RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 108 - Testo della trasmissione di mercoledì 18 aprile 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Nel pomeriggio, Benedetto XVI riceve il segretario dell'ONU, Ban Ki-moon
Oltre 50 mila copie
vendute al debutto in Italia del "Gesù di Nazaret"
scritto da Benedetto XVI
Oggi su "L'Osservatore Romano"
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Messaggio
dei vescovi del Burkina Faso
per le prossime elezioni legislative
India: a Seva Kendra, un campo di accoglienza per i contadini sfollati
dai propri terreni
Chiuso a Roma il Seminario sulla
globalizzazione promosso dal CELAM
Nuova tragedia
sul lavoro in Cina: una trentina di operai muoiono in un altoforno
18 aprile 2007
Fede, ragione e virtù
sono necessarie per divenire simili a Dio:
all’udienza generale, il
Papa si sofferma sull’insegnamento
di Clemente
Alessandrino. Il grazie ai fedeli per l’affetto mostrato
in occasione del
compleanno e del suo secondo anniversario di Pontificato
Fede e ragione sono le
due ali per conoscere la Verità: all’udienza generale, Benedetto XVI si
sofferma sull’insegnamento di Clemente Alessandrino che, nel III secolo, fu tra
gli alfieri del dialogo tra filosofia greca e annuncio cristiano. L’udienza
generale, tenutasi in una Piazza San Pietro gremita da
50 mila pellegrini, si è svolta in un clima festoso. I fedeli hanno, infatti,
voluto cogliere l’occasione del tradizionale appuntamento del mercoledì per
rinnovare gli auguri di compleanno al Papa e per il secondo anniversario di
elezione alla Cattedra di Pietro, che ricorre domani. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
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Le feste
sono passate, ma visibilmente in questa piazza é ancora festa. Grazie!
(applausi)
Benedetto XVI
ringrazia i fedeli per l’affetto espresso in occasione della doppia ricorrenza,
compleanno ed anniversario di Pontificato. Quindi, svolge la sua catechesi
dedicata a Clemente Alessandrino. “Con le due ali della fede e della ragione”,
è l’esortazione del Papa, possiamo giungere “a un’intima conoscenza della
Verità, che è Gesù Cristo, il Verbo di Dio”. Riprendendo il pensiero
dell’Alessandrino sottolinea così che solo una conoscenza “indissolubilmente
legata alla Rivelazione” può definirsi vera gnosi. Si tratta, aggiunge,
di un “edificio costruito dalla ragione sotto l’impulso” della fede. Clemente, ricorda, divide i cristiani in due classi: i semplici,
che “vivono la fede in modo comune” e gli gnostici che “conducono una
vita di perfezione spirituale”:
“In ogni caso il
cristiano, partendo dalla base della fede comune, attraverso un cammino di
ricerca guidato da Cristo stesso, può e deve giungere alla conoscenza delle
verità che formano il contenuto della fede”.
Tale conoscenza,
prosegue, “diventa nell’anima una realtà vivente, un’unione d’amore
trasformante, una comunione con il Logos”. Clemente, spiega, “riprende
la dottrina secondo cui il fine ultimo dell’uomo è divenire simile a Dio”.
Grazie alla connaturalità con Lui, infatti, possiamo
“conoscere le realtà divine, a cui l’uomo aderisce
anzitutto per fede e, attraverso la pratica della virtù, può crescere fino alla
contemplazione di Dio”. E qui, si sofferma sull’importanza del requisito
morale:
“L’assimilazione a Dio
e la contemplazione di Lui non possono essere raggiunte con la sola conoscenza
razionale: a questo scopo è necessaria una vita secondo il Logos, sono
necessarie anche le virtù. Le buone opere devono accompagnare la conoscenza
intellettuale come l’ombra segue il corpo”.
Due sono le virtù del
vero cristiano in Clemente Alessandrino: la prima è la “libertà dalle
passioni”, l’altra è “l’amore che assicura l’intima unione con Dio e la
contemplazione”. L’amore, ribadisce, “dona la pace perfetta” permettendoci di affrontare
i più grandi sacrifici, anche quello estremo. L’ideale etico della filosofia
antica, cioè la liberazione dalle passioni, evidenzia il Papa, viene da
Clemente “ridefinito e coniugato con l’amore, nel processo incessante di
assimilazione a Dio”. L’Alessandrino costituisce dunque la “seconda grande
occasione di dialogo tra l’annuncio cristiano e la filosofia greca, dopo il
parziale fallimento di Paolo all’Areopago”:
“Per lui la tradizione
filosofica greca, quasi al pari della Legge per gli Ebrei, sono due rivoli che
vanno finalmente al Logos stesso".
Il Papa rammenta così
che già il suo predecessore Giovanni Paolo II, nella Fides
et Ratio, ha messo l’accento sull’esempio che
Clemente Alessandrino può offrire al nostro tempo nel segnare “con decisione il
cammino di chi intende dare ragione della propria fede in Gesù Cristo”.
Proprio il legame tra sapienza teologica e sapere filosofico, sottolinea
riecheggiano l’Enciclica su fede e ragione di Papa Wojtyla, è una delle
“ricchezze più originali della tradizione cristiana nell’approfondimento della
verità rivelata”. Al momento dei saluti ai pellegrini giunti da ogni parte del
mondo, ha ringraziato in lingua slovacca quanti accompagnano con le preghiere
il suo servizio di Successore di Pietro. Poi, ha voluto rivolgere un pensiero
particolare ai fedeli della regione Toscana, convenuti con i vescovi in
occasione della Visita ad Limina:
“Il nostro tempo ha
più che mai bisogno dell’apporto generoso dei discepoli di Cristo per
affrontare le attuali sfide culturali, sociali e religiose. Non stancatevi,
pertanto, di attingere con coraggio dal Vangelo la luce e la forza per
contribuire alla realizzazione di un’autentica rinascita morale e sociale della
vostra Regione”.
Quindi, rivolgendosi
ai tanti giovani presenti in Piazza, li ha invitati ad essere amici di Gesù, ad
“essere seminatori di speranza nel cuore" dei loro coetanei. Infine, ha
benedetto la fiaccola della maratona-pellegrinaggio
della Pace “Giovanni Paolo II”, promossa dalla CEI, dall’Opera Romana Pellegrinaggi
e dal Centro Sportivo Italiano, che si svolgerà dal 23 al 28 aprile prossimo da
Betlemme a Gerusalemme.
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Nel pomeriggio, Benedetto
XVI riceve
il segretario dell'ONU,
Ban Ki-moon
E' iniziata stamani la
visita di due giorni in Italia del segretario generale delle Nazioni Unite, il
sud-coreano Ban Ki-moon.
Dopo aver incontrato le principali autorità dello Stato italiano, alle 18 di
oggi il capo del Palazzo di vetro sarà ricevuto in udienza in Vaticano da
Benedetto XVI. Per domani, è in programma una visita alla Base Logistica
dell'ONU a Brindisi.
Vigilia del secondo anno di Pontificato
di Benedetto XVI.
Un commento di Paola Bignardi
sulla figura del Pontefice
E questi di metà
aprile sono giorni particolari di festa, in Vaticano. Dopo i festeggiamenti per
il suo 80.mo compleanno, Benedetto XVI vive oggi la
vigilia del suo secondo anniversario di Pontificato. E' ancora viva nelle
centinaia di migliaia di romani, fedeli e turisti presenti in Piazza San Pietro
la memoria di ciò che avvenne alle 18.45 del 19 aprile 2005, quando il
cardinale protodiacono, Arturo Medina Estevez, si affacciò alla loggia centrale della Basilica
per pronunciare l'atteso habemus papam. Una memoria certamente viva anche in Paola Bignardi, allora presidente dell'Azione Cattolica e
attualmente di RETINOPERA. Fabio Colagrande le ha chiesto cosa la
colpisca della figura di Benedetto XVI:
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Ciò che mi colpisce è
ciò che trovo anche vicino alla mia sensibilità, in ordine alla testimonianza
del Vangelo. Mi colpisce la sua mitezza, quasi la sua dolcezza nel rapporto con
le persone, quella semplicità un po’ schiva che lo mette in comunicazione
profonda con ogni persona, non tanto con la massa, ma con le persone che si
sentono intercettate dal suo modo mite, rispettoso, discreto di entrare in
rapporto. E poi mi colpisce la chiarezza con cui, in questi due anni, ha
ribadito i valori essenziali della vita cristiana, quasi a ricordarci che,
senza questo senso della nostra originalità nel mondo, rischiamo di annacquare
il messaggio che dobbiamo portare. Credo che questo richiamo per la coscienza
di ciascuno di noi, ma anche per la vita delle comunità cristiane, sia un
richiamo quanto mai opportuno. Non credo sia nell’intenzione del Santo Padre di
erigere barriere nei confronti di qualcuno. Ma non possiamo entrare in un
dialogo vero con tutti, se non abbiamo la forza intensa e convinta e gioiosa
del messaggio originale che portiamo come cristiani.
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Ed ora vi proponiamo,
sempre al microfono di Fabio Colagrande, la testimonianza di don Thomas Frauenlob, già rettore
del Seminario bavarese di San Michele, nella cittadina di Traunstein,
dove il giovane Joseph Ratzinger
compì i suoi studi, e dallo scorso settembre membro della Congregazione per
l’Educazione cattolica:
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R. - Per me, come
giovane sacerdote, è davvero un esempio di come si possa
vivere, meritare le Sacre Scritture e parlare di un fondamento vero e forte.
Ciò si avverte anche adesso, questo voler insistere sugli aspetti spirituali. E
dai momenti della sua biografia personale, si vede l’uomo com'è dentro.
D. - Com’è parlare a di persona con Joseph Ratzinger? Incontrarlo come stiamo parlando noi adesso?
R. - Ho incontrato il
Papa qualche volta dopo le elezioni: lui parla come sempre. Non c’è stato un
cambiamento. Solo il vestito adesso è bianco.
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Oltre 50 mila copie vendute al
debutto in Italia dal "Gesù di Nazaret"
scritto da Benedetto XVI
La tendenza
dei primissimi momenti è stata confermata al termine della prima giornata: nel
solo giorno del debutto in libreria, il 16 aprile scorso, sono state vendute in Italia oltre 50 mila copie del libro di Benedetto XVI
“Gesù di Nazaret”. Il dato è stato fornito dalla Casa
editrice Rizzoli, che ha pubblicato il volume. Nel
comunicato diffuso dalla stessa Rizzoli, si legge
inoltre che “l’editore, che per incarico della Libreria Editrice Vaticana ha
curato in tutto il mondo la vendita dei diritti del libro del Papa, ha già
deciso una ristampa che porta la tiratura complessiva, tra prima e seconda edizione,
a 420 mila copie”.
Sul rapporto tra fede, ragione e
scienza,
gli
interventi dei cardinali Christoph Schönborn e Angelo Scola
all'inaugurazione del nuovo Anno accademico
del polo pedagogico
"Studium generale Marcianum"
Il dibattito
sull’evoluzionismo e sul rapporto tra fede, ragione e scienza è stato al centro
stamani, nella Basilica della Salute a Venezia, della prolusione
dell’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn. Il porporato è intervenuto su questo tema
nell'ambito della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico del polo
pedagogico del patriarcato di Venezia “Studium
generale Marcianum”, che raccoglie diverse
istituzioni, tra cui scuole diocesane, realtà accademiche e
post universitarie. Al dibattito ha preso parte anche il patriarca di
Venezia, il cardinale Angelo Scola. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il cardinale patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha iniziato la propria
riflessione ricordando alcune, celebri parole del filosofo tedesco Lessing, nel XVIII secolo: “Il valore di un uomo non
risiede nella verità che possiede o presume di possedere, ma nella sincera
fatica compiuta per raggiungerla”. In base a questa prospettiva indicata dal
pensatore illuminista tedesco, l’uomo trova la possibilità di un progresso
costante verso la perfezione attraverso la ricerca. Ma tendere continuamente
alla verità - ha osservato il porporato - enfatizza la ricerca e non porta
all’incontro con l’altro, con la realtà, ma all’auto-idolatria. Si deve dunque
superare la secca alternativa tra verità e ricerca posta da Lessing.
"Non c’è opposizione - ha spiegato il patriarca di Venezia - tra umile
possesso della verità e la sua instancabile ricerca". Ed in questa
relazione si deve inserire ogni soggetto e istituzione che si dedicano alla
ricerca, alla comunicazione e all’apprendimento. Il tratto distintivo dello
"Studium Generale Marcianum",
ha quindi osservato il cardinale Scola, non è l’impiego dell’ipotesi cristiana
di “lettura della realtà come ricerca di un’utopica unificazione di saperi”, ma
come “una proposta liberamente offerta” che scaturisce dall’evento salvifico di
Gesù di Nazaret. Il tema del rapporto tra fede,
ragione e scienza è stato poi sviluppato dall’arcivescovo di Vienna, il
cardinale Christoph Schönborn.
Il porporato ha messo a confronto due posizioni. La prima è quella proposta
dalla teoria dell’evoluzione, secondo cui l’intera varietà della specie è nata
dal gioco privo di orientamento e casuale delle forze di mutazione e selezione.
L’altra posizione, sostenuta da Newton, delinea invece un “disegno intelligente
nella natura”. Secondo lo scienziato, “dal cieco gioco di caso e necessità non
può generarsi la varietà delle cose”. Ma sono conciliabili la fede nella
creazione e la teoria dell’evoluzione? A tale quesito, l’arcivescovo di Vienna
ha risposto affermando che “devono esservi delle sovrapposizioni tra la
teologia e le scienze naturali, tra la fede e la ricerca”. “La fede in un
Creatore, nel suo governo universale” - ha aggiunto il porporato - non può
restare “senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo”. Ma
"non ogni variante della teoria dell’evoluzione - ha poi osservato il
cardinale - è conciliabile con la fede nella creazione”. Una fede che si fonda
su risposte scritte da Dio: “Il logos attraverso il quale e nel quale tutto è
creato - ha concluso il cardinale Schönborn - è
divenuto carne e si è assunto su di sé l’intera negatività del dolore, del male
morale”. La Croce è dunque la chiave del progetto divino, “perchè ha conciliato
il mondo intero” ed è la “porta della resurrezione”.
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Oggi su
"L'Osservatore Romano"
Servizio vaticano - La catechesi e la
cronaca dell’udienza generale.
Servizio estero - Stati Uniti: il Paese
intero unito nel commosso ricordo delle vittime del massacro della Virginia Tech; il presidente Bush
partecipa ad una commemorazione nel campus universitario.
Servizio culturale - Un articolo di
Clotilde Paternostro dal titolo “La capacità di portare il senso realista nella
cultura italiana dell’800”: “I Macchiaioli-Sentimento del vero” al Palazzo Brichesario di Torino.
Servizio italiano - In primo piano sempre
il tema degli incidenti sul lavoro.
18 aprile 2007
Visita ufficiale in Italia, nella sua nuova veste di segretario
delle Nazioni Unite, del sudcoreano Ban Ki-moon
Nella prima visita
ufficiale in Italia, nella sua nuova veste di massimo rappresentante del
Palazzo di Vetro, il sudcoreano Ban
Ki-moon ha davanti a sé due giorni intensi. Il
servizio di Salvatore Sabatino:
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Questa mattina, il
primo incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, poi il
faccia a faccia alla Farnesina con il ministro degli
Esteri, Massimo D’Alema. Numerosi ed importanti i
temi in agenda, dalla situazione in Iraq e in Afghanistan al nodo degli
ostaggi, fino al dossier nucleare iraniano. Al centro dei colloqui, però, anche
la riforma dell’ONU e la battaglia avviata dall’Italia per una moratoria delle
esecuzioni capitali. Proprio su questo argomento, il numero uno delle Nazioni
Unite ha detto di appoggiare con favore la proposta di Roma, essendo in linea -
ha affermato - con il suo personale pensiero.
Nel pomeriggio, Ban Ki-moon verrà
ricevuto in Vaticano dal Benedetto XVI. Domani, invece, il trasferimento a Brindisi,
dove visiterà la più grande base logistica al mondo dell’ONU. Probabile un suo
ritorno a Roma per una visita lampo alla FAO.
Dalla Farnesina, Salvatore Sabatino, Radio Vaticana.
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Il cordoglio del mondo all'America
per la strage
nel campus universitario della Viriginia.
Il New York Times fa luce
sul ritardo nell'intervento della polizia.
La solidarietà del vescovo di Richmond,
Francis Dilorenzo
Una
testimonianza che porta gli investigatori su una falsa pista, giusto il tempo
di permettere al killer di portare a termine la strage. Potrebbe essere stato
questo il retroscena della drammatica uccisione di 32 studenti avvenuta due
giorni fa nel campus dell’Università americana Virginia Tech
ad opera di un giovane sudcoreano.
A rivelare la possibilità è il New York Times di oggi, mentre gli Stati Uniti sono ancora sconvolti
dall’eccidio e si riaccende la polemica sulla legge che consente ai cittadini
di possedere armi da fuoco. Da Seoul, intanto, il presidente sudcoreano ha inviato parole di cordoglio ai familiari
delle vittime. Il servizio di Alessandro De Carolis.
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Il 23.enne coreano, Cho
Seng-Hui, ha appena ucciso una ragazza e un suo compagno
nel dormitorio del campus universitario, ma invece di essere braccato dalle
forze dell’ordine ha il tempo di ritornare nella sua stanza, di rifornirsi di
altre munizioni, di uscire e andare verso la Norris
Hall dell’Università, barricarsi dentro, aprire il fuoco e massacrare una dopo
l’altra altre 30 persone. E’ nel lasso di tempo di questa agghiacciante
sequenza che va collocato il mancato intervento della polizia che a 48 ore
dalla strage sembra avere una prima spiegazione, che filtra dalle pagine del New York Times. Il ritardo di
due ore nell’intervento sarebbe da attribuire all’indizio, rivelatosi poi
erroneo, fornito agli inquirenti da una compagna di stanza della ragazza
assassinata per prima. La giovane sapeva, da una confidenza, che il fidanzato
dell’amica poi uccisa - un certo Tornhill - era in
possesso di due fucili. L’informazione ha subito reso il giovane un primo,
possibile sospetto. Così, la polizia si mette in caccia, riesce a trovarlo, lo
mette sotto torchio. Ma non è lui l’omicida. “Mentre stavano interrogando Thornhill, sono arrivate le notizie del massacro in grande
alla Norris Hall”, ha scritto il
New York Times sulla base di testimonianze
raccolte dagli inquirenti. La spiegazione certamente non placa il dolore di chi
ha perso figli o amici in quelle terribili ore al campus. Durante la notte, una
lunga veglia da parte degli studenti ha visto migliaia di candele illuminare lo
sterminato campus della Virginia Tech. Resta in
dubbio la reale esistenza della delirante lettera scritta dal killer suicida, che gli investigatori dicono di non avere trovata.
Ma la follia omicida del giovane asiatico ha gettato nello sconforto anche un
altro Paese. “Io e il popolo coreano siamo sotto shock per quanto avvenuto in
Virginia”, ha detto oggi a Seoul il presidente della Sud
Corea, Roh Moo-hyun, in una
dichiarazione letta pubblicamente in occasione dell'incontro con il premier
italiano, Romano Prodi. Ai familiari delle vittime e al popolo americano,
inviamo - ha aggiunto il capo di Stato - “parole di vicinanza e di profondo
affetto”.
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“E’ una
giornata di grande tristezza per l’intera nazione”. Con queste parole, il
presidente americano, George W. Bush,
si era rivolto ieri pomeriggio alla folla radunatasi
nel campus dell’Università americana, Virginia Tech,
per partecipare alla cerimonia funebre in memoria delle vittime del massacro.
Un episodio che ha suscitato il cordoglio della comunità internazionale, come
testimoniano i messaggi giunti a Washington da molti capi di Stato. Una
sofferenza che emerge anche dalle parole del vescovo di Richmond, Francis Dilorenzo:
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R. - FIRST
OF ALL, I AM TERRIBLY SADDENED BY THE FACT OF ALL THIS LOSS …
Prima di tutto, sono terribilmente rattristato per questa immensa
perdita di vite umane. E sono sconvolto se penso ai genitori, che hanno perso i
loro figli, falciati nella primavera della loro vita. Poveri genitori! Ed
insieme a loro, poveri i fratelli e le sorelle! Sono
veramente addolorato per loro! Alcuni studenti ora si domanderanno: “Perché io
sono ancora vivo, mentre queste altre 32 persone sono morte? Cosa significa
questo per me?”. Io penso che Dio abbia un piano per loro, qui e adesso.
Dovrebbero cercarlo adesso, per poi seguirlo e quindi viverlo, con l’aiuto di
Dio e la sua guida.
D. - Lei è d’accordo con chi sostiene che un più rigoroso controllo
delle armi da fuoco possa contribuire ad evitare episodi di questo genere?
R.
– OF COURSE.
WHAT WE’RE INVOLVED HERE, IN THE
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18 aprile 2007
Cristiani minacciati
in Iraq: un gruppo musulmano
preme sulla comunità caldea di Baghdad
chiedendo conversioni forzate all'islam
Continuano le minacce
alla comunità cristiana caldea di Dora, a Baghdad. Un gruppo islamico armato
finora sconosciuto ha intimato ai responsabili della chiesa di San Pietro e
Paolo di togliere la croce e i segni religiosi dall’edificio, pena incendi e
persecuzioni. Ne dà notizia il sito del PIME Asianews
che, citando l’agenzia araba Aina, parla di pressioni
su larga scala alla comunità cristiana presente nel Paese del Golfo. Mons. Shlemon Warduni,
vescovo ausiliare dei caldei di Baghdad, proprio ad Asianews ha raccontato di chiese senza croci sulle cupole
come quella assira di San Giorgio. Secondo la testimonianza
di mons. Warduni, alcuni musulmani estremisti sono
saliti sul tetto e hanno staccato la croce. Per la chiesa caldea di San
Giovanni, sempre a Dora - da mesi ormai senza cura pastorale - gli stessi
fedeli hanno scelto di riporre la croce in un posto sicuro. “Gli iracheni sono
stanchi - ha detto il vescovo - soffriamo da troppo tempo, la situazione è
insostenibile. Chiediamo al Signore che ci doni la grazia della pace. I cristiani
come i musulmani vogliono ricostruire l’Iraq, non vogliono fuggire perché è qui
che siamo nati e cresciuti”. Ma il gruppo islamico attivo nel quartiere di
Dora, avrebbe anche dato un ultimatum ai cristiani: convertirsi all’islam o
essere uccisi, dopo aver emesso una fatwa che
vieta di portare la croce al collo o di compiere gesti rituali legati alla
religione cristiana. A violare gli edifici caldei,
però, sarebbero anche le truppe statunitensi, che hanno occupato il Babel College, unica Facoltà di teologia del Paese,
proprietà della Chiesa caldea. Oggi, per via dei continui rapimenti di
personale ecclesiastico, la Facoltà si è trasferita a Ankawa,
nel Kurdistan, lasciando vuota la struttura, utilizzata poi dall’esercito
americano come sede militare e di osservazione. I responsabili della Chiesa
locale stanno discutendo con i vertici militari Usa su come risolvere la
situazione. (F.F)
Messaggio dei vescovi del Burkina
Faso per le prossime elezioni legislative
“Per quanto tempo
resteremo indifferenti alla cosa pubblica, noi che dobbiamo essere il sale
della terra e la luce del mondo? Per la Chiesa fare politica significa
impegnarsi in uno dei migliori servizi che si possono rendere alla nazione”.
Con questa provocazione, contenuta nel messaggio del 19 marzo scorso, i vescovi
del Burkina Faso hanno
esortato i cristiani del Paese a partecipare attivamente alle prossime elezioni
legislative del 6 maggio, “per promuovere i valori evangelici di onestà,
sincerità e giustizia” a fronte di un diffuso senso di corruzione che spesso
allontana i fedeli dalla politica “percepita come una cosa cattiva”. “Invitiamo
e incoraggiamo - si legge nel messaggio - tutti i cristiani a esercitare il
loro dovere civico, e quelli che hanno le capacità, a impegnarsi in politica.
Tuttavia, quelli che avranno l’audacia di farlo, dovranno avere il coraggio di
testimoniare la fede per promuovere i valori evangelici di onestà, sincerità e
giustizia”. A tal fine la Conferenza episcopale locale esorta ad “ascoltare la
propria coscienza per combattere e denunciare le frodi elettorali, la
corruzione, le menzogne e tutte le altre manovre volte a intaccare la
regolarità e la trasparenza del voto”. I vescovi assicurano, infine, di
accompagnare il processo elettorale con “ferventi preghiere” e la loro
benedizione. (F.F)
India: a Seva Kendra, un campo
di accoglienza
per i contadini sfollati
dai propri terreni
Le autorità
ecclesiastiche del Bengala occidentale, hanno chiesto di incontrare il ministro
dell’Interno per mediare fra le istituzioni politiche e i contadini, in merito
alla costruzione di un centro industriale a Nandigram.
Le tensioni fra le parti sono scaturite a seguito del tragico bilancio del 14
marzo scorso, quando una manifestazione di protesta dei contadini è stata
sedata dall’intervento armato della polizia con un bilancio di 14 persone
uccise e decine di feriti. L’Agenzia MISNA riferisce che grazie all’appoggio
dell’arcivescovo di Calcutta, Lucas Sircar, e dei vescovi di Baruipur
e Asansol, Salvadore Lobo e Cyprian
Monis, la chiesa di Seva Kendra ha allestito un campo destinato ad accogliere le
famiglie coinvolte nelle violenze perché contrarie all’espropriazione dei
propri terreni per la creazione di una cosiddetta "Zona economica
speciale" (F.F)
Mai deciso di
chiudere la rivista cubana “Vitral”:
così il vescovo
della diocesi di Pinar del Rio, Jorge Enrique Serpa Pérez
"In nessun momento si è parlato di chiudere la rivista Vitral (...) come ha informato la stampa basandosi,
purtroppo, su notizie fornite in modo non corretto”. Così si legge in un
comunicato del vescovo della diocesi di Pinar del Rio,
mons. Jorge Enrique Serpa Pérez, che ricorda di aver chiesto che la pubblicazione
fosse concorde sempre con la "verità del Vangelo e della Dottrina sociale
della Chiesa senza peraltro cadere nell'uso di espressioni aggressive e
contestatarie". Non solo: mons. Serpa spiega che il N°
78 della rivista “Vitral”, edizione presentata come
"ultima per mancanza di risorse", ha avuto la sua approvazione
"indipendentemente dal contenuto, tranne la pagina 61 che è stata aggiunta
successivamente" a sua insaputa. Il comunicato del vescovo precisa che in
nessun momento si è posto la questione della chiusura del Centro di formazione
civica e religiosa, organismo ecclesiale dal quale
dipende il Comitato di redazione di “Vitral”. Anche
quest'informazione, sottolinea il comunicato, costituisce una mancanza di rispetto
per la verità. Mons. Serpa, insieme con il Consiglio
presbiterale, ricorda di aver preso parte alla riunione del Centro e del
Comitato di redazione dove sono stati discussi i problemi finanziari della
pubblicazione, circostanza in cui "è stato deciso che nell'eventualità in
cui tutte le altre alternative fossero improduttive, alla fine del mese
d’aprile, nel momento della pubblicazione della rivista" fosse inclusa una
nota sulle difficoltà logistiche. Invece, il mensile è stato pubblicato la prima
settimana del mese e ciò che diceva sui suoi problemi finanziari è stato addirittura
anticipato alla stampa internazionale. "Non conosco la ragione di tanta urgenza
nel parlare della questione", aggiunge mons. Serpa, nominato vescovo nel
dicembre 2006 dopo la rinuncia per raggiunti limiti di età di mons. José Siro.
"Ogni diocesi revisiona le sue strutture pastorali e i suoi contenuti e
cerca, insieme con i suoi sacerdoti, religiosi, religiose e
laici, ciò che è meglio per la pastorale diocesana. Così è stato fatto,
spiega mons. Serpa, anche con il Centro per la formazione civica e religiosa,
procedendo a ridistribuire compiti e contenuti tra le commissioni diocesane
corrispondenti (...) tenendo sempre presente che la cosa più importante è la
missione (...) e che il dinamismo del lavoro pastorale va portato a compimento
con ardore e con tutti coloro che abbiano un vero spirito ecclesiale". (A
cura di Luis Badilla)
In
Spagna, record di crescita economica e di calo della disoccupazione
evidenziati dal premier Zapatero
Si conferma, secondo il presidente del governo Rodriguez Zapatero, la
crescita della economia spagnola fino al punto di poter affermare che
l’esercizio economico dell’anno 2006 è stato il migliore di tutto il periodo
democratico (instaurato l’anno 1978). Per l’anno 2007, si prevede una crescita
economica di oltre il 3,5%. Il reddito procapite ha
raggiunto il 93% di quello della zona dell’euro. E la disoccupazione è del 8,3 %, il che rappresenta la percentuale più bassa degli ultimi
trent’anni in Spagna. Da mettere in risalto anche la
situazione dei conti pubblici che hanno registrato un superavit.
L'attuale crescita economica spagnola è iniziata circa dieci anni fa e si
prevedono risultati positivi e migliori nei prossimi due anni. Nel suo
intervento, il presidente ha aggettivato come “essenziale”, nell’attuale
sviluppo spagnolo, il contributo degli immigrati. Tra le sfide più importanti
per l’economia spagnola vengono elencate:
l’inflazione, la produttività, e la relazione tra importazioni-esportazioni. Un
altro settore che richiede forti investimenti è quello dell'educazione, dello
sviluppo scientifico e tecnologico. Il rapporto, realizzato dall‘ufficio
economico della presidenza, è stato presentato ieri nella Borsa di Madrid dallo
stesso presidente Zapatero. Alcuni leader politici si attendono adesso un vero
dibattito in sede parlamentare. Mentre da parte sua il Partito Popolare,
all’opposizione, ha criticato il rapporto come “eminentemente negativo”. Altri
ancora, della sinistra, hanno fatto notare la mancanza di aspetti sociali in un
quadro generale che ha privilegiato i dati macroeconomici. (A
cura di Ignazio Arregui)
Chiuso a Roma il Seminario sulla globalizzazione promosso
dal CELAM
Si è chiuso, a Roma, il
Seminario sull'impatto del processo di globalizzazione economica nei Paesi
dell'America Latina e dei Caraibi, organizzato dal CELAM in vista della V
Conferenza generale dell’Episcopato Latino Americano. Un’occasione per studiare
il processo di cambiamento in atto nelle società di quei Paesi, a partire dalle
specifiche situazioni politico-economiche oltre che culturali e religiose; uno
strumento di lavoro utile per comprendere le attuali sfide delle Chiese locali,
chiamate a trovare mezzi e strade, per un progresso
integrale delle singole comunità alla luce del Vangelo. Le riflessioni sul
rapporto che intercorre tra globalizzazione e solidarietà, hanno posto in
evidenza: la centralità che deve avere l'opzione preferenziale per i poveri e
gli esclusi; la prospettiva cristiana dello sviluppo esposta dalla “Populorum Progressio” e dalla “Sollicitudo
rei socialis”, che interpellano "a lavorare
decisamente per lo sviluppo umano integrale, che implica un rispetto pieno dei
diritti umani e l'inclusione di tutti". Ma anche il rispetto per
l’ecosistema e l'ecologia, affinché vengano messi “in
pratica principi fondamentali come il bene comune, la sussidiarietà, la
solidarietà”. Sulla relazione fra Stato e cittadinanza nei Paesi
latinoamericani, terza sfida presa in considerazione dai partecipanti al
Seminario, è stato il necessario rafforzamento dello Stato democratico per
spingere verso quelle politiche di inclusione che garantiscano
accesso effettivo ed opportunità alle popolazioni più povere ed emarginate,
“superando una visione meramente assistenzialista”. A
fronte di tutto ciò, nel comunicato finale i Vescovi del CELAM sottolineano la
validità dell’etica cristiana che “porta alla creazione di opportunità per
tutti, alla lotta contro la corruzione, alla validità dei diritti lavorativi e
sindacali (Cfr Laborem Exercens), a considerare come priorità la creazione di
opportunità economiche per i settori della popolazione tradizionalmente
emarginati, come le donne ed i giovani". L’esortazione finale consiste nel
"dissipare le paure, riappacificare i fenomeni di violenza, scuotere
l’indifferenza” e partecipare attivamente per promuovere l’interazione con la società
civile ed il dialogo con politici ed economisti. (F.F)
“Viaggio della
memoria” nel campo di concentramento di Ravensbruck,
per 130 studenti delle
scuole superiori di Roma e provincia
Il presidente della
provincia di Roma, Enrico Gasbarra, e l’assessore
alla scuola, Daniela Monteforte, guidano la
delegazione della Provincia romana nel “Viaggio della memoria” al campo di
concentramento di Ravensbruck, al confine tra Germania
e Polonia, l’unico campo che il regime nazista aveva
interamente riservato alle donne e in parte ai neonati. Sono
accompagnati dalla comunità ebraica di Roma e da mons. Giovanni D’Ercole, della
Segreteria di Stato della Santa Sede. Nell’Anno europeo delle pari opportunità,
sono 130 gli studenti delle scuole superiori di Roma e provincia che
partecipano all'iniziativa, in rappresentanza di 13 scuole medie superiori. Ravensbruck era il campo più vicino a
Berlino, realizzato dalle SS, nel 1939, e dove in sei anni, fino al ’45,
persero la vita almeno 90 mila prigioniere. A partire dal novembre del 1941, il
medico eugenista del campo condusse diverse selezioni per eliminare le
deportate fisicamente più debilitate. All’inizio del 1944, le autorità del
campo decisero la costruzione di una camera a gas, funzionante con acido
cianidrico, e di un forno crematorio. “Dopo il viaggio del 2005 a Dachau - ha ricordato il presidente della provincia Gasbarra - anche questo viaggio non è retorica, ma è
un’occasione in cui le istituzioni chinano il capo davanti a persone che hanno
sofferto e lottato contro l’oppressione per la democrazia e la libertà”. “E
inchinarsi oggi - ha ricordato e sottolineato il presidente della Provincia di
Roma - significa ricordare l’importanza della cultura e del rispetto
dell’altro”. Nella preghiera recitata davanti al lago del campo, dove i nazisti
disperdevano le ceneri delle deportate cremate, mons. Giovanni D’Ercole ha ricordato come la sofferenza delle donne
tradisca ancora di più la tristezza dell’umanità. “Gettare le ceneri nel lago -
ha sottolineato - fa nascere nel cuore la preghiera che non solo non ci siano
più guerre nel mondo, ma che le donne possano riacquistare la loro dignità di
madre per un futuro di pace”. (A
cura di Luca Collodi)
18 aprile 2007
-
A cura di Roberta
Moretti e Franco Lucchetti -
- In Iraq, almeno 37 persone sono morte e 54 sono rimaste ferite
in diversi attentati della guerriglia a Baghdad. Lo hanno riferito fonti della
Sicurezza irachena. L’attentato più grave è avvenuto nel quartiere sciita di Sadr City, dove l'esplosione di un’autobomba ha fatto 20
morti e 31 feriti, mentre sono almeno 25 i cadaveri ritrovati nelle ultime 24
ore in diverse zone della capitale. Intanto, con una cerimonia trasmessa dalla
tv al Iraqiya, le forze britanniche hanno ufficialmente
consegnato alle autorità irachene la provincia meridionale di Maysan. E mentre il presidente USA, Bush,
si prepara a incontrare la maggioranza democratica del Congresso sul
finanziamento delle missioni militari in Iraq e in Afghanistan, il premier
iracheno, al Maliki, ha annunciato che prevede di
recuperare il controllo totale del Paese entro la fine del 2007.
- Medio Oriente. Il premier israeliano, Olmert,
ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di indire un
“incontro regionale” con la partecipazione dell’Arabia Saudita. All’incontro
dovrebbero partecipare poi i quattro membri del Quartetto (USA, UE, Russia e
ONU), l’Egitto, il Marocco, la Giordania, Israele e l’Autorità nazionale
palestinese. Olmert non ha escluso la possibilità che
una delegazione della Lega Araba possa giungere in
Israele, dopo l’odierno incontro dei ministri degli Esteri arabi al Cairo.
- In
Afghanistan, un portavoce dei talebani ha definito “totalmente infondato” il
Rapporto dell’organizzazione umanitaria, Humam Rights Watch (HRW), che li accusava
di crimini di guerra per attacchi a civili. Secondo HRW, i talebani e altre forze
ribelli dell’Afghanistan avrebbero ucciso circa 700 civili solamente l’anno
scorso. Intanto, è stato rivendicato dagli stessi talebani l’attentato
dinamitardo nel quale ieri sono stati uccisi a Kandahar
quattro dipendenti dell’ONU e il loro autista afghano.
- Il segretario americano alla Difesa, Robert
Gates, ha incontrato stamani al Cairo il presidente
egiziano, Hosni Mubarak,
per discutere del processo di pace in Medio Oriente, oltre che delle vendite
d’armi fra i due Paesi. Al termine dell’incontro, Gates
ha lanciato un appello ai Paesi vicini dell’Iraq, in particolare l’Iran e la
Siria, a sostenere il governo del premier iracheno, al Maliki,
negli sforzi per far uscire l’Iraq dal caos e dalla violenza. Lo ha riferito la
rete televisiva satellitare araba al Jazhira.
- Le Forze armate iraniane sono pronte a “tagliare le mani di
qualsiasi aggressore”: lo ha detto oggi il presidente, Mahmud
Ahmadinejad, durante una parata per la Giornata delle forze armate. Ahmadinejad
ha aggiunto che “la nazione iraniana vuole relazioni amichevoli con tutte le
altre nazioni e governi, eccetto il falso regime sionista”, cioè Israele.
- Grave incidente in un’acciaieria del nordest della Cina, almeno 32 i morti. Lo ha reso noto l'agenzia
Nuova Cina. Ieri invece, nella parte sud occidentale del Paese, circa 450
persone, tra cui 135 studenti, sono state ricoverate con difficoltà
respiratorie causate dalle esalazioni rilasciate dagli scarichi di un impianto
di fertilizzanti. Su questa serie di incidenti nel Paese asiatico, Stefano Leszczyinski ha sentito padre Bernardo
Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews:
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R. -
La prima causa è che lo sviluppo della Cina è avvenuto
in un modo molto selvaggio, molto veloce e molto spesso le ditte non attuano
delle situazioni di controllo e di sicurezza che abbiano degli standard
internazionali. Il secondo elemento è che questo sviluppo della
Cina è strutturato sfruttando le persone e gli operai. Quindi, non ci
sono sindacati che
in qualche modo premano per i diritti dei lavoratori, sia dal punto di vista
salariale sia dal punto di vista del lavoro.
D. -
Ecco: questo appare un po’ un paradosso in quello che è l’ultimo colosso del
comunismo. Le autorità cinesi non prendono posizione a favore o in difesa dei
propri cittadini lavoratori?
R. -
A parole, le autorità cinesi prendono posizione a favore dei lavoratori; per
esempio, continuamente si dice che non bisogna permettere l’apertura delle miniere
dove non ci sono standard di sicurezza, però poi queste miniere rimangono
aperte. Si dice che bisogna difendere i diritti degli operai, che bisogna
pagarli giustamente e così via. Però, dopo, non si permette la nascita di
sindacati autonomi. D’altra parte, è un Paese comunista ma per modo di dire,
perché poi in realtà si sfrutta la struttura comunista semplicemente per un
controllo sociale. Ma non ci sono degli ideali di solidarietà …
D. -
L’aver aperto le porte al fenomeno della globalizzazione da parte della Cina, non la rende un po’ più vulnerabile magari ai
controlli internazionali, ad esempio, da parte delle Organizzazioni delle
Nazioni Unite, come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro?
R. -
La dovrebbe rendere più permeabile; c’è un altro elemento che bisogna tener
presente, ed è che nel mondo della comunità internazionale c’è una specie di
omertà sulla situazione del lavoro in Cina, per cui
anche noi in Italia, i politici italiani, parlano della Cina come del Paese
delle opportunità, ma non parlano della Cina come di un luogo, invece, di
rispetto dei diritti del lavoro.
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- In Giappone, è stato ucciso ieri, a colpi d’arma da fuoco, il
sindaco di Nagasaki, Itcho Ito. Secondo le prime
informazioni, il malavitoso responsabile dell’attentato è già stato arrestato.
Ito era impegnato nella campagna elettorale per il quarto mandato da primo
cittadino.
- I combattimenti tra
truppe governative e ribelli proseguono incessanti da venerdì scorso nel sud
delle Filippine,. Al momento, le vittime accertate sono 21, di cui 17 ribelli,
tre soldati e un civile. Secondo un portavoce dei militari, l’esercito sta
esplorando la giungla dell’isola di Jolo, 950
chilometri a sud di Manila, alla ricerca dei membri del gruppo separatista
islamico, “Fronte Moro di Liberazione Nazionale.”
- Con l’incontro con il primo ministro sudcoreano,
Han Duck Soo, si è aperta la visita ufficiale di Romano Prodi in
Corea del Sud, la prima assoluta di un presidente del Consiglio italiano. “E’
chiara la strategia del mio governo - ha spiegato Prodi - di grande attenzione
verso l’Asia perché sappiamo che il 21.mo secolo sarà
il secolo dell’Asia”. Successivamente, Prodi ha incontrato il presidente, Roh Moo Hyun,
con il quale ha parlato, tra l’altro, del tema degli investimenti coreani in
Italia. Da parte sua, Roh ha spiegato che Seul è
pronta a stringere i tempi su un accordo con l’UE di libero commercio.
-
Un’organizzazione transnazionale dedita alla tratta di esseri umani è stata scoperta
dalla polizia italiana, che sta eseguendo 31 ordini di fermo a Crotone, Milano,
Perugia, Agrigento, Caltanissetta, Isernia e Cosenza.
Gli indagati, di etnia marocchina e eritrea, avrebbero organizzato viaggi
illegali di migliaia di clandestini dal Nordafrica
verso la Sicilia. Il gruppo criminale, con basi in Egitto Libia, agevolava la
fuga dai centri di accoglienza dei clandestini, che venivano
segregati e sottoposti a sevizie, in attesa del pagamento di un riscatto da
parte dei parenti.
- Tre persone sono rimaste uccise e altre ferite a Malata, in
Turchia orientale, in un attacco armato a una casa editrice che stampava libri
sul cristianesimo. Lo hanno riferito i media turchi,
secondo cui contro la casa editrice, denominata "Zirve",
vi erano state proteste di elementi locali che la accusavano di pubblicare e
distribuire la Bibbia in lingua turca.
- In
Ucraina, è iniziata con qualche ora di ritardo, a causa di una manifestazione a
favore del presidente filo-occidentale, Yushchenko,
la seconda seduta della Corte Costituzionale, che oggi si riunisce per
esprimersi sulla legittimità del decreto con cui, il 2 aprile scorso, Yushchenko aveva sciolto il Parlamento e indetto nuove
elezioni per il 27 maggio. La questione dell’incostituzionalità era stata sollevata
dal primo ministro filorusso, Yanukovic,
creando una crisi istituzionale.
- In Polonia, il generale, Wojciech Jaruzelski, è stato formalmente accusato di “crimini
comunisti” a causa dell'imposizione della legge marziale il 13 dicembre 1981
per stroncare il sindacato Solidarnosc. Lo ha annunciato l’Istituto della
memoria nazionale (IPN) di Katowice, dopo
un’inchiesta durata 2 anni e mezzo.
-
Sono oltre 25 milioni gli sfollati interni nel mondo. Si tratta di uomini,
donne e bambini sfollati dai propri villaggi o città a causa di
guerre e carestie e costretti, il più delle volte in enormi campi
profughi. La fuga tuttavia non garantisce loro la sopravvivenza e il ritorno
alle proprie case resta spesso un miraggio. I dati relativi a questo drammatico
fenomeno sono stati resi noti dal Consiglio Norvegese per i Rifugiati in
occasione della conferenza dell’ACNUR, apertasi a Ginevra sulla situazione dei
rifugiati e dei profughi in Iraq.
- Forti tensioni in Nigeria, dopo le elezioni
regionali del 14 aprile scorso, vinte con largo margine dal Partito democratico
popolare del presidente Obasanjo. L’esercito ha ucciso 25 miliziani islamici accusati di essere i
responsabili della strage di 12 agenti compiuta ieri a Kano,
nel nord del Paese. Il ministero della Difesa ha ordinato il
dispiegamento di rinforzi nell’area. Intanto, il
governo ha respinto la proposta dell’opposizione di posticipare le elezioni
regionali di sabato prossimo per presunti brogli elettorali. Il servizio di Giulio Albanese:
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Il
Partito democratico popolare del presidente uscente, Obasanjo,
avrebbe fatto la parte del leone, vincendo un po’ dappertutto in Nigeria. Ma
l’esito della consultazione elettorale è a dir poco controversa e la tensione
altissima. D'altronde, anche gli osservatori internazionali hanno espresso dure
critiche all’intero complesso della macchina elettorale. Si parla di brogli e
irregolarità, scontri e violenze, con decine di morti e un numero imprecisato
di feriti. Sta di fatto che 18 partiti di opposizione hanno chiesto
l’annullamento delle elezioni amministrative federali del 14 aprile,
minacciando di non partecipare alle presidenziali e legislative di sabato
prossimo. E’ stato chiesto innanzitutto l’annullamento totale delle elezioni
dei governatori e dei parlamenti dei 36 Stati nigeriani, lo smantellamento
dell’attuale commissione elettorale nazionale e il rinvio della consultazione
prevista il 21 aprile, fino a quando non fosse stata
istituita una struttura che garantisca a tutti i candidati un processo
elettorale giusto e trasparente. “Se queste condizioni non verranno
soddisfatte, i partiti firmatari prevedono di boicottare le elezioni”, si legge
in una nota diramata poche ore fa dal coordinamento dell’opposizione, in cui
spiccano i nomi del vicepresidente Atiku Abubakar e il generale Muhammadu Buhari, i due principali
avversari del presidente uscente Obasanjo.
Per
la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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- Improvvisa fiammata di combattimenti stamani a Mogadiscio, in
Somalia, dopo oltre due settimane di tregua quasi assoluta. Ci sono stati
combattimenti pesanti nell’area del km 4, alla periferia sud della capitale,
area tradizionale di violente battaglie fra truppe etiopiche
e insorti, probabilmente un’ala radicale islamica. Testimoni parlano di
almeno 7 morti e diversi feriti. Ma il portavoce del principale clan locale,
gli Hawyie, ha immediatamente confermato che il
cessate il fuoco stabilito con gli etiopici resta valido.
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Annunciata ieri, in Guinea Bissau, la formazione del
nuovo governo del primo ministro, Martinho Ndafa Kabi, nominato il 10 aprile
scorso, dopo la destituzione del suo predecessore, Aristides
Gomes, decisa con una mozione di sfiducia dal
parlamento. L’esecutivo di unità nazionale è composto da
29 membri, con otto dicasteri affidati al Partito africano per l’indipendenza
della Guinea Bissau e di Capo Verde e altrettanti al
Partito del rinnovamento sociale dell’ex-presidente Kumba
Yala.
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Diverse manifestazioni oggi in Zimbabwe, che festeggia i suoi 27 anni di indipendenza
dalla Gran Bretagna. La ricorrenza avviene in un momento di grave crisi
economica nel Paese, alle prese anche con complesse tensioni politiche. A dare
il via alle cerimonie ufficiali, nello stadio di Harare,
il presidente Mugabe, da quasi 30 anni al potere.
- E’ stato approvato negli Stati Uniti il primo vaccino per la
prevenzione dell’influenza aviaria. La sostanza immunizzante, messa a punto dalla
Sanofi-Aventis, non verrà per ora messa in commercio
o utilizzata su larga scala: il governo USA sta acquistando il prodotto per
farne delle scorte e poterlo distribuire solo in caso di emergenza. L'influenza
dei polli ha sinora colpito 291 persone nel mondo, uccidendone 172.