RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 59  - Testo della trasmissione di mercoledì 28 febbraio 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I misteri del Giovedì e del Venerdì Santo nelle meditazioni quaresimali del cardinale Biffi al Papa e alla Curia Romana

 

Il Cristianesimo non va ridotto ad una serie di valori condivisi da tutti: è l’ammonimento del cardinale Biffi, nella meditazione di ieri pomeriggio dedicata al filosofo russo, Vladimir Solovev

 

Gli esercizi spirituali nella tradizione francescana: ai nostri microfoni, padre Gianluigi Pasquale

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La pseudo scoperta della “tomba di Gesù” è fanta-archeologia: così, il prof. Fabrizio Bisconti, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra

 

Il prof. Antonio Cassese ai nostri microfoni: la comunità internazionale si ribelli di fronte ai crimini commessi in Darfur

 

Regno Unito: sconcerto per la decisione del governo Blair di non opporsi alla creazione di embrioni uomo-animale: ce ne parla il prof. Bruno Dalla Piccola

 

Appello di un gruppo di giuristi italiani a difesa della famiglia: intervista con Antonio Baldassarre

 

CHIESA E SOCIETA’:

Appello dell’Iniziativa dei cristiani per l’Europa a riscoprire il ruolo dell’Unione Europea nella costruzione di un mondo più giusto e pacificato

 

Il Parlamento spagnolo ha bocciato la proposta del Forum delle Famiglie sul riconoscimento del matrimonio come unione esclusiva fra uomo e donna

 

Colombia: l’arcivescovo di Bogotà, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, appoggia la decisione del governo di procedere con le operazioni militari per il rilascio degli ostaggi in mano alle FARC

 

La Chiesa del Venezuela lancia la Campagna Condividere 2007, sul tema: “La vita non si trasformi in un campo di battaglia e di insicurezza”

 

Cristiani e dalit dello Stato indiano dell’Himachal Pradesh decidono di appellarsi all’Alta Corte. Chiedono la tutela delle minoranze religiose che non sarebbe garantita dalla legge anti-conversione appena entrata in vigore

 

Nuovi sfollati in Ciad: appello dell’ONU per un finanziamento straordinario dei programmi di protezione ed assistenza

 

Sarà presente anche il cardinale Zen, arcivescovo di Hong Kong, alla festa per Don Bosco della Pontificia Università Salesiana di Roma, in programma domani

 

“Un ponte per Betlemme”: è il tema della giornata di preghiera prevista domani in Terra Santa contro il muro che separa Betlemme da Gerusalemme

 

24 ORE NEL MONDO:

Italia: stasera il governo Prodi affronta la fiducia al Senato

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27febbraio 2007

 

 

I misteri del Giovedì e del Venerdì Santo nelle meditazioni quaresimali

 del cardinale Biffi al Papa e alla Curia Romana

 

Il mistero del Giovedì Santo, dove si affrontano l’amore più alto del dono eucaristico e la sofferenza del tradimento, e gli eventi del Venerdì Santo, che mostrano non solo il dolore redentivo di Cristo ma anche lo strazio trasfigurato di sua Madre: sono i due temi attorno ai quali hanno ruotato le meditazioni quaresimali di stamattina, svolte dal cardinale arcivescovo emerito di Bologna, Giacomo Biffi, davanti a Benedetto XVI e alla Curia Romana. Ce ne parla Alessandro De Carolis.

 

**********

(canto)

 

L’azione decisiva della redenzione cristiana parte da un banchetto e contiene un umanissmo appello alla memoria dell’uomo: “Fate questo in memoria di me”. Durante l’Ultima Cena il Figlio di Dio chiede agli uomini di non essere dimenticato. Da questi due spunti, la memoria e il banchetto, il cardinale Biffi ha tratto alcuni pensieri sull’importanza del Giovedì Santo. L’Eucaristia, ha affermato, è essenzialmente una memoria, capace di risalire due millenni di storia, spesso dispersa e sbadata, dell’umanità per rimettere il Figlio del Creatore fra le mani delle sue creature. E’ una memoria provvidenziale, perché avverandosi per se stessa, consente all’uomo di ricordarsi di Gesù anche quando è distratto. Ma è anche una memoria, ha osservato il cardinale Biffi, che va tenuta desta. Esistere da cristiani, allora, vuol dire portare quotidianamente qualche attenzione a ciò che Cristo ha detto, ha fatto; a ciò che Egli è. E ciò, ha aggiunto il predicatore degli esercizi spirituali, è fondamentale perché ricordarsi di Cristo permette all’uomo di capire chi egli stesso sia e per quale obiettivo viva: se Cristo è il Salvatore allora, ha notato il cardinale Biffi, noi non siamo degli autonomi ma dei salvati. Questa consapevolezza cristiana è l’opposto dell’uomo del nostro tempo, il quale  ha proseguito l’arcivescovo emerito di Bologna – è affetto dalla sottile angoscia di sapere quale sia il suo posto nel vario mondo del Creato. Dal canto suo, l’aspetto conviviale dell’Ultima Cena – riflesso dell’amicizia e della solidarietà che sottendono l’atto umile e umano del pasto – diventano l’anticipazione del banchetto celeste. Inoltre, la scena del Cenacolo comprende anche l’aspetto del tradimento. Tra le tante che patisce, ha notato il cardinale Biffi, Gesù vive anche la sofferenza amara e pungente dell’ingratitudine e dell’infedeltà. Ed ha concluso: preghiamo perché fino all’ultimo istante della vita possiamo avere il dono della perseveranza e di un cuore riconoscente.

 

(canto)

 

Dal Cenacolo al Getsemani. E' nel Giardino degli Ulivi, ha ribadito il cardinale Biffi nella seconda meditazione della mattina, che emerge l’umanità di Gesù: lo sentiamo vicino con l’intrinseca debolezza della sua preghiera, la repulsione della sofferenza, che tuttavia si risolve in un’offerta al Padre. E Cristo, a un passo dal consumare la sua Passione, diventa così il primo sacredote che intercede per l’umanità. Nell’ora dell’agonia, ha notato il predicatore degli esercizi spirituali, Gesù per vincere la debolezza della prova ha pregato ancor più intensamente. E questo, ha detto il cardinale Biffi, ci mostra come vada affrontata la sofferenza da parte di un cristiano: non con la sterile ribellione, o il ricorso a filosofie inconcludenti, né attraverso uno stoicismo coraggioso. La sofferenza va affrontata invece con una confidente e appassionata ricerca di Dio nella preghiera. E, un passo oltre, con una piena obbedienza a Dio Padre, che certamente risponderà alle nostre giuste richieste ma con una sapienza più alta delle nostre proposte e aspettative. Anche in questo caso, è Cristo a offrirne l’esempio: Dio, ha affermato il predicatore quaresimale, non toglie al Figlio la prova della morte ma fa sì che la morte diventi l’inizio della vita; costringe quasi la morte ad arruolarsi sotto le bandiere della Risurrezione. Ma per comprendere davvero in pienezza la Croce, ha concluso il porporato, bisogna guardare al Calvario con gli occhi di Maria, che rimase coraggiosamente vicino al supplizio sconvolgente di suo Figlio. La consapevolezza che il sacrificio di Gesù acquistasse la redenzione per gli uomini non ridusse il suo strazio, ma esso fu trasfigurato. Con quelli di Gesù, è stato l’invito del cardinale Biffi, non vanno dimenticati i dolori della Madre.

 

(canto)

**********

 

 

Il Cristianesimo non va ridotto ad una serie di valori condivisi da tutti:

 è l’ammonimento del cardinale Biffi, nella meditazione

dedicata al filosofo russo, Vladimir Solovev

 

Ieri pomeriggio, il cardinale Giacomo Biffi ha offerto al Papa e alla Curia una testimonianza sul tema “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”. Per il porporato, l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori. E’ un passaggio chiave dell’ultima opera di Vladimir Solovev, I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo, al centro delle riflessioni del cardinale Giacomo Biffi. Il filosofo russo, morto nell’anno 1900, con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo. Nei Dialoghi, ha ricordato il porporato, l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti. Incalzati dall’anticristo, risponderanno: “Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo”. Questo racconto, ha detto il cardinale Biffi, ci è di ammonimento. Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione.

 

Certo, ha aggiunto il porporato, se ci limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione. Questo, è stato il suo richiamo, è un pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi. Il Figlio di Dio, ha proseguito, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante. Tuttavia, ha precisato, ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia. Ci sono poi valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza. Dunque, ha concluso, se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo.

***********

 

 

Gli esercizi spirituali nella tradizione francescana

 

Oggi, a causa degli esercizi spirituali, non si è svolta la consueta udienza generale del mercoledì. L’attività del Papa, lo ricordiamo, è sospesa fino a sabato mattina, giorno conclusivo degli esercizi. In questi giorni abbiamo parlato della tradizione dei ritiri spirituali nella storia del cristianesimo, a partire da Gesù stesso che si ritirava nel deserto per pregare, fino a giungere a Sant’Ignazio di Loyola che nel XVI secolo ha praticamente codificato la metodologia degli esercizi: ma anche San Francesco d’Assisi nel 1200 aveva dato in merito delle direttive ai suoi confratelli. Qual è il metodo degli esercizi ispirato al Poverello d’Assisi? Giovanni Peduto lo ha chiesto al padre cappuccino Gianluigi Pasquale, preside dello Studio teologico ‘Laurentianum’ di Venezia:

 

**********

R. - Si può certamente affermare che San Francesco ha improntato il metodo tipicamente francescano dell’orazione del cuore quotidiana e, soprattutto, la contemplazione eremitica di Gesù crocifisso, sia nella croce lignea, che nei poveri.

 

 D. - C’è un episodio particolare che ci racconta di San Francesco durante gli esercizi spirituali?

 

R. - Il più noto è quello del grappolo d’uva preso di notte nella vigna del convento. Durante un corso di esercizi spirituali quaresimali, si narra di un frate che, preso dai morsi della fame, si recò di notte nella vigna del convento per mangiare di nascosto un grappolo d’uva, rompendo, così, il digiuno. San Francesco se ne accorse e, assai delicatamente, lo raggiunse, mangiando assieme l’uva affinché il frate non si sentisse solo e compiendo, pertanto, un autentico atto di comunione nella misericordia.

 

D. - Cosa suggerisce a chi intende seguire un corso di esercizi spirituali?

 

R. - Suggerisco, innanzitutto, di fare gli esercizi spirituali almeno una settimana all’anno. Quindi, di staccare qualsiasi contatto con i mezzi di comunicazione e di privilegiare il legame con il creato, la natura e, soprattutto, con il silenzio.

 

D. - Nella società odierna andiamo tutti di corsa rischiando di banalizzare le cose più importanti: come riuscire a fermarci ogni giorno per un momento di raccoglimento e di meditazione per evitare i pericoli di alienazione?

 

R. - È semplice: dedicare almeno cinque minuti di preghiera a Dio appena alzati e prima di coricarsi; valorizzare il tempo speso gratuitamente in dialogo con gli amici, negli occhi dei quali brilla la luce di quelli di Gesù Cristo.

**********

 

 

Nomine

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della prelatura di Coari, in Brasile, presentata da mons. Gutemberg Freire Régis, redentorista, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Joércio Gonçalves Pereira, anch’egli redentorista, finora vescovo coadiutore della medesima prelatura.

 

Sempre in Brasile, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santarém presentata da mons. Lino Vomboemmel, dell’Ordine dei Frati Minori, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Il Papa ha nominato nuovo vescovo di Santarém mons. Esmeraldo Barreto de Farias, finora vescovo di Paulo Afonso. Mons. Esmeraldo Barreto de Farias è nato il 4 luglio 1949 a Santo Antônio de Jesus, diocesi di Amargosa. È stato ordinato sacerdote il 9 gennaio 1977.

 

 

=======oo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere quaresimali dei vescovi italiani.

 

Servizio estero - Iraq: ancora sangue a Baghdad. Gli Stati Uniti aprono a Siria ed Iran.

 

Servizio culturale - Per la rubrica "Incontri", l'editore Florindo Rubbettino intervistato da Giuseppe Costa.

 

Servizio italiano - In primo piano la situazione politica.

 

 

=======oo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

27 febbraio 2007

 

 

La pseudo scoperta della “tomba di Gesù” è fanta-archeologia:

così, il prof. Fabrizio Bisconti, segretario della Pontificia Commissione

 di Archeologia Sacra

 

L’annunciata scoperta della “tomba di Gesù” è un fenomeno “tra fanta-archeologia, pubblicità e incassi”. E’ quanto afferma lo Studium Franciscanum Biblicum di Gerusalemme. La Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologiche, riferisce l’agenzia Zenit, ha fornito questo commento dopo che James Cameron, regista del film “Titanic”, ha presentato il documentario “The Lost Tomb of Jesus”. Il centro di ricerca riporta in un comunicato il parere di tutti gli archeologi israeliani che si sono pronunciati contro il presunto ritrovamento. Di fanta-archeologia parla anche il prof. Fabrizio Bisconti, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in questa intervista di Alessandro Gisotti:

 

**********

R. – Questa scoperta, a cui si fa riferimento, è una scoperta ormai del 1980, in un quartiere di Gerusalemme, il quartiere di Talpiot; la scoperta fu resa nota proprio dall’archeologo Amos Kloner, che spiegò in maniera esemplare e molto congrua il tipo di scoperta che aveva fatto, cioè la scoperta di una tomba – una tomba di famiglia – che conteneva degli ossari con delle iscrizioni incise che facevano riferimento ai nomi, agli antroponimi, di Gesù, di Marta, di Maria ... Sono degli antroponomi estremamente diffusi nel I secolo dopo Cristo, a cui va riferito il complesso archeologico che Kloner aveva individuato. E quindi, al tempo, ci fu una reazione non così spettacolare come ora si vuole infondere alla scoperta. Questi antroponimi a cui si fa riferimento, specialmente quello di Jeshua bar Joseph, Gesù figlio di Giuseppe: è un antroponimo, questo, che è diffuso e che si può contare almeno una settantina di volte. Quindi, assolutamente non può essere identificato con Gesù.

 

D. – Ecco. Peraltro, non è la prima volta che, guardando a modesti reperti archeologici, viene invece proposta una scoperta clamorosa ...

 

R. – Sì! In passato si ritenne di aver trovato l’Arca di Noè, altre scoperte così ... “fantasmagoriche” ... Io credo che il fenomeno vada inquadrato nel momento storico, no? Ora è il momento dei grandi “scoop”, delle grandi ricostruzioni, restituzioni pseudo-storiche, ma si tratta di fanta-archeologia! Questo fenomeno di dire altro rispetto alla verità storica, è un fenomeno che incomincia con il cristianesimo, praticamente. Quindi, dobbiamo abituarci a queste false scoperte, a queste false notizie ...

 

D. – In questo caso, gli archeologi – e non solo gli archeologi cristiani: lei citava Kloner, quindi archeologi israeliani – sono tutti concordi nel parlare di speculazioni, di assurdità. Però, questo ritrovamento ha un grande successo a livello mediatico perché viene riecheggiato da un documentario del regista Cameron, famoso per il film “Titanic” ...

 

D. – Sì. Io ritengo che tutti gli archeologi si siano pronunciati in questo senso, gli archeologi conoscono bene quale valore dare a questi rinvenimenti. E’ chiaro che il regista Cameron vuole ricostruire attorno a queste scoperte che gli vengono consegnate dall’archeologia, e che lui naturalmente rielabora attraverso gli strumenti ed i mezzi dei media, viene offerto appunto a questo regista lo spunto per uno “scoop” di estrema risonanza, e questo è un fatto che naturalmente poi investe l’orbita del commercio e della divulgazione, che è altra cosa rispetto alle fasi scientifiche su cui si basano gli archeologi.

**********

 

 

Il prof. Antonio Cassese ai nostri microfoni: la comunità internazionale

 si ribelli di fronte ai crimini commessi in Darfur

 

I crimini commessi in Darfur non devono restare impuniti. E’ l’auspicio delle molte organizzazioni per i diritti umani, dopo la decisione presa ieri dal procuratore della Corte Penale Internazionale, Luís Moreno Ocampo, di incriminare i responsabili degli eccidi commessi nella regione. Spiccati i primi mandati di comparizione, con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità, per l'ex ministro degli Interni del Sudan e un capo della milizia dei famigerati janjaweed. Quattro anni di guerra in Darfur sono costati sinora la vita ad almeno 200 mila persone. Sulle decisioni della Corte Penale Internazionale, Fabio Colagrande ha intervistato Antonio Cassese, docente di Diritto internazionale all'Università di Firenze, fondatore del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia e già presidente della Commissione internazionale d'inchiesta dell’ONU sui crimini commessi in Darfur:

 

**********

R. – Devo dire che non si tratta di un grande passo, non si tratta di un passo molto significativo: il procuratore ci ha messo 20 mesi per compiere queste indagini e avrebbe, quindi, potuto benissimo incriminare personaggi anche molto più importanti, che sono al vertice di Khartoum. Si tratta di due mandati di comparizione diretti all’ex ministro degli Interni che è ora addirittura agli Affari Umanitari (e figuriamoci che è accusato di crimini gravissimi), e di un ex leader dei janjaweed, che è ora un assistente poliziotto. Non sono, quindi, stelle di prima grandezza. La Commissione internazionale di inchiesta, creata da Kofi Annan e dal Consiglio di Sicurezza e che io ho presieduto tra il 2004 e il 2005, aveva elencato in un documento segreto ben 51 persone, con nomi, cognomi e fatti loro attribuiti, e tra queste persone vi erano personaggi di altissimo livello. Sarebbe stato, quindi, più drammatico e più incisivo agire proprio contro questi personaggi. Dunque si tratta di un passo, un piccolo, piccolissimo passo, ma certamente è un passo che va nella giusta direzione. Spero che tra breve il procuratore faccia degli altri importanti passi per incriminare altre persone, perché purtroppo dal gennaio 2005, quando noi consegnammo il Rapporto a Kofi Annan, la situazione non è solo migliorata, ma si è addirittura aggravata: crimini orribili contro quei poveri sudanesi del Darfur vengono commessi ogni giorno ed ogni giorno vengono violentate donne, uccisi bambini, uccisi civili; vengono massacrate intere popolazioni. E’ bene che la Comunità internazionale si ribelli, si indigni verso quello che continua ad avvenire.

 

D. – Un’incriminazione che potrebbe avere anche dei risvolti dal punto di vista internazionale?

 

R. – Certo, perché è chiaro che Khartoum ha già detto che naturalmente non eseguirà mai i mandati di cattura, se verranno chiesti. Io spero che la Corte emetta dei mandati di cattura e se non verranno eseguiti, la Corte si dovrà rivolgere al Consiglio di Sicurezza, affinché si faccia qualcosa di serio contro questi due signori ed imponga al Sudan di catturarli e di consegnarli alla Corte Penale Internazionale. Speriamo che tutto questo scuota le coscienze, perché bisogna ribellarsi contro queste cose indegne che avvengono in Darfur. Le grandi potenze si devono finalmente dar da fare per imporre al Sudan di agire, anche se purtroppo il Sudan ha l’aiuto, considerevolissimo, della Cina perchè il 60 per cento del petrolio del Sudan va in Cina. Ci sono, quindi, interessi economici che naturalmente per la Cina prevalgono sul rispetto dei diritti umani. 

**********

 

 

Regno Unito: sconcerto per la decisione del governo Blair

 di non opporsi alla creazione di embrioni uomo-animale

 

Il governo britannico non si opporrà alla creazione di embrioni uomo-animale da utilizzare per la ricerca sulle staminali: lo ha scritto il Times sottolineando che inizialmente Londra voleva mettere al bando questi esperimenti, ma ha fatto marcia indietro dopo le proteste degli scienziati. Si tratterebbe di realizzare un embrione composto al 99,9 per cento da materiale genetico umano e allo 0,1 per cento da materiale animale, da cui verrebbero tratte cellule staminali. Sentiamo al microfono di Debora Donnini il commento del genetista Bruno Dalla Piccola:

 

**********

R. – Fa parte di questa liberalizzazione che è stata adottata ormai da anni dal Regno Unito, dove praticamente non sono più posti dei limiti sostanziali a nessun esperimento che riguardi l’uomo.

 

D. – Questo embrione che si vuole creare sarebbe composto da una parte umana e da una parte bovina…

 

R. – E’ un’idea che non è affatto nuova, quella di fare queste mostruosità, perché la fusione di soggetti diversi è una mostruosità. Non dimentichiamoci che esperimenti di questo tipo furono fatti con una certa enfasi per alcuni mesi negli Stati Uniti nel 1999. Il governo americano di allora li bandì. Quale potrebbe essere la valenza di tutto questo? Soltanto, probabilmente, quella di capire, in condizioni del tutto atipiche, del tutto patologiche, certi processi di biologia cellulare. Non penso assolutamente che esperimenti di questo tipo possano avere delle valenze di tipo terapeutico. Ritengo che interventi di questo tipo vadano contro quello che abbiamo imparato dalla Convenzione di Oviedo. La Convenzione di Oviedo ha vietato espressamente questi tipi di manipolazioni, in senso generale, degli embrioni. Fa specie di essere in presenza di un’Europa che dichiara di voler fare un’Europa unita e poi di fatto ognuno va avanti da solo e prende degli atteggiamenti che vanno contro quello che è stato sottoscritto, che vanno contro un documento che ha un’importanza fondamentale, come è il documento di Oviedo.

 

D. – Il Papa recentemente ha ribadito il “no” all’eugenetica. Ma la scienza di per sé non dovrebbe porsi dei limiti?

 

R. – Io ritengo che non tutto ciò che tecnicamente è possibile fare, vada fatto. Ritengo che il ricercatore sia, nella sostanza, libero, ma quando c’è di mezzo l’uomo e la possibile distruzione dell’uomo, la libertà debba essere vigilata. A fronte di coloro che si sono sorpresi del forte pensiero che su questo tema ha espresso il Santo Padre nei giorni scorsi, io dico che effettivamente sono delle persone miopi. Basta guardare episodi come quello di cui stiamo parlando in questo momento. Ma quello che sta capitando in alcuni settori della genetica, dove si sta pensando di discriminare un embrione sulla base delle sue caratteristiche di suscettibilità, non di malattia, ma di predisposizione a malattie che potrebbero eventualmente venire nella vita adulta, questo capita già in Inghilterra e in Spagna. Di fronte a scenari di questo tipo, penso che l’eugenetica sia già in mezzo a noi. Quindi, non ci dobbiamo stupire che qualcuno riaffermi la necessità di vigilare su una scienza che è impazzita.

**********    

 

 

Appello di un gruppo di giuristi italiani a difesa della famiglia

 

Non c’è spazio nella Costituzione italiana per unioni diverse dalla famiglia. E' quanto afferma un gruppo di noti costituzionalisti in un documento reso noto ieri dal titolo ''La famiglia nella Costituzione''. In particolare i giuristi sostengono la propria contrarietà al disegno di legge sulle unioni di fatto, i cosiddetti DICO, che dovrebbe iniziare l'iter parlamentare entro le due prossime settimane. Massimiliano Menichetti ha intervistato a questo proposito Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale e tra i firmatari del documento:

 

**********

R. – In questo ambiguo disegno di legge abbiamo visto che c’era una formazione che non era la famiglia, ma avendo gli stessi diritti della famiglia poteva essere considerata una previsione legislativa in frode della Costituzione, perchè la Costituzione prevede un’unica formazione sociale che abbia come fine la riproduzione sociale, la trasmissione dei valori e così via. Tutto questo, quindi, ci sembrava un aggiramento del principio costituzionale, che invece prevede a questi fini soltanto un’istituzione, cioè la famiglia.

 

D. – Quindi in questo senso si mette in pericolo la Costituzione?

 

R. – Si mette in pericolo un principio fondante della Costituzione, perchè non va dimenticato che l’art. 29, cioè quello che parla appunto della famiglia e dei diritti della famiglia, è stato classificato dalla Corte costituzionale non una volta, ma ormai con giurisprudenza costante, come un pilastro immodificabile della nostra Costituzione. Nemmeno con una legge di revisione costituzionale questo potrebbe essere modificato.

 

D. – Oggi ci sono degli attacchi sempre  più forti dal punto di vista giuridico alla famiglia ...

 

R. – Questa è un’epoca in cui si celebra l’individuo e l’individualismo. E’ chiaro che chi cavalca questa tigre lotta contro tutte le formazioni sociali, tipo la famiglia, che impone – ricordiamoci – più doveri che diritti. Ma io mi domando: “Qual è il futuro che si collega a questa ideologia?” E’ una società frammentata, in cui non c’è più alcun dovere, non c’è più alcuna responsabilità, ma ogni più strano desiderio diventa un diritto. E’ una "non società", non è una società. Noi, invece, pensiamo proprio il contrario, che in un momento di difficoltà dei gruppi sociali, delle formazioni sociali come la famiglia, vanno difese queste contro le pretese individualistiche di distruzione dei vincoli sociali.

********** 

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

27 febbraio 2007

 

Appello dell’Iniziativa dei cristiani per l’Europa a riscoprire il ruolo dell’Unione Europea nella costruzione di un mondo più giusto e pacificato

 

Un appello a tutti i cittadini dell’Unione Europea perché prendano coscienza del progetto comunitario avviato 50 anni fa con il Trattato di Roma è stato lanciato questa mattina durante una conferenza stampa a Bruxelles dal Gruppo “Iniziativa dei cristiani per l’Europa”. Lo rende noto l'agenzia SIR. Si tratta di un Manifesto, che sarà pubblicato sulla grande stampa nel prossimo mese di marzo, promosso congiuntamente dalla Fondazione delle Settimane Sociali di Francia e dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi. Il manifesto, dal titolo “Ritroviamo il senso della costruzione europea”, invita l’Europa a riscoprire il proprio ruolo nel mondo per essere fattore di pace, giustizia e solidarietà di fronte a una realtà internazionale che vede crescere conflittualità, individualismi e povertà delle popolazioni già emarginate dallo sviluppo. Tutti i cittadini europei sono invitati a firmare il documento. (S.C.)

 

 

Il parlamento spagnolo ha bocciato la proposta del Forum delle Famiglie sul riconoscimento del matrimonio

come unione esclusiva fra uomo e donna

 

Il parlamento spagnolo ha detto ieri “no” al riconoscimento del matrimonio come unione esclusiva fra uomo e donna chiesto dal Forum delle Famiglie. La proposta era stata presentata attraverso un’iniziativa legislativa popolare sottoscritta da un milione e mezzo di persone. A bocciarla, tutti i partiti di sinistra e i nazionalisti della Galizia, ad appoggiarla il partito popolare e l’ala centrista della formazione catalana CiU. Il Forum delle Famiglie chiedeva una modifica degli articoli 44 e 175 del Codice civile per specificare rispettivamente che “l’uomo e la donna hanno diritto di contrarre il matrimonio” e che “al di fuori dell’adozione da parte di marito e moglie, nessuno può essere adottato da più di una persona”. Il Codice civile spagnolo è stato modificato in materia di matrimonio ed adozione tre anni fa, quando il governo ha eliminato tutti i riferimenti al sesso dei coniugi e dei genitori. Il segretario del Forum, Benigno Blanco, ha annunciato altre iniziative a difesa della famiglia. “Vogliamo – ha affermato – che si torni a stabilire come istituzione specifica il matrimonio fra uomo e donna, realtà maggioritaria nella nostra società”. (T.C.)

 

 

Colombia: l’arcivescovo di Bogotà, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz,

appoggia la decisione del governo di procedere con le operazioni militari

per il rilascio degli ostaggi in mano alle Forze armate rivoluzionarie

 

In un’intervista rilasciata a Radio Caracol l’arcivescovo della capitale colombiana Bogotà, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, ha affermato di essere favorevole alla decisione del governo di procedere con le operazioni militari per ottenere il rilascio degli ostaggi in mano alla guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Il porporato, riferisce l’agenzia MISNA, ha invitato le parti in conflitto a cercare una soluzione negoziata per arrivare alla pace, sostenendo che finora è mancata la volontà politica per portare a termine una trattativa. Nei giorni scorsi, il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Luis Augusto Castro Quiroga, aveva insistito sulla necessità di cercare un ‘accordo umanitario’ per il rilascio dei rapiti – se ne contano un centinaio – senza mettere a rischio la loro incolumità. (T.C.)

 

 

La Chiesa del Venezuela lancia la Campagna Condividere 2007, sul tema: “La vita non si trasformi in un campo di battaglia e di insicurezza”

 

“La vita non si trasformi in un campo di battaglia e di insicurezza”: è il tema della Campagna "Condividere 2007", presentata in questi giorni dalla Chiesa del Venezuela. Secondo il vescovo di El Vigía-San Carlos del Zulia, mons. José Luis Azuaje Ayala, presidente della Commissione episcopale della pastorale sociale e di Caritas Venezuela, “la campagna ha come preoccupazione fondamentale quella di riflettere ed elaborare proposte che aiutino a far diminuire la violenza quotidiana nelle comunità e creare una cultura di pace e giustizia, di fronte alla situazione di pericolo quotidiano e di insicurezza”. Il presule – riferisce l’agenzia Fides - ha sottolineato, inoltre, l’esigenza di “politiche pubbliche che favoriscano nel Paese una vita sicura e degna, evitando morti e violazioni della proprietà pubblica e privata”. Nell’ambito della Campagna, il prossimo 25 marzo, V Domenica di Quaresima, la Chiesa venezuelana promuoverà una colletta per aiutare le vittime della violenza, rafforzare le attività delle vicarìe sul tema dei diritti umani e sviluppare programmi per creare una cultura di pace e di riconciliazione. (E.L.)

 

 

Cristiani e dalit dello Stato indiano dell’Himachal Pradesh

decidono di appellarsi all’Alta Corte. Chiedono la tutela

delle minoranze religiose che non sarebbe garantita

dalla legge anti-conversione appena entrata in vigore

 

Dopo l’entrata in vigore, nello Stato indiano dell’Himachal Pradesh, della legge anti-conversione, cristiani e dalit hanno deciso di appellarsi all’Alta Corte. Approvata dal parlamento il 19 dicembre 2006, scrive l’agenzia AsiaNews, la normativa punisce chi converte persone “usando mezzi fraudolenti”. La pena prevista arriva a due anni di carcere che possono essere accompagnati o sostituiti da una multa di 25 mila rupie. Se il convertito è un dalit, un tribale o un minore, le pene sono raddoppiate. Se qualcuno vuole cambiare fede, deve darne informazione “30 giorni prima” alle autorità distrettuali: per chi trasgredisce è previsto un mese di carcere e/o mille rupie di multa. Chi, invece, riabbraccia la religione precedente, non viola la legge. Rakesh Bahadur, membro per l’India settentrionale della Conferenza nazionale delle organizzazioni Dalit, ha detto che la legge viola i diritti fondamentali di ogni cittadino, previsti dall’art. 25 della Costituzione indiana e dall’art. 18 della Dichiarazione universale dei diritti delle Nazioni Unite. Intanto a Hubli, nella diocesi di Belgaum, in Karnataka, nell’India del sud, alcuni cristiani hanno manifestato per chiedere maggiore sicurezza alle autorità dopo alcuni episodi di violenza a loro danno. La protesta, svoltasi lunedì scorso, è stata organizzata dall’associazione Dharwad District Minority Christian Welfare. Da mesi forze fondamentaliste operano frequenti assalti contro i cristiani. Mons. Derek Fernandes, vescovo di Karwar e di Belgaum, ha raccontato ad AsiaNews che “nel novembre 2006, ignoti hanno bruciato la porta della chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Nirmal Nagar, nella città di Dharwad, durante la notte”. “Le violenze anti-cristiane – spiega Sajan George, presidente del Consiglio globale degli indiani cristiani – crescono con molta rapidità e questo causa preoccupazione per la loro vita e le loro proprietà. Nelle molte aree agricole dell’Hubli-Dharwad e nelle altre zone del Karnataka – ha aggiunto – i pastori cristiani sono percossi con regolarità, gli incontri di preghiera sono interrotti e spesso piccole chiese e sale di preghiera subiscono danni”. (T.C.)

 

Nuovi sfollati in Ciad: appello dell’ONU per un finanziamento straordinario dei programmi di protezione ed assistenza

 

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) ha lanciato, ieri, un ulteriore appello per finanziare i programmi di protezione e assistenza in favore delle decine di migliaia di sfollati nel Ciad orientale. Servono infatti altri 6,2 milioni di dollari. La Nazione africana, che già accoglie circa 220 mila rifugiati provenienti dal Darfur e altri 46 mila profughi centrafricani, ora deve far fronte anche a circa 120 mila sfollati interni. L’ONU ha evidenziato che gli scontri attualmente in atto nella zona orientale del Paese hanno dato vita ad un contesto poco sicuro per le migliaia di sfollati, e che le violenze “rispecchiano le modalità di quelle che stanno interessando la regione sudanese del Darfur”. Gli attacchi sarebbero perpetrati soprattutto da gruppi ciadiani, con il coinvolgimento anche di miliziani sudanesi janjaweed di etnia araba. Nell’appello, l’ACNUR riconosce la “difficoltà di svolgere attività umanitaria in un contesto di crescente insicurezza”, le agenzie preposte alla distribuzione di aiuti, infatti, sono costrette ad operare in un ambiente particolarmente difficile che ha limitato il loro accesso alla popolazione sfollata. (E.L.)

 

 

Sarà presente anche il cardinale Zen, arcivescovo di Hong Kong,

alla festa per Don Bosco della Pontificia Università Salesiana di Roma,

in programma il primo marzo

 

Alla festa per don Giovanni Bosco della Pontificia Università Salesiana di Roma, che sarà celebrata domani in occasione della ripresa dell’attività accademica, dopo la pausa per gli esami, parteciperà quest’anno anche il cardinale Joseph Zen Ze-Kiuh, arcivescovo di Hong Kong. Il porporato proporrà una riflessione su “L’educazione preventiva in Cina”. Il suo intervento, riferisce l’agenzia SIR, si inserisce in un seminario di studio sul sistema preventivo di don Bosco, cui prenderanno parte anche Carlo Nanni e Aldo Girando. Dopo l’accoglienza della Croce, che dal 21 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, sta visitando le Università Pontificie romane in preparazione alla veglia mariana con il Papa del prossimo 10 marzo, V Giornata europea degli universitari, il cardinale Zen Ze-Kiuh presiederà una celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza. Il giorno della veglia con il Santo Padre, l’arcivescovo guiderà la preghiera dei giovani cattolici cinesi, in collegamento satellitare da Hong Kong. All'incontro si collegheranno anche altre università, tra cui quelle di Calcutta, Praga, Cracovia, Manchester, Manila, Coimbra, Tirana, Islamabad e Bologna. (R.M.)

 

 

Il cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia, invia messaggi quaresimali sul sito web di video “YouTube” con messaggi sulla Quaresima

 

Il cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia, sta inviando, in occasione della Quaresima, un ciclo di messaggi sul sito web di video “YouTube”.  In un primo video di due minuti e mezzo, riferisce l'agenzia ZENIT, inviato il Mercoledì delle Ceneri e intitolato “Vivere la Quaresima: la Prima Domenica”, il porporato spiega i benefici del digiuno, commenta il Vangelo domenicale ed esorta gli ascoltatori a unirsi a un gruppo di studio sulla Bibbia. Donna Farrell, portavoce dell’arcidiocesi, ha raccontato al “Philadelphia Inquirer” che il cardinale Rigali “non sapeva niente di YouTube” finché il suo staff non gli ha proposto di sperimentarlo. “Faremo qualsiasi cosa è nelle nostre possibilità per raggiungere le persone ovunque esse siano - ha detto il porporato - siamo nel business dell’evangelizzazione’”. Farrell ha riferito, infine, che il cardinale progetta di continuare a inviare messaggi nel corso della Quaresima. Fino a ieri, il video è stato visionato oltre 4.500 volte. (R.M.)

 

 

“Un ponte per Betlemme”: è il tema della giornata di preghiera

prevista domani in Terra Santa contro il muro

che separa Betlemme da Gerusalemme

 

Domani in Terra Santa si prega contro il muro che separa Betlemme da Gerusalemme. Promotori della giornata di sensibilizzazione sul tema “Un ponte per Betlemme” sono, tra gli altri, alcuni sacerdoti e laici italiani, Pax Christi Italia, Cipax, il Centro Al-Liqa’ per il dialogo interreligioso, il seminario diocesano e le suore del "Baby Hospital" di Betlemme. La prima pietra per la costruzione di quel “vergognoso muro di distruzione” (come lo chiama il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah), riferisce l'agenzia SIR, è stata posta il 1° marzo 2004. La giornata di preghiera intende “gettare un ponte di amicizia e solidarietà soprattutto con i bambini che cercano di raggiungere l’ospedale nonostante i check-point e il muro”, come spiegano le suore del “Charitas Baby Hospital”, che ogni venerdì, da un anno e mezzo, camminano avanti e indietro sotto al muro e pregano perché “crolli quella mostruosità”. “Ci sono momenti di povertà e debolezza – dice mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Chiusi-Montepulciano-Pienza – come quando senti di confrontarti con qualcosa di troppo grande o di pesante ed ingiusto. È l’impressione che ferisce ogni volta che mi è capitato di passare attraverso il muro che separa Betlemme da Gerusalemme. Dedicare il primo marzo alla preghiera per la pace serve a creare una coscienza che rifiuti queste divisioni”. (T.C.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

27 febbraio 2007

 

- A cura di Fausta Speranza –

 

 

- Un’autobomba ha provocato oggi la morte di dieci persone ed il ferimento di altre sette in un mercato di Baghdad. L’esplosione è avvenuta nel quartiere di Bayaa, nella parte meridionale della capitale irachena. E intanto, arrivano smentite sulla strage di cui si è parlato ieri. Il consigliere per la sicurezza nella provincia di al Anbar ha spiegato che la notizia della strage di bambini a Ramadi era falsa ed è nata dalla confusione con un attentato che il giorno prima nella stessa città aveva provocato la morte di alcuni bambini. Per tutta la giornata di ieri, si erano intrecciate notizie e smentite su un’esplosione avvenuta vicino ad un campo di calcio. Due fratelli di un importante esponente del maggiore partito politico sunnita sono stati uccisi in un attentato terroristico nella cittadina di Moqdadiya, ad una sessantina di km ad est di Baghdad.

 

- Il governo iracheno ha approvato intanto la legge sulle risorse petrolifere, che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento e che prevede, tra le altre cose, che tutti i proventi del petrolio siano depositati su un unico conto del governo e poi redistribuiti alle provincie in base alla popolazione. E’, inoltre, sancita la supervisione da parte di una nuova entità centrale, il Consiglio federale per il gas e il petrolio, che dovrà vigiliare sul rispetto di determinati standard. In programma anche l'apertura alle compagnie straniere, alle quali è offerta la riesportazione esentasse del 20 per cento dei proventi derivanti dalle vendite all’estero. Ma chi saranno i più favoriti? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale de “Il Sole 24 ore”:

 

**********

R. – Io direi che i più favoriti, in questo momento, siano proprio gli iracheni, perchè questa legge stabilisce un principio di eguaglianza, rispetto alla maggiore risorsa del Paese. Stabilisce il principio che i proventi del petrolio verranno distribuiti in maniera mirata e soppesata a tutta la popolazione irachena. Sarebbe stata questa una legge da approvare subito, appena dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Forse non avrebbe evitato tutti i guai dell’Iraq, ma avrebbe comunque aperto la strada davvero ad un nuovo Iraq. Poi, per quanto riguarda la presenza delle compagnie multinazionali, naturalmente la norma favorirà quasi sicuramente quelle americane, che sono quelle più sostenute sul territorio, sostenute dal governo iracheno, sostenute dagli americani, che spingeranno perchè le loro compagnie sbarchino in Iraq. Su questo non c’è dubbio.

 

D. – Ma non c’è il rischio che, sul lungo termine, l’Iraq sia depredato dagli investitori stranieri?

 

R. – L’Iraq può diventare un vero banco di prova, non soltanto per il Paese, ma per tutta l’area del Medio Oriente, perché gli americani stanno spingendo per avere dei contratti petroliferi che, in qualche modo, diano maggiore libertà di movimento alle imprese petrolifere, scardinando, in qualche modo, quel cartello dell’OPEC che rende omogenei quasi tutti i Paesi del Medio Oriente dell’area. Quindi, proprio dall’Iraq parte, sia pure in maniera surrettizia, un attacco al cartello petrolifero.

********** 

- L’Iran prenderà parte ad una conferenza internazionale a Baghdad sulla situazione in Iraq, alla quale saranno presenti anche gli USA, “se ciò è nell'interesse dell’Iraq”. Lo ha detto oggi Ali Larijani, segretario del Supremo consiglio per la Sicurezza nazionale iraniana, annunciando che il ministro degli Esteri, Hoshiyar Zebari, ha già invitato alla Conferenza il suo collega iraniano Manuchehr Mottaki.

 

- Due agenti di polizia iraniani sono stati uccisi e altri quattro rapiti ieri sera da ribelli nel sud-est dell’Iran, vicino al confine con il Pakistan. Il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, ha detto che i sequestrati sono stati trasportati in territorio pakistano, e ha accusato Islamabad di non fornire sufficiente cooperazione nella lotta che Teheran conduce contro un gruppo separatista sunnita attivo in quest’area da circa due anni, che ha rivendicato diverse operazioni armate contro le Forze di sicurezza iraniane. Tra queste, un attentato compiuto lo scorso 21 febbraio nella città di Zahedan contro un autobus dei Pasdaran (Guardiani della rivoluzione), che ha provocato 13 morti e una trentina di feriti.

 

- Sono riprese oggi con intensità le operazioni in Cisgiordania dell’esercito israeliano, che a Jenin ha ucciso tre membri della Jihad Islamica ed è ritornato in forze a Nablus. Un portavoce militare ha confermato le operazioni che, ha detto, intendono “colpire infrastrutture del terrorismo”. 

 

- A Gerusalemme est la polizia israeliana ha impedito lo svolgimento di una conferenza stampa di attivisti islamici con la motivazione che era stata organizzata da Hamas, organizzazione che Israele considera terroristica. Gli agenti hanno consegnato l’ordine di divieto della riunione nell’albergo in cui era stata inizialmente programmata la conferenza stampa e quando questa è stata poi spostata in un altro albergo, anche lì hanno consegnato un analogo ordine. Alla conferenza stampa dovevano parlare, contro i controversi scavi che Israele sta attuando a ridosso della Spianata delle Moschee, il leader dell’ala nord del movimento islamico israeliano, Raed Salah, che guida le manifestazioni di protesta, e altri esponenti islamici.

 

- E’ arrivato il giorno della verità per il governo guidato da Romano Prodi. Stasera è infatti in programma il voto di fiducia al Senato, dove la maggioranza di centrosinistra è ancora in bilico. Dopo l’intervento di ieri del premier, questa mattina a Palazzo Madama è iniziato il dibattito nel quale Unione e Polo hanno ribadito le rispettive posizioni. Tra i punti più dibattuti, la riforma elettorale. Servizio di Giampiero Guadagni.

 

***********

Non ho mai parlato di una Bicamerale per discutere di riforma elettorale, la sede naturale è il Parlamento. Romano Prodi precisa il senso della proposta lanciata ieri nell’intervento a Palazzo Madama, quando ha fatto sua l’esigenza posta dal capo dello Stato e ha chiesto all’opposizione di lavorare insieme per un sistema di voto che garantisca la governabilità rafforzando al tempo stesso il bipolarismo. Non è stata questa l’unica mano tesa da Prodi al centrodestra. Perché il presidente del Consiglio ha anche riconosciuto per la prima volta che la ripresa economica non è solo merito dell’attuale esecutivo. Così come ha ammesso che la crisi di questi giorni è politica e non un semplice incidente di percorso. Il Polo si dice disponibile al dialogo sulla legge elettorale, ma per il resto definisce vuoto e ambiguo il discorso di Prodi tutto teso, viene detto, a non scontentare nessuno della sua maggioranza. Ma se avrà la fiducia, sottolinea Berlusconi, durerà pochissimo. Un’ampia parte del suo intervento di ieri, Prodi lo ha dedicato alla politica estera, tema sul quale il governo era stato bocciato in Senato una settimana fa. Il premier ha confermato l’impegno dell’Italia in Afghanistan, spiegando che la presenza militare da sola non basta. Quanto ai temi sociali, Prodi ha promesso l’aumento delle pensioni minime e misure per famiglie e giovani. L’Unione sembra essersi ricompattata e stasera anche il dissidente Franco Turigliatto darà il suo sofferto sì. Mentre torna incerta la posizione, che potrebbe risultare decisiva, di Luigi Pallaro, il senatore eletto nella circoscrizione estero, che ieri mattina aveva annunciato il suo appoggio, ma ha poi espresso nuovi dubbi perché aspettava l’esplicita esclusione dei DICO, Il disegno di legge sulle coppie di fatto, tra le priorità del governo. Per lo stesso motivo, il senatore a vita Andreotti sembra ora propenso a votare contro. Sui DICO, Prodi potrebbe fare chiarezza nella sua replica prevista alle ore 18. Subito dopo le dichiarazioni di voto. L’esito finale dovrebbe conoscersi intorno alle 21, 30.

***********

 

- Incartamenti vuoti per le questioni politiche, ma traboccanti per quelle economiche e tecnologiche, in occasione di una visita conclusa oggi a Tokyo dal premier russo Mikhail Fradkov. In due giorni di colloqui con il capo del governo giapponese, Shinzo Abe, l’ospite ha deciso di aprire una nuova era di collaborazione in settori chiave come l’energia nucleare, gli idrocarburi, le tecnologie di punta, l’industria automobilistica. Circa gli idrocarburi, si tratta di un rilancio dello sfruttamento congiunto dei giacimenti di gas nella grande isola russa di Sakhalin, a nord dell’arcipelago giapponese, garantendo al Sol levante una maggiore quantità di risorse di quanto lasciato finora al Giappone dalla concorrenza sino-americana. A Tokyo è stata accolta con molto favore anche l’intenzione di ultimare fino al Pacifico il gasdotto della Siberia orientale. Si è discusso molto anche di nuovi investimenti economici e tecnologici nipponici in Russia.

 

- E sempre il Giappone sta per riavviare i contatti bilaterali con la Corea del Nord per la prima volta dopo le sanzioni proclamate da Tokyo contro Pyongyang sulla scia della crisi missilistico-nucleare dello scorso anno. Secondo fonti diplomatiche citate oggi dall’agenzia giapponese Kyodo, i contatti potrebbero riprendere fra una settimana a Hanoi, nell’ambito di uno dei gruppi di lavoro previsti dall'accordo internazionale a sei sul disarmo atomico nordcoreano, concluso il 13 febbraio scorso a Pechino. Sarà il primo contatto bilaterale da oltre un anno dopo che - sullo sfondo della crisi e delle sanzioni nipponiche, più ampie e rigorose di quelle della comunità internazionale - le relazioni erano ripetutamente precipitate al livello di invettive. Rispetto agli altri cinque firmatari dell’accordo di Pechino (le due Coree, USA, Cina e Russia), Tokyo si è “chiamata fuori” dall'impegno a garantire forniture energetiche a Pyongyang in cambio della disattivazione e quindi dello smantellamento del reattore nucleare di Yongbyon. Tali forniture sono state sottoposte dal Giappone alla condizione di una previa soluzione di un’annosa controversia su una serie di rapimenti. Il premier nipponico Abe, criticato da più parti in patria per “mancanza di autorevolezza”, ha tenuto a mostrare verso la Corea del Nord un atteggiamento assai più rigido del predecessore, Junichiro Koizumi.

 

- Il vice primo ministro e ministro delle finanze thailandese, Pridiyathorn Devakula, ha annunciato a sorpresa le dimissioni adducendo divergenze con l’amministrazione ad interim sulla gestione dell’economia in sofferenza negli ultimi mesi. Ex governatore della Banca centrale della Thailandia, Pridiyathorn, 59 anni, era stato nominato ministro delle Finanze dopo il colpo di Stato che aveva rovesciato il governo di Thaksin Shinawatra nel settembre scorso.

 

- Sempre più teso il clima sociale e politico a Timor Est nell’imminenza delle elezioni generali. L’Indonesia ha chiuso i confini con il piccolo Stato, dopo che un gruppo di ribelli lo scorso 25 febbraio ha assalito un posto di polizia a Maliana, vicino alla frontiera, razziando decine di armi automatiche. Oggi, il contingente internazionale presente sull’isola ha dato il via ad una vera e propria caccia all'uomo: si sospetta che dietro l’operazione ci sia la mano di Alfredo Reinado, ex capo della polizia militare, tra i responsabili degli scontri di maggio scorso fra forze governative e soldati disertori. Arrestato dopo questi episodi, che hanno costretto alle dimissioni il premier, Mari Alkatiri, Reinado è poi riuscito a fuggire di prigione. E secondo analisti la tensione a Timor est potrebbe ulteriormente salire con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 9 aprile. Alla corsa per la poltrona presidenziale corre anche l’attuale primo ministro, Ramos Horta. Premio Nobel per la pace 1996, Ramos Horta è anche uno dei fondatori del Fretel, Fronte rivoluzionario per l'indipendenza di Timor Est.

 

- Le “madri di piazza Tiananmen” – un’associazione di donne che hanno perso i figli nel massacro del 4 giugno 1989 - hanno chiesto ai deputati dell’Assemblea del Popolo cinese di “dire la verità” su quella vicenda. In una lettera aperta diffusa oggi dall’organizzazione umanitaria “Human Rights in China”, le donne affermano che a 18 anni dai fatti la “la vera storia deve ancora vedere la luce del giorno”. L’Assemblea del Popolo - il Parlamento completamente controllato dal Partito comunista - terrà la sua sessione annuale a partire da lunedì prossimo. La rivolta studentesca del 1989 è stata definita un “moto controrivoluzionario” dal Partito. Nella notte tra il 3 ed il 4 giugno di quell’anno, l’Esercito di Liberazione Popolare mise fine con un violento all’attacco all’occupazione della piazza centrale della capitale da parte degli studenti che reclamavano la democrazia. Migliaia di abitanti di Pechino cercarono invano di fermare i carri armati che marciavano sulla piazza. Non si è mai avuto un conto preciso delle vittime, che si ritiene siano state centinaia. L’associazione delle madri di piazza Tiananmen è stata fondata dall'insegnante in pensione Ding Zili, e oggi ha 128 membri.

 

 

=======ooo=======