RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 29  - Testo della trasmissione di lunedì 29 gennaio 2007

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa ha ricevuto il primo gruppo di vescovi liguri in visita ad Limina: con noi l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco

 

Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per le vittime delle piogge torrenziali in Angola

 

Un documento che ha già dato molti buoni frutti: così, ai nostri microfoni, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, sulla Deus caritas est, a un anno dalla pubblicazione

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Attentato kamikaze ad Eilat, località turistica israeliana sul Mar Rosso: quattro i morti. Continuano intanto gli scontri tra fazioni palestinesi a Gaza. Ce ne parla Michelguglielmo Torri

 

Aperta, a Parigi, la Conferenza internazionale sul clima. Intervista con Vincenzo Ferrara

 

Una scuola che promuova la persona: su questo tema si è svolto in questi giorni a Roma il Convegno nazionale della FIDAE, la Federazione rappresentativa delle scuole cattoliche italiane: gli interventi di  Carlo Ricci, Graziella Favaro e padre Francesco Beneduce

 

Un film inchiesta in onda stasera su Rai3 racconta le drammatiche vicende della storia dell’immigrazione italiana negli Stati Uniti: il commento di Gianfranco Norelli

 

CHIESA E SOCIETA’:

15 mila persone hanno partecipato ieri a Lisbona alla “Marcia per la vita” per dire ‘no’ alla depenalizzazione dell’aborto, oggetto di referendum in Portogallo l’11 febbraio prossimo

 

Iraq: da oggi per tre giorni la Chiesa caldea osserva il digiuno di Ninive

 

Si celebra oggi la prima “Giornata europea per la protezione dei dati personali”, al fine di sensibilizzare i cittadini sui diritti e sulle libertà fondamentali legati alla vita privata

 

Il 30 e 31 gennaio a Berlino primo “Summit dell’uguaglianza” in apertura dell’Anno europeo 2007 per le pari opportunità

 

Inaugurato a Seul, un corso di formazione per i laici, nuovi protagonisti dell’evangelizzazione

 

La Cina fra gli ultimi Paesi per la cura ambientale: lo rivela un rapporto governativo cinese

 

La regina Rania di Giordania nominata primo “eminente avvocato” dell’UNICEF per i bambini

 

24 ORE NEL MONDO:

Le emergenze in Darfur, Somalia e Territori palestinesi al centro della prima giornata del Vertice dell’Unione Africana ad Addis Abeba

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 gennaio 2007

 

 

IL PAPA HA RICEVUTO IL PRIMO GRUPPO DI VESCOVI LIGURI IN VISITA AD LIMINA:

AI NOSTRI MICROFONI L’ARCIVESCOVO DI GENOVA ANGELO BAGNASCO

 

Il Papa ha ricevuto stamane il primo gruppo di vescovi della Conferenza episcopale della Regione Liguria in visita ad Limina, guidati dall’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco. La Regione ecclesiastica ligure conta circa un milione e 900 mila abitanti, sette diocesi, 1250 parrocchie e quasi 1700 sacerdoti tra secolari e regolari. La presenza della Chiesa sul territorio è iniziata già a partire dal III-IV secolo e da allora l'adesione delle genti liguri alla fede cristiana si è manifestata costantemente, in particolare con la fondazione di luoghi di culto, eretti a protezione dei pericoli di cui era fonte il mare, e anche centri di ospizio per i pellegrini che attraverso la via Aurelia si dirigevano a Roma dalla Francia meridionale o dalla Spagna. Tra Medioevo e Rinascimento la Chiesa ligure ha dato alla storia due Papi: Innocenzo IV e Giulio II. Al presidente della Conferenza episcopale regionale, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, Gabriella Ceraso ha chiesto di illustrare quali sono le caratteristiche rilevanti della Chiesa ligure:

 

**********

R. – Per certi aspetti ha dei denominatori comuni, che riguardano anzitutto una tradizione molto radicata della fede, anche se anch’essa è sottomessa al processo di secolarizzazione che è in atto. Si mantengono anche alcune tradizioni come l’operosità e la concretezza dei sacerdoti, anzitutto accanto alla propria gente, nelle parrocchie, nei gruppi e nei movimenti ed un notevole radicamento a livello di solidarietà, di carità e di intervento per le fasce più povere. Questi sono alcuni aspetti ecclesiali abbastanza comuni. Per quanto riguarda poi le problematiche, il processo di secolarizzazione, che riguarda anche un certo benessere, che in Liguria è abbastanza diffuso, anche se a volte non evidente e non esplicito, perché proprio del carattere ligure, e la mancanza di lavoro, con una certa conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, perché i giovani, pur di trovare lavoro, vanno fuori dove possono trovarlo.

 

D. – Guardando alla Liguria geograficamente, notiamo che è caratterizzata da una zona costiera molto ricca, molto commerciale e molto turistica, e da una zona interna, montuosa e dunque più isolata. Alla Chiesa questa struttura geografica cosa comporta? Ci sono delle attenzioni, delle urgenze, degli impegni particolari? Ricordo, ad esempio, che Papa Giovanni Paolo II nell’87, incontrando i vescovi liguri, raccomandò loro molta attenzione sia alla pastorale del turismo che alla pastorale giovanile…

 

R. – Certamente, e questo soprattutto riguardo alla pastorale giovanile: perché se è vero che la popolazione in Liguria tende ad un certo invecchiamento, è anche vero, però, che è presente sul territorio un certo numero di giovani, che rappresentano sì una minoranza, ma proprio per questo la pastorale a loro diretta deve essere ancora più curata. Questa attenzione, quindi, non solo la rilevo, ma la rilancio. Per quanto riguarda, poi, la pastorale del turismo, è vero che la nostra regione è una regione molto bella dal punto di vista climatico e dal punto di vista geografico, ma è altrettanto vero che non è che l’economia – almeno ad oggi - possa pensare di fondarsi esclusivamente sul turismo. Questo significa che la Chiesa deve puntare molto sul mondo del lavoro e Genova in particolare ha una grande tradizione riguardo proprio alla figura dei cappellani del lavoro, dei sacerdoti che in modo sistematico ed organico assicurano la presenza della Chiesa proprio all’interno degli stabilimenti e delle aziende. Questa rappresenta una attenzione tipica della Liguria, che porta molti frutti.

 

D. – Quale il rapporto con il mondo laico?

 

R. – C’è certamente un riconoscimento nei confronti dell’azione della Chiesa, di cui l’ultimo gesto è rappresentato dalla richiesta venuta da tutte le parti sociali, rispetto alla diocesi di Genova, di poter esprimere un proprio consigliere nel nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carige. Ho accolto questa richiesta proprio perché è venuta da parte di tutte le parti politiche, in modo assolutamente unanime, e con questa precisa ed esplicita motivazione di riconoscimento dell’azione della Chiesa ligure verso le fasce più povere e più deboli.

 

D. – La Liguria è anche terra di marinai e di emigranti: che cosa significa lasciare le proprie terre per andare in cerca di lavoro? Dal punto di vista dei problemi della migrazione, come interviene la Chiesa?

 

R. – In questo senso le comunità cristiane si danno da fare e cercano di essere il punto di riferimento anche per gli immigrati, anche attraverso una presenza di accoglienza nelle parrocchie, attraverso i centri di ascolto vicariali, ma anche attraverso le istituzioni più diocesane come le Caritas e l’Auxilium per quanto riguarda Genova in modo particolare. Con fantasia molto vivace, si cerca di rispondere a queste esigenze, prima fra tutte la casa, il lavoro e laddove si vuole una certa integrazione culturale, che è quanto di più auspicabile si possa pensare.

 

D. – La sua esperienza a lungo come presenza nel mondo militare, tra i dolori e le gioie di tanti giovani, come la ha arricchita anche in questo servizio per la Regione e specificatamente per la città stessa di Genova?

 

R. – Anzitutto con la conferma del giudizio ispirato ad una grande fiducia nei confronti dei giovani di oggi, che hanno al fondo del proprio cuore e del proprio essere una grande bontà, grandi capacità di generosità, di dedizione e che hanno bisogno di trovare degli ideali alti per cui impegnarsi. Questo mi aiuta a guardare i giovani di Genova con molta speranza e con molta fiducia. In secondo luogo, direi, mi ha aiutato ad intravedere una pastorale più essenziale, per quanto possibile, e che significa catechesi, sacramenti e solidarietà.

**********

 

 

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DI BENEDETTO XVI

PER LE VITTIME DELLE PIOGGE TORRENZIALI IN ANGOLA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

         La solidarietà e la preghiera di Benedetto XVI hanno raggiunto l’Angola, teatro da giorni di piogge violentissime che hanno causato, secondo gli ultimi bilanci, oltre 80 morti specialmente nella capitale Luanda. E proprio al nunzio apostolico nella capitale, l’arcivescovo Angelo Becciu, è indirizzato il telegramma di cordoglio del Papa, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Nel raccomandare le vittime alla misericordia di Dio, Benedetto XVI chiede “conforto e sostegno per i loro familiari e per quanti hanno perduto i propri beni”. Il Papa, conclude il telegramma, implora le maggiori benedizioni divine “per tutti coloro che sono provati da questo dramma, senza dimenticare quanti partecipano all’ingente opera di soccorso”.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in successive udienze anche l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, e mons. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo.

 

UN DOCUMENTO CHE HA GIA’ DATO MOLTI BUONI FRUTTI: COSI’, IL PREDICATORE

DELLA CASA PONTIFICIA, PADRE RANIERO CANTALAMESSA, SULLA DEUS CARITAS EST,

 A UN ANNO DALLA PUBBLICAZIONE. LA PRIMA ENCICLICA DI BENEDETTO XVI

 SI CONFERMA UNO STRAORDINARIO SUCCESSO EDITORIALE

 

Un successo editoriale, per molti aspetti, senza precedenti: ad un anno dalla pubblicazione, la Deus Caritas Est ha conseguito molti record. La prima Enciclica di Benedetto XVI ha infatti venduto, solo in Italia, ben un milione 450 mila copie. Il documento è stato ristampato tre volte in lingua tedesca e tre volte in lingua spagnola. Due in lingua polacca. Tradotta anche in russo e cinese, Deus Caritas Est – riferiscono alla Libreria Editrice Vaticana – è la prima Enciclica, nella storia, che ha registrato il tutto esaurito per la tiratura in latino, rendendone così necessaria una ristampa. Altro dato significativo: in Italia, l’Enciclica è stata tradotta anche in linguaggio braille per i non vedenti. Dunque, un successo in parte inatteso per le sue dimensioni. Al di là dei numeri, però, la Deus Caritas Est è riuscita anche a riportare il fondamento dell’essere cristiani al centro dell’attenzione e del confronto con il mondo laico. Un grande merito di Benedetto XVI, come sottolinea il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, intervistato da Alessandro Gisotti:

 

**********

R. – Dai frutti che ha prodotto possiamo giudicare la bontà della scelta fatta dal Papa, perché certamente la Deus Caritas Est è stata al centro di tante riflessioni e ha ispirato tante discussioni, anche nel mondo laico. E ciò stranamente, perché di solito sono i credenti ad occuparsi delle Encicliche. Questa volta si è visto un interesse veramente raro da parte del mondo secolare. Credo che con questa Enciclica il Papa abbia inaugurato o ritrovato un nuovo modo di fare apologetica del cristianesimo, che non consiste nel contrapporre la verità ai valori umani secolari, ma nel farne vedere, con grande acutezza e profondità, la concordanza, far vedere quindi che i valori cristiani, i valori di fede non sono contro la ragione, ma sono l’espressione, il fiore più prezioso della ragione. Questo, lo sappiamo, è un tema caro a Benedetto XVI, che indirettamente si riflette anche in questa Enciclica.

 

D. – Come lei ha accennato, per il tema universale trattato nell’Enciclica, ossia l’amore, la Deus caritas est ha suscitato l’attenzione o, per lo meno, la curiosità anche di molti non credenti. Quali frutti può dare, dunque, nel tempo la lettura di questo documento magisteriale? 

 

R. – Il merito principale è quello di aver rimesso al centro dell’interesse, dell’annuncio della Chiesa, il fondamento di tutto, perché il fondamento di tutto è l’amore di Dio. La storia della Salvezza e la stessa esistenza del mondo non si spiegano se non con questa ragione, che Dio è amore;Essere’ è essere amati. Non c’è altra spiegazione dell’esistenza dell’uomo e dell’universo del fatto che all’origine ci sia stato un atto d’amore. Il merito, dunque, è di avere messo a fondamento di tutto questa grande verità, da cui dipende tutto, che Dio è amore. Dice il Papa che l’eros vuole sollevare la creatura in estasi verso il divino, vuole condurre al di là di se stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinuncia, di purificazione e di guarigione. Il che vuol dire che il Papa non stabilisce semplicemente un’equazione tra l’eros e l’agape, tra l’amore passionale, l’amore umano e la carità divina, ma fa vedere che tra di loro c’è una continuità, non una discontinuità, non una contrapposizione. Credo sia stata questa la cosa che, non solo ha incuriosito, ma ha suscitato l’approvazione anche da tanta parte del mondo secolare, di avere riconciliato, in un certo senso, questa realtà umana dell’amore, che sappiamo quanto sia importante e quanto sia bistrattata; e avere dato questo grande orizzonte, che vuole portare l’uomo al di là di sé. Questo è tutto quello che gli uomini, gli innamorati, cercano. Per fare questo, però, dice il Papa c’è bisogno di un aiuto, quell’aiuto che è la grazia, l’agape, l’amore di Dio.

 

D. – Il Papa ha dedicato la sua prima Enciclica alla carità, un amore che, Benedetto XVI ci ricorda sempre, fin dalla Messa di inizio Pontificato, non va disgiunto dalla verità. Come il cristiano può testimoniare nel mondo di oggi questo messaggio di verità e carità?

 

R. – Ispirandosi a Gesù, perché nessun modello è tanto sublime come Gesù, che ha amato e che però è morto per la verità! E’ bello che lo stesso Giovanni, che nel Vangelo parla di quest’amore di Cristo - “Vi ho amati. Amatevi gli uni e gli altri” – sia anche quello che più fortemente accentui la verità. “Io sono la Via, la Verità e la Vita” dice il Gesù di Giovanni. Tra le due cose evidentemente non c’è opposizione, però la riconciliazione per noi uomini appare tanto difficile, perché la carità è inquinata dall’egoismo e l’egoismo fa schermo all’amore e alla carità. Quindi, la Chiesa dovrà sempre ricordare insieme le due cose – come dice Paolo – facendo la verità nella carità!

**********  

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - "E' inaccettabile che si percorra la strada della violenza per sostenere le proprie ragioni politiche": all'Angelus Benedetto XVI esorta ad intraprendere la via della pace dinanzi agli scontri fratricidi e alle tensioni che insanguinano il Libano e la Striscia di Gaza.

 

Servizio estero - In evidenza l'Iraq: trecento morti a Najaf in una furiosa battaglia tra le forze irachene e gruppi di miliziani.

 

Servizio culturale - Un articolo di Clotilde Paternostro dal titolo "Impaginava l'intimismo borghese nella luminosità del '400 toscano": i capolavori di Silvestro Lega nel Complesso Monumentale di San Domenico a Forlì.

 

Servizio italiano - Politica, coppie di fatto: imminente il progetto, ma nel Governo vi sono contrasti.

 

 

 

=======ooo=======

 

OGGI IN PRIMO PIANO

29 gennaio 2007

 

 

RIVENDICATO DA JIHAD ISLAMICA E BRIGATE AL-AQSA L’ATTENTATO KAMIKAZE

AD EILAT, LOCALITA’ TURISTICA ISRAELIANA SUL MAR ROSSO: QUATTRO I MORTI.

 CONTINUANO INTANTO GLI SCONTRI TRA FAZIONI PALESTINESI A GAZA

- Intervista con Michelguglielmo Torri -

 

E’ stato rivendicato dalla Jihad islamica e dalle Brigate al-Aqsa, braccio armato di Fatah, l’attentato suicida che stamani in Israele ha fatto 4 morti nella città turistica di Eilat, sul Mar Rosso. Intanto, non si arrestano le violenze tra miliziani di Hamas e Fatah nella Striscia di Gaza, dove da venerdì sono morte oltre 30 persone. Di ieri, l’appello di Benedetto XVI per una fine degli scontri. Roberta Moretti:

 

**********

La notizia della rivendicazione giunge subito dopo quella dell’arresto di un complice del kamikaze. L’attentatore, che si è fatto esplodere dentro un panificio, era un palestinese di 21 anni originario di Gaza. Unanime la condanna internazionale. Il premier israeliano, Olmert, ha promesso una “lotta senza tregua ai terroristi e ai loro mandanti”, mentre da Addis Abeba, dove è con Abu Mazen per partecipare al vertice dell'Unione Africana, il consigliere del presidente dell'ANP, Yasser Abed Rabbo, ha respinto “atti come questo, che non sono nell’interesse della causa e oscurano l'immagine del popolo palestinese”. E su Abu Mazen piovono critiche per la sua missione all’estero mentre i Territori sono sconvolti da gravi lotte fratricide. Anche stamani sono stati segnalati 3 morti a causa di scontri, mentre sia Hamas che Fatah hanno accettato la proposta di mediazione avanzata dall’Arabia Saudita.

**********

 

Ma l’attacco di Eilat può in qualche modo essere legato alle tensioni in atto nella Striscia di Gaza, tra miliziani di Hamas e di Al Fatah? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Michelguglielmo Torri dell’Università di Torino, esperto di questioni israelo-palestinesi:

 

**********

R. - Sta rimontando la strategia della tensione, ma è sicuramente legato a quello che avviene nella Striscia di Gaza. Nella striscia di Gaza si è sull’orlo di una guerra civile, tutti sono contro tutti, è una situazione di virtuale anarchia. Ci sono gruppi diversi che si stanno scontrando e che in qualche modo cercano di assumere una posizione di superiorità politica. Questo attentato può essere inquadrato in questo contesto e viene condotto sia per colpire il nemico israeliano, sia per cercare di ritagliarsi una posizione di maggiore influenza politica all’interno della Striscia di Gaza.

 

D. - Hamas e Al Fatah hanno accolto una proposta saudita per un incontro di pacificazione alla Mecca. Se si terrà, cosa dovrà essere messo sul tavolo delle discussioni?

 

R. - L’unica cosa che si può fare è cercare di condurre un’opera di mediazione forte per arrivare a un accordo politico tra Fatah e Hamas. La Monarchia saudita ha tradizionalmente giocato un ruolo di mediazione e di aiuto nei confronti dei palestinesi. Il monarca dell’Arabia Saudita è il guardiano dei luoghi santi e religiosi dei musulmani, quindi ha la statura e il prestigio per mediare un accordo, un accordo che a questo punto potrebbe essere accettato, senza perdere la faccia, sia dal presidente palestinese sia da Hamas. Il tentativo saudita è quello di formare un fronte comune palestinese, per arrivare poi a una trattativa con lo Stato di Israele.

**********

 

 

APERTA, A PARIGI, LA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL CLIMA: QUATTRO GIORNI

 DI DIBATTITI TRA ESPERTI MONDIALI PER COMPRENDERE NATURA E SCENARI FUTURI

DEI FORTI MUTAMENTI CLIMATICI IN ATTO SUL PIANETA

- Intervista con Vincenzo Ferrara -

 

Temperature che aumentano, inverni che tardano, estati sempre più torride, mari che erodono coste, sconvolgimenti atmosferici che investono zone solitamente temperate. Negli ultimi anni, i mutamenti del clima stanno imponendosi con forza all’attenzione non solo degli esperti ma di tutta l’opinione pubblica. Con sempre maggiore frequenza, la gente comune viene investita da ipotesi di scenari che paventano catastrofi naturali, causate dalla negligenza umana, come pure da messaggi che sostengono tesi diametralmente opposte, ovvero che i cambiamenti climatici rientrano in una ciclicità sulla quale l’uomo incide in scarsa misura. Le varie correnti scientifiche sono da oggi a confronto, a Parigi, teatro della Conferenza internazionale sul clima. Esperti da tutto il mondo dibatteranno per quattro giorni sugli ultimi rilevamenti in materia fino a quando, il prossimo 2 febbraio, il Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) presenterà un Rapporto, a cinque anni di distanza dall’ultimo studio. Sull’importanza di questo documento, ecco l’opinione del rappresentante italiano del Comitato, il climatologo Vincenzo Ferrara, direttore del Progetto speciale Clima Globale dell’Enea, intervistato da Antonella Palermo:

 

**********

R. - E’ una disamina molto accurata e approfondita, dalla quale emerge che i cambiamenti climatici sono in realtà già in atto e che negli ultimi anni il cambiamento climatico ha subito una accelerazione. Alcuni dati sono a questo riguardo molto significativi. Le attività umane hanno introdotto una perturbazione dovuta al fatto che abbiamo cambiato la composizione dell’atmosfera. Sappiamo che la temperatura, aumentata di 0,06 gradi per decennio all’inizio di questo secolo, è ora a 0,25. Sappiamo che gli oceani hanno aumentato in media la loro temperatura, e molto in alcune zone: è il caso dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico. Sappiamo ancora che il livello del mare sta aumentando: cresceva di 1,8 millimetri l’anno, attualmente siamo arrivati a 3,1 millimetri l’anno come valore medio, ma in alcuni casi - come appunto l’Oceano Indiano, dove più si riscalda - siamo arrivati a 3 centimetri l’anno. Ci sono molti più dati a disposizione e l’affermazione che il clima è in fase di cambiamento è un’affermazione sulla quale non ci sono più dubbi.

 

D. - E non c’è dubbio sulla correlazione tra il cambiamento climatico e lo sviluppo delle attività umane…

 

R. - C’è una correlazione in questa misura: sui 3 watt di riscaldamento medio registrati in più rispetto al passato, le attività umane influiscono su questo effetto serra intorno al 90 per cento. Il 10 per cento è un effetto, diciamo, di tipo naturale.

 

D. - E’ vero che questo rapporto smussa alcune posizioni estreme che stanno circolando in queste ultime settimane?

 

R. - Se parliamo tra climatologi circa il fatto che vi sia o no un cambiamento climatico in atto, non abbiamo dubbi. I dubbi vengono posti da persone che non sono scienziati e che hanno altri interessi. Il vero problema riguarda, invece, il futuro. Sulle proiezioni future, l’ultimo Rapporto dell’IPCC fa un po’ di autocritica e sostiene semplicemente che tutti gli scenari che sono stati previsti per il futuro nel Rapporto precedente sono sì tutti confermati, ma vanno presi con una certa cautela. Di questi scenari, l’IPCC ritiene siano più affidabili quelli cosiddetti “intermedi”, in cui si vede che alla fine di questo secolo - sempre che non agiremo da forsennati - l’aumento della temperatura sarà intorno ai 3 gradi e l’innalzamento del mare intorno a 30 centimetri. Ma questi 30 centimetri non stanno a significare che le coste scompariranno. Il problema dell’erosione delle coste c’è ma anche perché aumentano altri fenomeni estremi...

 

D. - Quali sono i fenomeni estremi?

 

R. - Alcuni assaggi li abbiamo avuti proprio in questi giorni e sono l’intensificazione dei fenomeni meteorologici, tra cui l’intensificazione delle precipitazioni, del vento, delle alluvioni, di lunghi periodi di siccità. Si tratta di fenomeni che sono già in parte in atto, ma che tenderanno ad acutizzarsi.

 

D. – “Clima, istruzioni per l’uso: i fenomeni, gli effetti, le strategie”: questo il titolo del suo libro che sarà pubblicato dalle Edizioni Ambiente. Volevo chiederle: quali sono gli attori coinvolti nella cosiddetta questione climatica? Ci sono, da una parte, i governi e, dall’altra, i cittadini e gli ambientalisti e poi lei fa cenno anche alle compagnie di assicurazioni…

 

R. - Sì, c’è anche il problema delle compagnie di assicurazioni, perché soprattutto nei Paesi industrializzati molte imprese tendono ad assicurarsi contro i danni derivanti da questi eventi estremi. L’uragano Katrina o altri uragani che si sono abbattuti sugli Stati Uniti rappresentano un esempio tipico. In America, questa abitudine è molto consolidata e le assicurazioni si trovano a pagare dei danni ingenti e di molto superiori a quelli che sono i loro proventi. Di conseguenza, le assicurazioni stanno conducendo anch’esse degli studi per calcolare il premio che deve essere pagato. A livello globale, le assicurazioni hanno dovuto pagare 300 miliardi di dollari per la maggior parte derivanti proprio degli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici, quando soltanto qualche anno fa questa cifra era minore di un terzo e molti anni fa era molto molto bassa. Il rischio è globale e tutti noi dobbiamo concorrere affinché questo rischio sia ridotto, anteponendo la questione dell’equità agli interessi settoriali e momentanei.

 

D. - A livello di strategie la parola chiave che emerge dal suo libro è “mitigazione”: che cosa intende?

 

R. - Il clima bisogna vederlo come fosse un rischio. Come si affronta un rischio? Si affronta cercando di ridurne le cause: questa è la mitigazione. Ridurre le cause del clima significa ridurre l’impatto delle attività umane e quindi ridurre le emissioni. Ma non basta solo ridurre le emissioni, bisogna infatti anche prevenire le conseguenze negative ed i danni che possono derivare da questi cambiamenti. Mentre, nel primo caso, la riduzione delle cause di rischio va trattata a livello internazionale, la riduzione delle conseguenze di questo rischio è compito dei singoli governi, a livello nazionale.

**********

 

 

UNA SCUOLA CHE PROMUOVA LA PERSONA: SU QUESTO TEMA SI E’ SVOLTO

IN QUESTI GIORNI A ROMA IL CONVEGNO NAZIONALE DELLA FIDAE,

LA FEDERAZIONE RAPPRESENTATIVA DELLE SCUOLE CATTOLICHE ITALIANE

- Intervista con Carlo Ricci, Graziella Favaro e padre Francesco Beneduce -

 

“Insieme per una scuola che promuova la persona”: è stato il tema del Convegno nazionale promosso in questi giorni a Roma dalla FIDAE, la Federazione che rappresenta le scuole cattoliche italiane. Tanti i temi affrontati dai numerosi relatori: le attuali sfide della scuola cattolica, la sinergia con la famiglia, l’immigrazione, la ricerca di senso. A seguire per noi l’evento c’era Cristina Bellini:

 

**********

Il professor Carlo Ricci, psicologo e docente all’Università Pontificia Salesiana, ha concentrato il suo intervento sulla scuola intesa come realtà attraverso la quale ricercare il senso dell’esistenza:

 

“Vedo che nella scuola cattolica c’è maggiore sensibilità rispetto a queste tematiche, rispetto proprio al cercare di dare un senso al loro intervento educativo e nel trasmetterlo ai loro alunni. Credo che sia questa una delle sfide per la scuola cattolica, cioè quella di essere una scuola che trasmette valori e che trasmette ai ragazzi anche un senso pieno della propria vita”.

 

Il tema dell’immigrazione è stato ben sviluppato ed affrontato dalla pedagogista ed esperta di problemi immigrativi Graziella Favaro:

 

“La scuola sta cercando di colmare anche un divario, anche una incompetenza che c’è per esempio sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua. Forse i temi della relazione dei bambini stranieri e dei bambini italiani nelle elementari o nelle medie e nelle superiori, oggi continua a rimanere un po’ nell’ombra. E invece sarebbe poi questo l’elemento centrale, perché è vero che nessuno apprende se non si sente accolto, se non si sente dentro il mondo dei pari. Soprattutto ad una certa età, nell’età della preadolescenza e dell’adolescenza, il far parte del gruppo dei pari, le relazioni orizzontali sono importanti tanto quanto le relazioni nella famiglia”.

 

Il padre gesuita Francesco Beneduce, fra gli organizzatori del Convegno e segretario nazionale FIDAE, si è espresso proprio in favore della necessaria collaborazione tra scuola e famiglia:

 

“La scuola, e quindi la scuola cattolica, è come dire un prolungamento, un’espansione della famiglia. In questo senso direi che è strategica e cruciale la dimensione della scuola come famiglia allargata, in ordine ad una convivenza, in ordine alla cittadinanza, in ordine alla dimensione ecclesiale del proprio battesimo che abbraccia tutto il mondo”.

**********

 

 

UN FILM INCHIESTA IN ONDA STASERA SU RAI 3 RACCONTA LE DRAMMATICHE

VICENDE DELLA STORIA DELL’IMMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI STATI UNITI

- Con noi, Gianfranco Norelli -

 

Storie ed immagini per raccontare le tante pagine drammatiche della storia dell’immigrazione italiana negli Stati Uniti: è quanto si propone il film inchiesta “Pane amaro”, in onda stasera alle 23,45 su Rai3 e lunedì prossimo, alla stessa ora. Il documentario, realizzato dal giornalista italo-americano Gianfranco Norelli e che si inserisce nel ciclo “La Grande Storia Magazine”, esplora anche il pregiudizio di cui furono oggetto gli immigrati italiani, negli anni della grande emigrazione tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo scorso. Proprio Gianfranco Norelli spiega – al microfono di Antonella Palermo – le difficoltà incontrate da tanti immigrati nel loro processo di integrazione nella società americana:

              

**********

R. – Pensiamo che, negli Stati Uniti, ci sono circa 16 milioni di persone di origine italiana, che molto spesso non conoscono la propria storia, una storia che anche in Italia si conosce poco, quella cioè della emigrazione verso gli USA. Se ne conoscono gli aspetti, forse, più celebrati e cioè il successo che molti italiani sono riusciti ad ottenere in quel Paese, ma non si conosco le difficoltà e gli eventi storici che hanno segnato questa storia.

 

D. – Il Popolo degli immigrati italiani, come viene detto in questo documentario, cerca con perseverante tenacia di conservare le proprie tradizioni culturali ed anche quelle religiose….

 

R. – Osserviamo lo sviluppo della più grande di queste comunità italo-americane e cioè la comunità della Harlem italiana, a New York. E’ una comunità, questa, che diventò così grande da riuscire ad esprimere anche dei leader politici, come appunto Fiorello La Guardia. L’Harlem italiana arrivò ad avere fino a 100 mila abitanti. Questa comunità cominciò a raccogliersi intorno ad una chiesa, la chiesa della Nostra Signora del Monte Carmelo, sulla 116.ma Strada. Una comunità che tutti oggi pensano essere composta da neri americani, mentre all’inizio era una comunità conosciuta negli anni Venti e negli anni Trenta come una comunità essenzialmente italiana. Nasce, quindi, questa piccola chiesa, che viene definita un piccolo gioiello, costruita con le loro mani dagli immigrati ed ha tutte le caratteristiche di una chiesa del sud dell’Italia. Fu aperta nel 1884 al culto e tuttora continua la tradizione della processione di Nostra Signora del Monte Carmelo e gli italoamericani che vivevano in quella zona e si sono poi trasferiti, tornano quel giorno ad affollare la comunità di Harlem per prendere parte a questa commovente processione.

 

D. – All’inizio del Novecento arriva a New York l’ondata più numerosa di immigrati italiani e nel 1906 ne sbarcano 980 al giorno. Il totale per quell’anno tocca un record che non verrà mai più superato, 358 mila. Qual è la situazione oggi?

 

R. – Gli italiani hanno oggi dei ruoli importanti nell’establishment americano, ma è importante per capire il valore di questi passi avanti, riuscire a capire da dove sono venuti, tanto più che l’Italia si trova ad essere oggi un Paese che è meta di immigrazione. E’ quindi molto importante che noi facciamo questa riflessione su cosa vuol dire essere immigrati.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

29 gennaio 2007

 

 

15 MILA PERSONE HANNO PARTECIPATO IERI A LISBONA ALLA “MARCIA PER LA VITA

PER DIRE ‘NO’ ALLA DEPENALIZZAZIONE DELL’ABORTO,

OGGETTO DI REFERENDUM IN PORTOGALLO L’11 FEBBRAIO PROSSIMO

 

LISBONA. = Circa 15 mila persone hanno partecipato ieri a Lisbona ad una “Marcia per la vita”, chiedendo ai portoghesi di dire 'no' alla depenalizzazione dell'aborto, che sarà oggetto di Referendum l'11 febbraio prossimo. “La legge deve difendere gli indifesi, colui che non ha voce, il bimbo che sta nel ventre di sua madre”, ha detto José  Bagao Felix, ex ministro conservatore. La “Marcia per la vita” era stata indetta dalle 15  organizzazioni che si sono unite per fare campagna per il 'no' alla depenalizzazione dell'aborto, adesso autorizzato unicamente in caso di stupro, pericolo per la vita o la salute della madre, malformazione congenita del feto. All'infuori di tali casi, le  donne che abortiscono rischiano fino a tre anni di reclusione, i medici che praticano l'aborto fino a otto anni. Margarida Neves, dell'organizzazione “Aborto? No, grazie”, ha  affermato che è “indiscutibile che la vita umana cominci dal concepimento” e che “l'embrione gode di diritti e vuole vivere”. Tra due domeniche, i portoghesi saranno chiamati a pronunciarsi sulla legalizzazione dell'aborto, se praticato su  richiesta della donna nelle prime dieci settimane di gravidanza. Secondo un sondaggio dell'Università cattolica del  Portogallo, il numero dei portoghesi favorevoli alla depenalizzazione, pur restando maggioranza assoluta, è sceso al 59 per cento, dal 72 di alcuni mesi fa. E, con gli indecisi che aumentano, è  difficile predire il risultato della consultazione.  (R.G.)

 

 

DA OGGI, PER TRE GIORNI, LA CHIESA CALDEA OSSERVA IL DIGIUNO DI NINIVE.

IL PATRIARCA DI BABILONIA HA CHIESTO ESPRESSAMENTE AI FEDELI IN IRAQ

 E NEL MONDO DI RISPETTARE QUESTA TRADIZIONE,

 INVOCANDO DAL SIGNORE IL DONO DELLA PACE,

DELLA SICUREZZA E DELLA STABILITA’ PER GLI IRACHENI

 

ANKAWA. = Con una Messa in aramaico, celebrata nella chiesa caldea di Saint Joseph, ad Ankawa, ha preso il via ufficialmente questa mattina il Digiuno di Ninive, che precede di tre settimane quello quaresimale. Nel pomeriggio sarà poi celebrata un'altra Messa in arabo per la sempre più numerosa comunità caldea in fuga dalle violenze nel resto dell’Iraq, che ha minore dimestichezza con la lingua aramaica. Il digiuno, che nel rispetto della tradizione cattolica caldea è iniziato di fatto ieri durerà tre giorni a partire da oggi e comporterà una totale astensione da cibo e bevande dalla mezzanotte al successivo mezzogiorno, cui seguirà la possibilità di nutrirsi escludendo però i cibi ed i condimenti di origine animale. Già a dicembre 2006 il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Emmauel III Delly, aveva invitato i fedeli in Iraq e nel mondo ad osservare il digiuno di Ninive ‘perché il Signore concedesse il dono della pace, della sicurezza e della stabilità all'Iraq, e perché si realizzasse un clima di fratellanza e carità tra i figli dell'Iraq’. Intanto il sito baghdadhope fa sapere che il Babel College, l'unica Facoltà teologica cristiana in Iraq, recentemente trasferitosi da Baghdad ad Ankawa, è ora operativo tanto da poter offrire agli studenti, oltre ai corsi di Filosofia e Teologia, anche corsi di inglese. (R.G.)

 

 

SI CELEBRA OGGI LA PRIMA “GIORNATA EUROPEA PER LA PROTEZIONE

DEI DATI PERSONALI”, AL FINE DI SENSIBILIZZARE I CITTADINI SUI DIRITTI

 E SULLE LIBERTA’ FONDAMENTALI LEGATI ALLA VITA PRIVATA.

IN ITALIA, SI PARTE CON TANTE INIZIATIVE RIVOLTE AI GIOVANI,

 I PIU’ ESPOSTI A VIOLAZIONI E RISCHI PORTATI DALL’USO DELLE NUOVE TECNOLOGIE

- A cura di Roberta Gisotti -

 

**********

ROMA. = Si celebra oggi la prima “Giornata europea della protezione dei dati personali”. L’iniziativa, promossa dal Consiglio d'Europa con il sostegno della Commissione Europea, ha lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini sui diritti e sulle libertà fondamentali legati alla tutela della vita privata. Per celebrare questo primo appuntamento, il Garante italiano per la privacy ha deciso di puntare sui giovani, perché ritenuti i più esposti ad un uso illecito dei loro dati personali e spesso i meno consapevoli dei pericoli che si corrono nell'uso delle nuove tecnologie, ricche di opportunità, ma dense di rischi e pericoli, siano esse Internet o i videofonini. Il Garante ha dunque invitato stamani nella propria sede di Roma gli studenti di alcune scuole superiori per stimolare un confronto sul tema della protezione dei dati e per presentare una serie di iniziative che avranno corso nel 2007. All'iniziativa ha partecipato anche il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, insieme a rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee. Fissata nella ricorrenza della firma della Convenzione che regola il trattamento dei dati personali. E’ necessario equilibrare - osserva in un messaggio per la Giornata, Franco Frattini vicepresidente della Commissione europea e commissario alla Giustizia, Libertà e Sicurezza - l'accesso ai dati da parte di coloro che proteggono la nostra sicurezza e combattono la criminalità con i diritti alla protezione della privacy dei cittadini. Questo equilibrio - secondo Frattini - ancora non c'è”. Da qui il proposito annunciato di voler “organizzare ad ottobre 2007 una conferenza sulla protezione dei dati e la tecnologia”. “Tutti gli individui in Europa - prosegue Frattini - hanno diritto ad una migliore informazione su questi temi che sono centrali per la loro vita. Ogni volta che qualcuno va su Internet, organizza un viaggio, riceve cure sanitarie, usa la carta di credito, fornisce dati personali che, se usati male, possono trasformarsi in una grave violazione della privacy”. Grazie alle norme dettate dall'Europa - ricorda Frattini – “autorità indipendenti sulla protezione dei dati operano nei 27 Paesi membri dell'Europa allargata, ricoprendo un ruolo importante nella sorveglianza dei principi sulla protezione dei dati. Questi principi non dovrebbero essere percepiti come un fardello ma, al contrario, come un modo di rafforzare la fiducia nei modi in cui vengono trattati i dati personali, soprattutto con lo sviluppo delle nuove tecnologie”.

**********

 

 

IL 30 E 31 GENNAIO A BERLINO PRIMO “SUMMIT DELL’UGUAGLIANZA”

IN APERTURA DELL’ANNO EUROPEO 2007 PER LE PARI OPPORTUNITA’

 

BERLINO. = Il primo “Summit dell’uguaglianza”, che si apre a Berlino domani, darà il via alle iniziative per l’Anno 2007 delle pari opportunità, promosso dall’Unione Europea. Ieri a Bruxelles – riferisce l’agenzia SIR - è stato reso noto il programma delle attività con conferenze, dibattiti, concorsi per le scuole, confronto e scambi di esperienze sui temi dell’Anno volti a “rendere i cittadini comunitari consapevoli del proprio diritto a non essere discriminati, a promuovere le pari opportunità in campi quali il lavoro e l’assistenza sanitaria”. Quattro i filoni di approfondimento: diritti; rappresentanza; riconoscimento; rispetto. L’incontro di Berlino, che si concluderà mercoledì, promosso dalla Commissione e dalla presidenza di turno dell’Unione, “riunirà ministri, organismi di promozione dell’uguaglianza delle opportunità, rappresentanti dei sindacati e degli imprenditori e organizzazioni non governative”. Tre gli obiettivi del Summit nella capitale tedesca: “Il lancio dell’Anno; l’identificazione di misure specifiche per fare dell’uguaglianza delle opportunità una realtà in Europa; lo scambio di buone pratiche per valorizzare le diversità”, a favore dei cittadini stessi “e della società nel suo insieme”. Saranno presenti ai lavori il ministro tedesco per la Famiglia, Ursula von der Leyen e il commissario europeo per le Pari Opportunità, Vladimír Špidla. (R.G.)

 

 

INAUGURATO A SEUL, UN CORSO DI FORMAZIONE PER I LAICI,

 NUOVI PROTAGONISTI DELL’EVANGELIZZAZIONE.

È UNA INIZIATIVA PROMOSSA DAL CONSIGLIO PER L’APOSTOLATO DEI LAICI DELL’ARCIVESCOVADO DELLA CAPITALE SUDCOREANA

 

SEUL.=  Una scuola per il Laicato è stata inaugurata, in questi giorni, a Seul, dal Consiglio per l’Apostolato dei Laici dell’arcivescovado della capitale sudcoreana. L’iniziativa, annunciata ufficialmente dall’arcivescovo di Seul, cardinale Nicholas Jinsuk Cheong, punta a responsabilizzare maggiormente i laici attivando un processo di evangelizzazione capillare nel territorio diocesano. “Ogni parrocchia – ha affermato il cardinale Cheong - deve essere una comunità che sperimenta la comunione, un luogo dove ogni fedele può incontrare Dio”. L’aspetto della “comunione” nella Chiesa, infatti, è tra i temi centrali del Piano Pastorale dell’Arcidiocesi di Seul per il 2007. Il corso di formazione, intitolato “Trinity leadership Programme” si articola in tre nuclei tematici, dedicati rispettivamente all’appro-fondimento delle figure del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Secondo padre Bartolomeo Chon Won, direttore del Centro di Ricerca Pastorale dell’arcidiocesi, la scuola serve a costruire comunità cristiane nello spirito del Concilio Vaticano II: una Chiesa in cui, il ruolo e le responsabilità del laicato possano crescere, dando un contributo determinante alla pastorale delle parrocchie. In questo modo, come ha sottolineato di recente la conferenza episcopale coreana, i laici sono chiamati a diventare protagonisti attivi dell’evangelizzazione. (A.D.F.)

 

 

LA CINA E’ FRA GLI ULTIMI PAESI PER LA CURA AMBIENTALE. LO HA RESO NOTO UNO STUDIO CONGIUNTO DEL MINISTERO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA,

DELL’ACCADEMIA CINESE DELLE SCIENZE E DI ALCUNE PRINCIPALI UNIVERSITÀ

 

PECHINO.=  Su un campione di 118 Paesi, la Cina occupa il centesimo posto per la protezione dell’ambiente. La denuncia arriva da uno studio congiunto del ministero della Scienza e della Tecnologia, dell’Accademia cinese delle scienze e di alcune principali università. Secondo il “Rapporto 2007 sulla modernizzazione della Cina”, il gigante asiatico è il maggior produttore, dopo gli Stati Uniti, dei gas che causano l’effetto serra. La crescita economica, che sta interessando il Paese, non ha migliorato le misure di tutela ambientale, e si prevede un aumento dell’inquinamento. I dati dicono che, nel 2020, le fonti alternative di energia, costituite per lo più da impianti idroelettrici, potranno coprire non più del 15% del fabbisogno interno e causeranno ingenti problemi di sfruttamento dei fiumi e distruzione delle risorse naturali. “Confrontata con la modernizzazione sociale ed economica, la modernizzazione ecologica della Cina è rimasta molto indietro”, ha affermato He Chuanqi, direttore del gruppo di ricerca che suggerisce di potenziare il ruolo dell’amministrazione statale per la protezione ambientale (SEPA) dandole maggiori risorse e competenze. Il risultato sconfessa il premier Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao, che nel 2006 avevano posto come priorità politica la protezione e il recupero ambientale. (A.D.F.)

 

 

LA REGINA RANIA DI GIORDANIA NOMINATA PRIMO “EMINENTE AVVOCATO”

DELL’UNICEF PER I BAMBINI. “UN TITOLO DI FANTASIA

PER UN LAVORO FONDAMENTALE”: COSI’ LA SOVRANA HA COMMENTATO

IL NUOVO INCARICO, RICEVUTO A DAVOS, IN SVIZZERA

 

BERNA.= Il titolo di primo “Eminente Avvocato” dei bambini UNICEF è stato conferito in questi giorni alla regina Rania al-Abdullah di Giordania, durante il Forum economico tenutosi a Davos, in Svizzera. Lo ha annunciato, Ann Veneman, direttore esecutivo del Fondo per l’infanzia dell’ONU che, durante la cerimonia ha definito la sovrana “un’instancabile campione per i bambini”. La Veneman ha ricordato, poi, la grande  sensibilità di Rania che, anche in passato, si era recata nelle  zone del Pakistan, devastate dal terremoto, per portare aiuto ai più piccoli. “È un titolo di fantasia per un lavoro fondamentale”, così, la regina ha commentato il suo nuovo ruolo. La sovrana collaborerà con l’UNICEF per promuovere la salute, l’educazione e il benessere dei bambini. “È un istinto naturale aiutare i più piccoli - ha detto alla stampa - perché loro ci ricordano che cosa è davvero importante nella vita”. “I grandi cambiamenti – ha aggiunto - sono la somma di tanti piccoli passi”. Concludendo il suo intervento, Rania ha spiegato che il desiderio di unirsi all’UNICEF è volto ad aggregare consensi e produrre risultati. (A.D.F.)

 

 

 

=======ooo=======

 

24 ORE NEL MONDO

29 gennaio 2007

 

- A cura di Roberta Moretti -

        

 

Iraq. Almeno 14 persone sono morte stamani a Baghdad in tre diversi attentati, il più grave dei quali nei pressi dell’università al Mustansiriya, dove un kamikaze si è fatto saltare in aria al passaggio di un autobus, uccidendo 12 persone. E mentre nelle vie della città, come in tutto l'Iraq, gli sciiti celebrano il giorno dell'Ashura - in commemorazione del martirio del loro santo-eroe, imam Hussein - tre professori e uno studente, originari di province a maggioranza sunnita, sono stati rapiti da un commando armato nel quartiere Khadimiya. E a Baghdad è giunto per una visita in programma da tempo, ma non preannunciata, il ministro della Difesa britannico Desmond Brown, che incontrerà il presidente iracheno, Jalal Talabani, e dal premier, Nuri al-Maliki. Si è assestato a 300, intanto, il bilancio dei miliziani uccisi a Najaf durante i combattimenti infuriati nelle ultime 24 ore tra l’esercito statunitense e una setta millenaristica sciita, la Jund al Sama, fortemente impegnata nella guerriglia locale.

 

Il presidente afgano, Hamid Karzai, è tornato ad affermare di essere disponibile a colloqui di pace con i ribelli taleban, per porre fine alle violenze nel Paese. Il 2006, con 4 mila morti, tra cui 170 militari della NATO, è stato l'anno più sanguinoso dalla caduta del regime fondamentalista di Kabul nel 2001 e per il 2007, con l'arrivo della primavera, si teme un'ulteriore escalation. Due anni fa, Karzai aveva proposto un’amnistia per i taleban “più moderati” e l’apertura di trattative. La sua offerta era stata respinta dai guerriglieri che, anzi, l’avevano giudicata una prova di debolezza.

 

La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha proposto alla Russia un’alleanza con l’obiettivo di “far fallire gli ambiziosi piani degli USA” nella regione. Ricevendo il capo del Consiglio di sicurezza russo, Igor Ivanov, che gli ha consegnato una lettera del presidente, Vladimir Putin, Khamenei ha detto che i due Paesi, detentori della maggior parte delle riserve mondiali di gas, possono dare vita anche “un’organizzazione di Paesi esportatori di gas sul modello dell’OPEC” per il petrolio.

 

Quarantotto persone sono state fermate questa mattina in 5 città turche in un’operazione di polizia contro le cellule di al-Qaida in Turchia. Lo hanno reso noto la rete televisiva NTV e l'agenzia di stampa turca Anadolu. Venticinque sospettati sono stati arrestati nella sola Konya, mentre gli altri tra Istanbul, Kocaeli, Smirme e Mardin. La settimana scorsa sono stati rinviati a giudizio tre terroristi che preparavano un attentato, tra cui un avvocato di Smirne che sostiene di essere il leader di al Qaeda in Turchia.

 

Le emergenze in Somalia, in Darfur e nei territori palestinesi al centro della prima giornata di lavori dell’ottavo vertice dell'Unione Africana (UA), apertosi stamani ad Addis Abeba, in Etiopia, alla presenza del nuovo segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. Intanto, assegnata al Ghana la presidenza dell’UA per il 2007. Il servizio di Roberta Moretti:

 

**********

“E’ anche colpa nostra. Saremmo dovuti intervenire prima con la forza di pace africana e abbiamo tardato”: con queste parole, pronunciate nel suo intervento introduttivo, il presidente della commissione dell’Unione Africana, Alpha Omar Konaré, ha ammesso le responsabilità dell’UA nella crisi somala, sottolineando l’urgenza di un intervento immediato della forza di pace e di un governo rappresentativo, aperto anche alle forze islamiche moderate. Sul Darfur, invece, Konaré ha espresso l’esigenza di applicare e rispettare gli accordi raggiunti, per evitare un effetto-domino su Ciad e Repubblica Centroafricana. Molta attenzione anche da parte di Ban Ki-moon, che ha sottolineato la necessità immediata di inviare in Sudan forze di pace miste africane e delle Nazioni Unite. Da parte sua, poi, il presidente dell’autorità palestinese, Abu Mazen ha lanciato un forte appello perché l'Africa appoggi la lotta del suo popolo per la piena indipendenza e sovranità, come del resto – ha ricordato – “ha sempre fatto”. “Siamo l'ultimo popolo che soffre l’oppressione del colonialismo e dell’occupazione – ha aggiunto – e le risoluzioni ONU continuano ad essere fraintese, bloccate o respinte”. Secondo Abu Mazen, è proprio questa situazione di occupazione ad innescare violenza e terrorismo. Gli stessi avvenimenti di Gaza, per il presidente palestinese, sono dovuti alla presenza di troppe diverse autorità, “ma - ha dichiarato - non consentiremo alcuna guerra civile, il sangue palestinese è sacro”. Da segnalare, infine, l’intervento del premier italiano, Romano Prodi, che ha riaffermato l'impegno dell'Italia perché il continente africano abbia un posto centrale sulla scena mondiale, dichiarando inoltre che l'Italia è disposta ad ospitare una conferenza di pace sulla Somalia.

**********

 

Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (MEND) ha attaccato ieri un posto di polizia nel centro di Port Harcourt, la principale città della regione petrolifera del sud della Nigeria, per liberare uno dei suoi capi. Nel corso della violenta battaglia, che ha visto impegnati una cinquantina di miliziani armati, sono morte almeno due persone. Dal 7 dicembre scorso, il MEND tiene in ostaggio tre dipendenti dell'ENI, gli italiani Francesco Arena e Cosma Russo, e il libanese Imad Saliba. Un terzo italiano rapito, Roberto Dieghi, è stato liberato il 17 gennaio.

 

Storica decisione del Sinn Fein, il partito repubblicano che si batte per l'indipendenza dell'Irlanda del Nord, che ha riconosciuto come legittima la polizia dell'Ulster, finora considerata una “forza di occupazione” al servizio di Londra. Secondo gli esperti, il voto spiana la strada al rilancio delle strutture di autogoverno e dovrebbe rendere di nuovo possibile un dialogo, giungendo finalmente ad una pace duratura. Ma cosa cambia nello specifico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Pierantonio Lacqua dell’Ansa di Londra:

 

**********

R. - Cambia un po’ tutto il contesto politico, come ha indicato il leader del Sinn Fein, Gerry Adams. A questo punto gli unionisti non hanno più nessuna scusa, anche per non accettare una cogestione con i repubblicani.

 

D. - Ci sono stati anche degli avvertimenti alla polizia nord irlandese che dovrà a questo punto conquistarsi la fiducia dei repubblicani. In che modo secondo te?

 

R. - Secondo Martin McGuinnes, il numero due del Sinn Fein, non è stato data alla polizia dell’Ulster una cambiale in bianco, la polizia dell’Ulster doveva dimostrare di essere neutrale. Proprio nei giorni scorsi l’ombdusman della polizia nord irlandese ha reso noto un rapporto veramente shock. Secondo questo rapporto, negli anni ’90, la polizia nord irlandese è stata in collusione con i gruppi paramilitari unionisti per almeno una decina di delitti. Quindi sono state fatte delle grosse riforme, la polizia non si chiama più Royal Constabulary, ma si chiama appunto Servizio di polizia per l’Irlanda del Nord, è composta, a questo punto, dal 20% di cattolici all’80% da protestanti e in precedenza solo l’8% delle forze dell’ordine erano appunto cattoliche. La riforma per il Sinn Fein significa innanzitutto che la polizia deve dare prova di essere neutrale, per quanto riguarda anche il rapporto con le due comunità della provincia.

 

D. - Quello in Irlanda del Nord è un conflitto che lacera questa terra, lo ricordiamo, da oltre 80 anni. A questo punto si può sperare in un futuro di pace o almeno di normalizzazione?

 

R. - Tutti i segnali lo fanno pensare. E’ un processo in corso e senz’altro il peggio è passato.

**********

 

“Il trattato costituzionale che stabilisce una Costituzione per l'Europa non è una velleità nominalistica", corrisponde a esigenze profonde: lo ha detto presidente italiano, Giorgio Napolitano, alla Università Computense di Madrid che gli ha conferito una laurea honoris causa. C’è il rischio, secondo Napolitano, che la Carta UE sia messa da parte e ciò “sconfesserebbe” la firma dei capi di 27 Paesi. L'Europa unita – aggiunge – strumento di democrazia e pacificazione, può agire come attore mondiale, “senza mettere in forse” l'alleanza con gli Usa. Basta esitazioni nella concertazione politica come nella fase post-euro, quando mancò il governo dell’economia, sottolinea.

 

Dopo le tensioni politiche degli ultimi mesi, il Kirghizistan ha un nuovo premier: si tratta del ministro dell'agricoltura, Azim Isabekov, la cui nomina è stata approvata oggi con voto segreto da 57 dei 75 membri del parlamento. Lo ha reso noto l'agenzia Interfax.

 

Il presidente equadoreño, Rafael Correa, ha nominato ieri sera ministro della Difesa ad interim l’attuale responsabile del dicastero dell’Economia, Ricardo Patino. La decisione fa seguito alla morte, mercoledì, in un incidente di elicottero non del tutto chiarito, del ministro socialista Guadalupe Larriva, prima donna nella storia ecuadoreña a guidare la Difesa. Correa, che ha affidato a una Commissione d’inchiesta internazionale la missione di determinare le cause reali dello scontro in volo dei due elicotteri, che ha causato il decesso di Larriva, della figlia di 17 anni e di cinque ufficiali, ha promesso di nominare presto un’altra donna alla testa del delicato Ministero.

 

Daniel Glaser, il funzionario americano incaricato di discutere con la Corea del Nord delle sanzioni finanziarie imposte da Washington, è arrivato stamani a Pechino, per incontrare i responsabili nordcoreani. Il dialogo sulle sanzioni finanziarie dovrebbe facilitare la ripresa dei colloqui a sei sul disarmo nucleare di Pyongyang. Le sanzioni sono state imposte unilateralmente dagli USA alla fine del 2005 e hanno portato al congelamento dei conti intestati a cittadini e istituzioni norcoreani nel Banco Delta Asia di Macao. Secondo le accuse, i conti erano usati per operazioni illegali, come la diffusione di banconote false e il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga.

 

Undici minatori sono morti nel sud della Cina a causa di un’esplosione di gas, mentre altri cinque sono dati per dispersi. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina, precisando che l’incidente è avvenuto in una miniera di carbone nella provincia meridionale del Guizhou. Le miniere cinesi sono spesso gestite da imprenditori improvvisati che trascurano le più elementari norme di sicurezza. Secondo dati ufficiali, nel 2006 gli incidenti sono diminuiti del 20% rispetto all’anno precedente, mentre i minatori morti sul lavoro sono stati 4.746.

 

 

 

=======ooo=======