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SOMMARIO del 14/05/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa è rientrato a Castel Gandolfo dal Brasile. Ad Aparecida Benedetto XVI invita a porre al centro Gesù per costruire una società giusta evitando gli errori distruttivi del marxismo e del capitalismo
  • I saluti del Papa ai Paesi sorvolati nel viaggio di ritorno
  • I vescovi latinoamericani: l'incontro con il Papa, uno straordinario momento di fraternità e comunione ecclesiale
  • Il commento di padre Lombardi al discorso del Papa per l'inaugurazione della Conferenza di Aparecida
  • 200 mila persone alla Messa presieduta dal Papa ad Aparecida
  • Le reazioni della stampa brasiliana
  • Mons. Terrence Thomas Prendergast, gesuita, nuovo arcivescovo di Ottawa

  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il Forum delle Associazioni familiari: il Family Day un'iniziativa non confessionale che ha voluto ribadire il valore civile della famiglia fondata sul matrimonio
  • Chiesa e Società

  • Inaugurato in Turchia, il “Centro di dialogo interculturale e interreligioso” dedicato a don Andrea Santoro
  • Allarme dell'ONG cristiana britannica, Christian Aid: entro il 2050, il riscaldamento globale provocherà almeno un miliardo di rifugiati
  • Uruguay: 17 mila sfollati per le violente alluvioni. Decretato lo stato di “disastro nazionale”
  • ”Condanniamo gli scontri di Karachi e siamo vicini alle famiglie delle vittime”: così, il presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Saldanha, che chiede al governo di restaurare l’ordine pubblico

  • Visita di una delegazione interreligiosa sudcoreana a Pyongyang, in Corea del Nord, mentre c’è attesa per la ripresa dei collegamenti ferroviari tra le due Coree
  • Indagini, in Ucraina, su un presunto traffico di neonati venduti come “aborti” per ottenerne organi e cellule staminali
  • Al via a Ginevra alla 60.ma Assemblea mondiale dell’OMS
  • Regno Unito: i vescovi chiedono più attenzione per i malati di fede cattolica
  • “Il panorama della famiglia in Europa si è aggravato in maniera preoccupante”: allarme della Rete europea dell'Istituto di politica familiare (IPF)
  • 24 Ore nel Mondo

  • Panoramica internazionale del 14 maggio a cura di Amedeo Lomonaco
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa è rientrato a Castel Gandolfo dal Brasile. Ad Aparecida Benedetto XVI invita a porre al centro Gesù per costruire una società giusta evitando gli errori distruttivi del marxismo e del capitalismo

    ◊   Benedetto XVI è rientrato oggi a Roma dal Brasile: l’aereo papale, un Boeing 777 dell’Alitalia, è atterrato all’aeroporto di Ciampino alle 12.25. Il Pontefice si è subito trasferito nella sua residenza di Castel Gandolfo, dove trascorrerà alcuni giorni prima di tornare in Vaticano venerdì prossimo. Questo mercoledì dunque non ci sarà la consueta udienza generale.

    “Indimenticabile”: cosi’, ieri sera nella cerimonia di congedo all’aeroporto di San Paolo, Benedetto XVI ha definito il suo primo viaggio apostolico in Brasile, iniziato il 9 maggio scorso. E davvero indimenticabili sono stati i tanti incontri e le celebrazioni a San Paolo come ad Aparecida. Momenti sempre accompagnati dall’affetto dei fedeli, da un entusiasmo spontaneo che ha colpito il Santo Padre. Ieri, poi, il viaggio di Benedetto XVI ha assunto una valenza continentale con l’intervento d’apertura alla V Conferenza generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi. Sull’ultima giornata del sesto viaggio apostolico internazionale del Papa, il servizio del nostro inviato Alessandro Gisotti:


    Tende a certeza de que levo a todos no meu coração, donde brota…
    “Siate certi che vi porto tutti nel mio cuore”: con queste parole, piene di affetto, il Papa ha salutato il popolo del Brasile e di tutta l’America Latina. Benedetto XVI ha ringraziato il Signore per avergli consentito di vivere ore “intense ed indimenticabili”. Ed ha aggiunto: “Nella mia memoria rimarranno per sempre incise le manifestazioni di entusiasmo e di profonda pieta’ di questo popolo”. Anche ieri, come nei quattro giorni precedenti qui in Brasile, la visita del Pontefice ha offerto avvenimenti di grande valore per la Chiesa di tutta l’America Latina.

     
    (Canti – Vespri)

     
    Prima della partenza, l’evento piu’ atteso del viaggio: l’apertura della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi, nel Santuario di Aparecida, nell’ambito della celebrazione dei Vespri. L’America Latina, “Continente della speranza”, sia anche il “Continente dell’Amore”: è stata la viva esortazione di Benedetto XVI, che nel suo discorso all’episcopato latinoamericano e dei Caraibi ha indicato le grandi sfide che la Chiesa di questo Continente dovrà affrontare nei prossimi anni. Il Papa ha ricordato, innanzitutto, che è l’incontro con Cristo nell’Eucaristia, centro della vita cristiana, a suscitare “l’impegno dell’evangelizzazione e la spinta alla solidarietà”.

     
    Sólo de la Eucaristía brotará la civilización del amor…
    “Solo dall'Eucaristia – ha detto il Papa - germoglierà la civiltà dell'amore che trasformerà l’America Latina ed i Caraibi così che, oltre ad essere il Continente della Speranza, sia anche il Continente dell'Amore!”. Un discorso articolato e appassionato, quello di Benedetto XVI, che, ha svolto la sua riflessione partendo da un’analisi della situazione della fede cristiana in America Latina:

     
    La fe en Dios ha animado la vida y la cultura de estos pueblos…
    “La fede in Dio – ha detto – ha animato la vita e la cultura di questi Paesi”, negli ultimi cinque secoli. Quella stessa fede, ha avvertito, deve oggi “affrontare serie sfide”, giacché sono in gioco “lo sviluppo armonico della società e dell’identità cattolica dei suoi popoli”. Per questo, i fedeli cattolici devono sempre più prendere coscienza della loro responsabilità ad essere “discepoli e missionari di Cristo”. Il Papa ha affermato che “l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo” non ha comportato “un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera”. In ultima istanza, ha detto, “solo la verità unifica e la sua prova è l'amore”. Per questo motivo, essendo Cristo “l'amore fino alla fine”, “non è estraneo ad alcuna cultura né ad alcuna persona”. Ecco allora che “l'utopia di tornare a dare vita alle religioni precolombiane, separandole da Cristo e dalla Chiesa universale, non sarebbe un progresso, bensì un regresso”. Il Papa ha lodato la ricca e profonda religiosità popolare dei popoli latinoamericani. Religiosità che va protetta e, “quando fosse necessario”, purificata. Ha così rivolto il suo pensiero al percorso tracciato dalla prima Conferenza di Rio de Janeiro a quella di Aparecida:

     
    Los Pastores quieren dar ahora un nuevo impulso a la evangelización…
    “I Pastori – ha detto – vogliono dare ora nuovo impulso all’evangelizzazione, affinché questi popoli continuino a crescere e maturare nella loro fede”, per essere testimoni di Gesù “con la propria vita”. Ha così parlato del fenomeno della globalizzazione, che, accanto ad alcuni vantaggi, comporta però “il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo”. Anche la globalizzazione, è stato il suo monito, “deve essere guidata dall’etica”, mettendosi al “servizio della persona umana”. Il Pontefice ha riconosciuto che in America Latina la democrazia ha registrato dei progressi ma permane la preoccupazione davanti a “forme di governo autoritario o soggette a certe ideologie che si credevano superate e che non corrispondono con la visione cristiane dell’uomo e della società”. D’altra parte, il Papa ha avvertito che “l’economia liberale” deve tenere presente l’equità, poiche’ “continuano ad aumentare i settori sociali” oppressi dalla povertà. Si percepisce, ha proseguito, un “certo indebolimento della vita cristiana”, dovuto al secolarismo e al proselitismo di sette e nuove espressioni pseudoreligiose. Di fronte a queste “nuove difficili scelte”, ha esortato tutti ad impegnarsi ad una rivitalizzazione della fede in Cristo, attraverso nuovi “progetti pastorali creativi”. Benedetto XVI ha, così, affrontato il tema della Conferenza:

     
    Pues ser discípulos y misioneros de Jesucristo…
    “Essere discepoli e missionari di Gesù Cristo”, ha avvertito, “suppone che si sia profondamente radicati in Lui”. La priorità della fede in Cristo, ha spiegato, non vuole però essere un abbandono “dei grandi problemi economici, sociali e politici dell’America Latina”, una fuga dalla realtà verso un mondo spirituale. Ma cosa è in definitiva questa realtà, si è chiesto il Santo Padre. Sono forse solo i beni materiali? Questo, ha affermato, è proprio il “grande errore delle tendenze dominanti nell'ultimo secolo, errore distruttivo, come dimostrano i risultati tanto dei sistemi marxisti quanto di quelli capitalisti”. Solo chi riconosce Dio, ha aggiunto, può “rispondere in modo adeguato e realmente umano”. Se non conosciamo Dio in Cristo, ha detto ancora, “non c’è via e non essendoci via, non ci sono né vita né verità”. Per conoscere e seguire realmente Cristo, ha costatato, è “indispensabile la conoscenza profonda della Parola di Dio”. Di qui, l’esortazione ai pastori a “sforzarsi di farla conoscere”, intensificando “la catechesi e la formazione nella fede”. Il Pontefice ha anche indicato nei mezzi di comunicazione dei sistemi per “comunicare efficacemente il messaggio di Cristo”, ricordando che “l’evangelizzazione si è sviluppata sempre insieme con la promozione umana e l’autentica liberazione cristiana”. Quando il discepolo è “innamorato di Cristo”, è stata la sua riflessione, non può smettere di annunciare il suo messaggio salvifico al mondo. Benedetto XVI ha, dunque, rivolto il pensiero alla questione sociale in America Latina:

     
    Los pueblos latinoamericanos y caribeños tienen derecho a una vida plena…
    “I popoli latinoamericani e dei Caraibi”, ha detto, “hanno il diritto ad una vita piena”, “liberi dalle minacce della fame e da ogni forma di violenza”. Serve, perciò, uno sviluppo autentico, integrale, che “sopprima le gravi disuguaglianze sociali”. Ma come la Chiesa può rispondere alla grande sfida della povertà, si è domandato il Papa. Capitalismo e marxismo, ha rilevato, “promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste”. Una promessa ideologica “che si è dimostrata falsa”. Dove il sistema marxista è andato al governo, “non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma – ha evidenziato – anche una dolorosa distruzione degli spiriti”. E la stessa cosa, vediamo anche in Occidente, dove “cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale”. Sono necessari dei valori fondamentali, ma se Dio è assente, ha avvertito, “questi valori non si mostrano con tutta lo loro forza”. D’altro canto, ha ribadito che “il lavoro politico non è competenza immediata della Chiesa”; il rispetto di una “sana laicità” è, infatti, essenziale “nella tradizione cristiana autentica”.

     
    Si la Iglesia comenzara a transformarse directamente en sujeto político…
    “Se la Chiesa cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico – è stato il monito del Papa – non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale, identificandosi con un'unica via politica e con posizioni parziali opinabili”. La Chiesa, ha aggiunto, è “avvocata della giustizia e dei poveri”, proprio perché “non si identifica coi politici né con gli interessi di partito”. Solo essendo indipendente può “orientare le coscienze ed offrire un'opzione di vita che va oltre l'ambito politico”. In questo settore, ha ribadito la vocazione fondamentale della Chiesa è “formare le coscienze” ed “educare alle virtù individuali e politiche”. Dal canto loro, laici cattolici “devono essere coscienti delle loro responsabilità nella vita pubblica; devono essere presenti nella formazione dei consensi necessari e nell'opposizione contro le ingiustizie”. Papa Benedetto ha poi enumerato gli altri campi prioritari per il rinnovamento della Chiesa latinoamericana a partire dalla famiglia:

     
    La familia, “patrimonio de la humanidad”, constituye uno de los tesoros…
    “La famiglia – ha affermato – patrimonio dell’umanità, costituisce uno dei tesori più importanti dei Paesi latinoamericani”. Ancor più oggi, in un tempo nel quale soffre per “situazioni avverse provocate” dal relativismo etico, dalla povertà e dalle “legislazioni civili contrarie al matrimonio” che favoriscono gli anticoncezionali e l’aborto. Il Papa ha criticato la “mentalità maschilista” ancora presente in alcune famiglie dell’America Latina ed ha ribadito il ruolo fondamentale della donna per il futuro della società. Ha infine messo l’accento sull’urgenza di una “pastorale familiare intensa e vigorosa” così come sulla necessità di politiche che rispondano ai diritti della famiglia. Benedetto XVI ha poi rivolto il pensiero ai sacerdoti, chiamati ad essere “i primi promotori del discepolato e della missione”. Per compiere questo servizio, ha affermato, il sacerdote “deve avere una solida struttura spirituale e vivere tutta la sua vita animato dalla fede, dalla speranza e dalla carità”. Quindi, ha riconosciuto il grande valore della testimonianza dei religiosi e consacrati che in un mondo che ricerca innanzitutto il piacere, ricordano che il “Regno di Dio è già arrivato”. Ai laici, ha chiesto di sentirsi “corresponsabili nella costruzione della società” ispirandosi al Vangelo. Poi, ha dedicato l’attenzione alla gioventù:

     
    Os jovens encaram a existência como uma constante descoberta…
    “I giovani – è stata la sua esortazione – devono affrontare la vita come una continua scoperta, senza lasciarsi irretire dalle mode”, ma procedendo “con una profonda curiosità sul senso della vita” e sul mistero di Dio. I ragazzi, ha aggiunto, si oppongano ai facili miraggi della felicità immediata così come alla droga, all’alcool e ad ogni forma di violenza. L’intervento di Papa Benedetto si è concluso con una toccante invocazione al Signore, segno del suo amore per la Chiesa e per il popolo dell’America Latina:

     
    Quédate, Señor, con aquéllos que en nuestras sociedades …
    “Resta, Signore, con quelli che nelle nostre società sono più vulnerabili; resta con i poveri e gli umili, con gli indigeni e gli afroamericani, che non sempre hanno trovato spazio e appoggio per esprimere la ricchezza della loro cultura e la saggezza della loro identità. Resta, Signore, con i nostri bambini e con i nostri giovani, che sono la speranza e la ricchezza del nostro Continente”.
     
    ¡Fortalece a todos en su fe para que sean tus discípulos y misioneros!
    “Fortifica tutti nella fede, affinché siano i tuoi discepoli e missionari!”. Dal canto suo, il presidente del CELAM, il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, ha assicurato l’impegno a dare un nuovo slancio missionario alla Chiesa del Continente, dove vive quasi la meta’ dei cattolici di tutto il mondo. Al porporato il Santo Padre ha donato uno splendido trittico di arte peruviana raffigurante al centro l’Ascensione del Signore ed, ai lati, Gesu’ con i discepoli e l’immagine di San Juan Diego di Guadalupe.

     
    Da Aparecida, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana

     
     

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    I saluti del Papa ai Paesi sorvolati nel viaggio di ritorno

    ◊   Durante il suo viaggio di ritorno verso Roma, Benedetto XVI ha inviato i tradizionali telegrammi ai capi di Stato dei Paesi sorvolati. Il Papa ha scritto al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva auspicando che il Brasile continui a rispondere alle sfide poste dal cammino per costruire, nel contesto della famiglia umana, un futuro sempre più prospero e fedele ai genuini valori umani e cristiani del suo ricco patrimonio culturale. Al presidente della Repubblica di Capo Verde Pedro Pires il Papa ha formulato auspici di pace e concordia, mentre sorvolando le isole Canarie, dalle quali diversi missionari sono partiti per il continente americano, il Santo Padre ha augurato ai reali di Spagna che la Nazione mantenga sempre vivi i valori umani e cristiani per i quali si è distinta. Sorvolando il Marocco, l’Algeria, la Francia e l’Italia, Benedetto XVI ha poi inviato i suoi saluti al re Mohammed VI, al presidente Abdelaziz Bouteflika, al presidente Jacques Chirac e al presidente Giorgio Napolitano, e la sua benedizione agli abitanti di questi Paesi.

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    I vescovi latinoamericani: l'incontro con il Papa, uno straordinario momento di fraternità e comunione ecclesiale

    ◊   Un momento di grande fraternità e di intensa comunione ecclesiale: così i vescovi latinoamericani hanno definito l’incontro con il Papa e l’inaugurazione della Conferenza di Aparecida. Ascoltiamo in proposito il commento del vescovo di Petrópolis Filippo Santoro, al microfono di Alessandro Gisotti:

     
    R.- Un’impressione straordinaria, molto positiva, perché indica in pratica l’agenda della V Conferenza di Aparecida. Per esempio, quando all’inizio parla del rapporto tra Vangelo e cultura, dell’inculturazione nel senso vero del termine, legato al fatto dell’Incarnazione. E poi, ancora, quando recupera l’opzione preferenziale per i poveri, a partire dall’opzione di Dio che sceglie di incarnarsi, di farsi povero, come fatto non sociologico, ma come fatto – prima di tutto – antropologico e cristologico. E dopo, l’aspetto mirabile è tutto il discorso fatto sulla realtà: che cos’è la realtà. Perché è un luogo comune di certi teologi latinoamericani che la teologia occidentale e quella ortodossa, si occupa di principi astratti e di idee e invece la teologia latinoamericana parte dalla realtà. E allora, lui ha fatto la domanda: “Ma qual è la realtà?" La realtà a partire da quello che è il suo significato, perché senza significato non abbiamo la realtà. E’, quindi, una sutura tra la cristologia e il giudizio sulla realtà. Secondo me, questo è un punto ricchissimo perché indica un nuovo metodo o approfondisce il metodo della Conferenza generale di Santo Domingo, dando enfasi ad una prospettiva nuova che parte dall’esperienza della fede e quindi abborda i problemi sociali come ha fatto anche il Santo Padre: non ha lasciato fuori nessun problema! Un altro aspetto molto bello è stato l’incontro tra il Vangelo e le culture: i popoli che lo aspettavano e poi quel giudizio che voler prescindere dall’annuncio di Cristo nei popoli latinoamericani non è un progresso, è un regresso.

     
    D. – Il Papa è stato anche molto chiaro sul ruolo della Chiesa di fronte alla questione sociale ...

     
    R. – Sì: è stato chiarissimo. Posti questi fondamenti, ha invitato ad una presenza e ad un lavoro.
     

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    Il commento di padre Lombardi al discorso del Papa per l'inaugurazione della Conferenza di Aparecida

    ◊   Benedetto XVI ha saputo parlare ai pastori della Chiesa latinoamericana e caraibica con toni altamente spirituali ed insieme profondamente incarnati nei tempi e nei luoghi di oggi del Continente latinoamericano: questo il commento del direttore della Sala Stampa vaticana e direttore generale della nostra emittente, padre Federico Lombardi, al discorso del Papa per l'inaugurazione della V Conferenza generale dell'Episcopato latinoamericano e caraibico. Ascoltiamolo nell'intervista di Debora Donnini:
     
    R. - Il Papa ha centrato il discorso a partire dall’annuncio di Dio che è amore e dalla vita della Chiesa in cui questo annuncio si concretizza, viene coltivato e viene diffuso. Il discorso del Papa, però, è stato un discorso tutt’altro che spiritualistico, disincarnato dalla realtà del mondo circostante. Era una delle grandi attese del resto che si rivolgevano a lui: come avrebbe affrontato in chiave cristiana le sfide dovute proprio alle grandi ingiustizie, agli squilibri di questo continente. Sfide che, appunto, sono state affrontate anche in passato e, tuttora, a volte in base ad ideologie diverse: da una parte un liberalismo materialistico, dall’altra il marxismo. Il Papa ha risposto con un discorso estremamente equilibrato e approfondito, distinguendo bene il compito dell’annuncio della Chiesa dal compito dell’impegno direttamente politico, facendo capire bene come la Chiesa proponga dei valori, dia una visione anche religiosa dell’uomo e della realtà che è essenziale, perché non venga vista in termini riduttivi, come semplicemente materiale, e quindi non si vadano a cercare delle soluzioni che sono in realtà parziali, che portino quindi a delle conseguenze negative. I valori di amore e di giustizia che vengono portati dal Vangelo e dall’annuncio della Chiesa aiutano coloro che si impegnano anche per creare strutture di carattere sociale, economico, politico ad andare verso una giustizia sempre maggiore, a trovare nella realtà della storia delle soluzioni che siano razionali, che siano corrette, che tengano veramente conto della completezza dell’essere umano.

     
    D. – In questo senso, il Papa ha fatto anche un richiamo diretto nel suo discorso. Ha detto: “La Chiesa non si mette direttamente in politica, ma è avvocato della giustizia e dei poveri”. Ed ha anche invitato a colmare una notevole assenza in ambito politico di leader cattolici di forte personalità…

     
    R. – Sì, un compito caratteristico dei laici è proprio quello di trasformare il mondo, renderlo più giusto, renderlo più umano, renderlo più rispondente alle esigenze di una convivenza rispettosa di tutti, nell’armonia e nella giustizia fra tutti i membri della società. Questo è un compito che viene indicato anche con forza nel discorso del Papa per i laici, perché con umiltà, ma con coraggio, si impegnino in campi in cui spesso invece le componenti ideologiche o le presenze - ostili ad uno spirito cristiano - sono a volte molto forti. Quindi, si sente un po’ la mancanza della presenza autorevole di persone competenti e capaci in campo politico e sociale, che ispirino la loro azione non solo alla ragione, ma anche al Vangelo.

     
    D. – Sempre in quest’ultimo discorso, il Papa ha richiamato con forza, parlando dell’evangelizzazione, il fatto che l’evangelizzazione non possa essere scissa da un aiuto sociale, da un aiuto ai poveri. Un punto centrale anche questo…

     R. – Certamente. Questo è molto caratteristico dell’annuncio della Chiesa. Ha due dimensioni che non possono essere separate. Del resto sono i due comandamenti fondamentali dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo, che poi si traducono anche nelle posizioni del Magistero riguardo alla vita cristiana, nel segnare per quale via l’uomo conserva il suo corretto rapporto con Dio e per quale via traduce anche operativamente la sua carità, il suo amore per gli altri, in un modo capace effettivamente di agire sul mondo in cui viviamo, costruendo una società in cui ci sia una condizione di vita più positiva ed una possibilità di crescita integrale, umana e spirituale per tutti.

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    200 mila persone alla Messa presieduta dal Papa ad Aparecida

    ◊   La prima parte dell’ultima giornata di Benedetto XVI in Brasile si era caratterizzata per la grande Messa di inaugurazione della Conferenza di Aparecida. Nel piazzale davanti al Santuario mariano, di fronte ad almeno 200 mila pellegrini provenienti da tutto il Brasile, ma anche dal resto del Continente, il Papa ha ribadito con forza che e’ la fede in Gesu’ Cristo il piu’ grande patrimonio dell’America Latina. Il saluto al Papa e’ stato rivolto dell’arcivescovo di Aparecida, mons. Raymundo Damasceno Assis, che nella Solennità della Madonna di Fatima ha messo l’accento sul ruolo della donna nell’evangelizzazione dell’America Latina.
    A seguire per noi la Messa di Aparecida, c’era il nostro inviato in Brasile, Alessandro Gisotti:

     
    Canti

     
    E’ la “fede in Dio Amore” il “patrimonio più prezioso dell’America Latina”. Nella grande Messa ad Aparecida, Benedetto XVI ha esortato tutti i fedeli, dai pastori ai consacrati, dai movimenti ecclesiali alle famiglie ad essere discepoli e missionari di Gesù Cristo. La solenne celebrazione, nel “cuore mariano del Brasile”, come ha sottolineato Benedetto XVI, si è svolta in un clima di grande festa, a tratti di commozione. L’omelia del Santo Padre è stata preceduta dai cori dei fedeli, che hanno invocato a più riprese il nome del Papa:

     
    Bento, Bento!

     
    Affetto entusiasmante al quale il Papa ha risposto affermando: “Non ci sono parole per esprimere la gioia di trovarmi” qui con voi. Ed ha ribadito che proprio l’Eucaristia, la carità di Cristo, può fare della Conferenza dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi, “un momento di grazia per questo Continente e per il mondo intero”. Il Papa ha messo l’accento sull’importanza del “discernimento comunitario” nell’affrontare le grandi problematiche della Chiesa. E ricordando l’approssimarsi della Pentecoste, ha invitato i fedeli a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, che “aiuta la comunità cristiana a camminare nella carità verso la piena verità”:

     
    Pareceu bem ao Espírito Santo e a nós ...
    “Lo Spirito Santo e noi”. Questo, ha detto, è la Chiesa: “noi, la comunità credente, il Popolo di Dio, con i suoi Pastori chiamati a guidarne il cammino; insieme con lo Spirito Santo”. Proprio lo Spirito consolatore, ha proseguito, “ci fa vivere alla presenza di Dio”, “liberi dal turbamento e dal timore” e con la pace di Gesù nel cuore. Una pace “che il mondo non può dare”. Si è quindi soffermato sulla missione di Cristo, “compiuta nell’amore”. E’ l’Amore “che dà la vita”. Per questo, è stata la sua esortazione, “la Chiesa è inviata a diffondere nel mondo la carità di Cristo, perché gli uomini e i popoli “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
     
    A Igreja se sente discípula e missionária desse Amor …
    “La Chiesa - ha affermato – si sente discepola e missionaria di questo Amore”. Missionaria, ha spiegato, “solo in quanto discepola, cioè capace di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama per primo”. D’altro canto, ha tenuto a ribadire che “la Chiesa non fa proselitismo”, ma si sviluppa “piuttosto per “attrazione”: come Cristo “attira tutti a sé” con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della Croce”. Allo stesso modo, “la Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore”.

     
    Éste es el rico tesoro del continente Latinoamericano…
    “Ecco il tesoro inestimabile di cui è ricco il Continente latinoamericano”, ha affermato, “ecco il suo patrimonio più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Gesù Cristo ha rivelato il suo volto”. Gesù è la vostra forza, ha aggiunto. “Una forza che vince il mondo, la gioia che nulla e nessuno potrà togliervi”.
     
    Ésta es la fe que hizo de Latinoamérica el “Continente de la Esperanza”…
    “E’ questa fede che ha fatto dell’America il “Continente della speranza”, ha ribadito il Papa, “non un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico”. E’ “la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall’epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi”. Ha così ricordato che Giovanni Paolo II ha chiamato i fedeli latinoamericani “ad una nuova evangelizzazione”. Un mandato, ha detto ai fedeli, che vi confermo richiamando il tema della Quinta Conferenza: “Siate fedeli discepoli, per essere coraggiosi ed efficaci missionari”. Parlando, poi, della Gerusalemme celeste, “icona della Chiesa tutta santa e gloriosa”, ha avvertito che “contemplarla e desiderarla”, “non deve costituire motivo di evasione dalla realtà storica in cui la Chiesa vive condividendo le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’umanità contemporanea, specialmente dei più poveri e sofferenti”. Una Chiesa, “animata e mobilitata dalla carità di Cristo”, ha detto ancora, sprigiona “una forza missionaria irresistibile, che è la forza della santità”.

     
    (Canto – Regina Caeli)

     
    Dopo il Regina Caeli, il Papa ha invocato lo Spirito Santo, affinché renda feconda la Conferenza di Aparecida. Ricordando, poi, che ieri ricorreva la Solennità della Madonna di Fatima, ha invitato i fedeli a pregare Maria, affinché assicuri il suo sostegno a quanti soffrono in America Latina. Ha, così, espresso apprezzamento per la “Marcia contro la fame”, promossa dal Programma Alimentare Mondiale. Infine, suscitando un caloroso applauso, ha rammentato che ieri la comunità afro-brasiliana celebrava l’abolizione della schiavitù. Una ricorrenza, ha detto, che deve suscitare una coscienza evangelizzatrice di questa realtà socioculturale tanto importante per il Brasile. Nella moltitudine di fedeli, che ha partecipato alla Messa, colpiva la presenza di tante mamme con i loro neonati in braccio: questo è, davvero, il Continente della Speranza!

     
    (Canti finali)

     
    Da Aparecida, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana.

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    Le reazioni della stampa brasiliana

    ◊   Il viaggio del Papa in Brasile ha avuto una imponente risonanza mediatica nel Continente latinoamericano e non solo. Ascoltiamo in proposito il servizio di Luis Badilla.

     Anche le opinioni più critiche riconoscono che Benedetto XVI ha centrato in pieno le questioni principali, offrendo, in ogni istante una prospettiva, una speranza e un cammino. Nessuna formula o ricetta, bensì principi e valori, attorno ai quali costruire consenso sociale, unità e condivisione. Una sintesi compiuta di questa sintonia tra il Papa e i popoli latinoamericani è l’articolato discorso, ieri, col quale Benedetto XVI ha aperto i lavori della V Conferenza invitando i vescovi, e con loro anche i popoli, “a riflettere con fede e coraggio guardando verso il futuro”. Oggi, la quasi totalità della stampa brasiliana, mette in primo piano numerose affermazioni del Papa davanti all’Assemblea continentale dei vescovi. “La Voz di Rio”, con parole di dom Augusto de Queiroz sottolinea:”Il Papa è venuto a baciare la Chiesa latinoamericana e non a darle una tiratina d’orecchie”. “Dario de Noticias” rileva: “Fede in Dio e non nella politica e nell’ideologia”. Molte testate aprono con le parole del Papa sul “fallimento del comunismo e del capitalismo” e altri ancora – come “O Globo” - si riferiscono al risorgere in diverse aree del mondo di “governi autoritari” o di “ideologie che si credevano superate”. “Folha de S. Paulo” parla della simpatia umana del Papa: “timido ma profondamente umano”, scrive, aggiungendo un commento su come Benedetto XVI ha saputo conquistare il cuore dei brasiliani. Mentre la “Gazeta Online” ricorda il richiamo del Papa alla necessità che la globalizzazione sappia seguire solidi principi etici. “Diario do Grande ABC” titola: “Il Brasile vive con Benedetto XVI momenti indimenticabili”. “Correio Popular”, infine, offre un titolo quanto mai opportuno: “Papa Benedetto XVI ci invita a pensare e ad agire”.
     
     

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    Mons. Terrence Thomas Prendergast, gesuita, nuovo arcivescovo di Ottawa
     

    ◊   In Canada, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi metropolitana di Ottawa presentata da mons. Marcel André Gervais, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Terrence Thomas Prendergast, della Compagnia di Gesù, finora arcivescovo metropolita di Halifax. Mons. Terrence Thomas Prendergast è nato a Montréal il 19 febbraio 1944. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1961, ha fatto due anni di noviziato e due anni di "iuniorato" in Guelph, Ontario; quindi, dal 1965 al 1967, ha studiato filosofia presso il "Loyola Seminary" a Shrub Oak, New York, conseguendo il baccellierato in tale disciplina presso la "Fordham University" in New York. Ha emesso la prima professione il 15 agosto 1963. Dopo due anni di insegnamento del Greco e Latino a Montréal, ha frequentato i corsi di Teologia presso il "Regis College" di Toronto (1969-1973), conseguendo la licenza in Teologia. È stato ordinato sacerdote il 10 giugno 1972. Ha quindi insegnato Teologia presso la "Atlantic School of Theology" di Halifax, frequentando i corsi di Sacra Scrittura in vista della laurea e conseguendo, nel 1978, il dottorato presso la "Saint Mary’s University" di Halifax. Ha emesso la professione solenne il 18 aprile 1979. Nel 1982 ha ottenuto un secondo dottorato in Teologia presso il "Regis College" di Toronto. Dal 1980 al 1987 è stato professore di Sacra Scrittura presso il "Regis College" e la "Toronto School of Theology". In tale periodo, ha ricoperto anche l’ufficio di Rettore del "Regis College". Dopo un anno sabbatico a Roma e un altro a Regina come "visiting professor" presso il "Campion College", nel 1989 è rientrato a Toronto come professore di Teologia del Nuovo Testamento presso il "Regis College", dove è stato nominato decano della Facoltà di Teologia per il quinquennio 1991-1996. Il 22 febbraio 1995 è stato nominato vescovo titolare di Slebte e ausiliare per il settore anglofono dell’arcidiocesi di Toronto, ricevendo l’ordinazione episcopale il 25 aprile successivo. Il 30 giugno 1998 è stato trasferito alla sede metropolitana di Halifax. Il 24 gennaio 2002 è stato nominato pure amministratore apostolico di Yarmouth.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Brasile: la Santa Messa ad Aparecida e la Sessione inaugurale dei lavori della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi.

    Servizio estero - In primo piano l’Iraq: una serie di attentati provoca sessanta morti nel Nord e a Baghdad.

    Servizio culturale - Un articolo di Andrea Fagioli dal titolo “Torna a danzare la ‘Salomé’ di Filippo Lippi”: concluso il restauro degli affreschi nella Cappella maggiore del Duomo di Prato.

    Servizio italiano - In rilievo il “Family Day”: reazioni e commenti alla grande manifestazione.

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    Oggi in Primo Piano



    Il Forum delle Associazioni familiari: il Family Day un'iniziativa non confessionale che ha voluto ribadire il valore civile della famiglia fondata sul matrimonio

    ◊   "Un sereno e gioioso pronunciamento della società civile per il suo futuro, un importante segno di vitalità e anche una testimonianza di unità del laicato cattolico in un impegno e in un servizio che continuano". Ha definito così il Family Day del 12 maggio una nota dell’agenzia SIR. Per il Servizio di Informazione Religiosa l’evento “ha richiamato tutti alla realtà perché nelle società avanzate tende a crescere il peso della fiction”. “Ne è un esempio - si legge nel comunicato – un certo discorso sui diritti che si stacca dalla vita, dalla realtà, dalla società concreta, per cui tutto rischia di confondersi, rischiando di svaporare alcuni dati essenziali, come la differenza tra maschio e femmina, l’architettura, l’identità e l’unicità della famiglia”. La nota specifica che “il Family Day è stato affermazione di laicità, di difesa e promozione della Costituzione”, “una iniziativa aperta di cattolici, non confessionale, ma plurale”, “punto di incontro e di coagulo di un’ampia opinione pubblica, senza alcuna discriminante di credo religioso”, ed ancora “espressione del senso comune, del comune sentire del Paese”. Infine, la nota SIR vede nella manifestazione svoltasi a Piazza San Giovanni in Laterano “un messaggio di saggezza e di sano realismo, un appello alla più sostanziale delle riforme istituzionali, quella della sussidiarietà e della “soggettività della società”.

    Ma per un bilancio della manifestazione che ha radunato oltre un milione di persone ascoltiamo, al microfono di Isabella Piro, Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle Associazioni Familiari:

    R. – E’ stata una manifestazione popolare spontanea, segno che i cittadini italiani sentono il problema della famiglia e intendono testimoniare il valore che esso sottintende.

     
    D. – Tanti anche i bambini presenti in Piazza San Giovanni. E’ un segnale forte…

    R. – Sì, è un segnale molto forte. Hanno avuto un coinvolgimento veramente importante. Il che vuol dire che anche nei bambini questo senso della famiglia è molto avvertito.

     
    D. – Quali ora le prospettive del Forum delle Associazioni familiari?

     
    R. – Il Forum opera da oltre 15 anni e in questi 15 anni ha svolto un ruolo importante per sostenere una politica della famiglia. Oggi noi ci prepariamo alla conferenza che il governo ha indetto per il 24 e il 25 maggio, per portare le nostre proposte. Le proposte sono, come quadro generale, quelle di dare finalmente applicazione all’art. 31 della costituzione. L’art. 31 prevede vari interventi dello Stato. E’ necessario che vi siano delle politiche che incidono sul lavoro dei giovani, dirette ad eliminare la precarietà del lavoro, che incidono sull’entità della retribuzione dei giovani, perché ovviamente oggi per formare una famiglia occorre anche avere un sostegno economico, che incidono sulla politica della casa, perchè oggi una delle ragioni per le quali molti non si sposano è che non sono in grado di sostenere le spese per la casa. E ancora, rivedere i meccanismi del lavoro, perché oggi i giovani si trovano in difficoltà. Perché il lavoro quando c’è – anche se precario – implica un impegno a tempo pieno, che è spesso incompatibile con l’adempimento dei rapporti familiari. Poi, ancora, richiamo l’art. 31 che stabilisce che la Repubblica deve sostenere con interventi economici la famiglia, in particolare la famiglia numerosa, perché possa adempiere i suoi compiti. E i compiti della famiglia sono l’istruzione, l’educazione e il mantenimento dei figli, come dispone anche l’art. 30 della stessa costituzione. E qui si apre uno scenario più vasto, che riguarda la libertà di scelta dell’educazione da parte delle famiglie. E quindi si apre tutto il tema della scuola non statale, che noi sosteniamo debba essere considerata in modo da consentire alle famiglie di poterla scegliere senza vincoli economici.

     
    D. - Sì è trattato della prima manifestazione di questo genere svoltasi in Italia…

     
    R. - Sì, e vorrei sottolineare che c’erano anche manifestanti ebrei, musulmani. Quindi, non è stata questa un’iniziativa confessionale. Il matrimonio religioso per noi è un valore aggiunto, rispetto al valore civile della famiglia fondata sul matrimonio, così come riconosciuta dalla costituzione all’art. 29.

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    Chiesa e Società



    Inaugurato in Turchia, il “Centro di dialogo interculturale e interreligioso” dedicato a don Andrea Santoro

    ◊   E’ stato inaugurato ieri a Iskenderun, nella Turchia meridionale, il “Centro di dialogo interculturale e interreligioso” dedicato a don Andrea Santoro, il sacerdote romano Fidei Donum ucciso a colpi di arma da fuoco il 5 febbraio del 2006 nella sua chiesa a Trebisonda. Come riferisce l’agenzia del PIME, AsiaNews, è un progetto che lo stesso don Santoro aveva presentato alla Regione Lazio “per superare le distanze, pregiudizi e ignoranze e, quindi, gettare le basi di una convivenza dove la diversità non sia divisione o, peggio, ostilità, ma ricchezza disponibile e in libera circolazione”. La costruzione del Centro, finanziata dalla stessa Regione Lazio, è stata promossa dall’associazione “Don Andrea Santoro ONLUS”, fondata dalla sorella del sacerdote, Maddalena, in sintonia con la diocesi di Roma, il vicariato apostolico dell’Anatolia e l’associazione Finestra per il Medio Oriente. Presenti al simposio inaugurale, mons. Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia, e mons. Antonio Lucibello, nunzio apostolico in Turchia e in Turkmenistan, insieme a personalità cristiane e musulmane, che si sono ritrovate a riflettere attorno alla figura e all’importanza della “Parola Rivelata” nel Cristianesimo e nell’Islam. “Questa è l’eredità e il frutto più bello e prezioso di mio fratello – ha commentato Maddalena Santoro – che con tutta la sua vita non ha voluto altro, se non comunicare la propria fede e identità nel rispetto dell’altro, per trovare insieme strade comuni di amicizia e di stima”. (R.M.)

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    Allarme dell'ONG cristiana britannica, Christian Aid: entro il 2050, il riscaldamento globale provocherà almeno un miliardo di rifugiati

    ◊   Se non verranno prese immediatamente delle contromisure efficaci, entro il 2050 il surriscaldamento climatico provocherà almeno un miliardo di rifugiati. E’ l’allarme lanciato dall'ultimo Rapporto dell'ONG cristiana britannica, Christian Aid, intitolato: “La marea umana: la vera crisi della migrazione”. Secondo l’organizzazione, infatti, la siccità e la povertà dei raccolti spingeranno milioni di persone ad abbandonare le loro case e scateneranno guerre locali per il controllo degli accessi all'acqua. Il rapporto rileva che nei prossimi 100 anni le temperature aumenteranno da un minimo di 1,8 ad un massimo di 3 gradi a causa dei gas ad effetto serra, provocando carestie e inondazioni, che minacceranno la sopravvivenza di milioni di persone. I flussi di popolazione che ne deriveranno alimenteranno i conflitti già esistenti e ne provocheranno altri, soprattutto nelle zone più povere del pianeta, per stabilire il controllo sulle risorse naturali. “Un mondo con molti Darfur – avverte l’ONG britannica – sta diventando un incubo sempre più reale”. Christian Aid ribadisce che i Paesi più industrializzati sono i principali responsabili del cambiamento climatico: spetta loro, quindi, pagare i costi necessari per aiutare le persone che saranno colpite dal riscaldamento globale. Da parte sua, il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico sostiene che entro il 2080 oltre 3,2 miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale, non avranno acqua a sufficienza, 600 milioni non disporranno di abbastanza cibo e almeno 7 milioni dovranno affrontare costanti inondazioni. (A cura di Roberta Moretti)

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    Uruguay: 17 mila sfollati per le violente alluvioni. Decretato lo stato di “disastro nazionale”

    ◊   In Uruguay, è salito a 17 mila il numero degli sfollati a causa delle alluvioni che negli ultimi giorni hanno causato lo straripamento di fiumi e ruscelli, inondando vaste aree e danneggiando l’industria dell’agricoltura e dell’allevamento. Le zone più colpite sono i dipartimenti di Durano, Treinta y Tres e Soriano; danni e senza-tetto anche in quelli di Tucuarembó, Florida, Rocha, Cerro Largo e Canelones. Come riferisce l’agenzia MISNA, il timore di epidemie ha spinto il governo, che ha decretato lo stato di “disastro nazionale”, ad avviare una campagna di vaccinazioni contro l’influenza e l’epatite A, tra i bambini sotto i cinque anni, mentre una vera e propria “catena di solidarietà” è stata organizzata per raccogliere farmaci, alimenti, vestiti e alloggi di fortuna, destinati ai disastrati delle inondazioni, definite dalla stampa “le più gravi dell’ultimo mezzo secolo”. Episodi di sciacallaggio, comunque, sono stati denunciati dalle autorità di Durazno. Una missione tecnica dell’ONU è arrivata in Uruguay per valutare i danni, stimati in milioni di dollari, e fissare l’entità dei primi aiuti: il governo ha annunciato che saranno sbloccati i fondi per le emergenze, pari all’1% del bilancio (45 milioni di dollari), mentre è stato già deciso di utilizzare anche due terzi di un prestito di 15 milioni di dollari del ‘Banco interamericano de desarrollo’ (BID) per la ricostruzione delle infrastrutture. (R.M.)

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    Condanniamo gli scontri di Karachi e siamo vicini alle famiglie delle vittime”: così, il presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Saldanha, che chiede al governo di restaurare l’ordine pubblico
     

    ◊   I vescovi pakistani “condannano con forza questa violazione della pace nazionale e della legge e la situazione dell’ordine pubblico”, distrutto “dagli attacchi alla libertà di stampa e a quella di espressione”. Il presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Lawence John Saldanha, commenta così ad AsiaNews gli scontri ancora in corso a Karachi, in cui hanno perso la vita almeno 40 persone. Le violenze nascono dalla dura repressione operata dalla polizia contro i sostenitori del giudice della Corte suprema, Iftikhar Chaudhry, rimosso dall’incarico per ordine del governo con false accuse di corruzione. Secondo l’arcivescovo, presidente della Commissione nazionale Giustizia e Pace, “tutto questo dà una pessima immagine della nostra nazione. Il governo dovrebbe affrontare questi incidenti con giustizia e punire con durezza i responsabili”. I vescovi “condividono il dolore delle famiglie delle vittime e sono vicini agli oltre 100 feriti. La violenza non è mai la risposta – conclude mons. Saldanha – noi chiediamo una risoluzione pacifica di questo scontro e la correttezza dell’esecutivo nei confronti di tutte le parti in causa”. Nel frattempo, in Pakistan non si ferma la violenza: Syed Hamid Raza, cancelliere generale aggiunto della Corte Suprema, è stato ucciso da uomini armati che hanno fatto irruzione questa mattina presto nella sua abitazione alla periferia di Islamabad. Secondo un portavoce della polizia, l’omicidio “potrebbe essere la conseguenza di un tentativo di rapina”. (R.M.)

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    Visita di una delegazione interreligiosa sudcoreana a Pyongyang, in Corea del Nord, mentre c’è attesa per la ripresa dei collegamenti ferroviari tra le due Coree

    ◊   Una delegazione interreligiosa sudcoreana è riuscita a visitare Pyongyang, in Corea del Nord, dove ha incontrato il Consiglio governativo nordcoreano delle religioni per uno “scambio di opinioni” sulla riunificazione della penisola. L’incontro – riferisce l’agenzia del PIME, AsiaNews – si è sviluppato in tre giornate ed è stato organizzato per celebrare il 10.mo anniversario della partnership fra le due organizzazioni. Tra i partecipanti sudcoreani, vi erano cattolici, protestanti, buddisti e confuciani, che insieme formano la Conferenza coreana per la religione e la pace. Intanto, c’è attesa per la ripresa, giovedì prossimo, dei collegamenti ferroviari tra le due Coree, interrotti nel 1951, un anno dopo l’inizio della guerra in Corea. “Vasi sanguigni dello stesso organismo, riuniti dopo essere stati a lungo divisi”: così viene definita in una nota di fonte governativa sudcoreana la riattivazione del servizio che, su una distanza di meno di 30 chilometri, attraversa la zona smilitarizzata del 38.mo parallelo al confine tra i due Paesi. Le strutture ferroviarie erano pronte da tempo, ma soltanto oggi è stata ufficialmente annunciata la ripresa del servizio, di cui si era già discusso sette anni fa, in occasione del primo vertice intercoreano a Pyongyang. (R.M.)

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    Indagini, in Ucraina, su un presunto traffico di neonati venduti come “aborti” per ottenerne organi e cellule staminali

    ◊   Il Consiglio d'Europa si sta interrogando, in un Rapporto ancora riservato, sulla scomparsa di duecento neonati dalle sale parto dell’Ucraina: lo rivela un’inchiesta del Corriere della Sera, secondo cui si sospetta un turpe traffico di bambini per la vendita di organi, tessuti e cellule staminali. Intanto, nell’ex Repubblica sovietica, attivisti per i diritti umani chiedono di sapere che cosa succeda a tre mila neonati ogni anno: le mamme li sentono piangere alla nascita, gli obitori ne certificano la morte, eppure, secondo i registri delle sale parto e dei cimiteri, non esistono e i loro cadaveri scompaiono. Secondo il Corriere della Sera, molto spesso le mamme ucraine scelgono di non andare a partorire in ospedale per evitare di perdere i figli, che nei registri dell’obitorio vengono registrati come aborti e quando vengono ritrovati portano evidenti segni di interventi esterni. Due medici, intanto, sono scappati da Kiev e stanno chiedendo asilo politico in Irlanda, perché hanno paura di essere uccisi proprio per aver dato voce all'orribile sospetto. In Ucraina, il Corriere della Sera è venuto in possesso di un documento della Procura generale di Kiev in cui si chiede l'aiuto dei servizi segreti per il proseguimento delle indagini, vista anche la misteriosa morte di due testimoni chiave. Ma da quando è stato redatto il documento, invece di ricevere l'aiuto degli 007, il magistrato si è visto togliere il caso. E le morti sospette sono diventate sei. (R.M.)

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    Al via a Ginevra alla 60.ma Assemblea mondiale dell’OMS

    ◊   Lo sradicamento della poliomielite, la tubercolosi, i sistemi sanitari e l’influenza aviaria sono fra i temi all’ordine del giorno della 60.ma Assemblea mondiale della sanità, che si è aperta oggi a Ginevra. Vi partecipano i delegati dei 193 Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/OMS), che discuteranno, fino al 23 maggio, anche di assistenza sanitaria di emergenza, di salute orale e di farmaci ‘a misura’ di bambini. Obiettivo, dell’Assemblea, che esaminerà la possibilità di adottare le risoluzioni raccomandate dal Comitato esecutivo, è tracciare la linea politica dell’Organizzazione, individuando di volta in volta le priorità su cui concentrare gli interventi. Tra le riunioni che riguarderanno informazioni tecniche, quella su “Sanità e migrazione” prevista venerdì. Saranno analizzate le nuove sfide che la globalizzazione ha imposto sulle problematiche relative alla salute dei migranti in tutto il mondo e sarà offerta una valutazione integrata sull’impatto delle migrazioni nel settore della sanità. Sarà pure affrontato il problema del personale medico nelle Nazioni che non hanno sufficienti risorse umane, che possiedono sistemi sanitari deboli e dove in tanti emigrano verso altri Paesi; una questione che mette a rischio gli obiettivi del Millennio legati allo sviluppo in materia di sanità e al diritto universale alla salute e che richiede un’azione concertata a livello nazionale ed internazionale (T.C.)

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    Regno Unito: i vescovi chiedono più attenzione per i malati di fede cattolica

    ◊   Un opuscolo informativo per spiegare a infermieri e dottori degli ospedali del Regno Unito come trattare i pazienti cattolici: l’iniziativa è della Conferenza episcopale d'Inghilterra e del Galles, che intende spiegare al personale medico britannico, ateo o di religione non cattolica, che i pazienti cattolici hanno esigenze spirituali specifiche. In una società come quella del Regno Unito, infatti, dove i cattolici sono soltanto cinque milioni – riferisce l’agenzia SIR – la richiesta di un paziente che vuole confessarsi o comunicarsi potrebbe essere considerata strana. Il libretto, “Curare i pazienti cattolici”, 16 pagine, costa una sterlina e mezza, poco più di due euro. Ai medici e paramedici non cattolici viene spiegato perché i cattolici indossano medaglie religiose, perché chiedono di incontrare un sacerdote quando sono malati e il significato della Confessione e dell’Unzione degli Infermi. La Chiesa cattolica è la prima denominazione cristiana a pubblicare delle linee guida per la professione medica e a tentare di eliminare fraintendimenti e confusione. Secondo mons. Thomas Anthony Williams, vescovo ausiliare di Liverpool e consulente della Conferenza episcopale per i cappellani degli ospedali, “esiste il rischio che tutte le religioni vengano raggruppate insieme e che lo Stato britannico decida di non garantire più negli ospedali un cappellano cattolico”. (R.M.)

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    “Il panorama della famiglia in Europa si è aggravato in maniera preoccupante”: allarme della Rete europea dell'Istituto di politica familiare (IPF)

    ◊   Nell’ambito della celebrazione della passata Giornata dell’Europa, la Rete europea dell’Istituto di politica familiare (IPF) ha presentato al Parlamento europeo, la “Relazione sull'Evoluzione della Famiglia in Europa 2007”. Secondo Lola Velarde, presidente della Rete europea dell'IPF, citata dall’agenzia Fides, gli indicatori riguardanti popolazione, natalità, matrimoni, rottura delle famiglie e case, sono sostanzialmente peggiorati negli ultimi 25 anni. “Il panorama della famiglia in Europa – ha affermato – si è aggravato in maniera preoccupante”. Negli ultimi anni, infatti, la crescita della popolazione europea si deve quasi esclusivamente all'immigrazione. Inoltre, in Europa ci sono più anziani di oltre 65 anni che giovani minori di 14 anni, e nascono sempre meno bambini. Altro dato preoccupante è che in Europa si realizza un aborto ogni 25 secondi. I matrimoni sono sempre di meno e la rottura matrimoniale supera il milione di divorzi, uno ogni 30 secondi. Ogni anno, inoltre, nell’UE due milioni di bambini nascono fuori dal matrimonio, cioè, un bambino su tre. Ma la cosa più preoccupante – ha segnalato Lola Velarde – è l'abbandono della famiglia da parte dell’Unione Europea negli ultimi 25 anni. Se a questo aggiungiamo che i diversi Paesi destinano scarse risorse alla famiglia – ha concluso – non potremo che constatare la scarsa sensibilità che esiste in Europa verso la famiglia. (R.M.)

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    24 Ore nel Mondo



    Panoramica internazionale del 14 maggio a cura di Amedeo Lomonaco

    ◊   - Sempre più alta la tensione in Pakistan, dove è pesantissimo il bilancio degli scontri avvenuti nella città di Karachi: secondo fonti locali, almeno 40 persone sono rimaste uccise tra ieri e sabato durante manifestazioni contro il presidente Perwez Musharraf, contestato per aver sospeso il presidente della Corte Suprema. Il magistrato, accusato di abuso di potere, ha più volte denunciato ingerenze da parte di Musharraf. Nuovi combattimenti stanno inoltre infiammando, per il secondo giorno consecutivo, il confine tra Pakistan e Afghanistan. Almeno 12 persone, tra cui 8 poliziotti e 4 civili, sono morte in seguito a scontri tra agenti afghani e presunti miliziani di Al Qaeda. Ma quali sono le cause di questa recrudescenza delle violenze? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Elisa Giunchi, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi islamici all’Università Statale di Milano:

    R. – Secondo un portavoce afghano, si tratterebbe di un diversivo messo in atto dalle autorità pakistane per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica – regionale e internazionale – dagli scontri che si sono verificati nei giorni scorsi tra forze della sicurezza e manifestanti. Credo, però, che i motivi siano altri. I rapporti sono da tempo tesi a causa di quella che è percepita come una interferenza delle autorità pakistane nelle aree tribali pashtun, a sud della frontiera. Sono aree tradizionalmente autonome, dove la popolazione non vede di buon occhio la presenza delle truppe pakistane. Un motivo di forte tensione tra l’Afghanistan e il Pakistan è poi quello dovuto al continuo passaggio oltre frontiera di militanti talebani dalle aree tribali del territorio pakistano al sud o al sud-est afghano. Poi, un altro motivo, di cui si parla poco, è quello relativo alla frontiera, imposta a fine ‘800 dagli inglesi e che da decenni non è riconosciuta da Kabul. Recentemente, Musharraf – per dimostrare di contrastare il passaggio clandestino di militanti talebani – ha dichiarato di voler costruire lungo la frontiera delle barriere fisiche e di minare addirittura i territori adiacenti. Karzai ha reagito malissimo a tale annuncio, perché l’ha visto come un tentativo di legittimare una frontiera che in verità è contestata.

    D. – Per quanto riguarda gli scontri a Karachi, perché la destituzione del giudice da parte di Musharraf ha suscitato una reazione così forte?

     
    R. – Chaudhry è diventato un po’ il simbolo dell’opposizione a Musharraf. Dal 2005, quando venne nominato presidente della Corte Suprema, la Corte stessa ha affrontato una serie di casi molto scottanti. Tra gli ultimi, quello di un’acciaieria che aveva avuto una vendita parecchio contestata: il giudice aveva quindi portato alla luce la corruzione che caratterizza il governo di Musharraf e che aveva caratterizzato, del resto, anche i governi precedenti.

     
    - La morsa del terrorismo non concede tregue all’Iraq: almeno 7 persone sono morte per l’esplosione di un ordigno a Bagdhad e per un attacco contro una pattuglia di polizia a Baquba. Violenze anche nella turbolenta provincia di Al Anbar, dove due militari statunitensi hanno perso la vita a causa di attacchi sferrati da insorti. Nella capitale irachena proseguono inoltre macabri ritrovamenti della polizia: nelle ultime 24 ore sono stati rinvenuti i cadaveri di 22 persone. Al Qaeda ha rivendicato, inoltre, l’attentato condotto ieri con un camion bomba ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, e costato la vita ad almeno 50 persone. L’organizzazione terroristica ha anche ammesso le proprie responsabilità nel sequestro di tre soldati americani.

    - Anche lo Sri Lanka è scosso da violenze: fonti militari hanno reso noto che è di almeno 14 morti il bilancio degli scontri avvenuti nei giorni scorsi tra ribelli delle Tigri Tamil e soldati srilankesi. Le Nazioni Unite hanno inoltre espresso preoccupazione per il piano, avviato dal governo, che prevede il ritorno di circa 100 civili in aree settentrionali teatro, in passato, di combattimenti e attacchi. Si teme che tali zone, in realtà, non siano sicure. Molte case, inoltre, sono state distrutte e le vie di comunicazione sono spesso inagibili.

    - In Iran, le condanne alla pena capitale e le esecuzioni continuano ad essere una drammatica realtà: 15 uomini, condannati a morte per traffico di stupefacenti sono stati uccisi con impiccagione a Mashhad, nella parte nord orientale del Paese. Le regioni orientali della Repubblica islamica sono attraversate dalle principali rotte del traffico di oppio ed eroina provenienti dall'Afghanistan. In Iran è prevista la pena di morte per diversi reati, tra i quali l’omicidio, la rapina a mano armata, la violenza sessuale, il traffico di droga, l’adulterio e l’apostasia.

    - Nei Territori Palestinesi, sono ripresi gli scontri tra sostenitori di Al Fatah, partito moderato del presidente Abu Mazen, ed estremisti di Hamas, formazione radicale guidata, tra gli altri, dal premier Ismail Haniyeh. Il bilancio è pesante: due palestinesi, un giornalista e una guardia del corpo, sono morti e almeno 13 persone sono rimaste ferite. Dopo questi nuovi episodi di violenza, che costituiscono un ulteriore duro colpo per il governo di unità nazionale palestinese, si è inoltre dimesso il ministro degli Interni. Gli scontri sono avvenuti nonostante la tregua firmata ieri da Hamas e Al Fatah. Le parti si erano anche accordate sul ritiro delle loro milizie dalle strade di Gaza.

    - Alternanza di voci allarmanti e secche smentite sulla salute del presidente libico, Muammar Gheddafi. L’agenzia di stampa palestinese e un importante quotidiano israeliano hanno riferito che il capo di Stato libico è stato colpito da un ictus ed è entrato in coma. L’ambasciata libica a Roma ha smentito la notizia aggiungendo che “il colonnello Gheddafi sta benissimo”. L’emittente televisiva libica ha dato inoltre ampio risalto al colloquio telefonico di ieri sera tra Gheddafi ed il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi. Il capo dell’esecutivo italiano ha riferito inoltre di aver ricevuto questa mattina una seconda telefonata dal presidente libico.

    - Gli elettori delle Filippine sono chiamati oggi all’appuntamento con le urne per il rinnovo del Parlamento e delle amministrazioni locali. Secondo i sondaggi il partito del presidente, la signora Gloria Arroyo, dovrebbe conquistare la maggioranza. Gli esperti prevedono, comunque, una maggiore presenza in Senato di rappresentanti dell’opposizione. La campagna elettorale è stata caratterizzata da numerosi episodi di violenza che hanno provocato almeno 112 morti.

    - L’influenza aviaria continua ad uccidere: una donna indonesiana di 26 anni, al quarto mese di gravidanza, è deceduta in un ospedale dove era stata ricoverata sabato scorso. Dopo questo decesso è salito a 76 il numero di vittime provocate dalla malattia. Gli esami hanno inoltre accertato che la donna aveva contratto il virus H5N1, il ceppo più letale per l’uomo.

    - In Mali, le autorità del Paese africano hanno riferito che 8 insorti e due soldati sono morti venerdì scorso in seguito ad una sparatoria. Il conflitto a fuoco è scoppiato subito dopo un attacco, compiuto da ribelli tuareg contro un posto di sicurezza presso Tinzaouatene, vicino al confine con l’Algeria. I tuareg, protagonisti negli ultimi 20 anni di numerose insurrezioni armate, hanno firmato lo scorso anno un nuovo accordo con il governo del Mali. In base a questa intesa, gli insorti si impegnano a deporre le armi in cambio di maggiori investimenti nelle aree settentrionali del Paese.

    - In Somalia, scontri tra due clan rivali, scoppiati presso la regione meridionale di Shabelle, hanno provocato almeno dieci morti e 14 feriti. Lo hanno riferito stamani fonti locali precisando che i combattimenti sono avvenuti mercoledì scorso. Gli scontri sarebbero stati causati da dispute sullo sfruttamento di pascoli e acqua da parte di due comunità di pastori. La Somalia è teatro di una guerra civile, iniziata nel 1991, che ha provocato finora almeno mezzo milione di morti.

    - Nuovo rapimento in Nigeria: i ribelli hanno sequestrato un dipendente nigeriano dell’AGIP. Il rapimento è avvenuto presso la sede dell’azienda petrolifera di Port Harcourt. Secondo gli inquirenti, dietro questa azione c’è il sedicente Movimento per l'emancipazione del delta del Niger (MEND). Gli insorti chiedono una diversa distribuzione delle risorse derivanti da attività petrolifere.

    - L’incendio doloso è l’ipotesi più accreditata sull’esplosione che ieri sera in Russia, in un bar della città Orsk, ha causato la morte di dieci persone. Secondo gli inquirenti l’incendio sarebbe stato appiccato per eliminare le tracce di un delitto. Fonti locali hanno riferito che sul corpo di una vittima sarebbero state rinvenute ferite da accoltellamento. Le fiamme si sono sviluppate per un raggio di 150 metri e sono state domate dopo diverse ore.

    - Nuovi sbarchi di immigrati in Spagna: oltre 700 persone, provenienti da vari Paesi subsahariani, sono sbarcati da venerdì sulle coste delle isole Canarie. Lo scorso hanno migliaia di immigrati hanno raggiunto le coste spagnole. Il fenomeno dell’immigrazione è al centro del dibattito, in Spagna, della campagna elettorale in vista delle legislative del prossimo 27 maggio. Il leader del partito popolare il conservatore mariano Rajoy ha promesso che la destra porrà un freno alla regolarizzazione degli immigrati. Nel 2005, il governo socialista di Zapatero ha concesso permessi di soggiorno a 570 mila stranieri in gran parte latino-americani.


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 134

     
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