RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 98  - Testo della trasmissione di domenica 8  aprile 2007

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Cristo Risorto non è un’illusione. Nella Pasqua del Signore, Benedetto XVI incoraggia i fedeli: anche l’incredulità di Tommaso, provata da tanti cristiani di oggi, può aiutarci a scoprire il Volto di Gesù. Nel Messaggio pasquale la vibrante invocazione del Papa per la pace nel mondo

 

L’amore di Dio, che ha vinto la morte, è più forte anche dell’odio e può illuminare gli “inferi di questo nostro tempo moderno”. Così, ieri sera, il Papa alla Veglia Pasquale in San Pietro. Ai nostri microfoni mons. Angelo Comastri

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Esposta presso il Museo della Basilica di Santa Maria Maggiore la più antica notazione scritta dell'Exultet. Con noi Lucia Bonifaci e mons. Alberto Turco

 

CHIESA E SOCIETA’:

GMG di Sidney 2008: già registrati 780 gruppi per oltre 57 mila pellegrini

 

 La Cappella musicale del Santuario di Loreto festeggia i suoi 500 anni con un ricco programma di concerti e iniziative culturali

 

 E’ già disco d’oro l’album con l'inno per la visita di Benedetto XVI in Brasile: 75 mila copie vendute nel solo giorno in cui è stato lanciato

 

“Denutrizione cronica” per sei milioni di persone in Colombia, secondo il Programma dell’ONU per lo Sviluppo (UNPD)

 

Nello Stato indiano del Tamil Nadu, cristiani e musulmani dalit avranno quote riservate in uffici pubblici e negli istituti scolastici

 

 Aiuto allo sviluppo: in 30 anni, la Caritas italiana ha realizzato oltre 12 mila “microprogetti” in 70 Paesi

 

PASQUA NEL MONDO:

Tra paure e speranze, la Pasqua vissuta dai cristiani nelle terre afflitte dalla violenza e dalla povertà

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 aprile 2007

 

Cristo Risorto non è un’illusione. Nella Pasqua del Signore, Benedetto XVI incoraggia i fedeli: anche l’incredulità di Tommaso, provata da tanti cristiani di oggi, può aiutarci a scoprire il Volto di Gesù. Nel Messaggio pasquale la vibrante invocazione del Papa per la pace nel mondo

 

L’incredulità di Tommaso ci aiuta a scoprire il vero volto di Cristo: nel messaggio pasquale, Benedetto XVI ha parole di incoraggiamento per quanti, pur tra dubbi e incertezze, ricercano con cuore puro l’incontro con Gesù, vero Dio e vero uomo. Il Papa rivolge poi il pensiero a tutti i popoli feriti dalla guerra e dal terrorismo ed esorta i cristiani ad essere apostoli di pace. Il messaggio pasquale e la Benedizione Urbi et Orbi, impartita dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, sono stati preceduti dalla grande Messa di Pasqua in Piazza San Pietro, concelebrata dal Pontefice assieme a numerosi cardinali. Gli eventi sono stati seguiti in mondovisione, mentre oltre cento mila fedeli hanno partecipato al rito sacro riempiendo Piazza San Pietro e parte di via della Conciliazione. Il servizio di Alessandro Gisotti: 

 

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(Surrexit Dominus)

 

Cristo Risorto è “la speranza di un futuro migliore”, uniti a Lui “diventiamo apostoli di pace e messaggeri di una gioia che non teme il dolore”. Sulle note del Surrexit Dominus, Benedetto XVI fa ingresso in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, accorsi da tutto il mondo per la Messa di Pasqua. Sono le 10,30 di una soleggiata mattina primaverile. Ad accogliere il Papa, il calore dei pellegrini ed una festa di suoni e di colori: il sagrato della Basilica Vaticana, come ormai è tradizione da 22 anni, è addobbato con migliaia di fiori offerti dall’Olanda. Prevalgono il bianco e il giallo della bandiera vaticana assieme ad una presenza di rose arancione a dare una sottile nota olandese. Ad accrescere la gioia della Chiesa, la solennità della Pasqua viene quest’anno celebrata nella stessa data da tutti i cristiani.

 

(Stichi e Stichirà)

 

A sottolineare questo annunzio corale della Risurrezione del Signore che unisce le Chiese d’Oriente e d’Occidente, durante la Messa – seguita in mondovisione da 70 emittenti televisive di 40 Paesi – vengono intonati i canti pasquali degli Stichi e Stichirà della liturgia bizantina. Tra le preghiere dei fedeli, per la pace, la difesa della vita, la concordia tra i credenti delle diverse religioni, c’è anche un’invocazione affinché la Risurrezione di Cristo “ravvivi in tutti i cristiani il desiderio di impegnarsi generosamente per giungere alla pienezza” dell’unità fra tutti i battezzati.

 

(Regina Caeli)

 

E’ da poco passato mezzogiorno quando, conclusa la celebrazione eucaristica, e dopo la preghiera mariana del Regina Caeli, il Papa si affaccia dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro per il messaggio pasquale e la Benedizione Urbi et Orbi. Momento tanto atteso e seguito in tutto il mondo, attraverso 108 emittenti televisive di 67 Paesi. Benedetto XVI sceglie per il suo augurio pasquale le parole di San Tommaso, la sua professione di fede: “Mio Signore e mio Dio”. Ricorda come il Risorto viene incontro agli Apostoli, alla loro “incredula sete di certezze”. E’, afferma, un incontro che “non fu sogno, né illusione o immaginazione soggettiva”, “ma esperienza vera”. Anche oggi, constata, l’umanità “attende dai cristiani una rinnovata testimonianza della Risurrezione di Cristo, ha bisogno di incontrarlo”. E si sofferma sull’esperienza di Tommaso:

 

“Se in questo Apostolo possiamo riscontrare i dubbi e le incertezze di tanti cristiani di oggi, le paure e le delusioni di innumerevoli nostri contemporanei, con lui possiamo anche riscoprire con convinzione rinnovata la fede in Cristo morto e risorto per noi. Questa fede, tramandata nel corso dei secoli dai successori degli Apostoli, continua, perché il Signore risorto non muore più. Egli vive nella Chiesa e la guida saldamente verso il compimento del suo eterno disegno di salvezza”.

 

Ciascuno di noi, prosegue il Papa, “può essere tentato dall’incredulità di Tommaso”. Il male e le ingiustizie specie quando colpiscono gli innocenti ed in particolare i bambini, si chiede il Santo Padre, “non mettono forse a dura prova la nostra fede?”

 

“Eppure paradossalmente, proprio in questi casi, l’incredulità di Tommaso ci è utile e preziosa, perché ci aiuta a purificare ogni falsa concezione di Dio e ci conduce a scoprirne il volto autentico: il volto di un Dio che, in Cristo, si è caricato delle piaghe dell’umanità ferita”.

 

Tommaso, spiega, riceve dal Signore il dono di una fede provata dalla passione e morte di Gesù e questo dono lo trasmette a sua volta alla Chiesa. “La fede che era quasi morta – è la sua riflessione – è rinata grazie al contatto con le piaghe di Cristo”, ferite che non ha nascosto, “ma ha mostrato e continua a indicarci nelle pene e nelle sofferenze di ogni essere umano”. Proprio quelle piaghe, dapprima ostacolo alla fede per Tommaso diventano “prova di un amore vittorioso”. E sottolinea che “solo un Dio che ci ama fino a prendere su di Sé le nostre ferite e il nostro dolore, soprattutto quello innocente, è degno di fede”. E quante ferite, riconosce il Papa, quanto dolore nel mondo:

 

“Penso al flagello della fame, alle malattie incurabili, al terrorismo e ai sequestri di persona, ai mille volti della violenza - talora giustificata in nome della religione - al disprezzo della vita e alla violazione dei diritti umani, allo sfruttamento della persona”.

 

Il Papa ricorda le calamità naturali e tragedie umane che hanno colpito di recente il Madagascar, le isole Salomone e l’America Latina. E guarda con apprensione al Darfur e ai Paesi vicini dell’Africa dove “permane una catastrofica e purtroppo sottovalutata situazione umanitaria”. Preoccupazione viene espressa anche per la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, dove i saccheggi delle ultime settimane fanno temere per il futuro del processo democratico. Il Papa si sofferma anche sulla situazione in Somalia dove la ripresa dei combattimenti allontana la prospettiva della pace e sulla crisi che attanaglia lo Zimbabwe. Invoca così la pace per Timor Est, alla vigilia di importanze scadenze elettorali. Di pace, sottolinea, ha bisogno anche lo Sri Lanka alla ricerca di “una soluzione negoziata” e l’Afghanistan “segnato da crescente inquietudine e instabilità”. Quindi, il pensiero va al Medio Oriente:

 

“In Medio Oriente, accanto a segni di speranza nel dialogo fra Israele e l’Autorità palestinese, nulla di positivo purtroppo viene dall’Iraq, insanguinato da continue stragi, mentre fuggono le popolazioni civili; in Libano lo stallo delle istituzioni politiche minaccia il ruolo che il Paese è chiamato a svolgere nell’area mediorientale e ne ipoteca gravemente il futuro”.

 

Il Pontefice non dimentica poi le difficoltà che affrontano ogni giorno le comunità cristiane e “l’esodo dei cristiani dalla Terra benedetta che è la culla della nostra fede”. E conclude il messaggio con parole di incoraggiamento per tutta l’umanità:

 

“Cari fratelli e sorelle, attraverso le piaghe di Cristo risorto possiamo vedere questi mali che affliggono l’umanità con occhi di speranza. Risorgendo, infatti, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice con la sovrabbondanza della sua Grazia. Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore. Ci ha lasciato come via alla pace e alla gioia l’Amore che non teme la morte”.

 

Il Papa, che nel pomeriggio si recherà nella sua residenza di Castel Gandolfo, rivolge poi gli auguri di Pasqua in 62 lingue dall’arabo al cinese, dal tedesco sua lingua madre al samoano e ancora in latino, aramaico ed esperanto. Il primo saluto, come da tradizione, è in lingua italiana:

 

“Buona Pasqua a voi, uomini e donne di Roma e d’Italia! Il messaggio di speranza, di fraternità e di pace, che ogni anno in questo Giorno santo si rinnova con vigore, giunga agli abitanti dell’amata Nazione italiana, e rechi, soprattutto alle famiglie, la gioia e la serenità del Signore risorto”.

 

(applausi)

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L’amore di Dio, che ha vinto la morte, è più forte anche dell’odio e

può illuminare gli “inferi di questo nostro tempo moderno”.

Così, ieri sera, il Papa alla Veglia Pasquale

 

L’amore di Dio è più forte della morte. Con la Risurrezione di Cristo l’uomo può giungere a Dio, aggrappato a Gesù, con la certezza di trovarsi tra le mani buone del Padre. Questo il cuore dell’omelia pronunciata da Benedetto XVI, ieri sera, durante la Veglia Pasquale nella Basilica Vaticana. Nel corso della celebrazione, il Papa ha battezzato 2 bambini e 6 donne: due cinesi, due giapponesi, una cubana e una camerunense. Toccante la preghiera del Santo Padre rivolta a Dio al termine dell’omelia: “Signore, dimostra anche oggi che l’amore è più forte dell’odio”, ha detto il Papa, discendi “negli inferi di questo nostro tempo moderno”. Il servizio di Tiziana Campisi:  

 

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(Musica)

 

“Discendendo nella notte della morte”, Gesù ha portato “a compimento il cammino dell’incarnazione”, “la mano del Padre lo ha sorretto”, “e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere”, conducendo l’uomo al Padre. La Pasqua è questo, ha spiegato Benedetto XVI: “Il viaggio di Cristo fin nelle profondità estreme della terra” per portare la luce:

 

“Sono risorto e ora sono sempre con te’, dice a ciascuno di noi. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce”.

 

La Risurrezione di Cristo non è altro che aprirsi alla fiducia in Dio, ha aggiunto il Papa ricordandoci che Dio “non ci lascia mai cadere dalle sue mani” che “sono mani buone”. Con Cristo viviamo un “nuovo inizio”, ha sottolineato poi il Santo Padre, così come nel Battesimo nasciamo a vita nuova:

 

“Nel Battesimo abbandoniamo noi stessi, deponiamo la nostra vita nelle sue mani, così da poter dire con san Paolo:Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’. Se in questo modo ci doniamo, accettando una specie di morte del nostro io, allora ciò significa anche che il confine tra morte e vita diventa permeabile. Al di qua come al di là della morte siamo con Cristo e per questo, da quel momento in avanti, la morte non è più un vero confine. Paolo ce lo dice in modo molto chiaro nella sua Lettera ai Filippesi: ‘Per me il vivere è Cristo!’”.

 

 “Nel Battesimo – ha spiegato – insieme con Cristo, abbiamo già fatto il viaggio cosmico fin nelle profondità della morte”, “accolti da Lui nel suo amore, siamo liberi dalla paura”. Quindi, il Papa si è soffermato sul modo in cui Cristo ha vinto la morte:

 

“La porta della morte è chiusa, nessuno può tornare indietro da lì. Non c’è una chiave per questa porta ferrea. Cristo, però, ne possiede la chiave. La sua Croce spalanca le porte della morte, le porte irrevocabili. Esse ora non sono più invalicabili. La sua Croce, la radicalità del suo amore è la chiave che apre questa porta. L’amore di Colui che, essendo Dio, si è fatto uomo per poter morire – questo amore ha la forza per aprire la porta. Questo amore è più forte della morte”.

 

E amore che vince la morte sono anche le “ferite” di Gesù, ha proseguito il Santo Padre. Entrando “nel mondo dei morti”, Cristo “porta le stimmate”, ma “i suoi patimenti sono diventati potenza”. “L’atto estremo dell’amore” di Gesù è “il suo morire” e il prendere “per mano Adamo, tutti gli uomini in attesa”, e il portarli alla luce, verso Dio:

 

“Solo il Cristo risorto può portarci su fino all’unione con Dio, fin dove le nostre forze non possono arrivare. Egli prende davvero la pecora smarrita sulle sue spalle e la porta a casa. Aggrappati al suo Corpo noi viviamo, e in comunione con il suo Corpo giungiamo fino al cuore di Dio. E solo così è vinta la morte, siamo liberi e la nostra vita è speranza. È questo il giubilo della Veglia Pasquale: noi siamo liberi”.

 

E nel concludere la sua omelia, Benedetto XVI ha voluto pregare perché l’amore di Dio, forte più della morte, possa vincere anche l’oscurità dei giorni nostri:

 

“Signore, dimostra anche oggi che l’amore è più forte dell’odio. Che è più forte della morte. Discendi anche nelle notti e negli inferi di questo nostro tempo moderno e prendi per mano coloro che aspettano. Portali alla luce! Sii anche nelle mie notti oscure con me e conducimi fuori! Aiutami, aiutaci a scendere con te nel buio di coloro che sono in attesa, che gridano dal profondo verso di te! Aiutaci a portarvi la tua luce! Aiutaci ad arrivare alsì’ dell’amore, che ci fa discendere e proprio così salire insieme con te!”.

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La fede nella Risurrezione è dunque al centro del Cristianesimo. Come dice San Paolo, senza la Risurrezione è vana la nostra fede: ecco in proposito la riflessione dell’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato del Vaticano, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Perché la religione cristiana poggia tutto sul futuro. Noi aspettiamo un nuovo giorno, un nuovo giorno che però è già iniziato, è già iniziato in Cristo Risorto. Il dolore già è vinto, la cattiveria già è sconfitta, e sapere questo è qualcosa di straordinario. Per questo anche in mezzo alle tribolazioni, anche in mezzo alle prove, anche in mezzo alle persecuzioni, la Chiesa canta, può cantare alleluia perché il più bello deve ancora venire, il più bello deve ancora compiersi e noi sappiamo qual è questo compimento: è Gesù Risorto. Noi stiamo camminando in quella direzione, stiamo aspettando Cieli nuovi e Terra nuova, cioè la Risurrezione, nostra e della creazione, cioè la liberazione totale dal peccato. Quanto è bello avere questa certezza, quanto è bello camminare nel mondo sapendo che i passi vanno verso una meta. Una delle sofferenze più grosse della società di oggi sta proprio nell’essersi convinta che tutto vada verso il niente. Ernesto Hemingway disse parole terribili:Tutto è niente, tutto è nada’. Invece il Cristianesimo dice: "No, tutto è Risurrezione, tutto approda verso la Risurrezione". I giorni che noi viviamo, le fatiche che noi sopportiamo, le pene che noi proviamo non sono altro che piccoli passi, i passi dell’esilio, le fatiche dell’esilio, i disagi dell’esilio, i disagi del pellegrino se vogliamo, ma approdano a una meta, approdano alla festa, e arriverà il giorno in cui ci toglieremo gli abiti del pellegrino e indosseremo gli abiti della festa, gli abiti della Risurrezione.

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OGGI IN PRIMO PIANO

8 aprile 2007

 

 

Esposta presso il Museo della Basilica di Santa Maria Maggiore

la più antica notazione scritta dell'Exultet

 

Scampato al terremoto del 1915 e ai bombardamenti bellici del ’44, lo straordinario rotolo pergamenaceo di Avezzano, che riporta la più antica notazione scritta dell’“Exultet”, è esposto al pubblico presso il Museo della Basilica di Santa Maria Maggiore fino al 26 aprile. Il servizio di A.V.:

 

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E’ il canto della Resurrezione, l’Exultet, e grazie alla Fondazione pro Musica e Arte Sacra anche l’arcaica melodia contenuta nel rotolo pergamenaceo viene resuscitata all’ascolto, riportandoci all’uso liturgico dell’XI secolo. La musicologa Lucia Bonifaci:

 

“All’inizio della veglia pasquale, mano a mano che il cero pasquale veniva acceso e quindi gradatamente illuminava la notte, il diacono dall’ambone intonava “Exultet”. Nel momento in cui l’assemblea guardava verso l’alto la fonte della luce, il cero pasquale, ascoltava da questa fonte il canto e guardava questa pergamena che si srotolava davanti ai suoi occhi. E’ una specie di sacra rappresentazione, un oggetto che ci rimanda ad una idea della liturgia cristiana multimediale perché nello stesso momento il fedele guarda, ascolta il canto e prega, inserito in una sorta di rappresentazione della Salvezza”.

 

La trascrizione moderna si deve a mons. Alberto Turco, docente di Canto gregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra. Il 21 aprile, mons. Turco dirigerà la prima esecuzione assoluta dell’Exultet:

 

“Non vi è tanto un tornare all’antico facendo il gregoriano perché il gregoriano ha superato i limiti del tempo ed è, possiamo dire, ancora attuale. E’ che gli studi portano ad una interpretazione sempre più avvincente dove la melodia è in funzione del testo e solo comprendendo, assimilando il testo liturgico, si comprende il perché il compositore abbia scelto  certi movimenti melodici”.

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CHIESA E SOCIETA’

8 aprile 2007

 

GMG di Sidney 2008: già registrati 780 gruppi per oltre 57 mila pellegrini

 

A poco più di un mese dall’apertura del 2 marzo scorso, sono più di 57 mila i pellegrini, suddivisi in 780 gruppi, che hanno già espresso la loro intenzione di andare a Sydney, in Australia, per la GMG del luglio 2008. A renderlo noto è il numero di aprile di “e-Pilgrimage”, la newsletter mensile che il Comitato organizzatore di Sidney ha realizzato per preparare, anche spiritualmente, i giovani alla GMG australiana. “Le iscrizioni procedono molto bene – affermano rappresentanti del Comitato, citati dall’agenzia SIR – diversi capigruppo ci stanno contattando per chiedere informazioni”. “La registrazione di gruppo – precisano – non è impegnativa, ma ci aiuta ad avere un’idea concreta del numero di pellegrini da accogliere, dandoci la possibilità di organizzarci in maniera adeguata. A metà anno – concludono – contiamo di aprire le registrazioni individuali. Sarà quello anche il momento in cui i capigruppo potranno aggiungere nomi e dati personali dei loro pellegrini, e tenerci informati sullo stato delle prenotazioni dei voli”. Circa il sistema dei trasporti, il Comitato si è impegnato a dare informazioni sul rilascio dei visti per i pellegrini internazionali quanto prima, grazie alla collaborazione “fattiva” del governo australiano, che non solo ha eliminato le tasse sui visti, ma ha reso il procedimento di rilascio semplice e veloce. L’ultimo numero di “e-Pligrimage” è dedicato alla speranza e si può scaricare da www.wyd2008.org. (R.M.)

 

 

La Cappella musicale del Santuario di Loreto festeggia i suoi 500 anni

con un ricco programma di concerti e iniziative culturali

 

In occasione dei 500 anni della Cappella musicale di Loreto, realtà ancora più antica delle Cappelle romane Giulia e Sistina, il Santuario mariano della Santa Casa ospiterà dal prossimo 11 aprile un ricco programma di manifestazioni e iniziative culturali. Girolamo Valenza, presidente dell’associazione ‘Virgo Laurentana’, spiega che la filosofia del programma è quella di “riscoprire la musica sacra nel luogo di origine dove nacque e fu pensata”. Le numerose iniziative – riferisce il quotidiano Avvenire – sono state promosse con l’alto patronato del presidente della Repubblica e il ministero per i Beni e le Attività Culturali. Presidente del Comitato d’onore della rassegna è l’arcivescovo di Loreto, mons. Gianni Danzi. La Cappella è stata istituita con decreto di Papa Giulio II nell’ottobre del 1507: questo mezzo millennio verrà ripercorso da una mostra documentaria allestita al Museo Pinacoteca del Palazzo Apostolico, che rimarrà aperta fino al grande Convegno che costituirà, il 20 e 21 ottobre, l’altro momento importante delle celebrazioni, sul tema: “Cinque secoli di storia delle cappelle musicali europee. La musica presso il Santuario di Loreto”. Uno dei momenti più significativi sarà il concerto inaugurale, l’11 aprile, nel Santuario della Santa Casa, che prevede il “Saluto a Maria”, eseguito da tutti i cori partecipanti. Sarà possibile ascoltare anche on-line tutti i concerti in programma, collegandosi al sito www.rassegnalauretana.it. (F.L.)

 

 

 

 

 

 

 

E’ già disco d’oro l’album con l'inno per la visita di Benedetto XVI

in Brasile: 75 mila copie vendute nel solo giorno in cui è stato lanciato

 

Il CD “Benedetto, benedetto colui che viene nel nome del Signore”, che contiene l’inno composto per la visita di Benedetto XVI in Brasile nel maggio prossimo, è stato presentato il 25 marzo scorso e nello stesso giorno è diventato “Disco d’Oro” per aver venduto 75 mila copie. Il CD è stato presentato nella chiesa di Nostra Signora di Aparecida, il più grande Santuario dei brasiliani, dove il Papa giungerà in occasione della V Conferenza del Consiglio episcopale latinoamericano e del Caribe. L’inno è stato composto dal religioso Luiz Turra, che ha vinto un concorso organizzato dall’episcopato brasiliano, al quale hanno partecipato quindici composizioni. “E’ un lavoro artistico di grande qualità, che esprime l’affetto del popolo brasiliano nell’accogliere il Papa”, ha affermato il direttore artistico dell’album, il sacerdote Josafá Moraes, citato dall’agenzia Zenit. “La musica è facile da imparare e speriamo che al Papa, che è pianista, piaccia tanto quanto a Papa Giovanni Paolo II piacque quella che avevamo composto durante la sua seconda visita in Brasile”, ha affermato l’arcivescovo di Aparecida, mons. Raymundo Damasceno Assis, ricordando la composizione dal titolo “La tua benedizione, Giovanni di Dio”, che ancora oggi viene interpretata in alcune cerimonie religiose. L’album viene venduto a 9,90 Reais (circa 3,6 Euro) insieme a un’immagine di Benedetto XVI. (R.M.)

 

 

“Denutrizione cronica” per sei milioni di persone in Colombia, secondo

 il Programma dell’ONU per lo Sviluppo (UNPD)

 

Sei milioni di colombiani, pari al 13,6% della popolazione, soffrono di “denutrizione cronica”, soprattutto tra le comunità indigene e afro-colombiane: è quanto emerge da un Rapporto del Programma dell’ONU per lo Sviluppo (UNPD), citato dall’agenzia MISNA. La situazione – sostiene lo studio – si aggrava sensibilmente nella regione della costa occidentale del Pacifico, nei dipartimenti di Chocó, Cauca e Nariño, dove a soffrire le conseguenze della fame è il 24% della popolazione locale. Il Rapporto giunge a pochi giorni dalla denuncia della ‘Defensoría del Pueblo’ (ufficio per i diritti civili), secondo cui, per la “disattenzione” delle autorità locali, sono almeno 37 i bambini morti per malnutrizione negli ultimi due mesi in Chocó, regione che si estende per 46 mila chilometri quadrati, popolata da 360 mila persone distribuite in remoti villaggi situati lungo le rive di fiumi, dove la rete stradale è praticamente inesistente. Un’accusa rilanciata anche dal direttore della Pastorale indigena di Chocó, padre Alberto Parra, citato dal quotidiano El Espectador, che ha riferito di oltre 78 decessi avvenuti nell’ultimo anno tra i bambini della regione. Dopo aver minimizzato inizialmente l’emergenza, il governo centrale di Bogotá si è attivato per distribuire generi di prima necessità nella zona del Carmen del Darién, la più colpita dalla crisi. (R.M.)

 

Nello Stato indiano del Tamil Nadu, cristiani e musulmani dalit avranno quote riservate in uffici pubblici e negli istituti scolastici

 

Cristiani e musulmani dalit del Tamil Nadu, nell’India meridionale, avranno quote riservate in uffici pubblici e negli istituti scolastici, dopo che la Corte Suprema avrà emesso il suo verdetto sulla concessione di pari diritti ai cristiani fuori casta, atteso entro la fine di maggio. Lo ha annunciato il governo dello Stato, citato dall’agenzia del PIME, AsiaNews. Il chief minister, Karunanidhi, ha spiegato l’intenzione di concedere ai fuori casta delle due comunità lo status di Scheduled Caste (SC), precisando che i dettagli sull’entità delle quote riservate saranno resi noti dopo consultazioni con i vari partiti politici alleati del Dravida Munnetra Kazhagam (DMK), al potere in Tamil Nadu. I dalit non indù in tutta l’India hanno perso lo status di SC nel 1950, ma mentre i sikh e i buddisti lo hanno recuperato negli ultimi anni, cristiani e musulmani aspettano ancora di essere reintrodotti nelle quote. Il DMK aveva inserito le richieste dei fuori casta nel suo manifesto politico per le elezioni parlamentari del 2006. In occasione della firma del bilancio statale dell’anno scorso, il governo aveva assicurato misure concrete per le quote alle minoranze e aveva invitato Delhi a fare la stessa cosa su scala nazionale. (R.M.)

 

 

Aiuto allo sviluppo: in 30 anni, Caritas italiana ha realizzato oltre

12 mila “microprogetti” in 70 Paesi

 

Da quando Caritas italiana ha avviato, nel 1976, la possibilità di finanziare “microrealizzazioni” nei Paesi in via di sviluppo, sono stati oltre 12 mila i progetti finanziati: lo rende noto il mensile Italia Caritas, citato dall’agenzia SIR, che nel numero di aprile ricorda il primo progetto “micro”, di quasi due milioni di lire, per la promozione professionale della popolazione di Balsas, in Brasile. Dal 1976 al 1990 i “microprogetti” realizzati sono stati più di 3.500. Negli ultimi quindici anni, il loro numero e stato di 8.634, con una media annuale di 575 piccoli interventi. Strade, pozzi, canali, forniture di sementi o animali, attrezzature per l’agricoltura e l’artigianato, arredi scolastici, dotazioni di medicinali, e tanti altri interventi, suggeriti dalla quotidianità del bisogno o dalla fantasia di comunità desiderose di emanciparsi. Sono state quasi tre milioni le persone che hanno beneficiato, direttamente o indirettamente, di questa forma di finanziamento, in oltre 70 Paesi dei cinque continenti. Solo nell’arco del 2006, Caritas italiana ha realizzato 499 “microprogetti” di sviluppo in 52 Paesi, per un importo indicativo di 1.650.000 euro. Nel 2007, sono già molti gli interventi in attesa di realizzazione. (R.M.)

 

 

PASQUA NEL MONDO

8 aprile 2007

 

- A cura di Isabella Piro -

 

 

- Nel giorno di Pasqua, dal Medio Oriente, giungono segnali di speranza per la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, rapito da miliziani palestinesi il 25 giugno scorso. Lo Stato ebraico ha, infatti, ricevuto una lista di nomi di detenuti palestinesi da liberare in cambio di Shalit. Si tratta di un passo avanti nelle trattative, dunque, che sembra raccogliere l’invito a “spezzare il cerchio di altre violenze” lanciato stamani dal patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, durante la liturgia eucaristica pasquale, presieduta nella Basilica del Santo Sepolcro. Ci riferisce Graziano Motta:

 

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I cristiani di Gerusalemme vivono stamani la pienezza della Pasqua per la forza della speranza che ci viene dalla Risurrezione, ha detto il patriarca Sabbah nell’omelia della Messa solenne celebrata proprio dove questa avvenne, davanti al sepolcro vuoto di Gesù. Attorno a lui, nella rotonda dell’Anastasi, pellegrini venuti da ogni parte del mondo. La sua meditazione si è sviluppata sulla gioia spirituale per la vittoria di Gesù sulle sue sofferenze e sulla morte. Il mistero della sofferenza, ha affermato, è ancora la strada della vita; "il mistero del peccato che apparve fin dall’inizio della storia umana con un fratricidio, continua finora ovunque nel mondo e qui nella nostra terra…” Bene e male si aggrovigliano nella nostra vita personale e nei rapporti tra i popoli. E tuttavia abbiamo ricevuto da Dio l’ordine di essere perfetti e Santi, come Egli è, il che significa che "ci ha dato il potere di adempiere quel che ci chiede”. Da qui l’esortazione del patriarca, con le parole della prima lettera di san Pietro, a ubbidire alla verità, ad amarci tutti come fratelli, a comportarci da uomini liberi “senza utilizzare la libertà come un velo”. Lo spirito della Pasqua, ha aggiunto, invita tutti coloro che in questa terra della Risurrezione e della libertà hanno la responsabilità della pace e della guerra a far cessare finalmente un secolo di conflitto e di impotenza umana a superarlo, quarant’anni di occupazione e di impotenza a rimuoverla. Ha rivolto poi un invito a ricorrere a nuovi criteri, a una nuova visione che spezzi il cerchio di altre violenze. Un appello segnato dall’augurio agli israeliani, agli ebrei, di celebrare una Pasqua di santità, di libertà e di pace, e dall’augurio di libertà e di fine delle sofferenze al popolo palestinese, a cristiani e musulmani . “La nostra festa di Pasqua - ha concluso - è una preghiera per tutti, un rinnovamento del nostro amore per tutti”. 

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

 

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- Ci spostiamo ora in Asia, dove la Pasqua è stata anticipata dal fuso orario: particolarmente toccanti le celebrazioni nelle isole Salomone, in Oceania, duramente colpite dallo tsunami della settimana scorsa, mentre a Timor Est è risuonato l’appello ed evitare le violenze lanciato dal presidente Xanana Gusmao, in vista delle elezioni presidenziali di domani. Nuovi Battesimi si registrano invece in Cina, come riferisce Bernardo Cervellera:

 

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Almeno 800 adulti sono stati battezzati, ieri notte, nelle diverse chiese ufficiali di Pechino; più di mille se si includono anche quelli della chiesa non ufficiale, celebrati di nascosto. Fra i nuovi battezzati, vi sono persone benestanti, professionisti, professori universitari, giovani studenti e poveri migranti. Nel Paese dominato da decenni di materialismo comunista e poi dall’egoismo consumista, la domanda religiosa è altissima. Non diminuisce però la persecuzione. Due sacerdoti della diocesi di Wenzhou sono stati condannati a 9 e 11 mesi di prigione: erano andati a Roma in pellegrinaggio, uscendo illegalmente dalla Cina. Molte comunità sotterranee non hanno avuto le celebrazioni pasquali perché la polizia, in occasione delle feste, ha aumentato il dispiego delle forze. Nuovi Battesimi sono stati celebrati in Hong Kong, Mongolia, Giappone, India, Vietnam, Cambogia. Anche in Thailandia vi sono nuovi cristiani, anzitutto fra le tribù dei monti, per i quali diventare cristiano significa entrare in un mondo dove non si ha più paura degli spiriti cattivi, e dove si riceve aiuto nell’educazione e nella sanità. Ma vi sono conversioni anche fra i buddisti delle città, grazie soprattutto all’amicizia e all’amore quotidiano dei cristiani. In Sri Lanka, le chiese del sud hanno inviato gli aiuti raccolti durante la Quaresima ai 200 mila profughi del nord e nord est, sotto le violenze della guerra fra esercito e Tigri Tamil, che cerca di dividere il Paese. In Corea, la Pasqua come vittoria della Vita, è focalizzata contro la cultura di morte dell’aborto e la manipolazione degli embrioni, con forti critiche al governo che finanzia laboratori per lo studio di cellule staminali embrionali. In Indonesia, Iraq, Pakistan, pur nella tensione creata dal terrorismo islamico, i fedeli non hanno rinunciato alle celebrazioni pasquali. Anche qui vi sono Battesimi di adulti, ma spesso di nascosto per evitare le accuse di proselitismo o di apostasia dall’Islam.

 

Per la Radio Vaticana, Bernardo Cervellera.

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- Anche oggi l'Afghanistan si conferma un Paese "segnato da crescene inquietudine e instabilità", come ricordato da Benedetto XVI: sarebbe, infatti, stato ucciso dai talebani Admjal Nashkbandi, l'interprete del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo. Lo ha detto il portavoce del capo militare dei ribelli, il mullah Dadullah, intervistato dall'agenzia Reuters, spiegando che l'esecuzione di Nashkbandi è avvenuta per il riufiuto del governo afgano di effettuare uno scambio con i combattenti detenuti. La vittima era stata rapita il 5 marzo scorso nella provincia di Helmand, nell'Afghanistan meridionale, insieme a Mastrogiacomo.

 

- E il terrorismo non concede tregua neppure in Iraq, neanche nella domenica di Pasqua: almeno 17 i morti e 20 i feriti nell’esplosione di un’autobomba a Mahmudiya, cittadina sciita a sud di Baghdad. Intanto, è stata fissata per il 3 e 4 maggio prossimi la conferenza internazionale per la sicurezza e la stabilizzazione del Paese. L’incontro si terrà a Sharm el Sheik, in Egitto, e vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Siria, Iran, Stati Uniti e Italia.

 

- È stata invece rinviata la conferenza di riconciliazione per la Somalia, programmata per il 16 aprile. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri somalo, Ismail Hurre, ribadendo che comunque le Corti islamiche non siederanno al tavolo delle trattative. L’Africa continua, dunque, ad essere un continente martoriato. Ma nel giorno di Pasqua, si vedono anche semi di speranza. Ce ne parla Giulio Albanese:

 

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Mary è una ragazza della baraccopoli di Kybera, a Nairobi: all’età di 8 anni inizia a battere le strade della città chiedendo l’elemosina, con gli altri “street children”, i bambini di strada. Poi, d’accordo con la mamma alcolizzata, inizia a prostituirsi per guadagnare qualcosa in più. Ha appena 12 anni. Per lei la scuola costa troppo e dunque rimane un sogno nel cassetto. Racconta che sua madre aveva una mano ruvida con cui la schiaffeggiava, se la figlia non trovava clienti e un’altra liscia con cui l’accarezzava se invece faceva il suo dovere. Il giorno in cui quella povera madre muore di AIDS, il giorno di Pasqua del 2000, Mary gliele bacia tutte e due, tra un bagno di lacrime. Oggi Mary ha 20 anni, un figlio senza padre e gestisce un piccolo chiosco di frutta e verdura alla periferia della capitale kenyana. Per lei, la Pasqua è la festa della Risurrezione di Cristo e coincide con la Messa in suffragio di sua madre. Il suo parroco è riuscito a strapparla di strada: sì, oggi Mary non fa più la prostituta. “Dobbiamo ammettere – racconta padre John – che questa ‘sindrome di Caino’, patologia che seppellisce un bambino al battere di ogni secondo, 60 ogni minuto, 3.600 ogni ora, 86.400 ogni 24 ore, rende imbarazzante guardare le lancette dell’orologio. Questa civiltà che riduce i bimbi al rango di mendicanti nelle periferie, è la stessa che distrugge i raccolti, ignora il buco nell’ozono, abbatte il bestiame, spreca di milioni di ettolitri di latte. Eppure, ipernutriti o affamati, ricchi o poveri, occidentali o africani, appartengono tutti alla stessa famiglia: misteriosamente umana e divina, che vuole ‘passare le acque del Mar Rosso’”. Per Mary, questa è Pasqua.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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- Andiamo ora in America Latina, dove nella Domenica della Risurrezione è tradizione portare in corteo l’immagine di Maria addolorata e quella del Cristo Risorto. Il servizio di Luis Badilla:

 

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“Domingo de gloria” più che Pasqua: infatti, nella quasi totalità delle nazioni latinoamericane si preferisce usare la prima espressione per indicare la massima solennità dell’anno liturgico e con ciò si desidera esaltare la condizione nuova e la gloria del Cristo Risorto, nonché le energie divine che scaturiscono dalla sua vittoria sul peccato e sulla morte. E la pietà popolare, seguendo l’affermazione liturgica, secondo cui Dio ha riempito di gioia la Vergine nella Risurrezione del Figlio, associa il Figlio alla Madre nell’ora del dolore e della morte ma anche nell’ora del gaudio e della Risurrezione. In molti luoghi della regione, la mattina di Pasqua, due cortei, l’uno recante l’immagine della Madre addolorata, l’altro quella del Cristo risorto, s’incontrano per significare che la Vergine fu la prima e piena partecipe del mistero della Risurrezione del Figlio. E come accade da diversi secoli, anche oggi, sarà così dal Rio Grande alla Patagonia. I popoli latinoamericani, alla gioia per il Cristo risorto che dona la vita nuova associano Maria Vergine, affidando alla sua intercessione le speranze per il futuro, in particolare, la famiglia, la realtà sociale più insediata non solo dai venti tempestosi del laicismo e del relativismo morale ma anche dalle grandi iniquità sociali nonostante la ricchezza complessiva sia in crescita. Risuona così, da un confine all’altro, un’accorata invocazione in difesa della vita umana poiché, come ha ricordato il cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz in Bolivia, “senza la Pasqua non ci sono soluzioni per i problemi dell’umanità”.

 

Luis Badilla, Radio Vaticana.

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- Ci spostiamo in Europa, precisamente in Spagna, da dove arrivano segnali di distensione tra il governo e l’Eta. In un’intervista rilasciata al giornale locale ‘Gara’, i separatisti si dicono pronti ad una tregua definitiva se cesserà l’offensiva spagnola contro la regione basca e se il partito militante di Batasuna, ritenuto fuori legge, potrà partecipare alle prossime elezioni locali.

 

- Infine, in Italia, a Roma: oggi migliaia di persone hanno aderito alla Marcia contro la pena di morte organizzata, tra gli altri, dalla Comunità di Sant’Egidio, da Nessuno Tocchi Caino e dal Campidoglio. Insieme al presidente del Consiglio, Romano Prodi, hanno sfilato anche molti ministri. L’iniziativa vuole sostenere il governo italiano per la presentazione di una risoluzione per una moratoria della pena di morte presso l’assemblea generale dell’ONU. Partito dal Piazza del Campidoglio, il corteo ha raggiunto Piazza San Pietro dove ha assistito alla Benedizione ‘Urbi e Orbi’ del Papa.