RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 300 - Testo
della trasmissione di venerdì 27 ottobre
2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Benedetto
XVI ha ricevuto stamane il premier di Timor Est, José Ramos-Horta
OGGI IN PRIMO PIANO:
Da oggi a Fiuggi l’undicesimo Convegno di comunione del
Rinnovamento carismatico cattolico
CHIESA E SOCIETA’:
In corso oggi e domani a Bosco Marengo, in
Piemonte, il “World Political
Forum”
Pubblicato
il Rapporto sull’educazione 2006 dell’UNESCO
In corso, oggi e domani a Roma, il Simposio
internazionale “Le finalità della politica e l’economia”
Stragi di civili in
Afghanistan: 14 morti stamani in un attentato, almeno 12 quelli rimasti uccisi
martedì in un raid della NATO
27 ottobre 2006
NEL DIALOGO ECUMENICO, VISSUTO CON FIDUCIA
RECIPROCA,
NON VA
MAI PERSO DI VISTA L’OBIETTIVO FINALE: LA PIENA E VISIBILE COMUNIONE
IN CRISTO E NELLA CHIESA. LO HA DETTO IL PAPA
AI RAPPRESENTANTI
DELLE “CHRISTIAN
WORLD COMMUNIONS”
Dialogo e spirito di fraternità
tracciano la strada che può portare i cristiani al traguardo dell’unità di
tutto il corpo ecclesiale. Davanti ad una platea composta da
cattolici, luterani, anglicani e battisti – partecipanti alla Conferenza delle Christian World Communions
– Benedetto XVI ha affrontato il tema del dialogo ecumenico e dell’importanza
che esso sia perseguito nell’alveo di un confronto rispettoso delle singole
tradizioni confessionali. Il servizio di Alessandro De Carolis.
**********
La convinzione più forte degli
ostacoli, lo Spirito più delle divergenze. Benedetto XVI riconosce che la
strada del dialogo ecumenico ha bisogno di queste doti per puntare verso
l’obiettivo ultimo dell’unità, “piena e visibile” dei cristiani. Un pensiero
che il Pontefice ha espresso questa mattina nella Sala dei Papi, teatro
dell’udienza alle Christian World Communions,
le Comunioni del mondo cristiano, un organismo che organizza periodici
incontri, specie di tipo teologico, tra anglicani, luterani, battisti e
cattolici, questi ultimi rappresentati dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei
cristiani.
Per decenni, ha osservato
Benedetto XVI, la Conferenza delle Christian World Communions “ha fornito un forum per fruttuosi contatti
fra le varie comunità ecclesiali”. Appuntamenti che hanno permesso di costruire
quella “reciproca fiducia” indispensabile nel diffondere “la ricchezza delle
diverse tradizioni cristiane” e a “servire la chiamata comune all’apostolato”.
Tuttavia, ha affermato con schiettezza il Papa, resta il problema di fondo:
“YET
THOSE WHO PROFESS THAT JESUS CHRIST IS LORD…
Coloro che professano che Gesù Cristo è il Signore sono tragicamente
divisi e non possono sempre offrire una coerente testimonianza comune”. “E’ qui
che sta l’enorme responsabilità per tutti noi”.
Il titolo della Conferenza che sta
impegnando in questi giorni i delegati delle Christian World Communions è particolarmente
evocativo: “Visioni di unità cristiana”. Il Papa ha riconosciuto che i dialoghi
teologici svoltisi finora sono stati caratterizzati dalla volontà di voler
“andare oltre le cose che dividono”. Ebbene,
ha esortato Benedetto XVI:
“WE
MUST NOT LOSE SIGHT OF THE FINAL GOAL…
Non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo finale: la piena e visibile
comunione in Cristo e nella Chiesa”.
“Possiamo scoraggiarci quando il progresso è
lento – ha ammesso - ma c’è troppo in gioco per volgersi indietro”.
“Al contrario ha concluso - ci
sono buoni motivi per procedere speditamente”, secondo quanto già scritto da
Giovanni Paolo II nell’enciclica Ut Unum Sint: l’unità della Chiesa passa per “la riscoperta
della fraternità e della più grande solidarietà al servizio di umanità”.
**********
IL
PAPA HA RICEVUTO IL PREMIER DI TIMOR ORIENTALE JOSÉ RAMOS-HORTA
Il Papa ha ricevuto stamane in Vaticano il primo ministro di Timor Orientale José Ramos-Horta. Timor Est, già
colonia portoghese, è con le Filippine l’unico Paese a maggioranza cattolica
del continente asiatico. E’ indipendente dal 2002, dopo essere stata occupata
dall’Indonesia per oltre due decenni. E’ uno dei Paesi più poveri del mondo e
attualmente sta attraversando un periodo d’instabilità politica. Ieri, dopo due
giorni di scontri tra opposte fazioni armate, è stato riaperto l’aeroporto
della capitale Dili. Ramos-Horta,
premio Nobel per la pace nel 1996, è stato nominato premier nel luglio scorso
dopo le dimissioni del primo ministro musulmano Alkatiri.
Ramos-Horta ha più volte affermato che
ALTRE UDIENZE
Benedetto
XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, la Signora Fauzia Mufti Abbas,
ambasciatore del Pakistan, in visita di congedo, e quattro presuli della
Conferenza episcopale irlandese in visita ad Limina. Nel pomeriggio, è in programma l’udienza al cardinale
William Joseph Levada,
prefetto della Congregazione per
SI
CHIUDE OGGI IN VATICANO IL V CONVEGNO INTERNAZIONALE
DEGLI
ORDINARI MILITARI SUL TEMA “MINISTERO DI PACE TRA LE ARMI”
-
Intervista con l’arcivescovo Francesco Monterisi -
Con una Messa presieduta nel
pomeriggio nella Basilica Vaticana dal cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone, si chiude oggi in Vaticano il V Convegno
internazionale degli ordinari militari, sul tema “Ministero di pace tra le
armi”. Il Convegno si è svolto a 20 anni dalla Costituzione apostolica
“Spirituali militum curae”,
con cui Giovanni Paolo II dava un ordinamento agli Ordinariati militari.
Benedetto XVI, ricevendo ieri i partecipanti all’incontro, ha ricordato,
citando
**********
R. – La situazione che risulta
cambiata è dovuta all’evoluzione di alcuni aspetti
della guerra nei tempi moderni. L’evoluzione si è avuta in certi tipi di guerre
che possiamo chiamare “atipiche”. Per esempio, le cosiddette “guerre
asimmetriche”: molto spesso, non è uno Stato che combatte contro l’altro ma si tratta di uno Stato che combatte, ad esempio, il
terrorismo. In secondo luogo, si parla di “guerre preventive”. Nella logica,
nella morale della Chiesa cattolica, quale giudizio dare su tutto questo e
quale preparazione, formazione va data ai cappellani militari per affrontare
questo nuovo tipo di guerre? Il Santo Padre ha parlato come primo elemento da
tener presente nell’assistenza spirituale dei militari, della “persona”. Il
concetto di “persona” e dei suoi diritti è fondamentale per la nuova
preparazione e il nuovo modo di affrontare la realtà da parte degli Ordinariati
militari.
D. – Il Papa, sempre nel suo
discorso di ieri mattina, ha parlato del “militare al servizio della pace”,
sostanzialmente, e quindi anche della formazione che bisogna dare ai cappellani
militari perché aiutino i militari a questo servizio di pace. Ma come è
possibile tutto questo, nei conflitti che oggi si moltiplicano sempre di più
nel mondo?
R. – Oramai, buona parte degli
interventi militari sono ordinati alla conservazione di uno stato di pace
raggiunto dopo il conflitto, cioè la situazione che richiede forze di molti
Stati per mantenere una situazione di pace dove si è appena terminato un
conflitto armato. Per cui, buona parte degli interventi di questi soldati è
proprio in funzione di una pace o raggiunta o da raggiungere, che deve essere
quindi o conservata o stabilita tra due contendenti che si fanno guerra.
Pertanto, i cappellani militari devono essere pronti anche ad aiutare le forze
armate nel comprendere questa nuova situazione. Quindi, come accade molte volte
negli interventi che si compiono da parte di enti come l’ONU, l’Organizzazione
degli Stati Africani o
D. – A conclusione di questo
convegno, eccellenza, ci sarà un documento, un appello?
R. – Ci sarà un duplice documento.
Uno sarà un messaggio ai cappellani militari e ai cattolici che si trovano
nelle forze armate, sulla attualità della Costituzione apostolica e sul loro
impegno a portare la luce del Vangelo anche nelle situazioni che essi
affrontano sul campo militare. Un secondo elemento sarà una
serie di suggerimenti, proposte o prospettive che dovremo tener presenti
nelle situazioni nuove che si sono create negli ultimi 20 anni dalla
pubblicazione della Costituzione “Spirituali
militum curae”.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina un
articolo dal titolo “L’Africa condannata alla fame dall'incuria e dall’avarizia
del Nord ricco del mondo”: il PAM costretto a ridurre gli aiuti alimentari a
sette Paesi.
Servizio vaticano –
L’udienza di Benedetto XVI ai partecipanti alla Riunione delle “Christian World Communions”.
Servizio estero - Medio
Oriente: altri tre palestinesi uccisi in raid israeliani nei Territori. Solana, in missione nella regione, chiede la fine
dell’occupazione e l’applicazione della “road
map”.
Servizio culturale - Un
articolo di Giovanni Marchi dal titolo “Il gusto del meraviglioso per ‘trovar pascolo all’intelletto e al cuore’”:
il bicentenario della morte di Carlo Gozzi.
Servizio italiano -
Conti pubblici: decreto fiscale in dirittura d’arrivo.
=======ooo=======
DOMENICA TERMINA L'ORA LEGALE
E SI TORNA ALL'ORA SOLARE
Nella notte tra sabato e domenica,
esattamente alle 3.00 di domenica mattina,
si torna all'ora solare dopo sette
mesi di ora legale,
ossia dal 26 marzo. Le lancette degli
orologi
dovranno essere spostate indietro di 60
minuti
=======ooo=======
27 ottobre 2006
UNA PIETRA MILIARE NEL DIALOGO INTERRELIGIOSO AL
SERVIZIO
DELLA
PACE TRA GLI UOMINI: VENT’ANNI FA AD ASSISI, LA
GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA,
INTUIZIONE PROFETICA DI GIOVANNI PAOLO II
-
Intervista con padre Vincenzo Coli -
Le religioni al servizio della
pace: il 27 ottobre di venti anni fa, Giovanni Paolo II compiva uno dei gesti
più significativi del suo Pontificato. Papa Wojtyla convocava, infatti, ad
Assisi i leader delle grandi religioni del mondo per invocare assieme il grande
bene della pace. Una “puntuale profezia”, l’ha definita Benedetto XVI nel
messaggio inviato a settembre per il Ventennale della Giornata, promosso dalla
Comunità di Sant’Egidio. Una corale testimonianza di
pace, ha scritto in quell’occasione il Pontefice, che
“servì a chiarire senza possibilità di equivoco che la religione non può che
essere foriera di pace”. Ripercorriamo, dunque, la storica Giornata mondiale
di preghiera ad Assisi nel servizio di Alessandro Gisotti:
**********
La pace ha
bisogno di “un amore appassionato” che nasca dalla
“conversione del cuore”. Ad Assisi spira un vento freddo
quando Giovanni Paolo II pronuncia queste parole. Freddo come la guerra
che divide il mondo in due blocchi contrapposti. L’umanità teme
l’annichilimento nucleare. Cerca un profeta di pace. E lo trova nel Papa
polacco che ha conosciuto l’orrore della Seconda guerra mondiale e la violenza
disumana di regimi liberticidi. Giovanni Paolo II chiama, dunque, a raccolta i
leader delle grandi religioni. La risposta supera ogni aspettativa: ad Assisi
si raccolgono 12 delegazioni. Oltre ai cristiani delle varie denominazioni, ci
sono ebrei, musulmani e ancora buddisti, sikh, induisti
e shintoisti.
(Preghiere in diverse
lingue…)
Un gesto
coraggioso, senza precedenti, che si rivelerà profetico. Il Papa è intimamente
convinto che la pace non può essere solo il risultato di negoziati e
compromessi politici. Karol Wojtyla crede in un’altra
dimensione: quella della preghiera. L’incontro di Assisi è, nella sua essenza,
una giornata di preghiera, scandita dal silenzio, dal pellegrinaggio e dal
digiuno. Introducendo l’evento, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli,
Giovanni Paolo II sottolinea, tuttavia, che ad Assisi le religioni non si
fondono in un opaco sincretismo:
Il fatto che
noi siamo venuti qui non implica alcuna intenzione di
ricercare un consenso religioso tra noi o di negoziare le nostre convinzioni di
fede. Né significa che le religioni possono riconciliarsi sul piano di un
comune impegno in un progetto terreno che le sorpasserebbe tutte. Né esso è una
concessione a un relativismo nelle credenze religiose, perché ogni essere umano
deve sinceramente seguire la sua retta coscienza nell’intenzione di cercare e
di obbedire alla verità.
La dimensione
della preghiera è un ponte sicuro che i credenti devono percorrere per
raggiungere la meta della convivenza tra i popoli. D’altro canto, avverte il
Santo Padre, la preghiera “non ci esime dalle azioni al servizio della pace”, e
dall’attingere a quelle energie necessarie “per un nuovo linguaggio di pace”.
Al termine della Giornata, nella piazza inferiore della Basilica di San
Francesco, si riuniscono i capi delle grandi religioni. Diversi i colori delle
loro vesti. Una policromia suggestiva, su cui si staglia il candore del Papa.
Giovanni Paolo II riassume la sua visione, lanciando un appello che a vent’anni
di distanza mantiene intatta la sua potenza:
La pace è un cantiere aperto a
tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una
responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita
quotidiana. A seconda del loro modo quotidiano di
vivere con gli altri, gli uomini scelgono a favore della pace o contro la pace.
E’ l’alba dello
“spirito di Assisi”. E il Papa affida la causa della pace specialmente ai
giovani, che, afferma, possono “contribuire a liberare la storia dalle false
strade in cui si svia l’umanità”. La pace, riconosce, “va ben oltre gli sforzi
umani”, e ripete la sua convinzione che essa “porta il nome di Gesù Cristo”:
Mossi dall’esempio di san Francesco e di santa
Chiara, veri discepoli di Cristo, e convinti dall’esperienza di questo giorno
che abbiamo vissuto insieme, noi ci impegniamo a riesaminare le nostre
coscienze, ad ascoltare più fedelmente la loro voce, a purificare i nostri
spiriti dal pregiudizio, dall’odio, dall’inimicizia, dalla gelosia e
dall’invidia. Cercheremo di essere operatori di pace
nel pensiero e nell’azione, con la mente e col cuore rivolti all’unità della
famiglia umana. E invitiamo tutti i nostri fratelli e sorelle che ci ascoltano
perché facciano lo stesso.
Il Papa del
perdono non manca, d’altra parte, di riconoscere che i cattolici non sono
sempre stati “dei costruttori di pace”. Per questo, la Giornata di Assisi è
anche un’importante occasione di penitenza. Per camminare insieme, ribadisce,
dobbiamo “accettarci vicendevolmente nell’amore”. Ci aiuta in questo
“l’imperativo interiore della coscienza morale” che – sottolinea – “ci ingiunge
di rispettare, proteggere e promuovere la vita umana”. L’incontro nella terra
del Poverello è per Giovanni Paolo II un punto di
partenza, non di arrivo. “Ciò che abbiamo fatto ad Assisi”, è il suo richiamo,
“dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita”,
giacché “il mondo non può fare a meno della preghiera”.
**********
E per celebrare
quello straordinario evento, è in corso proprio ad Assisi - al Sacro Convento
di San Francesco - un convegno dal titolo “Le religioni e la pace”. Ieri,
aprendo l’incontro, il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo
interreligioso e la cultura, ha sottolineato che lo “spirito di Assisi
incoraggia il dialogo genuino e serio fra le religioni”, mentre “il relativismo
ed il sincretismo ne devono essere considerati gli acerrimi nemici”. D’altro
canto, il porporato ha ribadito che il “dialogo deve continuare anche per
mettere un sicuro presupposto di pace e allontanare lo spettro funesto delle
guerre di religione”. Sull’eredità della Giornata di Assisi, Alessandro Gisotti
ha intervistato padre Vincenzo Coli, Custode del Sacro Convento:
**********
R. – Una grande speranza: credo
sia un’espressione che racchiude tutto quello che di gioia e in prospettiva ci
portiamo nel cuore delle Giornata di Assisi. L’eredità
è la grande speranza che la famiglia umana si riconosca unica e sappia dialogare, sappia progredire camminando insieme.
D. – Il cardinale Poupard ha affermato che Giovanni Paolo II era convinto,
“con ottimismo e realismo al tempo stesso”, che il dialogo deve continuare …
R. – Sono convinto anch’io che il
dialogo tra le religioni, tra i popoli e le culture sia una necessità vitale
perché ci sono tante ricchezze che lo Spirito di Dio ha dato agli uomini nelle
varie parti del mondo e devono essere conosciute e queste saranno gli elementi
che porteranno ad una comprensione più profonda delle ricchezze degli altri ma
anche ad una più grande Verità. Noi, evidentemente, come cristiani diciamo che
si è verificata nel Signore Gesù.
D. – Il mondo è molto diverso da
come si presentava 20 anni fa. Quanto è attuale, oggi, l’Incontro di Assisi,
anche alla luce del Magistero di Benedetto XVI?
R. – Ritengo sia attualissimo
perché è diverso da quello di 20 anni fa ma,
probabilmente, umanamente guardando le cose, il mondo è peggiorato… Abbiamo più
paura, forse meno speranza, guardiamo con incertezza al futuro. Ma proprio per
questo, credo che la voce della Chiesa, questa volta attraverso Benedetto XVI,
debba ancora incoraggiarci a guardare – io dico – “oltre le colline”, cioè
oltre le difficoltà, per cogliere una luce che sorge: la nostra stella del
mattino è Cristo!
**********
DA
OGGI A FIUGGI L’UNDICESIMO CONVEGNO DI COMUNIONE
DEL
RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO
-
Servizio di Giovanni Peduto -
**********
Un
migliaio di aderenti al Rinnovamento carismatico cattolico, che si riconoscono
nell’Iniziativa di Comunione, stanno
affluendo da tutta Italia qui a Fiuggi per il loro convegno annuale questa
volta sul tema ‘Dio è amore: dono e comunione’, con
riferimento alla lettera enciclica di Benedetto XVI. Il Movimento carismatico,
le cui origini risalgono al Movimento pentecostale sorto e sviluppatosi negli
Stati Uniti d’America a partire dal 1960, è arrivato in ambiente cattolico nel
1967 ed è giunto in Italia nel 1971. E’ seguito in tutto il mondo da oltre 176
milioni di fedeli, dei quali 120 milioni cattolici, 35 milioni protestanti di
varie denominazioni, 18 milioni anglicani ed episcopaliani
e 3 milioni ortodossi.
In
Italia si riconosce in varie componenti: le Comunità ‘tradizionali’, come
Comunità Maria, Comunità Gesù Risorto, Comunità Gesù Ama, Servi di Cristo Vivo,
ecc.; e quelle composte da più aggregazioni, come il
Rinnovamento nello Spirito e l’Iniziativa
di Comunione che tiene adesso il convegno a Fiuggi. Avviata nel 1996, come
libera associazione tra comunità carismatiche autonome, l’Iniziativa di Comunione ha lo scopo fondamentale di promuovere la
comunione tra tutte le espressioni appartenenti a questa grande ‘corrente spirituale’ suscitata dallo Spirito Santo. Vi aderiscono
attualmente 50 comunità sparse in tutta Italia, che hanno un carattere
autonomo, dei propri responsabili ed un rapporto di comunione con i rispettivi
vescovi diocesani.
Finora
l’Iniziativa di Comunione ha tenuto
dieci Convegni nazionali: otto a Fiuggi, uno a Chianciano
e uno a San Giovanni Rotondo, sempre in comunione con i vescovi. E sarà appunto
mons. Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri, nella
cui circoscrizione rientra Fiuggi, a presiedere questo pomeriggio la
concelebrazione di apertura dei lavori. Ecco il presule ai nostri microfoni:
D. –
Eccellenza, come si colloca il Movimento carismatico nella comunità ecclesiale?
R. -
Come uno di quei vivaci colori riflessi dal prisma che è
I
lavori di questi tre giorni, sul tema della carità, si articoleranno in
conferenze, seminari di studio e mistagogie con
l’animazione di alcuni dei più noti esponenti del Rinnovamento carismatico come
l’africano Kalambay Musango,
missionario laico, e Maria Ester Cruz di Santo
Domingo.
Da
Fiuggi, Giovanni Peduto, Radio
Vaticana.
**********
IL V
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA E ARTE SACRA
PORTA
MOZART E I WIENER PHILHARMONIKER NELLE BASILICHE ROMANE
- Con noi il sen. Hans-Albert Courtial, mons. Angelo
Comastri
e l’on. Maria Pia Garavaglia -
E’ stato presentato a Roma il V
Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, che, dal 15 al 19 novembre,
promuove una serie di concerti nelle Basiliche patriarcali romane, compresa San
Pietro in occasione dei suoi 500 anni. Nella Basilica di San Pietro avrà luogo
l’evento più atteso del Festival, una solenne celebrazione liturgica e
musicale, presieduta dall’arcivescovo di Vienna il cardinale Christoph Schönborn, con i “Wiener Philharmoniker”
e i “Wiener Sängerknaben”
diretti da Leopold Hager a
eseguire
**********
Si rinnova per il quinto anno un
connubio artistico prestigioso, tra la città di Roma, le sue Basiliche, ricolme
di storia, arte e spiritualità e la celebre compagine viennese. Il sen. Hans Albert Courtial,
presidente della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra:
“Io credo profondamente nel
messaggio della musica sacra. Questi interpeti di fama mondiale danno anche a
chi non crede la possibilità di riprendere il dialogo con Dio e ciò vuol dire
aprirsi alla bellezza, quindi vedere nostro Signore Gesù Cristo. Il legame con
i “Wiener Philharmoniker”
ormai è enorme. Noi abbiamo preso un accordo per altri cinque anni, perchè il
pubblico internazionale, soprattutto gli appassionati della musica, quando
sanno che ci sono i “Wiener Philharmoniker”
si muovono da tutto il mondo. Quest’anno arriveranno più di 2 mila persone da
tutti i continenti per partecipare al Festival qui a Roma”.
Partecipare non solo ai concerti
ma a una vera e propria liturgia, a cominciare dall’inaugurazione, con i Vespri
cantati in gregoriano dal Coro dell’Acca-demia Filarmonica Romana diretto da
mons. Pablo Colino, durante una celebrazione
presieduta da mons. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per
“La fede promuove il bello, è
legata al sommo bello che è Dio e, quindi, ovunque arriva la fede in Dio,
arriva anche la promozione della bellezza. Se in Italia si togliesse l’arte
sacra, l’arte sbocciata dalla fede, resterebbero soltanto pochi ruderi di arte.
E non è un caso che l’arte bella sbocci dalla fede, perché la fede tende a
rifare il tempio spirituale dell’uomo, a dargli delle basi per la sua armonia”.
Arte sacra in cui la città di Roma
si identifica, ha sottolineato la vice-sindaco Maria
Pia Garavaglia alla presentazione del Festival:
“La peculiarità di Roma è legata
ad un’integrazione fortissima. La sua vita, la sua anima, fra la storia e il
presente, fra la cristianità e la laicità, è il cuore di un mondo nuovo. Qui la
musica, che si integra con la tradizione architettonica e pittorica, fa sì che
Roma diventi espressamente anche meta di un turismo religioso che aumenta la
sua capacità di accoglienza”.
**********
=======ooo=======
27 ottobre 2006
ARRESTATI, NELLA PROVINCIA
SETTENTRIONALE CINESE DELLO XINJIANG, UN PASTORE PROTESTANTE E 35 CRISTIANI CHE
SI ERANO RIUNITI PER STUDIARE LA BIBBIA
- A cura di Roberta
Moretti -
**********
URUMQI. = In Cina, un pastore
protestante coreano che vive negli Stati Uniti e 35 cristiani di Yongfeng, che si erano riuniti per studiare la Bibbia, sono
stati arrestati ieri a Urumqi, nella provincia
settentrionale dello Xinjiang. Lo rende noto la China
Aid Association (CAA),
organizzazione non governativa statunitense che opera per la libertà religiosa
nel Paese asiatico. Come riferisce l’agenzia del PIME, AsiaNews,
le forze dell’ordine hanno fatto irruzione a “Villa montuosa”, nel quartiere
periferico di Qilin, dove si stava svolgendo un
servizio biblico guidato dal pastore. Nel corso del raid, gli agenti hanno
sequestrato le Bibbie e “altro materiale cristiano”. Ignoto il luogo della
detenzione. La CAA ha reso pubblico il nome di alcuni arrestati - Zhou Li, Xia
Lingzhi, Bao Lin, Ren Baolan,
Feng Yan e Hu Ying – ed ha aggiunto che i
primi due sono stati già arrestati e multati lo scorso anno “per aver
partecipato ad una funzione cristiana”. L’Associazione sottolinea inoltre che “Xia Lingzhi ha 66 anni e soffre
di problemi alle coronarie e di pressione alta: non dovrebbe essere messa di
nuovo in prigione, dove rischia la vita”. (R.M.)
**********
I VESCOVI E I DIPLOMATICI DELLE FILIPPINE
SI IMPEGNANO A FAR RIPRENDERE
I NEGOZIATI DI PACE FRA IL GOVERNO ED
I RIBELLI
DEL MORO ISLAMIC LIBERATION FRONT
(MILF)
ZAMBOANGA CITY. = Chiedere un confronto
nazionale fra gli uomini d’affari, le ONG e i leader religiosi di Mindanao, nelle Filippine, allo scopo di trovare dei
“modelli” che possano far riprendere i negoziati di pace fra il governo ed i
ribelli del Moro Islamic Liberation
Front (MILF). Questo l’impegno assunto dalla Conferenza episcopale e dalla
comunità diplomatica delle Filippine, nel corso di diversi incontri con i 17
membri della delegazione del Gruppo di missione, promosso dal Mindanao Peoples Caucus (MPC), organizzazione che cerca di “nazionalizzare”
la questione della pace nella penisola meridionale del Paese asiatico. L’agenzia
del PIME, AsiaNews, ha riferito che il presidente
della Commissione per il Dialogo Interreligioso dell’episcopato filippino,
l’arcivescovo di Cagayan de Oro, Antonio Javellana
Ledesma, ha “riconosciuto l’impegno del gruppo a favore della pace” e si è
detto “felice” del fatto che “proprio la popolazione di Mindanao
sia così decisa a trovare una soluzione”. Dal canto suo, l’MPC
ha chiesto con urgenza ai leader religiosi di “trovare una prospettiva morale e
spirituale che possa accelerare il processo di pace” e ha espresso “la speranza
che siano proprio i vertici delle religioni a guidare le parti in causa verso
una soluzione al problema territoriale di Mindanao”.
E’ la terza volta in un mese che i leader religiosi si esprimono a favore di un
ritorno ai negoziati di pace. I colloqui fra i ribelli del MILF e Manila si
svolgono a Kuala Lumpur, ma
sono in una fase di stallo da diversi mesi per la richiesta - avanzata dal MILF
- di ottenere dal governo la gestione di altri mille ettari di terreno. Manila
ha dichiarato la richiesta “incostituzionale” e l’ha respinta, provocando
l’interruzione dei lavori e la ripresa delle ostilità. (R.M.)
PROPORRE SOLUZIONI CONCRETE AI POLITICI DI NUOVA
GENERAZIONE
PER RISOLVERE
LE GRANDI CRISI CHE METTONO IN PERICOLO GLI EQUILIBRI MONDIALI: E’ L’INTENTO
DEL WORLD POLITICAL FORUM,
IN
CORSO OGGI E DOMANI A BOSCO MARENGO, IN PIEMONTE
- A
cura di Stefano Leszczynski -
**********
BOSCO
MARENGO. = Trovare una terza via per la soluzione delle crisi internazionali: è
l’obiettivo che si pongono gli oltre 50 esperti internazionali che prendono
parte al World Political Forum di quest’anno,
dedicato alla ricerca di una nuova architettura politica mondiale. L’evento si
svolge oggi e domani a Bosco Marengo, città dell’alessandrino, famosa per avere
dato i natali a San Pio V nel 1504, unico Papa piemontese. Quello che gli
ospiti dell’ex presidente sovietico, Mikhail Gorbaciov, si propongono di fare nella sostanza è di
mettere in piedi un efficace think tank, un “pensatoio” politico dal quale trarre proposte
per chi è oggi alla guida della vita politica ed economica internazionale.
Riformare le Nazioni Unite e rinnovare le istituzioni globali “per assicurare
la pace, la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali”: Mikhail Gorbaciov è entrato
subito nel vivo dei lavori, lanciando uno dei temi più sensibili dell’attualità
internazionale. L’argomento è stato affrontato anche dal capo dello Stato
italiano, Giorgio Napolitano, in occasione di un incontro fuori programma
avvenuto ieri a Torino. Sempre Napolitano, nel suo intervento di saluto per i
lavori del Forum, ha fatto riferimento alla riforma dell’ONU, dove quest’anno
l’Italia ha ottenuto un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza.
Proporre soluzioni concrete ai politici di nuova generazione per risolvere le
grandi crisi che mettono in pericolo gli equilibri mondiali è uno degli scopi
degli esperti di politica ed economia riuniti a Bosco Marengo per questo appuntamento
del World Political Forum, il cui tema
principale è quello di trovare le formule per una nuova architettura della
politica mondiale. Stephan Hessel,
ambasciatore francese, ha sottolineato la necessità di ripensare radicalmente
un organismo di rappresentanza internazionale che sappia andare oltre quello
che è stato il ruolo storico dell’ONU e che oggi non sembra saper rispondere
adeguatamente alle sfide della globalizzazione e del
nuovo ordine internazionale. "La nostra generazione – ha detto Gorbaciov nel suo intervento - ha ricevuto dalla storia la
grande occasione e con essa la responsabilità di
contrastare ogni forma di prevaricazione e di oppressione". Oggi, fanno
notare gli esperti, la corsa agli armamenti è nuovamente forsennata, con dei
bilanci globali che superano di gran lunga quelli del periodo della guerra
fredda. Ampiamente citate, le crisi nucleari innescate da Iran e Corea, e i
conflitti che vedono impegnate ampie coalizioni in Iraq e Afghanistan. Il
futuro ha bisogno inoltre di un ripensamento delle politiche di sviluppo con il
rispetto dei principali accordi internazionali, come l’accordo di Kyoto. I risultati delle numerose tavole rotonde verranno infine raccolte in un documento finale destinato
alle principali cancellerie ed istituzioni internazionali.
**********
GARANTIRE L’ACCESSO ALL’EDUCAZIONE AI BAMBINI SOTTO I TRE ANNI È LA
CHIAVE
PER
DIMINUIRE LA MORTALITÀ INFANTILE NEI PAESI POVERI E UN INVESTIMENTO
CRUCIALE
PER IL LORO SVILUPPO: E’ QUANTO AFFERMA L’UNESCO NEL RAPPORTO
SULL’EDUCAZIONE 2006, SECONDO CUI IN METÀ DEI PAESI DEL MONDO
NON
ESISTONO ASILI NIDO
PARIGI.= In
metà dei Paesi del mondo non esistono asili nido e la presenza di scuole
materne varia moltissimo da nazione a nazione: è quanto emerge dal Rapporto
sull’educazione mondiale 2006 dell’UNESCO, secondo cui la formazione dei più
piccoli resta la “sorella povera” dei programmi educativi nei Paesi in via di
sviluppo, nella maggior parte dei quali “semplicemente non esiste”. Così,
mentre nei Paesi ricchi c’è una struttura per tutti, nell’Africa subsahariana vanno alla materna il 12 per cento dei
piccoli, negli Stati arabi il 16 per cento, in Asia centrale e meridionale il
32, nei Paesi asiatici che si affacciano sul Pacifico il 35. Unica eccezione
tra i Paesi in via di sviluppo è rappresentata dall’America Latina, in cui lo
sviluppo negli ultimi anni di programmi per la prima infanzia ha portato la
percentuale di bimbi scolarizzati al 62 per cento.
Altro dato positivo è il passaggio dal 17 per cento del 1975 al 37 per cento
del 2004 dei bimbi dai tre ai sei anni scolarizzati
nel mondo. “Una crescita considerevole, ma ancora lontana dall’obiet-tivo
fissato dalla comunità internazionale a Dakar nel 2000, che pone l’educa-zione
all’infanzia come una priorità per ridurre la povertà nel mondo”, ha commentato
Nicholas Burnett, curatore
del Rapporto, che ha invitato gli Stati a stanziare più fondi per garantire la
formazione dei più piccoli e ridurre, così, la mortalità infantile.
Attualmente, infatti, meno del 10 per cento dei fondi internazionali ai Paesi
poveri destinati all’educazione vanno alla prima infanzia. (R.M.)
“PER UNA SOCIETA’ SENZA PIU’
POVERI”:
E’
L’OBIETTIVO DELL’ECONOMIA DI COMUNIONE LANCIATA DA CHIARA LUBICH QUINDICI ANNI
FA, CHE DOMANI INAUGURERÀ IL PRIMO POLO EUROPEO, PRESSO LA CITTADELLA
INTERNAZIONALE DEI FOCOLARI DI LOPPIANO, IN TOSCANA.
OGGI,
INTANTO, UN CONVEGNO SU “SEMI DI FRATERNITA’ IN ECONOMIA”
- A
cura di Carla Cotignoli -
**********
LOPPIANO.
= “Per una società senza più poveri”: è questo il sogno che anima il progetto
dell’Economia di comunione lanciato da Chiara Lubich
quindici anni fa nel corso di un viaggio in Brasile, di fronte allo scandalo
del divario crescente tra ricchi e poveri. Un progetto che coinvolge a tutt’oggi oltre 700 imprese che stanno sul mercato, in vari
Paesi. Un’esperienza che si rende visibile nei poli imprenditoriali che stanno
nascendo in alcune cittadelle dei Focolari. Domani si inaugura il primo polo
europeo, con 15 aziende, sorto presso la cittadella internazionale di Loppiano nei pressi di Firenze. Oggi un convegno, con una
folta partecipazione internazionale, approfondisce questa esperienza
innovativa, dal titolo “Semi di fraternità in economia. E’ possibile la fraternità
in ambito economico?”. Lo slogan ha fornito l’interrogativo da cui ha tratto
spunto la sociologa brasiliana Vera Araujo. Evidente
è l’urgenza di rifondare i punti nodali dell’economia sul principio di
fraternità, in un mondo dove il mercato è diventato “una sorta di potere che
impone i suoi criteri di giudizio, cultura, valori, metodi a popolazioni,
stati, istituzioni”. Risultato: continua crescita delle disuguaglianze.
L’attuazione in questi 15 anni del progetto dell’Economia di comunione dimostra
che è possibile basare l’economia sulla fraternità. Non solo: si può imprimere
una svolta, anche se ancora a livello germinale. Ne ha parlato l’economista Luigino Bruni. La prima idea lanciata da Chiara
Lubich è la tripartizione degli utili delle imprese:
la prima parte per il suo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro. Una
seconda parte per la formazione alla nuova cultura del dare in antidoto alla
cultura consumistica dell’avere, la terza per i più poveri. Elementi innovativi
che contribuiscono a sviluppare un mondo senza più indigenti. “Certo, le aziende dell’economia di comunione saranno sempre
poche rispetto al numero delle imprese sui mercati, ma – ha osservato il prof.
Bruni – i grandi cambiamenti epocali sono spesso il risultato di minoranze
carismatiche che hanno dato vita a modelli e a comunità visibili capaci di
generare uno spirito emulativo”. Significativa l’esperienza di un imprenditore
nell’ambito farmaceutico, Armando Tortelli, brasiliano. Dirige la Prodiet: 180 dipendenti, 35 milioni di fatturato.
Un’impresa che proprio per aver condiviso gli utili in questi anni ha
registrato una crescita anche nei rapporti con i dipendenti, i concorrenti,
senza cedimenti alla corruzione ed evasione fiscale. Nel pomeriggio, la
testimonianza dei poveri, e una tavola rotonda con esponenti di altre
esperienze di economia sociale.
**********
IN CORSO, OGGI E DOMANI A ROMA, IL
SIMPOSIO INTERNAZIONALE
“LE
FINALITÀ DELLA POLITICA E L’ECONOMIA”, PROMOSSO NEL 55.MO
ANNIVERSARIO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE SOCIALI DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA
ROMA.
= “La Chiesa e la Dottrina Sociale cattolica hanno sempre seguito in maniera
critica e costruttiva la crescente globalizzazione in
atto nel mondo”: è quanto ha affermato stamani a Roma il presidente della
Fondazione “Konrad Adenauer”,
Bernard Vogel, intervenendo
all’apertura del Simposio internazionale “Le finalità della politica e
l’economia”. L’iniziativa, in corso fino a domani, è promossa in occasione del
55.mo anniversario della Facoltà di Scienze Sociali
della Pontificia Università Gregoriana. “Nel mondo permangono varie e forti
ingiustizie - ha detto Vogel - a partire da quei 3
miliardi di uomini che tuttora vivono con meno di 2 dollari al
giorno. Finché sarà così – ha aggiunto – è giusto e necessario esprimere le
proprie critiche”. La Dottrina Sociale della Chiesa, infatti, “esprime al
riguardo un progetto sociale che punta all’armonia e
all’equilibrio tra le diverse componenti sociali”. Secondo Vogel,
“occorre ribadire che, in vista di una maggiore giustizia, ogni popolo deve
assumere l’onere per il progresso proprio e altrui”. La globalizzazione,
infatti, “non è giunta a noi per caso, ma è il risultato di una crescente
apertura dei popoli, dei Paesi e delle culture”. Può quindi condurre a “una
maggiore giustizia e uguaglianza, anche se non è esente da rischi di emarginare
i più deboli”. La Fondazione Konrad Adenauer si occupa di formazione e ricerca socio-politica, supporta
l’unificazione europea, la collaborazione internazionale e lo sviluppo di politiche
di cooperazione. (R.M.)
=======ooo=======
27 ottobre 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco e Ada Serra -
Stragi
di civili in Afghanistan: un attentato ha provocato, stamani, la morte di 14
persone.
**********
Un nuovo
attentato ha causato una ennesima strage in
Afghanistan: una bomba è esplosa al passaggio di un minibus nella provincia
meridionale di Uruzgan causando la morte di almeno 14
persone, in gran parte bambini e anziani. L’azione non è stata ancora rivendicata ma gli inquirenti ritengono che dietro questo
attacco ci sia la mano dei talebani, presenti soprattutto nel sud del Paese. La NATO ha inoltre ammesso che altri 12 civili afgani sono
rimasti uccisi in seguito ad un bombardamento compiuto martedì scorso, mentre
erano in corso i festeggiamenti per la fine del Ramadan. Secondo
fonti locali, le vittime di questa operazione militare, tesa a stanare
presunti ribelli, sarebbero almeno 60. Non è la prima volta che i
civili restano vittime della campagna che le forze internazionali stanno
conducendo nel sud dell'Afghanistan per debellare la resistenza talebana. La settimana scorsa venti persone erano rimaste
uccise in seguito ad un altro raid aereo nel sud. Proprio sulla
presenza delle truppe dell’Alleanza Atlantica in Afghanistan, un comandante
delle forze statunitensi ha detto che i soldati della NATO
potrebbero restare per almeno altri 10 anni. Sono stati sospesi, intanto, due
militari tedeschi che si erano fatti fotografare mentre
mostravano resti umani. Si moltiplicano, infine, le iniziative per chiedere la
liberazione del fotoreporter italiano, Gabriele Torsello, rapito nel Paese
asiatico lo scorso 14 ottobre: domani sarà trasmesso un appello della famiglia
dal canale arabo Al Jazeera.
**********
Furiosa battaglia in
Iraq tra guerriglieri e poliziotti iracheni nell’area di Baquba,
roccaforte sunnita a nord di Baghdad. Il bilancio è
di 24 agenti, 18 guerriglierie almeno un civile morti. Gli scontri sono avvenuti subito dopo
un’imboscata tesa da insorti ad una pattuglia di agenti.
Nuovo
raid israeliano in Medio Oriente: tre palestinesi sono stati uccisi da militari
israeliani a Jenin, in Cisgiordania.
Lo hanno riferito fonti locali precisando che le vittime erano civili e non
miliziani. L’azione arriva all’indomani dell’appello dell'Alto rappresentante
per
L’Iran
ha iniziato oggi l’alimentazione con gas in una seconda serie di centrifughe
per l’arricchimento dell’uranio. Intanto, è ripresa all’ONU la discussione su
eventuali sanzioni contro l’Iran, per la crisi innescata dal suo programma
nucleare.
Un rimedio radicale per affrontare
il problema dell’immigrazione illegale. Lo ha detto ieri il presidente
americano, George Bush,
firmando la controversa legge che autorizza la costruzione di una barriera,
lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, per impedire l’ingresso di
clandestini. Il muro sarà lungo
**********
Al momento di firmare la legge per
la costruzione del muro, il presidente George Bush ha sostenuto che è un passo importante per rendere più
sicuri i confini dell’Unione, tentando quindi di venire incontro all’area
statunitense più moderata in vista delle elezioni di medio termine. Il capo
della Casa Bianca ha comunque promesso una riforma globale della strategia per
affrontare l’emigrazione. Questo non ha frenato le critiche piovute da ogni
parte ed anche dal presidente messicano Vicente Fox, in generale vicino alle posizioni di Bush. Visitando Cancun, Fox non ha esitato a definire il progetto di costruire il
muro “una vergogna per gli Stati Uniti che dimostra – ha insistito –
l’incapacità di Washington di affrontare la questione su un piano di
corresponsabilità”. Il tema ha mobilitato anche il mondo cattolico dei due
Paesi confinanti e se il Comitato per l’emigrazione della Conferenza episcopale
degli Stati Uniti ha inviato una delegazione nelle diocesi di frontiera, i
vescovi messicani hanno approvato, alcuni giorni fa, un documento in cui si
sostiene che l’innalzamento di barriere non rappresenta mai una soluzione
giusta per affrontare il fenomeno dell’emigrazione. “Quando si affrontano
problemi che riguardano drammi umani – conclude il documento – non sono i muri ma i ponti che ci forniscono soluzioni”.
Maurizio Salvi, ANSA, per
**********
Approvato quasi da unanimità,
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un progetto di risoluzione
considerato un primo passo per l’elaborazione di un trattato sul controllo
internazionale delle armi. Il testo stabilisce infatti
la creazione di un “gruppo di lavoro” incaricato di valutare, entro un anno, la
fattibilità, i campi di applicazione e i parametri per regolare il commercio
delle armi. L’iniziativa, patrocinata da 116 governi, è stata appoggiata da 15
premi Nobel per la pace. Secondo diverse organizzazioni umanitarie, un milione
di persone sono state uccise, a partire dal 2003, da armi convenzionali.
Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, vuole costruire una centrale nucleare entro il
2015, con l’assistenza di Mosca. Lo ha rivelato all’agenzia di stampa russa
ITAR-TASS un ingegnere della compagnia energetica statale precisando che il
governo di Minsk è deciso ad intraprendere la strada
del nucleare a causa del continuo aumento dei prezzi del gas.
Rimpasto
di governo in Corea del Sud in seguito all’acuirsi della
crisi nucleare nord coreana: dopo i ministri della Difesa e
dell'Unificazione, si è dimesso anche il capo dell'intelligence, Kim Seung Kyu.
Resterà vacante, invece, il dicastero degli Esteri dal prossimo primo gennaio,
quando Ban-Ki-Moon assumerà
l’incarico di segretario delle Nazioni Unite.
Il Vietnam si appresta
a diventare il 150.mo membro dell’Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC). Il Paese asiatico, con una popolazione di circa
87 milioni di abitanti e con una crescita economica inferiore solo a quella della Cina, ha gradualmente abbandonato il modello
socialista per aderire all’economia di mercato. Su questa radicale transizione
economica in Vietnam, ascoltiamo al microfono di Stefano Leszczynski
il docente di economia politica presso l’Università di Bari, professor Giovanni
Ferri:
**********
R. – Il Vietnam sta attraendo da
anni un crescente flusso di investimenti diretti all’estero da parte delle
imprese dei Paesi industrializzati e, in questo, è veramente sulle orme della Cina. Bisogna però constatare che c’è ancora un certo
divario nel settore agricolo, che è ancora molto importante per l’economia
nazionale, e nel settore secondario manifatturiero e terziario.
D. – Dalla concorrenza che verrà a
crescere tra il Vietnam e la Cina chi trarrà qualche
vantaggio?
R. – Questi non sono giochi a somma zero, per cui qualcuno guadagna e qualcuno
necessariamente perde. Secondo me, sono giochi a somma positiva, nel senso che
una maggiore apertura del Vietnam al commercio internazionale fa guadagnare
tutti.
D. – Questi due Paesi, la Cina e il Vietnam, hanno sofferto molto prima di arrivare
a questo punto in cui il loro sviluppo sta esplodendo…
R. – Se confrontiamo quello che è
successo in Cina con quello che è successo nella ex Unione Sovietica, sposare
il mercato con un approccio graduale, è stato molto più pagante che invece
cercare di imitare immediatamente le democrazie dei Paesi industrializzati,
laddove non era possibile quella transizione così veloce, perché mancavano le
classi intermedie, mancavano le istituzioni. Quindi, da questo punto di vista,
sia
**********
Una
marcia silenziosa si è tenuta, questa mattina, in un sobborgo parigino, per
ricordare i due giovani la cui morte, esattamente un anno fa, segnò l’inizio di
tre settimane di violenze nelle banlieue francesi, dove gran parte degli immigrati vive in condizioni di degrado. Intanto, nuovi disordini
si sono verificati nella notte fra mercoledì e giovedì in varie aree alla
periferia di Parigi: autobus e veicoli privati sono stati presi d’assalto e
dati alle fiamme. I servizi di intelligence francesi, già alcuni giorni fa,
avevano dato l’allarme sulla possibile esplosione di nuovi disordini,
sostenendo che permane il clima di tensione che aveva portato alle rivolte di
un anno fa.
In Danimarca, un tribunale ha
assolto i responsabili del quotidiano danese che un anno fa pubblicò
le vignette satiriche su Maometto, provocando forti proteste nel mondo
islamico.
“No a compromessi confusi” sulla Finanziaria.
E’ quanto ha detto il capo di Stato italiano, Giorgio Napolitano, all’indomani
del voto di fiducia della Camera sul decreto fiscale collegato alla Finanziaria,
al termine di un dibattito molto acceso. E in Italia sale la tensione anche per
il caso di spionaggio fiscale nei confronti del capo dell’esecutivo,
Romano Prodi, e di sua moglie. Sono stati
controllati abusivamente anche dati privati di vari politici, tra cui il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’ex capo dello Stato, Carlo
Azeglio Ciampi, e l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nuove violenze nella Repubblica
Democratica del Congo, alla vigilia del ballottaggio
delle presidenziali di domenica: quattro persone hanno perso la vita durante
scontri divampati nelle ultime ore tra i sostenitori dei due candidati, il capo
di Stato in carica, Joseph Kabila, e l’attuale
vicepresidente Jean-Pierre Bemba.
In Etiopia la commissione
d'inchiesta, creata dal governo per indagare su episodi di violenza che hanno
scosso il Paese nel 2005, ha rivelato che almeno 199 persone sono morte durante
sanguinosi scontri. La commissione ha respinto, però, la tesi secondo cui la
polizia avrebbe compiuto, durante manifestazioni di piazza, abusi nei confronti
di civili, come denunciato invece da un giudice poi rifugiatosi in Europa. I disordini
erano scoppiati dopo denunce di brogli, da parte dell’opposizione, alle
elezioni del 2005.
=======ooo=======