RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 245 - Testo
della trasmissione di sabato 2 settembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Il commento di padre Rupnik al Vangelo
di domani
CHIESA E SOCIETA’:
Sarà
assegnato a Loreto l’8 settembre il premio “Totus tuus per lo sport”
Iraq:
uccisi in un'imboscata quattordici pellegrini sciiti provenienti da Pakistan e India
Violenti combattimenti nello Sri
Lanka: la Croce Rossa lancia un appello per urgenti
aiuti umanitari alla popolazione civile
2 settembre 2006
ABBIATE
UN CUORE PURO PER TROVARE IL VOLTO DI GESU’:
SULL’ESORTAZIONE
DEL PAPA, IERI A MANOPPELLO,
LA
RIFLESSIONE DELL’ARCIVESCOVO DI CHIETI-VASTO, MONS.
BRUNO FORTE
E DEL
RETTORE DEL SANTUARIO DEL VOLTO SANTO, PADRE CARMINE CUCINELLI
Per
trovare il Volto di Cristo, bisogna avere “mani innocenti e cuori puri”: questa
la viva esortazione levata, ieri, da Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio al
Santuario del Volto Santo di Manoppello. Il Papa ha inoltre ribadito che la via
di Cristo è “la via dell’amore totale che vince la morte”. All’indomani
della visita nel piccolo centro abruzzese, Alessandro Gisotti ha intervistato
il rettore del Santuario, il padre cappuccino Carmine Cucinelli,
che si sofferma sul momento più toccante del pellegrinaggio del Pontefice: la
venerazione del Volto Santo:
**********
R. – Ecco, il giorno dopo mi ritrovo con questo ricordo.
L’emozione di aver accompagnato
il Papa davanti alla reliquia del Volto Santo, aprendo la porta dietro per far
sì che il Papa lo vedesse più da vicino. Sono rimasto proprio preso dallo
sguardo commosso del Papa mentre venerava la sacra
immagine: aveva gli occhi fissi negli occhi di Gesù, a tratti vedevo le labbra
che si muovevano: quindi stava rivolgendo al Volto Santo qualche preghiera …
D. – Il Papa ha incoraggiato più volte i giovani a cercare
sempre il Volto di Cristo soprattutto nel volto dei fratelli che soffrono …
R. – Vedere il Volto di Cristo è vedere – come lui ha
detto in un altro discorso – il Volto umano di Dio. E dove sta il volto umano,
oggi? Cioè: dove lo possiamo vedere? Il Volto Santo è come un segno, perché noi
potessimo vedere il volto di Gesù nelle persone che
lui ci ha indicato, dove lo dobbiamo riconoscere. Perché anche vedendo il Volto
Santo noi con la fede, certamente, possiamo dire: ‘Questa
è la vera immagine di Gesù’, ma Gesù ci ha indicato
che il Suo vero volto lo dobbiamo cercare nei sofferenti. Infatti, quando poi
il Papa ha fatto un breve saluto, la seconda volta, si è rivolto alla sua
destra, dove si trovavano le persone disabili e i malati.
**********
La
visita del Pontefice a Manoppello ha avuto un carattere esclusivamente spirituale.
E’ quanto sottolinea l’arcivescovo di Chieti-Vasto,
mons. Bruno Forte, che - intervistato da Emanuela Campanile – torna a
riflettere sulle parole del Papa, ieri a Manoppello:
**********
R. – Il Papa non è entrato nella questione storica
dell’identificazione con la Veronica o con il sudario di cui Giovanni 20, 6,7,
ma ha voluto sottolineare come guardare Cristo e lasciarsi guardare da Lui,
porre tutto sotto lo sguardo della sua misericordia, sia il centro, il senso
della vita. Questo annuncio è risuonato nelle sue parole bellissime, in quanto
ha ripetuto ai giovani, incoraggiandoli a cercare in Cristo il senso della vita
e non aver paura di giocare la loro vita anche per Lui.
D. – Il Santo Padre ha avuto anche parole di
incoraggiamento per i sacerdoti ed i religiosi …
R. – E’ stato bellissimo come il Papa ha ricordato loro
come il centro della nostra vita di consacrati sia l’amore: l’amore di Cristo,
l’amore con cui Cristo ci guarda e si lascia guardare da noi. Dunque, ho visto
in questa visita l’essenza di questo pontificato: profondità di contenuti nella
trasmissione della fede, semplicità di linguaggio, generosità del dono di se
stesso da parte del Santo Padre e veramente tanto, tanto amore da parte della
gente che riconosce che in questo messaggio, in questo stile c’è la parola di
vita per il tempo di oggi …
**********
NOMINE
In Italia, il Santo Padre ha nominato vescovo di San
Severo mons. Lucio Renna, dell’Ordine Carmelitano, finora vescovo di Avezzano. Mons. Lucio Renna, al secolo Angelo, è nato
a San Pietro Vernotico, provincia di Brindisi e
arcidiocesi di Lecce, il 22 settembre
Il Santo Padre ha nominato il cardinale
“
E GLI
UNI PER GLI ALTRI”: COSÌ, AI NOSTRI
MICROFONI, IL CARDINALE PAUL POUPARD, IN VISTA DELL’ORMAI PROSSIMO MEETING
INTERNAZIONALE PROMOSSO
DALLA
COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO AD ASSISI,
PER
CELEBRARE I 20 ANNI DALLA STORICA
“GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER
DA GIOVANNI PAOLO II NELLA CITTÀ DI SAN
FRANCESCO
Lunedì prossimo si aprirà ad Assisi il Meeting
Internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio
sul tema “Per un mondo di pace, religioni e culture in dialogo”. L’incontro,
che durerà due giorni, vuole fare memoria di quella prima storica “Giornata
mondiale di preghiera per la pace” convocata vent’anni fa da Giovanni Paolo II
nella città di San Francesco il 27 ottobre 1986. Partecipano i rappresentanti
delle varie confessioni cristiane e poi ebrei, musulmani ed esponenti di altre
religioni, per dire insieme, ma “senza confusioni” – spiega
**********
R. – Tante cose, davvero. Direi che da una parte, il dilagare della violenza sotto tutte le sue forme –
guerra, terrorismo – e anche la sua onnipresenza attraverso i mezzi di comunicazione
sociale; e dall’altra, una presa di coscienza crescente nel nostro mondo globalizzato della responsabilità di tutti – uomini e
religioni – per la pace. Mi pare che viviamo il detto di Jacques
Maritain: “L’accelerazione del peccato è
l’accelerazione della grazia”.
D. – Le religioni vogliono adoperarsi per la pace, ma la
storia insegna che talora avviene il contrario, come nel recente conflitto in
Medio Oriente. Perché questa contraddizione?
R. – Insomma, viviamo la contraddizione già sottolineata
da San Paolo: “Non faccio il bene che voglio, e faccio il male che non voglio”.
Aggiungo – ed è molto importante – che non sono solo le religioni in conflitto,
ma sono gli uomini e quando si tratta di religiosi sono in totale
contraddizione con il messaggio di pace delle religioni. Come ho detto a luglio
scorso a Mosca, nell’incontro dei grandi leader religiosi del mondo, ogni
crimine fatto in nome della religione è un crimine contro la religione.
D. – Nella sua qualità di presidente del Pontificio
Consiglio per il Dialogo interreligioso, lei svolgerà un ruolo di primo piano
ad Assisi, e poi terrà pure un intervento. Quale messaggio lancerà?
R. – Ma sarà proprio il messaggio di Paolo VI
all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il giorno della festa di
San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre 1965, come esperto in umanità: “Mai più
gli uni contro gli altri, ma gli uni con
gli altri e gli uni per gli altri”,
per costruire insieme, cioè tra tutti i credenti e con tutti gli uomini di
buona volontà, quelli di cultura religiosa come pure quelli di cultura laica,
questa civiltà dell’amore auspicata da Paolo VI, da Giovanni Paolo II e da
Benedetto XVI, quella civiltà dell’amore alla quale tutti gli uomini e le
religioni sono chiamati a dare il proprio specifico contributo.
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NEL
CUORE DELLA LOCRIDE, TERRA GENEROSA, UMILIATA E INSANGUINATA
DAL
CRIMINE ORGANIZZATO, LA FORTE DENUNCIA E
L’INCORAGGIAMENTO
DEL
CARDINALE MARTINO, CHE HA INCORONATO STAMANI
LA
MADONNA DELLA MONTAGNA NEL SANTUARIO DI POLSI,
IN
PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA
“Lo scenario quotidiano delle nostre relazioni sociali e
civili, in questa splendida terra aspromontana,
sembra talvolta senza speranza, soprattutto quando scopriamo
un mondo che ha perso i valori dell’amore e della solidarietà, un mondo che si
presenta con le mani chiuse, con le mani insanguinate”.
Sono le forti parole di denuncia del presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Martino,
pronunciate oggi nel Santuario della Madonna della Montagna, a Polsi, che domina
dall’alto la Locride, terra dell’Aspromonte calabrese, spesso
teatro di violenze e atrocità ad opera delle organizzazioni
criminali.
Su invito del vescovo di Locri-Gerace,
mons. Giancarlo Maria Bregantini, il porporato ha
presieduto stamani una liturgia eucaristica per l’incoronazione della venerata
immagine mariana nel Santuario che, lungo l’arco secolare del tempo, ha
alimentato l’identità religiosa delle popolazioni dell’Aspromonte ed è
diventato un patrimonio straordinario di fede e di memorie da custodire – ha
detto il cardinale – con gelosa attenzione.
Parlando della crisi spirituale culturale del nostro tempo
e riconducendola all’abbandono di Dio, il cardinale Martino ha sottolineato la
necessità della conversione e del ritorno fiducioso a Colui che dà senso e
valore alla nostra vita. Egli è sempre presente nella storia degli uomini e dei
popoli, pronto a suscitare, in maniera meravigliosa, speranze e appelli alla
santità. “E’ presente – sono le parole del porporato – nella storia degli umili
e degli oppressi, che si sanno amati da Lui e ritrovano con Lui coraggio,
dignità, speranza. E’ presente anche nella storia degli oppressori, degli
uomini senza cuore e senza scrupoli, che non sfuggono al giudizio di Dio e sono
invitati anch’essi alla conversione per una vita nel segno della giustizia e
della condivisione”.
Il cardinale Martino ha quindi esortato i fedeli, accorsi
numerosi al venerato Santuario, perché si rivolgano fiduciosi alla Madonna di
Polsi, “affinché educhi i nostri cuori alla speranza e le nostre mani ai gesti
della carità e ci aiuti a tessere la tela di quella solidarietà forte, che dà
senso e valore alle nostre relazioni interpersonali e a quelle sociali e politiche”.
Dal Santuario di Polsi deve partire un programma di vita, sostanziato di speranza
e di amore, verso tanti fratelli bisognosi che attendono aiuto, tanti oppressi
che attendono giustizia, tanti disoccupati che attendono lavoro, tanti popoli
che attendono rispetto e pace, perché – ha concluso il porporato – la speranza
cristiana non è soltanto nostalgia del cielo, ma vivo e operoso desiderio di
Dio che alimenta in noi il coraggio e la forza dell’amore”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il Medio Oriente: le forze
internazionali arrivano in un Libano disseminato di mine. Sbarcano i militari
italiani della forza delle Nazioni Unite.
Servizio vaticano - Tre pagine dedicate al prossimo
viaggio apostolico di Benedetto XVI in Germania.
Servizio estero - Un articolo di Giuseppe
Fiorentino dal titolo “I mezzi di comunicazione sociale dopo l’11 settembre
2001”: il rapporto fra informazione e terrorismo nel contesto internazionale
scaturito dagli attacchi contro gli Stati Uniti.
Servizio culturale - Un articolo di Carlo Pedretti dal titolo “Il primo libro nella biblioteca di
Leonardo”: l’enciclopedia scientifica di Giorgio Valla nella monumentale edizione
di Aldo Manuzio del 1501.
Servizio italiano - In primo piano la finanziaria.
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2 settembre 2006
LO
SBARCO DEL CONTINGENTE ITALIANO DI RINFORZO ALL’UNIFIL
- Con
noi, il tenente Federico Mariani -
E’ iniziato questa mattina anche a Naqoura,
e non solo a Tiro, come previsto, lo sbarco degli 880 soldati italiani di
rinforzo all’UNIFIL nel sud del Libano. Un cambiamento di programma dovuto alle
non ottimali condizioni del mare. L’operazione durerà 48 ore. Roberta Moretti:
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Le navi militari italiane sono arrivate intorno alle sette
di oggi nella rada di Tiro, il porto a 85 chilometri da Beirut. Alcuni
militari, con compiti di ricognizione e messa in sicurezza della spiaggia sono
sbarcati con i gommoni, mentre il trasferimento di altri uomini è proseguito
con elicotteri. Ma a causa del mare agitato, le operazioni
di sbarco sono state poi suddivise: in questo momento, i mezzi cingolati e i
blindati stanno sbarcando a Naqoura, il quartier generale dell’UNIFIL, da dove si incolonnano e
partono subito in direzione di Tiro, distante una ventina di chilometri, dove
intanto prosegue l’operazione di trasporto in elicottero di un’intera compagnia
di fucilieri di Marina del Reggimento San Marco. E sempre a Tiro, solo nella
tarda mattinata, le condizioni del mare hanno consentito l’inizio dello sbarco
anche dei mezzi anfibi. Proseguono, intanto, gli sforzi del governo italiano
per fronteggiare la crisi mediorientale nel suo complesso. Il ministro degli
Esteri, D’Alema, ha annunciato ieri che tra giovedì e
venerdì tornerà in Medio Oriente, per un tour che comprenderà Israele,
Territori palestinesi e Giordania. Intanto, il comandante dell’UNIFIL, il
generale francese Alain Pellegrini, ha assicurato che
entro due settimane arriveranno nel sud del Libano altri
cinque mila caschi blu, la soglia indicata dal segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan, per
l’immediato completamento del ritiro israeliano dal Paese dei Cedri. E a
facilitare il compito della forza internazionale potrebbe contribuire anche
Ma come stanno andando le operazioni di sbarco del
contingente italiano? Luca Collodi lo ha chiesto al tenente di Vascello e
portavoce del Gruppo anfibio italiano in Libano, Federico Mariani, che in
questo momento si trova a Tiro:
R. –
Procedono regolarmente, con tranquillità. Le navi sono qua,
davanti alla costa di Tiro, il sito di Naqoura è a
poca distanza, le navi anfibie ovviamente hanno iniziato le loro operazioni …
D. – Il
grosso del contingente sarà sbarcato quindi nelle prossime ore?
R. – Sì.
Probabilmente finirà domani sera. E tutto in funzione anche delle condizioni
del mare.
D. – Tenente Mariani, una volta che ha sbarcato il contingente
italiano sotto l’insegna dell’ONU, dove sarà diretto?
R. – Si
raduneranno mezzi e personale in autocolonne e
verranno scortati dal personale UNIFIL già presente in zona a riceverci, fino
ad un campo di attesa dove riceveranno poi ordini dall’UNIFIL.
D. –
Quindi da quel momento saranno a disposizione della forza dell’ONU e del
comando francese?
R. – Sì.
Esattamente. Il momento del trasferimento d’autorità è ancora in fase di definizione,
comunque in linea di massima andrà così.
D. – Lo
sbarco sta avvenendo con la collaborazione dell’esercito libanese?
R. –
L’esercito e le forze di sicurezza libanesi stanno fornendo la necessaria
cornice di sicurezza a tutte le operazioni, massima collaborazione e nessun
problema da questo punto di vista. L’accoglienza è stata molto buona.
D. – Voi
state portando anche aiuti umanitari per la popolazione civile?
R. – Per
adesso no, stiamo solo sbarcando mezzi e materiali per la forza.
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PRESENTATO IERI A ROMA IL RAPPORTO
SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA IN ITALIA.
IL
MINISTRO FIORONI: NESSUNA INVASIONE ISLAMICA NELLE SCUOLE
Nell’anno scolastico che sta
per cominciare in Italia, saranno quasi 500mila gli alunni stranieri presenti
in classe. Una cifra pari al 5% della popolazione scolastica complessiva.
Questo il dato principale emerso dal rapporto “Scuola e integrazione 2005-
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Sono 10 milioni gli studenti pronti a tornare in classe in
Italia. Tra questi, il 5 per cento, ossia 500 mila, sono stranieri, una
percentuale che piazza la penisola all’ottavo posto nella classifica dei Paesi
con alunni stranieri. Classifica guidata dalla Svizzera con il 23,6 per cento e
dall’Inghilterra con 15 per cento. I Paesi di origine degli alunni stranieri
sono 191; la più rappresentata è l’Albania, seguono Marocco e Romania, ciò
significa, sottolinea il ministro dell’Istruzione Fioroni, che nella scuola
italiana non c’è alcuna invasione islamica. I ragazzi provenienti dai Paesi
arabi e non sempre musulmani, infatti, sono meno di un terzo. Un dato –
aggiunge Fioroni – che porta l’Italia a puntare su un modello di integrazione interculturale,
il cosiddetto “meticciato fecondo”. Un primo passo di
questo processo è l’acquisizione della cittadinanza:
“La cittadinanza non è un qualcosa di cartaceo che viene erogato, quelle carte si possono anche bruciare se non
si corrisponde ad una vera integrazione, ad una vera pari opportunità, ad una
vera osmosi tra le presenze di una stesa comunità nazionale. Soprattutto,
mentre rimaniamo orgogliosi e gelosi della nostra identità culturale, abbiamo
anche però la consapevolezza che nelle nostre scuole si può avviare un nuovo
inizio dove da una reciproca frequentazione, da una reciproca stima, cadono le
barriere della paura e della differenza e si riesce a generare una scelta di
cittadinanza che non è fatta sulla scorta del bisogno ma
è fatta sulla scelta consapevole del sentirsi a casa propria, all’interno di
una comunità nazionale”.
Per favorire l’integrazione scolastica – dice anche
Fioroni – bisognerà estendere l’obbligo scolastico fino a 16 anni anche per gli
alunni stranieri, i quali però potranno continuare a studiare la propria lingua
madre come seconda lingua. Fondamentale poi, l’istituzione di una task force sull’immigrazione:
“Una task force che possa consentire di mettere in rete le
autonomie locali, le autonomie scolastiche e all’interno di un tavolo che si
avvierà al ministero della Pubblica Istruzione, regioni e autonomie locali,
arrivare ad un sistema di organizzazione che riguardi la composizione delle
classi, la scomparsa delle scuole ghetto e che consenta di realizzare un avvio
di sostanziali integrazioni”.
Da sottolineare infine, una nuova convenzione con la Rai per un programma di insegnamento della lingua
italiana.
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Domani, 3 settembre, 22a domenica del Tempo Ordinario,
“Dal
di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni
cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno,
impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive
vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del
teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Cristo proclama monde tutte le cose del creato. Il Creato
è buono, anzi, molto buono. Tutto ciò che esiste fu
creato per mezzo del Verbo, cioè per mezzo di Lui, Gesù Cristo, Figlio del
Padre. Per questo, il Creato porta in sé iscritto il proprio senso. Il Creato
diventa motivo di rendere gloria a Dio Creatore, e trova il suo senso nel
diventare dono, in modo che noi uomini abbiamo qualcosa da donarci. Il Creato
vuole diventare parte dell’amore tra gli uomini e con Dio. Ma per fare questo,
bisogna custodire il mondo affinché non diventi posseduto dalla nostra
passione. Il cuore umano trova la sua pace nell’aderire al Signore. Se aderisce
al Signore, è libero dalle passioni e tutte le cose gli parlano di Dio. Ciò che
rovina la vita dell’uomo e del Creato è la passione possessiva e l’egoismo autoaffermativo.
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2 settembre 2006
IN CORSO A CASTEL GANDOLFO
UN INCONTRO DI STUDIO DEGLI
EX STUDENTI
DEL PAPA SUL TEMA “CREAZIONE ED EVOLUZIONE”
CASTEL GANDOLFO. = È in corso
nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
un incontro di studio del circolo degli ex studenti di Benedetto XVI, il
cosiddetto “Ratzinger- Schülerkreis”,
sul tema “Creazione ed evoluzione”. La consuetudine di tenere tali incontri
risale agli anni della docenza del prof. Ratzinger
all’Università di Ratisbona e sono continuati dopo il
suo trasferimento alla sede arcivescovile di Monaco, dopo la chiamata a Roma
come prefetto della Congregazione per
SRI
LANKA: NEL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI LANKA, A TEWATTE,
OLTRE
300 MILA
PELLEGRINI CRISTIANI, MUSULMANI ED INDÙ HANNO PREGATO PER LA PACE
TEWATTE. = Oltre 300 mila pellegrini, tra
cristiani, musulmani e indù, sono giunti al santuario di Nostra Signora di Lanka, a Tewatte, in Sri Lanka, a nord della capitale Colombo, per domandare la pace e pregare per i malati. “A causa
delle violenze fra esercito e guerriglia Tamil -
spiegano i fedeli - nella nostra nazione non esiste la pace, e noi ci raduniamo
qui e preghiamo Maria, nostra Madre, per ottenerla”. Di solito il
pellegrinaggio annuale al santuario di Nostra Signora di Lanka,
nell’ultima domenica di agosto, come riferisce l’agenzia AsiaNews,
è dedicato alla preghiera per i malati. Ma quest’anno, a causa della ripresa
delle violenze fra esercito e guerriglia Tamil, i
pellegrini hanno pregato soprattutto per la pace. Una Santa Messa è stata
presieduta nella basilica di Tewatte da mons. Oswald Gomis, arcivescovo di
Colombo, insieme al quale hanno concelebrato
circa 300 preti e religiosi. Nella sua omelia mons. Gomis
ha sottolineato che la pace comincia dalla famiglia: “Se non abbiamo pace nelle
nostre famiglie non avremo pace nella nostra nazione.”
La basilica di Tewatte è un santuario nazionale, costruito
nel 1946, per ringraziare la Madonna di aver salvato l’isola dagli orrori della
II Guerra Mondiale. (A.Gr.)
SARÀ
ASSEGNATO A LORETO, L’8 SETTEMBRE PROSSIMO, IL PREMIO
“TOTUS
TUUS PER LO SPORT”. L’INIZIATIVA È DELLA
PRELATURA
TERRITORIALE DELLA SANTA CASA DI LORETO
LORETO.
= La Prelatura Territoriale della Santa Casa di
Loreto ha istituito il Premio “Totus Tuus per lo Sport”. La prima edizione, scrive l’agenzia
SIR, si svolgerà l’8 settembre, in concomitanza con la celebrazione della
Natività della Beata Vergine Maria. Scopo dell’iniziativa è dare un
riconoscimento a coloro che sono impegnati nel mondo dello sport e che si
prodigano per garantire il suo vero spirito. Il premio vuole evidenziare che lo
sport può essere veicolo di alti ideali umani e spirituali quando è praticato nel
pieno rispetto delle regole. “Credo che sarebbe veramente positivo – ha commentato
mons. Gianni Danzi, arcivescovo e delegato pontificio di Loreto, che presiede
il Comitato d’Onore – se tutte le istituzioni politiche, sociali, economiche,
religiose e culturali si prodigassero per la promozione e la realizzazione di
strutture sportive a favore soprattutto dei giovani e sarebbe bello se le sponsorizzazioni che sostengono il mondo dello sport avessero
non solo finalità commerciali ma anche educative”. Il Premio “Totus Tuus per lo Sport” ha
scadenza biennale: per la sua assegnazione sono richiesti “requisiti di condotta
altamente morali e la pratica dell’attività sportiva
come esercizio e valore da diffondere nella società”, secondo i principi
contenuti nel “Manifesto degli sportivi”, elaborato in occasione del Giubileo
del 2000. (T.C.)
SUL
TEMA “NEL MONDO NARRATORI DI SPERANZA”,
SI
È CONCLUSA AD ASSISI LA IV EDIZIONE DELLA SETTIMANA NAZIONALE
DI
FORMAZIONE E SPIRITUALITÀ MISSIONARIA
ASSISI.
= “Nel mondo narratori di speranza”: è stato questo lo
slogan della quarta edizione della Settimana nazionale di formazione e
spiritualità missionaria conclusasi nei giorni scorsi alla Cittadella di
Assisi. All’incontro, organizzato dall’Ufficio nazionale per la Cooperazione
missionaria tra le Chiese, hanno partecipato in 180, tra operatori pastorali,
sacerdoti, missionari, religiosi e laici impegnati in Centri missionari e
giovanili. Tutti i partecipanti, informa l’agenzia Fides, sono stati testimoni
e a loro volta narratori di molti racconti di speranza
ed hanno condiviso le proprie esperienze missionarie nel mondo. Tra i vari
interventi, quello di mons. Fuad Twal,
vescovo coadiutore del Patriarcato di Gerusalemme, che ha presentato la realtà
in cui vivono i cristiani nella Terra Santa, le sofferenze della popolazione
palestinese e le conseguenze della guerra israelo-libanese.
Ampio spazio è stato dedicato ai luoghi della speranza nel mondo; tra questi
quelli in terra di missione come la Cina e la Papua
Nuova Guinea. Ad offrire le loro testimonianze padre Ciro
Biondi, missionario del PIME e attualmente segretario nazionale
dell’Unione Missionaria; don Sergio Marcazzani, che
ha parlato della Terra Santa; don Alberto Brignoli, sacerdote
Fidei Donum della diocesi
di Bergamo, che ha trascorso 9 anni del suo sacerdozio tra i Checua della Bolivia. (A.Gr.)
FRITZ PLEITGEN È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’UER/EBU,
LA PIÙ
IMPORTANTE ASSOCIAZIONE DI EMITTENTI NAZIONALI
CHE
CURA SCAMBI DI PROGRAMMI E COORDINA COPRODUZIONI
GINEVRA.
= L’unione di Radio Televisione UER/EBU, la più importante associazione professionale
di emittenti nazionali nel mondo, ha un nuovo presidente: è Fritz
Pleitgen, direttore generale della WDR, emittente
regionale che ha sede a Colonia e che fa parte dell’organizzazione delle
emittenti radiofoniche del servizio pubblico tedesco. L’UER organizza scambi di
programmi, coordina coproduzioni, fornisce servizi commerciali, tecnici,
giuridici e strategici utili ai suoi membri. “I programmi dei membri dell’UER
raggiungono la quasi totalità dell’Europa e di altri Paesi vicini – ha detto Fritz Pleitgen – l’impatto di
questi programmi sulla democrazia, sulla società civile, sul pluralismo dei media, sulla cultura, in queste zone di diffusione è
immenso”. Scopo dell’UER, ha precisato Pleitgen, è
anche quello di assicurare che gli obiettivi dell’interesse pubblico siano
presi in considerazione nelle politiche e nei regolamenti dei media europei. Il
presidente dell’UER sarà coadiuvato da quattro vicepresidenti: Boris Bergant
della RTVSLO, John Gordon Bernander della NRK, Patrick de Carolis della France Télévisions e Richard Sambrook della BBC. (T.C.)
SI CELEBRA DOMANI, IN
DIVERSI PAESI DEL SUDAMERICA, LA GIORNATA DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO. SECONDO ALCUNE PREVISIONI DEMOGRAFICHE,
IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI NEL MONDO
SALIRÀ NEL 2050 A CIRCA 230 MILIONI
SANTIAGO. = Domani, in diversi Paesi dell’America
Latina, viene celebrata la giornata del migrante e del rifugiato. Molto sentita
in varie regioni del Sudamerica, per via dei grandi
flussi migratori che si registrano, la giornata vuole sensibilizzare l’opinione
pubblica sui problemi di milioni di persone costrette, per necessità, a
lasciare la propria terra. I vescovi del Perù hanno rivolto, per l’occasione,
un messaggio alle migliaia di peruviani che si trovano all’estero,
particolarmente in Europa e negli Stati Uniti. “Esprimiamo tutto il nostro
affetto e la nostra solidarietà – scrivono i presuli – a quei peruviani, in
particolare alle famiglie, che alla ricerca di una vita più dignitosa oggi si
trovano all’estero”. Anche l’episcopato della Bolivia, dove ogni giorno almeno
300 boliviani sono costretti ad emigrare alla ricerca di un lavoro e con il 32
per cento di cittadini che vivono all’estero, ha pubblicato un documento. In
Messico, la conferenza episcopale in un messaggio, auspica, per quei migranti
che si trovano negli USA, che la promulgazione della nuova legge
sull’immigrazione tuteli maggiormente i loro diritti. In una nota dell’Istituto cattolico cileno per le migrazioni (INCAMI),
scrive l’agenzia MISNA, emerge che le donne giovani costituiscono il 90 per
cento dei 200 mila immigrati in questi ultimi anni arrivati in Cile da Perù,
Ecuador, Argentina, Colombia e Bolivia. “I migranti sono i nostri fratelli e
questo è sufficiente per amarli e aiutarli anziché criticarli e diffidare da loro”, ha scritto mons. Enrique
Troncoso, presidente dell’INCAMI, evocando anche i
circa 800 mila cileni emigrati verso altri Paesi e denunciando “il problema
della violenza” contro le donne immigranti. Il presule ha invitato tutti i
cileni a collaborare alle iniziative promosse dalle varie diocesi per
permettere l’integrazione effettiva degli immigrati. Secondo alcune previsioni
demografiche, il numero degli immigrati nel mondo salirà a circa 230 milioni
nell’anno 2050. (T.C.)
FESTIVAL
DEL CINEMA DI VENEZIA: IL REGISTA PAUL VERHOEVEN TORNA
ALLA REGIA DOPO SEI ANNI DI LONTANANZA DAL SET. PRESENTA “LIBRO NERO”, TRA I
TITOLI PIÙ APPLAUDITI. “THE QUEEN” DEL BRITANNICO STEPHEN FREARS REGALA INVECE UNA
SCRUPOLOSA INDAGINE SUGLI EFFETTI CHE EBBE LA MORTE DI LADY DIANA
- A
cura di Luca Pellegrini -
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VENEZIA. = Quanti libri neri nasconde
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2 settembre 2006
- A cura di Andrea Cocco -
Il segretario generale dell’ONU Kofi
Annan è arrivato in Iran, per una difficile missione
diplomatica con il governo della Repubblica islamica. Tra gli obiettivi dell’incontro il rafforzamento della tregua in Libano e il
programma nucleare di Teheran. Un tema di difficile
soluzione, quest’ultimo, dopo la scadenza senza risposta dell’ultimatum
dell’ONU all’Iran sulla sospensione dell’arricchimento dell’uranio. Il
presidente iraniano ha ribadito che il suo Paese non rinuncerà a portare avanti
la sperimentazione atomica. In un’intervista concessa prima dell’arrivo a Teheran al quotidiano francese “Le Monde”, Annan ha escluso che imporre sanzioni al regime degli
ayatollah sia la soluzione più efficace in questo
momento.
Almeno 32 i morti delle violenze di oggi in Iraq. Intanto
un rapporto del pentagono segnala un netto peggioramento della situazione nel
Paese, e parla dell’esistenza di condizioni per una guerra civile. Il nostro
servizio:
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Il rapporto è quello che ogni quattro mesi viene consegnato dai vertici della difesa statunitense al
Congresso, per aggiornare i deputati sullo stato della guerra in Iraq. Ma
questa volta il suo contenuto potrebbe contribuire ad accrescere l’impopolarità
della guerra sostenuta dalla Casa Bianca. A pochi mesi dalle promesse di un
graduale miglioramento delle condizioni di sicurezza si parla
infatti di un ulteriore aggravarsi del conflitto e del rischio di una
guerra civile. Una parola chiave, che l’amministrazione Bush
ha sempre rifiutato di pronunciare preferendo parlare di scontri settari tra
sciiti e sunniti. “Oggi esistono le condizioni che
potrebbero portare a una guerra civile” si legge nel documento, che prosegue:
“Ci troviamo di fronte alla situazione più complessa da
quando l’Iraq è stato invaso nel 2003”. Tra lo scorso 20 maggio, data di
insediamento del nuovo governo iracheno, e l’11 agosto sarebbe salita a 800, la
media settimanale degli attacchi. Mentre il numero delle vittime è aumentato
del 50 per cento. Dati neanche oggi smentiti dalle
notizie di cronaca. Questa mattina undici pellegrini pakistani e tre indiani
sono stati uccisi mentre erano diretti nella città
santa sciita di Kerbala, a sud di Baghdad. Secondo una prima ricostruzione
sarebbero stati fatti scendere in una zona disabitata dal pulmino su cui viaggiavano
e giustiziati con un colpo alla testa una volta allontanati
donne e bambini. E sempre questa mattina l’esplosione di due autobombe, una a Baghdad l’altra a sud della capitale, ha
causato l’uccisione di almeno sette persone. Mentre nel nord del Paese, sulla
strada che collega la capitale a Samarra sono stati
uccisi sei camionisti. Nessun danno invece ha provocato l’esplosione di un
ordigno a Nassiriya al passaggio di un convoglio
italiano. Intanto da Baghdad giunge anche l’annuncio della consegna ufficiale
da parte dei militari statunitensi del famigerato carcere di Abu Ghraib, che d’ora in poi sarà
gestito dalle autorità irachene.
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Violenti combattimenti in Sri Lanka, dove, secondo fonti del governo, almeno 80 guerriglieri
delle Tigri Tamil sarebbero morti questa mattina in
seguito a una battaglia navale al largo delle coste settentrionali del Paese. Lo
scontro, durato sei ore, è iniziato dopo che unità navali dell’esercito srilankese avevano intercettato sei imbarcazioni tamil a largo della penisola di Jaffna.
Intanto da Ginevra, il delegato generale del Comitato internazionale della
Croce Rossa (CICR)per l’Asia e il Pacifico, Reto Meinster, ha invocato l’arrivo di aiuti umanitari nella
penisola di Jaffna, completamente isolata dal resto
dell’isola. Da Ginevra: Mario Martelli:
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Ha definito preoccupante la situazione per gli scontri
nella parte orientale e settentrionale dello Sri Lanka ed ha precisato che governo e Tigri del Fronte Tamil non sono riusciti a trovare un accordo sui mezzi per
fornire assistenza alla popolazione della penisola di Jaffna.
Il CICR ha già inviato e scortato aiuti ma ora la sua
attività e bloccata e la penisola è completamente isolata dalla mancanza di un
accordo fra le parti. Se questa situazione dovesse prolungarsi - ha detto - la
mancanza di medicinali e viveri colpirà gravemente 1,2 milioni di abitanti
della penisola. Nuovi appelli sono rivolti al governo e Tigri Tamil perché sia consentito l’afflusso dei soccorsi con
mezzi navali o convogli stradali. Il delegato del CICR ha ricordato anche la
drammatica situazione delle popolazioni colpite dallo tsunami
della fine del 2004, affermando che il conflitto crea ora gravi ostacoli anche
per i progetti di ricostruzione.
Da Ginevra, Mario Martelli per la Radio Vaticana.
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E’ di tre palestinesi uccisi, il bilancio di
una serie di scontri notturni nella striscia di Gaza. Due militanti di Hamas, padre e figlio, sono stati uccisi nella loro casa
durante un’incursione israeliana a Beit Hanoun, nel nord della Striscia, spesso bersaglio delle forze
armate dello Stato Ebraico, impegnate a prevenire il lancio di razzi Qassam contro Israele. Un terzo palestinese è stato ucciso
al valico di frontiera di Kissufim. Intanto, il
presidente egiziano, Mubarak, ha dichiarato oggi in un’intervista al quotidiano governativo, Al Ahram,
che sarebbero in corso negoziati
fra israeliani e palestinesi, con la partecipazione di Organizzazioni non
governative, per ottenere la liberazione del soldato israeliano, Gilad Shalit, rapito da Hamas, in cambio della liberazione di prigionieri
palestinesi detenuti in Israele. A Stoccolma i Paesi Donatori hanno
promesso ieri 500 milioni di dollari per l’emergenza nei Territori. Una cifra notevolmente superiore ai 380 milioni di dollari che l’ONU
riteneva necessari per fronteggiare la situazione in rapido deterioramento a
Gaza e in Cisgiordania.
E' iniziata questa mattina a Karthoum
in Sudan la seconda fase dei colloqui tra il governo somalo e i rappresentanti
delle Corti Islamiche, che controllano diverse zone del Paese. Tre gli argomenti principali al centro del confronto: la presenza
delle truppe etiopi in territorio somalo; il dispiegamento di una forza
internazionale di interposizione; la formazione di un di governo di unità
nazionale. L'ultimo incontro si era concluso lo scorso 22 giugno con un
riconoscimento reciproco delle due parti e la firma di un accordo per la cessazione
temporanea delle ostilità. Anche questa volta a mediare è la Lega Araba, secondo
cui il confronto potrebbe durare 10 giorni.
Sale la tensione in Messico in
attesa della comunicazione ufficiale dei risultati elettorali per le
presidenziali dello scorso 2 luglio. Ieri si è concluso nel caos il previsto
discorso del presidente uscente Vincente Fox di
fronte al Congresso. I deputati del Partito della rivoluzione democratica (Prd), guidato dal leader Andrés López Obrador, hanno occupato la
tribuna del Parlamento bloccando l'accesso al capo dello Stato Vicente Fox e impedendo la
lettura del discorso. Il servizio di Luis Badilla:
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Gli appelli del presidente del Parlamento e la presenza
nell'emiciclo di agenti di polizia e della Guardia presidenziale non sono
bastati a dissuadere i contestatori. Fox ha preferito
evitare incidenti e ha rinunciato a pronunciare il discorso di fine mandato per
poi esprimere la sua amarezza davanti alle telecamere: "Non è stata
un'offesa alla mia persona - ha affermato - ma alla carica di presidente e al
popolo messicano nel suo complesso". Mentre all'esterno del Palacio San Lázaro, sede del
Congresso, si erano radunati migliaia di sostenitori della sinistra, i deputati
dell’opposizione hanno duramente criticato Fox per i
presunti brogli alle presidenziali del 2 luglio e l’assegnazione della vittoria
al conservatore Felipe CalderÓn,
a discapito del leader della sinistra LÓpez Obrador. Dopo la presentazione a luglio di diverse denunce
di brogli, sulle contestate elezioni si attende ancora il verdetto ufficiale
del Tribunale federale, che secondo alcuni potrebbe giungere anche prima della
scadenza ufficiale prevista per il 6 settembre. Per ora le indiscrezioni insistono
nel dire che il candidato Felipe Calderón
vedrà confermato il suo successo con uno scarto dello 0,58%. E mentre la stampa
messicana esprime anche oggi una grande preoccupazione per la stabilità del
Paese, il leader della sinistra LÓpez Obrador continua a paventare l’ipotesi di un governo
parallelo con il sostegno della strada.
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Quattordici presunti terroristi sono stati
arrestati dalla polizia a Londra in un raid notturno. L’operazione, pianificata
su indicazione del controspionaggio, è stata condotta dagli agenti dell’antiterrorismo.
Un portavoce della Metropolitan Police
ha precisato che il blitz non è collegato al piano per far saltare in aria
aerei di linea fra
E’ stato ridimensionato il bilancio delle vittime
dell’incidente aereo avvenuto ieri a Mashhad, nel
nord-est dell’Iran. Sono 29 i morti, e non un centinaio, come annunciato in un
primo momento, per lo schianto del Tupolev Tu-154,
che ha preso fuoco subito dopo l’atterraggio a causa dello scoppio di un
pneumatico. Sono invece 43 i feriti. In serata, il
segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan si è detto “profondamente
rattristato” per l’incidente, avvenuto alla vigilia della sua visita in nella
Repubblica Islamica.
Le Forze Nato in Afghanistan si danno sei mesi
di tempo per prevalere sulla guerriglia talebana. Ad
annunciarlo il comandante delle truppe alleate, il generale britannico David Richards, in un’intervista pubblicata questa mattina sul Financial Times. Sul terreno, nel
frattempo, sono continuati i combattimenti nella provincia meridionale di Helmand, dove ieri era stato ucciso un soldato britannico.
Questa mattina quattro poliziotti afghani sono morti
a seguito di uno scontro a fuoco che avrebbe causato la morte di tre
combattenti talebani.
In Bolivia, almeno quattro costituenti del Movimento al
socialismo (MAS), la formazione del presidente, Juan
Evo Morales, sono finiti in ospedale e uno di loro è
in coma a causa dei disordini scoppiati a Sucre,
durante lo svolgimento dell’Assemblea Costituente. I tafferugli sono scaturiti
dall’approvazione di un regolamento, che darebbe alla Costituente il carattere
di “originaria”, ponendola al di sopra di ogni attuale potere. L’opposizione ha
protestato violentemente, minacciando il ricorso alla giustizia internazionale;
sono nati scontri verbali e fisici tra costituenti. Il capo gruppo del MAS, Román Loayza, mentre inveiva
contro l’opposizione, è inciampato precipitando da un altezza
elevata e ha sbattuto la testa. Altri tre deputati del MAS sono finiti
in ospedale dopo un’aggressione.
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