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SOMMARIO del 27/08/2007
Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per la morte dell'89.enne cardinale canadese Edouard Gagnon: è stato un servitore "competente e generoso" della Santa Sede
◊ All’età di 89 anni si è spento la notte scorsa a Montréal il cardinale canadese, Edouard Gagnon, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Famiglia e del Comitato per i Congressi Eucaristici. Il porporato era ricoverato nella casa provincializia dei Padri Sulpiziani, Istituto al quale apparteneva da circa 70 anni. In un doppio telegramma di cordoglio - uno indirizzato al cardinale arcivescovo di Montréal, Jean-Claude Turcotte, e l’altro al superiore generale dei Padri Sulpiziani, padre Lawrence Terrien - Benedetto XVI ha voluto mettere in particolare risalto la “competenza” e la “dedizione” con le quali il porporato scomparso si dedicò “generosamente” alla formazione dei sacerdoti e poi, “per molti anni”, al servizio della Santa Sede. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Al suo nome, la Santa Sede ha legato per molti anni lo sviluppo della pastorale familiare del post-Concilio. Per occuparsi di questo tema, lo volle a Roma Paolo VI e tra i suoi primi presidenti il Pontificio Consiglio per la Famiglia annovera il suo nome. Ma prima di approdare come stretto collaboratore al fianco di due Pontefici, il cardinale canadese Edouard Gagnon si era distinto in molti altri settori eccelsiali. La sua storia inizia in una cittadina affacciata sull’Atlantico, Port Daniel nello Stato del Québec, nella quale il futuro cardinale nasce il 15 gennaio 1918. Nel ’21, la sua famiglia si sposta a Montréal e lì, negli anni successivi, il piccolo Edouard compie il ciclo di studi presso i Fratelli delle Scuole Cristiane. I Padri Sulpiziani, che più avanti lo guidano alla licenza e quindi al dottorato in Teologia, diventano anche la sua famiglia: tra le loro fila svolge il noviziato e più tardi inizia la sua carriera di docente e di formatore di sacerdoti, sottolineata dal Papa nel suo telegramma. Da giovane sacerdote, Edouard Gagnon assume vari incarichi - tra i quali quello di avvocato presso il Tribunale matrimoniale di Montréal - e la sua esperienza contribuisce ai lavori del Concilio Vaticano II, dove partecipa come perito. Sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso, diventa provinciale dei Sulpiziani per il Canada, il Giappone e l’America Latina. Ma la svolta per la sua vita e il suo ministero incombe. Il 25 maggio 1969, Edouard Gagnon viene consacrato vescovo di Saint Paul, Stato dell’Alberta, ma già nel ’72 approda a Roma come rettore del Pontificio Collegio Canadese. Ancora un anno e Papa Montini lo chiama alla presidenza del Comitato per la Famiglia. L’apporto di mons. Gagnon è fondamentale. Ciò che il magistero insegna sulla missione della famiglia nella Chiesa assume una più vasta eco internazionale, ribadito in tutte le circostanze nelle quali mons. Gagnon si trova a rappresentare la Santa Sede. Con la nascita del Pontificio Consiglio per la Famiglia, voluto da Giovanni Paolo II nel 1981, l’esperienza di mons. Gagnon trova infine uno “sbocco” naturale: ne assume e detiene la presidenza per cinque anni, a partire dal 27 maggio dell’85. Nel Concistoro di due giorni prima, Papa Wojtyla gli aveva conferito la berretta cardinalizia.
All’Angelus di ieri, Benedetto XVI ha sottolineato che la gioia e la coerenza non sono in contrasto tra loro: così, ai nostri microfoni, l’arcivescovo di Lecce, Cosmo Ruppi
◊ “Il passaggio alla vita eterna è aperto a tutti, ma è stretto perché è esigente, richiede impegno, abnegazione, mortificazione del proprio egoismo”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, ieri all’Angelus a Castel Gandolfo. Il Papa ha poi aggiunto che sulla via della Salvezza “non ci sono privilegiati”. Dunque, la porta per il Cielo è stretta, ma allo stesso tempo aperta a tutti coloro che vogliono seguire Cristo e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Sulle parole del Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato l’arcivescovo di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi:
R. - La porta del Regno di Dio, cioè la Salvezza, è molto stretta ma è aperta a tutti. Tutti sono chiamati alla Salvezza ma per potersi salvare bisogna essere coerenti nella fede. Ecco, la porta non soltanto è stretta ma è anche bassa: bisogna assottigliare la propria umanità, bisogna abbassare la propria superbia, altrimenti non si entra nel Regno dei Cieli.
D. – Benedetto XVI ha avvertito che “è sempre in agguato la tentazione di interpretare la pratica religiosa come fonte di privilegi”. Dunque, non basta essere praticanti...
R. – Non ci si salva soltanto con la pratica religiosa, ci si salva con la fede. La Salvezza è un dono di Dio, bisogna meritarla attraverso la pratica, la coerenza della vita ma bisogna anche rimettersi alla volontà del Signore. Soltanto se ci si abbandona nelle braccia del Signore si salva la propria esistenza e si entra dalla porta stretta. Il Signore ci guida. Il Signore non soltanto ci accompagna ma ci chiama e questo è un problema molto importante, perché la gente di oggi, soprattutto i cristiani - anche noi preti e noi vescovi – possiamo pensare che una volta che abbiamo compiuto bene i nostri doveri ci salviamo ma non basta soltanto fare bene i propri doveri, bisogna avere una grande fede e bisogna soprattutto abbandonarsi al Signore.
D. – In un altro passaggio, all’Angelus di ieri, il Papa ha poi detto che non basta dichiararsi amici di Cristo per esserlo davvero. Ecco, un nuovo richiamo a non far scadere il cristianesimo ad una religione “fai da te”, dunque, ad essere coerenti...
R. – Un invito quanto mai importante perchè oggi c’è la tendenza di immaginare che il cristianesimo è fatto ad uso e consumo di ognuno di noi. Il cristianesimo è una verità, è un dono: soltanto se si accetta questo dono che è la grazia di Dio, soltanto se si accetta con coerenza di sposare quello che Cristo ha detto, di praticare quello che Cristo ci ha insegnato, soltanto allora c’è la Salvezza. Non basta dire: “Io sono amico di Dio, io vado a Messa”. Bisogna vivere la comunione con Cristo e vivere la comunione con i fratelli.
D. – In definitiva, il Santo Padre ci dice che la vera amicizia con Gesù si esprime nel modo di vivere. Come testimoniare allora oggi la bellezza, la gioia della fede a chi è lontano dalla luce di Cristo?
R. – Io sono veramente grato a questo Papa perché continuamente parla della gioia di essere cristiani e c’è un’attesa meravigliosa dei giovani che stanno partendo anche dalle nostre terre per andare a Loreto, perché sono convinti che Benedetto XVI è un seminatore di gioia. La coerenza e la gioia non sono in contrasto tra di loro e un cristiano che oggi vuol testimoniare la fede la deve testimoniare con gioia e soprattutto con una vita di gioia. Dobbiamo essere contenti di obbedire al Signore, dobbiamo essere contenti di mettere in pratica quello che il Signore ci insegna perché vivendo con gioia la nostra fede si è testimoni. Coloro che non credono, vedendo la nostra gioia e la nostra coerenza, cominciano a porsi anche loro il problema della fede ed è importante questo, soprattutto per le giovani generazioni. Quando testimoniamo ai nostri figli, ai nostri discepoli, ai giovani che sono con noi, non soltanto di essere contenti di essere cristiani ma anche come si è cristiani, allora si diventa veramente dei testimoni e i giovani di oggi sono attratti da questa testimonianza di vita.
La Chiesa ricorda Santa Monica. Il Papa: esorta tutte le mamme a non scoraggiarsi di fronte ai travagli familiari
◊ Oggi la Chiesa ricorda Santa Monica, madre di Sant’Agostino, la cui memoria ricorre domani. Il Papa ha tracciato un profilo di questa Santa nell’Angelus del 27 agosto dell’anno scorso. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Monica nasce a Tagaste, nell’attuale Algeria, nel 331. Contrariamente al costume del tempo, le viene permesso di studiare e lei ne approfitta per leggere la Sacra Scrittura e meditarla. Cresce e matura nella fede. Sposa un modesto proprietario terriero, di nome Patrizio, lontano dal cristianesimo, facile all’ira e infedele. Lei non si arrende. E’ dolce e ferma. Prega con perseveranza. Da lui ha tre figli, tra cui Agostino. Ecco il Papa come la descrive:
“Visse in modo esemplare la sua missione di sposa e di madre, aiutando il marito Patrizio a scoprire la bellezza della fede in Cristo e la forza dell’amore evangelico, capace di vincere il male col bene. Dopo la morte di lui, avvenuta precocemente, Monica si dedicò con coraggio alla cura dei tre figli, tra i quali Agostino che inizialmente la fece soffrire con il suo temperamento piuttosto ribelle”.
Dopo anni di preghiere e di lacrime Agostino si converte:
“Come dirà poi lo stesso Agostino, sua madre lo generò due volte; la seconda richiese un lungo travaglio spirituale, fatto di preghiera e di lacrime, ma coronato alla fine dalla gioia di vederlo non solo abbracciare la fede e ricevere il Battesimo, ma anche dedicarsi interamente al servizio di Cristo”.
Monica muore a Ostia il 27 agosto del 387, a 56 anni, in seguito a una febbre molto alta. Poco prima di morire sentendo i figli discutere sul luogo della sua sepoltura, se in Italia, o in patria in Africa, esclama: «Seppellirete questo corpo dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all'altare del Signore». Il corpo di Santa Monica rimase per secoli nella chiesa di Sant’Aurea a Ostia. Poi nel 1430 le sue reliquie furono traslate in quella che oggi è la chiesa di Sant’Agostino a Roma.Il Papa, guardando ai travagli materni di Santa Monica, la addita come modello a tutte le mamme:
“Quante difficoltà anche oggi nei rapporti familiari e quante mamme sono angustiate perché i figli s’avviano su strade sbagliate! Monica, donna saggia e solida nella fede, le invita a non scoraggiarsi, ma a perseverare nella missione di spose e di madri, mantenendo ferma la fiducia in Dio e aggrappandosi con perseveranza alla preghiera”.
Il Papa nomina il nunzio in Uganda
◊ Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Uganda mons. Paul Tschang In-Nam, arcivescovo titolare di Amanzia, finora nunzio apostolico in Bangladesh. Mons. Paul Tschang In-Nam è nato a Seoul, in Corea del Sud, il 30 ottobre 1949. E’ stato ordinato sacerdote il 17 dicembre 1976. E’ laureato in Teologia. E’ entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1° maggio 1985.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - All'Angelus di domenica 26 agosto, recitato a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha ricordato che non saranno privilegi e sicurezze accumulate durante la vita a spalancare al cristiano la "porta stretta" dell'eternità, ma una "carta d'identità" i cui segni distintivi sono bontà del cuore, umiltà, mitezza, misericordia.
Servizio estero - In primo piano gli incendi in Grecia: il Peloponneso ancora nella morsa del fuoco; oltre sessanta i morti accertati.
Servizio culturale - Un articolo di Vittorino Grossi dal titolo "Un dizionario enciclopedico sul Vescovo di Ippona".
Servizio italiano - In rilievo il tema della sanità.
Aborto selettivo a Milano: il commento di mons. Sgreccia e la testimonianza di una coppia che ha adottato una bimba Down
◊ La Procura di Milano ha aperto un fascicolo sulla tragica vicenda avvenuta all’ospedale ‘San Paolo’. L’episodio – lo ricordiamo - riguarda una donna incinta di due gemelle, di cui una affetta da sindrome di Down. La signora ha chiesto un aborto selettivo per la bimba Down, ma, per errore, è stato eliminato l’altro feto. In seguito, la donna ha chiesto l’interruzione di gravidanza anche per la bambina Down. I magistrati per ora non hanno formulato ipotesi di reato e nessuna persona risulta iscritta nel registro degli indagati. Su questo drammatico avvenimento, al microfono di Fabio Colagrande ascoltiamo il commento di mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita:
R. - Mi trovo in questo momento in vacanza di fronte a una Casa-famiglia, dove una giovane coppia in attesa di avere un proprio figlio custodisce otto figli di altri, di cui due gravemente handicappati, con handicap molto più gravi della sindrome Down. Sono bambini che non potranno mai camminare, eppure sorridono, sono oggetto di affetto e mi chiamano per nome quando passo. Allora vuol dire che il bene della madre che si è trovata in queste circostanze, per cui noi preghiamo, il bene del figlio che ha perduto la vita - si dice per un semplice errore medico - il bene della famiglia, il bene della società, il bene comune, tutto questo richiede innanzitutto l’accoglienza della vita. Soltanto con questo atto fondamentale da parte di tutte le persone interessate si raggiunge la vera serenità, la vera pace della coscienza e il vero bene della società. Dobbiamo sentirci tutti sollecitati, da questo fatto e da molti altri che si ripetono di giorno in giorno, a riprendere un nuovo e diverso impegno per ottenere il rispetto della vita fin dal primo momento, perché queste creature hanno la nostra stessa dignità. Quando anche fossero gravate da un handicap, hanno semplicemente un titolo in più per essere aiutati. Tutto questo finché non cambierà la cultura, finché non cambierà anche la legge. Soltanto accogliendo la vita per quello che è, per il valore che ha e per il bene che porta con sé, la società va verso il bene comune e noi dobbiamo mirare al bene comune, evitando le polemiche ma assumendo le vere responsabilità.
D. - Mons. Sgreccia, l’aborto selettivo praticato in questo caso mette in luce in maniera particolare il principio eugenetico che sta dietro l’interruzione di gravidanza…
R. – Sì, in tutto il mondo si lamenta, per esempio, la scomparsa dalla faccia della Terra, del bambino Down, perché viene sempre più perseguito attraverso la selezione. Questo è un brutto segno che si sta verificando oggi nelle società più avanzate. Man mano questo fatto dilaga sempre di più anche verso altri difetti: in certi Paesi semplicemente uno viene selezionato semplicemente perché di sesso femminile, o altre volte soltanto perché è concepito in un periodo in cui la famiglia non è disposta. Tutte le volte che si ammettono questi criteri selettivi si uccide una persona, che è il nascituro, ma si offende tutta la società, tutta l’umanità. Una selezione che poi non riguarda solo questo tipo di soggetti ma si amplia sempre di più e che accompagna una grossa fetta dell’esercizio della medicina e di una grande parte della nostra cultura di morte, perchè la si pratica nella fecondazione artificiale, la si pratica ogni volta che si fa l’aborto, perché l’aborto è sempre selettivo. Molte volte si selezionano e sono sani ma solo in omaggio a una non capacità, a una non volontà, a un non riconoscimento, a una non accoglienza, a delle circostanze che sono ancora più banali. Questo cambio di mentalità è urgente se vogliamo costruire una società degna di persone umane e che si sentono tutte uguali per dignità.
All’opposto di questa vicenda, c’è la scelta di adottare un bambino affetto da sindrome di Down. Una decisione coraggiosa, che fa riflettere sul valore della vita e sull’importanza della sua tutela, sempre e comunque. Al microfono di Isabella Piro, ascoltiamo la testimonianza dei coniugi Paolo e Antonietta Parlagreco, residenti a Roma e genitori adottivi di Jessica:
R. – (Paolo) Noi avevamo già quattro figli e poi ci è arrivata una richiesta, tramite la parrocchia. Cercavano dei genitori perché adottassero una bimba Down che si trovava in un brefotrofio. Mia moglie ha raccolto questo invito e l’ha proposto in famiglia. Siamo andati a vederla e abbiamo deciso immediatamente.
D. – Per voi è stata comunque una scelta naturale...
R. – (Antonietta) Se fosse stata mia l’avrei accolta comunque. Per noi non è stato un atto di coraggio. Anzi, l’abbiamo presa così come si accoglie un figlio, come se fossi rimasti incinta e fosse stato mio.
D. – Quali sono le difficoltà che incontrano i bambini Down?
R. – (Paolo) Hanno dei limiti nella capacità cognitiva, ma hanno una capacità di relazionarsi in modo affettivo incredibile, percependo loro da soli, in modo molto naturale, chi può accoglierli ed aiutarli e chi meno.
D. – Voi avete donato a Jessica una famiglia, ma Jessica in cambio cosa vi ha dato?
R. – (Antonietta) Ha dato veramente una ricchezza in più a tutti noi. La sua sensibilità rende anche noi più attenti a certe cose. Oggi, mio figlio più grande si occupa di persone disabili, proprio come lavoro. Sono tutte piccole cose che lei ci ha portato.
D. – C’è un episodio in particolare che vi piace ricordare della vita insieme a Jessica?
R. – (Antonietta) Ho perso il mio papà, ormai dieci anni fa, e senza averle detto niente lei si è resa conto che io soffrivo e mi ha accarezzato in una maniera tale che ancora oggi ricordo le sue carezze sul viso. Lei non sapeva niente, eppure aveva percepito la mia tristezza per la morte del mio papà.
D. – Volete lasciare un messaggio ad altri genitori che magari fanno scelte radicali, come quello che è successo all’ospedale di Milano...
R. – (Paolo) La vita, in tutti i vari aspetti, è sempre un grande dono e una grande ricchezza, va accolta in tutte le sfumature. Nel caso di Jessica sicuramente ha tante sfumature che forse noi consideriamo mancanti, ma ne ha altrettante, talmente ricche e talmente belle, che ogni giorno è una scoperta e una ricchezza. Mai rifiutare quello che la vita ci propone.
Il cardinale Ruini inaugura con il volo Roma-Lourdes i pellegrinaggi low cost dell'Opera Romana
◊ In occasione del tradizionale pellegrinaggio della diocesi di Roma a Lourdes, guidato dal cardinale vicario Camillo Ruini, è partito oggi dall’aeroporto di Roma-Fiumicino il volo inaugurale con il quale si suggella la partnership fra l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Mistral Air, la compagnia aerea del Gruppo Poste Italiane. Durante la conferenza stampa, il cardinale Ruini ha espresso un pensiero particolare alla Terra Santa, auspicando un futuro di pace per i popoli del Medio Oriente. Il servizio di Luca Collodi:
L’accordo, della durata di cinque anni, prevede l’utilizzo di un Boeing 737-300 con partenze dagli aeroporti italiani di Roma, Verona, Bari, Brindisi, Lamezia Terme, Catania e Ancona. Le mete: Fatima, Lourdes, Santiago de Compostela, la Terra Santa, Czestochowa, l’Egitto con il deserto del Sinai. Saranno queste le destinazioni del 2008, che verranno raggiunte - si stima - da circa 150 mila passeggeri all’anno. “La sicurezza del viaggio è la nostra priorità, insieme all’impegno di economizzare il più possibile il costo del viaggio aereo”, ha affermato, questa mattina, padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, in una conferenza stampa all’aeroporto di Fiumicino. “La cura pastorale, altro momento importante di questa iniziativa, è fondamentale per predisporre i pellegrini all’arrivo nei luoghi sacri. Di qui - continua ancora padre Autuire - l’esigenza di creare un’atmosfera che sin dai messaggi che accompagnano i pellegrini, a bordo dell’aereo - sui poggiatesta c’è la scritta “cerco il tuo volto Signore” - sia consona al senso stesso del pellegrinaggio”.
Il pellegrinaggio, è stato ricordato, è la forma più antica ed universale di religiosità conosciuta e praticata sia presso i popoli cristiani che tra quelli di altre religioni. L’Opera Romana Pellegrinaggi è un’attività istituzionale del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede, dotato di una propria personalità giuridica, che svolge un particolare servizio pastorale in favore all’uomo che si fa pellegrino o turista. Oggi, l’Opera Romana Pellegrinaggi conta oltre 395 corrispondenti in Italia e all’estero, si avvale di circa 900 sacerdoti per l’assistenza spirituale dei pellegrini e 400 animatori pastorali laici e direttori tecnici dei pellegrinaggi stessi. Alla conferenza stampa, prima della partenza del volo inaugurale da Roma, è intervenuto anche il cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma e presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Il porporato detto: “Cambiano moltissimo le modalità del pellegrinaggio. L’aereo sta subentrando al treno, ma l’aereo ha il problema del costo. Questa iniziativa - ha sottolineato ancora il cardinale Ruini - comprime i costi e rende possibile il pellegrinaggio a tutti”. Infine, un augurio: “Mentre andiamo a Lourdes - ha concluso il cardinale Ruini - chiediamo a Maria Santissima la pace in Terra Santa”. (Dall’aeroporto di Fiumicino, Luca Collodi, Radio Vaticana)
Sui vantaggi di cui potranno usufruire i pellegrini da questa nuova partnership, Luca Collodi ha intervistato padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi:
R. - Il modo di fare il pellegrinaggio è di per sé creare le condizioni affinché la persona che sta viaggiando verso un Santuario si prepari per l’incontro che vi avviene poi all'interno. Quando si va in aereo verso i Santuari, la difficoltà principale è data dal tempo di viaggio, che è molto breve, e spesso le persone arrivano al Santuario senza un’adeguata preparazione. Facendo un’operazione del tipo charter si ha la possibilità in due, tre ore di volo di cominciare almeno a fare un po’ di catechesi, di preparazione, cosa che non è possibile su un volo di linea, quando ci sono altre persone presenti.
D. - Dei charter allestiti per viaggi religiosi significano anche costi inferiori per chi intenda vivere l’esperienza spirituale del pellegrinaggio...
R . - Sì, anche questo è vero. In alcuni dei pellegrinaggi che facciamo, per esempio in Terra Santa, il trasporto aereo incide al 65,70% sul costo di tutto il viaggio e pertanto se si riesce in qualche modo ad abbassare o ad abbattere questo costo, naturalmente si rende la proposta più agevole dal punto di vista economico. In questo modo, speriamo di poter coinvolgere più persone, soprattutto coloro che non hanno tanti mezzi economici.
Messaggio dei vescovi del Paraguay dopo gli attacchi del presidente Duarte alla comunità cattolica in vista delle presidenziali
◊ “La Conferenza episcopale del Paraguay, per la sua natura giuridica e la sua missione evangelizzatrice, non appoggia né accompagna nessun candidato in lizza. La Chiesa rivendica solo il suo diritto e il suo obbligo di illuminare la cittadinanza nell’esercizio cosciente e responsabile del suffragio in quanto atto fondamentale del sistema democratico”. Così si esprime, in un ampio comunicato del 24 agosto, la presidenza dell’episcopato paraguaiano in merito alle dure polemiche sulle prossime elezioni che hanno visto il presidente del Paraguay, Nicanor Duarte, attaccare alcuni vescovi e più in generale la comunità cattolica del Paese sudamericano. Sullo sfondo di queste controversie si staglia una diatriba politica ed elettorale del tutto aliena alla Chiesa locale. Da un lato creano tensioni le lotte interne al partito del presidente, (il “Colorado”), che deve scegliere fra tre aspiranti il proprio candidato alle presidenziali, e, dall’altro lato le forze dell’opposizione (“Concertación Nacional”) guidate da Fernando Lugo Méndez, vescovo emerito di San Pedro, attualmente sospeso per decisione della Santa Sede. Lo scorso 7 febbraio, i vescovi del Paraguay avevano appoggiato le decisioni prese dalla Santa Sede sulla vicenda di mons. Lugo Méndez, sospeso a divinis per essersi candidato alle presidenziali del 2008. “Deve essere chiaro – si legge in un precedente documento dei presuli del Paraguay – che questa Conferenza non ha mai dato appoggio ad attività di natura politica e partitica. Non abbiamo mai esortato o raccomandato – aggiungono i vescovi – nessun tipo di candidature”. Il testo fa leva, in particolare, sulle parole del Papa contenute nell’enciclica “Deus caritas est” che definiscono “il compito della politica” come “vocazione e missione dei laici”. “Non appartiene ai doveri dei vescovi – prosegue il documento dei presuli del Paraguay – esprimere considerazioni di natura giuridica né fare luce su requisiti o idoneità di una possibile candidatura alla presidenza della Repubblica di mons. Fernando Lugo Méndez”. Nel ribadire il loro impegno per l’evangelizzazione e la costante ricerca del bene comune, i vescovi chiedono alla comunità cristiana di pregare per mons. Lugo Méndez e nel documento del 24 agosto auspicano che “le difficili condizioni socioeconomiche del Paese” trovino “risposte adeguate” e che non aumentino invece “la situazione di povertà ed esclusione” di molti cittadini, schiacciandoli e creando “uno stato di disperazione e irritabilità degli spiriti”. In questo contesto, rileva l’episcopato, diversi attori politici utilizzano oggi un linguaggio di scontro, senza esclusione di colpi, incluso gli attacchi alla dignità delle persone, ignorando inoltre il dovuto rispetto che meritano le istituzioni, tra cui la Chiesa cattolica. “Le frizioni creatasi a causa delle aggressioni verbali tra il signor Presidente della Repubblica e alcuni membri della Chiesa – osservano i presuli – non ci sembrano dunque opportuni né convenienti se si pensa alla necessaria collaborazione tra le nostre istituzioni”. Ricordando che la Costituzione regola i rapporti tra lo Stato e la Chiesa basandoli sull’indipendenza, la cooperazione e l’autonomia, i presuli paraguaiani ribadiscono che “la Chiesa resta sempre aperta al dialogo costruttivo sia con lo Stato e le sue autorità sia con tutti gli organi di governo”. “Lo scontro non fa parte del nostro animo e modo di essere”, affermano i presuli. Con le parole di Benedetto XVI, i vescovi affermano infine che “il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica. (...) come dice il Concilio Vaticano II, l’autonomia delle realtà temporali.[19] Lo Stato non può imporre la religione, ma deve garantire la sua libertà e la pace tra gli aderenti alle diverse religioni; la Chiesa come espressione sociale della fede cristiana, da parte sua, ha la sua indipendenza e vive sulla base della fede la sua forma comunitaria, che lo Stato deve rispettare. Le due sfere sono distinte, ma sempre in relazione reciproca (Deus caritas est, N° 28 - b)”.(T.C.)
Al cardinale Bertone, in Perù per il Congresso eucaristico, l’onorificenza “Santo Toribio de Mogrovejo"
◊ Con le relazioni “Sull’iniziazione cristiana: Battesimo ed Eucaristia”, di mons. Ricardo Blázquez Pérez, vescovo di Bilbao e presidente della Conferenza episcopale spagnola, e su “L’Eucaristia, pane di vita per i discepoli di Cristo”, del cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo di Siviglia, entrano nel vivo oggi a Chimbote, in Perù, le giornate del IX Congresso nazionale eucaristico. All’apertura dei lavori, sabato scorso, ha preso parte il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che, in occasione della sua visita, ha consacrato il Duomo di Chimbote dedicato a “Nuestra Señora del Carmen y San Pedro Apóstol”. Ieri, invece, il porporato ha presieduto l’ordinazione episcopale di mons. Gustavo Galbusera. La giornata di oggi prevede, oltre alle relazioni teologiche, la riflessione pastorale di mons. José Antonio Eguren Anselmi, arcivescovo di Piura, sempre sul tema della famiglia e della vita. Sabato scorso il cardinale Bertone ha incontrato i membri della Conferenza episcopale peruviana, ed ha ricevuto da mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujilo e presidente dell’episcopato, l’onorificenza “Santo Toribio de Mogrovejo”. I vescovi peruviani, dal 2002, consegnano questo alto riconoscimento alle persone che hanno reso servizi di grande valore morale, spirituale ed ecclesiale alla Chiesa e alla società. Quest’anno l’onorificenza è stata consegnata a padre Hugo de Censi, fondatore dell’ “Operazione Matogrosso” che attraverso i suoi volontari ha realizzato diverse opere sociali a favore della Chiesa peruviana. Proclamato beato da papa Innocenzo XI il 2 luglio 1679, San Toribio de Mogrovejo, è stato canonizzato da papa Benedetto XIII il 10 dicembre 1726. Patrono dei vescovi latinoamericani, la sua memoria liturgica, già fissata al 27 aprile, è stata spostata al 23 marzo. Turibio (Toribio Alfonso) de Mogrovejo (Mayorga de Campos, Leon, 16 novembre 1538 - Saña, Perù, 23 marzo 1606), di nobile famiglia spagnola, è stato professore di giurisprudenza a Salamanca, inquisitore a Granada e vescovo di Lima per volere di Filippo II. Figlio di Luis Alfonso de Mogrovejo e Ana de Robles y Moran, ha studiato diritto canonico a Valladolid e presso l’Università di Salamanca, dove ha insegnato dopo la laurea. Filippo II, nonostante fosse ancora un laico, nel febbraio del 1571 lo mise a capo del tribunale dell’Iquisizione di Granada. Nel maggio del 1579 il sovrano lo designò arcivescovo di Lima, nella colonia spagnola del Perù, e papa Gregorio XIII confermò la nomina eleggendolo successore di Jerónimo de Loayza. Ricevuta a Siviglia la consacrazione episcopale, il 12 maggio del 1581 Turibio de Mogrovejo prese possesso della sua sede vescovile, si dedicò all’evangelizzazione delle popolazioni indigene e fondò a Lima il primo seminario di tutta l’America Latina (1591). Nel 1605, durante una visita pastorale a Pacasmayo, contrasse la febbre che l’anno successivo lo portò alla morte, avvenuta nella sua residenza di Saña, presso Lima, nel giorno di giovedì santo.(T.C.)
Sul tema "Il Santuario, spazio per l'evengelizzazione", si è aperta ieri a Fatima, in Portogallo, la 30.ma Settimana Biblica nazionale
◊ Con una solenne intronizzazione della Bibbia, accompagnata da uomini e donne in costume locale, ha avuto inizio ieri a Fatima, in Portogallo, la 30.ma Settimana Biblica nazionale, organizzata dai Frati Cappuccini portoghesi, da 50 anni impegnati nella stampa e nella diffusione della Parola di Dio. Il tema “Il Santuario, spazio per l’evangelizzazione” è stato scelto sia come continuazione dei temi precedenti, sia perché è imminente la consacrazione di una nuova chiesa dedicata alla Santissima Trinità, che avverrà il 13 ottobre prossimo, data del 90.mo anniversario delle apparizioni della Madonna ai pastorelli Lucia, Giacinto e Francesca. La cerimonia sarà presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. L’incarnazione - è stato detto all'apertura dei lavori – ha cambiato la storia del mondo e la storia della salvezza, annunciata inizialmente dai profeti in uno spazio geograficamente ristretto come la terra d’Israele, e poi dagli apostoli, in gran parte del mondo conosciuto ai loro tempi, presentando il Figlio di Dio come “tenda della nuova alleanza”, prefigurata nei santuari dell’Antico Testamento - Sichel, Betel, Silo, il Sinai - nei quali Dio si manifestò in modo particolare ad Abramo e Giacobbe, Samuele e Mosè. Oggi, facendo riferimento al santuario di Fatima, in cui si venera la Madonna “fatta Chiesa”, secondo una felice espressione di San Francesco, è stato sottolineato che i santuari non sono automaticamente luoghi sacri o casa di Dio, ma soprattutto luoghi in cui si accoglie e si forma la comunità e in cui è facilitato l’incontro con Dio e la contemplazione delle sue meraviglie. La settimana proseguirà fino a venerdì prossimo, riflettendo su Gesù, Santuario di Dio per gli uomini, sulla Chiesa, tempio per il tempio, e con una tavola rotonda in cui si affronterà il tema della opportunità che offrono oggi i santuari per l’evangelizzazione.(A cura di padre Egidio Picucci)
Fedeli di diverse confessioni insieme ieri in preghiera per la pace a Tewatte, nello Sri Lanka, nella Giornata nazionale del Malato
◊ Circa 500 mila cristiani e diversi fedeli di altre religioni, hanno preso parte ieri a Tewatte, nello Sri Lanka, alla Giornata nazionale del Malato nella Basilica di Nostra Signora di Lanka. Tema dell’incontro, organizzato anche allo scopo di pregare per la pace nel Paese, “Il Signore guarisca noi e la nostra nazione”. Al rito per l’unzione dei malati – tenuto in singalese e tamil – erano presenti, scrive l'agenzia AsiaNews, oltre a 300 sacerdoti e religiosi da varie diocesi, il nunzio apostolico in Sri Lanka, mons. Mario Zenari, l’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Thomas Colman Gomis, il suo predecessore mons. Nicholas Marcus Fernando, mons. Thomas Savundaranayagam vescovo di Jaffna ed il vescovo ausiliare e vicario generale di Colombo mons. Vincent Marius Joseph Peiris. Durante l’adorazione dell’Eucaristia e la recita del Rosario, i pellegrini hanno implorato la Madonna di dare loro “pace interiore e salute, ma anche di guarire la loro patria dai molti mali da cui è afflitta”. “Questo è il decimo anno che partecipo all’unzione dei malati a Tewatte e posso dire ogni volta di sentire il tocco dell’amore di Maria su di me”, ha detto Colin Emmanuel, 78 anni, che, costretto su una sedie a rotelle, è arrivato dalla parrocchia di Kirimatiyana, nella diocesi di Chilaw, 125 km a nord della capitale. E’ un “dovere pregare non solo per i nostri mali fisici ma anche per i mali della nostra nazione: corruzione, ingiustizia, violazioni di diritti umani”, hanno affermato Jesimin Pararajasinghem ed il marito Paul Raj, tamil. “Abbiamo bisogno che la guerra finisca, che ritorni la pace in Sri Lanka, che le varie etnie tornino a vivere in armonia” hanno detto i coniugi. La preparazione alla Giornata del Malato è iniziata il 22 agosto: i pellegrini sono arrivati da tutto il Paese e hanno sistemato le loro tende sotto gli alberi che circondano la chiesa; l’amministrazione ha messo a disposizione acqua potabile, servizio di assistenza, ambulanze, personale sanitario. La basilica di Tewatte, a nord di Colombo, è stata costruita nel 1946, per ringraziare la Madonna di aver salvato l’isola dagli orrori della II Guerra mondiale.(T.C.)
Prime lauree in medicina all'Università cattolica del Mozambico
◊ “Oggi è una giornata storica per il Mozambico e per il mondo intero”: così padre Alberto Ferreira, rettore dell’Università cattolica del Mozambico, si è rivolto ai primi 13 giovani studenti mozambicani che sono diventati medici a Beira. Con la cerimonia di sabato scorso, infatti, riferisce l'Agenzia Sir, è iniziato un “nuovo corso”: per la prima volta nella storia del paese sono stati formati medici fuori dalla capitale Maputo, grazie agli impegni presi dall’Università cattolica locale dopo gli accordi di pace di Roma, che nel 1992 hanno posto fine ad una lunga e devastante guerra civile. “Un segnale deciso per la riduzione degli squilibri nell’accesso alle opportunità formative tra il nord e il sud del paese, fortemente sostenuto dalla Cei”, si legge in una nota del Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici e missionari), presente alla cerimonia, cui ha partecipato anche l’arcivescovo di Beira, mons. Jaime Pedro Gonçalves, già protagonista degli accordi di pace. Presenti anche delegazioni di Olanda, Germania e Stati Uniti. Per l’Italia ha partecipato una rappresentanza guidata da "Medici con l’Africa Cuamm", che dal 2004 appoggia la Facoltà di Medicina con due medici impegnati nella formazione degli studenti, oltre a dare supporto all’Ospedale Centrale di Beira, secondo ospedale del paese con funzioni di Clinica Universitaria per la Facoltà. In Mozambico le stime parlano di 600 medici per 20 milioni di abitanti. La metà di essi è concentratanella capitale. La Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Mozambico è nata nel 2000 con l’obiettivo di formare medici per far fronte agli enormi bisogni sanitari delle province centro-nord del paese, sprovviste di opportunità formative qualificate. Fino ad allora l’unica Facoltà di Medicina esistente nel paese era a Maputo, 1.200 chilometri a sud di Beira.(R.P.)
Aperte le iscrizioni per i giovani che vogliono collaborare alla preparazione delle catechesi della Giornata mondiale della gioventù di Sydney
◊ I giovani che intendono animare e collaborare alla preparazione delle catechesi della prossima Giornata mondiale della Gioventù che si svolgerà a Sydney dal 15 al 20 luglio 2008 possono iscriversi da oggi consultando il sito internet www.wyd2008.org/catechesis. Il Comitato organizzatore della Gmg, riferisce l’agenzia SIR, sta infatti cercando animatori, coordinatori, musicisti, coristi, cantanti e lettori da organizzare in gruppi per affiancare gli oltre 300 vescovi che terranno le catechesi per tre mattine consecutive durante la settimana della Gmg. “Fine della catechesi è quello di guidare i pellegrini a compiere i passi necessari per rispondere a Cristo” afferma Steve Lawrence, direttore del dipartimento di Evangelizzazione e Catechesi della Gmg. “Siamo alla ricerca di 300 gruppi di animatori, ciascuno composto da almeno 6 persone, che ci aiutino a coordinare i tre principali elementi della catechesi: la preparazione, l’insegnamento e la messa”. Secondo quanto riferisce il Comitato organizzatore, la maggioranza delle catechesi si svolgerà in lingua inglese, ma si prevedono anche altre lingue con predominanza di italiano, spagnolo e francese.(T.C.)
Al via oggi a Spoleto la 58ma Settimana Liturgica Nazionale che intende rilanciare il dialogo tra Chiesa e società
◊ “Celebrare nella città dell’uomo. Comportatevi da cittadini degni del Vangelo”: è il tema della 58ma Settimana Liturgica Nazionale che si apre questo pomeriggio a Spoleto. Obiettivo dell’incontro, che si protrarrà fino al 31 agosto, è rilanciare il dialogo tra la Chiesa e la società e “riproporre a tutti l’impegno dell’uomo, quindi del cristiano, nella piazza”. La celebrazione d’inizio, alle 17, sarà presieduta, riferisce l’agenzia SIR, dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana. Poi il saluto di mons. Felice Di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano e presidente della Commissione Cei per la liturgia, e di mons. Luca Brandolini, vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo e presidente del Centro Azione Liturgica (Cal). Verrà data anche lettura del messaggio del Papa ai partecipanti. “Celebrare nella città dell’uomo – ha detto mons. Fontana nei giorni scorsi, presentando l’evento ai giornalisti – condiziona in modo molto significativo il nostro comportarsi da cittadini degni del Vangelo”: di qui la centralità della liturgia, anche come “occasione di dialogo tra i credenti e la società”. E proprio sul dialogo è stato realizzato il logo scelto per la Settimana del Cal: la cattedrale di Spoleto, che sulla facciata presenta due pulpiti, uno per il vescovo, l’altro per la massima autorità pubblica.(T.C.)
Alla Mostra del cinema di Venezia nasce il premio "Padre Nazareno Taddei"
◊ Al film, tra quelli in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, che «sappia esprimere autentici valori umani con il miglior linguaggio cinematografico» sarà assegnato per la prima volta quest’anno il «Premio Nazareno Taddei», istituito in occasione del primo anniversario della morte del gesuita che ha dedicato la vita allo studio del linguaggio cinematografico e dei media ed ha sostenuto fin dal suo inizio la stessa Mostra internazionale d’arte cinematografica. Il premio, scrive l'Agenzia Sir, attribuito da una giuria presieduta dal critico cinematografico Morando Morandini e di cui fa parte tra gli altri Gian Luigi Rondi, sarà consegnato dall’attrice Claudia Koll, sabato 8 settembre nell’ambito della Mostra alla quale anche quest’anno sarà presente una equipe del Centro internazionale dello spettacolo e della comunicazione sociale, fondato da padre Taddei, che garantirà la pubblicazione quotidiana delle «letture» dei film in concorso a Venezia sul rinnovato sito (www.edav.it) della rivista di educazione audiovisiva «Edav» la cui versione cartacea uscirà invece a fine settembre con uno speciale sulla Mostra che si apre oggi a Venezia.(R.P.)
Sotto il fuoco di centinaia di roghi la Grecia e l’Italia. Avanzata una proposta per creare una squadra antincendi europea – 10 arresti in Russia per l’omicidio della giornalista Politkovskaia – Il presidente Sarkozy traccia le linee della politica estera francese
◊ Fino a 1 milione di euro la taglia posta dal governo ellenico per la cattura dei piromani, responsabili degli incendi divampati in Grecia che hanno causato finora 63 vittime. Decine i roghi specie nel Peloponneso, dove le fiamme hanno raggiunto ieri anche l’antica città di Olimpia, tra i più importanti siti archeologici al mondo. Ingentissimi i danni materiali, migliaia le case distrutte, e decine di migliaia gli ettari di territorio arsi dal fuoco. 33 i sospetti piromani arrestati, come ha riferito stamane ai giornalisti il portavoce dei vigili del fuoco. Ci si interroga, intanto, su una possibile strategia criminosa dietro la serie di incendi. Da Atene l'inviato del "Corriere della Sera", Antonio Ferrari, al microfono di Giancarlo La Vella:
R. - La strategia è quella di colpire la Grecia soprattutto nelle zone attorno al Peloponneso, lo scrigno dei tesori della Grecia, le zone attorno ai più importanti siti archeologici. Questo alimenta il sospetto che non sia stato casuale - ovviamente perché il dolo è sicuro - ma che si tratti di una strategia complessiva, resa ancor più "velenosa" dal clima pre-elettorale visto che le elezioni politiche anticipate si terranno il 16 settembre.
D. – Purtroppo, la solidarietà dell’Europa è arrivata in ritardo. Per quale motivo?
R. – Direi che c’è un certo senso di cinismo ed anche di egoismo. Se qui non ci si rende conto che gli incendi sono un fatto che può riguardare tutta l’Europa e in particolare gran parte dell’Europa mediterranea, visto che gli incendi si estendono dal Portogallo alla lontana Turchia, allora si pecca di miopia perchè sarebbe necessario inglobare tutti gli interventi in una specie di ‘task force’ europea, pronta ad intervenire nelle situazioni più gravi. Se noi continuiamo a pensare al solito in termini egoistici, non in termini di solidarietà che poi un domani potremmo noi richiedere, commetteremmo un gravissimo errore e daremmo una prova di stupida cecità.
- Aiuti dunque insufficienti: sarebbe scattata in ritardo la solidarietà europea contro gli incendi e per questo il vicepresidente della Commissione europea, Frattini, ha chiesto stamane di istituire una speciale squadra permanente a livello dei Ventisette dell'UE.
- Anche l’Italia alle prese con gli incendi: 339 i roghi divampati solo ieri, le regioni più colpite la Campania - dove sta bruciando anche la Costa amalfitana - e la Calabria, dove un pastore è stato denunciato nella campagne di Reggio Calabria per avere appiccato diversi incendi. Domato stamane il fuoco che ha devastato l’isola di Ponza al largo delle coste laziali, e dopo cinque giorni di emergenza è rientrato l’allarme in Sicilia, dove sono salite a quattro le vittime dell’incendio di martedì scorso a Patti, di cui sono sospettati responsabili due pastori del messinese. Finito in manette anche un operaio, in Sardegna, accusato di avere causato 30 roghi.
- Vittime delle fiamme anche due persone nel sud est della Bulgaria, a Topolovgrad, vicino alla frontiera turca e in Ucraina nella penisola di Crimea, in riva al Mar Nero.
- Svolta in Russia nell’indagine sull'uccisione della giornalista Anna Politkovskaia, avvenuta nell'ottobre del 2006. Dieci persone sono state arrestate e “presto verranno incriminate con l'accusa di aver commesso quel grave delitto", ha dichiarato stamane il procuratore generale russo Chaika, aggiungendo che il presidente Putin è stato informato dei progressi fatti. Il servizio da Mosca di Giuseppe D’Amato:
Finalmente è arrivata la svolta nelle indagini che tutti chiedevano e speravano. Il procuratore generale Yuri Chaika ha comunicato al presidente Putin in persona che non sono stati ancora resi pubblici i nomi degli arrestati. La pistola con cui la giornalista è stata uccisa il 7 ottobre scorso è stata ritrovata. Gli inquirenti hanno anche gli identikit disegnati con l’aiuto di alcuni testimoni. Non è nemmeno chiaro il movente, varie erano le piste seguite, da quelle interne che portavano ai poliziotti con cui la giornalista aveva avuto dei dissidi, a quella militare con le truppe federali in Caucaso, a quella cecena che vedeva tra gli accusati l’attuale presidente Ramzan Kadyrov. Gli inquirenti hanno promesso di fornire presto maggiori particolari. (Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)
- Ancora violenze in Iraq. Nella città di Kut, a sud-est di Baghdad, scontri armati fra truppe statunitensi e miliziani dell'Esercito del Mahdi, fedeli al leader sciita radicale, Moqtada al-Sadr, hanno provocato almeno sette morti e cinque feriti, tutti civili. In questo difficile clima, i leader politici sunniti, sciiti e curdi hanno raggiunto un accordo per inserire nell’apparato istituzionale gli appartenenti al partito Baath dell’ex dittatore Saddam Hussein. Per un commento su questa decisione, Giancarlo La Vella ha intervistato Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:
R. – Credo si potrebbe commentare sinteticamente: troppo poco e troppo tardi. Troppo poco, perchè in realtà all’epoca, quando gli americani entrarono a Baghdad, decisero lo scioglimento dell’esercito e quindi lo "sbandamento" di tutta una classe militare e dirigente baathista, che poi ha alimentato anche in parte la guerriglia del Paese. Quindi, era allora che bisognava decidere di non sciogliere l’esercito e le forze di sicurezza, ma cercare di cooptarle nel nuovo sistema iracheno. In secondo luogo, troppo tardi, perché siamo passati dal 2003 al 2007 e non si è presa nessuna decisione in questo senso, anzi si è andati esattamente nella direzione contraria con il processo di epurazione dei baathisti da tutte le cariche pubbliche ed anche dei funzionari, cioè di gente che in fondo non era coinvolta se non molto marginalmente con il vecchio regime.
D. – Accanto a questa iniziativa figurano le numerose critiche, soprattutto internazionali, nei confronti dell’incapacità del premier al Maliki a realizzare una stabilizzazione nel Paese. Non si rischia, però, così di esautorare ulteriormente questo governo così debole?
R. – In pratica al Maliki è, come anche il precedente governo sciita, ostaggio degli stessi sciiti e delle ali più radicali, in particolare di quella di Moqtada al Sadr. Credo che in realtà si stia preparando il terreno per un’ulteriore ascesa politica dello stesso Moqtada Al Sadr, personaggio che controlla molto di più il territorio e la piazza sciita di quanto non facciano gli altri partiti. Quindi, in realtà siamo alla vigilia, credo, di una nuova ridefinizione del campo sciita e anche probabilmente dello stesso governo.
- Questa mattina a Parigi, in occasione della conferenza annuale degli ambasciatori, Nicolas Sarkozy - ad oltre 100 giorni dalla sua elezione all’Eliseo - ha tenuto il suo primo discorso presidenziale sulle linee generali di politica estera francese. Il servizio di Valentina Fizzotti:
Nicolas Sarkozy ha pronunciato il suo primo discorso da presidente, sulla politica estera francese. Sarkozy ha auspicato l’emergere di un’Europa forte, protagonista sulla scena internazionale ed ha sottolineato l’importanza dell’amicizia tra Stati Uniti e Francia. Il presidente si è espresso a favore della definizione di un calendario chiaro per il ritiro delle truppe straniere dall'Iraq, dichiarando che “non vi è altra soluzione se non quella politica”. In merito all’ingresso della Turchia in Europa, il presidente francese ha dichiarato che se i ventisette membri avvieranno una riflessione essenziale sul futuro dell’Unione Europea, la Francia non si opporrà all'apertura di nuovi negoziati. Sarkozy ha ricordato che durante la sua campagna elettorale aveva suggerito l’opzione di un’“associazione” fra UE ed Ankara senza spingersi all’adesione dello Stato turco allUnione Europea, specificando di non aver cambiato opinione.
- Si sarebbe dimesso il ministro della Giustizia statunitense, Alberto R. Gonzales. A riferirlo è, stamani, il sito Internet del New York Times. Gonzales avrebbe presentato già venerdì scorso le sue dimissioni al presidente Bush, il quale non avrebbe ancora scelto un sostituto per il dicastero.
- Domani a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Ehud Olmert incontrerà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, per discutere un memorandum, in vista della Conferenza di pace convocata dagli Stati Uniti per novembre, ed affrontare la questione della sicurezza tra Israele ed i Territori palestinesi. Nel corso dell’ultimo incontro, avvenuto a Gerico, in Palestina, lo scorso 6 agosto, Olmert e Abu Mazen hanno affrontato i temi fondamentali per la creazione di uno Stato palestinese
- In Giappone, dopo la pesante sconfitta subita dal partito di governo, alle elezioni dello scorso 29 luglio, il premier Shinzo Abe ha deciso un rimpasto dell’esecutivo, cambiando i titolari dei ministeri degli Esteri, delle Finanze, della Difesa e della Sanità e nominando un nuovo portavoce del governo. I nuovi ministri si insedieranno questa sera dopo la cerimonia di giuramento davanti all’imperatore Akihito.
- In India, il Partito nazionalista induista, BJP, ha proclamato oggi 24 ore di sciopero nella regione meridionale di Andhra Pradesh contro gli attentati di sabato che hanno insanguinato la città di Hyderabad, con 42 morti e una sessantina di feriti. Il partito d’opposizione ha accusato il governo di non aver garantito la sicurezza nell’area. La polizia ha avanzato sospetti su gruppi terroristici bangladesi e le autorità locali hanno invece accusato delle due esplosioni organizzazioni terroristiche islamiche internazionali. La stessa polizia, intanto, ha recuperato una ventina di altri ordigni inesplosi in luoghi pubblici della città.
- Nuove proteste contro il carovita nel Myanmar, dopo le manifestazioni di piazza, nella capitale la scorsa settimana, in particolare contro il rialzo dei prezzi dei carburanti, deciso dalla Giunta militare al governo. Almeno una cinquantina i militanti del movimento democratico di Aung San Suu Kyi arrestati oggi per aver partecipato ad una marcia silenziosa per le strade di Bago, 50 chilometri a nord est di Yangon
- Si svolgeranno il 23 dicembre in Thailandia le prime elezioni legislative per ristabilire la democrazia dopo il colpo di Stato militare che il 19 settembre 2006 aveva deposto il primo ministro Shinawatra, ora in esilio a Londra, assegnando il potere al generale Surayud Chulanont. La consultazione elettorale fa seguito al referendum del 19 agosto che ha approvato una nuova Costituzione, la quale concede l’amnistia agli autori del golpe.
- Torna la violenza in Somalia, segno delle difficoltà di un accordo tra le Corti islamiche e i "signori della guerra" che hanno ripreso il potere a Mogadiscio. Numerose le azioni terroristiche che ieri hanno sconvolto la capitale: la più grave ha causato la morte di due bambini che tornavano da scuola e di un anziano passante. Il governo somalo ha inoltre sospeso i voli tra la capitale e la Repubblica autoproclamatasi del Somaliland, a seguito di controversie diplomatiche in materia d’immigrazione. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Gisotti e Valentina Fizzotti)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 239
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