RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 272 - Testo della trasmissione di venerdì 29  settembre 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Servire gli altri e non se stessi in una società dominata da valori materiali: così Benedetto XVI   nell’udienza ai vescovi del Malawi

 

 “L’amore è la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo”: è quanto ha detto il Papa al nuovo ambasciatore dell’Albania

 

Il messaggio del Papa in occasione del V Simposio Europeo dei docenti universitari in corso a Roma

 

“I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione” è il tema che  Benedetto XVI ha scelto per la 41a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2007

 

Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha incontrato oggi per la prima volta il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Concluso ad Assisi il capitolo straordinario dei Frati Minori: con noi, padre José Rodríguez Carballo

 

Festa oggi alla Radio Vaticana per la memoria dell’Arcangelo Gabriele, patrono della nostra emittente

 

Al direttore dell’Agenzia internazionale di informazione cattolica Zenit, Jesús Colina, il Premio Raoul Wallenberg 2006 per aver favorito il dialogo interreligioso: intervista con Jesús Colina

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ha incontrato per la prima volta i familiari il giovane cristiano detenuto in Pakistan con l’accusa di blasfemia. Il suo avvocato giudica “inaccurata” l’indagine sul suo cliente e ha chiesto l’intervento di un autorità più alta

 

Rwanda: corruzione nei “gacaca”. A lanciare l’allarme la direttrice del servizio nazionale per la giurisdizione nei tribunali popolari

 

Far rispettare i diritti dell’infanzia: è quanto si propone la Conferenza sulla difesa dei bambini dagli abusi, promossa dal Consiglio d’Europa ad Atene

 

Menzione d’onore UNESCO per l’educazione alla pace 2006 al missionario colombiano della Consolata, padre Leonel Narváez Gómez

 

Parte oggi il pellegrinaggio in Terra Santa della Confraternita di “San Jacopo di Compostella” di Perugia, che festeggia 25 anni di vita

 

Dall’11 al 14 ottobre, fedi e culture si incontrano a Trento per “Religion Today”, festival internazionale di cinema e religione

 

24 ORE NEL MONDO:

Si sono svolti questa mattina nel Duomo di Cuneo i funerali solenni del caporalmaggiore Giorgio Langella, l'alpino ucciso in Afghanistan. Mons. Angelo Bagnasco nell'omelia ha voluto ricordare il “coraggio di donarsi” del soldato italiano

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 settembre 2006

 

SERVIRE GLI ALTRI E NON SE STESSI IN UNA SOCIETA’ DOMINATA

DA VALORI MATERIALI: COSI’ BENEDETTO XVI NELL’UDIENZA

AI VESCOVI DEL MALAWI A CONCLUSIONE DELLA VISITA AD LIMINA

 

 

La difficoltà anche per i sacerdoti di uno stile di vita contrario ai modelli dominanti: ne ha parlato stamani il Papa nell’udienza ai vescovi del Malawi in visita ad Limina, sollecitandoli a denunciare con coraggio le colpe che sono dietro i gravi problemi del loro Paese. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“In un mondo dominato da valori secolari e materiali può essere difficile mantenere uno stile di vita culturalmente controcorrente, cosi necessario nel sacerdozio e nella vita religiosa”, ha detto Benedetto XVI, raccomandando ai presuli del Malawi di  offrire anzitutto loro l’esempio di un “ministero davvero incentrato su Cristo”. Se il clero del Paese africano si trova talvolta - come la popolazione - in condizioni di bisogno, mancando dei mezzi necessari per esercitare l’apostolato, il Papa ha sollecitato i vescovi a provvedere alle legittime necessità, ma al tempo stesso ad ammonire riguardo “un eccessivo interesse al possesso materiale”. Cosi anche nei Seminari – ha suggerito il Santo Padre – “è necessario insegnare agli studenti che un prete è chiamato a vivere per gli altri e non per se stesso”.

 

Sottolineando la grande vitalità delle comunità cristiane del Malawi, che si esprime nelle gioiose celebrazioni liturgiche, segno della predominanza dei giovani nella popolazione, il Papa ha esortato a seguire questi giovani nella loro preparazione di fede, attraverso insegnanti e catechisti ben preparati a questa nobile missione, e un contributo rilevante in questo ambito – ha detto - potrà darlo la nuova Università cattolica aperta di recente nel Paese africano.       

 

Il piccolo Stato del Malawi nell’Africa sud orientale, esteso poco più di un terzo dell’Italia, conta oltre 11 milioni 300 mila abitanti, per oltre metà cristiani, fra i quali 2 milioni e 680 mila cattolici.     

 

Dopo aver ascoltato dai presuli i gravi problemi sociali che affliggono il Malawi, il Papa ha denunciato che la fame diffusa non è solo frutto della siccità ma anche del malgoverno nel settore agricolo; che la diffusione dell’AIDS è incrementata dall’incapacità di restare fedeli al proprio partner nel matrimonio o di praticare l’astinenza; che i diritti delle donne, dell’infanzia e dei bambini non nati sono cinicamente violati dal traffico di esseri umani, dalla violenza domestica e da chi promuove l’aborto. Da qui l’appello di Benedetto XVI a non cessare mai di proclamare sempre la verità, che ci renderà liberi.

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“E’ L’AMORE LA VERA FORZA RIVOLUZIONARIA CHE CAMBIA IL MONDO”:

E’ QUANTO HA DETTO IL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE DELL’ALBANIA

 

“E’ l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo”: è quanto ha detto il Papa ricevendo stamane a Castel Gandolfo il nuovo ambasciatore dell’Albania, Rrok Logu, per la presentazione delle Lettere credenziali. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

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Il Papa, all’inizio del suo discorso, ha messo subito in risalto una prima caratteristica del popolo albanese: la sua aspirazione “alla verità e alla libertà … non è stata cancellata nemmeno dalla lunga e pesante dittatura comunista, dalla quale è uscito non molti anni or sono. Per crescere in un clima di autentica libertà - ha aggiunto - occorre un contesto etico-spirituale adeguato, fondato su una concezione dell’uomo e del mondo che ne rispecchi la natura e la vocazione”. E “l’Europa, con il suo ricchissimo patrimonio di idee e di istituzioni”, ha costituito nel corso di questi due millenni “un laboratorio privilegiato di civiltà”, anche se a costo di molteplici travagli e guerre.

 

“In realtà – ha affermato Benedetto XVI – è … l’amore la vera forza rivoluzionaria che cambia il mondo e lo fa progredire verso il suo compimento”. Il Papa ricorda a questo proposito l’esempio di Madre Teresa, “figlia eletta dell’Albania”, proclamata Beata nel 2003 da Giovanni Paolo II: “con la testimonianza di una vita evangelica e con il coraggio disarmante dei suoi gesti, delle sue parole e dei suoi scritti” Madre Teresa – ha detto il Papa - “ha annunciato a tutti che Dio è amore e che ama ogni uomo, specialmente chi è povero e abbandonato”. Di questo amore - ha proseguito - la Chiesa intende dare testimonianza con le sue opere educative ed assistenziali, aperte non solo ai cattolici ma a tutti. E’ questo lo stile che ha insegnato Gesù Cristo: il bene, cioè, deve essere fatto per se stesso e non per altri fini”. E quindi ha sottolineato l’importanza della presenza e dell’opera della Chiesa Cattolica in Albania, “per la promozione della fede e dei valori spirituali come pure per il sostegno a molteplici situazioni di bisogno”.

 

Benedetto XVI ricorda poi “che un’eminente forma di carità è l’attività politica vissuta come servizio alla polis, alla ‘cosa pubblica’, nell’ottica del bene comune. Tale servizio si sentono chiamati a svolgere i cattolici, specialmente i fedeli laici, nel rispetto della legittima autonomia della politica e collaborando con gli altri cittadini per la costruzione di una nazione prospera, fraterna e solidale”.

 

Il Pontefice auspica che l’Albania possa “integrarsi anche istituzionalmente con le nazioni europee”, alle quali si sente legata “non solo per motivi geografici, ma soprattutto per ragioni storico-culturali”.  Quindi parla delle molte sfide che deve affrontare il Paese, tra cui quella dell’emigrazione: “se da una parte – ha detto - è necessario combattere le cause di tale fenomeno, occorre anche creare le condizioni perché quanti lo desiderino possano ritornare in patria”. Il Papa rende omaggio “agli albanesi che, fedeli ai migliori valori della loro tradizione, sanno farsi apprezzare in Italia, in Europa e in altri Paesi del mondo”.

 

Per quanto riguarda i rapporti ufficiali tra la Chiesa Cattolica e lo Stato, ha espresso il suo apprezzamento per la normativa approvata al fine di rendere esecutivo l’Accordo del 2002 tra la Santa Sede e la Repubblica di Albania, auspicando che “opportune intese seguano a regolare pure gli aspetti economici che rivestono non poca importanza. La Santa Sede vuole in tal modo contribuire al consolidamento in Albania dello stato di diritto e del necessario quadro giuridico per il reale esercizio dei diritti dei cittadini nell’ambito religioso. Ciò – ha aggiunto – favorirà inoltre la convivenza tra le diverse Confessioni religiose presenti nel Paese, che hanno saputo finora offrire un esempio di vicendevole rispetto e collaborazione, da conservare e promuovere”.

 

Il Papa ha concluso il suo discorso con l’auspicio espresso da Giovanni Paolo II durante la storica visita in Albania del 25 aprile 1993, quello cioè di “proseguire uniti e saldi nel cammino che conduce alla piena libertà, nel rispetto di tutti e seguendo le orme a voi familiari della pacifica convivenza, dell’aperta collaborazione ed intesa fra le diverse componenti etniche, culturali e spirituali”.

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Il nuovo ambasciatore albanese, Rrok Logu, ha 44 anni, è sposato e ha due figli. Laureato in ingegneria civile, parla correntemente anche l’inglese, il francese e l’italiano.

 

 

“I BAMBINI E I MEDIA: UNA SFIDA PER L’EDUCAZIONE”:

E’ IL TEMA SCELTO DA BENEDETTO XVI

PER LA 41.MA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI 2007

 

“I bambini e i media: una sfida per l’educazione” è il tema scelto da Benedetto XVI per la 41ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni 2007 che sarà celebrata il prossimo 20 maggio. Il tema – afferma l’arcivescovo John P. Foley, presidente del  Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali - sottolinea “il bisogno che genitori ed educatori comprendano l’importante influenza formativa dei media nella vita dei bambini”. Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il 24 gennaio.

 

NOMINE

 

In Italia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Alghero-Bosa presentata da mons. Antonio Vacca, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Giacomo Lanzetti, finora ausiliare di Torino e vescovo titolare di Mariana in Corsica. Mons. Giacomo Lanzetti è nato a Carmagnola (in provincia di Torino) il 21 aprile 1942. E’ stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1966. Ha esercitato il ministero sacerdotale in parrocchia, prima come vicario cooperatore e poi parroco nella parrocchia di San Benedetto Abate in Torino. E’ stato assistente diocesano dell’Azione Cattolica e nel 2000 è stato nominato vicario episcopale per il distretto “Torino Città”. Nel 2001 è stato nominato vicario generale dell’arcidiocesi di Torino. Eletto vescovo ausiliare di Torino e titolare di Mariana in Corsica il 21 giugno 2002, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 20 luglio dello stesso anno.

 

Sempre in Italia, il Papa ha nominato vescovo di Ozieri mons. Sergio Pintor, finora direttore dell’Ufficio CEI per la Pastorale della Sanità e consultore del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Mons. Sergio Pintor, è nato ad Oristano il 16 novembre 1937. Si è laureato in Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense nel 1969. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 9 luglio 1961, per l’arcidiocesi di Oristano. È autore di diverse pubblicazioni catechistiche, di sussidi di spiritualità e di preghiera. Il 24 settembre 1985 è stato nominato Prelato d’Onore di Sua Santità.

 

 

IL PAPA AL SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSITARI:

“GLI ATENEI SIANO LABORATORI DI AUTENTICO UMANESIMO”

 

La difesa delle radici cristiane passa anche per gli atenei d’Europa. E’ il senso del messaggio del Papa, letto dal segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, al V Simposio europeo dei docenti universitari, apertosi ieri pomeriggio a Roma. Ce ne parla Alessandro Guarasci:

 

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L’Europa si ricordi dei valori che sono alla sua base e l’istruzione in questo senso può fare molto. Alla cerimonia, alla quale è intervenuta anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha letto il messaggio del Papa:

 

“Gli atenei d’Europa possano essere anche nel presente, come nel periodo aureo della loro origine, laboratori di autentico umanesimo, dove la ragione operi la propria ricerca, secondo la piena misura delle sue potenzialità”.

 

“Il Sommo Pontefice – ha proseguito il porporato – indica l’obiettivo di una razionalità piena, fedele all’esperienza umana integrale, come compito precipuo  dei docenti e degli studenti universitari cristiani, obiettivo da perseguire in dialogo costruttivo con tutti coloro che condividono la medesima passione per la verità e per l’uomo e sono disposti ad attuarla in modo non ideologico e nel reciproco rispetto delle diversità. Su tale base culturale – ha aggiunto il cardinale Bertone – si può realisticamente lavorare alla costruzione di una rinnovata identità europea, idonea ad offrire al mondo, di fronte a sfide epocali, il contributo di una inestimabile eredità spirituale e culturale, in grado di forgiare un umanesimo razionale e aperto alla rivelazione di Gesù Cristo, tollerante ma fermo nei principi etici. Che questo – è l’auspicio del Papa – possa diventare l’ideale di una nuova generazione di docenti universitari cristiani”.

 

Per il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Camillo Ruini, l’Unione Europea è in affanno, il suo cammino appare incerto, caratterizzato da alcuni progressi, ma non meno attraversato da timori e contraddizioni:

 

“Occorre il coraggio di guardare l’uomo con spirito purificato, con una ragione libera da pregiudizi. In una parola: saper guardare l’uomo con realismo”.

 

Un pensiero condiviso anche dal vicepremier Francesco Rutelli, che mette in luce come sia necessario guardare alle nostre origini:

 

“Non tanto un richiamo identitario, che talvolta può segnare delle distanze, ma il profondo radicamento di un popolo nei valori più autentici della nostra civiltà europea, valori di accoglienza, di dialogo, di comprensione, che diventano valori di verità”.

 

D’altronde, secondo il commissario europeo, Franco Frattini, solo riscoprendo le nostre radici sapremo davvero accogliere chi è diverso da noi:

 

“E’ per queste ragioni, non per imporre una identità su altre identità, che le radici cristiane debbono trovare lo spazio che meritano nella costruzione di un modello costituzionale per l’Europa che vogliamo”.

 

Dunque, un invito implicito a riaprire il dibattito sulla Costituzione europea.

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NEL SUO PRIMO DISCORSO AGLI AMBASCIATORI ACCREDITATI PRESSO LA SANTA SEDE

IL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO TARCISIO BERTONE ESORTA I DIPLOMATICI

A FAR SÌ CHE OVUNQUE SI RISPETTINO I DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO

 

Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha incontrato stamani gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede per l’inizio del suo mandato. Nel suo discorso il porporato ha esortato i diplomatici ad impegnarsi perché in tutto il mondo vengano garantiti i valori del rispetto e della dignità umana. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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L’auspicio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è che un giorno tutti i Paesi possano essere rappresentati presso la Santa Sede,il cui obiettivo è quello di offrire il proprio sostegno alla vita internazionale. Ciò perché in tutto il mondo vengano promossi i valori del rispetto e della dignità umana, così come quelli del dialogo, della libertà della giustizia e della fraternità. A tutt’oggi, gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede sono 174, ai quali vanno aggiunti le Comunità Europee ed il Sovrano Militare Ordine di Malta e due Missioni a carattere speciale: la Missione della Federazione Russa, retta da un ambasciatore, e l’Ufficio dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), guidata da un direttore. L’apporto che la Chiesa può offrire alla comunità internazionale, ha detto il porporato, è quello “di una istituzione che mette al primo posto i più alti valori dell’uomo e che non sia estranea ad alcun problema proprio dell’uomo contemporaneo”. Il segretario di Stato ha sottolineato l’importanza del ruolo rivestito dai diplomatici il cui impegno deve essere quello di favorire la solidarietà fra tutti i popoli. Per il cardinale Bertone occorre una maggiore attenzione verso i Paesi più poveri, perché mai alcuno muoia di fame o a causa di malattie endemiche, perché non ci siano più vittime innocenti di guerre o di conflitti e ancora perché mai persone siano maltrattate per le loro convinzioni o per il loro credo. “Abbiamo bisogno di un impegno universale in favore dei più diseredati del pianeta – ha affermato il porporato – di quanti cercano spesso invano di che vivere e far vivere la loro famiglia”. Il rispetto incondizionato di tutti gli esseri umani nei loro diritti fondamentali, la libertà di coscienza e di religione devono essere le preoccupazioni primarie, ha aggiunto il segretario di Stato che ha esortato i diplomatici ad essere particolarmente attenti alle violenze inflitte alle donne e ai bambini. Il cardinale Bertone ha affermato poi che la vita va difesa dal suo sorgere alla sua fine naturale, così come va difesa anche la famiglia fondata sul matrimonio. Quindi ha ribadito i profondi legami che sussistono fra pace, sviluppo dei popoli, libertà, diritti umani e solidarietà internazionale. Legami che hanno offerto nuove vie per la costruzione di una pace vera. Vie che sono quelle politiche e diplomatiche, che si concretizzano attraverso accordi che prevengono e bloccano i conflitti. Infine il segretario di Stato ha ribadito che gli ambiti che necessitano di maggiori sforzi sono la difesa sociale, la condanna della guerra, la sicurezza e il disarmo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Nel discorso ai vescovi del Malawi, Benedetto XVI ha esortato a proclamare sempre la verità in un mondo dominato da valori secolari e materialisti.

Nel discorso al nuovo ambasciatore d’Albania, il Papa ha sottolineato che per una autentica libertà occorre un contesto etico-spirituale adeguato, fondato su una concezione dell'uomo che ne rispecchi la natura e la vocazione.

 

Servizio estero – L’intervento della Santa Sede, a Ginevra, sul tema: “La difesa della libertà religiosa deve essere un imperativo costante per la comunità internazionale”.

 

Servizio culturale - Un articolo di Danilo Veneruso dal titolo “Il ‘no’ deciso al nazionalsocialismo di un ‘antifascista conservatore’”: ricordo di Joachim Fest, uno dei massimi studiosi di Hitler.

 

Servizio italiano - In primo piano i funerali del militare italiano ucciso in Afghanistan.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

29 settembre 2006

 

 

CONCLUSO AD ASSISI IL CAPITOLO STRAORDINARIO DEI FRATI MINORI

- Intervista con padre José Rodriguez Carballo -

 

Si sono di fatto conclusi ad Assisi i lavori del Capitolo straordinario dell’Ordine dei Frati Minori, apertosi il 14 settembre scorso. Nei giorni di sabato e domenica i 156 partecipanti effettuano un pellegrinaggio ai luoghi francescani della valle reatina, chiamata la Valle santa. Con noi è il ministro generale dei Frati Minori, il padre José Rodríguez Carballo: Giovanni Peduto gli ha chiesto  il perché di questo Capitolo e cosa è emerso dai lavori di questi giorni:

 

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R. – Certamente, le motivazioni sono diverse, ma la principale è perché l’Ordine sta facendo un cammino per la celebrazione dell’ottavo centenario della fondazione, che avverrà nel 2009. La prima tappa era centrata sul discernimento, e proprio in questo contesto, e guidati dalla domanda che San Francesco si è fatto davanti al Cristo di San Damiano: “Signore, che vuoi che io faccia?”, l’Ordine ha sentito il bisogno di incontrarsi in un Capitolo generale straordinario, un capitolo che ha tentato di trovare una risposta a questa domanda: “Signore, che vuoi che io faccia?”. E devo dire che forse il frutto più bello di questo Capitolo è stato il discorso che abbiamo fatto sulla fede, la chiamata a vivere veramente con radicalità il Vangelo, la chiamata anche a vivere con audacia la nostra missione. Infatti, i tre temi fondamentali che abbiamo affrontato in questo capitolo sono stati quello della vocazione, della fraternità e della missione.

 

D. – Padre, qual è la vocazione specifica dei Frati Minori, oggi, nel nostro mondo, quale testimonianza sono chiamati a dare nella nostra società?

 

R. – La vocazione specifica del Frate Minore oggi è quella di sempre: vivere il Vangelo come regola e vita; assumere il Vangelo come la vita del Frate Minore. Certo, con delle modalità molto concrete e con accenti possiamo dire anche “propri”. Per esempio, viverlo in fraternità, viverlo anche in minorità e viverlo tra i minori, cioè con i poveri, gli esclusi, viverlo nei luoghi abbandonati e disumani, in comunione con la Chiesa e con gli ultimi della terra.

 

D. – Ma c’è qualcosa che può essere rinnovato nell’Ordine, a suo parere?

 

R. – Certamente, penso che si debba rinnovare questa freschezza nel vivere il Vangelo. In questo momento, dobbiamo tornare all’essenziale. Forse, una chiamata forte del Capitolo è stata questa, di dimenticare le cose urgenti per tornare all’essenziale. E l’essenziale è sempre vivere il Vangelo e per questo vogliamo costituire fraternità significative con una vita molto semplice, in mezzo al popolo, con la predicazione itinerante del Vangelo perché il Vangelo è sempre giovane e attuale.

 

D. – Quali stimoli vi offre oggi il Pontificato di Benedetto XVI?

 

R. – Io penso che il primo, grande stimolo che ci offre il pontificato del “Signor Papa”, come direbbe Francesco di Benedetto XVI, è proprio questo di tornare all’essenziale, di tornare a Cristo, di tornare al Vangelo perché questo è sempre attuale. Un’altra grossa spinta che ci viene dal pontificato di Benedetto XVI è l’impegno nel dialogo.

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“LA COMUNICAZIONE PER LA CHIESA È ESSENZIALE,

IL VANGELO È COMUNICAZIONE”: COSÌ IL CARDINALE SERGIO SEBASTIANI

ALLA RADIO VATICANA, NEL GIORNO DELLA FESTA

 DI SAN GABRIELE ARCANGELO, PATRONO DELL’EMITTENTE

 

“Voi siete gli amplificatori efficaci e moderni della Parola del Papa”: così, il presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, il cardinale Sergio Sebastiani, che questa mattina, nella festa di San Gabriele Arcangelo, patrono della Radio Vaticana, ha presieduto la Santa Messa nella Cappella dell’Annunciazione dell’emittente pontificia. Roberta Moretti:

 

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“La comunicazione per la Chiesa è essenziale, il Vangelo è comunicazione”: questo, il messaggio di fondo del cardinale Sebastiani, che nella sua omelia ha sottolineato la grande responsabilità della Radio Vaticana nel diffondere correttamente gli insegnamenti del Vangelo e le parole del Papa. Un impegno purtroppo non sempre rispettato dal mondo mediatico:

 

“Anche in queste ultime settimane, abbiamo fatto la triste esperienza a spese del Papa. E’ stata la trasmissione dei media mondiali che hanno fatto capire ai musulmani che il Papa ce l’aveva con loro. Ma non era il Papa che aveva detto questo. Voi siete gli amplificatori efficaci e moderni della parola del Papa e in tempi molto difficili”.

 

Il porporato ha espresso poi un sincero apprezzamento per il sito web della Radio Vaticana, che con efficacia permette un’ampia diffusione dei programmi già ritrasmessi da oltre mille radio cattoliche del mondo. Infine, l’invocazione a San Gabriele Arcangelo, patrono dell’emittente. A lui – ha concluso il porporato – affidiamo fiduciosi l’ardua, ma esaltante missione ecclesiale che il Santo Padre vi ha affidato in questo difficile Terzo Millennio dell’era cristiana. Nel momento conviviale, poi, seguito alla liturgia, i direttori delle diverse sezioni della Radio Vaticana hanno provveduto, come di consueto a insignire dipendenti e programmi distintisi per la qualità del loro lavoro. A ricevere quest’anno le onorificenze pontificie, Sergio Centofanti, Maria Ma, Leandro Mattiucci, Gianfranco Mattacchioni, Alido Brinzaglia e Osvaldo Fragione. La menzione d’onore è stata conferita al Programma Arabo. Da segnalare, inoltre, la presentazione del quadro “La comunicazione”, acrilico su tela realizzato dal maestro Irio Ottavio Fantini. Dalla composizione – che ritrae un apostolo che colloquia con un uomo di diversa etnia – emerge un messaggio di speranza: attraverso la parola si può superare ogni barriera, nel nome del Dio di tutti. Infine, la cerimonia di saluto ai gesuiti, padre Xavier San Martín, responsabile per la Promozione per l’America Latina, e padre Ignacio Arregui, vice direttore dei Programmi e responsabile dei Servizi informativi centrali per 20 anni, che si è congedato con le parole di Giovanni Paolo II, pronunciate a Budapest nel 1991:

 

“Non sappiamo quali saranno le caratteristiche della civiltà cristiana nel Terzo Millennio. Ma questo non deve sorprenderci…Ciò che possiamo, tuttavia, dare per certo è che l’avvenire offrirà anche a noi l’epifania di un nuovo aspetto della pienezza di Cristo”.

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AL DIRETTORE DELL’AGENZIA INTERNAZIONALE DI INFORMAZIONE CATTOLICA ZENIT,

JESÚS COLINA, IL PREMIO RAOUL WALLENBERG 2006.

IL RICONOSCIMENTO AL GIORNALISTA PER AVER FAVORITO,

ATTRAVERSO LA DIFFUSIONE DI NOTIZIE, IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

                                                                                          

Per aver posto l’informazione a servizio del dialogo interconfessionale e della riconciliazione, ieri pomeriggio la Fondazione Raoul Wallenberg, che promuove iniziative interculturali ed interreligiose, ha premiato il direttore dell’agenzia cattolica Zenit Jesús Colina. L’agenzia Zenit è nata nel 2001 per offrire una qualificata ed obiettiva informazione su eventi e documenti di interesse per la vita della Chiesa Cattolica e nel panorama mondiale della comunicazione. I servizi realizzati dalla redazione vengono tradotti in sei lingue. Jesús Colina, che come promotore di pace ha ricevuto quest’anno anche un riconoscimento negli Stati Uniti, ha annunciato proprio ieri che da novembre l’agenzia Zenit fornirà notizie anche in arabo. Ascoltiamolo al microfono di Tiziana Campisi:

 

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R. – Il Premio, che riconosce il servizio al dialogo tra le culture e le religioni, credo che sia un riconoscimento del lavoro che come giornalisti dobbiamo fare, che è quello cioè di essere ponte e non di alzare dei muri. Io credo che fondamentalmente la vocazioni oggi, in un mondo globalizzato e multiculturale, di noi giornalisti sia questa. Se siamo poi giornalisti cattolici, dove il comandamento dell’amore è fondamentale, allora acquista ancora più senso.

 

D. – Lei ha annunciato per novembre l’inizio di traduzioni in arabo delle notizie di Zenit…

 

R. – Questo è l’ultimo nostro sogno e nasce, in realtà, dalle richieste dei cattolici dei Paesi di lingua araba e particolarmente dai cattolici di Terra Santa. Successivamente, dopo la visita di Benedetto XVI a Ratisbona, abbiamo potuto notare come, il fatto che le agenzie di stampa arabe non abbiamo riportato correttamente le fonti, abbia creato dei problemi di interpretazione nei media. Tutto questo ci ha fatto capire che tale traduzione delle nostre notizie in arabo è sempre più necessaria.

 

D. – Quali gli obiettivi di questo progetto?

 

R. – Il primo obiettivo è quello di essere una fonte per i cristiani immediata ed utile di lingua araba, perché loro dipendono in buona parte dall’informazione locale e pertanto non hanno la possibilità di accedere alle fonti. In secondo luogo, vogliamo offrici come punto di riferimento per tutti gli arabi del mondo ed anche musulmani, che vogliono capire il mondo occidentale e particolarmente il cristianesimo e poi la Chiesa cattolica, affinché possano trovare una fonte a cui affidarsi e dove la parola del Papa, gli avvenimenti della Chiesa possano essere letti direttamente e senza bisogno di filtri.

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CHIESA E SOCIETA’

29 settembre 2006

 

 

Ha incontrato per la prima volta i familiari il giovane cristiano detenuto

in pakistan con l’accusa di blasfemia. Il suo avvocato giudica “inaccurata” l’indagine sul suo cliente eD ha chiesto l’intervento di un autorità più alta

 

FAISALABAD. = Arrestato in Pakistan, nei primi giorni di settembre, con l’accusa di blasfemia, il giovane cristiano Shahid Masih ieri ha incontrato per la prima volta la famiglia nel carcere distrettuale di Faisalabad. L’agenzia Asianews riporta le testimonianze della madre e della sorella, che raccontano di un incontro breve, di soli 10 minuti, durante il quale il ragazzo ha parlato poco, interrotto dal pianto. I familiari temono “possibili azioni degli estremisti islamici”, ricordando l’incendio del villaggio cristiano di Shanti Nagar nel 1997 e il caso Sangla Hill dello scorso novembre. Shahid Masih è stato arrestato, insieme ad un amico musulmano, per aver strappato delle pagine da un libro che spiega i versi del Corano. I due sono accusati di aver violato la sezione 295 B del Codice penale, meglio conosciuta come Legge sulla blasfemia, che prevede l’ergastolo per chi dissacra il Corano. A denunciare l’accaduto è stato un dottore che lavora in una clinica vicino all’abitazione del giovane cristiano. Secondo la sua versione, i due avrebbero agito di notte, in sua assenza, stracciando il volume che lui conservava per motivi di studio nella sua clinica. In realtà alcuni ritengono che il medico volesse semplicemente punire i due tossicodipendenti per il furto di alcuni farmaci dalla clinica stessa. La famiglia Masih, intanto, continua a muoversi anche sul piano legale. Ieri l’avvocato, esperto in casi di blasfemia, che difende gratuitamente il giovane cristiano, si è presentato davanti al giudice della Corte distrettuale di Faisalabad chiedendo l’intervento di “un’autorità più alta”, ritiene, infatti “inaccurata” l’indagine sul suo cliente. In questo clima, con un comunicato stampa, Ejaz Ghauri, presidente dell’organizzazione ‘Human Dvelopment Net’ in Pakistan, ha invitato tutti i cristiani del mondo a pregare per il giovane Shahid Masih, la sua famiglia e il loro avvocato. (E.B.)

 

 

RWANDA: CORRUZIONE NEI “GACACA”. A LANCIARE L’ALLARME

LA DIRETTRICE DEL SERVIZIO NAZIONALE

PER LA GIURISDIZIONE NEI TRIBUNALI POPOLARI

 

KIGALI. = Casi di corruzioni fra i giudici dei tribunali popolari del Rwanda che affiancano la Magistratura ordinaria per i reati meno gravi connessi al genocidio del 1994. A denunciarlo dalle pagine del quotidiano rwandese ‘New Times’ - riferisce l’agenzia MISNA - è Domitille Mukatangazwa, direttrice del servizio nazionale per la giurisdizione dei “gacaca”, come vengono chiamati i Tribunali popolari nel Paese. La scorsa settimana, ha detto la Mukatangazwa, sei giudici di una Corte ‘gacaca’ sono stati arrestati per corruzione a Nyamasheke, nella provincia orientale. Altrove, nel distretto di Rulindo, la polizia ha fermato per lo stesso motivo tre persone tra cui il presidente di una ‘Corte popolare’. Domitille Mukatangazwa ha affermato che il governo adotterà “accurate misure” per fermare il fenomeno della corruzione. Dalla sua creazione, nel 2001, la giurisdizione dei gacaca ha finora investigato su circa 700 mila casi. Tra questi rientrano quelli delle 55 mila persone condannate a svolgere servizi socialmente utili, per evitare il sovraffollamento delle carceri, che secondo alcune fonti ospiterebbero circa 60 mila detenuti. I sopravvissuti ai massacri di massa di 12 anni fa, intanto, hanno minacciato una manifestazione per denunciare le pratiche corrotte all’interno dei gacaca. (M.G.)

 

 

FAR RISPETTARE I DIRITTI DELL’INFANZIA: È QUANTO SI PROPONE LA CONFERENZA

SULLA DIFESA DEI BAMBINI DAGLI ABUSI,

PROMOSSA DAL CONSIGLIO D’EUROPA AD ATENE

 

ATENE. = “Mediazione a favore dei bambini”: è il tema su cui si incentra la conferenza sulla difesa dei bambini dagli abusi, promossa da Consiglio d’Europa, Nazioni Unite e ONG, che si tiene oggi e domani ad Atene. Sul tappeto del summit - riferisce l’agenzia SIR - vi è il delicatissimo ruolo che i mediatori internazionali possono esercitare in termini di controllo del rispetto dei diritti dell’infanzia. I delegati dei diversi Paesi che prendono parte all’incontro cercheranno pertanto di individuare gli strumenti e i metodi migliori per difendere i minori da abusi e maltrattamenti. Alla conferenza prende parte anche un gruppo di bambini: lo scopo coinvolgere i diretti interessati nel lavoro delle istituzioni competenti.  Durante la due giorni interverranno Vladimir Lukin, mediatore russo per i diritti umani,    George Kaminis, mediatore greco, Thomas Hammarberg, commissario ai diritti umani in seno al Consiglio d’Europa e Maud de Boer-Buquicchio, segretario generale aggiunto del Consiglio d’Europa. (M.G.)

 

 

MENZIONE D’ONORE UNESCO PER L’EDUCAZIONE ALLA PACE 2006 AL MISSIONARIO

COLOMBIANO DELLA CONSOLATA PADRE LEONEL NARVÁEZ GÓMEZ

 

BOGOTÀ. = Con il suo impegno contribuisce ogni giorno alla costruzione della pace in Colombia, per questo l’Unesco gli ha conferito la Menzione d’onore per l’educazione alla pace 2006. Padre Leonel Narváez Gómez, missionario della Consolata che svolge la sua missione a Bogotà nell’ambito dell’innovativo progetto denominato Espere (Escuela de Perdón y Reconciliación), è stato premiato nei giorni scorsi a Parigi. Il religioso, riferisce l’agenzia Fides, ha studiato sociologia a Cambridge e teologia ad Harvard. È sua convinzione che “non è possibile dare un futuro alla Colombia se non si insegna a perdonare nel profondo, se non si spengono i focolai di rancore, odio e vendetta che ciascuno porta nel cuore”. Lo scopo dell’Espere è quello di insegnare alla gente il perdono e la riconciliazione del messaggio cristiano: padre Leonel ha intuito che non bastavano analisi culturali e tecniche sofisticate per sradicare l’odio, ma che occorreva scendere in profondità, alle radici del rancore, e concentrarsi sui temi del perdono e della riconciliazione, a lungo quasi ignorati dalle scienze sociali. Dopo un’esperienza di alcuni mesi, con una decina di professori di varia estrazione, è nata la metodologia praticata dall’Espere, oggi messa in pratica in varie parti del territorio colombiano e perfezionata continuamente grazie all’apporto di un team di psicologi volontari. I corsi organizzati dal progetto educativo coinvolgono una ventina di persone che poi vengono invitate a ripetere l’itinerario formativo nel loro ambiente, con piccolissimi gruppetti di altre 4-5 persone. “Il cammino che proponiamo ha un effetto sulle persone che non esito a definire catartico - ha spiegato padre Leonel - perché le aiuta a liberarsi di rabbia e rancore che, accumulandosi, si trasformano in veleno e rovinano, talvolta definitivamente, l’esistenza di una persona”. (T.C.)

 

 

PARTE OGGI IL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA DELLA CONFRATERNITA

DI “SAN JACOPO DI COMPOSTELLA” DI PERUGIA CHE FESTEGGIA 25 ANNI DI VITA

 

PERUGIA. = Prende il via oggi il pellegrinaggio in Terrasanta “ad Sanctum Sepulcrum” (al Santo Sepolcro) organizzato dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia, per festeggiare il suo 25esimo anniversario di fondazione. Secondo quanto riferisce un comunicato dell’agenzia ZENIT, al termine di una Celebrazione Eucaristica, presieduta oggi da mons. Paolo Giulietti presso la sede della confraternita, 27 pellegrini raggiungeranno San Giovanni d’Acri in Palestina, da dove inizieranno il cammino che terminerà il 10 ottobre al Santo Sepolcro a Gerusalemme. La Confraternita di San Jacopo di Compostella riunisce circa 1.600 persone, quasi tutti ex pellegrini compostellani, redige e pubblica la rivista ‘Santiago’, con le notizie sul cammino e la promozione del pellegrinaggio sulla Via Francigena e gestisce l’ospedale di San Nicolás, che si trova lungo il Cammino di Santiago ed accoglie ed ospita i pellegrini di passaggio. (M.G.)

 

 

DALL'11 AL 14 OTTOBRE FEDI E CULTURE SI INCONTRANO A TRENTO

PER "RELIGION TODAY", FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E RELIGIONE

- A cura di A.V. -


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TRENTO. = Un viaggio nelle differenze, attraverso l'occhio della cinepresa e i percorsi dell'anima: la nona edizione di Religion Today afferma il suo profilo non solo di rassegna cinematografica a tema religioso, ma di incontro interreligioso tout court, in cui uomini di diversa fede ed estrazione culturale collaborano, mantenendo intatte le specificità. "Il riconoscimento oggettivo di ciò che ci divide, ci distingue - spiega il presidente del festival, Don Massimo Manservigi - non ci contrappone, ma costituisce ricchezza e occasione di confronto, arrivando anche a forme di coproduzione". I 118 film e cortometraggi in concorso, provenienti da 18 nazioni tra cui Israele, Iran, India, e per la prima volta Giappone, sono infatti espressione delle fedi cristiana, ebraica, islamica, sufi, induista, buddista e dei nativi americani; tra questi si segnalano l'iraniano “Mentre tutti si addormentavano” di Fereydoon Hasanpour, che ha preferito la ribalta meno eclatante ma qualificata di Trento alla Mostra di Venezia, e il canadese “Opus Day: decoding God’s Work”, la risposta cattolica al discusso “Codice da Vinci”. Film segnati da un forte ritorno all'ispirazione religiosa, secondo la direttrice artistica Lia Beltrami, che li ha selezionati nel solco del tema di quest'anno “Il cielo sulla terra” ovvero il miracolo, l’irruzione di Dio nella storia dell'uomo. Pur nella loro specificità, i film in concorso non prescindono da arte e attualità, e un riconoscimento in tal senso il Festival lo tributa a un grande maestro del passato, Roberto Rossellini, la cui opera, imperniata sul rapporto fra uomo e Dio, richiama il tema religioso come eterno e universale.

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24 ORE NEL MONDO

29 settembre 2006

 

- A cura di Eugenio Bonanata ed Amedeo Lomonaco -

 

La Nato assumerà nelle prossime settimane il comando di tutte le operazioni di pace in Afghanistan. Lo hanno deciso i ministri della difesa dell'Alleanza atlantica riuniti a Portorose, in Slovenia. Circa 12.000 militari, in gran parte statunitensi, già dislocati nel Paese, passeranno sotto il comando dell’Alleanza Atlantica. In Italia, intanto, si sono tenuti nel duomo di Cuneo i funerali di Giorgio Langella, il caporal maggiore morto martedì scorso per un attentato a Kabul. Il nostro servizio:

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Cuneo, dove è stato proclamato il lutto cittadino e sospesi i festeggiamenti per il suo patrono San Michele, ha reso stamani l’ultimo omaggio al caporale Langella. Ai funerali, presieduti dall’arcivescovo di Genova mons. Angelo Bagnasco, anche ordinario militare per l’Italia, ha partecipato una folla commossa. L’arrivo della salma è stato accompagnato da uno struggente applauso. Uno squillo di tromba ha poi dato inizio alla cerimonia funebre. Nell’omelia, l’arcivescovo Bagnasco ha ricordato l’atroce attentato costato la vita, a Kabul, al soldato italiano:

 

“E’ questo un ulteriore doloroso segno della barbarie della mente e dei sentimenti di alcuni artefici di guerra, di violenza e di odio non solo verso i militari, ma anche verso il proprio popolo”.

 

“Il dolore è grande – ha poi aggiunto il presule – ma non impedisce di levare lo sguardo verso l’alto, in avanti, e di credere fermamente alla meta della giustizia e della pace per tutti”.

 

Mons. Bagnasco ha quindi sottolineato il coraggio di donarsi riferendosi all’impegno del caporale Langella:

 

“Quando incontriamo persone che hanno il coraggio di donarsi fino a mettere a rischio se stesse, ovunque esse siano, sentiamo di incontrare il bene, di incontrare la luce che riscalda la vita e che dà senso anche al morire”.

 

Ieri l’autopsia ha rivelato che il soldato italiano, che aveva 31 anni ed era un veterano delle missioni all’estero, è morto sul colpo a causa di lesioni al cranio e all’addome.

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In Medio Oriente due palestinesi sono rimasti uccisi questa mattina nel corso di un raid israeliano nel nord della Striscia di Gaza. L’episodio rischia di far nuovamente salire la tensione, proprio mentre tutte le frontiere tra i Territori e lo Stato ebraico sono state sigillate per un piano di sicurezza straordinario in occasione della festa ebraica dello Yom Kippur. Il nostro servizio:

 

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Entrerà in vigore oggi pomeriggio, dopo la preghiera dei fedeli musulmani, la chiusura totale dei Territori palestinesi di Gaza e della Gisgiordania. Tuttavia già da stamani è evidente lo straordinario spiegamento delle forze di sicurezza, ordinato dal ministro della difesa israeliano, Peretz. Il tutto terminerà lunedì sera, alla fine dello Yom Kippur, la “Festa del Grande Perdono”, che è la festività più sacra del calendario ebraico. Sul terreno, intanto, una persona è morta nella zona a sud di Tel-Aviv per un’esplosione. Stamani, invece, nel nord della striscia di Gaza, un nuovo raid israeliano ha provocato la morte di due palestinesi. Queste vittime incrementano la sanguinosa lista, diffusa dall’Ufficio centrale di statistica palestinese, in occasione del sesto anniversario della seconda Intifada, la rivolta armata palestinese: il bilancio parla di 4.348 vittime tra i palestinesi. Secondo il documento, l’anno più cruento della rivolta armata palestinese, è stato il 2002, con 1.192 morti; a seguire il 2004, con 895. Il rapporto menziona anche la forte percentuale di palestinesi danneggiati dalla barriera di separazione costruita da Israele: tra gli effetti più evidenti la divisione di nuclei familiari e la dilagante disoccupazione, che si coniuga all’estrema povertà della popolazione nei Territori. Tuttavia, aggiunge il ministero degli Esteri di Gerusalemme, questi sei anni di Intifada hanno provocato oltre 1.100 vittime fra gli israeliani, il 70% dei quali erano civili. Sul piano politico, infine, il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha annunciato una nuova missione diplomatica in Medio Oriente. Con l’obiettivo di rilanciare il processo di pace fra israeliani e palestinesi, la Rice, a partire da domenica prossima, incontrerà anche i rappresentanti di Arabia Saudita ed Egitto.

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Ancora violenze in Iraq, dove oggi almeno quattro persone sono morte in seguito a diversi attentati nel Paese. Intanto, ieri il nuovo leader di Al Qaeda in Iraq, Abu Hamza, ha diffuso un messaggio in cui esorta i combattenti alla guerra biologica contro le truppe statunitensi. Il leader ha anche invitato la guerriglia a rapire “i cani cristiani” per costringere gli Stati Uniti a liberare Omar Abdel Rahman, il religioso egiziano condannato per l’organizzazione degli attentati dell’11 settembre. Infine, secondo un rapporto del ministero delle Migrazioni di Baghdad, sono almeno 250 mila gli iracheni che, negli ultimi sette mesi, sono stati costretti a lasciare le loro case per le violenze settarie divampate nel Paese.

 

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato ieri la legge sul trattamento dei detenuti di Guantanamo. La norma fissa le regole per gli interrogatori e istituisce Tribunali militari i quali - pur garantendo maggiori diritti rispetto al sistema originariamente voluto dal presidente Bush - non offriranno le stesse garanzie dei collegi civili americani, e neanche di quelli militari. Il provvedimento, criticato dalle organizzazioni per i diritti dell’uomo, è stato approvato con 65 voti a favore e 34 contrari. Adesso manca solo la firma del presidente Bush.

• In Thailandia, la stampa locale ha rivelato che la giunta militare, al potere dopo il colpo di Stato incruento dello scorso 19 settembre, ha nominato come primo ministro l’ex generale dell’esercito, Surayud Chulanont, stretto consigliere del re. Gli Stati Uniti, intanto, hanno imposto alla Thailandia sanzioni pari a 24 milioni di dollari.

 

La Russia ha portato di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il contenzioso con la Georgia, che processerà oggi 4 militari russi accusati di spionaggio. Secondo fonti del Palazzo di Vetro, potrebbe essere votata nelle prossime ore la bozza di risoluzione, presentata dalla Russia, che invita la Georgia alla moderazione. Al centro della contesa, l’appoggio di Mosca a due province separatiste georgiane.

 

Il procuratore del Tribunale penale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia, Carla del Ponte, ha denunciato la Serbia di “mancanza di volontà politica” per la cattura del generale Ratko Mladic, accusato per il massacro di Srebrenica del 1995.

 

Il primo ministro turco, Erdogan, ha respinto l’appello ad un cessate-il -fuoco lanciato dal capo dei separatisti curdi, Abdullah Ocalan. Ieri dal carcere di Imrali, il leader curdo aveva affermato che una tregua unilaterale non è segno di "debolezza", ma un’occasione di riconciliazione tra turchi e curdi. Intanto, due ribelli curdi sono stati uccisi dai militari turchi nel Sud-Est del Paese.

 

In Brasile il presidente uscente, Lula Da Silva, ha scelto di chiudere la sua campagna per la rielezione, domenica prossima, con un basso profilo: all'ultimo momento ha rinunciato a partecipare ad un dibattito televisivo con i suoi tre principali avversari. Durante il discorso conclusivo, ha anche evitato accuratamente di nominare il Partito dei lavoratori da lui fondato e oggi travolto da numerosi scandali. Il servizio di Luis Badilla:

        

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Nel suo intervento conclusivo, il presidente brasiliano ha prima assicurato che aspetta “con tranquillità” il verdetto delle elezioni e poi ha ricordato i successi economici e sociali del suo governo. “Abbiamo trovato - ha detto Lula - un Paese in crisi ed oggi è molto cambiato”. “In questo momento - ha aggiunto - il Brasile si trova in una buona situazione sia dal punto di vista sociale sia economico”. L’economia brasiliana, considerata la nona nel mondo, è però cresciuta, durante il mandato “Lula”, appena del 2,6 per cento annuo. Il lieve incremento è dovuto agli alti tassi di interesse, tra i più alti al mondo, che hanno limitato l’accesso al credito, frenando consumi e investimenti. Ma tra il 2002 e il 2006 c’è stata anche una forte riduzione del debito estero. Forte dei buoni risultati ottenuti nel settore dl commercio estero, il governo ha anticipato, infatti, il pagamento del debito del Brasile al Fondo monetario internazionale. Il programma di riforma agraria, invece, non è stato completato perché ha raggiunto solo 400 mila famiglie di contadini “sem terra”, la metà dell’obiettivo previsto inizialmente. E non si è concretizzata neanche la promessa di assicurare che “tutti i brasiliani possano mangiare tre volte al giorno”, fatta da Lula quando lanciò il programma “Fame zero”. I mercati internazionali e molti settori dell’economia brasiliana hanno comunque apprezzato la stabilità della moneta nazionale, il “real”, che in questi quattro anni non ha più subito cadute a picco come succedeva in passato. Durante il mandato “Lula”, in effetti, il “real” si è rafforzato del 39 per cento rispetto al dollaro e l’inflazione è passata dal 13 al 3,8 per cento. Altri tasti dolenti sono il mercato del lavoro e la sicurezza: nel 2002 erano stati promessi 10 milioni nuovi posti di lavoro ma ne sono stati creati solo 3,8 milioni. Secondo recenti dati, resi noti lunedì scorso dal ministero della Giustizia brasiliano, nel 2005 sono morte inoltre 55 mila persone per omicidio, qualche migliaio in più delle vittime civili in tre anni di guerra in Iraq. Domenica prossima gli elettori, oltre 110 milioni, valuteranno quindi molti di questi elementi ma, la stampa locale, ritiene che il maggior partito di sinistra dell’America Latina, definito “patrimonio etico della politica brasiliana”, sarà giudicato anche per tutti gli scandali in cui è stato coinvolto negli ultimi anni. E forse sarà questo fattore che porterà il presidente “Lula” ad un ballottaggio il prossimo 29 ottobre.

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Slitta l’annuncio dei risultati elettorali nella Zambia. Lo hanno affermato alcuni funzionari elettorali, precisando che le operazioni di voto sono ancora in corso in molte zone del Paese, dove le schede sono arrivate solo ieri sera. Per le presidenziali si prevede una corsa a due tra il presidente uscente, Levy Mwanawasa, leader del Movimento per la democrazia multipartitica e il rivale Michael Sata, alla guida del Fronte patriottico.

 

“La strategia della comunità internazionale sulla regione occidentale sudanese del Darfur deve cambiare”. Lo hanno dichiarato il vice segretario generale delle Nazioni Unite, Mark Malloch Brown, ed il responsabile dell’ONU per il Sudan, Jan Prok. I due funzionari hanno auspicato, in particolare, che nella difficile questione del Darfur si promuova un approccio multilaterale coinvolgendo anche Paesi arabi e africani.

 

Sale ancora il numero delle vittime causate dal tifone Xangsane, che ha colpito le Filippine nei giorni scorsi. L’ultimo bilancio, fornito dalle autorità locali, parla di almeno 48 morti. Ci sono anche decine di dispersi a causa di valanghe e inondazioni provocate da piogge torrenziali.

 

 

 

 

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