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SOMMARIO del 05/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • All'udienza generale, gli auguri di Benedetto XVI per l'Avvento. La catechesi dedicata agli insegnamenti del vescovo di Aquileia, San Cromazio, vissuto nel IV secolo
  • Benedetto XVI concede l'indulgenza plenaria in occasione del 150° anniversario delle apparizioni della Vergine a Lourdes
  • I volontari saranno i protagonisti dell'apertura delle celebrazioni per i 150 anni delle apparizioni di Lourdes
  • Sottolineando la dimensione della Speranza nella sofferenza umana, il Papa lancia una sfida alla mentalità contemporanea: il commento sulla “Spe salvi” del prof. Antonio Maria Baggio
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • I vescovi venezuelani rilanciano il dialogo dopo la sconfitta di Chávez al referendum sulle riforme costituzionali
  • Giornata mondiale del Volontariato. La riflessione di Sergio Marelli
  • Chiesa e Società

  • In Cina ordinati altri due nuovi vescovi con l'approvazione del Papa
  • Il cardinale Kasper ha presieduto la celebrazione ecumenica per il 300.mo anniversario della nascita di Charles Wesley, uno dei fondatori del metodismo
  • Passi avanti nei colloqui tra cattolici e battisti
  • Libano: i vescovi maroniti contro il rinvio indefinito delle presidenziali
  • Nell’Africa occidentale un nuovo organismo riunirà le Conferenze episcopali dei Paesi di lingua inglese e francese
  • Continuano gli scontri nel Nord Kivu: a farne le spese sono soprattutto i minori
  • In Bielorussia i cristiani uniscono le loro forze nella lotta contro l’AIDS
  • Cresce la comunità cattolica negli Emirati Arabi
  • Festeggiati in Myanmar i 50 anni del Seminario maggiore San Giuseppe di Yangon
  • Apre a Gerusalemme la nuova Scuola femminile della Custodia dei padri francescani
  • In Messico i vescovi della Provincia di Durango esortano ad impegnarsi con fermezza in difesa della vita
  • Dopo quelli di Sydney, Melbourne e Perth anche a Brisbane apre un centro di ricerche sulla bioetica dedicato alla promozione della vita umana
  • Santa Barbara, modello di libertà: così ieri il cardinale Bertone nella festa patronale dei Vigili del Fuoco
  • Inaugurato l'Anno accademico della Cattolica a Roma. Ornaghi: Policlinico Gemelli a rischio per i tagli della Regione
  • Inizia oggi l'Anno vocazionale degli Agostiniani Recolletti
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovi attentati in Afghanistan e Iraq: decine le vittime, tra cui anche bambini
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'udienza generale, gli auguri di Benedetto XVI per l'Avvento. La catechesi dedicata agli insegnamenti del vescovo di Aquileia, San Cromazio, vissuto nel IV secolo

    ◊   L’Avvento sia un momento per riscoprire il rapporto con Dio che ci ama personalmente e non ci abbandona nelle mani di chi ci è nemico. Benedetto XVI ha concluso con questi pensieri la catechesi dell’udienza generale di questa mattina, tenuta in Aula Paolo VI e dedicata alla figura di un antico vescovo, San Cromazio, che resse con fede solida e coraggio le sorti della Chiesa di Aquileia, in un’epoca difficile del quarto secolo. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Un nome arcaico, un insegnamento intramontato. Cromazio è vescovo di Aquileia quando l’importante città del nord-est italiano - “fervente centro di vita cristiana” e dunque presa di mira dalle persecuzioni degli imperatori romani - deve affrontare le invasioni dei barbari, all’esterno, e proteggersi dall’onda lunga dall’eresia di Ario, all’interno. Quella che Cromazio guida in quegli anni “con coraggio ed energia” è - afferma con consapevolezza il vescovo - una “nave in un mare in tempesta”. Ma non una nave allo sbando. Una quarantina di sermoni, fortunosamente riscoperti, delineano i cardini del suo insegnamento, sintetizzati in questo modo da Benedetto XVI:

     
    "Cromazio fu sapiente maestro e zelante pastore. Il suo primo e principale impegno fu quello di porsi in ascolto della Parola, per essere capace di farsene poi annunciatore: nel suo insegnamento egli parte sempre dalla Parola di Dio, e ad essa sempre ritorna. Alcune tematiche gli sono particolarmente care: anzitutto il mistero trinitario (...) Poi il tema dello Spirito Santo (...) Ma con particolare insistenza il santo vescovo ritorna sul mistero di Cristo. Il Verbo incarnato è vero Dio e vero uomo: ha assunto integralmente l’umanità, per farle dono della propria divinità".

     
    Il Papa ha ricordato la grande stima di cui godeva Cromazio ai suoi tempi, se si pensa che egli, insieme con il vescovo di Roma e quello di Milano, fu il solo destinatario di una lettera di aiuto scritta dall’allora esiliato vescovo di Costantinopoli. Cromazio è un vescovo tenace, dunque, capace di parlare senza sofismi al cuore delle persone, in periodi in cui una parola poteva fare la differenza tra la disperazione e la fiducia:

     
    "Da zelante pastore qual è, Cromazio sa parlare alla sua gente con linguaggio fresco, colorito e incisivo. Pur non ignorando il perfetto cursus latino, preferisce ricorrere al linguaggio popolare, ricco di immagini facilmente comprensibili (...) Sempre nell’ottica del buon pastore, in un periodo burrascoso come il suo, funestato dalle scorrerie dei barbari, egli sa mettersi a fianco dei fedeli per confortarli e per aprirne l’animo alla fiducia in Dio, che non abbandona mai i suoi figli".

     
    E non è in contrasto il fatto che la solidità umana e dottrinale del vescovo di Aquileia trovi accenti di tenerezza quando i suoi insegnamenti, ha notato Benedetto XVI, si soffermano sulla Vergine Maria:

     
    "La sua dottrina mariologica è tersa e precisa. A lui dobbiamo alcune suggestive descrizioni della Vergine Santissima: Maria è la 'vergine evangelica capace di accogliere Dio'; è la 'pecorella immacolata e inviolata', che ha generato l’'agnello ammantato di porpora'. Il vescovo di Aquileia mette spesso la Vergine in relazione con la Chiesa: entrambe, infatti, sono 'vergini' e 'madri'.

     
    Cromazio muore in esilio nel 407, a Grado, dove aveva cercato scampo dalla ferocia delle scorrerie barbariche. Non “muoiono” però le sue parole, che il Papa ha posto come suggello alla catechesi. Un’esortazione definita da Benedetto XVI “perfettamente valida” ancora oggi, che si rivolge con intensità a Dio: “Preghiamolo di liberarci da ogni incursione dei nemici, da ogni timore degli avversari. Non guardi i nostri meriti, ma la sua misericordia”:

     
    "Così, proprio all'inizio del tempo di Avvento, San Cromazio ci ricorda che l'Avvento è tempo di preghiera, in cui occorre entrate in contatto con Dio. Dio ci conosce, conosce me, conosce ognuno di noi, mi vuol bene, non mi abbandona. Andiamo avanti con questa fiducia nel tempo liturgico appena iniziato".
     
    (applausi)

     
    L’udienza generale ha idealmente benedetto l’apertura dell’Anno Cromaziano indetto dalle Chiese di Udine e Gorizia, i cui fedeli, presenti in Aula Paolo Vi insieme con i rispettivi vescovi, sono stati salutati da Benedetto XVI. Nelle varie lingue, il Papa ha invitato la Chiesa a prepararsi adeguatamente al Natale in spirito di “vigilanza evangelica”, come pure alla solennità dell’Immacolata. E saluti particolari del Pontefice sono stati indirizzati ai membri del gruppo Follereau-de Foucauld, accompagnati dall’arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati, e alle Ancelle dell’Amore Misericordioso, impegnate nel Capitolo generale: “Le incoraggio - ha concluso Bendetto XVI - ad andare incontro a Cristo con la coerenza della fede per testimoniare con rinnovato ardore apostolico la divina misericordia”.

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    Benedetto XVI concede l'indulgenza plenaria in occasione del 150° anniversario delle apparizioni della Vergine a Lourdes

    ◊   Il Papa ha concesso l'indulgenza plenaria in occasione del 150.mo anniversario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes. Oggi la Penitenzieria Apostolica ha pubblicato il relativo Decreto. Il servizio di Sergio Centofanti:

     
    L’indulgenza plenaria è quotidianamente concessa ai fedeli, che dal prossimo 8 dicembre fino all’8 dicembre 2008 visiteranno, alle consuete condizioni, alcuni luoghi di Lourdes: il Battistero parrocchiale utilizzato per il battesimo di Bernadette, la casa detta “cachot” della famiglia Soubirous, la Grotta di Massabielle e la Cappella dell’ospizio, dove Bernardette fece la Prima Comunione.

     
    Il Papa concede l’indulgenza plenaria anche dal 2 all’11 Febbraio 2008 a quanti visiteranno in un tempio, una grotta, o luogo decoroso, in ogni parte del mondo, l’immagine benedetta della Beata Vergine Maria di Lourdes solennemente esposta alla pubblica venerazione. In questo periodo potranno ottenere l’indulgenza anche gli anziani, gli infermi, e tutti quelli che, "per legittima causa", non possono uscire da casa, se compiranno col desiderio del cuore una visita ai luoghi indicati a Lourdes e "offriranno con fiducia a Dio per mezzo di Maria le malattie e i disagi della loro vita".

     
    Le condizioni per ottenere l’indulgenza plenaria sono la Confessione sacramentale e la Comunione eucaristica: è necessario inoltre pregare secondo le intenzioni del Papa e avere l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato.

     
    Ricordiamo che l’Indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa nella Confessione. La pena temporale riguarda quella inclinazione al peccato che continua a permanere nell'uomo riconciliato con Dio, e che ha bisogno di purificazione, sia durante la vita, con un adeguato cammino penitenziale, sia dopo la morte, nel Purgatorio. L’indulgenza elimina questa pena: ed è applicabile anche ai defunti.

     
    Il Decreto della Penitenzieria Apostolica sottolinea che “con mirabile rapporto l’onnipotenza e l’infinita bontà di Dio hanno congiunto il compito provvidenziale di Maria, Madre del Nostro Signore Gesù Cristo e perciò Madre del Corpo Mistico di Lui, che è la Chiesa, e l’opera salvifica della Chiesa stessa”. La Penitenzieria afferma infine che “l’innumerevole serie di prodigi” riguardo alla salute del corpo e dello spirito avvenuti a Lourdes per intercessione della Vergine Maria, dimostra “con evidenza che il fine integrale dell’uomo è il bene di tutta la persona, qui sulla terra e soprattutto nell’eternità della salvezza”.

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    I volontari saranno i protagonisti dell'apertura delle celebrazioni per i 150 anni delle apparizioni di Lourdes

    ◊   Dall’8 dicembre 2007 all’8 dicembre 2008 si celebrerà a Lourdes un anno giubilare per celebrare il 150° anniversario delle apparizioni nella grotta di Massabielle. Il calendario dei dodici mesi - in cui è previsto l’afflusso di 8 milioni di pellegrini - è molto ricco, e svilupperà 12 "missioni" proprie di Lourdes, tra cui: i malati, gli esclusi, la conversione, la pace, i giovani e i volontari. E - afferma un comunicato della Sala Stampa vaticana - saranno proprio i volontari i protagonisti dell’apertura delle celebrazioni: 3.500 persone parteciperanno all’Incontro Internazionale: "L’Eglise en mission avec les bénévoles". Il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, celebrerà per loro il 7 dicembre la Messa presso la Basilica sotterranea di San Pio X. Il giorno successivo, l’8 dicembre, parlerà nella Sessione Plenaria dell’Incontro Internazionale su "La Deus Caritas est e il volontariato".

    A pochi giorni dalla conclusione in Vaticano del 1° Forum delle Organizzazioni non Governative di ispirazione cattolica in cui il Santo Padre ha incoraggiato ad individuare i modi efficaci e concreti per vivere "la grande creatività della verità circa l’innata dignità dell’uomo e dei diritti che ne conseguono", il cardinale Cordes potrà rilanciare il messaggio a quel particolare mondo del volontariato che da un secolo e mezzo accompagna e condivide la vita degli ammalati a Lourdes.

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    Sottolineando la dimensione della Speranza nella sofferenza umana, il Papa lancia una sfida alla mentalità contemporanea: il commento sulla “Spe salvi” del prof. Antonio Maria Baggio

    ◊   “La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”: è uno dei passaggi chiave della seconda parte della “Spe salvi” di Benedetto XVI. Nell’Enciclica, il Papa sottolinea che una società incapace di “far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana”. Sulla dimensione della speranza nella sofferenza, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Antonio Maria Baggio, docente di Etica sociale alla Pontificia Università Gregoriana:


    R. - Questo legame tra la speranza e la sofferenza si lega anche all’azione, ci indica certamente che chi agisce soffre. Ma in che senso questo? E’ un agire particolare quello cui fa riferimento il Papa: è l’agire in maniera pura, quello cioè che spera non nelle piccole speranze, nelle piccole cose, ma nella Speranza vera, quella che ci porta nelle cose di lassù, che ci porta direttamente a Dio, dunque oltre ciò che è sbagliato qui sulla terra. Ora nel far questo, nel lavorare per arrivare a questo, sapendo che poi è Dio che dona alla fine nella sua pienezza questa realtà, non la possiamo costruire noi uomini; però nel cercare di renderci disponibili a questa azione di Dio, il Papa sottolinea: “Noi abbiamo bisogno di agire nella sofferenza, per questo la speranza è legata alla sofferenza, perché ci permette di vedere e di vedere soprattutto che dentro di noi c’è già un dono che è stato fatto, sia personale, sia per l’umanità”. Quindi la speranza è quel dono che noi riconosciamo in noi, quel germe che deve crescere e può crescere soltanto soffrendo, cioè togliendo gli ostacoli, le cose che passano e che ci impediscono di vederlo.

     
    D. – In un altro passaggio, il Papa sottolinea che per quanti progressi possano compiere la scienza e la medicina, essa non può redimere l’uomo. Questo spetta all’amore. E’ un’affermazione forte, una sfida se vogliamo, alla mentalità contemporanea?

     
    R. – Sì, è vero, è un’affermazione formidabile! Il Papa svolge la sua analisi partendo addirittura da Bacone, cioè dal modo con il quale viene pensata la scienza moderna. Il Papa sottolinea che dietro a questa idea dell’azione nella società, e anche della conoscenza scientifica, c’è sempre un aspetto politico, un aspetto di potere. Quindi, né la scienza, né la politica, sanno realizzare in maniera piena quella speranza che pure l’uomo sente profondamente dentro di sé. La bellezza di questa Enciclica è che ci fa capire come anche i piccoli atti di amore, di donazione quotidiana, sono un contributo da portarsi al di là di questi miti del mondo contemporaneo, che riguardano la scienza e la politica, ai quali non possiamo credere perché non sono oggetto di fede! Fede e speranza ci sono solo per le cose più grandi.

     
    D. – Come dunque il cristiano può far fruttificare questi documenti, Deus caritas est e Spe salvi, di Benedetto XVI nella vita di ogni giorno?

     
    R. – Io ricordo un amico medico che era scienziato, un uomo sapiente. Si chiamava Cosimo Calò; si era specializzato nel seguire i malati terminali e lui diceva: “A mano a mano che una persona si spegne, se sa vivere il suo dolore con amore, se sa capire questo dolore con amore, se sa capire che questo dolore è il mezzo con il quale le parti superflue vengono tolte, si vede in lui la trasparenza. Il malato può anche non essere nella luce ma noi che lo guardiamo, vediamo più che mai, la presenza di Dio in lui”. Il dolore, il saper soffrire, ci aiuta a vedere meglio le cose. Il dolore che è amato, dice Chiara Lubich, diventa “super amore” cioè diventa amore efficace che sa trasformare. Questa, credo, sia l’indicazione pratica, concreta, di un'Enciclica estremamente intellettuale, ma anche estremamente semplice.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il decreto di indulgenza plenaria nel 150.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Lourdes.

    “Mi viene facile pregare Giorgio il santo” è il titolo di un'intervista di Giampaolo Mattei a Giulio Andreotti, che racconta La Pira.

    Un articolo di Davide Rondoni su un volume dedicato a Santa Caterina da Siena, piccola donna, scricciolo e guerriera, al centro degli incontri della storia.

    Un articolo di Nicola Gori sulla festa di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco, presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone.

    Nella politica internazionale, in rilievo il Vicino Oriente: Israele annuncia la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est.

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    Oggi in Primo Piano



    I vescovi venezuelani rilanciano il dialogo dopo la sconfitta di Chávez al referendum sulle riforme costituzionali

    ◊   Con i risultati del referendum di domenica in Venezuela, si apre “una nuova opportunità affinché i diversi settori del Paese possano costruire strade di collaborazione, cercare i modi di risolvere gli scontri e lavorare insieme in un clima di riconciliazione e di pace”. Lo ha detto l’arcivescovo di Maracaibo, mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera, presidente della Conferenza episcopale venezuelana (CEV), congratulatosi anche con i cittadini per la lezione di senso civico impartita con il referendum. Il servizio di Luis Badilla:


    Si tratta del più autorevole commento della Chiesa venezuelana dopo l’esito del referendum che ha sancito la bocciatura, da parte della maggioranza del Paese, delle 69 riforme alla Costituzione auspicate sia dal presidente Hugo Chávez sia dai suoi sostenitori. Nel Paese il dibattito si concentra adesso sul risultato della consultazione, sul dato dell’astensione, superiore al 44 per cento, e sul futuro della politica venezuelana. Per la Chiesa la priorità resta quella già indicata prima del referendum, cioè il dialogo e il confronto sulle proposte. Mons. Ubaldo Santana ritiene che adesso si possa aprire “una nuova opportunità in Venezuela”: ciò che è accaduto - ha affermato l’arcivescovo di Maracaibo - ci spinge “a continuare a compiere il nostro dovere di lavorare a fianco di tutti i venezuelani”. Il presidente della Conferenza episcopale venezuelana ha anche ricordato che la Chiesa, se necessario e richiesto, non si sottrarrà mai al dovere di “favorire l'incontro per il dialogo e l’intesa”, soprattutto tra il governo e l’opposizione. Sul versante politico, intanto, il capo di Stato Hugo Chávez, per il momento, si è limitato a dire che “il popolo non è ancora maturo per il socialismo del XXI secolo”. Chávez ha anche detto che la causa della sconfitta è da ricercare nella scarsa partecipazione al voto da parte dei propri sostenitori. Il ministro degli Interni, Pedro Carreño, è apparso infine più categorico e rispondendo a coloro che chiedono una pausa di riflessione per dialogare e cercare strade per le intese necessari, ha sottolineato che non è ancora arrivata l’ora della riconciliazione nazionale. “La vera riconciliazione – ha concluso - è quella capace di garantire l’uguaglianza e la giustizia sociale”.

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    Giornata mondiale del Volontariato. La riflessione di Sergio Marelli

    ◊   Costruire la pace, ridurre la povertà, far fronte ai cambiamenti climatici. Le sfide del mondo di oggi sono tali da dover essere affrontate in modo globale e il ruolo dei volontari resta di primo piano. Così, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo messaggio per l’odierna Giornata mondiale del Volontariato indetta dall’ONU, occasione, viene sottolineato, per dare visibilità e premiare il ruolo di coesione, di solidarietà e di educazione all’eguaglianza e al rispetto sociale svolto dal volontariato nelle comunità in cui è presente. Ma quale è oggi la geografia del volontariato, quali i tratti distintivi? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Sergio Marelli, direttore generale della FOCSIV, la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato:


    R. – E’ una geografia di forte espansione, che resta molto alta all’interno delle fasce giovanili, ma che non si riduce nelle età più avanzate. Un volontariato che sempre più assume una dimensione di responsabilità politica, ovvero la convinzione che solo attraverso un’azione di maggior giustizia si possa garantire un futuro comune a tutta l’umanità.

     
    D. – In tutto il mondo operano le vostre organizzazioni non governative. Quali sono, dunque, i numeri di questa attività e quali le vostre priorità?

     
    R. – Sono in servizio 952 volontari di 76 Paesi, che stanno gestendo oltre 750 progetti di lungo periodo. Una geografia molto distribuita che ha ancora le sue grandi priorità in Africa e in America Latina e che apre questa nuova frontiera nell’est dell’Europa, questi nuovi Paesi che continuano a mantenere delle sacche di estrema povertà, che richiedono ancora il nostro intervento.

     
    D. – Il riferimento specifico nel messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite per quest’anno è all’azione essenziale che il volontariato svolge nell’ambito delle emergenze climatiche. Ban Ki-moon sostiene che non è importante solo la presenza in casi di disastri, ma anche l’azione preventiva ed educativa che i volontari compiono nei confronti delle comunità locali. Qual è il suo giudizio su questo riferimento?

     
    R. – Questa emergenza sui cambiamenti climatici è finalmente tra le priorità della comunità internazionale, anche per la nostra continua pressione, per richiamare al di là dei catastrofismi la gravità e l’urgenza di considerare che il modello di sviluppo che viene oggi perseguito in via maggioritaria è un modello insostenibile. E’ da 30 anni per esempio che noi parliamo della necessità di adattare le tecnologie proprio ad uno sviluppo eco-compatibile. Uno sviluppo che tenga conto che l'obiettivo dello sviluppo della persona nella sua integralità, non può mai essere subordinato ad altri interssi. Quindi, non si può prescindere da un contesto ambientale vivibile.

     
    D. – Il 2008, scrive l’ONU, sarà l’anno del resoconto: verificare i progressi compiuti finora fin dall’inizio del 2000, soprattutto per gli Obiettivi del Millennio. Qual è a suo parere il giudizio del tempo trascorso?

     
    R. – Penso che si è riusciti ad avere coscienza che questi obiettivi sono necessari, riguardano tutti e non solamente i Paesi poveri e le popolazioni povere, ma al di là di questo non si è ancora andati. C’è insomma ancora un forte egoismo, uno scarso senso di solidarietà che rende la politica e le istituzioni irresponsabili verso il futuro dell’umanità.

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    Chiesa e Società



    In Cina ordinati altri due nuovi vescovi con l'approvazione del Papa

    ◊   Due importanti ordinazioni episcopali in Cina. Il 30 novembre scorso, festa di Sant'Andrea Apostolo, don Francesco Lu Shouwang è stato ordinato Vescovo di Yichang (Ichang), nella provincia di Hubei mentre è di ieri l’ordinazione di don Giuseppe Gan Junqiu che è divenuto Arcivescovo di Guangzhou (Canton), nella provincia di Guangdong. Le ordinazioni dei due sacerdoti, che erano stati indicati come degni e idonei per l'episcopato, hanno avuto luogo con l'approvazione pontificia. A Yichang, l'ordinazione di Mons. Lu Shouwang si è svolta nella cattedrale di San Giuseppe, davanti a numerosi fedeli provenienti anche dalle zone limitrofe ed è stata conferita da Mons. Luigi Yu Runshen, Vescovo di Hanzhong, coadiuvato da Mons. Paolo Su Yongda e da Mons. Giuseppe Zhao Fengchang, rispettivamente Vescovi delle diocesi di Beihai (Pakhoi) e di Yanggu (Yangku). A Guangzhou, la cerimonia di consacrazione di Mons. Gan Junqiu ha avuto luogo nella cattedrale, nota come la “Casa di Pietra”, una delle più ampie chiese gotiche della Cina, costruita 120 anni fa e restaurata di recente. Il rito è stato presieduto da Mons. Giovanni Fang Xingyao, Vescovo di Linyi (Ichow), assistito dal succitato Mons. Paolo Su Yongda e da Mons. Giuseppe Liao Hongqing, Vescovo di Meixian (Kaying). Le comunità cattoliche di Yichang e di Guangzhou hanno partecipato in grande numero alle rispettive celebrazioni (più di mille persone in ciascuna cerimonia religiosa). In entrambi i casi, i fedeli hanno manifestato la loro gioia di avere, dopo alcuni anni di sede vacante, un Pastore che, in comunione con la Santa Sede e con la Chiesa universale, li possa guidare nel cammino di fedeltà a Cristo e di annuncio del Vangelo nelle non facili condizioni del mondo attuale. (R.P.)

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    Il cardinale Kasper ha presieduto la celebrazione ecumenica per il 300.mo anniversario della nascita di Charles Wesley, uno dei fondatori del metodismo

    ◊   La piena comunione nella fede, nella missione e nella vita sacramentale sono obiettivo del dialogo tra cattolici e metodisti. E’ quanto si legge nel messaggio del Cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, in occasione dei 300 anni della nascita di Charles Wesley, fondatore del metodismo con il fratello John. Proprio al cardinale è stato chiesto di presiedere lunedì scorso, nella basilica di San Paolo fuori le mura, la celebrazione ecumenica per commemorare l’anniversario. L’incontro di preghiera – riferisce l’Osservatore Romano – è stato scandito dalla recita del Padre Nostro e dagli inni composti da Charles Wesley. Il porporato, nel messaggio, ha sottolineato l’opportunità di celebrare questo anniversario intonando alcuni di questi inni: i suoi canti di lode – scrive il cardinale Walter Kasper – sanno conciliare “il linguaggio eloquente e la profondità teologica delle scritture con la fede della Chiesa nel corso dei secoli”. Affrontano temi – aggiunge il porporato – che riflettono “la convergenza fra metodisti e cattolici su aspetti fondamentali della vita cristiana”. “Gli inni di Charles Wesley – si legge poi nel messaggio - sebbene contengano alcuni riferimenti che potrebbero addolorarci, in quanto riflettono il contesto polemico dei tempi in cui furono scritti, sono un dono da accogliere”. La cerimonia ha visto la partecipazione dei più alti rappresentanti metodisti e della Comunione anglicana. Le relazioni tra cattolici e metodisti sono state rafforzate, nel 2006, da due importanti avvenimenti. Lo scorso mese di maggio la commissione di dialogo cattolica-metodista ha concluso l’elaborazione del suo ultimo documento incentrato sul tema “La grazia che vi è data in Cristo: cattolici e metodisti approfondiscono la riflessione sulla Chiesa”. Due mesi dopo, a Seoul, le Chiese che fanno parte del Consiglio metodista mondiale hanno approvato la dichiarazione metodista di adesione alla dichiarazione congiunta della giustificazione, documento approvato dalla Chiesa cattolica e dalla Federazione luterana mondiale. (A.L.)

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    Passi avanti nei colloqui tra cattolici e battisti

    ◊   Continuare ad esplorare la base comune tra cattolici e battisti sull’insegnamento biblico, la fede apostolica e la vita pratica cristiana, ma anche gli ambiti di divisione. E’ la finalità di una serie di incontri in corso, in questi giorni, presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Si tratta di un secondo ciclo di conversazioni tra cattolici e battisti, incentrati sul tema: “La parola di Dio nella vita della Chiesa: scrittura, tradizione e koinonia”. La prima serie di incontri (1984-1988) si era conclusa con la pubblicazione del documento: “Il mandato di testimoniare Cristo nel mondo di oggi”. Le prossime riunioni – riferisce l’Osservatore Romano - affronteranno argomenti controversi: si parlerà dalle nozioni di sacramento e cerimonia nelle due tradizioni e, in particolare, il battesimo e l’eucaristia. Poi si parlerà anche di Maria nella comunione della Chiesa alla luce della scrittura e della Chiesa primitiva e in relazione alla cristologia e all’ecclesiologia. Verrà anche affrontata la questione del primato del ministero della Chiesa. Molte di tali questioni sono stati temi controversi in campo ecumenico. Il fatto che siano ora inseriti nelle conversazioni con i battisti, è segno della crescita delle relazioni e dello stesso movimento ecumenico. (A.L.)

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    Libano: i vescovi maroniti contro il rinvio indefinito delle presidenziali

    ◊   Il Consiglio episcopale della Chiesa cattolico-maronita libanese si è pronunciato oggi contro “le obiezioni e le precondizioni” che rischiano di far “rinviare indefinitamente” le elezioni del nuovo presidente della Repubblica. “Tutte le preoccupazioni” di ordine politico – si legge in un comunicato - “devono essere affrontate dopo l’elezione del presidente della Repubblica”, che in base al sistema politico del Libano deve essere un maronita. La presa di posizione dei vescovi maroniti giunge dopo che la maggioranza parlamentare antisiriana ha manifestato il proprio appoggio alla candidatura alla presidenza del comandante dell’esercito, il generale Michel Suleiman. La Costituzione libanese non prevede, però, l’accesso alle cariche elettive per gli alti funzionari di Stato. In Libano, intanto, resta difficilissima la situazione dei profughi iracheni: l’organizzazione Human Rights Watch denuncia, infatti, che le autorità del Paese dei cedri rifiutano di concedere uno status legale, anche solo temporaneo, ai profughi iracheni. Per loro – riferisce l’agenzia AsiaNews – sono due le alternative: la prigione o il rientro in Iraq. Nel documento presentato da Human Rights Watch, dal titolo “Marcire qui o morire laggiù”, si ribadisce anche che le autorità di Baghdad non sono pronte a gestire un flusso migratorio di ritorno. Tutti i profughi che si trovano nei Paesi mediorientali sono generalmente riconosciuti con lo status di rifugiati dall’Alto commissariato ONU per i rifugiati. Ma il Libano non aderisce alla Convenzione delle Nazioni Unite del 1951. Il risultato è che senza uno status legale, gli iracheni in Libano non possono trovare lavoro e quando lo trovano, sono sfruttati. Secondo dati dell’ONU, i profughi iracheni sono circa 4 milioni e in Libano almeno 40 mila. Nelle ultime settimane si è assistito, infine, a massicci rientri in Iraq soprattutto dalla Siria, incoraggiati da incentivi economici concessi dal governo iracheno. (A.L.)

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    Nell’Africa occidentale un nuovo organismo riunirà le Conferenze episcopali dei Paesi di lingua inglese e francese

    ◊   Si uniranno in un solo organismo le Conferenze episcopali dell’Africa occidentale anglofona e francofona, rispettivamente l’AECAWA, che riunisce Ghana, Liberia, Sierra Leone, Gambia e Nigeria, e la CERAO, che coordina Benin, Burkina-Faso, Niger, Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Mauritania, Capo Verde, Guinea Bissau, e Togo. La nuova Conferenza episcopale dell’Africa occidentale – riferisce l’agenzia Sir - sarà costituita da 144 vescovi e amministrata attraverso un Comitato esecutivo formato da un presidente e da un vicepresidente, da dieci vescovi e da un segretario generale. Nel percorso che porterà alla costituzione del nuovo organismo, le cui fondamenta sono state gettate nel 2000 a Ouagadougou, nel Burkina-Faso durante una prima assemblea congiunta, il primo passo sarà la formazione di un’associazione unitaria che solo in seguito darà vita alla nuova e più grande Conferenza episcopale dell’Africa occidentale. Il nuovo soggetto entrerà a far parte del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SECAM/SCEAM) che riunisce tutte le Conferenze episcopali regionali del Continente. La questione sarà discussa ad Abuja, in Nigeria, nel corso di un incontro che, iniziato oggi, si protrarrà fino al prossimo 9 dicembre. (C.D.L.)

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    Continuano gli scontri nel Nord Kivu: a farne le spese sono soprattutto i minori

    ◊   Sarebbe composta soprattutto da minori la popolazione degli sfollati in fuga dagli scontri del Nord Kivu, regione settentrionale della Repubblica Democratica del Congo: sono 400 mila i civili – riferisce l’agenzia Misna - che dall’inizio dell’anno cercano riparo dai combattimenti che contrappongono l’esercito regolare congolese (FARDC) ai miliziani fedeli al generale dissidente, Laurent Nkunda. Secondo quanto riferito dall’UNICEF sarebbero inoltre 1000 i minori arruolati nelle file dei ribelli: di questi, l’organizzazione umanitaria ne avrebbe sottratto ai miliziani solo 200. Gli scontri degli ultimi giorni – informano ancora dall’UNICEF – avrebbero provocato la fuga di altre 40 mila persone aggravando il bilancio della crisi umanitaria che, a partire da agosto, colpisce il Paese al confine con Rwanda e Uganda ed, in particolare, i territori di Rutshuru e Masisi. (C.D.L.)

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    In Bielorussia i cristiani uniscono le loro forze nella lotta contro l’AIDS

    ◊   Cattolici e ortodossi hanno firmato ieri, in Bielorussia, una Dichiarazione di partnership sociale tra le Chiese cristiane sull’AIDS. L’arcivescovo di Minsk, mons. Tadeusz Kondrusiewicz – rende noto l’agenzia Zenit - ha affermato che la Chiesa cattolica “tende la mano a quanti sono relegati al margine della società, prega per loro e consola con misericordia i malati e i morenti”. Il metropolita ortodosso Filarete di Minsk ha sottolineato inoltre che l’obiettivo “è di mettere in guardia quanti non sanno e di aiutare chi soffre”. Sono poi state indicate tre priorità nella lotta all’AIDS: prevenzione, cura dei malati e accompagnamento dei morenti. Il direttore della missione interconfessionale Christian Social Service, Nickolay Matrunchik, ha aggiunto che bisogna applicare i principi cristiani nella lotta contro questa terribile malattia. In base a recenti statistiche, in Bielorussia sono risultate positive all’HIV oltre 8.500 persone. La maggior parte sono di età compresa tra 15 e 29 anni. (A.L.)

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    Cresce la comunità cattolica negli Emirati Arabi

    ◊   Cresce in misura costante la comunità dei cattolici negli Emirati Arabi. Nel 2004 il vicariato apostolico d’Arabia, eretto nel 1888 per sopperire alle esigenze di un’esigua comunità, contava oltre un milione e trecentomila fedeli, suddivisi in venti parrocchie curate da appena quarantacinque sacerdoti tra secolari e regolari. “E’ impressionante l’incremento registrato negli ultimi anni, con le nostre sole forze non riusciamo a tenervi testa” ammette don Tony Kuruvilla, salesiano. Il religioso si dice sorpreso della “dedizione incontrata tra gli immigrati delle più disparate nazionalità, motivo di gioia e sprone al mio zelo pastorale”. Le cifre della comunità di San Michele a Sharja, in cura ai Frati Cappuccini, confermano questa tendenza: sono indiani, filippini, africani, cinesi ed arabo-cristiani i 65 mila fedeli della più grande parrocchia del vicariato apostolico d’Arabia. Una comunità cosmopolita che impone un ripensamento delle linee d’azione pastorali. Se fino a dieci anni fa si celebrava secondo rito latino e l’inglese era la lingua franca, oggi la parrocchia prevede liturgie settimanali secondo la tradizione siro –malabarese e siro-malankarese. L’afflusso dei fedeli alle funzioni ed alle attività catechetiche pone un problema di sovraffollamento delle strutture. “Mi sono spesso chiesto il motivo di un tale attaccamento alla fede” riflette don Kuruvilla “temo che su di esso influisca il clima d’accerchiamento che incombe sui cristiani”. (C.D.L.)

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    Festeggiati in Myanmar i 50 anni del Seminario maggiore San Giuseppe di Yangon

    ◊   Nonostante le difficoltà, la Chiesa in Myanmar procede per la sua strada a piccoli passi, tenendo vive la fede, la speranza e la carità. In questo fruttuoso itinerario, la Chiesa dell’ex Birmania è stata supportata, ormai da 50 anni, dal Seminario Maggiore “San Giuseppe” di Yangon, che recentemente ha celebrato il proprio Giubileo. Alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal delegato apostolico in Myanmar mons. Salvatore Pennacchio, hanno partecipato numerosi vescovi giunti da varie zone del Paese ma anche da Malaysia e Thailandia. E’ stato un evento di grande festa per la Chiesa in Myanmar, preceduto da un Simposio incentrato sul tema: “Formare i preti nel millennio che cambia in Myanmar” e dall’ordinazione di 34 diaconi. Mons. Salvatore Pennacchio ha espresso le proprie congratulazioni e il suo incoraggiamento alla Chiesa del Myanmar. In 50 anni di vita, il Seminario ha formato 680 preti, dei quali molti sono divenuti vescovi. Oggi – ha concluso il delegato apostolico – la struttura accoglie 158 seminaristi che sono “chiamati a mettersi alla sequela della Croce di Cristo e, a scoprire, sulle sue orme, chia siamo realmente, l’identità di discepoli e di apostoli”. (A.L.)

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    Apre a Gerusalemme la nuova Scuola femminile della Custodia dei padri francescani

    ◊   Nuovi locali per la Scuola femminile della Custodia in Terra Santa. Fondato nel 1841 l’istituto francescano ha inaugurato ieri la struttura di Gerusalemme, “un importante punto di riferimento per l’educazione e l’istruzione dei giovani – sottolinea il vicario custodiale, padre Artemio Vìtores - luogo di dialogo, di rispetto e di conoscenza reciproca”. L’istituto, realizzato grazie al sostegno dall’Agenzia spagnola per la cooperazione internazione e dalla Fondazione per la promozione sociale e la cultura, detiene un primato nell’ambito delle scuole della Terra Santa: è stato aperto con 20 anni di anticipo sulla prima scuola femminile ebraica, e 50 anni prima di quella musulmana. Per l’inaugurazione della nuova struttura – riferisce il Sir - il vicario custodiale ha ribadito “l’importanza e la necessità di avere scuole anche per le bambine”, “in un tempo in cui sono i bambini di famiglie musulmane ad essere la maggioranza degli allievi”. Padre Vìtores ha ricordato inoltre “l’apertura, la sollecitudine, l’impegno e la dedizione con cui i francescani hanno sempre curato l’aspetto educativo nel loro plurisecolare apostolato verso tutta la popolazione della Terra Santa”. (C.D.L.)

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    In Messico i vescovi della Provincia di Durango esortano ad impegnarsi con fermezza in difesa della vita

    ◊   Tutto quello che si oppone alla vita, violando l’integrità della persona umana e offendendo la dignità umana, corrompe la civiltà. E’ quanto scrivono i vescovi della Provincia ecclesiastica di Durango, nel messaggio alla fine della Quinta riunione della Provincia. I presuli – rende noto l’agenzia Fides – chiedono anche di impiantare una cultura della vita nel mondo perché questa “è un dono di Dio che dobbiamo accogliere, promuovere e difendere”; per questo – aggiungono – “la vita umana deve essere protetta e tutelata a tutti i costi dal suo inizio fino alla sua fine naturale”. Secondo i vescovi, “il primo imperativo etico dell'uomo verso sé stesso e verso gli altri, è quindi il rispetto della vita; ogni società civilizzata si costruisce su questa base” e questo bene costituisce il fondamento di qualunque altro bene. Per la Chiesa - continua il Messaggio - optare per la vita implica tra le altre cose, promuovere iniziative di appoggio a chi si trova in situazioni complesse e davanti a problemi che mettono in pericolo la vita. Il messaggio si conclude con un’esortazione a tutti per impegnarsi a rendere ogni uomo libero “dalle minacce della fame e da ogni tipo di violenza, eliminando tutte le disuguaglianze sociali e le enormi differenze nell’accesso ai beni". (A.L.)

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    Dopo quelli di Sydney, Melbourne e Perth anche a Brisbane apre un centro di ricerche sulla bioetica dedicato alla promozione della vita umana

    ◊   E’ intitolato a Papa Wojtyla il nuovo Centro per la Vita inaugurato ieri a Brisbane, in Australia, dall’arcivescovo mons. John Bathersby. L’istituto si occuperà delle questioni di promozione e difesa della vita umana, condurrà ricerche e studi sulla bioetica, e avrà il compito di sviluppare le linee pastorali riguardanti la Famiglia, da mettere a disposizione di parrocchie, scuole, movimenti, aggregazioni laicali nella diocesi. Per l’occasione mons. Bathersby ha sottolineato come la filosofia del Centro si ispiri ad “una delle frasi più gioiose” del Vangelo di Giovanni: “Sono venuto a portarvi la vita, e la vita in abbondanza”. Per questo, ha aggiunto, “è immediatamente comprensibile che la Chiesa, seguendo le orme di Gesù, si faccia promotrice della vita in tutta la sua varietà. Specialmente oggi, nel campo della bioetica, ma anche in quel luogo che è importantissimo per la crescita morale, psicologica e spirituale dell’individuo, la famiglia”. Promosso dalla diocesi, il Centro per la Vita si propone sia come un luogo di elaborazione culturale e di studio, in collaborazione con le università cattoliche, sia come occasione di elaborazione pastorale. (C.D.L.)

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    Santa Barbara, modello di libertà: così ieri il cardinale Bertone nella festa patronale dei Vigili del Fuoco

    ◊   “In questa solenne e familiare celebrazione eucaristica guardiamo a Santa Barbare come ad un fulgido esempio”. E’ quanto ha detto ieri nella Basilica di San Giovanni in Laterano il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone in occasione della celebrazione in onore di Santa Barbara. “Fu martire nei secoli delle prime generazioni cristiane”, ha affermato il porporato nell’omelia. “E per essere libera di servire Dio – ha aggiunto – scelse la vita verginale”. Fu quindi imprigionata e uscì “miracolosamente indenne dal carcere attaccato dalle fiamme”, prima di essere uccisa. Alla cerimonia in onore di Santa Barbara, patrona del Corpo dei Vigili del Fuoco, hanno partecipato centinaia di pompieri. Il cardinale Tarcisio Bertone ha anche sottolineato che ogni giorno i Vigili sono chiamati ad una sorta di “martirio incruento” per portare aiuto a chi ha bisogno. Così – ha spiegato il porporato – in località devastate da incendi e inondazioni, “la sirena dei mezzi di soccorso è accolta dalla gente come un segno di speranza”. La celebrazione – riferisce il quotidiano Avvenire - si è conclusa con la benedizione di 600 allievi. La figura del Vigile del Fuoco è nata nell’antica Roma, dove gli incendi erano frequenti. (A.L.)

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    Inaugurato l'Anno accademico della Cattolica a Roma. Ornaghi: Policlinico Gemelli a rischio per i tagli della Regione

    ◊   Nella società contemporanea “sembra mancare un'alta tensione spirituale e morale”: lo ha detto il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco durante la messa celebrata questa mattina a Roma in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università Cattolica. ''Per studiare – ha spiegato il porporato - è necessario non solo indagare e applicarsi con rigore e metodo ma anche coltivare la dimensione spirituale e quella morale”. A conclusione della celebrazione, il cardinale Angelo Bagnasco ha espresso poi, a nome di tutti i vescovi italiani, l’apprezzamento e la riconoscenza per l’Università Cattolica: questa Istituzione – ha detto – rende un grande servizio a tutti ed è “espressione significativa e indispensabile dell’amore della Chiesa all’uomo, alla ragione, all’intelligenza, alla cultura e al bene della persona umana”. Il porporato ha quindi espresso l’augurio per un anno fecondo, all’insegna della formazione integrale della persona e ricordato che ricerca e apprendimento della verità in tutte le sue forme richiedono “un sentire alto, una nobiltà interiore di pensiero”, cuore e azione. Il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, nel discorso alla cerimonia di apertura dell'Anno Accademico ha dichiarato che “il piano di rientro dei costi nella Sanita' della Regione Lazio “penalizza fortemente il Policlinico Agostino Gemelli sia per quanto riguarda la programmazione futura, sia rispetto all'erogazione dei finanziamenti e ai pagamenti già dovuti in base al protocollo d'intesa”. Se il Policlinico Gemelli - ha concluso il rettore - è patrimonio unico e indispensabile per la capitale e per il Lazio, è da tempo risorsa preziosa per tutto il Paese”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Inizia oggi l'Anno vocazionale degli Agostiniani Recolletti

    ◊   Comincia oggi l'Anno vocazionale degli Agostiniani Recolletti (AVAR 2008), indetto dal Priore Generale, P. Javier Guerra Ayala, che avrà per obiettivo quello di diffondere il carisma agostiniano, specialmente dove è presente l'Ordine. Con questo AVAR 2008, scrive l'Agenzia Fides, gli Agostiniani si propongono di “promuovere e diffondere una cultura vocazionale” e di presentare alla società l'opzione per Gesù Cristo, attraverso la vita religiosa ed in particolare la vocazione Agostiniana Recolletta, come un'opzione capace di riempire tutta la vita. Per celebrare l'inizio dell'AVAR 2008 sono stati organizzati in tutto il mondo, diversi atti inaugurali: dalle Filippine fino alla Spagna, dagli Stati Uniti all'Argentina. Gli Agostiniani Recolletti sono un'ordine religioso formato da circa mille duecento religiosi. Con una dimensione contemplativa, di vita comunitaria e di missione apostolica, esercitano il loro apostolato in 209 parrocchie, 53 centri educativi e 9 territori di missione. Il carisma agostiniano recolletto è condiviso dai monasteri di suore agostiniane nati nello stesso tempo e con le stesse aspirazioni spirituali. Le congregazioni Augustinian Recollect Sisters, Agostiniane Recollette del Cuore di Gesù e Missionarie Agostiniane Recollette conservando la propria identità e missione sono parte della famiglia agostiniana-recolletta. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Nuovi attentati in Afghanistan e Iraq: decine le vittime, tra cui anche bambini

    ◊   E' di almeno 13 morti (sette civili, tra i quali quattro bambini, e sei militari) il bilancio dell'attentato suicida a Kabul contro un bus dell'esercito. Ci sono bambini anche tra i feriti. L'attentato, rivendicato dai talebani, si è verificato dopo la conclusione della visita a sorpresa a Kabul del segretario americano alla Difesa, Robert Gates, che si è recato in Iraq.

    Iraq
    Il Segretario alla Difesa americano, Gates, è prima giunto a Mossul, che è stata proprio in quelle ore, teatro di un’esplosione così come Kirkuk e Bakuba: almeno otto persone hanno perso la vita e oltre 30 sono state ferite. Poi Gates è giunto a Baghdad dove incontrerà il presidente iracheno Talabani, il premier Nouri al-Maliki e il comandante in capo delle forze USA, generale David Petraeus.

    Turchia-PKK
    Il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) sta incrementando la sua presenza nell'area del Caucaso ed ha aperto cinque campi in Armenia per l'addestramento dei suoi militanti, che vengono poi inviati a compiere azioni armate in Turchia, Iraq ed Iran. Vengono mandati anche in Europa, e spesso partecipano al traffico di droga. Lo afferma il giornale turco Aksham citando rapporti di intelligence, presumibilmente turchi. Secondo tali rapporti, il PKK utilizzerebbe le sue basi nella capitale dell'Armenia, Yerevan, per coordinare le sue attività nel Caucaso ed in particolare anche in Georgia.

    Medio Oriente
    Tre palestinesi uccisi e altri cinque feriti da soldati israeliani nel nord della Striscia di Gaza, vicino alla città di Beit Lahiya. Un portavoce dell'esercito israeliano ha confermato che l'aviazione ha effettuato un raid nel nord della regione palestinese senza fornire altre precisazioni. Il braccio armato di Hamas, che ha preso il controllo della striscia di Gaza in giugno, ha affermato che i tre palestinesi uccisi facevano parte delle Brigate Ezzedine al-Qassam.

    Iran
    Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, è tornato oggi ad attaccare i traditori interni che “collaborano con il nemico”. Lo ha fatto dopo aver cantato vittoria per il pronunciamento dell’Intelligence statunitense sul programma nucleare del Paese. Il nostro servizio:

    Akhmadinejad chiama traditori chi chiede di “fare concessioni sul programma nucleare” all’Occidente. Esponenti pragmatici e riformisti, come gli ex presidenti Rafsanjani e Khatami, negli ultimi tempi hanno suggerito prudenza sottolineando il pericolo di un isolamento o addirittura di un attacco. Akhmadinejad torna a bollarli come traditori nel giorno in cui canta vittoria. Con enfasi parla di “vittoria su tutte le potenze del mondo”, per il documento dei servizi segreti statunitensi. Il rapporto sostiene che l’Iran ha interrotto il proprio programma di armamento nucleare nel 2003, confermando la posizione dell'AIEA e del direttore generale ElBaradei: Teheran ha mentito e taciuto sulle sue attività nucleari ma non ci sono prove di una diversione a scopi militari. Di fatto, il documento dell’Intelligence USA rimescola le carte del dibattito: non potrà essere ignorato dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. “Le cose sono cambiate”, dice la Cina, e Israele sottolinea che sarà più difficile convincere Stati riluttanti a votare sanzioni più severe per l’Iran. Guardando agli Stati Uniti, mentre i democratici tornano a difendere la via diplomatica, Bush ribadisce che in ogni caso l’Iran è un pericolo. Nelle stesse ore, la casa Bianca annuncia la visita del presidente in Medio Oriente per gennaio.

    Congo
    E' stata una grande vittoria. Così si è espresso il capo di Stato maggiore e generale delle forze armate della Repubblica Democratica del Congo (Fardc), con riferimento alla presa di Mushake (Nord-Kivu, est del Paese) dopo due giorni di combattimenti contro le truppe del generale ribelle Laurent Nkunda. “L'82.ma brigata si trova a Mushake e controlla ormai tutte le alture intorno al villaggio”, ha precisato il generale Dieudonne' Kayembe, arrivato a Goma, capitale del Nord-Kivu. Dal canto suo, la missione dell'ONU nel Paese, che fornisce un apporto logistico all'esercito, ha dichiarato di aver evacuato più di 50 soldati lealisti rimasti feriti. Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti avevano rivolto un appello al dissidente a lasciare il Paese al fine di evitare uno spargimento di sangue con le forze governative della Repubblica democratica del Congo. Lunedì le forze governative avevano lanciato una vasta offensiva e ripreso il controllo di diverse località del territorio di Masisi, intorno a Sake.

    Somalia
    Il presidente somalo, Abdullahi Yusuf, resta ricoverato ed in condizioni che appaiono gravi, presso il Nairobi Hospital, nella capitale keniana, dove è giunto ieri da Baidoa, Somalia occidentale. Ufficialmente, c'è ottimismo sul suo stato di salute ma fonti concordi, seppur non ufficiali, parlano di condizioni molto serie. Avrebbe dovuto partecipare all'incontro oggi ad Addis Abeba con il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, dedicato ai Grandi Laghi, Sudan e Somalia. E di lì volare a Lisbona per il vertice UE-Africa. Intanto sul piano politico, l’opposizione afferma che non c'è alcuna possibilità di dialogo con l'attuale governo - che ne aveva proposto il rilancio nei giorni scorsi - così come non c'era con quello precedente. A parlare è Sceikh Sharif Ahmed, attuale leader dell'Alleanza per la Riliberazione della Somalia (ARS), una sorta di 'ombrello' che raccoglie tutte le anime dell'opposizione, che ha la sua base operativa ad Asmara. Chiede come precondizione per il dialogo che le truppe “di invasione e di occupazione” etiopiche lascino il Paese. Sharif era il leader dell'ala moderata delle Corti Coraniche che hanno controllato Mogadiscio e buona parte della Somalia per la seconda metà dello scorso anno. Le truppe etiopiche hanno poi cacciato le Corti coraniche ma non sono riuscite a districarsi dal pantano somalo: nella capitale la guerra civile infuria sempre di più con moltissimi morti tra i civili ed un vero e proprio disperato esodo biblico della popolazione.

    La Slovenia nello spazio Schengen
    L'Europa di Schengen si allarga e la Slovenia incomincia a smantellare i posti di blocco ai confini con l'Italia. L'operazione dovrebbe concludersi il 21 dicembre, data scelta dall'Europa per l'ufficializzazione dell'ingresso di Lubiana nello spazio Schengen. I primi posti di blocco a cadere sono stati quelli del valico di Rabuiese alle spalle di Trieste. Nei prossimi giorni, l'operazione dovrebbe estendersi agli altri valichi della città e a quelli di Gorizia. Altrettanto, dovrebbe accadere sul territorio italiano dove le operazioni di smantellamento delle guardiole di confine, però, non sono ancora cominciate.

    Immigrazione clandestina
    Due imbarcazioni con a bordo 91 immigranti clandestini di origine subsahariana, tre dei quali morti in viaggio, sono giunte questa notte a Tenerife, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie: lo riferisce questa mattina l'edizione on line del quotidiano El Pais. Le due imbarcazioni sono state avvistate nella notte dai guardacoste spagnoli. Una delle due, con a bordo 51 persone e il cadavere di un clandestino morto in mare, è stata accompagnata verso il porto di Los Cristianos. L'altra, che trasporta 39 persone, due delle quali morte, ha fatto rotta scortata da una barca del soccorso in mare spagnolo a sua volta verso Los Cristianos.

    Continua a Bali la conferenza internazionale sul clima
    L'Australia è l'ultima nazione arrivata al tavolo delle trattative sui cambiamenti climatici. Canberra ha ratificato il Protocollo di Kyoto, che prevede la riduzione dei gas ad effetto serra entro il 2012, e chiede agli Stati Uniti di aderire all’intesa. Oggi a Bali anche la Germania ha concordato un piano che prevede la riduzione del 36% delle emissioni entro il 2020. Nel dibattito sul riscaldamento del pianeta emergono due posizioni: quella di chi pone l’azione indiscriminata dell’uomo all’origine del fenomeno e quella di chi parla di mutamenti climatici periodici e naturali della Terra. Giancarlo La Vella ha intervistato Vincenzo Altale, climatologo dell’Enea:

    R. - Il dibattito non è più fermo su queste due posizioni per il semplice fatto che uno non può ignorare l’altro nel senso che la variabilità naturale è sicuramente un elemento importante; però, è altrettanto indubbio che c’è comunque un contributo umano. Pertanto, giustamente, i Paesi più avanzati non sono più incastrati in tale questione, che non è scientifica ma alla fine politica.

     
    D. – Professor Altale, il problema del clima è qualcosa che va affrontato soltanto a livello di governi oppure anche ognuno di noi può fare qualcosa?

     
    R. – Tutti e due. Prima di tutto se non c’è coscienza del cittadino, se non c’è una nuova visione dell’integrazione dell’uomo con la natura in generale, chiaramente poi i governi fanno poco. Alla fine nelle democrazie moderne, per fortuna, il cittadino conta; quindi, il ruolo centrale è il ruolo dell’uomo. Chiaramente poi questo impone ai governi un approccio a livello globale. Secondo me, il clima è veramente un grande stimolo per un cambiamento di relazione tra scienza, società ed evoluzione, perché da un punto di vista economico è anche conveniente pensare un modello nuovo. I principi fisici di tutte le cose che noi più o meno facciamo funzionare, hanno 200 anni, sono troppo vecchi. Le nuove invenzioni apportano efficienze molto più alte, dal 15 fino al 30, 40, 45 per cento; perché non utilizzarle, dal momento che si produce meno CO2? Il clima è una chiave per trasformare la società, per migliorarla.

    Colombia
    La proposta del governo colombiano di invitare il presidente francese Nicolas Sarkozy ad una riunione con la guerriglia delle FARC per negoziare la liberazione degli ostaggi, tra cui Ingrid Betancourt, richiede tempo per capire quale sia la strategia migliore. Lo ha detto un alto responsabile dell'Eliseo, aggiungendo che Sarkozy intende recarsi in Colombia “per essere utile” poichè la priorità del capo dello Stato è la liberazione della Betancourt e degli altri ostaggi. La Colombia si augura ormai “negoziati diretti tra le FARC e l'Alto commissario per la pace Luis Carlos Restrepo”, cui dovrebbe partecipare nelle intenzioni della Colombia anche Sarkozy.

    Cina
    Un gruppo di sessantanove avvocati ed esperti di legge cinesi ha chiesto l'abolizione del sistema di “detenzione per la rieducazione”, che permette alla polizia di tenere un cittadino detenuto per tre anni senza che il caso venga portato davanti alla magistratura. In una lettera all'Assemblea Nazionale del Popolo i firmatari ricordano che il sistema è completamente arbitrario, essendo basato esclusivamente sul giudizio dei funzionari di polizia, e che è al di fuori del sistema giudiziario: questo contraddice l'articolo 37 della Costituzione - che garantisce la “libertà personale” - e le leggi sul sistema penale varate nel 1996 e nel 2000. Inoltre, viola i trattati internazionali sui diritti umani che la Cina ha firmato. La “rieducazione attraverso il lavoro”, prosegue il documento, “rompe l'equilibrio tra pubblica sicurezza, Procure della Repubblica e sistema giudiziario”. In numerosi casi, prosegue la lettera, essa è stata usata come “uno strumento” per attaccare non solo i dissidenti dichiarati ma anche i semplici cittadini che cercano di difendere i loro diritti. Il sistema della rieducazione attraverso il lavoro, che i cinesi chiamano “detenzione amministrativa”, è stato introdotto in Cina nel 1957. Membri dell'Assemblea nazionale del popolo hanno annunciato negli anni scorsi iniziative per abolire, o almeno per limitare, l'uso della rieducazione. Tra i firmatari della lettera aperta, compaiono gli studiosi di legge He Weifang e Jiang Ping.

    Thailandia
    Grandi festeggiamenti in Thailandia per gli ottanta anni del re Bhumibol Adulyadej, il monarca vivente con lo 'stato di esercizio' più lungo al mondo. Più di 100.000 persone, secondo le stime della polizia, hanno reso omaggio al sovrano, sullo sfondo di un Paese ancora diviso, a meno di tre settimane dalle elezioni legislative che si terranno il 23 Dicembre. Il re, conosciuto anche come Rama XI, durante la cerimonia ufficiale, affiancato dalla consorte Sirikit e dal principe ereditario Maha Vajralongkorn, ha rinnovato l'appello all'unità del Paese. Il colpo d'occhio era di una folla colorata. I presenti infatti indossavano in gran parte abiti gialli, colore simbolo del sovrano e del lunedì, giorno di nascita di Bhumibol. Altri portavano invece copricapi rosa, come auspicio di longevità e salute al re, che il mese scorso è stato dimesso dall'ospedale dopo un'ischemia cerebrale. Nonostante il golpe del 19 Settembre 2006, in cui venne estromesso dai militari il primo ministro Shinawatra, e nonostante la forte crisi, il re, che ha all'attivo 61 anni di regno, è ancora una forte autorità morale per il suo popolo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 339
     
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