RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 272 - Testo della trasmissione di venerdì 29 settembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il messaggio del
Papa in occasione del V Simposio Europeo dei docenti universitari in corso a
Roma
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si sono svolti questa mattina nel Duomo di Cuneo i
funerali solenni del caporalmaggiore Giorgio Langella, l'alpino ucciso in Afghanistan.
Mons. Angelo Bagnasco nell'omelia ha voluto ricordare il “coraggio di donarsi”
del soldato italiano
29 settembre 2006
SERVIRE GLI ALTRI E NON SE STESSI IN UNA SOCIETA’
DOMINATA
DA
VALORI MATERIALI: COSI’ BENEDETTO XVI NELL’UDIENZA
AI VESCOVI DEL MALAWI A CONCLUSIONE DELLA VISITA AD LIMINA
La difficoltà anche per i sacerdoti di uno stile di vita
contrario ai modelli dominanti: ne ha parlato stamani il Papa nell’udienza ai
vescovi del Malawi in visita ad Limina, sollecitandoli a denunciare con
coraggio le colpe che sono dietro i gravi problemi del loro Paese. Il servizio
di Roberta Gisotti:
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“In un mondo dominato da valori secolari e materiali può
essere difficile mantenere uno stile di vita culturalmente controcorrente, cosi
necessario nel sacerdozio e nella vita religiosa”, ha detto Benedetto XVI,
raccomandando ai presuli del Malawi di
offrire anzitutto loro l’esempio di un “ministero davvero incentrato su
Cristo”. Se il clero del Paese africano si trova talvolta - come la popolazione
- in condizioni di bisogno, mancando dei mezzi necessari per esercitare
l’apostolato, il Papa ha sollecitato i vescovi a provvedere alle legittime
necessità, ma al tempo stesso ad ammonire riguardo “un eccessivo interesse al
possesso materiale”. Cosi anche nei Seminari – ha suggerito il Santo Padre – “è
necessario insegnare agli studenti che un prete è chiamato a vivere per gli
altri e non per se stesso”.
Sottolineando la grande vitalità delle comunità cristiane
del Malawi, che si esprime nelle gioiose celebrazioni liturgiche, segno della
predominanza dei giovani nella popolazione, il Papa ha esortato a seguire
questi giovani nella loro preparazione di fede, attraverso insegnanti e
catechisti ben preparati a questa nobile missione, e un contributo rilevante in
questo ambito – ha detto - potrà darlo la nuova Università cattolica aperta di
recente nel Paese africano.
Il piccolo Stato del Malawi nell’Africa sud orientale,
esteso poco più di un terzo dell’Italia, conta oltre 11 milioni 300 mila
abitanti, per oltre metà cristiani, fra i quali 2 milioni e 680 mila cattolici.
Dopo aver ascoltato dai presuli i gravi problemi sociali
che affliggono il Malawi, il Papa ha denunciato che la fame diffusa non è solo
frutto della siccità ma anche del malgoverno nel settore agricolo; che la
diffusione dell’AIDS è incrementata dall’incapacità di restare fedeli al
proprio partner nel matrimonio o di praticare l’astinenza; che i diritti delle
donne, dell’infanzia e dei bambini non nati sono cinicamente violati dal
traffico di esseri umani, dalla violenza domestica e da chi promuove l’aborto.
Da qui l’appello di Benedetto XVI a non cessare mai di proclamare sempre la
verità, che ci renderà liberi.
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“E’ L’AMORE
E’
QUANTO HA DETTO IL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE DELL’ALBANIA
“E’ l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il
mondo”: è quanto ha detto il Papa ricevendo stamane a Castel Gandolfo il nuovo ambasciatore
dell’Albania, Rrok Logu, per la presentazione delle Lettere credenziali. Il
servizio di Sergio Centofanti:
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Il Papa, all’inizio del suo discorso, ha messo subito in risalto una
prima caratteristica del popolo albanese: la sua aspirazione “alla verità e
alla libertà … non è stata cancellata nemmeno dalla lunga e pesante dittatura
comunista, dalla quale è uscito non molti anni or sono. Per crescere in un
clima di autentica libertà - ha aggiunto - occorre un contesto etico-spirituale adeguato,
fondato su una concezione dell’uomo e del mondo che ne rispecchi la natura e la
vocazione”. E “l’Europa, con il suo ricchissimo patrimonio di idee e di
istituzioni”, ha costituito nel corso di questi due millenni “un laboratorio privilegiato di civiltà”,
anche se a costo di molteplici travagli e guerre.
“In realtà – ha affermato Benedetto XVI – è … l’amore la
vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo e lo fa progredire verso il suo
compimento”. Il Papa ricorda a questo proposito l’esempio di Madre Teresa,
“figlia eletta dell’Albania”, proclamata Beata nel 2003 da Giovanni Paolo II:
“con la testimonianza di una vita evangelica e con il coraggio disarmante dei
suoi gesti, delle sue parole e dei suoi scritti” Madre Teresa – ha detto il
Papa - “ha annunciato a tutti che Dio è amore e che ama ogni uomo, specialmente
chi è povero e abbandonato”. Di questo amore - ha proseguito - la Chiesa intende dare testimonianza
con le sue opere educative ed assistenziali, aperte non solo ai cattolici ma a
tutti. E’ questo lo stile che ha insegnato Gesù Cristo: il bene, cioè, deve
essere fatto per se stesso e non per altri fini”. E quindi ha sottolineato
l’importanza della presenza e dell’opera della Chiesa Cattolica in Albania,
“per la promozione della fede e dei valori spirituali come pure per il sostegno
a molteplici situazioni di bisogno”.
Benedetto XVI ricorda poi “che un’eminente forma di carità è l’attività
politica vissuta come servizio alla polis, alla ‘cosa pubblica’, nell’ottica
del bene comune. Tale servizio si sentono chiamati a svolgere i cattolici,
specialmente i fedeli laici, nel rispetto della legittima autonomia della
politica e collaborando con gli altri cittadini per la costruzione di una
nazione prospera, fraterna e solidale”.
Il Pontefice auspica che l’Albania possa “integrarsi anche
istituzionalmente con le nazioni europee”, alle quali si sente legata “non solo per motivi
geografici, ma soprattutto per ragioni storico-culturali”. Quindi parla delle molte sfide che deve
affrontare il Paese, tra cui quella dell’emigrazione: “se da una parte – ha
detto - è necessario combattere le cause di tale fenomeno, occorre anche creare
le condizioni perché quanti lo desiderino possano ritornare in patria”. Il Papa
rende omaggio “agli albanesi che, fedeli ai migliori valori della loro
tradizione, sanno farsi apprezzare in Italia, in Europa e in altri Paesi del mondo”.
Per quanto riguarda i rapporti ufficiali tra
Il Papa ha concluso il suo discorso con l’auspicio
espresso da Giovanni Paolo II durante la storica visita in Albania del 25
aprile 1993, quello cioè di “proseguire uniti e saldi nel cammino che conduce
alla piena libertà, nel rispetto di tutti e seguendo le orme a voi familiari
della pacifica convivenza, dell’aperta collaborazione ed intesa fra le diverse
componenti etniche, culturali e spirituali”.
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Il nuovo ambasciatore albanese, Rrok Logu, ha 44 anni, è
sposato e ha due figli. Laureato in ingegneria civile, parla correntemente
anche l’inglese, il francese e l’italiano.
“I
BAMBINI E I MEDIA: UNA SFIDA PER L’EDUCAZIONE”:
E’ IL
TEMA SCELTO DA BENEDETTO XVI
PER LA
41.MA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI 2007
“I bambini e i media: una sfida per l’educazione” è il
tema scelto da Benedetto XVI per la 41ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni
2007 che sarà celebrata il prossimo 20 maggio. Il tema – afferma l’arcivescovo
John P. Foley, presidente del Pontificio
Consiglio delle comunicazioni sociali - sottolinea “il bisogno che genitori ed
educatori comprendano l’importante influenza formativa dei media nella vita dei
bambini”. Il Messaggio del Santo Padre per
NOMINE
In Italia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Alghero-Bosa presentata da mons. Antonio
Vacca, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli
succede mons. Giacomo Lanzetti, finora ausiliare di Torino e vescovo titolare
di Mariana in Corsica. Mons. Giacomo Lanzetti è nato a Carmagnola (in provincia
di Torino) il 21 aprile 1942. E’ stato ordinato sacerdote il 26 giugno
Sempre in Italia, il Papa ha nominato vescovo di Ozieri
mons. Sergio Pintor, finora direttore dell’Ufficio CEI per
IL PAPA AL SIMPOSIO EUROPEO
DEI DOCENTI UNIVERSITARI:
“GLI ATENEI SIANO LABORATORI DI AUTENTICO UMANESIMO”
La difesa delle radici cristiane passa anche
per gli atenei d’Europa. E’ il senso del messaggio del Papa, letto dal
segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, al V Simposio europeo dei
docenti universitari, apertosi ieri pomeriggio a Roma. Ce ne parla Alessandro
Guarasci:
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L’Europa si ricordi dei valori che sono alla sua base e
l’istruzione in questo senso può fare molto. Alla cerimonia, alla quale è intervenuta
anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il segretario di
Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha letto il messaggio del Papa:
“Gli atenei d’Europa possano essere anche nel presente,
come nel periodo aureo della loro origine, laboratori di autentico umanesimo,
dove la ragione operi la propria ricerca, secondo la piena misura delle sue
potenzialità”.
“Il Sommo Pontefice – ha proseguito il porporato – indica
l’obiettivo di una razionalità piena, fedele all’esperienza umana integrale,
come compito precipuo dei docenti e
degli studenti universitari cristiani, obiettivo da perseguire in dialogo
costruttivo con tutti coloro che condividono la medesima passione per la verità
e per l’uomo e sono disposti ad attuarla in modo non ideologico e nel reciproco
rispetto delle diversità. Su tale base culturale – ha aggiunto il cardinale
Bertone – si può realisticamente lavorare alla costruzione di una rinnovata
identità europea, idonea ad offrire al mondo, di fronte a sfide epocali, il
contributo di una inestimabile eredità spirituale e culturale, in grado di
forgiare un umanesimo razionale e aperto alla rivelazione di Gesù Cristo,
tollerante ma fermo nei principi etici. Che questo – è l’auspicio del Papa –
possa diventare l’ideale di una nuova generazione di docenti universitari cristiani”.
Per il presidente della Conferenza episcopale italiana,
cardinale Camillo Ruini, l’Unione Europea è in affanno, il suo cammino appare
incerto, caratterizzato da alcuni progressi, ma non meno attraversato da timori
e contraddizioni:
“Occorre il coraggio di guardare l’uomo con spirito
purificato, con una ragione libera da pregiudizi. In una parola: saper guardare
l’uomo con realismo”.
Un pensiero condiviso anche dal vicepremier Francesco
Rutelli, che mette in luce come sia necessario guardare alle nostre origini:
“Non tanto un richiamo identitario, che talvolta può
segnare delle distanze, ma il profondo radicamento di un popolo nei valori più
autentici della nostra civiltà europea, valori di accoglienza, di dialogo, di
comprensione, che diventano valori di verità”.
D’altronde, secondo il commissario europeo, Franco
Frattini, solo riscoprendo le nostre radici sapremo davvero accogliere chi è
diverso da noi:
“E’ per queste ragioni, non per imporre una identità su
altre identità, che le radici cristiane debbono trovare lo spazio che meritano
nella costruzione di un modello costituzionale per l’Europa che vogliamo”.
Dunque, un invito implicito a riaprire il dibattito sulla
Costituzione europea.
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NEL
SUO PRIMO DISCORSO AGLI AMBASCIATORI ACCREDITATI PRESSO LA SANTA SEDE
IL
CARDINALE SEGRETARIO DI STATO TARCISIO BERTONE ESORTA I DIPLOMATICI
A FAR
SÌ CHE OVUNQUE SI RISPETTINO I DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO
Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha incontrato
stamani gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede per l’inizio del suo
mandato. Nel suo discorso il porporato ha esortato i diplomatici ad impegnarsi
perché in tutto il mondo vengano garantiti i valori del rispetto e della dignità
umana. Il servizio di Tiziana Campisi:
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L’auspicio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio
Bertone, è che un giorno tutti i Paesi possano essere rappresentati presso la
Santa Sede,il cui obiettivo è quello di offrire il proprio sostegno alla vita
internazionale. Ciò perché in tutto il mondo vengano promossi i valori del
rispetto e della dignità umana, così come quelli del dialogo, della libertà della
giustizia e della fraternità. A tutt’oggi, gli Stati che intrattengono
relazioni diplomatiche con
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Nel discorso ai vescovi del
Malawi, Benedetto XVI ha esortato a proclamare sempre la verità in un mondo
dominato da valori secolari e materialisti.
Nel discorso al nuovo ambasciatore d’Albania, il
Papa ha sottolineato che per una autentica libertà occorre un contesto
etico-spirituale adeguato, fondato su una concezione dell'uomo che ne rispecchi
la natura e la vocazione.
Servizio estero – L’intervento della Santa Sede, a
Ginevra, sul tema: “La difesa della libertà religiosa deve essere un imperativo
costante per la comunità internazionale”.
Servizio culturale - Un articolo di Danilo Veneruso
dal titolo “Il ‘no’ deciso al nazionalsocialismo di un ‘antifascista
conservatore’”: ricordo di Joachim Fest, uno dei massimi studiosi di Hitler.
Servizio italiano - In primo piano i funerali del
militare italiano ucciso in Afghanistan.
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29 settembre 2006
CONCLUSO
AD ASSISI IL CAPITOLO STRAORDINARIO DEI FRATI MINORI
-
Intervista con padre José Rodriguez Carballo -
Si sono di fatto conclusi ad Assisi i lavori del Capitolo
straordinario dell’Ordine dei Frati Minori, apertosi il 14 settembre scorso.
Nei giorni di sabato e domenica i 156 partecipanti effettuano un pellegrinaggio
ai luoghi francescani della valle reatina, chiamata
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R. – Certamente, le motivazioni sono diverse, ma la
principale è perché l’Ordine sta facendo un cammino per la celebrazione
dell’ottavo centenario della fondazione, che avverrà nel 2009. La prima tappa
era centrata sul discernimento, e proprio in questo contesto, e guidati dalla
domanda che San Francesco si è fatto davanti al Cristo di San Damiano:
“Signore, che vuoi che io faccia?”, l’Ordine ha sentito il bisogno di
incontrarsi in un Capitolo generale straordinario, un capitolo che ha tentato
di trovare una risposta a questa domanda: “Signore, che vuoi che io faccia?”. E
devo dire che forse il frutto più bello di questo Capitolo è stato il discorso
che abbiamo fatto sulla fede, la chiamata a vivere veramente con radicalità il
Vangelo, la chiamata anche a vivere con audacia la nostra missione. Infatti, i tre
temi fondamentali che abbiamo affrontato in questo capitolo sono stati quello
della vocazione, della fraternità e della missione.
D. – Padre, qual è la vocazione specifica dei Frati
Minori, oggi, nel nostro mondo, quale testimonianza sono chiamati a dare nella
nostra società?
R. – La vocazione specifica del Frate Minore oggi è quella
di sempre: vivere il Vangelo come regola e vita; assumere il Vangelo come la
vita del Frate Minore. Certo, con delle modalità molto concrete e con accenti
possiamo dire anche “propri”. Per esempio, viverlo in fraternità, viverlo anche
in minorità e viverlo tra i minori, cioè con i poveri, gli esclusi, viverlo nei
luoghi abbandonati e disumani, in comunione con la Chiesa e con gli ultimi
della terra.
D. – Ma c’è qualcosa che può essere rinnovato nell’Ordine,
a suo parere?
R. – Certamente, penso che si debba rinnovare questa
freschezza nel vivere il Vangelo. In questo momento, dobbiamo tornare
all’essenziale. Forse, una chiamata forte del Capitolo è stata questa, di
dimenticare le cose urgenti per tornare all’essenziale. E l’essenziale è sempre
vivere il Vangelo e per questo vogliamo costituire fraternità significative con
una vita molto semplice, in mezzo al popolo, con la predicazione itinerante del
Vangelo perché il Vangelo è sempre giovane e attuale.
D. – Quali stimoli vi offre oggi il Pontificato di
Benedetto XVI?
R. – Io penso che il primo, grande stimolo che ci offre il
pontificato del “Signor Papa”, come direbbe Francesco di Benedetto XVI, è
proprio questo di tornare all’essenziale, di tornare a Cristo, di tornare al
Vangelo perché questo è sempre attuale. Un’altra grossa spinta che ci viene dal
pontificato di Benedetto XVI è l’impegno nel dialogo.
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“LA
COMUNICAZIONE PER LA CHIESA È ESSENZIALE,
IL
VANGELO È COMUNICAZIONE”: COSÌ IL CARDINALE SERGIO SEBASTIANI
ALLA
RADIO VATICANA, NEL GIORNO DELLA FESTA
DI SAN GABRIELE ARCANGELO, PATRONO
DELL’EMITTENTE
“Voi siete gli amplificatori efficaci e moderni della
Parola del Papa”: così, il presidente della Prefettura degli Affari Economici
della Santa Sede, il cardinale Sergio Sebastiani, che questa mattina, nella
festa di San Gabriele Arcangelo, patrono della Radio Vaticana, ha presieduto la
Santa Messa nella Cappella dell’Annunciazione dell’emittente pontificia. Roberta
Moretti:
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“La comunicazione per la Chiesa è essenziale, il Vangelo è
comunicazione”: questo, il messaggio di fondo del cardinale Sebastiani, che
nella sua omelia ha sottolineato la grande responsabilità della Radio Vaticana
nel diffondere correttamente gli insegnamenti del Vangelo e le parole del Papa.
Un impegno purtroppo non sempre rispettato dal mondo mediatico:
“Anche in queste ultime settimane, abbiamo fatto la triste
esperienza a spese del Papa. E’ stata la trasmissione dei media mondiali che
hanno fatto capire ai musulmani che il Papa ce l’aveva con loro. Ma non era il
Papa che aveva detto questo. Voi siete gli amplificatori efficaci e moderni
della parola del Papa e in tempi molto difficili”.
Il porporato ha espresso poi un sincero apprezzamento per
il sito web della Radio Vaticana, che con efficacia permette un’ampia
diffusione dei programmi già ritrasmessi da oltre mille radio cattoliche del
mondo. Infine, l’invocazione a San Gabriele Arcangelo, patrono dell’emittente.
A lui – ha concluso il porporato – affidiamo fiduciosi l’ardua, ma esaltante
missione ecclesiale che il Santo Padre vi ha affidato in questo difficile Terzo
Millennio dell’era cristiana. Nel momento conviviale, poi, seguito alla
liturgia, i direttori delle diverse sezioni della Radio Vaticana hanno
provveduto, come di consueto a insignire dipendenti e programmi distintisi per
la qualità del loro lavoro. A ricevere quest’anno le onorificenze pontificie,
Sergio Centofanti, Maria Ma, Leandro Mattiucci, Gianfranco Mattacchioni, Alido
Brinzaglia e Osvaldo Fragione. La menzione d’onore è stata conferita al Programma
Arabo. Da segnalare, inoltre, la presentazione del quadro “La comunicazione”,
acrilico su tela realizzato dal maestro Irio Ottavio Fantini. Dalla composizione
– che ritrae un apostolo che colloquia con un uomo di diversa etnia – emerge un
messaggio di speranza: attraverso la parola si può superare ogni barriera, nel
nome del Dio di tutti. Infine, la cerimonia di saluto ai gesuiti, padre Xavier
San Martín, responsabile per la Promozione per l’America Latina, e padre Ignacio
Arregui, vice direttore dei Programmi e responsabile dei Servizi informativi
centrali per 20 anni, che si è congedato con le parole di Giovanni Paolo II, pronunciate
a Budapest nel 1991:
“Non sappiamo quali saranno le caratteristiche della
civiltà cristiana nel Terzo Millennio. Ma questo non deve sorprenderci…Ciò che
possiamo, tuttavia, dare per certo è che l’avvenire offrirà anche a noi
l’epifania di un nuovo aspetto della pienezza di Cristo”.
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AL
DIRETTORE DELL’AGENZIA INTERNAZIONALE DI INFORMAZIONE
CATTOLICA ZENIT,
JESÚS
COLINA, IL PREMIO RAOUL WALLENBERG 2006.
IL
RICONOSCIMENTO AL GIORNALISTA PER AVER FAVORITO,
ATTRAVERSO
LA DIFFUSIONE DI NOTIZIE, IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Per aver posto l’informazione a servizio del dialogo
interconfessionale e della riconciliazione, ieri pomeriggio la Fondazione Raoul
Wallenberg, che promuove iniziative interculturali ed interreligiose, ha
premiato il direttore dell’agenzia cattolica Zenit Jesús Colina. L’agenzia
Zenit è nata nel 2001 per offrire una qualificata ed obiettiva informazione su
eventi e documenti di interesse per la vita della Chiesa Cattolica e nel
panorama mondiale della comunicazione. I servizi realizzati dalla redazione
vengono tradotti in sei lingue. Jesús Colina, che come promotore di pace ha
ricevuto quest’anno anche un riconoscimento negli Stati Uniti, ha annunciato
proprio ieri che da novembre l’agenzia Zenit fornirà notizie anche in arabo.
Ascoltiamolo al microfono di Tiziana Campisi:
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R. – Il Premio, che riconosce il servizio al dialogo tra
le culture e le religioni, credo che sia un riconoscimento del lavoro che come
giornalisti dobbiamo fare, che è quello cioè di essere ponte e non di alzare
dei muri. Io credo che fondamentalmente la vocazioni oggi, in un mondo
globalizzato e multiculturale, di noi giornalisti sia questa. Se siamo poi giornalisti
cattolici, dove il comandamento dell’amore è fondamentale, allora acquista
ancora più senso.
D. – Lei ha annunciato per novembre l’inizio di traduzioni
in arabo delle notizie di Zenit…
R. – Questo è l’ultimo nostro sogno e nasce, in realtà,
dalle richieste dei cattolici dei Paesi di lingua araba e particolarmente dai
cattolici di Terra Santa. Successivamente, dopo la visita di Benedetto XVI a
Ratisbona, abbiamo potuto notare come, il fatto che le agenzie di stampa arabe
non abbiamo riportato correttamente le fonti, abbia creato dei problemi di
interpretazione nei media. Tutto questo ci ha fatto capire che tale traduzione
delle nostre notizie in arabo è sempre più necessaria.
D. – Quali gli obiettivi di questo progetto?
R. – Il primo obiettivo è quello di essere una fonte per i
cristiani immediata ed utile di lingua araba, perché loro dipendono in buona
parte dall’informazione locale e pertanto non hanno la possibilità di accedere
alle fonti. In secondo luogo, vogliamo offrici come punto di riferimento per
tutti gli arabi del mondo ed anche musulmani, che vogliono capire il mondo
occidentale e particolarmente il cristianesimo e poi la Chiesa cattolica, affinché
possano trovare una fonte a cui affidarsi e dove la parola del Papa, gli
avvenimenti della Chiesa possano essere letti direttamente e senza bisogno di
filtri.
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29 settembre 2006
Ha incontrato per la prima
volta i familiari il giovane cristiano detenuto
in pakistan con l’accusa di blasfemia. Il suo
avvocato giudica “inaccurata” l’indagine sul suo cliente eD ha chiesto
l’intervento di un autorità più alta
FAISALABAD. = Arrestato in Pakistan, nei primi giorni di
settembre, con l’accusa di blasfemia, il giovane cristiano Shahid Masih ieri ha
incontrato per la prima volta la famiglia nel carcere distrettuale di
Faisalabad. L’agenzia Asianews riporta le testimonianze della madre e della
sorella, che raccontano di un incontro breve, di soli 10 minuti, durante il
quale il ragazzo ha parlato poco, interrotto dal pianto. I familiari temono
“possibili azioni degli estremisti islamici”, ricordando l’incendio del villaggio
cristiano di Shanti Nagar nel 1997 e il caso Sangla Hill dello scorso novembre.
Shahid Masih è stato arrestato, insieme ad un amico musulmano, per aver
strappato delle pagine da un libro che spiega i versi del Corano. I due sono
accusati di aver violato la sezione 295 B del Codice penale, meglio conosciuta
come Legge sulla blasfemia, che prevede l’ergastolo per chi dissacra il Corano.
A denunciare l’accaduto è stato un dottore che lavora in una clinica vicino
all’abitazione del giovane cristiano. Secondo la sua versione, i due avrebbero
agito di notte, in sua assenza, stracciando il volume che lui conservava per
motivi di studio nella sua clinica. In realtà alcuni ritengono che il medico
volesse semplicemente punire i due tossicodipendenti per il furto di alcuni
farmaci dalla clinica stessa. La famiglia Masih, intanto, continua a muoversi
anche sul piano legale. Ieri l’avvocato, esperto in casi di blasfemia, che difende
gratuitamente il giovane cristiano, si è presentato davanti al giudice della
Corte distrettuale di Faisalabad chiedendo l’intervento di “un’autorità più
alta”, ritiene, infatti “inaccurata” l’indagine sul suo cliente. In questo
clima, con un comunicato stampa, Ejaz Ghauri, presidente dell’organizzazione
‘Human Dvelopment Net’ in Pakistan, ha invitato tutti i cristiani del mondo a
pregare per il giovane Shahid Masih, la sua famiglia e il loro avvocato. (E.B.)
RWANDA:
CORRUZIONE NEI “GACACA”. A LANCIARE L’ALLARME
LA
DIRETTRICE DEL SERVIZIO NAZIONALE
PER LA
GIURISDIZIONE NEI TRIBUNALI POPOLARI
KIGALI. = Casi di corruzioni fra i giudici dei tribunali
popolari del Rwanda che affiancano la Magistratura ordinaria per i reati meno
gravi connessi al genocidio del 1994. A denunciarlo dalle pagine del quotidiano
rwandese ‘New Times’ - riferisce l’agenzia MISNA - è Domitille
Mukatangazwa, direttrice del servizio nazionale per la giurisdizione dei “gacaca”,
come vengono chiamati i Tribunali popolari nel Paese. La scorsa settimana, ha
detto la Mukatangazwa, sei giudici di una Corte ‘gacaca’ sono stati arrestati
per corruzione a Nyamasheke, nella provincia orientale. Altrove, nel distretto
di Rulindo, la polizia ha fermato per lo stesso motivo tre persone tra cui il
presidente di una ‘Corte popolare’. Domitille Mukatangazwa ha affermato che il
governo adotterà “accurate misure” per fermare il fenomeno della corruzione.
Dalla sua creazione, nel 2001, la giurisdizione dei gacaca ha finora
investigato su circa 700 mila casi. Tra questi rientrano quelli delle 55 mila
persone condannate a svolgere servizi socialmente utili, per evitare il
sovraffollamento delle carceri, che secondo alcune fonti ospiterebbero circa 60
mila detenuti. I sopravvissuti ai massacri di massa di 12 anni fa, intanto,
hanno minacciato una manifestazione per denunciare le pratiche corrotte
all’interno dei gacaca. (M.G.)
FAR
RISPETTARE I DIRITTI DELL’INFANZIA: È QUANTO SI
PROPONE LA CONFERENZA
SULLA
DIFESA DEI BAMBINI DAGLI ABUSI,
PROMOSSA
DAL CONSIGLIO D’EUROPA AD ATENE
ATENE. = “Mediazione a favore dei bambini”: è il tema su
cui si incentra la conferenza sulla difesa dei bambini dagli abusi, promossa da
Consiglio d’Europa, Nazioni Unite e ONG, che si tiene oggi e domani ad Atene.
Sul tappeto del summit - riferisce l’agenzia SIR - vi è il delicatissimo ruolo
che i mediatori internazionali possono esercitare in termini di controllo del
rispetto dei diritti dell’infanzia. I delegati dei diversi Paesi che prendono
parte all’incontro cercheranno pertanto di individuare gli strumenti e i metodi
migliori per difendere i minori da abusi e maltrattamenti. Alla conferenza
prende parte anche un gruppo di bambini: lo scopo coinvolgere i diretti
interessati nel lavoro delle istituzioni competenti. Durante la due giorni interverranno Vladimir
Lukin, mediatore russo per i diritti umani,
George Kaminis, mediatore greco, Thomas Hammarberg, commissario ai
diritti umani in seno al Consiglio d’Europa e Maud de Boer-Buquicchio,
segretario generale aggiunto del Consiglio d’Europa. (M.G.)
MENZIONE
D’ONORE UNESCO PER L’EDUCAZIONE ALLA PACE 2006 AL MISSIONARIO
COLOMBIANO
DELLA CONSOLATA PADRE LEONEL NARVÁEZ GÓMEZ
BOGOTÀ. = Con il suo impegno contribuisce ogni giorno alla
costruzione della pace in Colombia, per questo l’Unesco gli ha conferito la
Menzione d’onore per l’educazione alla pace 2006. Padre Leonel Narváez Gómez,
missionario della Consolata che svolge la sua missione a Bogotà nell’ambito
dell’innovativo progetto denominato Espere (Escuela de Perdón y
Reconciliación), è stato premiato nei giorni scorsi a Parigi. Il religioso,
riferisce l’agenzia Fides, ha studiato sociologia a Cambridge e teologia ad
Harvard. È sua convinzione che “non è possibile dare un futuro alla Colombia se
non si insegna a perdonare nel profondo, se non si spengono i focolai di
rancore, odio e vendetta che ciascuno porta nel cuore”. Lo scopo dell’Espere è
quello di insegnare alla gente il perdono e la riconciliazione del messaggio
cristiano: padre Leonel ha intuito che non bastavano analisi culturali e
tecniche sofisticate per sradicare l’odio, ma che occorreva scendere in
profondità, alle radici del rancore, e concentrarsi sui temi del perdono e
della riconciliazione, a lungo quasi ignorati dalle scienze sociali. Dopo
un’esperienza di alcuni mesi, con una decina di professori di varia estrazione,
è nata la metodologia praticata dall’Espere, oggi messa in pratica in varie
parti del territorio colombiano e perfezionata continuamente grazie all’apporto
di un team di psicologi volontari. I corsi organizzati dal progetto educativo
coinvolgono una ventina di persone che poi vengono invitate a ripetere
l’itinerario formativo nel loro ambiente, con piccolissimi gruppetti di altre
4-5 persone. “Il cammino che proponiamo ha un effetto sulle persone che non
esito a definire catartico - ha spiegato padre Leonel - perché le aiuta a liberarsi
di rabbia e rancore che, accumulandosi, si trasformano in veleno e rovinano,
talvolta definitivamente, l’esistenza di una persona”. (T.C.)
PARTE
OGGI IL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA DELLA
CONFRATERNITA
DI
“SAN JACOPO DI COMPOSTELLA” DI PERUGIA CHE FESTEGGIA 25 ANNI DI VITA
PERUGIA. = Prende il via oggi il pellegrinaggio in
Terrasanta “ad Sanctum Sepulcrum” (al Santo Sepolcro) organizzato dalla
Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia, per festeggiare il suo
25esimo anniversario di fondazione. Secondo quanto riferisce un comunicato
dell’agenzia ZENIT, al termine di una Celebrazione Eucaristica, presieduta oggi
da mons. Paolo Giulietti presso la sede della confraternita, 27 pellegrini
raggiungeranno San Giovanni d’Acri in Palestina, da dove inizieranno il cammino
che terminerà il 10 ottobre al Santo Sepolcro a Gerusalemme. La Confraternita
di San Jacopo di Compostella riunisce circa 1.600 persone, quasi tutti ex
pellegrini compostellani, redige e pubblica la rivista ‘Santiago’, con le notizie
sul cammino e la promozione del pellegrinaggio sulla Via Francigena e gestisce
l’ospedale di San Nicolás, che si trova lungo il Cammino di Santiago ed accoglie
ed ospita i pellegrini di passaggio. (M.G.)
DALL'11
AL 14 OTTOBRE FEDI E CULTURE SI INCONTRANO A
TRENTO
PER
"RELIGION TODAY", FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E RELIGIONE
- A
cura di A.V. -
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TRENTO. = Un viaggio nelle differenze, attraverso l'occhio della cinepresa e i
percorsi dell'anima: la nona edizione di Religion Today afferma il suo profilo
non solo di rassegna cinematografica a tema religioso, ma di incontro
interreligioso tout court, in cui uomini di diversa fede ed estrazione
culturale collaborano, mantenendo intatte le specificità. "Il riconoscimento
oggettivo di ciò che ci divide, ci distingue - spiega il presidente del
festival, Don Massimo Manservigi - non ci contrappone, ma costituisce ricchezza
e occasione di confronto, arrivando anche a forme di coproduzione". I 118
film e cortometraggi in concorso, provenienti da 18 nazioni tra cui Israele,
Iran, India, e per la prima volta Giappone, sono infatti espressione delle fedi
cristiana, ebraica, islamica, sufi, induista, buddista e dei nativi americani;
tra questi si segnalano l'iraniano “Mentre tutti si addormentavano” di
Fereydoon Hasanpour, che ha preferito la ribalta meno eclatante ma qualificata
di Trento alla Mostra di Venezia, e il canadese “Opus Day: decoding God’s
Work”, la risposta cattolica al discusso “Codice da Vinci”. Film segnati da un
forte ritorno all'ispirazione religiosa, secondo la direttrice artistica Lia
Beltrami, che li ha selezionati nel solco del tema di quest'anno “Il cielo
sulla terra” ovvero il miracolo, l’irruzione di Dio nella storia dell'uomo. Pur
nella loro specificità, i film in concorso non prescindono da arte e attualità,
e un riconoscimento in tal senso il Festival lo tributa a un grande maestro del
passato, Roberto Rossellini, la cui opera, imperniata sul rapporto fra uomo e
Dio, richiama il tema religioso come eterno e universale.
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29 settembre 2006
- A cura di Eugenio Bonanata ed Amedeo
Lomonaco -
La Nato assumerà nelle prossime settimane il
comando di tutte le operazioni di pace in Afghanistan. Lo hanno deciso i
ministri della difesa dell'Alleanza atlantica riuniti a Portorose, in Slovenia.
Circa 12.000 militari, in gran parte statunitensi, già dislocati nel Paese,
passeranno sotto il comando dell’Alleanza Atlantica. In Italia, intanto, si
sono tenuti nel duomo di Cuneo i funerali di Giorgio Langella, il caporal
maggiore morto martedì scorso per un attentato a Kabul. Il nostro servizio:
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Cuneo, dove è stato proclamato il lutto
cittadino e sospesi i festeggiamenti per il suo patrono San Michele, ha reso
stamani l’ultimo omaggio al caporale Langella. Ai funerali, presieduti
dall’arcivescovo di Genova mons. Angelo Bagnasco, anche ordinario militare per
l’Italia, ha partecipato una folla commossa. L’arrivo della salma è stato
accompagnato da uno struggente applauso. Uno squillo di tromba ha poi dato
inizio alla cerimonia funebre. Nell’omelia, l’arcivescovo Bagnasco ha ricordato
l’atroce attentato costato la vita, a Kabul, al soldato italiano:
“E’ questo un ulteriore doloroso segno della
barbarie della mente e dei sentimenti di alcuni artefici di guerra, di violenza
e di odio non solo verso i militari, ma anche verso il proprio popolo”.
“Il dolore è grande – ha poi aggiunto il
presule – ma non impedisce di levare lo sguardo verso l’alto, in avanti, e di
credere fermamente alla meta della giustizia e della pace per tutti”.
Mons. Bagnasco ha quindi sottolineato il
coraggio di donarsi riferendosi all’impegno del caporale Langella:
“Quando incontriamo persone che hanno il
coraggio di donarsi fino a mettere a rischio se stesse, ovunque esse siano,
sentiamo di incontrare il bene, di incontrare la luce che riscalda la vita e
che dà senso anche al morire”.
Ieri l’autopsia ha rivelato che il soldato
italiano, che aveva 31 anni ed era un veterano delle missioni all’estero, è
morto sul colpo a causa di lesioni al cranio e all’addome.
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In Medio Oriente due palestinesi sono rimasti
uccisi questa mattina nel corso di un raid israeliano nel nord della Striscia
di Gaza. L’episodio rischia di far nuovamente salire la tensione, proprio
mentre tutte le frontiere tra i Territori e lo Stato ebraico sono state sigillate
per un piano di sicurezza straordinario in occasione della festa ebraica dello
Yom Kippur. Il nostro servizio:
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Entrerà in vigore oggi pomeriggio, dopo la preghiera dei
fedeli musulmani, la chiusura totale dei Territori palestinesi di Gaza e della
Gisgiordania. Tuttavia già da stamani è evidente lo straordinario spiegamento
delle forze di sicurezza, ordinato dal ministro della difesa israeliano,
Peretz. Il tutto terminerà lunedì sera, alla fine dello Yom Kippur, la “Festa
del Grande Perdono”, che è la festività più sacra del calendario ebraico. Sul
terreno, intanto, una persona è morta nella zona a sud di Tel-Aviv per
un’esplosione. Stamani, invece, nel nord della striscia di Gaza, un nuovo raid
israeliano ha provocato la morte di due palestinesi. Queste vittime
incrementano la sanguinosa lista, diffusa dall’Ufficio centrale di statistica palestinese,
in occasione del sesto anniversario della seconda Intifada, la rivolta armata
palestinese: il bilancio parla di 4.348 vittime tra i palestinesi. Secondo il
documento, l’anno più cruento della rivolta armata palestinese, è stato il
2002, con 1.192 morti; a seguire il 2004, con 895. Il rapporto menziona anche
la forte percentuale di palestinesi danneggiati dalla barriera di separazione
costruita da Israele: tra gli effetti più evidenti la divisione di nuclei
familiari e la dilagante disoccupazione, che si coniuga all’estrema povertà
della popolazione nei Territori. Tuttavia, aggiunge il ministero degli Esteri
di Gerusalemme, questi sei anni di Intifada hanno provocato oltre 1.100 vittime
fra gli israeliani, il 70% dei quali erano civili. Sul piano politico, infine,
il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha annunciato una nuova
missione diplomatica in Medio Oriente. Con l’obiettivo di rilanciare il
processo di pace fra israeliani e palestinesi, la Rice, a partire da domenica
prossima, incontrerà anche i rappresentanti di Arabia Saudita ed Egitto.
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Ancora violenze in Iraq, dove oggi almeno quattro persone
sono morte in seguito a diversi attentati nel Paese. Intanto, ieri il nuovo
leader di Al Qaeda in Iraq, Abu Hamza, ha diffuso un messaggio in cui esorta i
combattenti alla guerra biologica contro le truppe statunitensi. Il leader ha
anche invitato la guerriglia a rapire “i cani cristiani” per costringere gli
Stati Uniti a liberare Omar Abdel Rahman, il religioso egiziano condannato per
l’organizzazione degli attentati dell’11 settembre. Infine, secondo un rapporto
del ministero delle Migrazioni di Baghdad, sono almeno 250 mila gli iracheni
che, negli ultimi sette mesi, sono stati costretti a lasciare le loro case per
le violenze settarie divampate nel Paese.
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato ieri la legge sul
trattamento dei detenuti di Guantanamo. La norma fissa le regole per gli
interrogatori e istituisce Tribunali militari i quali - pur garantendo maggiori
diritti rispetto al sistema originariamente voluto dal presidente Bush - non
offriranno le stesse garanzie dei collegi civili americani, e neanche di quelli
militari. Il provvedimento, criticato dalle organizzazioni per i diritti
dell’uomo, è stato approvato con 65 voti a favore e 34 contrari. Adesso manca
solo la firma del presidente Bush.
• In
Thailandia, la stampa locale ha rivelato che la giunta militare, al potere dopo
il colpo di Stato incruento dello scorso 19 settembre, ha nominato come primo
ministro l’ex generale dell’esercito, Surayud Chulanont, stretto consigliere
del re. Gli Stati Uniti, intanto, hanno imposto alla Thailandia sanzioni pari a
24 milioni di dollari.
La Russia ha portato di fronte al Consiglio di Sicurezza
dell’ONU il contenzioso con la Georgia, che processerà oggi 4 militari russi
accusati di spionaggio. Secondo fonti del Palazzo di Vetro, potrebbe essere
votata nelle prossime ore la bozza di risoluzione, presentata dalla Russia, che
invita la Georgia alla moderazione. Al centro della contesa, l’appoggio di
Mosca a due province separatiste georgiane.
Il procuratore del Tribunale penale internazionale
dell’Aja per l’ex Jugoslavia, Carla del Ponte, ha denunciato la Serbia di
“mancanza di volontà politica” per la cattura del generale Ratko Mladic,
accusato per il massacro di Srebrenica del 1995.
Il primo ministro turco, Erdogan, ha respinto l’appello ad
un cessate-il -fuoco lanciato dal capo dei separatisti curdi, Abdullah Ocalan.
Ieri dal carcere di Imrali, il leader curdo aveva affermato che una tregua
unilaterale non è segno di "debolezza", ma un’occasione di riconciliazione
tra turchi e curdi. Intanto, due ribelli curdi sono stati uccisi dai militari
turchi nel Sud-Est del Paese.
In Brasile il presidente uscente, Lula Da Silva, ha scelto
di chiudere la sua campagna per la rielezione, domenica prossima, con un basso
profilo: all'ultimo momento ha rinunciato a partecipare ad un dibattito
televisivo con i suoi tre principali avversari. Durante il discorso conclusivo,
ha anche evitato accuratamente di nominare il Partito dei lavoratori da lui
fondato e oggi travolto da numerosi scandali. Il servizio di Luis Badilla:
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Nel suo intervento conclusivo, il presidente brasiliano ha
prima assicurato che aspetta “con tranquillità” il verdetto delle elezioni e
poi ha ricordato i successi economici e sociali del suo governo. “Abbiamo
trovato - ha detto Lula - un Paese in crisi ed oggi è molto cambiato”. “In
questo momento - ha aggiunto - il Brasile si trova in una buona situazione sia
dal punto di vista sociale sia economico”. L’economia brasiliana, considerata
la nona nel mondo, è però cresciuta, durante il mandato “Lula”, appena del 2,6
per cento annuo. Il lieve incremento è dovuto agli alti tassi di interesse, tra
i più alti al mondo, che hanno limitato l’accesso al credito, frenando consumi
e investimenti. Ma tra il 2002 e il 2006 c’è stata anche una forte riduzione
del debito estero. Forte dei buoni risultati ottenuti nel settore dl commercio
estero, il governo ha anticipato, infatti, il pagamento del debito del Brasile
al Fondo monetario internazionale. Il programma di riforma agraria, invece, non
è stato completato perché ha raggiunto solo 400 mila famiglie di contadini “sem
terra”, la metà dell’obiettivo previsto inizialmente. E non si è concretizzata
neanche la promessa di assicurare che “tutti i brasiliani possano mangiare tre
volte al giorno”, fatta da Lula quando lanciò il programma “Fame zero”. I
mercati internazionali e molti settori dell’economia brasiliana hanno comunque
apprezzato la stabilità della moneta nazionale, il “real”, che in questi
quattro anni non ha più subito cadute a picco come succedeva in passato.
Durante il mandato “Lula”, in effetti, il “real” si è rafforzato del 39 per
cento rispetto al dollaro e l’inflazione è passata dal 13 al 3,8 per cento.
Altri tasti dolenti sono il mercato del lavoro e la sicurezza: nel 2002 erano
stati promessi 10 milioni nuovi posti di lavoro ma ne sono stati creati solo
3,8 milioni. Secondo recenti dati, resi noti lunedì scorso dal ministero della
Giustizia brasiliano, nel 2005 sono morte inoltre 55 mila persone per omicidio,
qualche migliaio in più delle vittime civili in tre anni di guerra in Iraq. Domenica
prossima gli elettori, oltre 110 milioni, valuteranno quindi molti di questi
elementi ma, la stampa locale, ritiene che il maggior partito di sinistra
dell’America Latina, definito “patrimonio etico della politica brasiliana”,
sarà giudicato anche per tutti gli scandali in cui è stato coinvolto negli
ultimi anni. E forse sarà questo fattore che porterà il presidente “Lula” ad un
ballottaggio il prossimo 29 ottobre.
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Slitta l’annuncio dei risultati elettorali nella Zambia.
Lo hanno affermato alcuni funzionari elettorali, precisando che le operazioni
di voto sono ancora in corso in molte zone del Paese, dove le schede sono
arrivate solo ieri sera. Per le presidenziali si prevede una corsa a due tra il
presidente uscente, Levy Mwanawasa, leader del Movimento per la democrazia
multipartitica e il rivale Michael Sata, alla guida del Fronte patriottico.
“La strategia della comunità internazionale sulla regione
occidentale sudanese del Darfur deve cambiare”. Lo hanno dichiarato il vice
segretario generale delle Nazioni Unite, Mark Malloch Brown, ed il responsabile
dell’ONU per il Sudan, Jan Prok. I due funzionari hanno auspicato, in
particolare, che nella difficile questione del Darfur si promuova un approccio
multilaterale coinvolgendo anche Paesi arabi e africani.
Sale
ancora il numero delle vittime causate dal tifone Xangsane, che ha colpito le
Filippine nei giorni scorsi. L’ultimo bilancio, fornito dalle autorità locali,
parla di almeno 48 morti. Ci sono anche decine di dispersi a causa di valanghe
e inondazioni provocate da piogge torrenziali.
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