricerca interiore e della testimonianza”.

 

Quindi, parlando a braccio, il Papa ha aggiunto:

 

“Dovrei forse scrivere un nuovo capitolo della mia Enciclica, la Deus Caritas est, sulla carità intellettuale!”.

 

(applausi)

 

Interrotto numerose volte dal caloroso applauso degli studenti, Benedetto XVI ha salutato in diverse lingue le tante città in collegamento, scherzando sulle difficoltà della pronuncia. Quindi, ha ricordato che il mistero della Croce non è sganciato dalla carità intellettuale, ma la illumina, perché la sapienza cristiana è la sapienza della Croce:

 

“(…) Gli studenti e, a maggior ragione, i docenti cristiani, interpretano ogni realtà alla luce del mistero d’amore di Dio, che ha nella Croce la sua più alta e compiuta rivelazione. Ancora una volta, cari giovani, vi affido la Croce di Cristo: accoglietela, abbracciatela, seguitela. È l’albero della vita!”.

 

Ad indicare ai giovani gli spunti di preghiera, sono state le Esortazioni apostoliche Ecclesia in Europa ed Ecclesia in Asia di Giovanni Paolo II, in cui si ribadisce l’importanza della cooperazione internazionale e della solidarietà. Tre i collegamenti principali dell’incontro, con le città di Calcutta, Praga, e Bologna: in quest'ultima, l'arcivescovo, il cardinale Carlo Caffarra, che ha elevato una particolare preghiera al Signore:

 

“O Gesù, in te noi troviamo tutti i tesori della sapienza e della scienza (…) Esercita il tuo fascino su ciascuno di noi perché attratti dalla tua bellezza, corriamo dietro di te, e viviamo gustando il bene della tua amicizia”.

 

E poi, naturalmente, loro, gli studenti, che hanno testimoniato come si vive la carità intellettuale nelle Università di tutto il mondo:

 

(voci di ragazzi in sottofondo)

 

Di libertà, tolleranza e non violenza come valori inestimabili ha parlato il giovane polacco Marek, mentre l’indiana Priscilla ha ribadito che l’istruzione deve soprattutto servire a trasformare la società. Sulla Verità si è infine soffermata Sara di Bologna:

 

Pur consapevoli della condizione di giovani in formazione, non possiamo esimerci dal fascino che la forza della Verità esercita su di noi. L’amore per l’approfondimento, per la ricerca, per la scoperta della ‘bellezza così antica e così nuova’, è il motore che ci spinge con entusiasmo a progettare la nostra vita e guardare con fiducia al domani”.

 

Al termine della recita del Rosario, Benedetto XVI ha invitato i giovani a testimoniare la forza trasformatrice del Vangelo. E il primo esempio è stato il suggestivo pellegrinaggio della Croce fino all’Ateneo della LUMSA, la Libera Università di Maria Santissima Assunta, prima sosta del pellegrinaggio quaresimale dell’insegna cristiana nelle Università.

 

(cantoConfitemini Domino’)

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Oggi in Primo Piano

 

Presentato alla Plenaria del Pontificio Consiglio

delle Comunicazioni Sociali, il nuovo servizio "H2Onews":

informazione televisiva e multimediale sulla vita della Chiesa nel mondo

 

Fornire un’informazione rinnovatrice che sgorga dalla fonte del Vangelo. E’ l’obiettivo del progetto per TV cattoliche “H2Onews", illustrato nei giorni scorsi nell’ambito dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Ma quali sono i tratti peculiari di questo nuovo servizio informativo? Risponde al microfono di Giovanni Peduto, uno dei fondatori di "H2Onews", nonché direttore dell’agenzia di notizie Zenit, Jésus Colina:

 

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R. - È un servizio informativo televisivo e multimediale sulla vita della Chiesa, che riguarda gli avvenimenti sociali e culturali che interessano, direttamente, la vita dei cattolici di tutti i continenti. E’ realizzato con la partecipazione di realtà televisive di tutto il mondo. Naturalmente, privilegia l’informazione che riguarda il Santo Padre e la Santa Sede.

 

D. - Come nasce il progetto?

 

R. - " H2Onews " nasce in risposta alla necessità di un servizio con queste caratteristiche, espressa nel I Congresso mondiale delle televisioni cattoliche, promosso dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che si è svolto dal 10 al 12 ottobre 2006, a Madrid. Il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali incoraggia un servizio informativo con tali caratteristiche, che risponda alle necessità di circa duemila canali televisivi cattolici di tutto il mondo, i quali - come si è visto a Madrid - hanno bisogno nel loro palinsesto di programmi informativi. Un gruppo di professionisti della televisione e dell’informazione ha deciso, con spirito ecclesiale e professionalità, di cogliere questa sfida e di dare vita ad "H2Onews".

 

D. - Perché questo nome?

 

R. - H2O è la formula chimica dell’acqua, elemento vitale. Questo servizio informativo vuole svolgere per l’utente la funzione dell'acqua: fornire, cioè, un’informazione rinnovatrice che sgorga dalla fonte del Vangelo e che vivifichi colui che la riceve. Simbolo di vita, l’acqua ha nella tradizione cristiana una forte connotazione di purificazione, salvezza, rinnovamento e vitalità. Per questo, il nostro lead è " H2O, la fonte delle tue notizie". H2O sorge a Roma, centro mondiale della cattolicità e fonte vitale di informazioni per la vita di milioni di cattolici. H2O è un acronimo che si capisce in tutte le lingue.

 

D. - Perché esiste "H2Onews"?

 

R. – “H2Onews esiste per coprire un vuoto: fino ad oggi non esisteva nessun servizio informativo che avesse caratteristiche analoghe e che raggiungesse le TV di tutto il mondo.

 

D. - Partecipano altre televisioni cattoliche?

 

R. – “H2Onews" sorge come un movimento cooperativo tra televisioni cattoliche del mondo, che si convertono non solo in utenti del servizio, bensì anche in protagonisti dello stesso, condividendo in questo modo servizi informativi, reportage, interviste...

 

D. -Qual è la linea editoriale di “H2Onews"?

 

R. – “H2Onews" è il primo notiziario cattolico di ambito mondiale, che offre un servizio in sette lingue. E’ "cattolico" perché è universale e perchè non appartiene ad alcuna corrente, sensibilità o linea ideologica determinata, ma adotta come unico criterio editoriale la visione cristiana della realtà e la posizione assunta dai rappresentanti autorizzati della Chiesa sui differenti argomenti. H2O si avvale della consulenza di personalità ecclesiali che integrano il Consiglio di direzione.

 

D. - Chi sono i fondatori di “H2Onews?

 

R. – “H2Onews sorge con il contributo di un'ampia rete di professionisti del mondo della televisione, provenienti da differenti continenti e lavora in stretta sinergia,  senza raddoppiare le competenze, con il Centro Televisivo Vaticano, con la nuova realtà ecclesiale “Il focolare della Madre”, e con altre istituzioni che stanno aderendo a questo “movimento cooperativo”.

 

D. - Quale è il formato e la periodicità?

 

R. - Si tratta di un servizio in sette lingue. Si pubblica giornalmente dal mercoledì alla domenica. Il lunedì e il martedì verranno presentati approfondimenti e speciali.

 

D. - Come si può usare “H2Onews?

 

R. - Per sottoscrizione. Giornalmente, verranno realizzare cinque notizie di circa due minuti ognuna. Il lunedì ed il martedì verranno realizzati servizi di approfondimento. I canali televisivi possono costruire il loro proprio telegiornale grazie ad “H2Onews”. Possono scegliere le notizie di “H2Onews" che vogliono, o trasmettere integralmente il telegiornale di “H2Onews”. Il nostro criterio è orientato ad una flessibilità totale. Il canale di distribuzione privilegiato è Internet, ma non si escludono altri strumenti come il satellite.

 

D. - Come si può fare parte di “H2Onews?

 

R. - Esistono distinte modalità di collaborazione per le televisioni cattoliche. “H2Onews offre il servizio del notiziario alle televisioni cattoliche mediante una sottoscrizione. “H2Onews" nasce per compattare sforzi e sinergie delle realtà cattoliche già esistenti. È per questo motivo che incoraggia a far parte di questo progetto tutte le realtà interessate. Per maggiori informazioni, si può inviare un messaggio ad info@h2onews.tv

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Si chiude la sesta edizione di “Mondi riemersi”,

 iniziativa missionaria e culturale degli Oblati di Maria Immacolata,

dedicata quest'anno alla Romania

 

Nell'Ottocento si pensava a Bucarest e alla Romania come alla Parigi dell'Est. Oggi, la nazione è rientrata in una dimensione continentale e comunitaria, dopo una lunga e drammatica parentesi di totalitarismo comunista. La Romania è il Paese protagonista della VI edizione di "Mondi riemersi", l'iniziativa dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che si conclude oggi pomeriggio e che ogni anno propone a giovani ed adulti dei Castelli Romani la riscoperta di una terra di missione, non solo attraverso i racconti missionari, ma anche tramite la musica, l'arte, la comunicazione o la più tipica gastronomia che quella terra ha prodotto e produce. E' questo un modo innovativo di entrare "nel cuore di un popolo", come conferma padre Giuseppe Rubino, missionario italiano Oblato che vive e lavora in Romania, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

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R. - Una cosa che mi ha colpito molto della piccola comunità cattolica in Romania è che gioisce del fatto che ci si conosce di più e, grazie al numero ridotto, si sperimenta di più anche lo spirito di famiglia. Ci sono famiglie che fanno anche 600 chilometri per partecipare ad una festa parrocchiale e questo dice come questo spirito familiare sia molto più sentito rispetto ad altri Paesi dell’Europa. Inoltre, guardando anche al rapporto con le altre Chiese, credo che ciò rappresenti anche una grande chance: il fatto di essere una minoranza spinge, e dovrebbe spingere sempre di più, a valorizzare ciò che è patrimonio comune.

 

D. - Questa piccola famiglia che rapporti intrattiene con la più grande comunità ortodossa?

 

R. - Ci sono esperienze diverse. Certamente durante il regime, c’erano più divisioni. Ma adesso io vedo che, tranquillamente, molti cristiani ortodossi frequentano la Chiesa cattolica ed anche viceversa. In questo ultimo decennio, credo ci sia stata anche tanta distensione ed anche un maggior desiderio di conoscersi reciprocamente di più. Forse, è il rapporto a livello di autorità religiose che rimane, a volte, un po’ conflittuale e questo anche a causa di problemi legati alle tante ferite del passato. Ma tra la gente - e questo spiega anche quel grido del popolo romeno, in occasione della visita di Giovanni Paolo II in Romania, “Unitate, Unitate!” - “Unità, unità” - c’è il desiderio di vedere i cristiani uniti.

 

D. - Quali sono le esigenze di tipo sociale più "calde" alle quali cercate di rispondere con la vostra attività pastorale e con l’attività di promozione umana?

 

R. - Noi, come missionari Oblati di Maria Immacolata, ci rivolgiamo principalmente a tutti coloro che sono meno raggiunti dalla struttura della Chiesa e quindi ai più poveri e ai più abbondanti e non soltanto materialmente, ma anche spiritualmente. L’ingresso in Europa, pur rappresentando un momento importante per il popolo romeno, ha fatto sì - e di questo ci si accorge sempre di più - che a volte nelle scelte politiche o amministrative si sia guidati più da interessi economici che non da veri valori antropologici. Rimangono ancora troppe sacche di povertà: tantissime risorse naturali del Paese appartengono ad altri Paesi e ad altre società e la gente è, quindi, costretta ad andare in cerca di lavoro all’esterno e sono ancora troppe le famiglie costrette a vivere sulla soglia della povertà. E’ necessario dunque promuovere sicuramente un’etica politica, un’etica del lavoro, affinché le famiglie non siano più costrette ad emigrare e riescano a trovare quanto meno il necessario per poter vivere nel loro Paese.

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In mostra fino a luglio, al Vittoriano di Roma,

le opere del grande pittore Marc Chagall

 

Un pittore straordinario, "circense", sempre sospeso tra realtà e invenzione. In Italia, torna uno degli artisti più amati dal pubblico, il pittore di origine russa Marc Chagall, con circa 180 opere esposte al Vittoriano di Roma, nella mostra intitolata "Chagall delle Meraviglie”. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:

 

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(musica)

 

Chagall delle meraviglie, Chagall della tradizione, quella dettata dalle sue origini ebraiche e russe, radici forti, che caratterizzano uno dei pittori più innovativi del secolo scorso. Claudia Beltramo Ceppi Zevi è la curatrice della mostra, assieme a Meret Meyer, nipote del grande artista:

 

Chagall ha una forza straordinaria e prima di tutto umana, quasi filosofica, di rielaborare queste radici, che messe insieme ad una potenza coloristica di pittore sembrano alla fine quasi esplodere e rielaborare queste cose in modo completamente nuovo e rinnovato”.

 

(musica)

 

Il suo mondo pittorico, magico e fiabesco, leggero ma non ingenuo, non è mai influenzato dalle correnti artistiche del tempo. Nel suo immaginario troviamo feste popolari, teatro ebraico, raduni circensi, molti animali. E poi, le impronte della sua vita, dei suoi esili, della tragicità di guerre e di stermini. Chagall, in tutti i suoi lavori, descrive la cultura e la religiosità ebraiche, che culminano nella serie di illustrazioni per la Bibbia. Dai suoi viaggi a Gerusalemme trae importanti dipinti carichi della sacralità dei quei luoghi, fino ad arrivare all’esplosione di emotività per la tragedia del suo popolo; denuncia lo sterminio, stravolgendo i vivissimi colori della sua tavolozza, li scurisce, sceglie la figura di Cristo e le Crocifissioni per rappresentare il martirio del suo popolo e per ricordare che la sofferenza è per tutti uguale, al di là della religione. Ancora Claudia Beltramo Ceppi Zevi:

“Dagli anni Quaranta in poi, c’è questa comparsa delle Crocifissioni, del Jewish Christ, del Cristo Crocifisso, con il segno ebraico che compare in quasi tutti i suoi quadri, anche in un secondo momento. Benché fosse già un pittore di grande successo proprio per la sua capacità di riprodurre immagini gioiose e creature fluttuanti, scurisce la sua tavolozza e gli dà questo aspetto tragico. Successivamente, però, è un uomo che riesce a riscoprire la speranza: torna in Francia, ritrova la luce, i colori, i fiori ed ha una apertura straordinaria a questo mondo di nuovo sereno”.

 

(musica)

 

Circa 180 le opere presenti al Vittoriano, tra dipinti, gouaches, disegni, sculture e incisioni, provenienti da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il mondo. La mostra resterà aperta sino al 1° luglio

 

(musica)

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Chiesa e Società

 

Il dialogo tra Chiesa e società si svolga in un clima di reciproco rispetto

e senza pregiudizi: così il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco, che ribadisce il no a nuovi soggetti giuridici alternativi alla famiglia

 

La Chiesa come interlocutore propositivo della società a tutti i livelli, non solo a quello politico. Parla di questo tipo di Chiesa mons. Angelo Bagnasco, neopresidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), in alcune interviste rilasciate ai media. “La Chiesa in Italia - ha detto l'arcivescovo di Genova - si pone e si è posta gradualmente in maniera sempre più propositiva rispetto alla società italiana. In tutte le sue valenze, in tutte le sue componenti, anche in quello che si definisce, più strettamente, in senso politico”. Ma poi il presule sottolinea: “Non restringerei questo dialogo in modo così univoco: preferirei parlare di una Chiesa in Italia che è cresciuta, a seguito di molte circostanze, come interlocutore propositivo nel contesto culturale e sociale italiano a tutti i livelli”. Quanto ai rapporti tra Chiesa e società, mons. Bagnasco li ha definiti “dinamici": "Devono essere dinamici. L’importante è che questo dinamismo si svolga all’interno di un riconoscimento e rispetto reciproco, senza pregiudizi da nessuna parte e senza ‘caccia alle streghe’, in modo che ognuno possa veramente offrire a tutti, nell’assoluta benevolenza, chiarezza e serenità, la ricchezza del proprio cuore, della propria intelligenza e del proprio vissuto”. “Offrirlo a tutto - ha ribadito mons. Bagnasco - serenamente, senza aggredire e senza essere aggrediti”. Quindi ha aggiunto: “Soltanto in questo contesto, direi che l’incontro tra il Vangelo e la Storia, tra la Chiesa e la società possa diventare un motivo di costruzione e di arricchimento per tutti”. Mons. Bagnasco si è poi soffermato sul dibattito relativo alle coppie di fatto: “Non c’è nessuna condanna per le convivenze - ha detto - ma è inaccettabile creare un nuovo soggetto di diritto pubblico che si veda assegnati diritti e tutele in analogia alla famiglia”. “Legittimare qualsiasi istanza - ha ricordato il presidente della CEI - vuol dire andare contro un’esperienza millenaria: l’umanità riconosce da sempre il luogo imprescindibile, per la propria perpetuazione, nella famiglia formata da un uomo e una donna, aperta a generare la vita”. Mons. Bagnasco parla poi di una “pretesa ideologica” che spinge alla creazione di un nuovo soggetto alternativo alla famiglia, rifiutando le garanzie già offerte dal diritto privato in questo campo. Inoltre, il presule ricorda che “va sfatato il pregiudizio delle ‘mire egemoniche’ della Chiesa, come se volesse mettersi alla guida del popolo. Proprio perché non ha di mira se stessa, la Chiesa è ancora più libera per parlare del bene della persona e della società stessa”. “Il Papa - ha ribadito mons. Bagnasco - ci dà l’esempio: garbato nel linguaggio, ma senza cedere su quello che conta”. Tra gli altri temi affrontati dal presidente della CEI, anche quello delle missioni militari italiane, definite “missioni di pace”. “Anche nei luoghi più martoriati, dall’Iraq, ai Balcani all’Afghanistan - ha detto il presule - nei soldati c’è sempre una grande ricchezza di bontà, di capacità di sacrificio e di dedizione”. (A cura di Isabella Piro)

 

 

Il valore del pellegrinaggio e l’assistenza agli immigrati i temi al centro

del viaggio in Asia del cardinale Renato Martino,

in programma da domani al 19 marzo

 

Viaggio nelle realtà asiatiche per il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: da domani al 14 marzo, il porporato sarà in India, precisamente a Bangalore, mentre dal 15 al 19 marzo sarà a Taiwan. Nella prima tappa del suo viaggio, il cardinale Martino interverrà, insieme a quaranta teologi ed altrettanti partecipanti, alla Consultazione su Santuari e pellegrinaggi, promossa dalla Conferenza episcopale indiana, con l’ausilio del locale Centro nazionale Biblico, catechetico e liturgico. Nel suo discorso di apertura, il porporato rifletterà sul valore del pellegrinaggio, espressione importante per tutte le tradizioni religiose. Per i cattolici, esso costituisce un atto di devozione che esprime il desiderio di essere trasformati da speciali momenti di preghiera, offerti in luoghi sacri, che conducono alla presenza di Dio. Il cardinale Martino rivolgerà poi particolare attenzione ai poveri, ribadendo che, per rianimare la loro speranza, c’è bisogno di operatori pastorali motivati, capaci di ascoltare per comprendere e pronti a farsi testimoni dell’amore di Dio. I pellegrini poveri dovranno quindi essere accolti calorosamente, affinché nell’incontro con il Signore possano ritrovare la loro dignità, liberandosi dal giogo dello sfruttamento. Altro punto importante dell’intervento del porporato sarà la menzione ai migranti che, a causa della loro condizione, rischiano di perdere le proprie radici, i costumi e le tradizioni religiose. Il pellegrinaggio al santuario può essere quindi un’occasione privilegiata per rivisitare le proprie origini. Il cardinale Martino infine annuncerà la convocazione del prossimo Incontro asiatico di pastorale dei pellegrinaggi e santuari che si terrà a Nagasaki, in Giappone, nel prossimo ottobre. L’agenda degli appuntamenti del soggiorno in India prevede anche, per il porporato, l’incontro con i seminaristi del Pontificio Istituto ‘San Pietro’ di Bangalore e una riflessione sulla sua missione di osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, per molti anni. Il 15 marzo, quindi, il cardinale Martino si recherà a Taipei, a Taiwan, in occasione della Conferenza internazionale su “Servizio e assistenza ai Migranti Asiatici”, in programma dal 15 al 19 marzo. L’incontro, organizzato dalla Commissione per la Pastorale dei migranti e degli itineranti della Conferenza episcopale cinese (Taiwan), vedrà la partecipazione di rappresentanti ecclesiali provenienti da Vietnam, Filippine, Indonesia, Tailandia e Mongolia. Vi prenderanno parte, inoltre, gli incaricati di Caritas Taiwan, i Dipartimenti per gli Affari sociali di alcuni Paesi asiatici e i membri di ONG specializzate in questioni migratorie. Gli obiettivi dell’evento saranno, in particolare, lo scambio di proposte sulla tutela dei diritti dei lavoratori migranti in Taiwan e l’istituzione di legami ufficiali per un servizio internazionale in rete nel settore migratorio. Infine, si cercherà di elaborare alcuni piani di cooperazione sulla cura pastorale degli immigrati.  In tale contesto, il cardinale Martino farà un intervento su “Accoglienza e assistenza al forestiero alla luce dell’Erga migrantes caritas Christi. La Chiesa cattolica in Taiwan è infatti molto preoccupata per i diritti e per l’integrazione degli immigrati nel tessuto socio-culturale del Paese, dal momento che si tratta di lavoratori stranieri necessari per l’economia locale, che devono però superare difficili barriere linguistiche, culturali e religiose per una corretta integrazione. L’intervento del cardinale Martino, dunque, metterà l’accento sulla centralità e sulla sacralità della persona umana, ribadendo che la Chiesa è estremamente attenta all’accoglienza e all’accompagnamento pastorale di tutti i migranti. Il porporato insisterà poi sul fatto che non solo la cultura del migrante va rispettata - perché ha un ruolo decisivo nella formazione delle coscienze e nell’esprimere l’originalità e la storia di ciascun popolo - ma va anche recuperata e valorizzata perché è attraverso di essa che si propone il messaggio evangelico. Alla luce di ciò, il cardinale Martino proporrà percorsi di accoglienza e di integrazione per i migranti, ribadendo la necessità di intervenire sulle cause delle migrazioni, per sensibilizzare tutti al fenomeno, anche approntando normative adeguate in grado di armonizzare, a livello internazionale, i diversi assetti legislativi.

 

 

"Dare la vita cantando l’amore":

è lo slogan della Giornata missionaria mondiale orionina,

che si celebra oggi in favore dell’Africa

 

L’Africa al centro della Giornata missionaria mondiale orionina, che si svolge oggi con lo slogan "Dare la vita cantando l’amore". “Vogliamo - spiega don Enemesio Lazzaris, vicario generale con delega alle Missioni - che questa giornata sia realizzata da tutti durante la Quaresima per favorire la preghiera per le missioni, l’intercessione per le vocazioni missionarie e per la raccolta di mezzi utili a realizzare progetti missionari della Congregazione”. La Giornata di quest’anno è stata dedicata all’Africa in virtù di un obiettivo particolare: “La costruzione - dice don Lazzaris - del nuovo seminario della Vice Provincia Notre Dame d’Afrique, con il quale potremo dare completezza e stabilità al ciclo formativo dei religiosi orionini in Africa”. Negli ultimi 35 anni, ricorda ancora il religioso, “l’espansione missionaria orionina è cresciuta, con oltre 17 aperture di missioni in altrettanti Paesi del mondo, dalla Costa d’Avorio alla Corea”. (I.P.)

 

 

In Uzbekistan, condannato un pastore protestante

a quattro anni di confino per la sua attività religiosa

 

Organizzazione illegale di gruppi religiosi, incitamento all’odio etnico o religioso, distribuzione di materiale contenente idee religiose estremiste: con queste accuse, il tribunale uzbeko di Andijan ha condannato a 4 anni di confino il pastore protestante, Dmitry Shestakov, a causa della sua attività religiosa. Lo rende noto l’agenzia AsiaNews. Secondo fonti locali, le prove contro il religioso consisterebbero nell’analisi di alcuni suoi sermoni registrati nel giugno 2006 e sottoposti all’esame di un docente universitario uzbeko. Per l’agenzia Forum 18, però, all’origine della condanna ci sarebbero le conversioni al cristianesimo operate dal pastore su intere famiglie del Paese. Durante il processo, Shestakov non è stato assistito dal suo difensore, che era malato, ma da un avvocato d’ufficio. I media, inoltre, hanno diffuso la notizia che il condannato faceva uso di alcool e droga. Shestakov è in carcere dal 21 gennaio e si ignora la località in cui dovrà scontare il confino. Nel frattempo, in Uzbekistan continuano le operazioni della polizia segreta contro i cristiani. Nel mese di febbraio, i fedeli che hanno partecipato alla Messa domenicale nella Chiesa Pentecostale di Karshi sono stati filmati e interrogati sulla loro fede e sui finanziamenti della Chiesa. Inoltre, la polizia ha perquisito l’edificio religioso e ha sequestrato libri e registrazioni. La Chiesa Pentecostale ha chiesto da 7 anni la registrazione, senza riuscire ad ottenerla, e per questo la sua attività è considerata illegale. (I.P.)

 

 

Cinema, musica e teatro: al via a Glasgow, in Scozia,

 il “Festival della Quaresima” rivolto a giovani e adulti

 

Un lentfest, ossia un "Festival della Quaresima" per prepararsi alla Pasqua vivendo l’arte: l’originale idea è venuta a mons. Mario Joseph Conti, arcivescovo di Glasgow, in Scozia, con l’obiettivo di “promuovere l’uso delle arti nella missione della Chiesa per ritrovare ed apprezzare ciò che può contribuire alla crescita della Fede”. All’interno del lentfest, ci sarà spazio anche per una gara fra diverse scuole, che dovranno realizzare opere artistiche ispirate a luoghi, personaggi e avvenimenti sul tema "Una ragione per credere". Tutti i lavori saranno poi premiati da una giuria internazionale. Oltre alla proiezione del film "The Passion", del regista Mel Gibson, seguita da cineforum, il programma del Festival prevede la Via Crucis vivente messa in scena, dal 13 al 15 marzo, dagli studenti della St. Andrew’s Primari School. Dal 26 al 31 marzo, invece, sarà la volta dei monologhi "Le voci della Passione", in cui alcuni attori nei panni di Pietro, Barabba, Veronica e Ponzio Pilato cercheranno di far rivivere sul palcoscenico le emozioni legate al sacrificio di Cristo. Infine, il 27 marzo, i bambini della scuola elementare di Glasgow e del Lanarkshire presenteranno la storia di Davide e Golia. “Nessuno è escluso dal Festival - ricorda mons. Conti - Tutti, in particolare i giovani, sono chiamati a vivere questo tempo di Quaresima con un modo di pregare e di riflettere alternativo, ma che ci condurrà alla Pasqua”. (I.P.)


RADIO VATICANA

Radiogiornale

24 Ore nel Mondo

- A cura di Roberta Moretti

 

- La Conferenza sulla pace in Iraq è stata “costruttiva e positiva”: è quanto ha dichiarato ieri sera, alla chiusura del vertice, il ministro degli Esteri iracheno, Zebari. All’assise, che ha focalizzato i problemi di stabilità, senza stilare un’agenda politica, hanno partecipato i delegati di Stati Uniti, Iran, Siria, i Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma anche Arabia Saudita, Turchia e Giordania. Intanto, a Baghdad, almeno 42 persone sono morte e una trentina sono rimaste ferite in due diversi attentati. Il nostro servizio:

 

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Grande soddisfazione di Zebari, secondo cui sono stati raggiunti “risultati tangibili”: istituiti comitati su sicurezza, profughi, petrolio ed energia. Ma soprattutto - ha precisato - c’è stato uno “scambio vivace” tra delegati di Stati Uniti, Iran e Siria. L’ambasciatore statunitense a Baghdad, Khahlizad, ha esortato “tutti i vicini” dell’Iraq a respingere “il principio secondo cui è accettabile la violenza selettiva contro alcune categorie di iracheni o contro le forze della coalizione e della sicurezza  irachena”. “I vicini dell’Iraq - ha  aggiunto - possono essere considerati come sostegno reale e onesto alla stabilità del Paese solo se agiscono con decisione per mettere fine al flusso di combattenti, armi ed altri supporti letali alle milizie e ad altri gruppi armati illegali, e se fanno  finire la retorica settaria e altra propaganda che possa incitare alla violenza”. Khahlizad ha anche fatto sapere che al prossimo vertice sull'Iraq, in programma ad aprile a Istanbul, sarà presente il segretario di Stato USA, Condoleezza Rice. Da parte sua, Teheran ha chiesto di fissare una data per il ritiro delle truppe estere e ha respinto le accuse di fomentare le violenze. Intanto, a Baghdad, una trentina di pellegrini sciiti sono morti per un’autobomba al passaggio del camion sul quale viaggiavano, di  ritorno da un pellegrinaggio alla città santa di Kerbala. E sempre nella capitale, un kamikaze si è fatto esplodere a bordo di un minibus, uccidendo altri 10 pellegrini. A Mossul, uccisi da un bomba quattro esponenti del Partito islamico sunnita.

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- “Seguiamo non ora per ora, ma minuto per minuto tutti gli aspetti della vicenda con la serietà e la discrezione che occorre in questi casi”: è quanto ha affermato stamani il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, a proposito del sequestro in Afghanistan dell’inviato de La Repubblica, Daniele Mastrogiacomo. Ieri sera, il Ministero degli esteri aveva confermato che il giornalista “è vivo”, annunciando di avere “indicazioni attendibili sugli autori del sequestro”. Da Kabul, Barbara Schiavulli:

 

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E’ il momento di pianificare le intenzioni e le aspettative di sequestratori. Dopo che la Farnesina ha ritenuto attendibili gli elementi che dimostrano che Daniele Mastrogiacomo è vivo, ora si passa alla seconda fase, quella del negoziato per giungere al rilascio dell’ostaggio. Si intrattengono i contatti, ma niente per il momento. E’ calato il sipario sulle voci e le indiscrezioni, che fioccavano come il nevischio di Kabul ormai da diversi giorni. Intanto, in Afghanistan si continua a combattere, soprattutto nel sud, dove è in corso un’importante operazione con circa 5 mila soldati, tra afghani e NATO, che tentano di contrastare i talebani. Durante la notte, otto militari afghani sono morti in una imboscata a nord-est della provincia di Kandahar. Nello scontro, sarebbero morti anche cinque talebani. Sul fronte politico, invece, il Parlamento ha approvato gli emendamenti chiesti dal presidente Karzai per salvaguardare i diritti delle vittime, per quanto riguarda la legge per crimini di guerra commessi negli ultimi 30 anni.

 

Da Kabul, Barbara Schiavulli, per la Radio Vaticana.

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- In Medio Oriente, cresce l’attesa per il vertice di oggi a Gerusalemme tra il presidente palestinese, Abu Mazen, e il premier israeliano, Olmert, mentre nei Territori il premier incaricato, Haniyeh, ha annunciato che il nuovo governo palestinese di unità nazionale verrà costituito mercoledi o giovedi, mentre sabato sarà presentato in Parlamento per il voto di fiducia. Intanto, nella notte, un militante di Hamas è rimasto ucciso e sette sono rimasti feriti a Beit Hanoun, nella Striscia di Gaza, nel corso di una sparatoria con esponenti della fazione rivale, Fatah. Due pescatori palestinesi, poi, sono stati feriti al largo di Gaza dal fuoco di una motovedetta israeliana che sospettava fossero impegnati in una operazione di  contrabbando.

 

- Il presidente iraniano, Mahmud  Ahmadinejad, vuole prendere parte alla prossima riunione del  Consiglio di Sicurezza dell’ONU che avrà come argomento il programma nucleare della Repubblica islamica. Lo ha detto oggi un portavoce del governo di Teheran, secondo cui Ahmadinejad “vuole essere presente per difendere gli interessi nazionali e i diritti internazionali della nazione iraniana”.

 

- “Non c’è nessuna cooperazione in vista di un rafforzamento della sovranità del Libano”: è quanto ha detto, all'indirizzo della Siria, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, inaugurando ieri a Berlino, in qualità di presidente di turno dell’Unione Europea, una seduta del dialogo Israele-Europa. La Merkel ha anche avvertito l’Iran che la porta per la cooperazione è aperta, ma non ad ogni costo.

 

- Un gruppo legato ad al-Qaeda ha pubblicato su Internet un video nel quale lancia precise minacce nei confronti del governo tedesco e di quello austriaco, se non ritireranno le loro truppe dall'Afghanistan. Il filmato, della durata di sei minuti, è stato realizzato dall’Islamic Media Front, il gruppo che per primo ha ideato il tg di al-Qaeda.

 

- Terzo anniversario degli attentati dell’11 marzo 2004 a Madrid: le 192 vittime dell’esplosione delle bombe poste sui treni di pendolari dai terroristi islamici sono state ricordate a mezzogiorno, alla presenza dei reali di Spagna e dei massimi esponenti del governo. Al centro delle celebrazioni, l’inaugurazione del monumento costruito nella stazione ferroviaria di Atocha, dove ha avuto luogo una delle esplosioni. Dalla Spagna, Ignazio Arregui:

 

 

 

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Si tratta di una sorta di grande cilindro alto undici metri, di vetro trasparente e con un peso di circa 160 tonnellate. Con questo simbolo si vuole evidenziare il carattere perenne e immateriale dei sentimenti popolari attorno a quella tragedia. La cerimonia di inaugurazione si è svolta senza discorsi, con cinque minuti di silenzio dei presenti e con l’interpretazione del "Canto degli uccelli" di Pau Casals. Molto forte il sentimento popolare, in particolare dei 1.824 feriti, che hanno rivissuto oggi quella terribile esperienza. Tra le vittime presenti, anche immigrati di circa 16 nazioni. Si può affermare che lo Stato spagnolo in questi tre anni abbia dato risposta, con la concessione di indennizzi, con forme di assistenza anche psicologica, ai problemi economici e sanitari dei feriti e dei familiari dei 192 morti. Continua, intanto, il processo agli autori materiali e dei mandanti di quell’attentato. Allo stato attuale, in base alle prove presentate, si conferma sempre più la matrice islamica sia degli autori che dei mandanti.

 

Padre Ignacio Arregui, per la Radio Vaticana.

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- Si è concluso con un nulla di fatto il vertice di Vienna fra i dirigenti serbi e  quelli kosovari sul futuro del Kosovo, secondo quanto annunciato in chiusura dei lavori dal negoziatore ONU, Martti Ahtisaari. Il nodo principale è sempre lo stesso: Pristina vuole l’indipendenza, Belgrado si oppone e propone in cambio un’ampia autonomia. “Manca la volontà di arrivare a un compromesso, inutile proseguire i colloqui”, ha detto Ahtisaari, precisando che invierà il suo piano di proposte sul Kosovo a fine mese al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

 

- C’è attesa in Francia per il discorso alla nazione del presidente Jacques Chirac, che stasera in diretta tv dovrebbe annunciare che non si ricandiderà per un terzo mandato, mettendo fine alla sua lunga carriera politica. Il capo dell’Eliseo, 74 anni, non ha peraltro fatto trapelare se appoggerà apertamente uno dei candidati alla sua successione. Intanto, i sondaggi parlano di distacco minimo tra il candidato della destra, Sarkozy, dato per primo, la socialista Royal e il centrista Bayrou.

 

- Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato la legge che ratifica l'accordo di semplificazione delle procedure per la concessione dei visti per i cittadini dell'Unione Europea e della Russia. Il testo, che era stato approvato il mese scorso dalle due Camere del Parlamento russo, è frutto dell'accordo raggiunto durante il vertice UE-Russia del maggio 2006 a Soci, che prevedeva agevolazioni reciproche per la concessione di visti di tre mesi.

 

- Sempre in Russia, 31 milioni di cittadini, pari a circa un terzo dell’elettorato, sono chiamati alle urne per il rinnovo delle assemblee regionali di 14 province e per eleggere i sindaci di 87 comuni. La consultazione riguarda, in particolare, anche gli agglomerati di Mosca e San Pietroburgo. Lo scrutinio, che dovrebbe confermare le formazioni favorevoli al Cremlino e ridimensionare leggermente i liberali, è considerato una prova generale in vista delle legislative di dicembre per il rinnovo della Duma e delle presidenziali del marzo 2008.

 

- Seggi aperti anche in Mauritania per le elezioni presidenziali. La consultazione rappresenta l’ultima tappa di un processo di trasferimento del potere ai civili, dopo il colpo di stato militare dell'agosto 2005. Oltre un milione di elettori sono chiamati a scegliere tra 19 candidati, sotto il controllo di circa 300 osservatori internazionali, tra cui una nutrita missione dell’UE.

 

- L’Alta Corte del Senegal ha confermato la rielezione a capo dello Stato di Abdoulaye Wade, durante la consultazione del 25 febbraio scorso, smentendo l’ipotesi di brogli avanzata dall’opposizione. Wade è stato rieletto con il 55.9% dei voti.

 

- Del Sudamerica “mi importa moltissimo”: così, il presidente statunitense, George Bush, nel corso di una conferenza stampa a Montevideo, in Uruguay, con il suo omologo uruguayano, Vazquez. Bush, in viaggio per la Bolivia, ha affermato che il suo viaggio risponde al desiderio di lavorare insieme con i popoli dell’America Latina e di realizzare l’integrazione di tutto il continente. Intanto, mentre si moltiplicano le manifestazioni di protesta, prosegue il viaggio parallelo del presidente venezuelano, Chavez, che, giunto in Bolivia, ha ribadito che “l’unità latinoamericana sulla via del socialismo è l’unica alternativa contro l’impero che sottomette i nostri popoli”.

 

- Alcune decine di migliaia di persone hanno partecipato ieri a Roma all'annunciata manifestazione in difesa dei diritti delle coppie di fatto. Il premier italiano, Prodi, ha espresso "perplessità" per la presenza tra i manifestanti di alcuni rappresentanti del governo. Contrastanti i giudizi sull'esito del raduno da parte dei poli di centrodestra e centrosinistra.