RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 112  - Testo della trasmissione di domenica 22  aprile 2007

 

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nella Messa a Pavia, nel secondo giorno di visita pastorale in Lombardia, il Papa sottolinea che Sant’Agostino è un modello di conversione anche per i nostri tempi. Al Regina Caeli, l’invito ai giovani a leggere il suo libro Gesù di Nazaret: ai nostri microfoni padre Giustino Casciano

 

La Chiesa di Palermo è in festa per la Beatificazione di padre Francesco Spoto della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Fede e sport al servizio della pace: al via, domani, la maratona pellegrinaggio Betlemme-Gerusalemme dedicata a Giovanni Paolo II: ce ne parlano mons. Liberio Andreatta, mons. Josef Clemens ed Edio Costantini

 

In crescita, in Italia, le piccole comunità di cattolici cinesi: con noi padre Giuseppe Chang

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il sostegno del Papa ai fedeli che hanno partecipato alla Messa contro la violenza a Rio de Janeiro

 

La Commissione episcopale Giustizia e Pace chiede più impegno per la sicurezza ad Haiti

 

La conferenza episcopale calabrese esprime vicinanza alle vittime della mafia e ai precari del mondo del lavoro

 

All'Ospedale romano Fatebenefratelli, quattro incontri per educare i giovani studenti italiani alla prevenzione degli incidenti stradali

 

Difendere il nostro pianeta dall’emergenza climatica: è l’obiettivo dell'odierna Giornata Mondiale della Terra

 

24 ORE NEL MONDO:

Francia al voto per eleggere il nuovo presidente. Alle 12, affluenza oltre il 31 per cento - In Nigeria, brogli e violenze durante le elezioni presidenziali di ieri

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 aprile 2007

 

Nella Messa a Pavia, nel secondo giorno di visita pastorale in Lombardia,

il Papa sottolinea che Sant’Agostino è un modello di conversione

anche per i nostri tempi. Al Regina Caeli, l’invito ai giovani

a leggere il suo libro Gesù di Nazareth

 

Un viaggio apostolico nel segno di Sant’Agostino: si caratterizza, così, la visita pastorale di Benedetto XVI in Lombardia, che stamani a Pavia ha dedicato proprio all’amato vescovo di Ippona l’omelia pronunciata durante la Messa negli Orti Borromaici. Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte almeno 20 mila fedeli ai quali il Papa ha indicato Sant’Agostino quale modello di conversione tuttora valido. La mattinata del Papa era iniziata con la visita al Policlinico pavese San Matteo, dove ha ribadito che medicina e progresso scientifico devono sempre essere al servizio della vita. Da Pavia, il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti:

 

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La mattinata del Papa è iniziata con la visita alle 9 al Policlinico San Matteo, noto centro di cura da 70 mila ricoveri l’anno e di ricerca in particolare nel settore dei trapianti e delle malattie rare. Il Papa è venuto per esprimere a tutti solidarietà e abbracciare spiritualmente ammalati, familiari, personale medico e sanitario. In rappresentanza di questo mondo hanno rivolto il loro saluto a Benedetto XVI il presidente del Policlinico, Alberto Guglielmo e un’ammalata. Poi le parole del Papa. “L’ospedale - ha detto - è un luogo che potremmo dire in qualche modo “sacro”, dove si sperimenta la fragilità della natura umana, ma anche le enormi potenzialità e risorse dell’ingegno dell’uomo e della tecnica al servizio della vita. La vita dell’uomo!” Un grande dono che resta sempre un mistero:

 

“Il mio vivo auspicio è che, al necessario progresso scientifico e tecnologico, si accompagni costantemente la coscienza di promuovere, insieme con il bene del malato, anche quei valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua fase, dai quali dipende la qualità autenticamente umana di una convivenza”.

 

Sempre la Chiesa, seguendo l’esempio del suo Signore, ha continuato il Papa, manifesta  una speciale predilezione verso chi soffre, consapevole di essere chiamata a manifestare loro e a chi se ne prende cura, l’amore e la sollecitudine di Cristo. Ma Benedetto XVI non tace sulla realtà dura della malattia:

 

Certo, la sofferenza ripugna all’animo umano; rimane però sempre vero che, quando viene accolta con amore e con passione ed è illuminata dalla fede, diviene un’occasione preziosa che unisce in maniera misteriosa al Cristo Redentore, l’Uomo dei dolori, che sulla Croce ha assunto su di sé il dolore e la morte dell’uomo”. 

 

E il Papa ha rivolto un invito: “Cari ammalati, affidate al Signore i disagi e le pene che dovete affrontare e nel suo piano diventeranno mezzi di purificazione e di redenzione per il mondo intero”.  Al termine dell’incontro, una trentina di persone in rappresentanza di medici e ammalati hanno potuto salutare personalmente il Papa in un clima di grande soddisfazione. Benedetto XVI si è poi trasferito con la papamobile verso l’ampio spazio degli Orti Borromaici per la Messa dove c’erano ad attenderlo oltre 20 mila fedeli con gruppi venuti anche dalle diocesi limitrofe.

 

(canto)

 

All’inizio della celebrazione il saluto del vescovo, mons. Giovanni Giudici, che ha presentato al Papa la realtà vivace della sua diocesi, che con un passato ricco di figure cristiane esemplari, vive un presente contrassegnato ancora da generosità, impegno verso chi soffre, attraverso il volontariato, una comunità ecclesiale decisa a testimoniare Cristo all’uomo di oggi. L’omelia di Benedetto XVI è tutta incentrata sul tema della conversione prendendo spunto dalla prima lettura, che parla della predicazione degli Apostoli dopo la Pasqua. Una predicazione contrastata, vissuta dal Sinedrio come un atto d’accusa. Ma Pietro insiste: Dio ha fatto Gesù “capo e salvatore” per tutti, anche per Israele. Ed Egli dona il perdono dei peccati.

 

Ma in che cosa consiste il cammino di conversione? Molti gli esempi nella storia della Chiesa, Pietro stesso, Paolo, ma Pavia, dice il Papa, parla in modo speciale di Sant’Agostino. La sua conversione non fu un evento di un unico momento, ma appunto un cammino di cui il Papa indica tre grandi tappe: “La prima fu quella verso il cristianesimo. Agostino era figlio del suo tempo, viveva come tutti gli altri, e tuttavia rimaneva sempre una persona in ricerca. Voleva trovare la verità, sull’uomo, la vita, il mondo”. E poi, tutto ciò che non portava il nome di Cristo, non gli bastava, sempre aveva creduto che Dio esiste. Ma la filosofia non gli indicava come raggiungerlo; il Logos, la ragione creatrice, rimaneva lontana e intangibile. “Solo nella fede della Chiesa trovò poi la verità essenziale: il Verbo, il Logos, si è fatto carne”:  

 

“All’umiltà dell’incarnazione di Dio deve corrispondere - questo è il grande passo – deve corrispondere l’umiltà della nostra fede, che depone la superbia saccente e si china entrando a far parte della comunità del corpo di Cristo; che vive con la Chiesa e solo così entra nella comunione concreta, anzi corporea, con Dio, il Dio vivente. Non devo dire quanto tutto ciò riguardi noi: rimanere persone che cercano, non accontentarsi di ciò che tutti dicono e fanno. Non distogliere lo sguardo dal Dio eterno e da Gesù Cristo”.

 

La seconda conversione: dopo il Battesimo, Agostino aveva fondato in Africa un piccolo monastero dove la sua vita era tutta dedita al colloquio con Dio e alla riflessione della verità della sua Parola. Ma, dopo cinque anni felici, come lui stesso scrisse, venne consacrato, a forza, sacerdote a servizio della città di Ippona. Una consacrazione che gli costò lacrime. Il bel sogno della vita contemplativa era svanito, la vita cambiata:

 

“Ora egli doveva vivere con Cristo per tutti. La grande opera filosofica di tutta una vita, che aveva sognato, restò non scritta. Al suo posto ci venne donata una cosa più preziosa: il Vangelo tradotto nel linguaggio della vita quotidiana e nelle sue sofferenze. Ciò che ora costituiva la sua quotidianità, lo ha descritto così: “Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare, essere a disposizione di tutti – è un ingente carico, un grande peso, un’immane fatica”.

 

Infine, la terza conversione con la scoperta che uno solo è perfetto ed è Cristo:

 

“Tutta la Chiesa invece – noi tutti, compreso anche gli Apostoli – dobbiamo pregare ogni giorno: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Agostino aveva appreso un ultimo grado di umiltà – non soltanto l’umiltà di inserire il suo grande pensiero nella fede umile della Chiesa, non solo l’umiltà di tradurre le sue grandi conoscenze nella semplicità dell’annuncio, ma anche l’umiltà di riconoscere che a lui stesso e all’intera Chiesa peregrinante era ed è continuamente necessaria la bontà misericordiosa di un Dio che perdona ogni giorno”.

 

“E noi – aggiungeva Agostino - ci rendiamo simili a Cristo nella misura più grande possibile quando diventiamo come Lui persone di misericordia”. E’ la conclusione dell’omelia del Papa: “In quest’ora preghiamo il Signore affinché doni a tutti noi, giorno per giorno, la conversione necessaria e così ci conduca verso la vera vita”.

 

(canto)

 

Poco prima di mezzogiorno, prima della recita del Regina Caeli, i saluti e il ringraziamento a tutti e ancora un pensiero particolare per i ragazzi e le ragazze presenti ai quali ha augurato di scoprire sempre più la gioia di seguire Gesù e di diventare suoi amici.

 

“Questa gioia è anche quella che mi ha spinto a scrivere il libro Gesù di Nazaret, appena pubblicato. Per i più giovani è un po’ impegnativo, ma idealmente lo consegno a voi, perché accompagni il cammino di fede delle nuove generazioni”.

 

(applausi)

 

Il Papa ha ricordato poi che oggi si celebra in Italia la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un appuntamento significativo, perché l’Università Cattolica costituisce un punto di riferimento per la comunità ecclesiale e offre un prezioso contributo scientifico, culturale e formativo all’intero Paese. Infine l’affidamento al cuore della Vergine Maria di ciascuno e dell’intera diocesi di Pavia.

 

Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana

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Questo pomeriggio, dopo il pranzo con i presuli della Lombardia, il Papa incontrerà il mondo della cultura all’Università di Pavia. Quindi, alle 17.30 celebrerà i Vespri nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro dove si soffermerà in preghiera davanti alle reliquie di Sant’Agostino, custodite nella Basilica dal 725 circa. Un gesto, questo, molto importante e significativo per l’ordine agostiniano e per tutta la Chiesa pavese, come conferma, al microfono di Adriana Masotti, il padre Giustino Casciano, priore degli agostiniani di Pavia:

 

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R. – Prima di tutto c’è la gioia e la gratitudine al Signore per questo evento provvidenziale. La tomba del Sant’Agostino viene visitata da Papa Benedetto XVI, che fin da giovane ha sempre visto in Agostino un grande riferimento per la teologia per la stessa crescita del pensiero umano per unire la ragione umana con la fede cristiana. Agostino è una grande risorsa che il Papa sta indicando a tutta la Chiesa e a tutta l’umanità.

 

D. – In vista della visita del Papa, nella Basilica sono stati fatti dei lavori di restauro…

 

R. – La Basilica è stata interessata da grandi lavori di restauro. Accanto c’è poi il nostro convento, dove stiamo realizzando il centro culturale agostiniano “Benedetto XVI”. Vorremmo che la Basilica diventasse un vero santuario di Sant’Agostino.

 

D. – Questo centro culturale fa parte di un grande progetto, il Progetto Pavia di voi agostiniani…

 

R. – Il Progetto Pavia vuol sottolineare questa opportunità che la Provvidenza ci offre, perché la nostra presenza a Pavia diventi sempre più significativa per i giovani, ad esempio. Sappiamo quanto fascino può avere la storia di Sant’Agostino, che ha trovato la fede in Gesù soltanto all’età di 32-33 anni, dopo aver commesso anche degli errori a livello intellettuale e a livello morale. Agostino può ancora avere un grande ruolo nella cultura.

 

D. – Quindi un grande progetto, ma voi siete solo in quattro nel Convento di Pavia…

 

R. – La Provvidenza ci dice che in altre nazioni, soprattutto nel terzo mondo, ci sono numerose vocazioni alla vita agostiniana. Non va poi dimenticato che, a fianco dei quattro frati di Pavia, ci sono tanti laici agostiniani, tanti giovani. Il laicato è una grande risorsa, anche per noi agostiniani, oltre che per tutta la Chiesa.

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Il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Lombardia era iniziato, ieri pomeriggio, a Vigevano, dove il Papa ha celebrato la Messa in una Piazza Ducale gremita da fedeli. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti:

 

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La visita di Benedetto XVI a Vigevano è stata  una visita breve, ma tanto desiderata da lui stesso e da tutta la comunità locale. “Qui, l’unica diocesi della Lombardia non visitata dal mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II - ha detto appena arrivato nel suo saluto ai giovani e agli ammalati - ho voluto dare inizio a questo mio pellegrinaggio pastorale in Italia”:

 

“Così, è come se riprendessi il cammino da lui percorso per continuare a proclamare agli uomini e alle donne dell’amata Italia l’annuncio, antico e sempre nuovo, che risuona con particolare vigore in questo tempo pasquale: Cristo è risorto! Cristo è con noi, oggi e sempre!”.

 

Il Papa ha voluto subito estendere il suo pensiero a coloro che in tutta la diocesi soffrono, sono in difficoltà o si ritrovano emarginati. Poi ai giovani ha detto: “Cari amici, Cristo risorto rinnova a ciascuno di voi il suo invito a seguirlo. Non esitate a fidarvi di Lui. Incontratelo, ascoltatelo, amatelo con tutto il vostro cuore; nell’amicizia con Lui sperimenterete la vera gioia che dà senso e valore all’esistenza”.

 

Canto

 

Il brano evangelico, proclamato nella celebrazione eucaristica presieduta poco dopo le 18 da Benedetto XVI in una piazza Ducale coloratissima per lo sventolio di migliaia di bandierine di colori diversi, racconta l’episodio della pesca miracolosa. Poco prima la rete dei discepoli era vuota. Ma l’intervento di Gesù: “Gettate le reti” cambia radicalmente la situazione. A quel punto Giovanni dice: “E’ il Signore!”. Questa sua spontanea professione di fede è anche per noi, afferma il Papa, un invito a proclamare che Cristo risorto è il Signore della nostra vita:

 

 “Possa questa sera la Chiesa che è in Vigevano ripetere con l’entusiasmo di Giovanni: Gesù Cristo “è il Signore!”. E possa la vostra comunità diocesana ascoltare il Signore che, per bocca mia, vi ripete: “Getta la rete, Chiesa di Vigevano, e troverai!”. Sono venuto infatti tra voi soprattutto per incoraggiarvi ad essere ardimentosi testimoni di Cristo”.

 

Benedetto XVI vuol chiarire il significato di questo invito di Gesù: “Gettate la rete” e spiega che significa in primo luogo credere in Lui e fidarsi della sua parola, restando uniti, aprirsi ai vasti orizzonti dell’evangelizzazione. E dice: “Portare i pesi gli uni degli altri, condividere, collaborare, sentirsi corresponsabili è lo spirito che deve costantemente animare la vostra Comunità”. Il Papa indica poi alcune priorità:

 

“Vi incoraggio poi a proseguire nel prendervi cura dei giovani, sia dei "vicini" come pure di quelli che chiamiamo "lontani". E che dire infine della famiglia? E’ l’elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando in favore delle famiglie… (applausi) Vedo che siamo d’accordo! (applausi) Si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile.”

 

Il Papa ha invitato poi la gente di Vigevano a non trascurare la ricca eredità spirituale della loro terra, necessaria ad un cammino di civiltà e di autentico progresso. Preghiamo insieme, conclude il Papa, perché la vostra comunità diocesana sappia accogliere con gioia il mandato di Cristo e con rinnovata generosità sia pronta a “gettare” le reti. Sperimenterà allora certamente una pesca miracolosa. Una pronta risposta le parole di Benedetto XVI al vescovo Claudio Baggini, che nel suo indirizzo di saluto aveva detto di augurarsi che la preghiera e la benedizione del Papa potessero ottenere alla Chiesa di Vigevano la grazia di un maggiore slancio missionario.

 

Canto

 

Al termine della Messa, la partenza in elicottero per Pavia dove a lungo l’hanno atteso i giovani della diocesi pavese. Dopo gli indirizzi di saluto del sindaco Piera Capitelli e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a nome del governo, il Papa ha detto di essere felice di iniziare la visita proprio con loro:

 

“Vengo tra voi questa sera per rinnovarvi un annuncio che è sempre giovane, per affidarvi un messaggio che, quando viene accolto, cambia l’esistenza, la rinnova e la riempie. La Chiesa proclama questo messaggio con particolare gioia in questo tempo pasquale: Cristo risorto è vivo tra noi anche oggi!

 

(applausi)

 

“La Chiesa vi sostiene, la società, che in questo nostro tempo è segnata da innumerevoli mutamenti sociali, attende il vostro apporto per costruire una comune convivenza meno egoista e più solidale, realmente animata dai grandi ideali della giustizia, della libertà e della pace”.

 

Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana.

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Ricordiamo che oggi pomeriggio, a partire dalle ore 15,50, la nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta in lingua italiana l’incontro di Benedetto XVI con il mondo della cultura all’università di Pavia, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Sempre oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17,20, la Radio Vaticana seguirà, sempre con commento in italiano e sulle stesse frequenze, la preghiera del Santo Padre presso le spoglie di Sant’Agostino, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. La visita pastorale in Lombardia si concluderà alle ore 19, quando Benedetto XVI partirà dall’aeroporto di Milano-Linate alla volta di Roma. Il rientro in Vaticano è previsto per le ore 20.15.

 

 

La Chiesa di Palermo è in festa

per la Beatificazione di padre Francesco Spoto

della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri

 

Palermo ha un nuovo Beato. E’ padre Francesco Spoto della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri, fondata nel capoluogo siciliano nel 1887 dal padre Giacomo Cusmano, beatificato a sua volta nel 1983 da Giovanni Paolo II. Un avvenimento di particolare rilievo, perché per la prima volta si celebra una Beatificazione nell’arcidiocesi di Palermo. Dal capoluogo siciliano, il servizio di Alessandra Zaffiro: 

 

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La toccante, commovente celebrazione Eucaristica che ha avuto luogo in una cattedrale gremita, è stata presieduta dall'arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Salvatore De Giorgi, in qualità di delegato di Papa Benedetto XVI: presenti l'arcivescovo del capoluogo siciliano, mons. Paolo Romeo e tutti i vescovi dell’isola. Padre Spoto, siciliano, nato a Raffadali nel 1924, dichiarato martire da Benedetto XVI il 26 giugno 2006, morì nel 1964, a soli 40 anni, perseguitato come missionario e come bianco dai guerriglieri nell’ex Congo belga, dove, come ha recitato il cardinale De Giorgi nell’omelia, “vive la drammatica esperienza di chi è costretto a sottrarsi ai continui agguati degli aggressori, pieno di preoccupazioni per la salute e la vita dei confratelli". "Pestato a sangue e colpito selvaggiamente al torace l’11 dicembre - ha ricordato il porporato - sopporta per sedici giorni una estenuante agonia perdonando i suoi uccisori. A Natale entra in coma e due giorni dopo raggiunge l’Apostolo prediletto nel cielo”.

 

“L’ubbidienza della fede – ha proseguito il cardinale De Giorgi - ecco il segreto della santità del Beato Spoto che si è abbandonato alla volontà del Signore, senza riserve. Ora che padre Spoto è stato elevato all’onore degli altari, rivolge a noi l’invito alla santità, non compiendo necessariamente cose straordinarie, ma svolgendo i doveri di ogni giorno in famiglia, sul posto di lavoro, nella Chiesa e nella società, con amore grande e sincero a Dio, nell’osservanza della sua legge, e al prossimo mettendo in pratica il comandamento dell’amore vicendevole che Gesù ha lasciato come unica tessera di riconoscimento di noi cristiani”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 aprile 2007

 

Fede e sport al servizio della pace: al via, domani,

la maratona pellegrinaggio Betlemme-Gerusalemme

dedicata a Giovanni Paolo II

 

Con l’intenzione di accorciare le distanze, non soltanto geografiche, è in programma dal 23 al 28 aprile prossimi l’ormai tradizionale maratona-pellegrinaggio in Terra Santa intitolata a “Giovanni Paolo II”. Corre la Pace da Betlemme a Gerusalemme è lo slogan di questa IV edizione. Atleti e fedeli di tutto il mondo porteranno la fiaccola della pace - benedetta mercoledì scorso dal Papa all’udienza generale in Piazza San Pietro - e la bandiera olimpica dai Territori palestinesi a Israele. L’iniziativa è promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi, dalla Conferenza Episcopale Italiana, dal Centro Sportivo Italiano e dall’Ufficio del turismo d’Israele. Alla presentazione, al Palazzo del Vicariato a Roma, c’era per noi Giada Aquilino:

 

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(musica)

 

Era il 2004 quando la fiaccola della pace partì per la prima volta da Gerusalemme per Betlemme: da allora, ogni anno si alterna il senso di marcia della maratona in Terra Santa. Dieci sono i chilometri che il 25 aprile oltre 150 sportivi italiani - cui si aggiungono atleti e pellegrini di Slovacchia, Messico, Ecuador, Stati Uniti, Haiti, Congo, Croazia, accompagnati da quelli israeliani e palestinesi - dovranno percorrere dal luogo della Natività di Gesù alla Città Santa. Tra i partecipanti, una delegazione di  calciatori della “Clericus Cup”. Ce ne parla mons. Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi:

 

R. – Avremo la partecipazione di persone che hanno giocato al torneo di calcio con i seminari internazionali a Roma. La seconda novità è che la conclusione del pellegrinaggio arriverà nei pressi del Muro del Pianto, quindi al muro occidentale del tempio di Gerusalemme, mentre partirà dalla piazza della Natività a Betlemme.

 

D. – C’è anche un’altra novità dal punto di vista organizzativo?

 

R. – Per la prima volta i due ministeri, quello del Turismo israeliano e del Turismo palestinese, si sono trovati insieme nei giorni scorsi per l’organizzazione, cosa che non era avvenuta prima.

 

D. – Voi avete manifestato preoccupazione per ciò che sta avvenendo sul Monte delle Beatitudini…

 

R. – Abbiamo pubblicamente manifestato un disagio per il fatto che si vuole realizzare nell’ambito delle coste del lago di Tiberiade, proprio in prossimità del Monte delle Beatitudini, una sorta di centro turistico balneare, che va a togliere la sacralità di quel luogo. Noi, se la situazione non verrà modificata, saremo disposti anche a sospendere i pellegrinaggi in Terra Santa.  

 

Intanto, questa maratona si farà, inserita nel tradizionale pellegrinaggio ai Luoghi Santi, dal 23 al 28 aprile. L’iniziativa sarà presieduta da mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici:

 

R. – Io credo che Papa Benedetto abbia una grande simpatia e affetto per questa iniziativa.

 

Un evento dunque dalla duplice valenza - di fede e sportiva - che propone ai partecipanti di “camminare insieme per la pace”. L’opinione di Edio Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano:

 

R. – Da sempre lo sport è stato principio generatore di incontri, di amicizie tra popoli, tra persone diverse. La pace passa attraverso i piccoli e i grandi gesti di uomini e donne. Sono questi piccoli segni che daranno cammino, gambe alla pace.

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In crescita, in Italia, le piccole comunità di cattolici cinesi

 

Gli scontri dei giorni scorsi nella cosiddetta Chinatown di Milano hanno acceso i riflettori sulla realtà degli immigrati cinesi in Italia. Dal canto suo, la fondazione CEI Migrantes riferisce di una crescita, seppure esigua, di piccole comunità cattoliche cinesi in Italia. Le città più interessate dal fenomeno sono Roma, Milano, Prato e Treviso, seguite da Rimini, Napoli, Empoli e Bologna. Roberta Moretti ha intervistato il cappellano della comunità cinese di Milano, padre Giuseppe Chang:

 

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R. – A Milano c’è un piccola comunità cattolica cinese, composta da circa una sessantina di fedeli. Vivendo la situazione sociale italiana, basata sugli ideali e la cultura cattolica, alcuni cinesi hanno forse cambiato la loro mentalità basata sul profitto ed hanno ripensato il vero senso della vita. Forse hanno soltanto riflettuto su questo e si sono così avvicinati alla religione. 

 

D. – Lei lavora nella parrocchia della Santissima Trinità, proprio nel quartiere cinese di Milano. Come la Chiesa italiana accompagna queste piccole comunità?

 

R. – Io  insegno la lingua italiana ed ogni anno tengo due corsi. Questo è certamente un modo utile per loro e rappresenta per noi una piccola via per farli avvicinare un po’ alla Chiesa. Durante le lezioni, faccio alcuni piccoli accenni e riferimenti alla religione. La domenica, poi, faccio un’ora di catechismo e qualche volta celebro la Messa in cinese.

 

D. – Ci sono stati dei Battesimi?

 

R. – Sì, sono certamente pochi, ma ce ne sono. Sabato Santo abbiamo avuto tre Battesimi, di una coppia e di un’altra donna. Anche lo scorso anno ne abbiamo avuti tre, di una intera famiglia. Dio semina, Dio fa crescere. Non è certo un nostro merito, anche se la comunità cattolica cinese è ancora piccola.

 

D. – Quali sono i problemi di integrazione che vive la comunità cinese in Italia?

 

R. – Per integrarsi, la cosa fondamentale è la lingua, ma è anche vero che per i cinesi la lingua italiana è molto difficile da imparare ed è forse per questo motivo che i cinesi più anziani hanno rinunciato ad impararla. Per loro, la cosa principale e più importante è lavorare. I giovani, invece, cercano di farlo, ma anche per loro è difficile integrarsi nella società, proprio a causa della difficoltà della lingua.

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CHIESA E SOCIETA’

22 aprile 2007

 

Il sostegno del Papa ai fedeli che hanno partecipato alla Messa

 contro la violenza a Rio de Janeiro

 

Porre fine alle violenze a Rio de Janeiro. E’ quanto chiesto da almeno 30 mila fedeli, che ieri hanno assistito alla Messa celebrata dall’arcivescovo di Rio, mons. Eusebio Scheid, nel Sambodromo della città brasiliana. Come riferisce l’agenzia Ansa, solidarietà per l’iniziativa, attraverso un messaggio, è stata espressa dal Papa che, dal 9 al 13 maggio prossimi, visiterà il Brasile. Nei giorni scorsi, anche l’organizzazione non governativa "Rio in pace" ha organizzato una manifestazione con lo stesso obiettivo. Nell’occasione, nella spiaggia di Copacabana, sono state trapiantate 1.300 rose, in ricordo delle persone morte in modo violento nella città dall’inizio dell’anno. (E. B.)

 

 

La Commissione episcopale Giustizia e Pace

 chiede più impegno per la sicurezza ad Haiti

 

Nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, negli ultimi tre mesi è diminuito il numero delle persone morte a causa della criminalità. Lo afferma la commissione episcopale Giustizia e Pace nel suo ultimo rapporto sulla violenza nel Paese, diffuso dall’agenzia MISNA, in cui si chiede “migliore intesa tra gli attori che lottano contro la violenza, per il disarmo e contro l’impunità”. Nonostante i buoni risultati raggiunti, “c’è ancora tanto da fare”, afferma la commissione, che ha contato 140 morti tra gennaio e marzo, in gran parte uccisi a colpi di arma da fuoco, e in maggioranza (77 persone) morte a gennaio soprattutto nel quartiere di Martissant. Pur constatando il lavoro fatto dalla polizia nazionale e dalla missione ONU ad Haiti (Minustah), che hanno condotto operazioni di sicurezza contro le bande criminali armate nella bidonville di Cité Soleis, la commissione Giustizia e Pace “si rammarica per le vittime innocenti”, quelle tra gli agenti e tra i ‘caschi blu’ e quelle causate dalle “vendette dei gruppi armati". Per un reale progresso sulla via della stabilizzazione e della ricostruzione di Haiti, la Commissione si è rivolta inoltre al settore privato e alle classi più ricche del Paese chiedendo loro di impegnarsi per “ridurre la povertà della popolazione e il crescente divario economico tra le classi sociali”. (E. B.)

 

 

La conferenza episcopale calabrese esprime vicinanza alle vittime

della mafia e ai precari del mondo del lavoro

 

La mafia rappresenta “il giogo più pesante per le nostre terre", ma la sua presenza "dimostra purtroppo anche i nostri limiti nella pastorale di evangelizzazione del nostro popolo”. Così, i vescovi della Calabria, al termine della sessione primaverile della conferenza episcopale, riunitasi a Catanzaro nei giorni scorsi sotto la presidenza di mons. Vittorio Mondello. In un comunicato diffuso dall’agenzia SIR, i presuli sottolineano “il forte interesse che le chiese di Calabria manifestano per questo problema”, raccogliendo “però anche le sfide aperte che tale triste fenomeno possiede, per spingerci tutti, come cristiani, ad una vita evangelica più eroica e alternativa”. Parlando delle altre difficoltà, che segnano il cammino della popolazione calabrese, i vescovi si sono detti vicini ai “tanti precari nel campo del lavoro, soprattutto giovani, che soffrono sempre più una realtà di emarginazione, che rischia di divenire molto pericolosa per loro”. Quindi, è stato chiesto a sacerdoti e a diaconi di “impegnarsi seriamente, specie nel volontariato sociale, tracciando concreti percorsi di formazione, soprattutto etica”. In questo quadro, i presuli hanno accolto l’appello dell’AFOR (Azienda regionale foreste della Regione Calabria) “di seguire maggiormente il settore della forestazione, nell’unico intento di rimotivare eticamente l’impegno di valorizzazione delle tante risorse” della Calabria. (E. B.)

 

 

All'Ospedale romano Fatebenefratelli, quattro incontri per educare

 i giovani studenti italiani alla prevenzione degli incidenti stradali

 

Si moltiplicano le iniziative nell’ambito della prima settimana mondiale della sicurezza stradale delle Nazioni Unite, in programma dal 23 al 29 aprile. L’attenzione è centrata soprattutto ai giovani, principali protagonisti degli incidenti stradali. Proprio con l’obiettivo sensibilizzare i giovani italiani sull’argomento – con il patrocinio della SOC.I.TRA.S, la società italiana di traumatologia della strada – l’associazione Athenaeum N.A.E. ha organizzato quattro incontri rivolti agli studenti delle scuole superiori, in programma il 24 aprile presso la sala Assunta dell’Ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina. Alla presenza degli insegnanti, gli interventi saranno tenuti da personale dell’unità operativa del pronto soccorso del Fatebenefratelli. Al centro degli incontri gli strumenti di prevenzione degli incidenti stradali, l’utilità dei dispositivi di sicurezza e  informazioni utili per portare soccorso senza provocare ulteriori incidenti. (E. B.)

 

 

Difendere il nostro pianeta dall’emergenza climatica:

 è l’obiettivo dell'odierna Giornata Mondiale della Terra

 

Emergenza climatica in primo piano nell’odierna Giornata Mondiale della Terra, celebrata in 174 Paesi di tutto il mondo con diverse iniziative. L’appuntamento, divenuto simbolo della sensibilità ambientale di massa, nasce il 22 aprile del 1970 negli Stati Uniti quando il senatore democratico Gaylord Nelson invitò alla mobilitazione per la salvezza del nostro pianeta. Fu tuttavia nel 1992, durante il Summit della Terra di Rio de Janeiro, che la necessità di agire per l’ambiente con un “partenariato mondiale” venne riconosciuta a livello governativo. E bisognerà aspettare altri cinque anni perché un vero e proprio piano di azione, il Protocollo di Kyoto, segni un’azione concreta contro il riscaldamento del pianeta. Un impegno, questo, difeso fortemente dall’Unione Europea anche contro quello che il Commissario europeo dell’ambiente, Stavros Dimas, definisce “un atteggiamento negativo dell'America a fronte del cambiamento climatico”. Ultima tappa di questo cammino, il Consiglio europeo dello scorso mese di marzo, che ha fissato per l’UE l’ambizioso obiettivo di ridurre del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. (E. B.)

 

 

24 ORE NEL MONDO

22 aprile 2007

 

- A cura di Roberta Moretti -

 

- In Francia, 44,5 milioni di persone sono chiamate oggi alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. Alta l’affluenza per scegliere il successore di Jacques Chirac: alle 12 aveva votato il 31,21% contro il 21,4 del primo turno del 2002. Se nessuno dei candidati raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti espressi, il 6 maggio si svolgerà il ballottaggio tra i due più votati. Da Parigi, Francesca Pierantozzi:

 

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Dai Territori d’Oltremare, che hanno cominciato a votare con un giorno d’anticipo, un primo dato sulla partecipazione, che sembra in aumento dovunque: più dieci per cento per esempio in Nuova Caledonia e addirittura più 22 per cento nelle piccole isole di Saint Pierre et Miquelon, rispetto alle elezioni del 2002. Dodici i candidati in gara per questo primo turno elettorale, si va dall’estrema sinistra trotzkista all’estrema destra nazionalista passando per i candidati ecologisti e no global. Soltanto quattro, tuttavia, i candidati che possono sperare di passare al secondo turno del sei maggio: il neogollista Nicolas Sarkozy, seguito dalla socialista Ségolène Royal, dal centrista François Bayrou, rivelazione di queste elezioni, e dal leader di estrema destra Jean-Marie Le Pen. Questo scrutinio è stato definito “storico” da numerosi quotidiani: segna infatti un vero rinnovamento generazionale, con candidati giovani, intorno alla cinquantina, e nessun presidente o ex presidente e nemmeno nessun primo ministro o ex primo ministro in gara.

 

Da Parigi, Francesca Pierantozzi, per la Radio Vaticana.

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- E’ salito a 14 morti e 82 feriti il bilancio dell'attentato compiuto, questa mattina, a Baghdad da due kamikaze contro un posto di polizia nel quartiere sciita di al Bayaa. Tra le vittime dell'esplosione, causata da due veicoli guidati dagli attentatori suicidi, figurano sia civili che agenti. Uccisi poi due soldati americani in due diversi attentati nella capitale. Intanto, il premier iracheno, al-Maliki, è giunto in Egitto per incontrare il presidente, Mubarak, e il suo collega egiziano, Ahmed Nazif, in vista della Conferenza internazionale sull'Iraq in programma per il 3 e 4 maggio prossimi a Sharm el Sheikh. Al Maliki si recherà poi in Kuwait, Arabia Saudita e altri Paesi della regione.

 

- Almeno 12 persone sono morte, stamani, nell’Afghanistan sud-orientale, per due attentati nel mercato della cittadina di Khost. Due persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite per l’esplosione di una bomba in un negozio di telefonia, dove molti clienti scaricano la musica per i cellulari. Musica, film e video – lo ricordiamo – non strettamente legati alla diffusione dell’Islam e dei suoi valori, erano banditi durante il regime dei talebani (1996-2001). Poco dopo, non lontano, un kamikaze inseguito dalla polizia si è fatto esplodere uccidendo 10 civili e ferendo una quarantina di persone. Nella provincia di Paktia, 5 talebani e un poliziotto sono morti in uno scontro a fuoco seguito a un'imboscata dei ribelli.

 

- Una forte reazione da parte delle milizie palestinesi e la cessazione immediata di ogni ulteriore incontro con il premier israeliano, Olmert, da parte del presidente palestinese, Abu Mazen, è stata invocata da un dirigente di Hamas, Fawzi Barhum, mentre nei Territori almeno 9 palestinesi sono rimasti uccisi da fuoco israeliano. Nel frattempo, Olmert ha giudicato superflua, eppure interessante, la proposta del presidente pachistano, Musharraf, di fungere da mediatore di pace fra israeliani e palestinesi. Incontrando intanto a Riad il Consiglio consultivo saudita, il presidente del Consiglio italiano, Prodi, ha dichiarato che “è ormai giunto il momento per uno Stato Palestinese sovrano” e che l’Arabia Saudita rappresenta “un Paese chiave della regione”.

 

- In Israele, la Knesset ha ratificato il prolungamento per altri tre mesi della autosospensione dall’incarico del capo dello Stato, Moshe Katzav, accusato di molestie sessuali e stupro ai danni di ex-dipendenti. La commissione per il regolamento del Parlamento israeliano – ha riferito l’edizione elettronica di Haaretz – ha accolto la richiesta con 11 voti a favore e 4 contrari.

 

- Seggi aperti in Siria, dove si vota oggi e domani per il rinnovo del Parlamento, in uno scrutinio boicottato dall'opposizione. Circa 12 milioni di elettori sono chiamati a eleggere 250 deputati fra 2.500 candidati. Al Fronte nazionale progressista (FNP), una coalizione di diversi partiti al potere guidata dal Baath, sono assegnati 167 seggi, i restanti 83 ai candidati indipendenti.

 

- L’Iran ha ribadito che non intende sospendere l'arricchimento dell'uranio, quando mancano quattro giorni ad un incontro tra il suo capo negoziatore, Ali Lariani, e il responsabile della politica estera della UE, Javier Solana, che potrebbe segnare la ripresa dei negoziati tra le due parti. “Cancellate le parole ‘stop all'arricchimento in Iran’ dal vocabolario del nucleare”, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri, durante la sua conferenza stampa settimanale.

 

- Pesa l’ombra dei brogli sulle elezioni presidenziali in Nigeria di ieri. Due dei principali partiti dell’opposizione hanno denunciato pesanti irregolarità, mentre la più grande organizzazione di osservatori che ha seguito la consultazione ha dichiarato che chiederà l’annullamento della tornata elettorale. E intanto, ieri si sono registrati ancora morti nel Paese, dopo la cinquantina di vittime a seguito delle amministrative di una settimana fa. Tre ragazzi sarebbero stati uccisi dai soldati nel nord del Paese, durante una protesta contro presunti brogli. Le votazioni si sono comunque concluse, e i primi risultati sono attesi per domani in serata. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Le elezioni sono avvenute in una atmosfera giudicata incandescente dalla maggioranza degli osservatori. I candidati in lizza sono 24 e il favorito è il governatore dello Stato settentrionale di Katsina, il 56.enne Umaru Yaradua, del Partito Democratico del Popolo. La stessa formazione di Obasanjo, che contrariamente ai suoi desideri non è riuscito ad ottenere l’emendamento costituzionale che gli avrebbe consentito di ottenere un terzo mandato. I seggi hanno aperto decisamente in ritardo in diverse parti del Paese, a causa soprattutto del tardivo arrivo delle nuove schede elettorali dal Sudafrica. Tutto il materiale elettorale, infatti, è stato praticamente ristampato dopo che il vice presidente uscente Abubakar, inizialmente escluso per accuse di corruzione, è stato riammesso alla candidatura la settimana scorsa. A rafforzare la tensione, dopo che sabato scorso sono morte – ricordiamolo – 50 persone durante il voto per il rinnovo dei governatori, è stata l’uccisione nello Stato centrale di Nassarawa di alcuni poliziotti in una imboscata, mentre scortavano le schede in arrivo. Nel frattempo ad acuire la tensione è stato anche il fallito attentato davanti alla sede della Commissione elettorale nazionale indipendente ad Abuja: un detonatore era stato piazzato in un’autobotte carica di petrolio. Per fortuna non ha funzionato.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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E per una riflessione sull’importanza di questa tornata elettorale per la Nigeria, Francesca Sabatinelli ha intervistato Enzo Curzio, vice-presidente del segretariato dei premi Nobel per la pace ed esperto del Paese:

 

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D. - Dopo due legislature di Obasanjo è la prima volta che in questo Paese si cerca di arrivare ad una successione che sia da una parte concordata con le opposizioni e dall’altra parte invece che continui a rappresentare le lobbies politiche che hanno portato Obasanjo alla presidenza. Ci sono dei dati importanti, dallo scorso anno si arriva a una crisi profonda della democrazia. La cosa interessante è che la corte suprema ha riammesso la possibilità per l’ex vice presidente Abubakar di poter esprimere la sua  candidatura alle elezioni e le opposizioni hanno visto una speranza di garanzia costituzionale e anche un allentarsi della morsa dei militari che fino a dieci giorni fa era quasi quotidiana.

 

R. - Secondo lei, quali rischi ci sono per quanto riguarda la violenza nel Paese?

 

D. - I rischi sono sempre altissimi anche perché i metodi di convincimento delle opposizioni anche da parte dei partiti governativi sono metodi violenti, non democratici, si arriva all’omicidio, ma si arriva anche ad uno scontro frontale tra maggioranza e opposizione che può sfociare in una guerra civile. Il rischio vero della guerra civile non è tanto verso le opposizioni minori ma tra i sostenitori di Abubakar da una parte e l’attuale candidato alla presidenza che è l’ex governatore dello Stato di Katsina che è legato espressamente da un accordo politico con Obasanjo. Le scorse settimane ci sono state le elezioni amministrative si sono registrate anche a detta degli organismi internazionali i più grandi brogli elettorali degli ultimi dieci anni in Africa subsahariana e queste elezioni hanno dato una "maggioranza bulgara" ai governatori imposti da Obasanjo. Quindi, lo scontro politico è forte, c’è il rischio vero e costante di una crisi politica che possa sfociare in una guerra civile.

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- Esplosioni e sparatorie sono avvenute durante la notte e questa mattina a Mogadiscio, in Somalia, nel quinto giorno di una battaglia tra insorti e truppe somale ed etiopiche, che ha già provocato la morte di oltre 200 persone. Lo riferiscono testimoni, secondo cui centinaia di abitanti della capitale stanno fuggendo a piedi, portando con sé quanto riescono a trasportare. Secondo organizzazioni locali, l'esodo sta riguardando quasi mezzo milione di persone.

 

- L'Eritrea ha deciso di autosospendersi dall'IGAD, l’organismo che raggruppa i Paesi dell'Est Africa, in polemica con le sue scelte regionali, specie quelle sulla Somalia. Lo rende noto Radio Nairobi, citando un comunicato diffuso dal governo eritreo sul suo sito web. Asmara accusa l’organismo regionale “di irresponsabili e ripetute scelte che minano la pace e la sicurezza regionale” e, più in particolare, Etiopia e USA per “inaccettabili interferenze in Somalia”.

 

- Undici giovani turchi sospettati di aver torturato e ucciso mercoledì scorso tre cristiani a Malatya, nell’est della Turchia, sono comparsi oggi in tribunale per l'udienza preliminare. Lo scrive l'agenzia Anadolu. Tra loro vi è una giovane donna, arrestata ieri, compagna dell’uomo considerato il capo del gruppo responsabile dell’eccidio. Secondo i media locali, le uccisioni sarebbero state riprese con un cellulare da uno degli arrestati.

 

- Russia e Unione Europea non sono riuscite a raggiungere un accordo a Cipro per mettere fine al bando russo sulla carne polacca, in atto dalla fine del 2005. Lo ha detto alla Reuters il commissario UE alla Salute, Markos Kiprianou, al termine di una nuova sessione di colloqui stamattina, dopo il fallimento di quelli di ieri. Un accordo su questo tema avrebbe consentito domani ai ministri degli Esteri dell'UE di dare il via libera a colloqui per una nuovo patto di cooperazione con Mosca nel campo dell'energia, della cooperazione economica e dei diritti. La Polonia sta bloccando questi negoziati a causa del contenzioso.

 

- In Italia, Francesco Rutelli è stato rieletto dal Congresso della Margherita presidente del partito. Nel suo intervento di chiusura, Rutelli ha ribadito la necessità di “usare la nascita del Partito Democratico per rendere più forte l’azione di governo e recuperare incertezze e dubbi che ci sono stati in questi mesi”. “Il Partito Democratico – ha precisato – potrà darci anche la sorpresa di poter recuperare un elettorato anche oltre quel 50%” delle ultime politiche.

 

- Cinque bambini sono morti stamani a Sarajevo, in Bosnia, nell’incendio scoppiato in un orfanotrofio. Secondo i vigili del fuoco, le fiamme sono divampate all'alba in una stanza dove dormivano sei piccoli e le vittime sono probabilmente morte per asfissia per il fitto fumo. La polizia ha aperto un’inchiesta sulle cause dell'incendio.

 

- Le due Coree hanno deciso di procedere con la riapertura dei collegamenti ferroviari, che era stata sospesa un anno fa a causa della crisi missilistico-nucleare di Pyongyang. Un accordo in proposito è stato annunciato stamani a Seul, al termine di una serie di colloqui fra i due Stati. L’accordo prevede anche un’importante serie di forniture alimentari e di materie prime del Sud al Nord e uno sviluppo della collaborazione nel settore minerario.

 

- Un mandato di arresto è stato emesso contro la leader dell'opposizione ed ex premier del Bangladesh, Sheikh Hasina Wajed, accusata di omicidio e attualmente all'estero. Hasina Wajed è accusata dell'assassinio di quattro persone nel corso di violente manifestazioni nell'ottobre 2006 a Paltan, un quartiere di Dacca, che sarebbe stato compiuto da membri del suo partito, la lega Awami.