RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 62 -
Testo della trasmissione di sabato 3
marzo 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Il Papa ha nominato nuovo
arcivescovo di Varsavia mons. Kazimierz Nycz
La gratitudine e la stima di Benedetto XVI per
i 50 anni di sacerdozio del cardinale Re
OGGI
IN PRIMO PIANO:
Il commento di don Serretti al Vangelo della Domenica
CHIESA
E SOCIETA’:
Nuovi
scontri oggi in Iraq. Il commento di padre Federico Lombardi: non possiamo
abituarci a queste violenze
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Il
Papa e la Santa Sede
Il
coraggio di seguire Cristo in terra, guardando alle cose del cielo:
Benedetto XVI ha ringraziato il
cardinale Biffi al termine degli esercizi spirituali
Una
settimana di riflessioni che hanno aiutato il cuore a spingersi in alto, verso
le cose di Dio, e a seguire Cristo “con maggiore coraggio”. Con queste parole,
pronunciate questa mattina al termine dell’ultima meditazione quaresimale,
Benedetto XVI ha voluto ringraziare il cardinale arcivescovo emerito di
Bologna, Giacomo Biffi, a conclusione degli esercizi spirituali predicati dal
porporato davanti al Papa e alla Curia Romana. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
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Un
grazie “di tutto cuore” ripetuto a più riprese anche a nome dei presenti.
L’omaggio di Benedetto XVI al cardinale Giacomo Biffi ha suggellato la
riflessione conclusiva del porporato, dopo una settimana di ritiro spirituale
di grande intensità. Osservando come “nella Santa Messa, prima della preghiera
eucaristica, ogni giorno rispondiamo all’invito ‘In alto i nostri cuori’ con la
risposta ‘Sono rivolti al Signore”’, Bendetto XVI ha detto di temere che questa
risposta “spesso sia più rituale che esistenziale”. “Ma lei – ha aggiunto,
rivolto al cardinale Biffi - ci ha insegnato in questa settimana realmente ad
alzare, ad elevare il nostro cuore, a salire in alto verso l’invisibile, verso
la vera realtà. E ci ha donato anche la chiave per rispondere alle sfide della
realtà di ogni giorno”:
“Durante
la sua prima conferenza, mi sono accorto che negli intarsi del mio
inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che
volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella
gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore
del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione
del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto.
Lei realmente ci ha aiutati ad uscire da questa gravitazione delle cose di ogni
giorno e ad entrare in questa altra gravitazione del Risorto e così salire in
alto. Per questo le diciamo grazie”.
E un
altro cenno particolare di gratitudine, Benedetto XVI lo ha sottolineato
riconoscendo un altro merito alle meditazioni svolte dal cardinale Biffi, le
cui diagnosi sulla situazione odierna, ha detto, sono state “acute e precise”:
“Soprattutto
ci ha mostrato come dietro tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente
molto lontani dalla religione e dal Cristo, dietro questi fenomeni ci sia una
domanda, un’attesa, un desiderio, e che l’unica vera risposta a questo
desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo”.
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Benedetto XVI ricorda
Paolo VI: guidò la Chiesa in anni difficili
senza farsi condizionare dalle critiche, tenendo lo
sguardo fisso su Cristo
L’amore
per Cristo è stato “il segreto dell’azione pastorale” di Paolo VI durante i
difficili anni post-conciliari: è quanto ha detto stamane Benedetto XVI
ricevendo i membri dell'Istituto Paolo VI, un Centro internazionale di ricerca
fondato nel 1979 per favorire lo studio della vita, del pensiero e
dell’attività di Papa Montini. Il servizio di Sergio Centofanti.
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Benedetto
XVI tratteggia la figura di quello che definisce un “indimenticabile
Pontefice”, al quale, tra l’altro, resta legato per il fatto che fu lui a
nominarlo arcivescovo di Monaco di Baviera e cardinale. Paolo VI – rileva il
Papa - “fu chiamato dalla Provvidenza divina a guidare la barca di Pietro in un
periodo storico segnato da non poche sfide e problematiche” distinguendosi per
la sua saggezza e prudenza. Di Papa
Montini ricorda “l'ardore missionario … che lo spinse ad intraprendere impegnativi
viaggi apostolici anche verso nazioni lontane, a compiere gesti profetici di
alta valenza ecclesiale, missionaria ed ecumenica”. Fu infatti il primo Papa a
recarsi in Terra Santa, indicando “alla Chiesa che la via della sua missione è
di ricalcare le orme di Cristo”:
“In
effetti, il segreto dell'azione pastorale che Paolo VI svolse con instancabile
dedizione, adottando talora decisioni difficili e impopolari, sta proprio nel
suo amore per Cristo: amore che vibra con espressioni toccanti in tutti i suoi
insegnamenti. Il suo animo di Pastore era tutto preso da una tensione
missionaria alimentata da sincero desiderio di dialogo con l’umanità. Il suo
invito profetico, più volte riproposto, a rinnovare il mondo travagliato da
inquietudini e violenze mediante 'la civiltà dell’amore', nasceva da un totale
suo affidamento a Gesù, Redentore dell’uomo”.
Il
Papa ricorda le celebri parole pronunciate da Paolo VI all'apertura della
Seconda Sessione del Concilio Vaticano II nel 1963 e che anche lui ebbe modo di
ascoltare essendo presente ai lavori conciliari come Perito:
“Cristo
nostro principio - proclamò con intimo trasporto Paolo VI -, Cristo nostra via
e nostra guida! Cristo nostra speranza e nostro termine... Nessun'altra luce si
libri in questa adunanza, che non sia Cristo, luce del mondo; nessun'altra
verità interessi gli animi nostri, che non siano le parole del Signore, unico
nostro Maestro; nessun'altra aspirazione ci guidi, che non sia il desiderio di
essere a Lui assolutamente fedeli. (Insegnamenti di Paolo VI, I [1963],
170-171). E fino all'ultimo respiro il suo pensiero, le sue energie, la sua
azione furono per Cristo e per la Chiesa”.
“Il
nome di questo Pontefice, che l’opinione pubblica mondiale comprese nella sua
grandezza proprio in occasione della morte – ha sottolineato Benedetto XVI –
resta soprattutto legato al Concilio Vaticano II”:
“Se
infatti fu Giovanni XXIII a indirlo e a iniziarlo, toccò a lui, suo successore,
portarlo a compimento con mano esperta, delicata e ferma. Non meno arduo fu per
Papa Montini reggere la Chiesa nel periodo post-conciliare. Non si lasciò
condizionare da incomprensioni e critiche, anche se dovette sopportare
sofferenze e attacchi talora violenti, ma restò in ogni circostanza fermo e
prudente timoniere della barca di Pietro”.
“Con
il passare degli anni – ha affermato Benedetto XVI – appare sempre più evidente
l'importanza per la Chiesa e per il mondo” del pontificato di Paolo VI, “come pure il valore
del suo alto magistero, a cui si sono ispirati i suoi Successori”, ed al quale
- ha concluso - anche lui continua a far
riferimento.
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Il Papa ha nominato nuovo
arcivescovo di Varsavia mons. Kazimierz Nycz
Il
Papa ha nominato nuovo arcivescovo metropolita di Varsavia mons. Kazimierz
Nycz, finora vescovo di Koszalin-Kołobrzeg: il presule succede a mons.
Stanislaw Wielgus, dimessosi nel gennaio scorso dopo aver ammesso le sue
responsabilità nella collaborazione, in gioventù, con i servizi segreti del
passato regime comunista.
Mons.
Nycz è nato il 1° febbraio 1950 a Stara Wieś, diocesi di
Bielsko-Żywiec, ed è stato ordinato sacerdote il 20 maggio 1973 per
l’arcidiocesi di Cracovia. Dopo il compimento degli studi di dottorato
all’Università Cattolica di Lublino, ha cominciato a lavorare nell’Ufficio per
la catechesi nella curia metropolitana di Cracovia; dal 1981 ha collaborato nel
lavoro pastorale nella parrocchia della Divina Misericordia a Skawina. Nel 1987
è stato nominato vice-rettore del Seminario Maggiore di Cracovia. Nominato
vescovo titolare di Villa del Re e ausiliare dell’arcidiocesi di Cracovia il 14
maggio 1988, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 4 giugno 1988. Il 9
giugno 2004 è stato nominato vescovo di Koszalin-Kołobrzeg. Dal 26
novembre 1999 è presidente della Commissione della Conferenza episcopale per
l’Educazione cattolica. Dal dicembre 2004 è membro del Consiglio permanente
della Conferenza episcopale polacca.
In
Messico, il Santo Padre ha nominato vescovo prelato di Mixes don Héctor
Guerrero Córdova, salesiano, già Ispettore della Società Salesiana del Messico
Nord. Don Guerrero Córdova è nato a Città del Messico il 14 settembre 1941. Nel
1969 ha ottenuto il titolo di maestro con specializzazione in matematica presso
la Normale Superiore “Anglo Español”. E’ stato ordinato sacerdote il 28
dicembre 1968.
Altre udienze
In
mattinata, il Papa ha ricevuto anche mons. Mauro Piacenza, vescovo tit. di
Vittoriana, presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della
Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’arcivescovo
Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San
Marino, e il sig. Armando Luna Silva, ambasciatore del Nicaragua, in visita di
congedo.
La gratitudine
e la stima di Benedetto XVI per i 50 anni di sacerdozio del cardinale Re
Un
ministero ricco e fruttuoso, speso in gran parte a servizio della Santa Sede.
Benedetto XVI celebra in una lettera i 50 anni di sacerdozio del cardinale
Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente
della Pontificia Commissione per l’America Latina. Nella sua lettera in latino,
il Papa ripercorre con puntualità le varie tappe che dal 3 marzo del 1957
portarono l’allora 23.enne sacerdote originario di Borno, nella diocesi di
Brescia, a varcare la soglia, nel 1961, della Pontificia Accademia
Ecclesiastica, e quindi, due anni più tardi, a svolgere il suo servizio
diplomatico prima nella Nunziatura apostolica di Panama e successivamente
presso la Legazione pontificia in Iran. Nel 1971, ricorda fra l’altro la
lettera di Benedetto XVI, il futuro cardinale Re diviene segretario del
cardinale Giovanni Benelli, allora sostituto della Segreteria di Stato.
La
nomina a vescovo matura nel 1987 per volere di Giovanni Paolo II, che nel
Concistoro del 21 febbraio 2001 gli conferisce la berretta cardinalizia. Lo
stesso Papa Wojtyla lo definisce “profondo, carissimo e collaboratore molto
fedele”, come dimostrano, tra ’altro, sia i numerosi viaggi apostolici che
vedono il cardinale Re al fianco del Pontefice scomparso due anni fa sia gli
alti incarichi, tuttora ricoperti, ai quali il porporato viene chiamato. Una
stima riconfermata anche da Benedetto XVI che scrive: “In tutto questo tempo
hai speso con grande diligenza e premura il tuo ministero sacerdotale ed
episcopale, insieme con ogni sagacia aspotolica, per la prosperità della Chiesa
universale”. (A cura di Alessandro De Carolis)
Un anno fa Benedetto XVI visitava la Radio Vaticana
incoraggiando la nostra emittente al "grande dialogo
della verità"
Questa voce vuole mettersi al servizio della verità di Cristo, al servizio della pace e della riconciliazione del mondo: con queste parole, il 3 marzo dello scorso anno, Benedetto XVI, visitando la sede della Radio Vaticana ha voluto sottolineare quale missione è chiamata a svolgere l’emittente. Ricordiamo alcuni momenti della visita del Papa nel servizio di Tiziana Campisi:
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Un anno fa c’era concitazione negli studi e nelle 40 redazioni della nostra emittente, e tra i corridoi di Palazzo Pio aleggiava tanta emozione: Benedetto XVI veniva a visitare la sua Radio. Oggi di quel giorno restano istantanee, qua e là, fra i colori dei diversi Paesi che ogni redazione ospita. Ma di quel giorno è rimasto anche l’eco delle parole del Papa che ai nostri microfoni, in diretta, ha voluto sottolineare l’impegno della Radio Vaticana nel “grande dialogo della verità”:
“Nel
mondo dei mezzi di telecomunicazione non mancano, come sappiamo, anche voci
contrastanti. E tanto più è importante che esista questa voce che vuole
realmente mettersi al servizio della verità di Cristo, e così mettersi al
servizio della pace e della riconciliazione del mondo”.
Attraversando
i corridoi della nostra sede Benedetto XVI ha incontrato il Nord e il Sud del
Mondo, le voci del Vecchio Continente e quelle che giungono in Oriente.
Salutato in diverse lingue il Papa è stato accolto anche secondo i costumi di
svariati popoli, ricevendo pure piccoli doni, segno di terre lontane che oggi
ascoltano la sua voce. Ed un anno fa il 264° Successore di Pietro ha benedetto
con il nome di Karol Wojtyla la Regia dalla quale il futuro Giovanni Paolo II
registrava i propri messaggi per la Polonia, poi ha sostato in preghiera nella
Cappella dell’Annunciazione che ricorda il protettore della radio, l’Arcangelo
Gabriele, colui che ha recato l’annuncio della Salvezza. Infine, nella Sala
Marconi, il Papa ha ricordato ai dipendenti dell’emittente quale tipo di
servizio sono chiamati a svolgere:
“La
vostra è la ‘buona battaglia della fede’, secondo le parole dell’apostolo
Paolo, per diffondere il Vangelo di Cristo. Essa consiste, come si legge nel
vostro Statuto, nell’'annunciare con libertà, fedeltà ed efficacia il messaggio
cristiano e collegare il centro della cattolicità con i diversi Paesi del
mondo: diffondendo la voce e gli insegnamenti del Romano Pontefice; informando
sull’attività della Santa Sede; facendosi eco della vita cattolica nel mondo;
orientando a valutare i problemi del momento alla luce del magistero
ecclesiastico e nella costante attenzione ai segni dei tempi'”.
A 76 anni dalla nascita della Radio Vaticana, dopo cinquant’anni dalla prima edizione di questo Radiogiornale, ricordando la visita di Benedetto XVI dello scorso anno, oggi non possiamo fare a meno di meditare l’invito che il Papa ci ha rivolto esortandoci a proseguire il nostro servizio, quello di coltivare anzitutto uno “spirito di preghiera e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa”.
(musica)
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Valorizzare il ruolo
delle donne nella società per combattere gli abusi di ogni genere consumati in
tutto il mondo contro la dignità femminile:
intervento dell’arcivescovo Celestino Migliore
all’ONU
La
promozione delle donne sarà realizzata non solo tramite la legittima
rivendicazione dei diritti delle donne, ma anche attraverso un rinnovato
apprezzamento dei valori autenticamente femminili nel cuore delle nostre
società. Lo ha sottolineato mons. Celestino Migliore, osservatore permanente
della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo intervento ieri, nel Palazzo
di Vetro dell’ONU a New York, nell’ambito della Commissione sulla condizione
delle donne, dedicata al tema “L’eliminazione di tutte le forme di
discriminazione e violenza contro le giovani”. Il servizio di Roberta
Gisotti:
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"Assurdo"
– ha commentato l’arcivescovo Migliore – "che il mondo sia ora obbligato
ad affrontare nuove forme di violenza e schiavismo" contro le donne,
"quando la sensibilità per le questioni femminili appare più forte che
mai". In realtà, "ogni giorno, vengono commesse ed anche tollerate -
ha ricordato il presule - in molti settori violazioni dei diritti delle donne,
delle adolescenti e delle ragazze", che "subiscono nel mondo le
conseguenze della prostituzione infantile, dello sfruttamento sessuale,
dell’abuso, della violenza domestica, del lavoro minorile e del traffico di
esseri umani", mentre "il commercio internazionale sessuale è
divenuto un'importante industria". E, “questo traffico – ha denunciato il
rappresentante della Santa Sede - viene spesso passato sotto silenzio perché
considerato per supposizione parte delle libertà democratiche ed è troppo
profondamente radicato nei luoghi o è troppo lucroso per combatterlo”. Bisogna
chiedersi - ha detto il presule - perché le donne e specialmente le più giovani
sono cosi vulnerabili, di certo per lo status d’inferiorità assegnato alle
donne in certi luoghi, fino considerare le bambine un fardello economico da
eliminare anche prima della nascita, dove l’aborto è spesso considerato
"uno strumento di liberazione, paradossalmente utilizzato da donne contro
donne". Per quanto riguarda poi il traffico di donne e ragazze, non basta
per porvi fine, sensazionalizzare la loro tragica situazione; piuttosto - ha spiegato l'osservatore permanente - è necessario riportare indietro la questione
al mercato che esiste, dovuto alla domanda che rende questo traffico possibile
e proficuo”. Ha raccomandato mons.
Migliore di guardare alla complessità del fenomeno, per sostenere queste donne
vittime di abusi di ogni genere, aiutandole a tornare a casa salve e senza
vergogna, non semplicemente rimpatriandole, o garantendo loro sicurezza nel
lavoro all’estero. "Alzare la consapevolezza è un modo semplice ed efficace
per combattere il fenomeno a livello locale", con il supporto di
organizzazioni già presenti sul campo, e il coinvolgimento dei politici, nella
convinzione che per garantire i diritti delle donne occorre anche valorizzare
il loro ruolo nella società.
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Oggi su "L'Osservatore Romano"
Servizio
vaticano - Seguire con maggiore coraggio Cristo ed amare di più la Chiesa:
Benedetto XVI a conclusione degi Esercizi spirituali dettati dal cardinale
Giacomo Biffi.
Servizio
estero - Iraq: uccisi diciotto impiegati del ministero dell'interno.
Servizio
culturale - Un articolo di Susanna Paparatti dal titolo "Una modernità
cromatica che anticipa le correnti del Novecento": mostre a Ravenna e a
Faenza ricordano Domenico Baccarini a cento anni dalla morte.
Servizio
italiano - In primo piano il tema della legge elettorale.
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Oggi
in Primo Piano
Prima mondiale, questa
sera a Roma, del “Canto del Dio nascosto”
di Ennio Morricone su poesie, liriche e testi di
Giovanni Paolo II
Prima
mondiale assoluta, questa sera a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, del
“Canto del Dio nascosto” di Ennio Morricone, su testi di Papa Wojtyla. Sul
podio lo stesso compositore premio Oscar, a dirigere l’Orchestra Roma
Sinfonietta, solista il baritono Roberto Abbondanza. Il servizio di A.V.:
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Le
liriche scritte da Karol Wojtyla tra il 1939 ed il 1978, ma anche frammenti dei
discorsi del Papa, raccolti negli “Insegnamenti di Giovanni Paolo II”. Ennio
Morricone ha tradotto in musica la voce più personale e ispirata del grande
Pontefice, quella poetica. In particolare, i testi per voce recitante sono
stati tratti da 19 scritti ed interventi pubblici del Pontefice, tra cui
l'omelia a San Giovanni in Laterano (novembre 1978), il discorso ai Giovani
riuniti a Lingchamp a Parigi (agosto 1997), e quello ai Giovani nella Basilica
di San Pietro, "andate in tutto il mondo, non abbiate paura di
perdervi" (marzo 1997), e ancora riprendono l'omelia per la cerimonia di
Beatificazione di Federico Ozanam a Parigi (agosto 1997), il discorso agli
intellettuali europei a Roma (dicembre 1983) e al pellegrinaggio a Napoli nel
marzo del 1979, "merita impegnarsi con volontà tenace e benefica nella
costruzione, nel miglioramento della 'città terrena', con l'animo sempre più
teso verso quella eterna". Ascoltiamo Ennio Morricone:
"Questi
testi di Wojtyla sono molto belli, lui esercitava la professione dell’attore,
del commediografo, del poeta, e quindi mettere in risalto questa attività di un
Papa così importante, così straordinario che ha fatto la storia del nostro
tempo, mi pare molto bello, molto importante".
Il
“Canto” di Morricone non assume la forma accademica delle cantate liturgiche,
ma ha un taglio sinfonico profano, e unisce al lirismo della sua celebre musica
da film la ricerca e gli effetti dell’avanguardia:
(canto:
“Non abbiate paura”)
"Ho
scritto un pezzo un pochino più complicato per vari cori nella fine della prima
parte, che è una novità un po’ barocca, un po’ fiamminga. Ci sono delle citazioni
dal 'Dies Irae', ci sono delle citazioni da altre mie composizioni, piccoli
frammenti che poi vengono sviluppati in maniera diversa come avviene nel canto
gregoriano".
Nella
seconda parte del concerto, “La vita e la leggenda”, non potevano mancare le
indimenticabili colonne sonore amate dal grande pubblico:
“Il
film 'Mission' era la storia di una strage, una tragedia, con i gesuiti che
erano vicino ai poveri Indios. 'Vittime di guerra' è il tema che accompagna un
uomo di colore che era stato colpito da una granata e lo portano via con
l’elicottero, sicuramente verso la morte, e quindi è un ricordo di dolore. Poi
'La leggenda del pianista sull’oceano', questo pianista che vuole morire
idealmente con la sua nave che non aveva mai voluto abbandonare.
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Il commento di don
Serretti al Vangelo della Domenica
Nella
seconda Domenica di Quaresima, la Liturgia ci presenta il Vangelo della
Trasfigurazione. Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte
a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste
divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini parlavano con lui: erano
Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria. Venne poi una nube che li avvolse e da
quella nube uscì una voce, che diceva:
«Questi
è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo».
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo don Massimo
Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
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Trasfigurazione nella comunione. Gesù sceglie tra
i suoi amici alcuni, per attirarli in una comunione più piena. Sul monte il
cielo si apre e che cosa si rivela? Una comunione ancora più ampia: Mosè ed
Elia, la Legge e i profeti, e la comunione con Gesù si apre fino ad abbracciare
tutta la storia della Salvezza. Tutto si ricapitola in Lui e una comunione si
dilata per entrare in una comunione ancora più grande e ancora più comprensiva.
"E' bello per noi stare qui", dice Pietro, "è bello perchè in
questa comunione è la nostra vera dimora". Pietro credeva che la Rivelazione
fosse giunta al suo apice ma non era così. Venne una nube, la nube che nasconde
la luce inaccessibile nella quale abita Dio e si apre ancora un'altra
comunione, quella eterna e infinita del Padre col Figlio, oltre ogni pensiero,
oltre ogni bellezza, oltre ogni attesa.
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RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Chiesa
e Società
Il
cardinale Dziwisz: illazione mediatica l’identificazione dell’agente segreto
“Henryk” con l’arcivescovo Nowacki. Si vuole diffamare la Chiesa
“Negli ultimi tempi, accusare ed incolpare uomini della Chiesa in Polonia, come quelli che sono al servizio della Santa Sede, ha assunto dimensioni tali che ogni uomo onesto si deve sentire colpito nel vivo”. E’ quanto ha detto il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, commentando le recenti supposizioni circa la collaborazione dell’agente segreto chiamato “Henryk” che i media associano all’arcivescovo Henryk Nowacki, nunzio apostolico in Slovacchia, già membro e poi responsabile per diversi anni della sezione polacca della Segreteria di Stato. In un’intervista rilasciata al Programma Polacco della Radio Vaticana, il porporato ha evidenziato la particolare dedizione dell’arcivescovo Nowacki nel servizio svolto durante il Pontificato di Giovanni Paolo II. “Conosco la sua responsabilità per ogni parola, la sua condotta e laboriosità. Colpire quest’uomo è colpire tutti i polacchi, collaboratori del Santo Padre, e perciò colpire il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Si sta creando un quadro di spie intorno a Papa Wojtyla - ha detto l’arcivescovo di Cracovia - e ciò è una menzogna e una calunnia. Si mira in questo modo anche ad ostacolare il processo di canonizzazione”. Il cardinale Dziwisz definisce il clima di accuse venutosi a creare in Polonia altamente nocivo al buon nome della Chiesa e della Polonia in campo internazionale. “Mi rivolgo agli ordini contemplativi perché preghino per il perdono dei peccati e le colpe di tutti noi e perché lo Spirito Santo ci doni la sua luce – ha proseguito il porporato – affinché, arricchiti da queste dolorose esperienze, possiamo rinnovare la nostra Chiesa, ed anche la convivenza tra gli uomini”. Le accuse di questi ultimi mesi, ha detto ancora il cardinale Dziwisz, distruggono ingiustamente il diritto al buon nome dovuto ad ogni persona. “Tutto questo si fa nel nome della presunta verità – ha aggiunto il porporato – ma mi domando: quale verità?”. L’arcivescovo di Cracovia ha poi affermato che non si possono considerare credibili le note degli agenti dei Servizi speciali dello Stato comunista senza che queste vengano prima studiate con la massima responsabilità e guardando a tutta la vita delle persone accusate. “Come esempio di non credibilità di tali documenti - ha concluso il cardinale Dziwisz - può servire il caso della nota dell’agente che mi seguiva, dove si legge che sono nato a Mszana Dolna e che passavo le vacanze a Poronin. Né l’una, né l’altra notizia sono vere. Si può facilmente verificarlo”. (T.C.)
La Croce della
Giornata mondiale della Gioventù è arrivata nella zona di confine
tra le due Coree.
Oltre 100 giovani hanno pregato
chiedendo una pacifica riunificazione della penisola
coreana
La Croce della Giornata mondiale della Gioventù, donata da Giovanni Paolo II ai ragazzi di tutto il mondo, è stata issata nell’area demilitarizzata di confine tra le due Coree. Dopo la cerimonia - riferisce l'Agenzia AsiaNews - oltre 100 giovani hanno recitato il Santo Rosario e chiesto l’intercessione della Madonna per una pace stabile e la riunificazione della penisola. La Croce, giunta in Asia dopo un lungo periodo in Africa, sarà portata a Sydney nell’estate del 2008, quando verrà celebrata la prossima Giornata mondiale della Gioventù. La pace e la riunificazione di Corea del Nord e Corea del Sud sono al centro anche del messaggio per la Quaresima dell’arcivescovo di Seoul, cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, dal titolo “Pentiti e credi nel Vangelo”. Nel testo, il porporato sottolinea anche che “la fede in Dio si manifesta nella preoccupazione e nell’amore che proviamo nei confronti dei nostri vicini”. Durante la Quaresima - aggiunge il cardinale - il digiuno assume un significato solo se viene accompagnato dalla carità nei confronti dei nostri fratelli”. “Facciamo in modo - conclude l’arcivescovo di Seoul - che questa Quaresima sia piena della grazia del pentimento, in modo da poter sconfiggere la morte e testimoniare sempre la vita”. (A.L.)
Domani, 4 marzo, la
tradizionale marcia a piedi al Castello-Santuario
dove è nato San Francesco Saverio
Per
alcune migliaia di pellegrini è gia iniziata la marcia a piedi in direzione del
Santuario-Castello dove San Francesco Saverio nacque il 6 aprile del 1506. Per
le sue caratteristiche di imponenza fisica, austerità e significato spirituale,
si tratta della più grande manifestazione di religiosità popolare della Navarra
e una fra le più conosciute in tutta la Spagna. Iniziata nel 1932, quest’anno è
alla sua 67.ma edizione. I partecipanti, provenienti dalla Navarra ma anche da
altre regioni, convergono alla città di Sanguesa, a 8 km. da Javier, da dove
partiranno domani recitando il rosario e la Via Crucis. Subito dopo, alla
10.30, inizierà la solenne Eucaristia, con la partecipazione di migliaia di
pellegrini e presieduta dall’arcivescovo di Pamplona, Fernando Sebastiàn. Il
tema per la marcia di quest’anno è “Annunziate che Dio è amore”, in riferimento
all’enciclica di Benedetto XVI. Fin dalle sue origini, la marcia a Javier si fa
coincidere con la celebrazione della novena della Grazia al Santo missionario
che fin dal 1634, inizia il 4 marzo per concludersi il 12, anniversario della
canonizzazione di San Franceso Saverio e Sant’Ignazio di Loyola. In questo
momento, sono in cammino verso il castello di Javier alcune migliaia di
pellegrini che, partite ieri da alcune città del sud della Navarra, hanno
percorso già circa 80 km. a piedi. Personale della polizia, della Croce Rossa e
del volontariato, per un totale di 600 persone, coprono i diversi itinerari per
offrire ai partecipanti a questa marcia l’assistenza necessaria. (A cura di
padre Ignazio Arregui)
Il senso
religioso dei giovani in Albania è ancora forte. Lo
ha detto il vescovo ausiliare di Tirana-Durazzo, Frendo, incontrando una
delegazione della CEI
“Nonostante
la crescente secolarizzazione e l’imporsi dei costumi occidentali, il senso
religioso dei giovani in Albania è ancora forte”. Lo ha detto mons. George
Frendo, vescovo ausiliare di Tirana-Durazzo, che ieri ha incontrato la
delegazione della Conferenza episcopale italiana (CEI), in visita nei Balcani
per promuovere l’“Agorà dei giovani del Mediterraneo”. “A Tirana - ha spiegato
mons. Frendo - arrivano studenti universitari da tutta l’Albania, vivono nei
convitti e vanno nelle loro case solo nel fine settimana. Ma la domenica sera
ritornano per partecipare all’incontro dei giovani”. Fra le iniziative che la
pastorale giovanile locale organizza – riferisce inoltre l’Agenzia SIR - ci
sono anche “corsi biblici” e “un forum dei giovani”. La delegazione della CEI
ha incontrato anche il nunzio apostolico in Albania, l'arcivescovo Giovanni
Bulaitis. “In Albania manca il clero locale - ha osservato il presule - ed
oltre 150 sacerdoti hanno perso la vita negli anni del regime e oggi i preti
presenti sono per la maggior parte missionari”. Il presule si è poi soffermato
sul rapporto tra lo Stato albanese e le confessioni religiose. “Le istituzioni
faticano a distinguere tra organizzazioni non governative, enti ecclesiastici,
come pure tra confessioni religiose e sette. Non sanno riconoscere le
peculiarità di ogni Chiesa”. Vi è un accordo tra lo Stato e la Chiesa cattolica,
ma la sua applicazione, ha concluso il nunzio apostolico in Albania, “è resa
ancora difficile dai funzionari locali”.
La Passione di Gesù
spiegata ai bambini in due libretti per la Quaresima 2007,
editi dalla EdbJiunior e dalla Elledici
Raccontare
la Passione di Gesù ai bambini e riscoprire nella Via Crucis un itinerario
capace di parlare ai più piccoli sono gli obiettivi di due libretti realizzati
per la Quaresima 2007. Il primo si intitola “La Via Crucis dei bambini. Alla
scoperta di un segreto”, volumetto edito dalla EdbJiunior, la sezione della
casa editrice di Bologna che dall’anno scorso pubblica ogni domenica la
versione per i bambini dei foglietti della Santa Messa. Nell’opera, viene
valorizzata la dimensione narrativa attraverso illustrazioni e racconti: ad
ogni stazione i bambini vengono accompagnati infatti da due personaggi e sono i
loro racconti ad aiutare a capire i versetti evangelici. Ogni stazione si
chiude inoltre con una breve preghiera che tocca le possibili esperienze quotidiane
di un bambino. Questa caratteristica è il filo conduttore anche del secondo
libretto, “Via Crucis con i bambini”, pubblicato dalla casa editrice Elledici.
Dopo una parte introduttiva in cui vengono ripercorsi gli avvenimenti della
Settimana Santa dalla Domenica delle Palme al mattino di Pasqua, il libretto
propone una Via Crucis con parole semplici e adatte ai bambini. Entrambi i
libretti si rivelano strumenti utili e pratici per far riscoprire la Via Crucis
ai più piccoli. (A.L.)
Radiogiornale
24
Ore nel Mondo
- A
cura di Fausta Speranza -
- Un
raid aereo USA ha avuto per bersaglio due sospette basi del braccio iracheno di
al Qaeda a nord-ovest di Baghdad, che sarebbero state utilizzate per il recente
abbattimento di un elicottero americano, e nello scontro a fuoco e nel
bombardamento che ne è seguito sono stati uccisi almeno otto miliziani integralisti. E
un’operazione su larga scala è in corso in Iraq per ''punire'' il rapimento e
l’uccisione di 14 poliziotti iracheni di Baquba, rivendicato da al Qaeda. A
Baghdad è stato rapito un generale iracheno, consigliere del ministro della
Difesa, Abdulkader al-Obeidi. Intanto a Bassora un soldato USA è stato ucciso e
altri due sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno e due basi militari
britanniche sono state bersagliate a colpi di razzi e di mortaio. E a Kirkuk un
giornalista iracheno è stato rapito da uomini armati che indossavano divise
dell'esercito governativo. Dalla caduta del regime di Saddam Hussein, nel 2003,
sono 43 i giornalisti finora rapiti in Iraq, mentre 187, comprese undici donne,
sono stati uccisi. Sulla drammatica situazione in Iraq, che fa registrare
giornalmente un bollettino di sangue, la nota del nostro direttore generale
padre Federico Lombardi:
***********
Negli
ultimi mesi la violenza in Iraq è continuata senza tregua: sentiamo
quotidianamente notizie che parlano di attentati che causano decine, fino a
oltre cento morti in un solo giorno. Sono fatti orribili, ma stiamo cominciando
ad abituarci anche ad essi. E’ gravissimo. Non possiamo abituarci.
Ogni
guerra causa un numero eccessivo e assolutamente ingiustificato di vittime, ma
quello che ci turba ancora di più – in questo nuovo genere di guerra – è che
gli attentati vengono spesso compiuti intenzionalmente nei luoghi più
frequentati dalla gente comune, da persone innocenti e indifese. L’orrore è
cercato, l’odio manifesta la sua assurdità omicida, la sua sete di morte, e si
alimenta di sangue, con più avidità di sangue innocente.
Se
occorreva una prova che la guerra – come ripete il Papa – non risolve i
problemi, ma generalmente li peggiora, questa ne è certamente una prova
ulteriore. Ma chi era contrario alla guerra in Iraq deve resistere alla
tentazione sottile e orrenda di rallegrarsene. Qui dobbiamo anzitutto
alimentare un senso profondo di compassione e di volontà di riconciliazione a
tutta prova, perché la volontà umana vacilla di fronte a questa valanga
quotidiana di odio. Dobbiamo diventare capaci di sperare “contro ogni
speranza”, per poter essere solidali e aiutare chi è vittima materiale della
violenza e chi ne viene ferito in modo devastante nello spirito. Il tempo di
lotta spirituale della Quaresima, in cammino con il Signore innocente che
affronta e accetta su di sé la passione e la morte, è tempo in cui dobbiamo
misurarci con questa sfida cruciale per l’avvenire dell’umanità di oggi, per la
ricerca di vie vere per la pace.
L’attesa
della Risurrezione sostenga e illumini il nostro cammino.
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- Due
palestinesi sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave, nel corso di una
breve incursione dei militari israeliani nella città di Nablus, in Cisgiordania. Lo rendono noto
fonti mediche palestinesi. I militari,
riferiscono le fonti, sono arrivati nella città vecchia con una ventina di jeep
con lo scopo di arrestare militanti palestinesi ricercati. Si tratta della
terza incursione israeliana a Nablus dal
25 gennaio scorso.
- Due
civili afghani sono stati uccisi e altri 16 sono rimasti feriti per
l'esplosione di una bomba che era stata sistemata su una bicicletta
parcheggiata in una strada di Herat, principale città dell'Afghanistan occidentale
sotto il controllo delle truppe italiane. Gli attentati nella città di Herat,
che si trova vicino al confine con l'Iran, sono rari. I taleban infatti sono
poco presenti in quest'area,
sostanzialmente tranquilla. In essa tra le forze dell'ISAF (soldati NATO)
operano oltre agli italiani gli spagnoli. I taleban sono invece molto più forti
e battaglieri nelle regioni meridionali e orientali, al confine con il
Pakistan. E' in queste zone che ci si aspetta anche una massiccia offensiva di
primavera.
- Un
gruppo di funzionari del ministero degli Esteri britannico, tra cui un esperto
di negoziati per la liberazione di ostaggi, sono giunti ad Addis Abeba per
partecipare alle ricerche dei cinque cittadini
britannici (tra cui c'è l'italo-britannica Rossana Piani Moore)
scomparsi nel nord-est del Paese. I britannici sarebbero stati rapiti insieme a
un gruppo di francesi, secondo la polizia locale e le autorità francesi. Unità
dell'esercito etiopico e della polizia stanno setacciando la zona del deserto
di Afar, vicino al confine con l'Eritrea, dove si sono perse le tracce del
gruppo di turisti occidentali, tra cui i cinque britannici, tutti dipendenti
dell'ambasciata o loro familiari.
-
L'emissario degli Stati Uniti per il Sudan, Andrew Natsios, è giunto durante la
notte a Khartoum per la sua terza missione nel Paese africano, che sarà
dominata dal conflitto in Darfur, la provincia occidentale dove è in corso una
guerra civile. La guerra civile che da quattro anni affligge il Darfur iniziò
con l'azione di gruppi separatisti. Si è poi lentamente trasformata in una
campagna di pulizia etnica compiuta dai guerrieri arabi musulmani 'janjaweed',
con la complicità - accusa l'occidente - del governo sudanese, a danno della
popolazione nera e animista che esprime i movimenti separatisti. Un conflitto
che ha già causato almeno 200.000 morti e oltre due milioni di profughi,
secondo l'ONU. E nonostante l'accordo di pace di Abuja dell'anno scorso, non
solo non è finita la violenza interetnica, ma sono cresciute anche frequenza e
gravità delle violenze verso le organizzazioni umanitarie, con l'uccisione di
ben 12 operatori umanitari e innumerevoli aggressioni.
- In
Italia confermata la fiducia con il voto sul filo di lana al Senato, Romano
Prodi ha annunciato di voler rilanciare l’azione del suo Governo. Punto
centrale della nuova agenda politica la riforma elettorale. Ma ci sono due
appuntamenti imminenti ed entrambi assai delicati: il voto sul decreto di
rifinanziamento della missione in Afghanistan; e l’inizio dell’iter
parlamentare dei disegni di legge sulle unioni di fatto. Servizio di Giampiero
Guadagni.
**********
Dal
Quirinale arrivano segnali di ottimismo: il dibattito in Parlamento sulla
fiducia, inevitabilmente aspro, ha comunque creato un clima favorevole alle
riforme auspicate dal capo dello Stato Napolitano. La più importante riguarda
la legge elettorale. Prodi, che pure non l’aveva inserita tra i dodici punti del
suo nuovo programma di Governo, ha fatto propria questa esigenza, lasciando
carta bianca al Parlamento e chiedendo espressamente il contributo
dell’opposizione. Berlusconi ha dato
ieri la sua disponibilità al dialogo a patto, dice, che sia serio e in tempi
rapidi. Ma sul confronto pesano differenze di merito anche all’interno dei due
schieramenti, tra fautori del bipolarismo e sostenitori del modello
proporzionale tedesco. Il ministro per i rapporti col Parlamento Chiti ipotizza
un comitato parlamentare presieduto da un leader della Casa delle libertà che
definisca le nuove regole entro il prossimo anno, evitando così il referendum.
Una volta fatta la riforma, secondo Berlusconi e Fini si dovrà tornare subito
alle urne. Mentre il Governo punta a chiudere la legislatura. La politica deve
naturalmente fare i conti con appuntamenti più immediati. Intanto il decreto di
rifinanziamento della missione in Afghanistan. Sul piano dei numeri non
dovrebbero esserci problemi, dal momento che tutto il centrodestra voterà a
favore. Ma nell’Unione è già annunciato il nuovo strappo di parte della
sinistra radicale. C’è infine, ma certo non per ultima, la questione dei Dico.
Il centrodestra chiede di accantonare il provvedimento. Stessa posizione, nella
maggioranza, di UDEUR e cattolici della Margherita. Mentre Prodi e D’Alema
fanno sapere: il Governo non ha affatto buttato a mare il provvedimento, sarà
il Parlamento a decidere se e quale progetto mandare avanti tra i nove disegni
di legge presentati. L’iter parlamentare inizierà martedì prossimo in
Commissione Giustizia del Senato.
**********
- La
polizia danese ha disperso durante la notte una manifestazione nel quartiere di
Noerrebro, a Copenhagen, e ha dichiarato di avere ''la situazione sotto
controllo'', ma alcune ore più tardi nuovi disordini sono scoppiati in un altro
quartiere della città. Le forze dell'ordine sono intervenute per disperdere con
gas lacrimogeni circa un migliaio di giovani nel quartiere di Noerrebro che
protestavano contro l'evacuazione forzata di un edificio occupato da emarginati,
centro di cultura underground della Danimarca. "La polizia ha arrestato
circa un centinaio di manifestanti'', ha reso noto il portavoce della polizia
di Copenhagen. Uno dei manifestati è rimasto ferito ed è stato trasportato
all'ospedale. Gli incidenti sono scoppiati verso l'una di notte, quando la
polizia è intervenuta per disperdere la manifestazione dei giovani che
protestavano contro la chiusura del
centro sociale di Noerrebro.
- E
la protesta giovanile che ha fatto seguito a Copenaghen allo sgombero forzato
da parte della polizia di un centro sociale dell'autonomia di sinistra sembra
estendersi anche in Germania. Manifestazioni di solidarietà con i giovani
danesi si sono avute infatti in varie città tedesche. Come riferiscono oggi i
quotidiani 'Die Welt' e 'Der Tagesspiegel', raduni di giovani si sono avuti
negli ultimi due giorni ad Amburgo, Berlino, Brema, Hannover, Braunschweig,
Goettingen, Flensburg, Potsdam. In incidenti scoppiati ad Amburgo a margine di
una manifestazione con 700 giovani, un poliziotto è rimasto leggermente ferito.
A Brema un passante è stato colpito da una bottiglia, a Potsdam 16 persone sono
state arrestate.