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SOMMARIO del 07/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • La ricerca sul Gesù storico e della fede e il valore della castità per i giovani di oggi, sviluppati da padre Cantalamessa nella prima predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana
  • Il Papa riceve il premier polacco Tusk, il metropolita Kirill e l'ambasciatore di Israele Ben-Hur, in visita di congedo
  • Nomine
  • La "Spe salvi", ad una settimana dalla pubblicazione, raggiunge il milione di copie vendute. La riflessione del vescovo Domenico Sigalini
  • Aperte a Lourdes le celebrazioni per il 150.mo anniversario delle apparizioni della Vergine
  • Sinodo dei vescovi: si parla della Chiesa in Asia
  • Il cardinale Kasper in visita a Kiev per incontri con la comunità cattolica locale e la Chiesa ortodossa
  • Rinvenuto nell'Archivio della Fabbrica di San Pietro un bozzetto della Basilica Vaticana attribuito a Michelangelo
  • La Libreria Editrice Vaticana inaugura una nuova collana dedicata al fotogiornalismo religioso
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Dibattito politico in Italia sulla norma contro l'omofobia: il commento del prof. D'Agostino
  • Da domani a Lisbona il vertice tra Unione Europea e Africa
  • Il metropolita Kirill in visita a Roma
  • Chiesa e Società

  • Resta alta l’emergenza in Bangladesh dopo il passaggio del ciclone Sidr. Continuano i soccorsi della Caritas
  • Spaventa l’epidemia di Ebola in Uganda: la Repubblica Democratica del Congo chiude le frontiere
  • Scuse ufficiali delle autorità cubane per l’irruzione delle forze dell’ordine nella parrocchia di Santa Teresita a Santiago di Cuba
  • In Cile, la Chiesa cattolica impegnata contro la droga
  • Il vescovo di Barra, in Brasile, all'undicesimo giorno di sciopero della fame contro la deviazione del fiume San Francesco
  • Aperto il primo monastero di contemplative nell’Amazzonia brasiliana
  • La Conferenza Episcopale del Perù lancia un progetto per far conoscere il “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa"
  • Incontro interreligioso in Thailandia in onore del re
  • I vescovi francesi esprimono perplessità sui progetti di ricerca sovvenzionati da Téléthon, tra cui l’utilizzo di cellule embrionali
  • “La dottrina sociale è parte integrante del ministero dell’evangelizzazione”: così i vescovi spagnoli nel 40.mo anniversario della Populorum Progressio
  • Il comunicato finale della Conferenza episcopale elvetica riunita a St-Maurice per la 278.ma Assemblea ordinaria
  • Approfondire fede e spiritualità: così il segretario generale della CCEE, mons. Aldo Giordano, nel messaggio sull’Assemblea ecumenica di Sibiu
  • Via libera del governo turco per celebrare a Demre la divina liturgia nella Chiesa di San Nicola
  • Hong Kong: l’Associazione dei giovani lavoratori cattolici, ha festeggiato i 50 anni di attività
  • La corruzione strangola le famiglie più povere: è quanto emerge dal rapporto annuale della ONG Trasnsparency International
  • Rapporto Censis 2007: la crescita in Italia c’è ma è affidata a “ minoranze attive”
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Libano, ancora crisi politica: rinviata all’11 dicembre l'elezione del presidente

  • Il Papa e la Santa Sede



    La ricerca sul Gesù storico e della fede e il valore della castità per i giovani di oggi, sviluppati da padre Cantalamessa nella prima predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana

    ◊   “Gesù di Nazaret, uno dei Profeti?”: è partita da questa domanda fondamentale, rivolta al cuore di ogni cristiano, la prima predica d’Avvento al Papa e alla Curia Romana, tenutasi stamani nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano. A sviluppare la meditazione, sul tema "Ha parlato a noi per mezzo del Figlio", il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Il religioso cappuccino si è soffermato anche sul valore della castità specie per i giovani di oggi. Una riflessione che ha preso spunto da un riferimento a Sant’Agostino fatto dal comico Roberto Benigni in un suo recente spettacolo sulla Divina Commedia di Dante. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    La storia della Salvezza, ha sottolineato padre Raniero Cantalamessa, risulta “costituita dalla successione di due tempi: il tempo in cui Dio parlava per mezzo dei profeti e il tempo in cui Dio parla per mezzo del Figlio”. C’è continuità, ma anche una novità fondamentale: adesso, infatti, “il Rivelatore si fa rivelazione, rivelazione e Rivelatore coincidono”. Di qui, padre Cantalamessa ha sviluppato un’analisi delle “opinioni che oggi circolano su Gesù”. Nel campo degli studi storici, ha spiegato, stiamo vivendo una “terza ricerca”, dopo una prima, razionalistica, e una seconda, che “aveva proclamato il Gesù storico irraggiungibile”:

     
    “Se prima si pensava che il criterio fondamentale di accertamento della autenticità di un fatto o di un detto di Gesú fosse il suo essere in contrasto con quanto si faceva o si pensava nel mondo giudaico a lui contemporaneo, ora esso viene visto, al contrario, nella compatibilità di un dato evangelico con il giudaismo del tempo”.

     
    Viene così “ritrovata la continuità della rivelazione”, ma, ha avvertito padre Cantalamessa, questa ricerca si è spinta troppo avanti. “Gesù – ha rilevato – finisce per dissolversi completamente nel mondo giudaico, senza più distinguersi se non in qualche dettaglio e per qualche interpretazione particolare della Torah”:

     
    “La divulgazione, anche tra noi in Italia, ha fatto il resto, diffondendo l’immagine di un Gesú ebreo tra ebrei, che non ha fatto quasi nulla di nuovo, ma di cui si continua a dire (non si sa come) che 'ha cambiato il mondo”’.

     
    In tale contesto, il religioso ha ricordato l’opera “Un rabbino parla con Gesù” del rabbino americano Jacob Neusner, a cui Benedetto XVI dedica un capitolo importante del suo “Gesù di Nazaret”:

     
    "Toccante lo scambio di idee che il rabbino, reduce dall’incontro con Gesú, ha con il suo maestro nella sinagoga: Maestro: 'Ha tralasciato qualcosa [della Torah] il tuo Gesú?' Rabbino Neusner: 'Nulla'. Maestro: 'Allora ha aggiunto qualcosa?' Rabbino Neusner: 'Sì, se stesso'”.
     
    “Interessante coincidenza”, annota padre Cantalamessa, si tratta dell’identica risposta data da Sant’Ireneo, nel II secolo, a coloro che si domandavano che cosa Cristo “avesse recato di nuovo venendo nel mondo”: “Ha portato, scriveva ogni novità portando se stesso”. E’ impossibile fare di Gesù “un normale giudeo del suo tempo”, anzi è impossibile farne “un semplice uomo”:

     
    "Gesú, in altre parole, non ha solo rivendicato per sé un’autorità divina, ma ha anche dato segni e garanzie a sua riprova: i miracoli, il suo stesso insegnamento (che non si esaurisce nel discorso della montagna), il compimento delle profezie, soprattutto quella pronunciata da Mosè di un profeta simile e superiore a lui; poi la sua morte, la sua risurrezione e la comunità nata da lui che realizza l’universalità della salvezza annunziata dai profeti".
     
    Padre Cantalamessa ha quindi sviluppato la seconda parte della sua predica incentrandola sull’Avvento quale “tempo di conversione e risveglio spirituale”. In questa vita, ha costatato, “siamo cronicamente esposti a ripiombare nel sonno”, in uno stato di “assopimento e di inerzia spirituale”. Ha così citato il celebre passo delle Confessioni di Sant’Agostino, nel quale descrive la sua conversione. “E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti”, questo il passo della Lettera di San Paolo ai Romani che risveglia il futuro vescovo di Ippona. La vicenda di Agostino ha portato padre Cantalamessa ad una nota di attualità: lo spettacolo di Roberto Benigni sulla Divina Commedia, trasmesso la settimana scorsa da RAI UNO. “Si è trattato – ha detto – a momenti, di una lezione di altissima comunicazione religiosa, oltre che artistica e letteraria”. Tuttavia, su un punto, “forse non premeditato, Benigni ha lanciato un messaggio che potrebbe risultare micidiale per i giovani e cha va rettificato”. Il comico toscano ha citato la frase di Agostino che dice: “Dammi la castità e la continenza, ma non ora”, come se prima bisognasse “provare tutto” e poi da vecchi, “praticare la castità”:
     
    "L’attore ha attribuito la frase a 'sant’Agostino', ma essa non è di 'santo' Agostino; è di Agostino ancora peccatore, di prima della conversione. Non ha detto quante lacrime era costato al santo strapparsi alla schiavitù della passione a cui si era dato in braccio e non ha ricordato la preghiera che egli sostituirà più tardi a quella incauta giovanile: 'Tu mi comandi di essere casto; ebbene, concedimi quello che mi chiedi e poi chiedimi quello che vuoi'”.
     
    I giovani di oggi, ha sottolineato, non hanno certo bisogno di essere “incoraggiati a buttarsi, a rompere le barriere”. Piuttosto, “hanno bisogno di chi dia loro delle motivazioni convincenti, non certo ad aver paura del loro corpo e dell’amore, ma semmai ad aver paura di sciupare l’uno e l’altro”. Il male della lussuria, ha aggiunto riecheggiando un passo dantesco, “consiste nel sottomettere la ragione all’istinto, anziché l’istinto alla ragione”:
     
    “L’istinto (il talento) ha la sua funzione se regolato dalla ragione; in caso contrario, diventa il nemico, non l’alleato, dell’amore, portando ai delitti più efferati, di cui le cronache recenti ci hanno fornito esempi”.
     
    “La vita spirituale – è stata la sua riflessione – non si riduce certo alla sola castità e purezza, ma è certo che senza di essa ogni sforzo in altre direzioni risulta impossibile”. E’ un’illusione, ha concluso padre Cantalamessa, “credere di poter mettere insieme un autentico servizio ai fratelli” e una vita personale “disordinata, tesa tutta a compiacere se stessi e le proprie passioni”. “Non sa dire dei sì ai fratelli, chi non sa dire dei no a se stesso”.

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    Il Papa riceve il premier polacco Tusk, il metropolita Kirill e l'ambasciatore di Israele Ben-Hur, in visita di congedo

    ◊   Stamani Benedetto XVI ha ricevuto il primo ministro polacco Donald Tusk, che poi si è incontrato con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “I cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno avuto per oggetto la situazione del Paese, soprattutto in riferimento ai valori morali e religiosi cristiani, che sono parte del patrimonio del popolo polacco. Si è fatto cenno pure alle tradizionali buone relazioni tra Polonia e Santa Sede, che hanno ricevuto particolare impulso durante il Pontificato di Papa Giovanni Paolo II. Sono stati affrontati, infine, temi attinenti all’Europa e al ruolo internazionale della Polonia”.

    Sempre durante la mattinata il Papa ha ricevuto l'ambasciatore di Israele Oded Ben-Hur, in visita di congedo e il Metropolita di Smolensk e Kaliningrad Kirill, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca.

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    Nomine

    ◊   In Francia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Quimper presentata da mons. Clément Guillon, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Jean-Marie Le Vert, finora vescovo ausiliare di Meaux.

    Il Santo Padre ha nominato osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo mons. Manuel Monteiro de Castro, arcivescovo tit. di Benevento, nunzio apostolico in Spagna.

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    La "Spe salvi", ad una settimana dalla pubblicazione, raggiunge il milione di copie vendute. La riflessione del vescovo Domenico Sigalini

    ◊   L'Enciclica del Papa "Spe salvi", ad una settimana dalla pubblicazione, ha già raggiunto il milione di copie vendute. Lo rende noto la Libreria Editrice Vaticana. Un documento intenso che si rivolge a tutti perchè parla delle speranze di una umanità alla ricerca perenne della felicità: una umanità che sembra talora aver perso il desiderio della vita eterna per ripiegarsi esclusivamente sul presente. Atteggiamento che contraddistingue spesso i giovani del nostro tempo, soprattutto del mondo sviluppato. Su questo aspetto si sofferma il vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica, intervistato da Alessandro Gisotti:

     
    R. – Il discorso del Papa mi pare proprio molto azzeccato su due versanti: il primo versante è quello del tempo. Perché noi - dice il Papa - facciamo fatica a pensare a questa eternità? Perché pensiamo che il futuro che Dio ci promette, sia la continuazione di un presente, sia il susseguirsi di giorni interminabili e siccome i nostri giorni interminabili alcune volte sono veramente di grande sofferenza, non vorremmo avere un’eternità che sia soltanto un tempo ed una lancetta dell’orologio che non si ferma mai. Ci vuole un salto di qualità e credo che i giovani da questo punto di vista siano molto disposti ad avere un salto di qualità nelle loro prospettive.

     
    D. – Come pensa verrà colta dai giovani la "Spes salvi" e in che modo un pastore come lei potrà proporla ai ragazzi?

     
    R. – Secondo me la cosa principale è quella di utilizzare le stesse categorie, anche molto strette e razionali che utilizza il Papa, categorie che permettono anche di leggere l’esperienza perché i ragazzi veramente, man mano che crescono, si nutrono di speranze. Sono speranze piccole ma che non vanno assolutamente sottovalutate: è la gioia di un’amicizia, l’attesa di qualcosa che li appaga perché sono riusciti a superare un esame, è l’esperienza bella di aver conquistato qualche capacità di autonomia che ha dentro scritto già la speranza futura che è davvero quella di Dio. Allora il problema è di aiutarli, di educarli a leggere dentro queste piccole speranze la scelta della grande speranza e a non smettere mai di “cercare” perché questo è l’atteggiamento che propone il Papa a tutti noi, e che i giovani intuiscono immediatamente. Ormai sono già stati abituati fin troppo a tenere i piedi per terra. Ad esempio, una cosa che a loro dà fastidio è quando i genitori dicono di “tenere i piedi per terra”. No, io non voglio tenere i piedi per terra, voglio andare oltre e c’è il rischio di avere la testa tra le nuvole ma il non adattarsi è già una dimensione di ricerca della speranza vera.

     
    D. – D’altronde il Papa sottolinea che la speranza cristiana non è mai individualistica, è sempre uno sperare anche per gli altri, è una speranza, quella con la “S” maiuscola che cambia la vita già nel presente, anche se guarda al domani, al non ancora, un messaggio attraente per i giovani...

     
    R. – Esatto, soprattutto quando parte da quel bellissimo esempio della suora africana, di Bakhita, di questa Santa che proprio nel capire di avere un “Padrone” cioè Dio, si sente liberata da tutte le angustie più infinite che doveva subire da tutti i padroni della terra. E i ragazzi, mi pare dall’esperienza che ho con loro, colgono la bellezza di poter condividere questa speranza con tutti e mi pare un lato nuovo che forse abbiamo sottolineato poco fino ad ora della speranza cristiana: l'abbiamo sempre ritenuta come il punto di arrivo mio personale: "mi metto là e sono dentro la pace di Dio, ma guardo soltanto a me stesso". Invece il Papa insiste: “No, guarda che quell’amicizia, quella voglia di stare insieme agli altri, quel costruire un tessuto di relazioni che ti rende bella la vita, è parte integrante della speranza cristiana, niente della tua capacità di aprirti agli altri è cancellato da una prospettiva che ti viene data dal cristianesimo, dal Vangelo”.

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    Aperte a Lourdes le celebrazioni per il 150.mo anniversario delle apparizioni della Vergine

    ◊   Domani, Solennità dell’Immacolata Concezione, il Papa si affaccerà alle 12.00 dalla finestra del suo studio privato per la recita dell’Angelus insieme ai pellegrini che si raccoglieranno in Piazza San Pietro. Nel pomeriggio si recherà in Piazza di Spagna dove alle 16.00 presiederà l’atto di venerazione all’Immacolata. Intanto oggi si sono aperte a Lourdes le celebrazioni per il 150.mo anniversario delle apparizioni della Vergine Immacolata a Bernadette Soubirous. Il Papa in occasione di quest’anno giubilare ha concesso l’indulgenza plenaria. Ma sulle celebrazioni di Lourdes ascoltiamo il servizio dell’inviato di Avvenire, Mimmo Muolo:
      
    L’acqua del Gave scorre placida accanto alla Grotta di Massabielle oggi come 150 anni fa e nel silenzio del primo mattino sembra quasi di risentire i passi di Bernardette il giorno della prima apparizione della Vergine. Un secolo e mezzo dopo sono i passi di migliaia di pellegrini a risuonare sulla sponda del torrente per l’apertura del Giubileo del 150.mo anniversario delle apparizioni, dove sono venuti a riascoltare il messaggio di Lourdes: riconciliazione e penitenza; preghiera per la conversione dei peccatori. Così le parole che la Madonna disse alla 14.enne veggente sono state fatte proprio dal cardinale Paul Josef Cordes nella Messa che di fatto costituisce il portale di apertura delle celebrazioni di questi giorni.

     
    “Cosa sarebbe Lourdes senza la riconciliazione?”. Si chiede il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, invitando a riscoprire il Sacramento della confessione, oggi un po’ messo da parte. La modernità – fa notare il porporato – con i suoi padri fondatori, come Marx, Rousseau e Freud, ha distrutto la realtà del male morale, la coscienza della colpa. Bisogna perciò avere il coraggio di riaffermare che solo l’uomo riconciliato con Dio può far regnare la pace intorno a Lui.

     
    Questa sera le celebrazioni del Giubileo entreranno nel vivo con la processione presieduta dal prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, il cardinale Ivan Dias. Una fiaccolata, che prenderà il via dalla chiesa parrocchiale, dove Bernardette fu battezzata, per toccare la casa della veggente e concludersi nella grande Basilica di San Pio X: anche questo è un modo per mettersi sulle orme di Maria. (Da Lourdes, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo)

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    Sinodo dei vescovi: si parla della Chiesa in Asia

    ◊   Le gioie e le sofferenze della Chiesa nel grande continente asiatico sono state al centro dell’undicesima riunione del Consiglio speciale della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, che si è svolta il 20 novembre scorso sotto la guida di mons. Nikola Eterović segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Ce ne parla Sergio Centofanti:
     
     
    La Chiesa in Asia “sta pellegrinando tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni del Cielo”. E’ quanto è stato rilevato durante la riunione del Consiglio speciale. Mons. Eterović, con San Paolo, ha detto che “la sofferenza è come un inevitabile peso da portare quando si affronta la predicazione apostolica, in conformità all’esempio del Signore”.

     
    “Le persecuzioni – rileva un comunicato - colpiscono come prime vittime le minoranze, tra cui i cristiani che spesso sono costretti ad abbandonare i loro Paesi d’origine, subendo violenze anche da parte di gruppi fondamentalisti. La mancanza di libertà religiosa si manifesta in varie forme: limiti alla comunicazione tra Vescovi e tra questi e il Santo Padre, Vescovo di Roma, impossibilità di erigere Conferenze episcopali, difficoltà di ottenere visti per gli operatori pastorali, limiti nella costruzione di luoghi di culto, impedimenti alla presenza nella vita pubblica. Le catastrofi naturali, poi, come l’uragano che ha recentemente causato numerose vittime in Bangladesh, sono una sfida alla carità cristiana della Chiesa Cattolica in Asia e nel mondo intero”.

     
    “Le consolazioni – prosegue il comunicato - derivano da tante benefiche realtà, come l’accoglienza fraterna dei cristiani fuggiti per salvare la vita, l’aumento del numero dei cattolici in regioni dove finora scarseggiavano, la fedeltà fino al dono della vita, come nel caso dei quattro sacerdoti uccisi in Asia nel 2006, il cui sacrificio, unito a quello di altri cristiani, promette una nuova vitalità di vita cristiana, atteso che il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani. Si nota, infatti, un aumento delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, in modo tale che gli stessi asiatici diventano missionari presso altre Chiese particolari in Asia e in altri Continenti".

     
    "La Chiesa – si ribadisce - continua ad essere aperta al dialogo con le grandi religioni dell’Asia, dando un notevole contributo alla tolleranza e alla concordia civile, al rafforzamento dello stato di diritto e del processo di democratizzazione della società. L’influsso della Chiesa, per la sua attività sociale nelle scuole, negli ospedali, a favore della promozione umana, si estende anche al di fuori della comunità dei cristiani, che sono come un germe di una nuova società fondata sui valori della pace, della giustizia, della libertà e della carità”.

     
    Durante il dibattito “sono state individuate varie preoccupazioni, anche se con toni e aspetti diversi, che derivano dalle guerre, dalla corsa agli armamenti, dagli scontri etnici, dalla violenza, dal terrorismo, dalle repressioni, dalle diverse limitazioni della libertà di coscienza”. Il comunicato sottolinea quindi che “l’inculturazione del Cristianesimo nei Paesi asiatici, che presuppone la buona conoscenza delle necessità pastorali delle Chiese particolari, invita a rimanere fedeli alla Sacra Scrittura e alla Tradizione della Chiesa con sincera adesione al Magistero”. La dodicesima riunione del Consiglio Speciale per l’Asia della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi si terrà l’11 e 12 dicembre 2008.

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    Il cardinale Kasper in visita a Kiev per incontri con la comunità cattolica locale e la Chiesa ortodossa

    ◊   E’ iniziato nel primo pomeriggio di ieri, con l’atterraggio all’aeroporto di Kiev, il viaggio di quattro giorni del cardinale Walter Kasper in Ucraina, dal forte sapore ecumenico. Dopo l’incontro con il cardinale Lubomir Husar, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč, capo della Chiesa greco-cattolica in Ucraina, stamattina il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani ha visitato il monastero di Pecherskaia Lavra, incontrando Sua Beatitudine Vladimir, metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina, capo della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Nel pomeriggio di oggi, il cardinale Kasper riceverà il dottorato honoris causa dall’Università Kiyevo-Mogilanska Accademia. Il porporato terrà una lectio magistralis incentrata sul tema "La Chiesa e la via verso la piena comunione”. Alle 19,30 di stasera è prevista, nella nunziatura di Kiev, una cena in onore del cardinale.

    Domani, alle 11, il presidente del dicastero vaticano benedirà i locali del “Centro San Clemente: Communio e dialogo di culture”, un Centro ecumenico istituito con la benedizione del cardinale Husar e del metropolita Vladimir. Alle 12.30, nella nunziatura, il porporato sarà atteso dal pranzo con il vescovo ortodosso di Poltava, Filip, e i sacerdoti del Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Nel pomeriggio di domani, alle 16.30, verrà presentata la versione in lingua ucraina del libro del cardinale Kasper, “A Handbook of Spiritual Ecumenism (Mons. Dacko)” e si terrà la commemorazione del XV anniversario dell’Istituto Superiore di Teologia San Tommaso, dei Padri Domenicani, con incontro con gli studenti e benedizione di una placca celebrativa. Domenica 9 dicembre, giorno conclusivo della visita, il cardinale Kasper visiterà alle 9 la cattedrale greco-cattolica e, un’ora più tardi, presiederà la Messa e terrà l’omelia nella cattedrale latina. La partenza per Roma è in prevista per le 16.20.


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    Rinvenuto nell'Archivio della Fabbrica di San Pietro un bozzetto della Basilica Vaticana attribuito a Michelangelo

    ◊   Un disegno “realizzato con mano sicura ma debole” è l’ultimo inedito di Michelangelo scoperto fra le carte dell’Archivio storico della Fabbrica di San Pietro. Realizzato nel 1563, un anno prima della sua morte, il disegno del Buonarroti ritrae in piccola parte la pianta della Cupola della Basilica Vaticana. Il ritrovamento - del quale dà ampio risalto l’Osservatore Romano di oggi - lo si deve a una ricerca finanziata dalla “Alexander von Humboldt Stiftung”. Sarà presentato lunedì prossimo dal cardinale Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro, ad alcuni studiosi, fra i quali il neodirettore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, a mons. Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro, e al capo ufficio della Fabbrica, la dott.ssa Maria Cristina Carlo-Stella. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:

     
    (musica)

     
    Cosa può raccontare a noi, oggi, un piccolo disegno schizzato a gesso su un pezzo di carta di 450 anni fa? Molto, se un occhio esperto, che ha assimilato il modo di progettare di uno dei più grandi architetti della storia, sa riconoscere in quelle poche linee rossastre, sedimentate tra molecole di travertino vecchie di mezzo millennio, il tocco del genio, ovvero “la sicurezza del tratto, la mano esperta e abituata a prendere le decisioni di fronte alla pietra grezza” che fu di Michelangelo Buonarroti. E non si parla in questo caso di un disegno in bella copia, completo e pulito, bensì di un bozzetto sveltamente tratteggiato con la “sanguigna”, un tipo di gesso molto usato all’epoca per la sua visibilità tra le venature del marmo o del travertino, molto migliore rispetto al caboncino e quindi molto utile per indicare ai tagliapietre le dimensioni della blocco da sbozzare. Quel disegno, dunque, anzi il ritaglio di un disegno, databile alla primavera del 1563 - quando il cantiere della Basilica di San Pietro era in piena attività - descrive questa probabile scena: l’anziano Michelangelo, 88.enne, ai piedi della Basilica in costruzione tratteggia con precisione uno sperone del tamburo della cupola e annota sul foglio anche delle cifre - si leggono un 6, un 9 e il segno di una frazione: ¾ - oltre probabilmente a qualche altro appunto necessario agli operai che dalle cave di Tivoli e Fiano Romano spedivano a Roma i carri carichi di pietre.

     
    Il disegno ritrovato è una porzione dell’originale, che si suppone più ampio, ed è in parte coperto dalla grafia dell’economo della Fabbrica di San Pietro che, forse per mancanza di carta, coprì un pezzo del bozzetto di Michelangelo per redigere un ordine necessario a sbloccare uno dei trasporti di pietre, fermo fuori Roma per problemi burocratici legati all’attraversamento di proprietà terriere. Una storia di ordinario intoppo lavorativo dell’epoca, che ha finito per sovrapporsi al prezioso schizzo di un artista del quale, già in vita, anche il più banale tratto di grafite era ricercato da molti con spasmodica bramosia. Ma proprio quel documento, così bruscamente stilato su uno degli ultimi bozzetti di Michelangelo, ne ha sancito la salvezza. Perché il Buonarroti, consapevole del traffico del quale erano oggetto i suoi disegni, alla fine della propria esistenza distrusse a più riprese i fogli che conservava. E quell’angolo recuperato dalla burocrazia finì, invece che nel fuoco, nella cartella dell’economo di Fabbrica, destinato dalla casualità di un problema contingente ad essere conservato per 444 anni e ad arricchire la nostra memoria.

     
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    La Libreria Editrice Vaticana inaugura una nuova collana dedicata al fotogiornalismo religioso

    ◊   La LEV, la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato in questi giorni un’opera fotografica in ricordo del meeting di Loreto dello scorso settembre tra il Papa e i giovani, inaugurando una nuova collana dedicata al fotogiornalismo religioso. Ci spiega questa nuova iniziativa il direttore della LEV don Giuseppe Costa, al microfono di Sergio Centofanti:
     
    R. – E’ una collana che abbiamo intitolato “Memoria e attualità” e in questa collana convergono le foto del servizio fotografico vaticano e anche di altri fotografi. Vogliamo dare ai nostri lettori l’immagine particolare di un evento di attualità e vogliamo riportare alla luce dell’attualità l’immagine di altri eventi del passato, come ad esempio la visita del Santo Padre Paolo VI in Palestina e in Israele.

     
    D. – Questo primo volume in ricordo del Meeting di Loreto è intitolato “Invincibile speranza: Benedetto XVI e i giovani”…

     
    R. – Sì, sono circa 60 foto che ritraggono alcune bellissime giornate a Loreto. Assieme alle foto abbiamo i due discorsi del Santo Padre: l’omelia nel Santuario e il discorso tenuto alla grande vigilia. Sono foto spettacolari, e molte sono inedite, dove si presenta l’evento in quanto tale, ricostruito sia con volti individuali, sia con immagini di insieme.

     
    D. – Recentemente avete pubblicato anche un altro volumetto sui nuovi pensieri spirituali di Benedetto XVI…

     
    R. – Sì, si tratta di una collana cartonata, elegante, che riporta degli estratti dagli insegnamenti del Santo Padre, con un titolo che di volta in volta orienta il lettore. C’è un libretto dedicato ai pensieri mariani e questo è dedicato alla vita spirituale. Già ne abbiamo vendute ottomila copie, che sono tante in relazione a libri di questo genere. C’è una rinnovata attenzione da parte dell’editrice nei confronti del magistero: lo si vuole spezzettare per abituare il lettore ad assimilare le parole del Santo Padre.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Intervento della Santa Sede, a Ginevra, sul tema della dimensione etica nella discussione sulle migrazioni.

    Intervista al metropolita Cirillo, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca.

    Nel culturale, due pagine dedicate alla solennità dell'Immacolata con i contributi di Sylvie Barnay e di Marco Roncalli.

    Nella politica internazionale, il rapporto 2007 del CENSIS sulla situazione italiana.
     L'appello delle Nazioni Unite alla forze politiche libanesi per uscire dalla crisi.

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    Oggi in Primo Piano



    Dibattito politico in Italia sulla norma contro l'omofobia: il commento del prof. D'Agostino

    ◊   In Italia sta facendo discutere l’emendamento sull’”identità di genere” inserito ieri nel decreto sicurezza che potrebbe colpire le opinioni ritenute discriminanti riguardo alle tendenze sessuali. Molti parlamentari anche oggi chiedono di modificare il provvedimento. Già ieri sera il ministro per Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, aveva assicurato un intervento per cancellarlo entro fine anno. Per il presidente dell’Unione Giuristi Cattolici, Francesco D’Agostino, il rischio è di introdurre il “concetto di identità di genere, ideologico e senza fondamento scientifico”. Sentiamolo intervistato da Luca Collodi:


    R. – Da quello che ora si può capire è che si vogliono colpire opinioni riguardo alla sessualità e all’esercizio della sessualità che possono creare turbamento sociale a livello di ordine pubblico e a livello di discriminazione delle persone. Il guaio è che le tendenze sessuali che - direi anche ragionevolmente – sono state prese in considerazione dal legislatore non sono quelle che rispondono alla realtà naturale dei sessi, uomini e donne, ma all’ideologia del genere che ci è stata trasmessa dagli Stati Uniti, secondo cui l’identità sessuale è una scelta arbitraria, soggettiva ed insindacabile del singolo individuo. Un concetto, questo, non scientifico, ma ideologico: chiunque domani potrà manifestare forti perplessità sull’autoidentificazione sessuale di un individuo che si vuole considerare – per esempio – transessuale, potrebbe cadere sotto una imputazione di quelle di cui abbiamo parlato.

    D. – Prof. D’Agostino, mi faccia capire: cosa c’entra il reato di opinione o di discriminazione fondato sulle tendenze sessuali – vedremo poi come questo sarà applicabile – con il problema dell’immigrazione e della sicurezza legata all’immigrazione?

    R. – Probabilmente il legislatore aveva in mente questo: culture non europee, come quelle islamiche, in cui ci sono atteggiamenti, soprattutto omofobi, molti forti. Quindi da questo punto di vista si può capire che c’è un problema di cui tener conto. Quello che, però, mi preoccupa è in primo luogo la repressione di reati di opinione in quanto tali, che sicuramente hanno un carattere illiberale: le opinioni dovrebbero sempre essere rispettate e potrebbero essere perseguite soltanto se scatenano odio o persecuzione sociale.

    D. – Ma questo riguarda gli omosessuali immigrati: perché qui si parla di un decreto sicurezza che riguarda l’immigrazione?

    R. – Bisogna studiare più da vicino questo punto. E’ chiaro che una normativa penale non dovrebbe mai riguardare soltanto alcune categorie di soggetti, ma dovrebbe avere sempre una valenza generale. Se è contenuto nel decreto sull’immigrazione è perché il legislatore evidentemente ha ritenuto che in quel contesto sociale ci fossero dei rischi di carattere del tutto particolare. Ma dal mio punto di vista, non ho studiato da vicino questo decreto, è probabile che, se questa ipotesi di reato verrà consolidata dagli ulteriori lavori parlamentari, avrà una valenza generale.

    D. - Questo emendamento, quali conseguenze potrà avere sul dibattito culturale e politico in materia di coppie di fatto?

    R. - Per me, la conseguenza più grave non sta nella repressione penale dell'omofobia, che ha le sue buone ragioni, ma nell'introduzione in un testo di legge, di una categoria ideologica come la categoria del "genere", che non ha alcun referente scientifico e si presta ad applicazioni estremamente arbitrarie. Bisogna, con molta saggezza, indurre il legislatore a legiferare facendo sempre rigoroso riferimento ai dati scientifici obiettivi e condivisi. L'unico dato scientifico ed obiettivo e condiviso, sembra assurdo doverlo ripetere, è che i sessi sono due: quello maschile e quello femminile. Ogni altra teoria di genere che pretende di ridurre la sessualità ad una scelta oggettiva delle persone non ha carattere scientifico, anche se può avere valenze politiche di diversa natura.

    D. - Si rischia, quindi, di inserire un terzo genere sessuale nella legislazione italiana?

    R. - Non un terzo, ma anche un quarto, un quinto e un sesto, perché se l'identità sessuale dipende da una scelta soggettiva delle persone, non c'è limite alle possibili scelte che una persona possa operare.

    D. - E questo forse avrebbe anche ricadute nel sistema giuridico italiano?

    R. - Avrebbe ricadute giuridiche pesantissime anche in ipotesi per quello che riguarda il matrimonio e l'adozione di figli. Concludo sottolineando che non c'è una specifica dottrina cattolica sulla sessualità, ma c'è la comune convinzione umana, che va oltre gli orientamenti confessionali, secondo cui gli uomini sono maschi e femmine. Di questo dato antropologico fondamentale bisogna essere rispettosi, rinunciando ad ogni tentativo di manipolazione ideologica della nostra realtà naturale.

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    Da domani a Lisbona il vertice tra Unione Europea e Africa

    ◊   Una nuova partnership strategica tra Unione Europea ed Africa. E’ questo l’obiettivo che i 27 Stati dell’Unione Europea e i 54 Stati africani cercheranno di attuare nel corso del vertice che si terrà a Lisbona, in Portogallo, domani e domenica. Nella bozza della dichiarazione che verrà adottata dagli Stati partecipanti la preoccupazione per le crisi in atto e l’impegno a collaborare nei settori dello sviluppo, del commercio e della politica. Stefano Leszczynski ha chiesto a Irene Panozzo, giornalista di Lettera 22 ed esperta di questioni africane, quali saranno i principali temi di discussione:
     
    R. - Si tratterà di temi molto vari, di interesse comune ai due continenti: dalla ricerca della pace, la stabilità, ai temi economici, a quelli più politici, legati anche alla governance e alla tutela dei diritti umani, come anche alla tutela ambientale e via discorrendo. Particolare spazio sarà probabilmente dato a due temi particolarmente rilevanti nelle relazioni attuali tra l’Unione Europea e l’Africa, ovvero il tema dell’immigrazione e il tema degli accordi di partenariato economico.

     
    D. - Per quanto riguarda i temi economici e commerciali sembra di capire che c’è una certa fretta nell’Unione Europea per recuperare il terreno perduto...

     
    R. - Sicuramente bisogna sottolineare una cosa. Il vertice che si apre sabato a Lisbona è il secondo vertice euro-africano, il primo è stato fatto nel 2000. Sono passati ben 7 anni, in cui naturalmente gli equilibri mondiali, globali, ma anche quelli interni all’Africa, sono cambiati molto. In questi 7 anni, in effetti, la Cina si è scavata un ruolo da protagonista, di fatto, in buona parte del continente africano. Per cui, anche per la pressione che la presenza cinese in Africa pone sulle relazioni tra Europa e Africa, c’era la necessità, nonostante alcune divergenze di ordine diplomatico, di fare assolutamente, a tutti i costi, questo vertice a Lisbona.

     
    D. - Uno degli elementi economici che sembra attirare di più l’Europa, come del resto gli altri soggetti internazionali, è quello dello sfruttamento delle risorse petrolifere...

     
    R. - L’Africa ha molto da guadagnare. Il problema poi rimane, naturalmente, quanto questa ricchezza viene poi distribuita o invece rimane solo nelle mani delle élite e dei governi. Negli ultimi anni sono stati molti i Paesi che hanno iniziato a produrre e a esportare petrolio e molti altri stanno ancora facendo indagini, prospezioni, ed è probabile che in un prossimo futuro diventino produttori di petrolio anch’essi.

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    Il metropolita Kirill in visita a Roma

    ◊   Il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, che come abbiamo detto è stato ricevuto stamani dal Papa, ieri, in occasione della festa di Santa Caterina d’Alessandria, ha visitato l’omonima parrocchia ortodossa russa in Roma. In serata, poi, il metropolita ha assistito al Concerto del Coro del Monastero di San Daniele di Mosca, svoltosi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Folta la rappresentanza cattolica, guidata dal cardinale Sergio Sebastiani. Nel suo saluto ai presenti, Kirill ha sottolineato l’impegno ecumenico sia degli ortodossi che dei cattolici. Il servizio di Giancarlo La Vella:

    (canti ortodossi)

    Una serata all’insegna dell’incontro di due culture musicali, quella occidentale, con un breve preludio di musiche per organo di Frescobaldi e Froeberger, eseguite da Osvaldo Guidotti, e quella ortodossa russa, con i canti religiosi e popolari del Coro moscovita di San Daniele. Un dialogo proficuo sulle note suggestive ed emozionanti, eseguite con maestria e offerte al pubblico da un magistrale impasto di voci e timbriche del tutto particolari. Un dialogo che, secondo il metropolita Kirill, deve estendersi al campo ecumenico:

    (parole del metropolita Kirill in russo)

    “Cattolici e ortodossi sentono di appartenere ad un’unica famiglia – ha detto Kirill – perché condividono i medesimi valori cristiani. Per superare le divisioni – ha spiegato l’esponente del Patriarcato di Mosca – la cosa più importante è che l’Oriente e l’Occidente inizino a considerarsi non più estranei. Devono – ha sottolineato – sentirsi un’unica famiglia e devono acquisire la coscienza che hanno bisogno l’uno dell’altro. Quello che avviene in questa Basilica – ha concluso Kirill – è un piccolo mattone nella costruzione di quel grande edificio che è la nostra unità”.

    Argomenti, questi condivisi, tra i presenti da mons. Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato dello Stato Città del Vaticano:

    “Il metropolita ha ricordato che le divisioni le fanno gli uomini e che invece lo spirito è più forte del male e della cattiveria degli Uomini. Penso che anche questo concerto possa aiutare i credenti delle due Chiese a conoscersi meglio e ad apprezzare le reciproche ricchezze”.

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    Chiesa e Società



    Resta alta l’emergenza in Bangladesh dopo il passaggio del ciclone Sidr. Continuano i soccorsi della Caritas

    ◊   A distanza di tre settimane dal passaggio del ciclone Sidr sulle coste sud-occidentali del Bangladesh, i corsi d’acqua e i terreni fangosi continuano a restituire i corpi delle vittime. Nelle ultime 48 ore – riferisce l’agenzia Misna- i cadaveri di due bambini e di una donna sono stati rinvenuti nelle paludi intorno ai villaggi di Southkhali e Sonatala, nella zona di Sharankhola, mentre i resti di altre tre persone sono riaffiorati in un corso d’acqua nei pressi del municipio di Morelganj, nella provincia di Bagerhat, una delle aree più colpite. Secondo l’ultimo bilancio diffuso dalla locale Protezione civile sono almeno 3.324 le persone morte, 871 quelle ancora disperse e oltre 2 milioni le famiglie colpite, per un totale di 8 milioni 712.635 persone. Impressionanti anche i danni provocati al territorio: sono danneggiati 2 milioni e mezzo di acri di terreni coltivati mentre risultano distrutti 4 milioni di alberi. Le zone più colpite dal ciclone restano le province di Borguna, Bagerhat, Patuakhali e Pirozpur. Per sostenere le popolazioni in difficoltà – riporta l’agenzia Zenit - la Caritas ha raggiunto oggi la regione con l’obiettivo di realizzare 50 nuovi rifugi anticiclone. “Si tratta – fanno sapere – di strutture utilizzate nel corso dell’anno” per attività didattiche o comunitarie e “utilissime in caso di emergenza, perché in grado di resistere alla furia delle onde”. “Per la rete Caritas – si legge ancora nella nota - si tratta di un ulteriore impegno di circa 5 milioni di euro che si sommano ai 6,5 milioni di euro per gli interventi di emergenza e di ricostruzione nei nove distretti più colpiti”. (C.D.L.)

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    Spaventa l’epidemia di Ebola in Uganda: la Repubblica Democratica del Congo chiude le frontiere

    ◊   La Repubblica Democratica del Congo ha chiuso le sue frontiere con l’Uganda per il timore che l’epidemia di Ebola si estenda oltre confine. La misura ha seguito l’annuncio da parte del ministero della Sanità di Kampala di un focolaio della febbre emorragica virale nel distretto di Bundibugyo, al confine con il Congo e si aggiunge ai provvedimenti analoghi già presi da Kenya e Rwanda. Le autorità sanitarie di Kampala hanno confinato oggi a casa circa 350 abitanti nei distretti di Bundibugyo e Kasese, entrate a contatto con persone decedute dopo aver contratto il virus. “Molte delle persone interessate dal provvedimento cautelare hanno partecipato ai funerali di morti ‘sospette’ – ha spiegato Jackson Bambalira, sindaco del distretto di Bundibugyo – e dei medici saranno inviati nelle loro case per controllare che non sviluppino sintomi di contagio”. Tra la popolazione si diffonde intanto la paura, ha spiegato un responsabile locale durante una delle riunioni convocate dall’OMS e dal ministero della Sanità per decidere di destinare una delle strutture della zona all’isolamento dei pazienti contagiati. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, il bilancio del virus è di 22 morti e 93 contagi, di cui 9 decessi di Ebola confermati e 253.000 persone considerate ‘a rischio”. Al timore del virus si aggiunge la preoccupazione dovuta all’aggravarsi delle epidemie di meningite, peste bubbonica, colera e febbre gialla manifestatisi nei distretti occidentali e settentrionale, causa al momento di almeno 33 vittime. (C.D.L.)

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    Scuse ufficiali delle autorità cubane per l’irruzione delle forze dell’ordine nella parrocchia di Santa Teresita a Santiago di Cuba

    ◊   Sono arrivate le scuse ufficiali da parte dell’Ufficio per gli affari religiosi della provincia di Santiago de Cuba e di un esponente di spicco del Partito Comunista, per l’irruzione delle forze dell’ordine avvenuta martedì scorso nella parrocchia di Santa Teresita a Santiago di Cuba. Lo ha reso noto l’arcivescovo della città, mons. Dionisio Garcia, precisando che a seguito di un incontro con i due rappresentanti istituzionali, gli è stato garantito che “Cose del genere non accadranno più”. Secondo quanto riferito dal parroco, p. José Conrado Rodriguez, la polizia ha ammanettato e portato via cinque persone che erano fra la ventina di oppositori del governo. I dissidenti, vestiti di nero, erano arrivati nella chiesa per assistere alla messa e si erano mischiati ai parrocchiani. Quanto all’incontro, mons. Garcia lo ha definito molto “costruttivo”, soprattutto perché è stato riconosciuto che quanto accaduto è “deplorevole”. “Si è convenuto sul fatto che episodi come questi non preoccupano solo la Chiesa, ma la società tutta” ha continuato mons. Garcia. Commentando il silenzio del governo sull’irruzione e sulle violenze subite dai dissidenti, il presule ha osservato: “Le relazioni dipendono dalla volontà delle persone e alcuni episodi spiacevoli a volte possono aiutare a risolvere i problemi. Il dialogo, comunque, non può interrompersi”. Dello stesso parere, il Card. Jaime Ortega, arcivescovo di San Cristobal de La Habana: “Attualmente tra Stato e Chiesa i rapporti sono buoni “ ha rilevato il porporato, aggiungendo che: “Si va verso un lento, ma progressivo miglioramento”. La Chiesa locale nutre molte aspettative per la visita del Segretario di Stato, Card. Tarcisio Bertone, prevista per gennaio prossimo. L’auspicio è quello di ampliare quanto concordato dopo la visita di Giovanni Paolo II, dieci anni fa. (A cura di Davide Dionisi)

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    In Cile, la Chiesa cattolica impegnata contro la droga

    ◊   “È per amore di Gesù Cristo che siamo chiamati a realizzare un lavoro di prevenzione”, ha detto mons. Cristián Contreras Villarroel, vescovo Ausiliare di Santiago, partecipando al primo incontro tra il Consiglio nazionale per il Controllo degli Stupefacenti (CONACE) e i rappresentanti del mondo cristiano. L’iniziativa si è svolta mercoledì scorso ed ha avuto come obiettivo quello di potenziare il lavoro che la Chiesa cattolica e le chiese cristiane svolgono nell’ambito della prevenzione del consumo di droghe, in special modo tra i giovani. All’incontro – riferisce l’agenzia Fides - hanno partecipato 200 professionisti che operano nel settore, oltre ad esperti della Chiesa cattolica, tra cui il servizio di Pastorale Nazionale su Alcool e Droghe che dipende dalla Conferenza Episcopale del Cile e dalle chiese evangeliche. Con l’occasione, si è cercato di formulare un decalogo di “buone pratiche” da adottare nel lavoro di controllo del consumo di sostanze stupefacenti. La Chiesa cattolica già da tempo è impegnata nell’ambito della prevenzione del consumo di droghe, soprattutto tra i giovani. Mons. Cristián Contreras Villarroel, nel suo intervento dal titolo "Tornare a vivere dopo la droga", ha affermato che per la Chiesa "la sofferenza prodotta dal consumo di droghe, più che un problema individuale, è un fenomeno sociale che coinvolge persone concrete, e che corrisponde a manifestazioni di ‘nuove povertà’ delle quali il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa ci invita a farci carico". Sono tre le direzioni che la Chiesa cattolica sta seguendo in tal senso: prevenzione, accompagnamento ed appoggio alle politiche governative per affrontare questo fenomeno. "Nel campo della prevenzione - spiega il vescovo – “insistiamo sull'educazione ai valori per le nuove generazioni, specialmente al valore della vita e dell'amore, al valore della responsabilità individuale e della dignità umana dei figli di Dio”. Per quanto riguarda l’accompagnamento, la Chiesa sta al fianco del drogato, per aiutarlo a recuperare la sua dignità e a vincere questa dipendenza. Nell'appoggio allo sradicamento del fenomeno, la Chiesa non smette di denunciare la criminalità dei narcotrafficanti che commerciano con tante vite umane, avendo come meta il lucro e la violenza nelle sue più basse espressioni". (A.L.)

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    Il vescovo di Barra, in Brasile, all'undicesimo giorno di sciopero della fame contro la deviazione del fiume San Francesco

    ◊   Mons. Luiz Flavio Cappio, vescovo francescano di Barra, nello Stato brasiliano di Bahia, non sospenderà lo sciopero della fame, iniziato undici giorni fa per protestare contro il progetto di deviazione del fiume San Francesco, il quarto più lungo del Paese. Il presule ha più volte affermato che la realizzazione di quest’opera non favorirebbe le popolazioni locali ma le grandi industrie. Il progetto di deviazione prevede, infatti, la creazione di canali per l’irrigazione di fiumi, laghi artificiali e riserve d’acqua destinati, solo in minima parte, a sostenere le popolazioni locali. Il Consiglio indigenista missionario brasiliano (CIMI) riferisce che il 70% delle acque deviate servirà all’irrigazione di grandi coltivazioni e allevamenti destinati all’esportazione; il 26% sarà poi sfruttato per uso industriale. Solo il 4% andrà ad alimentare le riserve destinate alle aree urbane e rurali che ospitano villaggi e insediamenti umani. Mons. Luiz Flavio Cappio ha ringraziato il cardinale Agnelo Geraldo Majella, arcivescovo di São Salvador da Bahia, e gli altri vescovi che recentemente gli hanno fatto visita: “la loro presenza – ha detto il vescovo di Barra – mi rafforza, sento che ci tengono a me”. In una lettera inviata lo scorso martedì al presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il vescovo comunica che porterà avanti il suo sciopero fino a quando il governo non porrà fine ai lavori e archivierà il progetto. Il governo brasiliano non sembra voler interrompere il progetto: finora sono stati investiti oltre 1,4 miliardi di euro nella zona di Sobradinho, nel nord del Paese per deviare il corso del fiume. (A.L.)

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    Aperto il primo monastero di contemplative nell’Amazzonia brasiliana

    ◊   Dalla metà di novembre l’Amazzonia brasiliana ha il primo monastero di contemplative. L’ha benedetto l’arcivescovo della città, mons. Luiz Soares Vieira, che poi vi ha introdotto sei monache clarisse cappuccine sacramentarie (una versione messicana delle Monache clarisse cappuccine), insieme a una novizia e due postulanti. Erano presenti il Ministro generale dei Cappuccini, padre Mauro Ihöri, e tutti i Ministri Provinciali brasiliani dello stesso Ordine (nel Paese i cappuccini hanno 10 Province e due Vice Province con 1.157 religiosi, tra cui 19 vescovi, distribuiti in 174 case), tanto è considerata importante la presenza delle contemplative in uno Stato oggi più conosciuto per il suo declino dovuto alla deforestazione che per le sue favolose ricchezze. Il monastero è stato costruito a tempo di record con il contributo dei cappuccini umbri, che lo hanno inserito nelle iniziative programmate per ricordare il primo centenario della loro presenza nell’Alto Solimões (1808-2008), la zona più occidentale dell’Amazzonia che si incunea tra la Colombia e il Perù, ieri fonte del caucciù che illuse il Brasile col miraggio di un eldorado che non ci fu, oggi ultimo rifugio di nove tribù di indios sparsi sulla ragnatela di fiumi più vasta del mondo. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    La Conferenza Episcopale del Perù lancia un progetto per far conoscere il “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa"

    ◊   La commissione episcopale di comunicazione sociale della Conferenza Episcopale peruviana, con l’obiettivo di diffondere gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa attraverso i mezzi di comunicazione, ha avviato un progetto radiofonico per trasmettere il "Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa" e portarlo a conoscenza della popolazione. Si tratta di microprogrammi radiofonici sulla Dottrina Sociale, un'iniziativa che conta sulla collaborazione di quasi 200 stazioni radio di tipo commerciale, diocesano, parrocchiale e comunitario, sparse in tutto il territorio nazionale. Nel presentare questo progetto – rende noto l’agenzia Fides - il presidente della commissione episcopale delle comunicazioni sociali, ha segnalato che l'obiettivo è "portare a tutti i milioni di peruviani gli insegnamenti contenuti nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, al fine di costruire una società più giusta e più solidale”. La scelta del mezzo radiofonico è dovuta, oltre che alla facilità di trasmissione - sia nel paese che in tutta l’America Latina - anche alla possibilità che questo mezzo offre di arrivare in modo personale e diretto all’ascoltatore. Il progetto radiofonico sviluppa la prima parte del Compendio attraverso 112 microprogrammi, con una durata di 30 secondi ognuno ed una diffusione programmata per 16 settimane, con possibilità di ripetere il ciclo di trasmissione. Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è stato presentato per la prima volta nell’ottobre del 2004 dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace "come strumento per il discernimento morale e pastorale dei complessi avvenimenti che caratterizzano il nostro tempo". (A.L.)

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    Incontro interreligioso in Thailandia in onore del re

    ◊   In Thailandia, una delegazione di 800 preti, suore e laici ha partecipato ad una cerimonia interreligiosa in onore del re della Thailnadia, Bhumibol Adulyadej, che ha festeggiato 80 anni. Il cardinale Michael Michai Kitbunchu, arcivescovo di Bangkok, ha guidato la rappresentanza cattolica. La cerimonia è stata parte integrante di un raduno al quale hanno partecipato oltre 5 mila persone, tra cui musulmani, indù e sikh. Tutti insieme hanno preso parte alla grande manifestazione che si è svolta al Sanam Luang nella capitale. Gli appartenenti alle varie religioni, insieme con i membri delle comunità indiane e cinesi, hanno offerto al monarca le proprie benedizioni, nel corso di incontri separati, nel rispetto delle tradizioni di ogni singola fede. Il cardinale Kitbunchu – rende noto l’Osservatore Romano - ha salutato il re come “luce del regno che porta sviluppo e pace al popolo”. Il re, nato il 5 dicembre 1927, ha recentemente lanciato un appello per favorire la pace della nazione, segnata da tensioni politiche. “E’ ampiamente riconosciuto – ha detto il monarca – che gli sviluppi della situazione non sono prevedibili, ma possiamo dire che se il popolo tailandese non ha a cuore la situazione del Paese e la sua unità, rischiamo di andare incontro ad una vera calamità”. Il re contribuisce al sostegno dello stato sociale della nazione, tramite anche iniziative personali, compresa l’istituzione di fondazioni per l’erogazione di contributi economici. (A.L.)

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    I vescovi francesi esprimono perplessità sui progetti di ricerca sovvenzionati da Téléthon, tra cui l’utilizzo di cellule embrionali

    ◊   “Ammiriamo la generosità che anima coloro che partecipano a Téléthon e non abbiamo assolutamente intenzione di gettare discredito su questa generosità che porta frutto. Ma questa non legittima tutto e auspichiamo che ciascuno rifletta”. E’ quanto scrive l’arcivescovo di Parigi, cardinale Andrè Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese, chiedendo maggiore attenzione alle “gravi questioni” che sollevano i progetti di ricerca sovvenzionati da Téléthon, tra cui l’utilizzo di cellule embrionali e la strumentalizzazione mediatica dei malati. La posizione del vescovi francesi sulla maratona di Téléthon, che inizierà questa sera alle 18.50 su France 2, si inserisce in un più vasto impegno dell’episcopato per il rispetto della vita umana. Alla bioetica, l’arcidiocesi di Parigi – ricorda l’agenzia Sir – ha dedicato un dossier informativa nel quale si spiega che occorre incoraggiare la ricerca di tutte le forze possibili, ma anche controllarne possibili derive. La Chiesa cattolica chiede che la ricerca “si faccia sempre nel rispetto della vita umana e sia al servizio dell’uomo”. (A.L.)

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    “La dottrina sociale è parte integrante del ministero dell’evangelizzazione”: così i vescovi spagnoli nel 40.mo anniversario della Populorum Progressio

    ◊   Due importanti anniversari coincidono quest’anno nel magistero della Chiesa: il quarantesimo dell’Enciclica di Paolo VI “Populorum progressio” (26 marzo 1967) e il ventesimo della pubblicazione della “Sollicitudo rei socialis” (30 dicembre 1987) di Giovanni Paolo II. La Conferenza episcopale spagnola, nel corso della sua ultima assemblea, ha approvato una importante dichiarazione in occasione di questi anniversari, portando l’attenzione sull’intera dottrina sociale della Chiesa. Dalla pubblicazione dell’enciclica “Rerum novarum” di Leone XIII nel 1891 fino alla “Deus caritas est” di Benedetto XVI, si constata un’evoluzione dell’insegnamento della dottrina sociale che inizia con la problematica del mondo operaio; si estende più tardi all’intera questione sociale e infine affronta la nuova situazione internazionale in un mondo sempre più globalizzato. I vescovi spagnoli fanno un appello a tutto il laicato e più specificamente agli studenti in formazione sacerdotale e religiosa in favore della necessaria formazione nella dottrina sociale della Chiesa. E’ stata sempre notevole la presenza della chiesa in campo sociale attraverso importanti opere di assistenza e promozione che negli ultimi anni si è sviluppata con nuove forme di solidarietà e di iniziative in favore della giustizia sociale. I vescovi si impegnano a consolidare e sviluppare sempre di più questo ampio movimento sociale all’interno delle diocesi e in collaborazione con altre realizzazioni a livello internazionale. La dottrina sociale, si afferma nel documento, è parte integrante del ministero dell’evangelizzazione”. Questo anniversario della Populorum Progressio deve aiutare a maturare in un modello di essere cristiano che sappia integrare vita di fede, un comportamento secondo le esigenze della carità e l’impegno sociale, tutto a partire dall'eucaristia vissuta, come l'ha definita Benedetto XVI, come "sacramento della carità". (A cura di Ignacio Arregui)

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    Il comunicato finale della Conferenza episcopale elvetica riunita a St-Maurice per la 278.ma Assemblea ordinaria

    ◊   Si è conclusa mercoledì scorso la 278.ma Assemblea ordinaria della Conferenza episcopale svizzera. Riuniti a St-Maurice, presso l’Abbazia di san Maurizio d’Agauno, i presuli si sono confrontati sul rapporto tra fede e società, analizzando molteplici prospettive. A partire dal rapporto con lo Stato, alla luce dei recenti cambiamenti nel panorama religioso del Paese, dei conflitti che dividono l’opinione pubblica e dei mutamenti che segnano l’evolvere della società. Sul tema i vescovi si confronteranno ancora nel prossimo novembre, in occasione di un incontro presso la Facoltà di Teologia di Lugano. Un richiamo a ritrovare la centralità di Cristo nella vita sociale viene dalla rilettura del messaggio di Benedetto XVI alla Chiesa svizzera, nel novembre 2006, a breve disponibile anche nelle traduzioni in lingua francese e tedesca. Dai vescovi elvetici anche l’esortazione a promuovere il sacramento della confessione quale esperienza personale della penitenza e del perdono, a conferma del principio di responsabilità individuale del credente. Particolare attenzione la Conferenza elvetica ha dedicato ai giovani, annunciando l’istituzione di un Consiglio a loro dedicato, anche in vista del tradizionale incontro di fine anno, promosso a Ginevra dalla Comunità di Taizè. I presuli hanno poi anticipato l’invio di una delegazione in Irlanda in occasione della nomina a vescovo di Reykjavík, capitale del Paese, di mons. Pierre Bürcher, attuale vescovo ausiliare di Ginevra, Friburgo e Losanna. Fra i temi principali dell’incontro anche la questione dell’eutanasia: i vescovi svizzeri hanno dichiarato che “l’aiuto al suicidio non può essere in alcun modo giustificato” e che il problema vada ripensato alla luce del senso e della dignità della vita umana. Durante l’incontro è stato reso omaggio anche al ricordo di Mons. Henri Salina, già presidente della Conferenza svizzera e Abate emerito dell’Abbazia di san Maurizio d’Agauno, scomparso lunedì scorso. (A cura di Claudia di Lorenzi)

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    Approfondire fede e spiritualità: così il segretario generale della CCEE, mons. Aldo Giordano, nel messaggio sull’Assemblea ecumenica di Sibiu

    ◊   Il segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), mons. Aldo Giordano, ha scritto ai partecipanti cattolici all’Assemblea ecumenica tenutasi a Sibiu, in Romania, dal 4 al 9 settembre scorsi. Tra le ricchezze, mons. Giordano indica “il modello del pellegrinaggio – cammino”. Ma anche l’incontro con il mondo ortodosso e l’attenzione delle istituzioni europee. Nodi critici – aggiunge mons. Giordano – sono invece “il dibattito sull’identità delle Chiese” e la discussione “sul rispetto della vita”. Le difficoltà emerse in fase di stesura del messaggio finale dell’assemblea di Sibiu – riferisce inoltre il quotidiano Avvenire riprendendo le parole del segretario generale della CCEE - sottolineano che queste rilanciano “la domanda su questo tipo di messaggi, che nascono sotto la pressione del tempo”. Ma al tempo stesso - aggiunge – esprimono “la mancanza di consenso tra le comunità cristiane sulla delicata problematica etica della vita”. Tra le indicazioni per il futuro, mons. Giordano ricorda, infine, l’importanza “di approfondire la fede e la spiritualità” e la responsabilità che nasce “dal grande ruolo” del cristianesimo “nell’Europa di oggi”. (A.L.)

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    Via libera del governo turco per celebrare a Demre la divina liturgia nella Chiesa di San Nicola

    ◊   Il governo turco ha accolto la richiesta del patriarcato di Costantinopoli di celebrare solennemente la divina liturgia nell’antica chiesa di San Nicola a Demre, attualmente trasformata in museo. Decisivo – secondo quanto riferito dall’agenzia Asianews – è stato l’incontro, avvenuto lo scorso ottobre ad Ankara, tra il patriarca ortodosso e il nuovo ministro della cultura, Ertuğrul Gunay, del partito di ispirazione islamica AKP. Sembra si sia così arrivati alla soluzione di uno degli annosi motivi di attrito tra autorità religiose e politiche, che finora non hanno permesso di celebrare la divina liturgia nell’antica chiesa di Demre. Il permesso non è stato dato, fino ad oggi, neppure per il 6 dicembre, data che tradizionalmente ricorda la morte di San Nicola. Proprio le origini di questo luogo di culto, tuttora in fase di restauro, sembrano risalire al IV secolo, quando Nicola era vescovo di Mira, l’odierna città di Demre. Il corpo del Santo fu sepolto originariamente in questa chiesa prima di essere traslato a Bari nel 1087. Per anni nella chiesa di Demre non sono state permesse celebrazioni, ma solo visite guidate con un biglietto da pagare all’Ente del turismo turco. Il luogo è conosciuto dai turchi come la “chiesa di Babbo Natale” poiché molti legano questo popolare personaggio, amato soprattutto dai bambini, al vescovo di Mira. San Nicola si distinse, infatti, per la sua generosità e la capacità di intervenire in modo equo. Una popolarità – quella di Babbo Natale – assai diffusa anche in Turchia: pochi anni fa - rende noto l'Osservatore Romano - il sindaco di Demre ha sostituito la statua di San Nicola con quella di Babbo Natale. Per la maggior parte dei turchi, infatti, il Natale è una festività sconosciuta. Tuttavia, questo non ha mai scoraggiato i devoti, locali e pellegrini. Sono soprattutto i russi a giungere in questo luogo, particolarmente legati al culto e all’immagine di San Nicola, Santo patrono della Russia. (A.L.)

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    Hong Kong: l’Associazione dei giovani lavoratori cattolici, ha festeggiato i 50 anni di attività

    ◊   L’Associazione dei giovani lavoratori cattolici di Hong Kong ha festeggiato i suoi 50 anni di fondazione, nella parrocchia dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Secondo quanto riferisce "Kong Ko Bao", il bollettino diocesano in versione cinese, molti membri dell’Associazione hanno partecipato alla solenne Concelebrazione Eucaristica, anche non cattolici. Il sacerdote, che ha presieduto la cerimonia, ha percorso la storia di questi ultimi 50 anni: “Abbiamo sempre accompagnato il cammino dei lavoratori di Hong Kong soprattutto nei momenti difficili, per difendere i loro diritti e la loro dignità, secondo l’insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa. Inoltre tanti membri non più giovani, continuano ad essere attivisti nel campo del lavoro”. Young Christian Workers – rende noto l’agenzia Fides - è un movimento cattolico giovanile internazionale di apostolato fondato dal Card. Joseph Cardijn nel 1924. La prima assemblea si svolse il 29 aprile 1925. Accoglie tutti i giovani lavoratori senza esclusione di razza, fede e cultura. E’ arrivato a Hong Kong 50 anni fa. I suoi scopi principali sono: aiutare i giovani lavoratori a diffondere lo spirito di solidarietà, ad affrontare la vita ed il lavoro con ottimismo, ad acquisire la formazione, a conoscere e preparare il futuro, ad applicare lo spirito cristiano nel mondo del lavoro. (A.L.)

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    La corruzione strangola le famiglie più povere: è quanto emerge dal rapporto annuale della ONG Trasnsparency International

    ◊   C’è un fenomeno che continua a minare gli affari politici e le relazioni sociali di decine di Paesi del mondo, ma a pagare per primi le conseguenze di tangenti e malversazioni sono i più poveri. Questa piaga è la corruzione ed è largamente diffusa: secondo il rapporto annuale della ONG Transparency International, pubblicato ieri, una persona su 10 ha dovuto pagare una tangente nel 2006. Metà della popolazione di 60 Paesi pensa inoltre che i partiti politici, i parlamenti e il sistema giudiziario siano corrotti. “Le famiglie indigenti – sostiene lo studio – sono le più toccate dalle richieste di tangenti” sia negli Stati ricchi, sia nei Paesi in via di sviluppo. Dal rapporto emerge poi la vastità dello spettro nascosto della corruzione, troppo spesso considerata, a torto, come un’esclusiva delle relazioni tra imprese e potere politico. In base ai dati dello studio, è sempre l'Africa che guida, con il 42%, l'indice di corruzione. Seguono Russia, Ucraina e Moldavia con circa il 25%, quindi Asia-Pacifico con il 22%, l'America Latina con il 18%, l’Europa Sud-Orientale con il 12%, l’UE con il 6% e il Nord America con circa il 3%. I paesi, considerati più "cristalllini" del mondo sono Finlandia, Islanda e Nuova Zelanda. Nell’Unione Europea, il settore più colpito è quello della sanità. Negli Stati Uniti, invece, è soprattutto la giustizia al centro delle malversazioni. In Italia, poi, l'indice di corruzione, espresso in un valore da 1 a 5, assegna ai partiti un valore di 4,2, ben al di sopra della media europea di 3,7. Si nota comunque un regresso della corruzione in tutti i settori considerati, rispetto al 2004. In fondo alla classifica troviamo, quasi ovunque nel mondo, i partiti politici ed il sistema legislativo. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Rapporto Censis 2007: la crescita in Italia c’è ma è affidata a “ minoranze attive”

    ◊   "Lo sviluppo c'e' ma non si vede": questo il dato che sembra emergere dal 41.mo rapporto del Censis 2007. Se è evidenziato infatti l'incremento del Pil all'1,8%, dell'export manifatturiero, del fatturato delle imprese, e la buona salute dei la conti aziendali, in una visione positiva che sembra poter superare anche le turbolenze finanziarie degli ultimi mesi, tuttavia, dicono gli studiosi, le dinamiche in atto restano di minoranza e non fanno tessuto. Lo sviluppo non filtra sia perché non diventa processo sociale, sia perché la società sembra adagiarsi in un’inerzia diffusa causata principalmente, dice il rapporto, da un inguaribile strabismo delle politiche di bilancio, dal peso del debito pubblico anche sulla liberta' psicologica dei cittadini, dal ritardo nel compimento di interventi programmati. Nel frattempo dunque, il sistema si disperde in una "poltiglia di massa", una "mucillagine di elementi individuali” e inclina verso una progressiva esperienza del peggio. Lo si è visto nel 2007 nella politica, nella scuola, nelle violenza intra-familiare, nella micro-criminalità urbana, nella debole integrazione degli immigrati. Come appare dunque l’Italia in controtendenza alle minoranze? Aggressiva, disillusa dalla politica e dalle istituzioni, maniaca dei cellulari, ma indebitata soprattutto su casa e energia. Il lavoro? Sempre meno autonomo, più temporaneo e ancora troppo poco solidale con le donne; chi può sceglie l’estero. La soluzione, sostiene il Censis, ancora una volta sta nelle mani di minoranze attive, rampanti nell’industria, che credono nell’apporto positivo dell’immigrazione e che hanno scelto l’appartenenza a strutture collettive come forma di nuova coesione sociale e di ricerca di senso della vita. Sfida faticosa ma, conclude il Rapporto, realistica. (A cura di Gabriella Ceraso)

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    24 Ore nel Mondo



    In Libano, ancora crisi politica: rinviata all’11 dicembre l'elezione del presidente
     

    ◊   Ancora empasse politica in Libano. Il Parlamento, riunito per la settima volta, ha rinviato all’11 dicembre l’elezione del presidente del Paese. L’assemblea non ha neppure emendato l’articolo 49 della Costituzione che avrebbe agevolato la scelta del comandante in capo dell'esercito, il generale Michel Suleiman, ormai rimasto l'unico candidato alla massima carica. Sulla nomina di Suleiman c’è una convergenza tra maggioranza e opposizione, la prima ha però definito “inaccettabili” le condizioni dettate da Hezbollah che chiede garanzie sulla formazione del futuro governo. Il movimento sciita ha, comunque, accettato la candidatura del capo dell’esercito, all’interno di un’intesa di massima, ancora da definire nei dettagli, che riguarda anche la nomina dei nuovi vertici militari, dell’apparato amministrativo e di sicurezza. Ieri, un’esortazione a scegliere il nuovo presidente, che manca dal 24 novembre scorso, era giunta anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. “E' tempo che mostrino le loro qualità di uomini di Stato”, aveva detto riferendosi alla classe politica libanese. “Questo vuoto costituzionale – aveva precisato - non può continuare all’infinito”. Importante in questa fase la mediazione del ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, che nel suo giro di colloqui avrebbe proposto un piano in tre tappe per uscire dalla crisi politica: l’elezione di Suleiman, la formazione di un governo di unità nazionale e le successive consultazioni parlamentari nell’estate del 2009, ma con una nuova legge elettorale.

    Iraq
    Grave il bilancio di un attentato kamikaze avvenuto stamani nella provincia irachena di Diyala. Una donna si è fatta esplodere nelle vicinanze della sede di una milizia locale anti al Qaeda: 16 le vittime e 24 i feriti. Violenza anche a Mossul dove una deflagrazione ha provocato 4 morti e 3 feriti. Obiettivo dell’attacco era una pattuglia della polizia. Intanto, secondo alcune fonti, sarebbe sfuggito alla cattura il numero due di Saddam Hussein: Ibrahim al-Douri. Grazie ad una soffiata, l’ex vice-presidente iracheno è riuscito a scappare dal suo covo che si trovava in un villaggio della provincia di Salaheddin, non lontano da Tikrit. In fiamme un oleodotto nel nord del Paese dopo una violenta esplosione provocata da un gruppo di militanti.
     
    Stati Uniti-Cina
    Il nucleare iraniano e quello nord coreano al centro della telefonata tra il presidente americano George Bush e il premier cinese Hu Jintao. Il capo della Casa Bianca ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto da Pechino nei colloqui a sei sul programma atomico di Pyongyang ed ha auspicato un intervento dell’ONU nei confronti di Teheran. La Cina ancora non ha chiarito se intende appoggiare nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica soprattutto alla luce dell’ultimo rapporto della CIA, secondo il quale l’Iran ha interrotto il suo programma nucleare militare quattro anni fa. Hu Jintao, nella conversazione telefonica, ha sollevato la questione di Taiwan che rivendica l’indipendenza. Una vicenda sulla quale gli Stati Uniti hanno detto di essere pronti a collaborare con la Cina. Intanto, ieri, Bush ha scritto una lettera al leader nordcoreano Kim Jong-il nella quale ha parlato di una normalizzazione nelle relazioni tra i due Paesi se Pyongyang sarà chiara sul proprio programma atomico.

    Kosovo
    La questione del futuro del Kosovo, la provincia serba a maggioranza albanese, tornerà al Palazzo di Vetro oggi, con qualche giorno di anticipo rispetto alla data inizialmente prevista del 10 dicembre. Lo ha indicato ieri il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, annunciando che incontrerà i rappresentanti della "Troika" – Unione Europea, Russia e Stati Uniti. I mediatori internazionali gli consegneranno l'atteso rapporto in cui vengono illustrate le ultime trattative tra i serbi e i kosovari di etnia albanese, conclusesi sostanzialmente con un nulla di fatto. E, intanto, sempre il 10 dicembre avverrà probabilmente l’auto-proclamazione d’indipendenza da parte di Pristina. Unione Europea e NATO già si stanno preparando per evitare forti ripercussioni sull’area balcanica, e non solo. Ma quali ricadute si prevedono? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Paolo Quercia, esperto di Kosovo del Centro Militare di Studi Strategici:
     
    R. - Ban Ki-moon ha già annunciato che si aspetta un rapporto negativo. Quindi, lunedì, quando la relazione verrà resa pubblica e formalizzata, potrà sostenere la necessità di procedere oltre. Il punto è comprendere se ritornare al piano Ahtisaari e su questa direzione la "Troika" è spaccata: il rappresentante americano Wisner ha già detto che in caso di fallimento si dovrebbe tornare al progetto di indipendenza supervisionata previsto dal piano ONU. Bisognerà vedere se il segretario generale delle Nazioni Unite supporterà la linea americana o quella russa che sostanzialmente contempla lo status quo.

    D. – La questione non rischia di diventare un ulteriore contenzioso tra Russia e Stati Uniti proprio in questo momento in cui le relazioni internazionali sono piuttosto tese?

     
    R. - Certamente. Bisogna capire se la situazione subirà un’accelerazione per l’autoproclamazione da parte del parlamento kosovaro, ma non credo che il giorno successivo al rapporto, Pristina si dirà indipendente. Ritengo che proprio su pressione degli americani il parlamento kosovaro attenderà ancora qualche mese per muoversi in maniera possibilmente coordinata. Questi mesi serviranno proprio agli Stati Uniti per gestire il dossier Kosovo all’interno dell’agenda bilaterale russo-americana.

    NATO
    Nella riunione dei ministri degli Esteri della NATO, a Bruxelles, è stato concordato di mantenere ma anche rafforzare, se necessario, la forza KFOR in Kosovo. L’Alleanza Atlantica ha rivolto un appello a serbi e kosovari per evitare gesti che possano compromettere la stabilità dell’area. Sull’uscita della Russia dal trattato CFE per il controllo delle forze convenzionali in Europa è stato espresso rincrescimento. Mosca è stata invitata a ripensare la sua posizione. Infine, sull’Afghanistan, i ministri degli Esteri della NATO ritengono necessaria la nomina di un inviato speciale del segretario generale dell’ONU per il Paese asiatico.

    Russia
    Ancora tensioni in Russia a distanza di una settimana dalle elezioni che hanno visto trionfare la formazione del presidente Putin. Il leader del Partito comunista russo, Ghennadi Ziuganov, ha espresso l’intenzione di presentare ricorso contro il risultato delle urne che ha visto la sua compagine piazzarsi dietro “Russia unita” ad una distanza molto consistente. Per Ziuganov, oltre un terzo dei verbali sarebbe stato falsificato. Intanto, Putin ha annunciato che renderà noto il 17 dicembre il nome del candidato alle presidenziali del 2 marzo prossimo.

    Francia
    Svolta nelle indagini sul pacco bomba esploso, ieri a Parigi, all’interno di un edificio che ospita anche gli uffici della Fondazione per la memoria della Shoah. L’attentato ha provocato la morte di una segretaria di uno studio legale e il ferimento di 5 persone. La polizia ha fermato un uomo, un architetto di 45 anni, che era stato denunciato per molestie da un’avvocatessa. Si cerca anche una giovane donna nordafricana che avrebbe consegnato materialmente gli ordigni.

    Italia
    Si è aggravato il bilancio dell’incendio scoppiato, ieri, in un’acciaieria di Torino. Sono due gli operai rimasti uccisi, uno di loro è morto stamattina in ospedale. Restano gravi le condizioni di altri cinque compagni di lavoro che presentano ustioni su gran parte del corpo. Nelle indagini stanno emergendo carenze nell’impianto di sicurezza. Per quanto riguarda le cause del rogo, sembra confermato che il fuoco è divampato dopo la rottura di un tubo in cui passa olio idraulico.

    Corea del Sud-inquinamento
    Disastro ambientale al largo della Corea del Sud. La collisione tra una petroliera ed una gru su un molo del porto di Taenan, a sud di Seoul, ha provocato la fuoriuscita di oltre 10 mila tonnellate di greggio. Le operazioni anti-inquinamento sono ostacolate da forti venti e dal pericolo di un’esplosione.

    Indonesia-sisma
    Non ci sarebbero né vittime né feriti nel terremoto di magnitudo 5.9 che ha colpito l’isola indonesiana di Bali. Il sisma, il cui epicentro è stato localizzato a 10 chilometri di profondità marina, è stato avvertito anche a Denpasar dove è in corso la conferenza mondiale sui cambiamenti climatici.
     
    Congo
    La Croce Rossa Internazionale ha lanciato l’allarme per la sorte di migliaia di civili nel Nord Kivu che rischiano di rimanere coinvolti nei combattimenti tra le forze armate della Repubblica democratica del Congo e i soldati ribelli dell’ex generale Laurent Nkunda che si rifiuta di deporre le armi.

    Giornata pena di morte
    Stabilita per il 10 ottobre la Giornata europea contro la pena di morte. Lo hanno deciso i ministri della Giustizia dell’UE riuniti a Bruxelles. Il via libera è giunto dopo che è caduto il veto della Polonia, posto precedentemente dall’ex premier Jaroslaw Kaczynski. Intanto, le esecuzioni non si fermano: tre uomini, condannati per omicidio, sono stati impiccati in Giappone. Si tratta della nona esecuzione nel Paese nel 2007. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 341
     
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