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SOMMARIO del 08/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'Angelus: l'Immacolata modello per i giovani che hanno smarrito il valore dell'amore e della corporeità. Il Papa saluta l'inizio dell'Anno giubilare a Lourdes. Nel pomeriggio, il tradizionale omaggio in Piazza di Spagna
  • Il cardinale Ivan Dias ha aperto a Lourdes l'Anno giubilare a 150 anni dalla prima apparizione della Vergine a Bernadetta
  • Nota di commento di padre Lombardi alla lettera del Papa in risposta alla missiva dei 138 leader musulmani
  • Oggi in Primo Piano

  • La piaga dei sequestri in Colombia, duemila i rapiti alla fine del 2007. La Chiesa locale in preghiera: "Le vittime non si possono dimenticare"
  • La solidarietà che cambia le persone e migliora l'esistenza al centro del 22.mo Convegno degli Amici di Raoul Follereau
  • In corso, a Roma, la 32.ma Mostra dei 100 presepi. Fra le altre, una creazione della Natività composta da un iracheno
  • Il commento al Vangelo della Domenica del teologo don Massimo Serretti
  • Chiesa e Società

  • Drammatica la situazione in Sudan. L’allarme lanciato dal vescovo ausiliare di Khartoum, Adwok
  • La “Spe Salvi” riafferma la dignità della persona. E’ la lettura di un attivista indiano nel campo dei diritti umani
  • Più attenzione alla dignità umana dei nordcoreani. E’ l’esortazione della Commissione episcopale coreana Giustizia e Pace
  • Ha vent’anni l’ospizio cattolico di Seul al servizio dei più deboli
  • In Bangladesh, il Sindacato delle cooperative cattoliche promuove il microcredito
  • Incontro interreligioso a Milano per promuovere la libertà di culto, promosso dai Giovani ebrei italiani in coincidenza con la visita del Dalai Lama
  • In Austria, i sacerdoti vanno in fabbrica per incontrare gli operai
  • In ricordo delle vittime dell’incendio dell’acciaieria di Torino, il cardinale Poletto celebrerà una Messa, lunedì pomeriggio
  • Un tacchino vivo in dono ai Paesi poveri. E’ l’iniziativa lanciata in Scozia per Natale dalla Chiesa locale
  • A vent’anni dalla firma del trattato INF sullo smantellamento delle armi nucleari si rilancia l’appello per la definitiva messa a bando delle atomiche entro il 2020
  • La costruzione di un impianto di rigassificazione minaccia la cancellazione della Valle dei Templi dalla lista dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO
  • 24 Ore nel Mondo

  • Al via a Lisbona, il vertice tra Unione Europea ed Africa, alla presenza di oltre 80 capi di Stato e di governo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'Angelus: l'Immacolata modello per i giovani che hanno smarrito il valore dell'amore e della corporeità. Il Papa saluta l'inizio dell'Anno giubilare a Lourdes. Nel pomeriggio, il tradizionale omaggio in Piazza di Spagna

    ◊   I giovani di oggi sono “orfani del vero amore” e “vittime” di messaggi che li inducono a considerare il sentimento dell’amore e il proprio corpo un “oggetto di consumo”. Il montio di Benedetto XVI, levato all’Angelus di oggi in Piazza San Pietro, è stato accompagnato dall’auspicio che Maria Immacolata, celebrata dalla liturgia odierna, indichi “l’altezza e la bellezza del progetto di Dio per ogni uomo”: quello di diventare “santi e immacolati nell’amore”. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    E’ un valore perduto, l’immacolatezza, nel macrocosmo dei giovani di oggi. Non si capisce il messaggio di Maria, la “Madre del bell’amore”, fra i ragazzi che troppo spesso, e a età sempre più precoci, l’amore lo sfruttano, lo vendono, ne violano i sentimenti più belli o ne sono violati, come accade a tanti bambini: complici adulti senza scupoli e messaggi per il quale il corpo non ha una sacralità da proteggere, ma più che altro esigenze da consumare. E’ una giornata di festa, la solennità dell’Immacolata, che il Papa definisce con il Vaticano II “segno di sicura speranza e consolazione”. Ma per Benedetto XVI è anche l’occasione di una constatazione dolorosa e addolorata su certo mondo giovanile, la cui realtà rilanciata dalle cronache stride con la “spendente bellezza” di Maria Immacolata, che fu “trasparente - dice il Papa - all’amore di Dio:”

     
    “Penso ai giovani di oggi, cresciuti in un ambiente saturo di messaggi che propongono falsi modelli di felicità. Questi ragazzi e ragazze rischiano di perdere la speranza perché sembrano spesso orfani del vero amore, che riempie di significato e di gioia la vita”.

     
    Un applauso spontaneo arriva dalla Piazza alla finestra del Papa, quando Benedetto XVI ricorda le molte volte in cui Giovanni Paolo II propose il modello della “Madre del bell’amore” ai giovani che così tanto amava. E dunque, ha soggiunto Benedetto XVI, “che tristezza quando i ragazzi smarriscono lo stupore, l’incanto dei sentimenti più belli, il valore del rispetto del corpo, manifestazione della persona e del suo insondabile mistero”:

     
    “Non poche esperienze ci dicono purtroppo che gli adolescenti, i giovani e persino i bambini sono facili vittime della corruzione dell’amore, ingannati da adulti senza scrupoli i quali, mentendo a se stessi e a loro, li attirano nei vicoli senza uscita del consumismo: anche le realtà più sacre, come il corpo umano, tempio del Dio dell’amore e della vita, diventano così oggetti di consumo; e questo sempre più presto, già nella preadolescenza”.
    Per questi giovani frastornati da messaggi così fuorvianti e pericolosi, e per tutta la Chiesa, il Papa ha invocato la la “luce” di Maria che illumina all’umanità la strada che porta a Gesù, particolarmente in questo periodo di Avvento. E nella sua Immacolata Concezione, ha affermato, Maria è non solo “Madre” dell'umanità, ma anche “Madre della speranza”:

     
    “A Lei rivolgiamo con fede la nostra preghiera, mentre ci rechiamo idealmente in pellegrinaggio a Lourdes dove proprio quest’oggi ha inizio uno speciale anno giubilare in occasione del 150° anniversario delle sue apparizioni nella grotta di Massabielle. Maria Immacolata, “stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino!”

     
    Al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha salutato in cinque lingue le migliaia di fedeli presenti nella Piazza, dando appuntamento per il tradizionale omaggio dell’otto pomeriggio alla statua dell’Immacolata in Piazza di Spagna, dove il Papa sarà alle 16.15, dopo aver sostato brevemente davanti alla Chiesa della SS. Trinità, per l’omaggio dell’Associazione dei commercianti di Via Condotti.

    "Un segno di sicura speranza e consolazione" sulla via dell'Avvento. E' questo il significato della festa dell'Immacolata, posto in risalto dal Papa all'Angelus di stamattina. Ma cosa dice oggi, alla Chiesa e al mondo, una delle solennità mariane più importanti dell'anno liturgico? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:


    R. - La strada che conduce a Betlemme e che noi ripercorriamo ogni anno nell’Avvento è una strada illuminata dall’Immacolata. Cosa significa Immacolata? Vorrei illuminare questo dogma attraverso l’opera di Michelangelo, la Pietà. Entrando nella Basilica, l’occhio cade - direi spontaneamente - su questo gruppo marmoreo, straordinario e famosissimo. Quando l’occhio cade sul volto di Maria, si ha una sorpresa: Maria è raffigurata molto giovane, quasi adolescente. Eppure, quando Maria prese tra le sue braccia, anzi raccolse tra le sue braccia, il corpo crocifisso del Figlio, sicuramente non era più giovane. Perché allora Michelangelo l’ha raffigurata così giovane? Per dirci che Maria era Immacolata e per dirci che la vecchiaia del mondo è il peccato. Il peccato è la malattia dell’umanità; il peccato è l’infezione che demolisce la gioia umana. Maria è esente da ogni peccato e, pertanto, Maria è la giovinezza dell’umanità. Nel suo cuore non è entrata nessuna ombra di peccato. Per questo Maria è il sogno di Dio e, in qualche modo, è anche il nostro sogno. Anche noi, attraverso un cammino di purificazione, siamo chiamati ad accostarci a Maria e a ritrovare l’innocenza che ci rende belli e ci rende felici.

     
    D . - La Vergine è stata preservata dal peccato, ma oggi il senso del peccato si sta perdendo ed è sempre più sostituito dal senso di colpa, che può essere anche devastante e portare alla disperazione …

     
    R. - E’ vero, si sta perdendo il senso del peccato. Quando si perde il senso del peccato vuol dire che si è perso anche il senso di Dio. E senza Dio, cos’è la vita? Dio non ha mai bisogno di punire; Dio non punisce nessuno, ma quando si rifiuta Dio la punizione è dentro il rifiuto stesso di Dio, perché si perde il senso della vita. Mi limito soltanto ad alcune citazioni. Jean-Paul Sartre, ateo, arriva a questa conclusione: “L’uomo è una passione inutile”; ma una passione inutile, vale allora la pena di viverla? Richard Hoggins, uno scienziato ateo, arriva a dire: “L’uomo è un atomo risibile, senza significato e senza senso”. Ma si può vivere così la vita? Questa è già una punizione. Il peccato, e cioè il rifiuto di Dio, si punisce cadendo nel non senso e, quindi, nella disperazione. La nostra epoca è un’epoca disperata, proprio perché ha rifiutato Dio e Dio è la trave portante della vita. Se si toglie la trave portante della vita, cade la vita stessa, ci cade addosso la vita, che non ha più senso. Tutto il disprezzo della vita che c’è oggi, l’incapacità di affrontare qualsiasi difficoltà, qualsiasi sacrificio e la reazione violenta: tutto questo non è altro che la conseguenza e il frutto del rifiuto di Dio. E’ frutto del peccato.

     
    D. - Quest’anno, la festa dell’Immacolata coincide con l’inizio delle celebrazioni del 150.mo anniversario delle apparizioni della Madonna a Lourdes. Qual è il significato di queste apparizioni, come anche di ogni altra apparizione della Madonna?

     
    R. - La Madonna è Madre ed è Madre della Chiesa e dell’umanità. E’ stata consacrata Madre dell’umanità sulla Croce, quando Gesù ha detto a Maria, mentre aveva le mani inchiodate al patibolo: “Donna, ecco tuo Figlio” e, quindi, così facendo le ha detto: “Fai da Madre”. Maria, con la sua innocenza e con la sua umiltà, ha preso sul serio le parole di Gesù - fai la Madre - e Maria fa la Madre. Le apparizioni sono la maternità attiva. Maria interviene ed interviene quando vede i figli in difficoltà, quando vede soprattutto i figli che dimenticano il Vangelo. E Maria lo ricorda, perché nelle apparizioni mariane, Maria non dice nulla di nuovo. E’ come una mamma premurosa che prende il figlio, gli mette davanti il Vangelo e gli sottolinea qualcosa che dimentica. A Lourdes, Maria ci ha sottolineato: “E’ necessaria la preghiera se volete vivere, è necessaria la penitenza se volte essere liberi. Avete bisogno di preghiera e di penitenza per ritrovare la bellezza dell’innocenza e, quindi, la bellezza della vita”.

     
    D. - Il Papa, per l’occasione, ha concesso l’indulgenza plenaria. Ma noi cristiani siamo coscienti di questi doni così importanti?

     
    R. - Nella misura in cui siamo credenti, si percepisce il valore di questi doni. Nella misura in cui il nostro cuore è puro, allora il nostro sguardo vede la bellezza di questi doni. L’indulgenza rappresenta un grande dono: è l’intercessione di tutta la Chiesa, che viene messa a nostra disposizione. Quando c’è una briciola di fede, non si perdono queste occasioni, non si perdono queste grazie. Noi dobbiamo ritornare alla fede per capire anche la preziosità di una indulgenza.

    Oltre alla solennità dell'Immacolata, Benedetto XVI ha proposto all'Angelus un forte tema di riflessione sul mondo giovanile. A raccoglierlo, nella Piazza, uno spettatore interessato e competente: il prof. Luigi Alici, presidente dell'Azione Cattolica italiana, salutata dal Papa al termine dell'Angelus: "Possano i ragazzi, i giovani e gli adulti dell'Azione Cattolica offrire alla Chiesa e alla società una gioiosa testimonianza di santità laicale". Alberto Goroni ha raccolto il commento "a caldo" del prof. Alici:


    R. - Il Papa ha invitato a legare insieme la figura di Maria e il mondo giovanile, soprattutto il mondo degli adolescenti e dei pre-adolescenti, nei confronti dei quali certamente la mia generazione ha un debito pubblico di carattere educativo. Giovani e pre-adolescenti che sono in deficit di speranza e che il Papa invita a considerare al centro dell’attenzione di tutta la comunità ecclesiale. Questo tocca in maniera particolare l’Azione Cattolica che è un’associazione che scommette sulla possibilità di proporre un’ideale di santità a ragazzi, giovani e adulti. E noi faremo tesoro di questo invito e lo considereremo come un grande incoraggiamento nel rinnovamento dei progetti educativi che stiamo cercando di sviluppare.

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    Il cardinale Ivan Dias ha aperto a Lourdes l'Anno giubilare a 150 anni dalla prima apparizione della Vergine a Bernadetta

    ◊   Il saluto finale di Benedetto XVI, oggi all'Angelus, è giunto idealmente a Lourdes, dove il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, ha ufficialmente aperto, davanti a migliaia di persone, l'anno giubilare delle apparizioni della Vergine a Bernadette Soubirous, nella grotta di Massabielle. La cronaca della celebrazione nel racconto dell'inviato del quotidiano Avvenire a Lourdes, Mimmo Muolo:


    Si aprono i cancelli di Porta Saint Michel, la più importante del Santuario di Lourdes, e il cardinale Ivan Dias inaugura con un gesto che ricorda l’Anno Santo, il Giubileo dei 150 anni delle apparizioni. Dilaga sull’esplanade la grande folla, oltre 25 mila persone, che poco prima nella Basilica di San Pio X ha partecipato alla Messa presieduta dallo stesso prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e delegato del Papa, di cui porta il saluto. E in pochi minuti la processione raggiunge la grotta di Massabielle. Qui, un secolo e mezzo fa, aveva ricordato il cardinale durante l’omelia, “Maria ha lanciato un appello pressante a pregare e a fare penitenza per ottenere la conversione dei poveri peccatori”. Questa, dunque, come altre apparizioni mariane, ha fatto notare il porporato, rientra nella lotta permanente e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e del male, che è cominciata fin dall’inizio della storia umana”.

     
    Oggi, anzi, questa lotta “è ancora più accanita che ai tempi di Bernardette”, ha sottolineato Dias. “Il mondo si trova terribilmente irretito nella spirale di un relativismo che vuole creare una società senza Dio; di un relativismo che erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo; e di una indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte al bene superiore delle cose che riguardano Dio e la Chiesa”. Per questo il cardinale ha invitato a non abbassare la guardia. “La Madonna - ha detto - ci invita nuovamente a entrare nella sua legione per combattere contro le forze del male”. Preghiera, comunione, accettazione delle sofferenze sono le armi di questa battaglia. “Nella certezza - ha concluso Dias - che la vittoria finale sarà di Dio”. (Da Lourdes per la Radio Vaticana Mimmo Muolo)

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    Nota di commento di padre Lombardi alla lettera del Papa in risposta alla missiva dei 138 leader musulmani

    ◊   E' stata resa nota pochi giorni fa la risposta di Benedetto XVI alla lettera aperta inviata a lui e ai responsabili di altre Chiese e confessioni cristiane, il 13 ottobre scorso, da un gruppo di 138 eminenti personalità musulmane, in occasione della fine del Ramadan. Nella lettera - a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone - il Papa riafferma, tra l'altro, l’importanza del dialogo basato sul rispetto effettivo della dignità della persona e sull'oggettiva conoscenza della religione dell’altro. Per un commento a questo documetno pontificio, ascoltiamo la nota del direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:


    Il Papa ha risposto, a metà novembre, alla lettera che in ottobre, alla fine del Ramadan, 138 capi religiosi musulmani avevano indirizzato a lui e ad altre autorità religiose cristiane. Era una lettera importante, che metteva in rilievo il luogo centrale dell’amore di Dio e del prossimo nel Corano come nella Bibbia ebraica e cristiana, con la chiara intenzione di promuovere il comune impegno per la pace in tutto il mondo sulla base di una più profonda comprensione reciproca. Lo spirito positivo della lettera appare chiaro dal titolo: “Una parola comune fra noi e voi”, citazione di un famoso verso del Corano rivolto alla “gente del libro”, ebrei e cristiani.

     
    La risposta del Papa ricorda che non bisogna sottovalutare le differenze, ma mette anch’essa in rilievo soprattutto ciò che unisce; e incoraggia al rispetto e alla conoscenza mutua, al riconoscimento effettivo della dignità di ogni persona umana; manifesta sincera fiducia in un cammino di crescente accoglienza, promettente per la promozione della giustizia e della pace.

     
    Ma il Papa non si ferma alle parole, invita il Principe musulmano Ghazi di Giordania a venire a Roma con una delegazione dei promotori della lettera comune, e propone un incontro di riflessione e di studio con il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e alcune istituzioni accademiche cattoliche specializzate. Insomma, il Papa crede nel dialogo – un dialogo sincero e leale, naturalmente. Anche tra i musulmani vi sono molti interlocutori avveduti e autorevoli, consapevoli delle grandi sfide dell’umanità di oggi, ed è positivo che fra di loro cresca una capacità di espressione comune e una volontà di dichiararsi esplicitamente per la pace. La direzione è giusta. Bisogna aiutarsi a continuare il cammino.

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    Oggi in Primo Piano



    La piaga dei sequestri in Colombia, duemila i rapiti alla fine del 2007. La Chiesa locale in preghiera: "Le vittime non si possono dimenticare"

    ◊   Era il 10 dicembre di un anno fa quando, nella Giornata internazionale dei diritti umani, la Chiesa cattolica colombiana richiamava l’attenzione del mondo sulla terribile e crudele realtà dei sequestri di persona. Lo stesso invito la Chiesa locale l'ha rinnovato per lunedì prossimo. Alla fine del 2007, i sequestrati nel Paese sono oltre 2 mila. Dal 2003, le denunce di rapimenti - ma questo è un dato parziale, poiché molti parenti non si presentano alle autorità - sono più di 6.500, tra cui più di 200 bambini. Il servizio di Luis Badilla:


    La stragrande maggioranza di queste persone non è mai tornata a casa e di loro nessuno ha mai avuto notizia. Sono essere umani inghiottiti dalla foresta e dalla malvagità, “prelevati” per ottenere abbondanti riscatti, oppure tenuti in ostaggio per “scambi alla pari”. I cosiddetti “prigionieri” rapiti dai guerriglieri sono sequestrati solo per diventare possibile merce di scambio con i ribelli catturati dall’Esercito regolare colombiano. Pochi giorni fa, è stato recuperato un video sequestrato ad alcuni di questi guerriglieri: nel filmato si indugia su diversi ostaggi, tra cui l’ex candidato presidenziale, Ingrid Betancourt, in mano ai sequestratori da oltre 2.100 giorni. Da due anni, si parla di raggiungere un “Accordo umanitario” tra i guerriglieri e il governo ma, in concreto, poco o nulla si è potuto concludere, tranne il meschino "ping-pong" legato allo sfruttamento politico di questa disgrazia, che la comunità internazionale sembra ignorare o sottovalutare. E’ vero che la situazione colombiana, politicamente e socialmente, è fra le più complesse e delicate dell’emisfero americano; è vero anche che in molti aspetti ci sono stati progressi, seppur modesti; ed è vero che il popolo colombiano, così nobile e laborioso, lacerato ma pieno di speranza, è ormai sfinito “e non ha più lacrime per piangere”, come ha detto recentemente Yolanda Pulencio, la madre di Ingrid Betancourt.

     
    Tuttavia, non occorre fare l’analisi politica e storica di questo dramma e, ovviamente, non serve neanche emettere un “verdetto”. Serve soltanto la crescita inarrestabile di un accorato appello al senso di umanità che alla fine, anche nelle situazioni più estreme, annida in ogni cuore umano. Non solo i colombiani, ma anche tutti i governi del mondo e non solo quello di Bogotá, sono di fronte ad una disumanità imperdonabile. Nulla si ottiene, tanto meno il vero progresso sociale, con “il sangue innocente (…) né tormentato da superfluo dolore”, scriveva Paolo VI alle Brigate Rosse quando rapirono Aldo Moro e poi, in quel lontano 21 aprile 1978, aggiungeva: “Tutti noi dobbiamo avere timore dell'odio che degenera in vendetta, o si piega a sentimenti di avvilita disperazione. E tutti dobbiamo temere Iddio vindice dei morti senza causa e senza colpa”. La Chiesa colombiana ha esortato tutti , lunedì prossimo, a pregare e a riflettere su questo dramma nazionale ricordando che “le vittime non si possono dimenticare e, perciò, occorre mantener accesa la luce della memoria, essendo consapevoli che la verità è la forza della pace”.

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    La solidarietà che cambia le persone e migliora l'esistenza al centro del 22.mo Convegno degli Amici di Raoul Follereau

    ◊   Fondare una civiltà della pace, nella quale ogni uomo sia padrone dei propri diritti. È questo il messaggio lanciato dal 22.mo Convegno dell’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau (AIFO), dal titolo “l’Amore politico”, in programma a Roma fino al nove dicembre. Un evento che quest’anno celebra anche il trentennale della morte dell’ispiratore del movimento, il poeta francese Raoul Follereau, che dedicò tutta la propria vita a combattere la lebbra e tutte le “lebbre del mondo”. Linda Giannattasio:


    Non esistono sogni troppo grandi. Raoul Follereau spiegava così la sua costante opera dedicata agli emarginati della terra. I lebbrosi, ma anche tutte le vittime delle altre lebbre chiamate egoismo, discriminazione, negazione del diritto alla salute. L’amore politico, inteso come amore per la collettività, sottolinea l’AIFO, è il mezzo per costruire una società pacifica in cui questi diritti non siano mai più negati. Un “amore politico” declinato in tutte le sue forme durante un Convegno che tocca i quattro temi della cittadinanza, della cooperazione internazionale, del diritto alla salute e della disabilità. Ma costruire concretamente questa società dell’amore? Francesco Colizzi, presidente AIFO:

     
    “La prima cosa da fare sarebbe quella di prendere la "pietra scartata", prendere il punto di vista degli ultimi, partire da loro e ricostruire la politica, l’economia, la società. Da questo punto di vista, per noi i lebbrosi sono un esempio tipico: in una realtà povera, lavorare con i lebbrosi e per i lebbrosi significa cambiare profondamente la realtà, anche per i cosiddetti sani”.

     
    “Amore politico” che è anche e soprattutto azione, come rivela la testimonianza della dottoressa Chiara Castellani, responsabile del progetto AIFO di Kimbau, in Congo:

    “L’'amore politico', a Kimbau, significa aiutare la gente a crescere anche per ottenere il rispetto dei propri diritti umani fondamentali, che in Congo sono stati sistematicamente violati. Accompagnare i giovani e i meno giovani sia attraverso progetti di formazione del personale, sia attraverso questo "progetto della lampadina": dare la luce, dare l’acqua, costruendolo insieme a, loro è stato un modo per aiutarsi, per farli crescere nella convinzione che si può - e che è l’impegno di ciascuno di noi - realizzare in contesti violenti, con strategie non violente, i sogni e anche i propri diritti”.

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    In corso, a Roma, la 32.ma Mostra dei 100 presepi. Fra le altre, una creazione della Natività composta da un iracheno

    ◊   Si rinnova come ogni anno l’appuntamento romano con la Mostra dei 100 presepi, giunta alla 32.ma edizione. Nella Basilica di Santa Maria del Popolo, sarà possibile visitare fino al 6 gennaio l’allestimento curato dalla Rivista della Nazioni, con il patrocinio della Conferenza episcopale italiana (CEI) e sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica italiana. Presepi di ogni tipo dai più classici ai più innovativi, in un trionfo di fantasia e di cristianità. Il servizio di Benedetta Capelli:

    (canto natalizio)

     
    Come raccontare la Natività, il mistero della nascita di un bambino che salverà il mondo? Ci si mette la fantasia, l’ingegno, la passione e la propria tradizione, elementi che combinati tra loro mostrano milioni di soluzioni. I 100 presepi sono una carrellata sul mondo: 170 riproduzioni della Natività di Gesù provenienti da 16 regioni italiane e da 25 Paesi dell’Europa, del Sud America, dell’Asia e dell’Africa. Allestimenti nei quali riecheggia la scena della Grotta di Betlemme - rappresentata da San Francesco a Greccio, la notte di Natale del 1223 - e nei quali si ritrovano gli elementi più classici dell’700 napoletano e dell’800 romano. E’ anche la modernità a irrompere nei CD trasformati in capanna e nelle matite a fare da tetto alla mangiatoia. C’è un materiale più innovativo rispetto agli anni scorsi? Ce lo svela la curatrice della mostra, Maria Carla Menaglia:

     
    “Il sale, credo. Ma gli esempi sono tantissimi: ci sono bellissimi presepi tradizionali, fatti in cartapesta, ci sono i presepi napoletani e poi, appunto, ci sono tutti questi presepi di fantasia: le pannocchie con le conchiglie, i chiodi manipolati in maniera da realizzare un presepe... Ce n’è, per esempio, uno napoletano, grande, in movimento, con tutte le arti ed i mestieri: la donna che batte i tappeti, quello che inforna la pizza... insomma, sono tutti molto interessanti”.
     
    A colpire sono i presepi stranieri. Consistente la presenza di quelli che arrivano dai Paesi dell’Est Europa, in maggioranza intagliati in legno, coloratissime le rappresentazioni sudamericane, forti quelle che vengono da terre martoriate, in primis la Palestina, ma anche l’Iraq. Ali al Jabiri racconta la Natività con una Madonna che ha in braccio Gesù il cui corpo ha i colori dell’azzurro del cielo in contrasto con il cielo di Baghdad, offuscato dalle esplosioni. Ancora Maria Carla Menaglia:

     
    “Che poi una persona dell'Iraq abbia pensato di partecipare a questa mostra, io l’ho trovato una cosa veramente commovente, perché vuol dire che la Natività gli dà una forza tale da poter riuscire ancora a fare un presepe”.

     
    Alla presentazione della mostra ha partecipato anche mons. Ernesto Mandara, vescovo ausiliare di Roma per il Settore centro, che ha parlato dell’attualità del presepe:

     
    “Mi viene spontaneo desiderare vedere ciò in cui credo. Il presepe non è la ricostruzione storica del fatto, ma è l’attualizzazione, è Gesù che nasce oggi".
     
    Un Bambino che nasce e travolge di luce il mondo.

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    Il commento al Vangelo della Domenica del teologo don Massimo Serretti

    ◊   Il Vangelo della seconda Domenica d'Avvento è dominato dalla figura del Battista. Il Precursore di Cristo viene presentato attraverso la forza e la schiettezza dei suoi ammonimenti, che intendono preparare i cuori alla venuta di Gesù. Predicando a coloro che andavano ad ascoltarlo nel deserto, San Giovanni ripeteva:
    "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco".
    Sul significato di questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    Dopo un lungo silenzio di Dio - per cui in mezzo al popolo si può dire: "Tra di noi non ci sono profeti e nessuno sa fino a quando" - il Signore suscita Giovanni, la "Voce che grida nel deserto". Nel deserto, il Signore aveva iniziato il colloquio d’amore col suo popolo, nel deserto lo riprende per condurlo al suo vertice supremo. Che cosa dice Giovanni? Perché testimonia, Di che cosa testimonia? Il Signore si è avvicinato a lui. Giovanni parla della vicinanza di Dio, il Dio che è vicino e che si avvicina ancor di più. Perché è costretto a dire questo? Perché il popolo lo aveva dimenticato e viveva come se Dio fosse lontano, come se fosse abbandonato. Appena risuona il grido "Il Regno dei Cieli è vicino!", gli uomini si risvegliano, si rianimano, riprendono vita. Solo la vicinanza di Dio rende vivo e sveglio l’uomo, dobbiamo sempre impararlo di nuovo: Dio ci è vicino e si vuole avvicinare a noi sempre di più. Affrettiamoci a cambiare vita perchè la misura e l’entità di questa vicinanza non la conosciamo.

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    Chiesa e Società



    Drammatica la situazione in Sudan. L’allarme lanciato dal vescovo ausiliare di Khartoum, Adwok

    ◊   E’ prevista per il pomeriggio di oggi, nella Casa di Nossa Senhora das Dores, nel Santuario di Fatima, una conferenza nella quale mons. Daniel Marco Kur Adwok, ausiliare di Khartoum, illustrerà la situazione del popolo sudanese e il dramma del Darfur dove è in corso una guerra civile. Successivamente, per la solennità dell’Immacolata, il presule parteciperà come pellegrino alle celebrazioni del Santuario e verrà poi ricevuto in udienza da mons. António Augusto dos Santos Marto, vescovo di Leiria-Fatima, nella casa episcopale di Leiria. Domani invece, mons. Adwok, invitato in Portogallo dalla Fondazione Aiuto alla Chiesa (ACS), avrà la presidenza d’onore nella celebrazione eucaristica delle 11.00 nella chiesa della Santissima Trinità. Per celebrare il suo 60° anniversario l’ACS, come riportato dall’agenzia Zenit, ha deciso di lanciare una grande campagna di aiuto per i cristiani del Sudan, pubblicando il rapporto “Sudan. Non c’è posto nell’albergo”, in cui si denuncia la situazione di oltre due milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case e a cercare rifugio nei campi nei quali sono completamente dipendenti dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie. In sostegno del Paese africano, sull’emittente portoghese “Rádio Renascença” si sta anche svolgendo una campagna detta la “Stella di Betlemme”, un’iniziativa solidale il cui ricavato viene totalmente devoluto a favore dei progetti del Sudan. (B.C.)

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    La “Spe Salvi” riafferma la dignità della persona. E’ la lettura di un attivista indiano nel campo dei diritti umani

    ◊   Un mondo che rispetta la dignità della persona non può confidare solo nel progresso della scienza e della tecnologia, ma ad esse bisogna affiancare lo sviluppo delle coscienze. E’ il parere sull’enciclica del Papa “Spe Salvi”, riportato dall’agenzia Asianews, di Lenin Raghuvansi, attivista indiano per i diritti umani. Il direttore del People’s Vigilance Committee on Human Rights (PVCHR) sostiene la visione di Benedetto XVI a proposito della fame, della violazione dei diritti umani e della malattia. “Per cambiare il mondo - aggiunge - e creare un ambiente nel quale la dignità della persona umana sia di primaria importanza sono necessari un cambiamento di pensiero e di coscienza”. “Vediamo - prosegue - che questa speranza del Papa è una fine della evoluzione ideologica e una speranza per un nuovo ordine mondiale nel quale la realtà spirituale, legata con il progresso della scienza, possa creare un mondo nel quale siano difesi i diritti umani dei più emarginati e sia libero dalla fame”. “Inoltre se non si fa niente a livello di coscienza - prosegue Raghuvansi - poco può essere fatto per alleviare le sofferenze della maggioranza dell’umanità. Il Papa ha ragione quando evidenzia che c’è una frattura tra il progresso della scienza e la coscienza della gente. Razzismo, fascismo ed altri problemi sono il risultato di tale dicotomia”. (B.C.)

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    Più attenzione alla dignità umana dei nordcoreani. E’ l’esortazione della Commissione episcopale coreana Giustizia e Pace

    ◊   Ricorre domani in Corea del Nord la 26.ma domenica per i diritti umani. Per l’occasione, il presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace, mons. Boniface Choi Ki-san, ha inviato un messaggio intitolato “La vita umana è il valore più alto”. Nel testo, il vescovo di Inchon invita i fedeli all’impegno verso la promozione della difesa della dignità umana che nella società coreana “non ha il giusto valore”. “I poveri ed i vulnerabili - scrive il presule - non sono protetti come dovrebbero. Le minacce peggiori sono i suicidi, gli aborti, la pena di morte e la clonazione degli embrioni umani. Alla luce di tutto questo - invita mons. Choi Ki-san - dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi e fare in modo che chi non ha modo di difendersi, come i bambini ancora non nati, non paghino le nostre debolezze”. Il presidente della Commissione episcopale esorta anche ad un maggiore rispetto dei diritti umani nella parte nord della penisola, anche per far riconoscere la libertà di fede. Inoltre il presule, come sottolinea l’agenzia Asianews, invita i cattolici ad affrontare “con coscienza” le prossime elezioni presidenziali, previste per il 19 dicembre. “Ogni cittadino di una democrazia ha il diritto ed il dovere di votare: noi dovremmo scegliere come presidente quel candidato che dimostri di rispettare la dignità umana e che consideri questo valore come il supremo riferimento per la sua vita politica”. (B.C.)

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    Ha vent’anni l’ospizio cattolico di Seul al servizio dei più deboli

    ◊   Offrire assistenza medica ai pazienti terminali, aiutandoli ad affrontare con dignità il passo estremo della vita. E’ l’intento, ormai perseguito da vent’anni, che muove il “Kangnam St Mary’s Hospital”, la struttura gestita a Seul dall’Università Cattolica della Corea del Sud. Ogni anno l’ospedale, che si avvale dell’opera di un sacerdote, 12 infermiere, un assistente sociale e circa sessanta volontari, accoglie 470 malati di cancro con una prospettiva di vita che arriva a sei mesi. A loro vengono assicurate le cure ma soprattutto assistenza spirituale. Padre Mathias Chioi Young-sik, come si legge sull’Osservatore Romano, parla di una preghiera costante e di un servizio umanizzato con l’obiettivo di far comprendere che “l’unica cura è Dio”. Dopo la morte del paziente, la struttura offre anche sostegno emotivo per un anno alle famiglie che hanno subito il lutto. L’ospedale inoltre è in grado di garantire l’assistenza domiciliare e di formare medici professionisti che possano curare i pazienti con uno spirito di completa generosità. Il “Kangnam St Mary’s Hospital” è un’isola felice in Corea del Sud, dove sono circa 62 mila le persone che muoiono di tumore, un quarto di tutte le morti del Paese. Ogni anno, 40 mila sono i malati terminali, ma gli ospizi coreani sono in grado di ospitarne solo il 5 per cento. (B.C.)

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    In Bangladesh, il Sindacato delle cooperative cattoliche promuove il microcredito

    ◊   Fondato nel 1955, il Sindacato delle cooperative cattoliche in Bangladesh conta ad oggi oltre 20 mila soci. In occasione del 36.mo raduno nazionale a Dacca, tenutosi di recente e al quale hanno partecipato circa 2.500 persone, il Sindacato ha reso noto che, negli ultimi due anni, 120 famiglie hanno potuto acquistare una casa. Impegno primario dell’organizzazione, che raccoglie in sé le cooperative cattoliche di credito del Bangladesh, è proprio il microcredito: attività ormai molto diffusa dopo il Nobel per la pace 2006 a Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank. In un’intervista riportata dall’Osservatore Romano, uno dei beneficiari del prestito ha raccontato la propria esperienza ed ha sottolineato come le unioni cooperative di credito siano un modo efficace per alleviare la povertà nel Paese. (B.C.)

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    Incontro interreligioso a Milano per promuovere la libertà di culto, promosso dai Giovani ebrei italiani in coincidenza con la visita del Dalai Lama

    ◊   Una preghiera comune perché ci sia libertà religiosa in tutto il mondo. Con questa intenzione è stato promosso a Milano, in occasione della visita del Dalai Lama, massima autorità spirituale del Buddismo tibetano, un incontro per la libertà religiosa nel mondo organizzato dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia. Durante l’iniziativa, in programma nel pomeriggio, verrà letto un appello, già sottoscritto da molti firmatari, per far sì che i governi, anche più dispotici, favoriscano la libera professione del culto. “Nostro intento - si legge nell’appello riportato dall’agenzia SIR - è che credenti e non credenti si uniscano in una preghiera comune, affinché tutti i cittadini del mondo siano liberi di professare la propria religione o le proprie posizioni etiche senza essere perseguitati”. Tra coloro che hanno aderito, figurano l’Unione Buddista Italiana, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Centro Ecumenico Europeo per la Pace, la Presidenza Nazionale ACLI, l’Associazione Donne Marocchine Italiane, l'Associazione delle Donne Arabe d'Italia. Il rabbino Giuseppe Laras, l’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, don Gianfranco Bottoni e un Lama tibetano leggeranno passi dei rispettivi testi religiosi che parlano di libertà di culto. (B.C.)

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    In Austria, i sacerdoti vanno in fabbrica per incontrare gli operai

    ◊   “Offrire la possibilità di sviluppare una sensibilità religiosa anche nelle situazioni di crisi, in modo da poter trovare risposte dalla fede”. lo ha detto mons. Ivan Olip, vescovo della diocesi di Gurk, in Carinzia, che ha promosso l’iniziativa - partita il 6 dicembre scorso - di inviare a turno ogni giovedì, tra le 13 e le 15, sette sacerdoti della zona. Nell’azienda di St. Michael ob Bleiburg, la "Filterwerk Mahle”, lavorano oltre duemila dipendenti e l’idea della pastorale in fabbrica, come riporta l’agenzia SIR, è venuta allo stesso presule che qualche tempo prima aveva visitato la struttura, invitato dalla pastorale per i lavoratori del Comitato sloveno per la pastorale, dall’Azione cattolica slovena, dal Movimento dei lavoratori cattolici. (B.C.)

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    In ricordo delle vittime dell’incendio dell’acciaieria di Torino, il cardinale Poletto celebrerà una Messa, lunedì pomeriggio

    ◊   E’ salito a quattro morti il bilancio dell’incendio scoppiato nella notte tra mercoledì e giovedì all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino. Restano gravi le condizioni di altri tre operai rimasti coinvolti nel rogo. In memoria delle vittime, lunedì, giorno di lutto cittadino, il cardinale Severino Paletto, arcivescovo di Torino, celebrerà una Messa, alle 18.15, nel Santuario della Consolata. “La Chiesa - si legge in una nota dell’arcidiocesi piemontese, riportata dall’agenzia SIR - vuole essere vicina innanzitutto alle famiglie colpite da questo doloroso avvenimento. Per questo si rivolge al Signore, Padre di ogni persona, perché conforti chi è così duramente provato e affinché tutta la società - prosegue il messaggio - si impegni ad evitare il ripetersi di simili tragedie e assicurare le migliori condizioni di lavoro, ovunque esso si svolga”. (B.C.)

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    Un tacchino vivo in dono ai Paesi poveri. E’ l’iniziativa lanciata in Scozia per Natale dalla Chiesa locale

    ◊   Si chiama “Real gifts”, "Veri regali", la campagna lanciata in occasione dell’Avvento dallo SCIAF, l’Agenzia di aiuto e di sviluppo internazionale della Chiesa cattolica scozzese. Una singolare iniziativa che consiste nell’acquistare un tacchino, cibo preferito sulla tavola natalizia, da destinare a famiglie indigenti di 23 Paesi in via di sviluppo che li alleveranno garantendosi una rendita economica e cibo allo stesso tempo. Secondo quanto riferisce il SIR, è possibile contribuire anche regalando piante di mango, polli, maialini, per arrivare anche a finanziare dei corsi per infermieri. In cambio, si riceverà una cartolina di auguri da regalare, allargando così la catena di solidarietà. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito
    www.sciaf.org.uk. (B.C)

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    A vent’anni dalla firma del trattato INF sullo smantellamento delle armi nucleari si rilancia l’appello per la definitiva messa a bando delle atomiche entro il 2020

    ◊   L’8 dicembre 1987, il presidente americano, Ronald Reagan, e il segretario generale del Partito comunista sovietico, Mickhail Gorbaciov, firmarono a Washington il trattato INF che prevedeva lo smantellamento in Europa di tutte le armi nucleari a raggio intermedio. L’intesa portò all’eliminazione di tremila missili a testate atomiche nelle basi di cinque Stati membri della NATO: Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito. A vent’anni da quel patto, restano però sul territorio, secondo un rapporto della Federazione degli Scienziati Atomici Statunitensi, circa 350 armi nucleari del tipo B-61 di cui 50 nella base di Aviano, in provincia di Pordenone, e 40 nell’aeroporto militare di Ghedi, nel bresciano. Per l’occasione è stata resa pubblica una lettera di sei sindaci europei, membri dell’Associazione "Mayors for Peace", che chiedono alla comunità internazionale di tenere fede all’impegno preso per mettere definitivamente al bando entro il 2020 tutte le armi atomiche. Tra l’altro, i missili sono considerati ormai senza alcun valore militare ma con un significato più che altro politico. Un serio e trasparente dibattito democratico è la richiesta dei primi cittadini che rilanciano anche l’opportunità di un trattato globale. Nel corso degli anni, l'ONU ha approvato numerose risoluzioni per avviare il percorso verso il disarmo nucleare, ma il messaggio non sembra essere recepito: gli Stati Uniti hanno annunciato di aver messo a punto un programma per la produzione di “testate sostitutive affidabili”, la Francia ha testato un nuovo missile nucleare e la Gran Bretagna ha deciso di rimodernare il suo sistema atomico. “Il nostro compito è sviluppare e programmare un calendario di passi concreti per portare avanti la Campagna ‘Visione per il 2020’", si legge nel messaggio dei primi cittadini scritto per i vent’anni del trattato INF. Una Campagna lanciata dal sindaco di Hiroshima che ha ormai raccolto l’adesione di oltre 138 sindaci in 124 Stati del mondo. L’obiettivo - si legge ancora - è liberare il mondo dalle armi nucleari entro il 2020”. (B.C.)

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    La costruzione di un impianto di rigassificazione minaccia la cancellazione della Valle dei Templi dalla lista dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO

    ◊   La Valle dei Templi di Agrigento rischia di essere di esser cancellata dalla "World Heritage List" dell’UNESCO. Inserito fra i siti patrimonio dell’umanità dieci anni fa, il parco archeologico è minacciato dalla costruzione - ad un chilometro dal confine sud occidentale, a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello - di un rigassificatore Enel da 8 miliardi di metri cubi che potrebbe renderlo non conforme alle normative dell’Unesco. Ai siti iscritti, infatti, l’organismo internazionale chiede di dotarsi di un piano di gestione per tutelare, valorizzare e conservare il patrimonio culturale e l’impianto di rigassificazione rientra fra quelli a “rischio di incidente rilevante”, secondo la direttiva europea 96/82/CE. Denominata "Seveso" dall’incidente verificatosi nel 1976 nell'omonimo comune lombardo e che spinse i Paesi europei a dotarsi di una politica comune in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali, la direttiva impone inoltre di identificare i siti a rischio, di effettuare controlli sulla possibilità di incidenti collegati all’uso di sostanze pericolose e di porre in atto misure gestionali, oltre che impiantistiche, tese a ridurre la probabilità di accadimento di un incidente e comunque a ridurne le eventuali conseguenze. Diversi gli appelli lanciati da intellettuali e studiosi ad istituzioni italiane ed europee per evitare la costruzione dell’impianto, indicato, tra altro, fra gli obiettivi sensibili di Al Qaeda oltre che una minaccia per la memoria storica della Valle dei Templi, i suoi paesaggi e i suoi reperti archeologici. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Al via a Lisbona, il vertice tra Unione Europea ed Africa, alla presenza di oltre 80 capi di Stato e di governo

    ◊   In una città semi-paralizzata da straordinarie misure di sicurezza, si è aperto questa mattina a Lisbona il vertice tra Unione Europea e Africa. Partecipano capi di Stato o di governo di circa 80 Paesi, ma le delegazioni presenti sono oltre 120. E’ una riunione fortemente voluta dall’attuale presidenza portoghese dell’Unione Europea e la seconda del genere dopo quella che si tenne, sempre sotto la presidenza portoghese, nel 2000 al Cairo. Sentiamo Riccardo Carucci:


    L’obiettivo è di tracciare partnership strategiche in vari settori fra l’Europa e un’Africa in fase di espansione economica, ma ancora lacerata da guerre, miseria e malattie e di delineare un piano di azione immediato. Il tutto in uno spirito nuovo, non più di continente ricco che fa donativi ad un continente povero, ma di eguaglianza e mutua responsabilità. La futura collaborazione dovrà riguardare buon governo e diritti umani, pace e sicurezza, commercio e sviluppo, cambiamenti climatici e migrazioni. Ci sarà, a conclusione, una Dichiarazione di Lisbona già approvata dai ministri degli Esteri riunitisi nei giorni scorsi in Egitto. Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, è presente, il che ha provocato l’assenza a questo vertice del primo ministro britannico, Gordon Brown, ma non l’opposizione di Londra. Ma né le violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe, né la crisi umanitaria nella regione sudanese del Darfur figurano all’ordine del giorno, anche se potranno essere discussi a latere. Tale assenza ha provocato la protesta di un gruppo di scrittori europei e africani, compresi cinque Premi Nobel, fra i quali Dario Fo. Del resto, in margine al vertice ci sono state molte manifestazioni: da incontri di parlamentari, sindaci, giovani e imprenditori dei due continenti a proteste per le difficili situazioni dei diritti umani in molte parti dell’Africa, soprattutto nello Zimbabwe e nel Darfur. Da vari giorni, si trova fra l'altro a Lisbona il vescovo ausiliare di Khartum, Daniel Marco Kur Adwok, che su invito della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” ha partecipato a numerose attività culturali e pastorali per ricordare le sofferenze del Sudan e le crescenti difficoltà che incontrano i cristiani in questo Paese africano. Infine, una nota di colore: il leader libico, Muhammar Gheddafi - a Lisbona già da giovedì per vari incontri di tipo politico, economico ed accademico - si rifiuta di dormire in albergo e vive in una lussuosa tenda installata sul terreno che circonda l’antico forte situato là, dove il fiume Tago si getta nell’Oceano Atlantico. (Da Lisbona, per la Radio Vaticana, Riccardo Carucci)

     
    Vasta operazione contro i talebani nel sud dell’Afghanistan
    Prosegue una delle più massicce offensive lanciata ieri dalle forze della NATO e dall’esercito afgano contro postazioni dei talebani in una cittadina afghana della provincia meridionale di Helmand. Secondo le autorità di Kabul, fra le vittime ci sono due bambini, un soldato della coalizione internazionale e almeno dodici ribelli. All’attacco partecipano anche mezzi aerei che hanno ripetutamente martellato l’area, dove sarebbero asserragliati in tutto circa 2.500 miliziani che controllano vaste coltivazioni di papaveri da oppio.

    Kamikaze fa vittime a nord di Baghdad
    Almeno otto morti e una quarantina di feriti. Questo il bilancio dell’attentato suicida avvenuto stamani a Baiji, circa 200 chilometri a nord di Baghdad. Nel mirino della guerriglia la residenza di un alto funzionario anti-terrorismo, rimasto illeso. La deflagrazione però ha colpito le abitazioni circostanti, provocando la morte di diversi civili. L’esercito statunitense ha poi annunciato l’uccisione di 12 insorti, durante diverse operazioni nel nord e nel centro del Paese. Intanto, il ministro degli Esteri iracheno, Zebari, ha reso noto che inizieranno i primi di gennaio i negoziati per definire un trattato di “cooperazione e amicizia a lungo termine” con gli Stati Uniti. Nello stesso tempo, Baghdad ha chiesto alle truppe americane di restare nel Paese per l’ultimo anno.
     
    Pakistan, tra una settimana la revoca dello stato di emergenza
    Sarà revocato il 15 dicembre lo stato di emergenza decretato lo scorso 3 novembre dal presidente pakistano, Pervez Musharraf. Lo hanno fatto sapere le autorità di Islamamad. Sul piano politico i due leader dell’opposizione, Nawaz Sharif e Benazir Bhutto, non hanno raggiunto alcun accordo comune sul boicottaggio delle prossime elezioni. Intanto, ignoti questa notte hanno attaccato un ufficio del Partito Popolare del Pakistan guidato da Benazir Bhutto, uccidendo tre militanti che si trovavano all’interno del locale.

    Stati Uniti contro Iran: è un pericolo per tutto il Medio Oriente
    L’Iran resta una minaccia per tutto il Medio Oriente e non solo per gli Stati Uniti. Lo ha detto il segretario americano alla difesa, Robert Gates, al Forum regionale sulla sicurezza nel Golfo che si svolge a Manama. Il diplomatico ha poi esortato i Paesi della regione a dotarsi di uno “scudo” antimissile per contrastare l’avanzata di Teheran sul piano nucleare. L’Iran fomenta l’instabilità dell’area perché - ha poi aggiunto il capo del Pentagono - sostiene gli insorti in Iraq e Afghanistan e gli islamici di Hezbollah e di Hamas.

    Hamas rifiuta passaggi di potere all’ANP
    Hamas ha negato di essere disponibile a trasferire ministeri e basi militari sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) in cambio di un dialogo. Un portavoce del movimento integralista ha definito inaccettabili le condizioni per l’avvio di trattative poste dal presidente palestinese Abu Mazen, che ha chiesto ad Hamas di annullare tutti gli effetti del suo “colpo di stato” a Gaza.
     
    Bogotà propone una "free-zone" per il dialogo con le FARC
    Il governo colombiano si è detto pronto a creare una zona smilitarizzata per condurre il dialogo con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Secondo il presidente, Alvaro Uribe, dovrà essere una “zona d’incontro”, preferibilmente nelle aree rurali del Paese, per consentire - sotto il controllo di osservatori internazionali - il negoziato con i ribelli per il rilascio degli ostaggi che si trovano nelle loro mani.

    Kasianov si candida per le presidenziali russe
    L’ex premier, Mikhail Kasianov, leader del neo partito di opposizione Unione popolare democratica, è stato il primo ad avanzare la propria candidatura alle presidenziali che si svolgeranno in Russia il 2 marzo prossimo. Kasianov ha promesso, in caso di elezione, di sciogliere il parlamento e di indire nuove consultazioni. Tra gli obiettivi annunciati, la riduzione del divario tra ricchi e poveri, la creazione di un esercito di professionisti, il riesame della strategia militare tenendo conto “non dei nemici fittizi ma delle vere minacce”.

    Ribelli uccisi nello Sri Lanka
    L’esercito di Colombo ha comunicato l’uccisione di 24 ribelli delle Tigri Tamil nel nord dello Sri Lanka. Gli scontri, verificatisi nel distretto di Mannar e nella penisola di Jaffna, sono avvenuti dopo i recenti attentati contro un autobus e un centro commerciale.

    Stallo dei colloqui sullo status del Kosovo
    Belgrado e Pristina, che si contendono la sovranità della provincia serba a maggioranza albanese del Kosovo, devono evitare “decisioni unilaterali” e raggiungere una “soluzione negoziata”. E’ quanto chiede la Russia in un documento fatto circolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU in vista delle discussioni che si apriranno il prossimo 19 dicembre. Secondo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, il rapporto consegnato ieri dalla troika (USA-UE-Russia) al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, non contiene la “predeterminazione dell’indipendenza”.

    Disastro ambientale in Corea del Sud
    ISquadre di emergenza sudcoreane sono al lavoro da molte ore nel tentativo di arginare i danni ambientali in seguito alla collisione avvenuta ieri tra una chiatta e una petroliera cinese. Il greggio fuoriuscito ha ormai raggiunto la costa, creando una massa oleosa estesa una ventina di chilometri. Si stanno ponendo filtri e barriere di contenimento per proteggere la vicina riserva naturale, nota soprattutto come "santuario" degli uccelli migratori. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 342
     
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