RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 29 - Testo della trasmissione di lunedì 29 gennaio 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Telegramma di cordoglio di
Benedetto XVI per le vittime delle piogge torrenziali in Angola
OGGI IN PRIMO PIANO:
Aperta,
a Parigi, la Conferenza internazionale sul clima. Intervista con Vincenzo
Ferrara
CHIESA E SOCIETA’:
Iraq: da oggi per tre giorni la Chiesa caldea osserva il digiuno di Ninive
Inaugurato a Seul, un corso di formazione
per i laici, nuovi protagonisti dell’evangelizzazione
La Cina
fra gli ultimi Paesi per la cura ambientale: lo rivela un rapporto governativo
cinese
La regina Rania
di Giordania nominata primo “eminente avvocato” dell’UNICEF per i bambini
Le emergenze in Darfur, Somalia
e Territori palestinesi al centro della prima giornata del Vertice dell’Unione Africana
ad Addis Abeba
29 gennaio 2007
IL PAPA HA RICEVUTO IL PRIMO GRUPPO DI VESCOVI
LIGURI IN VISITA AD LIMINA:
AI
NOSTRI MICROFONI L’ARCIVESCOVO DI GENOVA ANGELO BAGNASCO
Il Papa ha ricevuto stamane il
primo gruppo di vescovi della Conferenza episcopale della Regione Liguria in
visita ad Limina, guidati dall’arcivescovo di Genova
Angelo Bagnasco.
**********
R. – Per certi aspetti ha dei denominatori comuni, che
riguardano anzitutto una tradizione molto radicata della fede, anche se
anch’essa è sottomessa al processo di secolarizzazione che è in atto. Si
mantengono anche alcune tradizioni come l’operosità e la concretezza dei
sacerdoti, anzitutto accanto alla propria gente, nelle parrocchie, nei gruppi e
nei movimenti ed un notevole radicamento a livello di solidarietà, di carità e
di intervento per le fasce più povere. Questi sono alcuni aspetti ecclesiali
abbastanza comuni. Per quanto riguarda poi le problematiche, il processo di
secolarizzazione, che riguarda anche un certo benessere, che in Liguria è
abbastanza diffuso, anche se a volte non evidente e non esplicito, perché
proprio del carattere ligure, e la mancanza di lavoro, con una certa
conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, perché i giovani, pur di
trovare lavoro, vanno fuori dove possono trovarlo.
D. – Guardando alla Liguria geograficamente, notiamo che è
caratterizzata da una zona costiera molto ricca, molto commerciale e molto
turistica, e da una zona interna, montuosa e dunque più isolata. Alla Chiesa
questa struttura geografica cosa comporta? Ci sono delle attenzioni, delle
urgenze, degli impegni particolari? Ricordo, ad esempio, che Papa Giovanni
Paolo II nell’87, incontrando i vescovi liguri, raccomandò loro molta
attenzione sia alla pastorale del turismo che alla pastorale giovanile…
R. – Certamente, e questo soprattutto riguardo alla
pastorale giovanile: perché se è vero che la popolazione in Liguria tende ad un
certo invecchiamento, è anche vero, però, che è presente sul territorio un
certo numero di giovani, che rappresentano sì una minoranza, ma proprio per
questo la pastorale a loro diretta deve essere ancora più curata. Questa attenzione,
quindi, non solo la rilevo, ma la rilancio. Per quanto riguarda, poi, la
pastorale del turismo, è vero che la nostra regione è una regione molto bella
dal punto di vista climatico e dal punto di vista geografico, ma è altrettanto
vero che non è che l’economia – almeno ad oggi - possa pensare di fondarsi
esclusivamente sul turismo. Questo significa che
D. – Quale il rapporto con il mondo laico?
R. – C’è certamente un riconoscimento nei confronti dell’azione
della Chiesa, di cui l’ultimo gesto è rappresentato dalla richiesta venuta da
tutte le parti sociali, rispetto alla diocesi di Genova, di poter esprimere un
proprio consigliere nel nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carige. Ho accolto questa richiesta proprio perché è venuta
da parte di tutte le parti politiche, in modo assolutamente unanime, e con
questa precisa ed esplicita motivazione di riconoscimento dell’azione della
Chiesa ligure verso le fasce più povere e più deboli.
D. –
R. – In questo senso le comunità cristiane si danno da
fare e cercano di essere il punto di riferimento anche per gli immigrati, anche
attraverso una presenza di accoglienza nelle parrocchie, attraverso i centri di
ascolto vicariali, ma anche attraverso le istituzioni più diocesane come le
Caritas e l’Auxilium per quanto riguarda Genova in
modo particolare. Con fantasia molto vivace, si cerca di rispondere a queste
esigenze, prima fra tutte la casa, il lavoro e laddove
si vuole una certa integrazione culturale, che è quanto di più auspicabile si
possa pensare.
D. – La sua esperienza a lungo come presenza nel mondo
militare, tra i dolori e le gioie di tanti giovani, come la ha arricchita anche
in questo servizio per
R. – Anzitutto con la conferma del giudizio ispirato ad
una grande fiducia nei confronti dei giovani di oggi, che hanno al fondo del
proprio cuore e del proprio essere una grande bontà, grandi capacità di
generosità, di dedizione e che hanno bisogno di trovare degli ideali alti per cui impegnarsi. Questo mi aiuta a guardare i giovani di
Genova con molta speranza e con molta fiducia. In secondo luogo, direi, mi ha
aiutato ad intravedere una pastorale più essenziale, per quanto possibile, e
che significa catechesi, sacramenti e solidarietà.
**********
TELEGRAMMA
DI CORDOGLIO DI BENEDETTO XVI
PER LE
VITTIME DELLE PIOGGE TORRENZIALI IN ANGOLA
- A
cura di Alessandro De Carolis -
La
solidarietà e la preghiera di Benedetto XVI hanno raggiunto l’Angola, teatro da
giorni di piogge violentissime che hanno causato, secondo gli ultimi bilanci,
oltre 80 morti specialmente nella capitale Luanda. E proprio al nunzio apostolico
nella capitale, l’arcivescovo Angelo Becciu, è
indirizzato il telegramma di cordoglio del Papa, a firma del cardinale
segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Nel raccomandare le vittime alla
misericordia di Dio, Benedetto XVI chiede “conforto e sostegno per i loro
familiari e per quanti hanno perduto i propri beni”. Il Papa, conclude il
telegramma, implora le maggiori benedizioni divine “per tutti coloro che sono
provati da questo dramma, senza dimenticare quanti partecipano all’ingente
opera di soccorso”.
ALTRE
UDIENZE
Il
Santo Padre ha ricevuto questa mattina in successive udienze anche
l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente presso
l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, e mons. Paolo Romeo,
arcivescovo di Palermo.
UN DOCUMENTO CHE HA GIA’
DATO MOLTI BUONI FRUTTI: COSI’, IL PREDICATORE
DELLA
CASA PONTIFICIA, PADRE RANIERO CANTALAMESSA, SULLA DEUS CARITAS EST,
A UN ANNO DALLA PUBBLICAZIONE. LA PRIMA
ENCICLICA DI BENEDETTO XVI
SI CONFERMA UNO STRAORDINARIO SUCCESSO
EDITORIALE
Un successo editoriale, per molti aspetti, senza
precedenti: ad un anno dalla pubblicazione, la Deus Caritas Est ha conseguito molti record. La prima Enciclica di
Benedetto XVI ha infatti venduto, solo in Italia, ben
un milione 450 mila copie. Il documento è stato ristampato tre volte in lingua
tedesca e tre volte in lingua spagnola. Due in lingua polacca. Tradotta anche
in russo e cinese, Deus Caritas Est –
riferiscono alla Libreria Editrice Vaticana – è la prima Enciclica, nella
storia, che ha registrato il tutto esaurito per la tiratura in latino, rendendone
così necessaria una ristampa. Altro dato significativo: in Italia, l’Enciclica
è stata tradotta anche in linguaggio braille per i non vedenti. Dunque, un
successo in parte inatteso per le sue dimensioni. Al di là dei numeri, però, la Deus Caritas Est è riuscita anche a
riportare il fondamento dell’essere cristiani al centro dell’attenzione e del
confronto con il mondo laico. Un grande merito di Benedetto XVI, come sottolinea
il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa,
intervistato da Alessandro Gisotti:
**********
R. – Dai frutti che ha prodotto possiamo giudicare la
bontà della scelta fatta dal Papa, perché certamente la Deus Caritas Est è stata al centro di tante riflessioni e ha ispirato
tante discussioni, anche nel mondo laico. E ciò stranamente, perché di solito
sono i credenti ad occuparsi delle Encicliche. Questa volta si è visto un
interesse veramente raro da parte del mondo secolare. Credo che con questa
Enciclica il Papa abbia inaugurato o ritrovato un nuovo modo di fare
apologetica del cristianesimo, che non consiste nel contrapporre la verità ai
valori umani secolari, ma nel farne vedere, con grande acutezza e profondità,
la concordanza, far vedere quindi che i valori cristiani, i valori di fede non
sono contro la ragione, ma sono l’espressione, il fiore più prezioso della
ragione. Questo, lo sappiamo, è un tema caro a Benedetto XVI, che
indirettamente si riflette anche in questa Enciclica.
D. – Come lei ha accennato, per il tema universale
trattato nell’Enciclica, ossia l’amore, la Deus caritas est ha suscitato l’attenzione o, per lo meno, la curiosità
anche di molti non credenti. Quali frutti può dare, dunque, nel tempo la
lettura di questo documento magisteriale?
R. – Il merito principale è quello di aver rimesso al
centro dell’interesse, dell’annuncio della Chiesa, il fondamento di tutto,
perché il fondamento di tutto è l’amore di Dio. La storia della Salvezza e la
stessa esistenza del mondo non si spiegano se non con questa ragione, che Dio è
amore; ‘Essere’ è essere amati. Non c’è altra
spiegazione dell’esistenza dell’uomo e dell’universo del fatto che all’origine
ci sia stato un atto d’amore. Il merito, dunque, è di avere messo a fondamento di tutto questa grande verità, da cui dipende tutto, che Dio
è amore. Dice il Papa che l’eros
vuole sollevare la creatura in estasi verso il divino, vuole condurre al di là
di se stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinuncia,
di purificazione e di guarigione. Il che vuol dire che il Papa non stabilisce
semplicemente un’equazione tra l’eros
e l’agape, tra l’amore passionale,
l’amore umano e la carità divina, ma fa vedere che tra di loro c’è una
continuità, non una discontinuità, non una contrapposizione. Credo sia stata
questa la cosa che, non solo ha incuriosito, ma ha
suscitato l’approvazione anche da tanta parte del mondo secolare, di avere
riconciliato, in un certo senso, questa realtà umana dell’amore, che sappiamo
quanto sia importante e quanto sia bistrattata; e avere dato questo grande
orizzonte, che vuole portare l’uomo al di là di sé. Questo è tutto quello che
gli uomini, gli innamorati, cercano. Per fare questo, però, dice il Papa c’è
bisogno di un aiuto, quell’aiuto che è la grazia, l’agape, l’amore di Dio.
D. – Il Papa ha dedicato la sua prima Enciclica alla
carità, un amore che, Benedetto XVI ci ricorda sempre, fin dalla Messa di
inizio Pontificato, non va disgiunto dalla verità. Come il cristiano può
testimoniare nel mondo di oggi questo messaggio di verità e carità?
R. – Ispirandosi a Gesù, perché nessun modello è tanto
sublime come Gesù, che ha amato e che però è morto per
la verità! E’ bello che lo stesso Giovanni, che nel Vangelo parla di
quest’amore di Cristo - “Vi ho amati. Amatevi gli uni e gli altri” – sia anche
quello che più fortemente accentui la verità. “Io sono la Via, la Verità e la
Vita” dice il Gesù di Giovanni. Tra le due cose evidentemente non c’è
opposizione, però la riconciliazione per noi uomini appare tanto difficile,
perché la carità è inquinata dall’egoismo e l’egoismo fa schermo all’amore e
alla carità. Quindi, la Chiesa dovrà sempre ricordare insieme le due cose –
come dice Paolo – facendo la verità nella carità!
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - "E' inaccettabile che si
percorra la strada della violenza per sostenere le proprie ragioni
politiche": all'Angelus Benedetto XVI esorta ad intraprendere la via della
pace dinanzi agli scontri fratricidi e alle tensioni che insanguinano il Libano
e la Striscia di Gaza.
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: trecento
morti a Najaf in una furiosa battaglia tra le forze
irachene e gruppi di miliziani.
Servizio culturale - Un articolo di Clotilde
Paternostro dal titolo "Impaginava l'intimismo borghese nella luminosità
del '400 toscano": i capolavori di Silvestro Lega
nel Complesso Monumentale di San Domenico a Forlì.
Servizio italiano - Politica,
coppie di fatto: imminente il progetto, ma nel Governo vi sono
contrasti.
=======ooo=======
29 gennaio 2007
RIVENDICATO DA JIHAD ISLAMICA E BRIGATE AL-AQSA
L’ATTENTATO KAMIKAZE
AD
EILAT, LOCALITA’ TURISTICA ISRAELIANA SUL MAR ROSSO: QUATTRO I MORTI.
CONTINUANO INTANTO GLI SCONTRI TRA FAZIONI
PALESTINESI A GAZA
-
Intervista con Michelguglielmo Torri -
E’ stato rivendicato dalla Jihad
islamica e dalle Brigate al-Aqsa, braccio armato di Fatah, l’attentato suicida che stamani in Israele ha fatto
4 morti nella città turistica di Eilat, sul Mar
Rosso. Intanto, non si arrestano le violenze tra miliziani di Hamas e Fatah nella Striscia di
Gaza, dove da venerdì sono morte oltre 30 persone. Di ieri, l’appello di
Benedetto XVI per una fine degli scontri. Roberta Moretti:
**********
La notizia della rivendicazione giunge subito
dopo quella dell’arresto di un complice del kamikaze.
L’attentatore, che si è fatto esplodere dentro un panificio, era un palestinese
di 21 anni originario di Gaza. Unanime la condanna internazionale. Il premier
israeliano, Olmert, ha promesso una “lotta senza
tregua ai terroristi e ai loro mandanti”, mentre da Addis Abeba, dove è con Abu Mazen per partecipare al
vertice dell'Unione Africana, il consigliere del presidente dell'ANP, Yasser Abed Rabbo,
ha respinto “atti come questo, che non sono
nell’interesse della causa e oscurano l'immagine del popolo palestinese”. E su Abu Mazen piovono critiche per la
sua missione all’estero mentre i Territori sono
sconvolti da gravi lotte fratricide. Anche stamani sono stati segnalati 3 morti
a causa di scontri, mentre sia Hamas che Fatah hanno accettato la proposta di mediazione avanzata
dall’Arabia Saudita.
**********
Ma l’attacco di Eilat può in qualche modo essere legato alle tensioni in
atto nella Striscia di Gaza, tra miliziani di Hamas e
di Al Fatah? Giada Aquilino
lo ha chiesto al prof. Michelguglielmo Torri
dell’Università di Torino, esperto di questioni israelo-palestinesi:
**********
R. - Sta rimontando la strategia della tensione, ma è
sicuramente legato a quello che avviene nella Striscia di Gaza. Nella striscia
di Gaza si è sull’orlo di una guerra civile, tutti sono contro tutti, è una situazione di virtuale anarchia. Ci sono gruppi
diversi che si stanno scontrando e che in qualche modo cercano di assumere una
posizione di superiorità politica. Questo attentato può essere inquadrato in
questo contesto e viene condotto sia per colpire il
nemico israeliano, sia per cercare di ritagliarsi una posizione di maggiore
influenza politica all’interno della Striscia di Gaza.
D. - Hamas e Al Fatah hanno accolto una proposta saudita per un incontro di
pacificazione alla Mecca. Se si terrà, cosa dovrà essere messo sul tavolo delle
discussioni?
R. - L’unica cosa che si può fare è cercare di condurre
un’opera di mediazione forte per arrivare a un accordo politico tra Fatah e Hamas. La Monarchia
saudita ha tradizionalmente giocato un ruolo di mediazione e di aiuto nei
confronti dei palestinesi. Il monarca dell’Arabia Saudita è il guardiano dei
luoghi santi e religiosi dei musulmani, quindi ha la statura e il prestigio per
mediare un accordo, un accordo che a questo punto potrebbe essere accettato,
senza perdere la faccia, sia dal presidente palestinese sia da Hamas. Il tentativo saudita è quello di formare un fronte
comune palestinese, per arrivare poi a una trattativa con lo Stato di Israele.
**********
APERTA,
A PARIGI, LA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL CLIMA: QUATTRO GIORNI
DI DIBATTITI TRA ESPERTI MONDIALI PER
COMPRENDERE NATURA E SCENARI FUTURI
DEI
FORTI MUTAMENTI CLIMATICI IN ATTO SUL PIANETA
-
Intervista con Vincenzo Ferrara -
Temperature che aumentano, inverni che tardano, estati
sempre più torride, mari che erodono coste, sconvolgimenti atmosferici che
investono zone solitamente temperate. Negli ultimi anni, i mutamenti del clima
stanno imponendosi con forza all’attenzione non solo degli esperti ma di tutta
l’opinione pubblica. Con sempre maggiore frequenza, la gente comune viene investita da ipotesi di scenari che paventano
catastrofi naturali, causate dalla negligenza umana, come pure da messaggi che
sostengono tesi diametralmente opposte, ovvero che i cambiamenti climatici
rientrano in una ciclicità sulla quale l’uomo incide in scarsa misura. Le varie
correnti scientifiche sono da oggi a confronto, a Parigi, teatro della
Conferenza internazionale sul clima. Esperti da tutto il mondo dibatteranno per
quattro giorni sugli ultimi rilevamenti in materia fino a quando,
il prossimo 2 febbraio, il Comitato intergovernativo
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) presenterà un Rapporto, a
cinque anni di distanza dall’ultimo studio. Sull’importanza di questo
documento, ecco l’opinione del rappresentante italiano del Comitato, il climatologo Vincenzo Ferrara, direttore del Progetto
speciale Clima Globale dell’Enea, intervistato da Antonella Palermo:
**********
R. - E’ una disamina molto accurata e approfondita, dalla
quale emerge che i cambiamenti climatici sono in realtà già in atto e che negli
ultimi anni il cambiamento climatico ha subito una accelerazione.
Alcuni dati sono a questo riguardo molto significativi.
Le attività umane hanno introdotto una perturbazione dovuta al fatto che
abbiamo cambiato la composizione dell’atmosfera. Sappiamo che la temperatura,
aumentata di 0,06 gradi per decennio all’inizio di questo secolo, è ora a 0,25.
Sappiamo che gli oceani hanno aumentato in media la loro temperatura, e molto
in alcune zone: è il caso dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico. Sappiamo
ancora che il livello del mare sta aumentando: cresceva di 1,8 millimetri
l’anno, attualmente siamo arrivati a 3,1 millimetri l’anno come valore medio,
ma in alcuni casi - come appunto l’Oceano Indiano, dove più si riscalda - siamo
arrivati a 3 centimetri l’anno. Ci sono molti più dati a disposizione e
l’affermazione che il clima è in fase di cambiamento è un’affermazione sulla
quale non ci sono più dubbi.
D. - E non c’è dubbio sulla correlazione tra il
cambiamento climatico e lo sviluppo delle attività umane…
R. - C’è una correlazione in questa misura: sui 3 watt di
riscaldamento medio registrati in più rispetto al passato, le attività umane
influiscono su questo effetto serra intorno al 90 per cento. Il 10 per cento è
un effetto, diciamo, di tipo naturale.
D. - E’ vero che questo rapporto smussa alcune posizioni
estreme che stanno circolando in queste ultime settimane?
R. - Se parliamo tra climatologi
circa il fatto che vi sia o no un cambiamento climatico in atto, non abbiamo
dubbi. I dubbi vengono posti da persone che non sono
scienziati e che hanno altri interessi. Il vero problema riguarda, invece, il
futuro. Sulle proiezioni future, l’ultimo Rapporto dell’IPCC fa un po’ di
autocritica e sostiene semplicemente che tutti gli scenari che sono stati
previsti per il futuro nel Rapporto precedente sono sì tutti confermati, ma
vanno presi con una certa cautela. Di questi scenari, l’IPCC ritiene siano più
affidabili quelli cosiddetti “intermedi”, in cui si vede che alla fine di
questo secolo - sempre che non agiremo da forsennati - l’aumento della
temperatura sarà intorno ai 3 gradi e l’innalzamento del mare intorno a 30 centimetri.
Ma questi 30 centimetri non stanno a significare che le coste scompariranno. Il
problema dell’erosione delle coste c’è ma anche perché aumentano altri fenomeni
estremi...
D. - Quali sono i fenomeni estremi?
R. - Alcuni assaggi li abbiamo avuti proprio in questi
giorni e sono l’intensificazione dei fenomeni meteorologici, tra cui l’intensificazione
delle precipitazioni, del vento, delle alluvioni, di lunghi periodi di siccità.
Si tratta di fenomeni che sono già in parte in atto, ma che tenderanno ad
acutizzarsi.
D. – “Clima, istruzioni per l’uso: i
fenomeni, gli effetti, le strategie”: questo il titolo del suo libro che sarà
pubblicato dalle Edizioni Ambiente. Volevo chiederle: quali sono gli
attori coinvolti nella cosiddetta questione climatica? Ci sono, da una parte, i
governi e, dall’altra, i cittadini e gli ambientalisti e poi lei fa cenno anche
alle compagnie di assicurazioni…
R. - Sì, c’è anche il problema delle compagnie di
assicurazioni, perché soprattutto nei Paesi industrializzati molte imprese
tendono ad assicurarsi contro i danni derivanti da questi eventi estremi.
L’uragano Katrina o altri uragani che si sono
abbattuti sugli Stati Uniti rappresentano un esempio tipico. In America, questa
abitudine è molto consolidata e le assicurazioni si trovano a pagare dei danni
ingenti e di molto superiori a quelli che sono i loro
proventi. Di conseguenza, le assicurazioni stanno conducendo anch’esse degli
studi per calcolare il premio che deve essere pagato. A livello globale, le
assicurazioni hanno dovuto pagare 300 miliardi di dollari per la maggior parte
derivanti proprio degli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici, quando
soltanto qualche anno fa questa cifra era minore di un terzo
e molti anni fa era molto molto bassa. Il
rischio è globale e tutti noi dobbiamo concorrere affinché questo rischio sia
ridotto, anteponendo la questione dell’equità agli interessi settoriali e
momentanei.
D. - A livello di strategie la parola chiave che emerge
dal suo libro è “mitigazione”: che
cosa intende?
R. - Il clima bisogna vederlo come fosse
un rischio. Come si affronta un rischio? Si affronta cercando di ridurne le
cause: questa è la mitigazione. Ridurre le cause del clima significa ridurre
l’impatto delle attività umane e quindi ridurre le emissioni. Ma non basta solo
ridurre le emissioni, bisogna infatti anche prevenire
le conseguenze negative ed i danni che possono derivare da questi cambiamenti.
Mentre, nel primo caso, la riduzione delle cause di rischio va trattata a
livello internazionale, la riduzione delle conseguenze di questo rischio è
compito dei singoli governi, a livello nazionale.
**********
UNA
SCUOLA CHE PROMUOVA
IN
QUESTI GIORNI A ROMA IL CONVEGNO NAZIONALE DELLA FIDAE,
-
Intervista con Carlo Ricci, Graziella Favaro e padre
Francesco Beneduce -
“Insieme per una scuola che promuova la persona”: è stato
il tema del Convegno nazionale promosso in questi giorni a Roma dalla FIDAE,
**********
Il professor Carlo Ricci, psicologo e docente
all’Università Pontificia Salesiana, ha concentrato il suo intervento sulla
scuola intesa come realtà attraverso la quale ricercare il senso
dell’esistenza:
“Vedo
che nella scuola cattolica c’è maggiore sensibilità rispetto a queste
tematiche, rispetto proprio al cercare di dare un senso al loro intervento
educativo e nel trasmetterlo ai loro alunni. Credo che sia questa una delle
sfide per la scuola cattolica, cioè quella di essere una scuola che trasmette
valori e che trasmette ai ragazzi anche un senso pieno della propria vita”.
Il tema
dell’immigrazione è stato ben sviluppato ed affrontato dalla pedagogista ed
esperta di problemi immigrativi Graziella Favaro:
“La
scuola sta cercando di colmare anche un divario, anche una incompetenza
che c’è per esempio sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua. Forse
i temi della relazione dei bambini stranieri e dei bambini italiani nelle
elementari o nelle medie e nelle superiori, oggi
continua a rimanere un po’ nell’ombra. E invece sarebbe poi questo l’elemento
centrale, perché è vero che nessuno apprende se non si sente accolto, se non si
sente dentro il mondo dei pari. Soprattutto ad una certa età, nell’età della preadolescenza e dell’adolescenza, il far parte del gruppo
dei pari, le relazioni orizzontali sono importanti tanto quanto le relazioni
nella famiglia”.
Il
padre gesuita Francesco Beneduce, fra gli
organizzatori del Convegno e segretario nazionale FIDAE, si è espresso proprio
in favore della necessaria collaborazione tra scuola e famiglia:
“La
scuola, e quindi la scuola cattolica, è come dire un prolungamento,
un’espansione della famiglia. In questo senso direi che è strategica e cruciale
la dimensione della scuola come famiglia allargata, in ordine ad una
convivenza, in ordine alla cittadinanza, in ordine alla dimensione ecclesiale
del proprio battesimo che abbraccia tutto il mondo”.
**********
UN
FILM INCHIESTA IN ONDA STASERA SU RAI 3 RACCONTA LE DRAMMATICHE
VICENDE
DELLA STORIA DELL’IMMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI STATI UNITI
- Con
noi, Gianfranco Norelli -
Storie ed immagini per raccontare le tante pagine
drammatiche della storia dell’immigrazione italiana negli Stati Uniti: è quanto
si propone il film inchiesta “Pane amaro”, in onda stasera alle 23,45 su Rai3 e lunedì prossimo, alla stessa ora. Il documentario,
realizzato dal giornalista italo-americano Gianfranco
Norelli e che si inserisce nel ciclo “La Grande
Storia Magazine”, esplora anche il pregiudizio di cui furono oggetto gli
immigrati italiani, negli anni della grande emigrazione tra la fine dell’800 e
l’inizio del secolo scorso. Proprio Gianfranco Norelli
spiega – al microfono di Antonella Palermo – le difficoltà incontrate da tanti
immigrati nel loro processo di integrazione nella società americana:
**********
R. – Pensiamo che, negli Stati Uniti, ci sono circa 16
milioni di persone di origine italiana, che molto spesso non conoscono la
propria storia, una storia che anche in Italia si conosce poco, quella cioè
della emigrazione verso gli USA. Se ne conoscono gli aspetti, forse, più
celebrati e cioè il successo che molti italiani sono riusciti ad ottenere in
quel Paese, ma non si conosco le difficoltà e gli eventi storici che hanno segnato
questa storia.
D. – Il Popolo degli
immigrati italiani, come viene detto in questo
documentario, cerca con perseverante tenacia di conservare le proprie
tradizioni culturali ed anche quelle religiose….
R. – Osserviamo lo sviluppo della più grande di queste comunità italo-americane
e cioè la comunità della Harlem italiana, a New York.
E’ una comunità, questa, che diventò così grande da riuscire ad esprimere anche
dei leader politici, come appunto Fiorello La Guardia.
L’Harlem italiana arrivò ad avere fino a 100 mila
abitanti. Questa comunità cominciò a raccogliersi intorno ad una chiesa, la
chiesa della Nostra Signora del Monte Carmelo, sulla 116.ma
Strada. Una comunità che tutti oggi pensano essere
composta da neri americani, mentre all’inizio era una comunità conosciuta negli
anni Venti e negli anni Trenta come una comunità essenzialmente italiana. Nasce,
quindi, questa piccola chiesa, che viene definita un
piccolo gioiello, costruita con le loro mani dagli immigrati ed ha tutte le
caratteristiche di una chiesa del sud dell’Italia. Fu aperta nel 1884 al culto
e tuttora continua la tradizione della processione di Nostra Signora del Monte
Carmelo e gli italoamericani che vivevano in quella
zona e si sono poi trasferiti, tornano quel giorno ad affollare la comunità di Harlem per prendere parte a questa commovente processione.
D. – All’inizio del Novecento arriva a New York l’ondata
più numerosa di immigrati italiani e nel 1906 ne sbarcano 980 al giorno. Il totale per quell’anno tocca un record che non verrà mai più
superato, 358 mila. Qual è la situazione oggi?
R. – Gli italiani hanno oggi dei ruoli importanti
nell’establishment americano, ma è importante per capire il valore di questi
passi avanti, riuscire a capire da dove sono venuti, tanto più che l’Italia si
trova ad essere oggi un Paese che è meta di immigrazione. E’ quindi molto
importante che noi facciamo questa riflessione su cosa vuol dire essere
immigrati.
**********
29 gennaio 2007
15
MILA PERSONE HANNO PARTECIPATO IERI A LISBONA ALLA
“MARCIA PER
PER
DIRE ‘NO’ ALLA DEPENALIZZAZIONE DELL’ABORTO,
OGGETTO
DI REFERENDUM IN PORTOGALLO L’11 FEBBRAIO PROSSIMO
LISBONA. = Circa 15 mila persone hanno partecipato ieri a
Lisbona ad una “Marcia per la vita”, chiedendo ai portoghesi di dire 'no' alla
depenalizzazione dell'aborto, che sarà oggetto di Referendum l'11 febbraio prossimo.
“La legge deve difendere gli indifesi, colui che non ha voce, il bimbo che sta
nel ventre di sua madre”, ha detto José Bagao Felix, ex ministro conservatore. La “Marcia per la vita”
era stata indetta dalle 15
organizzazioni che si sono unite per fare campagna per il 'no'
alla depenalizzazione dell'aborto, adesso autorizzato unicamente in caso di
stupro, pericolo per la vita o la salute della madre, malformazione congenita
del feto. All'infuori di tali casi, le donne che abortiscono rischiano fino a
tre anni di reclusione, i medici che praticano l'aborto fino a otto anni. Margarida Neves, dell'organizzazione “Aborto? No, grazie”,
ha affermato
che è “indiscutibile che la vita umana cominci dal concepimento” e che
“l'embrione gode di diritti e vuole vivere”. Tra due domeniche, i portoghesi
saranno chiamati a pronunciarsi sulla legalizzazione dell'aborto, se praticato su richiesta della
donna nelle prime dieci settimane di gravidanza. Secondo un sondaggio
dell'Università cattolica del
Portogallo, il numero dei portoghesi favorevoli alla
depenalizzazione, pur restando maggioranza assoluta, è sceso al 59 per cento,
dal 72 di alcuni mesi fa. E, con gli indecisi che aumentano, è difficile predire il
risultato della consultazione. (R.G.)
DA
OGGI, PER TRE GIORNI,
IL PATRIARCA
DI BABILONIA HA CHIESTO ESPRESSAMENTE AI FEDELI IN IRAQ
E NEL MONDO DI RISPETTARE QUESTA TRADIZIONE,
INVOCANDO DAL SIGNORE IL DONO DELLA PACE,
DELLA
SICUREZZA E DELLA STABILITA’ PER GLI IRACHENI
ANKAWA. = Con una Messa in aramaico,
celebrata nella chiesa caldea di Saint Joseph, ad Ankawa, ha preso il via ufficialmente questa mattina il
Digiuno di Ninive, che precede di tre settimane quello quaresimale. Nel
pomeriggio sarà poi celebrata un'altra Messa in arabo per la sempre più
numerosa comunità caldea in fuga dalle violenze nel resto dell’Iraq, che ha
minore dimestichezza con la lingua aramaica. Il
digiuno, che nel rispetto della tradizione cattolica caldea è iniziato di fatto ieri durerà tre giorni a partire da oggi e
comporterà una totale astensione da cibo e bevande dalla mezzanotte al
successivo mezzogiorno, cui seguirà la possibilità di nutrirsi escludendo però
i cibi ed i condimenti di origine animale. Già a dicembre
2006 il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Emmauel III Delly, aveva invitato
i fedeli in Iraq e nel mondo ad osservare il digiuno di Ninive ‘perché il Signore
concedesse il dono della pace, della sicurezza e della stabilità all'Iraq, e
perché si realizzasse un clima di fratellanza e carità tra i figli dell'Iraq’.
Intanto il sito baghdadhope
fa sapere che il Babel College, l'unica Facoltà
teologica cristiana in Iraq, recentemente trasferitosi da Baghdad ad Ankawa, è ora operativo tanto da poter offrire agli
studenti, oltre ai corsi di Filosofia e Teologia, anche corsi di inglese. (R.G.)
SI CELEBRA OGGI
DEI DATI PERSONALI”, AL FINE DI SENSIBILIZZARE I CITTADINI SUI DIRITTI
E SULLE LIBERTA’
FONDAMENTALI LEGATI ALLA VITA PRIVATA.
IN ITALIA, SI PARTE CON TANTE INIZIATIVE RIVOLTE AI GIOVANI,
I PIU’
ESPOSTI A VIOLAZIONI E RISCHI PORTATI DALL’USO DELLE NUOVE TECNOLOGIE
- A cura di Roberta Gisotti -
**********
ROMA. = Si celebra oggi la prima “Giornata
europea della protezione dei dati personali”. L’iniziativa, promossa dal
Consiglio d'Europa con il sostegno della Commissione Europea, ha lo scopo di
sensibilizzare tutti i cittadini sui diritti e sulle libertà fondamentali
legati alla tutela della vita privata. Per celebrare questo primo appuntamento, il Garante
italiano per la privacy ha deciso di puntare sui giovani, perché ritenuti i più
esposti ad un uso illecito dei loro dati personali e spesso i meno consapevoli
dei pericoli che si corrono nell'uso delle nuove tecnologie, ricche di opportunità, ma dense di rischi e pericoli, siano esse
Internet o i videofonini. Il Garante ha dunque
invitato stamani nella propria sede di Roma gli studenti di alcune scuole
superiori per stimolare un confronto sul tema della protezione dei dati e per
presentare una serie di iniziative che avranno corso
nel 2007. All'iniziativa ha partecipato anche il Ministro della Pubblica
Istruzione, Giuseppe Fioroni, insieme a rappresentanti delle istituzioni
italiane ed europee. Fissata nella ricorrenza della firma della Convenzione che
regola il trattamento dei dati personali. E’ necessario equilibrare - osserva
in un messaggio per
**********
IL 30
E 31 GENNAIO A BERLINO PRIMO “SUMMIT DELL’UGUAGLIANZA”
IN
APERTURA DELL’ANNO EUROPEO 2007 PER LE PARI OPPORTUNITA’
BERLINO. = Il primo “Summit dell’uguaglianza”, che si apre
a Berlino domani, darà il via alle iniziative per l’Anno 2007 delle pari
opportunità, promosso dall’Unione Europea. Ieri a Bruxelles – riferisce
l’agenzia SIR - è stato reso noto il programma delle attività con conferenze,
dibattiti, concorsi per le scuole, confronto e scambi di esperienze sui temi
dell’Anno volti a “rendere i cittadini comunitari consapevoli del proprio
diritto a non essere discriminati, a promuovere le pari opportunità in campi
quali il lavoro e l’assistenza sanitaria”. Quattro i filoni
di approfondimento: diritti; rappresentanza; riconoscimento; rispetto.
L’incontro di Berlino, che si concluderà mercoledì, promosso dalla Commissione
e dalla presidenza di turno dell’Unione, “riunirà ministri, organismi di
promozione dell’uguaglianza delle opportunità, rappresentanti dei sindacati e
degli imprenditori e organizzazioni non governative”. Tre gli
obiettivi del Summit nella capitale tedesca: “Il lancio dell’Anno;
l’identificazione di misure specifiche per fare dell’uguaglianza delle opportunità
una realtà in Europa; lo scambio di buone pratiche per valorizzare le
diversità”, a favore dei cittadini stessi “e della società nel suo insieme”.
Saranno presenti ai lavori il ministro tedesco per la Famiglia, Ursula von der Leyen
e il commissario europeo per le Pari Opportunità, Vladimír
Špidla. (R.G.)
INAUGURATO A SEUL, UN CORSO DI FORMAZIONE PER I LAICI,
NUOVI PROTAGONISTI
DELL’EVANGELIZZAZIONE.
È UNA INIZIATIVA PROMOSSA DAL CONSIGLIO
PER L’APOSTOLATO DEI LAICI DELL’ARCIVESCOVADO DELLA CAPITALE SUDCOREANA
SEUL.= Una scuola per il
Laicato è stata inaugurata, in questi giorni, a Seul, dal Consiglio per
l’Apostolato dei Laici dell’arcivescovado della capitale sudcoreana.
L’iniziativa, annunciata ufficialmente dall’arcivescovo di Seul, cardinale Nicholas Jinsuk Cheong, punta a responsabilizzare maggiormente i laici
attivando un processo di evangelizzazione capillare nel territorio diocesano.
“Ogni parrocchia – ha affermato il cardinale Cheong -
deve essere una comunità che sperimenta la comunione, un luogo dove ogni fedele
può incontrare Dio”. L’aspetto della “comunione” nella Chiesa, infatti, è tra i
temi centrali del Piano Pastorale dell’Arcidiocesi di Seul per il 2007. Il
corso di formazione, intitolato “Trinity leadership Programme” si articola in tre nuclei tematici, dedicati
rispettivamente all’appro-fondimento delle figure del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo. Secondo padre Bartolomeo Chon Won, direttore del Centro di Ricerca Pastorale
dell’arcidiocesi, la scuola serve a costruire comunità cristiane nello spirito
del Concilio Vaticano II: una Chiesa in cui, il ruolo e le responsabilità del
laicato possano crescere, dando un contributo determinante alla pastorale delle
parrocchie. In questo modo, come ha sottolineato di recente la conferenza
episcopale coreana, i laici sono chiamati a diventare protagonisti attivi
dell’evangelizzazione. (A.D.F.)
LA CINA E’ FRA GLI ULTIMI PAESI PER LA CURA AMBIENTALE. LO HA RESO
NOTO UNO STUDIO CONGIUNTO DEL MINISTERO DELLA SCIENZA E DELLA
TECNOLOGIA,
DELL’ACCADEMIA
CINESE DELLE SCIENZE E DI ALCUNE PRINCIPALI UNIVERSITÀ
PECHINO.= Su un campione di
118 Paesi, la Cina occupa il centesimo posto per la protezione dell’ambiente.
La denuncia arriva da uno studio congiunto del ministero della Scienza e della
Tecnologia, dell’Accademia cinese delle scienze e di alcune principali università.
Secondo il “Rapporto 2007 sulla modernizzazione della Cina”,
il gigante asiatico è il maggior produttore, dopo gli Stati Uniti, dei gas che
causano l’effetto serra. La crescita economica, che sta interessando il Paese,
non ha migliorato le misure di tutela ambientale, e si prevede un aumento
dell’inquinamento. I dati dicono che, nel 2020, le fonti alternative di
energia, costituite per lo più da impianti idroelettrici, potranno coprire non
più del 15% del fabbisogno interno e causeranno ingenti problemi di
sfruttamento dei fiumi e distruzione delle risorse naturali. “Confrontata con
la modernizzazione sociale ed economica, la modernizzazione ecologica della Cina è rimasta molto indietro”, ha affermato He Chuanqi, direttore del gruppo
di ricerca che suggerisce di potenziare il ruolo dell’amministrazione statale
per la protezione ambientale (SEPA) dandole maggiori risorse e competenze. Il
risultato sconfessa il premier Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao, che nel 2006 avevano posto
come priorità politica la protezione e il recupero ambientale. (A.D.F.)
LA
REGINA RANIA DI GIORDANIA NOMINATA PRIMO “EMINENTE
AVVOCATO”
DELL’UNICEF
PER I BAMBINI. “UN TITOLO DI FANTASIA
PER UN
LAVORO FONDAMENTALE”: COSI’ LA SOVRANA HA COMMENTATO
IL
NUOVO INCARICO, RICEVUTO A DAVOS, IN SVIZZERA
BERNA.= Il titolo di primo “Eminente Avvocato” dei bambini
UNICEF è stato conferito in questi giorni alla regina Rania
al-Abdullah di Giordania, durante il Forum economico
tenutosi a Davos, in Svizzera. Lo ha annunciato, Ann Veneman, direttore esecutivo
del Fondo per l’infanzia dell’ONU che, durante la cerimonia ha definito la
sovrana “un’instancabile campione per i bambini”. La Veneman ha ricordato, poi, la grande sensibilità di Rania
che, anche in passato, si era recata nelle
zone del Pakistan, devastate dal terremoto, per portare aiuto ai più
piccoli. “È un titolo di fantasia per un lavoro fondamentale”, così, la regina
ha commentato il suo nuovo ruolo. La sovrana collaborerà con l’UNICEF per promuovere
la salute, l’educazione e il benessere dei bambini. “È un istinto naturale
aiutare i più piccoli - ha detto alla stampa - perché loro ci ricordano che
cosa è davvero importante nella vita”. “I grandi cambiamenti – ha aggiunto -
sono la somma di tanti piccoli passi”. Concludendo il suo intervento, Rania ha spiegato che il desiderio di unirsi all’UNICEF è
volto ad aggregare consensi e produrre risultati. (A.D.F.)
=======ooo=======
29 gennaio 2007
- A cura
di Roberta Moretti -
Iraq. Almeno 14 persone sono morte stamani a
Baghdad in tre diversi attentati, il più grave dei quali nei pressi
dell’università al Mustansiriya, dove un kamikaze si
è fatto saltare in aria al passaggio di un autobus, uccidendo 12 persone. E
mentre nelle vie della città, come in tutto l'Iraq, gli sciiti celebrano il
giorno dell'Ashura - in commemorazione del martirio
del loro santo-eroe, imam Hussein - tre professori e
uno studente, originari di province a maggioranza sunnita, sono stati rapiti da
un commando armato nel quartiere Khadimiya. E a
Baghdad è giunto per una visita in programma da tempo, ma non preannunciata, il
ministro della Difesa britannico Desmond Brown, che incontrerà il presidente iracheno, Jalal Talabani, e dal premier, Nuri
al-Maliki. Si è assestato a 300, intanto, il bilancio
dei miliziani uccisi a Najaf durante i combattimenti
infuriati nelle ultime 24 ore tra l’esercito statunitense e una setta millenaristica sciita, la Jund al
Sama, fortemente impegnata
nella guerriglia locale.
Il presidente afgano, Hamid
Karzai, è tornato ad affermare di essere disponibile a colloqui di pace con i
ribelli taleban, per porre fine alle violenze nel
Paese. Il 2006, con 4 mila morti, tra cui 170 militari della
NATO, è stato l'anno più sanguinoso dalla caduta del regime
fondamentalista di Kabul nel 2001 e per il 2007, con l'arrivo della primavera,
si teme un'ulteriore escalation. Due anni fa, Karzai aveva proposto un’amnistia
per i taleban “più moderati” e l’apertura di
trattative. La sua offerta era stata respinta dai guerriglieri che, anzi,
l’avevano giudicata una prova di debolezza.
La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha proposto alla Russia un’alleanza con
l’obiettivo di “far fallire gli ambiziosi piani degli USA” nella regione.
Ricevendo il capo del Consiglio di sicurezza russo, Igor Ivanov,
che gli ha consegnato una lettera del presidente, Vladimir Putin,
Khamenei ha detto che i due Paesi, detentori della
maggior parte delle riserve mondiali di gas, possono dare vita anche
“un’organizzazione di Paesi esportatori di gas sul modello dell’OPEC” per il
petrolio.
Quarantotto persone sono state fermate questa
mattina in 5 città turche in un’operazione di polizia contro le cellule di al-Qaida in Turchia. Lo hanno reso noto la rete televisiva
NTV e l'agenzia di stampa turca Anadolu. Venticinque
sospettati sono stati arrestati nella sola Konya,
mentre gli altri tra Istanbul, Kocaeli, Smirme e Mardin. La settimana
scorsa sono stati rinviati a giudizio tre terroristi che preparavano un
attentato, tra cui un avvocato di Smirne che sostiene di essere il leader di al Qaeda in Turchia.
Le emergenze in Somalia, in Darfur e nei territori
palestinesi al centro della prima giornata di lavori dell’ottavo vertice
dell'Unione Africana (UA), apertosi stamani ad Addis
Abeba, in Etiopia, alla presenza del nuovo segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. Intanto, assegnata
al Ghana la presidenza dell’UA per il 2007. Il servizio di Roberta Moretti:
**********
“E’ anche colpa nostra. Saremmo dovuti
intervenire prima con la forza di pace africana e abbiamo tardato”: con queste
parole, pronunciate nel suo intervento introduttivo, il presidente della
commissione dell’Unione Africana, Alpha Omar Konaré, ha ammesso le responsabilità dell’UA nella crisi
somala, sottolineando l’urgenza di un intervento immediato della forza di pace
e di un governo rappresentativo, aperto anche alle forze islamiche moderate.
Sul Darfur, invece, Konaré ha espresso l’esigenza di
applicare e rispettare gli accordi raggiunti, per evitare un effetto-domino su
Ciad e Repubblica Centroafricana. Molta attenzione
anche da parte di Ban Ki-moon,
che ha sottolineato la necessità immediata di inviare in Sudan forze di pace
miste africane e delle Nazioni Unite. Da parte sua, poi, il presidente
dell’autorità palestinese, Abu Mazen
ha lanciato un forte appello perché l'Africa appoggi la lotta del suo popolo
per la piena indipendenza e sovranità, come del resto – ha ricordato – “ha
sempre fatto”. “Siamo l'ultimo popolo che soffre l’oppressione del colonialismo
e dell’occupazione – ha aggiunto – e le risoluzioni ONU continuano ad essere
fraintese, bloccate o respinte”. Secondo Abu Mazen, è proprio questa situazione di occupazione ad
innescare violenza e terrorismo. Gli stessi avvenimenti di Gaza, per il
presidente palestinese, sono dovuti alla presenza di
troppe diverse autorità, “ma - ha dichiarato - non consentiremo alcuna guerra
civile, il sangue palestinese è sacro”. Da segnalare, infine, l’intervento del
premier italiano, Romano Prodi, che ha riaffermato l'impegno dell'Italia perché
il continente africano abbia un posto centrale sulla scena mondiale,
dichiarando inoltre che l'Italia è disposta ad ospitare una conferenza di pace sulla Somalia.
**********
Il Movimento per l’emancipazione del Delta del
Niger (MEND) ha attaccato ieri un posto di polizia nel centro di Port Harcourt, la principale
città della regione petrolifera del sud della Nigeria, per liberare uno dei
suoi capi. Nel corso della violenta battaglia, che ha visto impegnati una
cinquantina di miliziani armati, sono morte almeno due persone. Dal 7 dicembre
scorso, il MEND tiene in ostaggio tre dipendenti dell'ENI, gli
italiani Francesco Arena e Cosma Russo, e il libanese Imad Saliba. Un terzo italiano
rapito, Roberto Dieghi, è stato liberato il 17 gennaio.
Storica decisione
del Sinn Fein, il partito
repubblicano che si batte per l'indipendenza dell'Irlanda del Nord, che ha riconosciuto
come legittima la polizia dell'Ulster, finora considerata una “forza di
occupazione” al servizio di Londra. Secondo gli esperti, il voto spiana la
strada al rilancio delle strutture di autogoverno e dovrebbe rendere di nuovo
possibile un dialogo, giungendo finalmente ad una pace duratura. Ma cosa cambia
nello specifico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Pierantonio Lacqua dell’Ansa di Londra:
**********
R. - Cambia un po’ tutto il contesto politico, come ha
indicato il leader del Sinn Fein,
Gerry Adams. A questo punto
gli unionisti non hanno più nessuna scusa, anche per non accettare una
cogestione con i repubblicani.
D. - Ci sono stati anche degli avvertimenti alla polizia
nord irlandese che dovrà a questo punto conquistarsi la fiducia dei repubblicani.
In che modo secondo te?
R. - Secondo Martin McGuinnes, il numero due del Sinn
Fein, non è stato data alla polizia dell’Ulster una
cambiale in bianco, la polizia dell’Ulster doveva dimostrare di essere
neutrale. Proprio nei giorni scorsi l’ombdusman della
polizia nord irlandese ha reso noto un rapporto veramente shock. Secondo questo
rapporto, negli anni ’90, la polizia nord irlandese è stata in collusione con i
gruppi paramilitari unionisti per almeno una decina di delitti. Quindi sono
state fatte delle grosse riforme, la polizia non si chiama più Royal Constabulary, ma si chiama
appunto Servizio di polizia per l’Irlanda del Nord, è composta, a questo punto,
dal 20% di cattolici all’80% da protestanti e in precedenza solo l’8% delle
forze dell’ordine erano appunto cattoliche. La riforma per il Sinn Fein significa innanzitutto
che la polizia deve dare prova di essere neutrale, per quanto riguarda anche il
rapporto con le due comunità della provincia.
D. - Quello in Irlanda del Nord è un conflitto che lacera
questa terra, lo ricordiamo, da oltre 80 anni. A questo punto si può sperare in
un futuro di pace o almeno di normalizzazione?
R. - Tutti i segnali lo fanno pensare. E’ un processo in
corso e senz’altro il peggio è passato.
**********
“Il trattato costituzionale che stabilisce una
Costituzione per l'Europa non è una velleità nominalistica", corrisponde a
esigenze profonde: lo ha detto presidente italiano, Giorgio Napolitano, alla
Università Computense di Madrid che gli ha conferito
una laurea honoris causa. C’è il
rischio, secondo Napolitano, che la Carta UE sia messa
da parte e ciò “sconfesserebbe” la firma dei capi di 27 Paesi. L'Europa unita –
aggiunge – strumento di democrazia e pacificazione, può agire come attore
mondiale, “senza mettere in forse” l'alleanza con gli Usa. Basta esitazioni
nella concertazione politica come nella fase post-euro, quando mancò il governo
dell’economia, sottolinea.
Dopo le
tensioni politiche degli ultimi mesi, il Kirghizistan
ha un nuovo premier: si tratta del ministro dell'agricoltura, Azim Isabekov, la cui nomina è
stata approvata oggi con voto segreto da 57 dei 75 membri del parlamento. Lo ha
reso noto l'agenzia Interfax.
Il presidente equadoreño,
Rafael Correa, ha nominato ieri sera ministro della
Difesa ad interim l’attuale
responsabile del dicastero dell’Economia, Ricardo Patino. La decisione fa
seguito alla morte, mercoledì, in un incidente di elicottero non del tutto
chiarito, del ministro socialista Guadalupe Larriva, prima donna nella storia ecuadoreña
a guidare la Difesa. Correa, che ha affidato a una Commissione d’inchiesta
internazionale la missione di determinare le cause reali dello scontro in volo
dei due elicotteri, che ha causato il decesso di Larriva,
della figlia di 17 anni e di cinque ufficiali, ha promesso di nominare presto
un’altra donna alla testa del delicato Ministero.
Daniel Glaser, il
funzionario americano incaricato di discutere con la Corea del Nord delle
sanzioni finanziarie imposte da Washington, è arrivato stamani a Pechino, per
incontrare i responsabili nordcoreani. Il dialogo
sulle sanzioni finanziarie dovrebbe facilitare la ripresa dei colloqui a sei
sul disarmo nucleare di Pyongyang. Le sanzioni sono
state imposte unilateralmente dagli USA alla fine del 2005 e hanno portato al
congelamento dei conti intestati a cittadini e istituzioni norcoreani
nel Banco Delta Asia di Macao. Secondo le accuse, i conti erano usati per
operazioni illegali, come la diffusione di banconote false e il riciclaggio di
denaro proveniente dal traffico di droga.
Undici minatori sono morti nel sud della Cina a causa di un’esplosione di gas, mentre altri
cinque sono dati per dispersi. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina, precisando
che l’incidente è avvenuto in una miniera di carbone nella provincia meridionale
del Guizhou. Le miniere cinesi sono spesso gestite da
imprenditori improvvisati che trascurano le più elementari norme di sicurezza.
Secondo dati ufficiali, nel 2006 gli incidenti sono diminuiti del 20% rispetto all’anno precedente, mentre i minatori morti sul lavoro sono
stati 4.746.
=======ooo=======