RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 302 - Testo della trasmissione di domenica 29  ottobre 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Battesimo è alla base dell’impegno missionario di ogni cristiano: così, Benedetto XVI all’Angelus in Piazza San Pietro. Il Papa rivolge un pressante appello per la liberazione delle vittime dei sequestri nel mondo, e in particolare dell’allevatore sardo Giovanni Battista Pinna; poi annuncia la sua partecipazione all’Incontro dei giovani cattolici italiani, in programma a Loreto nel settembre 2007.  Intervista con l’arcivescovo di Sassari, mons. Paolo Atzei

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il saluto del Papa all’XI convegno dell’Iniziativa di Comunione del Rinnovamento carismatico cattolico, chiuso oggi a Fiuggi: ce ne parla padre Giuseppe Galliano

 

L’Enciclica di Benedetto XVI, “Deus caritas est”, al centro di un convegno a Collevalenza: la riflessione di padre Aurelio Perez

 

Una risposta concreta ai problemi economici di oggi: con questo spirito, è nato il Polo delle aziende di economia di comunione, nei pressi della cittadella internazionale dei Focolari a Loppiano

 

Approvata alle Nazioni Unite la stesura di un Trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali: con noi, Giorgio Beretta

 

CHIESA E SOCIETA’:

Una commissione per esaminare la storia della persecuzione della Chiesa in Polonia nel secondo dopoguerra: è l’iniziativa presa dai vescovi polacchi al termine della loro assemblea plenaria, svoltasi nei giorni scorsi a Varsavia

 

Conclusi, ieri a Sofia, i festeggiamenti per l’80.mo anniversario dell’Esarcato apostolico in Bulgaria

 

Apertura all’altro e valorizzazione delle differenze al centro dell’assemblea internazionale della famiglia lasalliana, in corso a Roma fino al 5 novembre

 

Consolidare la fede e diffondere la Parola di Dio: questo l’obiettivo del concorso sulla lettura della Sacra Scrittura, promosso a Taiwan dalla diocesi di Kaohsiung

 

Oggi, Giornata mondiale della psoriasi, malattia della pelle che colpisce 130 milioni di persone, con conseguenti disagi sociali

 

24 ORE NEL MONDO:

Domenica elettorale con il ballottaggio per le presidenziali in Repubblica Democratica del Congo, Brasile e Bulgaria, mentre in Serbia si vota per una nuova Costituzione che, se approvata, confermerebbe la sovranità sul Kosovo

 

Si schianta aereo in Nigeria, decine i morti

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 ottobre 2006

 

IL BATTESIMO E’ ALLA BASE DELL’IMPEGNO MISSIONARIO DI OGNI CRISTIANO,

COSI’, BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS IN PIAZZA SAN PIETRO.

IL PAPA RIVOLGE UN PRESSANTE APPELLO PER LA LIBERAZIONE DELLE VITTIME

DEI SEQUESTRI NEL MONDO, E IN PARTICOLARE DELL’ALLEVATORE SARDO GIOVANNI BATTISTA PINNA, POI ANNUNCIA LA SUA PARTECIPAZIONE ALL’INCONTRO DEI GIOVANI CATTOLICI ITALIANI, IN PROGRAMMA A LORETO NEL SETTEMBRE 2007

- Con noi l’arcivescovo di Sassari, mons. Paolo Mario Virgilio Atzei -

 

Riscoprire il valore del Battesimo, base dell’impegno missionario di ogni cristiano: è l’esortazione di Benedetto XVI che all’Angelus, di fronte ad una piazza San Pietro gremita di fedeli sotto un sole quasi estivo, ha auspicato che si moltiplichino i missionari del Vangelo. Quindi, il Papa ha chiesto con forza la liberazione di tutte le vittime dei sequestri ed ha annunciato la sua partecipazione all’incontro dei giovani cattolici italiani, a Loreto nel settembre del 2007. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

Vicino a quanti soffrono a causa della violenza: all’Angelus, Benedetto XVI ha rivolto un pressante appello per la liberazione di tutti i sequestrati. Un appello, ha detto, che risponde alle tante “richieste di intervento” che gli giungono da ogni parte del mondo:

 

“Mentre ribadisco la più ferma condanna di questo crimine, assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutte le vittime e per i loro familiari e amici. In particolare, mi unisco al pressante appello recentemente rivoltomi dall’arcivescovo e dalla comunità di Sassari in favore del signor Giovanni Battista Pinna, rapito il 14 settembre scorso, perché sia presto restituito ai suoi cari”.

 

Citando Giovanni Battista Pinna, il Papa ha così voluto ricordare soprattutto quelle vittime che rischiano di essere dimenticate, perché i loro sequestri non sono oggetto dell’attenzione dei mass media. Prima di tale appello, Benedetto XVI, commentando il Vangelo di oggi che narra la guarigione del cieco di Gerico, ha ribadito che il “cuore di Cristo” viene toccato dalla sofferenza degli uomini. Nella vicenda del cieco Bartimeo, ha detto, il “momento decisivo” è proprio “l’incontro personale, diretto tra il Signore e quell’uomo sofferente”:

 

“Si trovano l’uno di fronte all’altro: Dio con la sua volontà di guarire e l’uomo con il suo desiderio di essere guarito. Due libertà, due volontà convergenti: “Che vuoi che io ti faccia?”, gli chiede il Signore. “Che io riabbia la vista!”, risponde il cieco. “Va’, la tua fede ti ha salvato”. Con queste parole si compie il miracolo. Gioia di Dio, gioia dell’uomo”.

 

Venuto alla luce, ha proseguito il Papa, Bartimeo diventa un discepolo di Gesù e “sale col Maestro a Gerusalemme per partecipare con lui al grande mistero della salvezza”. Questo racconto, ha detto ancora, “evoca l’itinerario del catecumeno verso il sacramento del Battesimo, che nella Chiesa antica era chiamato anche Illuminazione”.

 

“La fede è un cammino di illuminazione: parte dall’umiltà di riconoscersi bisognosi di salvezza e giunge all’incontro personale con Cristo, che chiama a seguirlo sulla via dell’amore”.

 

Ha cosi ricordato che nei luoghi di antica evangelizzazione, “dove è diffuso il Battesimo dei bambini” vengono proposte ai giovani e agli adulti “esperienze di catechesi e di spiritualità che permettono di percorrere un cammino di riscoperta della fede in modo maturo e consapevole per assumere poi un coerente impegno di testimonianza”. Parole corredate da una viva esortazione rivolta, in particolare, ai pastori e ai catechisti:

 

“La riscoperta del valore del proprio Battesimo è alla base dell’impegno missionario di ogni cristiano, perché vediamo nel Vangelo che chi si lascia affascinare da Cristo non può fare a meno di testimoniare la gioia di seguire le sue orme. In questo mese di ottobre, particolarmente dedicato alla missione, comprendiamo ancor più che, proprio in forza del Battesimo, possediamo una connaturale vocazione missionaria”.

 

Ha così invocato la Vergine Maria, affinché ogni battezzato possa sentire di essere chiamato “ad annunciare a tutti l’amore di Dio con la testimonianza della propria vita” e si “moltiplichino così i missionari del Vangelo”. Dopo l’Angelus, il Papa ha annunciato la sua partecipazione a Loreto al grande incontro dei giovani cattolici italiani, in programma l’1 e 2 settembre del prossimo anno:

 

“Presso quell’amato Santuario mariano vivremo insieme un momento di grazia, nella gioia della fede e nella prospettiva della missione, anche in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney nel 2008”.

 

Prima di congedarsi dai fedeli, il Papa ha rivolto un particolare saluto all’Associazione dei Motociclisti Forze di Polizia, che ha risposto con un simpatico e fragoroso rombo di motociclette.

**********

 

Dunque, all’Angelus, il Papa ha rivolto un pressante appello per la liberazione di tutti i sequestrati nel mondo. Il Pontefice ha citato in particolare Giovanni Battista Pinna, 37 anni, allevatore di Bonorva, nel sassarese, rapito nel settembre scorso. Per la sua liberazione si è mobilitata tutta la comunità locale, a partire dall’arcivescovo di Sassari, mons. Paolo Mario Virgilio Atzei, che - al microfono di Alessandro Gisotti - testimonia la commozione con la quale è stato accolto l’appello del Papa:

 

**********

R. – Con immensa gratitudine, anche con commozione, perché c’è stata tanta disattenzione, non tanto della stampa locale quanto della grande stampa nazionale… quindi, quando ho presentato la lettera in Segreteria di Stato ho pregato che il Santo Padre desse voce a questa piccola comunità della nostra diocesi. E questo, affinché tale rapimento fosse portato a conoscenza di tutte le comunità ecclesiali, nazionali ed internazionali, potesse avere non soltanto il riscontro della preghiera, e anche affinché avessero dignità tutti gli altri sequestri “minori”. Quello che ho scritto nella lettera al Santo Padre: “Perché la Sua voce ri-dia dignità a tutti i sequestri: quelli di serie A, di serie B, di serie C e anche a tanti altri dimenticati”. Quindi, una gratitudine davvero filiale, profonda, fraterna al Santo Padre perché ha raccolto questo nostro accorato appello.

 

D. – Sono quasi due mesi ora che Giovanni Battista Pinna è stato rapito. Con quali iniziative la Chiesa è stata vicina alla famiglia?

 

R. – Quando è stato rapito, ho telefonato subito al parroco di Bonorva il quale si è fatto portavoce dei sentimenti di tutta la comunità cristiana, perché in queste circostanze non può mancare la presenza e la consolazione di Cristo Buon Pastore. Appena sono rientrato, sono andato anch’io a visitare la famiglia. Mi ha sconvolto da una parte l’atteggiamento di dignità, di silenzio della famiglia, e dall’altro la situazione precaria in cui versa questa famiglia: la mamma in carrozzella, il papà che deve portare avanti adesso questa azienda bovino-ovina da solo, aiutato appena da un figlio; le due sorelle, anche, costernate … Il paese, dopo una prima fiaccolata che abbiamo fatto, cui hanno partecipato 5 – 6 mila persone di tutto il territorio, ha continuato tramite le scuole a tener calda la notizia.

 

D. – Quali sono ora le sue speranze, dopo che il Papa ha rivolto un appello che auspicabilmente, potrà toccare i cuori di chi tiene sequestrata questa persona?

 

R. – La speranza è riposta nella forza invincibile della preghiera, che non significa ottenere subito quello che chiediamo ma mettere nell’economia della grazia di Dio questo evento. In secondo luogo, spero che lo Spirito Santo illumini il cuore e le coscienze di questi che io francescanamente chiamo “fratelli lupi”, che facciano la mossa contraria al rapimento di questo carissimo nostro fratello. E in terzo luogo, mi auguro che tutta la comunità diocesana, la comunità locale tragga che da questo tragico evento dei frutti benefici ma anche quella capacità di vincere le piccole catene locali di omertà.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

29 ottobre 2006

 

IL SALUTO DEL PAPA ALL’XI CONVEGNO

DI COMUNIONE DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO,

CHIUSO OGGI A FIUGGI

- Intervista con padre Giuseppe Galliano -

 

Si è concluso oggi a Fiuggi, in provincia di Roma, l’XI Convegno dell’Iniziativa di Comunione del Rinnovamento carismatico cattolico, incentrato quest’anno sul tema ‘Dio è amore: dono e comunione’. Non è mancato l’atteso messaggio del Papa, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Nell’inviare il suo “beneaugurante saluto” a tutti i partecipanti “all’importante incontro”, Benedetto XVI ha auspicato che questo appuntamento possa contribuire “a rinsaldare i propositi di generosa testimonianza cristiana”. Sul convegno di Fiuggi, il servizio di Giovanni Peduto.

 

**********

Intensi momenti di preghiera di lode e di adorazione, di intercessione e guarigione, concelebrazioni eucaristiche che hanno lasciato il segno per la fervorosa devozione con cui sono state vissute, testimonianze toccanti di fondatori, come Chiara Amirante dell’Associazione ‘Nuovi Orizzonti’, e una serrata catechesi sui carismi, sviluppata in otto simposi guidati da sacerdoti e laici impegnati nelle comunità, hanno costituito il contenuto pregnante di quest’incontro incentrato sulla ricchezza e la gioia della comunione. Ecco la riflessione di padre Giuseppe Galliano di Oleggio (Novara), consigliere spirituale della Iniziativa di Comunione, il quale ha presieduto la concelebrazione conclusiva:

 

D. – Cosa suggerisce agli aderenti al Rinnovamento carismatico in Italia per vivere con ancora più efficacia la comunione?

 

R. – La comunione si può vivere efficacemente quando si basa sulla verità di quello che siamo e di quello a cui siamo chiamati: la carismaticità! Più accentueremo questa particolarità a cui lo Spirito ci chiama più saremo in comunione perchè unico è il progetto di Dio. ‘Aspirate ai carismi più grandi’ (1 Cor 12,31): desiderarli e usarli per il bene comune non può che fare di noi un'unica famiglia. Diversamente sono solo aggregazioni umane che non rendono ragione della speranza che è in noi.

 

D. – Quale progettualità per il futuro auspica per l’Iniziativa di Comunione?

 

R. – Il futuro per l'Iniziativa di Comunione oltre all'uso dei carismi, dai più piccoli ai più grandi, è il ritorno a una predicazione che provoca l'effusione dello Spirito e quindi un raccontare quello che Dio ha già fatto per noi e che sta continuando a fare e non quello che noi dobbiamo fare per Lui.

 

Si canta ancora mentre ci si saluta con l’appuntamento al prossimo anno. I convegnisti lavoreranno intanto nelle proprie realtà parrocchiali e comunitarie per testimoniare che lo Spirito è il costruttore della comunione, come ha evidenziato anche il coordinatore nazionale Giorgio Grotto nel saluto finale. Lo scopo fondamentale dell’Iniziativa di Comunione, che ha mosso i primi passi dieci anni or sono, nel 1996, è appunto quello di promuovere la comunione fra tutte le espressioni della grande e variegata famiglia del Rinnovamento Carismatico Cattolico in Italia, che oggi conta nel nostro Paese circa 1.800 gruppi e comunità, per un totale di oltre 150 mila aderenti.

 

Da Fiuggi, Giovanni Peduto, Radio Vaticana.

************

 

 

L’ENCICLICA DI BENEDETTO XVI, “DEUS CARITAS EST”,

AL CENTRO DI UN CONVEGNO A COLLEVALENZA

- Intervista con padre Aurelio Perez

 

L’Enciclica di Benedetto XVI, “Deus caritas est”, è stata al centro di un convegno promosso a Collevalenza, in provincia di Perugia, dal Centro studi “Dives in misericordia”. Ad aprire i lavori il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi; a chiuderlo, oggi, la relazione del cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo. Nella “Deus caritas est” Benedetto XVI sottolinea che “la carità per la Chiesa non è una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua essenza”. Ecco in proposito la riflessione dell’organizzatore dell’incontro, padre Aurelio Perez, vicario generale dei Figli dell’Amore Misericordioso. L’intervista è di Debora Donnini:

 

**********

R. – Cuore della carità della Chiesa, anche nelle sue dimensioni più pratiche, nasce da questo quid unico, che è il cuore del Vangelo. Comunque, il Papa insiste molto su queste dimensioni pratiche: il rapporto delicato tra i compiti dello Stato e i compiti della Chiesa, secondo una giusta autonomia. La Chiesa, d’altra parte, non può assolutamente rinunciare all’opera della carità, proprio a partire dal mandato di Gesù, che chiede di andare ai fratelli, soprattutto verso i più bisognosi, e di aiutare, non solo lo spirito attraverso il Vangelo, ma anche il corpo, sempre a partire da questo cuore di Dio.

 

D. – Scrive sempre Benedetto XVI nell’Enciclica: eros e agape, amore ascendente e amore discendente, non si lasciano mai separare completamente l’uno dall’altro. E ancora: quanto più ambedue, pure in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell’unica realtà dell’amore, tanto più si realizza la vera natura dell’amore in genere …

 

R. – Il Papa parte da una considerazione, che a livello culturale spesso c’è una certa prevenzione nei confronti della Chiesa, quasi che il cristianesimo volesse distruggere l’eros. Invece, il Papa dice tutt’altro. L’eros fa parte della creazione di Dio. E’ stato creato da Lui. E’ Lui che ha fatto l’uomo e la donna con l’istintività, l’attrazione reciproca tra i sessi. Solo che l’eros, dopo il peccato, è diventato schiavo delle tendenze egoistiche. Allora, deve essere purificato, non distrutto, per raggiungere quella pienezza d’amore che poi si esprime nell’agape di Dio. E allora c’è un discorso di integrazione, non di contrapposizione.

 

D. – Lei è il direttore del Centro studi “Dives in misericordia”, quali sono gli obiettivi di questo Centro?

 

R. – Il Centro studi “Dives in misericordia” prende il nome appunto dalla Enciclica di Giovanni Paolo II, che venne promulgata un anno prima che lo stesso Giovanni Paolo II venisse qui a Collevalenza, in visita al Santuario dell’Amore Misericordioso. Il nostro Centro studi si propone di approfondire queste tematiche. Il messaggio dell’amore misericordioso, che Madre Speranza, fondatrice dei Figli dell’Amore Misericordioso, ha voluto in questo santuario e attraverso di esso, come un annuncio di evangelizzazione dell’uomo di oggi, vuole essere approfondito a tutti i livelli.

**********

 

 

UNA RISPOSTA CONCRETA AI PROBLEMI ECONOMICI DI OGGI:

CON QUESTO SPIRITO, E’ NATO IL POLO DELLE AZIENDE DI ECONOMIA DI COMUNIONE,

NEI PRESSI DELLA CITTADELLA INTERNAZIONALE DEI FOCOLARI A LOPPIANO.

ALL’INAUGURAZIONE, AVVENUTA IERI, IL CARDINALE ENNIO ANTONELLI

E IL PREMIER ITALIANO, ROMANO PRODI

 

“Quanto si sta inaugurando ha un ruolo esemplare nella società. In ogni società, per andare avanti c’è bisogno di esempi”. Così, il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, intervenuto ieri pomeriggio all’inaugurazione del primo Polo europeo delle aziende di economia di comunione, il Polo “Lionello Bonfanti”, nei pressi della cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano, sui colli toscani.  Tra le autorità civili e religiose presenti il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, e il vescovo di Fiesole, mons. Luciano Giovannetti. Dal Polo “Lionello Bonfanti”, il servizio di Carla Cotignoli:

 

**********

Arrivando al Polo si è subito colpiti dalla grande costruzione che si estende su 9600 metri quadrati. Non appare come un capannone industriale: la sua architettura esprime, quale è, la casa di imprese che, pur stando sul mercato, hanno avuto l’ardire di scegliere una nuova via economica, per sanare il divario tra ricchi e poveri. Il Polo ospita, ad oggi, 15 aziende produttive e di servizio: nel campo tessile, informatico, impiantistico, ed iniziative di formazione professionale. Un’impresa non facile, quella di trasferire la propria azienda o creare nuove filiali, come è emerso dai flash delle esperienze di questi imprenditori. Un coraggio che si va ad aggiungere alla scelta di attuare un progetto che comporta la destinazione sociale di una considerevole parte degli utili.

 

In un messaggio per l’occasione, Chiara Lubich ha auspicato che il Polo sia una risposta concreta ai problemi economici di oggi. Ed ha dato un motto: “Dio opera sempre”, iscritto su una targa che campeggia nella hall dell’edificio. “Per ricordare il valore che Dio dà al lavoro, all’ingegno creativo proprio dell’uomo”. Il premier italiano, Prodi, di questa realizzazione ha sottolineato l’impegno di trasparenza nei bilanci e il rispetto delle leggi, e la libera condivisione degli utili per attivare una rete di solidarietà. Ed ha aggiunto:

 

“Ogni società ha bisogno di esempi, perché altrimenti si inaridisce, altrimenti tutto diventa standard ripetitivo. Qui c’è un esempio”.

 

Il cardinale Antonelli ha evidenziato come questa realizzazione abbia radice  nell’amore evangelico. Citando il Concilio Vaticano II, ha detto:

 

“La carità non è soltanto il criterio fondamentale della perfezione personale, ma è anche criterio fondamentale per la trasformazione del mondo”. 

 

Il porporato ha definito l’idea dell’economia di comunione “niente affatto utopistica” e così affascinante che può contagiare tante altre imprese.

 

Da Loppiano, Carla Cotignoli, per la Radio Vaticana.

**********

 

 

APPROVATA ALLE NAZIONI UNITE LA STESURA DI UN

TRATTATO INTERNAZIONALE SUL COMMERCIO DELLE ARMI CONVENZIONALI

- Con noi, Giorgio Beretta -

 

         139 Paesi hanno approvato, in questi giorni, al Palazzo di Vetro una risoluzione che avvia i lavori per la stesura di un Trattato internazionale sul commercio mondiale delle armi convenzionali. Il voto, che ha visto gli Stati Uniti contrari alla risoluzione, arriva proprio nella settimana dedicata dalle Nazioni Unite al disarmo. Sul tema Giovanni Augello ha sentito Giorgio Beretta, ricercatore presso l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia:

 

**********

R. – Purtroppo in tema di disarmo non si sta facendo assolutamente nulla. In questi ultimi anni la spesa militare mondiale ormai ha sfiorato il miliardo e 120 milioni di dollari ed è tornata, praticamente, ai livelli della Guerra Fredda. Inoltre sta aumentando anche il commercio delle armi sia di tipo convenzionale, sia – e anche questo è altrettanto preoccupante – le armi di cosiddetto piccolo calibro, le armi leggere.

 

D. – Perché è importante la stesura di un Trattato internazionale sul commercio di armi?

 

R. – A livello internazionale non esiste un regolamento per quanto riguarda il commercio di armamenti, non esiste sia per i grossi sistemi di armi e nemmeno per i piccoli sistemi di armi, le cosiddette armi leggere. L’UE nel 1998 si è data un codice di condotta che però ha due grosse falle: una è che non è un codice vincolante; secondo, che non è sanzionatorio. Oggi, quindi, a livello internazionale, è importante riuscire ad arrivare ad un Trattato che per lo meno ponga dei paletti precisi per quanto riguarda l’esportazione di armi.

 

D. – Quali sono invece le dimensioni e le conseguenze del commercio delle armi leggere?

 

R. – Le armi leggere sono state le vere armi di distruzione di massa di questi ultimi 20 anni. Dalla fine della Guerra Fredda ad oggi, abbiamo visto in tantissimi scenari di guerra, l’uso di queste armi che sono arrivate in questi Paesi attraverso traffici, il più spesso delle volte illeciti ma anche attraverso commerci leciti. Il numero delle vittime è ingente, ci sono stati 3 milioni di vittime nei Grandi Laghi, un milione di morti in Liberia, un altro milione in Rwanda; se noi mettiamo insieme questi numeri, ci rendiamo conto di quale effetto di distruzione di massa abbiano queste armi.

 

D. – Possiamo dire oggi che il commercio di armi mondiale è ormai fuori controllo?

 

R. – Purtroppo, sì. Negli ultimi giorni, una ricerca di Amnesty International ha messo in risalto come siano stati trovati sistemi di munizioni in mano ai ribelli che agiscono nelle zone orientali della Repubblica Democratica del Congo, munizioni che arrivavano dai più svariati Paesi, dagli Stati Uniti ma anche dalla Cina, dalla Russia, addirittura dalla Grecia. Oggi è importante controllare il sistema delle triangolazioni perché molto spesso, se un dieci per cento del commercio mondiale di armi leggere è illegale, c’è un 25-30 per cento che pur partendo come legale, poi di fatto finisce in teatri di guerra.

 

D. – Di quali nuove regole abbiamo bisogno per governare il commercio internazionale di armi?

 

R. – Sono semplici ed anche molto chiare. Innanzitutto vietare l’esportazione di armi ai Paesi che siano in guerra. In secondo luogo vietare l’esportazione di armi ai Paesi dove ci siano sistemi dittatoriali. In terzo luogo, ai Paesi dove ci siano continue ed anche reiterate violazioni dei diritti umani.

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

29 ottobre 2006

 

UNA COMMISSIONE PER ESAMINARE LA STORIA DELLA PERSECUZIONE DELLA CHIESA

IN POLONIA NEL SECONDO DOPOGUERRA: L’HANNO ISTITUITA I VESCOVI POLACCHI

AL TERMINE DELLA LORO ASSEMBLEA PLENARIA,

SVOLTASI NEI GIORNI SCORSI A VARSAVIA

 

VARSAVIA. = “La Chiesa in Polonia non richiede nessun privilegio, esige però il rispetto dell’autonomia garantita dalla Costituzione e dal Concordato”: a ribadirlo sono i vescovi polacchi, che al termine della loro assemblea plenaria, svoltasi a Varsavia nei giorni scorsi, spiegano così la decisione di istituire una Commissione storica che, “in collaborazione con le commissioni diocesane esistenti, esaminerà la storia della persecuzione della Chiesa nella Polonia del dopoguerra”. “Prima che sorgesse una qualsiasi opposizione organizzata nel Paese – sottolineano i presuli in una nota diramata dall’agenzia SIR - la Chiesa ha difeso da sola per decine di anni la dignità dell'uomo e della nazione”, divenendo “l'istituzione più perseguitata e più attaccata”. In un Paese “oggi indipendente e democratico”, fino al 1989 “le azioni della macchina criminale dei servizi segreti dello Stato comunista hanno costretto alla collaborazione, con il ricatto e le minacce, sia laici sia sacerdoti. Solo in tale contesto – ammoniscono i vescovi - è lecito valutare singoli casi” di eventuale “collaborazione con i servizi di sicurezza”. “La Chiesa non può acconsentire a una situazione in cui al di fuori di ogni procedimento giuridico, con accuse pubbliche si intacca la dignità umana delle persone imputate”, concludono i vescovi, dichiarandosi “solidali” con le persone che hanno “ricevuto torti”. (R.M.)

 

 

CONCLUSI, IERI A SOFIA, I FESTEGGIAMENTI PER L’80.MO ANNIVERSARIO

DELL’ESARCATO APOSTOLICO IN BULGARIA

- A cura del Programma Bulgaro -

 

SOFIA. = “La storia della Chiesa cattolica assomiglia a un’incudine che subisce i colpi dei martelli, a sua volta consumandoli. E dopo la caduta del regime comunista, la verità ha trionfato perché la fede non può essere distrutta”: così, l’esarca apostolico di Sofia per i cattolici di rito bizantino-slavo residenti in Bulgaria e presidente della Conferenza episcopale bulgara, mons. Christo Proykov, che ieri a Sofia ha presieduto una Messa solenne per l’80.mo anniversario dell’Esarcato Apostolico nel Paese balcanico. I festeggiamenti erano iniziati venerdì nella chiesa di “Maria Assunta” e si sono conclusi ieri con la benedizione della nuova biblioteca, della nuova cappella e del nuovo museo dell’Esarcato. Tra gli ospiti, il nunzio apostolico in Bulgaria, mons. Giuseppe Leanza, il rappresentante della Congregazione delle Chiese Orientali, mons. Jaroslav Karpyak, nonché i vescovi di rito bizantino di Ungheria e Serbia. Nel suo intervento, mons. Karpyak ha ricordato che il Beato Giovanni XXIII, delegato apostolico a Sofia dal 1925 al 1934, continua dal cielo ad aiutare i cattolici bulgari.  Il presule ha poi augurato alla Chiesa bulgara continuità e perseveranza nella fede a Cristo e al Papa. La festa si colloca nel contesto del grande giubileo del 2010, quando la Chiesa cattolica di rito bizantino-slavo in Bulgaria festeggerà i 150 anni dalla sua costituzione.

 

 

APERTURA ALL’ALTRO E VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE AL CENTRO DELL’ASSEMBLEA INTERNAZIONALE DELLA FAMIGLIA LASALLIANA,

IN CORSO A ROMA FINO AL 5 NOVEMBRE

 

ROMA. = “Riflettere sulla storia e sulla situazione attuale della Famiglia Lasalliana; trovare risposte ai nuovi bisogni dei giovani; condividere esperienze associative; verificare le strutture e lo spirito della Famiglia”: con questi intenti, è in corso a Roma, fino al 5 novembre, l’Assemblea internazionale della Famiglia Lasalliana, che si ispira al movimento educativo di San Giovanni Battista La Salle, fondatore della congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Un avvenimento storico, che raduna i delegati di 80 mila educatori di oltre 80 Paesi. Un particolare riguardo viene dato “alla dimensione internazionale – ha affermato il superiore generale, Fr. Alvaro Rodriguez Echeverria – che ci spinge a vivere l’accoglienza e a rispettare e valorizzare le differenze”. Ciò suppone “un cambio di atteggiamento che deve farci aprire all’ascolto e alla condivisione”. E non è facile, “perché spesso siamo convinti di essere i depositari della verità”. “Non si tratta – ha avvertito il superiore – di rinunciare alla nostra identità cristiana. Il messaggio di Cristo, infatti, fatto di amore e perdono, è la ricchezza più grande che possiamo dare ai giovani”. I Lasalliani operano in oltre 80 Paesi insieme a oltre 60 mila fedeli laici, offrendo la loro opera a più di 700 mila studenti. (R.M.)

 

 

Consolidare la fede e diffondere la parola di Dio:

questo l’obiettivo del Concorso sulla lettura della Sacra Scrittura,

promosso a TAiwan dalla diocesi di KaoHsiung

 

TAI PEI. = Promuovere la lettura della Sacra Scrittura; consolidare la fede cristiana; diffondere la Parola di Dio; attuare la pastorale biblica: con questi obiettivi, l’associazione dell’Apostolato e l’associazione della Sacra Scrittura della diocesi di Kaohsiung, a Taiwan, hanno recentemente organizzato il “Concorso della lettura della Sacra Scrittura”. “Non conoscere la Bibbia vale a dire non conoscere Cristo”, ha affermato il vescovo coadiutore della diocesi, mons. Peter Liu Cheng-chung, recandosi nella sede del concorso per incoraggiare i partecipanti. Anche sacerdoti, religiosi e operatori pastorali delle parrocchie erano presenti all’iniziativa per assistere i concorrenti durante il tempo di lavoro, durato tre ore e mezzo. Alla fine, ogni partecipante ha ricevuto una copia del testo delle “Beatitudini” e un dolce, che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole rappresentare il cibo spirituale e quello materiale di cui gli uomini hanno bisogno. Il concorso è giunto ormai alla fase finale: sul sito Internet della diocesi (http://www.catholic.org.tw ) sono stati pubblicati i nomi dei vincitori, mentre la cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 25 novembre, in coincidenza con la chiusura dell’anno diocesano dell’Eucaristia. Secondo la “Cattolic Church Directory Taiwan 2004”, della segreteria della Conferenza episcopale regionale di Taiwan, la diocesi di Kaohsiung, che conta 58 parrocchie e 56 stazioni missionarie, è composta da oltre 47 mila fedeli, 18 sacerdoti diocesani, 70 religiosi, 1 seminarista, 94 religiose, 10 catechisti, 9 decanati. Non mancano gli istituti di formazione: c’è infatti un’università cattolica, con circa 6 mila iscritti; 3 scuole superiori, con più di 8 mila studenti; una scuola materna e 28 asili. (E. B.)

 

 

OGGI, GIORNATA MONDIALE DELLA PSORIASI,

MALATTIA DELLA PELLE CHE COLPISCE 130 MILIONI DI PERSONE,

CON CONSEGUENTI DISAGI SOCIALI

 

GINEVRA. = Chiazze rossastre e tondeggianti coperte da scaglie di pelle color argento: sono questi i segni evidenti della psoriasi, patologia cronica della pelle, che si sviluppa quando il sistema immunitario dell’organismo procura una crescita rapida dell’epidermide, con conseguente desquamazione. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, finanziare la ricerca e favorire l'informazione su questa patologia, che colpisce nel mondo circa 130 milioni di persone, l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove oggi la Giornata mondiale della psoriasi. Alla base della malattia, che non è contagiosa, vi è un’alterazione genetica, che si trasmette per via ereditaria, ma anche con l'intervento di fattori esterni, come stress, alcol e fumo. Da uno studio dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma (IDI) è emerso che in generale, 7 pazienti su 10 hanno difficoltà a riposare e uno su due soffre a causa del sanguinamento e del dolore. Molto invalidante è poi il disagio sociale legato alle chiazze sulla pelle, che in molti casi allontana i malati dai luoghi che potrebbero frequentare senza problemi, come piscine e palestre, provocando anche obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari e problemi psicologici, primo fra tutti la depressione. Si calcola, infatti, che il 63 per cento dei pazienti con una forma grave finisca per avere anche problemi psicologici. In molti decidono addirittura di abbandonare scuola e lavoro per evitare sguardi incuriositi e discriminazioni. “Pesa l’emarginazione sociale – ha affermato Mara Maccarone, presidente dell’Associazione italiana per la difesa degli psoriasici (ADIPSO) – e perfino se andiamo a comprare il pane siamo isolati. Ma bisogna reagire – ha aggiunto – perché abbiamo diritto a rispetto e dignità”. (R.M.)

 

 

=======ooo=======

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

29 ottobre 2006

 

- A cura di Andrea Cocco -

 

Tragedia nei cieli della Nigeria: ad Abuja, un aereo con a bordo più di 100 persone è precipitato al suolo nei pressi dell’aeroporto della capitale. Lo ha riferito pochi minuti fa una radio nigeriana secondo cui l’aereo si sarebbe schiantato subito dopo essere decollato dalla pista. Ancora nessun bilancio sulle vittime, ma si teme che i morti siano diverse decine.

 

Sono oltre 25 milioni i cittadini congolesi chiamati questa mattina alle urne per eleggere il nuovo presidente della repubblica. Al ballottaggio il grande favorito è Joseph Kabila, attuale presidente di transizione, mentre il suo sfidante, Jean Pierre Bemba, sarebbe fermo, nei sondaggi, al 20 per cento. Ad agosto, dopo la pubblicazione dei risultati del primo turno, violenti scontri tra le milizie dei due contendenti avevano attraversato la capitale Kinshasa, causando una trentina di vittime. Oggi, durante le operazioni di voto, si è verificato un nuovo episodio di violenza, con un morto nella città di Bumba. Ma con quale spirito i congolesi si recano alle urne? Amedeo Lomonaco ha contattato a  Kinshasa il superiore provinciale dei comboniani, padre Fermo Bernasconi:

 

**********

R. – Il desiderio della gente è quello di votare, è quello di voltare pagina e di dire “andiamo avanti”. Hanno una scelta molto più facilitata. Magari non è una scelta del tutto illuminata, ma è sicuramente dettata dal bisogno di pace, dopo aver vissuto anni e anni di guerra e anni di abbandono, dopo avere visto anche tantissime vittime di violenza, morti, gente abbandonata, donne violentate. Il fatto di poter votare è sicuramente un passo enorme.

 

D. – Il Congo può effettivamente aprire una nuova pagina? Si può sperare che le immense risorse del Paese africano siano finalmente destinate alla popolazione?

 

R. – Qui dobbiamo vedere che tipo di governo verrà fuori, perché sicuramente è necessario cambiare pagina, è necessario trovare delle persone nuove. Ma verranno fuori queste persone nuove? Questo richiede veramente un grande cambiamento, che non sarà risolto dalle elezioni: un cammino di conversione, di rinnovamento che è molto, moto grande e che richiederà sicuramente tempo.

 

D. – Molti fanno notare che i due candidati, in realtà, non siano delle persone nuove nel mondo politico congolese. Si tratta, infatti, del presidente uscente Kabila e di un ex “signore della guerra”, Bemba

 

R. – Sì. Bisogna dire anche un’altra cosa. Nelle elezioni del 30 luglio non c’era soltanto l’elezione del presidente, c’erano anche le elezioni dei deputati e questa è stata una grande novità. Adesso, assieme alle elezioni del presidente, c’è anche l’elezione dei deputati provinciali. Questa è un’altra grandissima novità. Si tratta ora di votare e di scegliere un parlamento che abbia effettivamente potere. Secondo la costituzione, il presidente non può fare quello che vuole. Il presidente deve far votare le leggi e passare attraverso il parlamento.

 

D. – In questa delicata fase politica del Congo, quali le indicazioni da parte della Chiesa?

 

R. – La Chiesa non si è schierata per nessun candidato. Ha invitato a votare. Ha fatto delle scelte anche coraggiose, nel senso di esigere che il voto sia organizzato in modo da essere veramente libero, da essere responsabile, da essere trasparente. L’impegno della Chiesa è stato quello di invitare la gente a formarsi per conoscere non soltanto come si vota, ma quali sono i valori presenti nella democrazia, in uno Stato di diritto e così via. La Chiesa ha dato dei criteri di scelta: scegliere delle persone capaci, persone che hanno una coscienza e dei valori morali, che siano capaci di lavorare per il bene comune e soprattutto che siano capaci, in questo momento, anche di riconciliare un Paese, che, apparentemente, è unito, ma in pratica rischia di essere molto diviso.

**********

 

Urne aperte da questa mattina anche per le presidenziali in Brasile. Qui, dopo il primo turno, è l’attuale presidente Ignacio Lula Da Silva ad essere dato come grande favorito. A lui, secondo gli ultimi sondaggi, dovrebbe andare oltre il 60 per cento dei consensi, mentre il socialdemocratico Geraldo Alckmin, suo rivale al ballottaggio è fermo al 39 per cento. Qualora risultasse vincitore Lula dovrà comunque fare i conti con la sconfitta subita alla legislative dalla sua formazione: il Partito dei lavoratori.

 

E sul voto di oggi si sono espressi anche i vescovi brasiliani sottolineando le persistenti disuguaglianze sociali che dividono il Paese. “Nonostante sia una delle prime 12 economie al mondo, il Brasile occupa il 73° posto per quanto riguarda lo sviluppo umano”, si legge in un documento della conferenza episcopale brasiliana. La causa dell’aggravamento delle disuguaglianze, secondo i presuli, risiede nelle “politiche neo liberiste attuate in passato”. Sulle elezioni, il servizio di Luis Badilla:

 

**********

Ieri il presidente Lula Da Silva ha parlato da vincitore assicurando, in merito alla nuova eventuale compagine ministeriale: “Ho fino al primo di dicembre per formare un nuovo governo. L’attuale squadra può continuare: si può anche cambiare in parte, ma tutto è molto tranquillo”. Poi, il cosiddetto “Presidente operaio” ha aggiunto: andare al secondo turno “è stata una benedizione divina. Siamo riusciti col voto di ballottaggio a riunire tutte le forze politiche che vogliono un Paese più democratico, con sviluppo economico e distribuzione del reddito. E’ per questa ragione che non ho mai smesso di crescere nei sondaggi”, ha sentenziato. Mentre Alckmin si è lamentato, in chiusura di campagna, dell'uso indebito della macchina di governo, il presidente uscente ha sottolineato: “Chi vince governerà questo Paese. Questa è la consacrazione della democrazia. I partiti politici capiscono che c’è un tempo per litigare e un tempo per tornare ad amministrare il Brasile. Voi tutti sapete che sono un uomo di pace: non riesco a confondere le mie divergenze con la governabilità”. E’ proprio la governabilità del Brasile il vero problema, dopo la pesante sconfitta del Partito del presidente nelle elezioni parlamentari. Ora, se Lula vince, dovrà fare i conti costantemente con alleanze partitiche variabili, da una posizione molto debole all'interno del Congresso. Perciò è molto importante per il presidente uscente una vittoria chiara e rilevante sia dal punto di vista dei voti sia dal punto di vista della partecipazione popolare al ballottaggio.

**********

 

Versa in gravissime condizioni la donna rimasta ustionata in Francia, a seguito di un nuovo episodio di violenza un anno dopo la rivolta delle banlieue. L’incidente è avvenuto ieri sera a Marsiglia, dove un gruppo di adolescenti ha dato fuoco a un autobus di linea con a bordo diversi passeggeri. Durante la settimana almeno 6 gli episodi contro mezzi del trasporto pubblico avvenuti nei dintorni di Parigi a un anno dagli scontri che sconvolsero le periferie francesi.  “Ancora una volta il mondo ci sta osservando”, ha dichiarato ieri il sindaco di Parigi. Ma da più parti giungono critiche nei confronti delle istituzioni francesi, accusate di aver trascurato i veri problemi alla base dell’insofferenza delle periferie.

 

Violenti combattimenti in Afghanistan, dove la NATO ha annunciato di aver ucciso 70 guerriglieri a seguito di un attacco a una base del comando alleato nel nord del Paese. Nella battaglia, durata diverse ore, sarebbe morto anche un militare del contingente ISAF di cui ancora non si conosce la nazionalità. Proprio in questa settimana, sulle forze occidentali in Afghanistan sono piovute forte critiche a seguito di un bombardamento che nella provincia di Kandahar ha provocato la morte di almeno 12 civili. Intanto, in Gran Bretagna si è scatenata una nuova bufera sulla politica estera del governo Blair. Secondo una notizia apparsa oggi su Daily Telegraph, l’esecutivo laburista sarebbe stato avvertito del rischio di esporre il Paese a nuovi attacchi terroristici con un prolungato impegno in Iraq e Afghanistan.

 

Fino a ieri è rimasta molto bassa l’affluenza alle urne in Serbia, dove si svolge in queste ore il referendum per l’approvazione di una nuova costituzione. Tra le norme previste nel testo quelle che confermano la piena sovranità di Belgrado sulla provincia del Kosovo a maggioranza albanese. Alle 20 di ieri, solo il 17 per cento degli aventi diritto aveva votato, contro il 50% dei voti, necessari per far passare il referendum. Nelle comunità albanesi l’astensione al voto è stata fino ad ora pressoché totale.

 

In Bulgaria si vota oggi per scegliere il nuovo presidente dopo il primo turno che si è svolto due settimane fa. A contendersi lo scranno presidenziale ci sono l’ex leader del partito socialista e attuale presidente, Georgi Parvanov, forte del 64 per cento dei voti ottenuto al primo turno, e il nazionalista Volen Siderov. Tra gli argomenti forti delle elezioni, l’adesione della Bulgaria all’Unione Europea.

 

I cambiamenti climatici in atto stanno già producendo pesanti conseguenze per le popolazioni, soprattutto in Africa, continente particolarmente colpito da carestie e siccità. Sono queste le conclusioni di un rapporto presentato in Gran Bretagna da un gruppo di organizzazioni non governative e ambientaliste tra cui Oxfam e la New Economics Foundation. La temperatura media del pianeta, sottolinea il rapporto, è aumentata di 0,5 grandi negli ultimi 100 anni, ma ci sono regioni in cui il riscaldamento sta avvenendo molto più rapidamente”. E’ il caso del Kenya, dove la temperatura è cresciuta di 3,5 gradi rispetto a soli venti anni fa, con forti impatti sull’ecosistema e sull’agricoltura. Fra pochi giorni, proprio a Nairobi oltre 130 rappresentanti dei paesi dell’ONU si riuniranno in occasione del Vertice sul clima che dovrebbe decidere, tra le altre cose, sul futuro del Protocollo di Kyoto.

 

Resta alta la tensione in Messico con l’aggravarsi della crisi di Oaxaca città teatro di scioperi e contestazioni da oltre cinque mesi. Dopo la morte venerdì di tre persone, che si pensa siano stati uccise da agenti della polizia municipale in borghese, il governo messicano ha deciso l’invio nella provincia di reparti anti sommossa. Le contestazioni sono iniziate il 20 maggio scorso con una manifestazione degli insegnanti e sono proseguite durante tutta l’estate con la richiesta di dimissioni per il governatore dello stato di Oaxaca: Ulises Ruiz.

 

Il leader cubano Fidel Castro è apparso sugli schermi televisivi nazionali a smentire personalmente le voci dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. “Come avevo detto il recupero sarà lungo e non esente da rischi” ha annunciato un Castro visibilmente dimagrito, “ma la mia situazione evolve così come era stata prevista”. E’ la prima volta, nell’ultimo mese, che Castro appare sugli schermi televisivi.

 

Il presidente del Bangladesh Iajuddin Ahmen, ha avviato oggi una serie di colloqui con i leader politici del Paese per tentare di porre fine alla crisi di governo e alle violenti contestazioni di piazza che da venerdì hanno provocato la morte di 11 persone. L’obiettivo del presidente è la creazione di un governo neutrale con il compito di normalizzare il Paese. Gli scontri sono iniziati venerdì allo scadere del mandato dell’ex premier Jaleda Zia e a causa della mancanza di un accordo sul nuovo governo.

 

Il presidente israeliano Moshe Katsav dovrebbe autosospendersi. Con queste parole pronunciate stamane davanti all’Alta Corte, il procuratore generale israeliano Mazuz ha dato un ulteriore colpo all’immagine del capo di Stato di Israele, sospettato di aver compiuto abusi sessuali ai danni di alcune sue collaboratrici. “Data la posizione particolare del capo dello Stato – ha detto il procuratore in un comunicato – sarebbe il caso che il presidente si autosospenda in modo che questo atto rifletta ciò che la pubblica opinione si attende dall’istituzione della presidenza dello Stato”.

 

 

 

=======ooo=======