RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n.
66 - Testo della trasmissione di mercoledì 7 marzo 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il
cardinale Martino inviato speciale del Papa alle celebrazioni per San Francesco
di Paola
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Appello dei leader cristiani svedesi affinché il loro Paese non
diventi un “paradiso dell’aborto”
Attivati tutti i canali
diplomatici per il sequestro in Afghanistan del giornalista di Repubblica,
Daniele Mastrogiacomo
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Il
Papa e la Santa Sede
Benedetto XVI all'udienza generale
parla delle sfide della Chiesa:
“Cesare non è
tutto” e la Verità di Dio vanta
il diritto di essere ascoltata dallo Stato
Benedetto XVI è tornato stamani all’udienza generale a parlare delle
molte sfide per la Chiesa nei tempi attuali. Circa 16 mila i pellegrini che
hanno partecipato, provenienti da una quindicina di Paesi, presenti nell’Aula
Paolo VI e nella Basilica Vaticana, dove il Papa si è dapprima incontrato con i
vescovi del Piemonte e della Val d’Aosta, in questi giorni in visita ad
Limina, e con gruppi di giovani e studenti italiani. Il servizio di Roberta
Gisotti:
*********
“Non è certo facile annunciare e testimoniare
oggi il Vangelo”.
Sono “le tendenze agnostiche” in campo dottrinale, come pure “le
pretese di piena autonomia etica e morale”
le principali sfide per la fede cristiana nell’odierno contesto
socio-culturale, ha detto Benedetto XVI, rivolto i presuli piemontesi e
valdostani, pure se permane nel popolo – ha osservato - una solida base
spirituale, che si manifesta “nell’attenzione alle istanze della vita
cristiana, nell’intimo bisogno di Dio, nella riscoperta del valore della
preghiera, nella stima verso il sacerdote” “e il suo ministero”.
Si è poi ispirato il Papa, per la sua catechesi nell’Aula Paolo VI,
alla figura di San Clemente, vescovo di Roma, terzo successore di Pietro,
inaugurando il ciclo di catechesi dedicato ai Padri Apostolici, e meditando in
particolare sulla Lettera ai Corinti, comunità percorsa da gravi divisioni,
dove si affrontano temi attuali - allora come oggi - sull’identità della Chiesa
e della sua missione. Prima di tutto - scrive Clemente ai Corinti per
riconciliarli - “c’è il lieto annuncio della grazia che salva”:
“E’ un annuncio che riempie di gioia la nostra
vita e dà sicurezza al nostro agire: il Signore ci previene sempre con la sua
bontà e la bontà del Signore è sempre più grande di tutti i nostri peccati.
Occorre però che ci impegniamo in maniera coerente con il dono ricevuto e
rispondiamo all'annuncio della salvezza con un cammino generoso e coraggioso di
conversione”.
Svela nella Lettera, Clemente, il suo ideale di Chiesa, radunata
dall’unico Spirito di grazia che spira nelle diverse membra di Cristo, “nel
quale, tutti uniti, senza separazione, sono membra gli uni degli altri”:
“La netta distinzione tra il 'laico' e la
gerarchia non significa per nulla una contrapposizione, ma soltanto questa
connessione organica di un corpo, di un organismo, con le diverse funzioni. La
Chiesa infatti non è luogo di confusione e di anarchia, dove uno può fare
quello che vuole in ogni momento: ciascuno in
questo organismo, con una struttura articolata,
esercita il suo ministero secondo la vocazione ricevuta” .
Conclude Clemente con una grande preghiera, la più antica preghiera
dopo i testi del Nuovo Testamento - ha annotato il Santo Padre - per le istituzioni
politiche, all’indomani delle persecuzioni dei cristiani. Bisogna infatti
“pregare per i persecutori come fece Gesù sulla Croce”. Una preghiera - ha
sottolineato il Papa - che guida, lungo i secoli, l’atteggiamento dei cristiani
dinanzi alla politica e allo Stato. Pregando, infatti, per le autorità,
Clemente riconosce la legittimità delle istituzioni politiche, ma nello stesso
tempo è preoccupato che esse “esercitino il potere che Dio ha dato loro nella
pace” e “con pietà”:
“Cesare non è tutto. Emerge un'altra sovranità,
la cui origine ed essenza non sono di questo mondo, ma ‘di lassù’: è quella
della Verità, che vanta anche nei confronti dello Stato il diritto di essere
ascoltata”.
**********
Dopo 16 anni, il cardinale Camillo Ruini
lascia l'incarico di presidente della CEI. Al suo posto, il Papa nomina l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco
Benedetto XVI ha nominato nuovo presidente della Conferenza episcopale
italiana (CEI) l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. Il cardinale vicario,
Camillo Ruini, lascia dunque l'incarico dopo 16 anni per raggiunti limiti di
età. Subito dopo la nomina, il nuovo segretario della CEI ha espresso il
desiderio di “annunciare al mondo contemporaneo la speranza cristiana”. La
nomina di mons. Bagnasco è stata diffusa in contemporanea dalla Sala
Stampa Vaticana, negli uffici centrali della CEI e nella diocesi di Genova, da
dove ci riferisce Dino Frambati:
***********
“Quando il Papa chiama si risponde. Alla chiamata
del Santo Padre ho prontamente aderito, rassicurato dalle autorevoli
indicazioni, confidando nella grazia del Signore, certo della benevola
collaborazione di tutti”. Lo ha detto, poco dopo le 12 di oggi, nella Curia di
Genova, mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo del capoluogo ligure e neo
presidente della CEI. Lo ha detto dando appunto la notizia di questa nomina e
ha parlato della CEI come di una struttura di comunione e di servizio per la
fraternità episcopale. Ha poi avuto parole di caldo ringraziamento per l’opera
svolta dal cardinale Camillo Ruini, definito uomo che ha agito con fede
esemplare e pastorale afflato. Quindi, si è rivolto ai confratelli
dell’episcopato, chiedendo comprensione e collaborazione per questo cammino,
guardando insieme a Cristo. Ha poi avuto parole altrettanto benevole per mons.
Giuseppe Betori, segretario generale, al quale ha detto “rinnovo la mia
amicizia”. Infine, mons. Bagnasco ha parlato di Genova, della sua Genova,
dicendo che la città sentirà questa scelta come un atto di stima e di
apprezzamento da parte del Santo Padre. Si è affidato alla Madonna della
Guardia, protettrice di Genova, per la sua futura opera, ma anche per restare a
Genova, dove sarà sempre pastore. Infatti, ha avuto anche il tempo per una
battuta sull’organizzazione del suo tempo futuro, “sarò un giorno alla
settimana a Roma - ha detto - ma poi resterò a Genova”. Del resto, mons. Luigi
Ernesto Palletti, suo vicario sotto la Lanterna, ha detto che la scelta è
magnifica, è esaltante per Genova, ma ha anche detto che c’è stata la paura
della città di perdere mons. Bagnasco come arcivescovo. “Adesso - ha commentato
mons. Palletti - abbiamo saputo da lei direttamente che così non sarà e ce ne
rallegriamo”.
***********
Sul profilo del nuovo presidente della CEI e sulla figura del
cardinale Ruini, la scheda riepilogativa di Amedeo Lomonaco:
**********
L’arcivescovo di Genova e nuovo presidente della CEI, mons. Angelo
Bagnasco, è nato a Pontevico, in provincia di Brescia, il 14 gennaio del 1943.
Il 29 giugno del 1966 è ordinato sacerdote. Dopo la laurea in Filosofia presso
l’Università di Genova, esercita il ministero sacerdotale in parrocchia e
presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. Nel 2003, è nominato
ordinario militare per l’Italia. Dal 2005, è segretario della Commissione
episcopale della CEI per la cultura e le comunicazioni sociali. Il 29 agosto
del 2006 è nominato arcivescovo metropolita di Genova.
Il cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la diocesi
di Roma, è nato a Sassuolo, in provincia di Modena, il 19 febbraio 1931. Ha
completato gli studi filosofici a Roma, presso la Pontificia Università
Gregoriana, come alunno del Collegio Capranica. Nel 1954, è stato ordinato
sacerdote e nel 1983 ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Il primo incarico
del cardinale Ruini nella Conferenza episcopale italiana risale al 1986, quando
Giovanni Paolo II lo nomina segretario generale della CEI. Cinque anni dopo, il
7 marzo 1991, è nominato presidente dei vescovi italiani e successivamente, il
28 giugno, riceve la berretta cardinalizia. Salutando i suoi collaboratori, il
cardinale Camillo Ruini ha espresso la sua più profonda gratitudine a Giovanni Paolo II, che gli ha conferito l’incarico di
presidente della CEI per “tre volte”, e a Benedetto XVI, che lo ha confermato.
Questo un passaggio del cardinale Camillo Ruini:
“Corrispondere agli indirizzi e ai
desideri dei Successori di Pietro è stata lungo tutti questi anni la gioia del
mio cuore, oltre che il primo criterio di orientamento della mia azione”.
Il primo, importante appuntamento per mons. Bagnasco come presidente
della Conferenza episcopale italiana è previsto il prossimo 26 marzo, quando si
aprirà il Consiglio permanente della CEI.
**********
Il cardinale Martino
inviato speciale del Papa
alle celebrazioni per San Francesco di Paola
Benedetto XVI ha nominato come suo inviato speciale alle solenni
celebrazioni per il quinto centenario della morte di San Francesco di Paola il
cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace e del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti. Le celebrazioni avranno luogo nella città calabrese di Paola
dal 1° al 4 maggio 2007.
Altre nomine
Benedetto XVI ha nominato capo ufficio nella
Congregazione per le Chiese Orientali padre Paolino Rossi, francescano
cappuccino.
In Brasile, il Pontefice ha nominato vescovo di Nazaré mons. Severino
Batista de França, religioso cappuccino, finora ausiliare di Santarém. Il
52.enne mons. de França ha compiuto gli studi secondari e filosofici presso le
scuole dei Padri Cappuccini e quelli di teologia presso l'Università Cattolica
di São Salvador da Bahia. Nel 1985, ha ottenuto la Licenza in spiritualità
francescana presso l'Antonianum di Roma. Ha svolto i ministeri, fra gli altri,
di direttore del Seminario minore dei Cappuccini; guardiano in diversi conventi
(Natal, Maceió e Cajazeiras), vicario episcopale, responsabile della Pastorale
Familiare.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: strage di sciiti nella
città di Hilla.
Servizio culturale - Un articolo di Agnese Pellegrini su “Epitteto e
la ricerca della felicità”.
Servizio italiano - In primo piano il tema degli incidenti sul lavoro.
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Oggi
in Primo Piano
Presentato il nuovo libro di Luigi Bobba
"Il posto dei cattolici". Il cardinale Bertone: i fedeli non sono la
longa manus del Vaticano
In Italia, temi internazionali, temi sociali e temi etici sono al
centro dell’attuale dibattito politico. Parlando dell’impegno dei cattolici in
politica, ieri il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone -
intervenendo alla presentazione del libro di Luigi Bobba “ll posto dei
cattolici” - ha affermato che essi non sono la longa manus della Santa
Sede e tanto meno della Conferenza episcopale italiana, ma rispondono
unicamente alla propria coscienza. Ascoltiamo il porporato nel servizio di Alessandro
Guarasci:
**********
“Essa (la coscienza, ndr) però non è un assoluto,
posto al di sopra della verità e dell’errore, del bene e del male. Anzi, la sua
intima natura postula la conoscenza e il rispetto di verità obiettive ed
universali - certo da condividere - di quei valori che, è stato già detto, non
sono negoziabili”.
Qual è il senso dei cattolici in politica? Per il cardinale
Tarcisio Bertone, serve una più ampia azione collettiva per rilanciare i
valori. “No”, quindi, a mediazioni e a compromessi, che
scelgano “la strada possibile, anziché quella migliore in nome del male
minore”. E’ il caso della tutela della vita, dal primo istante del concepimento
fino alla morte maturale, della promozione della struttura naturale
della famiglia che - ha precisato il cardinale - è un’unione tra uomo e donna,
fondata sul matrimonio, che va promossa e sostenuta
prioritariamente, riconoscendone la peculiarità e l’insostituibile ruolo
sociale, di fronte – ha concluso il cardinale Bertone - a forme di unioni
radicalmente diverse e destabilizzanti”.
La voce della Chiesa non è, quindi, un’indebita ingerenza,
ma un aiuto a formare coscienze più libere. Dunque, ai cattolici spetta ancora
un ruolo importante nella società italiana. D’accordo il fondatore della
Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. “Fino a qualche anno fa, alcuni
pensavano che la religione non potesse più dire nulla agli uomini di oggi - ha
detto - eppure ha nuovamente innervato la nostra cultura”. I cattolici saranno
determinanti anche nel nuovo Partito democratico, ha fatto capire il
vicepremier Francesco Rutelli, il quale ha ribadito che il PSE sarà un
interlocutore valido, ma non l’unico. Sulla stessa linea l’autore del libro, Luigi
Bobba:
“Significa che c’è una fede che non
rinuncia ad essere un fermento dello spazio pubblico, che vuole – diciamo -
contribuire a far crescere opere ed iniziative, ma anche alimentare la
riflessione per la legislazione. Non necessariamente questo deve avvenire, anzi
la storia ci dice in qualche modo il contrario, attraverso anche una unità
politica o un’unità attorno ad un partito”.
**********
Ridimensionato il bilancio
delle vittime del terremoto di ieri
sull'isola di Sumatra, in Indonesia.
La Chiesa in prima linea per gli aiuti
umanitari
E' stato ridimensionato il bilancio dei due terremoti
che hanno colpito ieri la parte centrale dell’isola di Sumatra, in Indonesia.
L’ultimo bollettino ufficiale parla di oltre 50 morti e centinaia di feriti.
Numerosi gli edifici crollati nel centro costiero di Padang, epicentro del
sisma. I soccorsi e le operazioni di emergenza sono scattati immediatamente,
grazie alla pronta risposta della protezione civile indonesiana, delle
organizzazioni non governative e delle comunità religiose. “Stiamo cercando di
raccoglier dati e informazioni, per comprendere come poter disporre i nostri
dovuti interventi di solidarietà, attraverso la Caritas”, ha spiegato
all'agenzia FIDES mons. Martinus Situmorang, vescovo di Padang e attuale
presidente della Conferenza episcopale indonesiana. In prima linea negli aiuti
c'è la Caritas italiana, già presente sull’isola di Sumatra con programmi di
emergenza, di ricostruzione e di sviluppo, passando attraverso il rafforzamento
delle strutture socio-assistenziali della Chiesa locale. Sulle prime necessità
della popolazione dopo il terremoto di ieri, Salvatore Sabatino ha
raccolto la testimonianza di padre Vincenzo Baravalle, superiore dei Padri Saveriani in Indonesia, raggiunto
telefonicamente a Padang:
**********
R. – Una delle priorità è la cura dei feriti e
poi dobbiamo provvedere, come succede sempre in queste calamità, a coloro che
perdono la propria casa e non possiedono più nulla.
D. – Gli aiuti cominciano ad arrivare alle
vittime di questi due terremoti?
R. – Qualcosa comincia ad arrivare. Il governo
locale si è mosso velocemente. Noi stiamo aspettando una delegazione con
dottori e materiale medico da Jogjakarta, tra cui una dottoressa cattolica.
Inoltre, stiamo aspettando strutture ortopediche e varie attrazzature per gambe o braccia fratturate.
D. – Padre Vincenzo, in questo senso qual è il
ruolo e l’impegno umanitario della Chiesa?
R. – In questa regione a maggioranza islamica, dobbiamo
fare tutto con molta discrezione. La Chiesa possibilmente non deve apparire,
perché siamo in terra di pura e semplice testimonianza e se ci si presentasse
come Chiesa cattolica, probabilmente non saremmo molto graditi. Si aiuta, ma si
aiuta tramite organizzazioni che poi possano provvedere a fare arrivare gli
aiuti. Oppure, attraverso volontari che per amicizia si uniscono ad altri
gruppi locali. L’islam qui è particolare: c’è una parte più integralista che
non accetterebbe assolutamente la presenza e l'aiuto dei cattolici, e c’è
un’altro settore invece più moderato che l'accetterebbe. I primi hanno
addirittura proibito di fare gli auguri di Natale, perché Gesù Cristo non è
considerato Figlio di Dio, mentre i secondi sono disponibili a collaborare.
**********
La Giornata mondiale del rene,
organo vitale atteso da centinaia di migliaia di malati
“Nel mondo una persona su 10 ha un danno renale. Stanno bene i tuoi
reni?” E’ lo slogan della II Giornata Mondiale del Rene che si celebra domani e
che punta ad aumentare l’attenzione nei confronti delle malattie renali. Antonella
Villani ha chiesto a Vittorio Andreucci, presidente della Fondazione
Italiana del Rene Onlus, perché sia così importante parlare di prevenzione e
diagnosi precoce delle nefropatie:
***********
R. - Le malattie renali insorgono molto spesso
senza alcun sintomo. Il soggetto ritiene di stare bene e, invece, si è ammalato
ai reni. Molte malattie renali diventano croniche, fanno perdere la
funzionalità renale e si giunge così alla dialisi e alla necessità del
trapianto. Le persone che raggiungono la dialisi diventano sempre più frequenti
anno dopo anno. Adesso l’incidenza delle persone che iniziano la dialisi con il
rene artificiale, ad esempio, in Italia ha raggiunto i 170 per milioni di
abitanti in un anno, dieci anni fa erano 90 per milioni di abitanti per anno.
D. - Quali sono i campanelli di allarme dei
disturbi più frequenti?
R. - Quando il soggetto misura la pressione e la
trova alta oppure quando orina sangue e questo perché si tratta di segnali
rari. Molto spesso non abbiamo alcun segnale e questo è il motivo per cui noi
incitiamo a controllare la pressione arteriosa e a fare l’esame delle urine.
D. - La prevenzione innanzitutto…
R. – Sì, anche perché quando viene una malattia
renale e diventa cronica aumenta la frequenza degli accidenti cardiovascolari:
non solo si perde la funzione dei reni e si perde la dialisi naturale, ma molti
muoiono prima ancora di arrivare alla dialisi artificiale.
D. - Anche i bambini possono avere malattie
renali. Come si diagnosticano?
R . - I bambini possono avere delle malattie
renali spesso su base di anomalie delle vie urinarie, che si manifestano fin
dalla nascita ed esse, in genere, vengono indagate quando il bambino nasce.
Quello che mi preoccupa è che poi al bambino, crescendo, non viene più
controllata la pressione arteriosa. Noi abbiamo controllato alcuni anni fa i
bambini tra i 10 e 15 anni delle scuole di Napoli e abbiamo scoperto che il 4
per cento dei bambini aveva la pressione alta. Quindi anche nei bambini, di
tanto in tanto, bisogna controllare la pressione e fare l’esame delle urine.
D. - Per l’8 marzo che iniziative promuovete?
R. - Per divulgare questa necessità dei
controlli, ci sono conferenze e convegni e poi le nefrologie aperte negli
ospedali italiani. Siccome però non sempre il soggetto che deve controllarsi è
disposto a raggiungere l’ospedale, ci siamo inventati il cosiddetto
"Progetto camper”. Abbiamo localizzato in 63 città italiane 65 postazioni
in cui c’è un camper o un gazebo. I passanti possono entrare, si fanno loro
delle domande, viene rilevata la pressione e controllato l’esame delle urine. I
risultati vengono consegnati al soggetto
interessato. Inoltre, elaboreremo i dati per
vedere la prevalenza delle alterazioni pressorie e delle alterazioni urinarie
nella popolazione.
***********
Nasce prematuro e sano, ma doveva essere un aborto per un'ipotetica malformazione: un caso
all'ospedale Carreggi di Firenze fa discutere sui metodi di ricorso
all'interruzione di gravidanza
Un aborto che si trasforma inopinatamente in un parto drammaticamente
prematuro. E’ accaduto all’ospedale Carreggi di Firenze, dove una donna è stata
sottoposta a interruzione di gravidanza alla 22.ma settimana, dopo che gli
esami ecografici avevano fatto sospettare di una malformazione all’esofago. Al
momento dell’aborto il feto è risultato essere sano, ma la rianimazione subito
praticata dai medici non lo ha sottratto dal pericolo di morte, a causa della
sua ridotta gestazione. I medici dell’ospedale fiorentino hanno detto di aver
invano suggerito alla madre di sottoporsi ad altri esami. Sul caso, Alessandro
De Carolis ha chiesto una riflessione al prof. Filippo Bossa,
ginecologo e vicepresidente dell’AMCI, l’Associazione Medici Cattolici Italiani:
**********
R. - Io credo che bisogna far riferimento,
anzitutto, alla legge in vigore, perché l’interruzione di gravidanza, dopo i
primi 90 giorni, può essere praticata, stando alla Legge 194, o quando la
gravidanza e il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna o
quando siano accertati - dice sempre la legge - processi patologici, tra cui
quelli relativi ad anomalie o malformazioni del nascituro: anomalie che, però,
devono determinare grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna.
Questo è l’impianto della legge, ma in sostanza non viene quasi mai rispettato
perché la diagnosi ecografica non è, in un buon 40 per cento dei casi, una
diagnosi di certezza. Nel caso specifico, si trattava di un sospetto di
"atresia esofagea" legata ad una mancata visualizzazione dello
stomaco, che tuttavia è un segno indiretto e non diretto dell’anomalia che
viene a crearsi.
D. – I medici del Carreggi affermano che la donna
sia stata irremovibile, una volta ricevute le informazioni, nel chiedere
l’interruzione di gravidanza. Volevo chiederle: quali carte ha in mano un
medico, alla luce della legislazione attuale, per dissuadere una donna ad
intraprendere l’aborto quando la diagnosi prenatale non sia del tutto chiara?
R. – Purtroppo devo dire, dolorosamente, nessuna
perché il medico in questo momento è fatto bersaglio da una serie di pressioni
e di condizionamenti. D’altro canto occorre che il medico - e lo si dica una
volta per tutte - spieghi con chiarezza che l’ecografia, essendo legata ad una
tecnica delle immagini, ha un grado di attendibilità che non è del cento per
cento.
D. – Quindi, per concludere professore, si può
dire che un concorso tra una legislazione, come lei diceva, non troppo
osservata e anche una tecnologia come quella ecografica, non risolutiva, ha
determinato un caso del genere?
R. – Certo, ma di casi del genere sulle procedure
dell’aborto se ne continuano a presentare tantissimi e io le dico che ancora
oggi si continua a fare abortire tutte le donne che hanno avuto un’infezione
rubeolica, la rosolia, in corso di gravidanza, ma noi sappiamo con certezza che
l’infezione materna transita al feto soltanto nel 20 per cento dei casi. In
sostanza, si interrompono 80 vite su 100 di bambini che stanno bene e questa è
una problematica. Purtroppo, noi viviamo in una società che è diventata
abortigena: la vita dell’embrione è da tutelarsi - dicono in molti oggi -
soltanto quando l'embrione è sano.
D. – E’ una tentazione eugenetica?
R. – E’ una tentazione eugenetica.
**********
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Chiesa e Società
Appello dei
leader cristiani svedesi affinché il loro Paese
non diventi un “paradiso
dell’aborto”
La
Svezia non diventi un “paradiso dell’aborto”: è l’esortazione dei leader
cristiani svedesi ai ministri della Salute e degli Affari Sociali, dopo una
proposta governativa per permettere alle donne straniere di recarsi nel Paese
per sottoporsi a procedimenti oltre il termine. Come riferisce l’agenzia Zenit,
domenica scorsa, mons. Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, e il leader
della Chiesa pentecostale, Sten-Gunnar Hedin, hanno pubblicato un articolo su
un celebre quotidiano locale, esprimendo la propria contrarietà alla proposta.
“Ci vediamo costretti - hanno scritto – a raccomandare ai nostri elettori cristiani
di non votare per l’Alleanza nelle prossime elezioni del 2010. Come cristiani,
è nostro dovere difendere l’inviolabilità della vita umana”. “In quanto
cristiani - hanno aggiunto - vogliamo fare appello perché la Svezia non diventi
un paradiso dell’aborto”. “Auspichiamo invece - hanno poi concluso - una
politica che chieda al nostro ricco Paese, la Svezia, di fare di più per le
donne che hanno bisogno di aiuto per crescere i loro figli, nel nostro Paese o
all’estero”. (R.M.)
La Chiesa del Brasile in lutto
per la scomparsa di mons. Lorscheiter,
già presidente della Conferenza episcopale
brasiliana
Lutto nella Chiesa del Brasile: è
morto lunedì, all’età di 79 anni, mons. José Ivo Lorscheiter, già presidente
della Conferenza episcopale brasiliana e vescovo emerito di Santa Maria, nello
Stato del Rio Grande do Sul. Come riferisce il quotidiano Avvenire, il presule
era molto conosciuto nel Paese per il grande impegno nell’evangelizzazione e
nella promozione umana. Appena nominato vescovo da Papa Paolo VI, aveva
partecipato all’ultima sessione del Concilio Vaticano II. Veniva da una
famiglia di agricoltori di origine tedesca, emigrati in Brasile. Alla fine
degli anni ‘40, era stato mandato a Roma per completare gli studi, ricevendo
poi l’ordinazione sacerdotale nel 1952. Nominato nel 1965 ausiliare di Porto
Alegre, divenne titolare della diocesi di Santa Maria nel 1974, fino alle
dimissioni accettate da Giovanni Paolo II per raggiunti limiti di età nel 2004.
Ricoprì prima l’incarico di segretario generale della Conferenza episcopale
brasiliana (1971-1979) e poi di presidente (1979-1987). Ieri, i funerali nel
Santuario-Basilica di Nossa Senhora Medianeira del Todas as Graças nella città
di Santa Maria. In un messaggio, l’attuale presidente dei vescovi del Brasile,
cardinale Geraldo Majella Agnelo, ha ricordato “l’impegno e la dedizione”
profuse da mons. Lorscheiter nella costruzione “della fraternità e della
collegialità tra i suoi confratelli vescovi”. (F.M.)
Una nuova cattedrale in Kosovo sarà dedicata alla Beata
Madre Teresa di Calcutta: l’annuncio dell’amministratore apostolico di Prizren, mons. Gjergji
Il governo del Kosovo ha firmato
il permesso per costruire una cattedrale dedicata alla Beata Madre Teresa di
Calcutta, originaria dell’Albania e di genitori kosovari: lo ha reso noto il
vescovo Dodë Gjergji, amministratore apostolico di Prizren, che ha ringraziato
l’organizzazione internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre” per i suoi
dodici anni di aiuti in Albania. Dopo aver spiegato che la costruzione dell'edificio
sacro inizierà dopo Pasqua, il presule ha segnalato che, “poiché la madre e il
padre di Madre Teresa erano del Kosovo, è desiderio di tutta la gente, del
governo e dei musulmani” costruire la cattedrale. “I cristiani sono qui dal
primo secolo - ha spiegato - e i nostri musulmani hanno una storia speciale,
alcuni sono tornati ora alle loro radici cattoliche. Ogni giorno arrivano
delegazioni dai villaggi e chiedono il Battesimo. Abbiamo bisogno delle vostre
preghiere per sostenere la loro conversione”. Commentando la situazione della
Chiesa in Kosovo, mons. Gjergji ha detto che, “anche se siamo una minoranza di
60 mila cattolici e molti giovani hanno lasciato il Paese per cercare lavoro,
abbiamo una buona comunicazione e una vita normale con tutta la gente del
luogo”. Infine, ha esortato: “Aiutate la Chiesa in Kosovo, dato che abbiamo
solo l’aiuto dei nostri poveri. Poiché siamo un ponte per la pace, dopo la
rovina della guerra, la nostra Chiesa in Kosovo lo merita non solo per
sopravvivere, ma anche per contribuire alla vita della gente e della società
kosovara”. (R.M.)
In corso nel mondo 34 operazioni di pace e 11 missioni sotto l'egida ONU,
con oltre 200 mila persone impiegate
Nel
mondo, soprattutto in Africa e Asia, sono in corso 16 operazioni ONU di
mantenimento della pace e 18 operazioni dirette e sostenute dal Dipartimento
per le operazioni di pace, con un totale, rispettivamente, di 96.900 e 101.642
persone impiegate e con 2.322 vittime dal 1948 ad oggi. Sono alcune cifre delle
operazioni di pace delle Nazioni Unite, rese note ieri, con dati aggiornati al
31 dicembre 2006. Dal 1948 a oggi - riferisce l’agenzia SIR - l’ONU ha
effettuato 61 operazioni di peacekeeping, tra le più note, UNMIK in
Kosovo, UNIFIL in Libano, UNMIS in Sudan. I Paesi contributori sono 114, il
personale civile internazionale è di 4.555 unità, 10.300 di personale locale,
1.951 volontari ONU, 80.094 personale in divisa tra truppe, polizia e
osservatori militari. Riguardo agli aspetti finanziari, le risorse approvate dal
luglio 2006 al 30 giugno 2007 sono di 5,28 miliardi di dollari, ma mancano
all’appello (al 31 maggio 2006) ancora 1,90 miliardi di dollari. Dal 1948 a
oggi, le Nazioni Unite hanno speso per operazioni di pace circa 41,54 miliardi
di dollari. Nel mondo, sono in corso anche 11 missioni di pace, con personale
in divisa (263), personale civile internazionale (614), personale civile locale
(1.511) e volontari ONU (67), per un totale di 2.455 persone. (R.M.)
Sale il bilancio delle alluvioni in
Bolivia: una cinquantina di morti
e quasi 80
mila sfollati. Preoccupazione per l’alto rischio di epidemie
Almeno 48 vittime, nove dispersi e quasi 80 mila sfollati: è il
bilancio, aggiornato, fornito dal ministro della Difesa della Bolivia, Gonzalo
Lora, delle alluvioni che dal dicembre scorso stanno colpendo la quasi totalità
del Paese. “La maggior parte dei morti è dovuta ad annegamento, come
conseguenza diretta delle inondazioni”, ha precisato Lora, secondo cui
l’emergenza, che ha costretto il governo a decretare lo “stato di disastro
nazionale”, proseguirà per almeno altri 45 giorni. Secondo stime ancora
approssimative - riferisce l’agenzia MISNA - in totale sono oltre 350 mila i
boliviani sinistrati per le alluvioni, aggravate da "El Niño", il
fenomeno climatico che, causando il riscaldamento delle acque di superficie
dell’Oceano Pacifico tropicale al largo del Sudamerica, ne influenza
l’evaporazione e condiziona le precipitazioni. I danni, per il momento,
ammontano a 230 milioni di dollari, secondo un rapporto della Camera di
commercio, che include anche le perdite subite dai settori dell’agricoltura e
dell’allevamento. Preoccupa inoltre la diffusione del dengue,
l’affezione febbrile trasmessa dalla zanzara "Aedes Aegipty", che ha
già registrato 665 casi accertati e oltre un migliaio di sospetti. “C’è un alto
rischio di epidemie a causa della contaminazione delle acque causata dalla
putrefazione delle carcasse del bestiame”, ha riferito il ministro della
Sanità, Nila Heredia, annunciando l’inizio di una campagna di vaccinazioni
contro malaria, febbre gialla e tetano. (R.M.)
L’arcidiocesi di Milano si prepara al viaggio in Terra Santa per festeggiare
il 50.mo di
ordinazione sacerdotale del cardinale Tettamanzi
e gli 80 anni del cardinale Martini
Milletrecento fedeli, 30 autobus, e con loro anche vescovi, vicari
episcopali, sacerdoti e seminaristi: sono i numeri del pellegrinaggio in Terra
Santa promosso dall'arcidiocesi di Milano in occasione dell’80.mo compleanno
del cardinale Carlo Maria Martini, già primate della Chiesa ambrosiana, e del
50.mo di ordinazione sacerdotale dell’attuale arcivescovo, il cardinale Dionigi
Tettamanzi. Nel pellegrinaggio che si svolgerà dal 12 al 19 marzo, verrà
sottolineato in particolare - riferisce l’agenzia SIR - il tema delle vocazioni.
I luoghi toccati dai pellegrini ambrosiani, infatti, richiamano proprio il
senso della ‘chiamata’: la basilica di Nazaret, luogo del “sì” di Maria, dove
si terrà la prima concelebrazione presieduta dal cardinale Tettamanzi, martedì
13: il lago di Tiberiade, dove Gesù chiamò i primi discepoli, per passare a
Cana e al Getsemani. Per ricordare i due anniversari, è stata preparata una
medaglia commemorativa, che verrà consegnata a ogni partecipante, dopo la
concelebrazione che si terrà a Betlemme giovedì 15, nella chiesa di Santa
Caterina. Il giorno dopo, al Getsemani, si svolgerà la celebrazione del Vespro
con la meditazione dei due porporati. (R.M.)
Al via a Karachi, in Pakistan, il “Catechismo per mezzo dell’arte
e
dell’artigianato”, per aiutare i bambini a crescere nella
fede divertendosi
Insegnare il catechismo divertendo, aiutando l’apprendimento con
giochi e piccoli esercizi culturali, che facciano crescere i bambini nella fede
e nella cultura: è questo l’intento del “Catechismo per mezzo dell’arte e
dell’artigianato”, il nuovo programma educativo lanciato dalla diocesi di
Karachi, in Pakistan. Durante il corso - riferisce AsiaNews - i bambini vengono
spinti ad “imparare tramite il fare”, che li aiuta a memorizzare storie della
Bibbia, ma anche canzoni e tecniche di piccolo artigianato. Il programma
prevede una giornata a settimana per tutto l’anno. “Il nostro scopo è quello di
dare ai bimbi un nuovo modo per imparare la Bibbia e gli insegnamenti di
Cristo”, ha spiegato padre Charles, il parroco della parrocchia di S. Paolo,
dove 585 bambini hanno partecipato alla prima giornata del corso. “E’
incredibile confrontarsi con la creatività di questi ragazzi. Con queste
attività - ha aggiunto - noi vogliamo insegnare loro la gloria di Dio, che li
ha creati, e quale sia lo scopo della loro vita”. (R.M.)
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
- A cura di Fausta Speranza -
- Continua, senza soste, il lavoro di tutti i canali diplomatici, a
Roma e a Kabul, e di intelligence
attivati dal governo italiano per cercare di risolvere nei tempi più rapidi possibili il sequestro di Daniele
Mastrogiacomo, l'inviato di Repubblica rapito in Afghanistan. Dalle prime
indicazioni, risulta chiaro alla Farnesina che il giornalista è stato rapito a
Kandahar da una struttura militare che fa capo ai Taleban. C'è pertanto la
consapevolezza che la vicenda ha assunto caratteristiche diverse rispetto ai
precedenti sequestri messi in atto nell'area da banditi. Al momento,
comunque, la Farnesina sottolinea che
non esiste alcuna rivendicazione del sequestro. Il premier Romano Prodi ha
espresso ''preoccupazione'', in Consiglio dei ministri, sulla vicenda e nel
confermare tutta la solidarietà sua e del governo, si è detto ''speranzoso''
sul buon esito delle iniziative del governo per chiudere positivamente la
vicenda quanto prima. Sulla vicenda di Daniele Mastrogiacomo, ascoltiamo ora la
testimonianza di Francesco Battistini, inviato in Afghanistan del
Corriere della Sera, che proprio oggi avrebbe dovuto incontrare a Kandahar il
collega di Repubblica. L’intervista è di Gabriella Ceraso:
**********
R. – Direi che la buona notizia è la conferma che
sono i talebani ad avere in mano Daniele Mastrogiacomo e non una banda di
irregolari. Non a caso, loro parlano di arresto, perché si considerano una
autorità costituita a sud dell’Afghanistan. E quindi, per quanto terroristi, si
danno una parvenza di organizzazione militare: questo dovrebbe forse essere di
garanzia maggiore rispetto ad una qualunque banda di tagliagole.
D. – Quali notizie avete?
R. – Non sappiamo quale sia il tipo di
trattamento che gli viene riservato. Si sa che è stato portato sotto la
custodia del mullah Omar, che è di fatto il governatore della zona di Helmand.
D. – Perché rapire un italiano e proprio in questo
momento in cui l’Italia riflette sul rifinanziamento della missione in
Afghanistan?
R. – Credo che siano supposizioni che nemmeno i
talebani si aspettavano e soprattutto di intercettare un giornalista italiano
in un momento così cruciale per quanto riguarda tutte le decisioni
sull’Afghanistan. Ora, bisognerà valutare e potrebbe anche essere
possibile che venga rilasciato nel giro
di pochi giorni. Un’altra cosa incoraggiante è che lì, in quella zona, anche la
nostra intelligence ha già dei contatti.
D. – Vi risulta ultimamente un aumento delle
violenze nei confronti degli occidentali?
R. – L’Afghanistan in questi mesi è caduto in una
tensione che tempo fa non veniva percepita, dovuta anche alla incapacità della
missione occidentale di ricostruire in questi cinque anni di dopoguerra il
Paese. La maggior parte delle risorse sono state, infatti, dirottate sull’Iraq
e questo malcontento cresce sempre più di settimana in settimana.
**********
- Il numero dei pellegrini sciiti uccisi nel duplice attentato suicida
messo a segno ieri nella città di Hilla è salito durante la notte a 117, hanno
reso noto fonti ospedaliere, mentre continua inarrestabile la processione di centinaia di migliaia di
fedeli che a piedi si stanno recando alla città santa sciita di Kerbala, così
come continuano gli attacchi armati contro di essi. Già dopo l’attacco di ieri,
il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, si è detto ''oltraggiato'' da
quelle che ha definito “odiose azioni che sembrano essere mirate a provocare
scontri settari''. Il capo delle Nazioni Unite ha invitato tutte le comunità in
Iraq a mantenere la calma nell'affrontare il terribile dramma e ha chiesto ai
leader politici e religiosi di ''esercitare tutta la loro influenza per
proteggere le vite dei civili e per promuovere il dialogo e il rispetto
reciproco''.
- Si è concluso con 18 arresti di miliziani dell'Intifada il raid
israeliano a Ramallah (Cisgiordania), definito da fonti locali come uno dei più
massicci dell'ultimo anno. La stampa palestinese rileva che una settimana fa
le forze israeliane avevano compiuto un
raid analogo anche a Nablus. Intanto, in occasione del prossimo vertice fra il
presidente palestinese, Abu Mazen, e il premier israeliano, Ehud Olmert - che
dovrebbe avere luogo domenica, o nei giorni seguenti - l'ANP propone una estesa
tregua che dovrebbe includere da parte palestinese la cessazione totale del
lancio di razzi e degli attentati suicidi. Lo afferma il quotidiano Haaretz,
secondo cui in cambio Olmert dovrebbe dare il proprio benestare al nuovo
governo di unità nazionale palestinese, in fase di organizzazione in queste
settimane. Fonti israeliane hanno detto a Haaretz che Olmert insisterà con Abu
Mazen affinché il nuovo esecutivo accetti esplicitamente le condizioni del
Quartetto (USA, UE, Russia, ONU) per la rimozione dell'isolamento dell'ANP. Le
principali sono il riconoscimento di Israele, il ripudio della violenza e il
rispetto di impegni sottoscritti dall'Associazione nazionale palestinese.
- La polizia di Gerusalemme ha
fermato il leader del movimento islamico
nel nord di Israele, lo sceicco Raed Salah, arrestato assieme a un suo
sostenitore durante una nuova manifestazione di protesta contro scavi
intrapresi a breve distanza dalla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. All'origine delle tensioni,
vi è la rimozione di una massicciata che
collega la Spianata del Muro del Pianto con la
sovrastante Spianata delle Moschee. In futuro, sarà sostituita da un ponte
in acciaio. Secondo i dirigenti islamici, questi lavori mettono in pericolo la
stabilità della vicina Moschea di al-Aqsa.
- L'Irlanda del nord oggi è alle urne per il
rinnovo dell'Assemblea provinciale: se tutto andrà bene, il voto archivierà
trent'anni di conflitto grazie al varo di un governo locale. Le elezioni di
oggi per la scelta di 108 deputati e poi la formazione, entro la scadenza
ultima del 26 marzo, di un governo pilotato dal reverendo Ian Pasley e da
Martin McGuinness sono le tappe cruciali di un progetto messo a punto dai
governi di Londra e di Dublino per riattivare le strutture di autogoverno,
create in Ulster con gli Accordi del Venerdì Santo nel 1998 e sospese nel 2002
davanti all'impossibilità di dar vita ad una stabile coalizione tra i
rappresentanti politici della maggioranza protestante e della minoranza cattolica.
Quello di oggi, in Ulster, è il primo voto senza la minaccia delle
armi dell’IRA, l’Esercito repubblicano nordirlandese. Ce ne parla Pierantonio
Lacqua, responsabile della sede Ansa di Londra, intervistato da Giada
Aquilino:
**********
R. - L’IRA ha smantellato completamente gli
arsenali due anni fa, nel 2005, in seguito a questo processo di pace che ha
avuto il suo momento cruciale nel ’98 con gli accordi del Venerdì santo.
Adesso, siamo in una fase veramente cruciale perché le elezioni dovrebbero
portare poi alla formazione di un governo dove gli unionisti e i repubblicani
dovrebbero co-gestire tutti gli affari locali. Da una parte, abbiamo Ian
Paisley e, dall’altra parte, abbiamo appunto il Sinn Fein che è stato
storicamente il braccio politico dell’IRA.
D. – Ian Paisley come premier, Martin McGuinnes
come vice: quali difficoltà incontreranno?
R. – I governi di Londra e di Dublino hanno dato
un ultimatum preciso: elezioni per la formazione del parlamentino locale. Entro
il 26, questo Parlamento deve esprimere un governo di coalizione tra il partito
unionista del reverendo Paisley e il Sinn Fein. Se non ci riusciranno, e
l’interrogativo è d’obbligo, Londra gestirà direttamente questa provincia
britannica ovviamente con l’assistenza e la cooperazione del governo di
Dublino.
D. – In Ulster, oggi, le difficoltà, le emergenze
quali sono?
R. - Tacciono ormai le armi da qualche anno
quindi la vita a Belfast è una vita normale. Rimangono comunque i “muri della
pace”, come si chiamano: ci sono spesso inferriate sui muri proprio per
impedire episodi di microcriminalità sempre a sfondo etnico. Il fatto
incoraggiante è che le nuove generazioni non sembrano disposte a perpetuare
anche questi steccati.
**********
- In Spagna, in una seduta plenaria di forte tensione, interrotta più
volte, il presidente del governo Rodriguez Zapatero ha risposto alle domande di
un senatore del partito Popolare sul caso
dell’ex militante di ETA, De Juana Chaos. Condannato a tre anni di
prigione dalla Corte Suprema, l’ex militante ha ottenuto di poter allontanarsi
dalla prigione a causa del suo preoccupante stato di salute dopo un lungo
sciopero della fame. Il servizio di padre Ignacio Arregui:
**********
Al termine del suo intervento, il presidente
Zapatero ha messo in risalto l’attuale profonda separazione tra il governo e
l’opposizione del partito Popolare che prima o poi - ha detto - dovrà finire,
perché è l’intero popolo spagnolo cha ha bisogno di una tale normalizzazione.
Tuttavia, un tale miglioramento può dipendere dai risultati delle prossime
elezioni amministrative il mese di maggio. Ma ad ogni modo, il premier si è
augurato che l’attuale profonda crisi finisca al più presto possibile. Riguardo
alla questione degli sconti di prigionia concessi all’ex militante dell’ETA, de
Juana, il governo ha raccolto una ampia documentazione sulla politica dei
popolari nei confronti dell’ETA quando erano al governo, con l’intenzione di
evidenziare l’incoerenza delle attuali esigenze dei popolari. Il Partito
popolare, dal canto suo, intende offrire un'altra chiave di lettura alla
politica antiterroristica degli anni scorsi. Dopodomani, il ministro
dell’Interno dovrà di nuovo affrontare questo argomento. E per sabato prossimo,
il Partito popolare ha convocato una manifestazione di massa a Madrid
contro la politica del governo in materia antiterroristica e in particolare nel
caso dell’ex militante dell’ETA, de Juana Chaos.
**********
- In Algeria, dopo l'attentato dinamitardo di domenica scorsa contro
l'autobus della società trussa Stroy
TransGas, costato la vita ad un ingegnere russo e a tre algerini, sono in corso imponenti operazioni
di rastrellamento da parte delle forze
di sicurezza algerine. Questa notte, ha appreso l'agenzia Ansa da fonti locali,
l'esercito ha teso un'imboscata ad un gruppo terroristico nel villaggio di
Bouhoud, 15 km a nord di Ain Defla (120 km ad ovest di Algeri), uccidendo
4 terroristi. Anche in Cabilia, teatro
nelle ultime settimane di molteplici attacchi dei gruppi integralisti armati -
tra cui i primi attentati firmati in Algeria da Al Qaeda per il maghreb
islamico (nuovo nome del GSPC) - sono in corso da giorni diversi operazioni
militari.
- Riprenderanno alla fine della prossima settimana, a Pechino, i
negoziati tra Stati Uniti e Corea del Nord con l'obiettivo di normalizzare le
relazioni tra i due Paesi. Lo ha
indicato in serata, a New York, il negoziatore americano, Christopher Hill, al
termine di una prima due-giorni tra Washington e Pyong Yang. Gli incontri di
Pechino si svolgeranno a margine di una riunione a sei (le due Coree, USA,
Russia, Cina e Giappone), dedicata alla denuclearizzazione della penisola
coreana dopo l'accordo raggiunto il 13 febbraio, con Pyong Yang che rinuncia ai
suoi programmi militari.
- Magistrati internazionali e cambogiani hanno dato inizio nella
capitale cambogiana a una serie di riunioni cruciali per tentare di rendere
finalmente operativo il Tribunale incaricato di
giudicare i maggiori responsabili del passato regime degli Khmer rossi,
per il crimine di genocidio compiuto trent'anni fa nei ''Killing Fields''. E'
questa la terza volta dal novembre scorso che dei giudici si riuniscono a Phnom
Penh per cercare di approvare un progetto di regolamento, ma ritardi su ritardi
si sono accumulati. Fintanto che le divergenze non verranno appianate e che non
si sarà arrivati a un regolamento, dunque, quelli che tra i leader degli Kmer
rossi sono ancora in vita (e spesso anche in libertà) non saranno giudicati per
il loro ruolo nella morte, spesso brutale, inflitta a un milione e 700 mila
cambogiani. L'istituzione delle Corti speciali cambogiane è stata decisa
congiuntamente da Nazioni Unite e Cambogia lo scorso anno.
- La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una
risoluzione che appoggia l'ammissione nella NATO di cinque nuovi membri,
ritenendola adeguata all'attuale momento storico. I deputati americani si sono
pronunciati per l'ingresso nell'Alleanza atlantica di Albania, Croazia,
Macedonia, Georgia e Ucraina. Nel corso del dibattito, non è stato fatto
riferimento alcuno alle riserve e obiezioni che la Russia ha sollevato
sull'allargamento.