RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 106
- Testo della trasmissione di lunedì
16 aprile 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Dal Papa il metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Assemblea generale dei vescovi messicani:
la missione e il servizio per il triennio 2006-2009
In Iraq, dove
i ribelli hanno ucciso 13 soldati a Mossul, aumentano gli attentati contro i
civili
16 aprile 2007
Benedetto XVI festeggia gli 80 anni circondato
dall'affetto dei suoi amici: in udienza riceve il cardinale Wetter e le
autorità della Baviera
Una giornata dal sapore
di una festa di famiglia, quella della “sua” Baviera. E’ iniziato così, per
Benedetto XVI, il giorno del suo 80° compleanno, pubblicamente celebrato ieri
con la Messa in Piazza San Pietro. La mattinata di oggi, invece, è stata
dedicata alle udienze con le principali autorità bavaresi, giunte in Vaticano
per porgere personalmente gli auguri al loro illustre connazionale. Ce ne parla
Alessandro De Carolis:
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Il primo a essere
ricevuto in privato è stato il ministro presidente della Baviera, Edmund
Stoiber, e a seguire il ministro presidente del Land Schleswig-Holstein, Peter
Harry Carstensen, entrambi accompagnati da un piccolo seguito. Dopo
mezzogiorno, l’abbraccio si è fatto collettivo in Sala Clementina, quando Benedetto
XVI ha incontrato in un clima di grande affetto e cordialità il cardinale Friedrich
Wetter, amministratore apostolico di Monaco e Frisinga, insieme con una
Delegazione di 50 membri del Capitolo metropolitano. Mentre vi parliamo, da circa
un’ora, nella Sala Ducale del Palazzo Apostolico, Benedetto XVI siede a pranzo
con i membri del Collegio cardinalizio. Ma i festeggiamenti avranno una “coda”
di prestigio, oggi alle 18, quando l’Aula Paolo VI ospiterà gli artisti della
Südwestrundfunk (SWR). Il Papa assisterà al loro concerto e riceverà il saluto
del primo ministro del Baden-Württemberg, Günther Oettinger, e del direttore
generale dell’orchestra bavarese, il prof. Peter Voss. L’esecuzione musicale si
svolgerà sulle arie di Giovanni Gabrieli, Wolfgang Amadeus Mozart e Antonin
Dvorák. Ad interpretarle saranno Hilary Hahn al violino, l’Orchestra
radiofonica di Stoccarda della SWR e gli Ottoni della Radio di Stoccarda, sotto
la direzione di Gustavo Dudamel. Al termine, Benedetto XVI rivolgerà un saluto
ai presenti. L’avvenimento sarà seguito dalla nostra emittente in radiocronaca
diretta dalle 17.50, con commento in italiano per la zona di Roma, sui 585 KHz
dell’onda media e i 105 MHz della modulazione di frequenza. E mentre Benedetto
XVI riceve i doni dai suoi amici, anche il dono del Papa al mondo, attraverso
la profonda riflessione contenuta nel suo libro “Gesù di Nazaret” ha iniziato,
com’era nelle previsioni, ad essere rapidamente cercato e trovato nelle
librerie, a cominciare da quelle italiane dove il volume è uscito oggi. Un dato
circoscritto ma comunque indicativo di una tendenza arriva da due librerie nel
cuore di Roma: in tre ore vendute almeno 200 copie del “Gesù di Nazaret”. Le
350 mila copie predisposte dalla Rizzoli per la prima edizione sembrano avere
davvero le ore contate.
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Dal Papa il
metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas
Il Papa ha ricevuto
stamani il metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas, presente ieri alla Messa
in Piazza San Pietro in occasione dell’80° compleanno di Benedetto XVI, in
rappresentanza del Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Il Papa durante l’omelia
aveva salutato “con fraterno affetto” l’inviato del Patriarca, esprimendo
“apprezzamento per il gesto gentile e auspicando che il dialogo teologico
cattolico-ortodosso possa proseguire con lena rinnovata”.
La riflessione di
padre Federico Lombardi sugli 80 anni del Papa
e sul secondo anniversario del suo Pontificato
Gli 80 anni di
Benedetto XVI quasi coincidono con il secondo anniversario del suo Pontificato
che ricorrerà fra tre giorni, il 19 aprile. Due anni molto intensi come rileva
in questa riflessione il nostro direttore generale padre Federico Lombardi:
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Papa Benedetto XVI
appare – come si suol dire – “in piena forma”, con un ritmo intenso e ben
regolato di attività, che ci invita a vivere questi due anniversari con gioia e
serenità, guardando in avanti verso ulteriori anni di buon cammino e fecondo
servizio. Una lunga vita, caratterizzata
da una vocazione che si è sviluppata in tappe e modalità successive, di
responsabilità sempre maggiore, ma con una grande coerenza e unità di
ispirazione e di impegno. Sacerdote e teologo; uomo di fede, di cultura e di
servizio ecclesiale. La cultura e la fede non rimangono circoscritte all’ambito
della ricerca e della vita personale, ma diventano ricchezza condivisa in
ambiti sempre più larghi, fino all’orizzonte universale della Chiesa e
dell’umanità di oggi. Due anni fa potevamo intuire che questo papato sarebbe
stato caratterizzato in particolare dal contenuto e dallo stile del magistero.
Ora questo è divenuto evidenza. Benedetto XVI in due anni è stato nella Sinagoga
di Colonia, nel campo di Auschwitz-Birkenau, nella Moschea Blu. Ha incontrato i
giovani del mondo a Colonia e si prepara a rincontrarli a Sydney. Ha incontrato
il Patriarca Bartolomeo, il Primate anglicano, il Segretario del Consiglio
Ecumenico delle Chiese e tante altre personalità ecumeniche e politiche. Sta
per varcare l’Atlantico per recarsi in America Latina. Insomma, si è messo con
rapidità e naturalezza in cammino sulle vie aperte dai suoi Predecessori.
Ma nel magistero c’è
qualcosa di personalmente suo ed inconfondibile. Parlare con profondità,
chiarezza e sistematicità del centro della nostra fede: dimostrare e aiutarci
tutti a capire la necessità e la bellezza dell’intreccio continuo e quotidiano
fra fede, ragione, studio, spiritualità. Questo ci pare il “carisma” di Benedetto
XVI. L’Enciclica “Dio è amore”; il libro “Gesù di Nazaret”, sono due capisaldi
per entrare in questa prospettiva e restarne coinvolti, e diciamo pure
affascinati. Ma attorno ad essi cresce il servizio continuo delle omelie e
delle catechesi, che sono certamente impegnative nella loro densità, ma sono
alla portata della comprensione di chiunque si metta seriamente in ascolto.
Due aspetti in
particolare ci colpiscono. Anzitutto la ricchezza e la naturalezza dei
riferimenti ai Padri della Chiesa. Non vi è un salto di duemila anni dalla
Scrittura all’oggi: vi è la continuità della riflessione e dell’approfondimento
della fede attraverso il tempo da Gesù fino a noi. I Padri si erano un po’
eclissati dalla cultura comune del credente: ora ci tornano familiari. E poi la
profondità vissuta delle spiegazioni della liturgia, della celebrazione della
nostra fede: il significato dei riti, la espressione del rapporto fra i
credenti e Dio, cresciuta attraverso la storia della nostra fede, vengono
compresi in un contesto vivo, dove la memoria diventa attualità, e comprendiamo
meglio che qui veniamo messi in contatto con il mistero di Dio. Dio, il Dio di
Gesù Cristo, il Dio che è amore, il Dio che possiamo incontrare nella fede viva
della Chiesa che giunge fino a noi attraverso i secoli e si celebra nei
sacramenti che ci sono donati. Riascoltare e gustare questi annunci: gustare la
gioia di sentirne parlare con profondità, con dignità e con passione, in modo
non formale ma credibile per noi, umanità del duemila, così da poter serenamente
e fiduciosamente dare ragione della speranza che è in noi. In questo Joseph
Ratzinger, oggi Benedetto XVI, ci aiuta veramente, e capiamo che è il senso
della sua vita e del suo servizio. Gli auguriamo – e ci auguriamo – che lo
possa svolgere ancora a lungo.
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Il rapporto tra Bibbia e morale al centro della
plenaria
della Pontificia Commissione Biblica
E' iniziata questa
mattina in Vaticano la plenaria della Pontificia Commissione Biblica che si
svolge sul tema del rapporto tra Bibbia e morale. La plenaria è presieduta del
cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina delle
Fede e presidente della Commissione. Dirige i lavori dell'assemblea il padre
gesuita Klemens Stock, segretario generale. Giovanni Peduto lo ha
intervistato:
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R. – Noi ci troviamo
nella fase ultima dei nostri lavori, e adesso si tratta soltanto di apportare
gli ultimi ritocchi al nostro testo. Questo testo consiste di due parti. Una
prima parte dal titolo “Una morale rivelata, dono di Dio e risposta umana”.
Questa prima parte sviluppa lo stretto collegamento tra i doni che vengono dati
da Dio e il giusto comportamento delle persone umane e mostriamo, secondo la
Bibbia, tre principali doni di Dio: primo dono, la Creazione; secondo dono,
l’alleanza con il Popolo di Israele; e il terzo, ultimo e principale dono di
Dio, la venuta e l’opera del Suo Figlio nella Persona di Gesù di Nazaret. E
poi, vogliamo mostrare quali sono le conseguenze per un adeguato agire umano
nell’accoglienza e nell’amministrazione di questi doni di Dio. Questo per
quanto riguarda la prima parte. Nella seconda parte, cerchiamo di indicare
criteri fondati sulla Bibbia per rispondere in maniera giusta ai problemi
moderni, e questi criteri sono: conformità con la concezione della persona
umana biblica, conformità con la Persona e l’esempio di Gesù. Poi ci sono altri
criteri, più specifici: convergenza, contrapposizione, progressione, finalità e
discernimento. E nel nostro testo, insistiamo molto anche sul fatto che la
morale biblica non è un moralismo rigoroso, ma importante è il fatto che Dio è
misericordioso e che Dio perdona gli esseri umani che hanno sbagliato. Un
ultimo punto, l’agire umano secondo la Bibbia non è chiuso in questa vita
terrena, ma si svolge sull’orizzonte della vita eterna.
D. – Padre Stock,
quali sono i principali sviluppi della morale dall’Antico al Nuovo Testamento?
R. – Per sé, di questo
tema si è occupato il documento precedente della Pontificia Commissione
Biblica, proprio con il tema “Le Sacre Scritture del Popolo d’Israele nella
Bibbia cristiana”, e lì si mostrano diversi aspetti: continuità, discontinuità
e progressione, in questo rapporto tra Antico e Nuovo Testamento. Possiamo darne
un esempio: il più grande comandamento, l’amore per Dio e l’amore per il prossimo,
si trova nell’Antico Testamento; da Gesù viene confermato. Ma poi, lo sviluppo
consiste in questo: che Gesù, mediante la Sua Persona e il Suo agire, dà una
nuova interpretazione a questo, che è il comandamento più grande.
D. – Benedetto XVI ha
spesso esortato a non vivere la fede come una serie di proibizioni
moralistiche: come vivere allora la morale?
R. – Certamente, la
morale biblica non è un sistema a sé stante; e la morale, secondo la Bibbia,
non consiste in comandamenti e ancora meno in proibizioni a sé stanti, isolate.
I toni che noi mettiamo in rilievo secondo la Bibbia, sono espressioni
dell’amore di Dio e spero che noi, con il nostro testo, ci troviamo sulla linea
del Papa. Ho trovato questa frase nell’Enciclica “Deus caritas est” del Papa,
ove lui dice: “Fede, culto ed ethos si compenetrano a vicenda, come un’unica
realtà che si configura nell’incontro con l’agape di Dio”. Fondamentale è
l’incontro con l’amore di Dio, e da questo incontro, poi, proviene il giusto
agire umano.
D. – I precetti morali
contenuti nel Nuovo Testamento sono tuttora validi o sono da ripensare come
precetti collocati in un periodo storico, culturale e religioso ormai superato?
R. – La rivelazione
fatta da Gesù e l’esempio dato da Gesù non possono essere superati; hanno un
valore permanente per tutti i tempi. Per i problemi moderni, si devono cercare
le giuste soluzioni, ma le giuste soluzioni secondo l’esempio di Gesù e nello
spirito di Gesù.
D. – Come crescere in
moralità facendosi aiutare dalla Bibbia?
R. – La Bibbia è
fondamentalmente la testimonianza della rivelazione di Dio, e Dio si è rivelato
come amore. Quanto più noi accogliamo consapevolmente e con gratitudine questa
rivelazione dell’amore di Dio, tanto più siamo disposti e capaci di un agire
giusto.
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16 aprile 2007
Da tutto il mondo, gli auguri a
Benedetto XVI per il suo 80.mo compleanno
Da tutto il mondo
giungono, in queste ore, gli auguri a Benedetto XVI per il suo 80.mo
compleanno. Alle preghiere ed espressioni di affetto dei fedeli, si aggiungono
gli attestati di stima di esponenti delle altre religioni, della cultura e
della società civile. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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(musica di Bach)
“Cuori straripanti di
gioia”: è il titolo dell’edizione dell’Osservatore Romano nel giorno del
compleanno di Benedetto XVI. E’ la gioia dei fedeli che in tutto il mondo
abbracciano idealmente il Successore di Pietro in questo momento di festa. Ma
non mancano gli auguri di rappresentanti delle altre grandi religioni. Al microfono
di Massimiliano Menichetti, il presidente
dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, Giuseppe Laras:
R. – Il mio augurio è
che possa continuare sulla strada iniziata e quindi intensificare la sua opera
a favore dell’avvicinamento tra i membri delle diverse religioni, e non penso
soltanto all’ebraismo ma penso anche all’islam e penso anche a tante altre
religioni.
D. – Cosa l’ha colpita
di più di questi due anni di pontificato di Benedetto XVI?
R. – Il suo desiderio,
anche se non è stato sempre esplicitamente espresso, di proseguire sulle tracce
del suo predecessore Giovanni Paolo II. L’augurio al Papa è di dare un
contributo sostanziale alla causa di pacificazione e della pace tra tutte le
persone.
Sempre intervistato da
Massimiliano Menichetti, gli auguri di Mario Scialoja, responsabile della Lega musulmana mondiale in Italia, che
si sofferma anche sull’eredità dello storico viaggio del Papa in Turchia:
R. – Innanzitutto,
voglio fare i miei più fervidi auguri a Sua Santità Benedetto XVI per un lungo
e felice pontificato, e questo è un augurio che faccio veramente con piena
sincerità e di tutto cuore. Io ritengo, da quanto Benedetto XVI ha fatto
finora, che egli intenda proseguire sulla via del dialogo con le religioni, in
particolare con le grandi religioni abramitiche, vuol dire con l’islam e
l’ebraismo, dialogo che oggi appunto nel mondo è sempre più multiculturale,
multireligioso, in società sempre più miste, non è una cosa auspicabile, ma è
una necessità.
D. – Dopo il discorso
di Ratisbona, ci furono delle aspre polemiche ed un forte confronto. Cosa
rimane oggi nel mondo musulmano di quel discorso?
R. – Purtroppo, i mass
media hanno estratto da quel lungo e complesso discorso del Santo Padre alcune
frasi che, chiaramente, potevano sembrare offensive per l’islam. Ma questo non
era certamente nell’intento del Pontefice. Il viaggio del Santo Padre in
Turchia, soprattutto il fatto che si sia recato alla Moschea Blu ad Istanbul e
che accanto all’imam abbia pronunciato delle invocazioni dalla Kibla, che è la
nostra direzione tradizionale per la preghiera, è un segnale estremamente
forte!
Auguri affettuosi
vengono espressi al Papa dai fedeli dalle altre confessioni cristiane. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I ha inviato a Roma per
l’occasione il metropolita di Pergamo, Ioannis Zizioulas. Dal canto suo, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, ha
augurato al Pontefice di avere una buona salute, una lunga vita e l'aiuto di
Dio nel suo ministero spirituale. Ai nostri microfoni, l’augurio dell’Archimandrita del Trono Ecumenico Polykarpos
Stavropoulos:
R. – Il mio augurio,
da parte del mio metropolita Gennadios, attualmente convalescente, da parte di
tutto il clero e del popolo della sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia al Santo
Padre Benedetto XVI è “ad multos annos”: una lunga vita piena di salute, pace,
prosperità! Che sia sempre benedetto da Dio per portare avanti le sue grandi
responsabilità, perché lui è Primate della Chiesa che presiede nella carità e
nell’amore.
D. – Quali sono i suoi
auspici per il cammino ecumenico, soprattutto dopo l’abbraccio tra Benedetto e
il Patriarca Bartolomeo?
R. – Noi siamo molto
ottimisti perché il Santo Padre è un gran teologo, un grande conoscitore
dell’Oriente e lui, guidato dallo Spirito Santo, farà il meglio.
Intervistato
da Philippa Hitchen, il vescovo John Flack, direttore del
Centro anglicano di Roma rivolge un augurio al Papa, sottolineandone la
chiarezza nella testimonianza del Vangelo:
Auguri al Santo Padre
per il secondo anniversario di pontificato e per il suo 80.mo compleanno. Gli
auguro ancora molti anni per svolgere il suo ministero. Il modo in cui spiega
ed insegna la fede cristiana è molto chiaro, e per questo anche noi anglicani
gli siamo molto riconoscenti. Io parlo a nome dell’arcivescovo di Canterbury,
che è il capo della Comunione anglicana.
Anche dal mondo
luterano l’augurio al Papa per un felice compleanno. Ecco le parole del teologo
André Birmelé, docente
all’Università Marc Bloch di Strasburgo raccolte da Romilda Ferrauto:
R. - Pour nous, c’est qualcun de très, très
précieux dans tout le dialogue ...
Per noi, è una persona
estremamente preziosa nel dialogo teologico. Personalmente, sono profondamente
grato di avere incontrato un teologo di tale rango, di tale qualità, e che un
conoscitore così fine del mondo della Riforma sia divenuto il Successore di
Pietro.
In questa felice
ricorrenza, al Papa giungono anche gli auguri e la riconoscenza del presidente
della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che in un messaggio ricorda i
“profondi ed antichi legami” tra la Santa Sede e l’Italia, “alimentati dalla
condivisione dei valori della pace e della promozione della dignità dell'uomo”.
Grande è poi la gioia manifestata dai movimenti ecclesiali. Ecco l’augurio del prof.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, raccolto da Fabio
Colagrande:
R. – Il mio augurio,
per questo Papa, è che possa incontrare quelle che sono le conseguenze del suo
ministero; che possa alla fine, cioè, incontrare i frutti del suo ministero,
frutti di cuori che si aprono al Vangelo e alla fede, di carità – quanto questo
Papa è attento al tema della carità e al tema degli umili – frutti di un
tessuto ecclesiale e di un tessuto familiare che resiste a quello spirito
corrosivo di isolamento, di vittoria della solitudine che è un po’ il demone
del nostro tempo. Questo Papa questo augurio lo merita perché con la sua
parola, con la sua preghiera e con la sua testimonianza ci chiama tutti ad
essere famiglia di Dio.
D. – E’ salito al
Soglio pontificio Joseph Ratzinger con la fama di difensore della fede. Questi
due anni come sono andati? Cosa è successo, secondo lei?
R. – Io credo che il
Papa sia difensore della fede; lo era anche Giovanni Paolo II, lo erano i suoi
predecessori ... Ma il Papa è anche un evangelizzatore, allo stesso tempo,
perché difendere la fede vuol dire anche comunicarla, vuol dire comunicarla
incessantemente. Io ho la sensazione che Benedetto XVI abbia introdotto anche
questa nota serena nel vivere in un mondo difficile. E noi tutti, noi europei
soprattutto, siamo tentati dal pessimismo, dalla tristezza ... La mia
sensazione è che il Papa abbia introdotto gioia e serenità nel vivere
cristiano, dicendoci a 80 anni – il che veramente richiama uno spirito
giovanile, più che un atteggiamento da anziano – che questo è un bel tempo in
cui essere cristiani.
Un bel tempo per
esseri cristiani, guidati da un pastore “mite e fermo”. Buon compleanno, Santo
Padre!
(musica di Bach)
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16 aprile 2007
Incontro internazionale tra cattolici e ortodossi
russi a Roma e a Milano
in occasione della Pasqua, quest’anno celebrata
nella stessa data
Si è
aperto ieri a Roma e a Milano, in occasione della celebrazione della Pasqua,
quest’anno, nella stessa data da parte di cattolici ed ortodossi, l’Incontro
internazionale tra cattolici e ortodossi russi sul tema “La missione della
Chiesa nella società di oggi”. L’iniziativa è dell’Associazione Internazionale
Sofia: Idea Russa Idea d’Europa, che ha voluto far incontrare i fedeli delle
due comunità ed esponenti delle Chiese sorelle. La delegazione ufficiale del
patriarcato di Mosca - composta dal vescovo di Egorievsk, Mark, presidente
vicario del Dipartimento Relazioni Religiose Estere del patriarcato di Mosca e
vice del Metropolita Kirill, dall’arcivescovo di Karsun (Chersoneso), Innokenty
e dal prof. Pavel Velikanov, segretario scientifico dell’Accademia Teologica di
Mosca - parteciperà questo pomeriggio al concerto offerto al Papa per il suo
genetliaco che si svolgerà nell’Aula Paolo VI. La giornata di oggi a Roma si è
aperta alle 9.30 con una preghiera presso le Catacombe di San Pancrazio; nel
pomeriggio, alle 16, in Vaticano, nell’aula del Collegio Teutonico di Santa
Maria in Camposanto, è previsto l’incontro dal titolo “La missione della Chiesa
nel III millennio: il Magistero di S.S. Benedetto XVI e di S.S. Alessio II”.
Domani, alle 19.30, nella sala Trevi Cineteca Nazionale, sarà proiettato, per
la prima volta in Italia, il film “Pietro l’Apostolo”, di Vladimir Khotinenko e
Kristof Zanussi, che mercoledì, all’udienza generale faranno omaggio al Santo
Padre di una copia della pellicola. Tra gli altri eventi in programma vi sono,
a Roma, l’incontro dal titolo “Il comune amore del Signore risorto, centro del
dialogo ecumenico”, che si svolgerà mercoledì alle 16.30, nell’Aula magna della
Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, mentre a Milano, lunedì 23 aprile,
alle 15, nella sala Negri da Oleggio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,
l’incontro “Cristianesimo e Università”. In questa occasione l’Associazione
Internazionale Sofia: Idea Russa Idea d’Europa, e l’Università Cattolica del
Sacro Cuore e l’università russa MGIMO, firmeranno l’accordo di cooperazione
per la realizzazione del Progetto “Ad Fontes!” sulla riaffermazione, a livello
di alta formazione, del concetto cristiano di persona come centro del sistema
dei valori europeo. (T.C.)
La riconciliazione
tra le Chiese alla luce di Cristo: se ne discute in Sicilia alla Dodicesima
settimana Cefaludese per l’Ecumenismo organizzata
in
preparazione della III Assemblea Ecumenica Europea,
che si svolgerà il prossimo settembre a Sibiu, in
Romania
Si sono aperti sabato
pomeriggio a Cefalù, in Sicilia, i lavori della Dodicesima settimana Cefaludese
per l’Ecumenismo, promossa dal Centro “La Palma”. Tre, fino al 27 aprile, gli
incontri che sono stati organizzati in preparazione della III Assemblea
Ecumenica Europea, che si svolgerà il prossimo settembre a Sibiu, in Romania,
sul tema: “La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità
in Europa”. Gli argomenti centrali su cui verte la Dodicesima settimana
Cefaludese per l’Ecumenismo sono la riconciliazione tra le Chiese alla luce di
Cristo, la collaborazione fra le Chiese per la crescita dell’Europa e il
servizio delle Chiese nei confronti del mondo di oggi. Gli incontri sono stati
affidati ad una teologa cattolica, ad una teologa ortodossa e ad un pastore
evangelico valdese donna. “Accogliere e tradurre in pratica tutto quello su cui
si è d’accordo; recepire gli uni dagli altri tutto quello che ciascuno apprezza
negli altri e che non si oppone alla propria tradizione; far spazio al Sensus
fidelium, perché la riconciliazione non procede né per iter di teologi, né
attraverso un percorso gerarchico; far spazio ai testimoni”: sono i quattro
elementi che, per la teologa Cettina Militello, intervenuta al primo incontro,
possono offrire un modello concreto di unità. “Fra le tematiche in discussione a
Sibiu – ha spiegato il teologo Liborio Asciutto, presidente del Centro La
Palma” di Cefalù – credo che una priorità sia costituita dall’esigenza di
intensificare i rapporti tra le oltre 150 Chiese presenti in Europa, nel comune
impegno per la crescita umana e spirituale”. Per Liborio Asciutto è necessario,
inoltre stimolare la crescita dell’ecumenismo nelle zone di conflitto, come
nell’Irlanda del Nord, nei Balcani, dove si registrano “rapporti conflittuali
tra cattolici e ortodossi nei Balcani e tra questi e i musulmani”, e nell’Est
europeo, che registra “tensioni tra ortodossi e uniati, ed ortodossi e
cattolici nell’Est europeo”. (A cura di Alessandra Zaffiro)
Il patriarca maronita
Nasrallah Sfeir ha invitato cittadini e politici
ad un impegno comune per “far uscire dal baratro”
il Libano
“La libertà che Dio ha
dato all’uomo è un’arma straordinaria, noi possiamo utilizzarla per fare il
bene o il male e ciò che noi ascoltiamo oggi nelle dichiarazioni dimostra che
siamo più portati ad andare verso il male che verso il bene”. E’ quanto ha
detto ieri nella sua omelia il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, che ha
celebrato una Messa a Bkerke. Il
patriarca Sfeir, scrive l’agenzia AsiaNews, ha lanciato un forte monito “ai
cittadini e ai politici” libanesi perché abbiano “pietà” per il Libano e perché
si uniscano per far “uscire dal baratro” il Paese. Il cardinale Sfeir ha
ricordato l’80mo compleanno di Benedetto XVI e, illustrando il significato
liturgico della domenica “in Albis”, ha indirizzato un messaggio a tutti i
cristiani perché riscoprano il volto di Dio misericordioso e riprendano il
ruolo che hanno svolto per tanti secoli. Intanto il presidente della Camera,
Nabih Berri - che è anche il capo del movimento di Amal, all’opposizione – ha
annunciato intanto che intende convocare il Parlamento il 25 settembre, ma
senza la presenza del governo “incostituzionale”, per procedere alla elezione
del nuovo presidente della Repubblica, al posto dell’attuale, Emile Lahoud, il
cui incarico scade a novembre. Il patriarca Sfeir ha anche ricevuto il generale
Michel Aoun il quale in una dichiarazione ad AsiaNews ha definito l''incontro
“costruttivo e necessario in questa fase storica”. Aoun ha lanciato “dure
critiche contro quelle persone che stanno cercando di capovolgere la tavola
delle trattative, indicando la sua alleanza con Hezbollah come permanente, e
contro coloro negano il pericolo dello scoppio della guerra, affermando che il
tempo della guerra è finito”. Aoun ha anche rinnovato il suo appoggio
incondizionato alla formazione di un governo d’unita nazionale, che rappresenti
tutto il tessuto sociale libanese. (T.C.)
Sul monte delle Beatitudini in Terra Santa c’è un
clima di raccoglimento. Così suor Hiam che chiede maggiore attenzione per i
cristiani dell’Iraq
“Sul Monte delle
Beatitudini si vive sempre un clima di raccoglimento, silenzio e meditazione.
Eppure questa tranquillità è stata di recente interrotta con la guerra del
Libano, che ha pesantemente condizionato la vita di questa porzione di terra
della Galilea”. Sono le parole della suora francescana Hiam, irachena di
Ninive, che si occupa dell’accoglienza dei pellegrini sul posto. All’agenzia
Sir la religiosa racconta dell’ampliamento della struttura ricettiva, che fra
due anni arriverà a 300 posti, e della varietà dei servizi offerti. Il
tentativo – spiega – “è di offrire a tutti un modello di ospitalità basato sul
dialogo, sul rispetto reciproco e sui valori della pace”. Punto chiave è la
condizione dei cristiani in Iraq, che sono costretti a spostarsi verso il nord
del Paese o all’estero. “Non è possibile studiare - dice - e il futuro dei
giovani cristiani è incerto”. Per il solo fatto di “essere cristiani siamo
perseguitati, perciò – prosegue - abbiamo bisogno di tutto, soprattutto di
medici e assistenza sanitaria. L’Occidente – conclude – ha un dovere di carità
verso la popolazione irachena”. (E. B.)
Scozia: In una
lettera pubblicata in vista delle elezioni del 3 maggio,
i vescovi invitano quanti sono chiamati alle urne a
riflettere su famiglia, istruzione e libertà religiosa
Famiglia, scuola,
diritto alla vita e libertà religiosa: invitano a riflettere su questi temi i
vescovi scozzesi nella lettera agli elettori che voteranno per scegliere il
nuovo parlamento il prossimo 3 maggio. Nel documento, riferisce l’agenzia SIR,
i presuli invitano i cittadini ad interrogare i candidati su questioni chiave
per la morale cattolica. Il messaggio, letto in tutte le chiese nell’ultimo
fine settimana, sottolinea che “un conflitto di valori nella società” ha portato
a una legislazione che contraddice profondamente i valori cristiani. Esempio
sono le nuove regole in materia di famiglia introdotte dall’ “Equality Act”, in
vigore dal 30 aprile, che obbligheranno le agenzie di adozione cattoliche ad
equiparare le coppie omosessuali a quelle eterosessuali e i piani del governo
britannico per aggiornare l’arsenale nucleare. Si tratta di novità che, secondo
i presuli scozzesi, “danneggiano non solo il bene della comunità cattolica ma
quello dell’intera umanità" e che “vanno contrastate al momento del voto”.
Allo stesso tempo la lettera mette in risalto che “molti candidati condividono
i valori cristiani” e che vi sono “segni di volontà di avere una autentica voce
cristiana in politica”. (T.C.)
Assemblea generale dei vescovi messicani:
la missione e il servizio
per il triennio 2006-2009
Definire
la missione e il servizio della Conferenza episcopale messicana nel contesto
attuale per il triennio 2006-2009 e aggiornare il messaggio contenuto nella
Lettera Pastorale 2000 “Dall’incontro con Gesù Cristo alla solidarietà con
tutti”: con questi intenti, i vescovi del Messico da oggi sono riuniti a
Cuautitlán Izcalli fino al 20 aprile per la loro 83.ma Assemblea generale. I
lavori saranno divisi in tre momenti: in primo luogo, i vescovi rifletteranno,
alla luce della Lettera Pastorale 2000 e della situazione attuale del Paese,
sui temi chiave che orienteranno i compiti della CEM nel triennio. Attraverso
il dialogo, esposizioni e lavori di gruppo, i presuli stabiliranno le linee da
seguire nell’ambito del secondo momento, che ha per scopo quello di “definire e
approvare l’obiettivo e l’iter della CEM per il triennio 2006-2009”. Infine, i
vescovi messicani prenderanno visione e approveranno i programmi pastorali
delle Commissioni episcopali per il triennio 2006-2009. La Santa Messa di
apertura sarà presieduta dal cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo
primate del Messico. (R.M.)
Pochi i fondi destinati all’istruzione nelle
Nazioni in guerra.
L’Italia all’ultimo posto fra i donatori
dell’Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo economico
I Paesi più ricchi del
mondo destinano solo il 18 per cento dei loro contributi al settore scolastico
nei luoghi in cui si registrano conflitti armati. Il dato, scrive l’agenzia
MISNA, emerge in un rapporto di Save the Children dal quale emerge che le
Nazioni a medio reddito riservano all’istruzione il 49 per cento dei
contributi, mentre quelle a basso reddito il 33 per cento. Nel mondo, dunque,
circa 39 milioni di bambini rischiano di non vedere mai un’aula scolastica. Nei
Paesi in guerra, i donors, secondo la stessa organizzazione, tenderebbero a
considerare prioritari gli aiuti alimentari e quelli destinati alle
infrastrutture. Per quel che riguarda l’Italia - all’ultimo posto dei donatori
dei Paesi Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico)
negli aiuti destinati all’istruzione - il vice-ministro degli Esteri con delega
alla Cooperazione, Patrizia Sentinelli, in un comunicato ha espresso il suo
rammarico per i dati registrati dal rapporto ed ha spiegato che questi “sono il
risultato dei tagli subiti dalla cooperazione in questi anni”. “Questi dati –
ha aggiunto Patrizia Sentinelli – sottolineano come, seppur il nostro paese
abbia una particolare attenzione rispetto ad altri nel finanziare progetti per
bambini che vivono nei cosiddetti ‘Cafs’ (Paesi in stato di guerra o
post-conflitto), questa somma risulti ancora ampiamente insufficiente. Per
questo – ha concluso – siamo stimolati a cambiare registro, come abbiamo già
iniziato a fare, e a lavorare per aumentare sia la quantità degli aiuti che la
loro efficacia attraverso uno snellimento delle procedure d’intervento”. (T.C.)
16 aprile 2007
- A cura di Amedeo Lomonaco -
- In Iraq, 13 soldati iracheni sono stati uccisi a Mossul durante
un attacco compiuto da ribelli. Sul versante politico, intanto, il movimento
che fa capo al leader religioso sciita, Moqtada Al Sadr, ha annunciato
ufficialmente il ritiro dei suoi sei ministri dal governo del premier, Nouri Al
Maliki, per protestare contro la mancata messa a punto di un calendario di
ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq. Ma come si è arrivati a questa
decisione? Giada Aquilino ne ha parlato con Latif Al Saadi,
giornalista iracheno sciita:
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R. -
Questa è un’altra dimostrazione della complicata realtà irachena. E non è la
prima volta che il movimento di Al Sadr adotta un provvedimento del genere,
perché già quando il primo ministro iracheno, Al Maliki, parlò col presidente
americano Bush - dando il via, il 14 febbraio scorso, al piano sulla sicurezza
- il gruppo di Al Sadr minacciò di ritirarsi dal governo. Poi è passato del
tempo e gli uomini del leader sciita sono rientrati a tutti gli effetti
nell’esecutivo. Adesso, hanno attuato la stessa tecnica, ma la situazione è
diversa perchè il movimento di Al Sadr si trova in un momento di debolezza.
All’interno del movimento c’è, infatti, una divisione tra gruppi che vogliono
continuare a portare avanti il processo politico e un gruppo invece, legato
allo stesso Al Sadr, che cerca di tenere il
punto fermo contro gli americani.
D. -
Il governo in generale, al di là delle minacce di Al Sadr, è in pericolo?
R. -
La situazione non è tanto stabile, ma queste tensioni non penso faranno cadere
direttamente il governo. Adesso, in Iraq, è in atto un processo per cambiare la
mappa politica del Paese.
D. -
Cosa vuol dire “cambiare la mappa politica” dell’Iraq?
R. -
Vuol dire che, dopo le elezioni, la gente ha iniziato a capire che la divisione
del potere secondo l’appartenenza settaria ed etnica non è giusta e ha già
creato tanti problemi. Così, diverse forze politiche stanno lavorando per
creare altri tipi di alleanze, basate sul principio della cittadinanza.
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-
L’organizzazione umanitaria Amnesty International ha lanciato un appello
all’Unione Europea e agli Stati Uniti perché prendano delle misure “concrete e
urgenti per aiutare l’Iraq, evitando che il Medio Oriente si trovi ad
affrontare una grave crisi umanitaria”. In un comunicato, diffuso oggi, Amnesty
rivela in particolare che sarebbero almeno 3 milioni e mezzo le persone
sfollate durante il conflitto che da quattro anni coinvolge il Paese arabo. In
Iraq, intanto, continuano a vivere ore di grande paura e angoscia anche i
cristiani del distretto di Dora a Baghdad. Fonti locali hanno riferito di un
ultimatum che sarebbe stato lanciato alle famiglie cristiane di questa zona da
un gruppo estremista islamico: i cristiani - ha minacciato il gruppo islamico -
saranno uccisi se non si convertiranno all’islam.
- In
Afghanistan, continua l’ormai interminabile serie di attentati compiuti dai talebani
contro le forze dell’ordine afghane. L’ultimo attacco, sferrato, questa mattina,
è costato la vita ad almeno 9 poliziotti. Il nostro servizio:
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L’attentato
è avvenuto nel nord est dell’Afghanistan: un attentatore suicida si è fatto
saltare in aria vicino ad un gruppo di poliziotti. L’attacco, rivendicato dai talebani,
ha provocato la morte di almeno 9 agenti. Ma non sono solo le forze dell’ordine
ad essere nel mirino dei ribelli: l’organizzazione umanitaria "Human
Rights Watch" denuncia infatti in un rapporto un incremento di attentati
contro civili. Secondo questo studio, le vittime civili di azioni e agguati
compiuti dai talebani nel 2007 sono almeno 52. Nel rapporto si precisa inoltre
che, nel 2006, almeno 230 persone sono morte in operazioni condotte da forze
della coalizione, a guida statunitense, e della NATO. Nel 2006, i civili morti
in seguito a scontri e attacchi sono stati complessivamente 669. Una commissione di inchiesta afghana ha poi denunciato, nei
giorni scorsi, una strage compiuta in una provincia orientale del Paese
asiatico da soldati americani. Il Pentagono ha ammesso che alcuni marines
hanno sparato contro la folla. L’episodio, che risale
allo scorso 4 marzo, è costato la vita a 12 civili, tra cui due bambini. Fonti
della NATO hanno reso noto, infine, che nella provincia meridionale di Helmand,
roccaforte dei talebani, sono stati uccisi molti leader dei ribelli.
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- Si celebra oggi, in Israele, la “Giornata
della memoria” per commemorare gli oltre 6 milioni di ebrei morti nei campi di concentramento nazisti
durante la Seconda Guerra Mondiale. In tutto il Paese sono risuonate le sirene per ricordare le
vittime della Shoah e ieri si è tenuta a Gerusalemme una cerimonia di commemorazione
al memoriale Yad Vashem. Il nostro servizio:
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Alla cerimonia di ieri, al Memoriale delle
vittime dell’Olocausto, ha partecipato anche il nunzio apostolico in Israele,
l’arcivescovo Antonio Franco. Il presule aveva dichiarato, nei giorni scorsi,
di non voler partecipare alla commemorazione a causa di una didascalia lesiva
della memoria di Papa Pio XII, ritenuto responsabile
- si legge in una breve nota sotto la foto del Pontefice esposta allo Yad Vashem - del “silenzio” e “dell’assenza di
linee guida” per denunciare la Shoah. Poi, l’arcivescovo ha deciso di recarsi
al memoriale perché “quando si incontrano delle difficoltà - ha detto ieri
mons. Franco - occorre sempre cercare una soluzione”. Il nunzio apostolico in
Israele ha successivamente spiegato che “la didascalia non è ancora stata
modificata”, ma da parte del Memoriale - ha aggiunto - sono arrivate
assicurazioni. La questione sarà dunque affrontata, anche perché “quella didascalia
- ha fatto notare mons. Franco - rappresenta ingiustamente l’operato” svolto da
Pio XII. In Israele, ha ricevuto intanto vasta eco la notizia della disponibilità
dello Stato ebraico a discutere con la Lega Araba del piano di pace saudita del
2002 per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Il piano prevede, tra
l’altro, il riconoscimento di Israele da parte del mondo arabo e il ritiro
degli israeliani dai territori occupati durante la guerra del 1967. Ad Israele
è stata offerta, in cambio, la possibilità di riallacciare contatti
commerciali, oltre che diplomatici, con tutti e 22 i Paesi arabi.
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- In occasione del Mercato internazionale dei
contenuti audiovisivi e digitali, che si tiene a Cannes a partire da oggi fino
al prossimo 20 aprile, saranno presentati vari progetti dell'ONU in campo
ecologico. La serie intitolata "Le Nazioni Unite in azione" proporrà,
in particolare, dei cortometraggi sui problemi ecologici nel Mare d'Aral, in
Kazakistan e in Serbia.
- In Ecuador, vittoria con ampio margine dei sì nel referendum sul
progetto di riforma costituzionale voluto dal presidente, Rafael Correa. Lo
spoglio è ancora in corso ma, con il 20 per cento delle schede scrutinate, l’83
per cento dei votanti risulta essersi schierato col capo dello Stato. Il
servizio di Maurizio Salvi:
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Il
presidente Correa ha ottenuto un successo senza discussioni, che gli servirà a
rafforzare il suo progetto politico e a dare il colpo di grazia ai partiti
tradizionali che lo hanno osteggiato in tutti i modi. Risultati ufficiali non
ce ne sono, ma il margine di vittoria è netto, soprattutto se si tiene conto
che l’affluenza è stata superiore alla media storica. Se il referendum sarà
approvato, come ormai sembra scontato, in ottobre si svolgeranno le elezioni
per i membri dell’Assemblea costituente. Avranno il compito di elaborare la
nuova Costituzione, la 20.ma in Ecuador dall’indipendenza del 1830. In quel
momento, ha assicurato il presidente dell’Ecuador, si potrà dare vita ad un
autentico Stato di diritto, con un’adeguata divisione dei poteri ed una
giustizia sottratta alla politica. Si potrà anche stimolare - ha aggiunto
Correa - il decentramento ed una riforma del potere legislativo. Nella prima
conferenza stampa dopo la vittoria, il capo dello Stato ha tra l’altro
annunciato che Quito ha saldato definitivamente ogni debito con il Fondo Monetario
e la Banca Mondiale.
Dall’America
Latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.
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- La
cosiddetta "guerra delle gang" in Brasile provoca la morte di più
minorenni rispetto a quelli rimasti uccisi in seguito a scontri in Medio
Oriente. E’ uno dei dati che emergono da un reportage del quotidiano americano
Washington Post. Secondo le stime indicate dal giornale, sono 1.876 i minorenni
brasiliani morti per violenze avvenute a Rio de Janeiro tra il 2002 e il 2006.
Sono invece 729 le vittime israeliane e palestinesi registrate nello stesso
periodo.
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Nuovi sforzi per risolvere la drammatica situazione della regione sudanese del
Darfur. Il ministro degli Esteri sudanese, Lam Akol, ha annunciato oggi che il
suo Paese ha deciso di accettare la fase due della missione dell’ONU per il
Darfur, compreso l’impiego di elicotteri d’assalto.