RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 108  - Testo della trasmissione di mercoledì 18 aprile 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Fede, ragione e virtù sono necessarie per divenire simili a Dio: all’udienza generale, il Papa si sofferma sull’insegnamento di Clemente Alessandrino

 

Nel pomeriggio, Benedetto XVI riceve il segretario dell'ONU, Ban Ki-moon

 

Il grazie del Papa ai fedeli per l'affetto mostrato nel suo secondo anniversario di Pontificato. Un pensiero di Paola Bignardi e di don Thomas Frauenlob sulla figura del Pontefice

 

 Oltre 50 mila copie vendute al debutto in Italia del "Gesù di Nazaret" scritto da Benedetto XVI

 

Sul rapporto tra fede, ragione e scienza, gli interventi dei cardinali Christoph Schönborn e Angelo Scola all'inaugurazione del nuovo Anno accademico del polo pedagogico "Studium generale Marcianum"

 

Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Visita ufficiale in Italia, nella sua nuova veste di segretario delle Nazioni Unite, del sudcoreano Ban Ki-moon

 

Il cordoglio del mondo all'America per la strage nel campus universitario della Virginia. Il New York Times fa luce sul ritardo nell'intervento della polizia. La solidarietà del vescovo di Richmond, mons. Francis Dilorenzo

 

CHIESA E SOCIETA’:

Cristiani minacciati in Iraq: un gruppo musulmano preme sulla comunità caldea di Baghdad chiedendo conversioni forzate all'islam  

 

Messaggio dei vescovi del Burkina Faso per le prossime elezioni legislative

 

 India: a Seva Kendra, un campo di accoglienza per i contadini sfollati dai propri terreni

 

 Mai deciso di chiudere la rivista cubana “Vitral”: così il vescovo della diocesi di Pinar del Rio, Jorge Enrique Serpa Pérez

 

In Spagna, record di crescita economica e di calo della disoccupazione evidenziati dal premier Zapatero

 

 Chiuso a Roma il Seminario sulla globalizzazione promosso dal CELAM

 

 “Viaggio della memoria” nel campo di concentramento di Ravensbruck, per 130 studenti delle scuole superiori di Roma e provincia

 

 

24 ORE NEL MONDO:

        Nuova tragedia sul lavoro in Cina: una trentina di operai muoiono in un altoforno

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 aprile 2007

 

Fede, ragione e virtù sono necessarie per divenire simili a Dio:

all’udienza generale, il Papa si sofferma sull’insegnamento

di Clemente Alessandrino. Il grazie ai fedeli per l’affetto mostrato

 in occasione del compleanno e del suo secondo anniversario di Pontificato

 

Fede e ragione sono le due ali per conoscere la Verità: all’udienza generale, Benedetto XVI si sofferma sull’insegnamento di Clemente Alessandrino che, nel III secolo, fu tra gli alfieri del dialogo tra filosofia greca e annuncio cristiano. L’udienza generale, tenutasi in una Piazza San Pietro gremita da 50 mila pellegrini, si è svolta in un clima festoso. I fedeli hanno, infatti, voluto cogliere l’occasione del tradizionale appuntamento del mercoledì per rinnovare gli auguri di compleanno al Papa e per il secondo anniversario di elezione alla Cattedra di Pietro, che ricorre domani. Il servizio di Alessandro Gisotti: 

 

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Le feste sono passate, ma visibilmente in questa piazza é ancora festa. Grazie! (applausi)

 

Benedetto XVI ringrazia i fedeli per l’affetto espresso in occasione della doppia ricorrenza, compleanno ed anniversario di Pontificato. Quindi, svolge la sua catechesi dedicata a Clemente Alessandrino. “Con le due ali della fede e della ragione”, è l’esortazione del Papa, possiamo giungere “a un’intima conoscenza della Verità, che è Gesù Cristo, il Verbo di Dio”. Riprendendo il pensiero dell’Alessandrino sottolinea così che solo una conoscenza “indissolubilmente legata alla Rivelazione” può definirsi vera gnosi. Si tratta, aggiunge, di un “edificio costruito dalla ragione sotto l’impulso” della fede. Clemente, ricorda, divide i cristiani in due classi: i semplici, che “vivono la fede in modo comune” e gli gnostici che “conducono una vita di perfezione spirituale”:

 

“In ogni caso il cristiano, partendo dalla base della fede comune, attraverso un cammino di ricerca guidato da Cristo stesso, può e deve giungere alla conoscenza delle verità che formano il contenuto della fede”.

 

Tale conoscenza, prosegue, “diventa nell’anima una realtà vivente, un’unione d’amore trasformante, una comunione con il Logos”. Clemente, spiega, “riprende la dottrina secondo cui il fine ultimo dell’uomo è divenire simile a Dio”. Grazie alla connaturalità con Lui, infatti, possiamo “conoscere le realtà divine, a cui l’uomo aderisce anzitutto per fede e, attraverso la pratica della virtù, può crescere fino alla contemplazione di Dio”. E qui, si sofferma sull’importanza del requisito morale:

 

“L’assimilazione a Dio e la contemplazione di Lui non possono essere raggiunte con la sola conoscenza razionale: a questo scopo è necessaria una vita secondo il Logos, sono necessarie anche le virtù. Le buone opere devono accompagnare la conoscenza intellettuale come l’ombra segue il corpo”.

 

Due sono le virtù del vero cristiano in Clemente Alessandrino: la prima è la “libertà dalle passioni”, l’altra è “l’amore che assicura l’intima unione con Dio e la contemplazione”. L’amore, ribadisce, “dona la pace perfetta” permettendoci di affrontare i più grandi sacrifici, anche quello estremo. L’ideale etico della filosofia antica, cioè la liberazione dalle passioni, evidenzia il Papa, viene da Clemente “ridefinito e coniugato con l’amore, nel processo incessante di assimilazione a Dio”. L’Alessandrino costituisce dunque la “seconda grande occasione di dialogo tra l’annuncio cristiano e la filosofia greca, dopo il parziale fallimento di Paolo all’Areopago”:

 

“Per lui la tradizione filosofica greca, quasi al pari della Legge per gli Ebrei, sono due rivoli che vanno finalmente al Logos stesso".

 

Il Papa rammenta così che già il suo predecessore Giovanni Paolo II, nella Fides et Ratio, ha messo l’accento sull’esempio che Clemente Alessandrino può offrire al nostro tempo nel segnare “con decisione il cammino di chi intende dare ragione della propria fede in Gesù Cristo”. Proprio il legame tra sapienza teologica e sapere filosofico, sottolinea riecheggiano l’Enciclica su fede e ragione di Papa Wojtyla, è una delle “ricchezze più originali della tradizione cristiana nell’approfondimento della verità rivelata”. Al momento dei saluti ai pellegrini giunti da ogni parte del mondo, ha ringraziato in lingua slovacca quanti accompagnano con le preghiere il suo servizio di Successore di Pietro. Poi, ha voluto rivolgere un pensiero particolare ai fedeli della regione Toscana, convenuti con i vescovi in occasione della Visita ad Limina:

 

“Il nostro tempo ha più che mai bisogno dell’apporto generoso dei discepoli di Cristo per affrontare le attuali sfide culturali, sociali e religiose. Non stancatevi, pertanto, di attingere con coraggio dal Vangelo la luce e la forza per contribuire alla realizzazione di un’autentica rinascita morale e sociale della vostra Regione”.

 

Quindi, rivolgendosi ai tanti giovani presenti in Piazza, li ha invitati ad essere amici di Gesù, ad “essere seminatori di speranza nel cuore" dei loro coetanei. Infine, ha benedetto la fiaccola della maratona-pellegrinaggio della Pace “Giovanni Paolo II”, promossa dalla CEI, dall’Opera Romana Pellegrinaggi e dal Centro Sportivo Italiano, che si svolgerà dal 23 al 28 aprile prossimo da Betlemme a Gerusalemme.

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Nel pomeriggio, Benedetto XVI riceve

il segretario dell'ONU, Ban Ki-moon

 

E' iniziata stamani la visita di due giorni in Italia del segretario generale delle Nazioni Unite, il sud-coreano Ban Ki-moon. Dopo aver incontrato le principali autorità dello Stato italiano, alle 18 di oggi il capo del Palazzo di vetro sarà ricevuto in udienza in Vaticano da Benedetto XVI. Per domani, è in programma una visita alla Base Logistica dell'ONU a Brindisi.

 

 

Vigilia del secondo anno di Pontificato di Benedetto XVI.

Un commento di Paola Bignardi sulla figura del Pontefice

 

E questi di metà aprile sono giorni particolari di festa, in Vaticano. Dopo i festeggiamenti per il suo 80.mo compleanno, Benedetto XVI vive oggi la vigilia del suo secondo anniversario di Pontificato. E' ancora viva nelle centinaia di migliaia di romani, fedeli e turisti presenti in Piazza San Pietro la memoria di ciò che avvenne alle 18.45 del 19 aprile 2005, quando il cardinale protodiacono, Arturo Medina Estevez, si affacciò alla loggia centrale della Basilica per pronunciare l'atteso habemus papam. Una memoria certamente viva anche in Paola Bignardi, allora presidente dell'Azione Cattolica e attualmente di RETINOPERA. Fabio Colagrande le ha chiesto cosa la colpisca della figura di Benedetto XVI:

 

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Ciò che mi colpisce è ciò che trovo anche vicino alla mia sensibilità, in ordine alla testimonianza del Vangelo. Mi colpisce la sua mitezza, quasi la sua dolcezza nel rapporto con le persone, quella semplicità un po’ schiva che lo mette in comunicazione profonda con ogni persona, non tanto con la massa, ma con le persone che si sentono intercettate dal suo modo mite, rispettoso, discreto di entrare in rapporto. E poi mi colpisce la chiarezza con cui, in questi due anni, ha ribadito i valori essenziali della vita cristiana, quasi a ricordarci che, senza questo senso della nostra originalità nel mondo, rischiamo di annacquare il messaggio che dobbiamo portare. Credo che questo richiamo per la coscienza di ciascuno di noi, ma anche per la vita delle comunità cristiane, sia un richiamo quanto mai opportuno. Non credo sia nell’intenzione del Santo Padre di erigere barriere nei confronti di qualcuno. Ma non possiamo entrare in un dialogo vero con tutti, se non abbiamo la forza intensa e convinta e gioiosa del messaggio originale che portiamo come cristiani.

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Ed ora vi proponiamo, sempre al microfono di Fabio Colagrande, la testimonianza di don Thomas Frauenlob, già rettore del Seminario bavarese di San Michele, nella cittadina di Traunstein, dove il giovane Joseph Ratzinger compì i suoi studi, e dallo scorso settembre membro della Congregazione per l’Educazione cattolica:

 

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R. - Per me, come giovane sacerdote, è davvero un esempio di come si possa vivere, meritare le Sacre Scritture e parlare di un fondamento vero e forte. Ciò si avverte anche adesso, questo voler insistere sugli aspetti spirituali. E dai momenti della sua biografia personale, si vede l’uomo com'è dentro.

 

D. - Com’è parlare a di persona con Joseph Ratzinger? Incontrarlo come stiamo parlando noi adesso?

 

R. - Ho incontrato il Papa qualche volta dopo le elezioni: lui parla come sempre. Non c’è stato un cambiamento. Solo il vestito adesso è bianco.

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Oltre 50 mila copie vendute al debutto in Italia dal "Gesù di Nazaret"

scritto da Benedetto XVI

 

La tendenza dei primissimi momenti è stata confermata al termine della prima giornata: nel solo giorno del debutto in libreria, il 16 aprile scorso, sono state vendute in Italia oltre 50 mila copie del libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. Il dato è stato fornito dalla Casa editrice Rizzoli, che ha pubblicato il volume. Nel comunicato diffuso dalla stessa Rizzoli, si legge inoltre che “l’editore, che per incarico della Libreria Editrice Vaticana ha curato in tutto il mondo la vendita dei diritti del libro del Papa, ha già deciso una ristampa che porta la tiratura complessiva, tra prima e seconda edizione, a 420 mila copie”.

 

 

Sul rapporto tra fede, ragione e scienza,

gli interventi dei cardinali Christoph Schönborn e Angelo Scola

 all'inaugurazione del nuovo Anno accademico

del polo pedagogico "Studium generale Marcianum"

 

Il dibattito sull’evoluzionismo e sul rapporto tra fede, ragione e scienza è stato al centro stamani, nella Basilica della Salute a Venezia, della prolusione dell’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn. Il porporato è intervenuto su questo tema nell'ambito della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico del polo pedagogico del patriarcato di Venezia “Studium generale Marcianum”, che raccoglie diverse istituzioni, tra cui scuole diocesane, realtà accademiche e post universitarie. Al dibattito ha preso parte anche il patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il cardinale patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha iniziato la propria riflessione ricordando alcune, celebri parole del filosofo tedesco Lessing, nel XVIII secolo: “Il valore di un uomo non risiede nella verità che possiede o presume di possedere, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla”. In base a questa prospettiva indicata dal pensatore illuminista tedesco, l’uomo trova la possibilità di un progresso costante verso la perfezione attraverso la ricerca. Ma tendere continuamente alla verità - ha osservato il porporato - enfatizza la ricerca e non porta all’incontro con l’altro, con la realtà, ma all’auto-idolatria. Si deve dunque superare la secca alternativa tra verità e ricerca posta da Lessing. "Non c’è opposizione - ha spiegato il patriarca di Venezia - tra umile possesso della verità e la sua instancabile ricerca". Ed in questa relazione si deve inserire ogni soggetto e istituzione che si dedicano alla ricerca, alla comunicazione e all’apprendimento. Il tratto distintivo dello "Studium Generale Marcianum", ha quindi osservato il cardinale Scola, non è l’impiego dell’ipotesi cristiana di “lettura della realtà come ricerca di un’utopica unificazione di saperi”, ma come “una proposta liberamente offerta” che scaturisce dall’evento salvifico di Gesù di Nazaret. Il tema del rapporto tra fede, ragione e scienza è stato poi sviluppato dall’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn. Il porporato ha messo a confronto due posizioni. La prima è quella proposta dalla teoria dell’evoluzione, secondo cui l’intera varietà della specie è nata dal gioco privo di orientamento e casuale delle forze di mutazione e selezione. L’altra posizione, sostenuta da Newton, delinea invece un “disegno intelligente nella natura”. Secondo lo scienziato, “dal cieco gioco di caso e necessità non può generarsi la varietà delle cose”. Ma sono conciliabili la fede nella creazione e la teoria dell’evoluzione? A tale quesito, l’arcivescovo di Vienna ha risposto affermando che “devono esservi delle sovrapposizioni tra la teologia e le scienze naturali, tra la fede e la ricerca”. “La fede in un Creatore, nel suo governo universale” - ha aggiunto il porporato - non può restare “senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo”. Ma "non ogni variante della teoria dell’evoluzione - ha poi osservato il cardinale - è conciliabile con la fede nella creazione”. Una fede che si fonda su risposte scritte da Dio: “Il logos attraverso il quale e nel quale tutto è creato - ha concluso il cardinale Schönborn - è divenuto carne e si è assunto su di sé l’intera negatività del dolore, del male morale”. La Croce è dunque la chiave del progetto divino, “perchè ha conciliato il mondo intero” ed è la “porta della resurrezione”.

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Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell’udienza generale.

 

Servizio estero - Stati Uniti: il Paese intero unito nel commosso ricordo delle vittime del massacro della Virginia Tech; il presidente Bush partecipa ad una commemorazione nel campus universitario.

 

Servizio culturale - Un articolo di Clotilde Paternostro dal titolo “La capacità di portare il senso realista nella cultura italiana dell’800”: “I Macchiaioli-Sentimento del vero” al Palazzo Brichesario di Torino.

 

Servizio italiano - In primo piano sempre il tema degli incidenti sul lavoro.

 

 

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

18 aprile 2007

 

Visita ufficiale in Italia, nella sua nuova veste di segretario

delle Nazioni Unite, del sudcoreano Ban Ki-moon

 

Nella prima visita ufficiale in Italia, nella sua nuova veste di massimo rappresentante del Palazzo di Vetro, il sudcoreano Ban Ki-moon ha davanti a sé due giorni intensi. Il servizio di Salvatore Sabatino:

 

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Questa mattina, il primo incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, poi il faccia a faccia alla Farnesina con il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Numerosi ed importanti i temi in agenda, dalla situazione in Iraq e in Afghanistan al nodo degli ostaggi, fino al dossier nucleare iraniano. Al centro dei colloqui, però, anche la riforma dell’ONU e la battaglia avviata dall’Italia per una moratoria delle esecuzioni capitali. Proprio su questo argomento, il numero uno delle Nazioni Unite ha detto di appoggiare con favore la proposta di Roma, essendo in linea - ha affermato - con il suo personale pensiero.

 

Nel pomeriggio, Ban Ki-moon verrà ricevuto in Vaticano dal Benedetto XVI. Domani, invece, il trasferimento a Brindisi, dove visiterà la più grande base logistica al mondo dell’ONU. Probabile un suo ritorno a Roma per una visita lampo alla FAO.

 

Dalla Farnesina, Salvatore Sabatino, Radio Vaticana.

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Il cordoglio del mondo all'America

per la strage nel campus universitario della Viriginia.

Il New York Times fa luce sul ritardo nell'intervento della polizia.

La solidarietà del vescovo di Richmond, Francis Dilorenzo

 

Una testimonianza che porta gli investigatori su una falsa pista, giusto il tempo di permettere al killer di portare a termine la strage. Potrebbe essere stato questo il retroscena della drammatica uccisione di 32 studenti avvenuta due giorni fa nel campus dell’Università americana Virginia Tech ad opera di un giovane sudcoreano. A rivelare la possibilità è il New York Times di oggi, mentre gli Stati Uniti sono ancora sconvolti dall’eccidio e si riaccende la polemica sulla legge che consente ai cittadini di possedere armi da fuoco. Da Seoul, intanto, il presidente sudcoreano ha inviato parole di cordoglio ai familiari delle vittime. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Il 23.enne coreano, Cho Seng-Hui, ha appena ucciso una ragazza e un suo compagno nel dormitorio del campus universitario, ma invece di essere braccato dalle forze dell’ordine ha il tempo di ritornare nella sua stanza, di rifornirsi di altre munizioni, di uscire e andare verso la Norris Hall dell’Università, barricarsi dentro, aprire il fuoco e massacrare una dopo l’altra altre 30 persone. E’ nel lasso di tempo di questa agghiacciante sequenza che va collocato il mancato intervento della polizia che a 48 ore dalla strage sembra avere una prima spiegazione, che filtra dalle pagine del New York Times. Il ritardo di due ore nell’intervento sarebbe da attribuire all’indizio, rivelatosi poi erroneo, fornito agli inquirenti da una compagna di stanza della ragazza assassinata per prima. La giovane sapeva, da una confidenza, che il fidanzato dell’amica poi uccisa - un certo Tornhill - era in possesso di due fucili. L’informazione ha subito reso il giovane un primo, possibile sospetto. Così, la polizia si mette in caccia, riesce a trovarlo, lo mette sotto torchio. Ma non è lui l’omicida. “Mentre stavano interrogando Thornhill, sono arrivate le notizie del massacro in grande alla Norris Hall”, ha scritto il New York Times sulla base di testimonianze raccolte dagli inquirenti. La spiegazione certamente non placa il dolore di chi ha perso figli o amici in quelle terribili ore al campus. Durante la notte, una lunga veglia da parte degli studenti ha visto migliaia di candele illuminare lo sterminato campus della Virginia Tech. Resta in dubbio la reale esistenza della delirante lettera scritta dal killer suicida, che gli investigatori dicono di non avere trovata. Ma la follia omicida del giovane asiatico ha gettato nello sconforto anche un altro Paese. “Io e il popolo coreano siamo sotto shock per quanto avvenuto in Virginia”, ha detto oggi a Seoul il presidente della Sud Corea, Roh Moo-hyun, in una dichiarazione letta pubblicamente in occasione dell'incontro con il premier italiano, Romano Prodi. Ai familiari delle vittime e al popolo americano, inviamo - ha aggiunto il capo di Stato - “parole di vicinanza e di profondo affetto”.

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“E’ una giornata di grande tristezza per l’intera nazione”. Con queste parole, il presidente americano, George W. Bush, si era rivolto ieri pomeriggio alla folla radunatasi nel campus dell’Università americana, Virginia Tech, per partecipare alla cerimonia funebre in memoria delle vittime del massacro. Un episodio che ha suscitato il cordoglio della comunità internazionale, come testimoniano i messaggi giunti a Washington da molti capi di Stato. Una sofferenza che emerge anche dalle parole del vescovo di Richmond, Francis Dilorenzo:

 

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R. - FIRST OF ALL, I AM TERRIBLY SADDENED BY THE FACT OF ALL THIS LOSS 

Prima di tutto, sono terribilmente rattristato per questa immensa perdita di vite umane. E sono sconvolto se penso ai genitori, che hanno perso i loro figli, falciati nella primavera della loro vita. Poveri genitori! Ed insieme a loro, poveri i fratelli e le sorelle! Sono veramente addolorato per loro! Alcuni studenti ora si domanderanno: “Perché io sono ancora vivo, mentre queste altre 32 persone sono morte? Cosa significa questo per me?”. Io penso che Dio abbia un piano per loro, qui e adesso. Dovrebbero cercarlo adesso, per poi seguirlo e quindi viverlo, con l’aiuto di Dio e la sua guida.  

 

D. - Lei è d’accordo con chi sostiene che un più rigoroso controllo delle armi da fuoco possa contribuire ad evitare episodi di questo genere?

 

R. – OF COURSE. WHAT WE’RE INVOLVED HERE, IN THE UNITED STATES OF AMERICA,… Ovviamente. C’è una tensione che esiste ormai da anni, negli Stati Uniti. Ci sono persone che pensano che il problema sia da ricondurre alla facilità con cui è possibile acquistare armi da fuoco. Poi, ci sono altri che spingono molto per affermare la teoria che se ci fossero più armi in giro sarebbe più bassa la tentazione di risolvere i conflitti con la violenza. E’ un dibattito che vive fasi alterne, senza però trovare mai una soluzione, qui in America. Sono certo che vi siano persone in altri Paesi, e soprattutto in Europa, che guardano a noi senza capire come non sia possibile trovare una soluzione a questo problema.

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CHIESA E SOCIETA’

18 aprile 2007

 

Cristiani minacciati in Iraq: un gruppo musulmano

 preme sulla comunità caldea di Baghdad

chiedendo conversioni forzate all'islam

 

Continuano le minacce alla comunità cristiana caldea di Dora, a Baghdad. Un gruppo islamico armato finora sconosciuto ha intimato ai responsabili della chiesa di San Pietro e Paolo di togliere la croce e i segni religiosi dall’edificio, pena incendi e persecuzioni. Ne dà notizia il sito del PIME Asianews che, citando l’agenzia araba Aina, parla di pressioni su larga scala alla comunità cristiana presente nel Paese del Golfo. Mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare dei caldei di Baghdad, proprio ad Asianews ha raccontato di chiese senza croci sulle cupole come quella assira di San Giorgio. Secondo la testimonianza di mons. Warduni, alcuni musulmani estremisti sono saliti sul tetto e hanno staccato la croce. Per la chiesa caldea di San Giovanni, sempre a Dora - da mesi ormai senza cura pastorale - gli stessi fedeli hanno scelto di riporre la croce in un posto sicuro. “Gli iracheni sono stanchi - ha detto il vescovo - soffriamo da troppo tempo, la situazione è insostenibile. Chiediamo al Signore che ci doni la grazia della pace. I cristiani come i musulmani vogliono ricostruire l’Iraq, non vogliono fuggire perché è qui che siamo nati e cresciuti”. Ma il gruppo islamico attivo nel quartiere di Dora, avrebbe anche dato un ultimatum ai cristiani: convertirsi all’islam o essere uccisi, dopo aver emesso una fatwa che vieta di portare la croce al collo o di compiere gesti rituali legati alla religione cristiana. A violare gli edifici caldei, però, sarebbero anche le truppe statunitensi, che hanno occupato il Babel College, unica Facoltà di teologia del Paese, proprietà della Chiesa caldea. Oggi, per via dei continui rapimenti di personale ecclesiastico, la Facoltà si è trasferita a Ankawa, nel Kurdistan, lasciando vuota la struttura, utilizzata poi dall’esercito americano come sede militare e di osservazione. I responsabili della Chiesa locale stanno discutendo con i vertici militari Usa su come risolvere la situazione. (F.F)

 

 

Messaggio dei vescovi del Burkina Faso per le prossime elezioni legislative

 

“Per quanto tempo resteremo indifferenti alla cosa pubblica, noi che dobbiamo essere il sale della terra e la luce del mondo? Per la Chiesa fare politica significa impegnarsi in uno dei migliori servizi che si possono rendere alla nazione”. Con questa provocazione, contenuta nel messaggio del 19 marzo scorso, i vescovi del Burkina Faso hanno esortato i cristiani del Paese a partecipare attivamente alle prossime elezioni legislative del 6 maggio, “per promuovere i valori evangelici di onestà, sincerità e giustizia” a fronte di un diffuso senso di corruzione che spesso allontana i fedeli dalla politica “percepita come una cosa cattiva”. “Invitiamo e incoraggiamo - si legge nel messaggio - tutti i cristiani a esercitare il loro dovere civico, e quelli che hanno le capacità, a impegnarsi in politica. Tuttavia, quelli che avranno l’audacia di farlo, dovranno avere il coraggio di testimoniare la fede per promuovere i valori evangelici di onestà, sincerità e giustizia”. A tal fine la Conferenza episcopale locale esorta ad “ascoltare la propria coscienza per combattere e denunciare le frodi elettorali, la corruzione, le menzogne e tutte le altre manovre volte a intaccare la regolarità e la trasparenza del voto”. I vescovi assicurano, infine, di accompagnare il processo elettorale con “ferventi preghiere” e la loro benedizione. (F.F)

 

 

India: a Seva Kendra, un campo di accoglienza

per i contadini sfollati dai propri terreni

 

Le autorità ecclesiastiche del Bengala occidentale, hanno chiesto di incontrare il ministro dell’Interno per mediare fra le istituzioni politiche e i contadini, in merito alla costruzione di un centro industriale a Nandigram. Le tensioni fra le parti sono scaturite a seguito del tragico bilancio del 14 marzo scorso, quando una manifestazione di protesta dei contadini è stata sedata dall’intervento armato della polizia con un bilancio di 14 persone uccise e decine di feriti. L’Agenzia MISNA riferisce che grazie all’appoggio dell’arcivescovo di Calcutta, Lucas Sircar, e dei vescovi di Baruipur e Asansol, Salvadore Lobo e Cyprian Monis, la chiesa di Seva Kendra ha allestito un campo destinato ad accogliere le famiglie coinvolte nelle violenze perché contrarie all’espropriazione dei propri terreni per la creazione di una cosiddetta "Zona economica speciale" (F.F)

 

 

Mai deciso di chiudere la rivista cubana “Vitral”: così il vescovo

della diocesi di Pinar del Rio, Jorge Enrique Serpa Pérez

 

"In nessun momento si è parlato di chiudere la rivista Vitral (...) come ha informato la stampa basandosi, purtroppo, su notizie fornite in modo non corretto”. Così si legge in un comunicato del vescovo della diocesi di Pinar del Rio, mons. Jorge Enrique Serpa Pérez, che ricorda di aver chiesto che la pubblicazione fosse concorde sempre con la "verità del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa senza peraltro cadere nell'uso di espressioni aggressive e contestatarie". Non solo: mons. Serpa spiega che il 78 della rivista “Vitral”, edizione presentata come "ultima per mancanza di risorse", ha avuto la sua approvazione "indipendentemente dal contenuto, tranne la pagina 61 che è stata aggiunta successivamente" a sua insaputa. Il comunicato del vescovo precisa che in nessun momento si è posto la questione della chiusura del Centro di formazione civica e religiosa, organismo ecclesiale dal quale dipende il Comitato di redazione di “Vitral”. Anche quest'informazione, sottolinea il comunicato, costituisce una mancanza di rispetto per la verità. Mons. Serpa, insieme con il Consiglio presbiterale, ricorda di aver preso parte alla riunione del Centro e del Comitato di redazione dove sono stati discussi i problemi finanziari della pubblicazione, circostanza in cui "è stato deciso che nell'eventualità in cui tutte le altre alternative fossero improduttive, alla fine del mese d’aprile, nel momento della pubblicazione della rivista" fosse inclusa una nota sulle difficoltà logistiche. Invece, il mensile è stato pubblicato la prima settimana del mese e ciò che diceva sui suoi problemi finanziari è stato addirittura anticipato alla stampa internazionale. "Non conosco la ragione di tanta urgenza nel parlare della questione", aggiunge mons. Serpa, nominato vescovo nel dicembre 2006 dopo la rinuncia per raggiunti limiti di età di mons. José Siro. "Ogni diocesi revisiona le sue strutture pastorali e i suoi contenuti e cerca, insieme con i suoi sacerdoti, religiosi, religiose e laici, ciò che è meglio per la pastorale diocesana. Così è stato fatto, spiega mons. Serpa, anche con il Centro per la formazione civica e religiosa, procedendo a ridistribuire compiti e contenuti tra le commissioni diocesane corrispondenti (...) tenendo sempre presente che la cosa più importante è la missione (...) e che il dinamismo del lavoro pastorale va portato a compimento con ardore e con tutti coloro che abbiano un vero spirito ecclesiale". (A cura di Luis Badilla)

 

 

In Spagna, record di crescita economica e di calo della disoccupazione

evidenziati dal premier Zapatero

 

Si conferma, secondo il presidente del governo Rodriguez Zapatero, la crescita della economia spagnola fino al punto di poter affermare che l’esercizio economico dell’anno 2006 è stato il migliore di tutto il periodo democratico (instaurato l’anno 1978). Per l’anno 2007, si prevede una crescita economica di oltre il 3,5%. Il reddito procapite ha raggiunto il 93% di quello della zona dell’euro. E la disoccupazione è del 8,3 %, il che rappresenta la percentuale più bassa degli ultimi trent’anni in Spagna. Da mettere in risalto anche la situazione dei conti pubblici che hanno registrato un superavit. L'attuale crescita economica spagnola è iniziata circa dieci anni fa e si prevedono risultati positivi e migliori nei prossimi due anni. Nel suo intervento, il presidente ha aggettivato come “essenziale”, nell’attuale sviluppo spagnolo, il contributo degli immigrati. Tra le sfide più importanti per l’economia spagnola vengono elencate: l’inflazione, la produttività, e la relazione tra importazioni-esportazioni. Un altro settore che richiede forti investimenti è quello dell'educazione, dello sviluppo scientifico e tecnologico. Il rapporto, realizzato dall‘ufficio economico della presidenza, è stato presentato ieri nella Borsa di Madrid dallo stesso presidente Zapatero. Alcuni leader politici si attendono adesso un vero dibattito in sede parlamentare. Mentre da parte sua il Partito Popolare, all’opposizione, ha criticato il rapporto come “eminentemente negativo”. Altri ancora, della sinistra, hanno fatto notare la mancanza di aspetti sociali in un quadro generale che ha privilegiato i dati macroeconomici. (A cura di Ignazio Arregui)

 

 

Chiuso a Roma il Seminario sulla globalizzazione promosso dal CELAM

 

Si è chiuso, a Roma, il Seminario sull'impatto del processo di globalizzazione economica nei Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, organizzato dal CELAM in vista della V Conferenza generale dell’Episcopato Latino Americano. Un’occasione per studiare il processo di cambiamento in atto nelle società di quei Paesi, a partire dalle specifiche situazioni politico-economiche oltre che culturali e religiose; uno strumento di lavoro utile per comprendere le attuali sfide delle Chiese locali, chiamate a trovare mezzi e strade, per un progresso integrale delle singole comunità alla luce del Vangelo. Le riflessioni sul rapporto che intercorre tra globalizzazione e solidarietà, hanno posto in evidenza: la centralità che deve avere l'opzione preferenziale per i poveri e gli esclusi; la prospettiva cristiana dello sviluppo esposta dalla “Populorum Progressio” e dalla “Sollicitudo rei socialis”, che interpellano "a lavorare decisamente per lo sviluppo umano integrale, che implica un rispetto pieno dei diritti umani e l'inclusione di tutti". Ma anche il rispetto per l’ecosistema e l'ecologia, affinché vengano messi “in pratica principi fondamentali come il bene comune, la sussidiarietà, la solidarietà”. Sulla relazione fra Stato e cittadinanza nei Paesi latinoamericani, terza sfida presa in considerazione dai partecipanti al Seminario, è stato il necessario rafforzamento dello Stato democratico per spingere verso quelle politiche di inclusione che garantiscano accesso effettivo ed opportunità alle popolazioni più povere ed emarginate, “superando una visione meramente assistenzialista”. A fronte di tutto ciò, nel comunicato finale i Vescovi del CELAM sottolineano la validità dell’etica cristiana che “porta alla creazione di opportunità per tutti, alla lotta contro la corruzione, alla validità dei diritti lavorativi e sindacali (Cfr Laborem Exercens), a considerare come priorità la creazione di opportunità economiche per i settori della popolazione tradizionalmente emarginati, come le donne ed i giovani". L’esortazione finale consiste nel "dissipare le paure, riappacificare i fenomeni di violenza, scuotere l’indifferenza” e partecipare attivamente per promuovere l’interazione con la società civile ed il dialogo con politici ed economisti. (F.F)

 

 

“Viaggio della memoria” nel campo di concentramento di Ravensbruck,

per 130 studenti delle scuole superiori di Roma e provincia

 

Il presidente della provincia di Roma, Enrico Gasbarra, e l’assessore alla scuola, Daniela Monteforte, guidano la delegazione della Provincia romana nel “Viaggio della memoria” al campo di concentramento di Ravensbruck, al confine tra Germania e Polonia, l’unico campo che il regime nazista aveva interamente riservato alle donne e in parte ai neonati. Sono accompagnati dalla comunità ebraica di Roma e da mons. Giovanni D’Ercole, della Segreteria di Stato della Santa Sede. Nell’Anno europeo delle pari opportunità, sono 130 gli studenti delle scuole superiori di Roma e provincia che partecipano all'iniziativa, in rappresentanza di 13 scuole medie superiori. Ravensbruck era il campo più vicino a Berlino, realizzato dalle SS, nel 1939, e dove in sei anni, fino al ’45, persero la vita almeno 90 mila prigioniere. A partire dal novembre del 1941, il medico eugenista del campo condusse diverse selezioni per eliminare le deportate fisicamente più debilitate. All’inizio del 1944, le autorità del campo decisero la costruzione di una camera a gas, funzionante con acido cianidrico, e di un forno crematorio. “Dopo il viaggio del 2005 a Dachau - ha ricordato il presidente della provincia Gasbarra - anche questo viaggio non è retorica, ma è un’occasione in cui le istituzioni chinano il capo davanti a persone che hanno sofferto e lottato contro l’oppressione per la democrazia e la libertà”. “E inchinarsi oggi - ha ricordato e sottolineato il presidente della Provincia di Roma - significa ricordare l’importanza della cultura e del rispetto dell’altro”. Nella preghiera recitata davanti al lago del campo, dove i nazisti disperdevano le ceneri delle deportate cremate, mons. Giovanni D’Ercole ha ricordato come la sofferenza delle donne tradisca ancora di più la tristezza dell’umanità. “Gettare le ceneri nel lago - ha sottolineato - fa nascere nel cuore la preghiera che non solo non ci siano più guerre nel mondo, ma che le donne possano riacquistare la loro dignità di madre per un futuro di pace”. (A cura di Luca Collodi)

 

       

24 ORE NEL MONDO

18 aprile 2007

 

- A cura di Roberta Moretti e Franco Lucchetti  -

 

- In Iraq, almeno 37 persone sono morte e 54 sono rimaste ferite in diversi attentati della guerriglia a Baghdad. Lo hanno riferito fonti della Sicurezza irachena. L’attentato più grave è avvenuto nel quartiere sciita di Sadr City, dove l'esplosione di un’autobomba ha fatto 20 morti e 31 feriti, mentre sono almeno 25 i cadaveri ritrovati nelle ultime 24 ore in diverse zone della capitale. Intanto, con una cerimonia trasmessa dalla tv al Iraqiya, le forze britanniche hanno ufficialmente consegnato alle autorità irachene la provincia meridionale di Maysan. E mentre il presidente USA, Bush, si prepara a incontrare la maggioranza democratica del Congresso sul finanziamento delle missioni militari in Iraq e in Afghanistan, il premier iracheno, al Maliki, ha annunciato che prevede di recuperare il controllo totale del Paese entro la fine del 2007.

 

- Medio Oriente. Il premier israeliano, Olmert, ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di indire un “incontro regionale” con la partecipazione dell’Arabia Saudita. All’incontro dovrebbero partecipare poi i quattro membri del Quartetto (USA, UE, Russia e ONU), l’Egitto, il Marocco, la Giordania, Israele e l’Autorità nazionale palestinese. Olmert non ha escluso la possibilità che una delegazione della Lega Araba possa giungere in Israele, dopo l’odierno incontro dei ministri degli Esteri arabi al Cairo.

 

- In Afghanistan, un portavoce dei talebani ha definito “totalmente infondato” il Rapporto dell’organizzazione umanitaria, Humam Rights Watch (HRW), che li accusava di crimini di guerra per attacchi a civili. Secondo HRW, i talebani e altre forze ribelli dell’Afghanistan avrebbero ucciso circa 700 civili solamente l’anno scorso. Intanto, è stato rivendicato dagli stessi talebani l’attentato dinamitardo nel quale ieri sono stati uccisi a Kandahar quattro dipendenti dell’ONU e il loro autista afghano.

 

- Il segretario americano alla Difesa, Robert Gates, ha incontrato stamani al Cairo il presidente egiziano, Hosni Mubarak, per discutere del processo di pace in Medio Oriente, oltre che delle vendite d’armi fra i due Paesi. Al termine dell’incontro, Gates ha lanciato un appello ai Paesi vicini dell’Iraq, in particolare l’Iran e la Siria, a sostenere il governo del premier iracheno, al Maliki, negli sforzi per far uscire l’Iraq dal caos e dalla violenza. Lo ha riferito la rete televisiva satellitare araba al Jazhira.

 

- Le Forze armate iraniane sono pronte a “tagliare le mani di qualsiasi aggressore”: lo ha detto oggi il presidente, Mahmud Ahmadinejad, durante una parata per la Giornata delle forze armate. Ahmadinejad ha aggiunto che “la nazione iraniana vuole relazioni amichevoli con tutte le altre nazioni e governi, eccetto il falso regime sionista”, cioè Israele.

 

- Grave incidente in un’acciaieria del nordest della Cina, almeno 32 i morti. Lo ha reso noto l'agenzia Nuova Cina. Ieri invece, nella parte sud occidentale del Paese, circa 450 persone, tra cui 135 studenti, sono state ricoverate con difficoltà respiratorie causate dalle esalazioni rilasciate dagli scarichi di un impianto di fertilizzanti. Su questa serie di incidenti nel Paese asiatico, Stefano Leszczyinski ha sentito padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews:

 

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R. - La prima causa è che lo sviluppo della Cina è avvenuto in un modo molto selvaggio, molto veloce e molto spesso le ditte non attuano delle situazioni di controllo e di sicurezza che abbiano degli standard internazionali. Il secondo elemento è che questo sviluppo della Cina è strutturato sfruttando le persone e gli operai. Quindi, non ci sono sindacati  che in qualche modo premano per i diritti dei lavoratori, sia dal punto di vista salariale sia dal punto di vista del lavoro.

 

D. - Ecco: questo appare un po’ un paradosso in quello che è l’ultimo colosso del comunismo. Le autorità cinesi non prendono posizione a favore o in difesa dei propri cittadini lavoratori?

 

R. - A parole, le autorità cinesi prendono posizione a favore dei lavoratori; per esempio, continuamente si dice che non bisogna permettere l’apertura delle miniere dove non ci sono standard di sicurezza, però poi queste miniere rimangono aperte. Si dice che bisogna difendere i diritti degli operai, che bisogna pagarli giustamente e così via. Però, dopo, non si permette la nascita di sindacati autonomi. D’altra parte, è un Paese comunista ma per modo di dire, perché poi in realtà si sfrutta la struttura comunista semplicemente per un controllo sociale. Ma non ci sono degli ideali di solidarietà …

 

D. - L’aver aperto le porte al fenomeno della globalizzazione da parte della Cina, non la rende un po’ più vulnerabile magari ai controlli internazionali, ad esempio, da parte delle Organizzazioni delle Nazioni Unite, come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro?

 

R. - La dovrebbe rendere più permeabile; c’è un altro elemento che bisogna tener presente, ed è che nel mondo della comunità internazionale c’è una specie di omertà sulla situazione del lavoro in Cina, per cui anche noi in Italia, i politici italiani, parlano della Cina come del Paese delle opportunità, ma non parlano della Cina come di un luogo, invece, di rispetto dei diritti del lavoro.

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- In Giappone, è stato ucciso ieri, a colpi d’arma da fuoco, il sindaco di Nagasaki, Itcho Ito. Secondo le prime informazioni, il malavitoso responsabile dell’attentato è già stato arrestato. Ito era impegnato nella campagna elettorale per il quarto mandato da primo cittadino.

 

-  I combattimenti tra truppe governative e ribelli proseguono incessanti da venerdì scorso nel sud delle Filippine,. Al momento, le vittime accertate sono 21, di cui 17 ribelli, tre soldati e un civile. Secondo un portavoce dei militari, l’esercito sta esplorando la giungla dell’isola di Jolo, 950 chilometri a sud di Manila, alla ricerca dei membri del gruppo separatista islamico, “Fronte Moro di Liberazione Nazionale.

- Con l’incontro con il primo ministro sudcoreano, Han Duck Soo, si è aperta la visita ufficiale di Romano Prodi in Corea del Sud, la prima assoluta di un presidente del Consiglio italiano. “E’ chiara la strategia del mio governo - ha spiegato Prodi - di grande attenzione verso l’Asia perché sappiamo che il 21.mo secolo sarà il secolo dell’Asia”. Successivamente, Prodi ha incontrato il presidente, Roh Moo Hyun, con il quale ha parlato, tra l’altro, del tema degli investimenti coreani in Italia. Da parte sua, Roh ha spiegato che Seul è pronta a stringere i tempi su un accordo con l’UE di libero commercio.

 

- Un’organizzazione transnazionale dedita alla tratta di esseri umani è stata scoperta dalla polizia italiana, che sta eseguendo 31 ordini di fermo a Crotone, Milano, Perugia, Agrigento, Caltanissetta, Isernia e Cosenza. Gli indagati, di etnia marocchina e eritrea, avrebbero organizzato viaggi illegali di migliaia di clandestini dal Nordafrica verso la Sicilia. Il gruppo criminale, con basi in Egitto Libia, agevolava la fuga dai centri di accoglienza dei clandestini, che venivano segregati e sottoposti a sevizie, in attesa del pagamento di un riscatto da parte dei parenti.

 

- Tre persone sono rimaste uccise e altre ferite a Malata, in Turchia orientale, in un attacco armato a una casa editrice che stampava libri sul cristianesimo. Lo hanno riferito i media turchi, secondo cui contro la casa editrice, denominata "Zirve", vi erano state proteste di elementi locali che la accusavano di pubblicare e distribuire la Bibbia in lingua turca.

 

- In Ucraina, è iniziata con qualche ora di ritardo, a causa di una manifestazione a favore del presidente filo-occidentale, Yushchenko, la seconda seduta della Corte Costituzionale, che oggi si riunisce per esprimersi sulla legittimità del decreto con cui, il 2 aprile scorso, Yushchenko aveva sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni per il 27 maggio. La questione dell’incostituzionalità era stata sollevata dal primo ministro filorusso, Yanukovic, creando una crisi istituzionale.

 

- In Polonia, il generale, Wojciech Jaruzelski, è stato formalmente accusato di “crimini comunisti” a causa dell'imposizione della legge marziale il 13 dicembre 1981 per stroncare il sindacato Solidarnosc. Lo ha annunciato l’Istituto della memoria nazionale (IPN) di Katowice, dopo un’inchiesta durata 2 anni e mezzo.

 

- Sono oltre 25 milioni gli sfollati interni nel mondo. Si tratta di uomini, donne e bambini sfollati dai propri villaggi o città a causa di guerre e carestie e costretti, il più delle volte in enormi campi profughi. La fuga tuttavia non garantisce loro la sopravvivenza e il ritorno alle proprie case resta spesso un miraggio. I dati relativi a questo drammatico fenomeno sono stati resi noti dal Consiglio Norvegese per i Rifugiati in occasione della conferenza dell’ACNUR, apertasi a Ginevra sulla situazione dei rifugiati e dei profughi in Iraq.

 

- Forti tensioni in Nigeria, dopo le elezioni regionali del 14 aprile scorso, vinte con largo margine dal Partito democratico popolare del presidente Obasanjo. L’esercito ha ucciso 25 miliziani islamici accusati di essere i responsabili della strage di 12 agenti compiuta ieri a Kano, nel nord del Paese. Il ministero della Difesa ha ordinato il dispiegamento di rinforzi nell’area. Intanto, il governo ha respinto la proposta dell’opposizione di posticipare le elezioni regionali di sabato prossimo per presunti brogli elettorali. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Il Partito democratico popolare del presidente uscente, Obasanjo, avrebbe fatto la parte del leone, vincendo un po’ dappertutto in Nigeria. Ma l’esito della consultazione elettorale è a dir poco controversa e la tensione altissima. D'altronde, anche gli osservatori internazionali hanno espresso dure critiche all’intero complesso della macchina elettorale. Si parla di brogli e irregolarità, scontri e violenze, con decine di morti e un numero imprecisato di feriti. Sta di fatto che 18 partiti di opposizione hanno chiesto l’annullamento delle elezioni amministrative federali del 14 aprile, minacciando di non partecipare alle presidenziali e legislative di sabato prossimo. E’ stato chiesto innanzitutto l’annullamento totale delle elezioni dei governatori e dei parlamenti dei 36 Stati nigeriani, lo smantellamento dell’attuale commissione elettorale nazionale e il rinvio della consultazione prevista il 21 aprile, fino a quando non fosse stata istituita una struttura che garantisca a tutti i candidati un processo elettorale giusto e trasparente. “Se queste condizioni non verranno soddisfatte, i partiti firmatari prevedono di boicottare le elezioni”, si legge in una nota diramata poche ore fa dal coordinamento dell’opposizione, in cui spiccano i nomi del vicepresidente Atiku Abubakar e il generale Muhammadu Buhari, i due principali avversari del presidente uscente Obasanjo.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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- Improvvisa fiammata di combattimenti stamani a Mogadiscio, in Somalia, dopo oltre due settimane di tregua quasi assoluta. Ci sono stati combattimenti pesanti nell’area del km 4, alla periferia sud della capitale, area tradizionale di violente battaglie fra truppe etiopiche e insorti, probabilmente un’ala radicale islamica. Testimoni parlano di almeno 7 morti e diversi feriti. Ma il portavoce del principale clan locale, gli Hawyie, ha immediatamente confermato che il cessate il fuoco stabilito con gli etiopici resta valido.

 

- Annunciata ieri, in Guinea Bissau, la formazione del nuovo governo del primo ministro, Martinho Ndafa Kabi, nominato il 10 aprile scorso, dopo la destituzione del suo predecessore, Aristides Gomes, decisa con una mozione di sfiducia dal parlamento. L’esecutivo di unità nazionale è composto da 29 membri, con otto dicasteri affidati al Partito africano per l’indipendenza della Guinea Bissau e di Capo Verde e altrettanti al Partito del rinnovamento sociale dell’ex-presidente Kumba Yala.

 

- Diverse manifestazioni oggi in Zimbabwe, che festeggia i suoi 27 anni di indipendenza dalla Gran Bretagna. La ricorrenza avviene in un momento di grave crisi economica nel Paese, alle prese anche con complesse tensioni politiche. A dare il via alle cerimonie ufficiali, nello stadio di Harare, il presidente Mugabe, da quasi 30 anni al potere.

 

- E’ stato approvato negli Stati Uniti il primo vaccino per la prevenzione dell’influenza aviaria. La sostanza immunizzante, messa a punto dalla Sanofi-Aventis, non verrà per ora messa in commercio o utilizzata su larga scala: il governo USA sta acquistando il prodotto per farne delle scorte e poterlo distribuire solo in caso di emergenza. L'influenza dei polli ha sinora colpito 291 persone nel mondo, uccidendone 172.