RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 251 - Testo della trasmissione di venerdì 8
settembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
La Chiesa festeggia oggi la Natività di Maria: ce ne parla
padre Amedeo Eramo
CHIESA E SOCIETA’:
I vescovi del Guatemala preoccupati per la crisi di valori
che il Paese sta vivendo
Autobomba contro
l’ambasciata americana a Kabul: 16 i morti. In un altro attentato feriti 4
militari italiani
8 settembre 2006
IN UN
TEMPO CARATTERIZZATO DAL RELATIVISMO,
LA
DEMOCRAZIA SIA SEMPRE FONDATA SULLA VERITA’:
COSI’, BENEDETTO XVI NEL DISCORSO AI VESCOVI DEL CANADA-ONTARIO,
RICEVUTI
IN OCCASIONE DELLA VISITA AD LIMINA.
L’INVITO
DEL PAPA AI POLITICI CATTOLICI AFFINCHE’ NON SCENDANO
A COMPROMESSI SUI PRINCIPI DELLA FEDE
CRISTIANA
I politici cattolici non scendano
a compromessi sui principi della fede cristiana: è l’avvertimento di Benedetto
XVI contenuto nel discorso ai presuli del Canada-Ontario, ricevuti stamani nel Palazzo Apostolico di
Castel Gandolfo, in occasione della visita ad Limina. Nel suo
intervento, il Papa si è soffermato sul rapporto tra fede e cultura in un tempo
caratterizzato da un marcato relativismo. Il Pontefice ha inoltre sottolineato
che la democrazia, per avere successo, deve fondarsi
sulla verità e sul rispetto della persona umana. L’indirizzo di omaggio
al Papa è stato rivolto da mons. Richard W. Smith, vescovo di Pembroke e presidente della Conferenza episcopale
dell’Ontario. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
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Gli ostacoli al Regno di Cristo
sono oggi drammaticamente “evidenziati dalla separazione tra il Vangelo e la
cultura”, che determina “l’esclusione di Dio dalla sfera pubblica”. E’ il forte
richiamo di Benedetto XVI, che nel discorso ai vescovi del Canada ha offerto
una profonda riflessione sul rapporto tra Chiesa e società, fede e cultura:
CERTAIN VALUES DETACHED…
“Certi valori – ha detto il Papa –
staccati dalle loro radici morali e dal loro pieno significato radicato in
Cristo, sono evoluti nei modi più inquietanti”. Il Canada, ha rilevato, “nel
nome della tolleranza ha accettato la follia della ridefinizione”
del concetto di coniuge. D’altro canto, ha proseguito, “nel nome della libertà
di scelta”, i canadesi “assistono ogni giorno alla distruzione di bambini non
nati”. “Quando il piano divino del Creatore è ignorato – ha constatato con
amarezza – si perde la verità della natura umana”. Quindi, si è soffermato su
quelle “false dicotomie” che sono presenti “anche all’interno della comunità
cristiana”. Il Papa ha fatto riferimento, in particolare, ai danni che i leader
politici cristiani provocano quando “sacrificano
l’unità della fede e sanzionano la disintegrazione della ragione e dei principi
di natura etica” per rincorrere “effimere mode sociali” o “false richieste
emerse dai sondaggi”. Parole, queste, corredate da una viva esortazione:
DEMOCRACY SUCCEDS ONLY TO….
“La democrazia – ha sottolineato
Benedetto XVI – ha successo soltanto se si basa sulla
verità e su una corretta comprensione della persona umana”. Ancora, ha detto il
Pontefice, “l’impegno cattolico nella vita politica non può scendere a
compromessi su questi principi”, altrimenti, la verità cristiana “verrebbe ridotta al silenzio” e si affermerebbe “l’autonomia
dalla morale”. Ha così incoraggiato i presuli del Canada-Ontario
a mostrare ai leader politici che la fede cristiana “lungi dall’essere un
ostacolo al dialogo è, invece, un ponte che collega ragione e cultura”. D’altro
canto, ha messo l’accento sul rischio che si corre nel disperdere l’identità
del messaggio cristiano:
WE
MUST ACKNOWLEDGE THAT ANY REDUCTION…
“Dobbiamo riconoscere – ha
avvertito il Papa – che ogni riduzione” del “Regno di Dio” a “indefinito Regno
di valori” indebolisce “l’identità cristiana e sminuisce il contributo della
Chiesa alla rigenerazione della società”. Quando “il credere è rimpiazzato dal
fare”, è stato il suo monito, è allora “urgente ritornare” allo spirito dei
primi discepoli di Cristo. Parlando poi delle scuole cattoliche canadesi, ha
poi rivolto il pensiero all’importanza dell’evangelizzazione della cultura. E
ciò, ha affermato, è ancor più vero oggi in una società “dove è presente in
modo marcato il relativismo che non riconoscendo niente come definitivo
considera i propri desideri come l’ultimo criterio” di giudizio. Per questo, ha
concluso il Papa, soprattutto pensando ai giovani, è urgente proporre un
“apostolato dell’amore intellettuale” che nell’essenziale unità della
conoscenza “guidi i giovani verso la sublime soddisfazione di esercitare la
loro libertà in relazione con la verità”.
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LE
SPERANZE DEL CILE PROSSIMO A FESTEGGIARE I 200 ANNI DELLA
REPUBBLICA:
IL
RICHIAMO DEL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE DEL PAESE LATINOAMERICANO,
PERCHE’
SIA RISPETTATA
Le speranze del Cile prossimo a
festeggiare il bicentenario della Repubblica, e l’importante missione della
Chiesa nel Paese latinoamericano: ne ha parlato stamane
il Papa, ricevendo le Lettere credenziali del nuovo ambasciatore cileno presso
**********
Un Paese che può contare su
“abbondanti risorse storiche e spirituali per affrontare il futuro”:
l’incoraggiamento di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore cileno Pedro Pablo Cabrera
Gaete, 58 anni, tre figli, una lunga e prestigiosa
carriera diplomatica, già
ambasciatore in Gran Bretagna, Russia e Cina.
In questo ambito, il Papa ha
ribadito la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo, proiettandone la
luce sulle realtà del mondo e dell’essere umano, proclamando la dignità della
persona, difendendone i diritti inalienabili, tra i quali “anzitutto il diritto
alla vita in tutte le fasi del suo sviluppo e in qualsiasi situazione si trovi”
e “il diritto a formare una famiglia basata sui vincoli dell’amore e della
fedeltà stabiliti nel matrimonio tra un uomo e una donna, e che deve essere
protetta e aiutata per compiere la sua insostituibile missione ad essere fonte
di convivenza e cellula fondamentale di tutta la società”. Nella famiglia,
quale istituzione naturale, risiede infatti – ha
concluso Benedetto XVI – il diritto primario a educare i figli secondo gli
ideali con i quali i genitori desiderano crescerli dopo averli accolti con
gioia nella loro vita”.
Da segnalare che in questo periodo
è aperto in Cile un vivace dibattito sui temi familiari della procreazione,
dell’interruzione di gravidanza e dell’educazione dei giovani, che oppone
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ALTRE UDIENZE
Il Papa stamane ha ricevuto in successive udienze, nel Palazzo
Apostolico di Castel Gandolfo, anche l’arcivescovo Alberto Bottari de Castello, nunzio apostolico in Giappone, l’ambasciatore di Romania Mihail Dobre, in visita di congedo, e il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione
Cattolica. Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il cardinale Camillo
Ruini, Suo Vicario
Generale per
BENEDETTO
XVI INIZIA DOMANI IL SUO VIAGGIO APOSTOLICO IN BAVIERA
NELLA SPERANZA CHE POSSA RISVEGLIARE
-
Intervista con il cardinale Karl Lehmann
-
Benedetto XVI inizia domani
pomeriggio in Germania il quarto viaggio internazionale del suo Pontificato: il
Papa torna nella sua terra natale,
Domani il Papa arriverà
all’aeroporto internazionale di Monaco alle 15:30, qui sarà accolto dal
presidente tedesco Horst Kohler,
dal cancelliere tedesco Angela Merkel, dal ministro
presidente della Baviera Edmund Stoiber
e dall’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale
Friedrich Wetter. Sarà
presente alla cerimonia di benvenuto anche il presidente della Conferenza
episcopale tedesca, il cardinale Karl Lehmann. Il nostro inviato Paolo Ondarza lo ha
intervistato:
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R. – GANZ BESTIMMT GROESSTE
AUFMERKSAMKEIT…
E’ umano che il Papa, non
potendolo fare dopo la sua elezione, torni a casa per una visita personale. In
Baviera ci sono le tombe dei suoi genitori e di sua sorella Maria, qui vive suo fratello maggiore Georg:
questa visita è il chiaro segno di quanto il Papa sia legato alla sua terra.
D. - Come è cambiata
R. –
ICH GLAUBE DASS VIELE MOTIVE
Credo che sia necessario
innanzitutto tener conto che la vita, l’attivitá e la
morte di GPII hanno molto impressionato le persone fino ad oggi … e poi la
grande gioia in Germania per il fatto che dopo 500 anni un cardinale tedesco è
diventato Papa. Bisogna riscontrare anche un po’ di orgoglio. Penso che poi
D. - Ma sarà duraturo questo
rafforzamento del senso religioso in Germania?
R. –
ICH SELBST BIN DA SEHR VORSICHTIG…
Io sarei prudente perché viviamo
in un tempo straordinariamente incline al cambiamento… credo comunque che
dobbiamo prenderci cura di
questo risveglio in modo che non si disperda. Esiste qualche
segno palpabile: per esempio, il numero della gente che abbandona
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina - "Chi
crede non è mai solo": da sabato 9 a giovedì 14 Benedetto XVI sarà
pellegrino in Germania.
Servizio vaticano - Nel
discorso al nuovo ambasciatore del Cile, il Papa ha sottolineato che la
giustizia va perseguita nel rispetto della dignità dell'uomo e dei diritti
inalienabili che da essa derivano.
Servizio estero - Per la
rubrica dell' "Atlante geopolitico"
un articolo di Giuseppe Maria Petrone dal titolo
"11 settembre 2001: orrore che offende l'uomo".
Servizio culturale - Un
articolo di Armando Rigobello dal titolo "Nella
penombra del pessimismo si delineano percorsi di motivata speranza":
"La conoscenza del vero" di Paolo Vincieri.
Per la pagina degli
"Approfondimenti" un articolo di Danilo Veneruso
a proposito del volume "1914" di Luciano Canfora. Il titolo dell'articolo
è "Un'analisi accurata, con affermazioni non sempre condivisibili sul
piano storico".
Servizio italiano - In
primo piano il tema della finanziaria.
In rilievo
l'immigrazione.
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8 settembre 2006
LA CHIESA
CELEBRA OGGI LA NATIVITÀ DI MARIA,
UNA
RICORRENZA CHE VUOLE FAR RIFLETTERE SULLA SPERANZA CRISTIANA
-
Intervista con padre Amedeo Eramo -
Ricorre oggi la festa della
Natività di Maria. Celebrata già nei primi secoli è legata ai racconti
contenuti nel protovangelo di Giacomo, un apocrifo.
Ma qual è il senso di questa festività? Ce lo spiega,
al microfono di Tiziana Campisi, padre Amedeo Eramo,
rettore del Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano,
dedicato proprio alla Natività di Maria:
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R. - Ogni nascita è una luce che
si accende, è una speranza che brilla. Io penso che mai come questa volta la
nascita di una bambina, che neanche i genitori sapevano a cosa fosse destinata
dal disegno di Dio, mai come questa volta la speranza sia così immensa e così
grande e anche divina, proprio perché lei sarà la Madre del Redentore e del
Salvatore di tutti gli uomini.
D. – Che cosa ci dice oggi questa
festività?
R. – Io vedrei la nascita della
Madonna veramente come il segno, non soltanto della speranza, ma anche il segno
di una riconciliazione. Noi che siamo sempre portati alle divisioni, alle
lacerazioni, alle contrapposizioni, la nascita di una bambina che sarà madre di
tutti i popoli, madre dell’umanità, penso che dovrebbe portare a questo
desiderio, addirittura a questa volontà, di ricomporre questo tessuto umano che
è sempre così teso, così lacerato, così rovinato.
D. – Su quali meditazioni si può
fermare il cristiano, guardando alla Natività di Maria?
R. – Forse, allargando il discorso,
si potrebbe riflettere sul fatto che ciascuno di noi fa parte di un disegno di
Dio. Certamente i genitori di Maria non sapevano quel che il Signore aveva
stabilito per la loro figlia. Quindi, noi facciamo parte di questo disegno
divino e ciascuno porta la sua pietruzza per ricomporre il mosaico. Certo Maria
non ha portato soltanto una pagliuzza, Maria ha portato proprio il massimo che
si potesse portare, perché, Madre di Dio, ha dato il
suo sangue al Figlio di Dio. Maria è nel disegno di Dio ed è la creatura
prescelta, perché potesse allattare addirittura lo
stesso Figlio di Dio.
D. – Le uniche notizie che ci
giungono della Natività di Maria le troviamo nel protovangelo
di Giacomo, un Vangelo che non rientra tra i canonici. Come leggerlo
allora?
R. – Bisognerebbe avere una
cultura speciale per questi protovangeli e per questi
Vangeli apocrifi. Oggi mi pare che ci sia una grande rivisitazione, addirittura
una grande esaltazione. Penso che forse è come qualcosa di nostro, di
personale, che vogliamo aggiungere, qualche volta di poetico, di fantasioso, qualche volta di errato. E’ come mettere dei
fiocchetti alla Parola di Dio, per aggiungere qualcosa alla nostra curiosità e
alla nostra fantasia.
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L’ISTRUZIONE, CHIAVE DELLO SVILUPPO: COSI’, KOFI ANNAN
NEL MESSAGGIO PER L’ODIERNA GIORNATA
MONDIALE PER L’ALFABETIZZAZIONE. ANCORA OGGI, 800 MILIONI DI PERSONE SONO
ANALFABETE NEL MONDO.
UNA PIAGA CHE NON RISPARMIA I BAMBINI
- Con
noi mons. Aldo Martini -
“L’alfabetizzazione
costituisce la base per lo sviluppo delle risorse umane della società”: è
quanto afferma il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, nel messaggio per l’odierna Giornata internazionale
dell’alfabetizzazione, quest’anno sul tema “L’istruzione chiave per ridurre la
povertà”. L’analfabetismo, sottolinea Annan, è ancora
una piaga da estirpare in molti Paesi. Appello, questo, fatto proprio anche dal
direttore dell’UNESCO, Koichiro Matsuura.
Ancora oggi, sono più di 770 milioni gli adulti analfabeti - due terzi dei
quali sono donne - mentre oltre 100 milioni di bambini
non hanno accesso alla scuola primaria. Per fare il punto della situazione
sull’analfabetismo, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Aldo Martini, presidente
dell’OPAM, l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo, fondata 32
anni fa da don Carlo Muratore:
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R. - Quando è stata lanciata la
Giornata dell’alfabetizzazione, cioè l’8 settembre del 1966 nell’assemblea
dell’UNESCO, a quell’epoca si parlava di quasi 950
milioni di analfabeti. Adesso le statistiche ci dicono che sono circa 800
milioni. Vuol dire che in tutti questi anni, grandi progressi non ce ne sono
stati. Ci sono grandi nazioni che hanno fatto un passo in avanti, come l’India
e la Cina dove però assieme ad un grande sviluppo
tecnologico, anche sociale, permangono sacche enormi di analfabetismo. L’India
ha il 34 per cento della popolazione mondiale degli analfabeti. Un’altra
statistica ci dice che tutto il mondo musulmano è una sacca di analfabetismo.
L’analfabetismo rimane e permane, dunque, una delle piaghe dell’umanità, come
diceva anche Giovanni Paolo II sulla quale, al di là di proclamazioni di
intenti, spesso si fa poco o niente. Pensiamo a quanto si investe negli armamenti,
e a quanto invece si investe in istruzione.
D. – Nel messaggio per la Giornata
dell’alfabetizzazione, Kofi Annan
sottolinea che l’istruzione è una chiave per lo sviluppo. Può offrirci qualche
esempio anche sulla base dell’esperienza sul terreno da parte dell’OPAM?
R. – Noi vediamo come
l’analfabetismo vada di pari passo con la povertà. Quando invece si investe
nella scuola, non soltanto per i bambini ma anche per gli adulti, cambia anche
la realtà sociale. Posso dire, ad esempio, di aver incontrato un missionario,
padre Caso, un cappuccino che lavora in Congo, che dall’87 ad oggi, organizza
ininterrottamente corsi di alfabetizzazione per adulti. Sono passati circa 30
mila adulti in questi anni e realmente le condizioni, anche economiche della
gente con la quale lui opera è cambiata perché attraverso l’alfabetizzazione
non si insegna soltanto a leggere e a scrivere ma si insegna a non essere
sfruttati, ad organizzare meglio la vita, ad esempio familiare, la vita del
villaggio. Una popolazione analfabeta è una popolazione condannata ad essere
vittima dei “profittatori”. Un papà analfabeta, difficilmente capisce
l’importanza di mandare a scuola i figli, di privarsi magari di quel provento
immediato che i bambini, i ragazzi possono procurare alla famiglia e così
rimangono condannati ad essere sempre gli ultimi, gli esclusi.
D. – L’OPAM ha investito molto,
negli ultimi anni, sull’adozione a distanza degli insegnanti. Di che cosa si
tratta?
R. – Una scuola se non ha
insegnanti non può esistere. Ora in molti Paesi, grazie anche agli aiuti
internazionali, si sono aperte le scuole ma mancava il
quadro insegnanti, come è successo ad esempio in Uganda che è un caso tipico.
Qui la gente ha reclamato il diritto all’istruzione e il governo ha risposto:
“Benissimo, scuola per tutti!”. Mancando gli insegnati hanno preso ragazzi che
hanno fatto la terza media e automaticamente sono diventati in molti casi,
insegnanti, specialmente nelle zone rurali. La conseguenza è che una classe di
50, 60 bambini quasi coetanei dei loro insegnanti non è gestibile. Il risultato
finale è stato un grande fallimento della scuola perché i genitori non hanno
più mandato i figli a scuola vedendo che i progressi erano pochissimi o nulli.
Allora, abbiamo bisogno di insegnanti e di insegnanti qualificati. Se si
istruisce un bambino è una grande opera ma se in un villaggio si fa una scuola
e si garantisce la presenza dell’insegnante, allora tutto il villaggio - e per
generazioni – sarà sulla via del progresso.
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DEDICATO
ALLA FAMIGLIA IL NUOVO PIANO PASTORALE DELL’ARCIDIOCESI
DI MILANO: STAMANE IN DUOMO
E’ dedicato alla famiglia il
percorso pastorale presentato questa mattina dal cardinale arcivescovo di
Milano, Dionigi Tettamanzi, nel corso di una Messa nel Duomo, e destinato a
guidare la diocesi nel prossimo triennio. Si intitola “L’amore di Dio è in
mezzo a noi” e nel primo anno la famiglia è invitata a mettersi in ascolto
della parola di Dio. Il servizio di Fabio Brenna.
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Una famiglia capace di grandi gesti quotidiani
ma anche in crisi, quella a cui parla il Cardinale
Tettamanzi. Ma è una famiglia che deve essere ascoltata perché al suo interno
realizza il miracolo dell’amore e scrive quindi quel Vangelo della famiglia che
deve poi poter comunicare a tutti in un’ottica di missionarietà, il tema del
programma triennale pastorale appena compiuto. Ascoltiamo le parole del
cardinale Tettamanzi:
“Come ho scritto nel messaggio a
tutti i fedeli della diocesi che verrà distribuito in
tutte le comunità domenica prossima, a chi mi chiede quale sia la prima
condizione perché le nostre comunità e le nostre famiglie siano autenticamente
missionarie, rispondo senza esitazione che siano sempre più comunità
accoglienti così che chiunque vi si avvicini si senta accolto, ascoltato e
soprattutto amato. Il primo passo dell’accoglienza è proprio l’ascolto, ma chi
e che cosa dobbiamo ascoltare? Rispondo: le famiglie e il loro Vangelo. Sì,
sono le famiglie che hanno bisogno di essere ascoltate così come siamo noi per
primi ad aver bisogno di ascoltare le famiglie, le loro parole, la loro vita.
In un mondo in cui l’esperienza dell’amore, del matrimonio, della famiglia è in
continua e profonda trasformazione è urgente metterci in ascolto della vita quotidiana
e accogliere le parole della famiglia”.
Suddiviso in tre capitoli, questa
prima parte del percorso intitolato “Famiglia ascolta la parola di Dio”
comprende anche una serie di azioni da intraprendere da parte delle comunità.
Innanzitutto iniziative di preghiera e una catechesi mirata per le famiglie, ma
anche l’invito a portare fisicamente la Bibbia all’interno di ogni nucleo
familiare. Particolare cura poi viene raccomandata per
stare vicini e coinvolgere le famiglie alla vita comunitaria in occasione di
eventi che riguardano l’educazione dei figli, l’accesso ai sacramenti ed anche
i momenti di lutto. Alle associazioni e ai centri specializzati il cardinale
Tettamanzi dà il compito infine di realizzare interventi mirati di
coinvolgimento delle famiglie, con particolare attenzione alle relazioni
interfamiliari, alle famiglie di fresca formazione e a quelle straniere. Nel
corso del pontificale che segna l’avvio dell’anno pastorale diocesano, il
cardinale Tettamanzi ha quindi rilanciato il processo di riorganizzazione
diocesano attraverso la pastorale di insieme e ha auspicato un’alleanza fra
seminario e diocesi nell’ottica di una più marcata pastorale vocazionale.
Da Milano, per Radio Vaticana,
Fabio Brenna.
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IL
PATRIARCA ANGELO SCOLA INCONTRA I GIURATI DEL PREMIO
SIGNIS,
NELLA CORNICE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
-
Intervista con mons. Dario Viganò -
“Il cinema come strumento di
conoscenza e di riflessione in una società nella quale civiltà e culture si
mescolano come mai prima era avvenuto”: questa l’immagine con la quale il
Patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, ha accolto ieri pomeriggio i giurati del premio Signis
ed alcuni rappresentanti del mondo della critica cinematografica presenti alla
Mostra del Cinema di Venezia. Una idea che sembra
trovare conferma proprio in molte delle pellicole proiettate quest’anno nelle
diverse sezioni. Il servizio di Luca Pellegrini
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Ultimo giorno di proiezioni per
Venezia, in attesa dei premi assegnati domani sera.
Applausi e commenti più che positivi sono stati riservati questa mattina al bel
film di Emanuele Crialese, Nuovomondo, secondo titolo
italiano in concorso. La storia: una famiglia di contadini siciliani agli inizi
del Novecento parte verso l’ignoto, il Mondo Nuovo, l’America, alla ricerca di
futuro e di chissà quale utopia. Incontro di culture, incontro di mondi
diversi. Storia commovente, storia esemplare. Proprio questo titolo sembra la
riflessione cinematografica ideale che segue e accompagna l’incontro promosso
ieri pomeriggio dal Patriarca di Venezia Angelo Scola presso la sede della
Curia veneziana. Erano presenti i giurati del premio cattolico Signis ed i rappresentanti delle varie associazioni
cattoliche di critica cinematografica ed operatori del mondo del cinema. Il
Patriarca non ha dubbi: “La settima arte – ha affermato – è fondamentale per la
Chiesa perché è in grado di parlare un linguaggio davvero universale, capace di
arrivare dritto al cuore degli uomini”. Certo non si vogliono nascondere le
difficoltà, perché oggi viviamo in un vero e proprio intreccio tra civiltà e
culture che il Patriarca ama descrivere come un “meticciato”,
ossia un mondo interculturale che proprio il cinema riesce a scoprire ed
esplorare, intercettando le problematiche emergenti del mondo di oggi.
L’incontro, proseguito poi in forma di dibattito proprio sul tema di questo
sforzo e processo di lettura del presente da parte cinema, è stato organizzato
da mons. Dario E. Viganò, responsabile del settore
cinema e spettacolo della Conferenza Episcopale Italiana e presidente dell’Ente
dello Spettacolo. A lui abbiamo chiesto un approfondimento dei temi trattati
ieri dal Patriarca proprio in riferimento alla Mostra
cinematografica veneziana di quest’anno:
“ Daratt, Lettere dal Sahara, l’ultimo film in concorso di Crialese, Nuovomondo, sono
tutti testi che presentano un tema fondamentale che è il tema dell’incontro tra
popoli e culture che il Cardinale Patriarca Angelo Scola ieri ha riletto
attraverso la categoria del meticciato,
categoria che lui predilige proprio perché non intellettualistica ma
molto pragmatica, concreta, storica, esistenziale potremmo dire. L’incontro si
è protratto proprio attorno a questo tema e alle domande che i giurati del Signis e gli altri operatori del cinema cattolico hanno
rivolto al Patriarca il quale ha concluso dicendo proprio che il cinema da un
lato riprende il fatto, coltiva un immaginario e se giunge al terzo livello che
è il livello simbolico, predispone un itinerario di verità. Quindi tutto
sommato il Patriarca ha ribadito con forza non solo
che il cinema è una delle arti importanti per cogliere nei percorsi di ricerca
della verità la verità stessa ma anche sottolineato come il cinema rappresenti
davvero un itinerario concreto per questo rapporto tra popoli e culture
differenti”.
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AD
ORVIETO IL CONVEGNO ANNUALE DELLE ACLI:
IL
TEMA DELLA FELICITA’ SOSTENIBILE AL CENTRO DELLA
DUE GIORNI DI STUDI
-
Intervista con Andrea Olivero -
Più
coesione sociale, più welfare inclusivo. Oggi e
domani a Orvieto si svolge il consueto incontro studi delle ACLI dal titolo:
“Vita buona, vita felice. Oltre l’utopia per una storia nuova”. Felicità è una
parola con più significati: le ACLI esprimono una visione relazionale della
felicità, e ricondotta alla sua dimensione sociale, associativa e comunitaria.
Questo implica un nuovo modello di welfare che tenga conto dei bisogni di tutti, ma soprattutto delle
classi meno agiate. Di tali temi nei due giorni di dibattiti parleranno
politici, economisti, sindacalisti ed esponenti di varie associazioni e della
Chiesa. Alessandro Guarasci ha intervistato il presidente delle ACLI, Andrea
Olivero:
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R. – Esiste una
possibilità di essere felici che è data anche da una modalità con cui si
costruisce lo stare insieme. Noi parleremo, in questo incontro di studi, di
come riuscire a far sì che la nostra vita possa essere buona e di come
costruire le condizioni affinché questa felicità sia praticabile. E non si
tratta soltanto di condizioni interiori, ma anche esterne e quindi nelle
relazioni sociali, nelle relazioni economiche, nel mondo del lavoro e
all’interno della stessa società con, appunto, uno stile democratico e
partecipativo nelle relazioni sociali.
D. – Ma questo come è possibile
con i ritmi di lavoro ormai quasi forsennati e con tante nuove emergenze
sociali, pensiamo agli anziani da assistere o agli emarginati?
R. – Io credo che in molti settori
e in molti ambiti qualcosa si stia già sperimentando. Penso alle tante famiglie
che hanno fatto delle scelte, privilegiando i tempi dello stare insieme
rispetto ai tempi di un lavoro forsennato. Certo con fatica e
sacrifici, ma alla fine ricevendone un beneficio sociale fortissimo; penso
anche a quelle comunità che in qualche modo hanno trovato una conciliazione per
i tempi del lavoro e per i tempi della vita; ma penso anche a politiche di welfare, che sono effettivamente nell’ottica non solo
assistenziale, ma di accompagnamento, di attenzione per lo sviluppo integrale
della persona.
D. – Questo vuol dire, però,
sostanzialmente anche una riforma del welfare, che
sicuramente sarà molto costosa?
R. – Non è sempre detto che questo
sia costoso. Bisogna probabilmente suddividere in maniera un po’ diversa la
spesa: alcuni costi tradizionali forse possono essere gestiti meglio e in altri
casi bisognerà, appunto, andare a dividere in maniera più attenta le risorse.
Noi abbiamo oggi un modello che dà a tutti, sostanzialmente, in forma uguale,
mentre oggi le esigenze dei cittadini si sono diversificate fortemente.
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8 settembre 2006
I
VESCOVI DEL GUATEMALA PREOCCUPATI PER LA CRISI DI VALORI CHE IL PAESE
STA VIVENDO. “LA FELICITÀ – SCRIVONO IN UN
DOCUMENTO – SI POTRÀ RAGGIUNGERE SOLO SE LA LIBERTÀ SARÀ FONDATA SULLA VERITÀ E
SARÀ GUIDATA
DALL’ETICA
E DALLA MORALE”
CITTÀ
DEL GUATEMALA. = Illuminare la realtà nazionale con la fede cristiana e con la
morale che emana dai principi del Vangelo: questo l’obiettivo dei vescovi del Guatemala
che si sono incontrati nei giorni scorsi. Preoccupati per la grave crisi
culturale che il Paese sta vivendo, i presuli hanno firmato un documento, dal
titolo “Nella verità, la pace”, in cui invitano a fondare la vita individuale e
sociale sulla retta concezione della dignità della persona umana. “Ogni essere
umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Ogni persona e la stessa
società si fondano sull’amore che Dio manifesta per noi – si legge nel
comunicato – e a Lui dobbiamo rispondere con responsabilità morale in ogni
ambito della nostra attività”. Nel testo anche l’amara constatazione, nella
società, di una “decomposizione morale come prodotto della perdita crescente
dell’umanesimo e del riferimento a Dio quale fondamento delle azioni guidate da
principi etici. Fra i problemi evidenziati dai vescovi la violenza e
l’insicurezza pubblica, che costringono la popolazione a vivere un permanente
“stato di inquietudine e vigilanza”. Quanto al narcotraffico e al traffico
illegale di armi, vengono definiti come indicatori
dell’incapacità degli organi di sicurezza e del sistema giudiziario dello Stato
di far rispettare le leggi. Per i vescovi guatemaltechi tali fenomeni
contribuiscono all’erosione dei valori etici sui quali si fonda la convivenza sociale.
La conferenza episcopale osserva poi che scioperi negli ospedali, conflitti
sindacali tra docenti, proteste studentesche, nonché conflittualità nel settore
agricolo e dispute sull’attenzione dovuta agli anziani non protetti dalla
sicurezza sociale, sono espressioni delle difficoltà di dialogo tra il Governo
e la società civile su questioni che riguardano la qualità della vita e il
futuro. Di fronte ad una realtà complessa come quella del Guatemala,
l’episcopato sottolinea l’urgenza di fondare il pensiero e la condotta sulla
verità della persona e della società. “La verità si trova nella pace, come ci
ha ricordato Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata mondiale per
la pace – scrivono i presuli – è necessario consolidare, come criterio di
azione, il rispetto e la cura del prossimo. Dio, con amore e solidarietà, ci ha
donato la libertà per cercare la felicità, che si potrà raggiungere solo se la
libertà sarà fondata sulla verità e sarà guidata dall’etica e dalla morale”. (T.C. – L.B.)
“TUTTI
COLORO CHE DIRIGONO ATTIVITÀ PERICOLOSE PROTEGGANO LA VITA UMANA”: COSÌ IL
CARDINALE TELESPHORE TOPPO DOPO L’INCIDENTE NELLA MINIERA
DI
CARBONE ‘BHATDIH’, IN INDIA, IN CUI HANNO PERSO LA VITA 54 PERSONE
RANCHI. = Il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi
e presidente della Conferenza episcopale indiana, ha espresso, attraverso Asianews, le proprie condoglianze ai familiari
dei 54 minatori morti nel crollo della miniera di carbone ‘Bhatdih’,
in India, nello Stato orientale dello Jharkhand. Gli
emarginati ed i più poveri, ha commentato il porporato, “sono sempre più spesso
le vittime di tragedie come quella della miniera Bhatdih”
ed è fondamentale “che chi guida attività come questa faccia riferimento, come
prima cosa, alla dignità delle persone che vi lavorano all’interno”. Il
cardinale Toppo ha definito l’accaduto “una tragedia terribile”. “Speriamo ed
invitiamo con forza tutti coloro che dirigono attività così pericolose – ha
detto – a prendere ogni precauzione necessaria per proteggere la vita umana”.
Il porporato ha aggiunto che la vita è sacra e che la dignità dell’uomo deve
essere messa al primo posto nel momento in cui si inizia ogni attività
commerciale. “I poveri – ha concluso il presidente della Conferenza episcopale
indiana – sono la chiamata più urgente che ogni giorno viene
rivolta alla coscienza non solo dei singoli, ma della Nazione intera”. La
tragedia della miniera di carbone ‘Bhatdih’ è stata
causata da un’esplosione, dovuta probabilmente ad una fuga di gas. I
soccorritori sinora hanno recuperato 19 corpi.(T.C.)
OGGI A
CUBA SI CELEBRA, CON 69 PROCESSIONI PUBBLICHE, LA FESTA
DELLA
MADONNA DELLA “CARIDAD DEL COBRE”. A L’AVANA
UNA MESSA
DEL CARDINALE
JAIME ORTEGA Y ALAMINO
- A
cura di Luis Badilla Morales
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L’AVANA. = Sessantanove
processioni pubbliche, celebrazioni eucaristiche e veglie di preghiera,
celebrano oggi a Cuba la festa di “Nostra Signora della Carità del Cobre”, dichiarata patrona dell’isola nel maggio 1916 da
Benedetto XV e incoronata da Giovanni Paolo II nel 1998 durante il suo storico
pellegrinaggio. Diverse, per questa ricorrenza assai sentita dai cubani, le
iniziative in programma all’Avana e al Santuario nazionale mariano di El Cobre, nei pressi di Santiago
di Cuba. Nella capitale, dove nel pomeriggio, da ogni parrocchia, partiranno
processioni, le celebrazioni si concluderanno con una Santa Messa presieduta
dal cardinale Jaime Ortega
y Alamino, arcivescovo della città. Nella diocesi di Holguìn, con l’odierna festa religiosa, cominceranno anche
i preparativi per la celebrazione del quarto centenario delle apparizioni della
Madonna del Cobre nella baia di Nipe,
che risalgono al 1612. Sono previste 18 processioni pubbliche e la diffusione
di alcuni messaggi religiosi da parte di due radioemittenti
statali: Radio Angulo e Radio Victoria. I permessi
delle autorità cubane per lo svolgimento di queste celebrazioni in “suolo
pubblico” (vietate secondo legge) sono stati concessi nel 1997, nell’ambito
della preparazione della visita di Giovanni Paolo II. Da allora, queste feste,
nonché i riti della Settimana Santa e del Natale, si svolgono con il
beneplacito dei poteri competenti. La Madonna del Cobre
è apparsa, nel XVII secolo, a tre pescatori, mentre si trovavano nella loro
barca all’interno della baia di Nipe. Juan Moreno, uno dei tre (gli altri pescatori sono Juan e Rodrigo de Hoyos), ha
descritto che a un certo momento del loro viaggio “una cosa bianca” galleggiava
sulla schiuma dell’acqua. Avvicinandosi “all’oggetto” i tre scoprirono che si
trattava di un’immagine della Madonna con il Bambino Gesù tra le braccia,
adagiata su un pezzo di legno sulla quale c’era scritto: “Io sono la Madonna
della Carità”.
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SRI
LANKA: IL VESCOVO DI JAFFNA, MONS. THOMAS
SAVUNDARANAYAGAM,
SCRIVE
UNA LETTERA ALLE AUTORITÀ PER CHIEDERE UN’INCHIESTA SULLA SCOMPARSA, IL 20
AGOSTO SCORSO, DI PADRE NIHAL JIM BROWN E DEL SUO ASSISTENTE
COLOMBO.
= “Non abbiamo più notizia di loro e non sappiamo neanche se siano vivi o
morti. Sono entrati in un’area sotto il controllo della Marina il 20 agosto ad Allapiddy, e da allora non sono stati più visti”. Con
queste parole il vescovo di Jaffna, mons. Thomas Savundaranayagam, ha
chiesto aiuto, in una lettera, al presidente dello Sri
Lanka Mahinda Rajapakse, per ritrovare il sacerdote cattolico e il suo
assistente scomparsi a metà agosto nella penisola di Jaffna.
Il territorio, spiega l’agenzia MISNA, da settimane è teatro di intensi
combattimenti tra ribelli tamil e forze governative.
Il vescovo di Jaffna si domanda se padre Brown e la persona che lo accompagnava non siano stati
“arrestati dalla Marina o accusati di qualche crimine”. Mons.
Savundaranayagam chiede l’avvio di un’inchiesta
giudiziaria imparziale e indipendente da parte delle Forze armate, “per sapere
subito la verità”. Il 13 agosto scorso padre Jim Browm, parroco della chiesa di Saint Philip
Neri di Alladippy, si trovava nella sua parrocchia quando alcuni colpi di artiglieria lanciati dalla
Marina cingalese per respingere l’avanzata dei ribelli tamil
hanno colpito la chiesa distruggendola completamente. Almeno 20 persone, tra le
centinaia che avevano cercato rifugio nella chiesa, sono morte e molte sono
rimaste ferite. Del sacerdote, invece, si sono perse le tracce una settimana
dopo, quando da Jaffna, dove aveva riferito al
vescovo dei fatti, stava rientrando in bicicletta a Alladippy
con l’autorizzazione della Marina.(T.C.)
SGOMENTO DI FRONTE AD UN NUOVO ESPERIMENTO PROCREATIVO
CHE PONE GRAVI PROBLEMI ETICI OLTRE CHE UMANI PER
DUE DONNE E UN UOMO SARANNO IN ISRAELE I GENITORI DI UNO STESSO
BAMBINO
TEL AVIV. = Sgomento di fronte ad un nuovo esperimento procreativo che pone
gravi problemi etici oltre che umani per la vita nascente: due donne e un uomo
saranno in Israele i genitori di uno stesso bambino. Una coppia di donne
omosessuali è stata infatti autorizzata a far nascere
un “figlio comune” attraverso un procedimento di biotecnologia. In base alla
Legge israeliana sulla fecondazione in vitro, partner dello stesso sesso
possono concepire un bambino usando spermatozoi di un donatore. La normativa
sulla fecondazione artificiale prevede inoltre che il prelievo di ovuli avvenga
solo da una donna, per un uso personale e per donazione. Il fatto inedito è che ora l’ovulo, prelevato da una delle due donne e fecondato
con il seme di un donatore, verrà impiantato
nell’utero dell’altra. In sintesi il bimbo sarà figlio di due donne ed un uomo.
L’autorizzazione è giunta dal consigliere legale del ministro della Sanità
israeliano, il giudice Mira Hivner-Harel, che ha riconosciuto
la coppia, convivente da più di 10 anni, “come un’unità ed un’entità
familiare”. La notizia ha sollevato enorme scalpore e sconcerto, e innescato polemiche per tutte le possibili conseguenze
negative, umane e sociali, e per i problemi di identità che riguarderanno il
bambino. (R.G. e M.G.)
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8 settembre 2006
- A cura di Eugenio Bonanata
-
Altissima tensione in Afghanistan.
E’ di almeno 16 morti il bilancio, ancora provvisorio, dell’autobomba esplosa
stamani a poca distanza dall’ambasciata statunitense, nel centro di Kabul. Tra le vittime diversi civili e due soldati
statunitensi. L’attentato è stato rivendicato dai guerriglieri talebani. Sempre
in mattinata, quattro militari italiani sono rimasti
feriti nello scoppio di un ordigno al passaggio del loro veicolo. Nessuno di
loro è in pericolo di vita. L’episodio è avvenuto nei pressi di Farah, nella zona a guida italiana.
In Libano è stato rimosso il
blocco navale imposto da Israele all’inizio del conflitto. Solo ieri era stato
rimosso il blocco aereo che ha consentito
l’atterraggio dei primi voli civili a Beirut. Il nostro servizio:
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La decisione pone fine a due mesi
di "assedio" al Paese dei cedri ed è stata realizzata grazie alle
navi italiane, greche, britanniche, che, prima dell’arrivo delle unità
tedesche, assicureranno delle coste libanesi. In
mattinata, si sono avuti incontri tra esponenti israeliani e il generale
francese Pellegrini, che guida la forza ONU, per definire i dettagli
dell’operazione. Sul piano politico il premier israeliano Olmert,
si è detto pronto a discutere con il primo ministro libanese, Fuad Siniora, la sorte delle fattorie di Shebaa, una striscia di terra occupata dalle truppe
israeliane e contesa con la Siria. Inoltre, il vice premier di Israele, Peres, che oggi ha incontrato il ministro degli Esteri italiano, D’Alema, ha
ribadito la volontà di dialogare con il Libano ma ha definito Hezbollah “un
governo nel governo” che possiede armi e che rifiuta la pace. In questo quadro
torna a farsi sentire la voce dei vescovi maroniti libanesi che in questi
giorni hanno diffuso un nuovo appello – il settimo dal 2000 - in cui esortano
il popolo libanese ad unirsi per superare il momento difficile attraversato dal
Paese. I presuli specificano che solo uno Stato forte e democratico può
restituire fiducia e tranquillità ai cittadini. Tuttavia, concludono, è
necessario che tutti i 18 gruppi che compongono il Paese ne rispettino la
sovranità.
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A quattro giorni dall’anniversario
degli attentati dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti, la tv
satellitare ‘Al-Jazeera’ ha diffuso ieri sera
immagini di un video di Osama Bin
Laden e di alcuni suoi luogotenenti, presentato come
un documento sulla preparazione degli attacchi e nel quale compare il loro
principale coordinatore Ramzi Binalshibh.
L’emittente televisiva ‘Al-Jazeera’ ha inoltre trasmesso anche un altro messaggio
del presunto nuovo leader di ‘al-Qaeda’ in Iraq. Il
sostituto di al-Zarqawi, identificato come Abu Hamza al-Muhajir,
si è detto certo di una vittoria finale contro la coalizione a giuda USA e ha
esortato i sunniti ad uccidere almeno un cittadino americano nelle prossime due
settimane. Sul piano politico, secondo un accordo siglato ieri, il governo di
Baghdad assumerà gradualmente il controllo delle forze armate nel Paese
rilevandolo dal Comando americano. Sul terreno infine la violenza non accenna a
diminuire: nelle ultime 24 ore sono circa 50 le persone morte in vari attentati
nel Paese.
Gli Stati Uniti hanno chiesto al
Consiglio di Sicurezza dell’ONU di imporre sanzioni contro l’Iran per il suo
programma nucleare. Lo ha dichiarato il sottosegretario di stato USA, Nicholas Burns, a Berlino, dove
ieri ha avuto colloqui con dirigenti dei cinque membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza – USA, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia - più la Germania. E mentre si attende un nuova
riunione in sede ONU proseguono i contatti diplomatici. Oggi il capo
negoziatore iraniano per il nucleare, Larijani, è a
Roma per incontrare il premier italiano Prodi, mentre domani si prevede
l’incontro con l’Alto rappresentante della Politica Estera europea, Javier Solana, che per il momento
si è detto contrario a sanzioni contro Teheran.
Terrore in India. Diverse
esplosioni avvenute nei pressi della moschea di Malegaon,
nello stato del Maharashtra, hanno provocato almeno
35 morti. Il bilancio, benché provvisorio, è stato fornito dalla televisione
indiana la quale ha precisato che erano migliaia i fedeli accorsi per la
preghiera del venerdì.
Restiamo in India dove sono stati
individuati i corpi senza vita di 42 dei 54 minatori rimasti intrappolati nei
giorni scorsi nel crollo di una miniera. All’origine dell’incidente,
un’esplosione dovuta ad una fuga di gas. Intanto anche in una miniera russa, in
Siberia, dove ieri si è verificato un episodio simile, si lavora per estrarre i
corpi dei minatori. Finora sono stati recuperati nove cadaveri,
ma altri 20 o forse 30 operai risultano ancora dispersi.
L’Unione Europea chiede alla Cina maggiore correttezza nel commercio e condanna nel
Paese le violazioni dei diritti umani, il ricorso alla pena di morte, alla
tortura e ai campi di rieducazione e ancora la compravendita di organi umani.
Il servizio di Tiziana Campisi.
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In un rapporto dell’Europarlamento
sulle relazioni tra Unione Europea e Cina si sollecita il Consiglio a formulare
una politica coerente e ben strutturata nei confronti della nazione asiatica e
si ribadisce l'importanza del dialogo tra Bruxelles e Pechino.
Il documento, approvato con 351 voti, afferma l’autonomia del popolo tibetano, chiede alla Cina di
perseguire solo con mezzi pacifici la riunificazione con Taiwan e di
riconoscere alla popolazione di Hong Kong il diritto di eleggere, secondo un
sistema elettorale basato sui principi della democrazia pluralistica, i membri
del Consiglio legislativo. Per la prima volta, inoltre, - sottolinea l’agenzia
AsiaNews - il Parlamento europeo si è espresso a sostegno di un dialogo onesto
e costruttivo tra la Repubblica Popolare Cinese e la Santa Sede, sollecitando
anche notizie riguardo ai vescovi incarcerati ed esortando le autorità cinesi a
liberare tutti i cristiani ingiustamente perseguitati e detenuti. In
questi giorni all’Unione Europea è giunto anche un appello che Amnesty International ha rivolto alla
Cina. L’organizzazione per i diritti umani invita il Paese a rendere
pubblici i dati sulle esecuzioni, a porre fine al commercio illegale di organi
dei condannati. Viene inoltre criticata la
contraddizione tra la libertà di fede sancita dalla Costituzione e le ingerenze
dello Stato nella vita delle comunità religiose.
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Sono circa 500 gli uomini politici
di tutta l’Asia che si sono incontrati oggi a Seoul
per una conferenza che “promuove gli scambi, la pace e la cooperazione” nel
continente. La quarta conferenza dei partiti politici asiatici durerà tre
giorni e impegnerà i delegati delle maggiori organizzazioni politiche di 40
nazioni asiatiche che cercheranno di trovare linee comuni su temi quali la
povertà, la sicurezza e la pace in special modo sulla penisola coreana.
L’incontro – afferma l’agenzia AsiaNews - è co-sponzorizzato
dal Partito coreano di maggioranza, l’URI, e dal maggior partito di
opposizione, il Grand National.
Il premier britannico, Tony Blair, ha confermato ieri le notizie sulle sue dimissioni
anticipate dal tabloid “The Sun”. La decisione, che
sarà probabilmente messa in pratica il prossimo anno, ridisegna nel Regno Unito
il fronte politico laburista, negli ultimi tempi fortemente
diviso. Il servizio è di Sagida Syed:
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Dopo una turbolenta settimana
dentro il partito laburista, culminata con le dimissioni per protesta del
sottosegretario alla Difesa, Tom Watson,
e di sette tra sotto segretari e vice ministri, tutti ex fedelissimi del
premier, Tony Blair lascerà la leadership del suo
partito ed entro dodici mesi del governo pur non precisando la data. E’ tregua
anche con Gordon Brown, il
suo possibile successore, che interpreta l’anima di quell’elettorato
che ha perduto la fiducia nel carismatico uomo politico da dieci anni alla
guida del governo ed ideatore del New Labour e del blairismo cioè di una sinistra moderata e degli spin doctors che
ne hanno curato l’immagine. Ma la sua politica filo americana, le perdite di
truppe in Iraq e in Afghanistan e la minoranza parlamentare lo hanno
indebolito, rendendolo un nemico per il suo stesso partito che si prepara alle
prossime elezioni minacciate dall’opposizione. Il partito conservatore in netta
ripresa grazie al suo leader David Cameron.
Da Londra per la Radio Vaticana,
Sagida Syed
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Sgominato in Belgio un gruppo di
estremisti filonazisti che, con complicità nelle
forze armate, preparavano una serie di attentati per destabilizzare
le istituzioni federali. Nella regione delle Fiandre la polizia ha arrestato 17
persone e sequestrato armi ed esplosivi. Tra i fermati anche un militare che
organizzava esercitazioni paramilitari all’interno di strutture dell’esercito.
Spiragli di pace in Burundi dove
anche i ribelli del Fronte Nazionale di Liberazione hanno firmato il cessate-il-fuoco con il governo di Bujumbura.
L’intesa – siglata ieri dopo un lungo negoziato con la mediazione sudafricana –
potrebbe porre fine alla guerra civile tra le due maggioranze etniche del
Burundi, i Tutsi e gli Hutu,
che in 13 anni ha causato 300 mila morti e un milione di sfollati.
Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) il presidente Joseph
Cabila ha vinto le elezioni legislative dello scorso 30 giugno, senza tuttavia
ottenere la maggioranza assoluta. Lo ha reso noto la Commissione elettorale del
Paese africano. Al secondo posto ci sarebbe il Raggruppamento dei nazionalisti congolesi, un’alleanza di partiti che sostiene il vice-presidente,
Jean-Pierre Bemba.
Proseguono gli sbarchi a
Lampedusa. Circa 400 clandestini hanno raggiunto l’isola nella notte su due
diverse imbarcazioni. Gli extracomunitari, tutti in buona salute, sono stati
trasferiti nel Centro di Permanenza Temporanea (CPT) dell’isola. Intanto tra
poche ore il sindaco di Lampedusa incontrerà il prefetto di Agrigento, per
esprimere le preoccupazioni riguardo alla manifestazione antirazzista prevista
per domenica prossima sull’isola. Alla riunione in prefettura parteciperanno
anche alcuni esponenti delle associazioni dei commercianti e degli albergatori
che chiedono certezze sulla realizzazione del nuovo centro di accoglienza.
In Indonesia, almeno tre persone
sono morte, mentre altre 20 risultano disperse, dopo il cedimento avvenuto oggi
di una montagna di rifiuti nella periferia di Giakarta. Lo ha annunciato un
responsabile del ministero della Sanità. Lo smottamento è avvenuto
mentre un centinaio di persone abituate a rovistare tra le immondizie
stavano osservando un apparecchio meccanico impegnato a compattare i rifiuti.
Banditi tutti i voli sopra e nei
pressi del sito archeologico di Machu Picchu, in Perù. Dopo aver aperto lo spazio aereo della
cittadella Inca ai voli turistici, il governo
peruviano è tornato su i suoi passi. La
decisione dell’esecutivo è stata presa a seguito delle proteste che si sono
levate da più parti a tutela dell’antico sito dell’Impero Inca,
iscritto, dal 1983, tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Soddisfatti
archeologi e ambientalisti di tutto il mondo.
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