RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 93 - Testo della trasmissione di martedì 3 aprile 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Dal Papa il presidente polacco Kaczynski. Con noi il presidente
Nelle Grotte vaticane la veglia di preghiera per
Giovanni Paolo II
Oggi su "L'Osservatore Romano"
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
I vescovi polacchi chiedono che la difesa della vita sia
garantita dalla Costituzione
Cambogia: conclusa la visita ufficiale del nunzio apostolico,
mons. Salvatore Pennacchio
Si aggrava la crisi politica in Ucraina
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3 aprile 2007
"Un uomo
progressivamente conformato da Dio al suo Cristo".
Così Benedetto XVI alla Messa di suffragio per Papa
Wojtyla
Una luminosa
testimonianza di amore per Cristo, il cui “profumo” ha riempito il mondo
intero. E’ questo in sintesi il ritratto che del Servo di Dio Giovanni Paolo
II, ha tracciato Benedetto XVI presiedendo ieri pomeriggio la
Messa in suffragio di Papa Wojtyla, a due anni dalla sua scomparsa e nel giorno
della chiusura della fase diocesana della Causa di Beatificazione. Numerosi i
fedeli in Piazza San Pietro. Ha seguito la celebrazione per noi Paolo Ondarza:
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(Canto)
“Cristo era veramente
il suo tutto”. Ha parlato così di Giovanni Paolo II, a due anni dalla dipartita
“verso la casa del Padre”, Papa Benedetto XVI, più volte interrotto
dagli applausi della piazza:
(Applausi)
Come l’olio profumato
versato da Maria di Betania sui piedi di Cristo, così
il profumo lasciato da Papa Wojtyla “ha riempito tutta la casa”, cioè tutta la
Chiesa ed è traboccato “in ogni regione del mondo, tanto era forte ed intenso”
raggiungendo credenti e non:
“Ne abbiamo
approfittato noi che gli siamo stati vicini, ma ne hanno potuto godere quanti
lo hanno conosciuto da lontano. Quello che è accaduto dopo la sua morte è stato
per chi crede effetto di quel profumo che ha raggiunto tutti, vicini e lontani,
li ha attratti verso un uomo che Dio aveva progressivamente conformato al suo
Cristo”.
Ben delineano il
profilo di Giovanni Paolo II – ha spiegato il Papa - le parole del Primo carme del
Servo del Signore: “Ecco il mio servo che io sostengo, / il mio eletto in cui
mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; / egli porterà il diritto
alle nazioni …”. “Oggi – ha detto Benedetto XVI - Giovanni Paolo II nella comunione
dei santi rivolge a noi le parole del Salmo 26: ‘Spera
nel Signore, sii forte, / si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore’”.
Parole di speranza,
virtù che animò sempre la vita di Giovanni Paolo II: la “fecondità” della sua
testimonianza – ha detto Benedetto XVI - “dipende dalla Croce” una parola che
nella sua vita non è stata solo una “parola”. Da sacerdote, vescovo e Sommo
Pontefice, prese sul serio la chiamata di Cristo a seguirlo.
(Canto)
“Specialmente con il lento, ma implacabile progredire della malattia, che a poco
a poco lo ha spogliato di tutto – ha aggiunto il Papa - l’esistenza di Karol
Wojtyla “si è fatta interamente
un’offerta a Cristo, annuncio vivente della sua passione, nella speranza colma
di fede nella Risurrezione”. “L’amore per il Crocifisso lo ha mosso fino al 2
aprile 2005, quando – ha ricordato Benedetto XVI – il Maestro tornò a
chiamarlo, senza intermediari, per portarlo alla casa del Padre”. Ed ancora una
volta egli “rispose prontamente”: “lasciatemi andare
al Signore”:
“Durante le lunghe
soste nella Cappella privata parlava con Lui, si affidava a Maria, ripetendo il
Totus tuus. Come il suo
divino Maestro, egli ha vissuto la sua agonia in preghiera. E’ morto pregando.
Davvero, si è addormentato nel Signore”.
Commossa la
partecipazione dei fedeli: cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e
religiose, pellegrini giunti appositamente dalla Polonia
e da ogni parte del mondo. E non potevano mancare, numerosissimi, i giovani:
“Che bel segno la
vostra presenza così numerosa!”.
(Applausi)
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Dunque in tanti erano
presenti in Piazza San Pietro per ricordare Giovanni Paolo II. Sentiamo alcune
testimonianze, raccolte da Francesca Fialdini:
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R. – Ho dei ricordi
ancora vivi, perché in tutti i 25 anni di Pontificato gli sono sempre stata
vicina, sin da giovane. Quando è venuto a Milano, a Monza, lo abbiamo seguito.
Lo abbiamo seguito anche nei suoi anni di sofferenza, sino alla fine. Quindi,
si può dire che per me sia ancora presente e vivo. Lo ricorderò per tutta la
mia vita.
D. – Sono passati due
anni dalla morte di Giovanni Paolo II. E’ un ricordo o qualcosa di più?
R. – Era un simbolo
della bontà. Era un Papa che ammiravo.
D. – Cosa le
comunicava?
R. – Comunicava
fede.
R. – Un segno di fede,
di speranza. Si sentiva qualcosa dentro di gioioso.
D. – Di dove siete?
R. – Noi siamo
parmigiani, ma veniamo dalla Svizzera. Viviamo in Svizzera.
R. – Per me è un
dovere essere qui, dato che è venuto a trovarci in Sudan diversi anni fa. E’
stato l’unico Papa a venire. E’ stata una giornata meravigliosa in cui ha
riunito musulmani e cristiani in un’unica festa di fraternità. Io sono missionaria
comboniana in Sudan da 26 anni.
D. – Oggi se chiudi
gli occhi e pensi a lui che cosa ti viene in mente?
R. – Tante immagini,
tanti viaggi e una voglia di comunicare ampia, a 360 gradi. La cosa che mi
piaceva molto nei suoi viaggi è che cercava di raggiungere tutti i punti della
Terra per portare il suo messaggio.
R. – Un papà,
specialmente per i giovani.
D. – Due anni fa, questa piazza e non solo, Roma, è stata invasa
di pellegrini…
R. – Non le posso dire
quello che ho fatto per entrare. Non si entrava da nessun parte. I ragazzi
erano tutti per terra, e ciò mi ha meravigliato, per
questo parlo dei giovani. Uno pensa sempre che la Chiesa, il Papa, i vescovi,
coinvolgano persone più grandi. Invece, vedendo tutta questa gioventù fare la
notte, buttata per terra di qua e di là, mi ha molto stupito.
D. – Oggi trova continuità
rispetto a prima?
R. – Ieri sono stata
qui a Piazza San Pietro e c’era moltissima gente. Infatti, ho detto che per
Papa Benedetto è lo stesso, perché il Papa è il Papa.
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Ieri sera Benedetto
XVI ha ricevuto il presidente della Polonia, Lech Kaczynski,
giunto a Roma per le celebrazioni in onore di Giovanni Paolo II. Sui contenuti del colloquio ascoltiamo lo
stesso presidente polacco al microfono di padre Jozef
Polak, responsabile del Programma polacco della
Radio Vaticana:
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“E’ stato un incontro
privato. Ho parlato con il Santo Padre come un fedele, e cosi anche mi sono
comportato. Ovviamente abbiamo parlato della Causa di Beatificazione di
Giovanni Paolo II. Ho ripetuto un'altra volta quale enorme significato questo
evento avrà per la Polonia, ma anche per quanto
riguarda le questioni legate alla Costituzione Europea e alla presenza delle
radici cristiane nel Trattato Costituzionale. Ho assicurato il Santo Padre che
noi rimarremo fedeli alle nostre promesse al riguardo. Però, non gli ho
garantito successo”.
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Nelle
Grotte vaticane la veglia di preghiera per Giovanni Paolo II
Ieri sera si è svolta
nelle Grotte vaticane la veglia di preghiera davanti alla Tomba di Papa
Wojtyla. Il cardinale arcivescovo di Cracovia Stanislaw
Dziwisz, per tanti anni segretario personale di
Giovanni Paolo II, ha presieduto il Santo Rosario insieme ad
un centinaio di giovani con le meditazioni di mons. Angelo Comastri, vicario
generale del Papa per la Città del Vaticano. Il servizio di Tiziana Campisi:
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(musica)
“Dopo la morte chiedo
Sante Messe e preghiere”: ha scritto così Giovanni Paolo II nel suo Testamento
e il suo invito è stato accolto da tanti giovani. Con loro, davanti alla
semplice sepoltura, richiesta espressamente dal Pontefice polacco nelle ultime
volontà come quella di Paolo VI, le suore che hanno accudito fino alla fine Papa Wojtyla e il
presidente della Repubblica polacca, Lech Kaczynski. “Siate sentinelle del mattino”, ha detto ai
giovani il cardinale Stanislaw
Dziwisz, che ha voluto
anche ringraziare Benedetto XVI, per il continuo ricordo riservato al suo
predecessore. Quindi, il porporato ha ricordato:
“Siamo stati radunati
anche con lui due anni fa. Io, con alcune persone qui presenti, ero accanto al
letto e voi eravate sotto le finestre, sulla piazza, nelle strade di Roma e lui
vi sentiva”.
E nell’esortare ancora
i giovani a mettere in pratica gli insegnamenti di Giovanni Paolo II il
cardinale Dziwisz ha aggiunto:
“Cosa vi dice oggi?
Siate speranza della Chiesa, siate speranza di Benedetto XVI, siate speranza
della Chiesa di oggi, che affronta diversi problemi non facili e prendete sulle vostre spalle e soprattutto nei vostri cuori tutta la
sua eredità. Oggi parla al mondo attraverso voi”.
(musica)
Nel meditare i misteri
della gioia, durante la preghiera del Rosario, mons. Angelo Comastri ha
ripercorso le tappe della vita del Pontefice scomparso, spiegando anzitutto
cosa ha animato il suo magistero:
“L’esperienza
dell’invasione nazista e poi comunista e l’esperienza drammatica della II
Guerra Mondiale gli hanno fatto percepire quanto sia urgente riportare Dio
dentro la vita degli uomini”.
Mons. Comastri ha parlato
poi dell’annuncio missionario di Giovanni Paolo II, i suoi viaggi, i suoi
appelli per la pace e per la difesa della vita umana. Infine il presule ha
spiegato cosa ha significato la malattia di Papa Wojtyla. E se con la sua
sofferenza diminuiva la forza fisica, ha osservato mons. Comastri, cresceva
l’efficacia del suo ministero:
“Giovanni Paolo II ha vissuto
il mistero del dolore che vince e l’ultima benedizione, dal
finestra del Palazzo Apostolico, brilla nella nostra memoria come invito
a spenderci per Gesù fino all’ultima briciola delle forze, fino all’ultimo
istante della vita”.
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Nomine
In Italia, il Santo
Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Sulmona-Valva presentata da mons. Giuseppe Di Falco, per
raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Angelo Spina, del clero
dell’arcidiocesi di Campobasso-Boiano, finora vicario
episcopale del Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso
e parroco della concattedrale di Boiano.
Mons. Angelo Spina è nato a Colle D’Anchise, in
provincia di Campobasso, il 13 novembre 1954 ed è stato ordinato sacerdote il 5
gennaio 1980.
Negli Stati Uniti, il
Papa ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare della diocesi di Rockville Centre presentata da
mons. Emil A. Wcela per
raggiunti limiti di età. Nuovo vescovo ausiliare della diocesi è stato nominato
mons. Peter A. Libasci, del
clero della medesima diocesi, parroco della “Saint Therese
of Lisieux Parish” a Montauk:
il Papa gli ha assegnato la sede titolare vescovile di Satafis.
Mons. Peter A. Libasci è nato il 9 novembre 1951 a Jackson
Heights (New York) ed è stato ordinato sacerdote l’1
aprile 1978.
In Indonesia, il Papa
ha nominato vescovo di Surabaya il rev. Vincentius Sutikno Wisaksono, vicario parrocchiale della cattedrale di Surabaya. Il rev. Vincentius Sutikno Wisaksono è nato il 26
settembre 1953 a Surabaya ed è stato ordinato sacerdote
il 21 gennaio 1982.
In Malawi, il Santo
Padre ha nominato vescovo di Mangochi il padre monfortano Alessandro Pagani,
assistente spirituale della Legione di Maria e vice coordinatore della Missione
Monfortana italiana in Malawi. Padre
Alessandro Pagani è nato a Torre Boldone di Bergamo il 3 gennaio 1937 ed è stato ordinato
sacerdote il 13 marzo 1965.
La Libreria Editrice Vaticana pubblica una raccolta
di meditazioni del Papa
sulla Vergine Maria intitolato “Pensieri Mariani”
La Libreria Editrice
Vaticana ha pubblicato un’opera, dal titolo “Pensieri Mariani”, che raccoglie
le meditazioni di Benedetto XVI sulla Vergine Maria. Si tratta di una selezione
di testi operata dal prof. Lucio Coco che offre anche
una originale sezione di preghiere in onore della
Madonna scritte dal Papa. Il volumetto è corredato da
un pratico indice tematico finale.
Oggi su "L'Osservatore
Romano"
Servizio vaticano - La
concelebrazione eucaristica presieduta in Piazza San Pietro da Benedetto XVI in
suffragio di Giovanni Paolo II, nel secondo anniversario della morte.
Servizio estero -
Ucraina: Yushchenko scioglie il Parlamento; il
premier chiede il ritiro del decreto.
Servizio culturale -
Un articolo di Ferdinando Montuschi dal titolo
"Rispetto sociale e responsabilità personale": considerazioni sul
dilagante fenomeno del bullismo.
Per l’“Osservatore
libri” un articolo di Francesco Licinio Galati dal
titolo “Inchiesta sulla morte di Gesù”: l’approfondita esegesi di Victor Loupan e Alain Noel.
Servizio italiano - In
rilievo la vicenda Telecom
3 aprile 2007
Le sfide della Chiesa italiana al centro del
comunicato finale
del Consiglio permanente della CEI,
presentato alla Radio
La presenza della
Chiesa nel dibattito pubblico, la promozione della famiglia, il contributo alla
società dell’insegnamento della religione cattolica: questi i temi forti del
comunicato finale del Consiglio permanente della CEI, svoltosi dal 26 al 29
marzo scorsi, e presentato stamani nella Sala Marconi
della nostra emittente. A illustrare il documento, come di consueto, il
segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Giuseppe Betori. Mons Betori è stato accompagnato dal nuovo sottosegretario della
CEI, mons. Mauro Rivella e dal nuovo portavoce don
Mauro Pompili. La conferenza stampa è stata seguita
per noi da Alessandro Gisotti:
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Il Consiglio
permanente dei vescovi italiani ha evidenziato anzitutto che sono la “speranza
cristiana e il primato della dimensione spirituale” la vera guida dei presuli,
ribadendo il ruolo della Chiesa “nell’illuminare il cammino degli uomini e delle
donne di buona volontà”. In tale contesto, il comunicato torna ampiamente sulla
Nota a riguardo della famiglia e delle unioni di fatto, nota approvata
con tutti voti favorevoli ed una sola astensione. Se la Chiesa “tacesse
i valori fondamentali dell’esistenza individuale e sociale”, si afferma,
verrebbe meno al suo mandato. Tuttavia, la CEI ribadisce che accanto al
“doveroso richiamo delle caratteristiche del matrimonio e della famiglia” non è
mancata “l’espressione della sollecitudine pastorale e della vicinanza solidale
nei confronti di quanti si trovano in situazioni difficili e in particolare per
le famiglie travagliate o divise”. Ecco le parole di mons. Betori,
in risposta ad un giornalista:
"Non spetta a noi
dare delle indicazioni legislative, cioè su come fare le leggi. Possiamo
giudicare proposte che, quando si configurano – in questo caso – come proposte
che danno una soggettualità alla coppia, alla unione
di fatto, soggettualità che mette in pericolo la unicità della famiglia fondata sul matrimonio, allora a
nostro modo di vedere vanno rigettate proprio per salvaguardare questa unicità
della famiglia. Non c’è bisogno, secondo noi, di una legge organica".
Nello stesso tempo, è
stato ribadito che i vescovi esprimono pieno sostegno alle aggregazioni laicali
impegnate a sostenere la famiglia, in special modo a quelle che hanno promosso
la manifestazione nazionale “Più famiglia”, che si terrà a Roma il 12 maggio
prossimo. D’altro canto, è stato sottolineato che nessun presule prenderà parte
al Family Day. Nel Consiglio permanente è stato
approvato anche il programma della 57.ma assemblea
generale, che riprenderà la riflessione offerta da Benedetto XVI al Convegno
ecclesiale di Verona. Particolare attenzione viene
rivolta anche all’insegnamento della religione cattolica, di cui si avvale
tuttora il 91,6 per cento degli studenti italiani. Questo insegnamento, rileva
la nota, “favorisce la ricerca di senso, il confronto con le proprie radici
storiche e l’apertura alla spiritualità”. I vescovi mettono inoltre l’accento
sul valore del fenomeno del pellegrinaggio e del turismo religioso. Nella
conferenza stampa, mons. Betori ha affermato che le
misure cautelari per il presidente della CEI, Angelo Bagnasco, dopo alcune
minacce, sono di “carattere locale”. Quindi, a proposito di alcune
dichiarazioni dello stesso arcivescovo Bagnasco mal
interpretate dai mass media, ha affermato:
"Noi abbiamo
delle espressioni che sono sempre molto articolate ed argomentate. Il lavoro
del giornalista, ovviamente, è quello di sintetizzare. In modo particolare,
questo vale per le agenzie di stampa. Quel che dispiace è che poi, però, il
dibattito prende come riferimento neanche la notizia dell’agenzia, ma
addirittura soltanto il titolo dell’agenzia".
Rispondendo poi ad una
domanda dei giornalisti sul testamento biologico, mons. Betori
ha espresso la preoccupazione dei vescovi che non si apra
all’eutanasia. Infine, a proposito delle visite ad Limina
dei presuli italiani, in corso in questi mesi, ha sottolineato la grande
attenzione del Papa nei confronti delle situazioni nelle singole diocesi.
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La scomparsa del ginecologo australiano
John Billings,
E’ morto sabato notte
dopo una breve malattia all’età di 89 anni John Billings,
il ginecologo australiano pioniere della regolazione naturale della fertilità.
Durante la seconda Guerra mondiale fece il medico in Nuova Guinea, poi, finito
il conflitto tornò nella sua Australia cominciando ad esercitare a Melbourne.
Su invito dell'Ufficio cattolico di consulenza matrimoniale nel 1953 si applicò
allo studio del suo metodo meritando, per l’impegno dimostrato, una laurea
Honoris Causa a Roma nel 2005. In quell’occasione fu ricevuto in udienza da
Benedetto XVI. Ma in che cosa consiste il metodo e chi può usarlo? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Elena
Giacchi, direttrice del Centro Studi e Ricerche sulla fertilità
dell’Università Cattolica di Roma …
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R. – E’ un metodo naturale che offre la possibilità di conoscere la fase
fertile e non fertile del ciclo mestruale mediante la rivelazione del sintomo
del muco cervicale e la donna può rivelarlo semplicemente facendo attenzione
alla sensazione prodotta da questa secrezione all’esterno, a livello vulvare. E’ accessibile, tante donne se ne accorgono
spontaneamente e poi imparano a riconoscere il significato della presenza di
questo sintomo.
D. – C’è un principio alla base di questo metodo legato al rapporto coniugale,
al rapporto con la vita?
R. – Sin dall’inizio il metodo è sempre stato rivolto alla promozione
della famiglia e della vita e questo in ogni cultura e Paese del mondo ed è
sempre stato animato solo dall’intento di offrire ai coniugi un aiuto per una
crescita nell’amore, per una crescita nel rispetto reciproco, per preparare i
coniugi all’accoglienza della vita o attraverso la conoscenza dei tempi fertili
e non fertili anche a rinviare questa possibilità con responsabilità.
D. – Quanta è stata e quale è stata la diffusione, parliamo di Italia,
di questo metodo?
R. – In questi circa trent’anni di attività
sono stati abilitati all’insegnamento del metodo oltre mille operatori e
attualmente di questi circa 579 svolgono il loro servizio in tutte le regioni
italiane. Abbiamo notato, recentemente, anche un’attenzione del mondo
scientifico ed anche universitario nei confronti di questo metodo proprio per
la sua validità allo sviluppo della regolamentazione naturale della fertilità.
D. – Ritiene che sia proponibile come metodo efficace anche nei
confronti delle giovani generazioni?
R. – Certamente. Si tratta di una opportunità
per scoprire la bellezza di conoscere se stessi, la bellezza di scoprire la
fecondità come una dimensione preziosa ed un valore da salvaguardare mediante
un comportamento sessuale responsabile.
D. – Nel tempo lo si è criticato come un metodo
insicuro e difficile. Cosa dite a proposito?
R. – Intanto alcuni autorevoli studi, condotti anche dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, hanno dimostrato una validità del metodo ed una grande
semplicità ed applicabilità anche in Paesi in via di sviluppo. Una efficacia, confermata
anche da studi recenti degli anni Novanta, del 98-99 per cento di
successo. Questo ovviamente se il metodo viene appreso
da insegnanti qualificati e viene applicato fedelmente, secondo le sue
indicazioni. Ma ha anche un grande valore per la promozione della dignità della
donna ed ha anche una potenzialità diagnostica nei confronti di alcune
patologie ginecologiche, che sono spesso asintomatiche.
D. – Lei ha conosciuto personalmente i coniugi Billings
e la loro famiglia numerosa. Che ricordo ne ha? Che atmosfera si respirava tra
loro?
R. – Di una famiglia in cui si vede proprio l’accoglienza della vita,
attenta alle sfumature dell’amore. Una lezione di vita per chiunque li
avvicinava.
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Educare
i preadolescenti nell'era della fiction e dei suoi miti:
la
sfida dei genitori in un Rapporto dell'UNICEF su "Minori e tv"
Aggressivi, belli e
vincenti come i protagonisti della pubblicità: così vogliono essere i
preadolescenti di oggi, secondo quanto risulta dal terzo Rapporto "Minori
e Tv", realizzato dall’Osservatorio sull’immagine dei minori. La ricerca,
che ha analizzato circa 700 ragazzi tra i 10 e i 12 anni alle prese con 7 spot
differenti, è stata presentata nei giorni scorsi a Roma. C’era per noi Isabella
Piro:
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La pubblicità
coinvolge i giovani, li emoziona, li diverte, spesso anche più di un film. Ma
li induce a sognare un mondo senza limiti, "egoriferito"
come quello di uno spot. Il quadro presentato dall’Osservatorio sull’immagine
dei minori non è tranquillizzante ed evidenzia uno sfasamento nei punti di
riferimento dei ragazzi di oggi: nati e cresciuti nel mondo massmediatico,
gli adolescenti sanno distinguere chiaramente tra realtà e finzione, ma
inesorabilmente scelgono la seconda. Daniela Brancati,
coordinatrice dell’Osservatorio:
"Sono dei
'bambini in bilico', cioè sono dei bambini che hanno
apparentemente già una grande esperienza della realtà e quindi immaginano che
la famiglia e la scuola siano i luoghi deputati per imparare. Però, sono anche
dei bambini che hanno una grandissima tensione verso i modelli della
pubblicità. Nel divario tra queste due cose, c'è tutto lo spazio per una grande
frustrazione e per il paragone tra la loro vita vera e quella che vedono".
Realistici e
pragmatici, i ragazzi subiscono poco la spinta verso
l’acquisto dettata dalla pubblicità e in fondo riconoscono che scuola e
famiglia sono i veri ambienti dell’apprendimento. Ai genitori spetta quindi la
sfida più grande. Ancora Daniela Brancati:
"Essere attenti a
quello che cambia nei loro figli, essere anche loro consapevoli del fatto che
si vive immersi nella pubblicità e nella televisione e quindi non si può nè ignorarla, nè demonizzarla.
Bisogna in qualche modo combattere ad armi pari, smitizzare da una parte ed
essere molto autorevoli dall'altra".
Secondo Maria Rita
Saulle, giudice della Corte costituzionale, si può correggere l’attrazione
tra bambini e pubblicità instillando nei più piccoli la cultura del sacrificio:
"Occorre
diffondere per tutti l'idea che il successo, il
benessere, si possono conquistare ma molte persone che attualmente ce l'hanno,
hanno avuto un'infanzia, un pregresso di sacrifici. Si deve rendere conto ai
ragazzi del fatto che la vita non è una barzelletta, uno spot televisivo, ma è
qualcosa che viene conquistata e costruita da ciascuno
di noi momento per momento".
Per imparare a
conoscere i rischi della pubblicità, i giovani hanno una valida alleata: la
Convenzione dei diritti sull’infanzia, approvata dall’ONU nel 1989. Antonio Sclavi, presidente di UNICEF Italia:
"Parliamo di
diritti dell'infanzia quindi non solo di doveri che è una prima fase, quindi
diritti: che vengano proposte delle cose corrette e
non delle cose che hanno la finalità solo di vendita del prodotto, proposte in
un modo condizionabile che crea difficoltà nelle famiglie".
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3 aprile 2007
Nella giornata di
ieri, tutta la Polonia ha ricordato
il secondo anniversario
della morte di Giovanni Paolo II
Circa 20 mila persone
si sono date appuntamento la sera a Cracovia, sotto il Palazzo arcivescovile.
Il momento cruciale della veglia, dopo le preghiere ed i canti, è stato
annunciato dal suono dell’antica campana "Sigismondo", la quale alle 21.37 ha ricordato l’ora esatta della morte
del Pontefice due anni fa. Nel suo messaggio, registrato prima della partenza
per Roma, il cardinale Stanislaw Dziwisz ha invitato i presenti radunati sotto
la finestra del palazzo, dalla quale il Papa amava a suo tempo dialogare con i
giovani, ad essere testimoni
del servo di Dio Wojtyla, affrontando con coraggio le sfide del mondo di oggi.
Nel pomeriggio di ieri, sulla piazza centrale di Cracovia, è stato presentato
l’oratorio “Tu es Petrus”,
scritto in memoria del Papa defunto dal giovane compositore Piotr Rubik. A Wadowice,
la città natale di Papa Wojtyla, dopo la via Crucis
lungo le strade e la Messa all’aperto, la gente si è fermata sotto il museo del
Papa, allestito nella casa dove Wojtyla abitava da ragazzo. “Per noi è già
santo” ha detto qualcuno dei giovani. A Varsavia, a conclusione dell’oratorio
basato sui canti tradizionali dedicati alla passione di Cristo, il primate Glemp, dopo le ore 21.37, ha presieduto la comune preghiera
di ringraziamento per Giovanni Paolo II, chiedendo anche la sua rapida
beatificazione. (A
cura di Tadeusz Konopka)
I vescovi polacchi
chiedono che la difesa della vita
sia garantita dalla
Costituzione
Il Consiglio per la
famiglia della Conferenza episcopale polacca ha rivolto a tutti i fedeli un
accorato appello affinché “la difesa della vita sia garantita costituzionalmente”.
“Tutti dobbiamo difendere la vita umana", si legge in una nota diffusa in
vista del dibattito parlamentare sull’introduzione, nella Costituzione polacca,
del principio di difesa della vita dal concepimento alla morte naturale. Come
riferisce l’agenzia Sir, il documento, firmato dal
presidente dell’organismo episcopale, mons. Kazimierz
Gorny, sottolinea che la questione della vita è “di
somma importanza per tutta la nazione e per la Chiesa”. Nei giorni scorsi,
intanto, il premier polacco, Jaroslaw Kaczynski, del Partito di maggioranza “Legge e Giustizia”,
ha illustrato in Parlamento il nuovo programma di sostegno alle famiglie adottato
dal suo governo. Il progetto prevede l’allungamento del congedo di maternità
dalle attuali 18 alle 26 settimane; sgravi fiscali in funzione del numero dei
componenti del nucleo familiare; un notevole aumento delle detrazioni per le famiglie
con più figli a carico; un miglioramento dell’assistenza sanitaria a bambini e
donne in attesa. Uno dei progetti in via di attuazione
riguarda la chiusura degli orfanotrofi e l’introduzione delle politiche di
sostegno per le famiglie affidatarie. Si prevede
anche la gratuità degli asili e delle scuole materne, con un allungamento
dell’orario del loro funzionamento fino a 18 ore giornaliere. (L.Z.)
Fermo
‘sì’ alla vita dei vescovi di Monterrey, in Messico,
di fronte alla proposta
del governo di legalizzare l’aborto
“Noi
vescovi delle diocesi del Nordest del Messico esprimiamo la nostra preoccupazione
per tante manifestazioni della cultura della morte cui assistiamo, come la
violenza sociale e intrafamiliare, il crimine
organizzato, il consumo di droga e alcool, la povertà crescente. Tutto questo è
aggravato dalla proposta criminale di ampliare la depenalizzazione dell’aborto,
dibattuta nel Distretto Federale, con la minaccia di estendersi a tutto il
Paese”: è quanto si legge nel comunicato “Sempre per la vita!” dei vescovi
della provincia ecclesiastica messicana di Monterrey,
che si colloca nel dibattito suscitato nel Paese per la proposta dal governo
per depenalizzare l’aborto. Come riferisce l’agenzia
Fides, i presuli solidarizzano con quanti hanno manifestato la loro opzione per
la vita e, allo stesso tempo, respingono “i sofismi che pretendono di
giustificare l’aborto, argomentando che si tratta di un problema di salute
pubblica, di ricerca del bene della donna, con il diritto a decidere del
proprio corpo, oltre a ottenere la diminuzione degli aborti clandestini”.
“Esprimiamo il nostro fermo ‘sì’ alla vita – affermano – specialmente dei più
indifesi, cioè del bambino nel ventre di sua madre, che ha tutto il diritto di
nascere e vivere. L'’aborto è un grave peccato che attenta al precetto ‘non uccidere’ del progetto divino della vita”. I vescovi
mostrano la propria disponibilità ad aiutare tutte le donne che si trovano in
situazioni critiche, affinché non cedano alla tentazione di abortire. (R.M.)
Sale a 28 morti il
bilancio provvisorio dello tsunami che domenica sera
ha colpito le Isole Salomone, mentre il governo dichiara
lo stato d’emergenza.
L’impegno della Caritas locale per portare gli aiuti
Mentre iniziano, con
grande difficoltà, ad arrivare i primi soccorsi, il governo delle Isole
Salomone ha dichiarato lo stato di emergenza, dopo il maremoto e il devastante tsunami che ha colpito domenica sera l’arcipelago e ha raso
al suolo almeno 13 villaggi, causando il panico in tutta la regione del
Pacifico. Secondo le autorità locali, i morti sono almeno 28, ma il bilancio è
destinato a salire man mano che si raggiungono le zone più remote delle isole,
mentre si ha notizia di almeno cinque morti nella vicina Papua Nuova Guinea. Lo
tsunami, con onde fino a 10 metri, è stato causato da
un sisma sottomarino di almeno 8 gradi Richter, con
epicentro a 45 chilometri
della popolare isola turistica di Gizo, a nord ovest
della capitale, Honiara. Nel territorio, la scossa ha
danneggiato negozi, scuole e un ospedale presso il lungomare, mentre il
successivo tsunami ha risucchiato in mare decine di
case. Secondo una prima valutazione, sono 900 le abitazioni distrutte e 5.500
le persone bisognose di urgente assistenza. Il governo di Honiara,
la Croce Rossa Internazionale e la Caritas Australia e Nuova
Zelanda si stanno organizzano per portare tende, cibo, acqua e medicine,
mentre la missione internazionale di sicurezza RAMSI (presente nell’arcipelago
dal 2003) invierà mezzi aerei a sorvolare la zona per valutare l’estensione dei
danni anche nei villaggi più difficili da raggiungere. (R.M.)
Terra Santa:
inondazione a Gaza per il collasso del sistema fognario.
Caritas Gerusalemme in prima linea per gli aiuti
Caritas Gerusalemme in
prima linea nel portare aiuti alle popolazioni del villaggio beduino di Um An-Nasir, a nord della
Striscia di Gaza, inondato nei giorni scorsi dalle acque delle fognature. Il
già precario sistema fognario – riferisce l’agenzia Sir
– è infatti collassato, sommergendo case e persone e
provocando sei morti e circa 5 mila senza tetto. “A tutt’oggi,
molti abitanti del villaggio osservano le loro case dall’alto di una collina
senza sapere cosa fare”, afferma Caritas, che con altre organizzazioni sta
cercando di fronteggiare l’emergenza. A riguardo, la clinica mobile ha lanciato
una campagna di supporto alla popolazione con la distribuzione di medicine ai
malati. Ogni giorno vengono visitate circa 40 persone
e distribuiti 250 kit di igiene personale. Secondo Caritas, i principali rischi
per la salute delle persone sono la mancanza di igiene e l’acqua inquinata. Tra
i lavori più urgenti, si segnalano la riparazione delle abitazioni e delle
infrastrutture, il monitoraggio sanitario dell’area, uno studio del suolo per
verificare i rischi futuri di inquinamento e la preparazione di cibo. (R.M.)
In Sudan, grande partecipazione di fedeli alla
processione
della domenica delle Palme per le strade di Khartoum. Nella Veglia
pasquale del Sabato Santo, 70 catecumeni
riceveranno il battesimo
“I cattolici di Khartoum sono sfilati in processione per la domenica delle
Palme. I fedeli erano numerosi e hanno dato prova di un forte sentimento
religioso”: è quanto riferisce all’agenzia Fides padre Luigi
Cagnolini, provinciale dei Comboniani a Khartoum, capitale del Sudan, secondo cui i cattolici
locali vivono con fede salda la Settimana Santa. “Il momento più partecipato –
spiega – è la Veglia del Sabato Santo, anche perché vi saranno i battesimi,
molti dei quali di persone adulte. Quest’anno riceveranno il battesimo una
settantina di persone, la maggior parte delle quali originarie del sud e dei
Monti Nuba”. A causa degli spostamenti delle
popolazioni sudanesi causati dalla guerra civile nel sud Sudan, che si è
conclusa nel 2004, negli ultimi 20 anni la comunità cattolica nel nord del
Sudan è cresciuta a ritmi impressionanti. “Siamo circa 2 milioni – dice padre
Cagnolini – vi sono alcune difficoltà a fornire un servizio religioso adeguato
a tutti i fedeli; come si dice nel Vangelo, la messe è tanta e gli operai sono
pochi”. “Grazie a Dio – aggiunge – il clero locale è in crescita. È uno degli
effetti paradossali della guerra civile: negli ultimi anni
infatti abbiamo avuto nel nord del Sudan circa 200 ordinazioni. Si è
ormai creato un solido nucleo di sacerdoti locali che fa ben sperare per il
futuro”. (R.M.)
Cambogia: conclusa la visita ufficiale del nunzio apostolico,
mons. Salvatore Pennacchio
Mons. Salvatore Pennacchio,
nunzio apostolico in Thailandia, Cambogia e Singapore
e delegato apostolico per Malesia, Brunei, Myanmar e Laos, ha compiuto nei giorni scorsi una visita
ufficiale in Cambogia, nel corso della quale è stato ricevuto dal premier
cambogiano, Hun Sen. Al
centro dell’incontro sono stati l’attuale impegno della Chiesa per la
promozione umana e sociale in Cambogia e la buona intesa con l’attuale governo
di Phnom Penh, con il quale
la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche dal 1994. L’evento ha avuto ampio spazio sui media locali ed è stato quindi un’occasione
per far conoscere meglio all’opinione pubblica cambogiana l’opera della Chiesa
locale nel campo dell’educazione, della salute, della cultura e dello sviluppo.
Durante il colloquio, mons. Pennacchio ha ringraziato Hun
Sen per la collaborazione e il sostegno dato dalle autorità cambogiane alle
istituzioni cattoliche. Il primo ministro, da parte sua, ha elogiato l’impegno
profuso dalla Chiesa in Cambogia, in particolare, per la promozione
dell’armonia religiosa e ha assicurato che il governo continuerà questa
fruttuosa collaborazione. Tra i momenti salienti della visita di Mons. Pennacchio, vi è stata l’inaugurazione, il 30 marzo,
del nuovo reparto pediatrico dell’ospedale Dankeo Referral, nella provincia meridionale di Takeo. La struttura è stata realizzata dall’ospedale “Bambin Gesù” di Roma in collaborazione con il ministero
della Salute cambogiano. Secondo l’agenzia Ucan, i
cattolici in Cambogia sono 19 mila su una popolazione di 12 milioni di
abitanti. Anche se il buddismo, cui aderisce il 90-95% della popolazione, è la
religione di Stato, l’attuale costituzione riconosce la libertà di professione
e di pratica religiosa. (L.Z.)
A Timor Est, comincia
a dare buoni frutti il programma di riconciliazione nazionale avviato dalla
Chiesa locale
A Timor
Est, grazie al programma di riconciliazione nazionale avviato dalla Chiesa
locale, centinaia di giovani della parte orientale e occidentale del Paese si
scambiano visite in cui condividono esperienze e chiedono reciprocamente
perdono per i contrasti passati. La crisi politico militare
che si scatenò a Timor Est nel maggio del 2006 portò la dismissione di oltre un
terzo dell’esercito, che provocò la rivolta di un gruppo di soldati della zona
occidentale, sfociata poi in violenti scontri. Lanciato a gennaio, il programma
di riconciliazione “durerà tutto l’anno”, ha spiegato all’agenzia Uca News padre Martino Germano da Silva Gusmano, capo della
Commissione giustizia e pace di Baucau. In questi
giorni, gruppi di persone della diocesi di Dili si
sono recati tre volte a Baucau, a ovest, per incontrare
i loro coetanei, e il mese prossimo, i ragazzi della città si sposteranno a Oecussi, enclave est timorese in
territorio indonesiano. (F.L.)
Filippine. E' stato
arrestato l'autore dell'assassinio
del missionario
indonesiano Verbita, Francis Madhu
La polizia ha arrestato
ieri l’assassino del sacerdote indonesiano ucciso nel nord del Paese mentre si preparava a celebrare la messa della
domenica delle Palme. Gli agenti hanno confermato che sul luogo del crimine
erano presenti altri tre uomini: due sono stati identificati, mentre il terzo è
riuscito a fuggire. L’esecutore materiale, un contadino della provincia
settentrionale di Kalinga, ha sparato cinque colpi di
fucile a padre Francis Madhu, missionario verbita nativo di Flores, mentre questi si recava a
celebrare la messa a Barangay Mabungot.
La polizia sta vagliando il grado di partecipazione all’omicidio degli altri
due fermati. Per gli agenti, gli uomini hanno agito sotto l’effetto di alcolici
e stupefacenti. La Conferenza episcopale delle Filippine ha immediatamente
condannato l’omicidio, definito “un attacco alla Chiesa”.
3 aprile 2007
- A cura di Amedeo Lomonaco -
- Si acuisce la crisi
politica in Ucraina, dove migliaia di sostenitori del
premier, Viktor Yanukovich,
e della maggioranza parlamentare sono scesi in piazza a Kiev
per protestare contro lo scioglimento del Parlamento ucraino, la Rada,
decretato dal presidente Viktor Yushenko. Il presidente e il
premier dell'Ucraina si sono incontrati stamani per risolvere la crisi ma, al momento, lo stallo non sembra superato. Il
nostro servizio:
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I
sostenitori del primo ministro Yanukovich ribadiscono
il loro sostegno all’esecutivo e protestano contro lo scioglimento
dell’Assemblea decretato dal presidente filo occidentale, Viktor
Yushenko. La
polizia, per il momento, non interviene ma si teme che
la situazione possa degenerare. Dimostranti contrari al premier Yanukovich occupano invece la piazza, teatro nell’autunno
del 2004, della 'rivoluzione arancione', che portò al
potere una coalizione anti russa e
filo occidentale. Il decreto
presidenziale di scioglimento del Parlamento, che indice nuove elezioni, è
stato respinto dalla Rada che ha anche decretato lo scioglimento della
commissione elettorale centrale. Il filo-occidentale Yushenko
ha firmato il decreto per lo scioglimento del Parlamento dopo un lungo braccio
di ferro con il premier filorusso Yanukovich,
accusato insieme con la sua maggioranza, di violare la Costituzione. Il premier filo-russo Yanukovic
ha invece definito la decisione di Yushenko “un tentativo di usurpare il potere”. La crisi
politica nella Repubblica ex sovietica si è acuita negli ultimi giorni dopo che
11 parlamentari dell’opposizione, fedeli a Yushenko,
sono passati con la maggioranza filorussa, garantendo
a quest’ultima i 300 voti necessari per modificare la Costituzione.
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- Sui motivi di questa
nuova spaccatura in Ucraina, Giada Aquilino ha intervistato Fulvio
Scaglione, vice direttore di Famiglia Cristiana ed esperto dei Paesi
dell’area ex sovietica:
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R. – E’, in realtà, il
frutto di una situazione ucraina che, dal punto di vista etnico e sociale,
difficilmente permette che uno dei due schieramenti possa prevalere così
nettamente da gestire senza troppi contrasti una politica in un solo senso. Non
dimentichiamo che l’Ucraina ha una forte minoranza russofona,
per non dire anche russofila: siamo intorno al 25-30
per cento della popolazione. Inoltre, pure la situazione economica è
altrettanto divisa, perché tutto l’Est è ancora impostato sull’industria
pesante di tipo ex-sovietico, mentre l’Ovest tende di più a concentrarsi sui
servizi, su un’agricoltura modernizzata, quindi ad avere un atteggiamento
maggiormente proiettato verso l’Occidente.
D. – La coabitazione
tra Yushenko e Yanukovich, sperimentata nei mesi scorsi, che
futuro ha?
R. – Poco futuro. La
rivoluzione arancione, con la sua proiezione filo occidentale, i suoi sogni di
integrazione nell’Unione Europea, i sostegni e le collaborazioni con
istituzioni americane che hanno fortemente finanziato la campagna elettorale di
Yushenko, è troppo unidirezionale: non tiene conto
dei sentimenti e delle inclinazioni di una parte veramente consistente del
Paese. D’altro canto, si sa che dietro la minoranza russofona
e russofila c’è l’azione del Cremlino e c’è tutto
quanto la Russia può fare perché questo Paese non venga
tratto troppo nell’orbita occidentale, soprattutto della NATO.
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- Sembrano, invece,
aprirsi importanti spiragli in un’altra crisi, quella tra Regno Unito e Iran,
innescata dall’arresto di 15 marinai britannici da parte delle autorità
iraniane. Il premier britannico, Tony Blair, ha detto
che le prossime 48 ore saranno “cruciali” per risolvere l’intricata vicenda dei
15 militari, accusati da Teheran di essere entrati
illegalmente in acque territoriali iraniane. Notizie confortanti, in questo
senso, arrivano anche dall’Iran, dove il segretario
del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Larijani,
ha dichiarato che è stato avviato un negoziato tra Regno Unito e Iran. La
questione – ha spiegato Larijani - potrà
essere risolta per via diplomatica senza processare i militari britannici.
- Spostiamoci in Iraq,
dove è stato liberato a Baghdad un diplomatico iraniano. Non è stato precisato
se il rilascio faccia parte di una trattativa per arrivare alla liberazione dei
15 militari britannici, attualmente detenuti in Iran. In Iraq, intanto,
un’autobomba è esplosa a nord di Baghdad provocando la morte dei cinque
terroristi a bordo del mezzo. L’ordigno è esploso, probabilmente, a causa di un
difetto nell’assemblaggio. Nel Paese arabo sono inoltre ore di angoscia per la
sorte di due ostaggi tedeschi rapiti nella capitale irachena lo scorso 6
febbraio. I sequestratori, che hanno prorogato l’ultimatum di dieci giorni,
chiedono il ritiro delle truppe tedesche dall'Afghanistan
in cambio del rilascio dei due prigionieri.
- Stato di
massima allerta in Israele per la Pasqua ebraica, che è comincia ieri sera. La
polizia ha aumentato il suo dispiegamento in tutto il Paese. La
Pasqua per gli ebrei dura sette giorni e per tutta la settimana è stato
bloccato l'accesso ai Territori occupati. Sarà comunque
consentito il passaggio a fedeli cristiani in occasione della Pasqua cristiana.
- L’ONU torna ad
esprimere preoccupazione e apprensione per la grave situazione dello Zimbabwe,
dove secondo molti osservatori continuano ad intrecciarsi pericolosamente
povertà e mancanza di democrazia. Il nostro servizio:
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“Il governo dello Zimbabwe deve
immediatamente porre fine all’uso della forza contro attivisti politici
disarmati”. Lo ha dichiarato Philp Alston, relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali
ed esperto indipendente nominato dal Consiglio dell’ONU sui diritti umani. Alston ha aggiunto che il governo del Paese africano “sta
effettivamente istruendo le proprie forze a sparare su innocenti, senza la
minima considerazione per il diritto alla vita”. “Secondo il diritto
internazionale – ha detto l’esperto nominato dalle Nazioni Unite – gli attacchi
sistematici o diffusi contro la popolazione civile costituiscono un crimine
contro l’umanità”. “I membri della polizia o i militari che si confermino agli
ordini sui dimostranti – ha poi sottolineato Philp Alston - saranno considerati responsabili”. Ma la dura
campagna di repressione attuata dal governo non sembra arrestarsi: nei giorni
scorsi, nove membri dell’opposizione sono stati sequestrati da agenti della
sicurezza in un ospedale, dove erano stati ricoverati per ferite provocate
dalla polizia. Sul versante politico, intanto, il presidente dello Zimbabwe,
l’87.enne Robert Mugabe, ha annunciato che si candiderà alle presidenziali
del 2008. La notizia è stata definita “scandalosa e triste” dagli Stati Uniti e
“una tragedia nazionale” dai partiti all’opposizione. Sulla realtà del Paese
africano si sono espressi, recentemente, anche i vescovi dello Zimbabwe. Nella
lettera intitolata “Dio ascolta il grido degli oppressi”, i presuli
sottolineano come una “ridotta minoranza della popolazione sia diventata molto
ricca, mentre la maggioranza sta languendo nella povertà”. Si tratta di “una
crisi della capacità di governo” – scrivono i vescovi - che è anche “una
crisi morale e spirituale”. In tale situazione – si legge nella lettera
pastorale - la speranza viene da Dio che “ascolta il grido degli oppressi”, che
invitano a “gesti concreti per tenere viva” questa speranza.
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- Giornata
di tregua a Mogadiscio, in Somalia, dove soffiano però minacciosi venti di
guerra. Dopo gli intensi combattimenti dei giorni scorsi tra ribelli e soldati
somali, appoggiati da forze etiopiche, centinaia di soldati sono arrivati nella
capitale per rinforzare il contingente etiopico. Intanto, il bilancio di questa
interminabile catena di violenze continua ad aggravarsi: secondo l’organizzazione
umanitaria ‘Human Rigths Watch’ sono
rimasti uccisi, la scorsa settimana, almeno 380 civili. Sono poi sempre più
disperate le condizioni della popolazione. In base a stime dell’ONU, sono
almeno 47 mila le persone che hanno cercato di lasciare Mogadiscio negli ultimi
11 giorni. Al momento, sembrano anche minime le speranze di un imminente
cessate il fuoco: il premier somalo ha ribadito, infatti, che nessuna tregua è
possibile con insorti e terroristi islamici.
- Ha
ricevuto la fiducia del Parlamento il nuovo governo nepalese del premier Koirala, il primo esecutivo da cui è escluso il re e del
quale fanno parte gli ex ribelli maoisti. Dopo un decennio di guerra civile, il
governo dovrebbe traghettare il Paese himalayano verso le prime elezioni
democratiche, in programma a giugno.
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