RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 57  - Testo della trasmissione di lunedì 26  febbraio 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Mondo invisibile, conversione e senso cristiano della morte nelle prime meditazioni del cardinale Giacomo Biffi agli esercizi spirituali della Quaresima in Vaticano alla presenza del Papa

 

Volgere lo sguardo a Cristo Crocifisso per cambiare la nostra vita: all’Angelus e nell’incontro con i parroci romani, l’invito del Papa a vivere intensamente la Quaresima

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si accende il dibattito bioetico  per la paventata possibilità di legalizzare nel Regno Unito la manipolazione del DNA degli embrioni. Intervista con Maria Luisa Di Pietro

 

Ai nostri microfoni il compositore Ennio Morricone, insignito nella notte degli Oscar, del Premio alla carriera

 

300 anni fa nasceva a Venezia Carlo Goldoni, il commediografo che fece entrare il mondo nel teatro. Ce ne parla il professor Carmelo Alberti

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Libano il patriarca maronita, cardinale Pierre Nasrallah Sfeir, esprime preoccupazione per il riarmo, come ai tempi della guerra civile, dei partiti politici

 

Lo Stato americano della Virginia chiede scusa, con una risoluzione approvata all'unanimità dal Parlamento, per la schiavitù e per gli abusi ai nativi

 

Sale a dieci il numero dei morti causati dal ciclone Favio in Mozambico. I missionari presenti nel Paese chiedono l’invio di aiuti per affrontare l’emergenza

 

Uganda, Burkina Faso e Sudan chiedono aiuti internazionali per contrastare le epidemie di meningite. I tre Paesi lamentano un insufficiente numero di dosi di vaccino

 

Da questa mattina a Venezia il capitolo provinciale dei Cappuccini  

 

Giovani volontari, che si ispirano alla spiritualità degli Oblati di Maria Immacolata, portano per le strade di Vittoria, in Australia, speranza ed amore ai senza tetto e agli emarginati

 

In Giappone al via le culle pubbliche contro gli aborti. L’iniziativa segue un provvedimento simile già avviato la scorsa settimana in India

 

24 ORE NEL MONDO:

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha definito «genocidio» il massacro di Srebrenica, nel 1995 in Bosnia, in cui furono trucidati migliaia  di musulmani bosniaci, ma ha stabilito che la Serbia non è imputabile

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

26febbraio 2007

 

Mondo invisibile, conversione e senso cristiano della morte

nelle prime meditazioni del cardinale Giacomo Biffi

 agli esercizi spirituali della Quaresima in Vaticano alla presenza del Papa

 

L’esistenza di un mondo invisibile, che rimanda alla percezione delle creature divine ignorate dalla cultura del positivismo scientista, e il bisogno della conversione del cuore per scegliere consapevolmente Dio piuttosto che il male. E, in quest’ottica, il valore del pentimento in rapporto al senso del peccato e il valore della vita vissuta con la speranza che vi sia un aldilà piuttosto che il nulla: sono alcuni dei temi sui quali il cardinale arcivescovo emerito di Bologna, Giacomo Biffi, ha articolato – tra ieri pomeriggio e stamattina - le prime tre meditazioni degli esercizi spirituali della Quaresima, tenuti al cospetto del Papa e della Curia Romana. Per una sintesi del loro contenuto, ascoltiamo il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Per sua natura, l’uomo fatica a concepire l’esistenza del “mondo invisibile”, l’ipotesi di un “altrove” esterno alla percezione dei suoi sensi. Ma escludere pregiudizialmente l’esistenza di un aldilà è anzitutto un atteggiamento irrazionale – perché l’uomo, che non è onnisciente, non può pretendere di affermare con sicurezza ciò che non si vede e tocca – ed è in sostanza una condanna a una vita di non senso. Aprirsi invece alla possibilità di un mondo invisibile vuol dire al contrario affacciarsi a un mondo in cui ogni sorpresa è possibile, a un mondo che non esclude, ad esempio, la presenza degli angeli. E’ stata questa, in estrema sintesi, la premessa dalla quale il cardinale Biffi ha fatto partire la sua prima meditazione quaresimale, ieri pomeriggio, per arrivare ad affermare che anche per il credente c’è il rischio di ridurre a misura della propria miseria l’ampiezza delle cose divine. Il segno che si prende sul serio il mondo invisibile è che si prende sul serio il mondo degli angeli, ha detto il porporato, stigmatizzando la mentalità odierna per la quale la realtà nascosta degli angeli è invece tra le più derise perché si è poco inclini a considerare “le cose di lassù”. Se si hanno questi occhi, svanisce anche la paura di una Chiesa piccolo gregge rispetto alle forze che la insidiano poiché, ha osservato il cardinale Biffi, il credente la vede per ciò che è: parte di una comunità affollatissima che vive fra terra e cielo.

 

Con le due meditazioni di stamattina, poi, il predicatore degli esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana è entrato nel merito di due aspetti sui quali la Quaresima riflette con particolare attenzione: la conversione – e quindi il senso del peccato e del pentimento che salva – e la morte in chiave redentiva. La liturgia della Quaresima, ha affermato il cardinale Biffi nella prima riflessione di stamani, è segnata da una frase che rappresenta l’esordio dell’annuncio pubblico di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Questo periodo, dunque, non è – ha sottolineato il predicatore - il tempo dato al credente per verificare "se" vi sia qualcosa da cambiare in sé stesso, quanto piuttosto "cosa" debba essere cambiato, cioè convertito da uno stato di errore a uno di grazia. E la conversione - cioè cambio di direzione lungo il cammino della vita - inizia dal cuore, dal pentimento interiore e se il discepolo di Cristo deplora con fermezza la colpa, non toglie a nessuno la certezza della divina misericordia, anche perché – ha proseguito il cardinale Biffi – il frutto di un pentimento autentico ha come esito immancabile la gioia. Oggi, ha notato il porporato, si dice che non vi sia pentimento perché si è smarrito il senso del peccato. Tuttavia, ha soggiunto non senza ironia, questo non è del tutto vero perché la nostra epoca è segnata dalle continue denunce di malefatte, sui media e nei tribunali. Ciò vuol dire allora che il senso del peccato esiste, ma il senso del peccato altrui. Viceversa, il pentimento che salva sta nel riconoscere i propri errori, perché dissociarsi dalla colpa avvicina per ciò stesso a Dio, che è l’antitesi del male, e rende meglio percepibile l’imminenza del suo Regno.

 

Dall’imposizione delle Ceneri all’inizio della Quaresima - e dalla frase che accompagna il rito (“Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”) - il cardinale Biffi ha tratto lo spunto per la terza meditazione. Nel mondo che non riconosce il mondo invisibile, la morte è una disfatta. Una vita che, per certa mentalità, è destinata a finire in nulla, rende vuoto anche quello che si fa mentre si è in vita, per cui l’esistenza più perversa e quella più generosa, secondo questa visione, finiscono, all’apparenza, per essere ripagate alla stessa maniera. Tra l’altro, ha asserito l’arcivescovo emerito di Bologna, la stessa mentalità nega quasi la morte evitando di parlarne: il moltiplicarsi dei suicidi o le stesse morti di molti giovani che tornano dalla discoteca – e il cardinale Biffi ha fatto riferimento anche ai fatti di cronaca italiana delle ultime ore – sono l’emblema tragico di vite consumate senza senso. Ma questo vuoto è assurdo per la mente umana. Ecco la profonda differenza del messaggio evangelico. Il cristiano, ha detto il cardinale Biffi, non censura il pensiero della morte, non ha vergogna di provarne sgomento, perché è lo stesso sperimentato dal suo Signore. E qui, il porporato ha sollecitato gli stessi pastori della Chiesa a sottrarsi a un certo condizionamento che impedisce una seria riflessione sulla morte. Bisogna portare l’uomo non tanto a scegliere tra una vita futura, della quale non sa niente, e una godibile vita presente, quanto a scegliere tra una vita svuotata di senso che finisce nel nulla e la speranza di un evento che verrà a darci un senso e un traguardo, cioè la Risurrezione. La Risurrezione di Cristo è un fatto reale che si può opporre all’altro fatto ineluttabile e sperimentabile della morte. Dunque, ha concluso il cardinale, ecco perché le Ceneri non sono mai disgiunte dalla Pasqua. Esse simboleggiano non tanto ciò che diventeremo, quanto ciò che potremmo diventare se non aprissimo il cuore al mondo invisibile che racchiude l’evento della Salvezza. La nostra vita senza Dio sarebbe, per l’appunto, una fiammata che finisce in un pugno di cenere spenta.

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Volgere lo sguardo a Cristo Crocifisso per cambiare la nostra vita: all’Angelus e nell’incontro con i parroci romani,

l’invito del Papa a vivere intensamente la Quaresima

 

“Solo volgendo lo sguardo a Gesù, morto in Croce per noi, può essere conosciuta e contemplata questa verità fondamentale, Dio è amore”. E’ la riflessione offerta da Benedetto XVI all’Angelus di ieri, nella prima domenica di Quaresima. Proprio a questo tempo forte per la vita di ogni cristiano, il Pontefice ha dedicato ampio spazio nell’incontro con i sacerdoti romani, tenutosi la settimana scorsa in Vaticano. Ce ne parla Alessandro Gisotti: 

 

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Nella Quaresima, “impariamo realmente l’amore per il prossimo e la vita cristiana”. E’ la riflessione offerta da Benedetto XVI ai parroci romani e con loro a tutti i fedeli. Il Papa ha messo l’accento sullo spirito che deve animarci in questo cammino di conversione, che talvolta diventa difficile:

 

“Non possiamo pensare di vivere subito una vita cristiana al cento per cento, senza dubbi e senza peccati. Dobbiamo riconoscere che siamo in cammino, che dobbiamo e possiamo imparare, che dobbiamo anche convertirci man mano. Certo, la conversione fondamentale è un atto che è per sempre. Ma la realizzazione della conversione è un atto di vita, che si realizza nella pazienza di una vita. È un atto nel quale non dobbiamo perdere la fiducia e il coraggio del cammino”.

 

Può capitare, ha riconosciuto, che ci si senta scoraggiati, “così da voler lasciare tutto e restare in uno stato di crisi”. Ma, ha avvertito, “non ci si deve subito lasciar cadere, ma con coraggio bisogna ricominciare”, senza lasciarsi schiacciare dal male:

        

"Contro questo grande peso del male che esiste nel mondo e che tira giù il mondo, il Signore pone un altro peso più grande, quello dell'amore infinito che entra in questo mondo. Questo è il punto importante: Dio è sempre il bene assoluto, ma questo bene assoluto entra proprio nel gioco della storia; Cristo si rende qui presente e soffre fino in fondo il male, creando così un contrappeso di valore assoluto. Il plus del male, che esiste sempre se vediamo solo empiricamente le proporzioni, viene superato dal plus immenso del bene, della sofferenza del Figlio di Dio".

 

Il Signore, ha aggiunto, “è generoso e con il suo perdono vado avanti, diventando anch'io generoso con gli altri". Dunque, ha ribadito il Santo Padre, è questo vivere “per gli altri” il vero segno che “abbiamo avuto l’incontro con Cristo”. E questa, ha detto, è una grande consolazione quando sembra rimanere poco tempo per la contemplazione:

 

“Ho riletto poco tempo fa ciò che Sant'Agostino dice nel Libro X delle Confessioni: io sono stato tentato e adesso capisco che era una tentazione di chiudermi nella vita contemplativa, di cercare la solitudine con Te, Signore; ma tu me lo hai impedito, mi hai tirato fuori e mi hai fatto sentire la parola di San Paolo: “Cristo è morto per tutti. Così noi dobbiamo morire con Cristo e vivere per tutti”.

 

Cristo è la luce, la chiave di tutto. Incontrare Gesù, ha affermato, ci aiuta a conoscere Dio. D’altra parte, “conoscere Dio” ci aiuta “a capire la grandezza del mistero di Cristo, che è il Volto di Dio”:

 

"Solo se riusciamo a capire che Gesù non è un grande profeta, una delle personalità religiose del mondo, ma è il Volto di Dio, è Dio, allora abbiamo scoperto la grandezza di Cristo e abbiamo trovato chi è Dio. Dio non è solo un'ombra lontana, la «Causa prima», ma ha un Volto: è il Volto della misericordia, il Volto del perdono e dell'amore, il Volto dell'incontro con noi". 

 

Nella Quaresima, è stata infine la sua esortazione, non deve mancare la preghiera. E qui, ha sottolineato, ci viene in aiuto Maria, che ha vissuto “in un colloquio permanente con la Parola di Dio e, così, con Dio stesso”. Proprio dalla Madre impariamo “a parlare personalmente con il Signore, ponderando e conservando nella nostra vita e nel nostro cuore le parole di Dio, perché diventino nutrimento vero per ciascuno”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - La Quaresima, il tempo dello "sguardo" fisso al costato trafitto di Gesù: all'Angelus Benedetto XVI invita a contemplare con gli occhi della fede il Crocifisso per attingere al tesoro inesauribile del suo amore misericordioso.

 

Servizio estero - In evidenza l'Iraq: ancora sangue, terrore e lutti segnano drammaticamente Baghdad.

 

Servizio culturale - Un articolo di Lydia Salviucci Insolera dal titolo "Un raffinato esempio della pittura romana nel tardomedioevo": restauri fanno emergere una nuova attribuzione per la "Madonna della strada" nella Chiesa del Gesù a Roma.

 

Servizio italiano - In primo piano la situazione politica.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

26 febbraio 2007

 

Si accende il dibattito bioetico per la paventata possibilità di legalizzare nel Regno Unito la manipolazione del DNA degli embrioni

 

Manipolare si può a scopo di ricerca: sarebbe questo lo spirito della nuova legge - annunciata sulla stampa nel Regno Unito, allo studio del Governo Blair, che se approvata permetterà di intervenire sul Dna degli embrioni per evitare – secondo i promotori della normativa - il propagarsi di malattie genetiche. La questione riapre l’acceso dibattito sui confini etici della scienza, che sembra rincorrere il mito dell’uomo perfetto, contro il quale il Papa richiama le coscienze a ribellarsi, paventando “una nuova ondata di eugenetica discriminatoria, in nome di un presunto benessere degli individui”. Roberta Gisotti ha intervistato la prof.ssa Maria Luisa Di Pietro, docente di bioetica all’Università Cattolica di Roma, presidente dell’Associazione “Scienza e vita”:

 

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D. - Prof.ssa Di Pietro, mentre infuriano le polemiche, qualcuno getta acqua sul fuoco. Un noto quotidiano italiano cerca oggi di ridimensionare l’allarme: tra isterie di massa – scrive - scenari horror e test di frontiera. Sono davvero isterie le preoccupazioni espresse dagli stessi organismi etici britannici?

 

R. – Assolutamente no. Evidentemente, gli organismi etici britannici riescono a vedere dove altri non vedono. Quello che si sta proponendo di fare, mediante la manipolazione genetica di embrioni umani, è di mettere in atto un vero e proprio progetto di tipo eugenistico, dove eugenismo significa cercare di creare una razza che risponda a determinati requisiti, tra cui quella di non essere affetta da qualsiasi tipo di difetto. La persona malata va curata e quello che si sta proponendo è di intervenire su un genoma umano, attraverso una terapia genica in fase embrionale, tra l’altro su embrioni che verranno eliminati e che verranno soppressi alla fine della ricerca. Questo pone tutta una serie di interrogativi, e cioè se dietro alla cosiddetta proposta terapeutica, come da alcuni viene chiamata, non si stia nascondendo un programma di tipo eugenetico, e soprattutto non si continui a portare avanti delle sperimentazioni selvagge, che già sono state oggetto di critica e di condanna nei decenni passati.

 

D. – Prof.ssa, generalmente i fautori di ogni libertà nella sperimentazione scientifica accusano chi vi si oppone ai vari livelli di essere un retrogrado e di impedire la ricerca per contrastare malattie, e la gente spesso dubita del proprio discernimento in materie che non conosce. Quanto è giusto fare leva sui sentimenti di pietà verso chi soffre e fare apparire cattivo chi ostacola la manipolazione genetica?

 

R. – Il problema è che oggi si lavora più che sulla formazione delle coscienze – e soprattutto sull’aiutare gli altri a sviluppare una capacità critica - sull’emozione. Chi gestisce tutto questo sa bene che giocando sulle corde dell’emozione può attirare a sé i favori e l’appoggio di tanti e non mette mai in evidenza un fatto fondamentale, che questa libertà di ricerca la sta esercitando a danno di altri esseri umani, e cioè di embrioni, i quali hanno lo stesso diritto di essere tutelati, di essere rispettati e di poter vivere in maniera autonoma. E quello che invece si sta facendo è avallare la possibilità che degli esseri umani possano essere strumentalizzati ed usati per altri scopi che non quello del loro bene.

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Ai nostri microfoni il compositore Ennio Morricone,

insignito nella notte degli Oscar, del Premio alla carriera

 

Nella notte degli Oscar a Los Angeles ha trionfato il regista italoamericano Martin Scorsese: ha vinto il premio più importante per il suo "The Departed", giudicato il miglior film e la miglior regia. Miglior attore è Forest Whitaker, per l’Ultimo Re di Scozia”, mentre la statuetta per la migliore attrice è andata a Helen Mirren per l’interpretazione di “The Queen”. Premio alla carriera al compositore romano Ennio Morricone, celebre in tutto il mondo per le sue oltre 500 colonne sonore. Un Oscar che il maestro ha voluto dedicare alla moglie. Ma cosa aggiunge questo premio? Padre Vito Magno lo ha chiesto allo stesso Morricone:

 

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R. – Non aggiunge niente. Aggiunge qualcosa ai premi, essendo un altro premio.

 

D. – Un premio in più, dunque, per le sue centinaia di belle colonne sonore, oltre alla musica sinfonica e a quella da camera. Pensa che abbia ricevuto un aiuto dall’alto in tanta mole di lavoro?

 

R. – Può darsi che ci sia stato… Queste sono cose terrene e non so se l’Altissimo entri in queste faccende. Diciamo la verità, di fronte al mistero delle cose grandi, della spiritualità umana e del misticismo, queste sono cose piccolissime. Quindi, non so se centri l’Altissimo. Il dono di Dio è soprattutto quello di avere il talento e di portarlo avanti con coerenza.

 

D. – E lei ne ha ricevuto uno speciale, quello di unire la scrittura musicale allo spirituale…

 

R. – Sì, è vero. Molti ritengono che io sia un autore mistico, anche quando scrivo leggero, che io abbia questa sacralità dentro l’anima.

 

D. – Ennio Morricone, mi sbaglio se dico che la migliore colonna sonora l’ha fatta per il film “Mission”?

 

R. – Lei non sbaglia. E’ una delle più belle.

 

D. – Ci deve essere un motivo, perché è venuta tanto bene…

 

R. – Forse è venuta bene perchè ho sentito molto presente il sacrificio dei gesuiti insieme agli indios, contro gli spagnoli e i portoghesi che li ammazzavano. Questo sacrificio, questa comunione tra gli indios e i gesuiti l’ho sentita profondamente e questa strage mi ha commosso profondamente.

 

D. – Invece, nel film “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore cosa ha avvertito?

 

R. – Io lì ho avvertito il senso dell’amore umano, bellissimo.

 

D. – Fu un’idea geniale anche quella che lei ebbe nel film “Per un pungo di dollari” di Sergio Leone…

 

R. – L’idea ci deve essere sempre, altrimenti non si può scrivere nulla.

 

D. – Ennio Morricone, lei che – come ha detto – è considerato il mistico tra i compositori, cosa pensa del Canto Gregoriano?

 

R. – E’ fondamentale. Mi dispiace che in gran parte sia stato abolito dalle funzioni liturgiche.

 

D. – Ma lei ci va spesso in Chiesa? E’ praticante?

 

R. – Sì.

 

D. – So che c’è una grande intesa fra lei e sua moglie: le chiede consigli, quando ha finito di comporre?

 

R. – Le chiedo consiglio  prima che al regista.

 

D. – Quindi, ha un buon orecchio?

 

R. – Ha la sensibilità giusta.

 

D. – Cambierà la sua vita, dopo questo Oscar?

 

R. – Per niente.

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300 anni fa nasceva a Venezia Carlo Goldoni, il commediografo

che fece entrare il mondo nel teatro

 

300 anni fa, il 26 febbraio 1707, nasceva a Venezia il grande commediografo Carlo Goldoni. Laureato in legge, abbandonò presto la carriera del giurista per darsi al teatro. Nelle sue commedie, circa 150, fece entrare la realtà di tutti i giorni. Goldoni non ebbe vita facile, preso da beghe di palcoscenico e da successi passeggeri. Morì in miseria. Tra i titoli più famosi ricordiamo "Arlecchino servitore di due padroni", "La locandiera", "Le baruffe chiozzotte" e "Il burbero benefico". Di Goldoni e del suo teatro Antonella Palermo ne ha parlato con il prof. Carmelo Alberti, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università Ca’ Foscari, direttore dell’Istituto Teatrale di Casa Goldoni:

 

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(musica)

 

R. – Venezia all’inizio del Settecento ha una straordinaria vitalità sul piano teatrale, dobbiamo considerarla un vero e proprio centro europeo su cui convergono spettatori, curiosi e avventurieri, perché la lunga stagione del carnevale attrae per l’offerta variegata e spesso anche sperimentale. Questa dimensione la dovremmo considerare come quei comici, quei commedianti che recitano, danzano, mimano e fanno – come si chiamava allora – la commedia dell’arte e tendono in qualche modo a cambiar stato, ad affittarsi con i risparmi una sede teatrale per cercare di diventare professionisti ed essere, quindi, sottoposti all’attenzione di un pubblico più ampio. E Goldoni incontrerà questi comici.

 

D. – Quale è stata l’idea riformatrice del Teatro di Goldoni?

 

R. – Quando Goldoni sceglie come professione quella teatrale, la prima cosa che tenta di fare è quella di arginare un po’ l’anarchia delle maschere, che appunto recitavano in genere senza seguire un preciso schema oppure arricchendo molto lo schema che mettevano in scena e che presentavano con delle loro trovate, dei loro lazzi e delle loro invenzioni. Era un po’ degenerato questo sistema, non era più l’età aurea, quella della fine del Cinquecento. Erano, quindi, molto schematici e, a volte, anche volgari. L’attenzione di Goldoni era proprio quella di focalizzare quelli che lui chiamava i “caratteri”, quelli che noi oggi chiamiamo personaggi. Questo cosa vuol dire? Far sì che l’attore uscisse dal suo ruolo, dalla sua maschera e diventasse direttamente riconoscibile come nome, con una modalità precisa, sempre all’interno delle categorie dei comici.

 

D. – Uscire dalla caricatura per indossare gli abiti di un personaggio vero?

 

R. – Proprio così, riconoscibile addirittura nella vita quotidiana. Questo era veramente interessante. Tanto più che usando spesso anche la lingua veneziana, c’era una allusione che noi oggi tante volte non riusciamo a cogliere, ma c’erano delle allusioni sicuramente dirette alla vita del suo tempo. Questa è la prima fase. C’è poi l’altra, quella della moralità: attraverso il teatro – diceva Goldoni – si interpreta il mondo, si guarda alle vicende del mondo. E’ un binomio inscindibile, come se sul palcoscenico di Goldoni la realtà entrasse da un lato, venisse elaborata davanti a spettatori attenti, discussa, esaminata e poi rimandata all’esterno. E’, quindi, una dimensione teatrale anche molto interessante, di analisi e di riflessione. Questi sono un po’ i pilastri della sua riforma.

 

D. – Quindi, teatro e spontaneità?

 

R. – Attenzione, una spontaneità che passa attraverso lo studio della parte. Quindi, in qualche modo, il testo dell’autore è un punto di partenza. Non è che neghi, anzi spesso e volentieri sollecita, l’invenzione dell’attore, ma l’invenzione dell’attore si fa sulle sue doti, non sulle parole che deve dire, non sulle frasi fatte che spesso e volentieri si usavano.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

26 febbraio 2007

 

In Libano il patriarca maronita, cardinale Pierre Nasrallah Sfeir,

 esprime preoccupazione per il riarmo, come ai tempi della guerra civile, dei partiti politici

 

Si raddoppino gli sforzi in modo da far uscire il Libano dalla violenza. E’ l’appello lanciato ieri dal patriarca maronita, cardinale Pierre Nasrallah Sfeir, durante la messa presieduta ieri a Bkerke alla presenza di molti fedeli provenienti da varie aree del Paese. Il cardinale – riferisce l’Agenzia AsiaNews - ha criticato anche quanti “asfissiano” la debole economia libanese con il sit in, promosso dall’opposizione, che “ha costretto molti a licenziare impiegati a causa della chiusura forzata del centro commerciale di Beirut”. “Ci troviamo di fronte ad un fenomeno molto grave, cioè al riarmo dei partiti politici”, ha aggiunto il cardinale. Il patriarca ha rivolto poi un appello perché, in questo tempo di Quaresima, ci siano gesti di solidarietà verso i più bisognosi. La crisi libanese continua, intanto, ad essere al centro di conferenze e dibattiti: ad Islamabad, in Pakistan, i ministri degli Esteri di 7 Paesi partecipano ad una riunione per elaborare un calendario di lavoro per il summit dei leader arabi in programma per il 28 ed il 29 marzo. Il vertice si propone di esaminare i conflitti che agitano la regione, dalla guerra in Iraq alla crisi libanese e al confronto sul nucleare tra Iran e Occidente. (A.L.)

 

 

Lo Stato americano della Virginia chiede scusa, con una risoluzione

approvata ad unanimità dal Parlamento,

per la schiavitù e per gli abusi ai nativi

 

Dopo due secoli, una guerra civile, una modifica alla Costituzione e dure battaglie dei movimenti civili, dal Sud degli Stati Uniti arriva un’ufficiale ammissione di responsabilità per il dramma della schiavitù e per gli abusi sui nativi. Il Parlamento dello Stato della Virginia ha approvato ad unanimità una risoluzione con cui “si esprime profondo rammarico per il passato”. Le operazioni di voto si sono svolte a Richmond, nell’edificio che ai tempi della guerra civile americana (1861- 1865) era la sede del Congresso della Confederazione schiavista del Sud. “La schiavitù – si legge nel testo – è una delle più orrende violazioni dei diritti umani e degli ideali dei padri fondatori della nostra storia”. Nel documento non si fa riferimento solo al traffico di schiavi precedente alla guerra di secessione, ma anche al periodo successivo, caratterizzato da leggi discriminatorie. Nella risoluzione si riconosce infatti che l’abolizione della schiavitù fu seguita “da sistematiche discriminazioni, segregazioni forzate e da altre pratiche odiose nei confronti degli americani di origine africana”. La Virgina si è scusata anche per gli abusi sui nativi, gli indiani d’America che furono cacciati dalla regione e sterminati dopo l’arrivo dei coloni. La risoluzione è stata approvata in coincidenza con l’inizio delle celebrazioni del 400.mo anniversario dell’arrivo nella città di Jamestown dei primi africani portati in catene sulle navi che attraversavano l’Atlantico. Fino ad oggi nessuno Stato del Sud aveva messo nero su bianco il proprio pentimento. (A cura di Amedeo Lomonaco)

 

 

Sale a dieci il numero dei morti causati dal ciclone Favio in Mozambico.

 I missionari presenti nel Paese chiedono l’invio di aiuti

per affrontare l’emergenza

 

Resta alta l’emergenza in Mozambico dopo il passaggio, giovedì scorso, del ciclone ‘Favio’. Secondo l’ultimo bilancio diffuso dalla Protezione civile sono morte almeno 10 persone. Ma i dati sono ancora provvisori e molte zone sono isolate. Il passaggio del ciclone è stato seguito inoltre da una serie di alluvioni che hanno reso impraticabili molte vie di comunicazione nel nord del Paese. Le autorità del Mozambico hanno chiesto aiuto per affrontare l’emergenza. L’Unione Europea ed il Sudafrica hanno già risposto alla richiesta assicurando l’invio, nei prossimi giorni, di cibo e generi di prima necessità. Ma la situazione resta difficile: “In questo momento quello che determina ‘lo stato di calamità’ – ha detto all’Agenzia missionaria MISNA, padre Alvarez Lopez, missionario della Consolata a Maputo – è la situazione di precarietà nella quale si trovano gli abitanti e tutte le organizzazioni umanitarie”. In Mozambico – ha aggiunto il missionario – ci sono molteplici priorità. E’ necessario - ha fatto notare padre Alvarez Lopez - dare da mangiare ai bambini, ricostruire le scuole, sostenere i giovani e collaborare con il governo per la ricostruzione degli ospedali”. Nel Paese africano, intanto, i servizi meteorologi seguono con attenzione un altro ciclone,Gamede’, che ieri ha colpito le isole Mauritius e Reunion provocando la morte di almeno due persone. (A.L.)

 

 

Uganda, Burkina Faso e Sudan chiedono aiuti internazionali

per contrastare le epidemie di meningite. I tre Paesi lamentano

un insufficiente numero di dosi di vaccino

 

I governi di Uganda, Burkina Faso e Sudan hanno chiesto aiuti alla Comunità internazionale per far fronte alle epidemie di meningite, quest’anno particolarmente virulente. Il ministro della Sanità ugandese ha fatto notare, in particolare, che mancano dosi sufficienti a vaccinare 15 mila persone. La situazione è difficile anche in Burkina Faso, teatro da metà gennaio di un’epidemia analoga che ha causato la morte di almeno 260 persone. Il governo – riferisce l’Agenzia missionaria MISNA - ha chiesto l’invio urgente di oltre 3 milioni di dosi di vaccino per poter avviare una campagna di vaccinazione nelle 15 province del Paese colpite dalla meningite. E’ preoccupante anche il quadro del sud Sudan, dove la malattia ha provocato, a partire da gennaio, almeno 170 morti. I tre Paesi si trovano nella cosiddetta “fascia della meningite”, la zona a sud del Sahara che va dal Senegal all’Etiopia. In quest’area vivono più di 300 milioni di persone. La meningite fa la sua comparsa durante la stagione secca, quando, tra dicembre e gennaio, comincia a spirare il caldo e secco vento Harmattan, principale vettore dei germi responsabili di questa malattia. (A.L.)

 

 

Da questa mattina a Venezia il capitolo provinciale dei Cappuccini

 

Da questa mattina a giovedì prossimo 1° marzo, provenienti da diversi parti del mondo, sono riuniti presso il celebre complesso palladiano del SS.mo Redentore in Venezia, di proprietà della Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini, gli 82 Capitolari delegati eletti al Capitolo Provinciale Straordinario sul tema ‘La dimensione missionaria della nostra vocazione’. L’assise, che sarà presieduta dal vicario del Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, padre Felice Cangelosi, si rivela, questa volta, della massima importanza a motivo sia delle diversificate motivazioni teologiche che contraddistinguono l’impulso missionario del cristianesimo nella tipicamente umile forma francescana, sia delle delicate decisioni che verranno prese per votazione entro giovedì a causa delle mutate risorse di personale provenienti dal Nord del pianeta. Attualmente i Cappuccini nel mondo sono 12.000 e quelli della Provincia veneta 380. Dalla Provincia veneta dei Frati Minori Cappuccini dipendono molte altre delicatissime presenze dell’Ordine Francescano, e del suo fondamentale carisma ecclesiale, all’estero, sia in alcune zone ‘sensibili’ dell’Europa, come l’Ungheria e la Grecia, sia in altre zone dove pulsa la Chiesa del terzo millennio: Angola, Capo Verde, Brasile, senza dimenticare la Domus Ordinis a Gerusalemme, direttamente sottoposta all’autorità dell’Ordinario dei Cappuccini di Venezia, padre Luciano Pastorello. (A cura di Giovanni Peduto).

 

 

Giovani volontari, che si ispirano alla spiritualità degli Oblati

di Maria Immacolata, portano per le strade di Vittoria, in Australia,

speranza ed amore ai senza tetto e agli emarginati

 

“E’ un annuncio fatto di non-giudizio, di cura e di accoglienza dell’altro” quello che giovani volontari portano nella città di Vittoria, Stato australiano del Queensland. I giovani, che si ispirano alla spiritualità degli Oblati di Maria Immacolata, vanno per le strade, anche di notte, per mostrare un segno di amicizia e di amore a vagabondi e senzatetto; fra questi, tanti sono i ragazzi, orfani o fuggiti dalle loro famiglie, spesso vittime delle reti della criminalità e della prostituzione. I volontari portano cibo, bevande, coperte cercando di stabilire un dialogo, una relazione, annunciando loro, con piccole testimonianze di solidarietà, l’amore di Dio. L’iniziativa della missione di strada, riferisce l’Agenzia Fides, è stata lanciata nel 1974 da padre Tom Shortall, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, prima a Victoria, poi a Melbourne(nei primi anni ’80), successivamente sulla costa del Queensland. Oggi vi operano almeno 500 volontari, divisi in 8 centri, ed è divenuta un punto di riferimento per poveri, emarginati, persone sole, che hanno necessità materiali e spirituali. (E.L.)

 

 

In Giappone al via le culle pubbliche contro gli aborti. L’iniziativa segue

 un provvedimento simile già avviato la scorsa settimana in India

 

In Giappone il ministero della Salute ha approvato la decisione di un ospedale di Kunamoto di collocare una “culla pubblica” per salvare la vita dei neonati non voluti. La decisione arriva all’indomani del ritrovamento in Italia di un bambino di 4 mesi in una nuova ruota per figli abbandonati da mamme in difficoltà. Secondo i rappresentanti del ministero giapponese, “il programma non solo non viola alcuna legge ma va appoggiato perché protegge la salute anche dei figli non desiderati”. Il governo nipponico ha fatto sapere inoltre che sono previsti aiuti per gli altri ospedali che intendano seguire questa iniziativa. Un’iniziativa già lanciata la scorsa settimana in India per contrastare il drammatico fenomeno dell’aborto e dei feticidi femminili. Lo scopo del ministero indiano per lo Sviluppo delle donne e del bambino è quello di porre un freno al critico squilibrio numerico tra la popolazione maschile e quella femminile. Il feticidio è infatti molto diffuso in India a causa dell’obbligo della dote e dell’impegno economico che comporta il matrimonio di una figlia.  (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

26 febbraio 2007

 

- A cura di Fausta Speranza –

 

- Nell'attentato di questa mattina al ministero dei Lavori Pubblici di Baghdad, il vice presidente, Adel Abdul Mahdi, e il ministro dei Lavori Pubblici, Riad Gharib, sono rimasti leggermente feriti, contrariamente a quanto avevano  affermato in un primo momento diverse fonti, secondo cui i due alti esponenti sciiti erano rimasti illesi. Sul numero delle vittime permane, peraltro, ancora una certa confusione. Si parla di una decina di morti, tra cui ci sarebbe il direttore generale del ministero, Saad Banyoun, e una trentina di feriti. L'esplosione è avvenuta mentre Adel Abdul Mahdi, uno dei massimi esponenti del partito sciita Sciri, stava consegnando i premi a funzionari in una cerimonia pubblica.

 

- Sempre in Iraq, i militari statunitensi affermano di aver trovato vicino alla cittadina di Baquba, a nord di Baghdad, nuove armi di fabbricazione iraniana usate dagli insorti contro i soldati statunitensi, compresi proiettili anticarro ad alta penetrazione usati dai ribelli per fabbricare nelle micidiali mine artigianali sul ciglio delle  strade.  Washington, che accusa l'Iran di fomentare la rivolta e la violenza fra sciiti e sunniti in Iraq - Teheran da parte sua  smentisce - è particolarmente preoccupata dalle "bombe ad alta penetrazione'', mine artigianali di fabbricazione iraniana che i ribelli nascondono lungo le strade, capaci di perforare anche corazze spesse e che dal 2004 hanno causato la  morte di ben 170 militari americani.

 

- Il massacro di Srebrenica fu genocidio: lo afferma la sentenza emessa oggi dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja letta dal presidente, l'inglese  Rosalyn Higgins. Ma la stessa sentenza fa dei distinguo importanti. Il nostro servizio:

 

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Fu genocidio ma lo Stato serbo non può essere ritenuto responsabile. Questo il significato del pronunciamento. Il principale organo giurisdizionale dell'ONU ha, infatti, riconosciuto che il massacro di Srebrenica fu un genocidio, aggiungendo anche che Belgrado ha la colpa di non averlo impedito. Ma gli stessi giudici hanno respinto, allo stesso tempo, la denuncia presentata dalla Bosnia contro la Serbia, accusata di genocidio per ''uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio'', commessi durante la guerra dei Balcani. Il complesso dispositivo della sentenza, la cui lettura ha preso oltre due ore, rileva che ''la Serbia non ha fatto nulla per rispettare i suoi obblighi di prevenire e punire il genocidio di Srebrenica'' ed ''ha fallito nel cooperare pienamente con il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, che ha incriminato i responsabili''.  Ma aggiunge che  ''la Serbia non puo' essere considerata direttamente responsabile di questo genocidio'', in quanto le azioni di coloro che hanno commesso il genocidio a Srebrenica ''non possono essere direttamente attribuite all'accusato'', cioè lo Stato serbo.

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- Settimana decisiva per il Governo Prodi. Oggi alle 15.00 è convocata la conferenza dei capigruppo del Senato per stabilire il calendario della discussione e del voto sulla fiducia, dopo la decisione di sabato scorso del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di rinviare Prodi alle Camere. Il premier in queste ore sta preparando il suo intervento a Palazzo Madama, dove il risultato è ancora incerto. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Rispetto degli impegni internazionali, riforma delle pensioni, misure a favore delle famiglie. Saranno questi con tutta probabilità i cardini dell’intervento di Prodi in Parlamento. Che ricalcherà dunque i punti del nuovo patto programmatico sottoposti dal premier ai suoi alleati come condizione per accettare il reincarico. In più ci sarà spazio per la riforma della legge elettorale, esplicitamente citata dal Capo dello Stato nel momento in cui ha rinviato Prodi alle Camere. E sulla legge elettorale il centrosinistra apre al dialogo con l’opposizione. Dialogo non facile. Il clima è ancora più teso dopo l’annunciato appoggio al centrosinistra di Marco Follini, ex segretario UDC. Il centrodestra parla di tradimento degli elettori e Berlusconi paventa una compravendita di voti. Prodi non ha ancora la certezza dei numeri. Ultima novità: il senatore a vita Andreotti, che in occasione del voto sulle linee di politica estera si era astenuto contribuendo all’apertura della crisi, sembra ora propenso a concedere la fiducia, anche perché tra le priorità del Governo sono stati accantonati i Dico. Ma a proposito di senatori a vita è da registrare la posizione dell’ex capo dello Stato Scalfaro, che conferma il suo sì ma avverte: se il governo Prodi si salvasse solo con il sostegno dei senatori a vita sarebbe un problema politico e toccherebbe allora al premier tirare le somme. Del resto, aggiunge Scalfaro, rileggendo la motivazione con la quale il Capo dello Stato ha spiegato come ha risolto la crisi si direbbe che il presidente del Consiglio si sia assunto un impegno in questo senso. Decisivi per una maggioranza politica saranno allora i voti di due indecisi: Turigliatto, il dissidente della sinistra radicale; e Pallaro, il senatore eletto nella circoscrizione estero. Il primo sembra orientato al sì, il secondo al no. La riserva sarà sciolta dopo l’intervento di Prodi a Palazzo Madama, probabilmente mercoledì prossimo. Il voto di fiducia  è atteso per il giorno seguente. 

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- Dopo lo scrutinio di circa la  metà dei voti espressi nelle elezioni presidenziali tenute  domenica, il partito socialista del Senegal contesta le valutazioni fornite dal campo governativo e prevede che si  andra' al ballottaggio fra il proprio candidato, Ousmane Tanor  Dieng, e il presidente uscente, Abdulaye Wadé, che si ripresenta. Secondo i dati forniti dai sostenitori del presidente uscente, Abdulaye Wade, ha ottenuto il 55% dei suffragi sul 60%  delle schede scrutinate. Nessun risultato ufficiale, neppure parziale, é stato finora reso noto, ma Tall ha riferito che se Wade si proclamerà vincitore ''la gente non lo accetterà” e si scenderà in piazza. Cinque milioni di elettori sono stati chiamati alle urne per scegliere il nuovo capo dello Stato tra 15 candidati e sette anni dopo un'alternanza politica storica, che ha condotto al potere l'attuale presidente. I circa 11 mila seggi, in questo Paese a maggioranza  musulmana, con 11 milioni di abitanti, sono rimasti aperti fino alle 18.00 di ieri, sotto il controllo di oltre 1.500 osservatori nazionali e 500 internazionali. Il Senegal è l'unico Paese dell'Africa occidentale a non aver mai conosciuto un colpo di Stato ed è stato considerato una  "vetrina" di democrazia in tutto il continente.

 

- Torniamo in Medio Oriente: il capo del movimento radicale palestinese Hamas, Khaled Meshaal, spera nell'aiuto della Russia per la rimozione delle sanzioni ai Territori palestinesi dopo l'accordo con al Fatah per un governo di unità nazionale e auspica che il Quartetto (USA-Russia-UE-ONU) di mediatori internazionali sul Medio Oriente negozi con Israele perché riconosca il diritto dei  palestinesi ad avere un proprio Stato. Lo ha dichiarato il leader di Hamas, arrivato oggi a Mosca, come riferiscono le agenzie, per una visita di due giorni  durante la quale dovrebbe incontrare anche il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Meshaal ha riferito che a Mosca discuterà gli accordi raggiunti alla Mecca tra al Fatah e Hamas, ''accordi - ha  sottolineato - che sono un passo importante e che dovrebbero mettere fine al blocco''. Quella di Meshaal é la seconda visita a Mosca dopo la vittoria di Hamas alle legislative palestinesi dello scorso  anno.

 

- Nuovo consulto oggi a Londra tra le  principali potenze del pianeta su come convincere l'Iran a rinunciare alle sue controverse ambizioni in campo atomico e a obbedire ai richiami dell'ONU. L'amministrazione Bush, rappresentata dal segretario di Stato aggiunto, Nicholas Burns, dovrebbe proporre un inasprimento delle sanzioni commerciali e militari ma non è chiaro se troverà d'accordo gli altri cinque Paesi del 'Sestetto' (Cina, Russia,  Francia, Gran Bretagna e Germania). Russia e Cina appaiono particolarmente riluttanti. Un portavoce del Foreign Office ha spiegato che si tratta dell'inizio di una  discussione informale e che non ci saranno decisioni o annunci. Le  conclusioni del meeting saranno discusse con i ministri nelle rispettive capitali. Intanto, il ministro degli Affari Esteri russo, Serghei Lavrov, ha espresso preoccupazione in merito alle previsioni e supposizioni di un eventuale attacco degli USA all'Iran. ''Si sono moltiplicate, e questo ci preoccupa, le previsioni e supposizioni sul fatto che l'Iran potrebbe essere colpito'', ha dichiarato, citato dall'agenzia Interfax.

 

- E in Iran due generali delle forze speciali iraniane e altri 12 militari sono morti quando l'elicottero su cui si trovavano venerdì scorso si è schiantato durante combattimenti con miliziani di un gruppo separatista curdo. Quest'ultimo ha affermato che il velivolo è stato abbattuto, mentre le forze iraniane non precisano le cause dello schianto. Il fatto, scrive oggi l'agenzia Isna, è avvenuto venerdì nei pressi della città  di Khoi, nel nord-ovest dell'Iran, non lontano dalla frontiera con la Turchia. Un'area in cui sono stati registrati negli ultimi anni diversi scontri tra le forze di sicurezza iraniane e membri del Pejak, un'organizzazione curda iraniana vicina al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) turco. I miliziani separatisti compiono normalmente incursioni dopo essersi infiltrati nel territorio iraniano provenienti dalla  stessa Turchia o dall'Iraq.  

 

- Pur apprezzando gli sforzi di Islamabad contro il terrorismo islamico, il Pakistan potrebbe fare di più contro i talebani afghani, che hanno basi e  rifugi sul suo territorio: é la sostanza di quanto il vicepresidente americano, Dick Cheney, che ha visitato a  sorpresa il Pakistan, ha detto oggi al presidente, Musharraf, secondo fonti governative. A sua volta Musharraf ''ha chiarito con Cheney che il Pakistan sta facendo del suo meglio, che l'estremismo e la  violenza sono problemi dell'Afghanistan e che le sue radici sono là e non in Pakistan''. La visita a sorpresa di Cheney, di ritorno da un viaggio che  lo ha portato fra l'altro a Tokyo e Sydney, è coinciso con  quella del ministro degli Esteri britannico, Margaret Beckett. E c’è da dire che, dopo il Pakistan il vicepresidente americano, Dick Cheney, ha raggiunto a sorpresa anche l'Afghanistan, dove è previsto un incontro con il presidente, Hamid Karzai.

 

- Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha in progetto una visita in Medio Oriente tra un paio di mesi, con lo scopo di sottolineare l'interesse di Tokyo per la regione da cui proviene gran parte delle sue importazioni di petrolio. Lo hanno resto noto oggi a Tokyo fonti del ministero degli Esteri citate dall'agenzia 'Kyodo', secondo le quali il viaggio potrebbe avvenire sulla scia di una prospettata visita del premier negli Stati Uniti, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio. Le fonti non hanno fornito precisazioni sui Paesi che l’attuale premier potrebbe visitare. Lo scorso luglio il predecessore di Abe, Koizumi, ha fatto una visita in Medio Oriente.

 

- In Corea del Nord il potere é saldamente in mano al suo leader, Kim Jong-Il, e non esistono fazioni dissidenti nel gruppo dirigente che lo supporta alla guida del Paese.  E' quanto scrive oggi l'agenzia sudcoreana 'Yonhap', che  riporta le parole del numero uno dell'intelligence del Sud Kim Man-Bok: ''Kim sta mantenendo uno stretto controllo sull'apparato di potere nordcoreano - ha detto l'ufficiale - e non ci  sono divisioni nella classe dirigente del regime''. Le dichiarazioni del capo dei servizi segreti di Seul  arrivano dopo che il mese scorso l'agenzia giapponese 'Jiji' aveva diffuso la notizia, rivelatasi poi infondata, che dava conto di un complotto ordito ai danni di Kim Jong-Il da una fazione a lui avversa. Ulteriore conferma della sintonia tra il leader nordcoreano e  la sua classe dirigente e' arrivata domenica dall'agenzia sudcoreana 'Yonhap', che ha riferito fonti diplomatiche anonime provenienti da Pechino secondo le quali Kim Jong-Il starebbe pensando di introdurre, in previsione della propria uscita di scena, una leadership collettiva su base militare anziché confermare la successione di padre in figlio.

 

- Gli attivisti per i diritti dei  profughi hanno accusato il governo conservatore australiano di  voler impedire ad un gruppo di boat people dello Sri Lanka di far domanda di asilo in Australia. Gli 85 uomini, 83 di Sri Lanka e due marinai indonesiani, erano stati tratti in salvo la settimana scorsa da una nave della marina australiana in acque internazionali vicino all'isola australiana di Christmas, a metà fra il continente  australiano e l'Indonesia. I profughi sono ora rinchiusi nel centro di detenzione  dell'isola e sottoposti a controlli. Si tratta del primo carico consistente di boat people intercettato  al largo dell'Australia in 5 anni. Il governo avrebbe già concluso un accordo segreto con  l'Indonesia e Sri Lanka per rimpatriare i profughi. In clima preelettorale, sarebbe il segno di un approccio ancora più duro della cosiddetta Pacific Solution, introdotta nel 2001 dopo l'episodio della Tampa, il cargo norvegese che aveva tratto in salvo 433 naufraghi ed a cui il governo impedì di entrare in acque australiane. I richiedenti asilo vengono mandati in centri di detenzione in isole del  Pacifico e le loro domande di asilo sono esaminate da enti internazionali. L’Indonesia non é firmataria della convenzione dell'ONU sui profughi, e quindi i cittadini di Sri Lanka non potrebbero presentare domanda di asilo. Il senatore del partito democratico Andrew Bartlett ha esortato il governo Howard a non rimandare gli uomini in Sri Lanka, dove infuria da anni la guerra civile.

 

 

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