RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 34  - Testo della trasmissione di sabato 3  febbraio 2008

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

In una società confusa e disorientata come quella attuale, siate testimoni di Cristo, dialogando con tutti: è l’esortazione di Benedetto XVI ai membri degli Istituti Secolari

 

L’attaccamento ai beni terreni non sazia il cuore: è Dio il Signore dell’esistenza; ne sono testimoni le persone consacrate. Lo ha detto ieri il Papa nella Festa della Presentazione del Signore

 

Lettera del Papa al cardinale Javier Lozano Barragán, Inviato Speciale alle celebrazioni della XV Giornata mondiale del malato a Seoul, in Corea

 

Messaggio del Papa al II Congresso cubano di bioetica che si è svolto in questi giorni all’Avana

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ai nostri microfoni, il commento del cardinale Tarcisio Bertone sull’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante gli scontri per il derby Catania – Palermo: giusto fermare il calcio, ma non basta, occorre ripensare l’educazione

 

Polemiche in Italia dopo la decisione dell’Ordine dei Medici di Cremona di archiviare il caso di Marco Riccio, il medico che ha staccato la spina del respiratore di Piergiorgio Welby: intervista con Vincenzo Saraceni

 

Il commento di padre Marko Ivan Rupnik al Vangelo di domani

 

CHIESA E SOCIETA’:

Lutto nella Chiesa in Cina: è morto all’età di 103 anni mons. Giuseppe Meng Ziwen, arcivescovo di Nanning. Era il più anziano dei vescovi della Cina e aveva trascorso 20 anni ai lavori forzati

 

Arrestata in Pakistan Martha Bibi, cristiana accusata di avere offeso Maometto. Nel Paese, il reato di blasfemia è punibile con la morte

 

“Le questioni etiche non vanno eluse”: così, mons. Noel Treanor, segretario generale della COMECE, sulla proposta di regolamento sulle terapie innovative adottata dalla commissione UE per l’ambiente, la sicurezza alimentare e la sanità

 

Nello Stato indiano di Jharkhand, radicali induisti bruciano le effigi del cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, e di alcuni esponenti politici cristiani

 

Assegnato a mons. Celestine Elampassery, vescovo di Jammu-Srinagar, nel Kashmir indiano, il premio Mahatma Gandhi. Per la prima volta il riconoscimento viene attribuito a un leader cattolico

 

Incoraggiare i cristiani a restare in Terra Santa: con questo intento, la Custodia dei Frati francescani donerà alle famiglie cristiane disagiate di Gerusalemme 70 nuove case

 

“Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”: tema del 31.mo Convegno dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, al via oggi a Castel Gandolfo

 

“Non mantenere vivi odii e conflitti, ma la speranza di una vera amicizia civile”: così, l’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, nel messaggio per il convegno su “Il silenzio e la gloria. Tra comunisti e nazi-fascisti, le vittime subite dalla Chiesa in Emilia Romagna dal ‘43 al ‘48”

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora scontri nei Territori palestinesi malgrado la tregua tra Hamas e al Fatah

 

Forti critiche da Belgrado e soddisfazione a Pristina per il piano dell’inviato dell’ONU sul futuro status del Kosovo

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 febbraio 2007

 

IN UNA SOCIETA’ CONFUSA E DISORIENTATA COME QUELLA ATTUALE,

SIATE TESTIMONI DI CRISTO, DIALOGANDO CON TUTTI:

 E’ L’ESORTAZIONE DI BENEDETTO XVI AI MEMBRI DEGLI ISTITUTI SECOLARI,

 RICEVUTI STAMANI IN VATICANO, IN OCCASIONE DEL 60.MO

DELLA PROMULGAZIONE DELLA COSTITUZIONE APOSTOLICA PROVIDA MATER ECCLESIA

 

“Il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo”: è la viva esortazione di Benedetto XVI ai fedeli, membri degli Istituti Secolari, ricevuti stamani in occasione del Simposio internazionale per il 60.mo anniversario della Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia, promulgata da Pio XII. Il Papa ha voluto sottolineare che gli Istituti Secolari sono “uno degli innumerevoli doni con cui lo Spirito Santo accompagna il cammino della Chiesa”. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e dalla presidente della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari, Ewa Kusz. Sull’udienza di stamani, il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Il luogo del vostro apostolato, è stata l’esortazione del Papa, sia tutto l’umano “non solo dentro la comunità cristiana”. Benedetto XVI ha così invitato i membri degli Istituti Secolari ad annunciare il Vangelo “nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell’antropologia cristiana, che costituisce proposta di senso in una società disorientata e confusa dal clima multiculturale e multireligioso che la connota”. La Provida Mater Ecclesia, ha proseguito il Papa, rappresentò “un punto di partenza di un cammino volto a delineare una nuova forma di consacrazione”: quella, cioè, di fedeli laici e presbiteri diocesani “chiamati a vivere con radicalità evangelica proprio quella secolarità in cui essi sono immersi”. Di qui l’esortazione ad essere “sempre più appassionati portatori, in Cristo Gesù del senso del mondo e della storia”:

 

“La vostra passione nasce dall'aver scoperto la bellezza di Cristo, del suo modo unico di amare, incontrare, guarire la vita, allietarla, confortarla. Ed è questa bellezza che le vostre vite vogliono cantare, perché il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo”.

 

L’opera della salvezza, ha spiegato, “si è compiuta non in contrapposizione, ma dentro e attraverso la storia degli uomini”. Lo stesso atto redentivo, ha detto ancora, “è avvenuto nel contesto del tempo e della storia, e si è connotato come obbedienza al disegno di Dio, iscritto nell’opera uscita dalle sue mani”. Viene così delineato con chiarezza il cammino della santificazione: “l’adesione oblativa al disegno salvifico manifestato nella Parola rivelata, la solidarietà con la storia, la ricerca della volontà del Signore, iscritta nelle vicende umane governate dalla sua provvidenza”. Ancora, il Pontefice ha ricordato che fa parte della missione secolare “l’impegno per la costruzione di una società che riconosca, nei vari ambiti, la dignità della persona e i valori irrinunciabili per la sua piena realizzazione”:

 

“Ogni realtà propria e specifica vissuta dal cristiano, il proprio lavoro e i propri concreti interessi, pur conservando la loro relativa consistenza, trovano il loro fine ultimo nell'essere abbracciati dalla stesso scopo per cui il Figlio di Dio è entrato nel mondo. Sentitevi, pertanto, chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia, così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l'uomo vive e muore costituisce per voi l’occasione di testimoniare l'opera salvifica di Dio”.

 

Ha, così, ribadito che conformare la propria vita a Cristo, richiede “impegni e gesti concreti”. I membri degli Istituti Secolari, è stata la sua riflessione, “vivono in condizioni ordinarie del mondo” e sono, perciò, chiamati a discernere i segni del tempo, alla luce del Vangelo:

 

“Proprio di qui deriva la persistente attualità del vostro carisma, perché questo discernimento deve avvenire non dal di fuori della realtà, ma dall'interno, attraverso un pieno coinvolgimento. Ciò avviene per mezzo delle relazioni feriali che potete tessere nei rapporti familiari e sociali, nell'attività professionale, nel tessuto delle comunità civile ed ecclesiale”.

 

L’incontro con Cristo, ha aggiunto, “urge l’incontro con chiunque, perché se Dio si realizza solo nella comunione, anche l’uomo solo nella comunione troverà la sua pienezza”. “La Chiesa – ha concluso il Papa – ha bisogno anche di voi per dare completezza alla sua missione”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza  il Principe Hans-Adam II e la Principessa Marie del Liechtenstein, con la famiglia. Quindi ha ricevuto il cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e il cardinale Georges Marie Martin Cottier, pro-teologo emerito della Casa Pontificia. Questo pomeriggio riceverà l’arcivescovo  Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i Vescovi.

 

Il Papa ha quindi ha nominato membri del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede i cardinali: Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban; Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima; Anthony Olubunmi Okogie, arcivescovo di Lagos; Eusébio Oscar Scheid, arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro; George Pell, arcivescovo di Sidney; Marc Ouellet, arcivescovo di Québec; Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila; Nicholas Cheong Jinsuk, arcivescovo di Seoul; Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia; Roger Michael Mahony, arcivescovo di Los Angeles, Camillo Ruini, vicario della diocesi di Roma; Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano; Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo di Westminster; Edward Michael Egan, arcivescovo di New York; Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid.

 

Il Santo Padre ha poi nominato membro della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

 

Benedetto XVI, infine, ha nominato presidente della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano mons. José María Serrano Ruiz.

 

 

L’ATTACCAMENTO AI BENI TERRENI NON SAZIA IL CUORE,

 È DIO IL SIGNORE DELL’ESISTENZA; NE SONO TESTIMONI LE PERSONE CONSACRATE.

 LO HA DETTO IERI IL PAPA AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE

 DELLA FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

 

Al mondo di oggi, spesso disorientato ma sempre più alla ricerca di un senso, con il loro esempio i consacrati proclamano che Dio è il Signore dell’esistenza e mostrano che ogni attaccamento alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore. E’ quanto ha affermato ieri pomeriggio Benedetto XVI nella Basilica Vaticana al termine della celebrazione della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XI Giornata della vita consacrata. A presiedere la liturgia eucaristica il cardinale Franc Rodè, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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E’ necessaria una “risposta senza riserve” alla speciale chiamata di Dio alla consacrazione, perché la testimonianza evangelica di chi professa i voti di povertà, castità e obbedienza possa essere veramente efficace. Ha usato queste parole Benedetto XVI per ricordare a quale missione sono chiamati i consacrati. Coloro che spendono la loro esistenza per il Regno dei Cieli, ha detto il Papa, rivelano al mondo verità spesso ignorate:

 

Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore dell'esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei cieli, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore; che l’esistenza terrena è un’attesa più o meno lunga dell’incontro ‘faccia a faccia’ con lo Sposo divino, attesa da vivere con cuore sempre vigile per essere pronti a riconoscerlo e ad accoglierlo quando verrà.

 

E’ “segno di contraddizione” la persona consacrata, ha affermato il Santo Padre, perché “il suo modo di pensare e di vivere è spesso in contrasto con la logica del mondo”. Il Papa ha precisato inoltre che la vita consacrata resta un “dono divino” ed “è in primo luogo il Signore a condurla a buon fine secondo i suoi progetti”, quindi, rivolgendosi ai consacrati ha aggiunto:

 

Questa certezza deve esservi di conforto, preservandovi dalla tentazione dello scoraggiamento dinanzi alle inevitabili difficoltà della vita e alle molteplici sfide dell’epoca moderna. In effetti, nei tempi difficili che stiamo vivendo non pochi Istituti possono avvertire una sensazione di smarrimento per le debolezze che ritrovano nel loro interno e per i molti ostacoli che incontrano nel portare a compimento la loro missione. Quel Bambino Gesù, che oggi viene presentato al Tempio, è vivo tra noi e in modo invisibile ci sostiene perché cooperiamo fedelmente con Lui all’opera della salvezza.

 

Nella sua omelia, durante la Messa - tra le poche celebrate assieme dalle Chiese d’Oriente e d’Occidente - il cardinale Franc Rodè ha sottolineato che i consacrati devono essere testimoni della luce e della speranza. Con la loro vita, ha proseguito il porporato, dicono che Gesù Cristo “è morto e risorto per la vita del mondo”, soprattutto in un tempo, come quello di oggi, che “può sembrare arduo, esigente, perché più esigenti sono gli spazi della missione della Chiesa”. Ma “nella notte della storia”, ha detto Benedetto XVI, c’è una luce che risplende ed “illumina ogni cercatore di verità”: è Cristo, la luce vera, nella liturgia della Presentazione del Signore simboleggiata nei ceri accesi dai consacrati. E l’invito rivolto a loro dal Santo Padre è a far risplendere questa luce:

 

Perchè dappertutto brilli un frammento del fulgore irradiato da Gesù, splendore di verità. Dedicandovi esclusivamente a Lui voi testimoniate il fascino della verità di Cristo e la gioia che scaturisce dall’amore per Lui.

 

 “Nella contemplazione e nell’attività, nella solitudine e nella fraternità, nel servizio ai poveri e agli ultimi, nell’accompagnamento personale e nei moderni areopaghi - ha concluso il Papa parlando ancora ai consacrati - siate pronti a proclamare e testimoniare che Dio è Amore, che dolce è amarlo”.

 

(musica)

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LETTERA DEL PAPA AL CARDINAL JAVIER LOZANO BARRAGÁN,

INVIATO SPECIALE ALLE CELEBRAZIONI DELLA XV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

A SEUL, IN COREA

- A cura di Giovanni Peduto -

 

Benedetto VI esprime tutto il suo amore per i malati nella lettera, resa pubblica oggi, che ha inviato al presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, il cardinale Javier Lozano Barragán, suo Inviato Speciale alle celebrazioni della XV Giornata Mondiale del Malato, che avranno luogo a Seul, in Corea, l’11 di questo mese, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Il Papa chiede al porporato di farsi suo portavoce e interprete della dottrina della Chiesa circa la cura pastorale verso i malati. In particolare quest’anno la Giornata ha come tema i malati con patologie incurabili. “Conforterai e consolerai tutti – scrive il Santo Padre – con la nostra Benedizione apostolica. Che il tuo compagno di viaggio sia lo stesso misericordiosissimo Redentore il quale, tanto con le parole che con le opere, si è assimilato sempre alle persone malate, deboli e inferme”.

 

La Missione che accompagnerà il porporato sarà composta dal sacerdote Kyung Sang Paul Lee, segretario generale per l’Educazione cattolica della arcidiocesi di Seul; e dal sacerdote Young Man Steven Han, direttore amministrativo della Conferenza episcopale di Corea. Al cardinale Lozano Barragán, Giovanni Peduto ha chiesto una riflessione sulla posizione della Chiesa verso i malati incurabili:


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R. – La Chiesa, riguardo ai malati incurabili, si pone offrendo loro tutto ciò che può offrire in questa dolorosa condizione e quindi offrendo loro il conforto, la consolazione più profonda e tutti quegli aiuti pratici ed efficaci che si possano offrire in questo difficile momento. Ma come risposta abbiamo anche quella delle cure palliative. Le cure palliative non sono soltanto fisiche, ma si estendono anche allo stato psichico, mentale e specialmente spirituale dei malati. La Chiesa, dunque, in questo momento così difficile, in questo stato di malattia incurabile, è l’unica fonte di felicità, non di benessere ma di felicità. E’ necessario, infatti, distinguere tra benessere e felicità. L’unica via per il superamento della malattia è proprio la cura spirituale. 

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“IL COMPITO SCIENTIFICO DEVE ESSERE SEMPRE GUIDATO DA UN CRITERIO ETICO”

 E TALE CRITERIO NON È ALTRO CHE IL SERVIZIO ALL’ESSERE UMANO

LUNGO TUTTE LE TAPPE DELLA SUA ESISTENZA”.

 COSÌ  IL PAPA NEL SUO  MESSAGGIO AL II CONGRESSO CUBANO DI BIOETICA

CHE SI E’ SVOLTO IN QUESTI GIORNI ALL’AVANA

- A cura di Luis Badilla -

 

Grande partecipazione al secondo Congresso nazionale di bioetica promosso dal Centro “Giovanni Paolo II” all’Avana dal 28 al 30 gennaio scorsi. Le 55 relazioni, 6 delle quali curate specificatamente da scienziati e professori provenienti da diversi Paesi, sono state seguite da oltre 400 persone tra docenti, scienziati, uomini di cultura, esperti, ambasciatori e professionisti in diversi campi della conoscenza tecnico-scientifica.

 

Benedetto XVI, nel suo breve messaggio inviato al II Congresso cubano di bioetica, li ha esortati ad “approfondire questo delicato campo della medicina, attraverso varie iniziative che promuovano la diffusione di una bioetica aperta alla trascendenza e alla dignità della persona umana”. Si legge, inoltre, nella lettera a firma del cardinale segretario di Stato, Tarciso Bertone, che “il Papa incoraggia tutti a promuovere un’autentica cultura della vita che, riconoscendo il bene che la ricerca può dare alla società, abbia presente che il compito scientifico deve essere sempre guidato da un criterio etico; criterio che non può essere altro che il servizio all’essere umano, lungo tutte le tappe della sua esistenza … con un atteggiamento di accoglienza e di rispetto da parte di tutti e, dunque, anche da parte dei Governi e delle legislazioni”.

 

Ai lavori hanno presso parte anche numerosi esponenti di Congregazioni religiose, studenti di medicina ed anche di altre facoltà universitarie. Questa presenza, che ha sorpreso gli stessi organizzatori, evidenzia quanto siano sentite come prioritarie e fondamentali a Cuba le questioni relative alla bioetica.

 

Mons. Alfredo Petit, assistente ecclesiastico del Centro, nel suo intervento a conclusione dei lavori, così come nella sua omelia durante la Messa celebrata  nell’ex Convento San Francesco d’Assisi, sede oggi del Centro “Giovanni Paolo II” per lo studio della bioetica, ha sottolineato diverse volte proprio questa priorità. Il presule ha, tra l’altro, trasmesso a tutti i partecipanti un affettuoso incoraggiamento giunto dalla Conferenza episcopale nella consapevolezza che l’approfondimento onesto, il dialogo costante e sincero tra fede e ragione e soprattutto l’uomo, figlio di Dio rappresentano l’orizzonte verso il quale camminare per trovare le risposte di cui la vita ha sempre bisogno  per rinnovare il suo senso autentico.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Nella festa della Presentazione del Signore, Giornata mondiale della vita consacrata, Benedetto XVI esorta i religiosi e le religiose a far risplendere dappertutto la fiamma di Cristo.

 

Servizio estero - Iraq: per il segretario alla difesa USA si stanno combattendo “quattro guerre”.

 

Servizio culturale - Un articolo di Agnese Pellegrini dal titolo “Ilfemminile’ nell'universo omerico”: un'analisi del ruolo della donna nella letteratura agli albori della civiltà occidentale.

 

Servizio italiano - In primo piano i gravi incidenti in occasione della partita di calcio Catania-Palermo

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 febbraio 2007

 

 

SI FERMA IL CALCIO IN ITALIA DOPO GLI SCONTRI DI IERI A CATANIA,

 IN CUI E’ MORTO UN ISPETTORE DI POLIZIA

- Intervista con il segretario di Stato, cardinale Tarciso Bertone -

 

In Italia, un’altra tragedia legata al calcio. Il 38enne Filippo Raciti, ispettore di polizia, ha ieri perso la vita, colpito da un ordigno rudimentale durante gli scontri avvenuti fuori dello stadio “Massimino” di Catania. Le violenze sono scoppiate nel corso dell’anticipo di serie “A” tra la compagine etnea ed il Palermo. Generale il cordoglio espresso alla moglie e ai figli della vittima da parte delle autorità politiche, civili e religiose, che hanno pienamente appoggiato la decisione del commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Luca Pancalli, di fermare tutti i campionati e l’attività della Nazionale. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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Non si può morire di sport. Questo quanto si evince dalla decisione dei vertici del calcio italiano dopo i tragici disordini di Catania-Palermo. Ieri sera, alla situazione già tesa all’interno dello stadio, dove era in corso il match, anticipato per la concomitanza domenicale con la festa di S. Agata, si è subito aggiunta la violenza, fuori dell’impianto, scatenata da gruppi di facinorosi in cui perdeva la vita l’ispettore Raciti, impegnato con altri reparti a domare faticosamente gli scontri. Una bomba-carta all’interno del veicolo su cui si trovava; poi la corsa in ospedale ed il decesso. Oltre cento le persone ferite nella serata più nera per lo sport più seguito e popolare. Immediata la decisione di Luca Pancalli, alla guida straordinaria di un calcio da riformare già da tempo, di bloccare la disputa di tutti i campionati nazionali e le partite degli Azzurri. Non era successo neanche per l’11 settembre ed in episodi altrettanto drammatici. Ma questa volta “lo spettacolo non può continuare”, il calcio si ferma per meditare, per cambiare e per diventare uno sport vero. Questo è l’auspicio delle autorità, dell’opinione pubblica, delle società ora chiamate ad un impegno decisivo per porre fine alla violenza negli stadi. In primis è stato il presidente della Repubblica, Napolitano, che, nel dolore per quanto avvenuto, ha espresso l’urgenza di scelte e comportamenti coerenti da parte di tutte le autorità responsabili contro degenerazioni che infangano i valori dello sport e offendono la coscienza civile del Paese. La violenza, la morte tornano a sconvolgere il mondo dello sport, il mondo del calcio. Su quanto avvenuto a Catania sentiamo il commento del segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, intervistato da Luca Collodi:

 

R. – Purtroppo questi fatti arrivano a breve distanza anche dall’uccisione - di quel dirigente di una squadra della categoria dilettanti in Calabria. E questo, purtroppo, ad opera di un gruppo di giocatori e di tifosi della squadra avversaria. Sono, quindi, fatti gravissimi che mettono in luce la drammaticità degli avvenimenti, anche sportivi. Nello sport, dobbiamo dire, che si liberano sia le virtù più alte, più ammirevoli dell’uomo come il dominio di sé, il senso della solidarietà, quello che chiamiamo il gioco di squadra, la valorizzazione del ruolo di tutti e il rispetto del ruolo di ciascuno, perché solo giocando insieme si riesce a giocare bene e, magari, anche a vincere. Ma si svelano e si liberano anche le passioni più disumane e cioè l’anarchismo e l’istinto violento. Questo è un fatto che deve essere tenuto sotto controllo proprio nella preparazione degli sportivi e nella preparazione anche dei tifosi, nell’educazione. Sappiamo però bene e purtroppo lo constatiamo che la violenza non è solo appannaggio degli stadi, ma si tratta di un fenomeno che tocca ogni ambiente, perfino quello che noi abbiamo chiamato tradizionalmente il santuario dell’amore, come è la famiglia: quante forme di violenza in famiglia! Questi sono un po’ i problemi che ci assillano, anche come educatori e come uomini di Chiesa, come animatori delle comunità e delle associazioni, soprattutto giovanili.

 

D. – Cardinale Bertone, gli stadi in Italia, ma anche all’estero, accolgono una parte della società di un Paese, di una città. Lei non pensa che oggi allo stadio ci sia tanto disagio sociale, ma anche disagio spirituale?

 

R. – Abbiamo visto che ci sono forme di violenza negli stadi, ma ci sono anche forme di violenza fuori dagli stadi: in questo caso le più eclatanti forme di violenza sono accadute fuori dallo stadio. Questo certamente è il segno di un disagio sociale, il segno di una insofferenza, di una intolleranza che ha raggiunto dei limiti ormai insopportabili. Questo tocca proprio la costruzione della società, tocca il concetto di società, il concetto di convivenza umana, tocca il problema cruciale dell’educazione. Noi parliamo delle difficoltà dei conflitti locali in Africa, parliamo della difficoltà dell’importare la pace in Iraq, ma poi vediamo che anche da noi è così difficile vivere in pace e vivere anche con una serenità di base che permetta anche alle famiglie di vivere i momenti più lieti, più sinceri e leali anche del confronto sportivo.

 

D. – I campionati di calcio si sono fermati. Basta questo per uscire da questa tragica situazione che investe il mondo del calcio e dello sport?

 

R. – Non basta assolutamente. E’ una decisione saggia e spero anzi che non si fermino soltanto per una domenica. Occorre – direi – invitare tutti, costringere tutti ad una riflessione, ad un confronto, ad una meditazione, anche ad una – diciamo così – revisione di vita, ad un pentimento. Io ho ricordato una volta che il grande La Pira, tra i nuclei esplosivi che fanno scattare la conflittualità, ha messo la collera che è in noi. Dobbiamo, quindi, recuperare quella capacità di dominio di noi stessi, quella capacità di convivenza pacifica a cui tutti noi dobbiamo, però, essere educati.

 

D. – Cardinale Bertone, è dunque importante educare allo sport, formare allo sport…

 

R. – Sì, io penso che questa sia il punto chiave: la questione fondamentale è sempre una questione educativa. Io ricordo che don Bosco – che abbiamo ricordato alcuni giorni fa – promuoveva il sistema preventivo, l’educazione del cuore, l’educazione al domino di sé; e dunque occorre educare alla convivenza pacifica nelle scuole, cominciando sin dalla scuola materna fino ad arrivare alle scuole superiori; nelle associazioni, dai gruppi sportivi, nei centri sportivi. E’ importante l’educazione al rispetto reciproco, io credo che questo sia fondamentale. Ma questo vale anche per gli adulti: noi adulti dobbiamo interrogarci su quale esempio diamo ai giovani. Lo dico anche riguardo, purtroppo, a questa conflittualità politica contro la quale hanno parlato anche dei saggi dei nostri tempi, ha parlato anche il presidente della Repubblica: è necessario ritrovare il senso del dialogo, del confronto pacato, leale, intelligente, razionale. Ciò che dice il Papa proprio riguardo proprio alla razionalità dei nostri atteggiamenti e cito ancora don Bosco che metteva alla base dei suoi sistemi educativi la ragione, la religione e l’amorevolezza. Non è male neanche confrontarci con i progetti che sembrano utopistici dei nostri grandi santi educatori.

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POLEMICHE IN ITALIA DOPO LA DECISIONE DELL’ORDINE DEI MEDICI

 DI CREMONA DI ARCHIVIARE IL CASO DI MARCO RICCIO,

IL MEDICO CHE  HA STACCATO LA SPINA DEL RESPIRATORE DI PIERGIORGIO WELBY

- Intervista con Vincenzo Saraceni -

 

E’ polemica dopo la decisione dell’Ordine dei medici di Cremona di archiviare il caso di Marco Riccio, il medico che il 20 dicembre scorso ha staccato la spina del respiratore di Piergiorgio Welby. Pur prendendo le distanze dalle strumentalizzazioni politiche della vicenda i medici cremonesi giudicano il comportamento di Riccio “ineccepibile dal punto di vista deontologico”, in quanto - ha detto il presidente dell’Ordine Bianchi - “è stata rispettata la volontà del paziente e non si è trattato di eutanasia”. Una posizione che l’associazione dei Medici Cattolici Italiani non accetta, come ci spiega il presidente Vincenzo Saraceni nell’intervista di Paolo Ondarza:

 

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R. – Dobbiamo ricordare che l’epilogo di questo caso doloroso è stato preceduto da settimane di dibattito sull’eutanasia e sull’accanimento terapeutico. C’era la consapevolezza che si faceva qualcosa contro l’orientamento attuale che abbiamo nel nostro Paese, tanto che l’Ordine di medici di Cremona apre subito una inchiesta, il che significa che c’era il fumus di una qualche responsabilità sul piano etico; anche la magistratura ha aperto una inchiesta perché c’è forse il fumus di una qualche responsabilità sul piano penale; e poi la conclusione è che è stata rispettata la volontà del paziente. Tutto questo a noi non ci sembra francamente corretto.

 

D. – L’Ordine dei medici di Cremona dice che non è stato compiuto alcun atto eutanasico, ma è stato semplicemente aiutato Welby “nel morire” e non “a morire”…

 

R. – Io ritengono che non sia facile per nessuno dire quando si compie un atto chiaramente eutanasico o quando ci si trova di fronte ad una situazione di accanimento terapeutico. A noi sembra che in quella occasione c’era una possibilità di vita, anche se dolorosa, che poteva essere ancora portata avanti a lungo in piena lucidità, con capacità di relazione. Welby ha perfino fatto delle battaglie civili ed anche politiche.

 

D. – Il principio di autodeterminazione del paziente non giustifica il comportamento del medico?

 

R. – Direi di  no, perché autodeterminazione del paziente non può arrivare al punto di disporre della propria vita.

 

D. – Il fatto che il dott. Riccio abbia messo la sua professionalità al servizio di una campagna che lo stesso Ordine dei medici di Cremona definisce “pro-eutanasia”, non costituisce un atteggiamento contrario alla deontologia?

 

R. – Voglio ricordare che il medico curante si era rifiutato di compiere questo gesto. Vuol dire, quindi, che nella coscienza del curante, che ha avuto rapporti di lunga durata con Welby, era molto chiaro che non poteva essere fatto quel gesto.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 4 febbraio, quinta Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù invita Pietro e  gli altri discepoli a prendere il largo nel Lago di Genesaret per calare nuovamente le reti per la pesca, dopo una notte passata senza aver preso nulla. L’apostolo getta le reti sulla parola di Gesù e, presa una quantità enorme di pesci, confessa al Signore il suo peccato d’incredulità. Il Maestro allora gli dice: 

 

«Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».

 

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Cristo parlando, suscitava un grande fascino. La Parola di Dio incarnata diventa un’attrazione irresistibile. La Parola chiama e beato colui che aderisce con entusiasmo alla parola rivoltagli. Infatti questo Vangelo esplicita una dinamica vocazionale: l’entusiasmo per il Signore e la sua parola, portano all’azione. Cristo fa vedere che fidandosi della sua parola accade davvero secondo questa parola: “Gettate le reti” e queste si sono immediatamente riempite di pesci. L’efficacia della Parola rende umile il cuore di chi segue la Parola. “Allontanati da me che sono un peccatore”. Una volta però constatato il primato della Parola e la sua forza teurgica, il cuore dell’uomo è pronto ad accogliere la chiamata esplicita: “Sarai pescatore di uomini”.

 

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CHIESA E SOCIETA’

3 febbraio 2007

 

LUTTO NELL’EPISCOPATO CINESE: DECEDUTO IL 7 GENNAIO SCORSO A 103 ANNI MONS. GIUSEPPE MENG ZIWEN, ARCIVESCOVO DI NANNING, NELLA PROVINCIA DI GUANGXI.

AVEVA TRASCORSO 20 ANNI AI LAVORI FORZATI

- A cura di Roberta Moretti -

 

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NANNING. = Si è spento il 7 gennaio scorso in Cina, all’età di 103 anni, mons. Giuseppe Meng Ziwen, arcivescovo di Nanning, nella provincia di Guangxi. Era il più anziano dei vescovi della Cina. Ordinato sacerdote nel 1935, mons. Meng Ziwen fu consacrato vescovo il 24 marzo 1984. Nel 1951 venne arrestato e condannato a 20 anni di lavori forzati. “Vivendo con gli altri detenuti – ricordava il presule, in una lettera autobiografica indirizzata nel 2003 a Giovanni Paolo II – potei comprendere le loro sofferenze e, quando era possibile, annunciare loro la Parola di Dio”. “Non penso di essere stato maltrattato – aggiungeva – ero il medico dei detenuti. Senza quegli anni di prigionia non sarei oggi così forte e in buona salute. Tutto quello che ho potuto fare è stato un dono di Dio”. Dopo la scarcerazione, nel 1970, il presule visse vendendo fertilizzanti e, appena poteva, si dedicava all’evangelizzazione e alla cura pastorale dei fedeli. In seguito alle aperture, portate dai primi cambiamenti della politica religiosa, si prodigò per ottenere dal governo la restituzione delle proprietà della Chiesa. In una relazione sul lavoro svolto negli ultimi anni, mons. Meng Ziwen annotava, con soddisfazione, che erano stati formati una decina di sacerdoti, che un buon numero di ragazze aveva abbracciato la vita consacrata e che erano state costruite dieci chiese. La comunità cattolica dell’arcidiocesi di Nanning conta oggi più di 90 mila fedeli.

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ARRESTATA IN PAKISTAN MARTHA BIBI, CRISTIANA ACCUSATA DI AVERE OFFESO

MAOMETTO. NEL PAESE, IL REATO DI BLASFEMIA È PUNIBILE CON LA MORTE

 

KOT NANAK SINGH. = In Pakistan, una donna di religione cristiana, la quarantenne Martha Bibi, è stata arrestata per aver offeso il profeta Maometto, un reato punibile nel Paese con la pena capitale. Lo rendono noto fonti della polizia, citate dall’agenzia Reuters, secondo cui il fatto sarebbe accaduto il 22 gennaio scorso a Kot Nanak Singh, circa 70 chilometri a sud di Lahore, capoluogo provinciale del Punjab. La donna, denunciata da un concittadino e trasferita in un’altra località per ragioni di sicurezza, ha cercato di discolparsi sostenendo di non aver voluto recare offesa a Maometto. I casi di blasfemia in Pakistan sono abbastanza comuni, ma le condanne a morte non sono mai state eseguite, perché commutate dai tribunali superiori per mancanza di prove. Qualche volta, tuttavia, il fanatismo è stato all’origine di atti di giustizia sommaria. Il governo medita di modificare la legge, ma non prima delle elezioni che si dovrebbero svolgere verso la fine dell’anno o agli inizi del 2008. (R.M.)

 

 

“LE QUESTIONI ETICHE NON VANNO ELUSE”: COSI’, MONS. NOEL TREANOR,

SEGRETARIO GENERALE DELLA COMECE, SULLA PROPOSTA DI REGOLAMENTO

SULLE TERAPIE INNOVATIVE ADOTTATA LO SCORSO 30 GENNAIO

DALLA COMMISSIONE UE PER L’AMBIENTE, LA SICUREZZA ALIMENTARE E LA SANITA’

- A cura di Alessia Di Fabio -

 

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BRUXELLES.= I vantaggi che deriverebbero dall’attuazione di un regolamento europeo unico per autorizzare le terapie innovative, come l’ingegneria tissulare, la terapia genica o cellulare somatica, sono evidenti, ma ci sono delle questioni etiche importanti che non possono essere eluse. Ad affermarlo è il segretario generale della COMECE, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, mons. Noel Treanor, che commenta così la proposta di regolamento concernente le terapie innovative adottata dalla Commissione del Parlamento europeo per l’ambiente, la sicurezza alimentare e la sanità il 30 gennaio scorso. Secondo mons. Treanor, citato dall’agenzia SIR, la proposta di regolamento non deve derogare dal rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’uomo e di altre dichiarazioni simili. “Il divieto di utilizzare il corpo umano o parti di esso per profitto – afferma il segretario generale della COMECE – deve essere garantito dal regolamento”, così come “la proibizione di ogni intervento per modificare il patrimonio genetico”.  “Deve essere chiaro – aggiunge – che la creazione di esseri ibridi o di chimere non potrà ricevere l’autorizzazione europea”. Secondo mons. Treanor è spiacevole che il rapporto “escluda simili questioni etiche”. Tuttavia, il presule saluta con favore la proposta, contenuta nel rapporto, di “escludere dal campo di applicazione del regolamento le terapie risultanti da cellule embrionali o fetali umane”, nonché, la volontà della Commissione europea che tale “regolamento non entri in conflitto con le decisioni degli Stati membri circa l’uso di cellule staminali embrionali”. “La sovranità nazionale degli Stati membri è da rispettare – afferma mons. Treanor – e a questo scopo è necessario che l’applicazione del principio di sussidiarietà per le regole etiche nazionali sia stabilita nel regolamento”. “Parlamento e Consiglio – precisa – sono chiamati a dibattere questioni etiche con la serietà e il rispetto necessari”. Il presule sottolinea che “nelle discussioni in seno alla Commissione per l’ambiente si ha spesso l’impressione che il solo termine ‘etico’ sia sufficiente a provocare in alcuni eurodeputati vive reazioni, impedendo un dibattito costruttivo. Perché il progetto europeo sia credibile – conclude mons. Treanor – una discussione seria, rispettosa e costruttiva è necessaria”.

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NELLO STATO INDIANO DI JHARKHAND, RADICALI INDUISTI BRUCIANO LE EFFIGI

DEL CARDINALE TELESPHORE TOPPO, ARCIVESCOVO DI RANCHI,

E DI ALCUNI ESPONENTI POLITICI CRISTIANI

 

RANCHI,. = Durante due manifestazioni di protesta nello Stato indiano di Jharkhand, attivisti induisti hanno bruciato effigi del cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, e di alcuni esponenti politici cristiani. Le manifestazioni sono state organizzate dall’“Adivasi Prarthana Sabha” (Consiglio di preghiera tribale), un gruppo affiliato a un’organizzazione radicale induista, per protestare contro la recente decisione del governo locale di abolire l’obbligo per le popolazioni tribali della menzione della religione di appartenenza nei certificati. La norma era stata introdotta nel 2003 dal precedente governo del partito nazionalista “Bharatha Janata” (BJP). Secondo le organizzazioni induiste, il nuovo governo avrebbe deciso di abolirla cedendo alle pressioni del cardinale, il primo porporato di etnia tribale dell’India, e delle lobby cristiane locali. L’accusa di fondo ai cristiani è sempre la stessa: quella di fare proselitismo per convertire con la forza e l’inganno gli indù. Tra gli slogan della manifestazione: “Cardinale Telesphore Toppo torna a Roma”; “Morte a Toppo”. Il cardinale, che si trova in questi giorni a Roma, ha rifiutato commenti. Da parte loro, esponenti politici cristiani locali hanno definito le accuse dei fondamentalisti indù, che hanno annunciato nuove proteste, del tutto pretestuose e finalizzate solo ad attirare più visibilità. (L.Z.)

 

 

ASSEGNATO A MONS. CELESTINE ELAMPASSERY, VESCOVO DI JAMMU-SRINAGAR,

NEL KASHMIR INDIANO, IL PREMIO MAHATMA GANDHI. E’ LA PRIMA VOLTA CHE IL RICONOSCIMENTO VIENE ATTRIBUITO A UN LEADER CATTOLICO

 

NEW DELHI. = Mons. Celestine Elampassery, vescovo di Jammu-Srinagar, nella travagliata regione del Kashmir indiano, ha ricevuto il premio Mahatma Gandhi per il suo notevole contributo alla società, in particolar modo per le iniziative di pace e per l’opera di progresso e sviluppo culturale e morale portata avanti nella regione del Kashmir. Nel consegnare l’onorificenza, lo scorso 30 gennaio, il primo ministro dello Stato del Kashmir, Guam Nabi Azad, ha ricordato che per la prima volta essa viene assegnata a un leader cattolico. Ha poi lodato l’operato di mons. Elampassery, francescano cappuccino che ha dedicato l’intera vita e la sua missione pastorale alla difficile situazione di conflitto in cui si trova l’area, contesa fra India e Pakistan. “E’ un momento importante per la Chiesa nel Kashmir – ha affermato il vescovo – i nostri sforzi per contribuire alla pacificazione e alla riconciliazione, compiuti al fianco delle autorità civili e dell’associazionismo, ricevono oggi un prezioso riconoscimento pubblico. Il messaggio e la filosofia del Mahatma Gandhi sul valore intrinseco di ogni essere umano – ha aggiunto – sono più attuali che mai”. (R.M.)

 

 

INCORAGGIARE I CRISTIANI A RESTARE IN TERRA SANTA, NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ: CON QUESTO INTENTO, LA CUSTODIA DEI FRATI FRANCESCANI DONERA’

ALLE FAMIGLIE CRISTIANE DISAGIATE DI GERUSALEMME 70 NUOVE CASE

 

GERUSALEMME. = Settanta nuovi alloggi gratuiti a Gerusalemme per le famiglie cristiane rimaste senza tetto o che versano in condizioni di estrema povertà, a causa del perdurante conflitto in Medio Oriente. L’iniziativa è della Custodia di Terra Santa, che consegnerà le abitazioni in occasione del tradizionale pellegrinaggio quaresimale al Santuario di Betfage, sul versante Est della collina di Har Ha-Zetim, il Monte degli Ulivi, dove sono ubicate le nuove case. Nella zona sorge anche una chiesa francescana che conserva un blocco di pietra in cui la tradizione cristiana ha fissato, da secoli, il punto esatto da cui Gesù sarebbe sceso verso Gerusalemme, la Domenica delle Palme. La Custodia sta cercando, in questo modo, di incoraggiare i cristiani a restare in Terra Santa, nonostante le difficoltà. Nel 1965 i cristiani erano il 65% della popolazione; oggi sono meno del 12%. (R.M.)

 

 

“IL CRISTO CROCIFISSO E ABBANDONATO, LUCE NELLA NOTTE CULTURALE”:

TEMA DEL 31.MO CONVEGNO DEI VESCOVI AMICI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI,

AL VIA OGGI A CASTEL GANDOLFO

 

Roma. = Sono oltre 80, tra cardinali e vescovi, i partecipanti al 31.mo Convegno dei vescovi amici del movimento dei Focolari, in corso da oggi al 9 febbraio presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. I vescovi, che provengono da molti “punti caldi” della terra, coglieranno l’occasione per condividere situazioni di dolore e nuove sfide che vivono i loro popoli, ma anche per mettere in evidenza i segnali di speranza e di novità che appaiono nel cammino delle loro Chiese locali. Chiave di lettura del Convegno è la convinzione che, alla luce della fede nel Cristo crocifisso e risorto, in ogni situazione di sofferenza personale e collettiva è insito un invito a rapporti nuovi fra i singoli, gruppi e popoli, e quindi la chance di aprirsi a orizzonti inediti e ad uno stile di vita più fraterno. Da qui, il titolo dell’incontro: “Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”. Un contributo centrale è stato preparato da Chiara Lubich, fondatrice e presidente del movimento dei Focolari. I vescovi partecipanti saranno ricevuti in udienza speciale da Benedetto XVI giovedì 8 febbraio. (R.M.)

 

 

“NON MANTENERE VIVI ODII E CONFLITTI, MA LA SPERANZA DI UNA VERA AMICIZIA

CIVILE”: COSÌ, L’ARCIVESCOVO DI BOLOGNA, CARDINALE CAFFARRA,

NEL MESSAGGIO PER IL CONVEGNO SU “IL SILENZIO E LA GLORIA. TRA COMUNISTI E

NAZI-FASCISTI, LE VITTIME SUBITE DALLA CHIESA IN EMILIA ROMAGNA DAL ‘43 AL ‘48

 

ROMA. = “Il silenzio e la gloria. Tra comunisti e nazi-fascisti, le vittime subite dalla Chiesa in Emilia Romagna dal ‘43 al ‘48”: è il titolo del convegno promosso dai “Comitati per le libertà” e da “Impegno civico” lo scorso 27 gennaio a Bologna. Tra i presenti, Lorenzo Fiorentini, della Commissione per il processo di Beatificazione di Rolando Rivi, seminarista quattordicenne ucciso dai partigiani comunisti ‘in odio di fede’. Nel messaggio di saluto inviato dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, il porporato sottolinea che “queste celebrazioni non si propongono di mantenere vivi odii e conflitti, ma al contrario di tenere viva la speranza di una vera amicizia civile, fondata sul riconoscimento della dignità della persona e di una vera libertà religiosa”. Da parte sua, Roberto Beretta, giornalista di Avvenire e autore di un libro sulla “Storia dei preti uccisi dai partigiani”, ha ricordato che dall’8 settembre 1943 (armistizio) al 18 aprile 1948 (sconfitta elettorale del Fronte Popolare), furono ben 129 i sacerdoti assassinati dai partigiani sul territorio nazionale. Secondo Beretta, si tratta di un dato scomodo e quindi insabbiato per decenni, che nasconde decine di storie sulle quali ancora oggi permane una sorta di omertà che rende complicata una ricostruzione ordinata degli eventi. (R.M.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 febbraio 2007

- A cura di Amedeo Lomonaco e Tiziana Campisi -

        

In Iraq, quattro autobomba sono esplose a Kirkuk, nel nord del Paese, provocando la morte di almeno due persone. Due soldati americani sono morti, poi, in seguito a ferite riportate in scontri scoppiati nella turbolenta provincia occidentale di Al Anbar. Durante operazioni militari, quattro presunti “terroristi” sono stati uccisi e 29 sospetti sono stati arrestati, inoltre, in varie aree del Paese arabo. Negli Stati Uniti, intanto, il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, ha dichiarato ieri che in Iraq ci sono 4 guerre: il conflitto tra sciiti e sanniti, gli scontri in corso a Baghdad, le violenze provocate dagli insorti sunniti in varie aree dell’Iraq e gli attacchi di al Qaeda. Gates ha anche assicurato che gli Stati Uniti non pianificano una guerra contro l’Iran.

 

Nei Territori palestinesi, ancora scontri a Gaza malgrado la nuova tregua concordata tra Hamas e al Fatah grazie alla mediazione egiziana. Almeno 8 persone sono rimaste ferite in seguito a scontri scoppiati, nelle ultime ore, tra attivisti delle opposte fazioni nella Striscia di Gaza. Il capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat, ha detto che i palestinesi pagheranno a caro prezzo queste violenze che rischiano di “compromettere” la causa palestinese.

 

Critiche da Belgrado, soddisfazione da Pristina. Come previsto, sono contrastanti le reazioni al piano sul futuro del Kosovo presentato ieri dall’inviato delle Nazioni Unite, l’ex capo di Stato finlandese Martti Ahtisaari. Il presidente serbo, Boris Tadic, ha definito inaccettabile l’indipendenza del Kosovo ed il primo ministro uscente, Vojislav Kostunica, ha parlato di piano “illegittimo”. A Pristina, invece, il presidente kosovaro, Fatmir Sejdiu, ha espresso soddisfazione e ha detto che “il Kosovo diventerà sovrano, come gli altri Stati”. Il nostro servizio:

 

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La provincia serba a maggioranza albanese “sarà una società multietnica, che si autogovernerà in maniera democratica”. La parola “indipendenza” non viene mai citata ma il piano dell’inviato dell’ONU sembra gravitare intorno a questa ipotesi: “Il Kosovo – prevede infatti il piano - avrà una Costituzione, una sua bandiera, un inno nazionale e una forza di sicurezza che controllerà il territorio, compresi i confini”. Proprio la questione delle frontiere resta il nodo più intricato: si tratta, secondo diversi osservatori, di una linea rossa che Belgrado non intende valicare perché considera il Kosovo parte integrante della Serbia. Il rischio è che si riveli un piano della discordia: i serbi rimasti in Kosovo, circa un terzo dei 200 mila che abitavano nella provincia meridionale prima dell’attacco della NATO nel 1999, lo considerano utopistico. Malgrado la soddisfazione espressa dalle autorità a Pristina, anche parte della comunità albanese kosovara ha manifestato perplessità: diversi veterani del disciolto movimento armato UCK hanno fatto sapere infatti che “qualche forma di resistenza civile non è da escludere” se il Kosovo non otterrà una piena indipendenza. Sulla questione del Kosovo si deve poi evidenziare la marcata contrapposizione tra Stati Uniti e Russia: il governo di Mosca vuole una trattativa che sbocchi in una posizione accettabile sia per i serbi sia per i kosovari; l’amministrazione di Washington sostiene invece che “non si può indugiare oltre” e che occorre “incaricare della soluzione il Consiglio di Sicurezza dell'ONU”. Il mediatore delle Nazioni Unite ha proposto, per il momento, una nuova tornata negoziale. La priorità resta quella di una indipendenza economica: secondo le Nazioni Unite, si deve infatti rendere “la provincia capace di ricorrere autonomamente ai fondi messi a disposizione dalle istituzioni finanziarie internazionali”. Successivamente – ha auspicato l’inviato dell’ONU – si potrà affidare alla maturità istituzionale e civile delle parti la decisione ultima sullo status del Kosovo.

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Alla Conferenza di Parigi sull’ambiente è stato lanciato un appello per la creazione di un’organizzazione internazionale, nell’ambito dell’ONU, per rafforzare la tutela ambientale nel mondo. Quarantasei Stati hanno aderito all’iniziativa, criticata invece da Paesi come Stati Uniti, Cina e India. L’appello arriva all’indomani del rapporto degli esperti delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale legato all’effetto serra. Si prevede nel 2100 un aumento delle temperature fino a 4 gradi e l’innalzamento dei mari fino a 59 centimetri.

 

In Italia, è ormai alta tensione nella maggioranza di centrosinistra dopo il voto di giovedì scorso al Senato sull’ampliamento della base americana di Vicenza, con l’approvazione di un ordine del giorno dell’opposizione favorevole alle indicazioni del ministro della Difesa, Parisi. Il centrodestra chiede le dimissioni di Prodi. Per il capo dell’esecutivo non c’è crisi ma solo necessità di una verifica, che si annuncia tesissima per i contrasti aperti tra ala riformista e ala radicale dell’Unione. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Ieri il vice premier e leader della Margherita, Francesco Rutelli, ha avuto parole nette nei confronti della sinistra radicale: “Ha superato il limite e se è stato un campanello d’allarme deve essere l’ultimo”. Immediata la replica di Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani, che parlano di ultimatum inaccettabile e rovesciano sui centristi della coalizione l’accusa di minare la stabilità del Governo. Con queste difficilissime premesse si attende, per la prossima settimana, la verifica di maggioranza convocata dal premier Prodi che si è fatto carico delle preoccupazioni del capo dello Stato. Vertice che la sinistra radicale vorrebbe allargare a tutte le questioni sul tappeto che dividono il centrosinistra: dalla riforma delle pensioni al disegno di legge sulle coppie di fatto che il governo dovrebbe varare nel Consiglio dei ministri del 9 febbraio e sul quale c’è l’irremovibile dissenso dell’UDEUR. Ma è facile prevedere che il vertice sarà incentrato sulla politica estera, anche e soprattutto in vista del voto parlamentare sul rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan. Il leader dell’opposizione, Berlusconi, ha chiesto ieri le dimissioni di Prodi perché – afferma - un esecutivo che non ha la maggioranza in politica estera non ha titolo per governare. Una tesi condivisa da tutti i partiti del centrodestra. Prodi replica: non c’è crisi ma solo un dissenso circoscritto. E in una lettera al quotidiano Repubblica, il premier scrive: in otto mesi di governo abbiamo dato un contributo alla pace con il ritiro delle truppe dall’Iraq, la fine della missione Enduring Freedom in Afghanistan, la missione in Libano e l’iniziativa per la moratoria della pena di morte. Parole con cui Prodi cerca di rassicurare la sinistra radicale, ma che sono di fatto anche una risposta positiva ai sei ambasciatori di Paesi aderenti alla NATO, che hanno invitato l’Italia a non diminuire l’impegno per la sicurezza e la ricostruzione dell’Afghanistan.

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In Spagna, è stata convocata per questa sera a Madrid una grande manifestazione contro il terrorismo dell’ETA e contro ogni forma di dialogo con il gruppo armato indipendentista. Il servizio di padre Ignacio Arregui:

 

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Gli organizzatori non hanno aderito all’altra manifestazione celebrata a Madrid lo scorso 13 gennaio, in favore della pace e in solidarietà con le vittime dell’ultimo attentato dell’ETA all’aeroporto di Barajas. In quella occasione l’iniziativa è stata dei concittadini ecuadoriani delle due vittime e dei sindacati. Oggi invece gli organizzatori vogliono condannare ogni forma di negoziato con l’ETA e con ogni movimento legato al gruppo indipendentista. Secondo anticipazioni di stampa, alcuni slogan saranno: “Per la libertà, tutti insieme per la sconfitta dell’ETA. No al negoziato”. Il movimento che ha convocato questa manifestazione si chiama “Foro di Ermua”, creato alla memoria di un giovane consigliere del comune di Ermua, in Vizcaya, ucciso dall’ETA nel 1997. Oltre agli aderenti del movimento Foro di Ermua, hanno annunciato la loro partecipazione i leader del Partito Popolare, la principale associazione di vittime del terrorismo, oltre ad altri movimenti politici. Sarà assente invece il governo con il partito socialista e tutti gli altri partiti che in Parlamento sono in favore di una politica di dialogo.

 

Per la Radio Vaticana, Ignazio Arregui.

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Sono almeno 20 i morti causati dai tornado che ieri hanno colpito le regioni centrali della Florida. Decine di case, negozi ed una chiesa sono stati rasi al suolo al passaggio di una perturbazione a nord di Orlando che ha lasciato senza corrente elettrica almeno 20 mila persone. Secondo le autorità locali, le raffiche di vento hanno raggiunto i 220 chilometri orari. Centinaia di soccorritori sono ora impegnati a scavare tra le macerie degli edifici crollati. Il governatore Charlie Crist ha decretato lo stato d’emergenza in numerosi distretti ed ha avuto dei colloqui telefonici con il presidente americano George Bush. Oggi, nelle zone più colpite, l’Agenzia federale per le emergenze dovrebbe effettuare dei sopralluoghi per coordinare gli interventi con le autorità locali.

 

Il maltempo ha colpito anche l’Indonesia, dove si contano 5 morti ed oltre 100 mila sfollati. Le piogge torrenziali, che da lunedì flagellano la capitale Giacarta e zone circostanti, hanno provocato alluvioni ed inondazioni costringendo molte persone a lasciare le loro abitazioni. Per soccorrere gli sfollati, che hanno cercato rifugio in scuole e moschee, l’esercito ha dispiegato oltre 1700 uomini; la Croce Rossa ha cominciato, intanto, la distribuzione dei viveri a quanti sono rimasti bloccati nelle loro case. Ai disagi causati dalle avverse condizioni meteorologiche, nella capitale indonesiana si aggiungono i problemi legati alle epidemie di influenza aviaria e di dengue, che dall’inizio dell’anno hanno causato decine di decessi.

 

In Asia e in Europa si registrano nuovi casi di influenza aviaria: un focolaio è stato localizzato in un allevamento di pollame in Giappone. Test di laboratorio hanno riscontrato tracce del virus H5N1, il ceppo più letale per l’uomo. L’allerta resta alta anche in Europa: il virus H5N1 è stato riscontrato, infatti, in un allevamento nell’est dell’Inghilterra. Un altro focolaio è stato scoperto, poi, nel Sud dell’Ungheria. Le autorità hanno disposto l’abbattimento di almeno 9.400 animali dopo aver riscontrato i sintomi della malattia.

 

 

 

 

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