Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 14/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare i simboli del consumismo: l'auspicio di Benedetto XVI alla delegazione della Val Badia, che ha donato l'abete natalizio al Vaticano
  • Altre udienze
  • La Chiesa ha bisogno della sua perenne Pentecoste: l’esortazione di padre Cantalamessa nella seconda predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, dedicata a Giovanni Battista
  • Il cordoglio di Benedetto XVI per l'attentato in Libano: "Il Paesi trovi il coraggio per camminare verso l'unità"
  • Proseguono i negoziati tra Israele e Santa Sede sull'attuazione dell'Accordo Fondamentale firmato nel 1993
  • La Chiesa ribadisce, in una Nota, la necessità dell'annuncio del Vangelo a tutte le genti evitando ogni relativismo religioso
  • Mons. Amato: la Nota indica l'urgenza della missione
  • Il commento di padre Lombardi al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede
  • La speranza cristiana al centro dell'incontro del Papa con gli universitari romani
  • La scolarizzazione al centro dei bisogni dei bambini: nelle parole di mons. Celestino Migliore all’ONU
  • Oggi in Primo Piano

  • "Dove mangiare, dormire, lavarsi". La guida di Sant'Egidio 2007 di aiuto ai poveri
  • Chiesa e Società

  • La Caritas italiana incrementa gli aiuti per l’emergenza in Bangladesh
  • Ucraina: visita del cardinale Kasper in occasione dell’inaugurazione del Centro ecumenico San Clemente
  • Dichiarazione di mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo: “La Chiesa cattolica difende i diritti di tutte le minoranze”
  • Giornata storica negli Stati Uniti: il New Jersey ha abolito la pena di morte
  • I vescovi USA appoggiano l’appello della Chiesa pakistana per il ritorno della democrazia nel Paese asiatico
  • L’arcivescovo di Lahore commenta la “Spe salvi” che invita i cristiani a farsi messaggeri di speranza nel mondo
  • La Croce Rossa Internazionale parla di “dignità negata” del popolo palestinese
  • Aumentano i pellegrini in Terra Santa
  • I vescovi brasiliani invitano i cristiani ad unirsi al “digiuno solidale” di mons. Luiz Flavio Cappio per il fiume Saõ Francisco
  • Movimenti europei in difesa della vita e della famiglia
  • In Croazia si è ridotto drasticamente il numero degli aborti grazie anche agli sforzi della Chiesa cattolica
  • Regno Unito: pillola anticoncezionale senza prescrizione. Per le associazioni cristiane è una risposta sbagliata al problema delle gravidanze indesiderate
  • Svezia: no della Chiesa alla equiparazione del matrimonio con le unioni civili e gay
  • Sydney 2008: il pellegrinaggio della croce e dell’icona mariana della GMG ha già percorso 31 mila chilometri
  • Il Paraguay piange la scomparsa di mons. Heriberto Vázquez, considerato “eroe” popolare nel Paese
  • La preoccupazione delle Chiese lombarde per l’apertura domenicale dei negozi
  • Concerto di Natale domani a Sant’Anna, in Vaticano, per aiutare i bambini del Perù
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Kosovo, l'Europa punta ad un ruolo di primo piano: la Serbia candidata per l'adesione all'UE
  • Il Papa e la Santa Sede



    Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare i simboli del consumismo: l'auspicio di Benedetto XVI alla delegazione della Val Badia, che ha donato l'abete natalizio al Vaticano

    ◊   L’albero di Natale come segno della vita e della religiosità popolare, ovvero come simbolo da custodire in una società che tende invece verso i simboli del consumismo. Su questo pensiero, Benedetto XVI ha imperniato il suo discorso alla delegazione della Val Badia, la verdeggiante zona del Trentino-Alto Adige dalla quale proviene il monumentale abete natalizio, che oggi pomeriggio verrà inaugurato in Piazza San Pietro. Il Papa ha accolto in udienza il governatore dell’Alto Adige e il sindaco di San Martino in Badia, accompagnati da un gruppo di abitanti della zona. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    (canto)

     
    Dai boschi della Gran Ega, “stupenda conca soleggiata” ai piedi delle Dolomiti, al centro del colonnato marmoreo più famoso del mondo. E’ il percorso compiuto dall’enorme abete di 26 metri, e del peso di tre tonnellate, installato da qualche giorno in Piazza San Pietro e che tra circa due ore farà brillare all’intorno le luci delle sue duemila decorazioni. Benedetto XVI ha avuto parole di grande apprezzamento e di gratitudine per i valligiani delle cinque comunità altoatesine, mobilitatesi per questo dono al Pontefice. Giunti in Vaticano abbigliati nei loro costumi folkloristici, i membri della delegazione hanno portato al Papa anche l’omaggio della musica dei prodotti locali. E il Pontefice, nel ringraziarne la grande generosità, ha messo in luce il significato spirituale che l’albero di Natale porta sempre con sé:

     
    “Questo vetusto abete, tagliato senza recare danno alla vita del bosco, adeguatamente addobbato, resterà accanto al Presepe fino al termine delle festività natalizie per essere ammirato dai numerosi pellegrini che da ogni parte del mondo giungeranno, nei prossimi giorni, in Vaticano. Significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con le sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore, l’abete è pure simbolo della religiosità popolare della vostra Vallata che si esprime in modo particolare nelle processioni”.
     
    Spero che questa bella iniziativa - ha proseguito Benedetto XVI, parlando in tedesco e in italiano - “riesca a risvegliare, tra i cristiani della Val Badia, il desiderio di testimoniare i valori della vita, dell’amore e della pace, che la festa della natività di Gesù richiama alla nostra memoria, anno dopo anno”. Nel porgere quindi gli auguri per le prossime feste di Natale, il Papa ha concluso con un nuovo auspicio:
     
    “Cari amici, l’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio spirituale delle nostre comunità. E’ un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali. Natale è festa cristiana e i suoi simboli – tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato di doni - costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Gesù, che la liturgia del tempo dell’Avvento e del Natale costantemente rievoca. Il Creatore dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere il nostro umano cammino (...) Predisponiamoci pertanto ad accoglierlo con fede animata da salda speranza”.

    (canto)

    inizio pagina

    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, e un altro gruppo di presuli della Conferenza episcopale del Giappone, in visita "ad Limina”.

    inizio pagina

    La Chiesa ha bisogno della sua perenne Pentecoste: l’esortazione di padre Cantalamessa nella seconda predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, dedicata a Giovanni Battista

    ◊   La missione di Giovanni Battista e la necessità di una perenne Pentecoste per la Chiesa sono stati i temi chiave della seconda predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, svolta in Vaticano dal predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Il religioso ha sottolineato che il confronto tra il Battista e Gesù si comprende nel confronto tra il battesimo d’acqua e il battesimo di Spirito. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Una riflessione su Gesù e il Battista è “il modo migliore per metterci in sintonia con la liturgia dell’Avvento”: è quanto sottolineato da padre Raniero Cantalamessa che ha dedicato la prima parte della sua predica proprio alla figura e al messaggio del Precursore che annuncia il compimento della “svolta epocale”:

     
    “Tra la missione di Giovanni Battista e quella di Gesú è avvenuto qualcosa di così decisivo da costituire uno spartiacque tra due epoche. Il baricentro della storia si è spostato: la cosa più importante non è più in un futuro più o meno imminente, ma è 'ora e qui', nel regno che è già operante nella persona di Cristo”.
     
    “Con Gesù – è stata la riflessione di padre Cantalamessa – è scoccata l’ora decisiva della storia, davanti a Lui si impone la decisione dalla quale dipende la salvezza”. D’altro canto, ha aggiunto, “l’elemento grande, nuovo ed eccitante proviene proprio da Gesù”. Nella “fede e nella vita della comunità esso viene dispiegato, ma non creato”. Anzi, questa comunità “non si sarebbe neppure formata e non sarebbe sopravvissuta se non fosse stata preceduta da una realtà straordinaria”. Il Precursore, ha avvertito, “non è uno che annuncia una salvezza futura; egli indica uno che è presente”:
     
    “Con le parole: 'In mezzo a voi c'è uno che voi non conoscete!' (Gv 1,26), Giovanni Battista ha inaugurato la nuova profezia, quella del tempo della Chiesa, che non consiste nell'annunciare una salvezza futura e lontana, ma nel rivelare la presenza nascosta di Cristo nel mondo”.
     
    Al tempo di Giovanni, ha affermato, “lo scandalo derivava dal corpo fisico di Gesù, dalla sua carne così simile alla nostra, eccetto il peccato”.

     
    “Anche oggi è il suo corpo, la sua carne a fare difficoltà e a scandalizzare: il suo corpo mistico, così simile al resto dell'umanità, non escluso, ahimé, neppure il peccato”.
     
    Gesù, ha proseguito, “occupa il centro del tempo”, giacché con la sua venuta “ha diviso la storia in due parti”. Oggigiorno, ha rilevato il religioso, specie nella stampa laica sta diventando prassi abbandonare il modo tradizionale di datare gli eventi “avanti Cristo” e “dopo Cristo”:

     
    “È una scelta motivata dal desiderio di non urtare la sensibilità di popoli di altre religioni che usano la cronologia cristiana; in tal senso va rispettata, ma per i cristiani resta indiscusso il ruolo 'discriminante' della venuta di Cristo per la storia religiosa dell’umanità”.
     
    Giovanni Battista, ha proseguito, ci insegna che “per essere profeti non occorre una grande dottrina”. Egli “non è un grande teologo, ha una cristologia povera e rudimentale”. Eppure, con “immagini semplicissime” riesce a far sentire “la grandezza e l’unicità di Cristo”. Padre Cantalamessa ha così rivolto il pensiero al confronto tra il Battista e Gesù. Un confronto, ha evidenziato, che si cristallizza, nel Nuovo Testamento, “nel confronto tra il battesimo di acqua e il battesimo di Spirito”. L’espressione “battezzare nello Spirito”, ha spiegato, definisce l’opera essenziale del Messia, “orientata a rigenerare l’umanità mediante una grande e universale effusione dello Spirito di Dio”. Quindi, ha ricordato che quest’anno ricorre il 40.mo anniversario della nascita del Rinnovamento carismatico nella Chiesa Cattolica. Padre Cantalamessa ha citato il pensiero di una persona che partecipò al primo ritiro, nel 1967:

     
    “La nostra fede è diventata viva; il nostro credere è diventato una sorta di conoscere. Improvvisamente, il soprannaturale è diventato più reale del naturale. In breve, Gesù è una persona viva per noi”.

     
    Sono queste, ha detto il predicatore pontificio, le cose di cui più ha bisogno oggi la Chiesa “per annunciare il Vangelo a un mondo divenuto refrattario alla fede e al soprannaturale”. Tutti, è stata la sua esortazione, “siamo chiamati a non rimanere al di fuori di questa “corrente di grazia” che attraversa la Chiesa del dopo Concilio:

     
    “Giovanni XXIII parlò, a suo tempo, di 'una novella Pentecoste'; Paolo VI è andato oltre e ha parlato di 'una perenne Pentecoste', di una Pentecoste continua”.
     
    La Chiesa “ha bisogno della sua perenne Pentecoste”, affermava Papa Montini. E padre Cantalamessa ha aggiunto che lo Spirito Santo è “specialista soprattutto delle malattie del matrimonio e della famiglia che sono i grandi malati di oggi”:

     
    “Lo Spirito Santo può fare davvero della famiglia, 'la principale agenzia di pace', come la definisce il Santo Padre nel messaggio per la prossima giornata mondiale della pace. Ci sono esempi numerosi di matrimoni morti, risuscitati a nuova vita dall’azione dello Spirito”.
     
    Dove arriva lo Spirito Santo, ha concluso padre Cantalamessa, “rinasce la capacità di farsi dono e con essa la gioia e la bellezza di vivere insieme per gli sposi”. L’amore di Dio che egli “effonde nei nostri cuori” ravviva ogni altra espressione di amore e in primo luogo quello coniugale.

    inizio pagina

    Il cordoglio di Benedetto XVI per l'attentato in Libano: "Il Paesi trovi il coraggio per camminare verso l'unità"

    ◊   Nel giorno in cui il Libano celebra il lutto nazionale per la morte violenta del generale Francesco El Hajj - assassinato due giorni fa da un’autobomba - Benedetto XVI si unisce con “costernazione” al cordoglio del Paese. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e indirizzato al cardinale Nasrallah Sfeir, patriarca maronita d’Antiochia, il Papa esprime la propria “amorevole cura” e la “profonda comunione” per la “prova che ancora una volta ha colpito il Libano in questi frangenti difficili e delicati per il futuro del Paese”.

    Affidando le vittime alla misericordia divina e pregando per le loro famiglie e i molti feriti di “questo atto di violenza ingiustificabile”, Benedetto XVI - prosegue il telegramma - invoca per i responsabili della vita pubblica libanese “la forza interiore e il coraggio di trovare al di là di interessi particolari la strada verso l'unità e la riconciliazione”. Che il Paese – è l’auspicio finale del Papa - “possa progredire nella pace e nella stabilità, essendo per tutti un ‘Messaggio’ di fratellanza e di amicizia”.

    inizio pagina

    Proseguono i negoziati tra Israele e Santa Sede sull'attuazione dell'Accordo Fondamentale firmato nel 1993

    ◊   Si è concluso ieri, nella sede del Ministero degli esteri israeliano a Gerusalemme, la programmata riunione Plenaria della Commissione bilaterale permanente fra Santa Sede e lo Stato d’Israele. In un comunicato congiunto pubblicato alla fine dell’incontro, si è precisato che il raduno aveva “lo scopo di far progredire i negoziati su uno degli aspetti dell’Accordo Fondamentale fra Santa Sede e Israele”, firmato nel lontano 30 dicembre 1993. La delegazione della Santa Sede era guidata da mons. Pietro Parolin mentre quella israeliana, dal direttore generale del Ministero israeliano degli esteri, Aaron Abramovich. Il servizio di Roberto Piermarini:


    Il comunicato afferma che “le delegazioni si sono incontrate in un’atmosfera di cordialità, mutua comprensione e buona volontà” e che i negoziati proseguiranno. “Le due delegazioni – si dice nel testo – hanno espresso la loro determinazione ad accelerare il loro lavoro per giungere a ulteriori progressi nei prossimi mesi e concludere l’Accordo quanto prima possibile”. Il comunicato dichiara anche che “la prossima riunione Plenaria si terrà in Vaticano nel maggio 2008”, con la speranza che in quella occasione si possa arrivare a risultati concreti. Prima della Plenaria di ieri, vi era stato un incontro di lavoro mercoledì scorso, per “continuare i negoziati sull' 'Accordo economico' riguardante questioni fiscali e di proprietà”. Mons. Antonio Franco, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e Palestina, commentando all’agenzia Sir le conclusioni della Plenaria, ha affermato che “non ci sono state novità. La cosa importante è che si sta portando avanti il lavoro con impegno da ambo le parti. C’è la volontà decisa di giungere ad una soluzione condivisa. Questo in discussione – ha spiegato mons. Franco – non è semplicemente un Accordo tra Stato di Israele e Santa Sede ma riguarda la Chiesa di Terra Santa. Si sta lavorando infatti anche a livello di Chiesa locale esaminando i problemi che la coinvolgono. Tutto questo richiede il suo tempo di studio e chiarimento”. Tra le decisioni assunte nel corso dei lavori anche quella di “riattivare il gruppo di lavoro sulle proprietà individuali della Chiesa, che per vari motivi le sono state tolte o utilizzate per altri scopi, e si sta cercando di riaverle. Il Cenacolo è una di queste ma merita un discorso a parte”. “Questo gruppo di lavoro – ha spiegato il nunzio - nel gennaio 2007 aveva fatto la sua relazione alla Commissione e non si era più riunito. Adesso potrà lavorare di nuovo per portare avanti lo studio dei problemi e trovare una soluzione”. Circa la questione del mancato rinnovo o rilascio dei visti da parte di Israele per molti sacerdoti, religiosi o suore per “motivi di sicurezza”, mons. Franco ha dichiarato che “se ne è parlato e ci si sta lavorando. Abbiamo avuto assicurazione che si sta cercando di risolvere i problemi, che sono anche di altro genere e riguardano anche altri Paesi”.

    inizio pagina

    La Chiesa ribadisce, in una Nota, la necessità dell'annuncio del Vangelo a tutte le genti evitando ogni relativismo religioso

    ◊   E’ stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede una “Nota dottrinale” della Congregazione per la Dottrina della Fede “su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”. Il documento, approvato da Benedetto XVI, ribadisce la necessità dell’annuncio del Vangelo a tutte le genti, evitando i rischi del relativismo e dell’indifferentismo religioso: ad illustrarlo, il cardinale prefetto del dicastero, William Joseph Levada, assieme al segretario, l’arcivescovo Angelo Amato. Presenti anche il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, e il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il servizio di Sergio Centofanti:


    “L’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all’intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l’amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo”: la Nota cita queste parole di Benedetto XVI per riaffermare, nel pieno rispetto della libertà religiosa, il diritto di ogni persona a conoscere la verità che salva e il diritto ma anche il dovere di annunciarla che spetta ad ogni credente. Il documento parla di “una crescente confusione che induce molti” a non seguire “il comando missionario del Signore”, come se fosse “un attentato alla libertà altrui” o “un atteggiamento d’intolleranza”. Per alcuni sarebbe sufficiente offrire una testimonianza di carattere sociale o basterebbe “aiutare gli uomini a essere più uomini o più fedeli alla propria religione”: si ribadisce invece che “la Chiesa … è necessaria alla salvezza”, verità che non si contrappone al fatto che Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati”. Infatti, “sebbene i non cristiani possano salvarsi mediante la grazia che Dio dona attraverso ‘vie a Lui note’ la Chiesa non può non tener conto del fatto che ad essi manca un grandissimo bene in questo mondo: conoscere il vero volto di Dio e l’amicizia con Gesù Cristo” e che “vivere nell’oscurità, senza la verità circa le ultime questioni, è un male, spesso all’origine di sofferenze e di schiavitù talvolta drammatiche”.

    Oggi – rileva la Nota – “la legittima pluralità di posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato pluralismo, fondato sull’assunto che tutte le posizioni si equivalgono”. Inoltre “il rispetto per la libertà religiosa e la sua promozione non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene”. D’altronde si sottolinea che la libertà religiosa è “un diritto che purtroppo, in alcune parti del mondo, non è ancora legalmente riconosciuto ed in altre non è rispettato nei fatti”.

     
    Sul fronte ecumenico la Nota esorta alla collaborazione con le altre confessioni cristiane nel rispetto per la loro tradizione ma escludendo ogni forma di “confusionismo”. Si tratta di promuovere “un dialogo rispettoso della carità e della verità”: atteggiamento che non esime “dalla responsabilità di annunciare in pienezza la fede cattolica agli altri cristiani” senza per questo cadere nell’accusa di proselitismo.

     
    La Chiesa – afferma il documento – non mira ad alcun potere: desidera semplicemente, su mandato del Signore, che tutti gli uomini “abbiano la pienezza della verità e dei mezzi di salvezza per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”.

    inizio pagina

    Mons. Amato: la Nota indica l'urgenza della missione

    ◊   Sugli obiettivi della Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede ascoltiamo l’arcivescovo Angelo Amato, segretario del dicastero, al microfono di Giovanni Peduto:
     
    R. - In realtà la finalità di questo documento è proprio quella di riscoprire la missione e di rimotivare l’urgenza e la necessità della evangelizzazione di tutti i popoli. Il magistero pontificio ha più volte ripetuto che dopo duemila anni di cristianesimo la missio ad gentes è ancora ai suoi inizi. La Chiesa quindi è chiamata al suo compito primordiale: annunciare la buona novella della salvezza in Cristo a tutta l’umanità. Diceva San Paolo: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1Cor 9,16).

     
    D. - Ci sono delle difficoltà al riguardo?

     
    R. - Si tratta piuttosto di confusione, presente anche negli stessi istituti missionari.

     
    D. - Di che si tratta?

     
    R. - Spesso e a torto, si ritiene che l’evangelizzazione sia un limite posto alla libertà altrui. Sarebbe sufficiente esporre le proprie idee senza l’invito alla conversione a Cristo e senza il battesimo. In concreto quindi si disattende l’evangelizzazione per impegnarsi nella sola promozione umana e in concreto nell’apostolato per la giustizia, la pace, la solidarietà. Anzi, si arriva anche a sostenere che non si dovrebbe annunciare Cristo a chi non lo conosce né favorire l’adesione alla Chiesa con il battesimo, poiché la salvezza sarebbe disponibile nella stessa misura anche fuori della Chiesa, nelle varie religioni del mondo. Quindi niente annuncio di Cristo, niente invito alla conversione, niente battesimo, niente Chiesa. Solo impegno nel sociale.

     
    D. - Sembra una situazione piuttosto grave. Quali sono le cause?

     
    R. - Le cause sono di indole teorica. Si è introdotta nella teoria, e poi anche nella prassi di non poche istituzioni, l’idea del pluralismo religioso non solo di fatto ma di diritto, con la conseguente affermazione del relativismo religioso: ogni religione porterebbe alla salvezza allo stesso modo del Cristianesimo. Di qui il raffreddamento dello spirito missionario fino alla sua estinzione.

     
    D. - Si tratta di un fenomeno recente?

     
    R. - Non del tutto. Già nel 1990 Giovanni Paolo II aveva parlato dell’urgenza dell’annuncio di Cristo come salvatore dell’umanità intera e della necessità della Chiesa come sacramento universale di salvezza. Nel 2000 la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede aveva rilevato gli errori della teologia pluralistica delle religioni nella nota dichiarazione Dominus Iesus, che aveva riaffermato l’universalità della rivelazione cristiana, l’unicità e l’universalità salvifica del mistero dell’incarnazione e l’universalità salvifica della Chiesa.

     
    D. - Come la Nota fa fronte a questo insieme di difficoltà?

     
    R. - Mediante una triplice considerazione: antropologica, ecclesiologica ed ecumenica. Da un punto di vista antropologico la Nota ribadisce tre concetti: la libertà di ogni persona umana nelle sue scelte religiose; la sua capacità di ricercare e di accogliere liberamente il bene e la verità; il suo diritto a condividere con altri i propri beni non solo materiali ma anche spirituali: «è proprio dell’uomo il desiderio di rendere partecipi gli altri dei propri beni» (n. 7). La piena adesione a Cristo e alla sua Verità non diminuisce ma esalta la libertà umana protendendola verso il suo compimento.

     
    D. - Quali sono le implicanze ecclesiologiche alle quali accenna la Nota?

     
    R. - La Chiesa fin dall’inizio è stata chiamata da Gesù alla conversione e, a sua volta, ha chiamato le genti alla conversione al Vangelo, come espressione della vita nuova in Cristo. L’incorporazione alla Chiesa non è l’estensione di un gruppo di potere, ma l’ingresso libero nella rete di amicizia con Cristo. Si tratta di un dono di comunione nella carità. Il dilatarsi della Chiesa nella storia non è altro che un servizio alla presenza di Dio nella storia e uno strumento di autentica umanizzazione dell’uomo e del mondo. Chi annuncia il Vangelo diventa ambasciatore di Cristo, della sua verità e della sua salvezza.

     
    D. - Cosa dice delle implicanze ecumeniche?

     R. - La Nota chiarisce un equivoco. Nelle regioni a maggioranza cattolica vige una grande libertà di culto e di azione per i non cattolici. Spesso non c’è una adeguata reciprocità, nel senso che la cura dei cattolici, da parte di sacerdoti e di vescovi, in territori a grande maggioranza non cattolica, viene considerata proselitismo. La Nota riafferma l’urgenza e il rispetto della libertà religiosa di ogni persona umana, anche per chi vuole accedere alla Chiesa cattolica: «se un cristiano non cattolico, per ragioni di coscienza e convinto della verità cattolica, chiede di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica, ciò va rispettato come opera dello Spirito Santo e come espressione della libertà di coscienza e di religione» (n. 12). Non si tratta quindi di proselitismo ma di rispetto della dignità della persona e di rispetto delle sue scelte religiose. Niente si impone con la forza, ma nella totale gratuità della condivisione di un dono.

    inizio pagina

    Il commento di padre Lombardi al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede

    ◊   Sulla Nota dottrinale ascoltiamo il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:

     
    “Guai a me se non predicassi il Vangelo!”. Queste parole forti di San Paolo continuano a risonare anche oggi nel cuore di ogni vero credente, stupefatto e conquistato dall’amore di Cristo per lui e desideroso di comunicare il dono ricevuto. E’ una conseguenza naturale della fede cristiana, una offerta appassionata di ciò che di più grande e bello si può avere nella vita e che non si vuole egoisticamente conservare solo per sé. Una offerta appunto, non una imposizione o una costrizione, una offerta fatta in libertà e alla libertà, fatta per amore, amore di Cristo e degli altri. E l’amore c’è solo dove c’è libertà.

     
    E’ questo il senso della Nota sulla evangelizzazione pubblicata dalla Congregazione per la dottrina della Fede, firmata dal Papa – non a caso – il 3 dicembre, festa di San Francesco Saverio, il più grande missionario dell’epoca moderna.

     
    La Nota vuole liberarci da un atteggiamento di ingiustificata timidezza, come se l’annuncio del Vangelo fosse una interferenza indiscreta nella vita di altri, come se fosse indifferente per l’esistenza conoscere o no Gesù Cristo. No, non è indifferente, né per noi né per gli altri, e infatti se il nostro annuncio dev’essere credibile non sarà un annuncio solo a parole, ma anche con la testimonianza della vita, diciamo pure con la santità della vita. Questa passione dell’annuncio per amore di Cristo non è certo esclusiva dei cattolici, ma di tutti i veri cristiani, ed è quindi una delle spinte più forti del desiderio profondo dell’unione fra tutti i cristiani.

    Ci è stato offerto un bel documento in questo tempo di Avvento. Anche noi dobbiamo preparare le vie per la venuta del Signore.

    inizio pagina

    La speranza cristiana al centro dell'incontro del Papa con gli universitari romani

    ◊   Senza etica, scienza e politica possono essere usate contro l’uomo. E' quanto ha detto il Papa ieri agli oltre 10mila studenti universitari di Roma riunitisi nella Basilica Vaticana per la tradizionale celebrazione in preparazione al Natale, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Benedetto XVI ha quindi sottolineato ai ragazzi il forte messaggio della sua Enciclica "Spe salvi", salvati nella speranza. Francesca Sabatinelli:

    L’appuntamento di ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana con gli universitari romani è stato il momento per il Papa di affidare ai giovani due riflessioni, partendo anche dalla sua ultima Enciclica "Spe salvi", idealmente consegnata da Benedetto XVI agli studenti, invitati ad un confronto sulla speranza, “tema particolarmente congeniale ai giovani”, ha precisato il Santo Padre. La svolta epocale vissuta dall’Europa, ha detto agli studenti, ha facilitato una mentalità che vede il progresso umano quale opera della scienza e della tecnica, lasciando alla fede solo la salvezza dell’anima. Nel momento in cui le due grandi idee-forza della modernità, ragione e libertà, si sono come sganciate da Dio per diventare autonome e cooperare alla costruzione del regno dell’uomo contrapposto a quello di Dio, si è diffusa una concezione materialista, alimentata dalla speranza che, cambiando le strutture economiche e politiche, si possa dar vita finalmente ad una società giusta, regno di pace, libertà e uguaglianza. Un processo che seppur non privo di valori e di ragioni storiche, spiega Benedetto XVI, contiene però un errore di fondo:

     
    “L’uomo, infatti, non è solo il prodotto di determinate condizioni economiche o sociali; il progresso tecnico non coincide con la crescita morale delle persone, anzi, senza principi etici la scienza, la tecnica e la politica possono essere usate – come è avvenuto e come tuttora purtroppo avviene – non per il bene ma per il male dei singoli e dell’umanità”.

     
    Il Papa ha poi ribadito ai giovani l’importanza del cammino della formazione spirituale, soprattutto a quei 150 ragazzi presentati come candidati alla cresima, che riceveranno nella prossima veglia di Pentecoste. Possa Maria, è la speranza del Papa, fare di voi stessi un sì libero e pieno a Dio:
     
    “Volgete lo sguardo alla Vergine Maria e dal suo 'sì' apprendete a pronunciare anche voi il vostro 'sì' alla chiamata divina”.

     
    Il significato profondo della "Spe salvi" è stato ribadito anche dal cardinale vicario Camillo Ruini durante l’Omelia. L’enciclica, ha detto il porporato, prende in esame la sostituzione della speranza in Cristo con un’altra speranza, basata sulla scienza, sulla tecnica e sulla politica. Per il cardinale Ruini, il nostro è un tempo di nichilismo. La grande sfida per i credenti, ha concluso, è ridare sangue e carne alla speranza cristiana, unica in grado di orientare e indirizzare il divenire storico verso la dignità dell’uomo radicata nella dignità di Dio.

    inizio pagina

    La scolarizzazione al centro dei bisogni dei bambini: nelle parole di mons. Celestino Migliore all’ONU

    ◊   La scolarizzazione è al cuore dello sviluppo di ogni bambino: lo ha ribadito mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, ieri a New York alla 62esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    “La povertà cronica rimane il più grande ostacolo per la soddisfazione dei bisogni dei bambini”: lo ribadisce mons. Migliore sottolineando che è importante “aiutare i minori che lavorano con percorsi di scolarizzazione che possano renderli in grado di spezzare il cerchio dell’estrema povertà e far crescere in loro la consapevolezza del loro valore e della loro dignità”. La scolarizzazione di base resta un punto fondamentale, dunque, così come l’obiettivo di integrare tutti i minori nel sistema scolastico, tanto che mons. Migliore aggiunge “in ogni modo possibile”. Il punto in definitiva è che dopo la Convenzione internazionale sui minori del 1989 e dopo il rilancio nel 2002, un mondo fatto su misura di bambino deve ancora diventare realtà. In particolare nel 2002 – ricorda mons. Migliore – si riaffermava che “la famiglia è l’unità basilare della società”. In virtù di questa convinzione e della certezza che “la scolarizzazione è al cuore dello sviluppo di ogni bambino” la Chiesa cattolica gestisce oltre 250.000 scuole in tutti i continenti con 3 milioni e mezzo di insegnanti per 42 milioni di studenti. E - sottolinea ancora l’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU –molte di queste scuole sono proprio nelle zone più difficili, dove il diritto alla formazione è una scommessa: villaggi remoti, zone di conflitto, campi profughi, zone urbane degradate. Dove anche le condizioni sanitarie sono una scommessa. E mons. Migliore ricorda il dramma dell’HIV e altre malattie che uccidono, come la malaria e la tubercolosi. Ricorda anche che recentemente il segretario generale delle Nazioni Unite ha ribadito il diritto di tutti ad accettabili condizioni sanitarie.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    "Dove mangiare, dormire, lavarsi". La guida di Sant'Egidio 2007 di aiuto ai poveri

    ◊   Immigrati che vivono in situazioni di emarginazione, ma anche italiani che non riescono a far quadrare i conti alla fine del mese: sono circa sette milioni le persone in Italia che vivono in condizioni di povertà relativa. I dati sulla povertà in Italia, ed in particolare a Roma, sono stati diffusi mercoledì scorso dalla Comunità di Sant’Egidio. Nel corso di una conferenza stampa, presso il Palazzo della Provincia di Roma, è stata presentata anche la diciottesima edizione della guida "Dove mangiare, dormire , lavarsi" 2007. Sulla situazione emersa, Marco Ravalico ha sentito Mario Marazziti, portavoce della comunità:

    R. – Aumenta la fragilità delle persone comuni. Ci sono, infatti, coloro a cui manca una settimana per arrivare alla fine del mese, perché i costi per mangiare e pagare l’affitto incidono dal 50 al 70 per cento. Questo è il problema che riguarda gli italiani comuni. Il ritratto è quello di un anziano solo oppure di una famiglia numerosa, soprattutto al sud, dove questa povertà è molto più intensa e molto più acuta. Quindi, il bene primario – i figli – invece di essere come sono, il futuro e l’unica possibilità di sviluppo, in questo momento sono ancora, quasi, una maledizione.

     
    D. – Quanti sono questi poveri?

     
    R. – Sette milioni, quelli che hanno meno della metà di quello di cui dispone un italiano medio. Noi abbiamo poi l’altra faccia della povertà: la povertà estrema. La povertà estrema è fatta da chi comincia a vivere nelle abitazioni di fortuna, perché il problema casa è immenso, e sono soprattutto immigrati, italiani sfrattati, usciti dal carcere o che hanno perduto il lavoro. Questo fenomeno dei “baraccamenti di ritorno” è la faccia più visibile e denuncia un problema grave: la politica della casa in Italia, da 20, 25 anni, sostanzialmente è ferma.

     
    D. – Quali servizi vengono offerti dalla città di Roma e dalla vostra comunità in tutta Italia, anche attraverso la guida?

     
    R. – La guida "Dove mangiare, dormire, lavarsi" che tanti chiamano la piccola guida "Michelin dei poveri", in realtà contiene un ritratto fantastico della città di Roma: più di 500 indirizzi, sia dell’amministrazione pubblica, ma anche di quella solidarietà che è la storia di Roma ed è il presente di Roma, quest’anima che ha tante radici evangeliche. Piccoli gruppi che fanno cose straordinarie. Tutto questo rende Roma una città ancora accogliente, sebbene anche qui abbiamo avuto fenomeni di indurimento: la ricerca di capri espiatori, i pogrom, gli attacchi con le molotov ai campi nomadi. Anche Roma comincia a vedere segni di questo infragilimento del Paese, che è anche una grande spinta di egoismo.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    La Caritas italiana incrementa gli aiuti per l’emergenza in Bangladesh

    ◊   La Caritas italiana ha stanziato altri 200 mila euro per aiutare la popolazione del Bangladesh, colpito il 15 novembre scorso dal ciclone Sidr che ha devastato le coste del Paese, uccidendo oltre 3.300 persone. La decisione – riporta l’agenzia Sir - è emersa al termine della missione in loco di una delegazione Caritas, assieme ad alcuni media cattolici. Caritas italiana aveva già stanziato i primi 200 mila euro appena accaduta la catastrofe, cifra che rientra nei 4 milioni e 100mila euro già arrivati a Caritas Bangladesh da 20 Caritas nazionali che hanno raccolto l’appello globale lanciato da Caritas internationalis. “La raccolta sta andando bene – ha spiegato al SIR Danilo Feliciangeli, dell'Ufficio Asia di Caritas italiana - ma servono ancora soldi per la prevenzione, ricostruzione e riabilitazione delle attività economiche”. L’obiettivo principale è quello di costruire rifugi adeguati, costruiti su un piano sopraelevato in cemento armato a forma di cuneo per smorzare l'impatto del vento. Si tratta di locali, che, in situazioni di emergenza possono ospitare circa 1.500/2.000 persone in piedi. Nei periodi di normalità possono essere usati dalle comunità per iniziative varie. Al termine della missione, Feliciangeli giudica positivamente il lavoro svolto finora da Caritas Bangladesh, che è stata “efficiente e velocissima negli interventi”. Tuttavia – aggiunge - il problema del Bangladesh è che i danni del ciclone hanno inciso su una situazione di forte povertà già esistente, peggiorandola”. Secondo dati forniti da Caritas Bangladesh le persone sotto la soglia della povertà sono il 36%, mentre il reddito medio annuo pro capite è di 470 dollari. “L’assistenza nelle emergenze non è sufficiente – aggiunge Feliciangeli - perciò bisogna lavorare molto sullo sviluppo. La maggiore carenza è quella abitativa, perché se le case sono ricostruite in lamiera e legno ogni volta che c'è una catastrofe si rischia di distruggere tutto il lavoro precedente”. In questo quadro Caritas Bangladesh, come spiega il direttore Benedict Alo di Rosario, sta studiando programmi di abitazioni “low cost”, con “base in cemento, pilastri in acciaio e telaio rigido, con almeno un metro in muratura per ripararsi dalle alluvioni”. In particolare il programma, fino al 2009, mira alla ricostruzione di 9.100 case. (E. B.)

    inizio pagina

    Ucraina: visita del cardinale Kasper in occasione dell’inaugurazione del Centro ecumenico San Clemente

    ◊   L’inaugurazione del centro ecumenico “San Clemente: Communio e dialogo di culture”, realizzato insieme dalla Chiesa greco-cattolica ucraina e dall’arcidiocesi ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, ha segnato una svolta decisiva nei rapporti fra cattolici e ortodossi, ufficializzato dalla visita del cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Secondo quanto riporta l’Osservatore Romano, alla cerimonia di apertura hanno partecipato il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, il metropolita moscovita Vladimir di Kiev e il Nunzio apostolico, monsignor Ivan Jurkovič. Il cardinale Kasper ha incontrato il metropolita Vladimir nel monastero delle grotte di Kiev, simbolo storico della Chiesa unica ed indivisa e, successivamente, ha ricevuto dall’accademia di Kiyevo-Mogilanska il dottorato honoris causa e ha tenuto la sua lezione sul tema “La Chiesa sulla via della piena comunione”. L’accademia di Kiyevo-Mogilanska rappresenta uno dei più antichi centri della cultura ortodossa ora appartenente allo Stato. Il viaggio a Kiev del cardinale ha proseguito con la presentazione del suo libro “Vademecum di spiritualità ecumenica”, tradotto in lingua ucraina e si è concluso con la celebrazione del quindicesimo anniversario dell’istituto teologico domenicano “San Tommaso d’Aquino”. (C.C.)

    inizio pagina

    Dichiarazione di mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo: “La Chiesa cattolica difende i diritti di tutte le minoranze”

    ◊   “Dobbiamo sentirci tutti un po’ colpevoli, soprattutto quelli che avrebbero potuto fermare in tempo la macchina dell’odio e della guerra che ha prodotto solo morte”, ma ora che “il popolo kosovaro sta realizzando il suo diritto di essere libero e di prendere in mano il suo avvenire”, la Chiesa cattolica, “come ha saputo difendere in passato i diritti degli albanesi, continuerà anche in futuro a difendere i diritti dei serbi e delle altre minoranze presenti nel nuovo Stato del Kosovo”. Lo ha dichiarato all’agenzia Sir mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo, dopo il fallimento delle trattative fra le parti sul futuro assetto del Kosovo. Mons. Dode Gjergji richiama la “grande attenzione” con cui “la Chiesa cattolica ha seguito, passo dopo passo, gli avvenimenti sociali e politici nei Balcani, soprattutto negli ultimi due decenni, quando i popoli, uniti nella Federazione comunista contro la loro volontà, volevano liberarsi da questa unità imposta e unirsi ai popoli liberi dell’Ue”. “La dichiarazione unilaterale di indipendenza del popolo kosovaro – prosegue mons. Dode Gjergji - è sempre stata vista negativamente dalla Serbia e dalle istituzioni internazionali, che non hanno saputo risolvere la questione in modo pacifico, non riconoscendo che la responsabilità di questa tragedia non è attribuibile solo al popolo kosovaro ma a tutta la comunità internazionale”. “Ora che la maggioranza dei popoli liberi sembra pronta a riconoscere questo diritto ai cittadini del Kosovo - conclude mons. Dode Gjergji – la Chiesa cattolica sta pregando affinché questa situazione si risolva in modo pacifico e nel rispetto reciproco”. (C. C.)

    inizio pagina

    Giornata storica negli Stati Uniti: il New Jersey ha abolito la pena di morte

    ◊   Il New Jersey ha votato l’abolizione delle esecuzioni diventando il primo stato americano ad approvare un provvedimento del genere da quando nel 1976 la Corte Suprema autorizzò la ripresa delle esecuzioni. La decisione, da parte della Camera, dopo che la misura era già stata approvata lunedì dal Senato. In questo modo otto detenuti nel braccio della morte avranno salva la vita e la loro condanna si trasformerà in ergastolo. Era dal 1963 che non venivano più effettuate esecuzioni nel New Jersey anche se la "camera della morte" era stata riaperta nel 1982. Si ritiene che il provvedimento darà ancora più dinamismo al movimento che si batte per ottenere l'eliminazione totale del boia negli Stati Uniti. Il mese prossimo si attende una sentenza molto delicata della Corte Suprema americana che dovrà infatti pronunciarsi sulla legalità delle iniezioni letali, mentre il prossimo 18 dicembre l’Assemblea Generale dell’ONU voterà la proposta di moratoria della pena capitale. (E. B.)

    inizio pagina

    I vescovi USA appoggiano l’appello della Chiesa pakistana per il ritorno della democrazia nel Paese asiatico

    ◊   La Conferenza episcopale americana appoggia l’appello dei vescovi pakistani, che chiedono la fine dello stato di emergenza garantendo solidarietà ai cattolici del Paese asiatico. I vescovi statunitensi chiedono inoltre l’intervento del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, per “restaurare la democrazia, un libero apparato giudiziario ed una stampa indipendente in Pakistan”. Il 23 novembre scorso – riporta l’agenzia AsiaNews - la Conferenza episcopale pakistana si è riunita per discutere le misure adottate dal presidente Musharraf, condannando la militarizzazione, la censura ai media ed alla libertà di espressione e l’instabilità politica del Paese. I vescovi hanno inoltre sottolineato la “profonda preoccupazione” per le implicazioni sociali della crisi, che “ha spaventato la popolazione e pone seri dubbi sulla stabilità e sulla pacifica transizione verso la democrazia”. In conclusione, la Conferenza ha lanciato un appello al governo, affinché “ritornino in Pakistan i diritti fondamentali e l’indipendenza del sistema giudiziario; siano rilasciati i detenuti politici e vengano indette elezioni vere, credibili ed accettabili”. (E. B.)

    inizio pagina

    L’arcivescovo di Lahore commenta la “Spe salvi” che invita i cristiani a farsi messaggeri di speranza nel mondo

    ◊   “Le nostre vite sono piene di sconforto, ma il Papa ci ha ricordato che la speranza è necessaria: in questi giorni che precedono il Natale, dobbiamo guardare a Cristo, simbolo di nuova vita”. Così all’agenzia AsiaNews mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana, commentando la nuova enciclica di Benedetto XVI. La “Spe Salvi” – afferma l’arcivescovo - “ricorda ai cristiani il loro ruolo di messaggeri di speranza. In Pakistan, davanti ad una situazione instabile dal punto di vista giuridico e politico ed alla crescita dell’estremismo e dell’intolleranza, abbiamo bisogno di avere più fiducia in Cristo, che porta luce nelle tenebre del mondo”. Proprio questi fattori di instabilità – spiega il porporato – che rischiano di influenzare l’atmosfera natalizia, “potranno colpire la nostra atmosfera natalizia: i cristiani sono molto attenti a quello che fanno, perché è in vigore una dura legge di emergenza, è questo potrebbe influenzare l’Avvento e le preparazioni natalizie. Inoltre, sono saliti i prezzi e questo colpisce i nostri poveri, che sono molti”. Tuttavia non mancano segnali di speranza. “Innanzitutto la preghiera – aggiunge l’arcivescovo di Lahore - che non viene influenzata da nulla e rimane un punto fermo per tutti noi. In secondo luogo, per la prima volta i cristiani hanno più attenzione, anche da parte dei media: persino la televisione di Stato riporterà le celebrazioni natalizie, con 30 minuti dedicati alla Chiesa cattolica ed alle confessioni protestanti”. (E. B.)

    inizio pagina

    La Croce Rossa Internazionale parla di “dignità negata” del popolo palestinese

    ◊   “La dignità dei Palestinesi viene calpestata giorno dopo giorno sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza”. E’ quanto afferma il rapporto pubblicato ieri dal Comitato della Croce Rossa Internazionale (CICR) in vista del vertice dei Paesi donatori della Palestina, in programma il 17 dicembre a Parigi. Il documento - afferma l’agenzia MISNA - chiede “misure politiche immediate” per risolvere la crisi. Le rigide misure di sicurezza imposte dallo Stato d’Israele – spiega il rapporto dal titolo ‘Dignità negata’ – comportano un enorme prezzo in termini umanitari, lasciando coloro che vivono sotto occupazione con il minimo necessario per sopravvivere, ma non per vivere un’esistenza normale e dignitosa”. Secondo il CICR, la popolazione civile palestinese è diventata “ostaggio del conflitto”: mentre i cittadini di Gaza “vedono negati i loro diritti umanitari con i tagli all’energia e al carburante”, in Cisgiordania “la costruzione di sempre nuovi insediamenti, compromette in diversi modi la vita della popolazione locale e la sottopone, in alcuni casi, alle violenze dei coloni”. Sulla questione è intervenuto anche Jeremy Hobbes, presidente di Oxfam, organizzazione umanitaria internazionale attiva nei territori palestinesi dagli anni Ottanta, che ha chiesto alla comunità internazionale di insistere “con Israele perché cambi la sua politica nei confronti dei territori occupati, che ha già reso inefficaci milioni di dollari di aiuti”. In questo quadro la riunione di Parigi rappresenta un appuntamento che mira ad essere il volano economico del progetto di ripresa dei negoziati di pace annunciato ad Annapolis lo scorso mese. Tuttavia “i progetti per rilanciare l’economia nei territori non funzioneranno – ha ammonito la Banca mondiale - se le restrizioni imposte da Israele sui movimenti di merci e persone non saranno sollevate”. (E. B.)

    inizio pagina

    Aumentano i pellegrini in Terra Santa

    ◊   L’assenza nelle prime pagine dei giornali di notizie drammatiche in Medio Oriente e i nuovi, importanti spiragli di pace dopo la recente conferenza di Annapolis, hanno avuto in questi ultimi giorni un effetto positivo sulle presenze di pellegrini in Terra Santa. Il dato confortante si aggiunge a quello, ancora più incoraggiante, relativo al 2007: si prevede infatti, secondo il Franciscan Pilgrims Office, che quest’anno il numero complessivo di pellegrini sia addirittura superiore a quello del 2000. Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha sottolineato all’agenzia Sir la tendenza positiva del 2007 ricordando che “nell’anno del Grande Giubileo si era parlato di oltre un milione di pellegrini”. “Quest’anno – ha aggiunto – sembra siano molti di più”. Nel 2008 si prevede, inoltre, un afflusso maggiore rispetto al 2007. La tendenza positiva ha molteplici riflessi: a beneficiare di questa migliore situazione generale in Medio Oriente, e in particolare in Terra Santa, è infatti anche l’economia locale che, in gran parte, dipende dal turismo religioso. (A.L.)

    inizio pagina

    I vescovi brasiliani invitano i cristiani ad unirsi al “digiuno solidale” di mons. Luiz Flavio Cappio per il fiume Saõ Francisco

    ◊   Dom Luiz Flavio Cappio, vescovo francescano di Barra (Bahia), ha iniziato il 27 novembre la sua lotta in difesa del fiume Saõ Francisco, terzo corso d’acqua del Brasile, sul progetto di deviazione delle sue acque. Come riporta l’agenzia Misna i vescovi del Consiglio della pastorale della Conferenza dei vescovi del Brasile (CNBB), mons. Geraldo Lyrio Rocha, presidente della CNBB, mons. Luiz Soares Vieira, vice presidente, e mons. Dimas Lara Barbosa, segretario generale, hanno invitato le comunità cristiane ad unirsi alla preghiera e al digiuno di dom Luiz Flavio Cappio nella causa che porta avanti in difesa del fiume Saõ Francisco e di tutte le popolazioni rivierasche – agricoltori, “quimbolas” (comunità di schaivi liberati di origine africana) e popoli indigeni – che hanno accesso alle sue acque, fonte di vita per le comunità stesse. L’impegno di mons. Luiz Flavio Cappio richiama quanto dichiarato nel documento di Aparecida che pone l’accento sulla responsabilità dell’attuale modello economico che “privilegia lo smisurato affanno per la ricchezza sulla vita delle persone e dei popoli e del rispetto razionale per la natura” (DA 473). In tal senso vengono evidenziati due differenti modelli di sviluppo economico: uno sfruttamento irrazionale delle risorse naturali da una parte, con gravi conseguenze ambientali, e il rispetto della natura e la valorizzazione dell’agricoltura familiare, dall’altra. (C. C.)

    inizio pagina

    Movimenti europei in difesa della vita e della famiglia

    ◊   Raccogliere 10 milioni di firme per la vita e la dignità dell’uomo. E’ l’obiettivo dei movimenti europei in difesa della famiglia sparsi in quasi tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea. Le firme saranno raccolte fino al 10 dicembre del 2008, data della celebrazione conclusiva per commemorare il 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La petizione è stata proposta a Strasburgo, lo scorso 11 dicembre, da Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano, ed è stata accolta all’unanimità da rappresentanti di associazioni e movimenti europei. “Constatiamo – si legge nella petizione – che i diritti dell’uomo sono traditi perché non sono riconosciuti come titolari di tali diritti tutti gli esseri umani”. Nel testo – riferisce poi l’agenzia Zenit – si sottolinea anche che “non è sempre chiara la definizione di famiglia, in un contesto generale in cui il crollo demografico in Europa è ragione di grave preoccupazione e diviene sempre più importante il compito educativo dei genitori verso i figli”. Si chiede quindi – si legge nel testo – che alla base dell’interpretazione, della promozione e dell’attuazione dei diritti umani "sia posto sempre il riconoscimento del diritto della vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale". (A.L.)

    inizio pagina

    In Croazia si è ridotto drasticamente il numero degli aborti grazie anche agli sforzi della Chiesa cattolica

    ◊   Dal 1989 al 2005 si sono ridotti di oltre l’88 per cento gli aborti in Croazia. Nel 1989, anno della proclamazione di indipendenza dall’ex federazione jugoslava, si sono registrate 40.000 interruzioni di gravidanza. Nel 2005 gli aborti sono stati invece 4600. Marjo Zivkovic, del Centro per la famiglia di Zagabria, ha spiegato all’agenzia Zenit che questo risultato “è frutto del lavoro di educazione e formazione al Vangelo della vita promosso dalla Chiesa e dalle associazioni cattoliche”. In controtendenza rispetto ai dati demografici europei, la Croazia dal 1995 ha visto un incremento dell’11% del numero di giovani sotto i 14 anni. Ci sono poi sempre più famiglie con almeno 3 figli. Secondo il presidente del Centro per la famiglia croato, gran parte di questo profondo cambiamento culturale è dovuto al prezioso lavoro dei cattolici negli anni ’70 e ’80. Durante il regime comunista, per propagandare la contraccezione, sono stati distribuiti volantini e libri. Dal 1993, il Centro per la famiglia ha distribuito inoltre 4 milioni e mezzo di brochure in favore della vita. Un’immagine emblematica di questo diffuso senso della cultura della vita in Croazia è quella presente nella moneta di 25 kuna: nel conio del 2000 su una faccia si vede un bambino in gestazione e il cordone ombelicale. (A.L.)

    inizio pagina

    Regno Unito: pillola anticoncezionale senza prescrizione. Per le associazioni cristiane è una risposta sbagliata al problema delle gravidanze indesiderate

    ◊   Ai farmacisti britannici sarà data la possibilità di vendere la pillola anticoncezionale alle donne che la richiedono senza bisogno della ricetta di un medico. Secondo il sottosegretario alla Salute, Lord Darzi, la proposta vuole essere una risposta all’aumento spropositato del numero di gravidanze fra le teenager nel Regno Unito, quasi il doppio rispetto a quello della Germania, triplo rispetto alla Francia e sei volte rispetto all’Olanda. Le associazioni cristiane vedono invece nella proposta di legge, una soluzione rischiosa per la salute delle giovani. E' una risposta sbagliata al problema delle gravidanze indesiderate - aggiungono - facendo riferimento agli effetti collaterali dannosi per la salute delle ragazze. Si pone anche l’accento su uno dei quesiti che gravitano intorno al problema delle gravidanze indesiderate: se le famiglie delle adolescenti avranno il diritto di essere coinvolte o meno nella scelta delle figlie. (C.C.)

    inizio pagina

    Svezia: no della Chiesa alla equiparazione del matrimonio con le unioni civili e gay

    ◊   La Chiesa cattolica di Svezia dice no al progetto di legge che il governo conta di presentare in Parlamento nel 2008 e che introdurrebbe il “matrimonio sessualmente neutro” unificando sotto le stessa normativa la legislazione sul matrimonio e quella dei “partenariati”. In una nota della diocesi cattolica di Stoccolma ripresa dall'Agenzia Sir, il vescovo Anders Arborelius ricorda che per la Chiesa cattolica il matrimonio è “una relazione riservata tra un uomo e una donna”. “Non possiamo accettare – spiega il vescovo – che la convivenza venga benedetta in modo liturgico. Teologicamente è inammissibile per noi”. Ed aggiunge: “Il matrimonio è uno dei sette sacramenti della Chiesa cattolica e deve rispondere a certi criteri per essere approvato. Uno di questi criteri è che il matrimonio deve essere istituito volontariamente da ambedue le parti e la coppia deve essere consapevole che l’unione sessuale è ordinata per sua natura alla procreazione della prole”. La Svezia riconosce dal 1995 il partenariato civile tra omosessuali e dà loro gli stessi diritti previsti per il matrimonio. La legge attuale però, in vigore dal 1987, definisce il matrimonio quell’unione tra un uomo e una donna. La nuova legge che il governo sta preparando vorrebbe abolire il riferimento al sesso. (R.P.)

    inizio pagina

    Sydney 2008: il pellegrinaggio della croce e dell’icona mariana della GMG ha già percorso 31 mila chilometri

    ◊   Si chiude oggi la prima parte del pellegrinaggio della Croce e dell’icona mariana della GMG in Australia. Il bilancio parla di 31mila chilometri percorsi, 5 Stati e territori e 200 comunità locali visitati, 250 mila persone incontrate nei 500 eventi organizzati dal 1° luglio. A portare i due simboli della GMG – afferma l’agenzia Sir - un team di 5 volontari guidato da padre Chris Ryan e da Alice Priest dell’ufficio pastorale della GMG. “Hanno vissuto un emozionante viaggio spirituale ma anche prodotto uno sforzo fisico notevole”, ha detto di loro il vescovo coordinatore della GMG, mons. Anthony Fisher precisando che “hanno portato il messaggio della Giornata in molti di luoghi dove era difficile conoscere e fare esperienza di questo evento così importante per la comunità cattolica australiana”. In questo viaggio lungo 31mila chilometri sono stati toccati luoghi simbolo dell’Australia come la Barriera corallina e Uluru, ma anche zone interne dove vivono le comunità aborigene. Subito dopo le feste natalizie al primo team di volontari ne subenterà un secondo che porterà a conclusione il pellegrinaggio fino ad arrivare a Sydney per l’inizio della GMG, il 15 luglio 2008. (E. B.)

    inizio pagina

    Il Paraguay piange la scomparsa di mons. Heriberto Vázquez, considerato “eroe” popolare nel Paese

    ◊   Conosciuto come il sacerdote che è riuscito ad evitare lo spargimento di sangue durante la guerra civile in Paraguay, monsignor Heriberto Vázquez è morto il 4 dicembre scorso, a San José de los Arroyos, all’età di 93 anni. Come ricorda l’agenzia Zenit è stato ordinato sacerdote a 23 anni, ed era il più giovane presbitero in Paraguay. Durante la guerra civile del 1947, si è assunto la responsabilità della pacificazione delle famiglie che lottavano tra di loro. Nel corso di quei conflitti armati tra concittadini, è stato pastore di Villa Real de la Concepción, culla della rivoluzione. Quando i miliziani andarono a conquistare la città con la violenza, prima di predicare, il giovane padre Vázquez uscì verso di loro a piedi e li fece tornare alle loro case senza spargimento di sangue. Nei 70 anni di ministero sacerdotale, monsignor Vázquez ha lavorato molto nel settore dell’educazione. A San José la gente lo ricorda ancora mentre andava in giro in bicicletta e, parlando al megafono, invitava a partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Esempio di una vita spesa nella lotta per i bisognosi, Heriberto Vázquez è diventato il padre spirituale delle comunità di Concepción, San José de los Arroyos e Caacupé, dove ha lasciato profonde tracce d’amore. (E. B.)

    inizio pagina

    La preoccupazione delle Chiese lombarde per l’apertura domenicale dei negozi

    ◊   Le Chiese di Lombardia lanciano un appello per “salvare la domenica”. Come riporta l’agenzia Sir, è contenuto in una nota diffusa in questi giorni dagli uffici diocesani lombardi di pastorale del lavoro in merito alla normativa regionale che amplia l’apertura festiva e domenicale di negozi e centri commerciali, giunta a ridosso delle festività natalizie. Una normativa – si legge nella nota – che “non può non suscitare molteplici interrogativi”. L’estensione degli orari di apertura dei negozi crea innanzitutto “squilibrio” nei ritmi della vita “da sempre fondati sull’alternanza tra tempo del lavoro e tempo del riposo. Ma determina anche “un aggravio per i dipendenti del settore e ancor più per i titolari dei piccoli esercizi a conduzione familiare” che, in caso di apertura domenicale, “sarebbero costretti a lavorare sette giorni su sette” per sostenere la concorrenza. “La domenica – aggiungono - finirà, prima o poi, per essere dominata dalla logica dello scambio, della contrattazione e del consumo” con il rischio di generare “ritmi di vita sempre più insostenibili”. La nota si sofferma poi sul significato biblico e spirituale della domenica come “giorno della gratuità e del dono”, come tempo messo a servizio per la “edificazione della comunità”. Da qui l’appello della comunità cristiana: “chi abbia a cuore il benessere integrale della persona umana non può pertanto non adoperarsi per difendere il significato antropologico, culturale, sociale e per il cristiano anche religioso della domenica”. “Salvare la domenica non significa soltanto salvare un giorno della settimana. Salvare la domenica significa piuttosto salvare l’uomo stesso, cioè aiutare ogni uomo ad essere più libero, ad essere – in definitiva – più uomo. Fatto salvo lo “stile di vita” lombardo, “impregnato di feconda laboriosità”, gli operatori ricordano infine che l’agire operoso deve sempre rimanere “a servizio dell’uomo, della persona, della famiglia, della società”. (E. B.)

    inizio pagina

    Concerto di Natale domani a Sant’Anna, in Vaticano, per aiutare i bambini del Perù

    ◊   Terzo concerto di solidarietà, domani alle 15.45, nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano per sostenere le popolazioni dell’America Latina e dell’Africa. Ad organizzarlo sono stati il parroco, padre Bruno Silvestrini, e il baritono Andrea Castello. Il concerto ha lo scopo di raccogliere contributi a favore dei bambini della regione peruviana dell’Apurimac. I fondi raccolti saranno consegnati all’associazione APURIMAC, onlus impegnata nella promozione dello sviluppo economico, sociale ed umano nei Paesi del Sud del mondo, attraverso il sostegno alle missioni agostiniane dell’Apurimac, e la realizzazione di progetti di cooperazione internazionale in Africa. Al pomeriggio parteciperanno la Corale Adriese di Adria, diretta da Giovanni Gragnanin e accompagnata all’organo da Chiara Tivelli; la Corale Santa Rita di Canale di Ceregnano, diretta da Daria Andrioli e accompagnata all’organo da Tiziano Biscuola; e ancora la soprano Begoña Alberdi, il tenore Alexandre Guerriero e lo stesso Andrea Castello che ha voluto l’evento accompagnati all’organo da Daniele Renda. A presentare il concerto sarà Nicla Sgotti. (T.C.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    In Kosovo, l'Europa punta ad un ruolo di primo piano: la Serbia candidata per l'adesione all'UE

    ◊    
    Trattato europeo
    L’Europa riparte da Lisbona, dove ieri è stato firmato il Trattato di riforma dell’Unione Europea. Il testo, se ratificato dai 27 Stati membri, entrerà in vigore dal primo gennaio 2009. Tra le novità, le figure del presidente del Consiglio europeo e dell’Alto rappresentate per la politica estera, oltre alla nuova ripartizione dei seggi al parlamento di Strasburgo. “A 50 anni dal Trattato di Roma - ha sottolineato il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso - l’Europa torna ad essere protagonista sulla scena internazionale”.

    Tensione in Medio Oriente
    L’aviazione israeliana è tornata a bombardare la Striscia di Gaza dopo la caduta di altri razzi nel territorio dello Stato ebraico. Almeno tre palestinesi, tra cui un militante della Jihad islamica, sono rimasti uccisi. Un consigliere del premier palestinese, Salam Fayad, è stato rapito inoltre a Gaza da miliziani armati. Sul versante politico, intanto, l’inviato speciale per il Medio Oriente, Tony Blair, ha indicato che la strategia per rispondere agli estremisti è quella di convincerli sulla praticabilità della via della pace. Mentre si cercano soluzioni politiche per rendere più stabile il processo di pace in Medio Oriente, cresce l’attesa per l’incontro internazionale, lunedì prossimo a Parigi, per raccogliere fondi. Per quella occasione, è stata presa una formale ma significativa decisione ed è stato cambiato il nome di Conferenza dei donatori per i Territori Palestinesi. Per la prima volta, ci si riferisce non ad una entità territoriale ma ad un Paese: la nuova espressione, infatti, è di Conferenza dei donatori per lo Stato palestinese.

    Libano, appello dell’esercito ai partiti
    L’esercito libanese ha esortato i partiti ad accordarsi per eleggere alla presidenza della Repubblica il generale Michel Suleiman. “Chiediamo a tutti di prendere una posizione storica e coraggiosa per una riconciliazione e un accordo, senza mercanteggiamenti e precondizioni”, ha detto il capo di stato maggiore, il generale Shawki al Masri, durante i funerali del generale Francois al Hajj, assassinato con una autobomba due giorni fa nei pressi di Beirut.

    Conferenza sul clima a Bali
    Alla Conferenza sul clima a Bali non è stato ancora trovato l’accordo sul taglio delle emissioni di gas entro il 2020. Ma è stato comunque rinviato il termine delle trattative ed il negoziatore statunitense non nasconde il proprio ottimismo per il raggiungimento di un’intesa. A confermare una possibile svolta nei negoziati, c’è anche la notizia dell’annunciato rientro in Indonesia del segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon.

    Indonesia, influenza aviaria
    La morte di un indonesiano di 47 anni porta a 93 il bilancio delle vittime nel Paese più colpito dal virus. Lo ha dichiarato il ministro della Salute. Le autorità stanno cercando di accertare come l’uomo abbia contratto il virus mortale H5N1, che in Indonesia ha infettato finora almeno 115 persone.

    Pakistan, arsenale nucleare
    Il presidente Pervez Musharraf ha assunto oggi il controllo formale dell’Autorità nazionale di comando, preposto alla sicurezza dell’arsenale nucleare del Paese. Musharraf, che recentemente si è dimesso da capo dell’esercito, ha definito funzioni e catena di comando di questo ente, stabilendo nuove regole che gli assicurano il controllo sulle testate nucleari. L’organismo dispone del “completo controllo e comando sulla ricerca, lo sviluppo, la produzione e l’uso di tecnologie nucleari e spaziali ed altre applicazioni ad esse connesse in vari settori”. Musharraf si appresta, intanto, a revocare lo stato di emergenza imposto lo scorso 3 novembre. Rimangono però i dubbi degli osservatori internazionali sulla garanzia delle libertà essenziali circa lo svolgimento delle elezioni parlamentari, il prossimo 8 gennaio.

    Somalia, violenze tra ribelli ed esercito
    Due donne hanno perso la vita oggi a Mogadiscio in seguito a scontri tra insorti estremisti islamici e forze governative somale, appoggiate dai soldati inviati dall’Etiopia .Ieri, a causa di furiosi combattimenti, erano morte 17 persone.

    Marocco, ONU e Fronte Polisario
    Nazioni Unite nuovamente al centro delle proteste del Regno del Marocco per la gestione della crisi del Sahara occidentale. L’irritazione di Rabat è dovuta in particolare alla convocazione da parte del movimento indipendentista saharawi, Fronte Polisario, del proprio congresso all’interno della zona smilitarizzata. La disputa sul Sahara occidentale è sorta nel 1975 in seguito all’annessione della ex colonia spagnola da parte del Marocco e un primo accordo di cessate-il-fuoco è stato raggiunto, con la mediazione ONU, soltanto nel 1991. Stefano Leszczynski ha chiesto a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International-Italia, quali siano i termini di questa disputa territoriale:


    R. - E’ un tema questo, purtroppo, che si trascina da decenni in una sostanziale inazione delle Nazioni Unite, che pure hanno avuto un ruolo di stimolo nell’indizione di un referendum. Il referendum per determinare il futuro di questo territorio è continuamente sottoposto a blocchi, in particolar modo da parte del governo marocchino.

     
    D. - Una crisi che infiamma un po’ tutto il Maghreb e arriva addirittura a coinvolgere anche l’Algeria, che sostiene, in un certo senso, coloro che chiedono l’autodeterminazione del Sahara occidentale...

     
    R. - Certamente, è una crisi che procura una forte instabilità politica in tutta la regione. E’ un conflitto che ha coinvolto l’Algeria e la Mauritania, alla fine degli anni ’70. Una missione delle Nazioni Unite ha cercato di interporsi e poi è stata chiamata ad indire questo referendum sullo status definitivo.

     
    D. - La mancanza di incisività dell’azione delle Nazioni Unite a cosa può essere imputata?

     
    R. - Certamente, le aspirazioni all’indipendenza del popolo saharawi si scontrano con una forte pressione politica da parte del Marocco, proprio perchè non ci sia l’autodeterminazione e l’indipendenza, se un giorno lo vorranno gli abitanti del Sahara occidentale. Come in molti altri casi, ci sono timori di un "effetto domino" e di rivendicazioni analoghe, che potrebbero essere avanzate da altri popoli. In fondo, quello che sta succedendo nel Sahara occidentale da 32 anni, mutatis mutandis, è quello che, in un'altra parte del mondo, potrebbe rischiare di accadere in Kosovo, se si va avanti nello stallo tra gli indipendentisti e chi vuole mantenere lo status quo.

    Francia, estradizione per una ex brigatista
    La Corte d’Appello di Versailles ha concesso questa mattina l’estradizione dell’ex brigatista rossa, Marina Petrella, latitante in Francia per 15 anni e arrestata ad agosto scorso. Marina Petrella era membro della colonna romana delle Brigate rosse ed era stata condannata all'ergastolo al processo Moro-ter nel 1988.

    Iraq, nazionale di calcio
    La nazionale di calcio irachena è stata scelta come migliore squadra dell’anno dalla prestigiosa rivista inglese "World Soccer". Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa irachena Nina, sottolineando che si tratta di un riconoscimento ottenuto non solo perché la formazione ha vinto nel luglio scorso la coppa d’Asia, ma anche per il notevole impegno dimostrato in un Paese sconvolto dalla guerra e dalla violenza. E’ la prima volta che i lettori di World Soccer scelgono una formazione asiatica: finora, sono sempre state votate nazionali di calcio europee o sudamericane. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 348
     

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina