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SOMMARIO del 26/05/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Le sfide della Chiesa per annunciare Cristo in contesti di povertà estrema e di corruzione dilagante: ne ha parlato il Papa con i vescovi del Mozambico
  • Il rispetto della dignità dei lavoratori è il patrimonio più prezioso di un’azienda: così, Benedetto XVI ai Giovani imprenditori italiani di Confindustria
  • Altre udienze
  • A 400 anni dalla morte, Benedetto XVI ricorda la grandezza mistica di S. Maria Maddalena de' Pazzi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Chiesa e pedofilia: la necessità di un'informazione obiettiva. Intervista con don Fortunato Di Noto, da tempo impegnato nella lotta alla pedofilia
  • Conclusa a Firenze la Conferenza sulla famiglia
  • Nuovo scontro istituzionale in Turchia sull'elezione del capo dello Stato. Veto del presidente Sezer alla riforma costituzionale
  • I valori dello sport come strumento per affrontare le sfide della vita: se n'è parlato in un Forum promosso dalla nostra emittente e dal quotidiano “la Gazzetta dello sport”. Presenti il cardinale Tarcisio Bertone e Giampiero Boniperti
  • Le comuni sfide pastorali tra le Chiese latinoamericane e quelle di Stati Uniti, Canada e Portogallo al centro della Conferenza di Aparecida
  • Don Massimo Serretti commenta il Vangelo della Pentecoste
  • Chiesa e Società

  • Al via, in Corea del Nord, il primo processo di Beatificazione per 36 religiosi morti durante le persecuzioni fra il 1949 e il 1952
  • In Iraq, la parrocchia di Ebril ha terminato i primi corsi di lingua curda diretti ai cristiani in fuga dalle altre zone del Paese
  • Migliaia di fedeli vietnamiti hanno partecipato al pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Ta Pao
  • Fr. Marco Tasca è il 119.mo Ministro generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali
  • La CEI ha reso noto la destinazione dell’otto per mille assegnato alla Chiesa cattolica nel 2007. Il dato cresciuto di 61 milioni di euro rispetto al 2006
  • In Turchia, la missione della Chiesa cattolica di Antiochia, approda su web attraverso il nuovo sito Internet "www.anadolukatolikkilisesi.org/antakya"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Crisi in Ucraina: i militari marciano su Kiev - Attesa in Italia e Spagna per le amministrative di domani
  • Il Papa e la Santa Sede



    Le sfide della Chiesa per annunciare Cristo in contesti di povertà estrema e di corruzione dilagante: ne ha parlato il Papa con i vescovi del Mozambico

    ◊   L’annuncio missionario deve restare la priorità tra le priorità per la Chiesa in Mozambico, che pure si confronta con mille difficoltà socio-pastorali: lo ha raccomandato stamanI Benedetto XVI ai vescovi del Paese africano, nell’indirizzo di saluto al termine della loro visita ad Limina. Il servizio di Roberta Gisotti:

    Sono tanti e complessi gli ostacoli che si frappongono all’evangelizzazione di oltre la metà della popolazione del Mozambico, ha osservato Benedetto XVI, dopo avere ascoltato il presidente della Conferenza episcopale mozambicana, l’arcivescovo Tomè Makhweliha, illustrare con preoccupazione i mali di questo Paese, tra i più ricchi dell’Africa per risorse naturali e con grandi potenzialità economiche, eppure in stato di povertà assoluta. Un Paese preda della corruzione generalizzata e della criminalità, dello sfruttamento della manodopera e delle donne, del traffico della droga e degli esseri umani, del commercio sessuale. Ha puntato il dito, il presidente dei vescovi del Mozambico, sull’attuale ordine economico internazionale, governato dalle multinazionali e dalla globalizzazione.

     
    In questa critica situazione, il Papa ha invitato i presuli mozambicani ad essere quanto più presenti in tutte le comunità delle loro diocesi, prestando paterna attenzione alle condizioni di vita umane e religiose, e di essere accanto ai sacerdoti per ascoltarli, guidarli e incoraggiarli nel loro spesso arduo servizio pastorale, e di valorizzare i movimenti ecclesiali e le nuove comunità “provvidenziali per un rinnovato impulso missionario”. Benedetto XVI ha raccomandato di approfondire la fede attraverso tutti i mezzi a loro disposizione: la catechesi dei giovani e degli adulti, gli incontri e la liturgia con l’inculturazione che s’impone. “Senza questa formazione profonda - ha osservato - la fede e la pratica religiosa divengono superficiali e fragili”, inadeguate a contrastare “l’indifferenza religiosa, il materialismo e il neopaganesimo, fenomeni che dominano oggi nelle società dei consumi”.

     
    Essenziale anche la formazione nei seminari a fronte della crisi vocazionale e la formazione permanente di tutti gli operatori apostolici, sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e animatori di movimenti e comunità. Ogni cristiano - ha sollecitato Benedetto XVI - offra il suo contributo “per combattere le ingiustizie, elevare il livello della vita delle persone e dei gruppi sfavoriti, per educare alla rettitudine dei costumi, alla tolleranza al perdono e alla riconciliazione. Si tratta di un’opera di primaria importanza che serve al bene del Paese”, che i pastori della Chiesa debbono ispirare e sostenere conservando la libertà che è propria della Chiesa nella sua missione profetica, mantenendo ben chiara la distinzione tra questa missione pastorale e i programmi e i poteri politici.

     
    Infine l’importanza di sostenere la famiglia e il matrimonio cristiano “messo a dura prova - ha sottolineato il Papa - da una società detta moderna, pervasa dalla sessualità e dall’individualismo”.

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    Il rispetto della dignità dei lavoratori è il patrimonio più prezioso di un’azienda: così, Benedetto XVI ai Giovani imprenditori italiani di Confindustria

    ◊   Il profitto non può essere l’unico criterio nelle scelte di un’impresa: è il richiamo di Benedetto XVI che, nell’udienza in Vaticano ai Giovani imprenditori di Confindustria, ha sottolineato come la dignità dei lavoratori sia il patrimonio più prezioso di un’azienda. Nel suo indirizzo d’omaggio, il presidente del sodalizio imprenditoriale, Matteo Colaninno, ha assicurato l’impegno dei giovani imprenditori a “realizzare i principi di responsabilità sociale dell’impresa”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    “Il tenore di benessere sociale di cui gode oggi l’Italia non sarebbe pensabile senza l’apporto degli imprenditori”: è il riconoscimento di Benedetto XVI che, incontrando i giovani imprenditori di Confindustria, ha ribadito che “ogni impresa è da considerarsi in primo luogo come un insieme di persone da rispettare nei loro diritti e nella loro dignità”. Ha così invitato il mondo dell’imprenditoria italiana a mettere l’accento sulla “centralità dell’uomo nel campo dell’economia”:

     
    "E’ indispensabile che il riferimento ultimo di ogni intervento economico sia il bene comune e il soddisfacimento delle legittime attese dell’essere umano. In altri termini, la vita umana e i suoi valori devono sempre essere il principio e il fine dell’economia".

    Si è poi soffermato sulla funzione del profitto nelle aziende. “Il Magistero sociale della Chiesa - ha ricordato - ne riconosce l’importanza, sottolineando al tempo stesso la necessità di tutelare la dignità delle persone” coinvolte nelle imprese. Anche nei momenti di maggiore crisi, ha avvertito il Papa, “il criterio che governa le scelte imprenditoriali non può essere la mera promozione di un maggior profitto”. Quindi, riecheggiando il "Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa", Benedetto XVI ha sottolineato che il rispetto della dignità umana dei lavoratori è il patrimonio più prezioso dell’azienda:

     
    "Nelle grandi decisioni strategiche e finanziarie, di acquisto o di vendita, di ridimensionamento o di chiusura di impianti, nella politica delle fusioni, non ci si può limitare esclusivamente a criteri di natura finanziaria o commerciale. E’ necessario che l’attività lavorativa torni ad essere l’ambito nel quale l’uomo possa realizzare le proprie potenzialità ponendo a frutto capacità e ingegno personale, e dipende in gran parte da voi, imprenditori, creare le condizioni più favorevoli perché ciò accada".

     
    Il Pontefice ha riconosciuto che questo non è un compito semplice, in un mondo del lavoro “segnato da una forte e persistente crisi”, ma si è detto certo che gli imprenditori non risparmieranno i loro sforzi per “salvaguardare l’occupazione lavorativa, in particolar modo dei giovani”. Proprio la gioventù, ha sottolineato, deve poter “contare su una fonte di sostentamento sicura” per “costruire il proprio avvenire con fiducia”. D’altro canto, ha indicato nella famiglia fondata sul matrimonio un “elemento portante della vita e dello sviluppo della società”. Parole corredate da un’esortazione al mondo imprenditoriale italiano:

     
    "Operare in favore delle famiglie significa contribuire a rinnovare il tessuto della società e assicurare le basi anche di un autentico sviluppo economico".

     Benedetto XVI non ha mancato, infine, di offrire una sua riflessione sul fenomeno della globalizzazione. Fenomeno, ha affermato, che se da una parte alimenta la speranza di una più generale partecipazione allo sviluppo, dall’altra “presenta diversi rischi legati alle nuove dimensioni delle relazioni commerciali e finanziarie, che vanno nella direzione di un incremento del divario tra la ricchezza economica di pochi e la crescita della povertà di molti”. Di qui, il rinnovato appello, già lanciato da Giovanni Paolo II, affinché venga assicurata una “globalizzazione nella solidarietà” e “senza marginalizzazione”.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata l'iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, accompagnato da un piccolo seguito.

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    A 400 anni dalla morte, Benedetto XVI ricorda la grandezza mistica di S. Maria Maddalena de' Pazzi

    ◊   Una Santa che “ebbe il dono di vivere la comunione con Dio in una forma sempre più interiorizzata, sì da diventare un riferimento per tutta la comunità, che ancora oggi continua a considerarla come ‘madre’”. Con queste parole, Benedetto XVI descrive in una lettera inviata nelle scorse settimnane al cardinale arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli, l’importanza di una delle più grandi mistiche di tutti i tempi: Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, che il 25 maggio di 400 anni fa si spegneva nel Carmelo fiorentino di S. Maria degli Angeli, a Borgo San Frediano. Fiorentina di nascita, la futura Santa - dopo aver vestito l’abito carmelitano a 17 anni - trascorre una giovinezza segnata da straordinarie visioni mistiche, seguita da una stagione di notte dello spirito, che la renderanno, in modo simile a Caterina da Siena, un’ardente promotrice del rinnovamento ecclesiale.

    Autrice di numerosi scritti nei quali riporta l’eccezionalità delle sue visioni, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, scrive Benedetto XVI, è per la Chgiesa fiorentina “particolarmente cara per essere figura emblematica di un amore vivo che rimanda all’essenziale dimensione mistica di ogni vita cristiana”. “Auspico vivamente - si legge nella lettera pontificia - che le presenti celebrazioni giubilari della sua morte contribuiscano a far conoscere sempre più questa luminosa figura, che a tutti manifesta la dignità e la bellezza della vocazione cristiana. Come, mentre era in vita, attaccandosi alle campane sollecitava le sue consorelle con il grido: 'Venite ad amare l’Amore!', la grande Mistica, da Firenze, dal suo Seminario, dai monasteri carmelitani che a lei si ispirano, possa ancora oggi - conclude il Papa - far sentire la sua voce in tutta la Chiesa, diffondendo l’annuncio dell’amore di Dio per ogni creatura umana”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Il discorso di Benedetto XVI ai presuli della Conferenza episcopale del Mozambico. Il Papa ha sottolineato che l'annuncio missionario deve essere al primo posto "fra le vostre priorità"; nello stesso tempo ha esortato i cristiani a contribuire alla sua realizzazione.
    Servizio estero - Un intervento della Santa Sede sul tema: "La grande sfida per i leader religiosi è quella di motivare i credenti a dialogare tra di loro sulla base della ragione e del rispetto mutuo, pur rimanendo fedeli al proprio credo".
    Servizio culturale - Un articolo di Alessandra Ottieri dal titolo "Nelle collezioni i segni del passaggio di civiltà che hanno segnato il territorio di Napoli": tradizione e progetti di sviluppo del Museo di Capodimonte a cinquant'anni dalla fondazione. Servizio italiano - In rilievo il tema degli incidenti sul lavoro.

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    Oggi in Primo Piano



    Chiesa e pedofilia: la necessità di un'informazione obiettiva. Intervista con don Fortunato Di Noto, da tempo impegnato nella lotta alla pedofilia

    ◊   La diffusione nei giorni scorsi su Internet del video realizzato dalla BBC, “Sex Crimes and the Vatican”, sulla questione dei preti pedofili e la possibilità che venga trasmesso dalla RAI, ha sollevato numerose polemiche. Venti parlamentari e ottanta intellettuali cattolici e laici hanno sottoscritto un appello ai dirigenti della televisione di Stato italiana perché tale documentario non vada in onda. Nell’appello, i firmatari non si dicono contrari a trasmissioni dove si parli con serietà del “problema reale e doloroso” dei preti pedofili, ma chiedono che questo non avvenga attraverso un documentario “sensazionalistico e falso” del quale elencano gli errori e che coinvolge direttamente la stessa persona del Papa. Martedì scorso, il segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Giuseppe Betori, aveva affermato in merito che “non c’è alcuna 'censura' in proposito da parte della Chiesa”, ma si è augurato che in caso di trasmissione del documentario vengano sottolineati i dati falsi in esso sono contenuti. Ma cosa c’è dietro all’intera vicenda legata al video della BBC? Adriana Masotti lo ha chiesto a don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione “Meter”, che da anni si occupa di lotta alla pedofilia:

    R. - Io credo che dobbiamo ribadire con molta serenità che la Chiesa non ha assolutamente paura di esporsi nella verità e di dire la verità. Qualunque servizio giornalistico d’inchiesta dev’essere sempre imparziale e deve avere anche la capacità di saper raccontare comunque la verità. Nessuno ha non ammesso il fatto che esistano sacerdoti pedofili, ma non dimentichiamo che esistono anche magistrati pedofili, psicologi pedofili, avvocati pedofili, maestri pedofili, genitori pedofili... Non è la categoria che fa il pedofilo, è il soggetto che ha delle responsabilità personali. E non credo che se un magistrato pedofilo viene inquisito, viene condannato, è tutta la magistratura accusata per il caso. Quello che è fondamentale è dire che la Chiesa si è posta sempre dalla parte dei bambini: a fronte di pochissimi o migliaia – anche – di sacerdoti accusati, processati e condannati perché hanno compiuto fatti gravi personali, ci sono comunque centinaia di migliaia di altri sacerdoti che, nei campi di frontiera, nei luoghi dove c’è l’infanzia abbandonata, sono lì a prodigarsi affinché nessun bambino venga violato, affinché un bambino sempre venga aiutato. In effetti, c’è quasi una strategia culturale, ed è questo ciò che dispiace, ciò che non aiuta nessuno ...

     
    D. - Come lei diceva all’inizio, non si ha paura dell’informazione, ma l’informazione dev’essere corretta, onesta e imparziale. Don Fortunato Di Noto, lei ha potuto vedere il video della BBC: vuol dirci qualcosa?

     
    R. - Nella sostanza, emerge chiaramente un problema di abuso e questo nessuno può negarlo. Ovviamente, ci doveva essere un maggiore equilibrio nell’informazione. Mi sono accorto che, tra le righe, c’è più un sentimento anticattolico e non soltanto per la questione dei preti pedofili, ma quasi una strategia culturale per fare emergere che, in fondo, il problema della pedofilia che esiste tra il clero è un problema che riguarda anche il celibato. Ma noi sappiamo benissimo che gli abusi sessuali avvengono anche nell’ambito familiare e quindi la pedofilia non ha nulla a che vedere con il celibato.

     
    D. - Nel Vangelo, Gesù è molto duro con chi “scandalizza i piccoli”: la Chiesa che cosa prevede nei casi di pedofilia compiuti da sacerdoti o religiosi?

     
    R. - Già il Concilio di Elvira, nel IV secolo, si pronunciava in maniera durissima contro chi si macchiava di questi reati e li espelleva direttamente dalla comunità ecclesiale. I sacerdoti sono cittadini di uno Stato, il che significa che si attengono automaticamente ad un procedimento penale: in questo caso e di conseguenza - per prudenza e per una questione anche di presunzione di innocenza, che è applicata a tutti i cittadini - vengono messi a riposo. In alcuni casi gravi, nell’immediatezza vengono anche sospesi a divinis, e la Chiesa ha sempre comunque collaborato con le forze dell’ordine, anche - io parlo dell’Italia - nella nostra penisola. Questo perché la Chiesa non vuole tollerare affatto questi reati così gravi, che sono reati contro la dignità dell’uomo ma, dall’altra parte, anche gravissimi reati contro Dio.

     
    D. - Nel video della BBC, si parla di un documento del 1962 che insiste sul silenzio da tenere in questi casi: un documento abrogato nel 1983 dal Codice di Diritto Canonico. Dobbiamo anche ricordare il Motu proprio di Giovanni Paolo II, con la sua ferma condanna di questi crimini. Allora, è una falsità dire che nella Chiesa c’è ancora prudenza, voglia di tenere nascoste queste cose?

     
    R. - Assolutamente! Teniamo conto che nel 1962 non esisteva ancora nemmeno la Carta dei Diritti del Fanciullo, che è del 1989. Nel 1962, i reati contro la violenza alle donne erano ritenuti un reato contro la morale e non contro la persona: è del 1996 la legge italiana che stabilisce questi reati. In altre parole: dobbiamo sempre tener conto che in ogni cosa c’è sempre un’evoluzione, un appropriarsi di diritti che vengono riconosciuti gradualmente, man mano. Quel documento veniva anche emanato su situazioni che già si ritenevano irregolari, non era stato emanato per coprire nessuno ma per dare le prime linee, probabilmente anche un po’ traballanti per alcuni versi. Ma poi, nel 1983, è stato completamente abrogato e questo dimostra una attenzione maggiore. In tantissime Conferenze episcopali - penso a quella della Francia, dell’Austria, della Svizzera, ma anche a quella italiana - la Chiesa, per giunta, ha creato delle équipes specializzate per aiutare le vittime a superare il trauma, ad essere accompagnate spesso anche dal punto di vista giudiziario... Con onestà intellettuale, bisogna dirle queste cose!

     
    D. - Che cosa si fa per prevenire? C’è una maggiore attenzione anche nella formazione, ad esempio nei seminari?

     R. - Guardi, tantissime parrocchie in questi ultimi anni si stanno adoperando a creare dei percorsi formativi per catechisti, anche dei corsi di aggiornamento per sacerdoti. Tante volte, io stesso sono stato invitato ad approfondire alcune tematiche riguardo all’abuso sessuale proprio nei seminari maggiori, moltissimi vescovi ci chiedono di collaborare, e non a caso gli “sportelli Meter” sono nati soprattutto in Sicilia, proprio per volontà di vescovi siciliani. Ciò significa che è venuto a crearsi un moto, si sta sempre più creando, tante cose si stanno muovendo.

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    Conclusa a Firenze la Conferenza sulla famiglia

    ◊   Nel segno del dialogo, e con la famiglia tornata al centro dell’attenzione socio-culturale, si è appena chiusa a Firenze la Conferenza nazionale voluta dal governo italiano per avviare un piano organico di interventi a sostegno della famiglia. Momento centrale della mattinata un informale question time tra il premier Romano Prodi e un gruppo di famiglie-simbolo di realtà difficili. In precedenza, erano state presentate le relazioni dei rapporteur delle sessioni tematiche, che hanno lavorato ieri, e gli interventi di amministratori locali. A trarre le conclusioni, il ministro della Famiglia, Rosy Bindi. E ora Firenze si prepara ad una grande festa di piazza: ancora un omaggio alla famiglia. Il servizio di Gabriella Ceraso.
     
    Una famiglia di immigrati, una numerosa e monoreddito, pensionati con soli mille euro mensili, una coppia di affidatari, una famiglia con problemi di disabilità e, infine, un papà ultracinquantenne che perde il lavoro. E’ questo lo spaccato di vite italiane difficili che ha interrogato il premier Prodi. Domande comuni: come pagare tariffe troppo alte? Saranno integrati i figli di immigrati? Come conciliare maternità e lavoro? E quale collocamento per i disabili? A loro, Prodi ha assicurato modulazioni delle tariffe sui componenti e sul reddito familiare, si è impegnato perché gli immigrati siano protagonisti della vita pubblica e non ghettizzati, purché nel rispetto dei doveri. E alle mamme lavoratrici ha promesso più part-time, flessibilità contrattuale e asili nido riformati. E tornando al Tesoretto - ovvero il maggior introito fiscale registrato dal governo - due terzi dell'extragettito Prodi li ha garantiti ad anziani e famiglie numerose, mentre per le disabilità si è impegnato ad attuare la legge 68 con un modello organizzativo adatto.

     
    Subito dopo, le conclusioni a braccio del ministro della famiglia, Rosy Bindi, per la quale unità e dialogo sono ora le parole chiave per la famiglia e per il Paese, mentre alla politica spettano scelte forti, in base alle priorità emerse a Firenze: cioè giovani, famiglie con figli, anziani non autosufficienti, lavoro femminile e opportunità rappresentata dagli immigrati. C’è massima disponibilità, dice il ministro, anche all’individuazione di un fisco favorevole alle famiglie e alla riforma dei consultori, accogliendo così le istanze delle associazioni cattoliche. Il ministro ha ribadito che servirà parte del Tesoretto e ha sottolineato che il cammino per il Piano nazionale della famiglia è lungo, ma qui si è avviata una fase irrinunciabile di cambiamento.

    A rappresentare alla Conferenza di Firenze il sentire del mondo cattolico sono stati i laici appartenenti al Forum delle associazioni familiari. Non sempre in accordo con i temi e le modalità di svolgimento dei lavori, il Forum ha comunque presentato un pacchetto di proposte che intende sostenere. Tra i punti di forza - oltre al quoziente familiare, al nuovo patto educativo per la scuola e alla promozione della famiglia come capitale sociale - figura la modifica del welfare. La nostra inviata a Firenze, Gabriella Ceraso, ha intervistato la presidente del Forum, Paola Soave:

    R. - Siamo impegnati soprattutto su due fronti. Anzitutto sugli asili-nido, sui quali abbiamo insistito perché, ad esempio, non fossero solo quelli delle istituzioni, ma che si desse reale spazio alle famiglie che attraverso piccole cooperative, attraverso i cosiddetti asili familiari, fossero le prime protagoniste dei propri servizi. In Lombardia, con la legge 23, sono nati centinaia di nidi, gestiti dalle famiglie. L'altro fronte riguarda i consultori, che sono un servizio alla famiglia, perché diventino quello che avrebbero già dovuto essere fin dall’inizio: un vero luogo di ascolto e sostegno ai bisogni della famiglia e non soltanto un luogo in cui si parla esclusivamente di interruzioni di gravidanza, di aborto e così via. Un luogo di ascolto dei problemi e anche, in senso lato, un luogo per formare le stesse famiglie, attraverso corsi e proposte di accompagnamento nei problemi e nei momenti più difficili, ad esempio il dopo maternità. Quindi, un vero servizio alla famiglia, non un servizio sostanzialmente all’interruzione di gravidanza.

     

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    Nuovo scontro istituzionale in Turchia sull'elezione del capo dello Stato. Veto del presidente Sezer alla riforma costituzionale

    ◊   In Turchia, si profila un nuovo scontro istituzionale: il presidente Ahmet Necdet Sezer ha posto il veto sulle riforme alla Costituzione approvate dal parlamento a partire dall’elezione diretta del capo dello Stato. Il premier Erdogan intende però ripresentare il provvedimento prima delle elezioni politiche in programma per il 22 luglio. Il servizio è di Stefano Leszczynski:

    Il premier Erdogan ha già annunciato che ci riproverà. La riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del capo dello Stato appare troppo importante per il partito filo-islamico di governo, che si regge su un forte consenso popolare. Ancora una volta, lo scontro politico istituzionale in Turchia appare dunque segnato da due visioni contrapposte: quella dello Stato laico, fondato da Ataturk, e quello "para-confessionale", che il partito di governo AKP vorrebbe instaurare. Secondo la Costituzione turca, se il parlamento approverà nuovamente la legge sull’elezione diretta del capo dello Stato, senza modificarla, il presidente Sezer sarebbe costretto a promulgarla o ad indire un referendum. Le riforme erano state approvate all'inizio del mese, dopo che Erdogan non era riuscito per due volte a far eleggere alla presidenza l'attuale ministro degli Esteri e suo braccio destro Abdullah Gul, a causa del boicottaggio delle formazioni laiche. Il presidente uscente, difensore intransigente insieme ai militari della laicità dello Stato, ha dichiarato che gli emendamenti avrebbero portato "all'abbandono dal sistema parlamentare" e avrebbe creato "problemi irreparabili". Altro importante nodo da sciogliere per la Turchia è poi quello delle elezioni politiche anticipate, indette per il 22 luglio, che rischiano di far slittare con tempi molto lunghi la legge sulla riforma costituzionale turca. Ma perché il partito filo islamico AKP del primo ministro ritiene di poter contare su un forte appoggio popolare per l’elezione presidenziale? Il commento di Lucio Leante, dell’Ansa di Ankara:
     
    R. - Io direi che più che una certezza positiva di avere un governo popolare, la certezza negativa è che nelle prossime elezioni del 22 luglio il partito filo-islamico non potrà assolutamente prendere la stessa maggioranza parlamentare e, dunque, l’unica possibilità che hanno adesso di fare eleggere un presidente loro è quella di puntare sul popolo approfittando del potere che hanno accumulato in questi anni e delle gratitudini che possono essersi meritati col potere e anche di un certo prestigio per aver risanato la situazione economica. E’ chiaro che, comunque, dietro questo conflitto istituzionale c’è un conflitto politico, perché c’è da una parte la Turchia laica che ritiene che se dovesse andare alla presidenza della Repubblica un filo islamico, la laicità della Turchia sarebbe a forte rischio.

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    I valori dello sport come strumento per affrontare le sfide della vita: se n'è parlato in un Forum promosso dalla nostra emittente e dal quotidiano “la Gazzetta dello sport”. Presenti il cardinale Tarcisio Bertone e Giampiero Boniperti

    ◊   “Radio Forum” ieri pomeriggio nella sede della Radio Vaticana sui valori dello Sport. Promosso dal quotidiano "La Gazzetta dello Sport" e dalla Radio Vaticana, il Forum rappresenta la prima collaborazione diretta tra le due testate giornalistiche. All’incontro hanno partecipato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il presidente onorario della Juventus, Giampiero Boniperti, padre Kevin Lixey, responsabile della sezione “Chiesa e Sport” del Pontificio Consiglio dei Laici, Enrica Speroni e Paolo Butturini della Gazzetta dello Sport. Il Forum, il cui resoconto è stato pubblicato oggi dal quotidiano sportivo, sarà trasmesso lunedì alle 11.30 e 16.30 dalla Radio Vaticana. Ascoltiamo un brano dell’incontro registrato nello studio della Radio Vaticana dedicato a Karol Wojtyla e moderato da Luca Collodi:

    D. - Eminenza, siamo riuniti a questo tavolo perché siamo tutti innamorati dello sport, del calcio in particolare…

     
    R. - E’ la verità. E devo dire che - fin da quando sono nato - sono tifoso del calcio grazie alla mia famiglia. E’ vero che si faceva il tifo anche per il ciclismo, soprattutto negli anni gloriosi in cui il ciclismo ha “salvato” l’Italia e ricordo che quando arrivavamo dai campi, mio papà la prima cosa che chiedeva era chi avesse vinto la tappa del giorno. Lo sport e il calcio erano però un punto fermo della mia vita e soprattutto della mia giovinezza, presso i Salesiani. Giocavamo molto - i Salesiani sono specialisti del cortile, nei campi da gioco - e il cortile è un luogo tipico anche dell’apostolato di don Bosco, perché in cortile con i bambini, con i ragazzi, si conosce, si individua bene il carattere, la specificità di ogni ragazzo. Si può dire - come diceva don Bosco - quella parolina all’orecchio che orienta anche un ragazzo magari in un momento difficile della sua vita. Perché anche uno scontro, un momento di sconfitta, per un ragazzo è una prova: allora, l’educatore che sta vicino, che gli è amico, può dire la parola giusta. Inoltre, noi eravamo abbonati quando ero al liceo e assistente di un bello stuolo di liceali al campo della Juve, al campo dello Stadio comunale, e andavamo regolarmente a vedere le partite della Juventus. Ricordo ovviamente Boniperti, ricordo i grandi giocatori dei tempi del mio Liceo a Torino.

     
    D. - (Enrica Speroni, Gazzetta dello Sport ) So che lei giocava anche a pallone, era un terzino, ma che terzino era?

     
    R. - Ero un povero terzino! Naturalmente, nelle squadre delle classi e dei ragazzi. Poi anche come educatore, come assistente dei Salesiani, organizzavo i tornei e le partite e partecipavo anch’io.

     
    D. - Presidente Boniperti, dove sta andando lo sport?

     
    R. - Forse bisogna ristrutturare lo sport culturalmente. Bisogna seguirlo con più amore e meno interesse e far fare ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri giovani molto più sport, ma uno sport più leale più tranquillo. Tutti si vuol vincere, ma si può anche perdere. Uno deve provare nella vita anche questo, da piccoli, da giovani, per formarsi sia fisicamente che mentalmente.

     
    Rimanendo nell'orizzonte Chiesa e sport, si è disputata stamani, a Roma, la finale della "Clericus Cup", il torneo di calcio a 11 rivolto agli iscritti dei Collegi, delle Università, dei Convitti e dei Seminari Pontifici. C'era per noi Roberto Piermarini:

    Si è conclusa questa mattina dopo tre mesi di gare la prima edizione del "Clericus Cup", il campionato pontificio rivolto a sacerdoti e seminaristi organizzato dal Centro sportivo italiano. Al termine della partita, tiratissima, tra gli studenti della Pontificia Università lateranense e i seminaristi del Collegio Internazionale Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale, la vittoria è andata alla compagine del Redemptoris Mater con un gol sul rigore al decimo del secondo tempo, segnato da Giacomo Piermarini. La "finalina" per il terzo e quarto posto tra i Legionari di Cristo del Mater Ecclesiae e il Collegio con i formatori dell’Opus dei del Sedes Sapientiae, è stata vinta dalla compagine del Mater Ecclesiae per tre a uno. Entrambi i match sono stati preceduti da un minuto di silenzio e preghiera in memoria di Daniele Colarieti 33.enne, fotografo ufficiale della Clericus Cup, deceduto giovedì a Roma. La coppa che rappresenta il logo della manifestazione, cioè un pallone con il “saturno” da chierico e gli scarpini, è stato consegnato al capitano della squadra vincitrice Redemptoris Mater, Paolo Itta, dal presidente nazionale del Centro sportivo italiano, Edio Costantini. All’ultimo atto della "Clericus Cup" erano presenti i rettori dei quattro seminari finalisti: mons. Rino Fisichella della Pontificia Università Lateranense, mons. Claudiano Strazzari del Redemptoris Mater, mons. Juan Carlos Dominguez del Sedes Sapientiae e padre Juan Manuel Duenas del Mater Ecclesiae. Il bomber principale con 11 reti del torneo, Marcos Tullio Peña, 22 anni, del Salvador, giocatore della Sedes Sapientiae, ha ricevuto il premio della Lotto come capocannoniere e ha ricevuto un pallone di cristallo realizzato dal Maestro Varisco di Treviso, mentre il miglior portiere, con zero gol subiti, Simone Pegoraro del Redemptoris Mater, è stato premiato con una coppa da INA Assitalia.

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    Le comuni sfide pastorali tra le Chiese latinoamericane e quelle di Stati Uniti, Canada e Portogallo al centro della Conferenza di Aparecida

    ◊   La comunione delle Chiese di Stati Uniti, Canada e Portogallo nelle loro sfide pastorali in America Latina: è stato uno dei temi affrontati ieri ad Aparecida, in Brasile, alla V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi, inaugurata dal Benedetto XVI lo scorso 13 maggio. Il servizio di Roberta Moretti:

    Ad aprire i lavori, la consueta Celebrazione eucaristica, al termine della quale sono stati ricordati due vescovi, vittime delle violenze che anni fa anno colpito gravemente l’America Centrale: mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso nel 1980, e mons. Juan José Gerardi Conedera, ausiliare di Città del Guatemala, assassinato nel 1998. Nei giorni scorsi, era stato ricordato anche il cardinale Juan Jesùs Posadas Ocampo, arcivescovo di Guadalajara, in Messico, ucciso nel 1993. Tra gli interventi, quello di mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga, arcivescovo di Braga, in Portogallo, che ha riferito un interesse dei vescovi del suo Paese per la Conferenza di Aparecida, non solo perché esistono vincoli secolari, in particolare nell’ambito dell’impegno missionario, ma anche perché, per esempio, il divorzio tra fede e vita, di cui molto si parla in America Latina, è una realtà anche in Portogallo. Da parte sua, mons. Martin William Currie, vescovo di Grand Falls, in Canada, ha citato numerosi ambiti (ambiente, donne, migrazioni, sicurezza) che, a suo avviso, sono comuni alla pastorale sia dell’America Latina, che del suo Paese. I temi della Conferenza di Aparecida “non sono alieni” anche alla Chiesa statunitense, secondo mons. Jaime Soto, ausiliare di Orange in California e presidente del Segretariato per la Chiesa dell’America Latina (SCLA), che si è soffermato sul “grave e preoccupante” fenomeno dei flussi migratori. La mobilità umana - ha affermato - è un problema che riguarda tutti i Paesi. Il presule ha assicurato che il Documento finale della Conferenza tratterà la questione “in un modo molto chiaro, esprimendo la solidarietà della Chiesa continentale verso milioni di persone costrette a migrare con lo scopo di garantire un futuro dignitoso alla propria famiglia”. Mons. Angel Garachana Pérez, vescovo di San Pedro Sula, in Honduras, ha ribadito poi che i flussi migratori, così massicci soprattutto negli ultimi anni, e non solo verso gli Stati Uniti e il Canada, ma anche verso l’Europa e l’Asia, “sono una diretta e immediata conseguenza dei problemi economici e dell’iniquità sociale che caratterizza l’area latinoamericana”. E ha precisato: “Occorre che nei Paesi di accoglienza siano emanate delle leggi adeguate. Nessuno di questi nostri fratelli - ha concluso - può essere ritenuto, senza giusta causa, un delinquente o sospetto per il solo fatto che la vita lo ha costretto ad emigrare”.

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    Don Massimo Serretti commenta il Vangelo della Pentecoste

    ◊   Questa Domenica la Chiesa festeggia la Solennità di Pentecoste. La Liturgia della Parola ci presenta negli Atti degli Apostoli la discesa dello Spirito Santo come un “vento che si abbatte gagliardo” e permette ai discepoli di parlare in altre lingue. Nel Vangelo, Gesù ricorda che chi lo ama osserva i suoi comandamenti. Quindi assicura che pregherà il Padre perché invii un altro Consolatore quando Lui non ci sarà più:

    “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

    Su questo brano ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

    Il giorno di Pentecoste è un giorno di grande esultanza. L’altro consolatore viene inviato dal Padre sulla comunità dei suoi, coloro che Egli ha dato al Figlio. E’ un altro dono, è una perfezione di comunione, una “inabitazione”, un prendere dimora che compie l’attendarsi del Figlio in mezzo a noi. Adesso, con l’invio dello Spirito, il Padre e il Figlio vengono a dimorare non solo in mezzo a noi ma proprio in noi. E’ un dono personalissimo ed è dono ecclesiale, un dono di santificazione, di consacrazione, ed è un dono di missione senza limiti. Lo Spirito Santo riscalda il cuore e illumina la città. Le promesse di Dio si adempiono in un crescendo di comunione in comunione: “Vieni Padre dei poveri”.

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    Chiesa e Società



    Al via, in Corea del Nord, il primo processo di Beatificazione per 36 religiosi morti durante le persecuzioni fra il 1949 e il 1952

    ◊   In Corea del Nord, si è aperto il processo di Beatificazione per 36 Servi di Dio, che, fra il 1949 ed il 1952, hanno accettato il martirio pur di non rinnegare la fede cristiana durante le persecuzioni del regime comunista di Kim Il-sung. Lo hanno annunciato i Benedettini dell’abbazia sudcoreana di Waegwan, che sin dalla separazione della penisola ha competenza territoriale ecclesiastica anche sull’abbazia di Tokwon, nel Nord. Come riporta l’agenzia AsiaNews, il processo è intitolato “Beatificazione del vescovo abate Bonifacio Sauer (OSB), di padre Benedict Kim (OSB) e dei loro compagni”. Costoro, sottolinea p. Sabas Lee Seong-geun, il vicepostulatore della causa, “sono tutti morti in prigione o nei lager nordcoreani durante la terribile ondata di persecuzione anti-cattolica avvenuta dopo la presa di potere dei comunisti. Li ricordiamo insieme perchè erano tutti in qualche modo collegati all’abbazia di Tokwon”. La comunità cattolica ha subito molte persecuzioni in quegli anni: si stimano in oltre 300 mila i cristiani “scomparsi” nel periodo. Diverse le difficoltà che caratterizzano ancora oggi la condizione dei cattolici in Corea del Nord. In questo quadro, la cosiddetta Associazione dei cattolici nordcoreani, un’organizzazione creata e gestita dallo Stato, continua a dichiararsi l’interlocutore ufficiale per i cattolici locali. (E. B.)

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    In Iraq, la parrocchia di Ebril ha terminato i primi corsi di lingua curda diretti ai cristiani in fuga dalle altre zone del Paese

    ◊   Corsi di lingua curda per i cristiani che, a causa delle persecuzioni, fuggono da Baghdad e dal sud del Paese verso il nord crudo in cerca di salvezza. La notizia - riportata dall’agenzia SIR - arriva dal sito "Baghdadhope" e riporta le dichiarazioni di padre Rayan P. Atto, parroco della Chiesa Caldea di Mar Qardagh ad Erbil. Promotore dell’iniziativa in collaborazione con il governo regionale curdo, il sacerdote spiega che “da pochissimo è terminato il primo corso”. Il corso - prosegue - “è durato un mese, due ore al giorno per cinque giorni alla settimana. La frequenza era obbligatoria e tre assenze portavano all’esclusione dello studente”. In questo modo, racconta, “ben 16 studenti hanno superato l’esame del primo livello ed hanno ricevuto il diploma ed anche 50.000 dinari (circa 40 euro) a parziale rimborso delle spese di trasporto visto che il corso era gratuito”. Il diploma non ha un riconoscimento formale da parte del governo regionale curdo però, spiega ancora padre Rayan Atto, “sarà utile per i curricula degli studenti in cerca di un lavoro”. L’intenzione è quella di ripetere l’iniziativa magari anche allargandola a quelle persone che hanno già una conoscenza base della lingua. Non ci sono dubbi sull’utilità dell’iniziativa. Per il sacerdote, infatti, “i cristiani che hanno lasciato tutto per sfuggire alle violenze hanno bisogno di impegnarsi a costruire il proprio futuro”. (E. B.)

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    Migliaia di fedeli vietnamiti hanno partecipato al pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Ta Pao

    ◊   In 60 mila, il 13 maggio scorso, hanno salito i 429 gradini che portano alla statua della Vergine di Ta Pao, nella diocesi di Phan Thiet, nel sud del Vietnam, che si conferma sempre più come il terzo centro di pellegrinaggi mariani del Paese, dopo La Vang e Tra Kieu. L’invito ai fedeli è stato del vescovo della diocesi, Paul Nguyên Thanh Hoan, impegnato fortemente - afferma l’agenzia d’informazione Eglises d’Asie citata da AsiaNews - nel rilancio del luogo mariano anche in seguito al completamento della prima parte dei restauri. Il giorno scelto, il 13 maggio, è dedicato alla Vergine di Fatima, della quale la Madona di Ta Pao riproduce l’immagine. Per l’occasione, il vescovo ha celebrato la messa insieme con 42 sacerdoti ed ha ufficialmente proclamato Ta Pao Centro diocesano di pellegrinaggio. Alla statua della Vergine si attribuiscono un gran numero di grazie: ritorno alla fede, conversioni, riconciliazioni familiari, guarigioni. Nel 1989, ci si rese conto che la statua aveva bisogno urgente di restauro. Così furono iniziati i lavori, terminati due ani dopo, ai quali hanno partecipato non solo i fedeli della diocesi, ma anche cattolici e non-cattolici di tutto il Paese. (E. B.)

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    Fr. Marco Tasca è il 119.mo Ministro generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali

    ◊   Il Capitolo generale ordinario dei francescani, riunito presso il Sacro Convento di Assisi, ha eletto fr. Marco Tasca 119.mo successore di San Francesco. Nato il 9 giugno 1957 a Sant’Angelo di Piove, in provincia di Padova, entra nell’Ordine a Camposampiero il 29 settembre 1968, dove frequenta le scuole medie inferiori per poi trasferirsi nel Seminario serafico di Pedavena, in provincia di Belluno, per il ginnasio e quindi a Brescia per il Liceo classico. Compie il noviziato presso la Basilica del Santo a Padova (1976-1977) ed emette la professione temporanea il 17 settembre 1977. Dopo il noviziato, intraprende gli studi di Teologia presso l’Istituto Teologico “Sant’Antonio Dottore”, a Padova, conseguendovi il grado accademico di Baccellierato nel 1982. Il 28 novembre 1981, emette la professione solenne. Nel 1982, viene trasferito a Roma, di famiglia al Seraphicum, per frequentare i corsi di licenza presso l’Università Pontificia Salesiana. Viene ordinato sacerdote il 19 marzo 1983 al suo paese natale. Nel 1986, consegue la Licenza in Psicologia presso l’Università Pontificia Salesiana, e due anni dopo, sempre nello stesso ateneo, anche quella in Teologia Pastorale. Rientrato in Provincia, dal 1988 al 1994 è rettore del Seminario minore di Brescia, quindi del Postnoviziato di Padova (1994-2001). E’ stato docente di Psicologia e Catechetica presso l’Istituto Teologico “Sant'Antonio Dottore”. Nel Capitolo provinciale del 2001, viene eletto custode capitolare e guardiano del convento di Camposampiero (PD), incarico che svolge sino al 2005, anno in cui viene eletto ministro provinciale. È vicepresidente nazionale della CISM e presidente del Movimento francescano del Nord Est (Mo.Fra.Ne). (E. B.)

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    La CEI ha reso noto la destinazione dell’otto per mille assegnato alla Chiesa cattolica nel 2007. Il dato cresciuto di 61 milioni di euro rispetto al 2006

    ◊   Il presidente della Conferenza episcopale italiana CEI, l'arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, a conclusione della 57.ma Assemblea generale dei vescovi italiani ha parlato, fra l’altro, della ripartizione della somma dell’otto per mille dell’IRPEF assegnato alla Chiesa cattolica nel 2007. L’importo risulta pari a 991.278.769,09 euro di cui 104.289.348,32 euro a titolo di conguaglio per l’anno 2004 ed 886.989.420,77 euro a titolo di anticipo dell’anno 2007. Rispetto ai dati del 2006, c’è stato un incremento di oltre 61 milioni di euro. “Considerate le proposte di ripartizione presentate dalla presidenza della CEI - si legge nel comunicato diffuso dall’agenzia SIR - sono state approvate le seguenti assegnazioni”: per le esigenze di culto e pastorale delle diocesi oltre 432 milioni di euro (399 milioni nel 2006); 205 milioni di euro destinati a interventi caritativi alle diocesi, al Terzo Mondo, ad esigenze di rilievo nazionale (l’anno scorso erano stati 195 milioni); più di 353 milioni di euro sono stati disposti per il sostentamento del clero (nel 2006 a questa voce erano stati destinati 335 milioni)”. Si tratta di cifre, che, per chiarezza espositiva, sono stati approssimati. Tutti i dati circa la ripartizione dell’otto per mille saranno presto disponibili sul sito internet www.8xmille.it. (E. B.)

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    In Turchia, la missione della Chiesa cattolica di Antiochia, approda su web attraverso il nuovo sito Internet "www.anadolukatolikkilisesi.org/antakya"

    ◊   La Chiesa di San Pietro e Paolo ad Antiochia ha lanciato nei giorni scorsi il nuovo sito Internet www.anadolukatolikkilisesi.org/antakya, che racconta la storia, le attività lo spirito della piccola comunità cristiana locale. Il sito - afferma l’agenzia Fides - illustra l’architettura della Chiesa ma soprattutto permette di “entrare” nella comunità dei Frati cappuccini che la abitano, lasciando a disposizione dei lettori una “Cronaca” che annota, passo dopo passo, mese dopo mese, la vita quotidiana della comunità locale. Una parte del sito è dedicata anche al martire padre Basilio da Novara, assassinato da estremisti islamici in odio al cristianesimo, definito “fondatore moderno della Chiesa cattolica di Antiochia”. La città in questione è la culla delle prime comunità cristiane di cui parlano gli Atti degli Apostoli. Proprio qui, per la prima volta, i discepoli di Gesù furono chiamati “cristiani”. Oggi, la piccola comunità cristiana, composta da una decina di famiglie cattoliche e un consistente numero di greco ortodossi di lingua araba, si raduna per condividere la fede. Nei primi secoli del cristianesimo Antiochia, capitale della provincia romana di Siria, era la terza città dell’impero romano dopo Roma e Alessandria, con quasi mezzo milione di abitanti. Oggi è una cittadina di 200 mila abitanti. Grazie agli aiuti provenienti dall’estero e in particolare dal Centro di Cooperazione dei Cappuccini Emiliani di San Martino in Rio (Reggio Emilia), la comunità cristiana locale realizza iniziative sociali e pastorali, per impedire che i cristiani, come già sta avvenendo, siano costretti ad emigrare per motivi economici. Ad Antiochia sull’Oronte è particolarmente sentita la festa dei Santi Pietro e Paolo, che rappresenta sempre una grande occasione di dialogo e preghiera ecumenica, utile a rafforzare i profondi legami fra tutte le confessioni cristiane in Turchia. (E. B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Crisi in Ucraina: i militari marciano su Kiev - Attesa in Italia e Spagna per le amministrative di domani

    ◊   - Si aggrava la crisi politica in Ucraina: unità militari, formate da migliaia di soldati, si stanno dirigendo verso Kiev. Ieri, il presidente ucraino, il filo occidentale Viktor Yushchenko, aveva assunto il controllo delle forze armate che dipendono dal ministero dell’Interno. Il capo di questo dicastero, che appoggia il premier filo-russo Viktor Yanukovich, ha espresso grande preoccupazione e ha aggiunto che non ha più il controllo delle truppe. Poco fa sono cominciati, intanto, i negoziati tra il presidente e il primo ministro ucraino per uscire dalla crisi. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

    Tensione altissima a Kiev. Mentre la capitale ucraina celebra la sua annuale festa cittadina con alcune centinaia di migliaia di persone per le strade, i due schieramenti continuano a fronteggiarsi. Il Ministero degli Interni, ancora fedele alla coalizione del premier Yanukovich, ha reso noto che alcune sue unità provenienti dalle regioni si stanno avvicinando a Kiev. L’ordine è stato impartito dal generale Oleksandr Kikhtenko, che ha accettato il decreto con il quale il presidente Yushchenko ha acquisito il controllo delle truppe del ministro. Al momento attuale, però, non vi sono verifiche indipendenti alla notizia né tanto meno conferme. Lo scambio di accuse fra le parti è continuo. Il segretario del Consiglio di Sicurezza, filopresidenziale, ha denunciato la preparazione di provocazioni contro la polizia, mentre il partito Nostro Ucraina parla di possibili attentati contro i propri attivisti. Ieri, lo speaker della Rada aveva segnalato l’esistenza di un piano per assaltare il parlamento. I colloqui mattutini fra il presidente Yushchenko ed il premier Yanukovich, durati tre ore, non hanno dato alcun risultato. Si spera adesso nelle nuove trattative, cominciate poco fa. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D'Amato)

    - Almeno sette persone sono rimaste uccise a causa dell’esplosione di una bomba in un affollato mercato a Guwahati, nel nord est dell’India. Secondo gli inquirenti, i responsabili dell’attentato sono militanti del Fronte unito per la liberazione dell’Assam, un gruppo di ribelli, che dal 1979 combatte contro l’esercito indiano per l’indipendenza della regione nord orientale.

    - In Iraq, numerosi colpi di mortaio sono stati sparati stamani contro il quartiere di Bayya, nella parte meridionale di Baghdad. Secondo fonti locali, sono morte almeno 4 persone. Sempre nella capitale, un raid americano ha provocato la morte di 5 presunti terroristi. Venti cadaveri sono stati ritrovati inoltre in varie zone di Baghdad.

    - La legge per il rifinanziamento delle missioni in Iraq e Afghanistan, già votata da Camera e Senato USA, è stata firmata dal presidente americano, George W. Bush. Promulgando il provvedimento che il Congresso ha votato dopo un lungo braccio di ferro con la Casa Bianca, il presidente ha sbloccato circa 100 miliardi di dollari per finanziare fino a settembre prossimo le attività dei 147 mila soldati americani impegnati in Iraq e dei 25 mila che operano in Afghanistan.

    - Proprio in Afghanistan, un soldato della NATO è morto nel corso di un’operazione lanciata questa mattina nel sud del Paese contro postazioni talebane. Altri due militari dell’Alleanza Atlantica sono stati sequestrati nella regione di Helmand. Sempre oggi, un kamikaze si è fatto saltare in aria a Kandahar provocando il ferimento di tre persone.

    - Nei Territori Palestinesi, almeno 5 persone sono morte in seguito a due raid israeliani contro alcune postazioni di estremisti nella Striscia di Gaza. Un ministro esponente del movimento radicale filoislamico Hamas è stato arrestato, inoltre, dall’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Secondo fonti di sicurezza palestinese, i soldati israeliani sarebbero entrati nella città a bordo di una ventina di jeep ed avrebbero prelevato il ministro dalla sua abitazione.

    - L'esercito libanese ha annunciato di aver arrestato ''un gran numero'' di membri di Fatah al Islam ed ha avvertito che l'unica via d'uscita per i combattenti del gruppo armato - trincerati in un campo per profughi palestinese nel nord del Libano - è la resa. Intanto, il leader del movimento sciita Hezbollah, ha invitato le parti a trovare una soluzione politica e giudiziaria alla crisi, scongiurando così ulteriori combattimenti.

    - In Italia, oltre 10 milioni di elettori sono chiamati, domani e lunedì, alle urne per le elezioni amministrative. La consultazione riguarda 830 comuni, di cui 25 capoluoghi, e 7 province. Eventuali ballottaggi si terranno il 10 e l’11 giugno. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Si è chiusa, ieri sera, la campagna elettorale in vista di questa consistente tornata di elezioni amministrative. A Genova e a Verona sono in programma i test più importanti. In Sicilia, dopo la vittoria della Casa delle Libertà al primo turno nei comuni di Palermo e Trapani e nella provincia di Ragusa, si andrà al ballottaggio ad Agrigento. Dieci milioni di elettori costituiscono un importante banco di prova per il governo Prodi anche se nel centro sinistra si sottolinea soprattutto la valenza locale del voto. L’opposizione di centro destra incalza, convinta che il risultato possa rappresentare una spallata decisiva per l’esecutivo, messo sotto tiro anche dal recente intervento del presidente di Confindustria, Montezemolo. Ma il voto di domani darà anche l’idea del rapporto di forza all’interno dei singoli schieramenti per capire, ad esempio, quanto gli elettori apprezzino il nascente Partito Democratico. Sull’altro fronte, la votazione sarà l’occasione per valutare le prospettive del partito unico dei moderati ipotizzato da Berlusconi. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    - Elezioni amministrative anche in Spagna, dove sono chiamati al voto circa 35 milioni di elettori. Nelle precedenti consultazioni è stata registrata un’astensione di oltre il 30 per cento. Il servizio di Ignacio Arregui:

    La Spagna è suddivisa in 17 regioni autonome e in questa occasione si vota per 13 governi regionali. Tra questi, sette sono controllati dal partito Popolare e 4 dai socialisti. Sono tre le regioni nelle quali potrebbe formarsi una nuova maggioranza: le isole Baleari, la Navarra e le Canarie. C’è anche una particolare attesa per le elezioni nelle grandi città con oltre 250.000 abitanti. In tutto, sono circa 8.000 i consigli comunali da eleggere. La campagna è stata dura, con l’intervento personale dei grandi leader politici, in particolare di Zapatero e Rajoy. Ma troppo spesso, i contenuti dei dibattiti politici hanno riguardato grandi questioni delle istituzioni centrali come se fosse in gioco la politica nazionale e non quella di comuni o regioni. Nei Paesi Baschi c’è stata, inoltre, una particolare tensione poiché la Corte Suprema ha vietato la partecipazione dei rappresentanti del partito Batasuna, dichiarato illegale. Alcuni esponenti di Batasuna hanno comunque tentato di prendere parte alla tornata elettorale aderendo al altre formazioni politiche. Tuttavia, nessun partito ha chiesto né l’astensione né la scheda bianca. Questo fatto potrebbe elevare il tasso di partecipazione al voto anche se c’è una certa assuefazione di fronte agli eccessi e ai radicalismi dei partiti politici. Infine, si è constatato ancora una volta che è sempre più grande la capacità di decisione dei poteri locali e regionali nella vita dei cittadini. (Per la Radio Vaticana, Ignazio Arregui)

    - In Colombia, il gruppo rivoluzionario delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) ha annunciato che intensificherà la propria “lotta” per chiedere le dimissioni del presidente Alvaro Uribe. Il capo di Stato colombiano ha affermato, intanto, di aver esaminato con il suo omologo francese, Nicolas Sarkozy, “i dettagli” del rilascio di un gruppo di guerriglieri delle FARC. Uribe ha precisato che il suo governo è pronto a liberare un gruppo di ribelli in cambio della smobilitazione del gruppo rivoluzionario. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 146

     

     
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