RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 117  - Testo della trasmissione di venerdì 27 aprile 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI si è detto disponibile a visitare l'ONU a New York, ma non esiste ancora data né programma

 

Grande successo di vendite per il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. Il Patriarca Bartolomeo I auspica che possa facilitare il dialogo teologico

 

Presentate ai media le linee-guida del Sinodo dei vescovi convocato dal Papa per l'ottobre 2008 sul tema della Parola di Dio

 

Al via in Vaticano la plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema della mancanza di carità e giustizia nel mondo: con noi Ombretta Fumagalli Carulli

 

Oggi la conclusione del Seminario sui cambiamenti climatici promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: ce ne parla il prof. Antonino Zichichi

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il mondo della cultura è in lutto per la morte del violoncellista russo Mstislav Rostropovich

 

L’Europarlamento approva una risoluzione sull’omofobia. I commenti di Paolo Bustaffa, direttore del SIR, e  Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle famiglie

 

CHIESA E SOCIETA’:

Presentato il Rapporto di Amnesty International sulla pena di morte

 

Continuano le devastazioni in Darfur. La forza di pace dell’Unione Africana denuncia centinaia di morti negli ultimi mesi

 

In Burkina Faso proseguono le campagne di vaccinazione gratuita contro la meningite che continua ad espandersi nel Paese

 

Mali: lettera dei vescovi in vista delle elezioni di domenica prossima

 

Tutto pronto a Pompei per il XXI meeting dei giovani, in programma da domani al primo maggio

 

Numerosi i partecipanti a Mosca al simposio su Friedrich Josepf Haass, il medico tedesco che operò in Russia in favore di esiliati e prigionieri in Siberia

 

In Germania diverse comunità religiose adotteranno domenica prossima un documento comune sul battesimo

 

Lo studente nell’università globale. Questo il tema del convegno nazionale della Fuci che si apre oggi a Vicenza

 

‘Letteratura per ragazzi e cultura cristiana’. Questo il titolo della giornata di studio promossa ieri a Bologna dai Pontifici consigli per la cultura e per il dialogo interreligioso e dall’istituto Veritatis Splendor

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuove tensioni tra Russia ed Estonia: rimosso un monumento dell'Armata Rossa dal centro di Tallin

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 aprile 2007

 

Udienze

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina un altro gruppo di presuli italiani della Regione Triveneto, in visita "ad Limina". Il Papa riceverà nel pomeriggio l’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

 

Benedetto XVI si è detto disponibile a visitare l'ONU di New York,

ma non esiste ancora data né programma

 

Benedetto XVI ha dato la propria disponibilità per una visita al Palazzo delle Nazioni Unite di New York. L’eventualità era stata ventilata durante l’udienza che il Papa aveva concesso in Vaticano al neosegretario dell’ONU, Ban Ki-moon, lo scorso 18 aprile. Ieri, il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, ha dato conferma di questa disponibilità del Pontefice, precisando però che al momento nessuna data né programma di viaggio sono stati presi in esame. Ban Ki-moon si è detto comunque molto felice per questa eventualità. La sede newyorkese dell’ONU ha visto in passato tre visite da parte dei Papi: la prima fu di Paolo VI nel 1965, le successive di Giovanni Paolo II, nel 1979 e nel 1995.

 

 

Grande successo di vendite per il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. Il Patriarca Bartolomeo I auspica che possa facilitare il dialogo teologico

 

Continua a riscuotere un grande successo il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”: a poco più di 10 giorni dall’uscita, in Italia sono state vendute 510 mila copie, in Germania 480 mila, in Polonia 100 mila. Nella edizione greca è riportata una lettera del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che esprime il suo “grande e ardente interesse” per questo libro di Benedetto XVI nell’auspicio che possa facilitare “il dialogo teologico”, in vista “di un definitivo superamento” della divisione tra Chiesa cattolica e ortodossa.

 

 

Presentate ai media le linee-guida del Sinodo dei vescovi convocato

dal Papa per l'ottobre 2008 sul tema della Parola di Dio

 

Si è svolta stamane nella Sala Stampa della Santa Sede, la presentazione ai giornalisti dei Lineamenta del prossimo Sinodo dei vescovi, il primo convocato da Benedetto XVI, che si terrà in Vaticano nell’ottobre 2008 e tratterà del tema della Parola di Dio in rapporto alla vita e alla missione della Chiesa. Ma, su richiesta dei giornalisti, il segretario generale del Sinodo, l’arcivescovo Nikola Eterović, si è soffermato con dovizia di particolari anche sulla riforma del Sinodo stesso, così come emerge da un recente documento ufficiale vaticano. Per i particolari, il servizio di Alessandro De Carolis. 

 

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A quarant’anni dalla Dei Verbum, la Costituzione del Vaticano II che rifletté sulla Rivelazione divina e sui modi di trasmetterla, la Chiesa rileva tuttora “fenomeni di ignoranza” sulla dottrina della Rivelazione stessa, un “notevole distacco di molti cristiani dalla Bibbia, “un permanente rischio di un uso non corretto” della Sacra Scrittura. Sono alcuni dei motivi che hanno spinto i vescovi di tutto il mondo a chiedere al Papa un Sinodo che trattasse della “Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Lo ha ribadito questa mattina il segretario generale del Sinodo dei vescovi, l’arcivescovo Nikola Eterović, durante la conferenza stampa di presentazione dei Lineamenta, ovvero delle linee-guida lungo le quali si sta sviluppando la preparazione della XII Assemblea generale del Sinodo, che si svolgerà dal 5 al 26 ottobre del prossimo anno. Benedetto XVI, anche nella sua veste di esperto teologo, ha molto a cuore il tema della riscoperta della Parola di Dio e in molte circostanze, ha ricordato il segretario generale del Sinodo, ha insistito sulla necessità di “promuovere una pastorale robusta e credibile della Parola di Dio” per un rinnovamento che sia non solo teologico, ma anche liturgico e catechistico. Una necessità, ha rilevato mons. Eterović, diretta non solo ad aumentare la consapevolezza del popolo cristiano, ma anche a meglio favorire i rapporti ecumenici, interreligiosi e con il mondo delle scienze. Soffermandosi su un dato, quello della diffusione della Bibbia, mons. Eterović ha osservato:

 

“Noi cristiani – parlo anche a nome di altri fratelli nella fede – non siamo ancora  soddisfatti, perché secondo l’Alleanza biblica universale del 2004, la Bibbia sarebbe stata tradotta per intero o parzialmente in 2.355 lingue, mentre le lingue del mondo sarebbero fino a 6.700, di cui 3.000 quelle principali. Dunque, la Bibbia neanche parzialmente è ancora tradotta in tutte le lingue del mondo”.

 

Mons. Eterović ha poi riaffermato che alla Chiesa “spetta il compito d’interpretare la Parola di Dio”, con il contributo delle scienze umane ma evitando i “rischi dell’interpretazione arbitraria e riduttiva” delle Scritture, con le possibili derive di letture fondamentalistiche o ideologizzate. E lo stesso ha fatto mons. Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo, soffermandosi in particolare sull’aspetto dell’approfondimeto teologico della Bibbia:

 

“L’unità interiore della Scrittura e i metodi di studio, come l’esegesi storico-critica o l’esegesi canonica (…) sono strumenti adeguati alla ragionevolezza della ricerca da una parte, ma anche dichiaratamente intesi all’adesione a lettera e spirito della Rivelazione scritta. La Bibbia, Libro di libri, nella sua veste umana non può essere né esposta ad un superficiale volontarismo, che offenderebbe e la ragione e la fede, né defraudata della sua interiore consistenza”.

 

Infine, il tema della riforma del Sinodo dei vescovi, sollecitato dai giornalisti in Sala Stampa. Sulla scorta di quanto pubblicato sul volume n. 10 dell’Acta Apostolicae Sedis del 6 ottobre 2006, mons. Eterović ha rivelato che la Segreteria generale del Sinodo sta preparando una pubblicazione bilingue, in latino ed in italiano, che riporta alcune delle novità volute dal Papa, alcune delle quali già sperimentate nel Sinodo sull’Eucaristia del 2005, come la riduzione da 4 a 3 delle settimane di durata dei lavori, o la facoltà di intervento libero concessa ai padri sinodali al termine di ogni assise giornaliera. Ma, modifiche a parte, non si può parlare – ha detto mons. Eterović - di vera riforma per ciò che concerne la possibilità, per il Sinodo, di oltrepassare la propria funzione consultiva, a servizio del Papa, per approdare ad una funzione deliberativa:

 

“L’aggiornamento dell’ordinamento del Sinodo dei vescovi si imponeva dopo 40 anni della sua esistenza e il motivo principale era un po’ di armonizzare le norme del Sinodo con il nuovo Codice di diritto canonico e con i Canoni delle Chiese cattoliche orientali, ovviamente riflettendo sulla prassi sinodale che si è sviluppata durante questi 40 anni. Non c’è una novità vera e propria in quanto già l’Apostolica sollicitudo del Servo di Dio, Paolo VI, parla negli stessi termini quando dice che al Sinodo dei vescovi ‘spetta per sua natura il compito di dare informazioni e consigli. Potrà anche godere di potestà deliberativa quando questa gli sarà stata conferita dal Romano Pontefice al quale spetta, in tal caso, ratificare la decisione del Sinodo’.

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Al via in Vaticano la plenaria della Pontificia Accademia

delle Scienze Sociali sul tema della mancanza

di carità e giustizia nel mondo

 

Prima giornata oggi in Vaticano della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze: al centro dei lavori la diffusa assenza di carità e giustizia nel mondo contemporaneo, il riemergere del nazionalismo sotto la forma dell'ostilità all'immigrazione, il protezionismo commerciale e la debolezza del multilateralismo. Durante la presentazione della plenaria, ieri nella Sala Stampa vaticana, è stata sottolineata l'insufficiente attuazione dei cosiddetti Obiettivi del Millennio, i millennium goals, per combattere povertà, pandemie e violazione dei diritti. Ma ci sono altre perplessità, come spiega l'accademica Ombretta Fumagalli Carulli, docente di diritto canonico all'Università Cattolica di Milano, al microfono di Fabio Colagrande:

 

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R. - Nell’autunno del 2000 i leader mondiali hanno ritenuto che si dovesse riaffermare la fiducia della comunità negli Stati intorno ad alcuni obiettivi. E gli obiettivi sono l’educazione, la parità uomo-donna, la salute e così via. Quello che può essere criticato di questi millennium goals è che siano privi di un’anima. Come spesso avviene anche nelle grandi organizzazioni internazionali si atomizzano dei diritti, ma non c’è poi il filo conduttore. Ora, a me pare che il filo conduttore debba essere la dignità della persona. La dignità della persona è solo implicita nei millennium goals, ma deve essere il filo conduttore anche di interpretazione. Faccio un esempio. Benissimo che la salute debba essere l’obiettivo più importante - ed anche la Santa Sede più volte lo ha enunciato - ma quando la salute viene quasi esclusivamente ridotta - come è nei millennium goals - alla salute riproduttiva, sembra che il problema vero sia quello di non aumentare la popolazione. L’aborto viene fuori subito, come strumento per risolvere il problema della sovrappopolazione. Basti pensare che per risolvere il problema della mortalità durante la gravidanza c’è chi dice “eliminiamo le gravidanze”. Allora, se sono così i millennium goals, sono davvero adatti a risolvere i grandi temi della giustizia sociale? Faccio un altro esempio. Benissimo che l’obiettivo sia parità uomo-donna, ma perchè allora non si afferma la parità uomo-donna chiaramente all’interno della famiglia? La pari nativa dignitas è un punto fondamentale del matrimonio canonico. E all’interno della famiglia, sia pure con ruoli diversi, padre e madre hanno dei compiti di pari dignità.

 

D. – Quindi, una riconsiderazione del ruolo della famiglia in questi sforzi politici…

 

R. – Il punto è questo, nei millennium goals non viene mai citata la famiglia. Io credo che se noi dobbiamo riflettere sui millennium goals, trovando come filo conduttore la dignità della persona, dobbiamo essere poi consequenziali. Come si realizza la dignità della persona? Anzitutto, rispettandola, ma poi dandole la possibilità di svilupparsi in quelle che sono le società naturali: la prima è la famiglia e poi c‘è la scuola. Anche riguardo all’educazione, se ne parla, però non si dice mai il diritto di scelta dei genitori della scuola, che più sia affine ai loro convincimenti. I millennium goals senza anima si espongono al rischio di non essere riconosciuti da nessuno.

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Oggi la conclusione del Seminario sui cambiamenti climatici promosso

 dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace

 

Si conclude oggi a Roma, presso Palazzo San Calisto, il Seminario su “Cambiamenti climatici e Sviluppo”, promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Ieri il Papa, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, aveva espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa, esortando “ad incentivare ricerca e promozione di stili di vita, modelli di produzione e consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile dei popoli, tenendo conto della destinazione universale dei beni, come ripetutamente ribadito dalla Dottrina sociale della Chiesa”.  Tra gli interventi anche quello del prof. Antonino Zichichi, presidente della World Federation of Scientist. Eugenio Bonanata lo ha intervistato:

 

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R. – Bisogna combattere i veleni che si immettono nell’atmosfera, questa è la vera battaglia. Non demonizzare l’effetto serra, non demonizzare l’anidride carbonica, che è cibo per le piante. Se nell’atmosfera non ci fosse anidride carbonica, noi non avremmo più l’effetto serra, ma non ci sarebbe vita per le piante. Riguardo al surriscaldamento, non è vero che è l’uomo responsabile di questi fenomeni. In questo motore biologico l’uomo entra, a dir tanto, il 10 per cento. Per il 90 per cento l’uomo non c’entra nulla. Si sente dire: “Questa temperatura non esisteva da 150 anni”, ma 150 anni fa era così. Non dobbiamo abbandonare il rigore in tutto ciò che riguarda le caratteristiche di questo satellite del Sole, nel quale abbiamo avuto il privilegio di nascere.

 

D. – L’attenzione ricade anche sui comportamenti del singolo. Che cosa può fare ciascuno di noi?

 

R. – Questa è una cosa assolutamente legittima. Non sprecare energia, non sprecare acqua: ogni singolo uomo può farlo, anzi deve farlo. Questa è la cultura su cui dobbiamo impegnare le nostre attività. Non fare catastrofismi, non demonizzare cose sacrosante, grazie alle quali noi esistiamo, come l’effetto serra e l’anidride carbonica. Senza l’anidride carbonica non ci sarebbe vita vegetale. Senza effetto serra moriremmo di freddo e non saremmo forse mai nati.

 

D. – Professore, si parla tanto di fonti energetiche rinnovabili, possono risolvere qualcosa?

 

R. – Questa si chiama crisi energetica mondiale, di cui non si parla mai. Non è concepibile poter dare a tutti gli abitanti della terra lo stesso livello energetico, usando energie alternative. L’energia nucleare permette di risparmiare un milione di volte in massa: invece di un milione di chili di petrolio, uso quindi un chilo di materiale fissile per ottenere la stessa quantità di energia.

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Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - I "Lineamenta" della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: la presentazione nella Sala Stampa della Santa Sede.

Allegato al giornale, un inserto speciale dedicato all'avvenimento ecclesiale che si svolgerà dal 5 al 26 ottobre 2008.

 

Servizio estero - Iraq: dopo la Camera Usa, anche il Senato vota per il ritiro delle truppe.

 

Servizio culturale - Un articolo di Marco Di Battista dal titolo "Arte e impegno civile": la morte a Mosca del grande violoncellista Mstislav Rostropovic.

 

Servizio italiano - In primo piano la legge elettorale.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

27 aprile 2007

 

 

Il mondo della cultura è in lutto per la morte

del violoncellista russo Mstislav Rostropovich

 

La Russia e il mondo della musica piangono la morte di Mstislav Rostropovich, uno dei maggiori violoncellisti del Ventesimo secolo, spentosi oggi all’età di 80 anni. Il grande musicista russo pagò di persona la sua difesa della libertà d'espressione nel regime sovietico.  Il servizio di Marco Di Battista:

 

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Un grande musicista, violoncellista e direttore d’orchestra. Soprattutto un grand’uomo, un esempio di impegno sociale. Mstislav Rostropovich è scomparso oggi all’età di 80 anni. Indimenticabili il suono del suo violoncello del 1711 e le magistrali interpretazioni, e anche la sua testimonianza a favore della libertà di espressione.

 

Rostropovich era nato a Baku, in Azerbaijan, il 27 marzo del 1927. I genitori furono i suoi primi maestri. Enfant prodige, a sedici anni lo troviamo tra i più bravi del Conservatorio di Mosca, dove frequenta corsi di pianoforte e violoncello, ma anche di composizione e direzione d’orchestra. Nel 1950 ottiene il Premio Stalin, praticamente il massimo per un musicista d’oltre cortina. Cinque anni dopo Rostropovich sposa il soprano Galina Vishnevskaja, stella del Bolshoi. E’ uno dei momenti più importanti della sua vita. Inizia infatti uno splendido sodalizio che porterà i due a condividere tutto: l’amore per la musica, ma anche gioie e dolori quotidiani. La sua attività artistica è intensissima. Suona con strumentisti eccezionali come Sviatoslav Richter ed Emil Gilels. Il suo violoncello incanta anche i compositori suoi contemporanei. Nella lista delle collaborazioni basti citare Shostakovic, il più amato, Aram Khachaturian, Sergej Prokofiev, Benjamin Britten, Leonard Bernstein, Krzysztof Penderecki.

 

Negli anni sessanta esordisce con successo come direttore d’orchestra. La sua grandezza di interprete è fermata però dall’amicizia con il dissidente Alexander Soljenitsin. Per il suo impegno politico a favore della libertà di espressione viene esiliato nel 1974. Dopo quattro mesi di stenti tiene un concerto proprio qui a Roma. Come ha confidato in un’intervista concessa nel 2006 alla nostra emittente, di quei giorni Rostropovich ricordava soprattutto l’incontro con Papa Paolo VI.

 

Dopo il crollo del muro, Mstislav fu riabilitato e festeggiato a Mosca e San Pietroburgo. Il 17 agosto del 1996 con la moglie istituì la Fondazione Vishnevskaya-Rostropovich con lo scopo di migliorare la salute dei bambini nella Federazione Russa e negli stati dell’ex Unione Sovietica.

 

Addio a Rostropovich. Molti lo ricorderanno nel 1989, con il violoncello sopra il muro di Berlino, cadente. Suonò le suite di Bach. Prima quelle in maggiore, per testimoniare tutta la propria felicità, poi qualcuna in minore, per ricordare i caduti che tentarono invano di attraversarlo. Poi smise di suonare e, come lui stesso ha raccontato, si mise a piangere.

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L’Europarlamento approva una risoluzione sull’omofobia. I commenti

di Paolo Bstaffa, direttore del SIR, e  Giovanni Giacobbe,

 presidente del Forum delle famiglie

 

Il Parlamento europeo ha approvato, ieri, una risoluzione contro l’omofobia. Si tratta di un documento, che accanto alla condanna dei rigurgiti di omofobia contiene anche un invito velato ad approvare leggi in favore delle coppie dello stesso sesso. In un primo momento, peraltro, la risoluzione presentava anche una censura – proposta da tre europarlamentari italiani – contro le dichiarazioni del presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco. A questo proposito Fabio Colagrande ha raccolto l’opinione di Paolo Bustaffa, direttore dell’agenzia SIR, che ieri ha condannato l’ennesimo attacco indecoroso nei confronti di esponenti della Chiesa italiana:   

 

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R. – Tolto il riferimento diretto al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, rimane un riferimento agli esponenti religiosi. Poi si chiede, continuando nella lettura della risoluzione, alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannare eventuali dichiarazioni omofobe. Ora qui è evidente che si mantiene un atteggiamento di sospetto nei confronti di quello che è il pensiero della Chiesa riguardo a queste situazioni, a queste persone, verso le quali invece è chiaro - anche nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica - c’è un grande rispetto. Il rispetto delle persone, comunque, non può cancellare quello che rimane un aspetto problematico, attorno al quale ci deve essere sicuramente la comprensione, l’accoglienza, ma in molti casi non ci può essere una giustificazione.

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Dal canto suo, l’eurodeputato Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, ha affermato che la risoluzione dell’Europarlamento implica una condanna del “Family day”, in programma a Roma il 12 maggio prossimo. Un’affermazione priva di fondamento, sottolinea il prof. Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, intervistato da Alessandro Gisotti: 

 

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R. – Se la risoluzione intende condannare quelle posizioni discriminatorie verso gli omosessuali, mi pare che sia una cosa ovvia e condivisibile. Quale sia il rapporto tra la condanna delle discriminazioni, gli omosessuali e il Family Day, è una pura invenzione, una fantasia dell’onorevole Grillini, che è assolutamente priva di senso. Il Family Day è una manifestazione a favore della famiglia, così come è voluta dalla Costituzione. Quindi, non vedo cosa c’entri con l’omosessualità.

 

D. – Perché, secondo lei, la parola dei vescovi sulla famiglia, ma anche di esponenti del laicato cattolico, viene percepita almeno in certi ambienti con fastidio?

 

R. – Credo che il fastidio nasca dal fatto che siccome si tratta di valori che hanno nella Costituzione il loro fondamento, è fastidioso che vengano richiamati proprio dai vescovi e dal laicato cattolico.

 

D. – Come valorizzare la bellezza della famiglia oggi? Come proporre questo valore ai giovani?

 

R. – Valorizzare la bellezza della famiglia e sottolineare il senso che la famiglia ha nella società civile può essere fatto soltanto realizzando una nuova cultura della famiglia e sottolineando che, senza una nuova cultura della famiglia e senza un sostegno radicale alla famiglia, crolla tutta la società civile. Io non vorrei che coloro i quali contestano questa posizione, che si sta traducendo nella imponente manifestazione del Family Day, abbiano come obiettivo quello di distruggere questa cultura della famiglia e quindi vedano male che ci sia una manifestazione di popolo. Il Family Day non è una manifestazione di Chiesa, ma è una manifestazione di popolo credente e non credente, che vuole finalmente riaffermare questi valori della famiglia.

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CHIESA E SOCIETA’

27 aprile 2007

 

Presentato il Rapporto di Amnesty International sulla pena di morte

 

Il numero delle esecuzioni e il numero dei Paesi che le mettono in atto è in calo. Dalle 2148 del 2005 si è passati alle 1591 del 2006, un trend positivo, sottolineato dal segretario generale di Amnesty International, Irene Khan, in Italia per la presentazione dei dati, ma anche per incontrare il premier Prodi. E’ sull’Italia, infatti, che Amnesty conta soprattutto per dare vita ad una coalizione globale contro la pena di morte, un gruppo che abbia come priorità il conseguimento di una moratoria universale sulle esecuzioni. “Un mondo senza pena di morte è possibile, se governi influenti intenderanno dare un segnale di leadership politica”, ha dichiarato Irene Khan. L’anno scorso il 91 per cento delle esecuzioni è stato registrato in soli sei Paesi: Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e Stati Uniti. “Questi sostenitori ad oltranza delle esecuzioni – ha affermato la Khan – sono isolati ormai, non più in sintonia con la tendenza mondiale”. L’Iraq si è aggiunto alla lista dei leader mondiali delle esecuzioni e ha compiuto un grave passo indietro. L’uso della pena di morte in questo mese è cresciuto rapidamente, dopo la reintroduzione, avvenuta a metà del 2004. Nel 2006 l’impiccagione di Saddam Hussein, a dicembre, ha sviato l’attenzione dall’escalation delle esecuzioni, con oltre 65 persone messe a morte. Le esecuzioni in Iran, almeno 177, nel 2006 sono quasi raddoppiate rispetto al 2005. Il Pakistan ha fatto un salto in avanti nella classifica dei Paesi che più usano la pena di morte, con 82 esecuzioni almeno. In Sudan sono state 65, ma si teme che il dato effettivo possa essere più alto. Negli Stati Uniti 53 persone sono state messe a morte in 12 Stati. Ma è la Cina che continua ad essere il Paese leader delle esecuzioni. Amnesty International ne ha registrate almeno mille, ma i dati sulla pena di morte sono considerati un segreto di Stato e si ritiene che il numero effettivo delle persone messe a morte possa arrivare ad otto mila. “Ciò che ora ci si augura – ha concluso la Khan – è che le prossime Olimpiadi di Pechino possano essere un’occasione per esercitare ulteriori pressioni sulle autorità cinesi”. (A cura di Francesca Sabatinelli) 

 

 

Continuano le devastazioni in Darfur. La forza di pace dell’Unione Africana denuncia centinaia di morti negli ultimi mesi

 

Ancora morte e devastazione in Darfur. E’ lo scenario dipinto da ufficiali della forza di Pace dell’Unione Africana ai rappresentanti dell'agenzia dell'ONU per i rifugiati (UNHCR) che nei giorni scorsi si sono recati nella regione. Secondo le testimonianze, milizie arabe, forse assoldate dal governo sudanese, agiscono indisturbate nell’area. Si parla di crimini molto gravi, come saccheggi e stupri, per i quali la polizia  sudanese non ha effettuato arresti. Da parte sua il governo di Khartoum nega ogni legame con le milizie, dichiarando che si tratta di gruppi di banditi contro i quali, quando è possibile, prende provvedimenti. Intanto anche gli Stati Uniti si sono mobilitati per porre fine questa guerra civile che negli ultimi anni ha fatto 200.000 morti e 2 milioni e mezzo di sfollati. La Camera dei rappresentanti ha recentemente approvato una risoluzione in cui si esorta gli Stati arabi ad impegnarsi di più per la causa. In particolare si chiede di definire formalmente genocidio le sistematiche torture, gli stupri e la pulizia etnica in Darfur e a sostenere in modo convinto il dispiegamento di un contingente delle Nazioni Unite e dell'Unione africana per imporre il cessate-il-fuoco. (A cura di Eugenio Bonanata)

 

 

In Burkina Faso proseguono le campagne di vaccinazione gratuita

contro la meningite che continua ad espandersi nel Paese

 

Oltre 1600 morti e più di 24 mila casi di contagio. E’ il bilancio dell’epidemia di meningite cerebrospinale in corso dall’inizio dell’anno in Burkina Faso. Lo ha riferito il ministero della Sanità locale diffondendo i dati dell’ultimo rapporto del Comitato nazionale di gestione della meningite. Come riporta l’agenzia Misna il documento evidenzia un raddoppio dei casi mortali in un solo mese. Tuttavia “solo sei distretti sanitari sono ancora in situazione d’epidemia, contro i 30 precedenti” e – precisa il inoltre rapporto - grazie alle campagne di vaccinazione e alle cure offerte gratuitamente ai malati, vi è stata una “caduta del tasso di mortalità” dall’oltre 8% di marzo al 6,6% attuale. (E. B.)

 

 

Mali: lettera dei vescovi in vista delle elezioni di domenica prossima

 

I vescovi del Mali hanno scritto una lettera ai fedeli, in vista delle elezioni di domenica prossima. Ricordando che il Paese è un esempio di democrazia nell’Africa Sahariana, i presuli hanno invitato i politici ad essere attenti ai bisogni del popolo per realizzare un nuovo Mali. In questo senso – ricordano i vescovi – sono numerose le iniziative che attestano la maturità politica del Paese e gli sforzi reali intrapresi. Nel documento si riconosce però che la politica non è esente da macchie, quindi, concludono i presuli, anche il popolo deve agire per non lasciare soli i politici e sostenerli nella loro azione. (E. B.)

 

 

Tutto pronto a Pompei per il XXI meeting dei giovani,

in programma da domani al primo maggio

 

Giovani in preghiera sullo stile di Taizé. Così domani, sabato 28 aprile alle ore 20.30, presso il Centro Diocesano di Pompei “La Piscina di Siloe” (ex seminario), prenderà il via la XXI edizione del Meeting dei Giovani che proseguirà fino al 1° maggio, quando è previsto il grande happening finale con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte d’Italia. La manifestazione, che è ormai tra le maggiori per la sua forza aggregativa (sono attese circa 15.000 presenze) dopo aver ospitato nelle edizioni precedenti il fondatore di Emmaus, l’Abbé Pierre, comincerà con una veglia animata dalla comunità internazionale di Taizé. Il giorno successivo, domenica 29, a fare gli onori di casa sarà il vescovo prelato e delegato pontificio, mons. Carlo Liberati, instancabile promotore di momenti di aggregazione giovanile, di vita ecclesiale e di testimonianza. Sarà mons. Liberati a presiedere la Santa Messa nel Santuario alle ore 11.00. Nel pomeriggio, per i partecipanti, la possibilità di compiere una visita agli antichi scavi di Pompei, tra i siti archeologici più visitati al mondo. La domenica sera, a partire dalla ore 21.00, ancora i giovani manifesteranno il loro desiderio di pace nel mondo con il Santo Rosario ed una fiaccolata per la Pace Universale che partirà dal piazzale Giovanni XXIII per portarsi nel Santuario Pontificio della Beata Vergine del Rosario. Il Meeting dei Giovani di Pompei, che propone momenti di riflessione, testimonianza, preghiera, cultura, musica e spettacolo, riprende nel titolo il tema del messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù: “Come io vi ho amati così amatevi anche voi gli uni gli altri”.  “Questo incontro – spiega don Giovanni Russo, delegato della Pastorale Giovanile di Pompei e responsabile del Meeting - è significativo anzitutto perché il suo intento è dare speranza e voce ai giovani, molto spesso incompresi agli occhi di una società segnata da ritmi frenetici di vita, che non ha tempo per interessarsi della loro crescita umana e spirituale”. Intanto proseguono le iscrizioni, e si registrano significative partecipazioni dal Sud, in particolare dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Puglia, oltre che ovviamente da tutta la Campania. Prosegue intanto con successo l’iniziativa che intende essere vettore dell’affetto dei giovani per il Pontefice, visto come un Papa che è anche un papà di tutti; di qui l’affettuoso slogan dell’appello “Scrivi al tuo Papa”, dove ognuno può, rivolgendosi confidenzialmente al Santo Padre, come ad un amico vero, confidare sogni, messaggi di speranza, dubbi, perplessità, chiedere consigli. Sono già centinaia i giovani che al numero 333/7646420 hanno inviato i loro sms. I più belli saranno poi resi pubblici nei giorni del meeting, raccolti in un volume ed inviati al Santo Padre. Eccone solo alcuni: “Caro Papa. Nel buio cerco un po’ di pace, sei per me una luce”; “Vorrei che tu venissi a casa mia, a pranzo un giorno con me, nella mia famiglia” e così via, con un affetto sempre crescente e confidenziale. Il Meeting dei Giovani di Pompei, gode del patrocinio del Comune di Pompei, della Provincia di Napoli e della Regione Campania, nonché del sostegno di alcuni partner privati che hanno inteso investire nel sociale. Tra questi Banca Intesa S. Paolo, Arti Grafiche Boccia e Confetti Crispo. (A cura di Giovanni Peduto)

 

 

Numerosi i partecipanti a Mosca al simposio su Friedrich Josepf Haass,

il medico tedesco che operò in Russia

in favore di esiliati e prigionieri in Siberia

 

Al via oggi fino al 29 aprile, a Mosca, presso la cattedrale cattolica dell’Immaco-lata, la conferenza-simposio sul dottor Friedrich Josepf Haass il medico tedesco che operò in Russia, nella prima metà dell’800, al fianco dei deportati in Siberia. L’incontro è organizzato dall’arcivescovo di Mosca Tadeusz Kondrusiewicz, in collaborazione con p. Wielfried Wehling, vice postulatore per l’arcidiocesi di Mosca della causa di beatificazione Di Haass. E sarà proprio il processo diocesano di beatificazione, avviato nell’arcidiocesi di Colonia nel 1998, al centro dei lavori. Il Papa definendo il dottor Haass una “luminosa figura”, nel corso dell’Udienza generale di mercoledì scorso, ha salutato i partecipanti al simposio. Fra questi, le delegazioni provenienti dalle diverse diocesi della Federazione Russa, dall’arcidiocesi di Colonia e una italiana da Roma e dalla diocesi di Mantova dove è stata fondata con la benedizione del vescovo Egidio Caporello l’Associazione Deus caritas est Amici di Friedrich Joseph Haass che ha contribuito alla logistica organizzativa del Simposio. Probabilmente per la prima volta nella curia cattolica di Mosca, sarà presente anche il metropolita Serghej (Fomin), presidente del dipartimento delle opere di carità e della beneficenza della Chiesa ortodossa russa. L’incontro vuole ricordare la figura di  Friedrich Joseph Haass (1780-1853), che giunse in Russia nel 1806 al fianco di una nobile famiglia arrivando a compiere, grazie alla sua competenza professionale, una brillante carriera negli ospedali moscoviti fino a ricoprire importanti cariche statali. Fin da subito curò senza compenso molti malati poveri, ma fu con la nomina a primario degli ospedali delle carceri che ebbe inizio la parte più significativa della sua opera. Si impegnò ad alleviare con ogni mezzo le dure condizioni di vita dei prigionieri destinati alla deportazione nella lontana Siberia: raccolse fondi per la costruzione e l'ampliamento degli ospedali; operò a livello istituzionale per evitare gli abusi e le inutili crudeltà; offrì a migliaia di deportati il proprio sostegno materiale e morale. Il dottor Haass restò fedele alla propria confessione cattolica, ma rispettò profondamente la spiritualità ortodossa del popolo russo. Per questo il “santo medico di Mosca”, è venerato sia dai cattolici che dagli ortodossi. La sua opera di carità è entrata nella letteratura russa da F. Dostoevskij a molti altri scrittori, artisti e cantautori nonché nel cuore della gente semplice. (E. B.)

 

 

In Germania diverse comunità religiose adotteranno domenica prossima un documento comune sul battesimo

 

Il cardinale Karl Lehmann, Vescovo di Mainz e presidente della conferenza episcopale tedesca, il Vescovo luterano Wolfgang Huber e i rappresentanti di altre undici comunità confessionali adotteranno un documento comune sul battesimo. La cerimonia avrà luogo, domenica prossima, nella cattedrale di Magdeburgo.  In Germania, sinora, i battesimi non sono riconosciuti reciprocamente se non da convenzioni stabilite tra le singole diocesi e le chiese evangeliche regionali. L’iniziativa di adottare un documento comune sul battesimo viene attribuita al cardinale  Walter Kasper, attuale Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Alla redazione del testo ha lavorato, per tre anni, una commissione mista. “Nonostante le differenze nella comprensione della Chiesa, – si legge nel documento – esiste tra noi un accordo fondamentale sul battesimo. Per questo noi riconosciamo come compimento del battesimo ogni atto di immersione o di aspersione con l'acqua realizzato secondo la missione di Gesù, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e ci rallegriamo per ogni persona che si battezza. Il battesimo così realizzato è unico e non può essere ripetuto”.  Tra le comunità tedesche firmatarie figurano anche la Chiesa Ortodossa Etiope, la Comunità di Lavoro delle Parrocchie Anglicane Episcopali, la Chiesa Ortodossa Armena Apostolica, la Chiesa di ex riformate della Bassa Sassonia, l’Unità dei Fratelli Evangelici della Confessione di Augusta, la Comunità fraterna “Herrnhuter”, la Chiesa Metodista, la Chiesa Cattolica Cristiana, la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Luterana Indipendente. (A. M.)

 

 

Lo studente nell’università globale.

Questo il tema del convegno nazionale della Fuci che si apre oggi a Vicenza

 

Essere universitari in un mondo accademico sempre più internazionale e con una vasta mobilità di studenti e ricercatori. È lo scenario su cui rifletteranno gli universitari cattolici della FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana) nel loro convegno nazionale che si apre oggi a Vicenza. L’incontro, che proseguirà fino al 30 aprile, vedrà alternarsi dibattiti, confronti e tavole rotonde con “studiosi che hanno maturato una solida esperienza all’estero – spiegano gli organizzatori – tanto da poterci offrire una prospettiva comparata entro cui collocare l’Italia”. Ricco il programma del convegno, che avrà anche un appuntamento con il vescovo di Vicenza mons. Cesare Nosiglia in Cattedrale domenica alle ore 18. Ad aprire i lavori Massimo Cacciari, docente di filosofia estetica e sindaco di Venezia. Seguiranno gli interventi di altri docenti universitari che – spiegano i giovani del FUCI – ci introdurranno al tema dell’internazionalizzazione nel doppio, ma complementare, approccio umanistico e scientifico, a partire dal modello di Bologna, che punta a delineare un modello europeo di università”. (E. B.)

 

 

‘Letteratura per ragazzi e cultura cristiana’.  Questo il titolo della giornata di studio promossa ieri a Bologna dai Pontifici consigli per la cultura e per il dialogo interreligioso e dall’istituto Veritatis Splendor

 

Nel secolo scorso Verne e Salgari, il Giornalino di Giamburrasca e I ragazzi della via Paal, contribuirono a sviluppare nella mente dei ragazzi la fantasia. “Ci chiediamo”, ha ricordato introducendo i lavori della Giornata il cardinale Paul Poupard, presidente dei Pontifici consigli per la cultura e per il dialogo interreligioso, “se per il mondo giovanile contemporaneo, al centro di numerosi tragici fatti di cronaca, ci siano ancora proposte editoriali valide ed efficaci, che aiutino i ragazzi a crescere in maniera sana ed equilibrata, a vivere la loro dimensione di avventura e di idealità, per non cadere nella noia e nella banalità di una quotidianità soggiogata dalle mode e dalle tendenze sempre più effimere”. Diverse le risposte suggerite dalla tavola rotonda che ha messo a confronto gli esperti. Antonio Faeti, docente di Grammatiche della fantasia, invoca il ritorno ad un’esperienza come quella de “Il Vittorioso” “un giornale cattolico che non parlava attraverso le prediche ma attraverso i comportamenti che erano al centro delle sue storie”. Per la scrittrice Beatrice Masini, l’editoria per ragazzi di ispirazione cattolica deve puntare sull’identità continuando a raccontare il buono ma abbinandolo a una forma espressiva capace di trasmettere il bello. (A cura di Stefano Andrini)    

 

 

24 ORE NEL MONDO

27 aprile 2007

 

- A cura di Marco Guerra e Franco Lucchetti -

 

 

- Ancora violenze in Iraq: stamani un attentatore suicida ha fatto esplodere l’automobile su cui viaggiava lungo la strada che collega Tal Afar a Mossul, nel nord Paese, uccidendo e ferendo almeno una dozzina di persone. A Tikrit, ieri un commando a bordo di due auto ha aperto il fuoco contro l’abitazione del fratello di Ali Hassan al Majid, il cugino di Saddam Hussein, noto come Ali il Chimico, uccidendone la moglie e la figlia. Hashem Hassan al Majid, fratello di Ali il Chimico, che ora è detenuto in una prigione gestita dagli americani, negli anni del potere di Saddam Hussein è stato governatore della città di Hilla. A Baghdad, sarebbero almeno 26 i cadaveri ritrovati in varie zone della città nelle ultime 24 ore, per i quali ora si sta procedendo all’identificazione in obitorio. Nelle ultime settimane, il numero di cadaveri ritrovati nelle strade della capitale irachena è tornato ad essere ogni giorno più elevato.  Intanto, negli Stati Uniti, dopo il "sì" della Camera di mercoledì scorso, anche il Senato ha approvato la legge che indica nell'aprile 2008 il termine della permanenza delle truppe americane in Iraq. Il presidente George W. Bush ha ribadito che metterà il veto, perchè le date del ritiro indicate dal testo potrebbero compromettere l’intera missione. Ce ne Parla Elena Molinari:

 

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Con un insolito "schiaffo" alla Casa Bianca, il Senato americano ha approvato ieri una legge che fissa una data per il ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Ma il presidente Bush ha già promesso che la bloccherà con un veto, rinunciando quindi anche agli oltre 120 miliardi di dollari che la legge gli concede per finanziare le guerre in Iraq e in Afghanistan. Bush, infatti, considera date arbitrarie il 1° ottobre prossimo come inizio del rientro e l’aprile del 2008 come termine ultimo per la permanenza delle truppe USA in Iraq, dato che, ha detto, compromettono la riuscita dell’intera missione. Paradossalmente, però, la legge giungerà alla Casa Bianca proprio la prossima settimana, esattamente cioè quattro anni dopo la famosa dichiarazione di Bush dalla portaerei Lincoln che la missione in Iraq era compiuta.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

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- ''L'ultimatum non scade oggi, ma domani, sabato'': lo ha riferito oggi, all'agenzia France Presse, il portavoce dei talebani, Yousuf Armadi. La precisazione arriva al termine della settimana di tempo che i talebani avevano concesso alla Francia, lo scorso 20 aprile, per ritirare le proprie truppe dall'Afghanistan in cambio della liberazione dei due ostaggi francesi, che lavorano per una Ong, rapiti il tre aprile scorso nel sud-ovest del Paese. Sul piano politico, tengono banco le dichiarazioni del segretario generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, che durante una conferenza stampa alla riunione dei ministri degli Esteri della NATO, in corso ad Oslo, ha dichiarato che le truppe dell'Alleanza presenti in Afghanistan raggiungeranno quota 39 mila unità entro l'estate. Intanto, sul terreno continuano le azioni dei talebani, che questa mattina hanno attaccato un distretto di polizia nella provincia Ghazni, nel sud dell'Afghanistan, uccidendo cinque persone, tra cui il capo del distretto. Nella zona sono state inviate truppe di rinforzo da Kabul.

 

- In Cecenia, un elicottero militare russo è stato abbattuto stamani dalle forze guerriglieri indipendentisti, provocando diciotto vittime fra cui quindici soldati e tre membri dell'equipaggio. Secondo quanto riferisce l'agenzia Ria, citando una fonte militare russa nel Caucaso, il velivolo, un Mi-8 russo, stava effettuando, insieme ad altri tre elicotteri, un’operazione contro i ribelli  nei pressi della città di Shatoi, nel sud del Paese. 

 

- Tensioni bilaterali tra Russia ed Estonia. Le autorità di Tallin hanno deciso di rimuovere il monumento all'Armata Rossa dal centro della capitale estone. Immediati non solo le proteste di piazza, costate la vita ad una persona col ferimento di altre decine, ma anche l’irrigidimento di Mosca: il Senato russo ha infatti votato all'unanimità una mozione che chiede al presidente, Vladimir Putin, di rompere le relazioni con l'Estonia. Mobilitata pure la Duma, la Camera bassa del Parlamento. Sulle ragioni di queste tensioni, Giada Aquilino ha intervistato il vicedirettore di Famiglia Cristiana, Fulvio Scaglione, esperto di area ex sovietica:

 

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R. - Le tensioni tra Estonia e Russia, ormai di vecchia data, sono cominciate praticamente nel momento in cui l’Estonia è diventata uno stato indipendente, nel 1991, e la Russia si è trasformata nel Paese post-sovietico che conosciamo. Sono poi cresciute negli ultimi tempi, in linea con l’atteggiamento di molti Stati dell’ex blocco sovietico nei confronti di Mosca: penso all’Ucraina o alla Polonia. C’entrano naturalmente anche ragioni economiche, come il progettato gasdotto che dovrebbe unire la Russia alla Germania, passando sotto il mare e quindi scavalcando i Paesi baltici e privandoli dei proventi dei diritti di transito.

 

D. - Per la Russia, il monumento è un simbolo della lotta al nazifascismo, per gli estoni è un ricordo di 50 anni di presenza sovietica. A questo punto, si rischia davvero l’aggravarsi delle tensioni?

 

R. - Credo di sì, soprattutto perché entrambe le posizioni contengono un grano di verità: c’è stata l’oppressione sovietica e c’è stato il ruolo dell’Armata Rossa nella liberazione dal nazismo anche in quella parte di mondo. Penso comunque che ciò che irriti la Russia sia soprattutto la richiesta - da parte di alcuni Paesi di quella che chiamiamo “Europa dell’Est” - di una sorta di pentimento continuo, di una sorta di continuo “mea culpa” sul proprio passato. Ecco: questa è una cosa che i russi hanno fatto per anni, diciamo per tutti gli anni Novanta, e che adesso non sono più disposti a fare per tante ragioni, una delle quali è che si chiede loro un “mea culpa” e nel contempo - per citare un’altra polemica di queste ore - si progettano nuove armi strategiche da impiantare ai loro confini; la NATO è arrivata ai loro confini. In sostanza, si continua a trattare la Russia come un pericolo per la civiltà occidentale. I russi questo non sono più disposti ad accettarlo.

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- Dopo la massiccia offensiva del esercito etiope, che ha piegato gli ultimi baluardi dei miliziani islamici, oggi a Mogadiscio non si combatte. In queste ore, sono in corso nella capitale somala numerosi rastrellamenti alla ricerca di armi e insorti, mentre gli abitanti hanno cominciato a raccogliere i cadaveri abbandonati nelle strade durante i nove giorni di scontri. Solamente ieri, infatti, secondo quanto ha riferito Sudan Ali Ahmed, direttore dell'organizzazione non governativa "Elman Peace and Human Rights Organisation", almeno 58 civili sarebbero stati uccisi durante l’attacco delle forze governative al check point di Balad road, a nord di Mogadiscio.

 

- Due poliziotti nigeriani sono stati uccisi oggi a Port Harcourt, in Nigeria, da un gruppo di sconosciuti armati durante un tentativo di sequestro di lavoratori stranieri nella zona petrolifera del Delta del Niger, nel sud del Paese. Lo ha riferito il commissario Felix Ogbaudu, della polizia dello stato di Rives.

 

- Quindici morti, quaranta feriti e cento dispersi: è il bilancio del naufragio di un traghetto con a bordo 250 passeggeri avvenuto martedì scorso a Jeremie, a sud-ovest dell’isola di Haiti. L’imbarcazione è affondata al termine del viaggio, a poche centinaia di metri da Port-au-Prince. Lo hanno annunciato ieri le autorità haitiane e la portavoce della Minustah (Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti), Sophie Boutad de la Combe, aggiungendo che i soccorritori sono riusciti a salvare diverse persone, tra le quali un neonato di 10 giorni e un bambino di 3 anni. Secondo un parlamentare, la causa del naufragio è dovuta al sovraccarico di passeggeri.

 

- Tre condannati a morte, accusati di aver commesso omicidi plurimi, sono stati impiccati oggi in Giappone. Lo ha comunicato oggi, a Tokyo, il ministro della Giustizia nipponico. Yoshikatsu Oda era stato condannato per un duplice omicidio del 1990, Masahiro Tanaka per quattro assassinii durante una rapina e Kosaku Nada per aver ucciso due persone anch'egli durante una rapina. Le sentenze sono state eseguite nei penitenziari di Tokyo, Osaka e Fukuoka. Nei “bracci della morte” del Sol Levante vi sono ancora un centinaio di detenuti la cui condanna è stata confermata dalla Corte suprema. Le esecuzioni capitali avvengono negli stessi giorni in cui l’Unione Europea approva l’iniziativa di una moratoria della pena di morte da sottoporre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Giappone e Stati Uniti sono i soli Paesi a grande industrializzazione ad applicare ancora la pena di morte.