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12/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • La Chiesa come mistero d'intima unione con Dio al centro dell’udienza generale, dedicata da Benedetto XVI a San Paolino di Nola, vissuto tra IV e V secolo
  • Nomina
  • Il Messaggio del Papa ai giovani del prossimo raduno di Taizé: speranza in Cristo e perdono reciproco, chiavi per riportare la pace sulla terra
  • Il Papa sollecita la società a soddisfare i bisogni materiali delle famiglie, agenzie di pace, veicolo di una legge comune condivisa

  • La Vergine di Guadalupe, modello dell'evangelizzazione inculturata: lo scrive mons. Celli ai comunicatori latinoamericani, per la festa della Patrona del continente
  • Riprendono a Gerusalemme i colloqui tra Israele e S.Sede sull'attuazione dell'Accordo fondamentale. Domani la riunione della commissione bilaterale
  • Nuova legge in Vaticano per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sangue alle Nazioni Unite, colpite ieri in Algeria dall'integralismo islamico. Intervista con Laura Boldrini e Giorgio Antoniazzi
  • Il fenomeno delle sette religiose in Italia analizzato in un convegno organizzato oggi a Roma dalla Comunità Papa Giovanni XXIII
  • Cooperazione e sviluppo solidale gli argomenti di dibattito alla sesta Convention degli universitari cattolici
  • Chiesa e Società

  • In Bangladesh, dopo il ciclone Sidr si lavora per la ricostruzione delle zone colpite
  • Creato un fondo di adattamento per i Paesi in via di sviluppo. E’ uno dei risultati raggiunti dalla Conferenza ONU sul clima a Bali
  • Altissimo rischio di epidemie per gli sfollati in Somalia, lungo la strada fra Mogadiscio e Afgoye
  • L’Europa sia coraggiosa sul Darfur. Così a Strasburgo alla consegna del Premio Sakharov 2007. Il vincitore: l’avvocato sudanese Osman
  • La Chiesa colombiana mediatrice nel negoziato fra governo e FARC per la creazione di una zona di scambio degli ostaggi
  • In Messico, si chiudono oggi le celebrazioni per il 476.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe all'indio San Juan Diego
  • Si celebra oggi in Canada la V Giornata di preghiera per i popoli autoctoni in coincidenza con la Festa della Vergine di Guadalupe
  • Più collaborazione con i musulmani: è il messaggio delle Conferenze episcopali europee
  • New Delhi: un gruppo di estremisti indù attacca una chiesa cattolica in costruzione a nord della capitale indiana
  • Ieri, prima giornata di voto nello Stato indiano del Gujarat. Tensioni tra le minoranze cattoliche e musulmane
  • Inaugurate e consacrate nuove chiese parrocchiali in Cina
  • I vescovi di Taiwan prepareranno le celebrazioni per i 150 anni di evangelizzazione e per l’Anno Paolino
  • Il cardinale Scola dopo l'incontro con il Dalai Lama: i cristiani sono pronti a costruire la pace assieme agli uomini di altre religioni
  • In Irlanda, aumenta vertiginosamente il consumo di droga. I vescovi lanciano l’allarme cocaina
  • Il 30 dicembre a Madrid, Giornata della Famiglia e della Vita. Messaggio dei vescovi per l'occasione
  • I Movimenti per la vita in favore di una moratoria sulla distruzione degli embrioni umani destinati all'ottenimento di cellule staminali
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ucciso in un attentato a Beirut il generale considerato il possibile successore di Suleiman alle forze armate
  • Il Papa e la Santa Sede



    La Chiesa come mistero d'intima unione con Dio al centro dell’udienza generale, dedicata da Benedetto XVI a San Paolino di Nola, vissuto tra IV e V secolo

    ◊   La testimonianza di San Paolino di Nola ci aiuta a sentire la Chiesa come “sacramento dell’intima unione con Dio”: è la riflessione offerta da Benedetto XVI ai fedeli all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI. Nella catechesi, il Papa si è soffermato sulla figura di questo Santo, vissuto tra IV e V secolo, fulgido esempio di apostolo della carità e amico di grandi personalità della Chiesa del tempo, come Ambrogio ed Agostino. Dopo l’udienza generale, è stato presentato al Santo Padre il suo ritratto ufficiale realizzato dalla pittrice russa, Natalia Tsarkova. Il dipinto, di grandi dimensioni, (180 cm x 120) ritrae Benedetto XVI seduto sul trono che fu di Leone XIII. Definita la "ritrattista ufficiale dei Papi", la Tasrkova ha già realizzato i ritratti dei due precedenti Pontefici, Papa Luciani e Papa Wojtyla. Ma torniamo all'udienza generale con il servizio di Alessandro Gisotti:


    Vescovo “dal cuore grande”, seppe “stare vicino al suo popolo nelle tristi contingenze delle invasioni barbariche”: così, Benedetto XVI ha tratteggiato la figura di San Paolino di Nola, che prima di essere vescovo fu monaco e presbitero. Il Papa ha ripercorso la vita del Santo originario di Bordeaux. Prima di convertirsi, ha spiegato, Paolino fu protagonista di una precoce carriera politica. Proprio in questo periodo, nel recarsi alla tomba del Santo martire Felice, la grazia “fece germogliare nel suo cuore il seme della conversione”:

     
    "Mentre si adoperava per costruire la città terrena, egli andava scoprendo la strada verso la città celeste. L’incontro con Cristo fu il punto d’arrivo di un cammino laborioso, seminato di prove. Circostanze dolore, a partire dal venir meno del favore dell’autorità politica, gli fecero toccare con mano la caducità delle cose".

     
    Nel suo percorso di fede, ha ricordato Benedetto XVI, si colloca anche il matrimonio con la pia nobildonna Terasia. Quando muore il loro bimbo, dopo pochi giorni dalla nascita, Paolino viene scosso profondamente e, in pieno accordo con la moglie, intraprende una rigorosa vita ascetica vivendo con lei in “casta fraternità”. Autentico “pastore della carità”, il suo ministero si caratterizzò “per un’attenzione particolare verso i poveri”. Nel 409, divenne vescovo di Nola al termine di un cammino che, ha rammentato il Papa, destò all’epoca grande emozione:

     
    "La conversione di Paolino impressionò i contemporanei. Il suo maestro Ausonio si sentì tradito e gli indirizzò parole aspre, rimproverandogli da un lato il disprezzo, giudicato dissennato, dei beni materiali, dall’altro l’abbandono della vocazione di letterato. Paolino replicò che il suo donare ai poveri non significava disprezzo per i beni terreni, ma semmai una loro valorizzazione per il fine più alto della carità".

     
    D’altro canto, ha proseguito il Pontefice, Paolino non aveva lasciato in realtà la poesia, ma “attingeva ormai dal Vangelo la sua ispirazione”. I suoi carmi, ha detto, “sono canti di fede e di amore, nei quali la storia quotidiana dei piccoli e grandi eventi è colta come storia di salvezza”. La Scrittura, “letta, meditata, assimilata - ha aggiunto - era la luce sotto il cui raggio il Santo nolano scrutava la sua anima nella tensione verso la perfezione”. La decisione di abbandonare i beni materiali, ha affermato il Papa, non veniva vissuta da Paolino come piena conversione. E qui, Benedetto XVI ha citato una lettera del Santo:

     
    "L’abbandono o la vendita dei beni temporali posseduti in questo mondo non costituisce il compimento, ma soltanto l’inizio della corsa nello stadio; non è, per così dire, il traguardo ma solo la partenza".

     
    Accanto all’ascesi e alla Parola di Dio, ha rilevato, la carità distingueva la sua azione pastorale. Nella sua comunità monastica, “i poveri erano di casa”. Ad essi Paolino, “non si limitava a fare l’elemosina: li accoglieva come fossero Cristo stesso” e così facendo, “gli sembrava non tanto di dare, ma di ricevere”. Benedetto XVI si è così soffermato sulla teologia di Paolino, una “teologia vissuta, intrisa di Parola di Dio”, dalla quale emerge “il senso della Chiesa come mistero di unità”:

     
    "La teologia del nostro tempo ha trovato proprio nel concetto di comunione la chiave di approccio al mistero della Chiesa. La testimonianza di San Paolino ci aiuta a sentire la Chiesa, quale ce la presenta il Concilio Vaticano II, come sacramento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano".

     
    Questa comunione, ha spiegato il Papa, era vissuta da San Paolino soprattutto attraverso “una spiccata pratica dell’amicizia spirituale”. In questo, il Santo nolano fece della sua vita “un crocevia di spiriti eletti”: da Martino di Tours a Girolamo, da Ambrogio ad Agostino. Di questa amicizia con il vescovo di Ippona, restano delle lettere in cui impressiona il calore con cui canta l’amicizia stessa. Un’amicizia, ha detto, che è “manifestazione dell’unico corpo di Cristo animato dallo Spirito Santo”. Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai rappresentanti della Federazione italiana panificatori ringraziandoli per il “dono dei panettoni destinati alle opere di carità del Papa”. Un saluto particolare l’ha infine dedicato ai malati, che nella malattia, ha detto, sperimentano “ancor più il peso della croce”. A loro, il Papa ha augurato che “le prossime feste natalizie apportino serenità e conforto”.

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    Nomina

    ◊   In Brasile, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Balsas padre Enemésio Ângelo Lazzaris, vicario generale dei Padri Orionini, a Roma. Il nuovo presule, 59 anni, appartiene alla Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. Ha studiato Filosofia presso le Facoltà Associate di Ipiranga e Teologia presso la Pontificia Università di Minas Gerais. Già sacerdote, ha conseguito la Licenza in Teologia con Specializzazione in Spiritualità presso il Teresianum di Roma. Ha svolto, fra gli altri, i seguenti incarichi: direttore della Comunità Don Orione, parroco, superiore provinciale della sua Congregazione per la provincia nord del Brasile.

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    Il Messaggio del Papa ai giovani del prossimo raduno di Taizé: speranza in Cristo e perdono reciproco, chiavi per riportare la pace sulla terra

    ◊   “Solo il Cristo ci offre la chiave di una vera speranza, di una speranza che sorpassa ogni piccola speranza che possiamo avere”, perché ci orienta all’avvenire e alla "felicità eterna" verso la quale "camminiamo ogni giorno, personalmente e come Chiesa”. E’ il cuore del Messaggio inviato da Benedetto XVI alle migliaia di giovani che, come ogni anno, si accingono a partecipare al 30.mo Incontro europeo di preghiera, organizzato dalla comunità di Taizé. Dal 28 dicembre al primo gennaio 2008, i partecipanti al raduno si ritroveranno al Palaexpo di Ginevra per una nuova tappa del “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, iniziato nel 1978 per volontà del fondatore di Taizè, Frère Roger Schutz.

    “Possa la vostra fiducia in Dio - scrive il Papa ai giovani - suscitare in voi la speranza ed aiutarvi a cambiare il mondo, basandovi sui valori evangelici, in particolare sul perdono, la punta estrema dell’amore”. Se la pace “è frutto della giustizia - conclude Benedetto XVI - essa lo è ancora più del perdono, che sigilla davvero la riconciliazione fra coloro che, ieri, si sfidavano o si opponevano, permettendo loro di fare un cammino insieme”.

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    Il Papa sollecita la società a soddisfare i bisogni materiali delle famiglie, agenzie di pace, veicolo di una legge comune condivisa
     

    ◊   E’ la famiglia “la principale ‘agenzia’ di pace”, scrive il Papa nel suo Messaggio - reso noto ieri - per la Giornata mondiale della Pace, che sarà festeggiata il primo gennaio 2008. Intitolato “Famiglia umana, comunità di pace”, il Messaggio contiene un forte richiamo a non indebolire “la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna”. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Francesco Belletti, sociologo, direttore del Centro internazionale di studi sulla famiglia (CISF):

     D. - Prof. Belletti, ammonisce Benedetto XVI: “Chi anche inconsapevolmente osteggia l’istituto familiare rende fragile la pace”. Forse una verità scomoda, se oggi massima parte della grande stampa ignora perfino il pensiero del Papa...

     
    R. - Diciamo che il Santo Padre sottolinea la naturalità dell’esperienza familiare. Di fatto, riprende questa idea che l’amore tra un uomo e una donna sia proprio un dono di Dio. Quindi, la radicale umanità, la radicale oggettività di questo rapporto, è una delle questioni che la cultura contemporanea fa fatica a riconoscere. La nostra è una contemporaneità che non vuole limiti, neanche nella naturalità stessa delle cose. Per cui rifiuta l’inizio della vita, rifiuta la fine della vita, e su questo il messaggio del Papa è molto forte, molto efficace.

     
    D. - Benedetto XVI entra anche nel merito delle necessità della famiglia, che “ha bisogno - si legge nel Messaggio - della casa, del lavoro o del giusto riconoscimento dell’attività domestica dei genitori e della scuola per i figli, dell’assistenza sanitaria di base per tutti”. In effetti, prof. Belletti, troppo spesso si sente invocare il benessere delle famiglie in senso astratto...

     
    R. - Appunto, colpisce il realismo di un documento del Magistero. Ogni famiglia, secondo me, si riconosce in questa lista di questioni, che sono i "nodi" su cui ci si preoccupa, si litiga, si discute e si costruisce la quotidianità della famiglia. Bisogna riconoscere che la famiglia oggi è in un contesto sociale molto più complicato e quindi ha bisogno di un sostegno dall’esterno. E, invece, le famiglie oggi guardano il sociale e vedono atteggiamenti ostili, vedono giudizi negativi su una famiglia con tre figli o più, vedono un ambiente che non è amichevole nei confronti della famiglia.

     
    D. - La famiglia si prefigura anche come palestra per il rispetto di una “legge comune”, perché - osserva il Santo Padre - “l’umanità non è senza legge”...

     
    R. - Sì, anche qui parla della possibilità di riconoscere una norma morale naturale. Questa è un’indicazione molto forte, che descrive una dottrina che vuole dialogare con tutti. Sull’idea di una possibilità di norma morale naturale costruiamo l’organizzazione sociale. Non si tratta di condividere la dottrina cattolica, si tratta di riconoscersi tutti umanamente fondati su norme morali. Il che vuol dire che l’uomo in sé, in qualunque latitudine, può dialogare su quali siano i valori fondamentali.

     
    D. - Prof. Belletti, lei, da studioso delle dinamiche familiari, quali elementi di novità, se ci sono, trova in questo Messaggio?

     
    R. - A me la parte che ha interessato di più è quando il Papa fa la lista della sana vita familiare e dove descrive quello che nel vivere la famiglia costruisce poi un atteggiamento di pace. Indica la giustizia e l’amore tra fratelli, il servizio amorevole, la funzione dell’autorità, l’aiuto vicendevole e l’accoglienza e il perdono. Allora, questa è una chiamata consapevolezza a tutte le famiglie, in particolare alle famiglie cristiane. Possiamo, quindi, utilizzare questo messaggio per dire quanto nella nostra esperienza quotidiana siano questi i veri valori che guidano il nostro "fare famiglia". Perché prima dicevamo che le cose concrete, i soldi, le risorse sono fondamentali, ma lo sguardo tra le persone in famiglia non può che rispettare questi punti. Questo Messaggio credo che sia - oltre al grande richiamo al mondo, al sociale, ai responsabili della cosa pubblica - anche un grande richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi.

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    La Vergine di Guadalupe, modello dell'evangelizzazione inculturata: lo scrive mons. Celli ai comunicatori latinoamericani, per la festa della Patrona del continente

    ◊   Porre il volto di Cristo negli spazi della vita quotidiana della società. Con questo invito, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, si è rivolto in un messaggio di saluto ai comunicatori cattolici latinoamericani, nel giorno della festa della verine di Guadalupe, patrona del continente. Nella vita personale di cristiani, prima ancora di testimoniarlo, occorre aver incontrato Gesù, aver fattp - scrive mons. celli - “un’esperienza di profonda amicizia con lui, senza la quale la vita cristiana semplicemente non esiste”. E’ questo il “primo passo” che può essere riproposto anche a livello massmediatico. “Pensate - propone il capo del dicastero vaticano – a come possiamo, nei nostri specifici settori d'intervento, far sì che lettori, ascoltatori, spettatori, utenti... possano incontrare Gesù Cristo in ciò che comunichiamo. Se riusciremo a far incontrare il Signore attraverso la nostra opera di comunicazione - prosegue - possiamo essere certi che Egli verrà a far fruttificare lo sforzo. E dopo il primo passo verrà il secondo e così via”.

    Mons. Celli ripropone il “modello di evangelizzazione perfettamente inculturata”, rappresentato dalla Vergine di Guadalupe, secondo le parole di Giovanni Paolo II. “Ella - scrive ancora il presule - si adatta alla mentalità del suo interlocutore, alla sua cultura, al suo ritmo. Il suo messaggio non è fatto solo di parole: è gesto, forma, immagine, lingua, idioma. E’ una comunicazione amorevole e piena di accettazione per il mondo dell’altro, al punto che - conclude - esercita un effetto tonificante che cambia per sempre l'interlocutore”.

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    Riprendono a Gerusalemme i colloqui tra Israele e S.Sede sull'attuazione dell'Accordo fondamentale. Domani la riunione della commissione bilaterale

    ◊   Si è aperto oggi a Gerusalemme l’incontro fra la delegazione della Santa Sede e quella del governo israeliano per l’attuazione dell’Accordo Fondamentale. L’Accordo, firmato nel ’93, attende ancora adesso di essere completato con un Accordo giuridico e uno economico. Il servizio di Roberto Piermarini.


    Oggi, presso il ministero degli esteri israeliano si è riunita la commissione bilaterale di lavoro fra le due istituzioni, mentre domani sarà la volta della plenaria, con la partecipazione al completo delle due delegazioni, presieduta in modo congiunto dal vice-ministro egli esteri israeliano Majali Whabee e dal sottosegretario vaticano per i rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin. Un Accordo Giuridico di valore internazionale, firmato nel 1997, non è mai entrato in vigore sul territorio israeliano, mentre un Accordo Economico – previsto dagli Accordi Fondamentali del ’93 – tarda ancora a venire alla luce. Esso dovrebbe toccare soprattutto tre argomenti: le proprietà della Chiesa espropriate o sottoposte a servitù; i servizi che la Chiesa rende alla popolazione israeliana, sia essa di origine ebraica o palestinese; la riconferma delle storiche esenzioni fiscali, che la Chiesa già possedeva al momento della nascita dello Stato di Israele, e che le Nazioni Unite avevano deciso dovessero essere onorate dallo Stato ebraico. In un’intervista al Jerusalem Post del 21 novembre scorso ripresa dall’Agenzia AsiaNews, il rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, che ha partecipato alla realizzazione dell’Accordo di 14 anni fa, ha riconosciuto che “La S.Sede sta mostrando una notevole pazienza e comprensione nei confronti degli impegni presi dallo Stato di Israele con l’Accordo fondamentale, che dovevano essere messi a punto entro due anni, ma che non sono stati ancora risolti”.

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    Nuova legge in Vaticano per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori

    ◊   Il Vaticano ha una nuova legge per la tutela “della sicurezza e della salute dei lavoratori”. La norma, che entrerà in vigore il primo gennaio del 2008, tiene contro della peculiarità dell’ambiente di lavoro vaticano, soprattutto delle caratteristiche storiche e artistiche degli edifici nei quali si svolge l’attività, e anche per questo promuove forme di "partecipazione alla tutela della sicurezza" da parte delle singole amministrazioni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    La legge firmata lo scorso 10 dicembre dal presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giovanni Lajolo, costituisce un’assoluta novità nel campo della legislazione vaticana in materia di tutela del lavoro. Illustrando il nuovo provvedimento, il giudice unico del tribunale vaticano, Gianluigi Marrone, spiega che si è scelto di non praticare un rinvio, totale o parziale, alla legislazione italiana. Priva di appesantimenti burocratici e per questo “maggiormente efficace”, la legge, è infatti “del tutto autonoma ma comunque non difforme dai criteri di fondo delle direttive comunitarie” e dalla legislazione in vigore in Italia, dove in questi giorni gli incidenti sul lavoro sono tema di tragica attualità. A testimoniare la volontà di attuare una politica della sicurezza “forte ed incisiva” - sottolinea Morrone in un articolo sull’Osservatore Romano - c’è poi la scelta di centralizzare la gestione della materia, “affidata ad un apposito servizio”, istituito presso il presidente del Governatorato. E’ una legge che non si limita inoltre ad “indicare percorsi normativi e individuare strumenti e a richiamare risorse finanziarie”.

     
    Il testo promuove, in particolare, forme di partecipazione alla tutela della sicurezza attraverso il coinvolgimento delle singole amministrazioni, “chiamate a fornire un flusso costante di informazioni sui rischi e sulle esigenze dei lavoratori”. Alla legge deve conformarsi chiunque presti la propria opera in territorio vaticano. Sono anche previsti un’opera di formazione, soprattutto allo scopo di prevenire gli incidenti sul lavoro, ed un Documento di valutazione dei rischi, da rinnovare ogni tre anni o “al verificarsi di significative mutazioni nelle tecniche, nelle metodologie, nei macchinari o più in generale nell’ambiente di lavoro”. L’obiettivo è di “tutelare in maniera costante ed efficace la sicurezza e la salute dei lavoratori in Vaticano”, contribuendo anche a rendere il tessuto sociale - come ha affermato Benedetto XVI durante la Veglia di Pentecoste del 2006 - “il giardino di Dio e così il giardino dell’uomo”. Per il personale vaticano non si tratta infatti, come ha ricordato recentemente il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, “di un mero rapporto lavorativo, ma di una vera e propria missione apostolica”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Un’intervista all’arcivescovo di Tokyo, presidente della Conferenza episcopale giapponese.

    Politica internazionale: nella tragedia del Darfur (Sudan), l’Europa accusata di latitanza dall’avvocato sudanese Salih Mahmoud Osman, insignito del premio Sakharov.

    L’Unione Europea apre alla Serbia per bilanciare il sostegno all’indipendenza del Kosovo; tuttavia il Governo di Belgrado parla di insulto alla dignità.

    Giulia Galeotti recensisce la nuova edizione di “Famiglia, piccola Chiesa” di Carlo Carretto.

    Un articolo di Rosino Gibellini sulla “Spe salvi” tra modernità ed escatologia.

    Un articolo di Helen Alford, uno dei curatori di un volume (presentato nei giorni scorsi a Roma) sull’impegno sociale dei domenicani nel Novecento e stralci della relazione di padre Wojciech Giertych, teologo della Casa Pontificia.

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    Oggi in Primo Piano



    Sangue alle Nazioni Unite, colpite ieri in Algeria dall'integralismo islamico. Intervista con Laura Boldrini e Giorgio Antoniazzi

    ◊   Un attacco contro le Nazioni Unite. Questo l’obiettivo degli attentati di ieri ad Algeri che secondo l’ultimo bilancio ufficiale hanno provocato 30 morti, 67 secondo fonti ospedaliere, e oltre 100 feriti. La rivendicazione di Al Qaida per il Maghreb Islamico non lascia adito a dubbi quando definisce l’ONU un ''nido dell'apostasia internazionale''. Stefano Leszczynski ha chiesto a Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati in Italia, perché le Nazioni Unite sono finite nel mirino del terrorismo internazionale:


    R. - A lungo, direi, la bandiera delle Nazioni Unite è stata una garanzia di rispetto da parte di tutti, e di sicurezza. Questa situazione è cambiata drasticamente negli ultimi anni, quando abbiamo visto che invece non avvenivano più degli incidenti per sbaglio, come in precedenza. Da un certo punto in poi, invece, l’organizzazione, l’emblema, quella bandiera sono diventati obiettivo di violenze. Lo abbiamo visto a Baghdad con l’attentato alla sede dell’ONU, in cui sono morti 22 colleghi. L’abbiamo visto anche per noi come Alto Commissariato a Timor Ovest, nel settembre del 2000, quando la sede è stata presa d’assalto e tre colleghi sono stati brutalmente uccisi.

     
    D. - Quali sono i compiti delle Nazioni Unite in Paesi come l’Algeria? In particolare, a chi dà fastidio?

     
    R. - Non credo che possa essere collegato al fatto che si dia fastidio in un Paese anziché in un altro. Io credo che l’attentato contro le Nazioni Unite sia proprio fatto per creare confusione, tensione, indurre il mondo a non capire più nulla, a sentirsi sempre più insicuro. Quindi, credo che poco abbia a che fare con il fatto in sé. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, comunque, in Algeria opera a sostegno dei rifugiati che si trovano in Algeria. Siamo presenti dal ’76. E’ veramente vile colpire un’organizzazione che, di fatto, esiste per stare dalla parte dei più colpiti, dei più vulnerabili, che sono i rifugiati.

     
    La strage integralista, che ha provocato la morte anche di moltissimi civili, ha suscitato parole di condanna e di cordoglio da parte dell’arcivescovo di Algeri, Henri Teissier. “Siamo coinvolti, come tutta la popolazione algerina, in questi attentati", ha dichiarato il presule in un’intervista all’agenzia SIR. “Bisogna lavorare, anche fuori i confini algerini - ha aggiunto - ad una evoluzione positiva del dialogo tra cristiani e musulmani". Su quanto accaduto ieri, Rosario Tronnolone ha raccolto la testimonianza di Giorgio Antoniazzi, un volontario del Movimento dei focolari, che vive in Algeria da oltre vent'anni:


    R. - Da quando il gruppo salafita, che è quello che poi orchestra e realizza questi attentati, si è accordato con Al Qaeda e sono emersi gli attacchi suicidi ai quali non avevamo assistito neanche durante la crisi degli anni ’90. E’ più difficile quindi difendersi, prevenire questo tipo di attacchi. E’ probabile che ce ne saranno anche altri.

     
    D. - La situazione adesso qual è?

     
    R. - Adesso, si continua a cercare tra le macerie, nei due luoghi dove ieri sono scoppiate le bombe. So che la notte scorsa è stata estratta fortunatamente una persona ancora viva. La gente prova, da una parte, un sentimento di sgomento, perché dopo tanti anni di violenza si spera sempre che essa finisca. Dall’altra parte, il sentimento di voler continuare, di non lasciarsi abbattere. Il controllo del territorio è molto attivo da parte delle forze dell’ordine, ma forse in questi ultimi giorni era un po’ diminuito. Era stato rinforzato giusto qualche giorno fa perchè c’erano state le elezioni amministrative. Quindi, può darsi sia stata scelta una data come quella di ieri, non solo per l’11, ma anche perché forse il controllo era diminuito.

     
    D. - Perché questi due obiettivi? Perché la sede dell’ONU e poi un quartiere universitario?

     
    R. - Questi ultimi quattro o cinque attentati verificatisi quest’anno e l’anno scorso puntano soprattutto ad attaccare le istituzioni dello Stato, le forze dell’ordine oppure l’ONU, ma anche la Corte costituzionale. Ovvero, soprattutto quelle che possono essere le insegne del governo. E tuttavia sono attacchi non poi così mirati, perché fanno tante vittime anche tra la popolazione.

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    Il fenomeno delle sette religiose in Italia analizzato in un convegno organizzato oggi a Roma dalla Comunità Papa Giovanni XXIII

    ◊   Il 52 per cento delle vittime delle sette in Italia sono adulti e, nel 56 per cento dei casi, si tratta di donne. I giovani sono inoltre più del 40 per cento. Sono questi alcuni dei dati presentati stamani a Roma, nella sede dell’Università Europea, durante il convegno: “Il fenomeno delle sette in Italia”, organizzato dalla comunità Papa Giovanni XXIII. Il problema delle sette è stato analizzato indagando aspetti antropologici e sociologici alla luce dell’attuale legislazione. Al dibattito hanno preso parte, tra gli altri, il segretario per il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, l'arcivescovo Pier Luigi Celata, ed il segretario del Gruppo di ricerca ed informazione religiosa (GRIS), Giuseppe Ferrari. Quali sono le dinamiche di questo fenomeno e quali le cause che portano molte persone ad essere vittime delle sette? Risponde al microfono di Amedeo Lomonaco, don Aldo Buonaiuto, responsabile del servizio "Anti sette occulte", che nel 2002 ha attivato il numero verde 800228866:


    R. - E’ un fenomeno sempre più dilagante e in crescita, soprattutto nel nord Italia. Le "psicosette" sono quei gruppi che plagiano, attraverso delle vere e proprie tecniche di manipolazioni mentali, le persone più deboli, quelle che passano momenti di difficoltà e che sono quelle più facilmente irretibili.

     
    D. - Perché fanno proselitismo questi surrogati, visioni distorte, erronee ed alienanti delle religioni?

     
    R. - Siamo dinanzi ad un grande vuoto religioso, anche nel senso valoriale della vita. Queste sette, quindi, dinanzi ad una società molto confusa, promettono beni facili e chiaramente trovano, così facendo, più terreno rispetto alle tradizioni che richiamano, invece, al sacrificio e alla conquista del bene.

     
    D. - Un capitolo a parte è rappresentato dalle sette sataniche. Quali sono i meccanismi che scattano in chi aderisce a queste sette e quali gli stili di vita che ne conseguono?

     
    R. - Le sette sataniche sono realmente un fenomeno inquietante. E’ veramente triste vedere come il satanismo prenda sempre più piede, istigando spesso anche al suicidio. E’ un fenomeno non bene studiato ed ancora da comprendere. Per questo, abbiamo dato vita al Convegno, perché parlarne rappresenta già un primo passo affinché la società civile e le istituzioni possano affrontare questa tematica così importante.

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    Cooperazione e sviluppo solidale gli argomenti di dibattito alla sesta Convention degli universitari cattolici

    ◊   È in corso a Roma la VI Convention degli studenti universitari cattolici, che quest’anno si confrontano sui temi della cooperazione e dello sviluppo solidale. L’appuntamento si chiuderà domani con il tradizionale incontro natalizio tra i ragazzi e il Santo Padre in San Pietro, al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario, Camillo Ruini. Il servizio di Silvia Gusmano:


    “Europa e America insieme per costruire la civiltà dell’amore”. È questo il tema della VI Convention degli studenti universitari che ha riunito a Roma in questi giorni circa 100 delegati dei due continenti. Oltre 80 i cappellani degli atenei. Tra loro, il delegato dell’Albania don Dominik Querimi, che così spiega qual è la missione dei credenti nel mondo accademico odierno, spesso promotore di quel relativismo etico e morale condannato da Benedetto XVI:

     
    “Una delle sfide è non scendere a compromessi con questo relativismo, avere una dignità molto chiara di quello che si è, di quello che si crede e poi avere un coraggio molto grande per potere andare controcorrente in un ambiente universitario, dove c’è il cavalcare di un laicismo direi malinterpretato. Questa è una sfida che i giovani devono affrontare, perché solo loro possono farlo”.
     
    Nei dibattiti svoltisi nei giorni scorsi presso la Pontificia Università Lateranense, si è parlato anche dei progetti finalizzati a rafforzare la cooperazione tra le università europee e americane: dai master aperti a studenti di diversa nazionalità, alle missioni comuni nelle aeree di crisi del pianeta. Primo obiettivo: portare la realtà cristiana, in modo propositivo, nel mondo accademico secondo la strada, indicata dal Papa, della conciliazione tra fede e ragione. Simbolo di questo cammino degli studenti cattolici è l’immagine di Maria Sedes Sapientiae. Donata da Giovanni Paolo II ai ragazzi nel 2000, l’Icona della Vergine è oggi pellegrina negli atenei di tutta Europa. Domani, dopo il tradizionale incontro natalizio del Santo Padre con gli universitari in San Pietro, verrà affidata alla Romania. Così il delegato dei cappellani rumeni, don Tiba Iosif:

    “Questa icona sarà bene che vada in tutti i centri universitari importanti della Romania, e cerchiamo di entrare soprattutto nel mondo laico, perché quella è la grande provocazione. Già abbiamo in progetto di evangelizzare, nel senso di organizzare incontri, conferenze, veglie di preghiera...”.
     
    Maria Sedes Sapientiae resterà in Romania sino al prossimo marzo, quando gli studenti cattolici, in occasione della la VI Giornata europea degli universitari, si incontreranno di nuovo a Roma.

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    Chiesa e Società



    In Bangladesh, dopo il ciclone Sidr si lavora per la ricostruzione delle zone colpite

    ◊   Si lavora in maniera intensa per portare aiuto agli sfollati in Bangladesh ancora in difficoltà dopo il passaggio a novembre del ciclone Sidr. “Stiamo facendo il possibile come Chiesa, cerchiamo di essere a fianco della gente, senza distinzioni, in questo momento di dolore e sconforto” racconta, all’agenzia Fides, mons. Bejoy Nicephorus D’Cruze, vescovo di Khulna, dopo il disastro che ha colpito circa 8 milioni di persone. “Sacerdoti e laici si stanno dando da fare a tutti i livelli. La Caritas lavora instancabilmente. I religiosi dell’ordine di Madre Teresa – aggiunge - sono accanto a noi per cercare di mitigare le sofferenza della gente, specialmente dei più vulnerabili, donne, anziani, bambini, sostenendoli dal punto di vista materiale e morale”. Si mette a loro disposizione i fondi e le strutture della Chiesa locale ma si cerca anche l’aiuto della comunità internazionale perché l’emergenza continua. I danni non sono ancora stati quantificati ma le vittime potrebbero essere 10-15 mila. La solidarietà poi non conosce differenze di credo: volontari musulmani lavorano insieme alla Caritas per ricostruire ciò che è andato distrutto. Succede soprattutto sulla costa del Bangladesh dove le case sulla spiaggia sono scomparse spazzate via dalla forza del ciclone. (B.C.)

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    Creato un fondo di adattamento per i Paesi in via di sviluppo. E’ uno dei risultati raggiunti dalla Conferenza ONU sul clima a Bali

    ◊   Si chiuderà venerdì a Bali la conferenza internazionale ONU sui cambiamenti climatici ma un primo risultato è stato raggiunto: la costituzione di un Fondo di “adattamento” che verrà utilizzato per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare gli effetti del surriscaldamento del pianeta dovuti all’inquinamento prodotto dai Paesi più ricchi. Il Fondo, istituito nell’ambito del Protocollo di Kyoto, arriva proprio nel decimo anniversario della firma di questo documento che nel 1997 venne approvato per organizzare una risposta globale alle emissioni inquinanti nell’atmosfera. Come riporta la Misna, è stato deciso di raddoppiare i limiti delle aree in cui è possibile praticare deforestazione e rimboschimento a fini industriali; una misura pensata per favorire paesi in via di sviluppo, soprattutto africani, costretti a sfruttare più di altri le loro risorse naturali. L’Europa si è detta disponibile a ridurre del 25-40% le emissioni entro il 2020 mentre Stati Uniti, Cina e India stanno cercando un percorso alternativo da seguire alla scadenza del protocollo nel 2012. Le Nazioni Unite hanno invitato ad agire in fretta, entro il 2009 infatti, serve raggiungere un accordo globale tra Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. “C'è bisogno di un’etica della giustizia” ha sottolineato il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. Intanto sono quattro i punti in discussione: le decisioni per il dopo-Kyoto, la richiesta dei Paesi in via di sviluppo di un’assunzione di responsabilità da parte delle nazioni più ricche e in particolare degli Stati Uniti, gli impegni concreti per favorire lo sviluppo di tecnologie alternative, il varo di formule di assistenza anche finanziaria per consentire ai Paesi in via di sviluppo di affrontare le conseguenze del surriscaldamento del pianeta. (B.C.)

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    Altissimo rischio di epidemie per gli sfollati in Somalia, lungo la strada fra Mogadiscio e Afgoye

    ◊   E’ quasi raddoppiato nelle ultime settimane – circa 200 mila persone - il numero degli sfollati che vivono ai margini della strada che conduce ad Afgoye, a ovest di Mogadiscio, in base a quanto riportato da Medici Senza Frontiere (MSF). L'organizzazione ha lanciato l’allarme sulla drammatica situazione in cui versa attualmente la capitale somala, teatro di gravi scontri e violenze. La maggior parte delle persone in fuga da Mogadiscio vive in alloggi improvvisati e in condizioni sanitarie del tutto precarie. La grave malnutrizione potrebbe provocare inoltre una grave epidemia, già evidenziata dai tassi di mortalità estremamente allarmanti dei bambini al di sotto dei 5 anni di vita. Ad Hawa Abdi, riporta l'agenzia Misna, il tasso di mortalità dei minori al di sotto dei 5 anni è addirittura più del doppio del tasso considerato di emergenza: 4,2 decessi al giorno ogni 10mila bambini su un campo che ospita 32 mila persone. Cifre del tutto allarmanti a cui, secondo MSF, non corrispondono adeguati aiuti internazionali nonostante la mobilitazione delle scorse settimane. (C.C.)

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    L’Europa sia coraggiosa sul Darfur. Così a Strasburgo alla consegna del Premio Sakharov 2007. Il vincitore: l’avvocato sudanese Osman

    ◊   Un lungo intervento nel quale chi ha vissuto sulla sua pelle le devastazione di un conflitto che non conosce fine ha anche puntato il dito sulle responsabilità della comunità internazionale, consapevolmente ignara del dramma del Darfur. E’ quanto ha fatto ieri nel suo discorso, davanti all’Europarlamento di Strasburgo, l’avvocato sudanese Salih Mahmoud Osman, vincitore dell’edizione 2007 del premio Sakharov. Osman ha ricordato la sua storia personale fatta di torture, di 7 mesi di carcere senza processo, di violenze ai danni della sua famiglia. Gli occhi di Osman hanno visto per anni gli stupri usati come armi di guerra da un esercito che non conosce più il limite, l’uccisione di bambini e la faticosa scelta di quattro milioni di sudanesi abbandonare le proprie case. L’avvocato, che si batte per il rispetto dei diritti umani e che siede tra le file dell’opposizione nel parlamento di Khartoum, ha poi inchiodato l’Europa alle sue responsabilità. “Stanno ancora aspettando la vostra voce, la voce dei popoli dell’Europa, perché i vostri leader – si legge su Avvenire - hanno fatto la voce grossa sulla politica del governo sudanese in Darfur ma finora non abbiamo visto passi concreti”. Osman ha chiesto una posizione “forte e unita” dell’Unione Europa perché quello che sta avvenendo è un “genocidio” ed ha auspicato che il Sudan non diventi il nuovo Rwanda e perché “non ci può essere pace senza giustizia”. Tra gli interventi necessari: il coinvolgimento di truppe europee nella forza mista ONU-Unione Africana. Il tema del rispetto dei diritti umani in Cina sarà oggi al centro della discussione all’Europarlamento. I deputati chiedono che, nonostante le Olimpiadi, Pechino non dimentichi i diritti fondamentali come la libertà di pensiero e di culto ma non mancano le notizie di persecuzioni contro le minoranze religiose. (B.C.)

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    La Chiesa colombiana mediatrice nel negoziato fra governo e FARC per la creazione di una zona di scambio degli ostaggi

    ◊   Il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, ha annunciato che la Chiesa cattolica rappresenterà l’ultima “istanza” per avere un contatto autorizzato con le FARC, Forze armate rivoluzionarie, in vista della creazione di una zona di scambio fra i sequestrati nelle mani dei ribelli e i guerriglieri detenuti nelle carceri di Bogotà. L’annuncio è giunto dopo l’incontro tra il capo dello stato e il presidente della Conferenza episcopale colombiana, l’arcivescovo Luis Augusto Castro Quiroga, e con il segretario della Conferenza, padre Darìo Echeverri. Lo stesso presidente della Conferenza episcopale, come riporta l’Osservatore Romano, ha espresso l’auspicio di una risposta positiva da parte dei guerriglieri alla proposta del governo colombiano. Quest’ultimo ha individuato in una zona rurale, senza polizia né presenza militare, il luogo di scambio dei 45 ostaggi nelle mani delle FARC che chiedono altresì il rilascio di numerosi ribelli. (B.C.)

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    In Messico, si chiudono oggi le celebrazioni per il 476.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe all'indio San Juan Diego

    ◊   Con la messa presieduta dal card. Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, si chiudono oggi le celebrazioni dell’annuale “fiesta de veneración” a “Nuestra Señora de Guadalupe”, aperte domenica scorsa e che hanno attirato più di 7 milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Quest’anno si celebra il 476° anniversario delle Apparizioni della Madonna all’aborigeno san Juan Diego. "Un grande uomo – lo ha definito il card. Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Mexico - semplice ed umile” che “ci mostra come il ruolo fondamentale dei laici consiste nell’essere portavoce del messaggio divino e conciliatore”. “La solennità di Nostra Signora di Guadalupe offre ad ognuno dei figli e figlie del Messico e dell’America, l'opportunità di riconoscersi ed accettarsi come fratelli” così Mons. Diego Monroy Ponce, vicario generale ed Episcopale di Guadalupe e rettore del Santuario, nel suo messaggio di quest’anno, nel quale chiede di mettere a frutto questa opportunità “affinché guardando alle nostre differenze non ci dividiamo, bensì ci completiamo. Questo è il significato di tale celebrazione”. Molte le iniziative che si sono tenute a margine delle celebrazioni come ad esempio diverse conferenze sulla famiglia in preparazione al VI Incontro Mondiale delle Famiglie che si celebrerà in Messico nel 2009. (B.C.)

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    Si celebra oggi in Canada la V Giornata di preghiera per i popoli autoctoni in coincidenza con la Festa della Vergine di Guadalupe

    ◊   E’ rivolta a tutti i fedeli canadesi l’esortazione del Consiglio cattolico autoctono per la riconciliazione (CCAR) a lavorare insieme per avanzare nella riconciliazione, ad unirsi nella preghiera e nella solidarietà, in particolare verso quelle popolazioni aborigene che in passato hanno subito tante ingiustizie. La preghiera riprende il messaggio di Giovanni Paolo II pronunciato durante la canonizzazione di San Juan Diego il 31 luglio 2002 sull’inculturazione dei valori spirituali cattolici iniziata il 12 dicembre 1531 con l’incontro tra Maria e Juan Diego a Guadalupe, “modello di evangelizzazione perfettamente inculturata”. “Ciascuno di noi è stato chiamato da Nostra Signora di Guadalupe ad essere suo ambasciatore per dare il benvenuto a Gesù nella nostra vita. In questo quinto anniversario della Giornata Nazionale di preghiera per gli aborigeni in Canada - si legge- ci uniamo in preghiera e solidarietà spirituale, mentre ricordiamo l'evangelizzazione del nostro passato”. Una giornata di preghiera quindi per tutti i popoli autoctoni, ma anche occasione per celebrare le diverse modalità di evangelizzazione della nostra storia. Il Consiglio cattolico autoctono per la riconciliazione è stato creato dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici del Canada nel 1998, allo scopo di favorire l’unione tra cattolici aborigeni e non aborigeni. In tal senso nel 2002 è stata appositamente lanciata l’iniziativa di una giornata comune di preghiera al fine di migliorare i rapporti fra di loro. (C.C.)

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    Più collaborazione con i musulmani: è il messaggio delle Conferenze episcopali europee

    ◊   Al termine dell’incontro che si è tenuto a Berlino dal 6 al 9 dicembre 2007, il comitato per i rapporti con i musulmani in Europa, istituito dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese Europee (CEC) ha diffuso un messaggio, riportato dalla Misna, nel quale si legge che c’è la necessità di “coltivare la ricerca di un terreno comune con i musulmani in Europa per entrare in un dialogo regolare che contribuisca a promuovere la reciproca fiducia”. Il comitato ha definito la lettera dei 138 studiosi e autorità musulmane indirizzata in settembre ai responsabili del mondo cristiano, “un sincero segnale di volontà di avviare buoni rapporti con le chiese cristiane e di essere uniti per lo sviluppo di un mondo più giusto e pacifico”. Per questo si invitano le Chiese a “rispondere positivamente e a offrire possibilità di dialogo e scambio per sottolineare ciò che accomuna le due religioni, per rilevare i compiti che hanno in comune, senza però tralasciare di affrontare anche differenze e tensioni esistenti”. Nell’ottobre 2008 in un incontro tra il comitato ed esponenti musulmani, si discuterà anche della creazione di un organismo misto che prepari la conferenza sul tema “Essere cittadino europeo e credente. Cristiani e musulmani – partners attivi nelle società europee”. (B.C.)

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    New Delhi: un gruppo di estremisti indù attacca una chiesa cattolica in costruzione a nord della capitale indiana

    ◊   Intolleranza verso il proselitismo cristiano e animi surriscaldati hanno indotto il 5 dicembre scorso un gruppo di 150 estremisti indù ad attaccare la chiesa cattolica della Divina Misericordia, nell’Arcidiocesi di Delhi, secondo quanto affermano i testimoni oculari. Sul luogo non è rimasto più niente, solo macerie. Gli estremisti si sono scagliati contro tutti i macchinari; hanno distrutto ruspe, generatori e gru e hanno raso al suolo le mura già edificate. La chiesa, ancora in costruzione, aveva tutte le autorizzazioni necessarie per l’edificazione, il terreno era stato regolarmente acquistato e i lavori procedevano speditamente sotto la guida del parroco designato, padre Alphonse D’Cruz. Gli operai che stavano lavorando, minacciati di violenze fisiche, ora non possono più presentarsi sul luogo. “E’ certo un fatto isolato nel territorio dell’Arcidiocesi – dicono a Fides fonti della Chiesa locale - ma resta la realtà di questo attacco inquietante e immotivato”. Ora la polizia sta indagando sui fatti, affinché un simile episodio non resti impunito. La Chiesa indiana si discosta dall’azione degli estremisti affermando che essa agisce nella più totale legalità e trasparenza e ribadendo che coloro che hanno violato le libertà altrui e i diritti costituzionalmente garantiti devono essere puniti. La comunità cattolica di New Delhi, ampiamente apprezzata dalla popolazione locale, è rimasta sconcertata dell’episodio, non essendo fra l’altro l’estremismo indù così diffuso nella zona, anche se in base ad un recente rapporto delle autorità indiane il fondamentalismo religioso è in crescita. Negli ultimi 20 mesi i cristiani presenti in India hanno subito 464 casi di violenza, soprattutto negli stati del Bihar, Karnataka e Gujarat. (C.C.)

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    Ieri, prima giornata di voto nello Stato indiano del Gujarat. Tensioni tra le minoranze cattoliche e musulmane

    ◊   Nel Gujarat, stato nord occidentale dell'India, sono 17 milioni i cittadini chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni vissute con timore dalle minoranze religiose che sono da tempo sotto assedio perchè accusate di attuare conversioni forzate. I cattolici, che rappresentano solo l’1% della popolazione, stanno vivendo questi momenti con paura per la provocazione lanciata dal "Bharatiya Janata Party", il Partito del popolo indiano attualmente al governo , espressione politica del nazionalismo e fondamentalismo hindu. La formazione politica ha deciso di riservare, se vincitore, quote di iscrizione nelle scuole cristiane o musulmane ai fuoricasta e tribali di fede induista. In tal senso è rilevante la dichiarazione del padre gesuita Xavier Manjooran: “se sono preoccupati della sorte degli hindu meno favoriti - riporta l'agenzia Sir - dovrebbero riconoscere loro diritti anzitutto nelle proprie istituzioni, cosa che si guardano bene dal fare, preferendo tenerli nella sottomissione”. In occasione delle elezioni del dicembre 2002, il Gujarat è stato teatro di gravi scontri nei quali hanno perso la vita più di 2.000 fedeli, di cui la maggior parte musulmani. La seconda tornata elettorale si svolgerà il 16 dicembre, mentre i risultati delle elezioni dovrebbero essere diffusi il giorno 23. (C.C.)

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    Inaugurate e consacrate nuove chiese parrocchiali in Cina

    ◊   Nei mesi di ottobre e novembre nella Cina continentale sono state inaugurate, consacrate e aperte al culto diverse chiese. Lo riporta l’agenzia Fides. “E’ un segno della vivacità e della speranza della nostra comunità cattolica” riferiscono fonti locali. Tra i più importanti luoghi di culto c’è la parrocchia di Nan Liang Tai della diocesi di Ba Meng, nel nord della Mongolia, che fu costruita nel 1874 mentre grazie al contributo dei fedeli, pari a 70 mila euro, è stata costruita la nuova chiesa parrocchiale di Yun Xiao, nella diocesi di Xia Men, dedicata a Nostra Signora della Cina. Tre i diaconi che hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale durante la consacrazione della nuova parrocchia dedicata al Sacro Cuore, nella diocesi di Han Dan. (B.C.)

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    I vescovi di Taiwan prepareranno le celebrazioni per i 150 anni di evangelizzazione e per l’Anno Paolino

    ◊   I vescovi presenti nell’Assemblea autunnale della Conferenza episcopale regionale di Taiwan, svoltasi nella diocesi di Tai Nan, hanno concordato all’unanimità l’iniziativa di preparare l’anniversario dei 150 anni di evangelizzazione insieme alla celebrazione, indetta da Papa Benedetto XVI, dell’Anno Paolino, che si celebrerà dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009. E’ quanto riferisce l’agenzia Fides ricordando che la comunità di Taiwan festeggerà l’importante anniversario nel 2009. Il cardinale 85.enne Paul Shan Kuo-hsi, vescovo emerito di Kaohsiung, ha partecipato all’assemblea e incoraggiato i giovani a proseguire nella fede e nel cammino di evangelizzazione. L’Assemblea ha inoltre accolto il nuovo arcivescovo di Tai Pei, mons. Hong Shan Chuna, e il nuovo Vescovo di Tai Chung, Mons. Su Yao Wen. (C.C.)

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    Il cardinale Scola dopo l'incontro con il Dalai Lama: i cristiani sono pronti a costruire la pace assieme agli uomini di altre religioni

    ◊   “Religioni insieme in dialogo e preghiera per la pace” è il tema sul quale hanno discusso ieri ad Udine il cardinale Angelo Scola, il Dalai Lama, Erlia Ricetti, rabbino capo della comunità ebraica di Venezia e Saleh Igbaria, presidente del centro islamico di Trieste. Nel suo intervento davanti a duemila giovani, il patriarca di Venezia ha richiamato i rappresentanti delle varie religioni ad una collaborazione in “difesa della libertà di coscienza e della stessa libertà di religione, massima espressione del sistema organico dei diritti fondamentali dell’uomo”. Sul tema della pace ha affermato che va perseguita “con realismo” ma non costruendola a tavolino. Per il porporato ci sono due pericoli: la sottovalutazione dei conflitti nel mondo e il pericolo di considerare gli “uomini di pace” degli utopisti. Necessario, secondo il porporato, l’impegno dei rappresentanti delle religioni di perseguire “una pace ordinata” come aveva insegnato quarant’anni fa Papa Giovanni XXIII nell’enciclica “Pacem in terris”. Quattro i pilastri: la verità, la giustizia, l’amore e la libertà. “I cristiani – ha aggiunto il patriarca di Venezia - insieme agli uomini delle religioni e a quelli di buona volontà, vogliono percorrere le strade di una pace libera dalle ideologie”. Il cardinal Scola ha anche parlato dell’urgenza dei nostri giorni di custodire “la verità dell’esperienza religiosa contro qualsiasi pretesa ideologica e qualsiasi rischio di strumentalizzazione delle religioni”. “Per avere la pace e la serenità è necessario sviluppare la nostra parte interiore” così il Dalai Lama nel suo intervento mentre l’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo, ha sottolineato che “senza dialogo, che è la saggezza dei forti, si ha paura dell’altro”. Un confronto che non deve annullare le differenze come hanno ribadito i rappresentanti della comunità ebraica e islamica. (B.C.)

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    In Irlanda, aumenta vertiginosamente il consumo di droga. I vescovi lanciano l’allarme cocaina

    ◊   Al termine della loro sessione autunnale a Maynooth, i vescovi irlandesi hanno lanciato l’allarme sul consumo di cocaina, che sta diventando spropositato nel Paese. I presuli hanno fatto appello a pregare per tutte le vittime della droga, per le rispettive famiglie che indirettamente ne subiscono gli effetti nocivi e le varie organizzazioni di volontariato per l’assistenza ai tossicodipendenti. Il rischio di overdose connesso all’uso della cocaina dipende da come la droga viene tagliata e dalla tollerabilità fisica ad personam. Pertanto, l’appello dei vescovi si rivolge a tutti i giovani, non solo irlandesi, che si stanno preparando alle festività natalizie e invita a riflettere sulle conseguenze dannose che l’uso di una simile sostanza stupefacente comporta. Il monito dei vescovi irlandesi, tra l’altro, trae spunto da un episodio di cronaca avvenuto recentemente a Waterford, che ha visto un gruppo di 15 persone finire in overdose. Due di esse hanno perso la vita. (C.C.)

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    Il 30 dicembre a Madrid, Giornata della Famiglia e della Vita. Messaggio dei vescovi per l'occasione

    ◊   “Solo una famiglia cristiana, con una forte identità, è capace di trasmettere la fede ed essere segno luminoso di verità, bontà e bellezza” così i vescovi spagnoli nel messaggio:"La nostra Patria invece è nei cieli” reso noto in occasione della Giornata della Famiglia e della Vita che cade il prossimo 30 dicembre, Festa della Sacra Famiglia. I presuli hanno precisato che il tema scelto per la giornata vuole sottolineare che “siamo figli di Dio e cittadini del cielo. Vogliamo così fortificare le famiglie cristiane, ricordando loro la grandezza e la dignità che appartiene loro”. In un mondo nel quale esiste una “debilitazione dell’identità cristiana”, la Conferenza episcopale spagnola sostiene che è necessario fortificare le famiglie attraverso il riconoscimento di importanti aspetti: l'integrazione tra fede e vita. La fede infatti non può ridursi ad un’esperienza privata ma travalicare i confini della stessa famiglia cristiana che si trova di fronte a forti sfide; pertanto il messaggio ricorda il ruolo importante della iniziazione cristiana: "per avere matrimoni e famiglie cristiane è necessario prima di tutto formare i cristiani". Per questo “la Chiesa deve affrontare il problema pastorale alla radice” si legge nel testo riportato dall’agenzia Fides. I vescovi invitano i cristiani ad educare i loro figli come se fossero “cittadini del cielo” in risposta ad una “educazione alla cittadinanza” sempre più diffusa in Spagna. Il messaggio si conclude con un invito rivolto a tutte le famiglie, affinché in questi giorni del Natale possano “contemplare il mistero del Dio fatto uomo, fortificare la loro identità cristiana e vivere con il gusto per la vita terrena in attesa dei beni del cielo”. (B.C.)

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    I Movimenti per la vita in favore di una moratoria sulla distruzione degli embrioni umani destinati all'ottenimento di cellule staminali

    ◊   La campagna è stata lanciata da “Avvenire” ma almeno 40 rappresentanti di associazioni e movimenti per la difesa della vita e della famiglia, provenienti da tutta Europa, hanno raccolto l’invito a promuovere e sottoscrivere una moratoria sulla distruzione degli embrioni umani al fine di ricavare cellule staminali. Ieri, in un incontro tenutosi a Strasburgo, i movimenti hanno chiesto al Parlamento Europeo che "tutte le attività di ricerca siano realizzate nel rispetto dei principi etici fondamentali". Inoltre le associazioni hanno invitato la Commissione Europea a non finanziare progetti che prevedano la distruzione di embrioni umani e invece finanziare le fasi di ricerca successive alla distruzione degli embrioni. L’agenzia Zenit riferisce che la petizione fa riferimento anche a recenti studi che hanno dimostrato la possibilità di modificare cellule staminali adulte in modo da renderle con caratteristiche simili a quelle embrionali. Le cellule utilizzate in queste recenti ricerche sono normali cellule della pelle che, opportunamente trattate, si sono rivelate in grado di raggiungere il livello più alto di indifferenziazione. “Pertanto – ostengono i movimenti - è inutile insistere nella sperimentazione distruttiva su embrioni umani, l’uso delle cui cellule staminali, fino ad oggi, non ha prodotto alcun risultato terapeutico”. (B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ucciso in un attentato a Beirut il generale considerato il possibile successore di Suleiman alle forze armate

    ◊   La polizia militare libanese ha arrestato un sospettato per l'attentato con autobomba di stamani alla periferia est di Beirut, che ha provocato quattro morti, tra cui il generale Francois al-Hajj, comandante delle operazioni dell'esercito, e il suo autista-guardia del corpo. Una decina i feriti. Il nostro servizio:


    E’ stato ucciso il cristiano maronita Francois al-Hajj, considerato possibile successore al comando delle forze armate del generale Michel Suleiman, in caso di sua elezione alla presidenza della Repubblica. Eì il Primo militare di alto grado ucciso dall'inizio dell'ondata di attentati in Libano, aperta dall'uccisione dell'ex premier Hariri nel febbraio 2005 e che esattamente il 12 dicembre di due anni fa era costata la vita anche al deputato e giornalista antisiriano Gibran Tueini. In veste di comandante delle operazioni dell'esercito, al- Hajj aveva pianificato i combattimenti da maggio a settembre delle truppe governative contro i miliziani di Fatah al-Islam, gruppo integralista che s'ispira ad al-Qaida: si tratta dei combattimenti nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, a nord di Beirut. Si sospetta perciò una vendetta degli integralisti legati ad Al-Qaida. Per quanto riguarda la città di Beirut, meno di tre mesi fa un’altra autobomba era costata la vita al deputato antisiriano Antoine Ghanem. Per quanto riguarda l’intero Paese, vive un drammatico vuoto istituzionale: ieri sono state nuovamente rinviate le elezioni presidenziali: è l'ottava volta. La prossima data fissata è il 17 dicembre e gli analisti sottolineano il rischio che non si svolgano fino a metà marzo: è poco infatti il tempo prima delle festività di fine anno e da gennaio a marzo il Parlamento sospende i lavori. Il 24 settembre scorso si è concluso il mandato di Emile Lahud. Resta da dire che un portavoce ufficiale della Siria ha accusato Israele e “i suoi agenti” in Libano per l'attentato di stamani. Citato dall'agenzia, ha dichiarato che “coloro che beneficiano di questo crimine sono Israele e i suoi agenti in Libano”.

     
    Ma perché l’ultimo attentato a Beirut ha voluto colpire proprio un militare? Giada Aquilino lo ha chiesto a mons. Bechara Raï, vescovo di Byblos dei Maroniti, in Libano:
     
    R. – Penso sia per allontanare la possibilità di eleggere il comandante dell’esercito – il generale Suleiman - a presidente della Repubblica, come previsto dall’accordo raggiunto di recente. Ed anche per creare nuovi problemi al Paese e per ribadire che il Libano ha bisogno della Siria e che senza di essa non può andare avanti: Damasco infatti fa di tutto per impedire l’elezione del capo dello Stato.

     
    D. – Quindi, per il generale Suleiman ci sarebbero ora problemi per l’elezione?

     
    R. – Sono tutti d’accordo apparentemente per il generale Suleiman. La Siria, però, ha i suoi progetti.

     
    D. – Dal 2005, quando fu assassinato l’ex premier Hariri, sono state diverse le personalità antisiriane cadute in attentati. La popolazione libanese oggi come vive?

     
    R. – Il popolo libanese soffre di grandi problemi e di crisi economiche e sociali. Stiamo perdendo un alto numero di giovani, che vanno altrove per cercare lavoro. La gente vive nella povertà, nel bisogno, nell’insicurezza e quindi il popolo libanese vuole che i parlamentari, con buona volontà, eleggano un nuovo presidente della Repubblica.

     
    D. – Qual è l’auspicio della Chiesa libanese?

     
    R. – Continuiamo a sostenere il nostro popolo, a fare appello alle coscienze dei parlamentari e delle autorità civili, a proclamare i nostri principi di convivenza, perché si stabilizzi un vero e proprio Stato. Cerchiamo quindi di illuminare i cuori e di fortificare tutto il popolo libanese.

    Iraq
    E' di 20 civili uccisi e 25 feriti l'ultimo bilancio della duplice esplosione di un'autobomba stamani ad Amara, a sud di Baghdad. Inoltre, un ordigno è esploso stamani nel centro petrolifero di Kirkuk, nel nord dell'Iraq, causando la morte di un civile e il ferimento di almeno altri due. Il tutto mentre a Bassora, seconda città dell'Iraq, si recava in visita il premier Nouri al-Maliki. La visita del primo ministro è stata organizzata in vista dell'imminente e definitivo ritiro delle truppe britanniche da Bassora, dove erano stazionate dall'inizio dell'attacco anglo-americano contro il deposto regime di Saddam Hussein, nel 2003.

    Medio Oriente
    Un miliziano della Jihad Islamica, Sameh Al Aidi, è stato ucciso oggi da fuoco israeliano nel sud della Striscia di Gaza. Mentre sedici razzi, sparati a diverse riprese, dalla Striscia di Gaza sono caduti stamani in diverse località israeliane nel Neghev, colpendo anche uno stabile a Sderot, dove una donna è rimasta lievemente ferita. I tiri sono stati rivendicati dalla Jihad Islamica a Gaza, in reazione al raid israeliano di ieri nel sud di Gaza, e dai bracci armati di Al Fatah e del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

    Pakistan
    Il presidente pachistano, Pervez Musharraf, ha detto che è stata una scelta giusta rimuovere il capo della Corte suprema, Iftikhar Muhamma Chaudhry. La dichiarazione è stata fatta in un’intervista che il presidente ex capo dell'esercito, ha concesso ad una televisione straniera, riportata dal canale Geo Tv. Secondo Musharraf, Chaudhry stava tentando di rimuoverlo illegalmente e il Paese avrebbe avuto problemi. Musharraf ha anche parlato di elezioni, dichiarandosi disponibile a lavorare con qualsiasi partito che dovesse arrivare al potere dopo le elezioni. Il presidente pachistano ha inoltre giustificato la sua decisione di inviare l'esercito nella regione nord orientale dello Swat, dove fondamentalisti islamici, legati ad Al-Qaida e ai taleban, combattono per instaurare la legge islamica.

    Proclamata la Carta dei diritti dell’Unione Europea
    La Carta europea dei diritti fondamentali è stata proclamata solennemente dai leader delle tre istituzioni europee a Strasburgo. Il documento è stato firmato in aula dal presidente di turno dell'UE, il premier portoghese Jose' Socrates, dal presidente della Commissione UE, Jose' Manuel Durao Barroso, e da quello dell'Europarlamento, Hans Gert Poettering, mentre continuava la protesta di alcuni deputati che hanno continuato a scandire “referendum, referendum” durante la cerimonia. La Carta, firmata a Nizza nel 2000, non aveva valore giuridico vincolante perchè non faceva parte dei Trattati istituzionali. La Costituzione bocciata nel 2005 dai due referendum francese e olandese avrebbe dovuto comprendere la Carta nella sua seconda parte. Il testo di Trattato che verrà firmato in settimana a Lisbona non la include ma grazie all'articolo 6 "riconosce alla Carta dei diritti fondamentali lo stesso valore giuridico di un Trattato".

    Serbia
    Tre persone sono morte e sette sono rimaste ferite nell'incendio di un albergo a Novi Sad, capoluogo di Vojvodina, 80 chilometri nord da Belgrado. L'incendio, la cui causa non è stata ancora stabilita, è divampato poco prima della mezzanotte nell'albergo 'Putnik' nel centro di Novi Sad. Tre ospiti dell'albergo, due uomini ed una donna, sono morti soffocati dal fumo. Altre sette persone sono state ferite in modo molto grave.

    Ebola
    E' salito a 30 il numero delle vittime accertate causate dall'epidemia di Ebola che sta colpendo la regione di Bundibugyo, nell'Uganda occidentale, ai confini con la Repubblica Democratica del Congo. Le persone contaminate risultano finora essere 116. Lo ha reso noto Paul Kaggwa, portavoce del ministro della Salute. Fonti ufficiali hanno poi formalmente smentito che l'epidemia si sia estesa ad altre province dell'Uganda, voce che negli ultimi giorni si era diffusa con insistenza. Al punto che il Kenya (ad Est dell'Uganda) ha preso anche speciali misure sanitarie precauzionali nell'aria confinaria.

    Grecia
    Tutti i trasporti pubblici, compresi aerei e traghetti, e banche e ministeri sono fermi oggi in Grecia e solo equipe d'emergenza saranno di guardia negli ospedali a causa di uno sciopero generale proclamato dalla scorsa mezzanotte in segno di protesta contro il progetto di riforma del sistema pensionistico avanzato dal governo di centro-destra del premier Costas Karamanlis, leader del partito Nea Democratia. Il progetto governativo punta ad elevare l'età pensionabile, ad aumentare l'importo dei contributi pagati dai lavoratori e a ridurre a soli cinque o sette gli oltre 150 fondi previdenziali esistenti nel Paese. Da stamani fino a domani, Tv, radio e agenzie di stampa non trasmetteranno alcun notiziario. Per oggi in programma ad Atene cortei di protesta che si snoderanno lungo le principali vie della capitale sino a raggiungere la centrale Piazza Syntagma, davanti al Parlamento, dove la polizia è dispiegata in tenuta anti-sommossa per far fronte ad eventuali disordini.

    Francia-Libia
    Le ricadute economiche per la Francia della contestata visita a Parigi del leader libico Gheddafi potrebbero rivelarsi inferiori ai 10 miliardi di euro evocati da parte dell'Eliseo. Lo rileva oggi il quotidiano Les Echos sottolineando che sul fronte nucleare “tutto resta da negoziare” e che l'accordo è “estremamente ipotetico” in quanto “è molto delicato vendere una tecnologia così sensibile a un Paese che ha praticato così a lungo il terrorismo e che manca di perizia tecnica e di un'indipendente authority per la sicurezza”. Quanto al contratto da 3,2 miliardi per un ordine di 21 Airbus, si tratta, ricorda il giornale, della conferma di un acquisto già concordato con il costruttore europeo a giugno al salone aeronautico di Le Bourget. Per la vendita di materiale militare, l'esclusiva accordata alla Francia fino a luglio è certo “incoraggiante” ma “nulla è ancora acquisito”, aggiunge il quotidiano economico.

    Russia-Nato
    A poche ore dalla sospensione del trattato sulle armi convenzionali in Europa (CFE), Mosca ha mosso due nuovi battaglioni nel Caucaso del Nord. Lo rende noto l'agenzia Interfax, citando una fonte militare-diplomatica di alto livello del ministero della Difesa, secondo cui tale mossa militare ai confini occidentali con l'Europa ora non è più limitata dal trattato. Si tratta di due battaglioni da montagna per un totale di 4500 uomini, dotati di armamenti moderni. Sono stati dislocati nei pressi di Botlikh, in Daghestan, e del villaggio di Velenciuk, in Karacievo-Circassia. Una regione “calda”, come ha sottolineato la fonte, dove tensioni e attentati sono cresciuti negli ultimi mesi. Il ministero degli Esteri ha diffuso un comunicato nel quale ribadisce la disponibilità al dialogo sul CFE con l'obiettivo di trovare “soluzioni reciprocamente accettabili”. Da parte sua, la presidenza spagnola dell'OSCE ha oggi invitato la Russia a “riconsiderare la sospensione unilaterale” del Trattato sulle forze convenzionali in Europa che entra in vigore oggi.

    Ucraina
    Il presidente ucraino filo occidentale Viktor Iushenko riproporrà oggi al Parlamento la candidatura dell'ex eroina della Rivoluzione arancione Iulia Timoshenko come premier. Ieri l’elezione era fallita per un voto. Lo ha reso noto un deputato del partito presidenziale Ucraina Nostra, David Zhvaniya, dopo un incontro del capo dello Stato con i leader dei partiti.

    Thailandia
    Un'irruzione di manifestanti stamane all'Assemblea nazionale thailandese ha costretto i parlamentari a sospendere i lavori a poche settimane dalle elezioni legislative del 23 dicembre. I dimostranti, almeno 1500 tra sindacalisti, studenti e oppositori politici, contestano la legittimità dei deputati nominati dalla giunta a fare alcune leggi, sopratutto quelle che riguardano la sicurezza interna, l'autonomia delle università, il controllo dell'alcool e la concessione delle frequenze radiofoniche, in questi giorni in discussione al Parlamento. Un centinaio tra coloro che avevano accerchiato l'edificio sono riusciti ad aggirare le barriere di sicurezza e hanno occupato la Camera costringendo a una sospensione dei lavori. Il senatore Jon Ungphakorn, a capo della manifestazione, ha dichiarato: “L'assemblea nazionale legislativa deve sospendere questa sessione e fermare la violazione dei diritti civili”. L'esercito thailandese ha promesso di trasferire al popolo il potere dopo il golpe di Stato dell'anno scorso.

    Cina
    Almeno 19 persone sono morte in un incendio che si è sviluppato in un edificio residenziale a Wenzhou, nella Cina orientale. Centinaia di persone sono ancora intrappolate nell'edificio, secondo l'agenzia Nuova Cina. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 346
     
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