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SOMMARIO del 06/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • La sapienza dell'Oriente cristiano arricchisce tutti: così il Papa al Pontificio Istituto Orientale
  • Benedetto XVI invoca saggezza, comprensione, forza e pace sul dialogo tra Cattolici e Battisti
  • Il presidente albanese ricevuto dal Papa: al centro dei colloqui l'integrazione europea dell'Albania e la situazione del Kosovo
  • Altre udienze e nomine
  • Il 14 dicembre sarà presentata in Vaticano una nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione
  • Arrivato l'albero di Natale in Piazza San Pietro: è un abete di 26 metri proveniente dalla Val Badia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Al via a Parigi il V Forum mondiale sullo sviluppo sostenibile
  • Rapporto sulla scuola cattolica in Italia: buona l'offerta formativa, ma va recuperata l'identità cristiana
  • Trent'anni fa moriva Raoul Follereau, apostolo dei lebbrosi
  • Presentato a Roma un film-documentario su Madre Teresa di Calcutta
  • Chiesa e Società

  • L'ONU: in cinque mesi oltre 300 civili uccisi in Darfur
  • Firmata ieri la Dichiarazione di Lisbona: Unione Europea e Africa collaboreranno per la promozione di pace, sviluppo e diritti umani
  • Stop agli aiuti umanitari in Somalia. Il governo ostacola gli interventi in soccorso dei civili
  • Tsunami: dopo tre anni la Caritas italiana è ancora presente nei Paesi colpiti, con 33 milioni di euro di interventi
  • Istruzione, sviluppo e sostegno alle donne: la Caritas delle Isole Salomone verifica quanto fatto e programma nuovi interventi
  • Ordinato il nuovo vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Yangon
  • Cresce in Nepal il numero dei giovani conquistati dalla fede cattolica
  • Il nuovo arcivescovo di Pechino, mons. Giuseppe Li Shan, prosegue la sua visita pastorale nelle parrocchie
  • "Il processo di unificazione europea si richiami ai valori cristiani". Questo l'auspicio dei vescovi polacchi
  • Massiccia mobilitazione nella Repubblica Dominicana in difesa della vita
  • L'ONG inglese Cafod denuncia le minaccie di morte al domenicano francese de Roziers, difensore in Brasile dei "senza terra"
  • Ecumenismo: incontro ieri a Venezia tra il patriarca Scola e il metropolita Kirill
  • La prolusione di mons. Ravasi inaugura l'Anno accademico del Regina Apostolorum
  • All'Istituto Giovanni Paolo II sulla famiglia, conferito il dottorato "honoris causa" ai professori Styczeń e Scabini
  • Greccio: un incendio distrugge la scenografia del presepe vivente dove San Francesco realizzò il primo presepe della storia
  • Ha inizio domani, a Rocca di Papa, l’incontro internazionale dei Padri Rogazionisti sul tema del disagio sociale
  • Da questa sera a Roma la rassegna "Grande musica in Chiesa"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ucraina: si attende il via libera del parlamento per la nomina a premier di Yulia Timoschenko
  • Il Papa e la Santa Sede



    La sapienza dell'Oriente cristiano arricchisce tutti: così il Papa al Pontificio Istituto Orientale

    ◊   “Attingere al patrimonio della saggezza dell’Oriente cristiano arricchisce tutti”: è quanto ha detto stamani Benedetto XVI accogliendo nella Sala Clementina, in Vaticano, una delegazione del Pontificio Istituto Orientale nel 90.mo anniversario di fondazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la valenza ecumenica dell’Istituto che, affidato alla cura della Compagnia di Gesù, si dedica allo “studio degli aspetti teologici, liturgici, giuridici e culturali, che compongono il sapere dell’Oriente cristiano”. Il servizio di Sergio Centofanti:


    Il Papa ha ricordato innanzitutto il fondatore del Pontificio Istituto Orientale, il suo predecessore Benedetto XV, un Pontefice - ha detto - al quale si sente “particolarmente legato”:

    “I tempi di quel Papa furono tempi di guerra, mentre egli operò tanto per la pace! E per assicurare la pace lanciò diversi appelli, ed elaborò pure, in quel 1917 nel quale fu fondato il vostro Istituto, un concreto piano di pace, un piano dettagliato che, purtroppo, non ebbe esito”.

    “Per assicurare la pace all’interno della Chiesa” Benedetto XV - ha proseguito il Papa - creò in pochi mesi “tre monumenti di impareggiabile valore”: la Congregazione per le Chiese Orientali, il Pontificio Istituto Orientale e il Codice di Diritto Canonico. “A beneficiarne furono le Chiese orientali cattoliche” che, da allora, hanno inviato tanti studenti a Roma perchè crescessero "nella conoscenza della Chiesa universale”:

    “Periodi difficili hanno talvolta messo a dura prova queste Comunità ecclesiali che, pur fisicamente lontane da Roma, sono sempre restate vicine attraverso la loro fedeltà alla Sede di Pietro. Il loro progresso e la loro fermezza nelle difficoltà sarebbero stati tuttavia impensabili senza il sostegno costante che hanno potuto ricavare da quell’oasi di pace e di studio che è il Pontificio Istituto Orientale, punto di ritrovo di vari studiosi, professori, scrittori ed editori, tra i migliori conoscitori dell’Oriente cristiano”.

    “Una menzione speciale – ha aggiunto il Papa - merita quel gioiello che è la Biblioteca” dell’Istituto, fondata da Pio XI:

    “È una Biblioteca giustamente rinomata in tutto il mondo, come pure tra le migliori sull’Oriente cristiano. Fa parte del mio impegno farla crescere ulteriormente, come segno dell’interesse della Chiesa di Roma alla conoscenza dell’Oriente cristiano e come mezzo per eliminare eventuali pregiudizi che potrebbero nuocere alla cordiale ed armoniosa convivenza tra cristiani. Sono infatti convinto che il sostegno dato allo studio rivesta anche un’efficace valenza ecumenica, giacché attingere al patrimonio della saggezza dell’Oriente cristiano arricchisce tutti”.

    Benedetto XVI ha rilevato quindi che “il Pontificio Istituto Orientale costituisce un insigne esempio di ciò che la sapienza cristiana ha da offrire a quanti desiderano sia acquisire una sempre più precisa conoscenza delle Chiese orientali, sia approfondire quell’orientamento nella vita secondo lo Spirito, che rappresenta un tema su cui l’Oriente cristiano vanta con ragione una ricchissima tradizione. Questi – ha aggiunto - sono tesori preziosi non solo per gli studiosi, ma anche per tutti i membri della Chiesa”:

    “Oggigiorno, grazie alle svariate edizioni disponibili dei Padri orientali, non sono più tesori 'sotto chiave'. Decifrarli e interpretarli in maniera autorevole, elaborare sintesi dogmatiche sul Dio Trinitario, su Gesù Cristo e sulla Chiesa, sulla Grazia e sui Sacramenti, riflettere sulla vita eterna di cui possiamo già pregustare un’anticipazione nelle celebrazioni liturgiche, tutto questo è compito di chi studia al Pontificio Istituto Orientale”.

    Infine il Papa ha espresso la sua gratitudine per gli amici e i benefattori “che sostengono il Pontificio Istituto Orientale con la loro solidarietà”. Ad essi – ha concluso – “dobbiamo tanto del progresso materiale di questa istituzione”.

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    Benedetto XVI invoca saggezza, comprensione, forza e pace sul dialogo tra Cattolici e Battisti

    ◊   “Saggezza, comprensione, forza e pace”: le ha invocate Benedetto XVI per i colloqui in corso a Roma tra Cattolici e Battisti. Il Papa ha ricevuto stamane i 23 membri della Commissione internazionale di Dialogo del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e l’Alleanza mondiale battista. Il servizio di Roberta Gisotti:


    Si è congratulato il Santo Padre per la scelta della Commissione di incontrarsi nella città di Roma, “dove gli apostoli Pietro e Paolo proclamarono il Vangelo”:

     
    "It is my hope that your conversations will bear abundant fruit for the progress...

     
    “Spero che la vostre conversazioni – ha auspicato Benedetto XVI – porteranno abbondanti frutti per il progresso del dialogo e la crescita della comprensione e della cooperazione tra Cattolici e Battisti”. Conversazioni che arrivano dopo un primo ciclo di incontri che risalgono al 1984-1988, e che sono incentrate sul tema “La Parola di Dio nella vita della Chiesa: Scrittura, Tradizione e Koinonia”. Un tema – ha sottolineato il Papa – che offre un contesto promettente per l’esame di talune questioni storicamente controverse, come le relazioni tra Scrittura e Tradizione, la nozione di Battesimo e dei sacramenti, il ruolo di Maria nella comunione della Chiesa, e la natura della supervisione e del primato nella struttura ministeriale della Chiesa. Questioni da “affrontare insieme – ha sollecitato Benedetto XVI - in uno spirito di apertura, mutuo rispetto e fedeltà alla verità che libera e al potere salvifico del Vangelo”, se noi speriamo nella riconciliazione e maggior amicizia tra Battisti e Cattolici.

     
    “Oggi, più che mai, - ha concluso il Santo Padre - il mondo ha bisogno della nostra comune testimonianza a Cristo e alla speranza portata dal Vangelo”. L’obbedienza alla volontà del Signore dovrebbe, allora, costantemente spronarci, a fare ogni sforzo per raggiungere quell’unità espressa in modo cosi commovente nella sua preghiera sacerdotale: ‘che tutti siano uno…. perché il mondo creda’”.

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    Il presidente albanese ricevuto dal Papa: al centro dei colloqui l'integrazione europea dell'Albania e la situazione del Kosovo

    ◊   Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica d’Albania, il prof. Bamir Topi, che successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti. Il servizio di Fausta Speranza.


    Il presidente di Albania ha voluto manifestare gratitudine alla Chiesa Cattolica per il contributo offerto alla popolazione albanese, soprattutto attraverso le istituzioni educative ed assistenziali. E’ quanto si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. Inoltre, si è felicitato dei recenti Accordi sottoscritti in ambito sanitario e fiscale, auspicando che la collaborazione possa continuare, “anche dal punto di vista culturale e spirituale”. Il presidente albanese, ha riferito dei “recenti passi compiuti dal Governo albanese per risolvere i maggiori problemi del Paese, instaurare uno Stato di diritto e procedere verso l’integrazione europea”. Una riflessione particolare sul Kosovo, per sottolineare “la necessità che, in merito all’assetto giuridico definitivo del Kosovo, siano tenute in conto le richieste fondamentali delle Parti e venga scongiurato qualsiasi ricorso alla violenza”.
     
    Bamir Topi è nato a Tirana il 24 aprile 1957. E’ stato per tanti anni un leader del Partito democratico, poi ministro e per due volte vice del premier Berisha. Nel luglio scorso il Parlamento albanese lo ha incaricato di succedere ad Alfred Moisiu, in un momento di crisi del Paese. A marzo 2007 c’era stato un rimpasto nel governo di centro-destra guidato dall’ex presidente della Repubblica Sali Berisha, al potere dal 2005. Sul piano internazionale, c’è da dire che ha siglato una bozza di accordo di associazione all’Unione Europea ed è stata invitata ad aderire alla Nato nel 2008. Con uno sguardo al passato, si può brevemente ricordare che l’Albania ha acquisito l’indipendenza nel 1912, dopo quattro secoli di dominio turco, per poi essere annessa all’Italia nel 1939. Di nuovo indipendente nel 1944, due anni dopo è stata sottoposta con l’istituzione della Repubblica popolare a un rigido regime comunista che la isolò dal resto del mondo. Nel dicembre 1990, pressato dalla crisi economica e dalla protesta popolare, il regime è crollato. Le modifiche all’ordinamento politico introdotte nel 1991 hanno dato vita a una Repubblica parlamentare. Nel 1997 il Paese ha sfiorato la guerra civile in seguito al fallimento di alcuni gruppi finanziari (le “società piramidali”) che avevano rastrellato i risparmi di larghi strati della popolazione: la protesta è degenerata in atti di rivolta armata, sedata dall’intervento di una missione multinazionale dell’ONU guidata dall’Italia. Per quanto riguarda la popolazione, conta 3.150.000 abitanti, di cui 509.000 cattolici. L’84,4% sono musulmani. L'Albania è il Paese più “giovane” d'Europa per l'età media e ha la percentuale di popolazione urbana tra le più basse. Circa la metà della popolazione lavora nell'agricoltura. Sul fronte della crescita economica, nonostante l’instabilità politica, negli ultimi anni ha fatto grandi progressi, ma continua ad essere il Paese più povero d’Europa. Resta alto il flusso migratorio verso altri Paesi.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras); il prof. Carl Albert Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, con mons. William Edward Lori, vescovo di Bridgeport (Stati Uniti d’America).

    In Italia, il Santo Padre ha quindi accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato presentata da mons. Bassano Staffieri, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Francesco Moraglia, del clero dell’arcidiocesi di Genova, docente di Teologia Dogmatica e direttore dell’Istituto di Scienze Religiose e dell’Ufficio della Cultura. Mons. Francesco Moraglia è nato a Genova il 25 maggio 1953 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 29 Giugno 1977.

    Negli USA il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Eparchia di Passaic dei Ruteni presentata da mons. Andrew Pataki, in conformità al can. 210 §§ 1-2 del CCEO.
    Il Papa ha nominato vescovo di Passaic dei Ruteni mons. William C. Skurla, al presente vescovo di Van Nuys dei Ruteni.

    Sempre negli USA, Benedetto XVI ha nominato vescovo dell’Eparchia di Van Nuys dei Ruteni mons. Gerald N. Dino, al presente protosincello dell’Eparchia di Passaic dei Ruteni e parroco della chiesa di St. George’s a Linden, New Jersey. Mons. Gerald N. Dino è nato l’11 gennaio 1940 in Binghamton, New York, ed è stato ordinato presbitero nell’Eparchia di Passaic il 21 marzo 1965.

    Nella Repubblica Democratica del Congo, il Papa ha nominato arcivescovo di Kinshasa mons. Laurent Monsengwo Pasinya, finora arcivescovo di Kisangani.

    In Papua Nuova Guinea, il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore di Kerema mons. Patrick Taval, M.S.C., finora vescovo titolare di Timida e ausiliare della diocesi di Rabaul.

    Sempre in Papua Nuova Guinea, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Rabaul padre John Doaninoel, superiore regionale della Società di Maria, assegnandogli la sede titolare vescovile di Rusgunie. Padre John Doaninoel è nato il 1° marzo 1950 a Timputz, nella diocesi di Bougainville e il 20 dicembre 1980 è stato ordinato sacerdote. Dal 1992 al 1994 è stato prigioniero del "Bougainville Revolutionary Army", trascorrendo questo periodo in isolamento nella foresta.
     
    Infine, il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Cile mons. Giuseppe Pinto, arcivescovo titolare di Anglona, finora nunzio apostolico in Senegal, Mali, Guinea Bissau e Capo Verde e delegato apostolico in Mauritania.

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    Il 14 dicembre sarà presentata in Vaticano una nota dottrinale su alcuni aspetti dell'evangelizzazione

    ◊   Venerdì prossimo 14 dicembre si svolgerà nella Sala Stampa della Santa Sede la Conferenza Stampa di presentazione della “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione” a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede. A presentare la nota saranno il cardinale William Joseph Levada, prefetto del dicastero, il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e mons. Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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    Arrivato l'albero di Natale in Piazza San Pietro: è un abete di 26 metri proveniente dalla Val Badia

    ◊   E’ arrivato in Piazza San Pietro l’albero di Natale: quest’anno proviene dalla Val Badia, in Trentino Alto Adige. Si tratta di un abete di circa 140 anni, alto 26 metri e di oltre tre tonnellate di peso. Verrà decorato con 2.000 sfere luminose. I relativi addobbi sono stati realizzati artigianalmente da volontari della Val Badia. Giovedì 13 dicembre si recherà a Roma una delegazione ufficiale della Provincia autonoma di Bolzano; il giorno successivo, arriverà il vescovo di Bolzano - Bressanone, mons. Wilhelm Emil Egger per l’inaugurazione. Saranno presenti il presidente della Giunta provinciale, assessori comunali, sacerdoti e presidenti dei Consigli parrocchiali dei comuni che hanno offerto l’albero al Papa. Canti e musiche tradizionali saranno eseguiti da un coro e da una banda musicale.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Le udienze del Papa al Pontificio Istituto Orientale, all'Alleanza Battista Mondiale e al presidente dell'Albania

    Intervento della Santa Sede alla conferenza della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa a Ginevra: dialogo e collaborazione per intraprendere concrete azioni di solidarietà.

    La prefazione del cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, alla nuova edizione (ampliata) del libro “La grande sfida della famiglia" del cardinale Alfonso Lopez Trujillo.

    In particolare evidenza la notizia - con relativo approfondimento di Vitale Zanchettin - del ritrovamento di un disegno sconosciuto di Michelangelo per la cupola di San Pietro.
    Alla vigilia di Sant'Ambrogio, due articoli di Inos Biffi e Cesare Pasini sul santo vescovo di Milano.

    Nella politica internazionale, la denuncia di Human Rights Watch dopo la repressione, in Myanmar, delle proteste per la democrazia: sono bambini un terzo dei soldati dell'esercito.

    In rilievo il confronto tra Unione Europea e Stati Uniti - attraverso diversi incontri diplomatici - finalizzato a favorire strategie di pacificazione nelle aree di maggior crisi in Africa.

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    Oggi in Primo Piano



    Al via a Parigi il V Forum mondiale sullo sviluppo sostenibile

    ◊   Al via a Parigi il V Forum mondiale sullo sviluppo sostenibile. A confrontarsi sulle nuove sfide etiche dello sviluppo economico e culturale saranno personalità internazionali in rappresentanza di governi e organizzazioni internazionali. Tra i temi al centro del dibattito le conseguenze sullo sviluppo della globalizzazione economica, le sfide climatiche, le crisi sanitarie e l’insicurezza energetica. Stefano Leszczynski ha chiesto a Riccardo Moro, economista e direttore della Fondazione giustizia e solidarietà, cosa si debba intendere per sviluppo sostenibile:


    R. – E’ un concetto che non è solo economico. Normalmente si parla di sostenibilità economica, sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale e quando si parla di sviluppo sostenibile si intendono le tre dimensioni insieme, vale a dire percorsi che siano economicamente redditizi, non siano in perdita e dunque possano alimentarsi, in questo senso sostenibili – rispettino la dignità dell’uomo – si pensi alle condizioni lavorative – ed in terzo luogo una sostenibilità anche in termini di condizioni delle risorse naturali che vengono utilizzate o che vengono compromesse guardando evidentemente al futuro.

     
    D. – Come mai sviluppo sostenibile e globalizzazione economica vengono spesso presentate in antitesi?

     
    R. – Se per globalizzazione intendiamo il fatto che gli operatori economici in particolare possano operare in ogni parte del mondo senza limiti, senza filtri e soprattutto senza regole, può comportare un impatto ambientale o uno sfruttamento dei lavoratori particolarmente pesante. Molte industrie in questi anni hanno operato le cosiddette “delocalizzazioni” nel sud del mondo, esattamente alla ricerca di condizioni economicamente più vantaggiose, profittevoli, a scapito però di un rispetto della dignità della persona e di un rispetto delle risorse naturali. Se vediamo, viceversa, la globalizzazione come un’opportunità di scambiare conoscenze e magari anche di collocare gli investimenti nei luoghi più efficienti, dato un sistema di regole presenti in tutto il mondo che tuteli la dignità dell’uomo e tuteli, per le generazioni future, la salvaguardia di ciò che i cristiani chiamano “creato”, allora la globalizzazione può anche essere un’opportunità positiva.

     
    D. – Cosa hanno fatto di concreto finora i governi per promuovere uno sviluppo sostenibile?

     
    R. – Direi che questa attenzione da parte dei governi è stata spesso ricevuta in un modo a volte contraddittorio, vale a dire che abbiamo governi che da un lato hanno anche facilitato la elaborazione di una riflessione anche culturale, scientifica, sul tema dello sviluppo sostenibile, ma poi negli ambiti dove queste cose dovevano tradursi in regole più vincolanti non è che abbiano dimostrato grandissima coerenza. Oggi sembra esserci una convinzione maggiore: ciò che pare interessante è forse un filo nuovo, è il consenso più generale, più universale intorno a questo tema.

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    Rapporto sulla scuola cattolica in Italia: buona l'offerta formativa, ma va recuperata l'identità cristiana

    ◊   La scuola cattolica in Italia è apprezzata dai suoi studenti ma deve recuperare la sua caratterizzazione religiosa, attualmente marginale nella percezione degli allievi. E’ quanto si ricava dal IX Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, presentato ieri e curato dal Centro studi per la scuola cattolica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Il quadro che emerge dal rapporto “In ascolto degli studenti. Scuola cattolica in Italia” è segnato da punti di eccellenza ma anche da un’identità da recuperare. La fotografia è generalmente positiva: la scuola cattolica propone un’offerta formativa di primo piano ed è apprezzata sotto molteplici aspetti sia dagli studenti sia dalle loro famiglie. I punti di forza, secondo quanti hanno partecipato all’indagine, sono l’attenzione al singolo alunno e la qualità degli insegnanti. Il principale punto di debolezza evidenziato è, invece, quello legato ai costi.

    Nell’introduzione al rapporto, mons. Diego Coletti, vescovo di Como e presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica sottolinea, poi, che deve essere recuperato “il legame con la comunità cristiana che risulta piuttosto labile”. La qualificazione di “cattolica” – aggiunge il presule - non può essere solo un elemento accessorio: l’intera comunità cristiana – spiega il vescovo - deve recuperare e valorizzare il senso della presenza di una scuola cattolica al suo interno quale occasione di evangelizzazione e di investimento valoriale. La scuola cattolica – si legge infatti nello studio – è genericamente percepita dagli allievi più come istituzione formativa che come luogo di esperienza religiosa. Su questo aspetto, ascoltiamo il presidente del Centro studi per la scuola cattolica, mons. Bruno Stenco, intervistato da Luca Collodi:

    "I giovani rappresentano questa pluralità degli studenti che provengono anche da famiglie che hanno un riferimento religioso non cattolico ma apprezzano l’impostazione culturale, il riferimento equilibrato tra fede, vita e ragione. Del resto, gli stessi documenti del magistero evidenziano la gradualità dell’offerta formativa delle scuole cattoliche nell’accompagnamento verso una presa di consapevolezza sempre maggiore del riferimento al trascendente".

    Mons. Stenco mette in evidenza, inoltre, che la selezione del corpo docente è fondamentale per offrire anche un’adeguata educazione religiosa. Dal rapporto emerge poi che gli studenti delle scuole cattoliche vivono in famiglie tradizionali in quasi l’85% dei casi con un curriculum, nella maggioranza dei casi, senza bocciature. Gli studenti si dicono inoltre soddisfatti del loro “bagaglio valoriale e religioso”. Solo una minoranza vive in “condizione familiare precaria” che spesso produce “demotivazione agli studi” e “scarsa attenzione alla dimensione religiosa”. Ascoltiamo, al microfono di Luca Collodi, don Guglielmo Malizia, responsabile del Centro studi per la scuola cattolica:

    "Noi vediamo che quando una famiglia ha conosciuto, ha fatto esperienza della scuola cattolica, poi rimane legata a questa proposta formativa. Secondo lo studio, la qualità del servizio, la preparazione e la formazione culturale e professionale sono più importanti delle motivazioni religiose. Questo ci deve anche far riflettere sull’importanza di potenziare e di rafforzare l’educazione religiosa nelle nostre scuole".

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    Trent'anni fa moriva Raoul Follereau, apostolo dei lebbrosi

    ◊   “Una voce che risuona ancora” è questo il titolo del convegno che ha preso il via oggi presso il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei, a 30 anni esatti dalla morte di Raoul Follereau. L’appuntamento organizzato dall’Associazione “Voglio Vivere Onlus”, membro dell’Unione Internazionale Raoul Follereau, è iniziato con la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, insieme a mons. Carlo Liberati, arcivescovo-prelato di Pompei. Scopo dell’iniziativa, far conoscere alle giovani generazioni le opere del giornalista francese che spese la propria esistenza al servizio degli altri, dedicandosi in particolar modo alla cura dei lebbrosi. Ma ripercorriamo la vita di Raoul Follereau nel servizio di Massimiliano Menichetti:


    L’apostolo dei lebbrosi, il Vagabondo della carità, l’ambasciatore dei poveri tra i poveri. Sono molte le espressioni che nel corso degli anni hanno tratteggiato la figura di Raoul Follereau. Nato nel 1903 a Nevers, nel cuore della Borgogna, inizia giovanissimo una brillante carriera di scrittore-poeta; a metà degli anni ‘30 parte per una serie di viaggi che lo portano in Africa. Qui scopre la realtà dei malati di lebbra, abbraccia le loro sofferenze, si fa promotore di una serie di iniziative per sconfiggere la patologia e strappare dall’emarginazione chi è colpito dal morbo di Hansen. Nei 10 anni successivi tiene oltre 1200 conferenze in vari Paesi del mondo, raccoglie fondi e in Costa d’Avorio, nella città di Adzopé, dà vita a quello che oggi è “L’Istituto nazionale del trattamento della lebbra”. Nella sua vita farà 30 volte il giro del mondo per parlare degli ultimi con i “grandi della terra” affinché le risorse economiche non siano indirizzate agli armamenti ma per combattere la povertà, l’emarginazione, le malattie. Così, leggendo i suoi scritti, interpretava il suo impegno a favore degli altri:

     
    “La battaglia della lebbra non è che un capitolo, il primo capitolo di questa grande lotta che tutti, chiunque noi siamo, da qualunque parte veniamo, dobbiamo intraprendere contro quelle vere lebbre, molto più contagiose, ahimè, della lebbra stessa, e che sono la miseria, la fame, l’egoismo, il fanatismo e la viltà”.
     
    Follereau interviene e scrive alle Nazioni Unite. Negli anni ’50, in piena “guerra fredda”, cercherà di ottenere, senza successo, dai leader di Russia e Stati Uniti l’equivalente in denaro del valore di un aereo da bombardamento: “Con il prezzo di due di questi mezzi - dice - potremo curare tutti i lebbrosi del mondo”. Grazie al suo impegno, nel 1954 l’ONU lancia la prima Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra: oggi sono 150 i Paesi che la celebrano l’ultima domenica di gennaio. Ma riascoltiamo le parole di Benedetto XVI pronunciate l'anno scorso ricordando l’impegno di Follereau:

     
    “Incoraggio i missionari, gli operatori sanitari e i volontari impegnati su questa frontiera di servizio all’uomo. La lebbra è sintomo di un male più grave e più vasto, che è la miseria. Per questo, sulla scia dei miei Predecessori, rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni, affinché uniscano gli sforzi per superare i gravi squilibri che ancora penalizzano larga parte dell’umanità”.
     
    In quello che lo stesso Follereau definisce il suo testamento spirituale, si rivolge ai giovani, li proclama eredi universali del suo impegno e condanna ogni forma di violenza. Scrive così:

     
    "Proclamo erede universale tutta la gioventù del mondo. Tutta la gioventù: quella che ha ricevuto il dono della fede, quella che si comporta come se credesse, quella che pensa di non credere. C’è un solo cielo per tutto il mondo. I pacifisti con il manganello sono dei falsi combattenti. Tentando di conquistare, disertano. Il Cristo ha ripudiato la violenza, accettando la Croce".

     
    Ma a 30 anni dalla sua morte, cosa dice ai giovani quest’uomo che spese l’intera vita al fianco degli ultimi? Susanna Bernoldi, dell’Associazione italiana “Amici di Raoul Follereau”:

     
    “Lui dice ai giovani: Non scoraggiatevi. E credo che questo sia un monito quanto mai attuale. Non rinunciate, non desistete perché il domani siete voi. Quindi prende questi giovani per mano, proprio come lui sapeva fare con i malati di lebbra, quelle persone ripudiate da tutti: lui prendeva le loro mani, li abbracciava, li baciava, faceva sentire il calore. Ecco: possiamo essere protagonisti del cambiamento della vita dei nostri fratelli!”.

     
    Una sfida proiettata al futuro, ancora tutta da giocare e che guarda ai giovani quali principali artefici della fraternità e della giustizia.

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    Presentato a Roma un film-documentario su Madre Teresa di Calcutta

    ◊   “Madre Teresa. Una bambina di nome Gonxhe” è il film-documentario presentato ieri nella sede Rai di Roma. Un’ora di video nel quale il regista kosovaro, Gjon Kolndrekai, racconta l’infanzia della suora albanese, mentre l’importanza della sua figura è affidata alle testimonianze del cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, e di autorità politiche come lo scomparso presidente del Kosovo Ibrahim Rugova. Il servizio di Benedetta Capelli:

    (Parole di Madre Teresa di Calcutta:)
    "A pure heart can easily see Christ in the naked, in the homeless, in the lonely…

    "Un cuore puro può facilmente vedere Cristo nei poveri, in quanti non hanno casa, in coloro che sono soli…": sono le parole di Madre Teresa, cresciuta a Skopje, in una famiglia dedita alla beneficenza e all’assistenza dei più poveri. Aveva vissuto così la piccola Gonxhe, che significa bocciolo, un fiore nato tra Oriente e Occidente e radicatosi poi in India. Mettere in luce gli aspetti meno conosciuti della vita di Madre Teresa con queste intenzioni si è mosso il regista del documentario: Gjon Kolndrekai:

    “Già da piccola Madre Teresa, avendo tutti questi esempi in famiglia di solidarietà, di carità, sentiva esattamente quella grandezza che poi ha avuto da adulta”.

    Una donna che ha fuggito la notorietà, facendosi strumento, come preferiva dire lei: “matita nelle mani del Signore”. Un interlocutore per i poveri e i grandi della Terra, ai quali chiedeva di difendere sempre la famiglia. "Una famiglia che prega insieme – diceva - resta unita". Il ricordo di lei nelle parole del cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia:

    “Quello che colpiva di più era la passione per una causa, passione per la famiglia, per il valore che riconosceva al focolare domestico. Questo servizio, però, lo faceva con estrema semplicità, con una santa furbizia, perchè era molto intelligente. Nelle piccole cose, dunque, sapeva scoprire il significato vero”.

    Minuta, stretta in una tunica bianca con le righe blu, il rosario tra le mani: è l’immagine più nota di lei, dietro la quale troviamo la generosità del padre e la forza della madre, alla quale era legatissima, ma che il regime comunista le impedì di vedere una volta lasciata l’Albania. Di grande impatto la definizione che di lei dà lo stesso regista Kolndrekai che la conobbe da vicino:
     “Quello che ho visto in tutta la sua vita è che trattava gli adulti e i bambini in modo uguale, perché in ogni adulto vedeva un bambino da proteggere”.

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    Chiesa e Società



    L'ONU: in cinque mesi oltre 300 civili uccisi in Darfur

    ◊   Un nuovo rapporto dell’ONU denuncia ancora una volta le atrocità commesse contro i civili in Darfur, da parte delle truppe governative e delle fazioni ribelli. A riferirlo il quotidiano della Cei Avvenire. Dal 20 giugno alla metà di novembre almeno 300 persone sono state uccise nei 15 raid compiuti nella regione sudanese teatro di guerra da oltre quattro anni. L’elenco degli attacchi tuttavia è incompleto a causa delle restrizioni di movimento imposte agli esperti delle Nazioni Unite presenti nella zona. L’ultimo scontro, avvenuto nella città di Muhajiriya, ha causato 30 vittime, mentre il massacro più sanguinoso si è verificato alla fine di luglio nell’area di Balbul, nel Sud Darfur: 135 i morti, molte le abitazioni incendiate. Mentre dunque il processo negoziale arranca, con i ribelli ancora divisi e il governo fermo sulle sue posizioni, la strage dei civili non si arresta. Chi riesce a fuggire agli attacchi diviene spesso vittima di furto, stupro e torture. Inefficace finora l’intervento della Corte penale internazionale, la cui giurisdizione sul dossier Darfur non è riconosciuta da Khartum. Ritarda, infine l’allestimento della forza di pace “ibrida” Onu-Unione africana e ieri Londra ha criticato duramente l’inerzia della comunità internazionale che allontana le speranze di pace. La Gran Bretagna, ha fatto sapere il governo inglese, si farà carico dell’8% della missione e chiede anche agli altri alleati di incrementare lo sforzo. (S.G.)

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    Firmata ieri la Dichiarazione di Lisbona: Unione Europea e Africa collaboreranno per la promozione di pace, sviluppo e diritti umani

    ◊   La pace, lo sviluppo, i diritti umani e la crisi del Darfur. Sono questi i temi principali, riporta la Misna, che verranno trattati durante il II vertice Africa-Europa, in programma sabato e domenica prossimi a Lisbona. Lo ha reso noto ieri il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit al termine della riunione preparatoria svoltasi a Sharm el Sheikh, sul mar Rosso. Qui i 45 ministri degli Esteri africani e i 15 europei presenti hanno approvato la “Dichiarazione di Lisbona" che indica l’uguaglianza e l’interdipendenza come i principi fondamentali della collaborazione tra i due continenti. L'Unione europea e l'Africa, infatti, ratificheranno un accordo di "partenariato strategico" che "includerà l'insieme del continente africano” per lo sviluppo, il commercio e la politica; dovrebbe essere adottato, inoltre, anche un “piano d'azione” su priorità e obiettivi concordati, la cui attuazione verrà verificata nel 2010 in occasione del III vertice Africa- Europa. All’appuntamento di Lisbona dovrebbero partecipare 53 rappresentanti africani e 27 europei, oltre a organizzazioni internazionali e delegazioni della società civile. Alcuni Paesi, tuttavia, hanno sollevato delle critiche. Londra minaccia di boicottare il vertice a causa della presenza di Robert Gabriel Mugabe, a guida dello Zimbabwe, mentre Muhammar Gheddafi, al suo arrivo in Portogallo, ha contestato il Tribunale Penale Internazionale: i giudici, a suo avviso, favorirebbero i Paesi colonialisti a svantaggio delle ex colonie. (S.G.)

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    Stop agli aiuti umanitari in Somalia. Il governo ostacola gli interventi in soccorso dei civili

    ◊   Si aggrava la crisi umanitaria che colpisce la Somalia. Nel clima di scontri che oppongono l’esercito regolare e le truppe etiopiche alleate ai ribelli delle Corti islamiche, e che causa migliaia di vittime e di sfollati tra i civili, il governo ha bloccato gli aiuti provenienti dall’ONU e dalle ONG presenti sul territorio. Lo ha reso noto Peter Smerdon, portavoce del Programma Alimentare Mondiale (PAM) – si legge sull’Osservatore Romano - in un incontro con la stampa nella città di portuale di Merka, a 80 chilometri a sud di Mogadiscio. Le autorità, ha riferito Smerdon, non hanno dato spiegazioni sulle ragioni del provvedimento voluto dal presidente somalo Abdullahi Yusuf. Secondo quanto riferito da Smerdon, due navi sono bloccate da ieri nel porto di Merka, mentre altre due avrebbero cominciato a scaricare centinaia di tonnellate di viveri destinati ai campi profughi alla periferia di Mogadiscio. “Non può esserci alcun movimento di aerei” ha raccontato ai giornalisti il portavoce del PAM e “le tariffe ai posti di blocco sono immediatamente passate da 60 a 75 dollari per camion”. In un’intervista alla radio, riferisce l'Agenzia Misna, l’attuale leader dei ribelli fa sapere che sarà possibile avviare trattative con il governo solo quando le truppe etiopiche avranno lasciato il Paese. Nelle ultime settimane l’aumentare degli scontri ha provocato centinaia di vittime. (C.D.L.)

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    Tsunami: dopo tre anni la Caritas italiana è ancora presente nei Paesi colpiti, con 33 milioni di euro di interventi

    ◊   A tre anni dallo Tsunami, che colpì otto paesi affacciati sull’Oceano indiano, continua lo sforzo della Caritas italiana per la ricostruzione. Tre le principali zone d’intervento: Repubblica islamica delle Maldive, Somalia e Myanmar. Qui, come riferisce l’Agenzia Sir, vengono portati avanti progetti per oltre 33 milioni di euro e nove operatori sono ancora sul posto. Dopo la fase dell’emergenza, l’azione si è concentrata sull’aiuto alle categorie vulnerabili e la ripresa socio-economica. La Caritas italiana, inoltre, contribuisce all’impegno complessivo della rete Caritas internazionale che ha investito finora negli aiuti circa 313 milioni di euro. In particolare in Indonesia, alle attività di ricostruzione si sono accompagnati diversi programmi, tra cui la realizzazione di una radio comunitaria. In Sri Lanka la Caritas italiana è presente con cinque operatori mentre in India e nelle Maldive lo sforzo si concentra nell’ambito sanitario. In Myanmar, infine, si opera in vari settori e in Somalia vengono erogati aiuti d’urgenza e si sostiene un dispensario a Baidoa. (S.G.)

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    Istruzione, sviluppo e sostegno alle donne: la Caritas delle Isole Salomone verifica quanto fatto e programma nuovi interventi

    ◊   Fornire istruzione ai giovani per dare loro nuove possibilità di occupazione, curare i traumi provocati dalla guerra o da disastri naturali e sostenere progetti per migliorare le condizioni di vita in campo sociale, economico e culturale. Sono alcune delle linee guida, seguite negli ultimi tre anni dalla Caritas delle Isole Salomone, per venire incontro ai bisogni delle persone più povere ed emarginate. In un Paese, colpito da tensioni etniche, sottosviluppo e povertà – riferisce l’agenzia Fides – la Caritas ha impiegato risorse umane ed economiche per sostenere la popolazione. All’impegno sono seguiti risultati che hanno fatto registrare un’ottima percentuale di successo. La Caritas delle Salomone ha confermato, aggiornato e riproposto le linee programmatiche del triennio appena concluso, rilanciando l’azione sociale della Chiesa attraverso la sensibilizzazione del laicato. Per il futuro, una delle priorità è di rendere la popolazione, che ha potuto beneficiare degli aiuti, protagonista attiva della propria crescita economica. (A.L.)

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    Ordinato il nuovo vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Yangon

    ◊   Vigilate e siate pronti ad accogliere il Signore perché possa diventare “Re nella vita di ciascun fedele”. Lo ha detto il delegato apostolico in Myanmar, mons. Salvatore Pennacchio, durante la toccante celebrazione di domenica scorsa per l’ordinazione episcopale del nuovo vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Yangon, mons. Justin Saw Min Thide. La cerimonia, tenutasi nella cattedrale di Santa Maria, è stata ritmata da preghiere e canti liturgici. Hanno partecipato alla celebrazione, oltre a numerosi vescovi giunti da varie zone del Paese e dalla Malayisia e dalla Thailandia, anche 5000 fedeli. Durante l’omelia, mons. Salvatore Pennacchio ha spiegato il significato dei simboli dell’ordinazione episcopale e invitato ad accogliere con gioia e gratitudine mons. Justin Saw Min Thide. Il nuovo vescovo, 56.enne, ha scelto come motto “Fiat voluntas tua”, per sottolineare la propria totale disponibilità a compiere la volontà di Dio. L’arcidiocesi di Yangon conta circa 85 mila fedeli, divisi in 47 parrocchie. (A.L.)

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    Cresce in Nepal il numero dei giovani conquistati dalla fede cattolica

    ◊   La fede cristiana conquista i giovani del Nepal. La piccola comunità cattolica del Paese adagiato sul Tibet, a nord dell’India, sta vivendo una primavera della fede: all’agenzia Fides fonti locali rivelano che un numero crescente di giovani chiede di intraprendere un cammino per ricevere il Battesimo. Un lievito nuovo che richiede maggior impegno alla Pastorale giovanile e all’evangelizzazione. Per far fronte a queste esigenze, mons. Anthony Sharma, Vicario Apostolico del Nepal, invita tutti gli ordini religiosi, maschili e femminili, ad inviare missionari per dar vita a nuove comunità cristiane. “E’ la stessa popolazione che ce lo chiede”, ha sottolineato il vescovo. “Ci offrono appezzamenti di terreno per fondare nuove case, centri sociali, ospedali, servizi di assistenza. Specialmente la parte occidentale del paese ha bisogno di una presenza più forte delle comunità cristiane”. Un fermento che nasce in un Paese in evoluzione, a larga maggioranza indù, dove si vanno affermando democrazia e pluralismo culturale e religioso, si ampliano le libertà personali e si favorisce la partecipazione popolare al potere. Dal 1991, quando la nuova Costituzione abolì il divieto di conversioni, i cattolici del Nepal sono passati da 50 a 800 mila. E’ desiderio di molti giovani poter partecipare alla GMG di Sydney 2008. (C.D.L.)

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    Il nuovo arcivescovo di Pechino, mons. Giuseppe Li Shan, prosegue la sua visita pastorale nelle parrocchie

    ◊   “Preghiera e testimonianza”: sono i due fondamenti della fede al centro dell’omelia di mons. Giuseppe Li Shan, arcivescovo di Pechino, durante la solenne Eucaristia celebrata nella festa di Cristo Re nella parrocchia di Ping Fang, dedicata a Cristo Re. Si tratta di una delle ultime tappe della visita pastorale dell’arcivescovo nella diocesi. Mons. Li Shan, consacrato lo scorso 21 settembre con l’approvazione della Santa Sede, ha visitato inoltre, nei giorni scorsi, la casa di riposo degli anziani sacerdoti e religiosi e diverse parrocchie di periferia. Mons. Li Shan ha anche guidato il ritiro spirituale generale dei sacerdoti diocesani, dal 26 al 29 novembre, presso il Seminario diocesano, ed ha invitato un sacerdote di Hong Kong, don Thomas Law Kwok Fai, a spiegare “il rapporto dei sacerdoti con il vescovo”. Durante l’assemblea dei sacerdoti diocesani, ha anche annunciato tutti i nuovi incarichi dei parroci, nominando due vicari e un cancelliere diocesano. L’arcidiocesi di Pechino conta oltre 60.000 fedeli con 51 sacerdoti e decine di parrocchie. La diocesi è impegnata in numerose attività sociali e pastorali. (A.L.)

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    "Il processo di unificazione europea si richiami ai valori cristiani". Questo l'auspicio dei vescovi polacchi

    ◊   L’episcopato polacco auspica che il processo di unificazione europea si richiami “a quei valori che hanno origine cristiana” e valuta positivamente i tentativi fatti in tal senso a livello istituzionale. Tra questi valori primo tra tutti il rispetto dei diritti umani, definito dai vescovi “la più eccelsa parte della tradizione religiosa, morale culturale e civile d’Europa”. È quanto emerge dalla 342.ma sessione plenaria, svoltasi recentemente a Jasna Gora, durante la quale i presuli si sono occupati, tra le altre cose, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e delle conclusioni della commissione storica, istituita dalla stessa Conferenza episcopale, sui documenti degli organi di sicurezza della Polonia comunista riguardanti i vescovi. L'episcopato polacco ha ribadito che la "plurisecolare tradizione cristiana costituisce un importante elemento della civiltà europea". (S.G.)

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    Massiccia mobilitazione nella Repubblica Dominicana in difesa della vita

    ◊   In difesa della vita e contro la depenalizzazione dell’aborto. Per sostenere azioni che vadano in queste direzioni, centinaia di persone hanno partecipato nei giorni scorsi a Santa Fe, nella Repubblica Domenicana, ad una marcia organizzata dalla Chiesa Cattolica e da diverse organizzazioni cristiane. All’iniziativa hanno aderito, tra gli altri, medici, giuristi, artisti e comunicatori che hanno completato il percorso dalla cattedrale di San Pietro Apostolo al cimitero municipale, dove è stata inaugurata una nicchia in memoria dei non nati. In occasione della marcia - rende noto l’agenzia Fides – è stato anche presentato il documento elaborato dalla pastorale Familiare della diocesi intitolato “Rispetta, difendi, servi ed ama la vita”. Nel testo si definisce immorale l’aborto per i turbamenti psicologici, familiari e sociali che genera. Si sottolinea anche il diritto naturale ed inalienabile della vita come Dono prezioso di Dio. “I buoni e retti legislatori – si legge inoltre nel documento - sono quelli che riconoscono che non hanno un potere assoluto in questa materia”. “Sono quelli – si precisa infine nel testo – disposti a resistere con fermezza, onore e lealtà alle grandi pressioni che provengono da correnti esterne disumanizzanti”. (A.L.)

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    L'ONG inglese Cafod denuncia le minaccie di morte al domenicano francese de Roziers, difensore in Brasile dei "senza terra"

    ◊   Il sacerdote domenicano francese Henri Burin de Roziers è nel mirino di latifondisti brasiliani a causa del suo impegno in favore dei “sem terra”, i contadini privi di appezzamenti terrieri, da lui difesi in qualità di membro della Commissione per pastorale della terra, organo della Conferenza episcopale brasiliana. La denuncia - riferisce l'Agenzia Sir - arriva da Cafod, ong inglese che da diversi anni appoggia il religioso nel suo impegno per la giustizia. Padre de Roziers si trova in Brasile dal 1977 e nel 2005 ha ricevuto il premio internazionale per i diritti umani “Ludovic Trariex”, attribuito in precedenza anche al leader sudafricano Nelson Mandela. Secondo Cafod, la polizia brasiliana della provincia di Xinguara ha ricevuto delle informazioni secondo le quali tre killer sono stati “assunti” da latifondisti per eliminare lo scomodo sacerdote transalpino grazie ad una ricompensa di 50mila real, pari a 19mila euro. Il reverendo domenicano, nato nel 1930 e ordinato sacerdote nel 1964 (lo stesso anno in cui diventò avvocato), ha subito queste intimidazioni nello stesso stato brasiliano – il Parà – dove nel 2005 venne assassinata la religiosa americana suor Dorothy Stang, pure lei impegnata nella difesa dei diritti umani. (R.P.)

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    Ecumenismo: incontro ieri a Venezia tra il patriarca Scola e il metropolita Kirill

    ◊   Continuare sulla strada della collaborazione. Questo l’intento, ribadito ieri nel corso del loro incontro a Venezia, dal cardinale Angelo Scola e dal metropolita Kirill - capo del Dipartimento per i rapporti con le Chiese del Patriarcato di Mosca e membro del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa. E' in Italia per partecipare ad una conferenza sulla figura di padre P. Pavel Florenskij e alle festività dedicate al quinquennale della comunità ortodossa a Venezia. “Nello spirito della comunione, che connota le relazioni tra le due Chiese - si legge nel comunicato diffuso dopo l’incontro dalla diocesi - è stata ribadita da entrambi la volontà di continuare il lavoro di collaborazione avviato già in precedenti incontri, in particolare nel sostegno alla Chiesa ortodossa russa presente nel Patriarcato di Venezia e anche nella promozione di prossime comuni iniziative”. (S.G.)

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    La prolusione di mons. Ravasi inaugura l'Anno accademico del Regina Apostolorum

    ◊   C’è una “qualità” della Bibbia che “tante volte è stata disattesa dalla teologia e dall’esegesi”: è la sua forza culturale, che si misura non solo nell’influenza profonda che nei secoli ha esercitato su tutte le manifestazioni artistiche dell’Occidente, ma anche nel suo stesso valore estetico: “è una parola bella, che usa tutte le risorse del linguaggio”. È questo in sintesi il pensiero di mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che con la sua prolusione ha inaugurato stamani l’Anno accademico dell’Ateneo pontificio Regina Apostolorum. “Gesù – ha proseguito il biblista – ama costruire il suo discorso ricorrendo allo splendore dei simboli, alla ricchezza delle immagini”. In questa prospettiva, per Ravasi, “non è legittimo considerare la Bibbia come una cava da cui estrarre teoremi teologici, spezzando l’unità indispensabile tra le modalità di espressione e il contenuto”. “Bellezza e verità devono essere tenute insieme da chi legge le Scritture”, ha ammonito il presidente del dicastero pontificio perché solo il linguaggio simbolico “permette di annodare umano e divino”. Lo stesso linguaggio, d’altronde, ha ispirato alcuni tra i più grandi artisti della nostra storia. Numerosi gli esempi a cui ricorre Ravasi: dal Vespro della Beata Vergine di Monteverdi alle rappresentazioni pittoriche della Resurrezione di Lazzaro eseguite da Giotto, Rubens, Rembrandt, van Gogh. Perché, come diceva Chagall, ricordato dal biblista, "le pagine bibliche sono l’alfabeto colorato in cui per secoli i pittori hanno intinto il loro pennello". (S.G.)

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    All'Istituto Giovanni Paolo II sulla famiglia, conferito il dottorato "honoris causa" ai professori Styczeń e Scabini

    ◊   Questa mattina il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia ha conferito il Dottorato honoris causa al prof. Tadeusz Styczeń e alla prof.ssa Eugenia Scabini. Styczeń, amico e successore di Karol Wojtyła alla cattedra di Etica dell’Università Cattolica di Lublino, in Polonia, è conosciuto soprattutto per i suoi lavori sui fondamenti personalistici dell’etica e il pensiero di Karol Wojtyła-Giovanni Paolo II. La sua Lectio doctoralis ha affrontato il tema “L’antropologia adeguata di Karol Wojtyła-Giovanni Paolo II. Ritratto del’uomo”. Eugenia Scabini, docente ordinario di psicologia sociale della famiglia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e direttore del Centro di Studi e Ricerche sulla Famiglia della stessa Università, ha sempre lavorato in favore della famiglia, producendo ricerche di fondamentale rilievo e riuscendo a creare intorno a sé una selezionata équipe di ricercatori del più alto livello. Il titolo della sua Lectio doctoralis è stata “Famiglia e rapporto tra le generazioni”. L’atto - riferisce l'Agenzia Sir - è stato presieduto da Mons. Livio Melina, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, mentre le laudationes sono state affidate ai professori Jarosław Merecki e Gilfredo Marengo, entrambi docenti del medesimo Istituto. (R.P.)

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    Greccio: un incendio distrugge la scenografia del presepe vivente dove San Francesco realizzò il primo presepe della storia

    ◊   Un incendio probabilmente doloso ha distrutto a Greccio, in provincia di Rieti, la scena della rievocazione del Presepe vivente prevista per la notte di Natale. Nello stesso luogo San Francesco realizzò, nel 1223, il primo Presepe del mondo. Le fiamme, secondo quanto riferito dal presidente della proloco, sarebbero state appiccate volontariamente e avrebbero mandato in pochi minuti in fumo la vasta scenografia montata nel piazzale antistante il Santuario francescano. I responsabili della manifestazione, che viene realizzata ogni Natale da oltre 30 anni e che ormai ha raggiunto un'eco internazionale, si trovavano nel santuario per alcune riprese televisive. Inutile l'intervento dei vigili del fuoco di Rieti:, la scenografia realizzata con molti elementi lignei e cartacei è andata distrutta rapidamente. Si calcolano circa 20mila euro di danni e si teme che la rievocazione natalizia non possa avere luogo. (S.G.)

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    Ha inizio domani, a Rocca di Papa, l’incontro internazionale dei Padri Rogazionisti sul tema del disagio sociale

    ◊   “Un convegno per mettersi sulla strada dei poveri, per riascoltare il comando di Gesù di pregare il padrone della messe per il dono di operai della messe, convinti che solo vivendo da poveri con i poveri ci sarà dato di superare la crisi delle vocazioni”. Così padre Antonio Fiorenza, vicario generale dei religiosi Rogazionisti, presenta il convegno internazionale in programma da domani al 9 dicembre al centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, alle porte di Roma. “Apostoli del Rogate: per quale missione?” questo il titolo dell’incontro a cui interverranno come relatori lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, Savino Pezzotta animatore del “Family Day” e Antonella Patrizia Mazzei magistrato dei minori. Destinatari del convegno sono i religiosi, le religiose e i laici del “Rogate” e gli studiosi del disagio e dell’indigenza. (C.D.L.)

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    Da questa sera a Roma la rassegna "Grande musica in Chiesa"

    ◊   Inizia stasera alle 21, nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, la 18.ma rassegna “Grande musica in Chiesa”, che si protrarrà fino al 6 gennaio 2008, con oltre 25 concerti tra Roma e il Lazio. Promuovono l’iniziatiava gli assessorati alla cultura della capitale e della Regione, in collaborazione con la “Rivista delle Nazioni”. Ad inaugurare la manifestazione sarà l’Oratorio “Beata Virgo Maria” per coro, soli e orchestra, composto da mons. Valentino Miserachs, presidente del Pontificio Istituto di Musica Sacra e direttore della cappella Musicale Liberiana. I concerti in programma spazieranno dal polifonico al barocco, dal classicismo al gospels e spirituals, dalla musica d’organo a quella dei moderni compositori, ai canti della tradizione popolare nazionale e internazionale. (S.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ucraina: si attende il via libera del parlamento per la nomina a premier di Yulia Timoschenko

    ◊   Sembra avere fine la crisi politica in Ucraina. Il presidente, Viktor Yushenko, ha nominato Yulia Tymoshenko, una dei leader della rivoluzione arancione, alla guida del prossimo governo. Ora spetterà all’assemblea parlamentare il compito di confermare con il voto la proposta del capo dello Stato. In caso di ratifica come sarà l’assetto politico dell’Ucraina nei rapporti con Mosca e con l’Unione Europea? Giancarlo la Vella lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vicedirettore di “Famiglia Cristiana”, esperto dell’area ex sovietica:
     
    R. – Credo che il fronte veramente decisivo sia quello russo. Il ritardo con cui questa nomina è arrivata mi fa pensare che, proprio su questo tema, ci siano state trattative tra i diversi protagonisti. Non occorre dimenticare che la Timoshenko ha avuto un grosso successo personale ma non un’affermazione elettorale assoluta; il partito di Yanukovic, filorusso, ha infatti ottenuto più voti. Credo che proprio intorno ai rapporti con la Russia si siano svolte in questi mesi le trattative politiche in Ucraina anche perché proprio sui rapporti con Mosca, in realtà, era naufragato il progetto della rivoluzione arancione.
     
    D. – Per quanto riguarda l’Unione Europea e l’Occidente in genere?

     
    R. – L’Europa ha già i suoi problemi e gli allargamenti a tappe forzate l’hanno prostrata. Gli Stati Uniti sono lontani e non sono in grado di aiutare concretamente l’Ucraina nelle sue sfide politiche decisive; la NATO è vicina, ma certamente un eventuale adesione dell’Ucraina complicherebbe in modo esponenziale i rapporti con la Russia, che sono già complicati di per sé.

     
    D. – Possiamo dire che l’Ucraina costituisce un po’ uno dei nodi dei futuri rapporti di Mosca con il mondo occidentale?

     
    R. – Direi di sì. E’ inutile nascondere la realtà dei fatti e cioè che i Paesi, con rapporti commerciali intensissimi con la Russia, non possono essere retti sulla base di una politica anti-Cremlino. Lo abbiamo visto già in Polonia e a maggior ragione in Ucraina, perché è stata proprio l’intransigenza della Timoshenko e le ingerenze di Mosca a rendere impossibile il funzionamento del governo uscito dalla rivoluzione arancione. Adesso la Timoshenko ci riprova ed io credo che comunque il fallimento passato indurrà un po’ tutti a più miti consigli.

    Georgia
    A breve dovrebbero riprendere le trasmissioni della tv indipendente georgiana “Imedi” che era stata chiusa durante lo stato d’emergenza imposto e poi revocato dal presidente Saakashvili. Un provvedimento nato sull’onda delle proteste di piazza culminate, poi, con la convocazione di elezioni anticipate per il 5 gennaio.
     
    Libano
    Incertezza in Libano alla vigilia della convocazione del parlamento chiamato a scegliere il nuovo presidente del Paese. Si teme, però, un rinvio della seduta. Con ogni probabilità il successore di Lahoud sarà il comandante in capo dell’esercito Suleiman. Resta da sciogliere il nodo di Hezbollah che, pur dando il via libera al generale, ha posto alcune condizioni per la composizione del futuro governo che sono state rifiutate. Per tentare di trovare un compromesso, è in missione a Beirut il ministro degli Esteri francese Kouchner.

    Medio Oriente
    Tensione nel nord della Striscia di Gaza. Un palestinese è rimasto ucciso da fuoco israeliano. Secondo un portavoce militare, la vittima ed un altro suo compagno stavano deponendo una mina.

    Kosovo
    Secondo un rapporto dell’International Crisis Group, il Kosovo sarà indipendente nel maggio 2008 se gli Stati Uniti e i principali Paesi europei si impegneranno a sostenere la regione serba a maggioranza albanese. Intanto, Belgrado ha accusato la NATO e Washington di voler creare “uno Stato fantoccio” per curare i propri interessi militari nella provincia indipendentista.

    Cina
    Potrebbero essere oltre 90 le vittime di un’esplosione di gas avvenuta in una miniera dello Shanxi, in Cina. Si teme che 50 operai siano rimasti intrappolati mentre altri 46 sono morti. Si tratta dell’ennesimo incidente nelle miniere cinesi considerate le più pericolose al mondo: nei primi sette mesi del 2007 oltre 2 mila lavoratori sono rimasti uccisi per frane, esplosioni e allagamenti. Italia-incidente
    Grave incidente anche in Italia. A Torino un incendio in un’acciaieria, scoppiato per cause ancora da accertare, ha provocato la morte di un operaio; altri sei sono in rianimazione, tre sono rimasti lievemente feriti. Per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro, i sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato due ore di sciopero per venerdì 14 dicembre.

    Italia-politica
    Il Governo italiano ha posto la fiducia al Senato sul decreto sicurezza che disciplina, tra l’altro, le espulsioni degli immigrati. La decisione, annunciata questa mattina dal ministro per i rapporti col Parlamento Chiti, giunge in una fase di fortissime tensioni interne ai due schieramenti, tensioni che stanno frenando il confronto appena avviato sulle riforme. Il servizio di Giampiero Guadagni:
     
    Ieri il capo dello Stato Napolitano ha lanciato l’ennesimo forte appello al dialogo tra le forze politiche, a partire dal tema sicurezza, in queste ore all’esame del Senato. Tema che, afferma Napolitano, esige scelte condivise. Ma il clima che si respira è di acceso conflitto. Il governo ha posto la fiducia ed è stata dura la protesta dell’opposizione. Ma lo scontro passa anche all’interno degli schieramenti. Molti fattori stanno scuotendo gli equilibri politici faticosamente costruiti negli ultimi 15 anni. L’ultimo, la presa di posizione del presidente della Camera Bertinotti, che considera fallita l’esperienza del centrosinistra e di questo governo. Parole, quelle di Bertinotti, che hanno provocato critiche anche da parte della sinistra. Dura la reazione dell’esecutivo: ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Micheli ha detto che c’è un diffuso affievolimento del senso dello Stato. E oggi il premier Prodi osserva: siamo bravi a farci del male da soli, ma la legislatura va avanti. Controreplica del leader di Rifondazione Comunista Giordano: Prodi non è più il garante dell’Unione. Ma se la maggioranza è in forte difficoltà, l’opposizione non se la passa certo meglio. Polemiche aspre su una frase di Berlusconi riportata dalle agenzie: Casini è irrecuperabile, ha ucciso la casa delle libertà e l’UDC finirà a sinistra. Un’affermazione smentita dai collaboratori più stretti dell’ex premier, ma UDC, AN e Lega accusano Berlusconi di voler dividere gli alleati. Insomma, una fase del bipolarismo sembra chiudersi. Ma non se ne sta ancora aprendo una nuova fondata su riforme condivise. E sullo sfondo incombe il referendum sulla legge elettorale che potrebbe scompaginare ancora di più la situazione.

    Ungheria
    In Ungheria, il partito conservatore all’opposizione ha reso noto il raggiungimento delle 200 mila firme per indire tre referendum riguardanti l’abolizione del ticket negli ambulatori, negli ospedali e sull'abolizione della tassa scolastica nelle università. Le consultazioni si terranno probabilmente in primavera. Con questa mossa l’opposizione intende sfiduciare il governo e avere il via libera per un cambio di esecutivo.

    Francia-pacco bomba
    Ha provocato un morto e cinque feriti l'esplosione di un pacco bomba avvenuta oggi a Parigi. L'ordigno è saltato in aria all'interno di un edificio che ospita diversi studi legali tra cui quello incui lavorava il presidente Nicolas Sarkozy quando faceva l'avvocato. Per la polizia l'obiettivo dell'agguato non era lo studio del capo dell'Eliseo.

    Francia disordini
    Ancora tensione nelle banlieau francesi. Nella notte si sono verificati disordini alla periferia nord di Parigi. Un agente è rimasto ferito negli scontri che hanno visto opporsi la polizia e una cinquantina di persone non ancora identificate. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 340
     
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