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Sommario del 16/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'Angelus: la gioia per l'uomo è in Gesù che viene, non nell'illusione procurata dal piacere senza Dio. Il Papa ha benedetto i Bambinelli per i presepi dei ragazzi romani
  • Il Papa presiede la Messa di dedicazione della parrocchia Romana ai Martiri Portuensi
  • Il cardinale Sodano ha celebrato gli 80 anni con una Messa nella cattedrale della sua diocesi di Albano Laziale
  • Oggi in Primo Piano

  • Una parrocchia romana condivide le speranze dei bambini birmani: la testimonianza di padre Plinio Poncina
  • La piaga degli schiavi-bambini discussa in un convegno a Roma, insieme con i Premi Nobel partecipanti al loro ottavo Summit
  • Il fenomeno delle sette religiose in Italia e delle sue vittime: le opinioni di due esperti, Giuseppe Ferrari del GRIS e la psicologa Anna Maria Giannini
  • Novanta storici "scatti" della Basilica vaticana esposti a Roma, al Palazzo Braschi, nella mostra "San Pietro, fotografie dal 1850 a oggi"
  • Chiesa e Società

  • I vescovi del Kenya lanciano un appello contro la violenza nel Paese in vista delle prossime elezioni
  • La Conferenza episcopale spagnola approva un documento sul tema dell’immigrazione
  • L’Arcivescovo di Algeri, Henri Teissier, condanna gli ultimi attentati terroristici nella capitale ed esprime cordoglio per le vittime
  • In Uganda sarebbero decine i morti ed oltre un centinaio i contagi da virus Ebola: è il bilancio diffuso dall’organizzazione Medici senza Frontiere
  • Nelle Isole Salomone, prosegue l’impegno della Chiesa per la formazione dei giovani in vista della GMG di Sydney del 2008
  • Prosegue la campagna dell’arcidiocesi di Torino per aiutare i sacerdoti iracheni attraverso un sostegno economico
  • In occasione del centenario della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, un messaggio ai fedeli delle Chiese cattolica e ortodossa e delle comunità evangeliche
  • Evangelizzare i popoli tramite Internet: la Lectio divina dei Carmelitani è "on line"
  • Si è concluso oggi a Camaldoli, in provincia di Arezzo, il convegno promosso dalla rivista dehoniana "Il Regno"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Elezioni in Kirghizistan e nello Stato indiano del Gujarat, dove si registra l’appello dei vescovi a non disertare le urne
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'Angelus: la gioia per l'uomo è in Gesù che viene, non nell'illusione procurata dal piacere senza Dio. Il Papa ha benedetto i Bambinelli per i presepi dei ragazzi romani

    ◊   E’ vera gioia quella che si trasforma in solidarietà per amore di Dio, non quella “illusoria” inseguita nei “paradisi artificiali” del piacere dove Dio non esiste. Sono state parole forti quelle che hanno caratterizzato, a mezzogiorno di oggi, l’Angelus di Benedetto XVI. Il Papa - che nella mattinata aveva presieduto la Messa di dedicazione di una nuova parrocchia romana - ha parlato del significato della gioia cristiana nell’ottica del Natale ed ha terminato la preghiera mariana con la tradizionale benedizione dei Bambinelli per i presepi dei ragazzi romani. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Lo ha detto il Papa, con chiarezza: c’è chi sbaglia strada, a Natale. La sbaglia chi non attende la gioia che porta il Bambino, ma va in caccia dei piaceri che offrono gli altri “paradisi” come la droga. Felicità artificiose, vicinissime alla disperazione che pretendono di camuffare, ma molto lontane dalla serenità che deriva dalla consapevolezza che scava nell’anima e dice che Dio è vicino, un Bambino venuto per restare sempre accanto all’uomo, alla sua gioia ma anche al suo dolore. Benedetto XVI ha giocato su questo contrasto il pensiero dell’Angelus nella terza Domenica di Avvento, centrata sulla frase di San Paolo “Rallegratevi sempre nel Signore” e fonte di quella “speranza” con la quale, ha detto il Pontefice, i cristiani attendono “la seconda venuta di Cristo” poiché hanno “conosciuto la prima”:

     
    “Il mistero di Betlemme ci rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha “sposato”, per così dire, la nostra umanità (…) La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida”.

     
    La domanda di tanti oggi è stata anche la domanda del Papa: ma è ancora possibile questa gioia, ai giorni nostri? “La risposta - ha constatato Benedetto XVI - la danno, con la loro vita, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, felici di consacrare la loro esistenza agli altri”:

     
    “La Beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”.

     
    Madre Teresa è stata la dimostrazione vivente del fatto che la la gioia, come ha affermato il Papa, “entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri”. Invece, ha proseguito Benedetto XVI, se “si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù”:

     
    “E’ questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori”.

     
    Anche a Natale, è stata la considerazione finale del Papa, si può "scambiare la vera festa con quella che non apre il cuore alla gioia di Cristo. La Vergine Maria - è stato l'auspicio del Pontefice - aiuti tutti i cristiani, e gli uomini in cerca di Dio, a giungere fino a Betlemme, per incontrare il Bambino che è nato per noi, per la salvezza e la felicità di tutti gli uomini”. Al momento dei saluti in quattro lingue alle migliaia di fedeli in Piazza San Pietro, Benedetto XVI è stato acclamato dai moltissimi ragazzi e ragazze romani venuti all’Angelus per chiedere al Papa di benedire i Bambinelli per i loro presepi. E Benedetto XVI ha risposto loro così:

     
    “Carissimi, con tanto affetto auguro un buon Natale a voi e ai vostri familiari. E mentre ringrazio il Centro Oratori Romani che organizza questa bella iniziativa, esorto i sacerdoti, i genitori e i catechisti a collaborare con entusiasmo per l’educazione cristiana dei più piccoli”.

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    Il Papa presiede la Messa di dedicazione della parrocchia Romana ai Martiri Portuensi

    ◊   Se oggi “il messaggio salvifico di Cristo viene contrastato”, “i cristiani, non meno di ieri, sono chiamati a rendere ragione della loro speranza, a offrire al mondo la testimonianza della Verità dell’Unico che salva e redime”: è quanto ha sottolineato questa mattina Benedetto XVI che ha presieduto la celebrazione eucaristica di dedicazione della parrocchia romana Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi, alla Magliana. Ricordando che la terza domenica di Avvento invita a gioire per la venuta di Cristo, il Papa ha poi invitato i fedeli a destarsi dal sonno dell’abitudine e ad abbandonare la tristezza. Il servizio di Tiziana Campisi:

     
    “Un invito a gioire perché ‘il Signore viene’… a salvarci”: questo è il tempo di Avvento, ha detto Benedetto XVI, per tale motivo la sua liturgia esorta a rallegrarsi:

     
    “La liturgia dell'Avvento ci ripete costantemente che dobbiamo destarci dal sonno dell’abitudine e della mediocrità, dobbiamo abbandonare la tristezza e lo scoraggiamento; occorre che rinfranchiamo i nostri cuori perché ‘il Signore è vicino’".

     
    “Per avere forza dal Signore - ha aggiunto poi il Papa - bisogna gioire, esprimendo riconoscenza per i doni di Dio”. E ricordando che la parrocchia di Santa Maria del Rosario è stata costruita nei pressi delle catacombe di Generosa, “dove la tradizione vuole siano stati sepolti” i “fratelli Simplicio, Faustino e Viatrice, vittime della persecuzione” del 303, Benedetto XVI ha esortato i fedeli a guardare all’esempio dei giovani martiri - “che morirono per rendere testimonianza a Cristo” - per perseverare nella fedele sequela di Gesù:

     
    "E la protezione della Vergine del santo Rosario non vi chiede di essere uomini e donne di fede profonda e di preghiera come lo fu Lei? Anche oggi, pur in forme diverse, il messaggio salvifico di Cristo viene contrastato e i cristiani, in altri modi ma non meno di ieri, sono chiamati a rendere ragione della loro speranza, a offrire al mondo la testimonianza della Verità dell’Unico che salva e redime”.

     
    Benedetto XVI ha anche incoraggiato “quanti con la Caritas parrocchiale cercano di andare incontro alle tante esigenze del quartiere - specialmente rispondendo alle attese dei più poveri e bisognosi” - ed ha affermato, inoltre, che “una chiesa (…) vuole essere costante richiamo ad una fede salda e all’impegno di crescere come comunità unita”, ma che è la comunità vivente ad essere più sacra del tempio materiale:

     
    “Per costruire questo tempio vivente, questa nuova città di Dio nelle nostre città, per costruire questo tempio che siete voi, occorre tanta preghiera, occorre valorizzare ogni opportunità che offrono la liturgia, la catechesi, e le molteplici attività pastorali, caritative, missionarie, e culturali che conservano “giovane” la vostra promettente parrocchia".

     
    Infine, il Papa, citando il Vangelo del giorno, ha sottolineato che Gesù è la “roccia su cui poggia la nostra fede”, fede per la quale Pietro è divenuto la pietra sulla quale Cristo ha fondato la Chiesa. E proprio “nella grande comunità della Chiesa (…) unita nella comunione con il Successore di Pietro, come roccia dell’unità”, ha concluso Benedetto XVI, Dio ci raccoglie. Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha incontrato, nel salone parrocchiale a lui dedicato, i bambini che riceveranno la Prima Comunione e i ragazzi della Cresima. A loro ha spiegato che seguendo i tanti esempi dei Santi c’è la sicurezza di essere nella strada giusta.

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    Il cardinale Sodano ha celebrato gli 80 anni con una Messa nella cattedrale della sua diocesi di Albano Laziale

    ◊   La diocesi di Albano Laziale si è stretta ieri attorno al suo vescovo titolare, il cardinale Angelo Sodano, per celebrarne il compimento degli 80 anni. Il proporato ha presieduto la Messa nella cattedrale della città dei Castelli Romani. Tra i celebranti, oltre al vescovo della diocesi, Marcello Semeraro, anche molti altri cardinali e presuli. “Il traguardo degli 80 anni - ha detto il cardinale Sodano - è certo invidiabile. E’ un’età della vita che ci permette di vedere ciò è importante per noi e ciò che è effimero e transitorio". Un momento, ha soggiunto, per giungere a quella “sapienza del cuore” di cui sovente ci parlava il compianto Papa Giovanni Paolo I". Ecco un passaggio dell'omelia del porporato alla celebrazione di ieri, seguita per noi da Alberto Goroni:


    "Miei venerati confratelli, - cardinali, vescovi e sacerdoti - distinte autorità e cari fedeli della diocesi di Albano, rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto rallegratevi perché il Signore è vicino… Questo è anche il messaggio che abbiamo ascoltato nella Lettura: il messaggio rivolto al popolo di Israele dal profeta Isaia, otto secoli avanti Cristo, annunziando la venuta del Salvatore. 'Si rallegrino il deserto e la terra arida; esulti e fiorisca la steppa; canti con gioia e con giubilo; irrobustite le mani fiacche e rendete salde le ginocchia vacillanti; dite agli smarriti di cuore: "Coraggio, non temete. Ecco il vostro Dio, venuto a salvarmi. Ecco il Vangelo della gioia, il Vangelo della Chiesa, il Vangelo di sempre!". E col cuore ripieno di tale gaudio, noi cristiani in ogni celebrazione eucaristica ringraziamo il Signore di essere venuto accanto a noi e di esserci sempre vicino, fino alla fine dei secoli (…) Ai tanti motivi di gratitudine al Signore, oggi io sento il dovere di aggiungerne un altro: desidero, qui con voi, cari sacerdoti e fedeli di Albano, ringraziare il Signore per i doni che mi ha concesso nel corso dei lunghi anni, 80 anni, della mia esistenza. Ringrazio di cuore il vostro caro vescovo, mons. Marcello Semeraro per questo gesto fraterno e ringrazio tutti voi per aver voluto univervi a questa mia preghiera di ringraziamento”.

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    Oggi in Primo Piano



    Una parrocchia romana condivide le speranze dei bambini birmani: la testimonianza di padre Plinio Poncina

    ◊   La speranza evangelica non conosce confini, né distanze. Forti di questa convinzione, i parrocchiani di Santa Maria Stella Maris di Ostia sostengono, da alcuni anni, un asilo e una chiesa nella ex Birmania. Un aiuto fattivo in favore soprattutto dei bambini. Per raccontare i frutti, anche inaspettati, di questa esperienza, Alessandro Gisotti ha intervistato don Plinio Poncina, parroco di Stella Maris, che ricorda gli inizi di questa iniziativa di carità cristiana:


    R. - Si è presentato a noi il vescovo di Loikau il quale ci dice: “Ho 2.500 bambini che ricevono ogni giorno il riso dalle parrocchie birmane”. Abbiamo pensato: vediamo quello che possiamo fare e lo facciamo. Abbiamo cominciato con l’esperienza suggerita da lui stesso: 5 euro al mese danno il riso a un bambino per un mese intero. Questi 5 euro sono accessibili anche ai pensionati, a quelli che proprio fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Ho visto che l’hanno fatto tanto volentieri. E’ vera la legge che i poveri aiutano i poveri. Abbiamo potuto garantire il riso per 250 bambini, che abbiamo coperto e che stiamo coprendo tuttora.

     
    D. - Un momento davvero di grande emozione per la vostra comunità di “Stella Maris” è stato tre anni fa, quando avete potuto accogliere questi bambini birmani...

     
    R. - Cinque bambine e cinque bambini! Quello che più ci ha entusiasmato è il fatto che questi bambini abituati alla povertà non desideravano nulla, anzi avevano loro la richiesta di farci felici. Il loro atteggiamento era di dono nella loro povertà. Ogni volta partecipavano alla Messa, erano lì con questo atteggiamento di dono, di regalarci un canto... Faccio un esempio concreto: siamo andati insieme allo zoo e naturalmente, come per tutti i bambini, gli animali accendevano la loro fantasia… Quando è stato il momento del pranzo, ho fatto con loro la preghiera - ci tenevano tanto alla preghiera, vedere questi bambini in preghiera era qualcosa di stupendo - e ho detto: “Buon appetito!” Nessuno di loro mangiava e allora la suora che faceva da traduttrice era lì pronta a dirmi: “Guarda che se tu, che per loro in questo momento sei la figura del papà, non metti i tuoi denti sul pane loro non mangeranno mai”. Non siamo stati noi a dare, sono stati loro ad arricchirci veramente con la loro fede.

     
    D. - Oggi, nonostante la distanza, la speranza resta accesa anche di fronte alle tante difficoltà che il popolo birmano sta attraversando...

     
    R. - E’ vero. Loro sono la gratitudine fatta persona. Il modo di dire grazie più bello nel mondo ce l’hanno i birmani. Non riuscirete mai a indovinare come suona la pronuncia del “grazie” in birmano, sembra che il buon Dio, la Provvidenza, l’abbia forgiato nella maniera più bella che esiste: in birmano, “grazie” suona come le parole “Gesù bel”!. Il grazie è il modo così concreto che loro hanno di vivere sempre nella gratitudine. I nostri ragazzi hanno pretese, loro no. Hanno scoperto questa cosa meravigliosa: il grazie è gioia.

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    La piaga degli schiavi-bambini discussa in un convegno a Roma, insieme con i Premi Nobel partecipanti al loro ottavo Summit

    ◊   Oltre 200 milioni di bambini nel mondo vivono in schiavitù. Del loro destino si è parlato in un incontro, organizzato presso l’ospedale romano Fatebenefratelli dalle associazioni "Athenaeum" e "KidsRights", nell’ambito dell’ottavo Summit dei Premi Nobel per la pace. Tra i presenti, anche molti studenti delle scuole superiori, che hanno ascoltato la straordinaria testimonianza di un loro coetaneo indiano. Il servizio di Silvia Gusmano:


    "Unitevi a me e marciamo tutti insieme!". Così, Om Prakash, un adolescente indiano che ha vissuto tre anni in schiavitù, si è rivolto a un centinaio di ragazzi italiani venuti ad ascoltare la sua storia. Aveva solo cinque anni quando è stato sottratto ai suoi genitori e costretto al lavoro forzato. Oggi ne ha 15, frequenta la scuola superiore nel suo Paese e, insieme con l’Associazione che lo ha liberato, dedica la sua vita a salvare altri piccoli. Nel 2006, ha vinto il Premio internazionale per la pace dei bambini della Fondazione "KidsRights". Questo il suo appello ai coetanei e ai potenti del mondo:

     
    "Il mio messaggio è sempre lo stesso. Il governo, gli adulti e tutti quanti devono impegnarsi a salvare i piccoli ridotti in schiavitù e ogni bambino che, per qualsiasi motivo e in qualsiasi parte del mondo, stia soffrendo”.

     
    E i ragazzi italiani, cresciuti a riparo dagli atroci soprusi inflitti nel mondo a oltre 200 milioni di piccoli schiavi, hanno risposto all’appello del loro coetaneo nato a Dwarapur, nel Rajastan. Si sono impegnati, infatti, a partecipare alla marcia di protesta contro le violazioni dei diritti dell’infanzia che Om Prakash sta organizzando per la fine dell’anno prossimo in tutto il mondo. Il commento Carolina Gregori, una di loro:

     
    “È difficile sentir parlare un ragazzo della nostra età che racconta un’esperienza così dura, quando noi ogni giorno abbiamo tutto quello che desideriamo e anche di più. Penso che dobbiamo fare delle cose più incisive: per un mondo senza violenza, non basta parlare in grande. Dobbiamo cominciare dai piccoli gesti, confrontandoci tra di noi, anche nelle nostre classi e nei rapporti interpersonali tra compagni”.

     
    Le nuove generazioni, tema dell’ VIII Summit dei premi Nobel per la Pace, mostrano verso i problemi umanitari un’attenzione e un interesse sempre maggiori. Questa l’opinione di Betty Williams, vincitrice del Nobel nel 1976, presente all’incontro di Om Prakash con gli studenti romani:

     
    “Ciò che vedo quando viaggio per il mondo e parlo con i giovani, è un’ondata crescente di protesta, persone che non ne possono più delle ingiustizie. Dobbiamo utilizzare questo grande potere spirituale dei giovani per cambiare le cose.”

     Dai più piccoli, dunque - le prime vittime della violenza nel mondo - deve venire oggi la speranza in un futuro migliore.

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    Il fenomeno delle sette religiose in Italia e delle sue vittime: le opinioni di due esperti, Giuseppe Ferrari del GRIS e la psicologa Anna Maria Giannini

    ◊   Quali sono le sette religiose in Italia, come operano e, soprattutto, quali sono i pericoli che corrono le persone che incappano nelle loro reti? A queste domande ha fornito delle risposte il Convegno organizzato nei giorni scorsi a Roma dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha visto fra i partecipanti anche l'arcivescovo Pierluigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Con Giuseppe Ferrari, segretario nazionale GRIS, il Gruppo di ricerca e informazione religiosa, Luca Collodi ha indagato il fenomeno a partire dalla questione iniziale: quella della definizione di "setta religiosa". Ascoltiamo:


    R. - La prima domanda che dobbiamo porci affrontando questo tema è se sia ancora lecito o meno parlare di "sette" nell’attuale società pluralista. Questo perché c’è chi, nel nome di una correttezza vaga, arriva ad affermare che il termine "setta" non sia utilizzabile in quanto da una parte non riesce a definire chiaramente la natura di ciò cui intende fare riferimento e dall’altra è spesso usato per dare un giudizio di valore negativo nei confronti della realtà prese in considerazione. Io credo che, per quanto riguarda il problema della definizione, non si possa porre in questi termini, perché allora anche altri vocaboli, come quello di religione, vengono a volte utilizzati in modo improprio e sono di difficile definizione. Precisato questo, direi che parlando di "sette" e facendo riferimento alla etimologia del termine, possiamo dire che in Italia superano ormai le 600 diverse denominazioni, che includono anche gruppi abbastanza piccoli e che possono coinvolgere un numero di aderenti e simpatizzanti che va dal 2 al 3 per cento della popolazione italiana.

     
    D. - Dottor Ferrari, il numero delle sette è considerato in espansione. Ma questo particolare dato viene valutato non tanto in riferimento alle adesioni ai diversi movimenti, alle diverse sette, quanto all’impatto che le idee hanno oggi sulla popolazione...

     
    R. - E' vero. Esistono persone che non sono coinvolte in alcun modo in sette particolari, in gruppi o in movimenti religiosi, e che tuttavia affermano di condividere degli elementi delle principali credenze, e anche alcuni comportamenti diffusi da questi gruppi e sette. Facendo riferimento a questo fenomeno, possiamo sì dire che in Italia il fenomeno sia in espansione ed incontri un certo successo.

    Parlando degli aderenti alle sette religiose, si usa spesso il termine "vittime", solitamente di manipolazioni che colpiscono la sfera psicoemotiva. Le cifre più aggiornate, riferite al panorama italiano, dicono che il 52 per cento di queste persone è adulto e - per oltre la metà dei casi - donna. Sempre al microfono di Luca Collodi, la prof.ssa Anna Maria Giannini, ordinario di Psicologia generale presso l’Università La Sapienza di Roma, traccia un profilo-tipo di questa vittima:


    R. - E’ in forte sofferenza ed è priva di sistemi di riferimento, da una parte - ossia non ha persone intorno che possano sostenerla - e, dall’altra, si trova in condizioni psicologiche di enorme fragilità. Questi sono i casi, i momenti in cui i manipolatori riescono ad ottenere maggiore effetto, perché ottengono un impatto su un momento particolare e su una fragilità psicologica particolare, proponendo soluzioni che sono chiaramente illusorie e che, però, in un primo momento, sembrano delle vere e proprie soluzioni per queste persone in stato di sofferenza. Dopo di che, il processo va avanti per cui il manipolatore, attraverso tecniche ben specifiche - perché sono spesso, purtroppo, molto abili e molto esperti - riesce a circuire talmente bene la persona, convincendola, suggestionandola e, progressivamente, isolandola da tutte le altre che ha intorno, proprio per riuscire meglio nell’intento di inglobarla totalmente: e questo è un termine che, in qualche modo, indica molto bene ciò che accade e, a quel punto, la persone entra in un processo che purtroppo è di difficile soluzione.

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    Novanta storici "scatti" della Basilica vaticana esposti a Roma, al Palazzo Braschi, nella mostra "San Pietro, fotografie dal 1850 a oggi"

    ◊   La storia di Roma degli ultimi 50 anni attraverso le foto della Basilica di San Pietro. Al Museo di Roma di Palazzo Braschi è in corso la mostra “San Pietro fotografie dal 1850 ad oggi”: esposti 90 scatti che documentano, attraverso le tecniche delle varie epoche, la società e il costume della capitale d’Italia e della cristianità. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per i 500 anni della Basilica Vaticana. Il servizio è di Paolo Ondarza:


    (musica)

    Dalle sperimentazioni ottocentesche alle foto per reportage giornalistici. Frammenti di storia raccontati per immagini e uniti tra loro dalla costante presenza, sullo sfondo o in primo piano, della cupola Michelangiolesca. La direttrice del museo di Roma, Maria Elisa Tittoni:

     
    “Atmosfere, luci, folla, le carrozze, le visite: attorno alla Basilica di San Pietro si svolge la storia. E questa è documentata: dalle benedizioni di Pio IX, con tutte le carrozze, alla folla dei giovani, al funerale di Giovanni Paolo II”.
     
    In rassegna, l’apertura del portone di bronzo dopo i Patti Lateranensi, l’elezione di Pio XII, la beatificazione di Madre Teresa ma anche un’insolita San Pietro innevata, percorsa dalle ultime carrozze e dai primi pullman turistici. L’antico Borgo distrutto e, lungo il Tevere, barcaroli e pescatori, perché se San Pietro è straordinaria per i turisti, per i romani è pane quotidiano. Ancora Maria Elisa Tittoni:

     
    “Per noi che siamo romani, San Pietro non è solo il momento della benedizione papale, è anche un luogo dove si andava a passeggiare, dove ci si fermava, dove ci si poteva dare appuntamento... Ecco, era nella vita quotidiana delle persone”.

     
    Fratelli Alinari, David Seymour, Mimmo Jodice e alltri maestri della fotografia su carta, negativi, stampe, vedute stereoscopiche, fino alle più recenti tecniche d’avanguardia.
     (musica)

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    Chiesa e Società



    I vescovi del Kenya lanciano un appello contro la violenza nel Paese in vista delle prossime elezioni

    ◊   “Tolleranza e rispetto reciproco”. E’ ciò che chiede la Conferenza episcopale del Kenya, preoccupata dal clima di violenza che precede le elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 27 dicembre. Nella zona di Kuresoi - riferisce l’agenzia MISNA - sarebbero una ventina le persone uccise nelle ultime settimane, 250 le abitazioni incendiate e 16 mila i civili costretti alla fuga. “Ogni volta che c’è un’elezione c’è violenza e la causa è politica”, affermano nel documento presentato lo scorso mercoledì alla stampa mons. Peter Kairo, vescovo di Nakaru, nella Rift Valley, e presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace, e mons. Cornelius Schilder, vescovo di Ngong, a ovest di Nairobi. Nella lettera pastorale, i presuli keniani criticano la lenta risposta del governo alle violenze in atto. “Non possiamo accettare che crimini commessi rimangano impuniti, anche sotto gli occhi della polizia, senza che nessuno venga arrestato - si legge nel documento in cui i vescovi si rammaricano per le violenze perpetrate per ragioni etniche e ideologiche. (A cura di Claudia Di Lorenzi)

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    La Conferenza episcopale spagnola approva un documento sul tema dell’immigrazione

    ◊   “La Chiesa in Spagna e gli immigrati” è il titolo del documento approvato nel corso dell’ultima assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola (CEE). Redatto da mons. José González Sáncez, vescovo di Sigϋenza-Guadalajara e presidente della Commissione per le Migrazioni della CEE, il documento nasce seguendo l’istruzione pontificia Erga Migrantes Caritas Christi, in risposta alle trasformazioni che segnano in Spagna il fenomeno dell’immigrazione. Indirizzato a tutte le persone, le istituzioni e le organizzazioni della Chiesa che si occupano d’immigrazione, e agli stessi immigrati – si legge sull’Osservatore Romano - il testo si pone come riflessione teologica e sociologica e, insieme, come orientamento per l’azione pastorale. Sul versante sociologico, il documento di mons. Sáncez descrive l’aumento del flusso d’immigrazione verso la Spagna a fronte di un numero crescente di spagnoli diretti in Europa o negli Stati Uniti. “La maggior parte degli immigrati - sottolinea il documento della CEE - sono cattolici, anche se di cultura e tradizioni differenti”. Seguono i protestanti, gli anglicani e i greco-ortodossi. Un’attenzione particolare è rivolta agli immigrati di fede islamica, verso i quali si richiede un incremento nell’impegno al dialogo interreligioso. Il documento tratta quindi le cause e le conseguenze dell’immigrazione e riporta riferimenti al tema contenuti nella Sacra Scrittura e nella Dottrina Sociale della Chiesa. I capitoli finali sono quindi dedicati ai principi fondamentali della pastorale delle migrazioni e alle persone, le funzioni e le strutture che intervengono a sostegno della stessa. (C.D.L.)

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    L’Arcivescovo di Algeri, Henri Teissier, condanna gli ultimi attentati terroristici nella capitale ed esprime cordoglio per le vittime

    ◊   “Noi cristiani siamo con la società algerina, fa parte della nostra vocazione”. Lo ha detto l’arcivescovo di Algeri, Henri Teissier, esprimendo profondo cordoglio per le vittime degli attentati di matrice terroristica che lo scorso martedì, nella capitale del Paese africano, hanno provocato decine di morti e numerosi feriti. “Soffriamo insieme al popolo le minacce alla pace e condividiamo le pene - ha aggiunto mons. Teissier - ma vorremmo certamente condividere con molta più intensità le gioie”. Il presule - riporta il quotidiano della Santa Sede - ha quindi ricordato la difficile condizione del Paese affacciato sulla costa mediterranea dell’Africa, provato da lunghi anni di violenza e dalla minaccia del terrorismo. Secondo l’arcivescovo di Algeri, noto per il suo impegno interreligioso, è necessario operare anche sul versante dei rapporti fra cristiani e musulmani, entro e fuori i confini del Paese. “Gli estremisti islamici - ha spiegato il presule - utilizzano infatti l’islamofobia per raggiungere le persone, in particolar modo i giovani, fomentando così l’odio e la lotta contro l’occidente. L’ordigno esploso contro le Nazioni Unite entra sicuramente in questo contesto”. Mons. Teissier ha sottolineato infine la responsabilità dei Paesi occidentali nell’alimentare il clima di tensione: la guerra dichiarata ai Paesi musulmani favorisce il diffondersi dell’ideologia terroristica, che usa il sentimento di vendetta e il rancore diffuso per conquistare nuovi adepti. Una situazione di crisi, conclude il presule, alimentata dalla generale instabilità dell’area mediorientale. (C.D.L.)

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    In Uganda sarebbero decine i morti ed oltre un centinaio i contagi da virus Ebola: è il bilancio diffuso dall’organizzazione Medici senza Frontiere

    ◊   Oltre trenta le vittime e 115 i casi di contagio. Questo il bilancio dell’epidemia del virus Ebola che ha colpito nelle ultime settimane l’Uganda, Stato nel cuore del continente africano. Secondo il Rapporto diffuso lo scorso venerdì dall’organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere, le persone potenzialmente infette provengono da 32 villaggi delle regioni montagnose, centri densamente popolati e spesso difficilmente raggiungibili. L’organizzazione - si legge nel comunicato - impegnata nella cura dei contagiati e nel contenimento dell’epidemia, ha iniziato a lavorare nei villaggi colpiti dall’Ebola lo scorso 30 novembre, dopo l’annuncio del Ministero della Salute ugandese, ed ha allestito due unità d’isolamento a Bundibugyo e Kikyo, dove nello scorso fine settimana sono deceduti sette pazienti. La febbre emorragica, che nelle passate epidemie ha registrato un tasso di mortalità tra il 50 e il 90 per cento dei casi, resta ad oggi senza possibilità di cura. Il trattamento dei pazienti infetti consiste in cure palliative e di supporto, dalla nutrizione e l’idratazione alla gestione del dolore e delle patologie correlate, mentre il controllo dell’epidemia punta ad identificare i possibili nuovi casi di contagio e ad interrompere la catena del virus. Un impegno che al momento coinvolge nel Pese africano 31 operatori internazionali dell'organizzazione. In Uganda, Medici senza Frontiere era intervenuta già nel 2000, per contrastare l’epidemia di Ebola scoppiata a Gulu. (C.D.L.)

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    Nelle Isole Salomone, prosegue l’impegno della Chiesa per la formazione dei giovani in vista della GMG di Sydney del 2008

    ◊   La Chiesa delle Isole Salomone sta proponendo ai giovani di parrocchie, associazioni, scuole, Movimenti, un cammino di preparazione strutturato in vista della GMG di Sydney. L’obiettivo - sottolinea l’agenzia Fides - è quello di offrire loro una solida base umana e spirituale per il grande evento del prossimo anno. Recentemente, i giovani di otto villaggi si sono riuniti a Tetere per un ritiro di tre giorni, durante il quale hanno riflettuto e si sono confrontati sul tema “Avrete forza dallo Spirito Santo”. Le giornate sono state ritmate dalla catechesi, dalla preghiera, dalla riflessione personale, dal confronto in gruppi. Grazie anche all’ausilio di mezzi moderni come videclip è stato ricordato ai partecipanti lo spirito e il valore delle GMG del passato. I giovani hanno avuto l’opportunità di recitare il Santo Rosario e di confessarsi. A conclusione del ritiro di formazione, molti dei partecipanti hanno espresso il desiderio di essere maggiormente attivi nella pastorale delle rispettive realtà ecclesiali, soprattutto nel coinvolgere e farsi missionari verso i loro coetanei. Di fronte ad una condizione giovanile segnata da violenza, abuso di droga e alcol, criminalità, basso livello di istruzione, la Chiesa delle Salomone si sta dedicando ad una capillare opera di formazione dei giovani, per trasmette loro valori positivi, per rafforzare i legami familiari, per accompagnarli nel loro cammino di maturazione umana e spirituale. Un’impresa importante per costruire un futuro di benessere nella nazione che necessita del contributo di tutti: dello Stato ma anche di enti privati e delle comunità religiose. (E. B.)

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    Prosegue la campagna dell’arcidiocesi di Torino per aiutare i sacerdoti iracheni attraverso un sostegno economico

    ◊   “Io ho un nuovo amico, un sacerdote caldeo iracheno”. Questo lo slogan della campagna di solidarietà promossa dall’Ufficio pastorale migranti dell’arcidiocesi di Torino, giunta oramai al quinto anno e che consolida l’amicizia tra il capoluogo piemontese e la capitale irachena. Scopo del progetto - come sottolinea l’agenzia SIR - è il parziale sostegno economico a dieci giovani sacerdoti cattolici caldei di Baghdad. “I resoconti che in questi anni i sacerdoti coinvolti nel progetto ci hanno inviato, e l’interesse dimostrato da molti nostri concittadini - spiegano dall’Ufficio migranti - ci hanno convinto a continuare il progetto inizialmente previsto con durata quadriennale”. L’Iraq, proseguono, “è ancora un Paese in guerra, e la sua piccola ma antica comunità cristiana ne sta ancora soffrendo. Le nostre speranze iniziali che la situazione potesse normalizzarsi in minor tempo sono state frustrate, ed è per questa ragione che sostenere i giovani sacerdoti, e per ricaduta, le loro parrocchie, è ancora importante”. L’ufficio pastorale migranti ritiene che in questo modo gli iracheni cristiani sanno di non esser soli ed a disposizione per informazioni attraverso il numero di telefono 011 2462443 o l’indirizzo di posta elettronica f.olivero@diocesi.torino.it del suo direttore, don Fredo Olivero. (E. B.)

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    In occasione del centenario della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, un messaggio ai fedeli delle Chiese cattolica e ortodossa e delle comunità evangeliche

    ◊   “La preghiera è l’unica potenza che può affrontare e vincere la divisione dei cristiani”. Lo affermano i rappresentanti della Chiesa cattolica, di quella ortodossa e delle comunità evangeliche in Italia in occasione del 100.mo anniversario della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio prossimi. Una tappa storica “di grande importanza per la riconciliazione, la fratellanza e l’unità dei cristiani, per la realizzazione della volontà di Dio: che tutti siano una cosa sola”, aggiungono nel messaggio congiunto mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della CEI, Domenico Maselli, della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e il metropolita ortodosso d’Italia, Gennadios Zervos. Nel cammino verso l’unità - riporta il SIR - le Chiese esortano a “pregare continuamente”, come ricorda il tema scelto per l’anniversario, tratto dalla prima Lettera ai Tessalonicesi. “La preghiera costruisce ponti di amore, di pace e di speranza - si legge nel messaggio - obbligando così le rispettive comunità a modificare il comportamento nei confronti le une delle altre, ad abbracciare il metodo del dialogo e farle uscire dai propri confini, incontrare le altre Chiese e comunità cristiane, comunicare l’una all’altra”. (C.D.L.)

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    Evangelizzare i popoli tramite Internet: la Lectio divina dei Carmelitani è "on line"

    ◊   Già dal 1997, l’Ordine dei Carmelitani offre ai fedeli una serie di informazioni e comunicati tramite il loro sito web www.ocarm.org. Negli anni, si è sentita l’esigenza di condividere con i fedeli anche la Parola di Dio nella loro quotidianità: nasce così, nel settembre 2001 - su proposta di padre Anthony Cilia, webmaster del sito dell’Ordine - la Lectio divina "on line", “metodo di preghiera quotidiana raccomandata dalla Regola carmelitana”. Alcune parole del comunicato di padre Cilia sono stati riportate dall’agenzia Zenit. “Abbiamo stabilito d'iniziare questo viaggio prendendo i testi evangelici della domenica con l’intento di aiutare quanti desiderano vivere la Parola di Dio con più impegno”. E ancora: “Tramite il guestbook (il libro dei visitatori del nostro sito web) ed altri messaggi elettronici, molti dei nostri utenti si sono dimostrati contenti di questo metodo di pregare, e ci hanno chiesto di continuare con il nostro impegno anche dopo aver completato i testi evangelici delle domeniche”. Durante i primi tre anni, la Lectio è stata presentata ogni due settimane, mentre negli anni seguenti sono stati presentati i testi delle domeniche, incluse le solennità. “Così con l’Anno Liturgico C (2006-2007) sono state completate le Lectio su tutti i testi evangelici delle domeniche per i tre anni liturgici”. Dal dicembre 2007, hanno iniziato anche la Lectio divina on line sul Vangelo di ogni giorno. La Lectio viene pubblicata sul sito in tre lingue diverse (italiano, inglese, spagnolo) e la Casa editrice carmelitana sta considerando la possibilità di pubblicare i testi nelle tre lingue per diversificare la Parola di Dio, anche per coloro che non hanno accesso ad Internet. (C. C.)

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    Si è concluso oggi a Camaldoli, in provincia di Arezzo, il convegno promosso dalla rivista dehoniana "Il Regno"

    ◊   Tre giorni di riflessione sul futuro del cattolicesimo italiano, in quella "terrazza che guarda verso l'Europa" che è il monastero di Camaldoli. Così, mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Arezzo, ha definito ieri pomeriggio il luogo che ha ospitato l’incontro organizzato dalla rivista dehoniana "Il Regno", terminato questa mattina. Una terrazza oggi bianca di neve, ma riscaldata dalla passione degli studiosi ed esperti cattolici che si sono confrontati sul futuro della fede cristiana di fronte alla duplice sfida del pluralismo religioso e culturale. Una sfida dinanzi alla quale, ha evidenziato il teologo domenicano Claude Geffré, "la fede cristiana non può essere una semplice eredità familiare, culturale o anche ecclesiale. Sarà invece sempre di più una libera risposta alla proposta del messaggio evangelico che deve entrare nella coscienza degli uomini e delle donne di oggi, superando la diversità delle culture e delle religioni". (A cura di Francesco Rossi)

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    24 Ore nel Mondo



    Elezioni in Kirghizistan e nello Stato indiano del Gujarat, dove si registra l’appello dei vescovi a non disertare le urne

    ◊   Urne aperte nel Gujarat, popoloso Stato dell’India nordoccidentale, dove sono chiamati al voto 18 milioni di elettori per la seconda fase delle elezioni. Lo spoglio è previsto per domenica prossima, ma - secondo i sondaggi - Narendra Modi, leader del Partito indù nazionalista (il BJP) dovrebbe essere riconfermato alla guida dello Stato. Secondo alcune previsioni, il BJP potrebbe conquistare 115 seggi nel parlamento locale, assicurandosi così una netta maggioranza sul partito rivale del Congresso, che considera queste elezioni come un test importante per la tenuta del Governo di New Delhi. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:


    La campagna elettorale è stata caratterizzata da un acceso duello verbale tra il carismatico e controverso Modi e la presidente del Congresso, Sonja Ghandi, che lo aveva accusato di creare un clima di terrore nello Stato, dove esistono forti tensioni tra la maggioranza induista e la minoranza musulmana. Il leader del Gujarat era stato accusato di complicità nei violenti disordini avvenuti cinque anni fa, quando circa 2 mila persone - la maggior parte musulmani - furono barbaramente uccise o arse vive. Anche le minoranze religiose del Gujarat si troverebbero, quindi, nel mirino del fanatismo indù ed i cattolici - che rappresentano circa l’1 per cento della popolazione - temono che la vittoria del BJP possa portare ad ulteriori restrizioni e discriminazioni soprattutto per quanto riguarda la gestione delle scuole ed istituti scolastici cristiani. Alla vigilia del voto, i quattro vescovi del Gujarat avevano lanciato un forte appello per un impegno responsabile dei cattolici in politici. “Chi si sottrae ai propri diritti-doveri sociali, rinnega il Signore”, avevano scritto in una lettera aperta. Nel 2006, il governo aveva lanciato la proposta di una legge "anticonversione", simile a quella in vigore in altri Stati indiani, che era stata però bloccata dalle proteste dei leader religiosi e dalle associazioni dei diritti umani. (Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola)

     
    Riflettori della comunità internazionale puntati sulle lezioni legislative anticipate del Kirghizistan, dove sono giunti circa 250 osservatori dell’OSCE. Popolato da poco più di 5 milioni di persone, senza materie prime e pressoché agricolo, il piccolo Stato del Asia centrale si reca alle urne dopo una riforma elettorale che mira a garantire stabilità dopo due anni e mezzo di crisi politica. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:

     
    Dodici sono i partiti in lizza per i 90 posti in parlamento; 2,7 milioni gli aventi diritto. Si vota col sistema proporzionale. Avranno una rappresentanza le formazioni che supereranno la barriera del 5% e dello 0,5% in tutte le regioni. Quest’ultimo ostacolo, voluto per combattere i fortissimi localismi e le tradizionali divisioni in clan, è studiato con attenzione dagli osservatori dell’OSCE. In ottobre, il leader Kurmanbek Bakiev ha vinto il referendum sulla riforma elettorale ed ha sciolto per decreto il parlamento. La Kirghisia ospita due basi militari: una russa e l’altra statunitense. Cruciale è la sua posizione alle spalle della Cina. Malgrado la crescita del PIL oltre il 7% annuo, vere emergenze restano la disoccupazione ed i bassi salari. “Sono sicuro - ha detto il capo dello Stato al seggio - che avremo un parlamento diverso da quello del 2005”. Le opposizioni denunciano intimidazioni, in uno dei Paesi finora considerato tra i più “aperti” in Asia centrale. I sondaggi danno per favorito il partito pro-presidenziale Ak Sol. Per evitare brogli, agli elettori viene spruzzato sulle mani della vernice. Si temono scontri per le strade all’annuncio dei risultati.(Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

     
    Turchia, raid contro campi del PKK
    Nuovo raid aereo della Turchia sui campi del PKK nell’nord dell’Iraq. Il bombardamento cominciato questa notte ha provocato la morte di una donna ed il ferimento di altre due persone e ha visto impegnati più di 50 velivoli turchi. Si tratta della più estesa operazione militare compiuta finora da quando in novembre il parlamento di Ankara ha autorizzato operazioni oltre confine, per mettere fine alle azioni delle milizie curde che, dall'inizio dell'anno, hanno provocato la morte di oltre 200 militari. Il vicepremier turco, Cemil Cicek, ha dichiarato che ''nuovi raid potrebbero essere condotti, avendo sempre come unico obbiettivo le basi dei terroristi''.

    Iraq
    In Iraq, prosegue il faticoso processo di normalizzazione del Paese. Questa mattina si è tenuta la cerimonia per il passaggio da parte dei britannici al governo iracheno del controllo della provincia meridionale di Bassora, ricca di petrolio e fondamentale per l'economia irachena. Un contingente di circa 5000 soldati britannici resterà tuttavia di stanza presso l'aeroporto della città, ma sarà ridotto a 2.500 all'inizio dell'anno prossimo. Il governo iracheno sta poi pensando di rimettere in libertà centinaia di detenuti come parte di uno sforzo complessivo per procedere verso la riconciliazione tra sciiti e sunniti.

    Gaza
    Tre militanti di Hamas sono rimasti feriti questa mattina a seguito di un raid aereo israeliano nella striscia di Gaza. Una portavoce dell'esercito israeliano non ha né confermato né smentito l'attacco. Ieri, nella Striscia di Gaza più di 150 mila persone sono scese in strada per celebrare il ventesimo anniversario di Hamas. Nel corso dei festeggiamenti, i servizi di sicurezza del movimento integralista palestinese hanno rinvenuto una quindicina di mine pronte per l'uso ed arrestato due membri di al-Fatah scoperti in possesso di bombe.

    Israele
    Proseguono le pressioni di Israele per persuadere gli Stati Uniti che l’Iran stia sviluppando l’arma atomica. Questa mattina, un gruppo di funzionari dell'intelligence israeliana si è diretto in America con un’ampia documentazione che testimonierebbe gli scopi militari del programma nucleare di Teheran. Ieri sera, il ministro israeliano per la Sicurezza interna, Avi Dichter, aveva dichiarato che “Israele non è riuscito a convincere gli Stati Uniti che il programma nucleare iraniano pone un’immediata e grave minaccia”. Dichter aveva inoltre criticato il rapporto dell'intelligence USA secondo il quale l'Iran ha congelato i suoi progetti militari nucleari nel 2003, sostenendo che un “giudizio erroneo” americano potrebbe portare a un conflitto regionale.

    Sri Lanka
    Proseguono gli scontri a fuoco nello Sri Lanka settentrionale tra l'esercito regolare e le milizie delle Tigri Tamil. Nelle ultime 24 ore due separatisti sono stati uccisi dai militari in un villaggio del distretto di Vavuniya. Solo poche ore prima, i colpi d’artiglieria delle truppe governative avevano ucciso altri 30 miliziani al confine di una zona controllata dall'organizzazione ribelle che, da oltre 30 anni, combatte contro il governo centrale per creare uno Stato indipendente.

    Croazia
    A tre settimane dalle elezioni, il presidente della Repubblica croata, Stipe Mesic, ha incaricato Ivo Sanader di formare il nuovo governo. Sanader, capo della Comunità democratica croata (HDZ), principale formazione di centrodestra, ha ottenuto solo la maggioranza relativa dei seggi parlamentari, dovrà quindi formare una coalizione con il Partito dei contadini (Hss) e con i deputati delle minoranze etniche per garantirsi i numeri che gli consentano di governare quattro anni e di affrontare la storica conclusione dei negoziati per l’adesione del Paese all'Unione Europea e alla NATO.

    Spagna
    In Spagna, sale l’allarme “errorismo ETA” dopo che stanotte è esploso un ordigno davanti al tribunale civile di Sestao, nella provincia basca della Biscaglia, senza provocare vittime. L'esplosione è avvenuta dopo una telefonata da parte di un membro dell’organizzazione separatista basca che avvertiva dell'esistenza della bomba. L’attentato fa seguito al comunicato di venerdì con cui l’ETA rivendicava l'uccisione in Francia di due uomini della Guardia Civil e annunciava un attacco a tutte le forze dello stato spagnolo “ovunque si trovino”.

    Cecenia
    In Cecenia, quattro ribelli filoislamici sono stati uccisi questa notte nel corso di un'operazione della polizia a Grozny, la capitale del Paese. Secondo l’agenzia Interfax, anche un agente sarebbe morto nell'azione.

    Filippine
    L'esercito filippino ha fatto sapere di avere ucciso un alto esponente del fronte islamico Abu Sayyaf, il più conosciuto dei gruppi ribelli di matrice islamica attivo nel sud dell’arcipelago asiatico. Si tratta di Mobin Abdurajak, ricercato anche dagli Stati Uniti, per aver rapito, nel 2000, 21 persone dall'isola malese di Sipadan. La scorsa settimana, 14 membri della stessa organizzazione erano stati condannati all'ergastolo sempre per un rapimento di persone avvenuto in una zona turistica delle filippine nel 2001.


    Italia, finanziaria
    E’ sempre alta la tensione politica per gli sviluppi del caso Visco-Guardia di Finanza e per le polemiche tra Berlusconi e magistrati. Intanto, dopo l’approvazione da parte della Camera, la legge finanziaria torna domani al Senato per il terzo e definitivo esame. Il servizio di Giampiero Guadagni:


    Non mancano le novità nella Legge finanziaria così come è uscita dall’esame della Camera. Intanto, c’è un bonus di 1.200 euro, sotto forma di detrazioni, per le famiglie con più di quattro figli a carico. Inoltre, chi è in difficoltà per il pagamento delle rate del mutuo potrà ottenere una sospensione per due volte e per un periodo totale massimo di 18 mesi. Fa poi irruzione nella manovra la stretta attualità, con nuove risorse per il settore autotrasporto, dopo lo sciopero dei TIR della scorsa settimana che per giorni ha paralizzato l’Italia. Sciopero che continua ad avere effetti, con l’aumento dei prezzi, soprattutto dei prodotti alimentari, intorno al 30%. In proposito, la Finanziaria ha anche introdotto la figura del cosiddetto “Mister Prezzi”, un Garante che dovrà appunto verificare la legittima dei rincari di prezzi e tariffe. La manovra è criticata dall’opposizione, sia per il continuo ricorso al voto di fiducia sia per la mancanza di copertura di molti provvedimenti adottati. Berlusconi intanto accusa i magistrati napoletani di aver interrogato alla vigilia del voto sulla manovra alcuni senatori dissidenti della maggioranza, sul caso di presunta tentata corruzione proprio da parte dell’ex premier. Accuse gravi, afferma il centrosinistra. Berlusconi deve provare quel che dice, sostengono gli altri partiti del centrodestra. Compatti invece nel chiedere le dimissioni del ministro dell’Economia, Padoa-Schioppa, dopo che ieri il Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio ha accolto il ricorso del generale Speciale che contestava la legittimità della sua revoca a comandante della Guardia di Finanza. Revoca decisa dal governo in seguito alle accuse rivolte da Speciale al viceministro delle Finanze, Vincenzo Visco, di pressioni per l’avvicendamento di quattro ufficiali delle Fiamme Gialle. La rimozione di Speciale, secondo il TAR del Lazio, rivela un eccesso di potere da parte del Governo. Ma Padoa-Schioppa, che ieri sera ha riferito sulla vicenda a Montecitorio, non intende fare marcia indietro. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    Italia, nuova vittima alla Thyssen Kruppil
    Si aggrava il bilancio dell'incidente accaduto nella fabbrica torinese della Thyssen Kruppil il 6 dicembre scorso. Questa mattina è morto il quinto operaio, Rocco Marzo, 54 anni, che insieme con i colleghi della linea 5 era stato investito dall'olio bollente e infiammato. Ricoverato alle Molinette l'uomo nei giorni scorsi era stato sottoposto a due interventi chirurgici. Restano gravi invece le condizioni di altri due operai, entrambi ventiseienni, Giuseppe Demasi, ricoverato al CTO, e Rosario Rodinò, ricoverato al Centro Grandi Ustionati di Genova.



    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 350
     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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