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SOMMARIO del 19/05/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI alla Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”: l’autentico sviluppo promuove l’uomo nella sua interezza e non privilegia solo gli aspetti economici

  • Altre udienze
  • 41.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: nel Messaggio del Papa il richiamo ai mass media a rispettare la dignità dei bambini
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Presentato ieri nel Duomo di Milano il libro di Benedetto XVI "Gesù di Nazaret"
  • Prosegue all'Università Gregoriana un corso d'introduzione alla conoscenza della Chiesa Cattolica rivolto a diplomatici musulmani: intervista con mons. Tomasi
  • Alle elezioni algerine si riconferma il fronte filopresidenziale
  • Il punto sulla prima settimana di lavori alla Conferenza di Aparecida
  • Grande festa scout in Italia per i 100 anni del movimento
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Cina: scarcerato per motivi di salute il sacerdote cattolico Shao Zhoumin, arrestato circa un anno fa con l’accusa di aver falsificato il passaporto

  • Grave in India un sacerdote pallottino ferito con un arma da fuoco

  • Sostenere la famiglia e il suo suolo nella società: è l’impegno assunto dai partecipanti al IV Congresso Mondiale delle Famiglie che si è chiuso a Varsavia nei giorni scorsi

  • La Chiesa spagnola ricorda il cardinale Tarancon nel centenario della sua nascita
  • Al via oggi alla Campagna Sanitaria Apurimac 2007 per offrire assistenza alle popolazioni andine del Perù

  • Da ieri a Perugia il convegno annuale dell’Associazione dei webmaster cattolici italiani

  • Un concerto del coro “Le Matite Colorate” per raccogliere fondi da destinare alle famiglie dei bambini del reparto di ematologia del Bambino Gesù di Roma

  • Il 26 maggio, a Roma, il primo convegno dei Figli Spirituali di Giovanni Paolo II

  • 24 Ore nel Mondo

  • Più di 70 morti per attentati e scontri in Afghanistan - Raid israeliano a Gaza provoca due morti - Romania al voto per referendum su impeachment del presidente
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI alla Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”: l’autentico sviluppo promuove l’uomo nella sua interezza e non privilegia solo gli aspetti economici
     

    ◊   “Solo un processo di globalizzazione attento alle esigenze della solidarietà può assicurare all’umanità un futuro di autentico benessere e di stabile pace per tutti”. E’ la convinzione espressa questa mattina da Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno della Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice”, un organismo creato nel 1993 da Giovanni Paolo II allo scopo di promuovere la Dottrina sociale della Chiesa nei settori professionale e imprenditoriale, favorendo l’azione solidale della Chiesa e del Papa nel mondo. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Due Papi del Novecento, in particolare, hanno dato un’impronta netta al magistero sociale contemporaneo: Paolo VI e Giovanni Paolo II. I titoli delle loro Encicliche, la Populorum Progressio che festeggia i 40 anni e la Centesimus Annus del 1991, presentano a tutt’oggi vette insuperate nella riflessione sul rapporto tra progresso socioeconomico e valori cristiani. Benedetto XVI ha attinto ai concetti di entrambi i documenti per ribadire il proprio pensiero in materia e per ringraziare i circa 350 partecipanti al Convegno internazionale organizzato in questi giorni della Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”, impegnati a realizzare nella quotidianità ciò che la Dottrina sociale della Chiesa enuncia come principi: ovvero - per dirla con l’Enciclica che dà il nome alla Fondazione - che “lo sviluppo non deve essere inteso in un modo esclusivamente economico, ma in senso integralmente umano”. In particolare, Benedetto XVI si è soffermato sui temi affrontati durante il convegno: lo sviluppo economico dei Paesi asiatici - dove peraltro, ha osservato il Papa, le “forti dinamiche di crescita” non “sempre comportano un reale sviluppo sociale” - e i “molti ostacoli e sfide” che fanno stentare un’analoga evoluzione in Africa.

     
    Viceversa, ha obiettato Benedetto XVIl “ ciò di cui questi popoli, come del resto quelli di ogni parte della terra, hanno bisogno è senza dubbio di un progresso sociale ed economico armonico e a dimensione realmente umana”:

     
    “L’attenzione alle vere esigenze dell’essere umano, il rispetto della dignità di ogni persona, la ricerca sincera del bene comune sono i principi ispiratori che è bene tener presenti quando si progetta lo sviluppo di una nazione. Purtroppo, però, questo non sempre avviene. L’odierna società globalizzata registra spesso paradossali e drammatici squilibri. In effetti, quando si considera l’incremento sostenuto dei tassi di crescita economica, quando ci si sofferma ad analizzare le problematiche collegate al progresso moderno, non escluso l’elevato inquinamento e l’irresponsabile consumazione delle risorse naturali e ambientali, appare evidente che solo un processo di globalizzazione attento alle esigenze della solidarietà può assicurare all’umanità un futuro di autentico benessere e di stabile pace per tutti”.

     
    Questi obiettivi sono la ragione stessa di esistenza della Fondazione “Centesimus Annus”. Nel ringraziarne i membri per aver presentato al Papa il “frutto” della loro “generosità”, Benedetto XVI li ha accompagnati con questa esortazione:

     
    “Mentre vi incoraggio a proseguire in questo vostro impegno, vorrei ribadire che solo dall’intreccio ordinato dei tre profili irrinunciabili dello sviluppo – economico, sociale ed umano – può nascere una società libera e solidale. Faccio volentieri mio, in questa circostanza, quanto Papa Montini esprimeva con chiarezza appassionata nella sua già citata Enciclica Populorum progressio: 'Se il perseguimento dello sviluppo richiede un numero sempre più grande di tecnici, esige ancor più uomini di pensiero capaci di riflessione profonda, votati alla ricerca di un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso, assumendo i valori superiori di amore, di amicizia, di preghiera e di contemplazione'”.

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    Altre udienze

    ◊   Il Papa stamani ha ricevuto in successive udienze anche il cardinale Camillo Ruini, suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma, e l’arcivescovo Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i Vescovi. Questo pomeriggio riceverà il cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

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    41.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: nel Messaggio del Papa il richiamo ai mass media a rispettare la dignità dei bambini

    ◊   “I bambini e i mezzi di comunicazione, una sfida per l’educazione”: questo il tema della 41.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra domani. Nel Messaggio per l’occasione, pubblicato il 24 gennaio scorso, il Papa esorta gli operatori dei media a promuovere la dignità dell’essere umano e a non lasciarsi condizionare dagli interessi economici. Ritorniamo sui contenuti essenziali del Messaggio, che ha destato ampia eco, nel servizio di Alessandro Gisotti:

    L’educazione ai media dovrebbe essere positiva, “ponendo i bambini di fronte a quello che è esteticamente e moralmente eccellente”: è l’esortazione del Papa agli operatori della comunicazione sociale. Nel Messaggio, Benedetto XVI avverte che é “perversione” ogni tendenza “a produrre programmi - compresi film d’animazione e video games - che in nome del divertimento esaltano la violenza, riflettono comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana”. Si è poi soffermato sul ruolo della famiglia e della scuola. “Questo desiderio profondamente sentito di genitori ed insegnanti di educare i bambini nella via della bellezza, della verità e della bontà – è la riflessione del Papa – può essere sostenuto dall’industria dei media solo nella misura in cui promuova la dignità fondamentale dell’essere umano, il vero valore del matrimonio e della vita familiare, le conquiste positive ed i traguardi dell’umanità”. “Educare i bambini ad essere selettivi nell’uso dei media - si legge ancora nel Messaggio - è responsabilità dei genitori, della Chiesa e della scuola”. Ancora, ribadisce che i genitori hanno “il diritto e il dovere di garantire un uso prudente dei media, formando la coscienza dei loro bambini affinché siano in grado di esprimere giudizi validi e obiettivi che li guideranno nello scegliere o rifiutare i programmi proposti”. Sull’utilizzo dei media, il Papa si è anche soffermato nel suo recente viaggio apostolico in Brasile. A San Paolo, Benedetto XVI ha ribadito che “è necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio”.

    Per una riflessione sul rapporto tra media e bambini, alla luce del messaggio del Papa, Giovanni Peduto ha intervistato il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, l’arcivescovo John P. Foley:

    R. – Dobbiamo formare i bambini perché siano consumatori intelligenti dei mezzi di comunicazione sociali. Devono sapere come distinguere tra i programmi che possono aiutarli e i programmi che cercano di sfruttarli.

     
    D. - Come educare i bambini ad uno spirito critico?

     
    R. – Penso che sia molto importante introdurre nuove scuole, corsi di educazione ai mezzi di comunicazione. Sono essi, infatti, ad influenzare maggiormente la vita dei bambini. Dobbiamo avviare una formazione vera e propria per riuscire ad utilizzare questi mezzi in modo positivo e costruttivo.

     
    D. - L’educazione ai media – secondo il Papa - è compito da affrontare con spirito positivo, ponendo i piccoli di fronte a ciò che è bello, buono e vero…

     
    R. – Certamente, dico di sì a tutto questo. I bambini devono sapere come distinguere tra i programmi che possono sfruttarli e i programmi che possono aiutarli, arricchirli.

     
    D. - Cosa possono fare le famiglie di fronte a programmi che esaltano violenza e volgarità?

     
    R. – I genitori devono sapere cosa i loro bambini stanno vedendo. Non possono utilizzare la televisione come una babysitter elettronica.

     
    Sugli effetti che il messaggio televisivo provoca sui più piccoli, Eugenio Bonanata ha intervistato il prof. Eugenio Lo Gullo, docente di Psicologia dell’età evolutiva all’Università La Sapienza di Roma:

    R. – Il bambino pensa che la realtà sia quella che vede in televisione e si tratta di una realtà che invece è manipolata a fini commerciali. Si tratta di una realtà che spesso offre delle immagini e dei messaggi che non sono assolutamente attinenti alla realtà. Il bambino non la capisce e va, quindi, incontro ad una sorta di desensibilizzazione sistematica. Il bambino passa da una immagine nella quale c’è il cartone animato ad una immagine nella quale ci sono teste mozzate e sangue: non esiste più un’idea di famiglia, per lo meno nei messaggi televisivi, dove si propongono programmi, anche in orari abbastanza accessibili all’infanzia, dove la nipote sposa il marito della sorella e non si capisce più chi è il padre o la madre. In televisione, noi vediamo delle immagini molto ambigue, spesso riferite proprio ad una sessualità ambigua ed oserei dire ad una sessualità perversa e quindi patologica.

     
    D. – Che tipo di effetti ci sono sul comportamento di un bambino?

     
    R. – Gli effetti possono essere tanti, come i disturbi dell’identità: il bambino alla fine si identifica con soggetti che figurano come normali, ma che normali non sono. C’è inoltre nel messaggio televisivo un abuso della violenza: questa violenza induce, quindi, nel bambino l’aggressività; induce nel bambino modelli fasulli, nei quali in realtà viene proposta la violenza come uno strumento di affermazione del proprio sé.

     
    D. – Se si guarda alla condizione dell’adolescente, quella un po’ più vulnerabile, cosa possiamo dire?

     
    R. – L’adolescenza rappresenta già un periodo di crisi, dovuta al fatto che c’è una trasformazione sia fisica che psicologica. Se poi noi bombardiamo l’adolescenza con messaggi di questo tipo, dubito che il soggetto, l’uomo del domani sia un uomo equilibrato. Sicuramente non avrà dei punti fermi che sono necessari per la costruzione di una personalità armonica e poggiati sulle virtù, su dei valori, che sono fondamentali. Non dimentichiamo che la nostra civiltà si è evoluta anche grazie a delle regole di tipo morale e religioso.

     
    D. – Che cosa possono fare i genitori?

     
    R. – Intanto, consigliere a tutti i genitori di spegnere il televisore e di parlare un po’ di più con i bambini, di giocare con loro, di ritornare a quegli stupendi giochi che si facevano una volta e che sono sempre validi, di disegnare con loro. Purtroppo il nostro sistema industriale ed economico non permette ai genitori di stare con i bambini. Non dobbiamo dimenticare che oggi lavora anche la donna e quindi il bambino è lasciato in casa, alla mercé degli strumenti di comunicazione di massa, di Internet e spesso anche noi psicologi segnaliamo dei siti che i bambini vanno a visitare e che non sono sicuramente adatti a questo tipo di utente.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - La presentazione di Papa Benedetto XVI del volume "L'ultima veggente di Fatima" del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato.

    Servizio estero - Afghanistan: uccisi tre soldati tedeschi in un attentato "kamikaze".

    Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo "Il concetto di Tempo e il rapporto col Verbo": Sant'Agostino in una prospettiva tematica.
    Una monografica sul tema: "La XX edizione della Fiera internazionale del Libro di Torino".

    Servizio italiano - In rilievo il tema delle pensioni.

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    Oggi in Primo Piano



    Presentato ieri nel Duomo di Milano il libro di Benedetto XVI "Gesù di Nazaret"

    ◊   “Un libro accurato e serio, un libro di cui avevamo bisogno”: così il card.Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, ha definito il libro del Papa “Gesù di Nazaret”, che in Italia ha già venduto oltre 400 mila copie, e che è stato presentato ieri sera nel Duomo di Milano, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi e dello storico Ernesto Galli Della Loggia. Il servizio di Fabio Brenna.

     
    Il libro del Papa risponde al bisogno di riscoprire Gesù come vero uomo, vero Dio e Figlio di Dio che apre la strada al senso della nostra vita, ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani; in sintesi risponde alla domanda più cruciale di tutto il cristianesimo, la stessa che Gesù fece ai suoi: “chi dite che io sia?”.

     
    I due porporati si sono trovati d’accordo nel sostenere che Benedetto XVI riesce a far entrare in contatto l’uomo d’oggi con una persona viva e reale, con una figura storica coerente e credibile che è Gesù Cristo. Per realizzare questo incontro – ha osservato il cardinale Tettamanzi - “occorre ricucire lo strappo tra il Gesù storico e il Cristo della fede, superando una diffidenza ormai diffusa nei confronti dei Vangeli”, che arriva a dichiarare la morte di Dio per diventare noi i soli padroni di noi stessi. “E cominciamo a vedere che cosa ne sta derivando per l’uomo e per il mondo”. Il contrasto tra il Gesù dei Vangeli e quello della Chiesa non ha portato a nulla” - ha aggiunto il cardinale Kasper - “le immagini di Gesù prodotte da alcuni approcci storici sono in realtà delle fotografie sbiadite degli stessi autori”.

     
    Ernesto Galli Della Loggia, preside della Facoltà di Filosofia all’Università Vita e Salute San Raffaele ha parlato di identità e appartenenza, insistendo sulle radici di una cultura occidentale che da Gesù non può comunque prescindere. “Se perdiamo Cristo siamo perduti” gli ha fatto eco il cardinale Kasper: “i cristiani stessi perderebbero il senso del loro ruolo nella storia”.

     
    Il Papa con questo libro, ha quindi sottolineato l'arcivescovo di Milano, “ci ha regalato una lucida e profonda meditazione su Gesù a partire dal luogo in cui Gesù abita, ossia la sua relazione col Padre”. “Così, attraverso una riguadagnata fiducia nei Vangeli”, ha concluso il porporato, “Benedetto XVI ci ha fatto percepire quel centro incandescente da cui deriva l’attualità di Gesù e il suo interesse per l’uomo di ogni epoca: quella comunione nella quale Egli si fa presente a noi anche oggi”. (Da Milano, per la Radio Vaticana, Fabio Brenna)

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    Prosegue all'Università Gregoriana un corso d'introduzione alla conoscenza della Chiesa Cattolica rivolto a diplomatici musulmani: intervista con mons. Tomasi

    ◊   Si sta svolgendo a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, un corso di introduzione alla conoscenza della Chiesa Cattolica, rivolto a diplomatici musulmani dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. L’iniziativa, sul tema “La Chiesa Cattolica e la politica internazionale della Santa Sede”, è stata inaugurata il 7 maggio scorso dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e durerà fino a domani per ripartire a Torino il 21 maggio. Al corso ha partecipato con una relazione anche l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso gli Uffici ONU di Ginevra. Philippa Hitchen lo ha intervistato:

     R. – E’ un’iniziativa interessante ed estremamente indicativa di dove dovremmo camminare, perché in questo momento di tensioni nel mondo contemporaneo e di conflitti, che vengono colorati dalla religione o da percezioni religiose sbagliate, mi pare essenziale innanzitutto conoscersi e, secondo, vedere come assieme costruire una cultura internazionale che permetta non solo di dialogare, ma di capire quali siano i valori portanti per una futura società mondiale.

     
    D. – Quindi, questo non sostituisce il dialogo interreligioso, è un altro tipo di dialogo…

     
    R. – Il dialogo oggi deve essere articolato a vari livelli: il livello della vita quotidiana, dove le famiglie, i giovani, si incontrano, si scambiano idee, diventano anche amici, dove si parla addirittura di religione in maniera molto libera, molto informale. C’è il dialogo dei professionisti della religione che discutono questioni profonde di teologia ed anche questo tipo di dialogo è necessario, perché questi leader religiosi poi riescono ad influenzare masse di gente. Quindi, conoscersi a questo livello e capire i moventi profondi che vengono dall’ispirazione islamica, cristiana, buddista, induista è essenziale. Poi, vedo, almeno nella mia piccola esperienza nel mondo della diplomazia multilaterale, che c’è una maniera di dialogare con i rappresentanti politici, che però non fanno politica nel senso quotidiano del partito, della conquista del potere, ma fanno politica nel senso più ampio di una partecipazione comune nella ricerca della soluzione dei problemi che la globalizzazione odierna ci presenta e che uno Stato singolo non può risolvere. Quindi, oggi, ci sono una serie di problemi che mettono in difficoltà lo Stato singolo. E’ importanti, quindi, a livello intergovernativo affrontare queste questioni. Ma a questo livello di diplomazia multilaterale, di attività intergovernativo, si sta sviluppando una cultura nuova che diventa lentamente una mentalità comune anche nei Paesi più remoti. E’ qui allora che si fa un dialogo politico, ma creativo, nel senso che si fa uno sforzo per trovare soluzioni a problemi comuni che si fondino sul riconoscere che ci sono dei valori della persona umana, della pace, della convivenza e perciò della responsabilità di aiutare anche i più deboli e i più poveri che sono comuni e che bisogna far diventare comuni, fare entrare in questa mentalità nuova. E’ in questa maniera che noi come cristiani, in particolare, diamo una dimensione veramente universale e una dimensione di una profondità umana autentica.

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    Alle elezioni algerine si riconferma il fronte filopresidenziale

    ◊   Si vanno definendo i risultati delle elezioni legislative svoltesi l’atro ieri in Algeria. Il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), insieme con l’intero schieramento che sostiene il presidente Bouteflika, ha ottenuto la maggioranza assoluta, conquistando 249 dei 389 seggi alla Camera dei deputati. Entro lunedì si conosceranno i dati definitivi di queste terze elezioni democratiche nella storia del Paese. Ma qual è l’aspetto più evidente del risultato di queste consultazioni? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Mario Giro della Comunità di Sant’Egidio:

    R. - Mi sembra una sostanziale stabilità e quindi è confermata la linea della concordia nazionale che il presidente ha iniziato già da qualche anno. L’affermazione come primo partito dell’FLN non sorprende - a parte la flessione dell'affluenza ai seggi - è sempre il primo partito e il segretario generale, anche primo ministro, mi sembra che verrà riconfermato.

     
    D. – Il gruppo terroristico al Qaeda per il Maghreb islamico ha esortato la popolazione al non voto. In effetti solo un algerino su tre è andato alle urne. Che cosa dire di questo forte astensionismo?

     
    R. – Mi sembra che sia un dato che corrisponde un po’ alla tradizione algerina, a parte alcuni referendum, anzi abbiamo anche registrato in passato, circa dieci anni fa quando è cominciato il “multipartitismo” in Algeria, anche cifre più basse. Naturalmente, questo significa che ancora molto c’è da fare perché tutta la popolazione si senta di andare alle urne. Non credo che questa cifra sia da mettere in parallelo con le minacce perché purtroppo, nella tradizione in Algeria, i terroristi si sono sempre opposti al processo elettorale.

     
    D. – Mario Giro, che tipo di Paese è oggi l’Algeria? C’è il rischio che si torni alla violenza degli anni ’90, alla ripresa degli attentati?

     
    R. – Certamente la trasformazione dei movimenti terroristici algerini in cellula di al Qaeda, così come ciò che accade in Marocco, gli attentati terroristici in questi ultimi mesi, fanno temere per una ripresa della violenza. Si tratta però di una violenza probabilmente diversa da quella più generalizzata degli anni ’90 anche perché pilotata dall’esterno. Una delle preoccupazioni, in effetti, è sulla stabilità di un Paese, come l’Algeria, molto importante perché grande produttore di energia; tra l’altro preoccupa anche lo stato di salute del presidente Bouteflika di cui le notizie sono non tanto rassicuranti malgrado il fatto lui sia riuscito, in qualche modo in questi ultimi dieci anni, a far compiere all’Algeria un vero tornante da quegli anni bui.

     
    D. – L’Algeria odierna è in parte il risultato della conferenza di pace convocata a Roma negli anni ’90, proprio dalla comunità di Sant’Egidio...

     
    R. – Direi che quell’incontro, dalla stesura da parte dei partiti politici algerini della piattaforma, è stato un incontro veramente algerino e lo ha dichiarato recentemente l’attuale segretario generale dell’FLN: c’è una continuità tra quello che si decise e si propose in quell’occasione e la politica poi seguita anni dopo dal presidente Bouteflika, e cioè andare verso la riconciliazione.

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    Il punto sulla prima settimana di lavori alla Conferenza di Aparecida

    ◊   La V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi inaugurata dal Papa ad Aparecida, in Brasile, il 13 maggio scorso, ha raggiunto la sua prima settimana di lavori. Da lunedì prossimo inizia il compito delle 15 Commissioni che, sotto la guida di un moderatore e un relatore, affronteranno lo studio dei singoli temi dell’agenda esprimendo un orientamento che poi, con le votazioni, sarà sancito nella plenaria. Ieri si è svolta una conferenza stampa sulla prima settimana dei lavori: ad incontrare i giornalisti sono stati mons. Carlos Aguiar, vescovo di Texcoco, presidente dell’Episcopato messicano nonché primo vice presidente del Celam, mons. Luis Castro, arcivescovo di Tunja, presidente della Conferenza episcopale colombiana e mons. Angélico Sándalo Bernardino, vescovo della diocesi brasiliana di Blumenau. Ascoltiamo in proposito il servizio di Luis Badilla:
     
    La prima settimana di riflessioni, discussioni e scambio di esperienze è stata di per sé, ha detto mons. Aguiar, una vera “unità tematica che abbiamo voluto chiamare "Tempi attuali" e ci ha consentito, alla luce del discorso del Santo Padre e dell’agenda della Conferenza, di affrontare subito le grandi questioni di fondo che non sono solo i problemi della Chiesa cattolica ma anche quelli che colpiscono l’intera società latinoamericana”. “Si è trattato, ha precisato, di uno sguardo analitico della realtà socio-politica, culturale e religiosa con lo scopo di scoprire i punti nevralgici da tenere presente al momento dello studio della nostra odierna e futura situazione ecclesiale”. E’ un esercizio che sia il Celam sia le singole Conferenze episcopali portano avanti da sempre, periodicamente, avvalendosi del contributo di numerosi esperti e studiosi, ha ricordato mons. Aguiar per sottolineare che la V Conferenza costituisce un punto di arrivo di una lunga e accurata preparazione. Infine, il vescovo messicano ha voluto rilevare con forza che in questi giorni non si è parlato solo degli aspetti negativi ma anche di quelli positivi, tanti, che offrono speranze concrete, realistiche e immediate in molti ambiti della composita realtà continentale. Da parte sua mons. Luis Castro, arcivescovo di Tunja, nel suo intervento ha voluto precisare “che l’analisi dei vescovi nulla ha a che vedere con l’ottica degli statisti o politici poiché essa è lo sguardo di pastori che scrutano il mondo con gli occhi di Cristo”. Secondo l’opinione di mons. Castro la pastorale nella regione deve dar risposte a quattro sfide prioritarie: la crisi della trasmissione della fede nelle famiglie e nelle scuole, la svolta culturale, quasi epocale, i cui meccanismi tendono ad escludere la dimensione religiosa, la difesa e integrità dei diritti umani, anch’essi spesso colpiti da concezioni relativiste e soggettivistiche e, infine, la disuguaglianza sociale con il suo fardello insopportabile di iniquità. Mons. Angélico Sándalo Bernardino, vescovo di Blumenau, ha molto insistito sul dialogo tra la Chiesa e il mondo contemporaneo, le società latinoamericane e caraibiche, non solo perché la Chiesa come sempre ne ha bisogno ma, soprattutto, perché è la modernità a giovarsene con grande vantaggio per tutti. Una delle tante dimensioni possibili dentro le quali si deve sviluppare questo dialogo è, secondo il presule brasiliano, l’economia, in particolare il discorso etico che permette di affrontare con uno sguardo nuovo flagelli come la miseria, il narcotraffico, la disoccupazione e la questione ecologica. La modernità ha messo in crisi molte realtà: la famiglia, lo Stato, i rapporti umani, la Chiesa stessa, ha sottolineato mons. Sándalo, per concludere dicendo che “noi tutti siamo interpellati, poiché non solo a volte si pretende di escludere Dio, ma questa realtà stessa, così come si presenta, è contraria al piano amorevole di Dio”.
     

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    Grande festa scout in Italia per i 100 anni del movimento

    ◊   Lupetti e coccinelle, rover e scolte: in una parola, scout. Saranno 200mila quelli che domani si riuniranno nelle principali città italiane per festeggiare la Giornata Nazionale dello Scoutismo cattolico. Inserito tra le manifestazioni per i 100 anni del movimento scout, l’evento vuole regalare a tutti i cittadini la possibilità di vivere un giorno con il fazzolettone al collo. Ma come si svolgerà, in concreto, questa giornata? Isabella Piro lo ha chiesto a Marco Sala, presidente del Comitato Nazionale Agesci, l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani:

    R. - Si ritroveranno nelle piazze delle città, nei parchi, i gruppi scout e incontreranno la gente presentando quello che è lo spirito dello scoutismo, lo spirito di fratellanza, lo spirito di pace, lo spirito cristiano del nostro fare educazione vissuto concretamente nelle attività di servizio dove incontriamo le situazioni di difficoltà quotidianamente.

     
    D. – Nelle città di oggi prevale sempre più la multiculturalità. Una giornata come questa può contribuire ad insegnare l’integrazione?

     
    R. - Un’esperienza di questo tipo favorisce questa scoperta reciproca, scoperta del sostegno che reciprocamente ci si può dare; il ragazzo di un Paese, piuttosto che dell’altro, si scoprono a giocare assieme, si scoprono a vivere avventure assieme, ad aiutarsi reciprocamente nelle piccole cose: accendere un fuoco, far da mangiare, montare la tenda, e tornano a casa con tante amicizie che crescono nel tempo. Più siamo fratelli in Paesi diversi, più è difficile pensare ad un futuro di guerra o di divisioni.

     
    D. – Il movimento scout compie 100 anni ma l’entusiasmo nelle adesioni è ancora vivo?

     
    R. – Festeggiamo sì i 100 anni della nostra fondazione ma festeggiamo qualcosa che è vivo, qualcosa che dovrà servire anche per i prossimi 100 anni proprio come movimento educativo. Ogni persona ben educata è un bene per il proprio Paese e quindi rimettere al centro il tema dell’educazione, sia della vita ecclesiale ma anche nel sociale - il mondo della scuola, il mondo dell’associazionismo, anche sportivo piuttosto che del tempo libero - questo dà alla specificità del movimento scout un’importanza e l’attualità presente ai giorni di oggi.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   Questa domenica la Chiesa, in Italia e in altri Paesi, celebra la Solennità dell’Ascensione: la Liturgia della Parola ci presenta Gesù che sale in cielo mentre benedice i discepoli.

    Ed ecco due uomini in bianche vesti rivolgersi ai discepoli dicendo:

     “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo”.

    Su questo brano ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
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    Per 40 giorni, dopo la sua risurrezione, Gesù continua a mostrarsi ai suoi, a parlare con loro, a consolidare la loro fede nella sua risurrezione, nell’autenticità del suo vero corpo risorto. In quei 40 giorni i suoi hanno imparato che in Gesù Cristo, la realtà del Cielo e quella della terra, non sono più “incomunicanti” ma che il cielo è aperto sulla terra e ciò ha cambiato il loro modo di vivere sulla terra. Perché dopo la risurrezione del loro Maestro e Signore, ogni circostanza, ogni attimo, ogni angolo della loro esistenza, della loro terra, della terra che è la loro umanità, la loro povera umanità, adesso è aperto verso il cielo. In quei 40 giorni tutto è cambiato. Infine l’ascensione: Gesù li benedice e mentre li benedice viene portato verso il cielo. L’ultimo gesto di Gesù, la benedizione, riassume tutto. Tutta la sua vita è stata sempre e solo una grande benedizione e introduce i suoi nella benedizione finale, quella del Padre: “Venite, benedetti dal Padre mio”.

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Cina: scarcerato per motivi di salute il sacerdote cattolico Shao Zhoumin, arrestato circa un anno fa con l’accusa di aver falsificato il passaporto
     

    ◊   È stato liberato in Cina padre Shao Zhoumin. Era stato arrestato nell’agosto dello scorso anno perché accusato di aver falsificato il suo passaporto. Condannato lo scorso aprile a 9 mesi di detenzione, il sacerdote cattolico sarebbe dovuto uscire dalla prigione a giugno, ma è stato liberato, scrive l’agenzia AsiaNews, un mese prima della scadenza della sua pena per motivi di salute. Padre Shao, 43 anni, era già stato in prigione nel ’99 e per aver contratto una malattia durante la detenzione era stato scarcerato. Oggi stesso padre Shao è stato ricoverato in ospedale. Insieme a lui, lo scorso agosto, è stato arrestato un altro sacerdote, padre Jiang Sunian. Condannato ad 11 mesi dovrebbe uscire di prigione a fine agosto. Anche padre Jiang è malato e soffre di complicazioni respiratorie. Ai due sacerdoti sono stati negati finora visite da parte di parenti e amici. (T.C.)

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    Grave in India un sacerdote pallottino ferito con un arma da fuoco
     

    ◊   È in gravi condizioni padre George Philip, sacerdote pallottino indiano, aggredito martedì scorso da due giovani nel suo ufficio della scuola San Vincenzo Pallotti, nel sud di Delhi, e ferito al petto da un colpo di pistola. Lo ha confermato all’agenzia Fides, la Curia Generalizia dei Pallottini a Roma. Il religioso, 37 anni, impegnato attivamente come preside dell’istituto scolastico, è ricoverato in ospedale, dove ha subito un intervento chirurgico per la rimozione del proiettile. Sono ancora ignote le motivazioni dell’aggressione che, per le modalità con le quali è stata compiuta, fa pensare ad un tentativo di esecuzione. In un primo momento si è sospettato un furto ma, secondo la Chiesa locale, le ragioni del gesto vanno ben oltre. Sull’episodio sta indagando la polizia. In India i religiosi cristiani da mesi denunciano una recrudescenza delle violenze contro le minoranze religiose. Molti degli attacchi hanno come obiettivo le scuole gestite da istituti o congregazioni religiose. (T.C.)

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    Sostenere la famiglia e il suo suolo nella società: è l’impegno assunto dai partecipanti al IV Congresso Mondiale delle Famiglie che si è chiuso a Varsavia nei giorni scorsi
     

    ◊   Lavorare senza sosta affinché governi, istituzioni politiche e legislazioni di tutti i Paesi, riconoscano il ruolo insostituibile della famiglia e la sostengano in modi diversi affinché possa compiere la sua funzione: è questo il proposito dei partecipanti al IV Congresso Mondiale delle Famiglie, conclusosi domenica scorsa a Varsavia, in Polonia. All’incontro, scrive l’agenzia Fides, hanno partecipato più di 3 mila persone, appartenenti ad associazioni familiari, provenienti da 60 paesi di tutto il mondo. “L’ambiente è stato di una grande cordialità – ha detto Lola Velarde, presidente della Rete Europea dell’Istituto di Politica Familiare (IPF) – con molta varietà riguardo ad età, provenienza geografica, confessione religiosa (cattolici, protestanti, ed anche, benché in numero minore, ebrei e musulmani)”. Il Congresso Mondiale delle Famiglie ha ricevuto un messaggio di appoggio da parte di oltre 100 eurodeputati di 21 Paesi, mentre il vice-primo ministro polacco Roman Giertzch, ha chiesto una “Lettera dei Diritti della Famiglia in Europa”. Nel corso dei lavori è emersa la proposta di presentare la cosiddetta Dichiarazione di Varsavia, documento che chiede a tutti i governanti ed alle istituzioni politiche di incorporare la prospettiva della famiglia nelle politiche pubbliche come un bene sociale irrinunciabile e come servizio alle proprie nazioni. La Dichiarazione invita inoltre a proteggere la vita di ogni essere umano dal momento del suo concepimento fino alla morte naturale; a riconoscere l’educazione dei bambini come diritto fondamentale dei genitori; a proteggere i giovani dal processo di perdita dei valori morali; a promuovere misure economiche che permettano condizioni di vita degne a tutte le famiglie. I partecipanti al Congresso hanno sollecitato che, come conseguenza di tale Dichiarazione, si proclami l’anno 2008 come “Anno per la Famiglia”. (T.C.)

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    La Chiesa spagnola ricorda il cardinale Tarancon nel centenario della sua nascita

    ◊   La Chiesa spagnola ha ricordato questa settimana il centenario della nascita di una delle sue personalità più importanti durante il ventesimo secolo: il cardinale Vicente Enrique y Tarancon, nato il 14 maggio del 1907 a Burriana (Castellon). Le celebrazioni centenarie hanno avuto inizio il 29 aprile con una solenne eucaristia a Burriana presieduta dall’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio M. Rouco Varela, il quale non solo ha riconosciuto Tarancon come uno tra i suoi “maestri nella fede” ma è stato anche suo successore, nella sede arcivescovile di Madrid e come presidente della Conferenza Episcopale spagnola. Nella sua omelia, il card. Rouco ha definito Tarancon come “vescovo del ventesimo secolo per una chiesa del ventesimo secolo”. Il 12 maggio scorso cinque grandi personalità della storia e della teologia hanno partecipato ad un congresso nella città di Burriana per una analisi della personalità del cardinale Tarancon e del periodo storico che ha vissuto. Sono numerosi gli studi che vengono pubblicati mettendo in risalto l’ eccezionale ruolo di Tarancon come uomo di dialogo, di riconciliazione, di aggiornamento dall’ interno della chiesa, vicino al popolo e sensibile alla questione sociale, Il cardinale Tarancon è stato testimone di primo livello durante e dopo la guerra civile spagnola, il franchismo, il Concilio Vaticano II, il pontificato di Paolo VI e ha partecipato, come Cardinale elettore, ai conclavi per l’elezione di Giovanni Paolo I e di Giovanni Paolo II. E’ stato definito come l’ uomo della transizione nella vita politica e religiosa della Spagna durante il passaggio dal franchismo alla democrazia. Ed é stata particolarmente memorabile la sua omelia durante la messa del 27 novembre 1975 a Madrid per la proclamazione di Juan Carlos I come re di Spagna. Le celebrazioni centenarie continueranno fino al 28 novembre prossimo, anniversario del decesso del Cardinale Tarancon, avvenuto all’eta di 87 anni. (A cura di padre Ignacio Arregui)

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    Al via oggi alla Campagna Sanitaria Apurimac 2007 per offrire assistenza alle popolazioni andine del Perù
     

    ◊   Parte oggi la campagna di adesioni ai progetti dell’Associazione Apurimac per personale specializzato sanitario. La onlus, che sostiene con diverse iniziative le missioni agostiniane in Perù e in Africa, invita medici e professionisti ad aderire, come volontari, alle pianificazioni per i prossimi programmi di assistenza. La Campagna Sanitaria Apurimac 2007 ha lo scopo di individuare le patologie più diffuse nella regione andina dell’Apurimac, soprattutto infantili, per assicurare le opportune terapie. Occorrono, in particolare, cardiologi, pediatri, ortopedici, otorinolaringoiatri, e ancora, tecnici di laboratorio, tecnici in radiologia ed infermieri. Tra le iniziative dell’associazione il progetto sanitario “Ippocrate in Apurimac” legato alle attività dell’ambulatorio “Policlinico Lucia Vannucci Maiani” di Cuzco, inaugurato nel maggio dello scorso anno. Per adesioni ed informazioni è possibile vistare il sito www.apurimac.it. (T.C.)

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    Da ieri a Perugia il convegno annuale dell’Associazione dei webmaster cattolici italiani
     

    ◊   Oltre 200 webmaster cattolici, operatori delle comunicazioni sociali ed educatori da ieri sono riuniti a Perugia, al Plaza Hotel, per il convegno: “Le nuove tecnologie: una risorsa educativa”. Come ha commentato mons. Franco Mazza, presidente dell’Associazione dei webmaster cattolici italiani (WeCa), “tra gli scopi di questo Convegno, rimane quello di far risaltare l’urgenza di nuovi educatori e formatori. Infatti – ha detto mons. Mazza – un primo problema da affrontare con molto serietà e consapevolezza è l’insufficienza di educatori capaci di muoversi in questo nuovo ambiente culturale. È evidente – ha aggiunto mons. Mazza – lo scollamento tra il mondo degli adulti e delle nuove generazioni: l’immagine dell’adulto è assai ‘lontana’ dalle tecnologie, incapace di coglierne il significato più vero, soprattutto per l’approccio strumentale che gli adulti hanno nei confronti di quello che invece può essere considerato un nuovo ‘spazio’ di incontro, di ricerca, di negoziazione culturale e valoriale”. Nel corso dei lavori si è riflettuto sui videogiochi, che nel 2008 compiranno cinquant’anni di vita. Per il prof. Roberto Genovesi, vice direttore di RaiSat Ragazzi “la cameretta è ormai una vera e propria isola crossmediale. I bambini adoperano i videogiochi come strumento di socializzazione perchè attraverso la quotidianità del loro uso sono in grado di creare mode, abitudini, linguaggi. Perfino nuovi, inediti luoghi di aggregazione”. Secondo Genovesi è “la parrocchia che può diventare il reparto difensivo di una squadra in cui il centrocampo - scuola e famiglia - fa purtroppo ancora acqua”. Tra gli altri interventi quello di mons. Giuseppe Lorizio, docente della Pontificia Università Lateranense, che ha riflettuto con i partecipanti sulle possibilità di incidenza del messaggio cristiano sull’uomo nella cultura antropologica generata dai nuovi media. Mons. Lorizio ha poi ricordato come “la Chiesa italiana è all’avanguardia in Europa per aver dedicato a questa realtà del nostro tempo un importante documento, quale il direttorio “Comunicazione e missione”. Nel corso della giornata di ieri è stata diffusa la prima ricerca su “Parrocchie ed internet”, condotta dal prof. Paolo Mancini, docente di sociologia delle comunicazioni presso l’Università di Perugia. Dalla ricerca emerge che l'86 per cento delle parrocchie possiede un computer e che il 16 per cento ha un proprio sito web. Oggi sarà presentato in anteprima nazionale, il “Primo Premio webmaster cattolico”, un riconoscimento ufficiale per premiare i migliori siti cattolici. (T.C.)

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    Un concerto del coro “Le Matite Colorate” per raccogliere fondi da destinare alle famiglie dei bambini del reparto di ematologia del Bambino Gesù di Roma
     

    ◊   Nell’ambito della seconda edizione de “La fiera dei fiori”, la grande mostra mercato dedicata ai fiori e alle piante che si conclude domani all’Auditorium Parco della Musica di Roma, stamattina il coro “Le Matite Colorate” si è esibito in un concerto di solidarietà. Il coro, che conta attualmente circa 60 elementi di età compresa tra i 4 e i 16 anni ed è un coro multietnico per vocazione che si propone, tramite la musica, di educare concretamente i suoi cantori alla sensibilità, alla fraternità e all’incontro tra popoli perseguendo due importanti obiettivi: la promozione e la diffusione di una corretta educazione musicale tra bambini e giovani; l’accoglienza e l’aggregazione al suo interno di ragazzi provenienti da etnie e da condizioni socio-culturali e familiari diverse, riservando un’attenzione particolare ai portatori di handicap. “Le Matite colorate” sono nate nella basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, con padre Luca Zecchetto, autore di musiche e testi, e il maestro Germano Neri. Il nome è legato ad un pensiero di Madre Teresa di Calcutta, che diceva di sentirsi soltanto “una piccola matita nelle mani di Dio”. Sull’esempio di vita della religiosa, il coro insegue il sogno spirituale e musicale di “colorare il mondo per farne un paradiso”. L’intero incasso dello spettacolo di oggi sarà devoluto all’Associazione Davide Ciavattini, onlus a sostegno delle famiglie dei bimbi ricoverati nel reparto di ematologia dell’ospedale Bambino Gesù. Lo spettacolo proposto dalle Matite Colorate - “e20distelle” – è un impegno di solidarietà scaturito dallo slogan missionario “i bambini aiutano i bambini” ed include brani poetici e narrativi, interpretati dall’attore teatrale Fabio Bussotti. Si tratta di un pellegrinaggio musicale che va dalle antiche sonorità gregoriane al moderno rap. (T.C.)

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    Il 26 maggio, a Roma, il primo convegno dei Figli Spirituali di Giovanni Paolo II
     

    ◊   Ad un anno dalla sua nascita a Roma, il “Movimento Gruppi di preghiera Figli Spirituali di Giovanni Paolo II”, associazione che è stata riconosciuta a livello diocesano dal cardinale vicario Camillo Ruini, ha organizzato per il 26 maggio il 1° convegno del Movimento, in occasione, anche, del 90° anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima, figura tanto cara a Karol Wojtyla. L’incontro si svolgerà nella Sala Teatro del Pontificio Seminario Romano Maggiore alle 17 e vi prenderanno parte mons. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, che interverrà sul significato teologico dell’affidamento a Maria compiuto da Giovanni Paolo II, e mons. Giangiulio Radivo, assistente spirituale del Movimento, che parlerà del legame di Giovanni Paolo II con la Madonna di Fatima. L’associazione dei Figli Spirituali di Giovanni Paolo II ha un sito internet, www.prayingwithkarol.org, sul quale si possono trovare notizie sulle iniziative del Movimento, che tra l’altro ha appena dato vita ad un gruppo giovani. Gli incontri, per i quali ci si può iscrivere entro giugno, si svolgeranno nella parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro. Il neogruppo sta formando la “Corale dei Figli Spirituali di Giovanni Paolo II” alla quale si può prendere parte contattando il Movimento. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Più di 70 morti per attentati e scontri in Afghanistan - Raid israeliano a Gaza provoca due morti - Romania al voto per referendum su impeachment del presidente

    ◊   In Afghanistan, si aggrava pesantemente il bilancio di attentati e scontri tra forze della coalizione e talebani. Nelle ultime 24 ore sono state più di 70 le persone rimaste uccise a causa di un nuovo attacco kamikaze nel nord e di un raid statunitense nell’est del Paese. Il nostro servizio:

    Almeno sei civili afghani e tre soldati tedeschi sono morti in seguito ad un attentato suicida compiuto nella provincia di Kunduz, nel nord dell’Afghanistan. L’azione non è stata ancora rivendicata ma in questa area, relativamente tranquilla, i talebani hanno più volte minacciato di intensificare attacchi e agguati. Anche la zona orientale dell’Afghanistan è stata teatro di sanguinosi scontri. Un’imboscata tesa da guerriglieri talebani ad alcuni militari afghani, che hanno subito chiesto l’invio di rinforzi, ha innescato ieri sera la dura reazione delle forze della coalizione. L’aviazione statunitense è intervenuta immediatamente e ha bombardato diverse postazioni dei ribelli. Dopo il raid, i militari hanno rinvenuto i corpi di almeno 67 persone. Tra le vittime, ci sarebbero anche combattenti ceceni, arabi e pachistani. Il comando militare statunitense ha reso noto che il raid non avrebbe provocato la morte di cittadini afghani. Intanto, dopo le notizie di recenti attacchi costati la vita a decine di civili, si stanno studiando nuove, possibili misure. Un generale della NATO ha dichiarato che le regole di ingaggio non saranno cambiate. Ma potrebbero invece essere mutate – ha aggiunto - le “tattiche operative, le tecniche e le procedure” per limitare al massimo le vittime civili.

    - In Pakistan, otto funzionari governativi sono stati rapiti nella regione tribale nord-occidentale del Waziristan. Lo hanno riferito fonti locali precisando che i funzionari, tra cui cinque donne, sono stati attaccati da uomini armati. Il rapimento non è stato ancora rivendicato. Ma i principali sospettati sono alcuni gruppi di talebani presenti nella zona. Le regioni tribali del Nord e del Sud Waziristan, a maggioranza pashtun, sono considerate infatti zona franca per i guerriglieri provenienti dal vicino Afghanistan.

    - Nuova strage di civili in Iraq: presunti miliziani di ‘al-Qaeda’ hanno ucciso almeno quindici abitanti di un villaggio curdo. Anche oggi la polizia irachena ha reso noto, inoltre, di aver trovato diversi cadaveri: nelle ultime 24 ore sono almeno 25 i corpi senza vita rinvenuti in varie zone della capitale. A Baghdad, intanto, è giunto stamani a sorpresa il primo ministro britannico, Tony Blair, che lascerà la guida del governo il prossimo 27 giugno. Blair è arrivato a Baghdad per incontrare le truppe del Regno Unito, il presidente iracheno, Jalal Talabani, ed il premier Nouri Al Maliki.

    - Restiamo in Iraq, dove è stato rapito, stamani a Baghdad, un sacerdote caldeo. Si tratta di padre Nawzat Hanna, parroco della chiesa cattolica di Mar Pithion, nel quartiere di Baladiyat. La notizia è stata confermata all’agenzia AsiaNews dal vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. Il presule ha invitato a “pregare perchè padre Nawzat venga rilasciato il più presto possibile, sano e salvo”. “Preghiamo per il suo pronto rilascio – ha aggiunto – ma non ci faremo spaventare”.

    - I cinque iraniani arrestati a gennaio in Iraq dalle truppe americane saranno liberati a giugno. E' quanto assicura il ministro degli Esteri di Teheran, Mottaki, affermando che la decisione americana gli è stata comunicata dal suo omologo iracheno. Gli iraniani vennero fermati in Kurdistan perché ritenuti agenti speciali dei Guardiani della Rivoluzione.

    - Continua ad essere drammatica la situazione in Medio Oriente: 2 palestinesi sono rimasti uccisi in seguito ad un attacco missilistico israeliano nell’area di Beit Hanun, a nord della Striscia di Gaza. Il razzo, sparato da un aereo senza pilota, è avvenuto poco dopo il lancio di due razzi Qassam, da parte di estremisti palestinesi, verso la città israeliana di Sderot. Il servizio di Franco Lucchetti:

    L’odierno raid si aggiunge ad altre, recenti azioni militari israeliane. Solamente ieri altri 8 palestinesi, quasi tutti militanti di Hamas, erano morti a causa di almeno 4 raid. L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Sallai Meridor, ha dichiarato che “Israele ha fin qui risposto alle violenze in maniera molto misurata, ma potrebbe essere indotto ad adottare altre misure”. Il diplomatico ha anche accusato il movimento radicale Hamas di usare contro il presidente palestinese Abu Mazen, leader di Al Fatah, la stessa strategia “di ispirazione iraniana” degli Hezbollah libanesi contro il primo ministro moderato Fuad Siniora. A Gaza, intanto, è stato firmato un nuovo accordo tra rappresentanti di Al Fatah e Hamas per cercare di porre fine alle violenze. Ma la situazione è comunque delicata: le precedenti intese per un cessate il fuoco, infatti, sono sempre state violate. Si stima che in soli sei giorni, siano morte almeno 45 persone. Abu Mazen ha anche telefonato ieri sera al Segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, sollecitando l’intervento degli Stati Uniti per fermare gli attacchi israeliani nei Territori palestinesi. Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, avrebbe espresso, infine, la propria disponibilità al dispiegamento di una forza multinazionale nella Striscia di Gaza. Il dispiegamento – ha aggiunto la signora Livni - sarebbe accettabile solo se giocasse un ruolo “esecutivo”. Ma il ministro della Difesa dello Stato ebraico, Amir Peretz, ha affermato che una vasta invasione della zona per porre fine ai lanci di razzi Qassam contro il territorio israeliano non contribuirebbe alla sicurezza di Israele.

    - Il primo ministro uscente algerino, Abdelaziz Belkhadem, ha dichiarato alla stampa che intende modificare la Costituzione per dotare l’Algeria di un regime presidenziale. La dichiarazione arriva dopo la vittoria della sua coalizione nelle legislative di giovedì. In Algeria, il parlamento bicamerale ha scarse prerogative, mentre gran parte delle leggi vengono promulgate direttamente dal capo di Stato tramite decreto presidenziale. Le elezioni legislative di giovedì scorso sono state vinte dall’alleanza che sostiene il presidente Abdelaziz Bouteflika, guidata dal Fronte di liberazione nazionale.

    - Seggi aperti da questa mattina in Romania per il referendum sull’impeachment del presidente Traian Basescu, sospeso dall'incarico il 19 maggio con l'accusa di aver violato la Costituzione. Sono chiamati al voto oltre 18 milioni di elettori. Ma quali sono i motivi alla base di questa vicenda politica? Salvatore Sabatino lo ha chiesto alla collega romena Mihaela Iordache, collaboratrice del quotidiano “Avvenire".

    R. - I motivi invocati dai 322 parlamentari di tutti i partiti politici, tranne il partito del presidente - quello democratico - sono stati abuso di potere e violazione della Costituzione. Dal canto suo, Traian Basescu, eletto presidente due anni fa, trovatosi sempre in conflitto con il premier liberale - una volta suo alleato - si considera una vittima. Basescu accusa i partiti politici di averlo sospeso perché troppo insistente nella lotta alla corruzione oppure per il fatto di aver condannato pubblicamente il regime comunista, nel dicembre scorso, nel parlamento di Bucarest.

     
    D. – Nonostante tutto, secondo i sondaggi, Basescu è ancora il politico più popolare in Romania. Per la sua destituzione si è dato da fare moltissimo il partito di opposizione social-democratico. Quali sono gli interessi reali in campo?

     
    R. – Gli interessi reali in campo sono legati purtroppo agli affari, a conservare la ricchezza finora acquisita e, ovviamente, a conservare le posizioni importanti in tutta la società romena. E la società romena è segnata da conflitti di interesse, lotte intestine tra politici provenienti dalla nomenclatura comunista oppure dagli ambienti vicini ai servizi segreti. Difficile quindi immaginare oggi un domani tranquillo in Romania, una conciliazione, visto che tutti i partiti politici, tranne quello democratico, sono contro il presidente Basescu.

    - Ancora rapimenti in Nigeria. Tre cittadini indiani, tutti dipendenti di uno stabilimento petrol–chimico, sono stati sequestrati, stamani, da un commando di sospetti ribelli a Port Harcourt, nel Delta del Niger. Lo hanno reso noto le autorità locali affermando che nello scontro a fuoco con i rapitori è rimasto ucciso un autista nigeriano. E' dunque salito nel complesso a 15, compresi 4 italiani dipendenti dello stabilimento americano ‘Chevron’, il numero degli stranieri tenuti attualmente in ostaggio nel Paese africano. L'altro ieri era stata rilasciata la cittadina bielorussa rapita il 5 maggio scorso. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 139

     

     
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