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SOMMARIO del 01/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Promuovere con coraggio la dignità dell’uomo, contro la logica del relativismo morale: l’esortazione di Benedetto XVI alle ONG cattoliche
  • Commenti e reazioni in tutto il mondo all'Enciclica del Papa "Spe salvi": interviste con il cardinale Vanhoye e Giuliano Ferrara
  • Altre udienze e nomine
  • Il Papa presiede i Primi Vespri della I Domenica di Avvento: la riflessione del cardinale Arinze
  • La visita del Papa all’Ospedale romano di San Giovanni Battista del Sovrano Militare Ordine di Malta
  • La Congregazione per il culto divino riflette sull’arte a servizio della liturgia
  • Oggi in Primo Piano

  • Oggi, Giornata internazionale per la lotta all'AIDS
  • Inaugurato a Milano l'Anno accademico dell'Università Cattolica
  • Ieri al Teatro Argentina, primo incontro del ciclo "Una cultura per la città", organizzato dagli studenti dei Collegi universitari di Roma
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • In Africa, diminuite del 91% le morti per morbillo
  • Rilasciato il sacerdote siro-ortodosso rapito mercoledì in Turchia
  • Al via la seconda campagna di solidarietà delle POM per i terremotati del Perù
  • In Sri Lanka, cristiani e musulmani pregano insieme contro la costruzione di una centrale energetica a carbone
  • In Cambogia, boom di iscrizioni agli istituti professionali gestiti dai Salesiani
  • In Thailandia, un premio cattolico per i media che "costruiscono la pace"
  • Fr. Alois, priore della Comunità ecumenica di Taizé, porta un messaggio di speranza ai giovani delle periferie parigine
  • GMG di Sydney 2008: lo scenografio Michael Scott-Mitchell allestirà la Via Crucis
  • A Palermo, un convegno su “Le mafie oggi in Europa”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Russia: domani, urne aperte per eleggere la Duma. Favorito il partito del presidente Putin
  • Il Papa e la Santa Sede



    Promuovere con coraggio la dignità dell’uomo, contro la logica del relativismo morale: l’esortazione di Benedetto XVI alle ONG cattoliche

    ◊   Difendere sempre la dignità dell’uomo contro le spinte relativistiche che segnano le discussioni internazionali: è l’appello di Benedetto XVI rivolto alle Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica, ricevute stamani in Vaticano. Il Papa ha pronunciato un appassionato discorso in difesa di un ordine internazionale fondato non sulle ideologie e gli interessi di parte, ma sul riconoscimento della legge morale naturale. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto al Papa dall’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Sui passaggi salienti del discorso del Papa, il servizio di Alessandro Gisotti:

      “Contrastare il relativismo, presentando in modo creativo la grande verità sull’innata dignità dell’uomo e sui diritti che da questa dignità derivano”: è l’esortazione di Benedetto XVI alle organizzazioni non governative di ispirazione cattolica. Le discussioni sui grandi temi, a livello internazionale, ha rilevato, sono spesso “segnate da una logica relativistica che considera il rifiuto della verità sull’uomo come la sola garanzia ad una coesistenza pacifica tra i popoli”. Questa logica, ha detto, “nega la possibilità di un'etica basata sul riconoscimento della legge morale naturale”:

     
    This has led, in effect, to the imposition…

     
    “Ciò – ha avvertito – ha portato nei fatti all’imposizione di una nozione di legge e politica che alla fine” fa sì che il consenso tra gli Stati sia “l’unica vera base delle norme internazionali”. D’altronde, ha detto, si tratta di un consenso “a volte condizionato da interessi di breve termine e manipolato da pressioni ideologiche”:

     
    The bitter fruits of this relativistic logic…

     
    “I frutti amari di questa logica relativistica – ha proseguito – sono tristemente evidenti: pensiamo al tentativo di considerare diritti umani le conseguenze di un certo stile di vita centrato su se stessi”. E, ancora, “la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni povere come anche il disprezzo per la legge umanitaria e una difesa selettiva dei diritti umani”. Di qui l’appello del Papa alle ONG cattoliche a sviluppare la conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa e di promuoverla a livello internazionale. Questo impegno, ha detto, “contribuirà” ad elaborare in modo più adeguato le risposte ai tanti temi che vengono discussi oggi”. Inoltre, aiuterà a sviluppare delle iniziative specifiche, “animate da spirito di solidarietà e libertà”.

     
    What is needed, in fact, is a spirit of solidarity…

     
    “Ciò di cui c’è bisogno, infatti, - è stata la sua riflessione – è uno spirito di solidarietà” che promuova questi principi etici, convinti che “la loro natura profonda e il loro ruolo come base della vita sociale resta non negoziabile”. Grazie a questo spirito, ha aggiunto, si potrà, ogni volta che è necessario, “lavorare in collaborazione sia con le varie ONG che con i rappresentanti della Santa Sede con il dovuto rispetto per le differenze di natura, fini istituzionali e metodi” di lavoro. Se sperimentato in spirito di solidarietà, è stato il suo richiamo, “il legittimo pluralismo e la diversità porterà non alla divisione e alla competizione, ma ad una maggiore efficacia”. Il Papa non ha mancato, tuttavia, di mettere l’accento sugli aspetti positivi della cooperazione tra i governi. Una cooperazione, ha sottolineato, che specie “dopo la tragica distruzione delle due guerre mondiali ha contribuito in modo significativo alla creazione di un ordine internazionale più giusto”.

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    Commenti e reazioni in tutto il mondo all'Enciclica del Papa "Spe salvi": interviste con il cardinale Vanhoye e Giuliano Ferrara

    ◊   Ha suscitato interesse e commenti in tutto il mondo la nuova Enciclica di Benedetto XVI, intitolata “Spe salvi”, firmata ieri dal Papa e presentata in Sala Stampa vaticana. Una sorta di Lectio divina sulla speranza. Ieri ne abbiamo dato un’ampia sintesi, ma tanti sono gli spunti che meritano di essere approfonditi. Ripercorriamo alcuni temi dell’Enciclica in questo servizio di Sergio Centofanti.

     
    Anche in questa sua seconda Enciclica il Papa parte dalla Parola di Dio. Nella Messa d’inizio Pontificato, il 24 aprile 2005, Benedetto XVI aveva detto chiaramente: “Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia”.

     
    La Parola che il Papa mette al centro dell’Enciclica è tratta dalla lettera di San Paolo ai Romani e ci dice che “nella speranza siamo stati salvati”: cioè, scrive il Pontefice, “non possiamo ‘costruire’ il regno di Dio con le nostre forze … Il regno di Dio è un dono … E non possiamo ‘meritare’ … il cielo con le nostre opere. Esso è sempre più di quello che meritiamo, così come l’essere amati non è mai una cosa ‘meritata’, ma sempre un dono. Tuttavia – aggiunge – il nostro agire non rimane indifferente davanti a Dio … Possiamo aprire noi stessi e il mondo all’ingresso di Dio: della verità, dell’amore, del bene. E’ quanto hanno fatto i santi che, come ‘collaboratori di Dio’, hanno contribuito alla salvezza del mondo”.

     
    Eppure, spesso l’uomo cerca di salvarsi da solo: il Papa non cita solo le grandi ideologie che hanno assolutizzato ora la libertà, ora la giustizia, o l’idolatria del progresso tecnico-scientifico che promette all’uomo il dominio sulla natura, ma va più in profondità. L’uomo “in fondo” vuole “una sola cosa” la felicità: anche se ignora esattamente cosa sia, sa “che deve esistere” e ad essa si sente spinto. Dunque in questo sapere e non sapere, in questa “dotta ignoranza” “l’uomo ha … molte speranze” e talora “può sembrare che una di queste speranze lo soddisfi totalmente”. Ma quando la raggiunge “appare con chiarezza che ciò non era, in realtà, il tutto. Si rende evidente che può bastargli solo qualcosa di infinito”. “L’uomo – scrive il Papa – è stato creato per una realtà grande – per Dio stesso, per essere riempito da Lui”. Dunque “questa grande speranza può essere solo Dio”: e noi da soli non la “possiamo raggiungere”.

     
    Eppure, l’uomo talora vuole costruire “un regno di Dio realizzato senza Dio”, “una comunità umana perfetta” che superi “tutte le dipendenze” e raggiunga la “libertà perfetta”: ma “questa speranza fugge sempre più lontano” di fronte alla fragilità della nostra condizione. E così nasce la paura. La paura di perdere continuamente ciò che fonda le nostre speranze. L’uomo che ha tanti dèi, ma non ha Dio, si trova così “in un mondo buio” e “davanti a un futuro oscuro”.

     
    Il Papa lo ribadisce: non ci possiamo dare da soli la speranza. “La vera grande speranza, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio – il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora sino alla fine”. Solo la relazione con questo amore assoluto e sicuro ci salva “qualunque cosa accada”. Perché niente e nessuno ci può separare dall’amore di Dio, rivelato in Cristo.

     
    Per questo Benedetto XVI cita come primo testimone della speranza, esempio per tutti, una schiava africana, Giuseppina Bakhita: inerme, senza alcun potere né avere, dei suoi terribili padroni conservava ben 144 cicatrici. Da sé non poteva darsi nulla. Quando ha incontrato Cristo, “il Signore di tutti i signori”, era così povera di speranza da poter essere riempita completamente dal suo amore. Giovanni Paolo II ha proclamato Santa questa sconosciuta schiava africana liberata dall’amore Dio.
     
    La speranza - diceva Charles Péguy - ci appare ben piccola di fronte alle altre due virtù teologali, ma in realtà è proprio lei a trascinare la fede e la carità. Ascoltiamo in proposito il cardinale Albert Vanhoye, che ieri ha partecipato alla presentazione dell'Enciclica in Sala Stampa. L'intervista è di Fabio Colagrande:


    R. - La speranza dà una spinta, dà uno slancio che non può essere dato né dalla fede né dall’amore perché senza la speranza l’amore rimane un po’ paralizzato e la fede rimane piuttosto astratta. Invece con la speranza, la fede prende tutta la sua consistenza e la nostra fede diventa viva e se c’è la speranza l’amore diventa attivo e trasforma il mondo.

     
    D. – Un’Enciclica che parla ai cristiani o soprattutto a coloro che vivono avendo dimenticato Dio, a coloro che hanno dimenticato questa speranza?

     
    R. – L’apertura dell’Enciclica è molto molto ampia. E’ chiaro che è una grande catechesi sulla speranza valida per tutti ma d’altra parte è anche chiaro che il Santo Padre, scrivendo questa Enciclica, ha pensato a tanta gente la cui fede è piuttosto “tiepida” e anche alla gente che non ha fede ma che può essere attirata dalla fede vedendo tutta la bellezza della speranza cristiana.

     
    D. - Il Papa ci chiede di fare un’autocritica: abbiamo dimenticato come credenti cos’è la speranza…

     
    R. – Un punto molto chiaro sul quale ciascuno deve fare la sua autocritica, deve vedere se la propria speranza è individualistica o veramente unita all’amore. Questo è una costante dell’Enciclica: la speranza cristiana non è individualistica, è una speranza comunitaria, una speranza anche per gli altri che spinge a soffrire con chi soffre, e per mettere nella sofferenza altrui questo magnifico apporto della speranza cristiana.

     
    L'Enciclica di Benedetto XVI ha suscitato interrogativi e riflessioni anche da parte di testate di ispirazione laica. Fabio Colagrande ha raccolto il commento di Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio:


    R. – Mi pare che il punto di partenza del Papa sia questo: nel mondo moderno la speranza non c’è più, ma c’è l’aspettativa, che è un concetto diverso: l’aspettativa di vita, l’aspettativa di buona salute, l’aspettativa del benessere. Al posto della speranza abbiamo, quindi, messo una sorta di previsione, ma non si può vivere di previsioni, non si vive di sola vita, si vive di qualcosa che va oltre la vita. Questa vita, che i cristiani conoscono bene – perché per loro si tratta di una virtù teologale – si chiama speranza ed è ciò di cui, in fondo, il mondo moderno ha più bisogno e di cui sente più la mancanza. Il Papa ha aggredito, benevolmente e fraternamente, il cuore dei moderni sul terreno più friabile per loro, sul terreno sul quale desiderano di più credere, sperare ed amare e ci riescono invece meno.

     
    D. – Nella "Spe salvi" la speranza cristiana diventa la possibilità di redenzione dell’uomo rispetto alla incompiutezza delle rivoluzioni del Novecento, quella francese e quella marxista. Come considera questa rilettura storica?

     
    R. – Geniale. Il passaggio fondamentale mi sembra quello in cui dice: ma come avete mai potuto pensare che una struttura sociale risolva il problema del bene, quando resiste e resisterà sempre la libertà dell’uomo e, dunque, essenzialmente la libertà dell’uomo di scegliere tra il bene e il male? La critica al materialismo di Marx, che pure il Papa apprezza perché ne capisce fino in fondo il vigore – come dice lui – di giudizio analitico, è sul fatto che abbia creduto che le strutture economiche avrebbero risolto il problema del bene, del bene comune: ecco questo è un errore del materialistico.

     
    D. - Come verrà accolto, secondo lei, questo invito ad una autocritica che Benedetto XVI rivolge all’età moderna?

     
    R. – Da un lato verrà accolta con condiscendenza e con una punta di risentimento, dall’altro – però – verrà accolta come l’irruzione misteriosa di un pensiero forte, che ci riguarda, che parla della fatica del vivere. E’ un richiamo portentoso e, quindi, un segno fortemente improntato al carattere razionale e filosofico che c’è anche nel cristianesimo; è un richiamo alla retta vita, alla buona vita, ad elementari sentimenti che puntano su una vita che abbia un significato.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina un altro gruppo di presuli della Conferenza episcopale di Corea, in visita "ad Limina”.

    Il Santo Padre ha quindi nominato capo ufficio nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli mons. Ermes Giovanni Viale, finora minutante nella Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.

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    Il Papa presiede i Primi Vespri della I Domenica di Avvento: la riflessione del cardinale Arinze

    ◊   Tempo della Speranza per definizione, inizia domani l’Avvento. E’ un periodo di attesa del Signore che viene, di preparazione alla Solennità della Nascita di nostro Signore Gesù Cristo. A suggellare l’inizio di questo tempo forte per i cristiani, Benedetto XVI celebrerà stasera, in Basilica Vaticana, i Primi Vespri della prima Domenica di Avvento. La nostra emittente seguirà l’evento in radiocronaca diretta in lingua italiana, a partire dalle ore 16,50, sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza su 105 MHz. Sul significato dell’Avvento, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti:

     
    R. - L’Avvento è il tempo in cui la Chiesa pone tutta la sua attenzione sul grande Mistero del Figlio di Dio, che prende la natura umana, che si inserisce nella nostra storia umana e che per amore nostro e per la nostra salvezza è disceso dal cielo. Questo è certamente l’accento dell’Avvento, tutto il resto rappresenta soltanto dei dettagli.

     
    D. – Quali sono i punti forti dell’Avvento, i richiami ed i messaggi che la Chiesa in questo periodo vuole offrirci?

     
    R. – Il Figlio di Dio per la salvezza di tutta l’umanità entra nella storia umana, si fa carne nel seno della Vergine Maria. La Chiesa si riferisce molto al libro del profeta Isaia, perché è il profeta che ha maggiormente profetizzato sulla Vergine che concepirà e darà a tutti noi un figlio che sarà il Redentore. Tutto appare quindi centrato sull’Incarnazione. E come si può vedere la Beatissima Vergine Maria non può che farne parte. Anche la devozione mariana, quindi, è parte dell’Avvento. Come potevamo avere il Figlio di Dio, senza la Madre? Questo tempo è, quindi, importantissimo per tutti noi e ci permette di riflettere sulle letture, ma ci permette anche di riflettere su altri testi della Liturgia. Sarebbe bene partecipare la mattina alla preghiera delle Lodi e a quella della sera, ai Vespri.

     
    D. – Il tempo di Avvento è tempo di attesa e, quindi, tempo di speranza. Una sua riflessione sull’Enciclica del Papa imperniata proprio sulla speranza …

     
    R. – E’ proprio la speranza che ci salva. Il Santo Padre lega molto la speranza alla fede. Il concetto di speranza, basata sulla fede, nel Nuovo Testamento ci guida. Il centro di questa nostra speranza è Cristo Gesù, Salvatore. Non abbiamo speranza in una idea o in uno slogan, ma in Gesù Cristo, ed è in Lui che tutto assume significato e quindi anche la preghiera, l’agire, il soffrire, ma anche tutta quella tensione della vita cristiana che è verso la fine; e Maria è la stella della nostra speranza, ci guida e ci insegna come sperare. E’ bello che il Santo Padre ci dia questa sua seconda Lettera Enciclica proprio per inaugurare il tempo di attesa dell’Avvento nella speranza.

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    La visita del Papa all’Ospedale romano di San Giovanni Battista del Sovrano Militare Ordine di Malta

    ◊   Domani mattina Benedetto XVI si recherà in visita all’Ospedale romano di San Giovanni Battista del Sovrano Militare Ordine di Malta, dove celebrerà la Santa Messa. All’arrivo all’ospedale, il Santo Padre sarà accolto dal Principe e Gran Maestro dell’Ordine, Fra’ Andrew Bertie, e dai cardinali Camillo Ruini, vicario generale per la diocesi di Roma, e Pio Laghi, “cardinalis patronus” dell’ordine. All’interno della struttura, il Santo Padre riceverà poi l’omaggio di alcuni membri del Sovrano Consiglio. La nostra emittente seguirà la visita del Papa in radiocronaca diretta in lingua italiana a partire dalle ore 8.50 circa sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. Ma qual è la missione del Sovrano Ordine di Malta, Giovanni Peduto lo ha chiesto all’ospedaliere dell’Associazione dei Cavalieri Italiani, il dottor Marcello Sacchetti:
     
    R. – La missione dell’Ordine di Malta, fin dai tempi della sua fondazione a Gerusalemme, più di 900 anni fa, è stata quella di un Ordine ospedaliero che nacque creando un ospedale a Gerusalemme per curare i pellegrini. Poi è diventato un Ordine anche militare per la difesa dei pellegrini e delle strutture ospedaliere. E quindi con lo scopo di curare i pellegrini in viaggio: questa continua ad essere oggi la missione dell’Ordine, in tutto il mondo.

     
    D. – E … il legame tra l’Ordine e la Santa Sede?

     
    R. – E’ un legame molto preciso perché l’Ordine di Malta è un Ordine religioso, tanto che le autorità, incominciando da Sua Altezza, il Gran Maestro, sono frati, per cui è a tutti gli effetti un Ordine religioso. Non tutti noi cavalieri siamo frati – io non lo sono, per esempio – però le autorità, l’Ordine è retto da frati, per cui è un Ordine religioso che risponde direttamente alla Santa Sede.

     
    D. – Qual è la fisionomia del vostro ospedale che Benedetto XVI si accinge a visitare?

     
    R. – Il nostro ospedale è nato nel 1972 come un ospedale di neuroriabilitazione. Oggi abbiamo allargato la riabilitazione ad altri settori: la riabilitazione cardiocircolatoria, ortopedica, etc. E abbiamo un’unità di risveglio per le conseguenze di incidenti, fondamentalmente, o di ictus, per pazienti che vanno in coma.

     
    D. – Cosa fa l’Ospedale San Giovanni Battista per l’umanizzazione delle cure e per la salvaguardia della dignità umana dei pazienti che hanno bisogno della riabilitazione motoria?

     
    R. – Credo che, come ogni ospedale cattolico o cristiano, tradizionalmente l’Ordine di Malta chiama i pazienti “signori malati”, cioè mette il paziente al centro del nostro mondo: tutto dev’essere fatto con una precisa attenzione all’uomo, nel suo complesso, oltre che alla specifica malattia, perché la specifica malattia può essere guarita ma si può uccidere l’uomo, in senso metaforico, naturalmente, se uno non fa attenzione alle necessità spirituali e anche materiali dell’uomo nel suo complesso.

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    La Congregazione per il culto divino riflette sull’arte a servizio della liturgia

    ◊   “Maestà e bellezza nel Suo santuario. L’arte a servizio della liturgia”. E’ il tema della Giornata di studio organizzata in Vaticano dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Occasione dell’iniziativa è la commemorazione annuale della promulgazione della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” sulla Sacra Liturgia. I lavori sono stati aperti, questa mattina, dal cardinale Francis Arinze, prefetto del dicastero. Hanno partecipato, in qualità di relatori, anche mons. Julián López Marín, vescovo di León, padre Heinrich Pfeiffer, docente alla Pontificia Università Gregoriana, e l’arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    La Chiesa è sempre stata amica delle arti. La liturgia incide sull’arte con le immagini, la musica e la lingua. L’arte non è un elemento estrinseco alla liturgia e neppure è puramente decorativo; essa è, piuttosto, parte integrante del culto e la liturgia ha un intrinseco legame con la bellezza. L’arcivescovo Mauro Piacenza delinea così le funzioni di culto dell’arte. Il decoro sacro è concepito, secondo il presule, per facilitare la preghiera e lo stupore per il mistero contenuto. La Chiesa - ricorda l’arcivescovo - mette a disposizione del culto quanto di più bello e prezioso è possibile produrre, al fine di preparare un ambiente degno dei grandi misteri che in esso vengono celebrati.

     
    Esplorando il rapporto tra liturgia e arte, mons. Piacenza sottolinea poi gli ambiti delle immagini sacre: il mistero di Cristo, il contenuto catechetico di illustrazione della storia della salvezza e le scene devozionali.

     
    L’arte assolve poi ad una funzione di culto anche con la musica: la tradizione ecclesiale - osserva mons. Piacenza - ha sempre affermato che il canto e la musica, nell’offrire gloria a Dio nella solennità delle celebrazioni, favoriscono la preghiera e la partecipazione attiva ai santi misteri. Tra i canti – osserva il presule - quello gregoriano “riecheggerà suadente e amalgamerà il popolo nel vero senso della cattolicità”.

     
    La liturgia – fa notare il segretario della Congregazione per il clero - contiene inoltre opere letterarie, “forme di una monumentale semplicità e di un’affascinante precisione”: le orazioni, in particolare, hanno un contenuto che riesce a toccare anche il singolo lettore, perché in essa la Chiesa esprime la sua confidenza nella Grazia di Dio. La forza unificatrice del Papato – afferma infine mons Piacenza - era tale che “il latino divenne l’unica lingua liturgica dell’Occidente”: quindi non sorprende – aggiunge - che la Chiesa riaffermi il valore permanente della lingua latina nella liturgia. “La liturgia – conclude l’arcivescovo – con l’arte e la musica, serve a far incontrare l’uomo con la bellezza della fede”.

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    Oggi in Primo Piano



    Oggi, Giornata internazionale per la lotta all'AIDS

    ◊   Si celebra oggi in tutto il mondo la giornata internazionale per la lotta all’AIDS. A venti anni dall’inizio della pandemia, la comunità internazionale si interroga sulla possibilità di fronteggiare l’avanzare del morbo. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:


    Accesso alla prevenzione, le cure, l’assistenza e il sostegno, senza distinzioni di razza né status, economico e sociale. E’ ciò che chiede il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nell’appello lanciato in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS. Una malattia – si legge nel messaggio – che provoca alla società le stesse ferite inflitte al corpo umano: “indebolisce, ostacola lo sviluppo e minaccia la stabilità”. Una piaga che è possibile sanare perché ci sono “i mezzi per impedire che i giovani adulti vengano infettati” e “per garantire assistenza e sostegno”. Obiettivi che sarebbero raggiunti con l’investimento di maggiori risorse economiche. Da sradicare invece, continua Ban Ki-moon, è la stigmatizzazione che colpisce i malati e ostacola la lotta alla malattia. “Quarta causa di morte nel mondo”, indica il direttore generale dell’UNESCO Koichiro Matsuura, il virus dell’HIV colpisce circa 33 milioni di persone. Le vittime del morbo sono concentrate soprattutto nell’Africa sub-sahariana, dove nelle regioni più colpite l’aspettativa di vita è ridotta di circa 20 anni. Il prof. Reinard Gluck, presidente della Società di biotecnologia e vaccinologia svizzera, fa il punto sullo stato della ricerca:

     
    R. - L’HIV rimane sempre invincibile: le ultime prove sull’efficacia dei vaccini, sono tutte fallite. I vaccini che hanno testato sono ben tollerati e hanno dimostrato anche una certa efficacia, vuol dire immunogenicità, ma si è ancora lontani per quanto riguarda gli obiettivi di protezione. Con le terapie possiamo prolungare la vita degli infettati ma non possiamo curarli. Naturalmente i ricercatori vogliono sempre rimanere ottimisti.

     
    D. – In che modo allora favorire il progresso della ricerca?

     
    R. – Con molta fermezza dobbiamo continuare a dire che il pericolo è acuto, il pericolo è sempre grande e non si deve assolutamente ridurre né la precauzione, né le risorse per sviluppare terapie migliori o altrimenti sviluppare vaccini.

     
    D. – Ad aumentare il tasso di mortalità per AIDS concorre spesso la difficoltà di accesso alle cure…

     
    R. – Un punto positivo è che forse veramente nel Terzo Mondo si sono create grandi industrie farmaceutiche specializzate nello sviluppo delle cure cosiddette generiche. Anche loro producono medicine combinate contro l’AIDS che sono molto meno costose di quelle che sono prodotte nel nostro mondo, in Europa o America. Questo, penso, è un vantaggio ed è un beneficio che anche nel Terzo Mondo molte più persone si possano permettere una cura.

     
    D. – Un ostacolo ulteriore alla lotta all’AIDS è la discriminazione che colpisce i malati…

     
    R. – Si pensa di migliorare la situazione con spiegazioni, con indicazioni per capire là dove è pericoloso essere infettati e là dove non lo è. Penso che questa sia la cosa migliore.

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    Inaugurato a Milano l'Anno accademico dell'Università Cattolica

    ◊   Inaugurato ieri a Milano, l'Anno accademico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Il servizio di Fabio Brenna:
     
    L’Università Cattolica si impegna formare la futura classe dirigente rispondendo alle richieste di rinnovamento avanzate dalla società italiana e puntando all’educazione al bene comune dell’Italia e dell’Europa. Così il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, vede la missione dell’ateneo nel suo 87.mo Anno Accademico a cui risultano iscritti 38671 studenti nelle 14 facoltà. Sentiamo:

    “La concreta realizzazione del bene comune dell’Italia e dell’Europa non potrà che dedicarsi per intero alla nostra Università per essere, da protagonista, il luogo speciale di educazione dei giovani. Non è quest’ultima, ne sono personalmente convinto, un’ennesima replica di buone intenzioni. Semmai, è la volontà di tradurre dentro, e a vantaggio del tempo storico che stiamo vivendo, l’identità e lo spirito originario dell’Ateneo dei cattolici italiani”.

    L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha consegnato alla Cattolica un impegno preciso, una grande sfida indicata da Papa Benedetto XVI:

    “Con il suo impegno educativo, con la sua vocazione culturale, con la ricerca scientifica, con la testimonianza personale e comunitaria dei suoi docenti, questa istituzione accademica ha da sempre contribuito a rinsaldare il rapporto, vorrei direi l’alleanza, l’amicizia, tra la ragione umana e la fede cristiana. Una tradizione precisa e qualificante, dicevo, da riprendere sempre daccapo, da rielaborare in continuità, da rinnovare con convinzione nell’attuale contesto culturale pervaso da una razionalità chiusa”.

    La prolusione ufficiale è stata tenuta dal presidente del Parlamento Europeo, Hans-Gert Poettering, che ha parlato delle vie per riavvicinare i giovani alla politica, condizione irrinunciabile anche per dare più incisività all’Europa Unita. Fondamentale l’apporto che può venire da un’Università Cattolica. Sentiamolo:

    “Un’università prestigiosa e di eccellenza, la vostra; un sicuro punto di riferimento per la cultura italiana in generale e per quella cattolica in particolare, luogo nel quale si formano, studiano e ricercano decine di migliaia di studenti. Quanta strada è stata fatta dal 7 dicembre 1921, quando si svolse la prima inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e padre Agostino Gemelli realizzò il suo sogno di fondare una università cattolica in Italia!”.

    L’Università Cattolica attiva proprio quest’anno quattro Centri di ricerca: per la Bioetica, la famiglia, la Dottrina sociale della Chiesa e per la solidarietà internazionale. Nella sua relazione introduttiva, il rettore Ornaghi non ha rinunciato a lamentare una burocratizzazione irreggimentante da parte delle istituzioni sull’attività accademica in Italia.

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    Ieri al Teatro Argentina, primo incontro del ciclo "Una cultura per la città", organizzato dagli studenti dei Collegi universitari di Roma

    ◊   “Il Dio di Gesù Cristo: un Dio affidabile?” È il tema dell’incontro organizzato dagli studenti dei collegi universitari di Roma in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma presso il Teatro Argentina. Il convegno, al quale hanno partecipato il cardinale vicario Camillo Ruini e il giornalista Vittorio Messori, si inserisce nell’ambito del ciclo di incontri: "Una cultura per la città - Costruire insieme la civiltà dell’ amore" organizzato dalla Pastorale Universitaria. Il servizio di Marina Tomarro:


    “Il tema di Dio è inseparabile non solo dal tema dell’uomo, ma soprattutto dal tema della salvezza dell’uomo; ecco perché l’ espressione un Dio affidabile è calzante”. Così il cardinale vicario Camillo Ruini ha commentato il tema della serata "Il Dio di Gesù Cristo: un Dio affidabile?", organizzata dagli studenti dei collegi universitari di Roma. Poi, ricollegandosi alla nuova Enciclica di Papa Benedetto XVI “Spe Salvi”, ha spiegato:

    "La speranza cristiana ha un senso se poggia su Dio. E’ virtù teologale: il Dio cristiano si pone come la salvezza dell’uomo e, nello stesso senso, possiamo dire il Dio cristiano si pone come la vera speranza dell’uomo perché gli apre una prospettiva di salvezza".

    Alla serata era presente anche il giornalista Vittorio Messori, che ha ripercorso la sua storia personale, dalla conversione avvenuta all’eta di 24 anni, fino alle sue interviste più famose, come quella con Giovanni Paolo II, da cui nacque il libro "Varcare la soglia della speranza". Ma, soprattutto, ha sottolineato ai ragazzi presenti in sala l’importanza, ma anche le difficoltà, dell’essere cristiani, specialmente davanti alle obiezioni del mondo laico. Ascoltiamo il suo commento:

    "La scelta cristiana è una scelta decisamente anticonformista e quindi è sottoposta, certamente, a delle obiezioni che esigono risposte. Non tutti possiamo diventare biblisti o teologi e quindi qual è oggi il modo migliore, in fondo, per rispondere alle obiezioni? Io credo che sia quello del nostro modo di vivere, cercare appunto di vivere mostrando che si è persone di speranza, mostrando che si è persone che cercano di volere bene, mostrando che non si cede al conformismo dei tempi per cui un’etica, la più disordinata possibile, è anche un’etica umana. Credo che occorra riscoprire un po’ la pastorale del quotidiano, della normalità, cioè piccole vite in apparenza ma in realtà grandi enigmi, grandi domande per coloro che vedono queste vite".

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa prima Domenica d’Avvento la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù, raccontando quanto avvenne ai tempi di Noè, esorta i discepoli a vegliare in attesa del suo ritorno glorioso:

    “Anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà”.

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

     
    Gesù svela ai suoi il segreto della sua seconda venuta. In questo modo Egli si rivela non solo come "Colui che è", ma anche, insieme, come "Colui che viene". Egli è sempre con noi ogni giorno fino alla fine del tempo ed Egli stesso è Colui che sempre viene e verrà, e la sua seconda venuta chiuderà il tempo aprendolo in modo definitivo all'eternità di Dio. Gesù però non rivela il momento preciso e questo suo tacere, commenta Ilario di Poitiers, è segno della "misericordia inestimabile della bontà divina". Per tre motivi: in primo luogo perché ci ha concesso un ampio tempo per il pentimento e, in secondo luogo, perché, non conoscendo il termine, non lo aspettassimo come pressati, ma nella libertà di chi ama. In terzo luogo, perché "l'ignoranza del giorno mantenga sveglia la preoccupazione, protesa all'attesa lasciata in sospeso". Gesù viene. Vigilare significa che ogni istante della sequenza del nostro tempo, non resta ripiegato e contento in se stesso, ma si apre e si spalanca affacciandosi all'incontro con Lui.

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    Chiesa e Società



    In Africa, diminuite del 91% le morti per morbillo

    ◊   “Un vero successo”: con queste parole, l’Iniziativa contro il Morbillo ha definito la drastica riduzione delle morti per morbillo ottenuta in Africa dove, rispetto alle 396 mila vittime registrate nel 2000, si è passati alle 36 mila dello scorso anno, con una diminuzione del 91%. Il dato – riferisce l’agenzia MISNA - è stato diffuso giovedì dall’organismo internazionale (del quale fanno parte Nazioni Unite, Organizzazione Mondiale della Sanità, Croce Rossa e altre organizzazioni sanitarie), nel corso della presentazione del Rapporto globale sulla lotta al morbillo. Proprio grazie agli ottimi risultati ottenuti dal continente africano, le morti per morbillo sono diminuite del 68% anche su tutto il pianeta, passando dalle 757 mila del 2000 alle 242 mila dello scorso anno. La zona del mondo che registra il maggior numero di morti per la malattia è il Sud dell’Asia e soprattutto il sub-continente indiano, dove l’organismo internazionale ha intenzione di “importare” i programmi e le strategie che hanno consentito il successo africano, basati soprattutto sull’utilizzo dei volontari nelle campagne di vaccinazione. I vertici dell’Iniziativa contro il Morbillo definiscono “inaccettabilmente alta” la cifra di 600 vittime ogni giorno che ancora si registrano nel pianeta. “Abbiamo un vaccino che funziona e che non ha controindicazioni e dobbiamo fare di più”, hanno detto. (R.M.)

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    Rilasciato il sacerdote siro-ortodosso rapito mercoledì in Turchia

    ◊   E’ stato rilasciato ieri, dopo due giorni di prigionia, padre Edip Daniel Savci, sacerdote della Chiesa siro-ortodossa turca. Lo ha annunciato Mehemt Kiliclar, governatore della provincia di Mardin, nel sud-est dell'Anatolia, dove il religioso era stato rapito da ignoti mercoledì, mentre stava dirigendosi verso il monastero di Mor Yakup, nei pressi della città di Midyat; la sua vettura era poi stata ritrovata abbandonata lungo la strada e, successivamente, i sequestratori avevano richiesto un riscatto equivalente a 300 mila euro. Le forze di sicurezza erano sulle tracce dei rapitori e dell'ostaggio ma, contrariamente a quanto riferito in un primo momento, non è stata una loro operazione a restituire la libertà a padre Savci. Secondo quanto dichiarato dal governatore all'agenzia di stampa Anadolou, il sacerdote è stato infatti rilasciato a Batman, capoluogo dell'omonima provincia, adiacente a quella di Mardin, dove si concentrano la maggior parte dei 25 mila fedeli di rito siro-ortodosso insediati in Turchia, seppure in un’area a netta maggioranza curda, dove prevale la religione islamica. “Le forze di sicurezza contatteranno il sacerdote al più presto”, ha assicurato Kiliclar. Il sequestro di padre Savci, 55 anni, era stato duramente condannato dal ministro dell'Interno turco, Besir Atalay, che aveva immediatamente allestito sul posto un’unità di crisi per gestire gli sviluppi della vicenda. I cristiani sono complessivamente circa 100 mila in Turchia, dove si contano quasi 75 milioni di musulmani. (R.M.)

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    Al via la seconda campagna di solidarietà delle POM per i terremotati del Perù

    ◊   Dopo il terremoto che nell'agosto scorso ha provocato gravi danni nel Perù meridionale, le Pontificie Opere Missionarie (POM), attraverso il movimento giovanile missionario Giovani Senza Frontiere, promuovono la seconda campagna di solidarietà “Dare la mano per condividere”. L’opera di beneficenza - riferisce l'agenzia Fides - si rivolge a oltre mille terremotati attraverso tre linee di azione: salute umana; salute ambientale, pastorale missionaria. E' previsto un lavoro iniziale di orientamento e abilitazione delle persone direttamente nelle aree indicate, al fine di offrire un aiuto adeguato per migliorare le condizioni di convivenza e la qualità della vita. Come riferisce l’agenzia Fides, il movimento Giovani Senza Frontiere realizza attività di lavoro sociale e pastorale dal 1981. Per questa campagna, conta sul contributo di istituzioni e persone. Chi volesse fare una donazione può chiedere informazioni all’indirizzo di posta elettronica jsf_peru@hotmail.com. (B.B.)

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    In Sri Lanka, cristiani e musulmani pregano insieme contro la costruzione di una centrale energetica a carbone

    ◊   La preghiera come atto di protesta. In Sri Lanka, un gruppo interreligioso di cattolici e musulmani si è riunito per pregare e per denunciare la costruzione di una centrale energetica a carbone. Oltre 1500 persone hanno partecipato alla manifestazione, riunendosi in preghiera al santuario di S. Anna, a Talawila. La centrale energetica - riferisce AsiaNews - dovrebbe essere costruita a Norochcholai, a nord della capitale, Colombo, e la sua realizzazione costerebbe oltre 450 milioni di dollari. Sarebbe la prima centrale a carbone del Paese. 81 famiglie già sono state sfrattate dalle loro abitazioni: le nuove case, fornite dal governo, sono precarie e isolate da ogni servizio di base. (B.B.)

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    In Cambogia, boom di iscrizioni agli istituti professionali gestiti dai Salesiani

    ◊   In Cambogia, sono sempre maggiori le iscrizioni alle scuole cattoliche per la formazione professionale dei giovani. Lo dimostra il boom di richieste agli istituti gestiti dai Salesiani: uno collocato nella capitale, Phnom Penh, e un altro a Sihanoukville, nel sud del Paese. Come riferisce l'agenzia Fides, le “Don Bosco Technical Schools” offrono corsi di elettricità, meccanica generale, meccanica automobilistica, segreteria, turismo e comunicazione sociale. Così la comunità cattolica contribuisce alla crescita e allo sviluppo socio-culturale dei giovani cambogiani, insegnando loro i presupposti necessari per una società giusta, libera e caratterizzata dal rispetto per la dignità e i diritti fondamentali della persona. Inoltre, in accordo con il ministero per l’Educazione, gli istituti salesiani accolgono candidati tra i 16 e i 21 anni che vivono particolari situazioni di povertà e di emarginazione. Recentemente, è stato inaugurato anche un altro istituto: la “Bosco Bakery School”. Costruita a 300 chilometri dalla capitale e realizzata grazie al contributo di un’associazione internazionale di volontariato, è promossa dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. (B.B.)

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    In Thailandia, un premio cattolico per i media che "costruiscono la pace"

    ◊   “Con l’aumento della violenza in tutta la società, è di fondamentale importanza che chi opera nel campo della comunicazione tenga sempre presente la responsabilità che ha nei confronti del pubblico e si impegni a trasmettere contenuti morali positivi”. Con queste parole, mons. George Yod Phimphisan, presidente della Conferenza episcopale della Thailandia (CBCT) e delle Comunicazioni sociali cattoliche (CSCT), spiega il valore del Premio cattolico per i media, giunto alla sua 20.ma edizione. Quest’anno – riferisce AsiaNews - tra i vincitori risultano: la canzone in thai intitolata “Ora”, perché “incoraggia i giovani a realizzare i propri sogni”, e la trasmissione “Non aspettare che sia troppo tardi”, in quanto “invita a prendersi cura dei propri genitori”. Mons. Phimphisan, che ha presieduto questa settimana la cerimonia di premiazione, ha sottolineato anche l’importanza di una “collaborazione tra scuola e genitori, perché prestino attenzione al futuro dei più giovani controllandone insieme l’uso della Tv”. Il Premio, nato nel 1988, è promosso dal CSCT in collaborazione con la Scuola di arti comunicative dell’Università dell’Assunta e di quella di San Giovanni. L’intento è incoraggiare i media a costruire pace e una società sana. Vengono quindi premiate quelle produzioni che sostengono il valore della famiglia, l’amore, l’onestà tra le coppie e la solidarietà per il prossimo. (R.M.)

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    Fr. Alois, priore della Comunità ecumenica di Taizé, porta un messaggio di speranza ai giovani delle periferie parigine

    ◊   “La speranza non delude mai”. E’ questo il messaggio che frère Alois, successore di fr. Roger alla guida della Comunità ecumenica di Taizé, porterà domani, di ritorno dal suo viaggio in Asia, ai giovani delle periferie parigine, di nuovo al centro delle cronache per i fatti di violenza urbana che negli ultimi giorni hanno provocato feriti, auto in fiamme, uffici di polizia saccheggiati. Come annunciato al SIR da fr. Emile, fr. Alois parteciperà insieme al vescovo di St. Denis, mons. Olivier de Berranger, a un incontro di preghiera e riflessione con i giovani dell’Ile de France, che si terrà alle 20.00 nella Basilica di St. Denis. “I giovani delle periferie parigine – spiega fr. Emile – sono sempre guardati per i problemi e le difficoltà oggettive di cui sono essi stessi delle vittime. Ma mai si indicano loro i segni di speranza di cui possono essere protagonisti. Sono giudicati per il luogo geografico da cui provengono e mai considerati per quello che sono. E per questo sono fortemente discriminati”. “Il contesto attuale – aggiunge il religioso - mette in rilievo questioni vitali: come si può risvegliare volontà indebolite e facilmente portate allo scoraggiamento? Come ridare peso agli atteggiamenti di speranza, apertura e fraternità? E’ cercando di dare una risposta a queste domande, che fr. Roger aveva concepito gli incontri europei dei giovani, più di 30 anni fa. Di città in città, questi incontri hanno costruito nel tempo una parabola di speranza nel mondo”. (R.M.)

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    GMG di Sydney 2008: lo scenografio Michael Scott-Mitchell allestirà la Via Crucis

    ◊   Sarà lo scenografo Michael Scott-Mitchell ad allestire le stazioni della Via Crucis, uno degli appuntamenti chiave della settimana della Giornata mondiale di Sydney 2008, in programma dal 15 al 20 luglio prossimi. L’evento verrà trasmesso venerdì 18 luglio in diretta televisiva in Australia e all'estero. Lo scenografo – riferisce l’agenzia SIR - è noto per aver realizzato il braciere olimpico, il palco delle Olimpiadi di Sydney del 2000 e dei Giochi Asiatici del 2006, curando inoltre la sceneggiatura della prima rappresentazione in Australia de “L’anello del Nibelungo”, messo in scena ad Adelaide nel 2004. Nel suo curriculum, anche le scenografie del musical “Shout!” e quelle di 23 produzioni della Sydney Theatre Company. Il direttore dell'Ufficio liturgico della GMG, padre Peter Williams, afferma di “avere piena fiducia in Michael, certo che saprà regalarci uno spettacolo indimenticabile per commemorare la passione e la morte di Cristo. Michael può fregiarsi di una vasta esperienza nel campo della scenografia – aggiunge -. Grazie ad allestimenti a vari livelli e per diversi eventi, Michael ha acquisito l'abilità e le capacità necessarie per dare risonanza mondiale alle stazioni della Via Crucis”. (R.M.)

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    A Palermo, un convegno su “Le mafie oggi in Europa”

    ◊   I processi per concorso esterno contro la mafia ancora oggi vengono celebrati soprattutto a Palermo e coinvolgono pochissimo il Nord Italia. E’ uno temi affrontati nel convegno “Le mafie oggi in Europa: politiche penali ed extrapenali a confronto”, conclusosi ieri a Palermo. Tra il ‘96 e il 2007, con riferimento alle sedi di Corte d’Appello, le sentenze di concorso esterno in associazione mafiosa, senza distinzione tra condanna o archiviazione, sono state 79 a Palermo, 29 a Napoli, 6 a Roma e 1 a Milano. I dati, della Direzione nazionale antimafia e della Corte di Cassazione, sono stati presentati al convegno organizzato dall’Università di Palermo. Racket del pizzo ma non solo. “Di particolare rilevanza – ha dichiarato il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che ha inviato un intervento al convegno - è che nel recente decreto legislativo di recepimento della terza direttiva, sia stato previsto che l’Ufficio Italiano Cambi sia incorporato nella Banca d’Italia, così da rendere possibile la semplificazione dell’organizzazione e il rafforzamento delle strutture antiriciclaggio”. “Dobbiamo lavorare – ha detto il presidente della Commissione antimafia, Francesco Forgione – perché la legislazione sia fatta in maniera da consentire non solo di avviare inchieste e processi, ma anche di chiuderli in tempi certi e con risultati chiari. Per questo può essere utile lavorare per giungere ad una tipizzazione più precisa del reato di concorso esterno alla mafia, per colpire con più incisività la zona grigia della collusione, che è quella che permette veramente alle mafie di rinascere ogni volta, anche quando subiscono arresti ai livelli più alti”. (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    24 Ore nel Mondo



    Russia: domani, urne aperte per eleggere la Duma. Favorito il partito del presidente Putin

    ◊   Russia alle urne, domani, per eleggere i rappresentanti della Duma, la Camera bassa del parlamento. 95 mila i seggi, che si apriranno alle 8.00 del mattino (ore locali), per chiudere poi alle 20.00. Ma dalle urne emergerà la prevista solida maggioranza a sostegno del presidente Putin? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Vittorio Strada, esperto di storia e politica russa:

    R. – Tutte le previsioni danno per scontata una maggioranza di "Russia Unita" e quindi per Putin stesso. Il problema è vedere quale sarà questa maggioranza: se sarà cioè una maggioranza limitata, e questo sarebbe considerato per Putin stesso non dico una sconfitta, ma certamente non quello che sperava di avere; se ci sarà, invece, una maggioranza forte, quasi plebiscitaria, sarebbe il vero successo e il trionfo di Putin. Questo sarebbe un risultato che certamente inciderebbe anche sul furto dello stesso Putin e la sua posizione ne uscirebbe rafforzata e potrebbe addirittura essere spinto a rivedere la sua posizione per una terza candidatura.

     
    D. – Putin ha firmato la legge con cui la Russia sospende la propria adesione al Trattato che limita le forze convenzionali in Europa, proprio in queste ore. Questo può essere ricondotto alla strategia elettorale messa in atto dal Cremlino?

     
    R. – Sì, anche la politica estera russa di questi ultimi tempi è orientata in vista delle elezioni e cioè di una riaffermazione dell’autonomia della preminenza della Russia e del suo ritorno nel gioco internazionale. C'è quindi un’immagine nuova della Russia, come potenza che esce dall’umiliazione dei primi anni post comunismo e che tende ora a svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale. La Russia vuole tornare ad essere una grande potenza e vuole essere riconosciuta come tale dall’America.
     
    Italia: Veltroni-Berlusconi
    Per la politica italiana quella che si sta chiudendo è stata una settimana davvero importante. Il sofferto voto della Camera sul maxiemendamento del governo al decreto su Welfare e pensioni ha provocato molti malumori nella sinistra. Contestualmente, si sono tenuti gli incontri del leader del Partito Democratico, Veltroni, con i leader di maggioranza e opposizione sul tema delle riforme. L’ultimo, ieri, con Berlusconi ha aperto importanti prospettive di dialogo. Il servizio di Giampiero Guadagni:

     
    Qualcuno già lo chiama “Veltrusconi”. Il possibile accordo cioè tra Veltroni e Berlusconi sulla riforma elettorale. Il faccia a faccia di ieri sembra aver abbattuto il muro della incomunicabilità, anche se viene esclusa l’ipotesi di un governo di grande coalizione come in Germania. Berlusconi ribadisce piuttosto che dopo la nuova legge elettorale occorre tornare subito alle urne e non c’è tempo ora, come invece sostiene Veltroni, per altre riforme istituzionali. Ma è condivisa la necessità di riscrivere le regole del gioco e c’è sostanziale convergenza anche sul come: un sistema misto di maggioritario e proporzionale con lo sbarramento, che salvaguardi il bipolarismo. Questo modello, in pratica, privilegia le formazioni politiche più grandi e quelle medie con forti basi territoriali. Immediate le reazioni. Nel centrodestra Fini, AN, fa pressing su Berlusconi perché la nuova legge preveda la dichiarazione delle alleanze prima del voto. Il modello in discussione soddisfa invece Casini, UDC, che da sempre ne è sostenitore. La Lega è invece scettica sui tempi del dialogo. Nel centrosinistra si fanno sentire le voci di dissenso dell’ala maggioritaria, che privilegia l’ipotesi del referendum. Ma contrari alla possibile intesa sono anche i partiti minori di centro e soprattutto quelli di sinistra, pure tradizionalmente proporzionalisti, contrari ad un accordo che potrebbe tagliarli fuori dalle future alleanze. Ma nella maggioranza incombe intanto l’approdo in Senato della riforma di welfare e pensioni, che nei giorni scorsi ha superato alla Camera il voto di fiducia nonostante il dissenso della sinistra. Dissenso che al Senato potrebbe trasformarsi in qualche voto contrario che metterebbe il governo seriamente a rischio.

    ETA
    In Francia, è "caccia all’uomo" dopo che stamani un agente della guardia civile spagnola è stato ucciso e un altro ferito gravemente a Capbreton, vicino al confine spagnolo, nel corso di una operazione contro una cellula terroristica dell’organizzazione separatista basca dell’ETA. I due agenti, che stavano compiendo una missione di sorveglianza congiunta con i servizi francesi, sono stati raggiunti da colpi sparati a bruciapelo da un commando di due uomini e una donna successivamente fuggiti a bordo di una macchina. Sul drammatico episodio è subito intervenuto il premier spagnolo Zapatero, che ha espresso la sua più radicale condanna, assicurando che l’organizzazione separatista è destinata alla sconfitta e che si stanno già cercando gli autori di questo atto criminale.

    Scandalo aborti in Spagna
    Grande sconcerto in Spagna per lo scandalo sollevato dal quotidiano catalano “La Vanguardia” relativo agli aborti illegali praticati a Barcellona e per i particolari cruenti sull’eliminazione dei feti, rilevati dalla stampa. Intanto, sul fronte delle indagini, si registra che la magistratura spagnola ha confermato oggi l'arresto senza condizionale del medico Carlos Morin e di altre due persone accusate di aver praticato le interruzioni di gravidanza in questione fino all’ottavo mese. Altri tre inquisiti saranno invece rimessi a piede libero dietro il pagamento di una cauzione di 4.000 euro.
     
    Venezuela
    A poco meno di 24 ore dall’apertura delle urne, i riflettori della comunità internazionale sono puntati sul Venezuela per il referendum di domani sull’approvazione delle riforme che cambieranno profondamente la Costituzione del Paese. Dopo la dura repressione operata nei giorni scorsi contro le manifestazioni di protesta e i vescovi venezuelani, che in un nuovo documento hanno giudicato la riforma non necessaria e moralmente inaccettabile, il presidente Chavez ha annunciato che in caso di nuove intemperanze di piazza bloccherà le esportazioni di petrolio agli Stati Uniti.

    Medio Oriente
    Dopo il buon avvio della conferenza di Annapolis, la delegazione statunitense presso il Palazzo di Vetro di New York ha ritirato la risoluzione di sostegno ai negoziati per la pace in Medio Oriente. L’inaspettato stop del percorso diplomatico, avviato nella cittadina del Maryland, è dovuto ad un’incredibile gaffe diplomatica da parte americana che non aveva prima sottoposto il testo della risoluzione né alla delegazione israeliana né a quella palestinese, che poi hanno entrambe espresso la loro irritazione sull’accaduto. Fonti diplomatiche riferiscono che adesso il testo verrà ridiscusso con le parti interessate.

    Gaza
    Malgrado i progressi della diplomazia internazionale, continuano le violenze sul terreno nella Striscia di Gaza. La scorsa notte, un’incursione aerea israeliana nel settore sud-orientale della
    Striscia ha causato la morte di 5 persone e il ferimento di altri nove, di cui 2 in gravi condizioni. Secondo fonti ospedaliere locali le vittime dell’attacco sono tutti miliziani palestinesi di un braccio militare di Hamas. Anche un portavoce dell’esercito dello Stato israeliano ha confermato l'avvenuto bombardamento, specificando che aveva l'obiettivo di eliminare alcuni guerriglieri.

    Ucraina
    Sono tutti salvi i 385 minatori che erano in servizio nell’impianto estrattivo ucraino di Zasyadko, dove all'alba si è verificata un'esplosione probabilmente causata, ancora una volta, da una fuga di gas grisù. I soccorritori hanno così tratto in salvo anche i 35 lavoratori dati inizialmente per dispersi. Solo due settimane fa, nella stessa miniera di carbone, un analogo episodio ha causato la morte di 101 lavoratori. A quattordici giorni dal più grande incidente sul lavoro del Paese, dallo scioglimento dell’Unione Sovietica, le miniere ucraine si confermano le più pericolose al mondo insieme a quelle cinesi.

    Iraq
    In Iraq, secondo gli ultimi dati diffusi dalle autorità governative, si registra una progressiva diminuzione delle vittime causate dalla guerra. Il bilancio del mese di novembre, con 606 persone uccise in attacchi o attentati, è, infatti, il più basso degli ultimi 21 mesi. Cifre che confermano un trend che mostra segnali di speranza per il martoriato Paese del Golfo. Sul terreno, pero, si continuano a segnalare violenze: un soldato americano è stato ucciso ieri dall'esplosione di una bomba al passaggio del suo convoglio nei pressi di Baquba, e sempre vicino alla città Baquba stamani almeno dieci persone sono rimaste uccise in un attacco sferrato da guerriglieri vicini ad al Qaida.

    Pakistan
    In Pakistan, cresce l’attesa per l’incontro di lunedì tra i due leader dell’opposizione Benazir Bhutto e Nawaz Sharif, che ha l’obiettivo di mettere a punto una strategia comune da seguire in vista delle elezioni politiche dell'8 gennaio. Al momento la Bhutto sembra intenzionata a far partecipare al confronto elettorale il Partito del popolo pachistano (PPP), da lei guidato. Tuttavia, l’ex premier durante la presentazione della piattaforma elettorale della sua formazione, tenutasi stamani, non ha escluso del tutto la possibilità di boicottare il voto, come sostenuto più volte anche da Sharif. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 335

     
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