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SOMMARIO del 20/05/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • In nome di Dio, Benedetto XVI supplica la pace per il Medio Oriente. Nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, l'appello del Papa all'industria dei media per tutelare i bambini
  • Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa chiede più attenzione per i diritti dei minori
  • Il cardinale Macharski compie 80 anni. Fu il successore di Giovanni Paolo II alla sede di Cracovia
  • Oggi in Primo Piano

  • "Viviamo la forte presenza del Signore perchè sono giorni pieni di preghiera e di fratellanza": così i presidenti della V Conferenza generale dell'Episcopato latinoamericano e dei Caraibi nella lettera inviata al Papa
  • Festeggia un anno il “Movimento Gruppi di preghiera Figli Spirituali di Giovanni Paolo II”, associazione costituita a Roma e riconosciuta dalla diocesi
  • "Festa dei Popoli" a Roma su iniziativa dei missionari scalabrinianni e la diocesi
  • Siglati a Roma i cosidetti "patti sulla sicurezza" per dare ordine alla presenza dei nomadi nella città. L'impegno della Chiesa per favorire la loro difficile integrazione
  • Tre nuovi allestimenti nel ricco programma estivo dell'Arena di Verona
  • Chiesa e Società

  • Al via domani a Roma la 57esima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana
  • Migliaia di scout in molte piazze italiane per festeggiare la Giornata nazionale dello Scoutismo cattolico
  • Dignità della persona, vita, famiglia, corruzione e povertà. Per i vescovi dell’Ecuador questi i temi centrali da inserire nella nuova Costituzione
  • Tornano a Mogadiscio 8 mila sfollati, ma i circa 400 mila somali che hanno lasciato la città temono ancora una ripresa dei combattimenti
  • La Corea del Nord allenta i controlli sulla religione. E’ quanto documenta una ricerca pubblicata ieri dall’agenzia Yonap
  • Al via www.mirezo.com, il nuovo sito Internet che permette a tutti gli utenti del mondo di accendere un cero nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth
  • I vescovi della Zambia sollecitano il varo di una nuova Costituzione per dare nuovo slancio al Paese prima delle elezioni presidenziali e parlamentari prima del 2011
  • In India l’economia cresce ma i poveri nelle baraccopoli sono raddoppiati in venti anni
  • “Restituire l’infanzia”:il titolo della campagna dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, per sostenere progetti sanitari nel mondo in favore dei bambini. Domani a Roma concerto dei giovanissimi musicisti brasiliani “Tambores del Tocantins”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Tre militanti di Hamas morti per un ennesimo raid israeliano nella Striscia di Gaza in risposta al lancio di razzi da parte di palestinesi - In Afghanistan, almeno 30 talebani uccisi in seguito ad una nuova operazione militare delle forze della coalizione e 14 civili morti per un attentato
  • Il Papa e la Santa Sede



    In nome di Dio, Benedetto XVI supplica la pace per il Medio Oriente. Nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, l'appello del Papa all'industria dei media per tutelare i bambini

    ◊   La supplica di Benedetto XVI perché in nome di Dio si ponga fine alla tragica violenza in Medio Oriente. Il Papa al Regina Caeli invoca ancora una volta la pace per la Terra Santa. Nell’odierna 41 ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, rivolge poi un appello particolare ai responsabili dell’industria dei media perché salvaguardino il bene comune. Infine il ricordo del recente viaggio apostolico in Brasile e degli importanti eventi ecclesiali che lo hanno costellato. Servizio di Roberta Gisotti:
     
    “Gli scontri tra fazioni palestinesi nella Striscia di Gaza e i lanci di razzi contro gli abitanti delle vicine città israeliane, ai quali si è reagito con l’intervento armato, stanno provocando un sanguinoso deterioramento della situazione, che lascia sgomenti”, così ha commentato Benedetto XVI il drammatico evolversi degli eventi di guerra in Medio Oriente:
     
    “Una volta ancora, in nome di Dio, supplico che si ponga termine a questa tragica violenza, mentre alle provate popolazioni palestinese e israeliana desidero esprimere la mia solidale vicinanza ed assicurare il mio orante ricordo. Faccio appello al senso di responsabilità di tutte le Autorità palestinesi affinché, nel dialogo e con fermezza, riprendano il faticoso cammino dell’intesa, neutralizzando i violenti. Invito il Governo israeliano alla moderazione ed esorto la Comunità internazionale a moltiplicare l’impegno a favore del rilancio del negoziato. Il Signore susciti e sostenga gli operatori di pace!”
     
    Il pensiero del Papa è andato poi all’infanzia al centro della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dedicata al tema “I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione”. I mass media – ha sottolineato Benedetto XVI – “fanno concorrenza alla scuola, alla Chiesa e, addirittura, alla famiglia”. E per questo “è essenziale – ha raccomandato - un’adeguata formazione all’uso corretto dei media:”

     
    “I genitori, gli insegnanti e la comunità ecclesiale sono chiamati a collaborare per educare i bambini e i ragazzi ad essere selettivi e a maturare un atteggiamento critico, coltivando il gusto per ciò che è esteticamente e moralmente valido.”
     
    Ma anche i media – ha ammonito il Santo Padre - “devono recare il loro contributo a questo impegno educativo, promuovendo la dignità della persona umana, il matrimonio e la famiglia, le conquiste e i traguardi della civiltà”.

     
    “I programmi che inculcano violenza e comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana sono inaccettabili, tanto più se proposti ai minori.”
     
    Quindi un reiterato appello a chi personalmente decide e lavora nei mezzi di comunicazione sociale

     
    “Rinnovo pertanto l’appello ai responsabili dell’industria dei media e agli operatori della comunicazione sociale, affinché salvaguardino il bene comune, rispettino la verità e proteggano la dignità della persona e della famiglia.”
     
    Non è mancato il ricordo del recente viaggio in Brasile e un ringraziamento al Signore per i grandi eventi ecclesiali che lo hanno accompagnato: la canonizzazione del primo Beato brasiliano Fra Antonio di Sant’anna Galvao e l’inaugurazione della Conferenza generale dell’episcopato latino americano e caraibico, che prosegue ad Aparecida, per la quale il Papa ha chiesto di continuare a pregare.

     
    Infine dopo la festa dell’Ascensione, celebrata giovedì scorso ma che in alcuni Paesi ricorre oggi, l’invocazione a Maria perché “ottenga per tutta la Chiesa una rinnovata Pentecoste”.

     
    Tra le decine di migliaia di fedeli in piazza san Pietro, anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, per accompagnare oltre mille ragazzi cresimandi della sua diocesi Genova e nel gruppo – come ha svelato Benedetto XVI - c’era anche il cardinale Tarcisio Bertone, già arcivescovo della città.

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    Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa chiede più attenzione per i diritti dei minori

    ◊   “L’adeguata formazione ad un uso corretto dei media è essenziale per lo sviluppo culturale, morale e spirituale dei bambini”: è l’esortazione del Papa nel Messaggio per l’odierna Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, incentrata sul tema “I bambini e i mezzi di comunicazione, una sfida per l’educazione”. Tema sul quale si sofferma don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della CEI, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – Spesso nell’attenzione della pubblica opinione e dei media, i bambini sembrano fare la parte del fanalino di coda, ritenendosi la tv per minori una tv minore. I bambini sono, invece, dei grandi fruitori e direi che rappresentano tra l’altro la prima vera generazione compiutamente interattiva: hanno una competenza che talvolta sovrasta perfino quella dei loro genitori. Credo che proprio per questo il Papa abbia centrato l’attenzione su questo delicato rapporto, perché qui come in altri campi dell’esistenza si sperimenta che l’accresciuta capacità tecnologica non sempre corrisponde ad una matura coscienza e perciò i bambini - da questo punto di vista - essendo ancora in via di formazione, debbono essere aiutati a coniugare utilizzo e responsabilità.

     
    D. – Nel Messaggio, Benedetto XVI richiama la responsabilità di genitori ed insegnanti nella formazione dei bambini all’utilizzo dei mezzi di comunicazione. Quale aiuto può dare la Chiesa?

     
    R. – Credo che la Chiesa possa dare il suo specifico contributo, che è quello di educare la persona ed educando, quindi, la persona richiamare l’attenzione di tutte le agenzie educative a curare in modo particolare una presenza degli adulti quando i bambini utilizzano i media. Quando manca una presenza dell’adulto, il bambino si trova a contatto diretto, senza protezioni, con il mezzo e ciò può essere un rischio. Un rischio che può condurre anche ad esiti disastrosi per la formazione della personalità del bambini. Per questo è importante che gli adulti facciano la loro parte.

     
    D. – Il Papa esorta i responsabili dell’industria dei media a sostenere la verità, a proteggere la dignità umana e a promuovere il rispetto per le necessità della famiglia. Una sfida che non sempre sembra essere raccolta dai mezzi di comunicazione…

     
    R. – Il Papa è molto realista nel notare che talvolta coloro che fanno televisione o vivono nel mondo dei media subiscono una sorta di pressione psicologica da parte di coloro che sono per lo più attratti da riscontri di tipo economico. La tirannia – per così dire – dell’auditel gioca, talvolta, brutti scherzi. Mi pare allora che l’invito del Papa a concentrare l’attenzione sul vero e sul bello, sia un richiamo molto suggestivo che il Papa fa affinché i media possano promuovere un linguaggio capace di suscitare il meglio dell’esperienza umana.

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    Il cardinale Macharski compie 80 anni. Fu il successore di Giovanni Paolo II alla sede di Cracovia

    ◊   Cambia ancora la gerarchia interna al Collegio cardinalizio, con gli 80 anni che oggi compie il cardinale polacco Franciszek Macharski, arcivescovo emerito di Cracovia. I cardinali elettori sono ora 106 e i non elettori 78.

    Originario di Cracovia, sotto l’occupazione tedesca lavorò come operaio, in modo analogo al futuro capo della sua diocesi e poi della Chiesa universale, Karol Wojtyla. Dopo anni in veste di docente e di responsabile del Seminario di Cracovia, fu proprio il cardinale Wojtyla a nominarlo, nel 1977, canonico del Capitolo metropolitano della cattedrale del Wawel. Eletto al soglio di Pietro, Giovanni Paolo II nominò mons. Macharski suo successore alla Sede metropolitana di Cracovia, conferendogli personalmente l’ordinazione episcopale nella Basilica Vaticana, il 6 gennaio 1979. E nel Concistoro di sei mesi più tardi, Papa Wojtyla gli conferì la berretta cardinalizia.

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    Oggi in Primo Piano



    "Viviamo la forte presenza del Signore perchè sono giorni pieni di preghiera e di fratellanza": così i presidenti della V Conferenza generale dell'Episcopato latinoamericano e dei Caraibi nella lettera inviata al Papa

    ◊   “Solo dall'Eucaristia germoglierà la civiltà dell’amore che trasformerà l’America Latina ed i Carabi” da Continente della Speranza in Continente dell'Amore. Così si conclude la lettera che i presidenti della V Conferenza generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi hanno inviato ieri al Santo Padre per esprimere un filiale e affettuoso saluto. Nella lettera si esprime anche profonda gratitudine a Benedetto XVI, che ha inaugurato lo scorso 13 maggio la V Conferenza nel piazzale di fronte al Santuario dell’Aparecida. Il servizio di Luis Badilla:

    I vescovi ringraziano il Papa per le parole “illuminatrici” pronunciate nell’omelia della Santa Messa e nel discorso per l’inaugurazione della Conferenza. Queste parole – aggiungono di presuli – “saranno un orientamento e una guida per i nostri popoli”. “Viviamo – si legge ancora nel testo - la forte presenza del Signore, poiché sono giorni pieni di preghiera e di fratellanza”. La giornata di sabato si è aperta, intanto, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di San Paolo, mons. Odílio Pedro Scherer, che ha sottolineato l’importanza “reale e non formale” dei laici nella Chiesa, “punto di solidità dottrinaria dal quale il loro ruolo nella società può nutrirsi abbondantemente”. Nel primo incontro con la stampa mons. Erwin Kräutler, vescovo prelato di Xingu, ha illustrato ai giornalisti due temi sui quali i vescovi hanno discusso ampiamente durante questa prima settima di lavori: il mondo giovanile del XXI secolo e le pressanti sfide ambientali ormai inseparabili dai modelli di sviluppo e crescita economica. Il segretario generale del Celam, mons. Andrés Stanovnik, vescovo di Reconquista, ha annunciato inoltre che domani sarà presentata una bozza del documento su due grandi tematiche: “l’essere discepoli e missionari di Gesù Cristo” e “i grandi orizzonti latinoamericani e caraibici che configurano l’odierna realtà continentale”. All’interno di queste tematiche, ha spiegato mons. Andrés Stanovnik, “saranno individuati poi i molteplici temi specifici che devono trovare una sua adeguata ed equilibrata collocazione nell’insieme delle riflessioni e proposte”. “E’ dovere di un pastore, ha detto il segretario generale del Celam, guardare con apertura la realtà per scoprire quanto ci sia di Dio in essa. “E’ un esercizio di speranza e di ottimismo. Non c’è ingenuità o disincanto. C’è fede in Cristo e nell’umanità che è venuto a redimere”, ha concluso mons. Andrés Stanovnik.

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    Festeggia un anno il “Movimento Gruppi di preghiera Figli Spirituali di Giovanni Paolo II”, associazione costituita a Roma e riconosciuta dalla diocesi

    ◊   È ormai un’associazione riconosciuta a livello diocesano il “Movimento Gruppi di preghiera Figli Spirituali di Giovanni Paolo II”, che da oltre un anno organizza incontri di preghiera e di formazione nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli. Sabato prossimo, per festeggiare il suo primo anno di vita e in occasione del 90° anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima, figura tanto cara a Karol Wojtyla, il Movimento propone un convegno nella Sala Teatro del Pontificio Seminario Romano Maggiore. L’incontro avrà inizio alle 17.00 e vi prenderà parte anche mons. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano. Tiziana Campisi ha intervistato a suor Maria Rosa Lo Proto, coordinatrice del Movimento:

    R. - I figli spirituali di Giovanni Paolo II sono coloro che scelgono per vocazione di fare un cammino più da vicino con Giovanni Paolo II. C’è una formazione che cura la spiritualità mariana e biblico-teologica, c’è anche il momento di preghiera che viene curato con la meditazione e la riflessione sui documenti del Magistero. Vogliamo camminare da 'pietre vive' con Benedetto XVI, infatti, il nostro motto è “nella Chiesa, per la Chiesa, con la Chiesa e andare a Gesù per Maria, con Maria” per vivere il Totus tuus. Come nostro slogan invece abbiamo utilizzato i due slogan dei due Papi “aprite, anzi spalancate le porte a Cristo” che fu il primo invito di Giovanni Paolo II fatto a tutta la Chiesa, appena eletto. Il secondo, che è stato anche una prima conferma del nostro sommo Pontefice Benedetto XVI, quando ha continuato questo slogan di Giovanni Paolo II, dice “aprite le porte a Cristo perché Cristo nulla toglie, tutto dona”. Questa associazione è aperta ai sacerdoti, alle religiose, ai genitori, ai giovani ed è aperta anche agli ammalati che offrono da casa la loro preghiera e la loro sofferenza perché il movimento vada avanti.

     
    D. - Quali sono, in particolare, gli obiettivi del movimento?

     
    R. - Alimentare con la preghiera la fede e promuovere la conoscenza della Parola di Dio, perchè se non si conosce la Parola di Dio non si può irrobustire la fede ma, come dice Papa Benedetto e come diceva Papa Giovanni Paolo II, la Parola di Dio deve essere anche incarnata e deve essere arricchita dall’incontro eucaristico. Ecco che noi quindi curiamo le adorazioni eucaristiche.

     
    D. - Come figli spirituali di Giovanni Paolo II, che tipo di rapporto avvertite in particolare con il servo di Dio Karol Wojtyla?

     
    R. - Tutte le volte che noi ci riuniamo in preghiera, anche quando facciamo gli incontri di studio, noi sentiamo che lui sta pregando con noi e sta pregando per noi, si avverte proprio la sua presenza.

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    "Festa dei Popoli" a Roma su iniziativa dei missionari scalabrinianni e la diocesi

    ◊   “Una casa lontano da casa” è il tema della 16esima edizione della “Festa dei Popoli”, manifestazione organizzata dai missionari Scalabriniani in collaborazione con la diocesi di Roma. Oggi, a piazza San Giovanni in Laterano, stand folckloristici e tavole rotonde per richiamare l’attenzione sulle comunità straniere in Italia. Francesca Fialdini ha parlato con il responsabile dell’evento, padre Gaetano Saracino:
     

    R. - Nell’immaginario di ogni cultura, di ogni popolazione, la casa resta un punto di riferimento di ogni persona; è un’esigenza, un bisogno di ogni persona quello di essere accolto in un posto. In emigrazione questa esigenza raddoppia e noi volevamo far sentire che la comunità di Roma sa essere anche accogliente. Nascendo in ambiente cattolico, la festa ripete quello che è il tema della Chiesa come casa di tutti, davvero, perché al di là di ogni limite, frontiera, al di là di ogni barriera. E poi, non ultimo, c’è anche un pensiero, se si vuole sociale: dei migranti, in genere, se ne parla solo in termini numerici, raramente ci si chiede dove vivono, come vivono coloro che sono con noi e non sono nati qui a Roma. Ecco, un pensiero anche a questo vorremmo che andasse da parte di tutti coloro che sono sensibili alla tematica migratoria.

     
    D. - Quindi, la festa è dedicata alla conoscenza dell’altro: come avviene questo?

     
    R. Questo avviene anzitutto nella preparazione della festa perché la festa dei popoli non è dei popoli, ma è con loro, le persone si conoscono fra loro, di diverse etnie e anche con la città di Roma; ciò vuol dire proprio conoscersi superando quelle barriere che spesso si possono creare quando c’è di mezzo un altro che io non conosco. Ma questa è già realtà, i nostri figli vanno a scuola con persone che non sono nate a Roma, le conosciamo e qualche volta questa conoscenza è superficiale. Dieci anni fa si parlava di accoglienza, abbiamo già superato di per sé quella emergenza perché poi si è parlato di integrazione; oggi c’è bisogno di parlare di appartenenza comune alla stessa città.

     
    D. - Chi si reca a piazza san Giovanni in Laterano cosa trova?

     
    R. - Cinquantacinque stand bianchi, tutti addobbati, tutti attrezzati con prodotti tipici delle nazioni da cui provengono i gruppi che partecipano alla festa. Ascolterà musiche, suoni, vedrà danze, colori; tutto quanto questo coinvolge anche i sensi, vorremmo dire un “cammino interattivo”, ma che non sostituisce quel cammino umano fatto di abbracci e strette di mano che davvero si possono fare con persone di un altro continente e di altre nazioni.

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    Siglati a Roma i cosidetti "patti sulla sicurezza" per dare ordine alla presenza dei nomadi nella città. L'impegno della Chiesa per favorire la loro difficile integrazione

    ◊   Sono circa 150.000 oggi i rom, sinti e 'camminanti' in Italia, 80.000 provengono dai Balcani, soprattutto Bulgaria, Jugoslavia e Romania. Il 60% ha meno di 18 anni. Il quadro delle loro condizioni di vita è drammatico e molto problematico il riconoscimento della loro identità. Casa, lavoro, scuola tra i problemi più urgenti da risolvere, insieme al rapporto con le istituzioni e in generale con i 'sedentari', tra stereotipi, fatti reali e pregiudizi. E’ di questi giorni la firma a Roma e a Milano dei cosiddetti “patti sulla sicurezza” che prevedono, nella capitale, l’allestimento di campi per migliaia di rom nelle estreme periferie della città: piano che non piace ai nomadi e su cui già infuriano le polemiche. Il servizio di Adriana Masotti:


    In percentuale rappresentano meno dello 0,3% della popolazione, una delle più basse d’Europa. Nonostante questo, o forse per questo, sulle politiche di integrazione per quelli che noi chiamiamo comunemente zingari o nomadi, l’Italia è indietro di almeno 25 anni rispetto agli altri Paesi. Un caso evidente è la questione abitativa. I rom che arrivano in Italia dai Balcani, ad esempio, hanno esperienza di case in muratura e di una vita organizzata in piccoli nuclei: fuori luogo e dannosa, dunque, la soluzione dei container in campi da 500 o più individui a cui in Italia, tranne alcune eccezioni, si pensa ancora; campi che il Consiglio d’Europa considera luoghi di segregazione razziale. I rapporti tra gli zingari e noi 'sedentari' - gagi, come dicono loro - è da sempre estremamente difficile. Sentiamo mons. Pietro Gabella, direttore nazionale dell’Ufficio per la Pastorale dei Rom e dei Sinti della Chiesa italiana, che da anni vive in un campo nomadi:

     
    R. - I sinti e i rom sono da più di 500 anni qui in mezzo a noi e non hanno mai sperimentato, nel concreto della loro vita, la possibilità di fidarsi del gagio. Il futuro è sempre stato nelle mani dei 'sedentari', cioè dei gagi, e poi l’esperienza fin da quando sono bambini…. arrivano le forze dell’ordine e la più bella frase che dicono è: dovete sparire! Insomma, non corre buon sangue tra loro e noi.

     
    Secondo l’Opera nomadi c’è negli zingari il desiderio di una certa integrazione e, in alcuni casi, essa è già una realtà, ma con quale atteggiamento la Chiesa nel suo insieme guarda al popolo dei rom e dei sinti? Ancora mons. Gabella:

     
    R. - La Chiesa cattolica ha in sé tutte le popolazioni esistenti, quindi è scontato che la Chiesa abbia nelle sue intenzioni il desiderio di volersi collegare con questa minoranza. Naturalmente non sempre ci riesce. Le paure, i pregiudizi - ci sono anche dei fatti negativi - portano le comunità ad avere molte riserve, qualche volta addirittura si arriva anche al razzismo. Così come abbiamo dei punti di riferimento, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che hanno scelto di vivere all’interno del mondo dei rom e dei sinti. Dio ha deposto una ricchezza all’interno dei rom e dei sinti per tutta la Chiesa, per tutta l’umanità. Se noi non riusciamo a farci consegnare attraverso l’amicizia, la fraternità, l’uguaglianza, questo tesoro, l’immagine di Gesù che la Chiesa sta tentando di dipingere, non potrà mai essere completa.

     
    Ma come riuscire a scoprire qualcosa di buono, di positivo, anche nella vita e nella cultura dei nomadi? Mons. Gabella:
     
    R. - Bisogna chiedere a Dio di essere capaci di guardare le persone con l’occhio di Dio, allora piano piano entriamo in un affetto con queste persone e valorizziamo le loro scelte che altrimenti condanniamo ogni momento. Faccio un esempio: se muore uno tra i miei sinti, dove vivo io, si brucia tutto e si ricomincia da capo. Se io li guardo col mio occhio, dico: ma che spreconi; se invece li guardo con gli occhi di Dio, quello è un modo perché, per esempio, non ci sia nessuno che divenga più ricco di tanti altri in un modo stabile e abbia la possibilità di dominare. Io non dico che gli zingari sono la verità, ma che portano con sé degli sprazzi di verità, come tutte le culture. Io penso che se si riuscirà a condividere con loro le stesse fatiche, le stesse gioie, le stesse speranze, qualcosa di nuovo potrà succedere.

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    Tre nuovi allestimenti nel ricco programma estivo dell'Arena di Verona

    ◊   Un festival lirico all’insegna del rinnovamento della tradizione, quello che l’Arena di Verona ha presentato in questi giorni alla Stampa Estera a Roma: l’impronta del neo-direttore artistico Giorgio Battistelli, compositore di fama mondiale, e il richiamo sempiterno dei 'monumenti' della cultura italiana – il melodramma e l’anfiteatro romano – sono una garanzia di richiamo internazionale: oltre mezzo milione di spettatori, di cui metà stranieri. A.V.:

    (musica)

     
    Tre nuovi allestimenti, Nabucco, Aida e Barbiere di Siviglia, affidati a grandi registi di diversa e personalissima cifra stilistica come il metafisico Denis Krief, l’eclettico Giampiero Solari, produttore televisivo di ascendenza teatrale, e l’orchestratore di grandi spazi Hugo De Hana. I trent’anni in Arena del baritono Leo Nucci, astro della lirica italiana, festeggiati con due ruoli, Figaro e Nabucco. Una nuova sezione, Verona contemporanea, che pregna di sé l’intera stagione, per giungere l’anno prossimo alla Primavera Sacra, luogo di promozione della nuova musica spirituale e religiosa. Dal 22 giugno al 1 settembre il cartellone dell’Arena non lascia dubbi a chi chiedeva a uno spettacolo tradizionale come il melodramma di rinnovarsi per non restare museo. Il sovrintendente Claudio Orazi:
     
    R. - Gli spettacoli innanzitutto erano cresciuti per quantità e qualità, in controtendenza con un sistema musicale che fatica e fatica molto. E ci siamo impegnati anche nella valorizzazione della musica contemporanea. L’oratorio sacro Resurrexit, che avevamo prodotto lo scorso anno, in occasione del Convegno episcopale, verrà rappresentato all’Aula Paolo VI alla presenza di Sua Santità Benedetto XVI. E’ il segno di un teatro che vuole essere vivo tra tradizione e innovazione. C’è bisogno di investimenti in quella che rimane la più grande industria culturale del Paese.

     
    Il direttore artistico, Giorgio Battistelli:
     
    R. – Innovativo non significa necessariamente una ricerca nevrotica verso l’eccentrico. I capolavori del passato sono sempre fonte di grande ricchezza drammaturgica, come i testi di Shakespeare nel teatro, nella letteratura. Riuscire attraverso queste letture di un contemporaneo è come riuscire a creare dei fili, dei collegamenti con le problematiche dell’oggi.

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Al via domani a Roma la 57esima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

    ◊   Sarà l’intervento di mons. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ad aprire domani pomeriggio Roma la 57.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana.Tema principale dell’incontro la missione della Chiesa. Nel corso dei lavori verrà presentata e approvata la “Nota pastorale” in seguito al quarto Convegno ecclesiale nazionale di Verona. Dopo il saluto del Nunzio Apostolico in Italia mons. Francesco Bertello e dei vescovi delegati delle Conferenze episcopali estere, si procederà all’elezione di un vice presidente, del presidente della Commissione episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali e all’elezione di quattro membri effettivi e di uno supplente che rappresenteranno la CEI alla 12.ma Assemblea generale del sinodo dei vescovi che si terrà Roma dal 5 al 26 ottobre 2008. Nel pomeriggio di giovedì nell’Aula Paolo VI, alla presenza di Benedetto XVI, in occasione del suo 80.mo compleanno, avrà luogo l’esecuzione dell’oratorio sacro Resurrexi. I lavori, che termineranno il 25 maggio, proseguiranno poi con la richiesta di approvazione del repertorio nazionale di canti per la liturgia. In programma anche la diffusione di comunicazioni sull’incontro-pellegrinaggio dei giovani con il Papa dell’1 e 2 settembre 2007 a Loreto; sulla preparazione del 49esimo Congresso Eucaristico Internazionale in Quebec, in Canada, e del 25.mo Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona; sulla situazione del progetto di riordino della formazione teologica in Italia. Saranno infine fornite alcune informazioni sulle iniziative nell’ambito delle comunicazioni sociali e sulle prospettive dell’Unione Europea. Si parlerà anche delll’impegno delle Chiese con particolare riguardo all’azione della COMECE, dell’attività di Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Fondazione Missio e della Giornata per la carità del Papa nell’anno 2006. (E. B.)

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    Migliaia di scout in molte piazze italiane per festeggiare la Giornata nazionale dello Scoutismo cattolico

    ◊   Camminando per strada è capitato a tutti di vedere gruppi di ragazzi con l’inconfondibile uniforme azzurra. Ma la giornata di oggi, dal titolo “Noi, voi, tutti in piazza!”, rappresenta un’occasione in più per far conoscere quanto siano varie e strutturate le iniziative dello Scoutismo cattolico italiano. E sono ben 200.000 le persone, che, in occasione di un anniversario così importante, cioè il centesimo compleanno, hanno unito le loro forze per ribadire gli insegnamenti di Baden Powell, il fondatore del movimento. Dal nord al sud d’Italia, sono numerose le iniziative per questa giornata. A Treviso la Santa Messa, presieduta dal vescovo Andrea Bruno Mazzoccato, ha fatto da sfondo all’incontro di numerosi gruppi scout che illustrano il loro mondo anche attraverso una mostra fotografica allestita presso il Battistero del Duomo. La gioia di stare insieme a Polpet, in provincia di Belluno, passa per la “caccia nel paese”, un movimentato gioco a squadre miste con tappe e varie prove. La mobilitazione sul pontile di Ostia vede molti ‘capi’ scout parlare con la gente per illustrare lo spirito del movimento. Ma a raccontare lo scoutismo ci sono anche tanti contributi audiovisivi, come a Roma al teatro dei SS. Angeli Custodi. Musica, canti e giochi anche in Sicilia e in tante altre piazze italiane rese più accoglienti da una bella giornata di sole. (E. B.)

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    Dignità della persona, vita, famiglia, corruzione e povertà. Per i vescovi dell’Ecuador questi i temi centrali da inserire nella nuova Costituzione

    ◊   I vescovi dell’Ecuador hanno pubblicato nei giorni scorsi una nota in cui propongono i principi fondamentali da inserire nella nuova costituzione, che dovrà essere scritta dall’Assemblea Costituente come stabilito dalle elezioni dello scorso mese di aprile. Tra questi principi – riporta l’agenzia Fides - in primo luogo la dignità della persona umana, che – affermano i vescovi – “ha la sua origine in Dio ed è fonte primaria di tutti i diritti e doveri”. Altro punto fondamentale è l’educazione. Lo Stato – si legge nel documento – deve garantire in maniera effettiva il diritto dei genitori a scegliere l’educazione per i propri figli. Un’educazione – si ribadisce – che deve comunque essere di qualità per tutti, senza discriminazione. I vescovi ricordano poi che lo Stato deve garantire e proteggere la vita umana, come diritto primario inalienabile di ogni persona, senza che “nessuna autorità possa ledere direttamente o indirettamente questo Diritto”. Bisogna – affermano - difendere la vita dal suo concepimento fino alla fine naturale, favorire la paternità responsabile e proteggere quindi la famiglia formata da un uomo e da una donna. I presuli citano anche la corruzione e la povertà. Su questo fronte lo Stato deve “garantire la creazione degli elementi necessari affinché i cittadini, i poteri dello Stato e gli organi di controllo ostacolino la corruzione in tutte le sue forme”. Inoltre chiedono che gli organismi dello Stato “promuovano piani e programmi di sviluppo per sradicare la povertà e prestare attenzione preferenziale ai settori meno favoriti della società”. Infine, per quanto riguarda le riforme, i vescovi affermano che esse devono tendere “al rinvigorimento dell’unità nazionale e di una democrazia reale e partecipativa, basata sulla persona, e nella quale si raggiunga la necessaria equità ed armonia tra gli interessi particolari ed il bene comune”. (E. B.)

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    Tornano a Mogadiscio 8 mila sfollati, ma i circa 400 mila somali che hanno lasciato la città temono ancora una ripresa dei combattimenti

    ◊   Nuovo bilancio delle Nazioni Unite sugli sfollati in Somalia. Stilato sulla base dei dati forniti dalle organizzazioni non governative locali, il documento rivela che sono oltre 391 mila le persone che hanno abbandonato Mogadiscio a partire dall’1 febbraio. Nonostante la forte diminuzione delle violenze - scrive l’agenzia MISNA - poche migliaia hanno scelto però di fare ritorno a casa. Secondo la nota diffusa dall’Ufficio per il coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), la cessazione delle ostilità di aprile non ha ancora sortito un “esodo di ritorno”. La quasi totalità di quel 30 per cento di popolazione che nelle scorse settimane aveva lasciato Mogadiscio pare preferisca, per il momento, restare lontano dalla capitale somala e dalle sue turbolenze. Gli sfollati stanno ritornando in città giorno dopo giorno, ma finora, il numero totale dei civili tornati a Mogadiscio, nelle quasi tre settimane di tregua, si aggira intorno alle 8 mila persone. Tra i fattori citati dagli sfollati che si rifiutano di tornare a casa, fa sapere l’ONU, c’è sia il timore di una ripresa imminente delle violenze, che, soprattutto, la distruzione delle abitazioni durante i combattimenti o la requisizione, da parte delle forze governative, degli edifici pubblici abbandonati. Negli ultimi 15 anni, queste strutture erano stati utilizzate come centri di accoglienza per le famiglie che non potevano permettersi una casa o che si ritrovavano senza tetto. (T.C.)

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    La Corea del Nord allenta i controlli sulla religione. E’ quanto documenta una ricerca pubblicata ieri dall’agenzia Yonap

    ◊   Un’ampia e documentata indagine sulla religione nella Corea Del Nord, pubblicata ieri dall’agenzia sudcoreana Yonap, conferma da un lato le persecuzioni degli ultimi venti anni nei confronti dei cristiani, ma nello stesso tempo evidenzia segnali di speranza e lievi miglioramenti negli ultimi anni. Attualmente i cristiani riconosciuti dal regime nordcoreano sono 12 mila (lo 0,05 per cento della popolazione) di cui 800 sarebbero cattolici (3 mila secondo altre fonti). Si calcola che al momento della divisione della penisola coreana nel 1945, i cristiani al Nord fossero circa 260 mila, di cui 60 mila cattolici. Un numero elevato, rispetto alla situazione estremamente minoritaria del cristianesimo nel contesto asiatico. Dopo avere tentato di sradicare totalmente la religione, alla fine degli anni ottanta, Kim Il-sung, padre dell’attuale leader, consentì la riapertura di quattro dei 1.500 luoghi di culto cristiani attivi in precedenza, tutti nella capitale. Secondo alcune testimonianze sud coreane, le cerimonie che si svolgono in questi luoghi hanno però un carattere di “rappresentazione” e si svolgono alla presenza di persone che “nemmeno sembravao conoscere gli inni religiosi”. Secondo Lim Soohee, esperta dell’Istituto sud coreano per la riunificazione nazionale, la diffidenza per il cristianesimo trae origine dal culto della personalità imposto proprio da Kim Il-sung, prima e da Kim Jong-Il poi. In questo quadro – spiega l’esperta – l’esperienza religiosa è vista come una minaccia per il regime. Per il pastore Kim Kyungnam, attivo fra i profughi nordcoreani in Cina, che ha compiuto molti viaggi in incognito nel Paese, la Corea del Nord sta cambiando: “complici le difficoltà economiche – ha detto – sembra che anche i controlli sulla religione si vadano attenuando”. (E. B.)

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    Al via www.mirezo.com, il nuovo sito Internet che permette a tutti gli utenti del mondo di accendere un cero nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth

    ◊   Un pellegrinaggio virtuale che possa promuovere il pellegrinaggio reale. Con questo spirito è nato il nuovo portale Internet www.mirezo.com (dallo spagnolo “Mi rezo”, che significa “la mia preghiera”) che permette agli utenti di compiere appunto una visita virtuale nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, nel Nord di Israele. La novità – come riporta l’agenzia Fides - è che i pellegrini telematici potranno anche pregare e accendere un cero all’interno della Basilica, contribuendo con un’offerta pari a 10 dollari Usa. A realizzare queste richieste ci sarà un sacerdote che, in loco, accenderà una candela all’Altare maggiore, insieme con una speciale intenzione di preghiera, indicata dal mittente. Il denaro ricevuto dalle offerte degli utenti sarà destinato alla comunità cattolica della città di Nazareth, dove vivono israeliani e palestinesi, cristiani, musulmani ed ebrei. Il servizio è gestito da una compagnia privata con sede a Cipro, ed è reso in pieno accordo con le autorità ecclesiastiche delle varie confessioni cristiane presenti a Nazareth. Come ha spiegato il direttore Said Salem “il nostro scopo è esaudire i desideri dei cristiani di tutto il mondo, soprattutto di coloro che non possono compiere un pellegrinaggio nei luoghi santi”. (E. B.)

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    I vescovi della Zambia sollecitano il varo di una nuova Costituzione per dare nuovo slancio al Paese prima delle elezioni presidenziali e parlamentari prima del 2011

    ◊   Il popolo della Zambia vuole una nuova Costituzione prima delle elezioni presidenziali e parlamentari del 2011. Lo afferma un comunicato della Conferenza episcopale del Paese africano firmato dal suo presidente, mons. Telesphore George-Mpundu, arcivescovo di Lusaka. sottolineando l’empasse politico creatosi nel Paese proprio attorno alla nuova Costituzione, i presuli sottolineano che “43 anni dopo l’indipendenza, il Paese ha bisogno urgente di una Costituzione completa" che permetta al popolo della Zambia "di rispondere alle numerose sfide" da affrontare. Nel documento, che ricorda anche l’impegno della Chiesa cattolica per questo scopo, si sottolinea la necessità che, “per il bene della Nazione, il problema costituzionale e quello della legge elettorale devono essere risolti molto prima delle elezioni presidenziali e parlamentari del 2011”. Bisogna dunque accelerare questo processo e soprattutto coinvolgere l’intera società. I vescovi si dicono “pronti a dare pieno supporto a questo approccio, perché qualsiasi cosa diversa da questo - scirvono nella nota - porterà solo ad ulteriori tensioni e ad un aumento della divisione e del confronto nel Paese”. (A. M.)

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    In India l’economia cresce ma i poveri nelle baraccopoli sono raddoppiati in venti anni

    ◊   L’economia in continua espansione ha fato dell’India la quarta potenza economica mondiale, tuttavia, in un ventennio, la popolazione delle baraccopoli è più che raddoppiata: si è passati infatti dai 27,9 milioni del 1981 ai 61,8 del 2001, ultimo dato disponibile. A diffondere le statistiche - come riporta l’agenzia Misna – è stato nei giorni scorsi in Parlamento Kumari Selja, ministro per lo Sviluppo delle abitazioni e per la Lotta alla povertà urbana. Dei circa 19 milioni di abitanti di Mumbai, la più grande città indiana considerata dagli economisti la grande speranza del Paese, circa 6 milioni e mezzo vivono in baracche accozzate in un dedalo di fogne a cielo aperto. E’ il caso della baraccopoli di Dharavi, che si estende su 175 ettari alla periferia nordovest di Mumbai, tra le due principali linee ferroviarie periferiche della città, ospitando oltre un milione di persone, perlopiù migranti giunti dalle zone rurali degli Stati più poveri come Bihar o Gujarat. Con 1,8 milioni di persone alloggiate in slum, è la capitale New Dehli a seguire il primato di Mumbai. Mentre il ministro sostiene di avere promosso numerosi progetti per sconfiggere la povertà urbana, la società civile – per voce di Yuva Urban, un’organizzazione sociale che da oltre vent’anni si occupa degli abitanti delle baraccopoli – accusa il governo di non essere riuscito a “provvedere abitazioni da prezzi accessibili ai poveri urbani” e di avere “completamente ignorato questo problema”. (E. B.)

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    “Restituire l’infanzia”:il titolo della campagna dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, per sostenere progetti sanitari nel mondo in favore dei bambini. Domani a Roma concerto dei giovanissimi musicisti brasiliani “Tambores del Tocantins”

    ◊   Richiamare l’attenzione sulla condizione dell’infanzia dal punto di vista della salute e promuovere progetti di cooperazione socio-sanitaria soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Questo l’obiettivo della campagna “Restituire l’Infanzia” promossa dall’AIFO, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, attraverso varie iniziative in tutta Italia per le prossime settimane. Particolare attenzione è dedicata alla lebbra. Ogni anno sono infatti 40 mila i bambini che si ammalano di questo morbo nel mondo; circa il 12% del totale di tutti i nuovi casi sono persone con meno di 15 anni. In questo quadro l’intervento dell’AIFO non si limita alla terapia farmacologia, ma prevede la riabilitazione sociale del bambino attraverso l’informazione e l’educazione della comunità in cui vive. Altro ambito centrale è la disabilità, che tra i bambini nei Paesi in via di sviluppo rappresenta un’emergenza silenziosa e nascosta. Se tra i Paesi europei, la percentuale delle persone disabili è intorno al all’1-2%, in Africa subsahariana si attesta intorno al 12-15%. Una differenza rilevante, in gran parte dovuta alla mancanza di servizi e di infrastrutture, oltre che alla malnutrizione che causa anche un’elevata mortalità infantile. Dall’Asia all’Africa fino all’America Latina, sono 37 i progetti di riabilitazione sostenuti dall’AIFO. Si tratta di progetti che raggiungono più di 80 mila persone con disabilità fisica o mentale – tra queste circa due terzi sono bambini con età inferiore ai 15 anni - alle quali viene garantito anche l’inserimento lavorativo e in comunità. La strategia d’intervento dell’AIFO prevede anche attività di sanità di base con particolare attenzione alla salute materno-infantile: vaccinazioni, integrazioni alimentari per i bambini malnutriti, cura per malattie come diarrea, infezioni respiratorie, malaria, e assistenza per i bambini sieropositivi. Nel 2006 queste attività hanno dato beneficio a circa 30 mila bambini in tutto il mondo. Nell’ambito delle manifestazioni programmate per promuovere la campagna, domani partirà la prima tournée italiana dei “Tambores del Tocantins”, un gruppo musicale composto da giovanissimi percussionisti che suonano canzoni e ritmi tradizionali brasiliani. A patrocinare l’evento anche il ministro della Cultura brasiliano, il celebre musicista Gilberto Gil. (E. B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Tre militanti di Hamas morti per un ennesimo raid israeliano nella Striscia di Gaza in risposta al lancio di razzi da parte di palestinesi - In Afghanistan, almeno 30 talebani uccisi in seguito ad una nuova operazione militare delle forze della coalizione e 14 civili morti per un attentato

    ◊   - Nella Striscia di Gaza, un ennesimo raid israeliano ha provocato la morte di almeno tre persone, presunti militanti di Hamas. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha avvertito inoltre che lo Stato ebraico è pronto a nuove operazioni militari contro gruppi radicali palestinesi se continuerà il lancio di razzi verso Israele. Sull’altro versante, decine di donne palestinesi hanno detto di essere pronte a compiere attentati kamikaze se l’esercito israeliano entrerà nella Striscia di Gaza. Ma in Medio Oriente non mancano, comunque, segnali di speranza: nei Territori Palestinesi sembra reggere, infatti, la tregua siglata ieri da rappresentanti di Hamas e Al Fatah. L’intesa prevede il ritiro di miliziani dalle strade e la liberazione di 48 persone appartenenti alle due fazioni.

    - In Afghanistan, più di 30 guerriglieri talebani sono morti nel corso di un’operazione militare compiuta congiuntamente da forze afghane e internazionali nella provincia di Ghazni, nel sud del Paese. Lo ha reso noto oggi la polizia afgana precisando che l’operazione è stata condotta ieri. Nel Paese asiatico si deve poi registrare una nuova strage di civili: almeno 14 cittadini afghani sono morti stamani a causa di un attentato suicida nella provincia di Paktia, nell’est del Paese. In base alle prime ricostruzioni, un kamikaze si è fatto saltare in aria vicino ad un affollato mercato di Gardez, non lontano dal confine con il Pakistan. Ieri un altro attacco kamikaze, condotto nel nord, aveva provocato la morte di tre soldati tedeschi della NATO e di 6 civili.

    - In Iraq, un camion bomba si è diretto contro un posto di blocco della polizia irachena a Ramadi, roccaforte della guerriglia sunnita. Gli agenti hanno aperto il fuoco ed il veicolo è saltato in aria prima di raggiungere il bersaglio. Ma a bordo del mezzo, oltre al materiale esplosivo, c’erano anche fusti di gas tossico che si è disperso nell’aria subito dopo la deflagrazione. Almeno 11 persone sono rimaste intossicate. L’attentato non è stato rivendicato ma gli inquirenti non sembrano avere dubbi e puntano il dito contro Al Qaeda. A Baghdad, intanto, la polizia ha rinvenuto, nelle ultime 24 ore a Baghdad, almeno 20 cadaveri in varie parti della città.

    - L’ombra di al Qaeda si allunga anche in Libano: almeno 11 soldati libanesi, 4 ribelli e 4 civili sono morti in seguito a scontri scoppiati in un campo profughi di rifugiati palestinesi tra miliziani dell’organizzazione terroristica e forze di sicurezza. Lo hanno riferito fonti locali precisando che i combattimenti sono avvenuti nel campo di Nahr al-Bard, nel nord del Paese dei cedri, e nei pressi di Tripoli. In Libano vivono oltre 367 mila rifugiati palestinesi, dislocati in 12 campi profughi.

    - Per ragioni di sicurezza la Siria ha deciso di chiudere le frontiere con il Libano nel nord, a Arydha e Daboussyah, fino a quando la situazione nel nord del Paese dei cedri non si sarà stabilizzata. Lo riferisce l’agenzia di stampa siriana ‘Sana’, citando una fonte del ministero dell'Interno di Damasco, dopo gli scontri tra forze della sicurezza libanesi e miliziani palestinesi di un gruppo collegato ad Al Qaeda.

    - Smantellata in Algeria una sospetta cellula terroristica che sarebbe legata al duplice attentato condotto ad Algeri nel mese scorso e costato la vita a 30 persone. Le forze di sicurezza algerine hanno prima arrestato un sospetto terrorista e poi, sulla base delle sue confessioni, hanno fermato altre 11 persone. Sono anche state sequestrate tonnellate di acido nitrico e ammoniaca utilizzate per la fabbricazione di bombe.

    - In Turchia, migliaia di persone sono scese in piazza nella città di Samsun, sul Mar Nero, per partecipare ad una manifestazione di protesta organizzata dai partiti laici contro il governo filoislamico in vista delle elezioni di luglio. La scorsa settimana un milione di persone si era radunata Smirne, dopo le dimostrazioni organizzate ad Ankara e ad Istanbul. A scatenare la crisi politica è stato il tentativo del governo del premier Erdogan di fare eleggere come presidente della repubblica Abdullah Gul, attuale ministro degli Esteri. L’opposizione, temendo una predominanza islamica nelle istituzioni, ha sempre boicottato le votazioni tenutesi in parlamento e organizzato numerose manifestazioni di piazza.

    - A Timor Est José Ramos-Horta ha giurato come secondo presidente nella storia del piccolo e povero Paese asiatico. Il giuramento è avvenuto davanti al presidente del parlamento Francisco Lu-Olo Guterres, suo avversario politico alle ultime elezioni. “Ho giurato nel nome di Dio e del popolo per consolidare la libertà e l'unità nazionale con tutte le mie energie”, ha detto il Premio Nobel per la pace.

    - In Bulgaria, seggi aperti per le prime elezioni per il parlamento europeo dopo l’adesione all’Unione Europea, avvenuta il primo gennaio del 2007. Al voto si presentano tre coalizioni, 11 partiti e due candidati indipendenti. Il servizio di Iva Mihailova:

    Solo 5 mesi dopo l'adesione della Bulgaria all'UE, il Paese vota per la prima volta per l'Europarlamento. Sono chiamati alle urne circa 7 milioni di bulgari per eleggere 18 rappresentanti a Strasburgo. 218, invece, i candidati delle diverse forze politiche. Secondo le previsioni, la maggior parte dei seggi andrà al partito socialista, dominante a Sofia nella coalizione governativa attuale. Al secondo posto, dovrebbe piazzarsi il nuovo partito Gerb del sindaco di Sofia, Bojko Borissov, seguito dal partito della minoranza turca e dal partito nazionalista Ataka. Un ulteriore calo nella fiducia dovrebbe invece caratterizzare l’esito del partito dell'ex re e primo ministro, Simeone II. Anche questa formazione fa parte della coalizione governativa. Si prevede un'affluenza bassa, di circa 30 per cento, perché i bulgari sembrano disinteressati ed anche delusi nelle loro aspettative verso l'Unione Europea. Queste elezioni giungono in un momento difficile per la Bulgaria, scossa da un grande scandalo a livello governativo che vedeva accusato il ministro dell’Economia ed un capo della polizia. L’adesione all'UE è arrivata dopo una serie di riforme, soprattutto nel settore della giustizia. Dal Paese si aspettano anche passi concreti nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Con uno stipendio medio di circa 200 euro, la Bulgaria è il Paese più povero dell'UE. Continuano ad arrivare, però, investimenti stranieri e la crescita economica negli ultimi quattro anni si è alzata del 6 per cento.

    - I risultati parziali della votazione tenutasi ieri, in Romania, per il referendum sull’impeachment del presidente Traina Basescu, sospeso dall’incarico con l’accusa di aver violato la Costituzione, danno ragione al capo di Stato romeno. Almeno il 74 per cento dei votanti ha detto “no” al referendum. Subito dopo aver appreso l’esito della consultazione, il presidente Basescu ha lanciato un appello al dialogo ed un invito per rinnovare la classe politica della Romania. Il capo di Stato romeno deve attendere adesso la convalida del voto da parte della Corte costituzionale prima di riprendere le proprie funzioni. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 140

     
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