RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 122
- Testo della trasmissione di mercoledì
2 maggio 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
La via migliore per conoscere Dio è l'amore:
così il Papa all'udienza generale
Il Papa nomina mons. Piotr Libera nuovo vescovo
di Płock
Oggi su "L'Osservatore Romano"
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
I vescovi dell'Uruguay: non indebolire
l'immagine del matrimonio come base della famiglia
In Georgia, i Camilliani continuano la loro opera nel
poliambulatorio “Redemptor Hominis”
Secondo un sondaggio il valore del
matrimonio è riconosciuto dalla maggioranza degli irlandesi
Le comunità buddiste celebrano la festa di Vesakh
Il presidente Bush pone il
veto sul ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Domani la conferenza
internazionale a Sharm el Sheikh
2 maggio 2007
La via migliore per conoscere Dio è l'amore:
così il Papa all'udienza generale
“La via privilegiata
per conoscere Dio è l’amore”: è quanto ha detto Benedetto XVI stamani durante
l’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata anche oggi ad Origene,
“grande maestro alessandrino” della Chiesa antica. Il Papa, facendo riferimento
al mese di maggio dedicato in particolare a Maria, ha affidato i fedeli alla protezione materna
della Vergine. Circa 30 mila i pellegrini presenti nonostante la giornata
piovosa. Il servizio di Sergio
Centofanti.
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''Prendiamo la pioggia come una
benedizione, si parla molto della siccita' quindi il Signore dà un segno della
grazia''.
Il Papa scherza sulla
pioggia che cade abbondante in Piazza San Pietro, interrompendo brevemente la
sua meditazione che continua ad incentrarsi sulle grandi personalità della
Chiesa antica. Anche questo mercoledì come la settimana scorsa ha approfondito
la figura di Origene, brillante scrittore e teologo, vissuto tra il primo e il
secondo secolo, torturato crudelmente durante la persecuzione di Decio nel 250
e morto qualche anno dopo, non ancora settantenne, fiaccato dalle sofferenze
subite. Benedetto XVI ha sottolineato due aspetti della dottrina origeniana che
considera tra i più importanti e attuali: il primo è relativo al fatto che un
così grande conoscitore e studioso delle Sacre Scritture come Origene ritenga
che “il più alto livello della conoscenza di Dio … scaturisce dall’amore”:
“A suo parere, infatti, l’intelligenza delle Scritture richiede, più
ancora che lo studio, l’intimità con Cristo e la preghiera. E se è vero che
Cristo è il vero e ultimo autore con lo Spirito Santo della Scrittura è anche
evidente che solo in un contatto vivo con Cristo si può comprendere la Scrittura. Origene è convinto che la via privilegiata
per conoscere Dio è l’amore, e che non si dia un’autentica scientia Christi
senza innamorarsi di Lui”.
“Anche tra gli uomini –
aggiunge il Papa a braccio – uno conosce realmente in profondità un altro solo
se c’è amore, se si aprono i cuori”. E per dimostrare la sua tesi Origene si
fonda su un significato dato talvolta al verbo “conoscere” in ebraico, quando
cioè viene utilizzato per esprimere l’atto dell’amore umano:
“Così viene suggerito
che l’unione nell’amore procura la conoscenza più autentica. Come l’uomo e la
donna sono ‘due in una sola carne’ così Dio e il credente diventano ‘due in uno
stesso spirito’. In questo modo la preghiera dell’Alessandrino approda ai
livelli più alti della mistica”.
Origene – sottolinea
inoltre il Papa – svolge un ruolo primordiale nella storia della lectio divina,
la lettura orante della Parola di Dio: è questo teologo infatti uno dei primi
ad affermare che insieme ad una lettura
perseverante e fiduciosa della Sacra Scrittura è assolutamente necessaria la
preghiera per comprendere le cose Dio. A questo proposito Benedetto XVI cita
l’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla preghiera:
“Egli mostrava ai
fedeli ‘come la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo
d’amore, fino a rendere la persona umana totalmente posseduta dall’Amato
divino, vibrante al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del
Padre…Si tratta’, proseguiva Giovanni Paolo II, ‘di un cammino interamente
sostenuto dalla grazia, che chiede tuttavia forte impegno spirituale e conosce
anche dolorose purificazioni, ma che approda, in diverse forme possibili,
all’indicibile gioia vissuta dai mistici come unione sponsale’”.
Il secondo
insegnamento di Origene riguarda il sacerdozio comune dei fedeli che richiede a
tutti i credenti purezza e onestà di vita e soprattutto fede e accoglienza e
studio della Parola di Dio. Si tratta – afferma il Papa - di un cammino di perfezione
al cui vertice si colloca il martirio: significa, in profondità, rinunciare a
tutto per prendere la propria croce e seguire Cristo. Una via percorribile solo
tenendo fisso lo sguardo del cuore su di Lui.
Dopo la catechesi il
Papa, salutando i fedeli nelle varie lingue, ha ricordato il suo ormai
imminente viaggio apostolico in Brasile (partirà il 9 maggio) per inaugurare la
quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e caraibico, auspicando
che questo importante incontro ecclesiale possa produrre abbondanti frutti di
evangelizzazione e testimonianza cristiana.
Quindi, Benedetto XVI,
ricordando che siamo all’inizio del mese tradizionalmente dedicato alla
Vergine, ha voluto affidare tutti i fedeli alla protezione della Madre di Dio:
“Cari giovani,
mettetevi ogni giorno alla scuola di Maria Santissima per imparare da Lei a
compiere la volontà di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi,
cari malati, sappiate cogliere il valore salvifico di ogni croce, anche di
quelle più pesanti. E voi, cari sposi novelli, invocate la sua protezione
materna, perché nella vostra famiglia regni sempre il clima della casa di
Nazareth”.
Infine, un particolare
saluto il Papa lo ha rivolto ai rappresentanti della Società delle Missioni
Africane, alla comunità del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma, che celebra
in questi giorni il 70° anniversario di fondazione, e all’Azione Cattolica di
Tempio-Ampurias, guidata dal vescovo Sebastiano Sanguinetti.
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Il Papa
nomina mons. Piotr Libera nuovo
vescovo di Płock
Il Santo Padre ha nominato vescovo di Płock,
in Polonia, mons. Piotr Libera, finora vescovo titolare di Centuria ed
ausiliare di Katowice, segretario generale della Conferenza episcopale polacca.
Mons. Piotr Libera è nato il 20 marzo 1951 a Katowice-Szopienice. Dopo aver
superato gli esami di maturità, è entrato nel Seminario nel 1969. Negli anni
1970-1972 ha prestato il servizio di leva a Bartoszyce. È stato ordinato
sacerdote il 15 aprile 1976. Ha completato la sua formazione teologica e umanistica
al Pontificio Ateneo Salesiano-Latinitas (1980-1986), ove ha conseguito il dottorato
con una tesi su Sant’Ambrogio. Ha pubblicato vari articoli di patrologia. Negli
anni 1986-1989 ha svolto il ruolo di prefetto presso il Seminario Maggiore di
Katowice. Dal 1989 a 1996 è stato collaboratore della Nunziatura Apostolica a
Varsavia. Il 23 novembre 1996 è stato eletto alla sede vescovile tit. di
Centuria ed ausiliare dell’arcidiocesi di Katowice. Ha ricevuto la consacrazione
episcopale il 6 gennaio 1997 nella Basilica di San Pietro da Giovanni Paolo II.
Dal 1998 a tutt’oggi, da due mandati, ricopre l’incarico di segretario generale
della Conferenza episcopale polacca.
La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
preoccupata
per la debolezza delle istituzioni internazionali
nella lotta a povertà e fame
La preoccupazione per
la debolezza del multilateralismo e la proposta di nuovi meccanismi di
finanziamento al centro, stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede, della
conferenza stampa a conclusione della XIII Sessione Plenaria della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali, sul tema: “Carità e Giustizia nelle relazioni
tra popoli e nazioni”. Per noi, c’era Roberta Moretti:
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Combattere la povertà
nel mondo attraverso meccanismi innovativi di finanziamento: è questa la
proposta concreta della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, presentata
al termine di quello che è stato definito il più importante incontro dalla
fondazione dell’organismo pontificio, nel 1994. Centrale, per la riflessione
degli accademici, è stato il messaggio che Benedetto XVI ha inviato alla
presidente, la professoressa Mary Ann Glendon, in cui il Papa evidenziava tre
sfide che oggi il mondo si trova ad affrontare: l’ambiente e lo sviluppo
sostenibile; la dignità inviolabile della persona umana per il raggiungimento
della piena giustizia nel pianeta; l’educazione e la trasmissione della
conoscenza per una divulgazione dei valori dello spirito. "Oggi – ha
affermato il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sáncez Sorondo,
riprendendo le parole di Benedetto XVI – per arrivare alla giustizia, c’è
bisogno della carità”. Obiettivo degli accademici, che all’inizio del 2008
pubblicheranno un documento finale con tutto il lavoro svolto negli ultimi
cinque anni, è dunque partecipare alla costruzione del consenso attorno a
un’agenda centrata sullo sviluppo integrale della persona. Ai leader mondiali
vengono proposte nuove forme di tassazione degli Stati per un raggiungimento,
in futuro, degli Obiettivi di sviluppo del millennio concordati dalla comunità
internazionale nel 2000 per combattere povertà, fame e pandemie: obiettivi che
non verranno raggiunti - è stato sottolineato - anche a causa dell'assenza di
un efficace meccanismo di finanziamento. Invocato, poi, un ritorno allo spirito
originario dei negoziati sul commercio promossi dal Doha Round, con una maggiore
attenzione allo sviluppo e alla protezione sociale. Preoccupazione, inoltre,
per gli squilibri finanziari tra i vari Paesi, determinati – è stato detto – da
un’assenza di governance e di colloqui e accordi tra i leader mondiali. Gli
accademici hanno infine auspicato la realizzazione degli obiettivi del
Protocollo di Kyoto e un’attenzione particolare alla segregazione sociale
nell’educazione con particoalre riferimento alle sfide poste dall'immigrazione.
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Da domani a Sibiu, in
Romania, un importante incontro sulla sfida
della secolarizzazione in Europa, presieduto dal
cardinale Paul Poupard
La Romania, da pochi
mesi entrata a far parte della grande famiglia dell’Unione Europea, ospita da
domani fino a sabato prossimo un importante incontro organizzato dal Pontificio
Consiglio della Cultura e presieduto dal cardinale Paul Poupard, presidente del
medesimo Dicastero e anche del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Si tratta del III Incontro dei membri e consultori europei del Pontificio
Consiglio della Cultura e dei presidenti delle Commissioni per la cultura delle
Conferenze episcopali d’Europa sul tema: “Annuncio, dialogo e testimonianza di
fronte alle sfide della secolarizzazione in Europa”. Sibiu, lo ricordiamo, è
stata proclamata per il 2007 capitale culturale d’Europa. L'evento si tiene a
quattro anni di distanza dall’Incontro di Graz, in Austria, nel maggio 2003,
che ebbe come tema “Fede, culture e non credenza. Integrazione europea e nuove
sfide per la Chiesa”. Allora fu Graz a essere eletta città per il 2003 capitale
culturale d’Europa. (A cura di Giovanni Peduto)
Oggi su "L'Osservatore Romano"
Servizio vaticano - La catechesi e la
cronaca dell'udienza generale.
Il Messaggio del Papa al Presidente della
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in occasione della tredicesima
sessione plenaria.
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: il
presidente Bush pone il veto alla legge (approvata dal Congresso) sul ritiro
delle truppe.
Servizio culturale - Un articolo di
Ferdinando Montuschi dal titolo: "Il 'sì' e il 'no' nell'educazione
familiare": considerazioni sul fenomeno del bullismo; la lunga strada del
rispetto e della responsabilità.
Servizio italiano - In primo piano il tema
degli incidenti sul lavoro.
2 maggio 2007
Ferma
disapprovazione della Chiesa di Città del Messico
dopo il via libera alla legge sull'aborto nel Distretto federale
L'arcivescovo di Città
del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, insieme con i suoi ausiliari,
ha ribadito in un comunicato dello scorso 30 aprile le linee guida del
magistero della Chiesa sull'aborto. Il 24 aprile, l'Assemblea legislativa del
distretto federale della capitale messicana aveva approvato una legge che
consente l'interruzione della gravidanza nelle prime 12 settimane. Il servizio
di Luis Badilla:
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I presuli esprimono
una ferma condanna e sottolineano come questa decisione corroda gravemente “le
basi del diritto e danneggi la convivenza civile ... Non esiste futuro per una
società che osa attaccare la vita dei propri membri più vulnerabili”. “Così
facendo – avvertono i vescovi - non siamo davanti ad un progresso sociale,
bensì al ritorno della legge del più forte”.... “L’essere umano - aggiungono -
appartiene a Dio dal momento del suo concepimento nel grembo materno; dunque,
la sua vita è sempre sacra e inviolabile, anche prima della nascita”. I vescovi
si riferiscono, in particolare, al documento della Congregazione per la
dottrina della Fede “Donum vitae” e ribadiscono che si deve riconoscere “il
diritto di ogni essere umano alla vita”. Nel comunicato si cita anche
l’enciclica “Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II che afferma: “Nessuna
circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito
un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio,
scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e
proclamata dalla Chiesa” (1995). I presuli esortano quindi “tutte le persone di
retta coscienza a non diventare responsabili di un atto così abominevole”. E
ricordano “ai medici, alle infermiere e a coloro che in applicazione di questa
legge iniqua potrebbero essere coinvolti, che possono far valere il diritto
all’obiezione di coscienza”. Il documento rivolge, infine, un accorato invito a
tutti gli operatori pastorali ad essere il più possibile vicini alle donne che
hanno avuto una gravidanza non prevista ricordando loro che l’aborto mette
seriamente a repentaglio non solo la salute fisica e psicologica, ma anche
quella morale e spirituale.
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In Turchia il premier Erdogan
propone elezioni anticipate
e la riforma
costituzionale in senso presidenziale
L’AKP, il partito
filo-islamista del premier Erdogan, ha presentato al parlamento due mozioni che
chiedono elezioni anticipate generali per il 24 giugno ma anche una immediata
riforma costituzionale in senso presidenziale. Eugenio Bonanata:
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Si è ormai manifestata chiaramente la strategia del premier Erdogan
secondo il quale l’elezione del presidente della Repubblica spetta al popolo, e
non ai deputati, con un mandato di cinque anni rinnovabile, invece dell’attuale
settennato unico. Sulla richiesta presentata dal partito AKP, che prevede elezioni
generali il prossimo mese di giugno, il parlamento dovrà esprimersi nelle
prossime ore. Il partito di Erdogan, che dispone di 352 deputati, potrà far
approvare le mozioni solo con il sostegno dei 24 deputati dei partiti minori di
centro-destra. In questo modo Erdogan mira ad una sua elezione diretta alla
presidenza, un ipotesi contro cui si battono con energia i partiti
d'ispirazione laica, con l’appoggio dei militari e dell’attuale presidente
uscente, Sezer. Forte anche il contrasto popolare. Dopo la grande
manifestazione dei giorni scorsi, anche ieri in centinaia sono tornati in
piazza per gridare ancora una volta “No all’islamizzazione della Turchia”. Il
tutto avviene dopo il tentativo da parte dell’AKP di far eleggere alla
presidenza l’attuale ministro degli Esteri Gul. Un tentativo fallito, sia per
il boicottaggio dei partiti di opposizione e sia per il pronunciamento della
Corte Costituzionale che ieri ha annullato le votazioni presidenziali
dell’Assemblea per la mancanza del numero legale. Tornando su questa decisione
Erdogan oggi ha detto che è stata “una pallottola contro la democrazia”.
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Ma per un’analisi di
questo provvedimento della Corte Costituzionale turca, Giancarlo La Vella
ha intervistato Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del
Corriere della Sera:
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R. – La Corte Costituzionale ha garantito che per eleggere il presidente
della Repubblica, se non cambia la Costituzione, occorrono 367 presenti.
L’altro giorno non c’erano. Adesso, da una parte, c’è chi vuole andare ad
elezioni anticipate, dall’altra, Erdogan vorrebbe una serie di riforme
costituzionali: trasformare la Repubblica turca in una Repubblica
presidenziale, abbassare l’età eleggibile a 25 anni, ridurre la durata della
legislatura. Tutte cose che teoricamente sono fattibili, ma non in questa
situazione. Il suo partito, però, ha deciso che domani il Parlamento si riunirà
di nuovo per la prima votazione, visto che l’altra è stata considerata non
valida. Ma se non c’erano 367 presenti l’altra volta, adesso, dopo
l’avvertimento dei militari, è assai improbabile che ci siano. Quindi, si
rischia soltanto di perdere tempo. Credo che le grandi manovre per la campagna
elettorale siano cominciate.
D. – Tra tutela della laicità dello Stato e tutela della democrazia
della Repubblica turca, a questo punto non c’è un palese conflitto?
R. – Sì, però, non dobbiamo dimenticare che, in effetti, questa legge
elettorale, come è stata finora, ha creato delle storture piuttosto evidenti,
perché alle scorse elezioni il partito di Erdogan con il 34,6 per cento ha
avuto i due terzi o quasi dei seggi. Io credo che sia proprio questo che ha
spaventato la gente e ha creato anche un certo dibattito, perché il rischio,
paventato dai laici del Paese, è proprio che gli islamici possano lentamente
trasformare la Repubblica da laica in islamica.
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Lettera dei vescovi umbri sul lavoro: intervista con mons. Vincenzo Paglia
“Un lavoro sano,
sicuro e dignitoso”. E’ il titolo della lettera della Conferenza episcopale
umbra pubblicata in occasione della festa del primo maggio. Nel documento si
analizza la relazione tra persona e lavoro prendendo in esame, in particolare,
aspettative, desideri e doveri sociali. Si sottolinea, inoltre, la centralità
del criterio della sicurezza: nessuna organizzazione del lavoro – si legge nel
testo - può attentare alla dignità della persona. Ma cosa si intende per lavoro
sano, sicuro e dignitoso? Risponde, al microfono di Antonella Palermo, mons.
Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia e presidente della Commissione per i problemi sociali e del lavoro della
Conferenza episcopale umbra:
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R. – Io credo che di
fronte ai drammi che continuano a ripetersi – sembra che non passi giorno che
non ci siano morti sul lavoro – questo dramma deve farci riflettere, perché
ovviamente non è casuale e credo che sia in gioco non solo distrazioni –
diciamo – “colpevoli” di misure di sicurezza, ma a mio avviso è un problema più
profondo, e cioè anzitutto c’è una de-considerazione del lavoro, una
de-considerazione della dignità della persona umana per mettere sull’altare
dell’attenzione il guadagno a qualsiasi costo. Ora, in questo senso, se il guadagno
è la prima dimensione a cui bisogna porre attenzione, è chiaro che il resto
passa in second’ordine. Allora, l’uomo diventa una macchina da lavoro e quindi
è più l’uomo per il lavoro e non il lavoro per l’uomo, e le misure da prendere
sono secondarie perché cosa importa?, il lavoro nero è diffusissimo, non ci
sono gli indispensabili e necessari controlli ... Ecco perché, a mio avviso, è
molto importante che questa dimensione del lavoro torni ad essere legata
strettamente alla dignità della persona umana e quindi il lavoro anche come
manifestazione della dignità della persona e anche della partecipazione
dell’uomo allo sviluppo della Creazione: è questo il legame con Dio e con il
suo comando a “dominare la Terra” deve rientrare in questo contesto.
D. – Mons. Paglia,
spesso si verifica che una persona è costretta ad accettare abusi sul lavoro, illegalità
e precarietà, perché è l’unica possibilità per sopravvivere. Lei cosa si sente
di dire a queste persone?
R. – In questo senso è
necessario, appunto, informare e formare anche i lavoratori. Il problema è
riequilibrare la dimensione lavorativa.
D. – Cosa può imparare
il cristiano dalla prospettiva biblica del lavoro?
R. – Ecco, io penso
che il lavoro non vada visto come una condanna, e non è solo – come dire – un
mezzo per guadagnare, e nel linguaggio biblico non ci si salva solo l’anima: si
salva la carne, il corpo e nell’Apocalisse si parla di “cieli nuovi” e di
“terra nuova”. Ecco quindi che il lavoro non è semplicemente uno strumento del
guadagno, ma è la partecipazione alla missione stessa che Dio ha affidato
all’uomo.
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E' uscito ieri in Italia il terzo
episodio
della saga cinematografia
di Spider-Man
E'
uscito ieri in Italia, anticipando di due giorni il lancio negli Stati Uniti,
il terzo episodio della saga cinematografica di Spider-Man, nel quale il
famosissimo supereroe dovrà affrontare la sfida più importante della sua vita:
combattere contro se stesso per riaffermare i valori della giustizia e del
perdono. Il servizio di Luca Pellegrini:
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“La vendetta è come un veleno che ti invade
tutto. Ti trasforma in un essere spregevole.....”
Saggia davvero, zia May: nel dialogo di
formazione in cui affronta i turbamenti e le titubanze del giovane nipote Peter
Parker, alle soglie dell’offerta di matrimonio con la sempre affascinante Mary
Jane, ribadisce, in un mondo zeppo di criminali e di pericoli, la forza
dell’amore e il valore della famiglia. Il ragazzo, però, cova sotto sotto una
natura che si è fatta più fragile, sebbene lui sia uno dei più invincibili
supereroi creati dalla fervida fantasia di casa Marvel: in questo terzo
capitolo Spider-Man si fa più scuro, non solo nell’animo, ma nel costume, che
da rosso sfavillante diventa nero cupo. E’ tormentato nell’animo: una strana
sostanza l’aggredisce, lo rende debole dinanzi alle passioni umane, il perdono
cede in lui il posto alla vendetta, il potere – che lui stesso, dice, lo fa
“stare bene” –, accende strane fantasie. Se rimane invulnerabile nelle gesta
mirabolanti, affrontando nemici terribili come l’Uomo Sabbia e il malefico
Venom, in un profluvio di effetti speciali e di inseguimenti mozza fiato, è il
suo cuore che diventa vulnerabile: la storia si complica, assume toni alti, la
scelta tra bene e male s’interiorizza. Non per nulla questo terzo capitolo
viene presentato così: “il nemico più grande è nascosto dentro di te”. E Tobey
Maguire interpreta benissimo sullo schermo questa doppia personalità. A Paulo
Simoes, General Manager di Sony Pictures Italia, che da ieri ha distribuito
il film in ben 907 copie, abbiamo chiesto proprio di commentare questa nuova
dimensione dell’Uomo Ragno ed i principi etici che sottostanno alle sue nuove
avventure:
R. - Penso che nei precedenti Spider-Man, Peter
Parker è un personaggio un pò più innocente. Questa volta invece vediamo il suo
lato più oscuro: più che lottare contro la cattiveria degli altri personaggi,
lui deve combattere anche contro se stesso. Quindi, lui deve fare delle scelte,
se vendicarsi o perdonare. C'è il valore che lui dà all'amicizia, per esempio,
c'è l'altruismo. Quindi, ci sono dei temi molto, molto interessanti. Dire che
questo è un film religioso sarebbe una forzatura, ma penso ci siano dei temi
interessanti, che siano anche d'esempio, pensando ai nostri bambini. Sono dei
temi molto interessanti che fanno pensare.
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2 maggio 2007
Durante la loro
Assemblea plenaria, conclusasi lo scorso 27 aprile, i vescovi dell’Uruguay
hanno pubblicato un comunicato sul disegno di legge che regola le unioni di
fatto e un messaggio per la celebrazione della Festa del lavoro. Nel primo
documento, i presuli hanno ribadito che “la promozione e la difesa
dell’istituzione familiare sono state sempre preoccupazioni della Chiesa per la
sua incidenza nel bene e nella felicità della persona umana e della società”. I
vescovi hanno quindi espresso il loro appoggio a “tutto quello che favorisce la
natura propria della famiglia nella legislazione: la sua identità, la sua
stabilità, il suo benessere”. Per questo motivo – si legge nel comunicato –
“non può accettarsi in realtà l’equiparazione della convivenza con il
matrimonio, che comporta un insieme di disposizioni che proteggono la sua
finalità, la sua armonia e la sua stabilità, attraverso la mutua fedeltà”. “Non
è positivo né accettabile – hanno concluso i vescovi uruguayani – sfumare o
indebolire l’immagine del matrimonio come base della famiglia”. Nel messaggio
in occasione della Festa del lavoro di ieri, primo maggio, i vescovi hanno
ricordato che “lavorare e trasformare il mondo appartiene alla condizione originaria
dell'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio” e che “il lavoro è in
funzione dell’uomo e della donna che lo realizzano, mediante il quale crescono
e si sviluppano come persone responsabili”. Inoltre, il lavoro “rende possibile
fondare e dare stabilità ad una famiglia”. I vescovi hanno infine incoraggiato
lavoratori, sindacalisti, imprenditori e governanti “ad unire gli sforzi per
superare le divisioni e promuovere lo sviluppo solidale del Paese, nella
dignità del lavoro dei suoi figli e figlie”. (R.M.)
In Georgia, i Camilliani continuano la loro opera
nel poliambulatorio “Redemptor Hominis”
Nella
capitale della Georgia, Tblisi, si vanno moltiplicando i servizi del poliambulatorio
“Redemptor Hominis”, gestito dal 1998 dai Camilliani. Il Centro offre gratuitamente
le principali prestazioni mediche e diagnostiche. L’accesso ai servizi è di
circa 300 persone al giorno. A tutti, compatibilmente con le esigenze e con i
mezzi disponibili, vengono prestate le cure sanitarie, fornite le medicine, i vestiti
e l’assistenza alimentare. Economicamente, il poliambulatorio si finanzia con
gli aiuti che provengono dall’estero: da parte dei Camilliani e di associazioni
cattoliche di beneficenza. L’idea della creazione di un complesso
socio-sanitario, formato da un poliambulatorio e da un ospedale per malati
terminali, nacque da un accordo tra l’allora presidente della Repubblica della
Georgia, Edvard Shevardnadze, e i rappresentanti della Caritas italiana e della
Santa Sede. Oggi, il poliambulatorio si rivolge soprattutto alla popolazione in
maggiore difficoltà e si prende cura anche degli ammalati indigenti,
raggiungendoli nelle loro case. Ogni mattina, i volontari, coordinati da una
suora camilliana, partono con un’ambulanza per andare a curare le persone più
povere che non possono raggiungere il centro: puliscono le loro case, fanno il
bucato, curano le piaghe da decubito e portano alimenti. (A.M.)
Secondo un sondaggio il valore del
matrimonio
è riconosciuto dalla maggioranza degli
irlandesi
Il
matrimonio delle giovani coppie in Irlanda dopo sette anni gode di ottima salute.
E’ quanto emerge da una ricerca commissionata dall’ufficio Famiglia della
Conferenza episcopale irlandese su un campione di 712 nuclei familiari. “E’
un’ottima notizia – ha dichiarato il vescovo di Killaloe, mons. William Walsh,
responsabile dell’ufficio di pastorale familiare della Conferenza episcopale –
che attesta la buona salute dell’istituto del matrimonio”. In base alla
ricerca, il 77 per cento del campione è contento di essersi sposato ed il 93
per cento dei bambini sono nati dopo il matrimonio. Solo il 7 per cento ha
preso in considerazione la separazione o il divorzio. Il 63 per cento degli
intervistati si professa cattolico praticante e pensa, inoltre, che il
matrimonio abbia reso “più forte il senso della coppia”. Il 73 per cento
ritiene poi che sia fondamentale il ruolo del padre e della madre “per la buona
crescita dei figli”. Questo sondaggio – ha detto mons.William Walsh – è molto
incoraggiante perché vede ancora nel sacramento del matrimonio "un valore
riconosciuto dalla maggioranza degli irlandesi”. (A.L.)
Le comunità buddiste celebrano la festa di Vesakh
Le comunità buddiste stanno celebrando la festa di Vesakh, che è la più
importante nel calendario religioso buddista e che coincide con la luna piena:
ricorda la nascita e l’ascesa al Nirvana di Buddha. E' vissuta da milioni di
buddisti in Asia, ma in date differenti, a seconda delle interpretazioni
astrologiche. In India, Nepal e Sri Lanka, in particolare, i festeggiamenti
sono iniziati ieri, in coincidenza con la festa dei lavoratori. Piazze, strade,
templi sono decorati e illuminati da lanterne e lampadine colorate. E’ usanza
non consumare carne o alcool in questo giorno, che è dedicato alla preghiera e
alla rigida osservanza degli otto precetti buddisti. E’ anche tradizione
liberare gli animali in cattività, in segno di rispetto per il mondo della
natura e dedicarsi ad opere di beneficenza. In India, dove è considerata
festività pubblica, si celebra in particolare a Sarnat, in Uttar Pradesh, e a
Bodgaya, in Bihar, considerato il luogo dove Buddha ha raggiunto
l’illuminazione spirituale. In occasione di questa festa il cardinale Paul
Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha
scritto un messaggio d'auguri alle comunità buddiste intitolato “Cristiani e
buddisti: educare le comunità a vivere in armonia e in pace”. (A cura di Maria Grazia Coggiola)
2 maggio 2007
- A cura di Eugenio Bonanata -
-
“Fissare una scadenza per il ritiro è fissare una scadenza per il fallimento, e
ciò sarebbe irresponsabile”. Così, il presidente degli Stati Uniti Gorge W.
Bush, durante un breve discorso Tv, ha commentato la sua decisione di porre il
veto al progetto di legge che prevede il ritiro delle truppe americane
dall’Iraq. Nel frattempo continuano gli attentati nel Paese. Oggi a Mahmoudiya, a 30 km sud di Baghdad, 11 persone sono
morte e 4 sono rimaste ferite a causa dell’esplosione di una bomba su un
minibus proveniente dalla capitale.
- Ci sarà anche il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon alla
Conferenza internazionale per l'Iraq in programma domani e dopodomani a Sharm
el-Sheikh, in Egitto. All’incontro, oltre al premier iracheno Al Maliki,
prenderanno parte i ministri dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza, i rappresentanti del G8 e i vicini dell'Iraq. Allo studio, una
sorta di piano Marshall per il Paese del Golfo. Ma, secondo alcuni osservatori,
rimangono molte incognite sull’esito di questa riunione. Ce ne parla Margherita
Paolini, coordinatrice scientifica della rivista geopolitica Limes ed
esperta di questioni irachene, intervistata da Giada Aquilino:
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R. –
Le prime due ipoteche sono di carattere diplomatico. La prima è quella legata
ai rapporti tra l’Iran e gli Stati Uniti: è come se ci fosse una conferenza
parallela, nell’ombra, su cui già si sta giocando abbastanza. La seconda è
quella invece relativa al fatto che il mondo arabo non è ancora così pronto a
stringere di nuovo rapporti fraterni con l’Iraq. C’è poi un’altra questione,
che è connessa allo sviluppo delle risorse energetiche dell’Iraq, del gas e del
petrolio. Ci troviamo in una situazione, infatti, che non è quella rosea che si
aspettavano i dirigenti del governo Al Maliki, i quali pensavano ad una legge
che potesse passare velocemente in Parlamento. C’è una resistenza innanzitutto
da parte dei curdi: temono che i contratti che hanno già fissato con alcune
compagnie internazionali possano non venir riconosciuti o comunque essere profondamente
modificati. Questa legge è stata, poi, criticata molto fortemente anche dai
lavoratori del petrolio: pensano che le compagnie straniere - che finirebbero
praticamente per impossessarsi dei giacimenti più preziosi - possano avere una
gestione molto più favorevole ai loro interessi che non a quelli del popolo
iracheno. La legge inoltre è stata giudicata dagli ulema come contraria alla
legge islamica in quanto un dono come quello delle risorse energetiche verrebbe
‘svenduto’ allo straniero.
D. –
Bush ha posto il veto al ritiro americano dall’Iraq entro l’aprile 2008; sul
terreno permangono le violenze. Quale potrebbe essere la linea seguita dalle
autorità irachene e non solo?
R. –
Secondo le ultime analisi, gli americani ed anche il governo centrale di
Baghdad stanno tentando di recuperare la resistenza sunnita, attraverso la
prospettiva di poter poi sviluppare tutta una serie di risorse energetiche che
si troverebbero proprio nella parte sunnita.
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- Si
fa sempre più difficile in Israele la posizione del primo ministro Olmert, dopo
la pubblicazione del rapporto che condanna la gestione della guerra in Libano
della scorsa estate. A chiedere le dimissioni del premier, oltre
all’opposizione, anche membri del suo stesso partito, Kadima. Durante la seduta
straordinaria del Consiglio dei ministri di oggi, Olmert ha promesso che
correggerà gli errori commessi ma ha ribadito che non lascerà il suo incarico.
Il ministro della Difesa, Peretz, ha invece fatto sapere che uscirà di scena.
- In
Afghanistan prosegue l’operazione militare della NATO nella valle di Helmand,
che sta provocndo la morte di decine di ribelli. Intanto un portavoce della
Provincia di Herat ha affermato che sono rimasti uccisi 42 civili, tra cui
donne e bambini, durante i combattimenti dello scorso fine settimana in questa
regione: stando a quanto avevano comunicato lunedi' le forze della coalizione a
guida americana, negli scontri sono morti 136 talebani.
- La
Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso i primi mandati d’arresto contro
presunti responsabili di crimini nella regione sudanese del Darfur, martoriata
da anni di guerra civile. I mandati – secondo quanto riferito dalla Corte -
riguardano in particolare un ministro
sudanese e un capo della milizia
janjaweed. Le Nazioni Unite, intanto, hanno condannato l’imboscata
contro un convoglio di veicoli dell’Alto commissariato ONU per i rifugiati
(ACNUR/UNHCR) avvenuta lunedì scorso nel Darfur occidentale. In seguito
all'attacco, ad opera di ignoti, sei dipendenti dell’agenzia sono stati
sequestrati per poche ore. Il capo della struttura ONU, Antonio Guterres, ha
affermato che l’episodio dimostra che, se la comunità internazionale ha fatto
progressi nell’affrontare la crisi umanitaria, ha invece “totalmente fallito”
nel garantire un minimo di sicurezza nella regione. Per una reale pacificazione
nell’area serve – secondo Guterres - un’intesa politica generale di tutti i
protagonisti del conflitto.
- C’è
preoccupazione per i sei tecnici della compagnia Chevron – 4 italiani, uno
statunitense ed un croato – rapiti ieri in Nigeria dal Mend, il Movimento per
l’emancipazione del Delta del Niger. I ribelli, autori di altri rapimenti
nell’area, hanno dato una chiara connotazione politica al gesto chiedendo al
nuovo presidente Umaru Yar’Adua di contrastare la povertà nel Paese con i
proventi dell’estrazione del greggio. In un messaggio inviato all’agenzia ANSA,
il MEND ha affermato che “gli ostaggi verranno rilasciati il 30 maggio
prossimo”, solo se le aziende petrolifere e il governo locale non tenteranno di
liberare i sequestrati. Dal canto suo la Chevron, per evitare ulteriori
incidenti, ha deciso di sospendere la produzione di 15mila barili di greggio al
giorno dal suo impianto.
- Fa
discutere l’annuncio del presidente venezuelano Hugo Chavez di ritirare il suo
Paese dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, definiti
“meccanismi imperialisti” che non aiutano i Paesi poveri. Ieri in una sontuosa
cerimonia Chavez ha festeggiato la nazionalizzazione degli impianti petroliferi
della regione dell’Orinoco, parlando di un passo in avanti verso “la nascita
del socialismo del XXI secolo”. Chiedendo unità ai lavoratori per
l’indipendenza del Paese il leader venezuelano ha anche decretato l’aumento del
20% degli stipendi minimi.
-
Nello Sri Lanka, 13 insorti sono rimasti uccisi negli ultimi due giorni di
battaglia tra le truppe governative e i ribelli delle Tigri Tamil. Gli scontri
sono avvenuti principalmente nel distretto di Manner, nella zona nord ovest del
Paese e luogo in cui, nelle sorse settimane, si sono visti intensificare gli
scontri. Le due fazioni si combattono nonostante una tregua firmata nel 2002
sia ancora in vigore. Da allora, i morti nella guerra civile nello Sri lanka,
tra gli indipendentisti tamil e l’esercito, sono più di tremila.
- La Commissione europea ha espresso preoccupazione per la
crescente tensione intorno all’ambasciata estone a Mosca. A Tallin, un
cittadino russo è rimasto ucciso, 156 sono i feriti e oltre 1.000 gli arresti.
E’ il bilancio delle due ultime notti di violenze e vandalismi nella capitale
estone per la protesta di almeno 2mila giovani della minoranza russa per la
rimozione del monumento dedicato all’Armata Rossa.
-
Tutto è pronto in Francia per il duello televisivo di questa sera fra i due
candidati alla presidenza della Repubblica Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal.
Nelle due ore di confronto il primo a prendere la parola sarà Sarkozy, spetterà
invece alla Royal chiudere.