RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 38 - Testo della trasmissione di mercoledì 7 febbraio 2007
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
La CEI
approva il nuovo Statuto del Rinnovamento nello Spirito Santo: con noi,
Salvatore Martinez
CHIESA E SOCIETA’:
In Vietnam il governo presenta
in un libro le direttive per garantire la libertà religiosa
Nuovo appello
dell’UNICEF contro le mutilazioni genitali femminili
Il vertice della Mecca: i palestinesi sono decisi
a raggiungere l’accordo
7 febbraio 2007
BENEDETTO
XVI AI GIOVANI: SIATE TESTIMONI DELLA NON VIOLENZA E DELLA PACE.
ALL’UDIENZA
GENERALE, DEDICATA ALLE FIGURE DI AQUILA E PRISCILLA,
COLLABORATORI
DELL’APOSTOLO PAOLO, IL PAPA METTE IN RISALTO
IL
RUOLO DEI VALORI CRISTIANI NELLA FAMIGLIA
Un
appello ai giovani perché rigettino la violenza e diventino costruttori di pace.
Lo ha levato Benedetto XVI durante l’udienza generale di questa mattina, in
Aula Paolo VI, iniziata con un saluto ai pellegrini della Lombardia assiepati
nella Basilica di San Pietro. Davanti a questi ultimi, il Papa si è soffermato,
fra l’altro, sui “segnali preoccupanti” di disagio giovanile e i fenomeni di
violenza e criminalità che si registrano sul territorio. Poi, nella catechesi,
il Papa ha messo in risalto i valori della famiglia fondata sui valori della
fede, simboleggiata da un’antica coppia cristiana: Aquila e Priscilla. Il
servizio di Alessandro De Carolis.
**********
L’attenzione del Pontefice per i giovani ha in sostanza
aperto e chiuso l’udienza generale di questa mattina, imperniata sulle figure
di Aquila e Priscilla, coniugi cristiani simbolo della laicità a servizio della
Chiesa della primissima era. Salutando nella Basilica di San Pietro alcune
migliaia di fedeli della Lombardia, i cui vescovi sono in questi giorni in
visita ad Limina, Benedetto XVI ha riconosciuto
le “grandi risorse ideali e morali” della regione, “ricca – ha detto - di
nobili tradizioni familiari e religiose”, nota per l’alacrità della sua gente.
Ma anche una regione in cui le istituzioni e le agenzie educative sembrano
attraversare “momenti di difficoltà”, che dunque sollecitano la Chiesa locale a
dare nuovo slancio alla propria missione:
“Annunciare e
testimoniare il Vangelo in ogni suo ambito, specialmente dove emergono i tratti
negativi di una cultura consumistica ed edonistica,
del secolarismo e dell’individualismo, dove si registrano antiche e nuove forme
di povertà con segnali preoccupanti del disagio giovanile e fenomeni di
violenza e di criminalità (...) Vasto è allora il vostro campo d’azione. Si
tratta, da una parte, di difendere e promuovere la cultura della vita umana e
della legalità, dall’altra è necessaria una sempre più coerente conversione a
Cristo personale e comunitaria”.
Al termine dell’udienza, il tradizionale saluto ai giovani, complici recentissime e drammatiche vicende
italiane, finisce per avere un’eco più vasta e stringente:
“Cari giovani, siate
ovunque testimoni di non violenza - questo è importante proprio oggi (applausi) – testimoni di non violenza e di pace e con questo generoso impegno
contribuirete a costruire un futuro migliore per tutti”.
E ancora, pochi istanti prima, era emersa invece
l’importanza della formazione cristiana per i giovani attraverso le parole
rivolte dal Papa agli assistenti diocesani dell’Azione Cattolica:
“Cari amici, di
fronte ad una preoccupante ‘emergenza educativa’, voi
siete chiamati a comunicare la fede alle nuove generazioni favorendo l’incontro
con Cristo, di tanti ragazzi e giovani. Non stancatevi - può essere difficile
ma tanto necessario ed anche bello - non stancatevi di ricordare loro che solo
il Vangelo può soddisfare pienamente le attese del cuore umano e può creare un
vero umanesimo”.
Tanti momenti distinti di consapevolezza sulle difficoltà
dell’universo giovanile sorretti però, quasi come un ponte fra due sponde
pericolose, dalla riflessione sulla insostituibilità dei valori cristiani e
sulla famiglia come centro naturale per la loro irradiazione:
“Ogni casa può
trasformarsi in una piccola chiesa, non soltanto nel senso che in essa deve regnare il tipico amore cristiano fatto di
altruismo e di reciproca cura ma ancor più nel senso che tutta la vita
familiare, in base alla fede, è chiamata a ruotare intorno all’unica signoria
di Gesù Cristo”.
All’origine di questa affermazione, la catechesi odierna
dedicata da Benedetto XVI a “due veri e importanti”, come li ha definiti il
Papa, collaboratori di San Paolo nel suo apostolato. Ripercorrendo le tappe
della vita dei coniugi Aquila e Priscilla, il Papa ha spiegato alle migliaia di
fedeli che riempivano l’Aula Paolo VI una caratteristica delle comunità cristiane
dei primi decenni: il loro raccogliersi nelle case di alcune famiglie per
ascoltare la Parola di Dio e celebrare l’Eucaristia. “La Chiesa – ha affermato
Benedetto XVI – nasce nelle case dei credenti”:
“Una cosa è certa:
insieme alla gratitudine di quelle prime Chiese di cui parla San Paolo, ci deve
essere anche la nostra, poiché grazie alla fede, all’impegno apostolico di
fedeli laici, di famiglie, di sposi come Priscilla e Aquila, il cristianesimo è
giunto alla nostra generazione. Poteva crescere non solo grazie agli Apostoli
che lo annunciavano ma, per radicarsi nella terra del
popolo, per svilupparsi vivamente, era necessario l’impegno di queste famiglie,
di questi sposi, di queste comunità cristiane di fedeli laici che hanno offerto
l’humus alla crescita della fede. E sempre, solo così, cresce la Chiesa. In
particolare, questa coppia dimostra quanto sia
importante l’azione degli sposi cristiani. Quando essi sono sorretti dalla fede
e da una forte spiritualità, diventa naturale un loro impegno nella Chiesa”.
**********
NOMINE
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidiocesi di Montes Claros, in Brasile, presentata da mons. Geraldo Majela de Castro, dei Canonici Regolari Premostratensi,
per raggiunti limiti di età.
Il Papa ha nominato nuovo arcivescovo metropolita di Montes Claros mons. José Alberto Moura, degli Stimmatini, finora
vescovo di Uberlândia. Mons.
José Alberto Moura è nato a Ituiutaba,
nello Stato di Minas Gerais,
il 23 ottobre
Il Papa ha nominato visitatore apostolico per i fedeli Siro-Malankaresi dell’India, fuori dal
"territorium proprium",
padre Chacko Aerath, della
Congregazione dell’Imitazione di Cristo,
maestro dei novizi della Provincia di Navajyothy,
elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Bapara.
Padre Chacko Aerath è nato
a Karikulam Kerala, nell’arcieparchia di Tiruvalla il 7 dicembre
“VOI
VALETE”, IMPARATE A FORMARE E CUSTODIRE IL VOSTRO CUORE
PER
PARTECIPARE ALL’OPERA DEL CREATO: COSI’ IL CARDINALE BERTONE AI GIOVANI, NELLA
MESSA STAMANE IN SAN PIETRO CON GLI ASSISTENTI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA,
RIUNITI A CONVEGNO
“Formate e custodite il vostro cuore”: l’appello ai giovani rivolto stamane dal
cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, durante l’omelia della Messa
presieduta nella Basilica Vaticana, nell’ambito del Convegno nazionale degli
assistenti dell’Azione Cattolica Italiana, dedicato al tema “Noi lo annunciamo
a voi. La comunicazione della fede alle nuove generazioni”. Il servizio di
Roberta Gisotti.
**********
“Formate e custodite il vostro cuore”, ha raccomandato ai
giovani il cardinale Bertone, perché “questo è un obiettivo fortemente
atteso da Cristo e dalla Chiesa”, secondo la missione affidaci da Dio di
“coltivare e custodire il Creato”, e dove trova senso la vita umana:
“Nessun uomo o donna potrà essere all’altezza della sua
irripetibile missione se non si dispone a coltivare e a custodire innanzitutto
il proprio cuore. La cura del cuore è il segreto di una umanità,
che vuol divenire come Dio l’ha amata nel crearla e l’ha creata nell’amarla”.
Ma cos’è il cuore? Lo ha spiegato il porporato:
“La sede della dignità intrinseca della persona,
costituita dall’anima e dalla corporeità, dalla capacità di pensare e di amare,
dall’essere uomini e donne, in cui si concentrano originali qualità umane tutte
protese alla vita, alla realizzazione della felicità, per la quale l’uomo è
stato creato, creato ad immagine e somiglianza di Dio”.
Poi l’incoraggiamento a tutti i giovani:
“Voi valete, per la vostra naturale apertura alla verità,
alla giustizia, alla solidarietà, alla pace, per la capacità di farvi domande
di senso, interrogativi sui valori per cui vale la
spesa di vivere”.
Infine, ricordando gli anni giovanili della sua militanza
nell’Azione Cattolica ad Ivrea e a Torino, il cardinale Bertone ha sottolineato
l’importanza della comunicazione della fede:
“L’educazione alla fede è un impegno di tutta la Chiesa,
per il quale nessuna energia e risorsa debbono essere risparmiate. E’
certamente importante il tema della formazione, che ha sempre contraddistinto
il genio dell’Azione Cattolica e la rende così cara agli occhi dell’intera
comunità ecclesiale”.
Il Convegno dell’Azione Cattolica, che vede riuniti a Roma
gli assistenti diocesani e parrocchiali proseguirà fino a domani. “Laddove
sembrerebbe che tutto stia per terminare dobbiamo testimoniare in modo
credibile e appassionato che tutto comincia” ha dichiarato in apertura dei
lavori il presidente Luigi Alici, invitando ad “aiutare i giovani a costruire
il senso della vita come cammino, e non come un cocktail – ha detto -di
esperienze slegate tra di loro e continuamente resettabili, nell’illusione di potere sempre ricominciare
da zero”
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca
dell'udienza generale.
Servizio estero - Iraq: la Casa Bianca respinge la
proposta della Francia di fissare un calendario
preciso per il ritiro delle truppe.
Servizio culturale - Un articolo di Susanna Paparatti dal titolo "Una pittura in bilico tra
rappresentazione oggettiva ed emozionale trasporto di ispirazione romantica: al
museo Pignatelli di Napoli un omaggio a Giacinto
Gigante in occasione del bicentenario dalla nascita.
Servizio italiano - In primo piano sempre il tema
della violenza negli stadi.
=======ooo=======
7 febbraio 2007
IL
BURUNDI VERSO IL RAFFORZAMENTO DELLA PACE E DELLA DEMOCRAZIA:
SE NE
E’ PARLATO IERI DURANTE UN INCONTRO ORGANIZZATO A ROMA
DALLA
COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
- Ai nostri microfoni il ministro Antoniette Batumubwira
e don Matteo Zuppi -
La riconciliazione
tra Hutu e Tutsi e il
rafforzamento delle istituzioni democratiche sono oggi le sfide più importanti che la neonata democrazia del Burundi deve affrontare. A testimoniarlo il ministro degli Esteri di Bujumbura,
la signora Antoniette Batumubwira, che ha
partecipato ieri a Roma ad un incontro sul tema: “Democrazia, pace e
riconciliazione: tre sfide del nuovo Burundi”. L’evento è stato
organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, in prima linea nelle
trattative tra governo e ribelli, prima, e negli
accordi di pace di Arusha, dopo. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
**********
Un lungo e difficile percorso,
quello del Burundi, in marcia verso la democrazia e la pace, passando – però –
attraverso la ricostruzione e le tante emergenze: in primo luogo una grave carestia
causata da due anni di siccità, seguiti da violente piogge torrenziali. Il
quadro di questo piccolo Paese della regione africana dei Grandi Laghi è stato
delineato dal ministro degli esteri di Bujumbura, la
signora Antoniette Batumubwira,
che in un incontro alla Comunità di Sant’Egidio non ha mancato di sottolineare
le speranze, per un Paese che, per la prima volta, vive una fase di pace e
democrazia:
“C’est un pays qui sort de …
E’ un Paese che esce da 40 anni di dittatura. Dunque, è un Paese che
cerca di uscire da questa fase, giungendo a diversi risultati in maniera
esemplare. Ad esempio, l’esercito, che di fatto è
stato lo strumento della dittatura, è stato totalmente riformato, integrando
tutte le etnie. Credo che, questa, sia una cosa eccezionale, mai avvenuta in
precedenza in Africa”.
Il 2005 fa da spartiacque per
il Burundi, con le prime elezioni democratiche ed uno Stato tutto da costruire,
sia a livello strutturale che istituzionale. Prima di questa data mai il Paese aveva
vissuto una fase democratica durata oltre i tre mesi. I primi risultati,
dunque, sono sotto gli occhi di tutti. Ma tanto resta da
fare, come ci spiega don Matteo Zuppi, della Comunità di Sant’Egidio, impegnata
nelle trattative tra governo e ribelli, prima, e negli accordi di pace di Arusha, dopo:
“E’ un Paese che sta muovendo i
primi passi, che è uscito da anni di violenza, terribile, con delle ferite
ancora molto aperte, che sta mettendo in pratica una democrazia e certamente –
non era previsto – ci sono molti rischi e molte preoccupazioni, come quella
relativa alla giustizia, alla riconciliazione e, forse la preoccupazione più
grande, è quella dell’uso del potere. Proprio per tutto questo, c’è ancora più
bisogno di vicinanza, di solidarietà, di controllo, perché questa speranza di
pace sia accompagnata e sia sostenuta come è necessario.
In questo contesto difficile,
ma di speranza, un ruolo di primo piano è giocato dalla Chiesa, come conferma
il ministro degli Esteri, la signora Batumubwira:
“Le rôle de l’Eglise est très
important. Come vous savez, le Burundi…
Il ruolo della Chiesa è molto importante.
Come voi sapete, il Burundi è a maggioranza cristiana – cattolica
essenzialmente – dunque è importante per la popolazione avere il sostegno della
Chiesa in tutto ciò che facciamo, non solo nell’ambito delle questioni
spirituali, che possono tuttavia aiutarci a lavorare per la riconciliazione tra
i burundesi, ma anche sul fronte dello sviluppo. E’ per questo che ci
confrontiamo regolarmente con le diverse chiese: per consolidare la pace”.
**********
DI GESU’ CORONATO DI SPINE: SEGNO DI QUEL SISTEMATICO DILEGGIO
CULTURALE
NEI CONFRONTI DEL SACRO SEMPRE PIU’ DI MODA IN QUESTO TEMPO
-
Intervista con mons. Velasio De Paolis
-
Ha suscitato numerose reazioni critiche, la settimana
scorsa, la scoperta che in un negozio di Verona fossero
in vendita maschere di carnevale che
riproducevano il volto di Gesù con la corona di spine. L’episodio,
stigmatizzato con amarezza da mons. Flavio Roberto Carraro,
vescovo della città scaligera, ha portato poi la ditta distributrice a ritirare
il prodotto dal mercato e a rivolgere le sue scuse alla Curia veronese. Ma
un’inchiesta giornalistica apparsa su un quotidiano italiano ha dimostrato che
la vendita di costumi simili è comunque diffusa da qualche anno in Italia e
all’estero. Segno di quel cinismo intollerante, come ha più volte detto il
Papa, che alimenta un “sistematico dileggio culturale” del sacro e che sembra
essere sempre più di moda in questo tempo. Ma quale dovrebbe essere la reazione
della comunità cristiana? Fabio Colagrande l’ha chiesto a mons. Velasio De Paolis, missionario
scalabriniano, segretario del Supremo Tribunale
della Segnatura Apostolica:
**********
R. – La prima reazione dovrebbe essere anzitutto, da parte
di noi cattolici, quella di non lasciarci assolutamente coinvolgere nel
discorso della superficialità, oppure, peggio ancora, nel discorso della
cosiddetta tolleranza, perché stranamente questa tolleranza viene
invocata sempre nei confronti dei cattolici quando vengono offesi. Allora si
dice: “dovete avere tolleranza per coloro che non
credono, tolleranza per tante cose. La società oggi è fatta così”. Noi cattolici,
pur non pretendendo nulla, abbiamo però il dovere e il diritto che il rispetto,
dovuto alle religioni in genere, e anche alla nostra fede, ci sia. Tolleranza
non vuol dire libertà di offendere e libertà di schernire la religione,
soprattutto di Colui che è alla base di tutto, di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
D. – Quindi, eccellenza, in questo caso la mitezza
cristiana come deve comportarsi?
R. – La mitezza è sempre necessaria, come pure l’amore. Ma
la mitezza e l’amore hanno tanti volti. Anche Gesù nel Vangelo ha mostrato
atteggiamenti che a prima vista possono apparire violenti, come quando ha
cacciato i venditori dal Tempio, come quando ha reagito contro personaggi che
si credevano intoccabili e quando c’era l’offesa verso i bambini. L’amore ha anche
il volto della fermezza e della indignazione a certe situazioni offensive,
scandalose e, peggio ancora, blasfeme.
D. – Lei valuta anche una differenza di comportamento, per
il fatto che il bersaglio di certi gesti di scherno sia il simbolo di una
religione o di un’altra?
R. – Il volto di Dio mite fa sì che lo
si bestemmi, mentre il volto di un Dio accigliato o iroso incute paura.
Quindi, umanamente parlando, nell’uomo soprattutto meschino, la misericordia
presta facilmente il fianco al disprezzo, piuttosto che al rispetto. Ma questa
è una componente che fa parte della debolezza dei mezzi divini, della grazia,
del volto di Dio, fatto uomo, con cui noi dobbiamo fare i conti, perché
purtroppo, l’uomo meschino approfitta della persona debole – basti pensare alla
Passione del Signore e a cosa hanno fatto gli uomini nei confronti di Gesù sofferente – mentre ha paura di chi si difende in modo molto
forte, con ira, con vendetta. Noi non possiamo avere la vendetta nel cuore,
tanto meno l’odio, ma una certa fermezza dell’amore è pur necessaria.
**********
IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO HA UN
NUOVO COMITATO NAZIONALE
DI
SERVIZIO. È STATO ELETTO NEI GIORNI SCORSI DOPO L’APPROVAZIONE
DEL
NUOVO STATUTO DA PARTE DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI
-
Intervista con Salvatore Martinez -
Un nuovo Statuto - approvato dal Consiglio permanente
della Conferenza episcopale italiana - ed una nuova struttura a livello
nazionale per il Rinnovamento nello Spirito Santo. Con i suoi 1.900 gruppi,
l’associazione è un’espressione, in Italia, del “Rinnovamento Carismatico
Cattolico” che, nato in America all’indomani del Concilio Vaticano II e diffuso
oggi in 204 Paesi dei cinque continenti fra 82 milioni di cattolici, ha, nelle
varie nazioni, stili, forme di vita e stati giuridici diversi. Ma che cosa ha
significato questo nuovo Statuto per il Movimento? Tiziana Campisi
lo ha chiesto a Salvatore Martinez, già coordinatore
nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo e oggi presidente nazionale:
**********
R. – Sono state precisate meglio la sua natura e le sue
finalità, per cui oggi, il Rinnovamento nello Spirito
Santo non è più una generica esperienza spirituale, ma un cammino di fede che
si esprime con impegni precisi. Tra questi la preghiera, la vita comunitaria
sacramentale e carismatica, la formazione permanente - con una speciale
attenzione allo studio e alla comunione con la Parola di Dio-, e poi ancora la
fraternità e il sostegno fraterno, che si attuano nelle tante attività, nei
progetti, nei ministeri che compongono la vita del Rinnovamento. Si è ancor
meglio precisato il ruolo delle comunità. Oggi non parliamo più soltanto di
gruppi di preghiera, ma anche di comunità di vita, comunità di alleanza, che
possono anche avere statuti propri, approvati dagli ordinari diocesani. Si è
voluto indicare poi in modo chiaro l’ecclesialità che il Rinnovamento vive e in
che modo le proposte di spiritualità e di fraternità,
che caratterizzano il percorso di crescita del Rinnovamento, si inseriscano
nella vita delle Chiese particolari. E ancora lo Statuto chiarisce come il
Rinnovamento riceva impulso per il proprio cammino e il proprio sviluppo dalle
Chiese particolari. A livello nazionale poi si è allargata la
corresponsabilità, sicché oggi esiste un Comitato Nazionale di Servizio con un
presidente, un coordinatore, un direttore e altre figure accanto ai
coordinatori regionali, impegnate in una ministerialità
o in progetti di evangelizzazione specifici.
D. – Ci si avvicina ai 40 anni del “Rinnovamento
carismatico cattolico”. Quali iniziative sono previste per celebrarlo?
R. – Con oltre 100 milioni di cattolici, il Rinnovamento
carismatico, come movimento, rappresenta la realtà più espansa al mondo. La sua
attualità è particolarmente rilevante in un tempo nel quale registriamo,
purtroppo, tanta siccità di valori spirituali e la difficoltà di molti
cristiani di rendere feriale la loro fede. Noi ci proponiamo di vivere il
nostro amore per Gesù e di esprimerlo nella gioia. E ci prepariamo – e lo Statuto
rappresenta in questo senso un segno – a rendere nuova questa testimonianza con
la prossima Convocazione nazionale, la 30.ma, che, ogni anno, a Rimini,
rappresenta un grande evento di Chiesa. Il tema di questa convocazione, che
celebreremo dal 28 aprile al 1° maggio, è “Nulla è impossibile a Dio”. Questo
evento sarà preceduto da una solenne celebrazione eucaristica che si svolgerà a
Roma e attraverso la quale anche noi ricorderemo i 40 anni della nascita del
movimento carismatico cattolico.
D. – Il Rinnovamento nello Spirito Santo, quali testimonianze
e quale messaggio vuole dare alla Chiesa?
R. – Una spiritualità che è per tutti,
la diffusione della cultura della Pentecoste e la riscoperta
dell’adorazione carismatica del primato di Dio, in un tempo in cui l’uomo vuole
sostituirsi al Signore.
**********
ACCORDO TRA GLI OPERATORI
EUROPEI DELLE TELECOMUNICAZIONI
PER LA
DEFINIZIONE DI UN CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER
DEI
BAMBINI CHE UTILIZZANO IL CELLULARE
-
Intervista con Francesco Pizzetti -
Entro il febbraio del 2008, i maggiori operatori europei
delle telecomunicazioni definiranno un codice di autoregolamentazione per la
sicurezza dei bambini che sempre più utilizzano il cellulare. L’accordo è stato
annunciato ieri nel corso di una conferenza stampa al margine della “Giornata
per un accesso a internet più sicuro”, giornata promossa dalla Commissione Europea.
L’evento, dedicato alla sicurezza in rete, ha richiamato l’attenzione sull’uso
e l’abuso da parte dei giovani dei nuovi mezzi di comunicazione. Riguardo ai
rischi e alle misure di prevenzione, Antonio Micillo
ha raccolto l’opinione del professor Francesco Pizzetti, presidente
dell’Autorità Garante della Privacy:
**********
R. - La rete è una grandissima opportunità, ma ovviamente
è anche una grande zona franca senza regole, senza tutele adeguate. I bambini
ovviamente sono molto meno protetti di quanto sarebbe necessario, e per i
rischi, riguardo al fatto di essere loro oggetto di utilizzazione da parte
della rete, cioè di siti pedofili o pornografici, c’è un lavoro di contrasto molto
alto e molto importante che viene fatto in Italia, più
che in altri Paesi, dalla polizia postale, e in generale dalle strutture di
vigilanza. Certo, il problema è delicatissimo, anche perché in molti casi sono
siti che operano all’estero con provider stranieri. I
codici deontologici degli operatori delle telecomunicazioni sono benvenuti, ma
temo che il problema sia di dimensioni molto più ampie
e molto più grandi.
D. – L’Italia, come lei sa, è il Paese in cui il
telefonino è più diffuso tra i giovani. Quali sono le misure che sono al vaglio
dell’Authority per garantire un accesso più sicuro ai
dati scaricabili da internet?
R. – Come persona, come genitore e come Authority, innanzitutto una grande raccomandazione ai
genitori, alle famiglie: c’è bisogno di un grande lavoro di pedagogia, di
educazione, di sensibilizzazione, quindi anche dandogli il telefonino, bisogna
fare una riflessione molto attenta sul pericolo che può essere connesso a
questo strumento.
D. – Lei ha appena citato anche l’apporto che possono dare
le famiglie a questa operazione di prevenzione. Quale, a suo parere, il ruolo
che potrebbero svolgere nella prevenzione di questo fenomeno?
R. – Intanto anche le famiglie devono sforzarsi di capire,
come un dovere etico, come funziona internet, mettendo sull’avviso un ragazzo
che trova un sito - che certe volte può venire fuori anche casualmente - e
cercare di aiutarlo a sapere che quel sito va cancellato.
**********
=======ooo=======
7 febbraio 2007
LA CONFERENZA EPISCOPALE DEL PARAGUAY NON HA MAI DATO IL
PROPRIO APPOGGIO AD ATTIVITÀ DI NATURA POLITICA. COSÌ I PRESULI DEL PAESE
SUDAMERICANO
SUL CASO DEL VESCOVO EMERITO DI SAN PEDRO, MONS. FERNANDO ARMINDO
LUGO MÉNDEZ, SOSPESO
A DIVINIS PER ESSERSI
CANDIDATO
ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DEL 2008
- A cura di Amedeo Lomonaco -
**********
ASSUNCION. = I vescovi del Paraguay
appoggiano le decisioni prese dalla Santa Sede sulla vicenda del vescovo
emerito di San Pedro, mons. Fernando Armindo
Lugo Méndez, sospeso a divinis per
essersi candidato alle presidenziali del 2008. “Deve essere chiaro – si legge
in una dichiarazione dei presuli del Paraguay riuniti nei giorni scorsi in
Assemblea straordinaria – che questa Conferenza non ha mai dato appoggio alle
attività di natura politica e partitica”. “Non abbiamo mai esortato o
raccomandato – aggiungono i vescovi – nessun tipo di candidature”. Il testo fa
leva, in particolare, sulle parole del Papa contenute nell’enciclica “Deus caritas est”: “il
compito della politica – scrive il Santo Padre – è vocazione e missione dei
laici”. “Non appartiene ai doveri dei vescovi – prosegue quindi il documento
dei presuli del Paraguay - esprimere considerazioni di
natura giuridica né fare luce sui requisiti o idoneità di una possibile candidatura
alla presidenza della Repubblica di mons. Fernando Lugo”.
Dopo aver ribadito l’impegno per l’evangelizzazione e la costante ricerca del
bene comune, i vescovi chiedono infine alla comunità cristiana di pregare per
mons. Fernando Lugo.
**********
SI MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE CONTRO LA PIAGA DELLA MALNUTRIZIONE
NELLE FILIPPINE: SABATO PROSSIMO SI TERRÀ UNA
MANIFESTAZIONE PER LE STRADE
DI MANILA ORGANIZZATA
DALL’ORGANIZZAZIONE “FONDO PER I FILIPPINI”.
ALLE FAMIGLIE VIENE CHIESTO DI DESTINARE
PICCOLE SOMME DI DENARO AI PIÙ BISOGNOSI
MANILA. = Mettere da parte 5 centesimi al
giorno per sfamare oltre 120 mila bambini malnutriti entro la fine dell’anno.
E’ l’obiettivo della Fondazione ‘Pondo ng Pinoy’ (Fondo per i filippini), lanciato nel 2004 dall’arcivescovo di Manila,
cardinale Gaudencio Rosales.
Per sensibilizzare la popolazione si terranno sabato prossimo due
manifestazioni in un centro commerciale e nei pressi di una stazione di
ferroviaria. Il progetto ‘Pondo ng Pinoy’ - riferisce l’Agenzia
AsiaNews - nasce ispirandosi alla “Teoria delle Briciole”: ad ogni famiglia
viene chiesto di destinare piccole somme di denaro ai più bisognosi. Nel Paese
asiatico è fortemente impegnato per raggiungere lo stesso scopo anche un’altra
organizzazione: a partire dal 2005, la Fondazione ‘Hapag-Asa’
(Tavola della speranza) ha salvato dalla malnutrizione almeno
6 mila bambini e, attualmente, sono più di 65 mila i minori aiutati con
i fondi finora raccolti. Ma povertà e fame continuano purtroppo a costituire, nelle
Filippine, due piaghe difficili da estirpare: secondo dati del Food and Nutrition
Research Institute, 3
bambini filippini su 10, sotto i 5 anni, soffrono di “malnutrizione cronica”. (A.L.)
IN INDIA, LA CARITAS
IMPEGNATA PER METTERE A PUNTO
UN
PIANO PER CONTENERE IL DRAMMATICO FENOMENO DEI SUICIDI
TRA I
CONTADINI A CAUSA DI ECCESSIVI INDEBITAMENTI
MUMBAI. = La Caritas indiana vuole lanciare un vasto
intervento per contenere la piaga dei suicidi di contadini poveri. Con il
programma “Salva i contadini – Salva l’India”, l’organizzazione caritativa
intende offrire assistenza a migliaia di coltivatori. Diversi contadini si sono
tolti la vita a causa di un eccessivo indebitamento dovuto a scarsi raccolti,
all’aumento dei costi di produzione e al crollo dei prezzi agricoli. Secondo
dati forniti dal ministero indiano dell’Agricoltura, dal 1993 al 2006 ci sono
stati almeno 150 mila suicidi di contadini. Il programma della Caritas indiana
– spiega il direttore esecutivo di Caritas India – intende aiutare questi
indigenti contadini a gestire meglio le proprie limitate risorse,
essenzialmente attraverso lo strumento del microcredito e tecniche di
agricoltura sostenibile. Il programma si basa, in particolare, sull’esperienza
realizzata con successo in un distretto del Kerala
nel 2000. I contadini di questa zona sono stati aiutati da un gruppo di
sostegno e hanno potuto superare ostacoli invece insormontabili per i
coltivatori di altre aree. (L.Z.)
IN BOLIVIA L’ARCIVESCOVO DI SANTA CRUZ DE LA SIERRA,
CARDINALE JULIO TERRAZAS SANDOVAL, AUSPICA UN
AUTENTICO DIALOGO
DOPO I DISORDINI SCOPPIATI
NEI GIORNI SCORSI TRA DIMOSTRANTI E
FORZE DELL’ORDINE
NEL SUD DEL PAESE. I MANIFESTANTI CHIEDEVANO
LA NAZIONALIZZAZIONE DI UN’IMPRESA DI
IDROCARBURI
LA PAZ. = Immediata cessazione delle ostilità
e ritorno al dialogo. E’ quanto chiede a gran voce l’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, cardinale Julio
Terrazas Sandoval, dopo i
cruenti scontri scoppiati, nei giorni scorsi, tra forze dell’ordine e
manifestanti a Camiri, nel sud della Bolivia. I
dimostranti avevano cercato di prendere il controllo di un impianto di
idrocarburi della società ‘Transredes’ chiedendo la
nazionalizzazione dell’impresa. “Non c’è assolutamente bisogno di spargimento
di sangue – ha detto il porporato – per arrivare ad un accordo e risolvere i
problemi del Paese”. Il cardinale ha anche invitato “a rispettare gli impegni
presi” e ad usare “saggezza e non la violenza”. “Non possiamo ignorare - ha
spiegato il porporato - i seri problemi che interessano il nostro popolo”.
“Come cristiani – ha aggiunto – siamo chiamati alla solidarietà”. Il governo, secondo
fonti locali, ha trovato un accordo con i leader di Camiri,
accogliendo in parte le richieste dei dimostranti. (D.D.)
IN VIETNAM IL GOVERNO PRESENTA IN
UN LIBRO
GLI ORIENTAMENTI E LE DIRETTIVE PER GARANTIRE LA LIBERTÀ RELIGIOSA
MA NEL PAESE, SECONDO GLI
OSSERVATORI,
QUESTO DIRITTO NON E’ ADEGUATAMENTE TUTELATO
HANOI. = Il governo vietnamita vuole garantire a tutti i
cittadini del Paese il diritto alla libertà religiosa. E’ quanto si legge nel
libro bianco della Commissione governativa per gli affari religiosi presentato
nei giorni scorsi ad Hanoi.
Il libro bianco – ha spiegato il portavoce della Commissione – vuol far
conoscere meglio ai cittadini vietnamiti e alla comunità internazionale la
situazione religiosa in Vietnam. Il documento ripercorre la storia delle varie
religioni nel Paese asiatico e presenta gli orientamenti del governo in materia
di libertà religiosa. Anche se migliorata in questi ultimi anni, la situazione
resta comunque critica. Secondo l’annuale rapporto del Dipartimento di Stato
americano sulla libertà religiosa nel mondo, il governo vietnamita “continua a
vessare, imprigionare e discriminare i leader e i seguaci di tutte le
confessioni religiose”. Anche il rapporto 2006 di ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ pone il Vietnam ancora nella lista nera dei Paesi
responsabili di violazioni della libertà religiosa. Il regime comunista
riconosce attualmente sei religioni tra cui il cattolicesimo. I cattolici, su
una popolazione di 83 milioni di abitanti, sono almeno 6 milioni. (L.Z.)
IN
OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DI LOTTA CONTRO
LE
MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI, CELEBRATASI IERI,
NUOVO
APPELLO DELL’UNICEF CONTRO QUESTA BARBARIE
NEW YORK. = Le mutilazioni genitali
femminili costituiscono “una grave violazione dei diritti umani con
pericolose conseguenze sul piano sanitario e psico-sociale:
traumi, rischi d’infezione al virus HIV, complicazioni ostetriche durante il
parto, disturbi del comportamento ed emorragie tali da provocare la morte”. E’
quanto ha sostenuto il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) in
vista della Giornata mondiale di lotta contro le mutilazioni
genitali femminili celebratasi ieri. Il direttore esecutivo del Fondo
delle Nazioni Unite per le popolazioni (UNFPA), Thoraya
Ahmed Obaid, ha ricordato
che molti leader religiosi di tutto il mondo hanno più volte chiesto la
cessazione di questa pratica, peraltro non contemplata da alcuna religione.
L’UNICEF stima, inoltre, che ogni anno circa 3 milioni di donne e bambine siano
vittime di tale barbarie. Secondo il presidente della Commissione dell’Unione
Africana (UA), Oumar Konarè,
si tratta di una “violazione dei diritti umani e della dignità” di donne e
ragazze, per questo condannata esplicitamente nella
Carta continentale dei diritti e del benessere dei bambini. Fino ad oggi –
sottolinea l’agenzia missionaria MISNA - 16 Paesi africani hanno messo al bando
tale pratica, tuttavia ancora molto diffusa in Africa, in alcune zone del Medio
Oriente e in diversi Paesi, anche europei, dove sono presenti comunità di
immigrati. (E.L.)
AL
CARDINALE RENATO MARTINO, PER INSIGNI MERITI NELLA PROMOZIONE
DEL
PROGRESSO UMANO E DELLA PACE NEL MONDO, VERRA’
ASSEGNATO IL PROSSIMO
11
FEBBRAIO, A CASTELLABATE IN PROVINCIA DI SALERNO, IL GIGLIO
D’ORO 2007
IN
OCCASIONE DELLA SETTIMANA DI CULTURA CILENTANA CON
CASTELLABATE. = Il Giglio d’oro,
che si ispira al simbolico fiore con cui viene raffigurato
San Costabile Gentilcore, abate di Cava dei Tirreni
nell’XI secolo, fondatore e patrono del
Comune salernitano di Castellabate,
sarà assegnato quest’anno al presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, per la sua incessante
opera a favore dello sviluppo umano e della concordia tra i popoli. Lo rende noto
un comunicato del dicastero. Il prestigioso riconoscimento, giunto quest’anno
alla terza edizione, viene conferito annualmente a
eminenti personalità del mondo della cultura, dell’imprenditoria, della
medicina e della Chiesa, che hanno un legame particolare con Castellabate e la cui opera ha contribuito in maniera
rilevante al progresso umano, sociale, scientifico, economico o culturale. Il
cardinale Martino è nativo di Salerno e ha avuto rapporti di assidua
frequentazione con Castellabate, assai legata alla
sua famiglia d’origine. Tutti gli anni, in occasione della festa del Patrono San Costabile,
fondatore - come si è detto – nell’XI
secolo della roccaforte di Castellabate a difesa
delle genti cilentane dalle invasioni saracene, viene
organizzata una Settimana di Cultura, che quest’anno avrà come punto forte e
momento alto di riflessione l’ultimo saggio del cardinale Martino, dedicato al
tema cruciale della guerra e della pace oggi nel mondo.
=======ooo=======
7 febbraio 2007
- A cura di
Fausta Speranza -
Con la promessa di raggiungere un accordo, si è aperto
alla Mecca l’atteso vertice tra Hamas e al Fatah, che
dovrebbe far superare mesi di tensioni e scontri all’interno del mondo
palestinese. Il servizio di Fausta Speranza:
**********
Il presidente palestinese, Mahmoud
Abbas (Abu Mazen), e il leader di Hamas, Khaled
Meshaal, hanno iniziato i colloqui nella città santa
dell'islam, in Arabia saudita, promettendo che non se ne andranno se non
avranno raggiunto un accordo che ponga fine al conflitto fra palestinesi.
Immagini televisive hanno mostrato Abu Mazen, Meshaal e il primo ministro
palestinese, Ismail Haniyeh,
seduti intorno a un tavolo tondo nel palazzo al Safa,
affacciato sulla grande moschea della Mecca. Meshaal ha anche lanciato un
appello agli attivisti di Hamas e di Fatah perché
“diano prova di moderazione” per dare “un’occasione al dialogo”. Abu Mazen ha detto di sperare che
i colloqui pongano le basi per la formazione di un
governo di unità nazionale che aiuti a far terminare le sanzioni
internazionali. Il presidente ha parlato degli scontri tra fazioni come di una
“catastrofe”, sottolineando che nessun palestinese vuole che si ripetano certi
“giorni neri”. Il movimento al Fatah di Abu Mazen e il gruppo islamico
Hamas, che ha vinto le elezioni legislative l’anno scorso, si scontrano in una
lotta di potere che ha fatto oltre 90 morti da dicembre. Brevi tregue hanno
scandito un braccio di ferro segnato dalle minacce di Abu
Mazen di indire nuove elezioni e dalle promesse di
Hamas di reagire molto male a un voto che verrebbe
considerato un colpo di Stato.
**********
Intanto, a Gerusalemme cresce la tensione per la prevista
mobilitazione dei musulmani contro i lavori intrapresi dalle autorità
israeliane a ridosso della Spianata delle Moschee per la costruzione di un
ponte. Secondo i leader musulmani, i lavori
minerebbero la stabilità della Moschea di al Aqsa. Oltre 2000 agenti sono mobilitati in tutta la Città
vecchia per garantire la sicurezza a cittadini e pellegrini. Sulla vicenda è
intervenuto oggi anche
**********
R. - Sono due le motivazioni principali: la prima perché
la Moschea di Al Aqsa è
considerata il luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca. E ancora un altro
aspetto molto importante è che per il momento ci sono le trattative tra al Fatah e Hamas per mettere
fine alla violenza che ha portato a quasi 100 morti negli ultimi due mesi. La
seconda è che ogni volta che si toccano i luoghi santi a Gerusalemme, come in
questo caso la moschea di al Aqsa,
si solleva la polvere della cultura, della religione e soprattutto della politica.
D. - Padre Lacunza, dure condanne all’operato di Israele
sono giunte anche dall’Egitto e dal re Abd Allah di
Giordania. Questa vicenda non rischia di incendiare ulteriormente la regione
mediorientale?
R. – Il fuoco c’è, l’incendio c’è nel Medio Oriente.
Tuttavia evidentemente, il mondo palestinese e il mondo islamico sono molto
sensibili a tutto quello che si potrebbe fare per quanto riguarda la moschea di al Aqsa, soprattutto il dubbio
è che l’intenzione non sia veramente di natura archeologica.
D. – Quali sono le motivazioni che loro temono?
R. – Che piano piano la moschea di al Aqsa non sia più un luogo
sacro per l’Islam, rimanga lì un luogo religioso e sacro però che faccia parte
in un futuro, vicino o lontano, dello stato di Israele. Da un’altra parte, non
bisogna dimenticare che Gerusalemme ha un significato religioso profondo, sia
per i cristiani, sia per i musulmani, sia per gli ebrei. E dunque, qualsiasi
dichiarazione, qualsiasi lavoro che si fa a Gerusalemme, soprattutto vicino o
nei dintorni dei luoghi sacri, evidentemente solleva sempre il sospetto,
solleva sempre la paura.
**********
Forze irachene e statunitensi hanno compiuto, in un
quartiere sunnita di Baghdad, un'operazione di rastrellamento presentata da un
ufficiale americano come l'inizio del nuovo piano di sicurezza per pacificare
la capitale irachena, lacerata dalle violenze interconfessionali. Ma una fonte
vicina al primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha smentito che il piano sia stato avviato,
definendo il rastrellamento nel quartiere di Adhamiyah
“un'operazione limitata e puntuale, scattata dopo informazioni che riferivano
della presenza di uomini armati”. Il piano, la cui applicazione e' annunciata
da settimane e che prevede migliaia di soldati americani di rinforzo, mira a
pacificare Baghdad, dove, secondo l'ONU, quasi 17.000 persone sono morte nel
2006 in scontri e violenze. Nelle ultime 24 ore,sono
stati rinvenuti in varie zone di Baghdad
almeno 30 cadaveri, abbandonati nelle
strade o nelle discariche. Gran parte dei corpi, come sempre in questi
casi, avevano le mani
legate dietro la schiena e mostravano segni di tortura. Secondo
fonti di polizia, si tratta di vittime di attacchi e vendette incrociate di carattere
interconfessionale, che da ormai almeno un anno insanguinano gran parte dell'Iraq
e in particolare la capitale. La Casa Bianca ha respinto l'idea di un calendario preciso
per il ritiro delle truppe dall'Iraq, sostenuta dalla Francia.
I militari USA, intanto, indagano sull’ipotesi che un grosso elicottero
militare da trasporto Chinook sia
precipitato, sia stato abbattuto oppure costretto ad un atterraggio di emergenza
nei pressi di Baghdad.
Il partito illegale basco Batasuna
ha oggi proposto al governo di Jose Luis Rodriguez Zapatero
di concedere una larga autonomia politica all'interno della Spagna al Paese
Basco e alla Navarra per risolvere il lungo
conflitto. La proposta è stata avanzata dal leader del partito indipendentista
Arnaldo Otegi, in una conferenza stampa a San
Sebastian, riferisce l'agenzia EFE. Otegi ha proposto
di arrivare ad un accordo, che dovrà essere ratificato dai cittadini, per
giungere ad “un’unica autonomia politica” per “i territori di Euskadi e Navarra” all'interno
dello Stato spagnolo. Otegi ha sottolineato che la
proposta va considerata “come una fase di transizione”. Una proposta di
un'autonomia politica con “competenze esecutive e legislative” era stata
avanzata da Batasuna recentemente alla
Francia, precisando che si trattava di una strategia transitoria e non
si rinunciava all'indipendenza di tutto il Paese Basco (francese e spagnolo).
Il vicepremier e ministro degli
Esteri turco, Abdullah Gul,
ha affermato ieri a Washington, che se il Congresso americano approverà la
mozione sul genocidio degli armeni, le
relazioni con gli USA possono subire “un serio colpo anche per le reazioni dell’opinione pubblica
dove gli umori antiamericani sono in crescita”. Lo riferiscono oggi tutti i
giornali turchi, che danno una estesa copertura alla
visita negli Stati Uniti di Gul, ricevuto dal vicepresidente,
Dick Cheney, e dal segretario
di Stato, Condoleezza Rice,
ma non dalla speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, che ha detto di “non avere tempo”. Nei suoi incontri,
Gul ha chiesto anche “concrete misure” americane “già
a partire dai prossimi giorni ed entro il 2007” contro la presenza di ribelli
del PKK sulla montagna di Qandil, in nord Iraq.
Secondo i giornali turchi, Cheney e Rice hanno affermato che l’amministrazione americana sta
facendo il possibile per bloccare al Congresso la mozione sul genocidio armeno,
chiedendo ad Ankara di “portare pazienza” per la presenza del Pkk in nord Iraq. Gul ha chiesto
anche che venga rinviato il referendum previsto nella
città nordirachena di Kirkuk,
dove c’è stato negli ultimi anni un massiccio afflusso di curdi che avrebbe
cambiato, a loro favore, la proporzione tra questi ultimi, gli arabi ed i turkmeni, protetti da Ankara.
L'uccisione ad Abidjan, in Costa d'Avorio, di un
diplomatico francese che lavorava per l'UE è stata confermata da fonti della
Commissione europea. Restano intanto misteriosi circostanze
e movente dell’omicidio a colpi d'arma da fuoco di Michel
Niaucel, 53 anni, ex ufficiale della Gendarmeria e
incaricato di questioni di sicurezza per l'Unione Europea ad Abidjan, dove
abitava nel quartiere Plateau. Finora
non è stata privilegiata alcuna ipotesi: né l'omicidio per ragioni politiche,
né a scopo di rapina
o altro. Le uniche certezze, secondo una fonte vicina agli investigatori, sono che Niaucel è stato ucciso con la sua stessa pistola; che non ci sono segni di
effrazione, ma anche che “è quasi certamente da escludere che si sia trattato
di suicidio”. Mentre negli ultimi anni gli stranieri sono stati spesso presi di mira, in
particolare nel novembre del 2004, quando 8.000 francesi furono costretti ad
abbandonare in fretta il Paese, dove montava la protesta contro Parigi per una
rappresaglia militare, negli ultimi mesi, in virtù del “dialogo diretto” in corso fra il governo del presidente, Laurent Gbagbo, e i ribelli di
Forze Nuove (FN), che controllano il nord della Costa d'Avorio, il clima si è
fatto più disteso, anche nelle relazioni diplomatiche con l'Occidente e con la
Francia, anche se di recente il ministro della Difesa francese, la signora
Michele Alliot-Marie, ha definito la situazione in
Costa d'Avorio “estremamente preoccupante”.
Il primo ministro del governo di transizione
somalo (TFG), Ali Mohamed Gedi,
ha compiuto un rimpasto all'interno del suo gabinetto e destituito tre
ministri, nel tentativo di ripristinare la propria autorità, mentre è in corso
un tentativo di dialogo di riconciliazione nazionale dopo la vittoria nel
confronto armato con le Corti islamiche, avvenuta grazie all'intervento
militare dell'Etiopia. Un comunicato del governo fa sapere che il ministro
della Sanità, Abdiaziz Sheikh
Yusuf, e quello dell'Istruzione, Hussein Mohamud Sheikh Hussein, sono
stati rimossi perché “hanno mancato di assolvere ai
propri doveri ed erano coinvolti in appropriazione illecita di fondi”. Anche il
ministro delle risorse minerarie e idriche, Mohamud Salad Nuur, è stato rimosso del
proprio incarico.
In Italia, continuano le indagini negli ambienti del tifo catanese per identificare il responsabile della morte di
Filippo Raciti, l’ispettore capo della Polizia ucciso
venerdì scorso durante gli scontri della partita Catania-Palermo.
All'esame degli investigatori c’è un filmato in cui si vede un giovane tifoso,
probabilmente degli ultras, che colpisce Raciti con un grosso corpo contundente. Intanto, riprende
oggi, con alcuni tornei minori, l’attività calcistica dopo lo stop deciso dal
commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Luca
Pancalli. Inoltre, il Consiglio dei Ministri vara il
pacchetto di misure, che domenica vedrà quasi tutte le partite dei campionati
maggiori disputarsi a porte chiuse. Per un commento sul “pugno duro” usato
dalle istituzioni sul calcio, Giancarlo La Vella ha
sentito Luca Pancalli:
**********
R. - Credo che siano misure serie, concrete, che
affrontano il problema in maniera drastica e, ovviamente, ci consentono di
affrontare il prossimo futuro con maggior serenità. Lo avevo dichiarato la
stessa notte, in cui, a seguito di quanto accaduto a Catania, avevo bloccato
tutte le attività, che non avrei dato l’ok all’avvio
del campionato, se non in presenza di misure da parte
del governo, che mi avessero consentito di ipotizzare una ripartenza
in serenità, per tutelare le Forze dell’ordine, i tifosi, i calciatori, tutti
quanti. Ora, io credo che il segnale non sia solo repressivo, per il fatto di prendere
finalmente in seria considerazione la situazione degli stadi, considerando
prioritario all’interesse e allo svolgimento della manifestazione sportiva
l’interesse al mantenimento dell’ordine pubblico, a tutela dell’incolumità dei
tifosi e delle forze dell’ordine e di tutti coloro che frequentano gli stadi.
D. – Le misure servono sicuramente nel breve termine, ma a
lungo termine si è pensato a qualcosa per creare una coscienza nuova
all’interno del calcio?
R. – E’ chiaro che a tutto questo occorre anche aggiungere
un percorso teso a innescare dei processi educativi a partire dalla base, con
il coinvolgimento delle famiglie, dei bambini, che possano consentirci di
riappropriarci, all’interno del mondo del calcio, di quei valori di cui
qualsiasi sport dovrebbe essere portatore sano.
**********
Il Giappone è tornato oggi a chiedere con decisione alla
Russia la restituzione delle quattro isole delle Curili
meridionali, amministrate da Mosca da oltre
60 anni e tutt’oggi rivendicate da Tokyo. L'occasione è stata la
ricorrenza nipponica della “Giornata dei territori settentrionali”, che ogni 7
febbraio ricorda la questione territoriale ancora irrisolta con la Russia,
sulla base di un Trattato di 152 anni fa, stipulato tra i due Paesi, che riconosce
al Giappone la sovranità sulle isole
=======ooo=======