RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 122  - Testo della trasmissione di mercoledì 2 maggio 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La via migliore per conoscere Dio è l'amore: così il Papa all'udienza generale

 

Il Papa nomina mons. Piotr Libera nuovo vescovo di Płock

 

La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali preoccupata per la debolezza delle istituzioni internazionali nella lotta a povertà e fame

 

Da domani a Sibiu, in Romania, un importante incontro sulla sfida della secolarizzazione in Europa, presieduto dal cardinale Paul Poupard

 

 Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ferma disapprovazione della Chiesa di Città del Messico dopo il via libera alla legge sull'aborto nel Distretto federale

 

In Turchia il premier Erdogan propone elezioni anticipate e la riforma costituzionale in senso presidenziale: l'analisi di Antonio Ferrari

 

Lettera dei vescovi umbri sul lavoro: intervista con mons. Vincenzo Paglia

 

E' uscito ieri in Italia il terzo episodio della saga cinematografia di Spider-Man: con noi Paulo Simoes

 

CHIESA E SOCIETA’:

Solidarietà dell’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia Christodoulos a mons. Angelo Bagnasco dopo le minacce dei giorni scorsi

 

I vescovi dell'Uruguay: non indebolire l'immagine del matrimonio come base della famiglia

 

In Georgia, i Camilliani continuano la loro opera nel poliambulatorio “Redemptor Hominis”

 

Secondo un sondaggio il valore del matrimonio è riconosciuto dalla maggioranza degli irlandesi

 

Le comunità buddiste celebrano la festa di Vesakh

 

24 ORE NEL MONDO:

Il presidente Bush pone il veto sul ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Domani la conferenza internazionale a Sharm el Sheikh

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 maggio 2007

 

 

La via migliore per conoscere Dio è l'amore:

 così il Papa all'udienza generale

 

“La via privilegiata per conoscere Dio è l’amore”: è quanto ha detto Benedetto XVI stamani durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata anche oggi ad Origene, “grande maestro alessandrino” della Chiesa antica. Il Papa, facendo riferimento al mese di maggio dedicato in particolare a Maria,  ha affidato i fedeli alla protezione materna della Vergine. Circa 30 mila i pellegrini presenti nonostante la giornata piovosa.  Il servizio di Sergio Centofanti.  

 

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''Prendiamo la  pioggia come una benedizione, si parla molto della siccita' quindi il Signore dà un segno della grazia''.

 

Il Papa scherza sulla pioggia che cade abbondante in Piazza San Pietro, interrompendo brevemente la sua meditazione che continua ad incentrarsi sulle grandi personalità della Chiesa antica. Anche questo mercoledì come la settimana scorsa ha approfondito la figura di Origene, brillante scrittore e teologo, vissuto tra il primo e il secondo secolo, torturato crudelmente durante la persecuzione di Decio nel 250 e morto qualche anno dopo, non ancora settantenne, fiaccato dalle sofferenze subite. Benedetto XVI ha sottolineato due aspetti della dottrina origeniana che considera tra i più importanti e attuali: il primo è relativo al fatto che un così grande conoscitore e studioso delle Sacre Scritture come Origene ritenga che “il più alto livello della conoscenza di Dio … scaturisce dall’amore”:

 

“A suo parere, infatti, l’intelligenza delle Scritture richiede, più ancora che lo studio, l’intimità con Cristo e la preghiera. E se è vero che Cristo è il vero e ultimo autore con lo Spirito Santo della Scrittura è anche evidente che solo in un contatto vivo con Cristo si può comprendere la Scrittura.  Origene è convinto che la via privilegiata per conoscere Dio è l’amore, e che non si dia un’autentica scientia Christi senza innamorarsi di Lui”.

 

“Anche tra gli uomini – aggiunge il Papa a braccio – uno conosce realmente in profondità un altro solo se c’è amore, se si aprono i cuori”. E per dimostrare la sua tesi Origene si fonda su un significato dato talvolta al verbo “conoscere” in ebraico, quando cioè viene utilizzato per esprimere l’atto dell’amore umano:

 

“Così viene suggerito che l’unione nell’amore procura la conoscenza più autentica. Come l’uomo e la donna sono ‘due in una sola carne’ così Dio e il credente diventano ‘due in uno stesso spirito’. In questo modo la preghiera dell’Alessandrino approda ai livelli più alti della mistica”.

 

Origene – sottolinea inoltre il Papa – svolge un ruolo primordiale nella storia della lectio divina, la lettura orante della Parola di Dio: è questo teologo infatti uno dei primi ad affermare  che insieme ad una lettura perseverante e fiduciosa della Sacra Scrittura è assolutamente necessaria la preghiera per comprendere le cose Dio. A questo proposito Benedetto XVI cita l’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla preghiera:

 

“Egli mostrava ai fedeli ‘come la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo d’amore, fino a rendere la persona umana totalmente posseduta dall’Amato divino, vibrante al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del Padre…Si tratta’, proseguiva Giovanni Paolo II, ‘di un cammino interamente sostenuto dalla grazia, che chiede tuttavia forte impegno spirituale e conosce anche dolorose purificazioni, ma che approda, in diverse forme possibili, all’indicibile gioia vissuta dai mistici come unione sponsale’”.

 

Il secondo insegnamento di Origene riguarda il sacerdozio comune dei fedeli che richiede a tutti i credenti purezza e onestà di vita e soprattutto fede e accoglienza e studio della Parola di Dio. Si tratta – afferma il Papa - di un cammino di perfezione al cui vertice si colloca il martirio: significa, in profondità, rinunciare a tutto per prendere la propria croce e seguire Cristo. Una via percorribile solo tenendo fisso lo sguardo del cuore su di Lui.

 

Dopo la catechesi il Papa, salutando i fedeli nelle varie lingue, ha ricordato il suo ormai imminente viaggio apostolico in Brasile (partirà il 9 maggio) per inaugurare la quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e caraibico, auspicando che questo importante incontro ecclesiale possa produrre abbondanti frutti di evangelizzazione e testimonianza cristiana.

 

Quindi, Benedetto XVI, ricordando che siamo all’inizio del mese tradizionalmente dedicato alla Vergine, ha voluto affidare tutti i fedeli alla protezione della Madre di Dio:

 

“Cari giovani, mettetevi ogni giorno alla scuola di Maria Santissima per imparare da Lei a compiere la volontà di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi, cari malati, sappiate cogliere il valore salvifico di ogni croce, anche di quelle più pesanti. E voi, cari sposi novelli, invocate la sua protezione materna, perché nella vostra famiglia regni sempre il clima della casa di Nazareth”.

 

Infine, un particolare saluto il Papa lo ha rivolto ai rappresentanti della Società delle Missioni Africane, alla comunità del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma, che celebra in questi giorni il 70° anniversario di fondazione, e all’Azione Cattolica di Tempio-Ampurias, guidata dal vescovo Sebastiano Sanguinetti.

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Il Papa nomina mons. Piotr Libera nuovo vescovo di Płock

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Płock, in Polonia, mons. Piotr Libera, finora vescovo titolare di Centuria ed ausiliare di Katowice, segretario generale della Conferenza episcopale polacca. Mons. Piotr Libera è nato il 20 marzo 1951 a Katowice-Szopienice. Dopo aver superato gli esami di maturità, è entrato nel Seminario nel 1969. Negli anni 1970-1972 ha prestato il servizio di leva a Bartoszyce. È stato ordinato sacerdote il 15 aprile 1976. Ha completato la sua formazione teologica e umanistica al Pontificio Ateneo Salesiano-Latinitas (1980-1986), ove ha conseguito il dottorato con una tesi su Sant’Ambrogio. Ha pubblicato vari articoli di patrologia. Negli anni 1986-1989 ha svolto il ruolo di prefetto presso il Seminario Maggiore di Katowice. Dal 1989 a 1996 è stato collaboratore della Nunziatura Apostolica a Varsavia. Il 23 novembre 1996 è stato eletto alla sede vescovile tit. di Centuria ed ausiliare dell’arcidiocesi di Katowice. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1997 nella Basilica di San Pietro da Giovanni Paolo II. Dal 1998 a tutt’oggi, da due mandati, ricopre l’incarico di segretario generale della Conferenza episcopale polacca.

 

 

La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali preoccupata

per la debolezza delle istituzioni internazionali nella lotta a povertà e fame

 

La preoccupazione per la debolezza del multilateralismo e la proposta di nuovi meccanismi di finanziamento al centro, stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede, della conferenza stampa a conclusione della XIII Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, sul tema: “Carità e Giustizia nelle relazioni tra popoli e nazioni”. Per noi, c’era Roberta Moretti:

 

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Combattere la povertà nel mondo attraverso meccanismi innovativi di finanziamento: è questa la proposta concreta della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, presentata al termine di quello che è stato definito il più importante incontro dalla fondazione dell’organismo pontificio, nel 1994. Centrale, per la riflessione degli accademici, è stato il messaggio che Benedetto XVI ha inviato alla presidente, la professoressa Mary Ann Glendon, in cui il Papa evidenziava tre sfide che oggi il mondo si trova ad affrontare: l’ambiente e lo sviluppo sostenibile; la dignità inviolabile della persona umana per il raggiungimento della piena giustizia nel pianeta; l’educazione e la trasmissione della conoscenza per una divulgazione dei valori dello spirito. "Oggi – ha affermato il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sáncez Sorondo, riprendendo le parole di Benedetto XVI – per arrivare alla giustizia, c’è bisogno della carità”. Obiettivo degli accademici, che all’inizio del 2008 pubblicheranno un documento finale con tutto il lavoro svolto negli ultimi cinque anni, è dunque partecipare alla costruzione del consenso attorno a un’agenda centrata sullo sviluppo integrale della persona. Ai leader mondiali vengono proposte nuove forme di tassazione degli Stati per un raggiungimento, in futuro, degli Obiettivi di sviluppo del millennio concordati dalla comunità internazionale nel 2000 per combattere povertà, fame e pandemie: obiettivi che non verranno raggiunti - è stato sottolineato - anche a causa dell'assenza di un efficace meccanismo di finanziamento. Invocato, poi, un ritorno allo spirito originario dei negoziati sul commercio promossi dal Doha Round, con una maggiore attenzione allo sviluppo e alla protezione sociale. Preoccupazione, inoltre, per gli squilibri finanziari tra i vari Paesi, determinati – è stato detto – da un’assenza di governance e di colloqui e accordi tra i leader mondiali. Gli accademici hanno infine auspicato la realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e un’attenzione particolare alla segregazione sociale nell’educazione con particoalre riferimento alle sfide poste dall'immigrazione.

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Da domani a Sibiu, in Romania, un importante incontro sulla sfida

della secolarizzazione in Europa, presieduto dal cardinale Paul Poupard

 

La Romania, da pochi mesi entrata a far parte della grande famiglia dell’Unione Europea, ospita da domani fino a sabato prossimo un importante incontro organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura e presieduto dal cardinale Paul Poupard, presidente del medesimo Dicastero e anche del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Si tratta del III Incontro dei membri e consultori europei del Pontificio Consiglio della Cultura e dei presidenti delle Commissioni per la cultura delle Conferenze episcopali d’Europa sul tema: “Annuncio, dialogo e testimonianza di fronte alle sfide della secolarizzazione in Europa”. Sibiu, lo ricordiamo, è stata proclamata per il 2007 capitale culturale d’Europa. L'evento si tiene a quattro anni di distanza dall’Incontro di Graz, in Austria, nel maggio 2003, che ebbe come tema “Fede, culture e non credenza. Integrazione europea e nuove sfide per la Chiesa”. Allora fu Graz a essere eletta città per il 2003 capitale culturale d’Europa. (A cura di Giovanni Peduto)

 

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

Il Messaggio del Papa al Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in occasione della tredicesima sessione plenaria.

Servizio estero - In evidenza l'Iraq: il presidente Bush pone il veto alla legge (approvata dal Congresso) sul ritiro delle truppe.

Servizio culturale - Un articolo di Ferdinando Montuschi dal titolo: "Il 'sì' e il 'no' nell'educazione familiare": considerazioni sul fenomeno del bullismo; la lunga strada del rispetto e della responsabilità.

Servizio italiano - In primo piano il tema degli incidenti sul lavoro.

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

2 maggio 2007

 

 

Ferma disapprovazione della Chiesa di Città del Messico dopo il via libera alla legge sull'aborto nel Distretto federale

 

L'arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, insieme con i suoi ausiliari, ha ribadito in un comunicato dello scorso 30 aprile le linee guida del magistero della Chiesa sull'aborto. Il 24 aprile, l'Assemblea legislativa del distretto federale della capitale messicana aveva approvato una legge che consente l'interruzione della gravidanza nelle prime 12 settimane. Il servizio di Luis Badilla:

 

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I presuli esprimono una ferma condanna e sottolineano come questa decisione corroda gravemente “le basi del diritto e danneggi la convivenza civile ... Non esiste futuro per una società che osa attaccare la vita dei propri membri più vulnerabili”. “Così facendo – avvertono i vescovi - non siamo davanti ad un progresso sociale, bensì al ritorno della legge del più forte”.... “L’essere umano - aggiungono - appartiene a Dio dal momento del suo concepimento nel grembo materno; dunque, la sua vita è sempre sacra e inviolabile, anche prima della nascita”. I vescovi si riferiscono, in particolare, al documento della Congregazione per la dottrina della Fede “Donum vitae” e ribadiscono che si deve riconoscere “il diritto di ogni essere umano alla vita”. Nel comunicato si cita anche l’enciclica “Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II che afferma: “Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa” (1995). I presuli esortano quindi “tutte le persone di retta coscienza a non diventare responsabili di un atto così abominevole”. E ricordano “ai medici, alle infermiere e a coloro che in applicazione di questa legge iniqua potrebbero essere coinvolti, che possono far valere il diritto all’obiezione di coscienza”. Il documento rivolge, infine, un accorato invito a tutti gli operatori pastorali ad essere il più possibile vicini alle donne che hanno avuto una gravidanza non prevista ricordando loro che l’aborto mette seriamente a repentaglio non solo la salute fisica e psicologica, ma anche quella morale e spirituale.

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In Turchia il premier Erdogan propone elezioni anticipate

 e la riforma costituzionale in senso presidenziale

 

L’AKP, il partito filo-islamista del premier Erdogan, ha presentato al parlamento due mozioni che chiedono elezioni anticipate generali per il 24 giugno ma anche una immediata riforma costituzionale in senso presidenziale. Eugenio Bonanata:

 

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Si è ormai manifestata chiaramente la strategia del premier Erdogan secondo il quale l’elezione del presidente della Repubblica spetta al popolo, e non ai deputati, con un mandato di cinque anni rinnovabile, invece dell’attuale settennato unico. Sulla richiesta presentata dal partito AKP, che prevede elezioni generali il prossimo mese di giugno, il parlamento dovrà esprimersi nelle prossime ore. Il partito di Erdogan, che dispone di 352 deputati, potrà far approvare le mozioni solo con il sostegno dei 24 deputati dei partiti minori di centro-destra. In questo modo Erdogan mira ad una sua elezione diretta alla presidenza, un ipotesi contro cui si battono con energia i partiti d'ispirazione laica, con l’appoggio dei militari e dell’attuale presidente uscente, Sezer. Forte anche il contrasto popolare. Dopo la grande manifestazione dei giorni scorsi, anche ieri in centinaia sono tornati in piazza per gridare ancora una volta “No all’islamizzazione della Turchia”. Il tutto avviene dopo il tentativo da parte dell’AKP di far eleggere alla presidenza l’attuale ministro degli Esteri Gul. Un tentativo fallito, sia per il boicottaggio dei partiti di opposizione e sia per il pronunciamento della Corte Costituzionale che ieri ha annullato le votazioni presidenziali dell’Assemblea per la mancanza del numero legale. Tornando su questa decisione Erdogan oggi ha detto che è stata “una pallottola contro la democrazia”. 

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Ma per un’analisi di questo provvedimento della Corte Costituzionale turca, Giancarlo La Vella ha intervistato Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera:

 

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R. – La Corte Costituzionale ha garantito che per eleggere il presidente della Repubblica, se non cambia la Costituzione, occorrono 367 presenti. L’altro giorno non c’erano. Adesso, da una parte, c’è chi vuole andare ad elezioni anticipate, dall’altra, Erdogan vorrebbe una serie di riforme costituzionali: trasformare la Repubblica turca in una Repubblica presidenziale, abbassare l’età eleggibile a 25 anni, ridurre la durata della legislatura. Tutte cose che teoricamente sono fattibili, ma non in questa situazione. Il suo partito, però, ha deciso che domani il Parlamento si riunirà di nuovo per la prima votazione, visto che l’altra è stata considerata non valida. Ma se non c’erano 367 presenti l’altra volta, adesso, dopo l’avvertimento dei militari, è assai improbabile che ci siano. Quindi, si rischia soltanto di perdere tempo. Credo che le grandi manovre per la campagna elettorale siano cominciate.

 

D. – Tra tutela della laicità dello Stato e tutela della democrazia della Repubblica turca, a questo punto non c’è un palese conflitto?

 

R. – Sì, però, non dobbiamo dimenticare che, in effetti, questa legge elettorale, come è stata finora, ha creato delle storture piuttosto evidenti, perché alle scorse elezioni il partito di Erdogan con il 34,6 per cento ha avuto i due terzi o quasi dei seggi. Io credo che sia proprio questo che ha spaventato la gente e ha creato anche un certo dibattito, perché il rischio, paventato dai laici del Paese, è proprio che gli islamici possano lentamente trasformare la Repubblica da laica in islamica.

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Lettera dei vescovi umbri sul lavoro: intervista con mons. Vincenzo Paglia

 

“Un lavoro sano, sicuro e dignitoso”. E’ il titolo della lettera della Conferenza episcopale umbra pubblicata in occasione della festa del primo maggio. Nel documento si analizza la relazione tra persona e lavoro prendendo in esame, in particolare, aspettative, desideri e doveri sociali. Si sottolinea, inoltre, la centralità del criterio della sicurezza: nessuna organizzazione del lavoro – si legge nel testo - può attentare alla dignità della persona. Ma cosa si intende per lavoro sano, sicuro e dignitoso? Risponde, al microfono di Antonella Palermo, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia e presidente della Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza episcopale umbra:

 

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R. – Io credo che di fronte ai drammi che continuano a ripetersi – sembra che non passi giorno che non ci siano morti sul lavoro – questo dramma deve farci riflettere, perché ovviamente non è casuale e credo che sia in gioco non solo distrazioni – diciamo – “colpevoli” di misure di sicurezza, ma a mio avviso è un problema più profondo, e cioè anzitutto c’è una de-considerazione del lavoro, una de-considerazione della dignità della persona umana per mettere sull’altare dell’attenzione il guadagno a qualsiasi costo. Ora, in questo senso, se il guadagno è la prima dimensione a cui bisogna porre attenzione, è chiaro che il resto passa in second’ordine. Allora, l’uomo diventa una macchina da lavoro e quindi è più l’uomo per il lavoro e non il lavoro per l’uomo, e le misure da prendere sono secondarie perché cosa importa?, il lavoro nero è diffusissimo, non ci sono gli indispensabili e necessari controlli ... Ecco perché, a mio avviso, è molto importante che questa dimensione del lavoro torni ad essere legata strettamente alla dignità della persona umana e quindi il lavoro anche come manifestazione della dignità della persona e anche della partecipazione dell’uomo allo sviluppo della Creazione: è questo il legame con Dio e con il suo comando a “dominare la Terra” deve rientrare in questo contesto.

 

D. – Mons. Paglia, spesso si verifica che una persona è costretta ad accettare abusi sul lavoro, illegalità e precarietà, perché è l’unica possibilità per sopravvivere. Lei cosa si sente di dire a queste persone?

 

R. – In questo senso è necessario, appunto, informare e formare anche i lavoratori. Il problema è riequilibrare la dimensione lavorativa.

 

D. – Cosa può imparare il cristiano dalla prospettiva biblica del lavoro?

 

R. – Ecco, io penso che il lavoro non vada visto come una condanna, e non è solo – come dire – un mezzo per guadagnare, e nel linguaggio biblico non ci si salva solo l’anima: si salva la carne, il corpo e nell’Apocalisse si parla di “cieli nuovi” e di “terra nuova”. Ecco quindi che il lavoro non è semplicemente uno strumento del guadagno, ma è la partecipazione alla missione stessa che Dio ha affidato all’uomo.

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E' uscito ieri in Italia il terzo episodio

della saga cinematografia di Spider-Man

 

E' uscito ieri in Italia, anticipando di due giorni il lancio negli Stati Uniti, il terzo episodio della saga cinematografica di Spider-Man, nel quale il famosissimo supereroe dovrà affrontare la sfida più importante della sua vita: combattere contro se stesso per riaffermare i valori della giustizia e del perdono. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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“La vendetta è come un veleno che ti invade tutto. Ti trasforma in un essere spregevole.....”

 

Saggia davvero, zia May: nel dialogo di formazione in cui affronta i turbamenti e le titubanze del giovane nipote Peter Parker, alle soglie dell’offerta di matrimonio con la sempre affascinante Mary Jane, ribadisce, in un mondo zeppo di criminali e di pericoli, la forza dell’amore e il valore della famiglia. Il ragazzo, però, cova sotto sotto una natura che si è fatta più fragile, sebbene lui sia uno dei più invincibili supereroi creati dalla fervida fantasia di casa Marvel: in questo terzo capitolo Spider-Man si fa più scuro, non solo nell’animo, ma nel costume, che da rosso sfavillante diventa nero cupo. E’ tormentato nell’animo: una strana sostanza l’aggredisce, lo rende debole dinanzi alle passioni umane, il perdono cede in lui il posto alla vendetta, il potere – che lui stesso, dice, lo fa “stare bene” –, accende strane fantasie. Se rimane invulnerabile nelle gesta mirabolanti, affrontando nemici terribili come l’Uomo Sabbia e il malefico Venom, in un profluvio di effetti speciali e di inseguimenti mozza fiato, è il suo cuore che diventa vulnerabile: la storia si complica, assume toni alti, la scelta tra bene e male s’interiorizza. Non per nulla questo terzo capitolo viene presentato così: “il nemico più grande è nascosto dentro di te”. E Tobey Maguire interpreta benissimo sullo schermo questa doppia personalità. A Paulo Simoes, General Manager di Sony Pictures Italia, che da ieri ha distribuito il film in ben 907 copie, abbiamo chiesto proprio di commentare questa nuova dimensione dell’Uomo Ragno ed i principi etici che sottostanno alle sue nuove avventure:

 

R. - Penso che nei precedenti Spider-Man, Peter Parker è un personaggio un pò più innocente. Questa volta invece vediamo il suo lato più oscuro: più che lottare contro la cattiveria degli altri personaggi, lui deve combattere anche contro se stesso. Quindi, lui deve fare delle scelte, se vendicarsi o perdonare. C'è il valore che lui dà all'amicizia, per esempio, c'è l'altruismo. Quindi, ci sono dei temi molto, molto interessanti. Dire che questo è un film religioso sarebbe una forzatura, ma penso ci siano dei temi interessanti, che siano anche d'esempio, pensando ai nostri bambini. Sono dei temi molto interessanti che fanno pensare.

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CHIESA E SOCIETA’

2 maggio 2007

 

 

Solidarietà dell’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia

Christodoulos a mons. Angelo Bagnasco dopo le minacce dei giorni scorsi

 

L’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia Christodoulos ha espresso “solidarietà e vicinanza” al presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Angelo Bagnasco, dopo le recenti minacce ricevute dall’arcivescovo di Genova. “Le ingiurie e le minacce – ha dichiarato Christodoulos all’Agenzia SIR – sono da condannare”. Si tratta chiaramente – ha aggiunto – di attacchi portati da atei che ricorrono alla violenza per esprimersi. “Dobbiamo testimoniare – ha detto l’arcivescovo di Atene - che la fede cristiana è messa alla prova ogni giorno e per questo tutti i fedeli devono raccogliersi con serenità e fermezza intorno ai loro pastori”. Il timore di Christodoulos è che “questo tipo di minacce possano essere rivolte a più esponenti delle varie Chiese”. “La fede – ha concluso – può solo migliorare la vita di tutti”. (A.L.)

 

 

I vescovi dell'Uruguay: non indebolire l'immagine del matrimonio

come base della famiglia

 

Durante la loro Assemblea plenaria, conclusasi lo scorso 27 aprile, i vescovi dell’Uruguay hanno pubblicato un comunicato sul disegno di legge che regola le unioni di fatto e un messaggio per la celebrazione della Festa del lavoro. Nel primo documento, i presuli hanno ribadito che “la promozione e la difesa dell’istituzione familiare sono state sempre preoccupazioni della Chiesa per la sua incidenza nel bene e nella felicità della persona umana e della società”. I vescovi hanno quindi espresso il loro appoggio a “tutto quello che favorisce la natura propria della famiglia nella legislazione: la sua identità, la sua stabilità, il suo benessere”. Per questo motivo – si legge nel comunicato – “non può accettarsi in realtà l’equiparazione della convivenza con il matrimonio, che comporta un insieme di disposizioni che proteggono la sua finalità, la sua armonia e la sua stabilità, attraverso la mutua fedeltà”. “Non è positivo né accettabile – hanno concluso i vescovi uruguayani – sfumare o indebolire l’immagine del matrimonio come base della famiglia”. Nel messaggio in occasione della Festa del lavoro di ieri, primo maggio, i vescovi hanno ricordato che “lavorare e trasformare il mondo appartiene alla condizione originaria dell'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio” e che “il lavoro è in funzione dell’uomo e della donna che lo realizzano, mediante il quale crescono e si sviluppano come persone responsabili”. Inoltre, il lavoro “rende possibile fondare e dare stabilità ad una famiglia”. I vescovi hanno infine incoraggiato lavoratori, sindacalisti, imprenditori e governanti “ad unire gli sforzi per superare le divisioni e promuovere lo sviluppo solidale del Paese, nella dignità del lavoro dei suoi figli e figlie”. (R.M.)

 

 

In Georgia, i Camilliani continuano la loro opera

nel poliambulatorio “Redemptor Hominis”

 

Nella capitale della Georgia, Tblisi, si vanno moltiplicando i servizi del poliambulatorio “Redemptor Hominis”, gestito dal 1998 dai Camilliani. Il Centro offre gratuitamente le principali prestazioni mediche e diagnostiche. L’accesso ai servizi è di circa 300 persone al giorno. A tutti, compatibilmente con le esigenze e con i mezzi disponibili, vengono prestate le cure sanitarie, fornite le medicine, i vestiti e l’assistenza alimentare. Economicamente, il poliambulatorio si finanzia con gli aiuti che provengono dall’estero: da parte dei Camilliani e di associazioni cattoliche di beneficenza. L’idea della creazione di un complesso socio-sanitario, formato da un poliambulatorio e da un ospedale per malati terminali, nacque da un accordo tra l’allora presidente della Repubblica della Georgia, Edvard Shevardnadze, e i rappresentanti della Caritas italiana e della Santa Sede. Oggi, il poliambulatorio si rivolge soprattutto alla popolazione in maggiore difficoltà e si prende cura anche degli ammalati indigenti, raggiungendoli nelle loro case. Ogni mattina, i volontari, coordinati da una suora camilliana, partono con un’ambulanza per andare a curare le persone più povere che non possono raggiungere il centro: puliscono le loro case, fanno il bucato, curano le piaghe da decubito e portano alimenti.  (A.M.)

 

 

Secondo un sondaggio il valore del matrimonio

è riconosciuto dalla maggioranza degli irlandesi

 

Il matrimonio delle giovani coppie in Irlanda dopo sette anni gode di ottima salute. E’ quanto emerge da una ricerca commissionata dall’ufficio Famiglia della Conferenza episcopale irlandese su un campione di 712 nuclei familiari. “E’ un’ottima notizia – ha dichiarato il vescovo di Killaloe, mons. William Walsh, responsabile dell’ufficio di pastorale familiare della Conferenza episcopale – che attesta la buona salute dell’istituto del matrimonio”. In base alla ricerca, il 77 per cento del campione è contento di essersi sposato ed il 93 per cento dei bambini sono nati dopo il matrimonio. Solo il 7 per cento ha preso in considerazione la separazione o il divorzio. Il 63 per cento degli intervistati si professa cattolico praticante e pensa, inoltre, che il matrimonio abbia reso “più forte il senso della coppia”. Il 73 per cento ritiene poi che sia fondamentale il ruolo del padre e della madre “per la buona crescita dei figli”. Questo sondaggio – ha detto mons.William Walsh – è molto incoraggiante perché vede ancora nel sacramento del matrimonio "un valore riconosciuto dalla maggioranza degli irlandesi”. (A.L.)

 

 

Le comunità buddiste celebrano la festa di Vesakh

 

Le comunità buddiste stanno celebrando la festa di Vesakh, che è la più importante nel calendario religioso buddista e che coincide con la luna piena: ricorda la nascita e l’ascesa al Nirvana di Buddha. E' vissuta da milioni di buddisti in Asia, ma in date differenti, a seconda delle interpretazioni astrologiche. In India, Nepal e Sri Lanka, in particolare, i festeggiamenti sono iniziati ieri, in coincidenza con la festa dei lavoratori. Piazze, strade, templi sono decorati e illuminati da lanterne e lampadine colorate. E’ usanza non consumare carne o alcool in questo giorno, che è dedicato alla preghiera e alla rigida osservanza degli otto precetti buddisti. E’ anche tradizione liberare gli animali in cattività, in segno di rispetto per il mondo della natura e dedicarsi ad opere di beneficenza. In India, dove è considerata festività pubblica, si celebra in particolare a Sarnat, in Uttar Pradesh, e a Bodgaya, in Bihar, considerato il luogo dove Buddha ha raggiunto l’illuminazione spirituale. In occasione di questa festa il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha scritto un messaggio d'auguri alle comunità buddiste intitolato “Cristiani e buddisti: educare le comunità a vivere in armonia e in pace”. (A cura di Maria Grazia Coggiola)

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

2 maggio 2007

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

 

- “Fissare una scadenza per il ritiro è fissare una scadenza per il fallimento, e ciò sarebbe irresponsabile”. Così, il presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush, durante un breve discorso Tv, ha commentato la sua decisione di porre il veto al progetto di legge che prevede il ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Nel frattempo continuano gli attentati nel Paese. Oggi a Mahmoudiya, a 30 km sud di Baghdad, 11 persone sono morte e 4 sono rimaste ferite a causa dell’esplosione di una bomba su un minibus proveniente dalla capitale.

 

- Ci sarà anche il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon alla Conferenza internazionale per l'Iraq in programma domani e dopodomani a Sharm el-Sheikh, in Egitto. All’incontro, oltre al premier iracheno Al Maliki, prenderanno parte i ministri dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, i rappresentanti del G8 e i vicini dell'Iraq. Allo studio, una sorta di piano Marshall per il Paese del Golfo. Ma, secondo alcuni osservatori, rimangono molte incognite sull’esito di questa riunione. Ce ne parla Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista geopolitica Limes ed esperta di questioni irachene, intervistata da Giada Aquilino:

 

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R. – Le prime due ipoteche sono di carattere diplomatico. La prima è quella legata ai rapporti tra l’Iran e gli Stati Uniti: è come se ci fosse una conferenza parallela, nell’ombra, su cui già si sta giocando abbastanza. La seconda è quella invece relativa al fatto che il mondo arabo non è ancora così pronto a stringere di nuovo rapporti fraterni con l’Iraq. C’è poi un’altra questione, che è connessa allo sviluppo delle risorse energetiche dell’Iraq, del gas e del petrolio. Ci troviamo in una situazione, infatti, che non è quella rosea che si aspettavano i dirigenti del governo Al Maliki, i quali pensavano ad una legge che potesse passare velocemente in Parlamento. C’è una resistenza innanzitutto da parte dei curdi: temono che i contratti che hanno già fissato con alcune compagnie internazionali possano non venir riconosciuti o comunque essere profondamente modificati. Questa legge è stata, poi, criticata molto fortemente anche dai lavoratori del petrolio: pensano che le compagnie straniere - che finirebbero praticamente per impossessarsi dei giacimenti più preziosi - possano avere una gestione molto più favorevole ai loro interessi che non a quelli del popolo iracheno. La legge inoltre è stata giudicata dagli ulema come contraria alla legge islamica in quanto un dono come quello delle risorse energetiche verrebbe ‘svenduto’ allo straniero.

 

D. – Bush ha posto il veto al ritiro americano dall’Iraq entro l’aprile 2008; sul terreno permangono le violenze. Quale potrebbe essere la linea seguita dalle autorità irachene e non solo?

 

R. – Secondo le ultime analisi, gli americani ed anche il governo centrale di Baghdad stanno tentando di recuperare la resistenza sunnita, attraverso la prospettiva di poter poi sviluppare tutta una serie di risorse energetiche che si troverebbero proprio nella parte sunnita.

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- Si fa sempre più difficile in Israele la posizione del primo ministro Olmert, dopo la pubblicazione del rapporto che condanna la gestione della guerra in Libano della scorsa estate. A chiedere le dimissioni del premier, oltre all’opposizione, anche membri del suo stesso partito, Kadima. Durante la seduta straordinaria del Consiglio dei ministri di oggi, Olmert ha promesso che correggerà gli errori commessi ma ha ribadito che non lascerà il suo incarico. Il ministro della Difesa, Peretz, ha invece fatto sapere che uscirà di scena.

 

- In Afghanistan prosegue l’operazione militare della NATO nella valle di Helmand, che sta provocndo la morte di decine di ribelli. Intanto un portavoce della Provincia di Herat ha affermato che sono rimasti uccisi 42 civili, tra cui donne e bambini, durante i combattimenti dello scorso fine settimana in questa regione: stando a quanto avevano comunicato lunedi' le forze della coalizione a guida americana, negli scontri sono morti 136 talebani.

 

- La Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso i primi mandati d’arresto contro presunti responsabili di crimini nella regione sudanese del Darfur, martoriata da anni di guerra civile. I mandati – secondo quanto riferito dalla Corte - riguardano in  particolare un ministro sudanese e un capo della milizia  janjaweed. Le Nazioni Unite, intanto, hanno condannato l’imboscata contro un convoglio di veicoli dell’Alto commissariato ONU per i rifugiati (ACNUR/UNHCR) avvenuta lunedì scorso nel Darfur occidentale. In seguito all'attacco, ad opera di ignoti, sei dipendenti dell’agenzia sono stati sequestrati per poche ore. Il capo della struttura ONU, Antonio Guterres, ha affermato che l’episodio dimostra che, se la comunità internazionale ha fatto progressi nell’affrontare la crisi umanitaria, ha invece “totalmente fallito” nel garantire un minimo di sicurezza nella regione. Per una reale pacificazione nell’area serve – secondo Guterres - un’intesa politica generale di tutti i protagonisti del conflitto.

 

- C’è preoccupazione per i sei tecnici della compagnia Chevron – 4 italiani, uno statunitense ed un croato – rapiti ieri in Nigeria dal Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger. I ribelli, autori di altri rapimenti nell’area, hanno dato una chiara connotazione politica al gesto chiedendo al nuovo presidente Umaru Yar’Adua di contrastare la povertà nel Paese con i proventi dell’estrazione del greggio. In un messaggio inviato all’agenzia ANSA, il MEND ha affermato che “gli ostaggi verranno rilasciati il 30 maggio prossimo”, solo se le aziende petrolifere e il governo locale non tenteranno di liberare i sequestrati. Dal canto suo la Chevron, per evitare ulteriori incidenti, ha deciso di sospendere la produzione di 15mila barili di greggio al giorno dal suo impianto.

 

- Fa discutere l’annuncio del presidente venezuelano Hugo Chavez di ritirare il suo Paese dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, definiti “meccanismi imperialisti” che non aiutano i Paesi poveri. Ieri in una sontuosa cerimonia Chavez ha festeggiato la nazionalizzazione degli impianti petroliferi della regione dell’Orinoco, parlando di un passo in avanti verso “la nascita del socialismo del XXI secolo”. Chiedendo unità ai lavoratori per l’indipendenza del Paese il leader venezuelano ha anche decretato l’aumento del 20% degli stipendi minimi.

 

- Nello Sri Lanka, 13 insorti sono rimasti uccisi negli ultimi due giorni di battaglia tra le truppe governative e i ribelli delle Tigri Tamil. Gli scontri sono avvenuti principalmente nel distretto di Manner, nella zona nord ovest del Paese e luogo in cui, nelle sorse settimane, si sono visti intensificare gli scontri. Le due fazioni si combattono nonostante una tregua firmata nel 2002 sia ancora in vigore. Da allora, i morti nella guerra civile nello Sri lanka, tra gli indipendentisti tamil e l’esercito, sono più di tremila.

 

- La Commissione europea ha espresso preoccupazione per la crescente tensione intorno all’ambasciata estone a Mosca. A Tallin, un cittadino russo è rimasto ucciso, 156 sono i feriti e oltre 1.000 gli arresti. E’ il bilancio delle due ultime notti di violenze e vandalismi nella capitale estone per la protesta di almeno 2mila giovani della minoranza russa per la rimozione del monumento dedicato all’Armata Rossa.

                     

- Tutto è pronto in Francia per il duello televisivo di questa sera fra i due candidati alla presidenza della Repubblica Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal. Nelle due ore di confronto il primo a prendere la parola sarà Sarkozy, spetterà invece alla Royal chiudere.