RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 40 - Testo della trasmissione di venerdì 9 febbraio 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Portogallo si conclude la campagna per il referendum
sull’aborto, in programma domenica prossima
“Disegni di affettività”: è il tema
dell’incontro per fidanzati promosso nel fine settimana a Terni
Gli Stati Uniti scettici sull’accordo raggiunto
ieri alla Mecca da Hamas e al Fatah per la formazione
di un governo di unità nazionale
9 febbraio 2007
IL “PIENO APPOGGIO” DI BENEDETTO XVI AL PROGETTO
DI STUDIO E PRODUZIONE
DI VACCINI DESTINATI ALLE AREE
POVERE DEL PIANETA,
PRESENTATO AL PAPA DAI MINISTRI DELLE FINANZE DI PAESI
INDUSTRIALIZZATI
Una “iniziativa promettente e
creativa”. Benedetto XVI ha definito con queste parole il Progetto chiamato “Advanced Market Committent”,
presentato questa mattina al Papa dai ministri delle Finanze di Italia, Gran
Bretagna, Canada e Russia, insieme con la regina di Giordania e il presidente
della Banca mondiale. Il Progetto riguarda lo studio e la diffusione dei
vaccini nelle aree povere del pianeta esposte al rischio di pandemie. Ce ne
parla Alessandro De Carolis:
**********
Milioni di persone, tra cui i
più vulnerabili di tutti, i bambini, non hanno futuro a causa di malattie che
nei Paesi più ricchi e progrediti dal punto di vista sanitario non conducono
più alla morte. E’ in questo scenario che si colloca l’Advanced
Market Commitment, che ha riscosso un ampio
apprezzamento da parte di Benedetto XVI. Esso, ha affermato il Papa, vuole
“contribuire a risolvere una delle sfide più pressanti nella cura preventiva
della salute, che interessa specialmente le nazioni che già soffrono a motivo
della povertà e di altre serie necessità”. Inoltre, “ha l’ulteriore merito di
riunire le istituzioni pubbliche ed il settore privato nello sforzo di trovare i mezzi più efficaci di intervento in questa
area”:
“I WHOLE HEARTEDLY ENCOURAGE YOUR EFFORTS …
Incoraggio di cuore i vostri sforzi per questo nuovo programma ed il
suo obiettivo di fra progredire la ricerca scientifica
verso la scoperta di nuovi vaccini. Tali vaccini necessitano con urgenza per
evitare che milioni di esseri umani, compresi innumerevoli bambini, muoiano
ogni anno a causa di malattie contagiose, particolarmente in quelle zone del
mondo che sono più a rischio. In questa era di mercati globalizzati,
siamo tutti interessati alla crescente divisione fra gli standard di vita nei
Paesi che godono di grande ricchezza e un alto livello di sviluppo tecnologico,
e quelli dei Paesi sottosviluppati nei quali la povertà persiste ed è persino
in aumento”.
Il Papa ha definito l’iniziativa
dei ministri delle Finanze “creativa e promettente”, poiché, ha riconosciuto,
“mira a generare mercati ‘futuri’ per i vaccini, soprattutto quelli capaci di
impedire la mortalità infantile”:
“I ASSURE YOU OF THE HOLY SEE’S FULL SUPPORT…
Assicuro il totale appoggio della Santa Sede a questo progetto
umanitario, ispirato da quello spirito di umana solidarietà del quale il nostro
mondo ha bisogno per superare ogni forma di egoismo e promuovere la pacifica
coesistenza dei popoli. Come ho detto nel mio Messaggio per la Giornata
mondiale della pace di quest’anno, ogni servizio reso ai poveri è un servizio
reso alla pace, giacché “all'origine di non poche tensioni che minacciano la
pace sono sicuramente le tante
ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo”.
**********
NEL DISCORSO DEL PAPA AL NUOVO
AMBASCIATORE DELLA COLOMBIA,
NEL PAESE
LATINOAMERICANO.
FORTE RICHIAMO AI CATTOLICI PERCHE’
DIFENDANO NELLE LEGGI
DELLO STATO I PRINCIPI DEL VANGELO E DELLA RAGIONE
NATURALE
La grave crisi umanitaria in
Colombia causata dall’annoso conflitto interno e le attese di pace e
riconciliazione: al centro del discorso del Papa al nuovo ambasciatore presso
**********
Un Paese,
Ma nonostante i lodevoli sforzi
compiuti dal Paese – ha osservato il Papa - per raggiungere la pace e la
riconciliazione insieme all’impegno speso per favorire il progresso e rendere
più solide alcune istituzioni democratiche, così come gli obiettivi raggiunti
per una maggiore sicurezza e stabilità sociale e nella lotta alla povertà,
tutt’ora
Benedetto XVI ha espresso quindi
la sua “preoccupazione per le leggi che interessano questioni molto delicate
come la trasmissione e la difesa della vita, la salute, l’identità della
famiglia e il rispetto del matrimonio”. Riguardo questi temi, alla luce della
ragione naturale e dei principi morali e spirituali che provengono dal Vangelo
- ha ribadito il Papa – “
Infine l’incoraggiamento a tutti
i colombiani perché proseguano gli sforzi volti a raggiungere la concordia e la
crescita armonica della Nazione. Aspirazioni che trovano piena realizzazione “solo quando Dio è considerato al centro della vita e della
storia umana”.
*********
ALTRE UDIENZE
Questa mattina il Papa ha
incontrato anche il cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; mons. Faustino Sainz Muñoz, arcivescovo titolare
di Novaliciana, nunzio apostolico in Gran Bretagna; mons.
Vincenzo Pelvi, arcivescovo titolare di Tinisia di Numidia, Ordinario Militare per l'Italia, in Visita "ad Limina Apostolorum". E poi
monsignore Michael W. Banach, Rappresentante Permanente della Santa Sede presso
l'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA), presso l'Organizzazione
per
L’IMPEGNO DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI TESTIMONIATO
DAI VESCOVI
CHE LO SEGUONO DA VICINO NEL
MONDO: DOPO L’UDIENZA IERI DAL PAPA,
L’INCONTRO
NEL POMERIGGIO CON I GIORNALISTI
- Con noi mons. Simon Ntamwana, il cardinale Miloslav
Vlk e mons. Armando Bortolaso
-
I Movimenti ecclesiali,
ponendosi “a servizio della Chiesa”, possono affiancare i vescovi con i loro
specifici carismi e il loro slancio di fede nell’affrontare le sfide sociali e
religiose di questo inizio di millennio. E’ il messaggio lasciato da Benedetto
XVI ai circa 80 presuli amici del Movimento dei Focolari e ai circa 110 presuli
amici della Comunità di Sant’Egidio, ricevuti ieri in udienza, in occasione dei
loro rispettivi convegni annuali. Subito dopo l’Udienza con Benedetto XVI, i
vescovi di tutto il mondo, amici del Movimento dei Focolari, hanno incontrato
ieri pomeriggio i giornalisti per testimoniare il loro
impegno e quello delle Chiese locali in alcuni tra i contesti più travagliati
dell’attuale panorama mondiale. Le esperienze seguono il filo conduttore del
convegno dei presuli appena concluso a Castelgandolfo
sul tema “Il Cristo crocefisso e abbandonato, luce
nella notte culturale”. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
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Alla luce della fede del Cristo
Risorto, in ogni situazione di sofferenza personale e collettiva, è insita la
possibilità di aprirsi ad orizzonti inediti e ad uno stile di vita più
fraterno. E’ questa la chiave dell’esperienza vissuta e raccontata dai vescovi,
è il carisma dell’unità costruita tra loro - hanno detto - che non li fa mai
sentire soli, insieme all’amore a Gesù, la fonte della forza per superare le
notti di oggi. La notte del Burundi è la persecuzione della Chiesa, è la guerra
etnica tra hutu e tutsi, è
la violenza di cui lo stesso monsignor
Simon Ntamwana, presidente della Conferenza
episcopale del Burundi, è stato vittima, ma da quel dolore ha tratto il senso
della sua esistenza.
R. – J’ai demandé de aller voir…
Ho chiesto a Gesù di vedere cosa
succedeva nelle prigioni, per testimoniare le atrocità del mio Paese, ma non
sapevo che sarei stato imprigionato veramente solo perché ero hutu. Sono stato umiliato, ho sofferto, ma quel dolore l’ho
vissuto in unità con Gesù, guardando Gesù, che ha perdonato sulla Croce, ho
perdonato anche io. Ora so perché Gesù mi ha salvato dalla morte, perché aveva
un piano su di me, dovevo servire l’unità nel mio Paese.
Ma i vescovi non hanno solo
condiviso dolori e sfide dei loro popoli, ma hanno anche cercato la luce per
sciogliere le tenebre ideologiche, sociali e politiche di oggi. L’arcivescovo
di Praga, il cardinale Miloslav Vlk:
R. – Io non posso mostrare ad un
rappresentante della città che io sono qualcuno, ma devo mettermi sullo stesso
piano per poter ascoltare le sue opinioni e, quindi, dialogare con lui. Questo
significa per me mettere un po’ da parte me stesso, ma questa è la strada.
Anche solo come testimoni di
amore e di speranza si può costruire un orizzonte nuovo, oltre le tenebre e il
buio di oggi. Questa è l’esperienza dal un Libano
martoriato di mons. Armando Bortolaso:
R. – Di fronte all’impossibilità
di operare a livello collettivo e nazionale, sento che il Signore mi dice: “Se
vuoi influenzare, fai intanto la tua parte nel vivere l’amore, di essere una
luce per le persone che ti stanno accanto”. Io cerco, quindi, di installare
questo principio in modo che a loro volta diventino, nel loro ambiente, un
punto di luce.
**********
IL DOVERE MORALE DI EVITARE LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO DEI MINORI
E DI RICONOSCERE RETRIBUZIONI EQUE E
DIGNITOSE A UOMINI E DONNE
NEL SUD DEL MONDO: LO HA INVOCATO
MONS. MIGLIORE AI LAVORI
DELLA 45.MA
COMMISSIONE ONU PER LO SVILUPPO SOCIALE
- A cura di Alessandro De Carolis -
“Parità di
retribuzione a parità di lavoro” e stesse “opportunità
di carriera” per donne e uomini. Contrastare quel grave problema etico
rappresentato dai minori costretti a lavorare. E ancora, tutelare il lavoro
degli immigrati, “fonte di benessere per i Paesi ospitanti”. Sono alcuni dei
temi sviluppati dall’Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni
Unite di New York, l’arcivescovo Celestino Migliore, intervenuto ai lavori
della 45.ma sessione della Commissione per lo
Sviluppo sociale.
Gli anni recenti –
ha osservato il rappresentante vaticano - hanno mostrato “una globalizzazione e
un’interconnessione costanti dei mercati”, con una fluidità crescente nel
commercio e nella produzione in Paesi lontani da dove le merci sono consumate.
Tuttavia, ciò non ha portato in quelle zone del sud del mondo dove si è
sviluppata tale produzione una retribuzione dignitosa. Ad essere penalizzate da
questo stato di cose, ha aggiunto mons. Migliore, sono certamente le donne.
“Oggi – ha osservato il presule - la stessa paga per lo stesso lavoro sembra un
fatto ovvio, ma le donne sono ancora spesso svantaggiate in questo aspetto, e
subiscono discriminazioni sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri”. Inoltre,
l’uguaglianza delle donne e degli uomini “dovrebbe essere palese anche nel loro
trattamento sul posto di lavoro, negli stipendi e nell’acquisizione delle
pensioni”. Tale uguaglianza, ha osservato ancora mons. Migliore, “sarà vista
immediatamente con parità salariale a parità di lavoro, protezione per le madri
che lavorano ed imparzialità nell'avanzamento di carriera”.
È inoltre importante,
ha affermato in proposito l’osservatore della Santa Sede all’ONU, che uomini e
donne “ricevano stipendi sufficienti e giusti, sufficienti a soddisfare le
esigenze ordinarie della famiglia, particolarmente in considerazione delle loro
responsabilità verso i propri bambini. Uno stipendio giusto “eliminerà la
necessità”, alla quale deve spesso sottostare chi è povero, di richiedere ai
propri figli di lavorare, e ciò, ha denunciato mons. Migliore, “a detrimento
della loro formazione, della loro infanzia e del loro sviluppo”. Oltre tutte le
altre considerazioni, poi “lo sfruttamento lavorativo del bambino è una
questione morale: è una violazione della dignità di ogni persona”.
Parlando infine dei lavoratori
immigrati, l’Osservatore vaticano ha definito le loro occupazioni una ''fonte
di benessere per i Paesi che li ospitano”. Dunque, anche agli immigrati è dovuto un
“salario equo ed un’equa protezione sociale”, anche in considerazione del fatto
che i lavoratori immigrati svolgono spesso lavori “che nessun altro vuole
fare”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Il
discorso del Papa al nuovo ambasciatore di Colombia: si ponga fine al crudele
flagello dei sequestri.
Servizio estero - Medio
Oriente: raggiunto alla Mecca l'accordo tra fazioni palestinesi.
Servizio culturale - Un articolo di Piero Amici dal titolo “La tragedia delle
foibe a lungo dimenticata”: gli eccidi in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.
Servizio italiano - In
rilievo il tema della giustizia.
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9 febbraio 2007
UNA FERITA INFERTA AL MATRIMONIO, MA I CRISTIANI
SIANO SPRONATI
A
VALORIZZARE LA FAMIGLIA: COSI’, L’ARCIVESCOVO EDOARDO MENICHELLI,
DELLA COMMISSIONE CEI PER LA FAMIGLIA,
ALL’INDOMANI DELL’APPROVAZIONE
DEI “DICO” SULLE COPPIE DI FATTO. PER IL PROF. FRANCESCO D’AGOSTINO,
PRESIDENTE DEI GIURISTI CATTOLICI ITALIANI,
IL “DICO”
E’ CONCORRENZIALE RISPETTO ALL’ISTITUTO DEL MATRIMONIO
In
Italia, via libera, ieri, del Consiglio dei Ministri al controverso disegno di
legge Bindi-Pollastrini sulle coppie di fatto. Non si
tratta degli annunciati PACS, ma dei cosiddetti DICO, cioè i “Diritti e doveri
delle coppie di conviventi”. Alla riunione dell’esecutivo non ha partecipato il
ministro della Giustizia, Clemente Mastella,
contrario al provvedimento. Soddisfatta la maggioranza. Dure critiche
dall’opposizione di centro-destra. Il testo passa ora al Senato. Il servizio di
Giampiero Guadagni:
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“Diritti
e doveri delle persone stabilmente conviventi”, si intitola così il disegno di
legge varato ieri dal governo che tutela i diritti delle unioni di fatto sia di
natura eterosessuale, sia di natura omosessuale. I conviventi non verranno registrati all’anagrafe come coppia, secondo quanto
scritto nella prima bozza, ma ciascuno farà una dichiarazione di convivenza per
certificare il suo stato. Saranno necessari tre anni di convivenza per la
tutela del lavoro e per i contratti di affitto, nove anni invece per i diritti
di successione. Al Consiglio dei Ministri non ha partecipato il ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, in aperto dissenso sui
contenuti del provvedimento. Soddisfazione nel resto della maggioranza, a
partire dal premier Prodi. “E’ una legge di civiltà”,
affermano i ministri Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, estensori del provvedimento, per i quali non
si dà vita a matrimoni di serie B. Durissime le critiche dell’opposizione di
centro-destra, che accusa il governo Prodi di demolire
la famiglia con una legge inutile e sbagliata, che sarà bocciata al Senato.
Proprio a Palazzo Madama inizierà il rito parlamentare del provvedimento. Il
ministro per i Rapporti con il Parlamento, Chiti,
assicura che non sarà posta la fiducia e ci sarà ampio spazio per il confronto.
Per la
Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
**********
Giudizio
“nettamente negativo” sui DICO viene espresso oggi
dall’agenzia SIR, il Servizio di Informazione Religiosa della Conferenza
Episcopale Italiana. I DICO, si legge in una nota, appaiono destinati a
produrre “sul cruciale piano delle politiche sociali e di solidarietà problemi
più gravi di quelli che ci si ripromette di affrontare”. Il testo normativo,
prosegue la nota, minaccia di “incidere pesantemente” sul futuro della società
italiana “sia dal punto di vista giuridico, sia a livello culturale e di
costume sia, infine, nella concreta ricaduta sulla vita delle famiglie
italiane”. D’altro canto, avverte l’agenzia SIR “non ci si può poi nascondere –
persino prescindendo, per un momento, dagli aspetti lessicali e contenutistici
del testo del DDL –
il fortissimo impatto sull’opinione pubblica delle premesse ideologiche
dell’iniziativa che è stata assunta”. In conclusione, per l’agenzia dei presuli
italiani “si parla di DICO ma si pensa a PACS, e
soprattutto si prefigura una escalation legislativa in senso in questo senso”.
Le preoccupazioni espresse dall’agenzia SIR vengono ribadite dall’arcive-scovo di Ancona-Osimo,
Edoardo Menichelli, membro della Commissione
episcopale della CEI per la Famiglia e la Vita, intervistato da Alessandro
Gisotti:
**********
R. –
Credo che la preoccupazione fondamentale possa essere riassunta con una parola,
una specie di ferita che si percepisce nei confronti del matrimonio. Tutto
questo può costituire una sorta di apertura verso progetti che non
corrispondono minimamente né al nostro sentire cristiano, né al diritto
naturale, né, posso anche dire, al dettato costituzionale.
D. – Mons. Menichelli, il disegno di
legge fa riferimento fin dalla prima riga dell’art. 1 a conviventi dello stesso
sesso. Lei teme che questa legge sia un passo, in realtà, per arrivare ad una
parificazione tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali?
R. –
Indubbiamente, il timore c’è. L’importante è essere capaci di non oltrepassare
un certo tipo di limite. Il timore, la preoccupazione c’è, perché non vorrei
che si stabilisse anche su questo fatto quanto purtroppo precedentemente
abbiamo sopportato e sentito e cioè dire: “Non lo faccio per me, lo faccio per
quanti...”. Tutto questo sarebbe veramente un grave pericolo!
D. – Lei
in questo Disegno di legge intravede quel relativismo, tante
volte denunciato da Benedetto XVI, ma anche, con forza, dal suo
predecessore Giovanni Paolo II?
R. –
Certamente! E’ un relativismo etico, che poi è figlio di un soggettivismo
etico: vedere il tutto riferito a se stessi, ad una sorta di autonomia.
Certamente ci vuole il rispetto della persona, ma occorre che la persona abbia
anche una coscienza formata, retta e illuminata dalla ragione e dalla fede.
D. – C’è
il rischio che una legge come questa incida sul
sentire della gente, indebolendo la famiglia già in difficoltà?
R. – Il
rischio c’è. Credo che sia necessario impegnarsi da parte di tutti, anche da
parte delle persone che non hanno la fede cristiana, ma riconoscono nel
matrimonio una sorta di vocazione naturale nel rapporto di un uomo e di una
donna.
D. –
Quali iniziative concrete può assumere la Chiesa italiana per promuovere il
valore della famiglia nella società?
R. –
Sulla famiglia, anche la pastorale non dico che si giochi tutto, ma molto di essa passa e incrocia la famiglia. Bisogna dare a questo soggetto tutti gli appoggi e tutti quei nutrimenti,
quell’accompagnamento, che consenta alla realtà
familiare di essere così, come Dio l’ha voluta, e come i tempi richiedono. Alla
famiglia chiediamo tutto, ma non so se alla famiglia diamo tutto quello che
dobbiamo dare! Questi progetti di legge, questi orientamenti politici, occorre
che diventino essi stessi per i cristiani una sorta di forza in più per dire:
“Vivete la santità del matrimonio”, perché spesso le ferite al matrimonio
vengono, purtroppo, anche da quanti affermano di essere
cristiani e poi, per motivi particolari, che io non giudico, portano
delle ferite alla realtà del matrimonio. Portano a quel dissesto della
famiglia, i cui frutti negativi poi li abbiamo sotto gli occhi di tutti.
**********
Dal canto suo, il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, ha sottolineato che l’istituto del DICO è differente
dal PACS. Quale dunque l’idea di fondo di questo Disegno di legge? Alessandro Gisotti
lo ha chiesto al prof. Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione Giuristi
Cattolici Italiani:
**********
R. –
L’idea di fondo di questo Disegno di legge, a mio avviso, lo percepiamo non
tanto nell’acronimo DICO che è stato utilizzato, direi anche in maniera
piuttosto sottile, ma nel fatto che nell’art. 1 di questo Disegno di legge si
parla di convivenze a base affettive. Questo è un punto molto ambiguo, perché
c’è una normale affettività familiare, come quella che ci può essere anche tra
genitori e figli, che evidentemente non è l’affettività cui si vuole riferire
il legislatore con questo Disegno di legge. E’ evidente che questo Disegno di
legge vuole istituzionalizzare le convivenze sessuate ed è proprio per questo
che l’Istituto del DICO appare concorrenziale e addirittura alternativo
rispetto al matrimonio.
D. –
Professore, è questo l’aspetto più controverso di
questo Disegno di legge?
R. – Con
questo Disegno di legge si vuole andare al di là della regolamentazione delle
esigenze sociali delle convivenze. Si vuole, appunto, regolare un particolare
tipo di convivenze, le convivenze affettive, le convivenze sessuate, quelle
convivenze che implicano una autentica comunione di
vita. Se questo è vero dobbiamo allora ricordare che il matrimonio è tradizionalmente
l’istituto giuridico che assolve a questa esigenza.
Porre accanto al matrimonio un altro istituto, che si prefigge di regolamentare convivenze affettive e sessuate, significa
introdurre nell’ordinamento fortissimi elementi di squilibrio e alterazioni
dell’istituto matrimoniale. In poche battute: d’ora in poi – se verrà approvato questo Disegno di legge – le future coppie
si porranno la domanda: “Ricorriamo al matrimonio o ricorriamo al DICO?”,
perché questa diventerà una alternativa reale. Siccome il DICO è sicuramente
molto più fluido, molto meno strutturato del vincolo matrimoniale, si può
prevedere che colpirà non tanto il matrimonio religioso e sacramentale, che
implica un Disegno di vita che sicuramente non sarà scalfito dal riconoscimento
del DICO, ma verrà colpito il matrimonio civile, che
però è un‘istituzione sociale che merita rispetto e merita tutela.
**********
Anche in
Colombia si discute a livello politico su famiglia ed unioni civili. Con una
sentenza del 7 febbraio scorso, la Corte costituzionale colombiana ha sancito i
diritti patrimoniali delle persone dello stesso sesso che abbiano convissuto
almeno due anni. “E’ pacifico che le persone omosessuali debbano avere gli
stessi diritti di qualsiasi cittadino, ma ciò non deve avvenire tramite una
sorta di matrimonio camuffato”. Questo il commento dell’arcivescovo di Tunja, e presidente della Conferenza episcopale della
Colombia, mons. Luis Augusto Castro Quiroga. Il presule ha inoltre manifestato la sua sorpresa
ricordando che “nel Parlamento si sta discutendo con spirito democratico la
questione e, in questa sede, tutte le opinioni possono essere manifestate e
ascoltate”. Dal canto suo, la stessa Corte ha voluto precisare che la sua
sentenza non autorizza in alcun caso il cosiddetto “matrimonio omosessuale”.
LA SPIANATA DELLE MOSCHEE A
GERUSALEMME
ATTRAVERSATA DA NUOVE
TENSIONI PER I LAVORI CHE INTERESSANO IL TRATTO
TRA IL MURO DEL PIANTO E LA PORTA DEL
MAGREB
- Intervista con padre Michele Piccirillo -
Nuove tensioni nel cuore di
Gerusalemme. Scontri alla Spianata delle Moschee sono scoppiati oggi dopo la
grande preghiera musulmana del venerdì: centinaia di palestinesi - che protestavano
contro i lavori decisi nella zona dalle autorità israeliane - si sono infatti scontrati con le forze di polizia dello Stato
ebraico. Diversi i feriti. Israele prevede la costruzione di un nuovo ponte
metallico, dalla piazza del Muro del Pianto fino alla porta del Magreb, e la rimozione di una collinetta di terriccio e
detriti di probabile interesse archeologico. Reazioni di protesta sono venute
dagli ambienti palestinesi, dal mondo islamico e dai Paesi arabi moderati come
l'Egitto e la Giordania. Ma qual è il valore artistico della Spianata delle
Moschee? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre Michele Piccirillo,
archeologo dello Studio biblico francescano di Gerusalemme:
**********
R. –
Certamente grandissimo, per la storia di Gerusalemme e per il periodo ‘erodiano’. La Spianata - o almeno il recinto esterno, così
come lo vediamo adesso - è stata costruita da Erode ed è ancora quasi intatta,
in particolare la parte inferiore. Al tempo dei musulmani, poi, sono stati
costruiti tra i monumenti più belli dell’VIII secolo. Per esempio, tra gli
affreschi della Cappella Sistina c’è anche quello di Gesù che dà le chiavi a
San Pietro: in prospettiva si vede la Cupola della Roccia, che noi chiamiamo
Moschea di Omar. Al Museo Brera di Milano, nella
famosa piccola tavola di Raffaello dedicata allo Sposalizio della Madonna,
troviamo sempre questo monumento. All’interno inoltre, oltre alla Cupola della
Roccia, ci sono tanti altri monumenti, ma quello
principale è la Moschea di al Aqsa.
D. –
Oggi, da una parte gli israeliani intendono rimuovere gradualmente una
massicciata ritenuta pericolante e sostituirla con un ponte metallico,
dall’altra gli arabi temono che gli scavi possano compromettere le fondamenta della Spianata e
della moschea di al Aqsa. Qual è la questione allora?
R. – Il
problema è politico, non è artistico. Quando gli israeliani con i bulldozer
rasero al suolo in tre giorni un intero quartiere, fu costruito un grande
piazzale davanti al Muro del Pianto. Venne lasciato
soltanto questo cordolo, una specie di muraglione di terra per entrare
all’interno della Spianata delle Moschee, che si trova ad un livello superiore,
di quattro o cinque metri. Qualche anno fa parte di questa rampa ha ceduto e
adesso si parla di volerne rifare una più solida, finendo lo scavo. Le autorità
israeliane di solito pubblicano sempre il progetto, ma di questo lavoro non si
trova. Ho cercato dappertutto e non sono riuscito a trovarne la minima traccia.
Tra l’altro, c’è un aspetto molto delicato: sotto tale rampa si trova una delle
antiche porte di ingresso al Tempio del periodo ‘erodiano’,
scoperta grazie a dei tunnel fatti al tempo degli inglesi.
D. – Ma
potrebbero essere rinvenuti nuovi reperti archeologici?
R. –
Certamente. Si può dire anche di cosa si tratta. In tutta la zona ci sono
ancora le pietre cadute al tempo dei Romani. Quando i Romani distrussero il
recinto, le pietre – che sono poi dei massi ben squadrati - caddero
all’esterno. Quando gli archeologi israeliani, nel 1968, cominciarono a scavare
intorno al Muro del Pianto e poi verso sud, trovarono questa montagna di
pietre. Alcune sono ancora lì, perché non sono state tolte. Ed è facile che
sotto questa rampa si trovino altre di queste pietre, tra le quali degli
elementi della decorazione superiore del Tempio.
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INIZIATE A SEUL LE CELEBRAZIONI
PER LA XV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Nella
chiesa dedicata all’Immacolata Concezione, si sono aperte stamani, a Seul, le
celebrazioni per la XV Giornata Mondiale del malato. A presiedere la solenne
concelebrazione eucaristica, è stato il cardinale arcivescovo di Seul, Nicholas Cheong Jinsuk, che all’omelia ha ricordato due verità molte
avvertite dalla comunità cattolica del Paese. Il servizio di padre Gianfranco Grieco:
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“Il
progresso scientifico - ha detto - non può andare contro l’uomo, ma deve
servire l’uomo e la sua dignità”. Il cardinale Jinsuk
ha, inoltre, invitato i fedeli della Corea del Sud a pregare per i poveri e per
i malati della Corea del Nord. “Cristo crocifisso e
risorto - ha proseguito - sia la loro consolazione e la loro prossima
speranza”.
Accanto
all’arcivescovo di Seul, c’era il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del
Pontificio Consiglio per la salute, che nel pomeriggio ha visitato l’ospedale Holy Family di Seul. Tutti gli ospiti di
questo ospedale sono poveri e non pagano nulla. Vi lavorano 26 suore, serve
della Sacra Famiglia che hanno in Corea 86 case. Hanno anche una casa in Italia, ad Empoli e tre in Argentina. Sono 480 in tutto e
promuovono tra i poveri malati la spiritualità dell’incarnazione. Ai lavori
partecipa anche l’anziano cardinale Stephen Kim Sou-hwan, che ha guidato questa Chiesa di Corea dal 1968 al
1998. Significativi gli interventi del cardinale presidente Lozano
Barragán e di altri studiosi asiatici. La vita, il
dolore, il futuro: solo Cristo rischiara gli orizzonti di una cultura che ha
anche qui sapore di relativismo, di edonismo e di morte. Solo Cristo, è stato
affermato da più parti, è la vera speranza dell’uomo contemporaneo.
**********
I 39 ANNI DALLA FONDAZIONE,
CELEBRATI DALLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
NELLA SANTA
MESSA A SAN GIOVANNI IN LATERANO,
PRESIEDUTA
DAL CARDINALE POUL POUPARD
- Intervista con Mario Marazziti
-
“Siete
grandi nell’amore”. Con queste parole, pronunciate nell’omelia, il cardinale Paul Poupard, presidente del
Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha salutato
**********
R. – La
bellezza del Vangelo: il Vangelo è energia incredibile, può creare la pace, può
dare speranza a tanti e la preghiera serale della Comunità di Sant’Egidio, la
preghiera di ognuno, è davvero la forza che può cambiare il mondo. Questo credo
che sia il segreto di 39 anni della Comunità di Sant’Egidio e anche di come
dare speranza al mondo. Dall’altra, concretamente, in questo anno difficile,
noi ci auguriamo che possiamo ancora convincere il mondo che un’alleanza tra
l’Europa e l’Africa sia possibile per sconfiggere l’AIDS e aiutare 30 milioni
di malati, quasi tutti senza terapia. Con il programma “Dream”, ormai in sette
Paesi, mostriamo che è possibile curare, è possibile far vivere anche chi è in
uno stato avanzato della malattia. E’ possibile far nascere i bambini sani
anche da madri sieropositive e, dall’altra, io credo che un sogno per
quest’anno sia quello di una moratoria universale delle esecuzioni e delle
sentenze capitali. L’iniziativa per una risoluzione dell’assemblea generale
delle Nazioni Unite è possibile. Torno dal terzo Congresso mondiale di Parigi
dove abbiamo presentato anche l’iniziativa mondiale delle città contro la pena
di morte. C’è una grande sensibilità che si sta muovendo a livello mondiale e
io spero che sia possibile creare un fronte internazionale ed arrivare almeno
ad un gesto fortemente simbolico e moralmente
impegnativo: in questa seduta dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, e
davvero per la prima volta, avere una risoluzione approvata a maggioranza che
dica che la pena di morte non è necessaria, si può farne a meno. Il mondo non migliora con la pena di
morte, fermiamo tutte le esecuzioni e tutte le sentenze.
D. –
Nell’omelia, il cardinale Poupard ha detto: “Siete
grandi nell’amore”. Quanto è difficile oggi essere grandi nell’amore?
R. –
Basta ricordarsi che siamo continuamente perdonati dall’amore di Dio, che la
misericordia è quello che ricostruisce la nostra umanità. Ed allora il debito
che abbiamo verso i poveri non si colma mai, anzi, è un’occasione di amicizia,
un’occasione per costruire una famiglia, la famiglia di Dio anche là dove non
c’è. Quando il cardinale Poupard ha detto: “Voi
artigiani dell’umano…” è stato per me commovente e, se riesco ad essere così
per il resto della mia vita, sono contento.
D. –
Impegno sociale e devozione: sono due cose che possono andare di pari passo?
R. – Non
c’è possibilità di essere fedeli nell’amore ai poveri se non c’è una
spiritualità profonda, ancorata nel Vangelo e nella preghiera.
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NEI CINEMA ITALIANI IL FILM “BLOOD DIAMOND” SUL COMMERCIO ILLEGALE
DEI DIAMANTI E LE SUE CONNESSIONI CON LE
GUERRE CIVILI IN AFRICA
- Interviste con Festus
Tarawali e Riccardo Noury -
E’ già
da alcuni giorni nei cinema italiani “Blood Diamond”, film sul commercio illegale dei diamanti che ha
finanziato, e ancora finanzia, le guerre civili in Africa. Al centro della
storia il conflitto degli anni ‘90 in Sierra Leone e i suoi 370 mila morti, ma
anche l’evidente legame tra le carneficine e lo sfruttamento delle risorse
africane. La pellicola ha il patrocinio di “Amnesty
International” che rilancia così la propria campagna contro i “diamanti di
sangue”, che culminerà con una serie di iniziative il 14 febbraio, giorno di
San Valentino. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
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(musica)
Non è
una denuncia tardiva quella di “Blood Diamond”, nonostante si parli della Sierra Leone degli anni
‘90, insanguinata dalla guerra civile, laddove i ribelli del RUF finanziarono
la loro lotta, contrabbandando diamanti. Nel film si descrive un’Africa
sfinita, sotto i colpi dello sfruttamento dei commercianti di armi e di
preziosi e dei “signori della guerra” e dei suoi protagonisti, bambini soldato
in prima linea. Oggi, però,
R. –
Oggi in Sierra Leone non sono più i ribelli che stanno nelle miniere,
ma gente semplice, gente che vuole guadagnare il pane, che vuole mandare
i propri figli a scuola. Oggi, questi semplici cittadini possono vendere questi
diamanti al governo, che li esporta ufficialmente. Nel 2005, il governo ha
dichiarato di aver guadagnato più di 145-150 milioni di dollari dalla vendita
dei diamanti. Ora la situazione è molto calma, anche se il problema del
contrabbando non è mai finito.
Nel 2003
fu avviato il Kimberley Progress, il sistema di certificazione
per combattere il commercio illegale dei diamanti; per Amnesty International, però, gli Stati coinvolti e l’industria del settore
non fanno ancora abbastanza per sradicare
completamente questo traffico e i diamanti in alcuni casi servono ancora per
finanziare conflitti. Dalla Costa d’Avorio, secondo l’ONU, sarebbero passati di
contrabbando in Ghana e in Mali diamanti “insanguinati” per un valore di 23
milioni di dollari. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International:
R. –
L’industria dei diamanti sostiene che la percentuale dei diamanti di sangue oggi è inferiore all’uno per cento. Anche se
questo dato fosse vero, occorre considerare che con un
diamante grezzo ci si possono comprare qualche centinaio di Kalashnikov ed ogni Kalashnikov può
uccidere migliaia di persone. Quella percentuale, quindi, seppur in forte calo
rispetto al 20 per cento degli anni ‘90, deve essere portato a zero senza alcun
indugio.
Non si
tratta, dunque, di boicottare i diamanti, ma di prendere coscienza che i
diamanti insanguinati ancora raggiungono le vetrine delle gioiellerie di tutto
il mondo.
(musica)
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9 febbraio 2007
“PRIMA
CHE SIA TROPPO TARDI. I POVERI NON POSSONO ASPETTARE”:
È IL
TEMA DELLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE LANCIATA IERI A ROMA
E IN
TUTTO IL MONDO DA CARITAS INTERNATIONALIS E DA CIDSE
ROMA. = Una grande mobilitazione dei cattolici del Nord e
del Sud del mondo per chiedere ai governi, in particolare al G8, di mantenere i
loro impegni nella lotta alla povertà. E’ questo l’intento della Campagna
internazionale “Prima che sia troppo tardi. I poveri
non possono aspettare”, lanciata ieri a Roma e in tutto il mondo da Caritas Internationalis, che riunisce 162 realtà nazionali in 200
Paesi, e da CIDSE, un’alleanza di 15 organizzazioni non governative di sviluppo
che operano in Europa e Nord Africa. Come riferisce l’agenzia SIR, la campagna,
che culminerà nei giorni del G8, nel giugno prossimo a Heiligendamm,
in Germania, è stata presentata alla vigilia dell’incontro dei ministri delle Finanze
dei sette Paesi più industrializzati (G7), in corso nella
cittadina tedesca di Essen. Principale
strumento saranno le cartoline da firmare e inviare via posta o internet (sul sito
www.make-aid-work.org ) alla
presidenza tedesca e ai rispettivi governi e, per la prima volta, anche ai
governi del Sud del mondo, “che hanno anch’essi la loro dose di responsabilità”.
Sono attese tra le 500 mila e il milione di cartoline. “E’ ora di dire basta
alle promesse fatte e non mantenute”, ha detto Duncan
MacLaren, segretario generale di Caritas Internationalis. “È uno scandalo che 121 milioni di ragazzi
dei Paesi in via di sviluppo non possano ancora andare a scuola o che 4 milioni
di africani non abbiano accesso alle cure per l’AIDS – ha sottolineato
Cristiane Overkamp, segretaria generale della CIDSE –
vogliamo una crescita degli aiuti allo sviluppo, che non siano concessi a
condizioni politiche ed economiche dannose per i Paesi poveri, e che le risorse
liberate dalla cancellazione del debito siano aggiuntive e non calcolate tra
quelle destinate alla cooperazione internazionale”. (R.M.)
RIAPERTA STAMANI, DOPO OLTRE DUE ANNI DI LAVORI,
LA CATTEDRALE
DEL SACRO CUORE DI GUANGZHOU,
L’UNICA
CHIESA GOTICA IN GRANITO DELLA CINA
GUANGZHOU. = La cattedrale del Sacro Cuore di Guangzhou, l’unica chiesa gotica in granito dell’intera Cina, è stata riaperta questa mattina con una
Messa solenne, dopo oltre 2 anni di ristrutturazione, le cui spese sono state
sostenute quasi interamente dal governo provinciale comunista. Alla
celebrazione hanno preso parte personalità del governo municipale e
provinciale. Comunemente conosciuta come “la Casa di Pietra” (le mura ed i
pilastri sono costruiti con larghi blocchi di granito), la cattedrale si trova
nella zona centrale della capitale del Guangdong ed è
anche meta di turisti e fedeli cinesi e stranieri. Alla fondazione – riferisce
AsiaNews – ad opera dei missionari francesi nel
secondo ‘800, sono state deposte alla base due pietre portate da Roma e da
Gerusalemme, per indicare l’universalità della fede e il legame con il Papa. La
costruzione richiama la cattedrale di Notre Dame a Parigi, anche se in più
conta due campanili di 60 metri ai lati. Con un’area di oltre 2.754 mq, è una
delle chiese più grandi della Cina. Nel desiderio di
mostrare apertura e liberalità verso le religioni, il governo municipale ha
contribuito ai lavori con uno stanziamento di 21 milioni di yuan
(circa 2 milioni di euro), che hanno coperto l’80% delle spese totali. La
diocesi ha versato altri 3 milioni di yuan, mentre
una raccolta tra i fedeli ha fruttato gli ultimi 2 milioni necessari al
completamento dei lavori. Per ringraziare i donatori, è stata eretta una lapide
all’interno della chiesa. Nel 1996, il Consiglio di Stato cinese ha inserito la
cattedrale fra i monumenti storici nazionali. (R.M.)
“TRASFORMARE LA POSSIBILITÀ DI ABORTIRE IN UN DIRITTO ACQUISITO PORTERÀ
CONSEGUENZE
NELLA CIVILTÀ”: È QUANTO AFFERMA IL PATRIARCA DI LISBONA,
CARDINALE
POLICARPO, MENTRE IN PORTOGALLO SI CONCLUDE LA CAMPAGNA
PER IL
REFERENDUM SULL’ABORTO, IN PROGRAMMA DOMENICA PROSSIMA
LISBONA.
= “Non si può violentare la coscienza, facendo pressione con false verità. Violentare
la coscienza è il peggiore oltraggio alla dignità umana”: è quanto ha affermato
il Patriarca di Lisbona, cardinale José da Cruz Policarpo,
denunciando le crescenti pressioni nel dibattito pubblico a favore della
depenalizzazione dell’aborto. Come riferisce l’agenzia Fides, il porporato ha
ricordato che “ognuno di noi, seguendo la propria coscienza, sarà responsabile
di una decisione fondamentale per la vita delle persone e della società”. La
decisione di abortire – ha quindi ammonito il cardinale Policarpo – costituisce
“un dramma” e perciò trasformare l’aborto in “un diritto acquisito porterà
conseguenze sulla civiltà. Intanto, a poche ore dall’inizio della pausa di
riflessione di domani, i movimenti e le associazioni cattoliche del fronte del
“no” realizzano le ultime iniziative. Oltre 36 le manifestazioni in corso, tra
cui il grande incontro di ieri a Lisbona, con lo slogan “Siamo ancora in tempo
per salvare molte vite". (R.M.)
APPELLO
DELL’ARCIVESCOVO DI LUANDA, IN ANGOLA, MONS. FRANKLIN, PERCHE’
I CATTOLICI SI MOBILITINO PER AIUTARE LA
POPOLAZIONE COLPITA DALLE ALLUVIONI
LUANDA. = L’arcivescovo di Luanda, capitale dell’Angola, mons.
Damião António Franklin,
attraverso Radio Eccelsia, ha lanciato un appello
alla mobilitazione della comunità cattolica per aiutare la popolazione colpita
dalle alluvioni: lo rende noto l’agenzia Fides, citando fonti locali. Le piogge
torrenziali hanno colpito in questi giorni la zona a nord di Luanda e la
provincia centro orientale di Moxico, provocando
almeno 114 morti e distruggendo 10.300 abitazioni, con oltre 28.500 famiglie
senza tetto. I danni ammontano più di 85 milioni di dollari. Il governo, che al
momento dispone solo di 10 milioni di dollari per affrontare la situazione, ha
varato un piano di emergenza e ha chiesto aiuto della comunità internazionale.
Essendo produttore di diamanti e di petrolio (2 milioni di barili al giorno previsti nel 2007), l’Angola avrebbe, in teoria,
le risorse finanziarie per migliorare le condizioni di vita della popolazione e
affrontare emergenze come quella attuale. In realtà, la maggior parte della
popolazione locale vive nell’indigenza, mentre una classe di burocrati
controlla la maggior parte delle risorse del Paese. (R.M.)
“ACCETTERO’ SOLO CON
L’ASSENSO DELLA SANTA SEDE”: COSI’, IL CARDINALE OBANDO BRAVO, ARCIVESCOVO
EMERITO DI MANAGUA, IN NICARAGUA, COMMENTANDO
LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA, ORTEGA,
DI PRESIEDERE IL CONSIGLIO PER LA
PACE E LA RICONCILIAZIONE
- A cura di Luis Badilla -
MANAGUA. = “Sono disposto ad accettare la proposta di
presiedere il Consiglio per la pace e la riconciliazione, se ricevo l’assenso
della Santa Sede per assumere un tale incarico”. Così, l’arcivescovo emerito di
Managua, capitale del Nicaragua, cardinale Miguel Obando Bravo, commentando
la richiesta formale da parte del neo-presidente della
Repubblica, Daniel Ortega, di condurre l’importante organismo
“per il bene del Paese e delle famiglie e comunità” coinvolte nei dolori della
guerra. “Potrei accettare la nomina solo se la Santa Sede concede il suo benestare”,
ha spiegato il porporato, dopo aver ricevuto un gruppo di ex combattenti
guidati dagli esponenti del Partito della resistenza nicaraguense (PRN). Il
porporato ha ricordato che questa commissione, che non è un organismo statale o
governativo e che non riceve denaro dallo Stato, può essere molto utile e necessaria
per trasmettere alle autorità le inquietudini delle vittime della passata
guerra civile. “Occorre sempre fare tutto il possibile per migliorare la vita
di queste persone – ha aggiunto il cardinale Obando
Bravo – e se dovessi assumere questa responsabilità, il mio ruolo sarebbe
quello di conciliatore”. “Deve essere chiaro – ha poi precisato – che non si
tratta di diventare membro del governo sandinista,
bensì assumersi le responsabilità di fronte alle persone che hanno molto
sofferto per colpa della guerra o che non sono state risarcite”. Alla domanda dei
giornalisti che gli chiedevano quale senso avesse una Commissione per la pace e
la riconciliazione in una realtà dove la guerra non c'è più, il porporato ha
risposto: “La pace non è solo assenza di guerra. Sarebbe un errore credere che
c’è pace perché non si sente il rumore dei fucili e
delle mitragliatrici e, al tempo stesso, non c'è cibo, non ci sono medicine,
scuole o salute. Tutto ciò è, invece, un focolaio di tensione pericoloso”.
LANCIATA UFFICIALMENTE “RADIO BAKHITA”, LA
PRIMA EMITTENTE CATTOLICA
DEL
SUD SUDAN E DELL’INTERO PAESE
JUBA.
= Dopo un periodo di prova di due mesi, ieri è stata lanciata ufficialmente
nell’etere “Radio Bakhita”, la prima emittente
cattolica non solo del Sud Sudan, ma dell’intero Paese. Una voce per promuovere
“pace e riconciliazione”, come spiegano i responsabili, citati dall’agenzia
MISNA, nata grazie all’impegno dei missionari comboniani
e delle suore della stessa congregazione, che nella capitale del Sud Sudan, Juba, hanno riaperto di recente le proprie missioni, distrutte
durante gli anni del conflitto. Dalle frequenze 91 FM, “Radio Bakhita, la voce della Chiesa” ha iniziato una programmazione
di alcune ore al giorno (dalle 17.00 alle 21.00)
rivolta soprattutto ai giovani. Il palinsesto prevede, tra l’altro, notiziari
quotidiani e trasmissioni su temi sociali, politici e religiosi. Particolare
attenzione è riservata al tema della pace, a partire dagli accordi che nel 2005
hanno posto fine a 21 anni di guerra civile tra i ribelli indipendentisti del
Sud (ora alla guida dell’autorità autonoma del Sudan meridionale) e il governo
centrale di Khartoum. L’idea della Chiesa cattolica sudanese, che ha appoggiato
da subito l’iniziativa, è di ampliare questa attività mediatica
attraverso una rete di radio locali, di cui “Bakhita”
sarà il punto di riferimento. Il nome della nuova emittente è quello della
prima e unica santa sudanese, canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II. (R.M.)
SUOR
CYRIL MOONEY, DELL’ISTITUTO DELLA BEATA VERGINE MARIA, INSIGNITA IN INDIA DEL
“PADMA SHRI AWARD”, UNA DELLE PIÙ ALTE ONORIFICENZE CIVILI DEL PAESE
CALCUTTA. = Una religiosa di
origine irlandese è stata insignita del “Padma Shri Award” (“Loto ai piedi di
Dio”), una delle più alte onorificenze civili dell’India. Suor Cyril Mooney, dell’Istituto della
Beata Vergine Maria, ha meritato il premio per una vita dedicata all’educazione e alla promozione umana dei bambini in situazioni
di esclusione sociale e povertà. Il riconoscimento è stato consegnato
dal ministro degli Interni indiano lo scorso 26 gennaio,
festa della Repubblica. 71 anni, di cui 51 passati in India, suor Mooney ha cominciato la sua speciale missione nel 1964 a Lucknow, nello Stato indiano dell’Uttar
Pradesh, dove ha lanciato con successo una scuola
itinerante per i bambini dei villaggi circostanti impossibilitati a frequentare
le lezioni, insieme a un’altra iniziativa a favore dei lavoratori domestici
vittime dell’usura. Trasferitasi a Calcutta nel 1973, ha lanciato diversi
progetti educativi innovativi a favore dei bambini più poveri, tra cui
l’apprezzato Rainbow Educational Programme.
Il suo lavoro per un sistema educativo basato anche
sui valori è stato preso a modello da molte scuole in India. Suor Mooney è la seconda religiosa cattolica a ricevere il “Padma Shri Award”
dopo Madre Teresa di Calcutta, anch’essa dell’Istituto della Beata Vergine
Maria prima di fondare le Missionarie della Carità. Insieme alla suora
irlandese, sono stati premiati anche altri due laici cristiani. (L.Z.)
“DISEGNI
DI AFFETTIVITÀ”: È IL TEMA DELL’INCONTRO PER FIDANZATI PROMOSSO
QUESTO
FINE SETTIMANA A TERNI, IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN
VALENTINO
TERNI.
= Sentimenti, famiglia e affettività: di questi temi si parla a Terni, in Umbria,
da oggi fino a domenica, in occasione dell’incontro per coppie di fidanzati
“Disegni di affettività”, organizzato da Azione Cattolica Italiana, dalla
diocesi di Terni-Narni-Amelia,
in collaborazione con il Servizio per il Progetto culturale della CEI e
l’AGESCI. Come riferisce il quotidiano Avvenire, l’iniziativa, sui passi del
cammino intrapreso lo scorso anno in preparazione al Convegno ecclesiale di
Verona, è parte integrante della “Festa della promessa”, nella quale centinaia
di fidanzati, in occasione della festa di San Valentino, a Terni, rinnovano la
loro promessa d’amore dinanzi all’urna del loro protettore. A loro sarà consegnato un nuovo sussidio,
“Amori in corso” (editrice Ave), e saranno proposti alcuni laboratori di
approfondimento. Domenica, la celebrazione per la “Festa della promessa” sarà
presieduta dal vescovo diocesano, mons. Vincenzo Paglia. (R.M.)
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9 febbraio 2007
- A cura di
Amedeo Lomonaco -
L’accordo raggiunto
ieri alla Mecca tra Hamas e al Fatah per la
creazione, nei Territori Palestinesi, di un nuovo governo di unità nazionale “è
buono e utile per il popolo palestinese”. E’ quanto ha dichiarato padre Ibrahim Faltas della custodia di
Terra Santa, parroco a Gerusalemme, che ha giudicato importante, in
particolare, la decisione di affidare ministeri chiave come Esteri,
Finanze e Interni a politici indipendenti. Secondo
la televisione araba al Arabiya, 7 ministeri andranno
ad Hamas, 6 ad al Fatah e 5
agli indipendenti. Gli Stati Uniti hanno invece espresso scetticismo
sull’intesa raggiunta dalle due fazioni palestinesi perché l’accordo non
contiene espliciti riferimenti al riconoscimento di Israele. Il presidente Abu Mazen ha comunque dichiarato
che il nuovo governo dovrà rispettare le “norme internazionali” e gli accordi
siglati dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). Tali
intese prevedono un implicito riconoscimento dello Stato ebraico.
Nuovo bombardamento
aereo americano in Iraq: nel raid, condotto a sud di Baghdad, sono morti almeno
otto guerriglieri sospettati di avere legami con l’organizzazione terroristica
al Qaeda. Sempre a sud della capitale, uomini armati hanno rapito 13 civili e
ne hanno uccisi almeno 11. Tre soldati americani sono morti, poi, in seguito
alle ferite riportate in violenti combattimenti avvenuti nella provincia occidentale
di al Anbar.
La NATO può essere orgogliosa dei
successi ottenuti finora in Afghanistan ma “per completare la missione ISAF si
chiede un maggiore sostegno”. E’ questo l’appello lanciato dal segretario
dell’Alleanza Atlantica, Jaap
de Hoop Scheffer, al
vertice dei ministri della Difesa apertosi ieri a Siviglia. Gli Stati Uniti
hanno anticipato che chiederanno agli alleati l’invio di altre truppe per
lanciare un’offensiva in primavera contro i Talebani. Intervenendo al vertice,
il ministro della Difesa italiano, Arturo Parisi, ha
detto che nel 2011 ci sarà una “verifica importante” della missione ISAF in
Afghanistan; per quanto riguarda l’Italia, ha aggiunto Parisi,
“si può pensare per quella data ad una ridefinizione
della presenza italiana in termini prevalentemente di sostegno alla
ricostruzione, allo sviluppo economico e sociale”.
Si
intensificano gli sforzi per risolvere l’intricata questione nucleare nordcoreana: dai negoziati a sei, ripresi da ieri a
Pechino, comincia a prendere forma l’ipotesi di un accordo su una bozza,
proposta dalla Cina, che prevede un congelamento
verificabile dei programmi atomici di Pyongyang in cambio di una revoca delle
sanzioni contro la Corea del Nord. Tale revoca
consentirebbe, poi, la ripresa dell’assistenza internazionale allo Stato
asiatico. Le forniture alimentari potranno sventare, secondo
fonti sudcoreane, i crescenti rischi di
carestie. Aiuti arriverebbero anche nel settore energetico: si prevedono almeno
500.000 tonnellate di petrolio l’anno. In base alla bozza, gli Stati Uniti
escluderanno inoltre il Paese asiatico dalla lista dei cosiddetti ‘Stati canaglia’. La Corea del Nord era stata inclusa in questa
lista nel gennaio del 2002 dal presidente americano George Bush.
Inizierà il prossimo
21 febbraio l’ultimo round di negoziati, con la mediazione delle Nazioni Unite,
per il futuro status del Kosovo. Lo ha annunciato il numero due della
delegazione ONU che partecipa alle trattative, Albert
Rohan. La settimana scorsa il mediatore delle Nazioni
Unite, Martti Ahtisaari, ha
reso noto il suo piano per la provincia serba. Il piano, senza mai citare
esplicitamente la parola indipendenza, prevede in Kosovo un futuro autogoverno.
Resta ancora alto
l’allarme per il maltempo negli Stati Uniti: secondo le previsioni, le precipitazioni
dovrebbero proseguire anche nei prossimi giorni. Sono almeno 20 le persone
morte, finora, per l’ondata di gelo e neve che ha investito numerose aree del
centro e del nordest degli Stati Uniti. In diverse zone è stato dichiarato lo
stato di catastrofe.
In Europa,
nuova emergenza per il rischio di una catastrofe ecologica: una nave petroliera
greca si è incagliata davanti alle coste della Finlandia. L’imbarcazione ha
urtato il fondo marino ad ovest dell’isola di Hogland.
La petroliera trasporta 100 mila tonnellate di greggio, ma al momento non è
segnalata alcuna fuoriuscita di petrolio. Il comandante della guardia costiera
del distretto del golfo di Finlandia ha dichiarato che la nave “ha molto
probabilmente virato dalla sua rotta per una ragione ancora sconosciuta”. Due
settimane fa un portacontainer inglese si era
incagliato, a causa dell’uragano Kyrill, nel canale
della Manica; dai serbatoi erano fuoriusciti, in quel caso, oltre 3 mila
tonnellate di petrolio.
L’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso “grave preoccupazione”
per la sorte di oltre 400 persone a bordo di una nave al largo delle coste
dell’Africa occidentale. L’imbarcazione è stata avvistata lo scorso 30 gennaio,
alla deriva, dal servizio di soccorso aereo spagnolo. La Croce Rossa spagnola e
la Mezzaluna Rossa della Mauritania stanno portando aiuti di prima necessità ma la situazione resta critica. “La priorità – si
legge nel comunicato dell’UNHCR – dovrebbe essere quella di non lasciare alla
deriva queste persone, in mare aperto e in condizioni precarie”.
Cinque dei nove
cittadini britannici arrestati la scorsa settimana a Birmingham, sono stati
incriminati in relazione a un presunto complotto terroristico. Uno di loro, Prviz Khan, è stato accusato formalmente di aver progettato
il rapimento e l’uccisione di un soldato britannico.
Il cosiddetto “Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento” potrebbe
compiere in Francia, seguendo indicazioni ricevute da Al
Qaeda, attentati terroristici in occasione delle prossime elezioni
presidenziali. Lo rivela il quotidiano “Al Hayat”
aggiungendo che i terroristi algerini, per la pianificazione di
attentati, utilizzano anche immagini satellitari del programma ‘Google Earth’. Secondo i servizi
segreti occidentali vengono anche prese in esame le immagini di webcam diffuse su internet.
Assegnato il World Press Photo 2007: la foto
dell’anno è stata scattata questa estate da Spencer Platt
a Beirut, in Libano, quando era in corso il conflitto tra Israele ed Hezbollah.
Nella foto compaiono elementi che rievocano l’orrore della guerra e simboli di
ricchezza: si vedono infatti quattro ragazze in una
macchina di lusso tra le macerie. L’organizzazione “World Press” è
indipendente, senza fini di lucro ed è nata nel 1955 nei Paesi Bassi. La
fondazione supporta e promuove su scala internazionale il lavoro dei
fotoreporter.
“Apprezziamo e
sosteniamo pienamente l’impegno della presidenza tedesca del Consiglio europeo
e del cancelliere Merkel a non lasciar cadere il Trattato
costituzionale firmato a Roma nel 2004, a garantire che si giunga alle elezioni
europee del 2009 con un nuovo trattato già in vigore”. Lo ha detto il
presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, incontrando insieme
con il presidente tedesco, Horst Koehler,
un gruppo di studenti dell’Università di Tubinga.
In Italia, il ragazzo
17.enne indagato per la
morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti,
rimasto ucciso in seguito ai tumulti scoppiati durante la partita di calcio
dello scorso 2 febbraio tra Catania e Palermo, ha solo dichiarato di aver
partecipato agli scontri con la polizia. Lo ha detto l’avvocato del ragazzo,
secondo cui il minorenne non ha mai confessato di aver ucciso l’agente di
polizia. Sul mondo del calcio si addensano, intanto, altre nubi: la Procura di
Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Luciano Moggi, ex direttore generale
della Juventus, e di altre otto persone per presunte irregolarità legate
all’attività della GEA, società che ha gestito le procure di numerosi calciatori.
L’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata all’illecita
concorrenza tramite minacce e violenza privata.
Il mondo dell’editoria
comincia a pensare ad un futuro unicamente su internet: l’editore del New York Times, uno dei
quotidiani più prestigiosi al mondo, ha dichiarato ieri che tra 5 anni il suo
giornale potrebbe non essere più stampato, ma diffuso solo on line. I lettori
del quotidiano su internet sono attualmente oltre 1 milione e mezzo al giorno. Gli abbonati alla versione cartacea sono poco più
di un milione. Dietro la possibile svolta ci sono anche esigenze di bilancio:
negli ultimi quattro anni la società editrice del quotidiano ha dichiarato una
perdita di 570 milioni di dollari. I costi sostenuti per la versione su internet
– ha spiegato l’editore del New York Times - non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli
della carta stampata.
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