RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 58  - Testo della trasmissione di martedì 27  febbraio 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Cristianesimo è una novità senza confronti nella storia dell'umanità: così, il cardinale Giacomo Biffi, nella terza giornata di esercizi spirituali al Papa e alla Curia

 

A causa degli esercizi spirituali, non ci sarà l'udienza generale del mercoledì. Il priore di Bose Enzo Bianchi: silenzio e meditazione necessari per ogni cristiano

 

Proseguono i lavori per la preparazione del nuovo Sinodo per l'Africa: la Chiesa del Continente rivela un "grande dinamismo"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Padre Samir Khalil Samir: sempre più deboli e delusi i cristiani in Medio Oriente

 

Il mondo cattolico in Italia si mobilita a sostegno della famiglia e prepara il Family Day: ai nostri microfoni Paola Soave

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Pakistan, minacce di morte al vescovo di Faisalabad, mons. Coutts, e a due musulmani impegnati nel dialogo interreligioso

 

Messico: i vescovi non vogliono ingerenze dello Stato nel decidere la sospensione dall’esercizio del ministero per i religiosi accusati di abusi sessuali sui minori

 

“Luci di speranza” in Guinea Conakry, dopo la decisione del presidente, Conté, di nominare un nuovo primo ministro al posto del contestato Camara  

 

Elezioni in Nigeria: la Chiesa cattolica chiede un confronto politico meno aggressivo

 

Denutrizione infantile in Etiopia: i dati incoraggianti dell’UNICEF accendono la speranza  

 

I missionari di San Carlo (Scalabriniani) celebrano a Roma il loro Capitolo generale nel X anniversario della beatificazione del fondatore, Giovanni Battista Scalabrini

 

A 10 anni dalla morte, il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, commemora il suo predecessore, il cardinale Ugo Poletti: ha servito la diocesi “con fedeltà e amore”

 

Al via, stasera a Padova, il ciclo di incontri quaresimali su  “Le opere di misericordia spirituali” di Sant’Antonio

 

Sconcerto per la decisione del governo britannico di non opporsi alla creazione in laboratorio di embrioni uomo-animale che verranno utilizzati per le ricerche sulle cellule staminali

 

24 ORE NEL MONDO:

Attentato kamikaze nella base americana di Bagram, in Afghanistan: è strage. Illeso il vicepresidente statunitense Dick Cheney

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 febbraio 2007

 

 

Il Cristianesimo è una novità senza confronti nella storia dell'umanità:

così, il cardinale Giacomo Biffi, nella terza giornata di esercizi spirituali

al Papa e alla Curia

 

Ogni uomo, anche il più lontano dal Vangelo, è stato pensato e voluto in Cristo: è quanto sottolineato dal cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito, nell’odierna terza giornata di esercizi spirituali, tenuti al Papa e alla Curia Romana nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico. Il porporato si è anche soffermato sulla novità senza confronti del Cristianesimo per la storia dell’umanità. Ieri sera, invece, ha offerto una testimonianza sul Beato Schuster, arcivescovo di Milano per 25 anni. Per una sintesi delle meditazioni del cardinale Biffi, il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(canto)

 

Nella prima meditazione dopo la celebrazione delle Lodi Mattutine, il cardinale Giacomo Biffi ha ricordato che per la prima comunità cristiana, accanto al Dio di Israele c’è anche Gesù di Nazareth Crocifisso e Risorto. Gli Apostoli, pur rimanendo ebrei coerenti e leali, sono arrivati ad adorare il Figlio di Maria come il dominatore dei tempi, come il centro di tutto. Il Cristianesimo, ha aggiunto, va visto come un proseguimento dell’Ebraismo, nasce all’interno della fede di Israele. Gli Apostoli non propongono, infatti, agli uomini una religione diversa da quella in cui sono vissuti. Eppure il Cristianesimo è una novità senza confronti nella storia dell’umanità. Non a caso la categoria della novità connota tutta l’esperienza evangelica. Il fatto centrale ed onnicomprensivo, ha detto il cardinale Biffi, è l’irruzione di Cristo e della sua opera redentrice. Gli Apostoli si imbattono in un uomo che rompe ogni schema. Gesù in apparenza non si distingue da loro: piange, si rallegra, si affatica. Anche Lui ha un paese di origine e una tradizione famigliare. Ma gli Apostoli si rendono conto che è un caso assolutamente inedito. Dopo la Pasqua di Risurrezione, ha rammentato, gli Apostoli sono costretti a rileggere tutti gli episodi della vita di Cristo. Sono costretti ad arrendersi, ad ammettere che sono entrati in contatto con Qualcuno che sta sopra ogni essere. Di questo stato d’animo di sorpresa degli Apostoli è pieno il Vangelo. Il porporato cita infine l’inno paolino nel primo capitolo della Lettera ai Colossesi, dove troviamo una meditazione altissima della realtà trascendente di Gesù Cristo.

 

(canto)

 

Nella seconda meditazione, dopo la celebrazione dell’Ora Terza, il cardinale Biffi ha affermato che fino a qualche decennio fa, si pensava seguendo Sant’Agostino, che dal momento che il nome di Gesù è il solo in cui si può avere la Salvezza, chi non arrivava ad onorarlo era posto sulla strada della perdizione. Oggi invece, ha rilevato, credere nel valore unico e indispensabile della Croce può farci apparire come uomini dalle vie ristrette e dall’animo incapace di comprensione e aperture verso quanto di vero e di buono c’è nel mondo extracristiano. C’è solo un modo per scampare a questo baratro, è stato il suo richiamo: capire che i valori dovunque si trovino, oggettivamente sono sempre suscitati da Cristo. Soltanto nella universale centralità di Cristo si può superare l’antinomia tra l’identità cristiana e una volontà irenica di apertura a tutti. Lo Spirito, ha aggiunto, sa cristianizzare anche le realtà più remote e distanti dal Vangelo. San Tommaso, ha ricordato, sostiene che ogni verità da chiunque venga detta viene dallo Spirito Santo. Tutti gli uomini sono stati pensati e voluti in Cristo Redentore, finalizzati a Lui, posti in radicale connessione con Lui. Per questa ragione non c’è nel Cristianesimo il precetto di amare il credente, ma quello di amare il prossimo, perché egli è già immagine di Cristo. Ogni vero valore è dunque per se stesso cristiano e come tale va apprezzato dovunque si trovi: nell’arte, nella ricerca, nella meditazione. D’altro canto, tutto ciò che esiste in Cristo è valore: anche la sofferenza, l’insuccesso, la morte, che la mentalità mondana giudica non valori. Ogni umanesimo separato dalla conoscenza di Cristo o programmaticamente avverso alla fede cristiana, ha concluso il cardinale Biffi, dà immancabilmente luogo ad una società disumana e questa è la lezione tragica che ci ha impartito il secolo XX.

 

(canto)

 

Nel pomeriggio di ieri, il cardinale Biffi ha voluto ricordare la testimonianza luminosa del Beato Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano per 25 anni, dal 1929 al 1954. E’ stato un maestro e un modello, ha detto, perché era un testimone convincente del mondo invisibile. Attualizzava con naturalezza il Mistero di Cristo. Il cardinale Schuster, ha proseguito, dava grande importanza alle visite pastorali, che compiva nei giorni feriali, mentre la domenica era sempre in duomo. Quindi, ogni milanese poteva vederlo. Si è donato alla Chiesa, ed è sempre stato attento al suo gregge. Romano di nascita, il cardinale Schuster fu amatissimo dai milanesi. Era difficile farlo uscire dalla sua diocesi, ha ricordato ancora il cardinale Biffi. In 25 anni di ministero alla guida della diocesi milanese, non ha mai preso ferie, né si è rassegnato ad ammalarsi. Dunque, un pastore che non conobbe riposo. Negli ultimi giorni della sua vita, volle incontrare i seminaristi e disse loro: “La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità ancora crede, ancora si inginocchia e prega. Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi, ma ha paura della nostra santità”.

 

(canto)

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A causa degli esercizi spirituali, non ci sarà l'udienza generale

del mercoledì. Il priore di Bose Enzo Bianchi: silenzio e meditazione

 

Il Papa e la Curia Romana, dunque, sono in ritiro. Tutte le udienze pontificie sono sospese. Anche la consueta udienza generale del mercoledì domani non ci sarà. Ma quanto è importante per un cristiano interrompere le sue attività per dedicare un tempo specifico a Dio, magari anche con dei veri e propri esercizi spirituali? Giovanni Peduto lo ha chiesto al priore della Comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi:

 

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R. – E’ decisivo nella vita spirituale. Noi non dobbiamo dimenticare che Gesù stesso durante la sua vita – e questo lo testimoniano i Vangeli – si ritirava in disparte, in solitudine per pregare, per meditare, per tessere quel dialogo con le Scritture e con il Padre. Nella storia cristiana questa esigenza è sempre stata vissuta, perché noi nella nostra vita quotidiana, abituale, ad un certo punto allentiamo la nostra presa, lasciamo che le nostre forze si esauriscano. Ci vogliono allora dei momenti di ripresa in cui, proprio come dice la parola, con i ritiri e gli esercizi spirituali, noi ci dedichiamo in modo particolare all’ascolto della Parola, alla revisione della vita, alla preghiera, in modo tale che veramente la nostra vita spirituale venga rinvigorita.

 

D. – Il grande  maestro degli esercizi è Sant’Ignazio di Loyola, ma sin dagli albori del cristianesimo la pratica del ritiro spirituale era vissuta in diversi modi. Pensiamo al monachesimo, ma anche a San Francesco, ai Carmelitani e via dicendo …

 

R. – Certamente Sant’Ignazio di Loyola è quello che ha fissato gli esercizi spirituali con un metodo ben preciso. Ma già prima si parlava di ritiro spirituale e tutta la storia del monachesimo testimonia questa tradizione. In sostanza si tratta di attuare soprattutto quel consiglio che i Padri del deserto davano: “Fuge, tace, quiesce”: ritirati in disparte, mettiti in silenzio, ritrova la pace. All’interno di questo allora la meditazione della Scrittura e la preghiera diventano la maniera con cui noi ridiamo veramente forza spirituale al nostro cammino verso il Regno. Il monachesimo individuava soprattutto, come ritiro, solitudine ed esercizio di preghiera; San Francesco pure come esercizio di preghiera; mentre, all’interno degli esercizi spirituali - come li ha fissati Sant’Ignazio – ha molto peso la meditazione; all’interno della via del ritiro spirituale carmelitano c’è la contemplazione. Sono accenti diversi, ma che ci dicono sempre la necessità di questa assiduità con Dio, di questa conversione, di questo trovare la linfa per la nostra vita spirituale nella Parola di Dio.

 

D. – Chi non può lasciare il mondo come il monaco, come può trovare momenti di raccoglimento nella nostra chiassosa e spesso stressante vita quotidiana?

 

R. – Io credo che sia questione di volontà e di scelte primarie. Noi continuiamo a dire che la nostra vita è chiassosa, velocizzata e stressante: questo è certamente vero. Ma è altrettanto vero che noi in questa vita stressante e chiassosa diamo delle priorità. Il problema sarebbe quello di riuscire a dare una priorità ad un tempo durante la giornata, in cui ritirarci in una stanza, dove non squilla il telefono, dove non ci giungono le grida degli altri, e metterci lì davvero davanti a Dio, con semplicità, cercando di ascoltare la sua Parola, cercando di capire cosa la Parola di Dio ci richiede nella nostra vita, affinché possiamo convertirci e tornare a Lui. Non è un’operazione difficile e molti che vivono all’interno di una vita in città, fatta di lavoro e di impegni, riescono a farla. Ma si tratta di dare il primato a questo. Magari alzandoci prima, magari un’ora prima al mattino, quando la città dorme, tutto è silenzio, i telefonini non squillano, e trovare quel tempo. Io credo che basterebbe, trovare questo tempo, almeno in tempo di Quaresima, una volta alla settimana per un’ora, oppure un quarto d’ora ogni mattina, e la nostra vita sarebbe certamente modificata da questa preghiera, da questo contatto con il Signore, che noi mettiamo come vero ritiro per ascoltare Lui.

 

D. – Il Papa ha invitato i fedeli per questa Quaresima a guardare a Cristo Crocifisso, ma soprattutto a lasciarsi guardare dal suo sguardo misericordioso. Una sua riflessione …

 

R. – Anche questa volta Benedetto XVI nel suo Messaggio della Quaresima ci ha dato un messaggio sempre ed estremamente ispirato alla Scrittura e in questo caso al Vangelo. Ci chiede di stare sotto la Croce, come Maria e Giovanni, ma di essere attirati dal suo sguardo, tenendo lo sguardo fisso su di Lui, guardando Lui che ci narra Dio, ci narra il Padre, ma ci narra anche la vera umanità, il vero uomo come Dio stesso lo ha pensato. Credo che questo sia davvero l’esercizio degli esercizi cristiani: tenere fisso lo sguardo su Gesù in Croce. Noi, in quel tenere lo sguardo fisso, come dice il Papa, possiamo rinnovare la fede, rinnovare la vita ed avere una grande speranza da poter comunicare poi a tutti gli uomini.

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Proseguono i lavori per la preparazione del nuovo Sinodo per l'Africa:

la Chiesa del Continente rivela un "grande dinamismo"

 

La Chiesa cattolica in Africa sta rivelando un “grande dinamismo”: è quanto sottolinea il comunicato reso noto oggi dal Consiglio speciale per l’Africa della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. Il Consiglio ha tenuto in Vaticano la 16.ma riunione il 15 e 16 febbraio scorsi in preparazione della Seconda Assemblea speciale sinodale per l’Africa. Nell’introdurre i lavori, l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, si è soffermato, in particolare, sul tema della riconciliazione, così attuale nel Continente africano. Durante il Consiglio sono stati presentati dati aggiornati sulle vicende che riguardano la vita della Chiesa e della società in Africa. “È stato rilevato il grande dinamismo della Chiesa cattolica con un aumento del 3,1% dei cattolici, crescita più alta di quella della popolazione (2,5%), che interessa tutte le categorie dei fedeli, sacerdoti, religiosi, religiose e catechisti”.

 

I membri del Consiglio Speciale hanno poi riferito, ognuno secondo il proprio ambito pastorale, sullo sviluppo della riflessione a partire dai Lineamenta, resi pubblici nel giugno 2006, già in atto nelle diverse realtà ecclesiali in Africa. Per favorire la diffusione, il testo è stato tradotto in alcune lingue locali, tra cui lo swahili. I vescovi – prosegue il comunicato - stanno favorendo incontri di preghiera e di studio, in particolare presso i centri universitari, sul tema del Sinodo, in preparazione alla sua celebrazione. “In modo speciale si cerca di coinvolgere i laici presenti nel campo sociale e politico, disposti a impegnarsi per un miglioramento delle condizioni di vita di ogni africano dal punto di vista integrale: economico, culturale, sanitario e soprattutto spirituale. È stata anche considerata l’opportunità di coinvolgere in questo processo presinodale rappresentanti di altre religioni per cercare di rispondere, possibilmente insieme, alle sfide del momento storico nel Continente che cerca una società più giusta e pacifica, in virtù di una sempre maggiore riconciliazione”.

 

I lavori del Consiglio Speciale si sono concentrati poi, secondo l’ordine del giorno, sull’elaborazione dei criteri di partecipazione da sottoporre alla decisione del Santo Padre in vista della convocazione ufficiale alla Seconda Assemblea speciale per l’Africa. I membri del Consiglio, dopo aver fissato la data della prossima riunione, che si svolgerà il 27 e 28 novembre 2008, hanno posto termine alla riunione invocando la benedizione del Signore attraverso l’intercessione della Beata Vergine Maria, Nostra Signora dell’Africa, sui lavori presinodali come pure sulla Chiesa e sull’intero Continente africano.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere quaresimali dei vescovi italiani.

 

Servizio estero - In rilievo l’Iraq con un articolo dal titolo “Ramadi: anche un’ambulanza per seminare morte e panico”: è stata imbottita di esplosivo da uomini della guerriglia. La deflagrazione ha provocato quattordici morti.

 

Servizio culturale - Un articolo di Agnese Pellegrini dal titolo “Desiderio di pace, ideale di semplicità”: le “Elegie” di Tibullo in una nuova, elegante traduzione.

 

Per l’“Osservatore libri” un articolo di Claudio Toscani dal titolo “I due Tiepolo tra Venezia e l'Europa”: frenetico ed ironico il padre, amaro ed introverso il figlio.

 

Servizio italiano - In primo piano la situazione politica.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 febbraio 2007

 

Padre Samir Khalil Samir: sempre più deboli e delusi

 i cristiani in Medio Oriente

 

In Medio Oriente, è bloccato il percorso di pace tra Israele e Palestina. Un problema politico che la Comunità internazionale non riesce a risolvere, nonostante 60 anni di incontri e dialoghi. Una situazione che costringe i cristiani ad un futuro incerto, privo di una prospettiva di giustizia e di vita, soprattutto per i giovani, che abbandonano la Terra Santa. Luca Collodi ha chiesto a padre Samir Khalil Samir, gesuita, docente di Teologia orientale presso l’Università  Saint Joseph di Beirut e docente presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, perché il processo di pace israelo-palestinese non decolli:

 

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R. – Ognuna delle due parti ha il suo progetto, il fatto è che l’ uno è opposto a quello dell’altro. Da una parte, Israele occupa una gran parte della Palestina e dice di riconoscere la Palestina, ma in realtà occupandola non la riconosce; dall’altra parte alcuni gruppi palestinesi si sono sempre più radicalizzati e compiono atti di terrorismo, perché non vogliono riconoscere Israele, neppure in relazione alle frontiere internazionali riconosciute. C’è un non riconoscimento, quindi, da entrambe le parti, che si esprime in violenza e che non porterà a nessun frutto. Anzi non fa che aumentare l’odio nel cuore di entrambe le parti. Si tratta allora di riuscire a rovesciare tutto questo, proponendo una soluzione che sia basata esclusivamente sul diritto sociale e solo su questo. Si devono riconoscere i principi e poi cercare di lavorare insieme per cercare di realizzarli, anche se per farlo saranno necessari 20 anni. Ma tutto deve essere sotto un controllo internazionale, che venga riconosciuto dalle parti.

 

D. – Purtroppo padre Samir la situazione sembra bloccata anche in Libano…

 

R. – E’ bloccata, in realtà, per motivi soprattutto interni, ma anche perché ci sono influenze sia della Siria, sia dell’Iran che non permettono una libertà di scelta all’interno. Ma è bloccata anche perché in questa ultima guerra tra Libano ed Israele, in realtà non era una guerra tra Libano ed Israele, ma tra Hezbollah ed Israele, laddove Hezbollah è apparso e si è presentato come l’eroe vittorioso che è riuscito a tener testa malgrado anche i sacrifici enormi della popolazione libanese. Si presenta, dunque, come il vero potere in Libano; mentre il potere legittimo è delegittimato con l'accusa di non aver  fatto nulla.

 

D. – Quanto soffrono i cristiani in Terra Santa e in Libano per questa situazione?

 

R. – I cristiani soffrono perché soprattutto in Terra Santa sono una minoranza, ma anche in Libano stanno diventando una forte minoranza. Una minoranza per definizione è più debole. Ci sono poi delle pressioni esterne: in Terra Santa è chiaro che il cristiano non ha nessun potere di decisione e tutto è nelle mani dei musulmani e degli israeliani. I cristiani sono, dunque, diventati passivi. In Libano, invece, c’è una grande disillusione da parte dei cristiani che fa sì che molti lascino il Paese, dicendo: “Questo non è più il Libano che abbiamo conosciuto e non vogliamo più lasciar vivere e crescere i nostri figli in una situazione che sta peggiorando”. L’emigrazione quindi cresce sempre più.

 

D. – Padre Samir, il fondamentalismo islamico quanto è responsabile della mancanza di pace in Terra Santa e in Medio Oriente in generale?

 

R. – Il fondamentalismo va molto oltre la Terra Santa, perché è diventato un movimento di massa: partendo dall’Arabia Saudita è passato in Egitto e in tutto il mondo arabo negli anni Settanta, arrivando poi in Africa e in Asia ed anche in quei  Paesi musulmani come l’Indonesia, che era considerato il Paese più liberale. Negli anni Novanta è arrivato in Europa  con un suo progetto, un grande progetto, ben palese. E usa tutti i mezzi: economici, politici, giuridici, culturali. In Europa i fondamentalisti approfittano della debolezza del pensiero occidentale, del relativismo, anche di quei lati positivi dell’Occidente che dicono “vogliamo una società aperta” e loro rispondono: “Eccoci!”.

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Il mondo cattolico in Italia si mobilita a sostegno della famiglia

e prepara il Family Day

 

Il mondo cattolico italiano si mobilita a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio: il Forum delle Famiglie sta organizzando “il Family Day”, una grande manifestazione popolare a sostegno delle politiche familiari e contro il disegno di legge sulle unioni di fatto, i DICO. A questo proposito Fabio Colagrande ha intervistato la vicepresidente del Forum, Paola Soave:

 

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R. – La difesa della famiglia non è un problema soltanto cattolico, ma la difesa della famiglia è un problema sociale, un problema antropologico e sociologico forte ed è giunto il momento che anche le famiglie si mobilitino.

 

D. – Come procede la preparazione di  questa manifestazione?

 

R. – Stiamo valutando sia il modo di farla, sia la data. Certo è che se il pericolo dovesse rientrare, la manifestazione allora verrà fatta per chiedere politiche  a favore della famiglia.

 

D. – A questo proposito, presidente Soave, secondo lei, ci sono mai state vere e proprie politiche a sostegno della famiglia in Italia?

 

R. – No, fare famiglia oggi è penalizzante. Le scelte familiari oggi non sono in alcun modo promosse e sostenute. Sono anni, anni ed anni, che noi chiediamo sia a livello nazionale, sia a livello regionale e municipale, delle politiche che siano di autentica promozione della famiglia, come dice l’articolo 31 della nostra Costituzione. In realtà si sono susseguite negli anni politiche più o meno assistenziali - soprattutto per le fasce deboli, ci sono state politiche contro la povertà, che nel nostro Paese ci sono sempre state ed è giusto che ci siano – ma la politica familiare è un’altra cosa.

 

D. – Il presidente del Consiglio Prodi ha presentato dodici punti e non si fa nessun riferimento ai Dico, si parla di sostegno alla famiglia, ma proprio ieri è stato annunciato dal ministro delle Pari Opportunità, Pollastrini, che la discussione sul disegno di legge sui Dico dovrebbe iniziare entro i prossimi 15 giorni in Commissione al Senato. Qual è allora la valutazione del Forum su queste dichiarazioni?

 

R. – Quell’accenno ad un sostegno alla famiglia è qualcosa di quanto più vago esista. C’è anche detto che sarebbe stata una finanziaria per la famiglia e si è visto tutto il mese di febbraio e su tutti i giornali cosa dicono le tabelle di penalizzante per la famiglia. Il riferimento quindi “a sostegno della famiglia” non ci ha creato alcuna illusione, così come il fatto che non ci fossero neppure i Dico e questo perché il governo, o meglio il compito del governo di presentare una proposta di legge sui Dico, è stato assolto. Ora il tutto è rimandato alla discussione parlamentare. Per questo non ci sono i Dico nei dodici punti, perché sono già stati fatti. Adesso bisognerà seguire il dibattito parlamentare e vedere se veramente vogliono correre il rischio di andare sotto un’altra volta sui Dico. Noi ci auguriamo che i voti per dire sì a questa legge non ci siano.

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CHIESA E SOCIETA’

27 febbraio 2007

 

In Pakistan, minacce di morte al vescovo di Faisalabad, mons. Coutts,

e a due musulmani impegnati nel dialogo interreligioso

 

In Pakistan, il vescovo cattolico di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, e due musulmani, un giornalista e uno studioso, hanno ricevuto minacce di morte per aver partecipato, lo scorso dicembre, a un incontro interreligioso in una madrassah della zona. Lo ha reso noto l’agenzia del PIME, AsiaNews, secondo cui a rivendicare le telefonate e le lettere minatorie, in cui i tre vengono chiamati “infedeli”, è stato uno sconosciuto gruppo estremista, che si autodefinisce “Fronte dei soldati islamici”. Negli ultimi anni, Faisalabad ha vissuto un positivo sviluppo delle relazioni tra cristiani e musulmani, grazie anche all’impegno in prima persona di mons. Coutts all’interno di comitati locali, che vedono la partecipazione di diversi esponenti musulmani. Ma vi sono anche numerose ONG, che lavorano insieme per promuovere il dialogo e il rispetto reciproco. Tuttavia, gli ultimi incidenti mostrano la dura opposizione che tali iniziative incontrano da parte di estremisti e fanatici. “Non ci faremo spaventare da queste intimidazioni – ha subito assicurato mons. Coutts – continueremo con le nostre attività interreligiose a favore dell’armonia sociale e della pace del Paese”. (R.M.)

 

 

Messico: i vescovi non vogliono ingerenze dello Stato nel decidere

la sospensione dall’esercizio del ministero per i religiosi accusati

di abusi sessuali sui minori

 

Decidere se un religioso che si è macchiato di abusi sessuali sui minori dovrà sospendere l'esercizio del suo ministero spetta alle autorità ecclesiastiche: è quanto affermano i vescovi messicani in un comunicato ufficiale pubblicato all’indomani del varo della riforma del Codice di procedura penale e del Codice penale. I presuli segnalano un evidente conflitto tra la nuova normativa e quella vigente sulle associazioni religiose e sul pubblico culto, che proibisce espressamente l’intervento delle autorità istituzionali nelle questioni che riguardano i gruppi religiosi. Nella riforma, il governo sottolinea l’importanza di “difendere i bambini, in particolar modo le vittime di abusi e gli ostaggi delle reti di prostituzione infantile”, e precisa che, “se a commettere tali delitti sono i ministri del culto, loro stessi dovranno rispondere dinanzi alle autorità, poiché il loro status non concede loro alcun privilegio”. “Ma – commentano i vescovi messicani – la sospensione dall’esercizio del ministero di un religioso è una questione che riguarda solo ed esclusivamente l’istituzione alla quale appartiene. Nel nostro caso, una volta accertata la colpevolezza, parte l’immediata sospensione. Successivamente viene avviato un processo interno, che culminerà con il definitivo allontanamento”. L’auspicio dei vescovi messicani è che le leggi “siano chiare e non presentino imprecisioni” per poter “camminare insieme, con passo fermo, verso una società più giusta”. Con tali premesse, “tutte le decisioni in materia di giustizia, volte a condannare le gravi offese arrecate ai danni dei più piccoli, saranno sempre ben accolte. Sono delitti contro l’umanità – concludono i presuli – e come tali devono essere perseguiti”. (D.D.)

 

 

“Luci di speranza” in Guinea Conakry, dopo la decisione del presidente, Conté, di nominare un nuovo primo ministro

 al posto del contestato Camara

 

In Guinea Conakry, dopo la decisione del presidente, Lansana Conté, di nominare un nuovo primo ministro al posto del contestato Eugène Camara, “si è accesa una luce di speranza”: ad affermarlo è stato padre Come Traoré, incaricato per le Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Conakry, citato dalle agenzie Fides e Sir. L’intesa è stata raggiunta dopo lunghi colloqui tra rappresentanti dei sindacati e della società civile, il presidente e i mediatori della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO). Nelle ultime settimane, gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti avevano causato oltre 120 vittime in tutto il Paese. Venerdì scorso, poi, il Parlamento aveva votato contro la richiesta di Conté di prolungare la legge marziale imposta alcuni giorni prima. Dopo la decisione di nominare un nuovo premier, i sindacati hanno annullato lo sciopero generale previsto per oggi. “Chiediamo alla comunità internazionale di tenere viva questa speranza – ha esortato padre Traoré – entro pochi giorni avremo un nuovo governo che dovrà impegnarsi per una politica trasparente che serva il bene comune”. “Oramai il processo di rinnovamento del Paese è avviato – ha aggiunto - la popolazione è oramai decisa a ottenere un miglioramento delle proprie condizioni di vita attraverso una vera giustizia sociale”. (A.M.)

 

Elezioni in Nigeria: la Chiesa cattolica chiede

un confronto politico meno aggressivo

 

La Chiesa cattolica nigeriana ha esortato ieri il presidente, Olusegun Obasanjo, e il vice-presidente, Atiku Abubakar, a risolvere le loro differenze, ponendo fine ad atteggiamenti aggressivi l’uno contro l’altro, mentre il Paese si prepara al delicato appuntamento elettorale del 21 aprile per la scelta del nuovo capo di Stato che sostituirà Obasanjo dopo due mandati consecutivi, ma anche per rinnovare il parlamento e i 36 governatori federali. “Il Paese ha bisogno di un miglioramento nella leadership politica e di consolidare i risultati ottenuti dall’amministrazione democratica”, si legge in un comunicato diffuso dal Segretariato per le comunicazioni sociali della Chiesa cattolica, citato dall’agenzia MISNA. I vescovi della Nigeria – ha dichiarato ai giornalisti il direttore del Segretariato, Ralph Madu – chiedono a tutti i nigeriani, in particolare i politici, di mantenere un linguaggio civile e di fare sì che le elezioni si svolgano in modo libero e trasparente, così che il Paese possa godere di pace e stabilità. L’appuntamento elettorale giunge in un clima di forte battaglia politica, non solo per le polemiche sulle candidature di politici accusati di corruzione, che dovrebbero essere sostituiti dalle liste dei concorrenti dei partiti, secondo la recente decisione della Commissione elettorale, ma anche per lo scontro tra il presidente Obasanjo e l’ex alleato e compagno di partito, Abubakar, oggi all’opposizione. Dopo l’intervento della Commissione, non è chiaro se anche Abubakar, che risulta tra i politici sotto inchiesta di un organismo anticorruzione, debba ritirare la sua candidatura. (R.M.)

 

 

Denutrizione infantile in Etiopia: i dati incoraggianti dell’UNICEF

 accendono la speranza

 

La situazione della malnutrizione infantile in Etiopia è “considerevolmente migliorata”: ad annunciarlo è stata la direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), Ann Venemann, al termine di una visita di quattro giorni nel Paese. Venemann - riferisce l’agenzia MISNA - ha rilevato, infatti, che “il numero di bambini denutriti che cercano di accedere ai centri di aiuto alimentare è considerevolmente diminuito”. Secondo i dati dell’UNICEF, il tasso di mortalità infantile in Etiopia è passato dai 204 decessi su 1000 del 1990 agli attuali 123. “L’obiettivo – ha dichiarato la direttrice dell’UNICEF – è di arrivare a 58 su 1000 entro il 2015”. Nonostante quasi un milione e mezzo di bambini soffrano di una grave forma di malnutrizione, - ha concluso Venemann -  l’Etiopia ha oramai imboccato una strada che apre “molte speranze di un continuo miglioramento”. (E.L.) 

 

 

I missionari di San Carlo (Scalabriniani) celebrano a Roma il loro Capitolo generale nel X anniversario della beatificazione del fondatore,

Giovanni Battista Scalabrini

 

Per la prima volta, è un sacerdote di origini non italiane il superiore generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani). Padre Sérgio Olivo Geremia, nato a Dois Lageados, in Brasile, nel 1944, è stato eletto a Roma, durante il XIII Capitolo generale della Congregazione, organizzato in coincidenza con il X anniversario della beatificazione del fondatore, Giovanni Battista Scalabrini. La necessità di riscoprire e rinnovare la vita comunitaria e la spiritualità – riferisce l’agenzia Fides – viene sottolineata nel documento finale del Capitolo. Il testo riafferma con vigore l’impegno della Congregazione scalabriniana nel campo della mobilità umana, con particolare attenzione a quelle situazioni in cui il fenomeno delle migrazioni presenta aspetti critici e disumani. I Missionari di San Carlo si impegnano, nei prossimi sei anni, a dare nuova vitalità e nuovo impulso missionario alla consacrazione religiosa, integrati nelle Chiese locali a servizio di quanti vivono drammaticamente la mobilità. (R.M.)

 

 

A 10 anni dalla morte, il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini,

commemora il suo predecessore, il cardinale Ugo Poletti:

ha servito la diocesi “con fedeltà e amore”

 

“Un servitore di Cristo e della Chiesa. Sollecito, instancabile, si è fatto carico di tutto e di tutti”: con queste parole, domenica, il cardinale Vicario per la diocesi di Roma, Camillo Ruini, ha ricordato durante la Messa di suffragio, celebrata in San Giovanni in Laterano, il predecessore, cardinale Ugo Poletti, scomparso 10 anni fa. Come riferisce il quotidiano Avvenire, il cardinale Ruini ha ripercorso il lungo ministero ecclesiale del cardinale Poletti e, in particolare, gli anni vissuti da Vicario di Roma “facendo crescere la realtà della diocesi” e servendola “con fedeltà e amore”. Nell’omelia, il porporato si è anche soffermato sul significato della Quaresima, invitando tutti a “non ritardare il tempo della conversione a Dio”, perché “non bisogna abusare della misericordia del Signore che non ci dispensa, ma ci sollecita alla conversione”. Nato a Omegna, in provincia di Novara, nel 1914, il cardinale Poletti è stato vicario di Roma dal 1972 al 1991, al fianco di tre Pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo I  e Giovanni Paolo II. Morì il 25 febbraio del 1997. (R.M.)

 

 

Al via, stasera a Padova, il ciclo di incontri quaresimali su

  “Le opere di misericordia spirituali” di Sant’Antonio

 

Dopo il successo delle scorse edizioni, riprende anche quest’anno a Padova, in preparazione alla Pasqua, l’iniziativa “Se Antonio tornasse...”, promossa dai Volontari della Corsia del Santo, in collaborazione con la diocesi. L’obiettivo della rassegna, al via da stasera per cinque martedì, presso la sala dello Studio teologico della Basilica del Santo, è “rendere attuale, in forma di incontro tra esperti delle attività religiose e sociali, i Sermoni di Sant’Antonio”. Gli incontri, sul tema “Le opere di misericordia spirituali al Santo”, sono rivolti “a religiosi e laici credenti e non credenti, ma ispirati dall’esempio antoniano di fronte alle domande impellenti della società di oggi”. In particolare, il tema dell’appuntamento di questa sera sarà: “Insegnare agli ignoranti. Alfabetizzazione: diritti e doveri; che cosa è necessario conoscere nella vita”. (R.M.)

 

 

 

 

 

Sconcerto per la decisione del governo britannico di non opporsi

alla creazione in laboratorio di embrioni uomo-animale

che verranno utilizzati per le ricerche sulle cellule staminali

 

A rivelare la sconcertante decisione è il quotidiano Times, il quale sottolinea che l’esecutivo, che inizialmente voleva mettere al bando questi esperimenti, ha fatto marcia indietro dopo una rivolta degli scienziati contro ogni divieto. A gennaio, l’Autorità britannica per la fertilizzazione e l’embriologia (HFEA) aveva rinviato all’autunno la sua decisione sulla creazione di cosiddetti “embrioni-chimera”, affermando che sul tema fosse necessario un ampio dibattito pubblico, prima di passare alla fase in cui si esaminano specifiche richieste di autorizzazione. Le richieste già avanzate riguardano un embrione fatto di parti di specie diverse, una umana, l’altra bovina. Verrebbe realizzato unendo cellule umane e ovuli di animali, hanno detto gli scienziati del King’s College di Londra e del North East England Stem Cell Institute (Nesci), nel richiedere il via libera all’HFEA. L’embrione che ne risulterà sarà composto al 99,9% da materiale genetico umano e allo 0,1% di materiale animale. La scelta di usare ovuli animali, è stato detto, è nata dalla scarsità di ovuli umani residui dai trattamenti di fertilizzazione in vitro. Da questi embrioni verrebbero tratte le cellule staminali che potrebbero curare gravi malattie come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. Nei giorni scorsi, l’associazione Scienza e Vita aveva già condannato duramente il progetto di legge allo studio in Gran Bretagna sulla manipolazione genetica degli embrioni umani. (A cura di Roberta Moretti)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

27 febbraio 2007

 

- A cura di Fausta Speranza –

 

 

- Un'esplosione ha causato 20 morti - tutti lavoratori afghani e tre ''soldati stranieri'' di cui non è stata resa nota la nazionalità - mentre il vicepresidente americano, Dick Cheney, è rimasto illeso: è il bilancio dell’attentato avvenuto a Bagram, in Afghanistan. I talebani hanno rivendicato l'attacco suicida. Il vice presidente americano Cheney ha poi raggiunto Kabul per incontrare il presidente afghano Hamid Karzai. Arrivato ieri sera in Afghanistan proveniente dal Pakistan, ha passato la notte a Bagram perché una bufera di neve gli aveva impedito di proseguire per Kabul. La guerriglia sta, dunque, alzando il tiro in Afghanistan. Ma l’attacco di questa mattina è più un atto dimostrativo o si tratta di una vera e propria sfida nei confronti dei vertici statunitensi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo di matrice islamica:

 

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R. – Secondo me, è una sfida aperta nei confronti del potere e questo è un fenomeno che fa parte dell’“al-qaedismo”, questo movimento anti-imperialista insurrezionale che è nato dalle ceneri di al Qaeda dopo la distruzione del regime talebano, ed è – diciamo – della stessa matrice che ha portato avanti gli attacchi a Madrid, a Londra ad Istanbul e nel resto del mondo.

 

D. – Il Pentagono proprio in questi giorni stava insistendo molto su questa nuova strategia di al Qaeda, soprattutto dei talebani; si aspettava un attacco di primavera. Può essere considerato questo uno dei primi attacchi di questa nuova fase?

 

R. – Sicuramente ci sarà una campagna primaverile, e questo è legato alla strategia tipica dei gruppi jihadisti nelle zone del Centro-Asia, che l’inizio delle ostilità annuali è sempre la primavera date le condizioni climatiche dell’inverno. Che questo sia uno dei primi attacchi, è possibile ...

 

D. – Il numero due della Casa Bianca, Dick Cheney, è rimasto illeso: era giunto ieri proprio in Afghanistan per spingere il governo di Kabul ad un maggiore impegno contro i talebani. Ora, secondo te, che cosa cambia dal punto di vista politico, anche nei rapporti tra i due Paesi?

 

R. – Io credo che molto poco cambierà, nel senso che gli americani si trovano in una situazione di stallo, in Afghanistan, e quello che sta succedendo oggi è la conseguenza di un errore strategico che si è verificato subito dopo l’inizio dell’invasione dell’Afghanistan, ed è stato – appunto – la decisione di non troncare completamente la leadership storica di al Qaeda, cioè di non seguire quindi Bin Laden ed Al Zawiri ed i loro seguaci all’interno del Pakistan. In più, la maggior parte del territorio afghano è sotto il controllo dei "signori della guerra": abbiamo Kabul che è controllata dal presidente eletto e le zone limitrofe; tutto il resto è terra di nessuno!

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- L’ambasciatore italiano e quello americano in Sri lanka sono rimasti leggermente feriti in un attacco in una zona calda dell’est. Non colpiti gli altri diplomatici che facevano parte di una missione internazionale. Sulle reazioni e le dichiarazioni di rivendicazione ma anche di rammarico da parte dei responsabili dell’attacco, il nostro servizio:

 

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Dell'ambasciatore italiano Pio Mariani è stato detto che "è in buone condizioni", di quello americano Robert Blake che non ha avuto nemmeno bisogno del ricovero in ospedale. La presidenza tedesca dell'Unione Europea condanna l'attacco armato da parte dei  ribelli Tamil. In una nota diffusa a Berlino, il ministero degli Esteri tedesco ha parlato di "incidente grave", e ha invitato governo e ribelli a porre fine alla contrapposizione armata. L'Unione Europea - aggiunge la nota - si appella alle parti a tornare al più presto al tavolo della trattativa per cercare di giungere a una soluzione negoziata del conflitto. La UE - conclude la presidenza tedesca - resta disponibile a sostenere il processo di pace in Sri Lanka.

 

Le Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (LTTE), subito accusate dell'attacco, hanno espresso rammarico per l'accaduto, ma hanno a loro volta accusato il governo dello Sri Lanka di negligenza. Secondo il portavoce, infatti, i ribelli non erano stati avvertiti dell'arrivo della delegazione straniera, contrariamente alla prassi consolidata. L'attacco è avvenuto con un bombardamento di artiglieria mentre una delegazione di ambasciatori - oltre a quelli italiano, tedesco e americano, c'erano gli ambasciatori di Francia e Unione Europea - stava scendendo da un elicottero militare nella base aerea di Batticaloa. La regione è in preda a forti combattimenti fra ribelli tamil e forze governative. Gli ambasciatori sono arrivati per una missione esplorativa per valutare i bisogni di migliaia di rifugiati costretti a fuggire dai loro luoghi di residenza a causa della guerra civile. Negli ultimi 15 mesi in cui sono riprese con vigore le violenze legate alla ribellione separatista dei tamil, sono state uccise circa 4 mila persone.

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- Nel Darfur sono stati commessi crimini di guerra e contro l'umanità ed i responsabili vanno processati. Questa la richiesta presentata da Luis Moreno Ocampo, procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI). Il procuratore ha accusato di crimini di guerra l'ex ministro degli interni sudanese Ahmed Haroun e il capo di una milizia, Ali Muhammad Ali Abd-al Rahaman, conosciuto come Ali Kushayb, e ha invitato i giudici ad emettere un mandato di comparizione contro di essi. Haroun è attualmente ministro degli Affari umanitari del Sudan. Nel Darfur, secondo le Nazioni Unite, almeno 200 mila persone sono morte in conseguenza della guerra civile che ha causato, dal 2003, anche circa 2,5 milioni di profughi. Ocampo ha presentato oggi ai giudici della Corte i risultati dell'inchiesta, cominciata nel giugno del 2006. Secondo il procuratore ci sono stati casi di persecuzioni, torture, violenze e morte, sufficienti per giustificare l'accusa di crimini di guerra e contro l'umanità. Il suo gruppo ha fatto 70 missioni in 17 Paesi, esaminato i casi di centinaia di vittime e raccolte numerose testimonianze. La Corte penale internazionale, costituita a Roma, è il primo tribunale permanente incaricato di giudicare i crimini di guerra e contro l'umanità quando i giudici di un Paese non possono e non vogliono procedere.

 

- La polizia di Baghdad ha reso noto che, nelle ultime 24 ore, sono stati ritrovati in zone diverse della città almeno 25 cadaveri, gettati in strada o nelle discariche. Gran parte dei morti avevano le mani legate dietro la schiena e mostravano evidenti segni di tortura, oltre a letali ferite di arma da fuoco alla testa o al torace, hanno detto le stesse fonti, aggiungendo che con ogni probabilità si tratta di vittime della violenza interconfessionale che insanguina il Paese. Da due settimane è in corso a Baghdad una massiccia operazione antiterrorismo denominata 'Imporre la Legge', a cui partecipano circa 90 mila uomini, tra forze di sicurezza irachene e soldati americani. Ieri, fonti militari USA hanno detto che "è ancora presto" per tracciare un bilancio, ma hanno anche affermato che ora "gli assassinii di carattere interconfessionale sono al livello più basso da un anno".

 

- L'Iran ha ribadito che non sospenderà l'arricchimento dell'uranio, nonostante ieri a Londra le Grandi Potenze si siano accordate per lavorare a una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU nei confronti di Teheran. "Ogni richiesta di sospensione è illegale e illegittima (...) e non verrà mai accettata", ha affermato il ministro degli Esteri, Manuchehr Mottaki, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "L'Iran non intende ignorare il diritto del suo popolo ad avere una tecnologia nucleare pacifica", ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran. Il Consiglio di Sicurezza, con la risoluzione 1737 approvata il 23 dicembre scorso, aveva introdotto prime, simboliche sanzioni contro la Repubblica islamica e le aveva dato altri 60 giorni per sospendere l'arricchimento. Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha definito "carta straccia" la risoluzione e la Repubblica islamica, lungi dall'accettare la richiesta di sospensione, ha accelerato le attività di arricchimento.

 

- In Italia, oggi alle 17, Romano Prodi si presenterà al Senato per il suo discorso programmatico. Domani il voto di fiducia. Dopodomani, alle 21.30 l'aula di Palazzo Madama si esprimerà sulla fiducia. Giovedì invece il dibattito passerà alla Camera. L'attenzione rimane tutta sui numeri: la maggioranza dovrebbe esserci anche  considerando il senatore eletto all’estero Pallaro, che nelle ultime ore si è detto "orientato verso il sì". 

 

- Almeno 15 milioni di persone hanno sofferto per la scarsità d'acqua provocata dalla siccità lungo il corso dello Yangtze, o Fiume Azzurro, nel sud della Cina. Lo afferma oggi il quotidiano China Daily. "Se il livello dell'acqua nel fiume e nel suo affluente superiore Jialing continuerà a scendere, allora ci troveremo di fronte ad una vera crisi", ha detto un tecnico della compagnia "Shapingba Waterworks", citato dal giornale. La scorsa estate la valle dello Yangtze ha sperimentato la siccità più grave degli ultimi 50 anni. L'avvicinarsi della primavera non ha portato le attese piogge, e la situazione è ulteriormente peggiorata. Il livello dell'acqua nel lago artificiale creato dalla gigantesca diga delle Tre Gole, che si trova al centro della zona colpita dalla siccità, è "normale", secondo fonti della "Three Gorges Project Corporation", la compagnia che gestisce la diga. Il livello dell'acqua si è però abbassato sull'alto corso del fiume, provocando seri problemi alla navigazione. "Lo Yangtze soffre di siccità tutte le primavere, ma quella di quest'anno è la peggiore che io ricordi, in alcuni punti l'acqua non è più alta di un metro", ha dichiarato un marinaio interpellato dal giornale.

 

- I membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite potrebbero raggiungere "rapidamente" l'accordo su una seconda risoluzione sull'Iran che dovrebbe prevedere sanzioni economiche, ha sostenuto il ministro degli Esteri francese, Philippe Douste-Blazy. Parlando al canale televisivo LCI, il ministro ha ricordato che alti funzionari di Gran Bretagna, Russia, Cina, Germania e Francia si sono incontrati ieri a Londra e che ora vi sono "buone possibilità" che venga adottata una seconda risoluzione anche perché il direttore generale dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA), Mohamed El Baradei, ha scritto un rapporto nel quale afferma che Teheran "è molto lontana" dal conformarsi alla risoluzione 1737.

 

- Tre persone, che vanno ad aggiungersi alle altre sei dei giorni scorsi, sono state arrestate in Myanmar in seguito ad una protesta per denunciare il peggioramento delle condizioni di vita a Yangon, capitale commerciale dell'ex Birmania. La manifestazione, caso raro nel Paese, dove vige la legge marziale, è avvenuta venerdì con toni pacifici, ma è stata definita dai media locali un tentativo di rivolta, per cui "si attendono nuovi arresti", ha detto una fonte delle autorità. Circa 25 persone hanno sfilato nel centro della città e si sono fermate davanti alla principale stazione degli autobus del Paese per una mezz'ora. I manifestanti portavano cartelli e slogan che chiedevano miglioramenti nel sistema sanitario, nella scuola e nella rete elettrica, in una città quotidianamente soggetta a blackout. Il Myanmar è governato da un regime militare dal 1962. Nonostante le grandi riserve di petrolio, gas e minerali di cui dispone, i suoi 52 milioni di abitanti sono fra i più poveri del mondo. L'opposizione, guidata dalla Lega Nazionale per la Democrazia (LND), ha chiesto la liberazione degli arrestati, sottolineando che la protesta è stata "un'espressione pacifica dell'opinione pubblica".

 

 

 

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