RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 245 - Testo della trasmissione di sabato 2  settembre 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Abbiate un cuore puro per trovare il Volto di Gesù: sull’esortazione del Papa, ieri a Manoppello, la riflessione dell’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte e del rettore del Santuario del Volto Santo, padre Carmine Cucinelli

 

“Mai più gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri e gli uni per gli altri”: così, ai nostri microfoni, il cardinale Paul Poupard, in vista dell’ormai prossimo meeting internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio ad Assisi, per celebrare i 20 anni dalla storica “Giornata mondiale di preghiera per la pace” convocata nel 1986 da Giovanni Paolo II nella città di San Francesco

 

Nel cuore della Locride, la forte denuncia contro la criminalità organizzata del cardinale Martino, che ha incoronato stamani la Madonna della Montagna nel Santuario di Polsi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

E’ iniziato stamani in Libano lo sbarco del contingente italiano di rinforzo all’UNIFIL. Intervista con il tenente Federico Mariani

 

Presentato ieri a Roma il Rapporto sull’integrazione scolastica in Italia. L’intervento del ministro Fioroni: nessuna invasione islamica nelle scuole del Paese

 

Il commento di padre Rupnik al Vangelo di domani

 

CHIESA E SOCIETA’:

In corso a Castel Gandolfo un incontro di studio degli ex studenti di Benedetto XVI sul tema “Creazione ed evoluzione”

 

Sarà assegnato a Loreto l’8 settembre il premio “Totus tuus per lo sport”

 

Sul tema “Nel mondo narratori di speranza”, si è conclusa ad Assisi la IV Edizione della Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria

 

Fritz Pleitgen è il nuovo presidente dell’UER/EBU, la più importante associazione di emittenti nazionali che cura scambi di programmi e coordina coproduzioni

 

Si celebra domani, in diversi Paesi del Sudamerica, la Giornata del migrante e del rifugiato. Secondo alcune previsioni demografiche, il numero degli immigrati nel mondo salirà nel 2050 a circa 230 milioni

 

Festival del Cinema di Venezia: il regista Paul Verhoeven presenta “Libro nero”, tra i titoli più applauditi

 

24 ORE NEL MONDO:

Iraq: uccisi in un'imboscata quattordici pellegrini sciiti provenienti da Pakistan e India

 

Violenti combattimenti nello Sri Lanka: la Croce Rossa lancia un appello per urgenti aiuti umanitari alla popolazione civile

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 settembre 2006

 

ABBIATE UN CUORE PURO PER TROVARE IL VOLTO DI GESU’:

SULL’ESORTAZIONE DEL PAPA, IERI A MANOPPELLO,

LA RIFLESSIONE DELL’ARCIVESCOVO DI CHIETI-VASTO, MONS. BRUNO FORTE

E DEL RETTORE DEL SANTUARIO DEL VOLTO SANTO, PADRE CARMINE CUCINELLI

 

Per trovare il Volto di Cristo, bisogna avere “mani innocenti e cuori puri”: questa la viva esortazione levata, ieri, da Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio al Santuario del Volto Santo di Manoppello. Il Papa ha inoltre ribadito che la via di Cristo è “la via dell’amore totale che vince la morte”. All’indomani della visita nel piccolo centro abruzzese, Alessandro Gisotti ha intervistato il rettore del Santuario, il padre cappuccino Carmine Cucinelli, che si sofferma sul momento più toccante del pellegrinaggio del Pontefice: la venerazione del Volto Santo:

 

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R. – Ecco, il giorno dopo mi ritrovo con questo ricordo. L’emozione di aver  accompagnato il Papa davanti alla reliquia del Volto Santo, aprendo la porta dietro per far sì che il Papa lo vedesse più da vicino. Sono rimasto proprio preso dallo sguardo commosso del Papa mentre venerava la sacra immagine: aveva gli occhi fissi negli occhi di Gesù, a tratti vedevo le labbra che si muovevano: quindi stava rivolgendo al Volto Santo qualche preghiera …

 

D. – Il Papa ha incoraggiato più volte i giovani a cercare sempre il Volto di Cristo soprattutto nel volto dei fratelli che soffrono …

 

R. – Vedere il Volto di Cristo è vedere – come lui ha detto in un altro discorso – il Volto umano di Dio. E dove sta il volto umano, oggi? Cioè: dove lo possiamo vedere? Il Volto Santo è come un segno, perché noi potessimo vedere il volto di Gesù nelle persone che lui ci ha indicato, dove lo dobbiamo riconoscere. Perché anche vedendo il Volto Santo noi con la fede, certamente, possiamo dire:Questa è la vera immagine di Gesù’, ma Gesù ci ha indicato che il Suo vero volto lo dobbiamo cercare nei sofferenti. Infatti, quando poi il Papa ha fatto un breve saluto, la seconda volta, si è rivolto alla sua destra, dove si trovavano le persone disabili e i malati.

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La visita del Pontefice a Manoppello ha avuto un carattere esclusivamente spirituale. E’ quanto sottolinea l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, che - intervistato da Emanuela Campanile – torna a riflettere sulle parole del Papa, ieri a Manoppello:

 

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R. – Il Papa non è entrato nella questione storica dell’identificazione con la Veronica o con il sudario di cui Giovanni 20, 6,7, ma ha voluto sottolineare come guardare Cristo e lasciarsi guardare da Lui, porre tutto sotto lo sguardo della sua misericordia, sia il centro, il senso della vita. Questo annuncio è risuonato nelle sue parole bellissime, in quanto ha ripetuto ai giovani, incoraggiandoli a cercare in Cristo il senso della vita e non aver paura di giocare la loro vita anche per Lui.

 

D. – Il Santo Padre ha avuto anche parole di incoraggiamento per i sacerdoti ed i religiosi …

 

R. – E’ stato bellissimo come il Papa ha ricordato loro come il centro della nostra vita di consacrati sia l’amore: l’amore di Cristo, l’amore con cui Cristo ci guarda e si lascia guardare da noi. Dunque, ho visto in questa visita l’essenza di questo pontificato: profondità di contenuti nella trasmissione della fede, semplicità di linguaggio, generosità del dono di se stesso da parte del Santo Padre e veramente tanto, tanto amore da parte della gente che riconosce che in questo messaggio, in questo stile c’è la parola di vita per il tempo di oggi …

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NOMINE

 

In Italia, il Santo Padre ha nominato vescovo di San Severo mons. Lucio Renna, dell’Ordine Carmelitano, finora vescovo di Avezzano. Mons. Lucio Renna, al secolo Angelo, è nato a San Pietro Vernotico, provincia di Brindisi e arcidiocesi di Lecce, il 22 settembre 1941. Ha compiuto gli studi ginnasiali e liceali nei Seminari Minore e Maggiore dell’Ordine Carmelitano. Ha emesso la professione solenne l’8 dicembre 1962. È stato ordinato presbitero il 2 aprile 1966 a Bari. Ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e il Dottorato in Filosofia presso l’Università Statale di Lecce. Ha pubblicato diversi articoli e libri di Filosofia e Teologia. Dal 1969 al 1975 è stato priore della Comunità Carmelitana e preside della Scuola Media e del Ginnasio a Torre S. Susanna. Dal 1975 al 1984 è stato priore della Provincia Napoletana dei Carmelitani e dal 1984 al 1987 consigliere provinciale. Dal 1987 al 1996 è stato rieletto e confermato priore provinciale della Provincia Napoletana dei Carmelitani e dal 1995 al 1998 procuratore generale dell’Ordine. Ha ricoperto l’ufficio di vicario episcopale per la Vita Consacrata nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto per 10 anni e quello di presidente della CISM pugliese per 10 anni. Eletto alla Sede vescovile di Avezzano il 9 giugno 1999, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 12 settembre dello stesso anno.

 

Il Santo Padre ha nominato il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore, suo Inviato speciale alle solenni celebrazioni per la dedicazione del nuovo altare della restaurata cattedrale dell’arcidiocesi di Baltimora, negli Stati Uniti, in programma dal 4 al 12 novembre 2006.

 

 

MAI PIÙ GLI UNI CONTRO GLI ALTRI, MA GLI UNI CON GLI ALTRI

E GLI UNI PER GLI ALTRI”: COSÌ, AI NOSTRI MICROFONI, IL CARDINALE PAUL POUPARD, IN VISTA DELL’ORMAI PROSSIMO MEETING INTERNAZIONALE PROMOSSO

DALLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO AD ASSISI,

PER CELEBRARE I 20 ANNI DALLA STORICA

 “GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA PACE” CONVOCATA NEL 1986

 DA GIOVANNI PAOLO II NELLA CITTÀ DI SAN FRANCESCO

 

Lunedì prossimo si aprirà ad Assisi il Meeting Internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema “Per un mondo di pace, religioni e culture in dialogo”. L’incontro, che durerà due giorni, vuole fare memoria di quella prima storica “Giornata mondiale di preghiera per la pace” convocata vent’anni fa da Giovanni Paolo II nella città di San Francesco il 27 ottobre 1986. Partecipano i rappresentanti delle varie confessioni cristiane e poi ebrei, musulmani ed esponenti di altre religioni, per dire insieme, ma “senza confusioni” – spiega la Comunità di Sant’Egidio – che il dialogo e l’amicizia sono più forti dell’odio e delle divisioni. All’incontro partecipa anche il cardinale Paul Poupard. Giovanni Peduto gli ha chiesto cosa sia cambiato nel mondo in questi 20 anni:

 

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R. – Tante cose, davvero. Direi che da una parte, il dilagare della violenza sotto tutte le sue forme – guerra, terrorismo – e anche la sua onnipresenza attraverso i mezzi di comunicazione sociale; e dall’altra, una presa di coscienza crescente nel nostro mondo globalizzato della responsabilità di tutti – uomini e religioni – per la pace. Mi pare che viviamo il detto di Jacques Maritain: “L’accelerazione del peccato è l’accelerazione della grazia”.

 

D. – Le religioni vogliono adoperarsi per la pace, ma la storia insegna che talora avviene il contrario, come nel recente conflitto in Medio Oriente. Perché questa contraddizione?

 

R. – Insomma, viviamo la contraddizione già sottolineata da San Paolo: “Non faccio il bene che voglio, e faccio il male che non voglio”. Aggiungo – ed è molto importante – che non sono solo le religioni in conflitto, ma sono gli uomini e quando si tratta di religiosi sono in totale contraddizione con il messaggio di pace delle religioni. Come ho detto a luglio scorso a Mosca, nell’incontro dei grandi leader religiosi del mondo, ogni crimine fatto in nome della religione è un crimine contro la religione.

 

D. – Nella sua qualità di presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, lei svolgerà un ruolo di primo piano ad Assisi, e poi terrà pure un intervento. Quale messaggio lancerà?

 

R. – Ma sarà proprio il messaggio di Paolo VI all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il giorno della festa di San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre 1965, come esperto in umanità: “Mai più gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri e gli uni per gli altri”, per costruire insieme, cioè tra tutti i credenti e con tutti gli uomini di buona volontà, quelli di cultura religiosa come pure quelli di cultura laica, questa civiltà dell’amore auspicata da Paolo VI, da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, quella civiltà dell’amore alla quale tutti gli uomini e le religioni sono chiamati a dare il proprio specifico contributo.

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NEL CUORE DELLA LOCRIDE, TERRA GENEROSA, UMILIATA E INSANGUINATA

DAL CRIMINE ORGANIZZATO, LA FORTE DENUNCIA E L’INCORAGGIAMENTO

DEL CARDINALE MARTINO, CHE HA INCORONATO STAMANI

LA MADONNA DELLA MONTAGNA NEL SANTUARIO DI POLSI,

IN PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

 

“Lo scenario quotidiano delle nostre relazioni sociali e civili, in questa splendida terra aspromontana, sembra talvolta senza speranza, soprattutto quando scopriamo un mondo che ha perso i valori dell’amore e della solidarietà, un mondo che si presenta con le mani chiuse, con le mani insanguinate”.

 

Sono le forti parole di denuncia del presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Martino, pronunciate oggi nel Santuario della Madonna della Montagna, a Polsi, che domina dall’alto la Locride, terra dell’Aspromonte calabrese, spesso teatro di violenze e atrocità ad opera delle organizzazioni criminali.

 

Su invito del vescovo di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Maria Bregantini, il porporato ha presieduto stamani una liturgia eucaristica per l’incoronazione della venerata immagine mariana nel Santuario che, lungo l’arco secolare del tempo, ha alimentato l’identità religiosa delle popolazioni dell’Aspromonte ed è diventato un patrimonio straordinario di fede e di memorie da custodire – ha detto il cardinale – con gelosa attenzione.

 

Parlando della crisi spirituale culturale del nostro tempo e riconducendola all’abbandono di Dio, il cardinale Martino ha sottolineato la necessità della conversione e del ritorno fiducioso a Colui che dà senso e valore alla nostra vita. Egli è sempre presente nella storia degli uomini e dei popoli, pronto a suscitare, in maniera meravigliosa, speranze e appelli alla santità. “E’ presente – sono le parole del porporato – nella storia degli umili e degli oppressi, che si sanno amati da Lui e ritrovano con Lui coraggio, dignità, speranza. E’ presente anche nella storia degli oppressori, degli uomini senza cuore e senza scrupoli, che non sfuggono al giudizio di Dio e sono invitati anch’essi alla conversione per una vita nel segno della giustizia e della condivisione”.

 

Il cardinale Martino ha quindi esortato i fedeli, accorsi numerosi al venerato Santuario, perché si rivolgano fiduciosi alla Madonna di Polsi, “affinché educhi i nostri cuori alla speranza e le nostre mani ai gesti della carità e ci aiuti a tessere la tela di quella solidarietà forte, che dà senso e valore alle nostre relazioni interpersonali e a quelle sociali e politiche”. Dal Santuario di Polsi deve partire un  programma di vita, sostanziato di speranza e di amore, verso tanti fratelli bisognosi che attendono aiuto, tanti oppressi che attendono giustizia, tanti disoccupati che attendono lavoro, tanti popoli che attendono rispetto e pace, perché – ha concluso il porporato – la speranza cristiana non è soltanto nostalgia del cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio che alimenta in noi il coraggio e la forza dell’amore”. 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il Medio Oriente: le forze internazionali arrivano in un Libano disseminato di mine. Sbarcano i militari italiani della forza delle Nazioni Unite.

 

Servizio vaticano - Tre pagine dedicate al prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Germania.

Servizio estero - Un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo “I mezzi di comunicazione sociale dopo l’11 settembre 2001”: il rapporto fra informazione e terrorismo nel contesto internazionale scaturito dagli attacchi contro gli Stati Uniti.

 

Servizio culturale - Un articolo di Carlo Pedretti dal titolo “Il primo libro nella biblioteca di Leonardo”: l’enciclopedia scientifica di Giorgio Valla nella monumentale edizione di Aldo Manuzio del 1501.   

 

Servizio italiano - In primo piano la finanziaria.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 settembre 2006

 

E’ INIZIATO STAMANI IN LIBANO

LO SBARCO DEL CONTINGENTE ITALIANO DI RINFORZO ALL’UNIFIL

- Con noi, il tenente Federico Mariani -

 

E’ iniziato questa mattina anche a Naqoura, e non solo a Tiro, come previsto, lo sbarco degli 880 soldati italiani di rinforzo all’UNIFIL nel sud del Libano. Un cambiamento di programma dovuto alle non ottimali condizioni del mare. L’operazione durerà 48 ore. Roberta Moretti:

 

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Le navi militari italiane sono arrivate intorno alle sette di oggi nella rada di Tiro, il porto a 85 chilometri da Beirut. Alcuni militari, con compiti di ricognizione e messa in sicurezza della spiaggia sono sbarcati con i gommoni, mentre il trasferimento di altri uomini è proseguito con elicotteri. Ma a causa del mare agitato, le operazioni di sbarco sono state poi suddivise: in questo momento, i mezzi cingolati e i blindati stanno sbarcando a Naqoura, il quartier generale dell’UNIFIL, da dove si incolonnano e partono subito in direzione di Tiro, distante una ventina di chilometri, dove intanto prosegue l’operazione di trasporto in elicottero di un’intera compagnia di fucilieri di Marina del Reggimento San Marco. E sempre a Tiro, solo nella tarda mattinata, le condizioni del mare hanno consentito l’inizio dello sbarco anche dei mezzi anfibi. Proseguono, intanto, gli sforzi del governo italiano per fronteggiare la crisi mediorientale nel suo complesso. Il ministro degli Esteri, D’Alema, ha annunciato ieri che tra giovedì e venerdì tornerà in Medio Oriente, per un tour che comprenderà Israele, Territori palestinesi e Giordania. Intanto, il comandante dell’UNIFIL, il generale francese Alain Pellegrini, ha assicurato che entro due settimane arriveranno nel sud del Libano altri cinque mila caschi blu, la soglia indicata dal segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, per l’immediato completamento del ritiro israeliano dal Paese dei Cedri. E a facilitare il compito della forza internazionale potrebbe contribuire anche la Siria che, come ha riferito ieri Annan, a conclusione della sua missione a Damasco, rafforzerà i controlli nelle zone di confine, per impedire il traffico di armi con Hezbollah.

 

Ma come stanno andando le operazioni di sbarco del contingente italiano? Luca Collodi lo ha chiesto al tenente di Vascello e portavoce del Gruppo anfibio italiano in Libano, Federico Mariani, che in questo momento si trova a Tiro:

 

 

R. – Procedono regolarmente, con tranquillità. Le navi sono qua, davanti alla costa di Tiro, il sito di Naqoura è a poca distanza, le navi anfibie ovviamente hanno iniziato le loro operazioni …

 

D. – Il grosso del contingente sarà sbarcato quindi nelle prossime ore?

 

R. – Sì. Probabilmente finirà domani sera. E tutto in funzione anche delle condizioni del mare.

 

D. – Tenente Mariani, una volta che ha sbarcato il contingente italiano sotto l’insegna dell’ONU, dove sarà diretto?

 

R. – Si raduneranno mezzi e personale in autocolonne e verranno scortati dal personale UNIFIL già presente in zona a riceverci, fino ad un campo di attesa dove riceveranno poi ordini dall’UNIFIL.

 

D. – Quindi da quel momento saranno a disposizione della forza dell’ONU e del comando francese?

 

R. – Sì. Esattamente. Il momento del trasferimento d’autorità è ancora in fase di definizione, comunque in linea di massima andrà così.

 

D. – Lo sbarco sta avvenendo con la collaborazione dell’esercito libanese?

 

R. – L’esercito e le forze di sicurezza libanesi stanno fornendo la necessaria cornice di sicurezza a tutte le operazioni, massima collaborazione e nessun problema da questo punto di vista. L’accoglienza è stata molto buona.

 

D. – Voi state portando anche aiuti umanitari per la popolazione civile?

 

R. – Per adesso no, stiamo solo sbarcando mezzi e materiali per la forza.

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PRESENTATO IERI A ROMA IL RAPPORTO SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA IN ITALIA.

IL MINISTRO FIORONI: NESSUNA INVASIONE ISLAMICA NELLE SCUOLE

 

 

Nell’anno scolastico che sta per cominciare in Italia, saranno quasi 500mila gli alunni stranieri presenti in classe. Una cifra pari al 5% della popolazione scolastica complessiva. Questo il dato principale emerso dal rapporto “Scuola e integrazione 2005-2006”, presentato ieri a Roma dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. C’era per noi Isabella Piro.

 

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Sono 10 milioni gli studenti pronti a tornare in classe in Italia. Tra questi, il 5 per cento, ossia 500 mila, sono stranieri, una percentuale che piazza la penisola all’ottavo posto nella classifica dei Paesi con alunni stranieri. Classifica guidata dalla Svizzera con il 23,6 per cento e dall’Inghilterra con 15 per cento. I Paesi di origine degli alunni stranieri sono 191; la più rappresentata è l’Albania, seguono Marocco e Romania, ciò significa, sottolinea il ministro dell’Istruzione Fioroni, che nella scuola italiana non c’è alcuna invasione islamica. I ragazzi provenienti dai Paesi arabi e non sempre musulmani, infatti, sono meno di un terzo. Un dato – aggiunge Fioroni – che porta l’Italia a puntare su un modello di integrazione interculturale, il cosiddetto “meticciato fecondo”. Un primo passo di questo processo è l’acquisizione della cittadinanza:

 

“La cittadinanza non è un qualcosa di cartaceo che viene erogato, quelle carte si possono anche bruciare se non si corrisponde ad una vera integrazione, ad una vera pari opportunità, ad una vera osmosi tra le presenze di una stesa comunità nazionale. Soprattutto, mentre rimaniamo orgogliosi e gelosi della nostra identità culturale, abbiamo anche però la consapevolezza che nelle nostre scuole si può avviare un nuovo inizio dove da una reciproca frequentazione, da una reciproca stima, cadono le barriere della paura e della differenza e si riesce a generare una scelta di cittadinanza che non è fatta sulla scorta del bisogno ma è fatta sulla scelta consapevole del sentirsi a casa propria, all’interno di una comunità nazionale”.

 

Per favorire l’integrazione scolastica – dice anche Fioroni – bisognerà estendere l’obbligo scolastico fino a 16 anni anche per gli alunni stranieri, i quali però potranno continuare a studiare la propria lingua madre come seconda lingua. Fondamentale poi, l’istituzione di una task force sull’immigrazione:

 

“Una task force che possa consentire di mettere in rete le autonomie locali, le autonomie scolastiche e all’interno di un tavolo che si avvierà al ministero della Pubblica Istruzione, regioni e autonomie locali, arrivare ad un sistema di organizzazione che riguardi la composizione delle classi, la scomparsa delle scuole ghetto e che consenta di realizzare un avvio di sostanziali integrazioni”.

 

Da sottolineare infine, una nuova convenzione con la Rai per un programma di insegnamento della lingua italiana.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 3 settembre, 22a domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui i farisei criticano i discepoli di Gesù perché mangiano senza le abluzioni tradizionali, come rito esteriore di purificazione. Ma il Signore afferma che “non c'è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo”. E aggiunge:

 

Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo”.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Cristo proclama monde tutte le cose del creato. Il Creato è buono, anzi, molto buono. Tutto ciò che esiste fu creato per mezzo del Verbo, cioè per mezzo di Lui, Gesù Cristo, Figlio del Padre. Per questo, il Creato porta in sé iscritto il proprio senso. Il Creato diventa motivo di rendere gloria a Dio Creatore, e trova il suo senso nel diventare dono, in modo che noi uomini abbiamo qualcosa da donarci. Il Creato vuole diventare parte dell’amore tra gli uomini e con Dio. Ma per fare questo, bisogna custodire il mondo affinché non diventi posseduto dalla nostra passione. Il cuore umano trova la sua pace nell’aderire al Signore. Se aderisce al Signore, è libero dalle passioni e tutte le cose gli parlano di Dio. Ciò che rovina la vita dell’uomo e del Creato è la passione possessiva e l’egoismo autoaffermativo.

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CHIESA E SOCIETA’

2 settembre 2006

 

IN CORSO A CASTEL GANDOLFO UN INCONTRO DI STUDIO DEGLI

 EX STUDENTI DEL PAPA SUL TEMA “CREAZIONE ED EVOLUZIONE”

 

CASTEL GANDOLFO. = È in corso nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo un incontro di studio del circolo degli ex studenti di Benedetto XVI, il cosiddetto “Ratzinger- Schülerkreis”, sul tema “Creazione ed evoluzione”. La consuetudine di tenere tali incontri risale agli anni della docenza del prof. Ratzinger all’Università di Ratisbona e sono continuati dopo il suo trasferimento alla sede arcivescovile di Monaco, dopo la chiamata a Roma come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e ancora dopo la sua elezione al Soglio di Pietro. È stato il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, presente all’incontro di studio, ad annunciare nei giorni scorsi il tema del colloquio. (S.C.)

 

 

SRI LANKA: NEL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI LANKA, A TEWATTE, OLTRE

300 MILA PELLEGRINI CRISTIANI, MUSULMANI ED INDÙ HANNO PREGATO PER LA PACE

 

TEWATTE. = Oltre 300 mila pellegrini, tra cristiani, musulmani e indù, sono giunti al santuario di Nostra Signora di Lanka, a Tewatte, in Sri Lanka, a nord della capitale Colombo, per domandare la pace e pregare per i malati. “A causa delle violenze fra esercito e guerriglia Tamil - spiegano i fedeli - nella nostra nazione non esiste la pace, e noi ci raduniamo qui e preghiamo Maria, nostra Madre, per ottenerla”. Di solito il pellegrinaggio annuale al santuario di Nostra Signora di Lanka, nell’ultima domenica di agosto, come riferisce l’agenzia AsiaNews, è dedicato alla preghiera per i malati. Ma quest’anno, a causa della ripresa delle violenze fra esercito e guerriglia Tamil, i pellegrini hanno pregato soprattutto per la pace. Una Santa Messa è stata presieduta nella basilica di Tewatte da mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, insieme al quale hanno concelebrato circa 300 preti e religiosi. Nella sua omelia mons. Gomis ha sottolineato che la pace comincia dalla famiglia: “Se non abbiamo pace nelle nostre famiglie non avremo pace nella nostra nazione. La basilica di Tewatte è un santuario nazionale, costruito nel 1946, per ringraziare la Madonna di aver salvato l’isola dagli orrori della II Guerra Mondiale. (A.Gr.)

 

 

SARÀ ASSEGNATO A LORETO, L’8 SETTEMBRE PROSSIMO, IL PREMIO

“TOTUS TUUS PER LO SPORT”. L’INIZIATIVA È DELLA

PRELATURA TERRITORIALE DELLA SANTA CASA DI LORETO

LORETO. = La Prelatura Territoriale della Santa Casa di Loreto ha istituito il Premio “Totus Tuus per lo Sport”. La prima edizione, scrive l’agenzia SIR, si svolgerà l’8 settembre, in concomitanza con la celebrazione della Natività della Beata Vergine Maria. Scopo dell’iniziativa è dare un riconoscimento a coloro che sono impegnati nel mondo dello sport e che si prodigano per garantire il suo vero spirito. Il premio vuole evidenziare che lo sport può essere veicolo di alti ideali umani e spirituali quando è praticato nel pieno rispetto delle regole. “Credo che sarebbe veramente positivo – ha commentato mons. Gianni Danzi, arcivescovo e delegato pontificio di Loreto, che presiede il Comitato d’Onore – se tutte le istituzioni politiche, sociali, economiche, religiose e culturali si prodigassero per la promozione e la realizzazione di strutture sportive a favore soprattutto dei giovani e sarebbe bello se le sponsorizzazioni che sostengono il mondo dello sport avessero non solo finalità commerciali ma anche educative”. Il Premio “Totus Tuus per lo Sport” ha scadenza biennale: per la sua assegnazione sono richiesti “requisiti di condotta altamente morali e la pratica dell’attività sportiva come esercizio e valore da diffondere nella società”, secondo i principi contenuti nel “Manifesto degli sportivi”, elaborato in occasione del Giubileo del 2000. (T.C.)

 

 

SUL TEMA “NEL MONDO NARRATORI DI SPERANZA”,

SI È CONCLUSA AD ASSISI LA IV EDIZIONE DELLA SETTIMANA NAZIONALE

DI FORMAZIONE E SPIRITUALITÀ MISSIONARIA

 

ASSISI. = “Nel mondo narratori di speranza”: è stato questo lo slogan della quarta edizione della Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria conclusasi nei giorni scorsi alla Cittadella di Assisi. All’incontro, organizzato dall’Ufficio nazionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese, hanno partecipato in 180, tra operatori pastorali, sacerdoti, missionari, religiosi e laici impegnati in Centri missionari e giovanili. Tutti i partecipanti, informa l’agenzia Fides, sono stati testimoni e a loro volta narratori di molti racconti di speranza ed hanno condiviso le proprie esperienze missionarie nel mondo. Tra i vari interventi, quello di mons. Fuad Twal, vescovo coadiutore del Patriarcato di Gerusalemme, che ha presentato la realtà in cui vivono i cristiani nella Terra Santa, le sofferenze della popolazione palestinese e le conseguenze della guerra israelo-libanese. Ampio spazio è stato dedicato ai luoghi della speranza nel mondo; tra questi quelli in terra di missione come la Cina e la Papua Nuova Guinea. Ad offrire le loro testimonianze padre Ciro Biondi, missionario del PIME e attualmente segretario nazionale dell’Unione Missionaria; don Sergio Marcazzani, che ha parlato della Terra Santa; don Alberto Brignoli, sacerdote Fidei Donum della diocesi di Bergamo, che ha trascorso 9 anni del suo sacerdozio tra i Checua della Bolivia. (A.Gr.)

 

 

FRITZ PLEITGEN È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’UER/EBU,

LA PIÙ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE DI EMITTENTI NAZIONALI

CHE CURA SCAMBI DI PROGRAMMI E COORDINA COPRODUZIONI

GINEVRA. = L’unione di Radio Televisione UER/EBU, la più importante associazione professionale di emittenti nazionali nel mondo, ha un nuovo presidente: è Fritz Pleitgen, direttore generale della WDR, emittente regionale che ha sede a Colonia e che fa parte dell’organizzazione delle emittenti radiofoniche del servizio pubblico tedesco. L’UER organizza scambi di programmi, coordina coproduzioni, fornisce servizi commerciali, tecnici, giuridici e strategici utili ai suoi membri. “I programmi dei membri dell’UER raggiungono la quasi totalità dell’Europa e di altri Paesi vicini – ha detto Fritz Pleitgen – l’impatto di questi programmi sulla democrazia, sulla società civile, sul pluralismo dei media, sulla cultura, in queste zone di diffusione è immenso”. Scopo dell’UER, ha precisato Pleitgen, è anche quello di assicurare che gli obiettivi dell’interesse pubblico siano presi in considerazione nelle politiche e nei regolamenti dei media europei. Il presidente dell’UER sarà coadiuvato da quattro vicepresidenti: Boris Bergant della RTVSLO, John Gordon Bernander della NRK, Patrick de Carolis della France Télévisions e Richard Sambrook della BBC. (T.C.)

 

SI CELEBRA DOMANI, IN DIVERSI PAESI DEL SUDAMERICA, LA GIORNATA DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO. SECONDO ALCUNE PREVISIONI DEMOGRAFICHE,

IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI NEL MONDO SALIRÀ NEL 2050 A CIRCA 230 MILIONI

 

SANTIAGO. = Domani, in diversi Paesi dell’America Latina, viene celebrata la giornata del migrante e del rifugiato. Molto sentita in varie regioni del Sudamerica, per via dei grandi flussi migratori che si registrano, la giornata vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi di milioni di persone costrette, per necessità, a lasciare la propria terra. I vescovi del Perù hanno rivolto, per l’occasione, un messaggio alle migliaia di peruviani che si trovano all’estero, particolarmente in Europa e negli Stati Uniti. “Esprimiamo tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà – scrivono i presuli – a quei peruviani, in particolare alle famiglie, che alla ricerca di una vita più dignitosa oggi si trovano all’estero”. Anche l’episcopato della Bolivia, dove ogni giorno almeno 300 boliviani sono costretti ad emigrare alla ricerca di un lavoro e con il 32 per cento di cittadini che vivono all’estero, ha pubblicato un documento. In Messico, la conferenza episcopale in un messaggio, auspica, per quei migranti che si trovano negli USA, che la promulgazione della nuova legge sull’immigrazione tuteli maggiormente i loro diritti. In una nota dell’Istituto cattolico cileno per le migrazioni (INCAMI), scrive l’agenzia MISNA, emerge che le donne giovani costituiscono il 90 per cento dei 200 mila immigrati in questi ultimi anni arrivati in Cile da Perù, Ecuador, Argentina, Colombia e Bolivia. “I migranti sono i nostri fratelli e questo è sufficiente per amarli e aiutarli anziché criticarli e diffidare da loro”, ha scritto mons. Enrique Troncoso, presidente dell’INCAMI, evocando anche i circa 800 mila cileni emigrati verso altri Paesi e denunciando “il problema della violenza” contro le donne immigranti. Il presule ha invitato tutti i cileni a collaborare alle iniziative promosse dalle varie diocesi per permettere l’integrazione effettiva degli immigrati. Secondo alcune previsioni demografiche, il numero degli immigrati nel mondo salirà a circa 230 milioni nell’anno 2050. (T.C.)

 

FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA: IL REGISTA PAUL VERHOEVEN TORNA ALLA REGIA DOPO SEI ANNI DI LONTANANZA DAL SET. PRESENTA “LIBRO NERO”, TRA I TITOLI PIÙ APPLAUDITI. “THE QUEEN” DEL BRITANNICO STEPHEN FREARS REGALA INVECE UNA SCRUPOLOSA INDAGINE SUGLI EFFETTI CHE EBBE LA MORTE DI LADY DIANA

- A cura di Luca Pellegrini -

 

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VENEZIA. = Quanti libri neri nasconde la storia. Su quanti libri neri è scritta. Uno di questi lo ritroviamo in Olanda, al crepuscolo del Nazismo, nell’autunno del 1944. Sulle pagine di quel libretto è stato annotato un tradimento che solo al termine della guerra, con gli oppressori vinti e gli oppressi vincitori, sarà svelato. Lo fa, Paul Verhoven, con una storia tutta olandese girata dagli olandesi nella loro terra. Olanda, dunque, e guerra: la resistenza e gli invasori, gli ebrei e i traditori, i collaborazionisti e le vittime. Sono fatti realmente accaduti quelli cui si rifà il regista, e convergono tutti sulla figura di Rachel Steinn alle prese con le tragedie del suo popolo, una vendetta privata e il ruolo di spia che le è stato affidato, permettendogli così di infiltrarsi tra gli ufficiali tedeschi corrotti e corruttori. Ma, questa è la denuncia e la semplicità di Libro nero, che si trae dalla sua stessa presentazione, Veroheven dimostra come “ogni sopravvissuto celi una colpa”. Insomma, nessuno in guerra è puro, nessuno onesto, nessuno potrà mai scagliare la prima pietra, né prima, né durante, né dopo i conflitti. Non lo può fare anche chi la storia non solo la vive, ma la costruisce come protagonista ogni giorno: e qui vale la pena di soffermarsi sul film, davvero perfetto e godibilissimo, di un grande regista inglese, Stephen Frears, che porta in concorso il già assai “chiacchierato” The Queen, ossia la difficile settimana vissuta da Elisabetta II e dalla sua famiglia all’indomani della tragica scomparsa di Lady Diana, avvenuta nell’agosto del 1997. Quella tragedia scatenò diverse reazioni nel Regno Unito. Diciamo subito che il film di Frears non produce scandali, non fa insinuazioni trasversali, non lancia accuse, ma scruta e segue, con grande rispetto e pudore, i diversi personaggi dell’istituzione, della politica e dei media nel loro reagire davanti a manifestazioni di pietà popolare assolutamente inaspettate e inimmaginabili. Emergono due ritratti antitetici ma esemplari per i nostri “tempi moderni”: quelli di Elisabetta e Tony Blair, la sovrana e il Primo Ministro, costretti, per un fortuito incidente di macchina avvenuto nella lontana Parigi ed in ore notturne, a prendere diverse posizioni, a porsi dei dubbi, a soffrire, a ritagliarsi un ruolo forse non voluto, forse temuto. Ambientazione scrupolosa, dialoghi sicuri, caratterizzazioni eccelse sulle quali svetta Helen Mirren nel ruolo della regina: impressionante somiglianza, recitazione impareggiabile, capace anche, in frangenti così delicati e intimi, di far trapelare una splendida, molto britannica ironia. Sarà Leone?

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24 ORE NEL MONDO

2 settembre 2006

 

 

- A cura di Andrea Cocco -

 

 

Il segretario generale dell’ONU Kofi Annan è arrivato in Iran, per una difficile missione diplomatica con il governo della Repubblica islamica. Tra gli obiettivi dell’incontro il rafforzamento della tregua in Libano e il programma nucleare di Teheran. Un tema di difficile soluzione, quest’ultimo, dopo la scadenza senza risposta dell’ultimatum dell’ONU all’Iran sulla sospensione dell’arricchimento dell’uranio. Il presidente iraniano ha ribadito che il suo Paese non rinuncerà a portare avanti la sperimentazione atomica. In un’intervista concessa prima dell’arrivo a Teheran al quotidiano francese “Le Monde”, Annan ha escluso che imporre sanzioni al regime degli ayatollah sia la soluzione più efficace in questo momento.

 

Almeno 32 i morti delle violenze di oggi in Iraq. Intanto un rapporto del pentagono segnala un netto peggioramento della situazione nel Paese, e parla dell’esistenza di condizioni per una guerra civile. Il nostro servizio:

 

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Il rapporto è quello che ogni quattro mesi viene consegnato dai vertici della difesa statunitense al Congresso, per aggiornare i deputati sullo stato della guerra in Iraq. Ma questa volta il suo contenuto potrebbe contribuire ad accrescere l’impopolarità della guerra sostenuta dalla Casa Bianca. A pochi mesi dalle promesse di un graduale miglioramento delle condizioni di sicurezza si parla infatti di un ulteriore aggravarsi del conflitto e del rischio di una guerra civile. Una parola chiave, che l’amministrazione Bush ha sempre rifiutato di pronunciare preferendo parlare di scontri settari tra sciiti e sunniti. “Oggi esistono le condizioni che potrebbero portare a una guerra civile” si legge nel documento, che prosegue: “Ci troviamo di fronte alla situazione più complessa da quando l’Iraq è stato invaso nel 2003”. Tra lo scorso 20 maggio, data di insediamento del nuovo governo iracheno, e l’11 agosto sarebbe salita a 800, la media settimanale degli attacchi. Mentre il numero delle vittime è aumentato del 50 per cento. Dati neanche oggi smentiti dalle notizie di cronaca. Questa mattina undici pellegrini pakistani e tre indiani sono stati uccisi mentre erano diretti nella città santa sciita di Kerbala, a sud di Baghdad. Secondo una prima ricostruzione sarebbero stati fatti scendere in una zona disabitata dal pulmino su cui viaggiavano e giustiziati con un colpo alla testa una volta allontanati donne e bambini. E sempre questa mattina l’esplosione di due autobombe, una a Baghdad l’altra a sud della capitale, ha causato l’uccisione di almeno sette persone. Mentre nel nord del Paese, sulla strada che collega la capitale a Samarra sono stati uccisi sei camionisti. Nessun danno invece ha provocato l’esplosione di un ordigno a Nassiriya al passaggio di un convoglio italiano. Intanto da Baghdad giunge anche l’annuncio della consegna ufficiale da parte dei militari statunitensi del famigerato carcere di Abu Ghraib, che d’ora in poi sarà gestito dalle autorità irachene.

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Violenti combattimenti in Sri Lanka, dove, secondo fonti del governo, almeno 80 guerriglieri delle Tigri Tamil sarebbero morti questa mattina in seguito a una battaglia navale al largo delle coste settentrionali del Paese. Lo scontro, durato sei ore, è iniziato dopo che unità navali dell’esercito srilankese avevano intercettato sei imbarcazioni tamil a largo della penisola di Jaffna. Intanto da Ginevra, il delegato generale del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)per l’Asia e il Pacifico, Reto Meinster, ha invocato l’arrivo di aiuti umanitari nella penisola di Jaffna, completamente isolata dal resto dell’isola. Da Ginevra: Mario Martelli:

 

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Ha definito preoccupante la situazione per gli scontri nella parte orientale e settentrionale dello Sri Lanka ed ha precisato che governo e Tigri del Fronte Tamil non sono riusciti a trovare un accordo sui mezzi per fornire assistenza alla popolazione della penisola di Jaffna. Il CICR ha già inviato e scortato aiuti ma ora la sua attività e bloccata e la penisola è completamente isolata dalla mancanza di un accordo fra le parti. Se questa situazione dovesse prolungarsi   - ha detto - la mancanza di medicinali e viveri colpirà gravemente 1,2 milioni di abitanti della penisola. Nuovi appelli sono rivolti al governo e Tigri Tamil perché sia consentito l’afflusso dei soccorsi con mezzi navali o convogli stradali. Il delegato del CICR ha ricordato anche la drammatica situazione delle popolazioni colpite dallo tsunami della fine del 2004, affermando che il conflitto crea ora gravi ostacoli anche per i progetti di ricostruzione.

 

Da Ginevra, Mario Martelli per la Radio Vaticana.

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E’ di tre palestinesi uccisi, il bilancio di una serie di scontri notturni nella striscia di Gaza. Due militanti di Hamas, padre e figlio, sono stati uccisi nella loro casa durante un’incursione israeliana a Beit Hanoun, nel nord della Striscia, spesso bersaglio delle forze armate dello Stato Ebraico, impegnate a prevenire il lancio di razzi Qassam contro Israele. Un terzo palestinese è stato ucciso al valico di frontiera di Kissufim. Intanto, il presidente egiziano, Mubarak, ha dichiarato oggi in un’intervista al quotidiano governativo, Al Ahram, che sarebbero in corso negoziati fra israeliani e palestinesi, con la partecipazione di Organizzazioni non governative, per ottenere la liberazione del soldato israeliano, Gilad Shalit, rapito da Hamas, in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi detenuti in Israele. A Stoccolma i Paesi Donatori hanno promesso ieri 500 milioni di dollari per l’emergenza nei Territori. Una cifra notevolmente superiore ai 380 milioni di dollari che l’ONU riteneva necessari per fronteggiare la situazione in rapido deterioramento a Gaza e in Cisgiordania.

 

 

E' iniziata questa mattina a Karthoum in Sudan la seconda fase dei colloqui tra il governo somalo e i rappresentanti delle Corti Islamiche, che controllano diverse zone del Paese. Tre gli argomenti principali al centro del confronto: la presenza delle truppe etiopi in territorio somalo; il dispiegamento di una forza internazionale di interposizione; la formazione di un di governo di unità nazionale. L'ultimo incontro si era concluso lo scorso 22 giugno con un riconoscimento reciproco delle due parti e la firma di un accordo per la cessazione temporanea delle ostilità. Anche questa volta a mediare è la Lega Araba, secondo cui il confronto potrebbe durare 10 giorni.

 

Sale la tensione in Messico in attesa della comunicazione ufficiale dei risultati elettorali per le presidenziali dello scorso 2 luglio. Ieri si è concluso nel caos il previsto discorso del presidente uscente Vincente Fox di fronte al Congresso. I deputati del Partito della rivoluzione democratica (Prd), guidato dal leader Andrés López Obrador, hanno occupato la tribuna del Parlamento bloccando l'accesso al capo dello Stato Vicente Fox e impedendo la lettura del discorso. Il servizio di Luis Badilla:

 

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Gli appelli del presidente del Parlamento e la presenza nell'emiciclo di agenti di polizia e della Guardia presidenziale non sono bastati a dissuadere i contestatori. Fox ha preferito evitare incidenti e ha rinunciato a pronunciare il discorso di fine mandato per poi esprimere la sua amarezza davanti alle telecamere: "Non è stata un'offesa alla mia persona - ha affermato - ma alla carica di presidente e al popolo messicano nel suo complesso". Mentre all'esterno del Palacio San Lázaro, sede del Congresso, si erano radunati migliaia di sostenitori della sinistra, i deputati dell’opposizione hanno duramente criticato Fox per i presunti brogli alle presidenziali del 2 luglio e l’assegnazione della vittoria al conservatore Felipe CalderÓn, a discapito del leader della sinistra LÓpez Obrador. Dopo la presentazione a luglio di diverse denunce di brogli, sulle contestate elezioni si attende ancora il verdetto ufficiale del Tribunale federale, che secondo alcuni potrebbe giungere anche prima della scadenza ufficiale prevista per il 6 settembre. Per ora le indiscrezioni insistono nel dire che il candidato Felipe Calderón vedrà confermato il suo successo con uno scarto dello 0,58%. E mentre la stampa messicana esprime anche oggi una grande preoccupazione per la stabilità del Paese, il leader della sinistra LÓpez Obrador continua a paventare l’ipotesi di un governo parallelo con il sostegno della strada.

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Quattordici presunti terroristi sono stati arrestati dalla polizia a Londra in un raid notturno. L’operazione, pianificata su indicazione del controspionaggio, è stata condotta dagli agenti dell’antiterrorismo. Un portavoce della Metropolitan Police ha precisato che il blitz non è collegato al piano per far saltare in aria aerei di linea fra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti con esplosivo liquido, sventato a metà agosto

 

E’ stato ridimensionato il bilancio delle vittime dell’incidente aereo avvenuto ieri a Mashhad, nel nord-est dell’Iran. Sono 29 i morti, e non un centinaio, come annunciato in un primo momento, per lo schianto del Tupolev Tu-154, che ha preso fuoco subito dopo l’atterraggio a causa dello scoppio di un pneumatico. Sono invece 43 i feriti. In serata, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan si è detto “profondamente rattristato” per l’incidente, avvenuto alla vigilia della sua visita in nella Repubblica Islamica.

 

Le Forze Nato in Afghanistan si danno sei mesi di tempo per prevalere sulla guerriglia talebana. Ad annunciarlo il comandante delle truppe alleate, il generale britannico David Richards, in un’intervista pubblicata questa mattina sul Financial Times. Sul terreno, nel frattempo, sono continuati i combattimenti nella provincia meridionale di Helmand, dove ieri era stato ucciso un soldato britannico. Questa mattina quattro poliziotti afghani sono morti a seguito di uno scontro a fuoco che avrebbe causato la morte di tre combattenti talebani.

 

In Bolivia, almeno quattro costituenti del Movimento al socialismo (MAS), la formazione del presidente, Juan Evo Morales, sono finiti in ospedale e uno di loro è in coma a causa dei disordini scoppiati a Sucre, durante lo svolgimento dell’Assemblea Costituente. I tafferugli sono scaturiti dall’approvazione di un regolamento, che darebbe alla Costituente il carattere di “originaria”, ponendola al di sopra di ogni attuale potere. L’opposizione ha protestato violentemente, minacciando il ricorso alla giustizia internazionale; sono nati scontri verbali e fisici tra costituenti. Il capo gruppo del MAS, Román Loayza, mentre inveiva contro l’opposizione, è inciampato precipitando da un altezza elevata e ha sbattuto la testa. Altri tre deputati del MAS sono finiti in ospedale dopo un’aggressione.

 

 

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