RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 112 - Testo della trasmissione di domenica 22 aprile 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
In crescita, in Italia, le piccole comunità di cattolici cinesi:
con noi padre Giuseppe Chang
CHIESA E SOCIETA’:
Il sostegno del Papa ai fedeli che hanno partecipato alla Messa
contro la violenza a Rio de Janeiro
La Commissione episcopale Giustizia e Pace chiede più impegno per
la sicurezza ad Haiti
Francia
al voto per eleggere il nuovo presidente. Alle 12, affluenza oltre il 31 per
cento - In Nigeria, brogli e violenze durante le elezioni presidenziali di ieri
22 aprile 2007
Nella Messa a Pavia, nel secondo giorno di visita
pastorale in Lombardia,
il Papa sottolinea che
Sant’Agostino è un modello di conversione
anche per i nostri tempi.
Al Regina Caeli, l’invito ai
giovani
a leggere il suo libro
Gesù di Nazareth
Un viaggio apostolico
nel segno di Sant’Agostino: si caratterizza, così, la visita pastorale di
Benedetto XVI in Lombardia, che stamani a Pavia ha dedicato proprio all’amato
vescovo di Ippona l’omelia pronunciata durante la
Messa negli Orti Borromaici. Alla celebrazione
eucaristica hanno preso parte almeno 20 mila fedeli ai
quali il Papa ha indicato Sant’Agostino quale modello di conversione tuttora
valido. La mattinata del Papa era iniziata con la visita al Policlinico pavese
San Matteo, dove ha ribadito che medicina e progresso scientifico devono sempre
essere al servizio della vita. Da Pavia, il servizio della nostra inviata, Adriana
Masotti:
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La mattinata del Papa
è iniziata con la visita alle 9 al Policlinico San Matteo, noto centro di cura
da 70 mila ricoveri l’anno e di ricerca in particolare nel settore dei
trapianti e delle malattie rare. Il Papa è venuto per esprimere a tutti solidarietà e abbracciare spiritualmente ammalati,
familiari, personale medico e sanitario. In rappresentanza di questo mondo
hanno rivolto il loro saluto a Benedetto XVI il presidente del Policlinico,
Alberto Guglielmo e un’ammalata. Poi le parole del Papa. “L’ospedale - ha detto
- è un luogo che potremmo dire in qualche modo “sacro”, dove si sperimenta la
fragilità della natura umana, ma anche le enormi potenzialità e risorse dell’ingegno
dell’uomo e della tecnica al servizio della vita. La vita dell’uomo!” Un grande
dono che resta sempre un mistero:
“Il mio vivo auspicio
è che, al necessario progresso scientifico e tecnologico, si accompagni
costantemente la coscienza di promuovere, insieme con il bene del malato, anche
quei valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua
fase, dai quali dipende la qualità autenticamente umana di una convivenza”.
Sempre la Chiesa,
seguendo l’esempio del suo Signore, ha continuato il Papa, manifesta una speciale
predilezione verso chi soffre, consapevole di essere chiamata a manifestare
loro e a chi se ne prende cura, l’amore e la sollecitudine di Cristo. Ma
Benedetto XVI non tace sulla realtà dura della malattia:
“Certo,
la sofferenza ripugna all’animo umano; rimane però sempre vero che,
quando viene accolta con amore e con passione ed è illuminata dalla fede,
diviene un’occasione preziosa che unisce in maniera misteriosa al Cristo
Redentore, l’Uomo dei dolori, che sulla Croce ha assunto su di sé il dolore e
la morte dell’uomo”.
E il Papa ha rivolto
un invito: “Cari ammalati, affidate al Signore i disagi e le pene che dovete
affrontare e nel suo piano diventeranno mezzi di purificazione e di redenzione
per il mondo intero”. Al termine
dell’incontro, una trentina di persone in rappresentanza di medici e ammalati
hanno potuto salutare personalmente il Papa in un clima di grande
soddisfazione. Benedetto XVI si è poi trasferito con la papamobile
verso l’ampio spazio degli Orti Borromaici per
la Messa dove c’erano ad attenderlo oltre 20 mila fedeli con gruppi venuti
anche dalle diocesi limitrofe.
(canto)
All’inizio della
celebrazione il saluto del vescovo, mons. Giovanni Giudici, che ha presentato
al Papa la realtà vivace della sua diocesi, che con un passato ricco di figure
cristiane esemplari, vive un presente contrassegnato ancora da generosità,
impegno verso chi soffre, attraverso il volontariato, una comunità ecclesiale
decisa a testimoniare Cristo all’uomo di oggi. L’omelia di Benedetto XVI è
tutta incentrata sul tema della conversione prendendo spunto dalla prima
lettura, che parla della predicazione degli Apostoli dopo la Pasqua. Una
predicazione contrastata, vissuta dal Sinedrio come un atto d’accusa. Ma Pietro
insiste: Dio ha fatto Gesù “capo e salvatore” per tutti, anche per Israele. Ed
Egli dona il perdono dei peccati.
Ma in che cosa
consiste il cammino di conversione? Molti gli esempi nella storia della Chiesa,
Pietro stesso, Paolo, ma Pavia, dice il Papa, parla in
modo speciale di Sant’Agostino. La sua conversione non fu un evento di un unico
momento, ma appunto un cammino di cui il Papa indica
tre grandi tappe: “La prima fu quella verso il cristianesimo. Agostino era
figlio del suo tempo, viveva come tutti gli altri, e tuttavia rimaneva sempre
una persona in ricerca. Voleva trovare la verità, sull’uomo, la vita, il
mondo”. E poi, tutto ciò che non portava il nome di Cristo, non gli bastava,
sempre aveva creduto che Dio esiste. Ma la filosofia
non gli indicava come raggiungerlo; il Logos, la ragione creatrice,
rimaneva lontana e intangibile. “Solo nella fede della Chiesa trovò poi la
verità essenziale: il Verbo, il Logos, si è fatto carne”:
“All’umiltà
dell’incarnazione di Dio deve corrispondere - questo è il grande passo – deve
corrispondere l’umiltà della nostra fede, che depone la superbia saccente e si
china entrando a far parte della comunità del corpo di Cristo; che vive con la
Chiesa e solo così entra nella comunione concreta, anzi corporea, con Dio, il
Dio vivente. Non devo dire quanto tutto ciò riguardi noi: rimanere persone che
cercano, non accontentarsi di ciò che tutti dicono e fanno. Non distogliere lo
sguardo dal Dio eterno e da Gesù Cristo”.
La seconda
conversione: dopo il Battesimo, Agostino aveva fondato in Africa un piccolo
monastero dove la sua vita era tutta dedita al colloquio con Dio e alla riflessione
della verità della sua Parola. Ma, dopo cinque anni felici, come lui stesso
scrisse, venne consacrato, a forza, sacerdote a
servizio della città di Ippona. Una consacrazione che
gli costò lacrime. Il bel sogno della vita contemplativa era svanito, la vita
cambiata:
“Ora egli
doveva vivere con Cristo per tutti. La grande opera filosofica di tutta una
vita, che aveva sognato, restò non scritta. Al suo posto ci venne
donata una cosa più preziosa: il Vangelo tradotto nel linguaggio della vita
quotidiana e nelle sue sofferenze. Ciò che ora costituiva la sua quotidianità,
lo ha descritto così: “Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare,
essere a disposizione di tutti – è un ingente carico, un grande peso, un’immane
fatica”.
Infine, la terza
conversione con la scoperta che uno solo è perfetto ed è Cristo:
“Tutta la Chiesa
invece – noi tutti, compreso anche gli Apostoli – dobbiamo pregare ogni giorno:
rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Agostino aveva appreso un ultimo grado di umiltà – non soltanto l’umiltà di
inserire il suo grande pensiero nella fede umile della Chiesa, non solo
l’umiltà di tradurre le sue grandi conoscenze nella semplicità dell’annuncio,
ma anche l’umiltà di riconoscere che a lui stesso e all’intera Chiesa
peregrinante era ed è continuamente necessaria la bontà misericordiosa di un
Dio che perdona ogni giorno”.
“E noi – aggiungeva
Agostino - ci rendiamo simili a Cristo nella misura più grande possibile quando diventiamo come Lui persone di
misericordia”. E’ la conclusione dell’omelia del Papa: “In quest’ora preghiamo
il Signore affinché doni a tutti noi, giorno per giorno, la conversione
necessaria e così ci conduca verso la vera vita”.
(canto)
Poco prima di
mezzogiorno, prima della recita del Regina Caeli, i saluti e il ringraziamento a tutti e ancora un
pensiero particolare per i ragazzi e le ragazze presenti ai quali ha augurato
di scoprire sempre più la gioia di seguire Gesù e di diventare suoi amici.
“Questa gioia è anche
quella che mi ha spinto a scrivere il libro Gesù di Nazaret,
appena pubblicato. Per i più giovani è un po’ impegnativo, ma idealmente lo
consegno a voi, perché accompagni il cammino di fede delle nuove generazioni”.
(applausi)
Il Papa ha ricordato
poi che oggi si celebra in Italia la Giornata per l’Università Cattolica del
Sacro Cuore. Un appuntamento significativo, perché l’Università Cattolica
costituisce un punto di riferimento per la comunità ecclesiale e offre un
prezioso contributo scientifico, culturale e formativo all’intero Paese. Infine
l’affidamento al cuore della Vergine Maria di ciascuno e dell’intera diocesi di
Pavia.
Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana
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Questo pomeriggio,
dopo il pranzo con i presuli della Lombardia, il Papa incontrerà il mondo della
cultura all’Università di Pavia. Quindi, alle 17.30 celebrerà i Vespri nella
Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro dove si
soffermerà in preghiera davanti alle reliquie di Sant’Agostino, custodite nella
Basilica dal 725 circa. Un gesto, questo, molto importante e significativo per
l’ordine agostiniano e per tutta la Chiesa pavese, come conferma, al microfono
di Adriana Masotti, il padre Giustino Casciano,
priore degli agostiniani di Pavia:
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R. – Prima di tutto
c’è la gioia e la gratitudine al Signore per questo evento provvidenziale. La
tomba del Sant’Agostino viene visitata da Papa
Benedetto XVI, che fin da giovane ha sempre visto in Agostino un grande
riferimento per la teologia per la stessa crescita del pensiero umano per unire
la ragione umana con la fede cristiana. Agostino è una grande risorsa che il
Papa sta indicando a tutta la Chiesa e a tutta l’umanità.
D. – In vista della
visita del Papa, nella Basilica sono stati fatti dei lavori di restauro…
R. – La Basilica è
stata interessata da grandi lavori di restauro. Accanto c’è poi il nostro
convento, dove stiamo realizzando il centro culturale agostiniano “Benedetto
XVI”. Vorremmo che la Basilica diventasse un vero santuario di Sant’Agostino.
D. – Questo centro
culturale fa parte di un grande progetto, il Progetto Pavia di voi agostiniani…
R. – Il Progetto Pavia
vuol sottolineare questa opportunità che la Provvidenza ci offre, perché la
nostra presenza a Pavia diventi sempre più significativa per i giovani, ad
esempio. Sappiamo quanto fascino può avere la storia di Sant’Agostino, che ha
trovato la fede in Gesù soltanto all’età di 32-33 anni, dopo aver commesso
anche degli errori a livello intellettuale e a livello morale. Agostino può
ancora avere un grande ruolo nella cultura.
D. – Quindi un grande
progetto, ma voi siete solo in quattro nel Convento di Pavia…
R. – La Provvidenza ci
dice che in altre nazioni, soprattutto nel terzo mondo, ci sono numerose
vocazioni alla vita agostiniana. Non va poi dimenticato che, a fianco dei
quattro frati di Pavia, ci sono tanti laici agostiniani, tanti giovani. Il laicato
è una grande risorsa, anche per noi agostiniani, oltre che per tutta la Chiesa.
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Il viaggio apostolico
di Benedetto XVI in Lombardia era iniziato, ieri pomeriggio, a Vigevano, dove
il Papa ha celebrato la Messa in una Piazza Ducale gremita da fedeli. Il
servizio della nostra inviata, Adriana Masotti:
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La visita di Benedetto
XVI a Vigevano è stata
una visita breve, ma tanto desiderata da lui stesso e da tutta la
comunità locale. “Qui, l’unica diocesi della Lombardia non visitata dal mio
venerato Predecessore Giovanni Paolo II - ha detto appena arrivato nel suo
saluto ai giovani e agli ammalati - ho voluto dare inizio a questo mio
pellegrinaggio pastorale in Italia”:
“Così, è come se
riprendessi il cammino da lui percorso per continuare a proclamare agli uomini
e alle donne dell’amata Italia l’annuncio, antico e sempre nuovo, che risuona
con particolare vigore in questo tempo pasquale: Cristo è risorto! Cristo è con
noi, oggi e sempre!”.
Il Papa ha voluto
subito estendere il suo pensiero a coloro che in tutta la diocesi soffrono,
sono in difficoltà o si ritrovano emarginati. Poi ai giovani ha detto: “Cari
amici, Cristo risorto rinnova a ciascuno di voi il suo invito a seguirlo. Non
esitate a fidarvi di Lui. Incontratelo, ascoltatelo, amatelo con tutto il
vostro cuore; nell’amicizia con Lui sperimenterete la vera gioia che dà senso e
valore all’esistenza”.
Canto
Il brano evangelico,
proclamato nella celebrazione eucaristica presieduta poco dopo le 18 da
Benedetto XVI in una piazza Ducale coloratissima per
lo sventolio di migliaia di bandierine di colori diversi, racconta l’episodio
della pesca miracolosa. Poco prima la rete dei discepoli era vuota. Ma
l’intervento di Gesù: “Gettate le reti” cambia radicalmente la situazione. A
quel punto Giovanni dice: “E’ il Signore!”. Questa sua spontanea professione di
fede è anche per noi, afferma il Papa, un invito a proclamare che Cristo
risorto è il Signore della nostra vita:
“Possa questa sera la Chiesa che è in Vigevano
ripetere con l’entusiasmo di Giovanni: Gesù Cristo “è il Signore!”. E possa la
vostra comunità diocesana ascoltare il Signore che, per bocca mia, vi ripete:
“Getta la rete, Chiesa di Vigevano, e troverai!”. Sono venuto
infatti tra voi soprattutto per incoraggiarvi ad essere ardimentosi
testimoni di Cristo”.
Benedetto XVI vuol
chiarire il significato di questo invito di Gesù: “Gettate la rete” e spiega
che significa in primo luogo credere in Lui e fidarsi della sua parola,
restando uniti, aprirsi ai vasti orizzonti dell’evangelizzazione. E dice:
“Portare i pesi gli uni degli altri, condividere, collaborare, sentirsi
corresponsabili è lo spirito che deve costantemente animare la vostra
Comunità”. Il Papa indica poi alcune priorità:
“Vi incoraggio poi a
proseguire nel prendervi cura dei giovani, sia dei "vicini" come pure
di quelli che chiamiamo "lontani". E che dire infine della famiglia?
E’ l’elemento portante della vita sociale, per cui
solo lavorando in favore delle famiglie… (applausi) Vedo che siamo d’accordo! (applausi) Si può rinnovare il tessuto della comunità
ecclesiale e della stessa società civile.”
Il Papa ha invitato
poi la gente di Vigevano a non trascurare la ricca eredità spirituale della
loro terra, necessaria ad un cammino di civiltà e di autentico progresso.
Preghiamo insieme, conclude il Papa, perché la vostra comunità diocesana sappia
accogliere con gioia il mandato di Cristo e con rinnovata generosità sia pronta a “gettare” le reti. Sperimenterà allora
certamente una pesca miracolosa. Una pronta risposta le parole di Benedetto XVI
al vescovo Claudio Baggini, che nel suo indirizzo di
saluto aveva detto di augurarsi che la preghiera e la benedizione del Papa
potessero ottenere alla Chiesa di Vigevano la grazia di un maggiore slancio
missionario.
Canto
Al termine della
Messa, la partenza in elicottero per Pavia dove a lungo l’hanno atteso i giovani della diocesi pavese. Dopo gli indirizzi di saluto
del sindaco Piera Capitelli e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a nome del governo, il
Papa ha detto di essere felice di iniziare la visita proprio con loro:
“Vengo tra voi questa
sera per rinnovarvi un annuncio che è sempre giovane, per affidarvi un
messaggio che, quando viene accolto, cambia
l’esistenza, la rinnova e la riempie. La Chiesa proclama questo messaggio con
particolare gioia in questo tempo pasquale: Cristo risorto è vivo tra noi anche
oggi!
(applausi)
“La Chiesa vi
sostiene, la società, che in questo nostro tempo è segnata da innumerevoli
mutamenti sociali, attende il vostro apporto per costruire una comune
convivenza meno egoista e più solidale, realmente animata dai grandi ideali
della giustizia, della libertà e della pace”.
Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana.
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Ricordiamo che oggi
pomeriggio, a partire dalle ore 15,50, la nostra
emittente seguirà in radiocronaca diretta in lingua italiana l’incontro di
Benedetto XVI con il mondo della cultura all’università di Pavia, sull’onda
media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di
105 MHz. Sempre oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17,20, la Radio Vaticana seguirà, sempre con commento in
italiano e sulle stesse frequenze, la preghiera del Santo Padre presso le
spoglie di Sant’Agostino, nella Basilica di San Pietro in Ciel
d’Oro. La visita pastorale in Lombardia si concluderà alle ore 19, quando
Benedetto XVI partirà dall’aeroporto di Milano-Linate
alla volta di Roma. Il rientro in Vaticano è previsto per le ore 20.15.
La
Chiesa di Palermo è in festa
per
la Beatificazione di padre Francesco Spoto
della
Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri
Palermo ha un nuovo
Beato. E’ padre Francesco Spoto della Congregazione
dei Missionari Servi dei Poveri, fondata nel capoluogo siciliano nel 1887 dal
padre Giacomo Cusmano, beatificato a sua volta nel 1983 da Giovanni Paolo II.
Un avvenimento di particolare rilievo, perché per la prima volta si celebra una
Beatificazione nell’arcidiocesi di Palermo. Dal capoluogo siciliano, il
servizio di Alessandra Zaffiro:
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La toccante,
commovente celebrazione Eucaristica che ha avuto luogo in una cattedrale
gremita, è stata presieduta dall'arcivescovo emerito di Palermo, cardinale
Salvatore De Giorgi, in qualità di delegato di Papa Benedetto XVI: presenti
l'arcivescovo del capoluogo siciliano, mons. Paolo Romeo e tutti i vescovi
dell’isola. Padre Spoto, siciliano, nato a Raffadali nel 1924, dichiarato martire da Benedetto XVI il
26 giugno 2006, morì nel 1964, a soli 40 anni, perseguitato come missionario e
come bianco dai guerriglieri nell’ex Congo belga, dove, come ha
recitato il cardinale De Giorgi nell’omelia, “vive la drammatica
esperienza di chi è costretto a sottrarsi ai continui agguati degli aggressori,
pieno di preoccupazioni per la salute e la vita dei confratelli".
"Pestato a sangue e colpito selvaggiamente al torace l’11 dicembre - ha
ricordato il porporato - sopporta per sedici giorni una estenuante
agonia perdonando i suoi uccisori. A Natale entra in coma e due giorni dopo
raggiunge l’Apostolo prediletto nel cielo”.
“L’ubbidienza della
fede – ha proseguito il cardinale De Giorgi - ecco il segreto della santità del
Beato Spoto che si è abbandonato alla volontà del
Signore, senza riserve. Ora che padre Spoto è stato
elevato all’onore degli altari, rivolge a noi l’invito alla santità, non
compiendo necessariamente cose straordinarie, ma svolgendo i doveri di ogni
giorno in famiglia, sul posto di lavoro, nella Chiesa e nella società, con
amore grande e sincero a Dio, nell’osservanza della sua legge, e al prossimo
mettendo in pratica il comandamento dell’amore vicendevole che Gesù ha lasciato
come unica tessera di riconoscimento di noi cristiani”.
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22 aprile 2007
Fede e sport al servizio della pace: al via, domani,
la maratona
pellegrinaggio Betlemme-Gerusalemme
Con l’intenzione di accorciare
le distanze, non soltanto geografiche, è in programma dal 23
al 28 aprile prossimi l’ormai tradizionale maratona-pellegrinaggio in
Terra Santa intitolata a “Giovanni Paolo II”. Corre la Pace da Betlemme a Gerusalemme
è lo slogan di questa IV edizione. Atleti e fedeli di tutto il mondo porteranno
la fiaccola della pace - benedetta mercoledì scorso dal Papa all’udienza
generale in Piazza San Pietro - e la bandiera olimpica dai Territori
palestinesi a Israele. L’iniziativa è promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi,
dalla Conferenza Episcopale Italiana, dal Centro Sportivo Italiano e
dall’Ufficio del turismo d’Israele. Alla presentazione, al Palazzo del
Vicariato a Roma, c’era per noi Giada Aquilino:
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(musica)
Era il 2004 quando la fiaccola della pace partì per la prima volta
da Gerusalemme per Betlemme: da allora, ogni anno si alterna il senso di marcia
della maratona in Terra Santa. Dieci sono i chilometri che il 25 aprile oltre
150 sportivi italiani - cui si aggiungono atleti e pellegrini di Slovacchia,
Messico, Ecuador, Stati Uniti, Haiti, Congo, Croazia, accompagnati da quelli
israeliani e palestinesi - dovranno percorrere dal luogo della Natività di Gesù
alla Città Santa. Tra i partecipanti, una delegazione di calciatori della “Clericus
Cup”. Ce ne parla mons. Liberio Andreatta,
amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi:
R. – Avremo la
partecipazione di persone che hanno giocato al torneo di calcio con i seminari
internazionali a Roma. La seconda novità è che la conclusione del
pellegrinaggio arriverà nei pressi del Muro del Pianto, quindi al muro
occidentale del tempio di Gerusalemme, mentre partirà dalla piazza della
Natività a Betlemme.
D. – C’è anche
un’altra novità dal punto di vista organizzativo?
R. – Per la prima
volta i due ministeri, quello del Turismo israeliano e del Turismo palestinese,
si sono trovati insieme nei giorni scorsi per l’organizzazione, cosa che non
era avvenuta prima.
D. – Voi avete
manifestato preoccupazione per ciò che sta avvenendo sul Monte delle
Beatitudini…
R. – Abbiamo
pubblicamente manifestato un disagio per il fatto che si vuole realizzare
nell’ambito delle coste del lago di Tiberiade, proprio in prossimità del Monte
delle Beatitudini, una sorta di centro turistico balneare, che va a togliere la
sacralità di quel luogo. Noi, se la situazione non verrà
modificata, saremo disposti anche a sospendere i pellegrinaggi in Terra
Santa.
Intanto, questa
maratona si farà, inserita nel tradizionale pellegrinaggio ai Luoghi Santi, dal
23 al 28 aprile. L’iniziativa sarà presieduta da mons. Josef
Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i
Laici:
R. – Io credo che Papa
Benedetto abbia una grande simpatia e affetto per questa iniziativa.
Un evento dunque dalla
duplice valenza - di fede e sportiva - che propone ai partecipanti di
“camminare insieme per la pace”. L’opinione di Edio Costantini,
presidente del Centro Sportivo Italiano:
R. – Da sempre lo
sport è stato principio generatore di incontri, di amicizie tra popoli, tra
persone diverse. La pace passa attraverso i piccoli e i grandi gesti di uomini
e donne. Sono questi piccoli segni che daranno cammino, gambe alla pace.
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In
crescita, in Italia, le piccole comunità di cattolici cinesi
Gli
scontri dei giorni scorsi nella cosiddetta Chinatown di Milano hanno
acceso i riflettori sulla realtà degli immigrati cinesi in Italia. Dal canto
suo, la fondazione CEI Migrantes riferisce di
una crescita, seppure esigua, di piccole comunità cattoliche cinesi in Italia.
Le città più interessate dal fenomeno sono Roma, Milano, Prato e Treviso,
seguite da Rimini, Napoli, Empoli e Bologna. Roberta
Moretti ha intervistato il cappellano della comunità cinese di
Milano, padre Giuseppe Chang:
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R. – A Milano c’è un piccola comunità cattolica cinese, composta da circa una
sessantina di fedeli. Vivendo la situazione sociale italiana, basata sugli
ideali e la cultura cattolica, alcuni cinesi hanno forse cambiato la loro
mentalità basata sul profitto ed hanno ripensato il vero senso della vita.
Forse hanno soltanto riflettuto su questo e si sono così avvicinati alla
religione.
D. – Lei lavora nella
parrocchia della Santissima Trinità, proprio nel quartiere cinese di Milano.
Come la Chiesa italiana accompagna queste piccole comunità?
R. – Io insegno la lingua
italiana ed ogni anno tengo due corsi. Questo è certamente un modo utile per
loro e rappresenta per noi una piccola via per farli avvicinare un po’ alla
Chiesa. Durante le lezioni, faccio alcuni piccoli accenni e riferimenti alla
religione. La domenica, poi, faccio un’ora di catechismo e qualche volta
celebro la Messa in cinese.
D. – Ci sono stati dei
Battesimi?
R. – Sì, sono
certamente pochi, ma ce ne sono. Sabato Santo abbiamo avuto tre Battesimi, di
una coppia e di un’altra donna. Anche lo scorso anno ne abbiamo avuti tre, di una intera famiglia. Dio semina, Dio fa crescere. Non è
certo un nostro merito, anche se la comunità cattolica cinese è ancora piccola.
D. – Quali sono i
problemi di integrazione che vive la comunità cinese in Italia?
R. – Per integrarsi,
la cosa fondamentale è la lingua, ma è anche vero che per i cinesi la lingua
italiana è molto difficile da imparare ed è forse per questo motivo che i
cinesi più anziani hanno rinunciato ad impararla. Per loro, la cosa principale
e più importante è lavorare. I giovani, invece, cercano di farlo, ma anche per
loro è difficile integrarsi nella società, proprio a causa della difficoltà
della lingua.
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22 aprile 2007
Il sostegno del Papa ai fedeli che hanno partecipato alla Messa
contro la violenza a Rio de Janeiro
Porre fine alle
violenze a Rio de Janeiro. E’ quanto chiesto da almeno 30 mila fedeli, che ieri
hanno assistito alla Messa celebrata dall’arcivescovo di Rio, mons. Eusebio Scheid, nel Sambodromo della
città brasiliana. Come riferisce l’agenzia Ansa, solidarietà per l’iniziativa,
attraverso un messaggio, è stata espressa dal Papa che, dal 9
al 13 maggio prossimi, visiterà il Brasile. Nei giorni scorsi, anche
l’organizzazione non governativa "Rio in pace" ha organizzato una
manifestazione con lo stesso obiettivo. Nell’occasione, nella spiaggia di Copacabana, sono state trapiantate 1.300 rose, in ricordo
delle persone morte in modo violento nella città dall’inizio dell’anno. (E. B.)
La Commissione episcopale
Giustizia e Pace
chiede più impegno per la sicurezza ad Haiti
Nella capitale di
Haiti, Port-au-Prince, negli
ultimi tre mesi è diminuito il numero delle persone morte a causa della
criminalità. Lo afferma la commissione episcopale Giustizia e Pace nel suo
ultimo rapporto sulla violenza nel Paese, diffuso dall’agenzia MISNA, in cui si
chiede “migliore intesa tra gli attori che lottano contro la violenza, per il
disarmo e contro l’impunità”. Nonostante i buoni risultati raggiunti, “c’è ancora
tanto da fare”, afferma la commissione, che ha contato 140 morti tra gennaio e marzo, in gran parte uccisi a colpi di arma da fuoco, e in
maggioranza (77 persone) morte a gennaio soprattutto nel quartiere di Martissant. Pur constatando il lavoro fatto dalla polizia
nazionale e dalla missione ONU ad Haiti (Minustah), che hanno condotto operazioni di sicurezza
contro le bande criminali armate nella bidonville di Cité
Soleis, la commissione Giustizia e Pace “si rammarica
per le vittime innocenti”, quelle tra gli agenti e tra i ‘caschi blu’ e quelle causate dalle “vendette dei gruppi
armati". Per un reale progresso sulla via della stabilizzazione e della
ricostruzione di Haiti, la Commissione si è rivolta inoltre al settore privato
e alle classi più ricche del Paese chiedendo loro di impegnarsi per “ridurre la
povertà della popolazione e il crescente divario economico tra le classi
sociali”. (E. B.)
La conferenza episcopale
calabrese esprime vicinanza alle vittime
della mafia e ai precari del mondo del lavoro
La mafia rappresenta
“il giogo più pesante per le nostre terre", ma la
sua presenza "dimostra purtroppo anche i nostri limiti nella pastorale di
evangelizzazione del nostro popolo”. Così, i vescovi della Calabria, al termine
della sessione primaverile della conferenza episcopale, riunitasi a Catanzaro
nei giorni scorsi sotto la presidenza di mons. Vittorio Mondello.
In un comunicato diffuso dall’agenzia SIR, i presuli sottolineano “il forte
interesse che le chiese di Calabria manifestano per questo problema”,
raccogliendo “però anche le sfide aperte che tale triste fenomeno possiede, per
spingerci tutti, come cristiani, ad una vita evangelica più eroica e
alternativa”. Parlando delle altre difficoltà, che segnano il cammino della
popolazione calabrese, i vescovi si sono detti vicini ai “tanti precari nel
campo del lavoro, soprattutto giovani, che soffrono sempre più una realtà di
emarginazione, che rischia di divenire molto pericolosa
per loro”. Quindi, è stato chiesto a sacerdoti e a diaconi di “impegnarsi
seriamente, specie nel volontariato sociale, tracciando concreti percorsi di
formazione, soprattutto etica”. In questo quadro, i presuli hanno accolto
l’appello dell’AFOR (Azienda regionale foreste della Regione Calabria) “di
seguire maggiormente il settore della forestazione,
nell’unico intento di rimotivare eticamente l’impegno
di valorizzazione delle tante risorse” della Calabria. (E.
B.)
All'Ospedale romano
Fatebenefratelli, quattro incontri per educare
i giovani studenti italiani alla prevenzione degli incidenti
stradali
Si moltiplicano le
iniziative nell’ambito della prima settimana mondiale della sicurezza stradale
delle Nazioni Unite, in programma dal 23 al 29 aprile. L’attenzione è centrata
soprattutto ai giovani, principali protagonisti degli incidenti stradali.
Proprio con l’obiettivo sensibilizzare i giovani italiani sull’argomento – con
il patrocinio della SOC.I.TRA.S, la società italiana
di traumatologia della strada – l’associazione Athenaeum
N.A.E. ha organizzato quattro incontri rivolti agli
studenti delle scuole superiori, in programma il 24 aprile presso la sala
Assunta dell’Ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina. Alla presenza degli
insegnanti, gli interventi saranno tenuti da personale dell’unità operativa del
pronto soccorso del Fatebenefratelli. Al centro degli incontri gli strumenti di
prevenzione degli incidenti stradali, l’utilità dei dispositivi di sicurezza e informazioni utili
per portare soccorso senza provocare ulteriori incidenti. (E.
B.)
Difendere il nostro pianeta
dall’emergenza climatica:
è l’obiettivo dell'odierna Giornata Mondiale della Terra
Emergenza climatica in
primo piano nell’odierna Giornata Mondiale della Terra, celebrata in 174 Paesi
di tutto il mondo con diverse iniziative. L’appuntamento, divenuto simbolo
della sensibilità ambientale di massa, nasce il 22 aprile del 1970 negli Stati Uniti quando il senatore democratico Gaylord
Nelson invitò alla mobilitazione per la salvezza del nostro pianeta. Fu
tuttavia nel 1992, durante il Summit della Terra di Rio de Janeiro, che la
necessità di agire per l’ambiente con un “partenariato mondiale” venne riconosciuta a livello governativo. E bisognerà
aspettare altri cinque anni perché un vero e proprio piano di azione, il
Protocollo di Kyoto, segni un’azione concreta contro
il riscaldamento del pianeta. Un impegno, questo, difeso fortemente dall’Unione
Europea anche contro quello che il Commissario europeo
dell’ambiente, Stavros Dimas,
definisce “un atteggiamento negativo dell'America a fronte del cambiamento climatico”.
Ultima tappa di questo cammino, il Consiglio europeo dello scorso mese di
marzo, che ha fissato per l’UE l’ambizioso obiettivo di ridurre del 20 per
cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. (E.
B.)
22 aprile 2007
- A cura di Roberta Moretti -
- In
Francia, 44,5 milioni di persone sono chiamate oggi alle urne per il primo
turno delle elezioni presidenziali. Alta l’affluenza per scegliere il
successore di Jacques Chirac: alle 12 aveva votato il 31,21% contro il 21,4 del primo
turno del 2002. Se nessuno dei candidati
raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti espressi, il 6 maggio si svolgerà
il ballottaggio tra i due più votati. Da Parigi, Francesca Pierantozzi:
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Dai Territori
d’Oltremare, che hanno cominciato a votare con un giorno d’anticipo, un primo
dato sulla partecipazione, che sembra in aumento dovunque: più dieci per cento
per esempio in Nuova Caledonia e addirittura più 22
per cento nelle piccole isole di Saint Pierre et Miquelon, rispetto alle elezioni del 2002. Dodici i
candidati in gara per questo primo turno elettorale, si va dall’estrema
sinistra trotzkista all’estrema destra nazionalista passando per i candidati
ecologisti e no global. Soltanto quattro, tuttavia, i
candidati che possono sperare di passare al secondo turno del sei maggio: il neogollista Nicolas Sarkozy,
seguito dalla socialista Ségolène Royal,
dal centrista François Bayrou,
rivelazione di queste elezioni, e dal leader di estrema destra Jean-Marie Le Pen. Questo scrutinio è stato definito
“storico” da numerosi quotidiani: segna infatti un vero rinnovamento
generazionale, con candidati giovani, intorno alla cinquantina, e nessun
presidente o ex presidente e nemmeno nessun primo ministro o ex primo ministro
in gara.
Da Parigi, Francesca Pierantozzi, per la Radio Vaticana.
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- E’
salito a 14 morti e 82 feriti il bilancio dell'attentato compiuto, questa mattina,
a Baghdad da due kamikaze contro un posto di polizia nel quartiere sciita di al Bayaa. Tra le vittime dell'esplosione,
causata da due veicoli guidati dagli attentatori suicidi, figurano sia civili
che agenti. Uccisi poi due soldati americani in due diversi attentati nella
capitale. Intanto, il premier iracheno, al-Maliki, è
giunto in Egitto per incontrare il presidente, Mubarak,
e il suo collega egiziano, Ahmed Nazif,
in vista della Conferenza internazionale sull'Iraq in programma per il 3 e 4
maggio prossimi a Sharm el Sheikh. Al Maliki si recherà poi
in Kuwait, Arabia Saudita e altri Paesi della regione.
- Almeno
12 persone sono morte, stamani, nell’Afghanistan sud-orientale, per
due attentati nel mercato della cittadina di Khost. Due persone sono morte e diverse altre sono rimaste
ferite per l’esplosione di una bomba in un negozio di telefonia, dove molti clienti scaricano la musica per i cellulari.
Musica, film e video – lo ricordiamo – non strettamente legati alla diffusione
dell’Islam e dei suoi valori, erano banditi durante il regime dei talebani
(1996-2001). Poco dopo, non lontano, un kamikaze inseguito dalla polizia
si è fatto esplodere uccidendo 10 civili e ferendo una quarantina di persone. Nella provincia di Paktia, 5 talebani
e un poliziotto sono morti in uno scontro a fuoco seguito a un'imboscata dei ribelli.
- Una
forte reazione da parte delle milizie palestinesi e la cessazione immediata di
ogni ulteriore incontro con il premier israeliano, Olmert,
da parte del presidente palestinese, Abu Mazen, è stata invocata da un dirigente di Hamas, Fawzi Barhum, mentre nei
Territori almeno 9 palestinesi sono rimasti uccisi da fuoco israeliano. Nel
frattempo, Olmert ha giudicato superflua, eppure
interessante, la proposta del presidente pachistano, Musharraf,
di fungere da mediatore di pace fra israeliani e palestinesi. Incontrando
intanto a Riad il Consiglio consultivo saudita, il
presidente del Consiglio italiano, Prodi, ha dichiarato che “è ormai giunto il
momento per uno Stato Palestinese sovrano” e che l’Arabia Saudita rappresenta
“un Paese chiave della regione”.
- In
Israele, la Knesset ha ratificato il prolungamento
per altri tre mesi della autosospensione
dall’incarico del capo dello Stato, Moshe Katzav,
accusato di molestie sessuali e stupro ai danni di ex-dipendenti. La
commissione per il regolamento del Parlamento israeliano – ha riferito
l’edizione elettronica di Haaretz – ha accolto la
richiesta con 11 voti a favore e 4 contrari.
- Seggi
aperti in Siria, dove si vota oggi e domani per il rinnovo del Parlamento, in
uno scrutinio boicottato dall'opposizione. Circa 12 milioni di elettori sono
chiamati a eleggere 250 deputati fra 2.500 candidati. Al Fronte nazionale
progressista (FNP), una coalizione di diversi partiti al potere guidata dal Baath, sono assegnati 167 seggi, i restanti 83 ai candidati
indipendenti.
- L’Iran
ha ribadito che non intende sospendere l'arricchimento dell'uranio, quando
mancano quattro giorni ad un incontro tra il suo capo negoziatore, Ali Lariani,
e il responsabile della politica estera della UE, Javier
Solana, che potrebbe segnare la ripresa dei negoziati
tra le due parti. “Cancellate le parole ‘stop all'arricchimento in Iran’ dal vocabolario del nucleare”, ha detto un portavoce
del ministero degli Esteri, durante la sua conferenza stampa settimanale.
- Pesa l’ombra dei
brogli sulle elezioni presidenziali in Nigeria di ieri. Due dei principali
partiti dell’opposizione hanno denunciato pesanti irregolarità, mentre la più grande organizzazione di osservatori che ha seguito la
consultazione ha dichiarato che chiederà l’annullamento della tornata
elettorale. E intanto, ieri si sono registrati ancora morti nel Paese,
dopo la cinquantina di vittime a seguito delle amministrative di una settimana
fa. Tre ragazzi sarebbero stati uccisi dai soldati nel nord del Paese, durante
una protesta contro presunti brogli. Le votazioni si sono comunque concluse, e
i primi risultati sono attesi per domani in serata. Il
servizio di Giulio Albanese:
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Le elezioni sono
avvenute in una atmosfera giudicata incandescente
dalla maggioranza degli osservatori. I candidati in lizza sono 24 e il favorito
è il governatore dello Stato settentrionale di Katsina, il 56.enne
Umaru Yaradua, del Partito
Democratico del Popolo. La stessa formazione di Obasanjo,
che contrariamente ai suoi desideri non è riuscito ad ottenere l’emendamento
costituzionale che gli avrebbe consentito di ottenere un terzo mandato. I seggi
hanno aperto decisamente in ritardo in diverse parti del Paese, a causa
soprattutto del tardivo arrivo delle nuove schede elettorali dal Sudafrica.
Tutto il materiale elettorale, infatti, è stato praticamente ristampato dopo
che il vice presidente uscente Abubakar,
inizialmente escluso per accuse di corruzione, è stato
riammesso alla candidatura la settimana scorsa. A rafforzare la tensione, dopo
che sabato scorso sono morte – ricordiamolo – 50 persone durante il voto per il
rinnovo dei governatori, è stata l’uccisione nello Stato centrale di Nassarawa di alcuni poliziotti in una imboscata,
mentre scortavano le schede in arrivo. Nel frattempo ad acuire la tensione è stato
anche il fallito attentato davanti alla sede della Commissione elettorale nazionale
indipendente ad Abuja: un detonatore era stato piazzato in un’autobotte carica
di petrolio. Per fortuna non ha funzionato.
Per la Radio Vaticana,
Giulio Albanese.
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E per una riflessione
sull’importanza di questa tornata elettorale per la Nigeria, Francesca Sabatinelli ha intervistato Enzo Curzio,
vice-presidente del segretariato dei premi Nobel per la pace ed esperto del
Paese:
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D. - Dopo due
legislature di Obasanjo è la prima volta che in
questo Paese si cerca di arrivare ad una successione che sia da una parte
concordata con le opposizioni e dall’altra parte invece che continui a
rappresentare le lobbies politiche che hanno portato Obasanjo
alla presidenza. Ci sono dei dati importanti, dallo scorso anno si arriva a una
crisi profonda della democrazia. La cosa interessante è che la corte suprema ha
riammesso la possibilità per l’ex vice presidente Abubakar
di poter esprimere la sua
candidatura alle elezioni e le opposizioni hanno visto una
speranza di garanzia costituzionale e anche un allentarsi della morsa dei
militari che fino a dieci giorni fa era quasi quotidiana.
R. - Secondo lei,
quali rischi ci sono per quanto riguarda la violenza nel Paese?
D. - I rischi sono
sempre altissimi anche perché i metodi di convincimento delle opposizioni anche
da parte dei partiti governativi sono metodi violenti, non democratici, si
arriva all’omicidio, ma si arriva anche ad uno scontro frontale tra maggioranza
e opposizione che può sfociare in una guerra civile. Il rischio vero della
guerra civile non è tanto verso le opposizioni minori ma tra i sostenitori di Abubakar da una parte e l’attuale candidato alla presidenza
che è l’ex governatore dello Stato di Katsina che è legato espressamente da un
accordo politico con Obasanjo. Le scorse settimane ci
sono state le elezioni amministrative si sono registrate anche a detta degli
organismi internazionali i più grandi brogli elettorali degli ultimi dieci anni
in Africa subsahariana e queste elezioni hanno dato
una "maggioranza bulgara" ai governatori imposti da Obasanjo. Quindi, lo scontro politico è forte, c’è il
rischio vero e costante di una crisi politica che possa
sfociare in una guerra civile.
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-
Esplosioni e sparatorie sono avvenute durante la notte e questa mattina a Mogadiscio,
in Somalia, nel quinto giorno di una battaglia tra insorti e truppe somale ed
etiopiche, che ha già provocato la morte di oltre 200 persone. Lo riferiscono
testimoni, secondo cui centinaia di abitanti della capitale stanno fuggendo a
piedi, portando con sé quanto riescono a trasportare. Secondo
organizzazioni locali, l'esodo sta riguardando quasi mezzo milione di
persone.
-
L'Eritrea ha deciso di autosospendersi dall'IGAD,
l’organismo che raggruppa i Paesi dell'Est Africa, in polemica con le sue
scelte regionali, specie quelle sulla Somalia. Lo
rende noto Radio Nairobi, citando un comunicato diffuso dal governo eritreo sul
suo sito web. Asmara accusa l’organismo regionale “di irresponsabili e ripetute
scelte che minano la pace e la sicurezza regionale” e, più in particolare,
Etiopia e USA per “inaccettabili interferenze in Somalia”.
- Undici
giovani turchi sospettati di aver torturato e ucciso mercoledì scorso tre
cristiani a Malatya, nell’est della Turchia, sono
comparsi oggi in tribunale per l'udienza preliminare. Lo scrive l'agenzia Anadolu. Tra loro vi è una giovane donna, arrestata ieri,
compagna dell’uomo considerato il capo del gruppo responsabile dell’eccidio.
Secondo i media locali, le uccisioni sarebbero state
riprese con un cellulare da uno degli arrestati.
- Russia e
Unione Europea non sono riuscite a raggiungere un accordo a Cipro per mettere
fine al bando russo sulla carne polacca, in atto dalla fine del 2005. Lo ha
detto alla Reuters il commissario UE alla Salute, Markos Kiprianou, al termine di
una nuova sessione di colloqui stamattina, dopo il fallimento di quelli di
ieri. Un accordo su questo tema avrebbe consentito domani ai ministri degli Esteri
dell'UE di dare il via libera a colloqui per una nuovo
patto di cooperazione con Mosca nel campo dell'energia, della cooperazione
economica e dei diritti. La Polonia sta bloccando
questi negoziati a causa del contenzioso.
- In
Italia, Francesco Rutelli è stato rieletto dal
Congresso della Margherita presidente del partito. Nel suo intervento di
chiusura, Rutelli ha ribadito la necessità di “usare
la nascita del Partito Democratico per rendere più forte l’azione di governo e
recuperare incertezze e dubbi che ci sono stati in questi mesi”. “Il Partito Democratico
– ha precisato – potrà darci anche la sorpresa di poter recuperare un
elettorato anche oltre quel 50%” delle ultime politiche.
- Cinque
bambini sono morti stamani a Sarajevo, in Bosnia, nell’incendio scoppiato in un
orfanotrofio. Secondo i vigili del fuoco, le fiamme sono divampate all'alba in
una stanza dove dormivano sei piccoli e le vittime sono probabilmente morte per
asfissia per il fitto fumo. La polizia ha aperto un’inchiesta sulle cause
dell'incendio.
- Le due
Coree hanno deciso di procedere con la riapertura dei collegamenti ferroviari,
che era stata sospesa un anno fa a causa della crisi missilistico-nucleare
di Pyongyang. Un accordo in proposito è stato
annunciato stamani a Seul, al termine di una serie di colloqui fra i due Stati.
L’accordo prevede anche un’importante serie di forniture alimentari e di
materie prime del Sud al Nord e uno sviluppo della collaborazione nel settore
minerario.
- Un
mandato di arresto è stato emesso contro la leader dell'opposizione ed ex
premier del Bangladesh, Sheikh Hasina
Wajed, accusata di omicidio e attualmente all'estero.
Hasina Wajed è accusata
dell'assassinio di quattro persone nel corso di violente manifestazioni
nell'ottobre 2006 a Paltan, un quartiere di Dacca, che sarebbe stato compiuto
da membri del suo partito, la lega Awami.