RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 286 - Testo
della trasmissione di Venerdì 13 ottobre
2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il cordoglio del Papa per la
morte, ieri sera, del cardinale Dino Monduzzi
OGGI IN PRIMO PIANO:
L’ONU pubblica il rapporto sulle violenze sui
minori nel mondo: intervista con Francesca Racioppi
Al
via il Festival del cinema di Roma: ai
nostri microfoni Maria Teresa Cavina
CHIESA E SOCIETA’:
Lanciata dai giovani cattolici
australiani una campagna contro la tossicodipendenza
Prosegue in Uganda il programma
di una radio che diffonde messaggi per la prevenzione dell’AIDS
Già in vigore le sanzioni del Giappone contro
13 ottobre 2006
CORDIALE
INCONTRO IN VATICANO TRA BENEDETTO XVI E ROMANO PRODI:
SI E’
PARLATO DI BIOETICA, VITA, FAMIGLIA, SOLIDARIETA’,
DIALOGO
TRA RELIGIONI E CULTURE E MEDIO ORIENTE
E
DELL’IMPORTANZA DEI VALORI CRISTIANI PER L’EUROPA
Benedetto XVI ha ricevuto stamani alle 11.00 il presidente
del Consiglio italiano, Romano Prodi, accompagnato dalla moglie Flavia e da un
seguito. Il premier ha poi incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone. Il Papa ha accolto il premier sulla soglia
della sua Biblioteca privata con un grande sorriso: quindi lo ha fatto accomodare
alla scrivania dove è iniziato il colloquio privato che è durato poco più di
trenta minuti. C’è stata poi la cerimonia dello scambio dei doni: il presidente
del Consiglio ha donato al Papa un prezioso calice d'argento smaltato, con
copertura dorata, di epoca fine '800.
Il Papa ha offerto
alla delegazione italiana medaglie del Pontificato e rosari. “Durante i
cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - sono
stati passati in rassegna temi attinenti alle relazioni bilaterali tra la Santa
Sede e la Repubblica Italiana, con particolare riferimento agli ambiti della
bioetica, della difesa e promozione della vita e della famiglia, della
solidarietà, del dialogo tra le religioni e le culture e dell’educazione della
gioventù. Non è mancato, infine, un esame dei temi di politica internazionale,
soprattutto in relazione alla situazione in Medio Oriente e all’impegno italiano
in Libano, come pure all’importanza dei valori cristiani nel processo di
integrazione europea”. Infine – afferma la Sala Stampa vaticana - “è stata
ribadita la volontà di una stretta collaborazione tra le Parti, per il
progresso della Nazione italiana e per il bene della comunità internazionale”.
BENEDETTO
XVI INCORAGGIA I VESCOVI DELLA ZAMBIA,
RICEVUTI
PER
A TESTIMONIARE “LA COMPASSIONE DI CRISTO PER I
POVERI,
PER I
RIFUGIATI E PER TUTTI I SOFFERENTI”
Le sfide pastorali della Chiesa in Zambia di fronte ai
recenti profondi cambiamenti politici, sociali ed economici che hanno
interessato il Paese: ne hanno parlato i vescovi africani in visita ad Limina, incontrando stamani il
Papa che li ha incoraggiati nella loro missione di testimoniare la verità della
fede. Il servizio di Roberta Gisotti:
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“Gioie”, “difficoltà”, “speranze”, nelle parole dei
presuli della Zambia, approdata 16 anni fa, nel 1990,
alla democrazia dopo la dittatura socialista. Benedetto XVI dopo aver ascoltato
con attenzione la relazione del presidente della Conferenza episcopale, mons. Telesphore G. Mpundu, arcivescovo
di Lusaka, ha raccomandato loro di testimoniare
anzitutto “una vita di genuino amore”, mostrando “la compassione di Cristo
specialmente per i poveri, per i rifugiati, per i malati e per tutti i
sofferenti”, continuando pure “a proclamare la necessità dell’onestà,
dell’affetto familiare, della disciplina e della fedeltà, che hanno un decisivo
impatto per il benessere e la stabilità della società”. Il Papa ha quindi
sollecitato i vescovi ad insegnare ai fedeli il valore e la pratica della
preghiera, specie quella liturgica e cosi anche il valore delle forme popolari
di pietà, e il valore dell’intercessione dei santi, in particolare di Maria.
Riguardo poi i sacerdoti che possono smarrirsi “per le tante tentazioni della
società contemporanea”, il Santo Padre ha insistito di “comunicare loro la
gioia di servire Dio con un giusto distacco dalle cose di questo mondo”.
I vescovi dello Zambia da parte loro hanno evidenziato
luci ed ombre di una giovane democrazia che oggi vede
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ALTRE
UDIENZE
Stamane il
Papa ha ricevuto anche il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi,
India. Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il cardinale William Joseph Levada, prefetto della
Congregazione per
AL SERVIZIO DI QUATTRO PAPI CON GRANDE DEDIZIONE,
HA RICOPERTO L’UFFICIO DEL MAESTRO DI CAMERA CON ALACRITÀ E SAGGEZZA:
CON QUESTE PAROLE BENEDETTO XVI HA ESPRESSO
IL SUO CORDOGLIO PER LA MORTE,
IERI SERA, DEL CARDINALE DINO MONDUZZI
Si è spento ieri sera, all’età di 84 anni, a
causa di una grave malattia, il cardinale Dino Monduzzi,
diacono di San Sebastiano al Palatino e prefetto emerito della Casa Pontificia.
A presiedere la celebrazione delle esequie, lunedì alle 17 nella Basilica
Vaticana, sarà Benedetto XVI, che in un telegramma ai familiari ha espresso
profondo cordoglio per la scomparsa del porporato. Il servizio di Tiziana Campisi:
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“Nella sua esistenza egli ha reso con grande
dedizione un generoso servizio a ben quattro Papi nell’ufficio del Maestro di
camera in seguito denominato prefettura della Casa Pontificia”: con queste
parole il Papa ha voluto ricordare il cardinale Dino Monduzzi.
Il Santo Padre ha sottolineato in particolare l’alacrità e la saggezza con la
quale il porporato organizzava le udienze pontificie e i viaggi pastorali in
Italia. Nato a Brisighella, nella diocesi di Faenza,
il 2 aprile 1922, è stato ordinato sacerdote nel 1945. Ha studiato alla Pontificia
Università Lateranense e si è impegnato
particolarmente nell’Azione Cattolica. Nel gennaio del 1964 è al seguito di Paolo VI in Terra
Santa. Il 6 gennaio 1987, nella Basilica Vaticana viene
ordinato vescovo per ricoprire la cattedra di Capri. È anche nominato prefetto
della Casa Pontificia, incarico che ricopre fino al
febbraio 1998, anno in cui Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale. Il
porporato ha programmato 130 viaggi pastorali di Papa Wojtyla in Italia e 268
visite pastorali alle parrocchie della diocesi di Roma. Fedele alle
indicazioni del Santo Padre, il cardinale Monduzzi ha
sempre privilegiato il rapporto pastorale del Successore di Pietro con le varie
componenti del Popolo di Dio.
Così Giovanni Paolo II si è espresso nella lettera
inviatagli in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione
sacerdotale, il 23 luglio del 1995: “Vogliamo adeguatamente mettere in
risalto la tua attività e capacità che così a fondo e costantemente hai messo a
Nostra disposizione fin da quando siamo stati elevati
alla Cattedra di San Pietro e che per tanti anni hai continuato ad esercitare
con provata fedeltà. Hai infatti organizzato i nostri
viaggi pastorali attraverso l'Italia e le udienze pontificie con grande
alacrità e sapiente perizia. Viaggi e udienze dai quali pensiamo che ne sia
derivato un salutare vantaggio per tutti e che abbiano consentito alla Nostra
azione apostolica di raggiungere tutti, in quasi ogni parte della terra”.
Con la scomparsa del cardinale Dino Monduzzi il collegio
cardinalizio risulta adesso costituito da 188 cardinali, di cui 116 elettori e
72 non elettori.
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APPELLO
DI MONS. CELESTINO MIGLIORE
ALL’ONU:
I
PAESI RICCHI ONORINO GLI IMPEGNI PRESI CON I PAESI DELL’AFRICA
SULLA
RIDUZIONE O LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO E SUGLI AIUTI ALLO SVILUPPO
Nuovo appello di mons. Migliore all’ONU: i Paesi ricchi
onorino gli impegni presi con i Paesi dell’Africa sulla riduzione o la
cancellazione del debito estero e sugli aiuti allo sviluppo. L’Osservatore
permanente della Santa Sede presso l’ONU ha svolto il suo intervento ieri al
Palazzo di Vetro di New York, durante i lavori della 61.ma
Assemblea generale. Il servizio di Sergio Centofanti.
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“Oggi più che mai una condizione decisiva per la pace nel
mondo è la consapevolezza dell’interdipendenza tra Paesi ricchi e Paesi poveri”
– ha affermato mons.
Migliore esprimendo il forte convincimento che “il benessere dei popoli
africani è una condizione indispensabile per il raggiungimento del bene comune
universale”. Se “lo sviluppo non sarà compreso come un compito comune a tutti
noi” – ha aggiunto - si può innescare “un processo di regressione anche nelle zone
segnate finora dal progresso”. Per questo
Il Papa è intervenuto più volte su questo tema ricordando
che l’Africa “è un Continente di grandissime potenzialità, di grandissima
generosità da parte della gente, con una fede viva che impressiona”, ma che
continua ad essere oggetto di abuso e di sfruttamento per le sue ricchezze:
molti conflitti – ha affermato Benedetto XVI - non avrebbero assunto forme
virulente “se non ci fossero dietro gli interessi delle grandi potenze”.
L’Africa, secondo il Papa, oggi più che mai, ha bisogno del “fraterno aiuto” di
tutta la comunità internazionale.
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Lo scorso 9 ottobre, nella sede della nunziatura
apostolica a Berlino, il nunzio apostolico in Germania, mons. Erwin Josef Ender
e il presidente del Senato e primo borgomastro di Amburgo Ole
von Beust, hanno proceduto
allo scambio degli Strumenti di ratifica dell'Accordo, che era stato firmato il
29 novembre 2005 fra
L’Accordo, che è entrato in vigore il 10 ottobre, consiste
in 23 articoli e in un Protocollo Finale, che stabilisce, fra l'altro, norme
circa il riconoscimento statale delle scuole in gestione ecclesiastica,
l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, l'attività
della Chiesa nei campi pastorale e socio-sanitario-caritativo,
l'imposta ecclesiastica, e la cura degli edifici ecclesiastici soggetti a
tutela monumentale. Viene, quindi, riconosciuto il
ruolo sociale della Chiesa cattolica nella Città Libera e Anseatica
di Amburgo
UNA
VITA SPESA PER OFFRIRE ALLE DONNE UNA FORMAZIONE CULTURALE,
PROFESSIONALE
E SPIRITUALE: È QUELLA DI ROSA VENERINI,
CHE SARÀ PROCLAMATA SANTA DOMENICA. OGGI A
CONTINUARE LA SUA MISSIONE
E’ LA
CONGREGAZIONE DELLE MAESTRE PIE VENERINI
- Ai
nostri microfoni suor Marcella Lorenzetti -
Il suo apostolato prende vita dopo lunghe riflessioni e un
cammino di fede sviluppatosi nella spiritualità di Sant’Ignazio
di Loyola. Rosa Venerini,
che domenica, alle 10.00 in Piazza San Pietro, sarà canonizzata insieme ad altri tre beati, da Benedetto XVI, ha fondato la
Congregazione delle Maestre Pie Venerini. Vissuta fra
il XVII e XVIII secolo, volle spendersi, per l’educazione e la promozione della
donna e a lei si devono le prime scuole che offrivano alle fanciulle una
formazione completa. Al microfono di Giovanni Peduto la superiora generale
delle Maestre Pie Venerini, suor Marcella Lorenzetti delinea alcuni tratti della personalità di Rosa Venerini:
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R. – Da giovinetta Rosa cercò a lungo la strada da
percorrere per servire Dio e il prossimo. Nel 1684 cominciò ad invitare donne e
fanciulle nella sua casa per la recita del Rosario. Fu allora che si accorse
della loro povertà culturale e spirituale. Capì che la donna del suo tempo,
schiava della ignoranza e dei condizionamenti sociali, aveva bisogno di essere
amata ed educata per realizzare il meraviglioso
progetto che Dio ha su ciascuna creatura. Rosa Venerini
si adoperò allora con tutte le forze all’educazione della gioventù, aprendo
scuole per la promozione umana, cristiana e sociale della donna.
D. – In che modo si è adoperata di Rosa Venerini?
R. – Ha cominciato la sua missione a Viterbo, dove ha
aperto una scuola il 30 agosto del 1685: la prima scuola pubblica femminile in
Italia. Ad aiutarla erano due amiche, Porzia Bacci e
Gerolama Coluzzelli, e fu con loro che diede inizio
alla prima comunità di vita apostolica. La fama del risanamento morale e dei
benefici che le sue scuole apportavano alla città, si diffuse presto tanto che
il cardinale Marco Antonio Barbarigo, nel 1692,
chiamò Rosa Venerini perché aprisse scuole a Montefiascone. In seguito Rosa Venerini
raggiunse Roma e altre città dello Stato Pontificio.
D. – Un fatto importante della sua vita?
R. - E’ noto l’episodio della visita ad una sua scuola di
Papa Clemente XI che si complimentò per il grande lavoro apostolico ed elogiò
il metodo educativo e l’opera di Rosa Venerini.
D. – Quale eredità ci ha lasciato Rosa Venerini?
R. - Oggi si parla molto di cultura, di formazione
integrale della persona, di promozione della donna. Rosa Venerini
ha un messaggio importante da proclamare alla nostra società che fa uso e abuso
di queste parole: una cultura che vuol fare a meno di Dio, non è vera cultura.
Da lei si impara che la vera educazione è quella che
libera il cuore da ogni condizionamento per rendere visibile il progetto di
Dio.
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IL
RINNOVAMENTO DELLA VITA CONSACRATA
ALLA LUCE DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
IN UN EQUILIBRATO RAPPORTO CON
CONCLUSO
OGGI IN VATICANO IL SEMINARIO DI STUDIO SULL’ARGOMENTO
I consacrati e le consacrate
sono chiamati ad animare di radicalità evangelica i rapporti sociali, politici
ed economici, attraverso la testimonianza delle beatitudini evangeliche e la
disponibilità totale alla salvezza del mondo. Spiritualità e formazione anche
per mezzo di un’adeguata conoscenza e utilizzazione della dottrina sociale
della Chiesa sono due strade individuate al riguardo nel Seminario
internazionale di studio conclusosi stamani in Vaticano per iniziativa
congiunta della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società
di Vita Apostolica, del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dei
Religiosi promotori,
a livello internazionale, di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (JPIC).
Nel discorso conclusivo, il
presidente del Pontificio Consiglio, cardinale Renato Martino, ha sottolineato
che la dedizione evangelica ai poveri da parte di innumerevoli religiosi e religiose
costituisce uno dei capitoli più luminosi ed
edificanti nella storia della Chiesa moderna e contemporanea. Egli ha inoltre
voluto rendere omaggio a tantissimi consacrati e consacrate, eroi nascosti
dell’amore cristiano e fedelissimi servitori del Vangelo della carità. Secondo
il porporato il più importante e urgente apostolato sociale che
i religiosi e le religiose devono fare è quello di essere totalmente di
Dio per poter annunciare al mondo sociale, economico e politico che senza Dio
si costruisce contro l’uomo. Rilevando poi che il riferimento formativo alla
dottrina sociale della Chiesa e il suo utilizzo potrebbero adeguatamente
incentivare il rinnovamento della vita consacrata, il cardinale Martino ha evidenziato
l’opportunità della compilazione di una Nota che illustri alcuni percorsi
educativi per la vita consacrata stessa a partire dal Magistero sociale.
Dopo un’ampia panoramica, ieri
sera, sui problemi e le prospettive del rapporto tra vita consacrata e
formazione alla dottrina sociale con una relazione della suora domenicana
inglese Helen Alford,
l’intima relazione fra i tratti caratteristici della consacrazione religiosa e
la dottrina sociale della Chiesa è stata posta in luce incisivamente, oggi, giornata
conclusiva del Simposio, dall’arcivescovo di Siviglia, il cardinale francescano
spagnolo Carlos Amigo Vallejo con un preciso parallelo tra i tre voti di povertà,
castità e obbedienza e altrettanti insegnamenti fondamentali, espressi nel
Compendio della dottrina sociale della Chiesa. La vita consacrata nella povertà
è distacco personale nella sicurezza di un Dio giusto e il Compendio insegna
che la proprietà originaria di tutto appartiene a Dio. La vita consacrata nella
castità è donazione incondizionata a Dio e il Compendio riafferma l’impegno per
il prossimo in un cuore indiviso. La vita consacrata nell’obbedienza è seguire
la volontà di Cristo sottomesso al Padre e il Compendio sottolinea che solo
nell’apertura al prossimo la persona raggiunge la sua piena realizzazione.
Efficaci e interessanti
testimonianze su vita consacrata e formazione alla dottrina sociale sono state
offerte successivamente da cinque religiosi e religiose
- un filippino, un irlandese, una brasiliana, un maltese e una indiana – con
riferimento rispettivamente a regioni asiatiche, africane, latinoamericane,
europee ed indiane.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Il discorso di Benedetto XVI ai
presuli della Conferenza episcopale di Zambia.
Una pagina dedicata alla figura del compianto
cardinale Dino Monduzzi. Il telegramma di cordoglio
del Santo Padre.
Servizio estero - Nucleare: vertice fra Cina e
Corea del Sud dopo il test atomico di Pyongyang.
Servizio culturale - Un articolo di Marco Testi dal
titolo "Uno scrittore 'ponte' fra Oriente ed Occidente": Orhan Pamuk,
Nobel per la Letteratura.
Servizio italiano - In primo piano il tema della
finanziaria.
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13 ottobre 2006
IL
PREMIO NOBEL PER LA PACE E' STATO ASSEGNATO OGGI A MUHAMMAD YUNUS,
DEL
BANGLADESH, DEFINITO IL ''BANCHIERE DEI POVERI' E ALLA SUA GRAMEEN BANK, UNA BANCA RURALE
SPECIALIZZATA NEL MICROCREDITO A FAVORE DEI PIU'
POVERI
-
Intervista con Luca De Fraia -
È stato definito il “banchiere dei
poveri”. E’ Muhammad Yunus,
del Bangladesh, al quale è stato attribuito oggi ad
Oslo il Premio Nobel per la Pace. Il riconoscimento è andato anche alla Grameen Bank, il movimento dello
stesso Yunus. Il servizio di Vincenzo Lanza:
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Un premio importante,
quello assegnato quest’oggi, a Muhammad Yunus, l'economista del Bangladesh
che nel
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R. – Devo dire che la cosa che mi
colpisce di più, positivamente, in questo riconoscimento è il nesso tra pace e
sviluppo. E’ un fatto di enorme importanza e poi sicuramente l’attribuzione di
rilevanza all’esperienza del microcredito. L’importanza delle risorse per lo
sviluppo è l’importanza centrale e il microcredito può essere una ottima risposta per risolvere i problemi della povertà.
D. – Anche Benedetto XVI alla
Conferenza internazionale sul microcredito, svoltosi a Roma nel febbraio
scorso, aveva evidenziato l’importanza di questo strumento di sviluppo sociale.
Ma secondo lei può essere questo un volano per la nuova economia nei prossimi
anni?
R. – Sicuramente può essere una
delle componenti: gli aiuti internazionali nelle grandi masse di risorse sono
ancora necessarie, ma nel microcredito, credo che ci sia una componente ed un
coinvolgimento della società civile, delle comunità di base, degli individui a
livello territoriale, che è un elemento fondamentale per lo sviluppo. Noi nel
futuro, se vogliamo vincere la lotta alla povertà dobbiamo saper utilizzare
tutte queste possibilità e il microcredito, quindi, rientra pienamente in una
strategia, chiamiamola, comprensiva di lotta alla povertà.
D. – Nella motivazione del Premio
Nobel si legge “non si può ottenere una pace duratura se vasti settori della
popolazione non trovano il modo di uscire dalla povertà”. Ma come riuscire ad
uscire oggi dalla povertà?
R. – Ci sono indubbiamente diverse
misure che vanno adottate. Abbiamo già indicato la questione delle risorse,
affrontabile a diversi livelli: per l’appunto microcredito, aiuti pubblici allo
sviluppo. Altre questioni sono rilevanti, penso al commercio, penso alla
questione della sicurezza e al peacekeeping, penso
sicuramente allo sviluppo e al sostegno delle democrazie nei Paesi dell’Africa,
dell’Asia, dell’America Latina. La sfida alla povertà è una sfida complessa.
Noi siamo fortunati oggi perché rispetto agli anni della Guerra Fredda possiamo
guardare a queste vicende con occhi più oggettivi di un tempo.
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PRESENTATO IERI A ROMA IL RAPPORTO
SULLA
VIOLENZA SUI MINORI NEL MONDO
- Ai nostri microfoni Francesca Racioppi -
I dati allarmanti sulla drammatica
realtà della violenza sui minori sono stati presentati dalle Nazioni Unite e
sono contenuti in un Rapporto espressamente voluto dal segretario generale
uscente, Kofi Annan. Nel solo 2002 spiegano gli esperti dell’UNICEF e
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono morti 53 mila bambini. Ad
aggravare questa situazione il fatto che molte violenze vengono
giustificate sulla base di modelli culturali o di tradizione, come nel caso delle
decine di milioni di ragazze che hanno subito una mutilazione genitale. Il servizio
è di Stefano Leszczynski:
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“Agghiaccianti” è l’aggettivo con cui
Antonio Sclavi, direttore dell’UNICEF – Italia, ha
definito i dati contenuti nel Rapporto delle Nazioni Unite sulla violenza sui
bambini presentato ieri a Roma: 218 milioni sono, infatti, i bambini in età scolare
costretti a lavorare, di questi ben 126 milioni sono coinvolti in attività rischiose.
Quasi 6 milioni quelli costretti a lavorare in stato di semi-schiavitù. Un
milione e ottocentomila è la stima dei bambini che vengono
sfruttati nel giro della prostituzione e della pornografia; tra i 100 e i 140
milioni di ragazze, denunciano le Nazioni Unite, sono invece vittime di
mutilazioni genitali. Il fenomeno non risparmia nessun Paese e spesso rimane
nascosto e socialmente accettato. La maggior parte delle volte la violenza è
commessa da persone di cui i bambini si fidano. I maschi sono più a rischio di
violenze fisiche rispetto alle femmine, mentre le bambine sono più soggette a
violenze sessuali, abbandono e induzione alla prostituzione. Duole constatare
come il fenomeno si sia aggravato negli ultimi venti anni, spiega Francesca Racioppi, responsabile dell’OMS per la prevenzione della
violenza, e come questo sia avvenuto soprattutto nell’Europa orientale:
R. - Ci sono delle cause che hanno a
che vedere con la famiglia, la situazione familiare in cui un bambino si trova
a vivere quindi la presenza di familiari che abusino di alcool piuttosto che
non droghe. La presenza di un disagio sociale ed economico espongono i bambini
ad un rischio più alto di restare vittima di violenza.
Infine ci sono dei problemi di carattere sociale che hanno a che vedere con
grandi crisi economiche e grandi crisi sociali.
D. – Quali sono quindi i suggerimenti,
le linee guida delle Nazioni Unite nei confronti degli Stati per migliorare
questa situazione?
R. – Il rapporto formula circa 12
raccomandazioni di carattere generale più delle raccomandazioni che sono
specifiche ai diversi ambiti in cui la violenza avviene e formula delle
indicazioni che sono molto precise e molto chiare. Per
esempio, invita i governi ad approntare delle strategie nazionali globali per
la prevenzione della violenza e per offrire dei migliori servizi ai bambini che
siano vittime di violenza.
Il
dilagare della violenza nei confronti dei più piccoli e dei più deboli richiede
quindi un intervento diretto da parte dei governi nazionali, ma cosa si può fare
in concreto? Risponde Rosy Bindi, ministro italiano
per la famiglia:
R. – L’Italia vanta, rispetto anche
agli altri Paesi europei, una conoscenza seria dei dati sulla violenza e gli
abusi sui minori, una legislazione molto avanzata e anche strumenti di lotta
alla violenza. Riteniamo tuttavia che su questo tema non si faccia mai
abbastanza e che non si debba abbandonare, ma anzi incentivare, l’impegno e che
ci si debba soprattutto adoperare per far emergere un sommerso che attraversa anche
la vita delle famiglie, dove i minori spesso sono fatti oggetto di violenza, di
abuso, così come occorre essere consapevoli che c’è una forma di violenza
contro i minori rappresentata dalla povertà,
dall’emarginazione che oggi, incredibilmente, vede il nostro Paese, tra quelli
europei, con il più alto tasso di povertà dei minori.
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OGGI AL VIA IL
FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA
- Ai nostri microfoni Maria Teresa Cavina -
Dopo essere stata inaugurata ieri sera al Teatro
dell’Opera di Roma con un concerto diretto dal maestro Riccardo Muti e un
premio alla carriera conferito a Sean Connery, inizia oggi ufficialmente la prima edizione di Cinema
– Festa Internazionale di Roma, un nuovo appuntamento ricco di proposte ed
eventi. Grande attesa per la pellicola inaugurale, Fur: an
Imaginary Portrait of Diane
Arbus con Nicole Kidman, la prima di una nutrita ed interessante serie di
proiezioni programmate nelle sale del Parco della Musica di Roma e in tanti
altri luoghi della città. Il mondo del cinema ricorda oggi anche la scomparsa,
avvenuta ieri notte, dell’ottantaseienne regista italiano Gillo Pontecorvo, autore impegnato che vinse il Leone d’oro a
Venezia nel 1966 con il suo capolavoro, “La battaglia di Algeri”. Il servizio
di Luca Pellegrini:
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Come
ogni festa che si rispetti, anche quella internazionale di Cinema di Roma si è
inaugurata a suon di musica. E’ stato Riccardo Muti ieri sera a dirigere un
concerto il cui programma era interamente dedicato al cinema con le musiche che
Nino Rota ha composto per grandi film come Il gattopardo, Il padrino,
La strada. Un successo che da oggi contagerà sicuramente l’intera città,
poiché tanti sono i luoghi che ospiteranno proiezioni, conferenze e mondanità.
Nove giorni per una sfida, con 95 titoli selezionati per un concorso con giuria
popolare, una sezione di anteprime internazionali con grossi titoli e grandi
star, eventi speciali per celebrare la settima arte, gli extra per esplorare le
nuove forme di linguaggio visivo e una sezione chiamata “Alice nella Città”
dedicata agli spettatori più giovani, ai bambini e agli adolescenti. Tutto
questo insieme a mostre, retrospettive per studiare la figura e la professione
dell’attore e un mercato internazionale. Insomma, il futuro dirà se la proposta
culturale ed artistica voluta da una città storicamente “cinematografica” come
Roma ha avuto successo. Nel frattempo c’è il desiderio di coinvolgere il più
gran numero di spettatori possibile con un festival che, fin dal momento in cui
è stato pensato, vuole proporsi con la gioia e la semplicità di una grande
festa, come spiega ai nostri microfoni Maria Teresa Cavina,
uno dei cinque responsabili della manifestazione:
R. - E’ una festa, quindi è piena di cose, è piena di
sorprese e inviterei gli amanti del cinema a venire all’Auditorium. Ci sono dei
titoli molto famosi, con attori molto noti, ma ci sono anche dei titoli meno conosciuti
ma pensati per incontrare un pubblico. Si lascino quindi trascinare dal piacere
del titolo e guardino. Ci sarò spazio se non per tutti, quasi per tutti. Venite
e festeggiate con noi il cinema perché in realtà, la nostra grandissima
scommessa è proprio quella: facciamo un festival ma
non costringiamo la gente a giorni e giorni lontano da casa, lontano dalle
proprie cose; lo facciamo vicino alla gente, questo è il vero elemento popolare
della festa di Roma: non film facili, ma una facilità di andare al cinema.
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13 ottobre 2006
Si sono svolti oggi nella città irachena di mosul i
funerali di padre Paulos Eskandar, il sacerdote di rito siro-ortodosso trovato
decapitato ieri nella città. Intanto e’ preoccupante la situazione dei
cristiani nel Paese arabo
- A
cura di Eugenio Bonanata -
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BAGHDAD. = La macabra uccisione del religioso non è che
l’ennesima conferma del terrore in cui vivono i cristiani in Iraq. Sulle
difficili condizioni in cui versano i cristiani iracheni si è espresso
l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis
Sako, che, attraverso l’agenzia missionaria AsiaNews, ha parlato di intere famiglie cristiane costrette
ad emigrare perché prive di protezione. Tuttavia, il presule ha esortato
soprattutto i giovani ad avere pazienza e a restare nel Paese per partecipare
in prima linea alla ricostruzione.
Deluse le aspettative per la nascita di uno Stato
pluralista e democratico, e considerata anche la mancanza di una
prospettiva futura nel clero locale, per mons. Sako
l’unica strada percorribile oggi in Iraq è quella del dialogo e della
cooperazione fra le religioni. Lui stesso, nei giorni scorsi, ne ha dato una
dimostrazione concreta invitando ad una cena - in occasione del Ramadan - un centinaio di
esponenti religiosi e politici tra sciiti, sunniti, curdi
e cristiani. Non basta condannare, non servono le vendette: mons. Sako ha detto ai suoi invitati che bisogna invece reagire
insieme in modo positivo se si vuole costruire una società migliore in nome
della giustizia e del rispetto della dignità umana. Insomma il dialogo e la buona
volontà come antidoto a chi vuole sfruttare la religione per bassa politica. La
speranza – nelle parole del presule - è che l’iniziativa possa ripetersi di
anno in anno anche in altre città del tormentato Iraq.
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In
diversi paesi asiatici il costo per le terapie mediche costringe
una parte della popolazione a vivere con meno
di un dollaro al giorno.
E’ quanto
sostiene lo studio condotto
da
un’equipe internazionale di medici ed economisti
MANILA. = Un gruppo internazionale di esperti ha stimato
che oltre 78 milioni di asiatici vivono in povertà a causa degli alti costi
delle cure mediche, che in molti casi è ben al di sopra delle possibilità dei
cittadini medi. Secondo il gruppo, composto da
studiosi di economia e medicina, sono molti i Paesi che non forniscono
assicurazioni sanitarie alla popolazione: di conseguenza – riporta l’agenzia AsiaNews - il costo medio di una cura medica sale e,
abbinato al prezzo dei medicinali, costringe milioni di persone a vivere con
meno di un dollaro al giorno. Per il dr. Eddy van Doorslaer, ricercatore dell’Università Erasmus
di Rotterdam, i 585 milioni di poveri presenti in Asia orientale - secondo i
dati della Banca Mondiale -, aumentano di molto se si considerano quanti pagano
di tasca propria il prezzo per le cure mediche. Il medico olandese sostiene che
“è una brutta sorpresa l’aver scoperto che tutta questa gente non riceve alcun
aiuto per sostenere le proprie terapie”. Secondo i dati della Banca, presentati
nelle Filippine il 18 settembre scorso, di questi 585 milioni, 375 sono cinesi,
100 indonesiani, 40 vietnamiti, 35 filippini ed i rimanenti sparsi per il resto
del continente. Lo studio evidenza che la situazione
migliore si vive in Indonesia, seguita da Thailandia
e Malaysia: molto peggio per i cittadini di Bangladesh,
Cina, India, Nepal e Vietnam. “In questi Paesi – conclude van
Doorslaer – oltre il 60 %
dei proventi totali dell’industria medica proviene dalle tasche dei cittadini”.
(E.B.)
LANCIATA
DAI GIOVANI CATTOLICI AUSTRALIANI UNA CAMPAGNA
CONTRO
LA TOSSICODIPENDENZA E LA CRESCENTE DIFFUSIONE DELL’ICE,
SOSTANZA
STUPEFACENTE
SIDNEY. = “La droga non fa tendenza. Porta solo distruzione
e disperazione”: è quanto affermano i giovani cattolici australiani in una
campagna di sensibilizzazione contro la tossicodipendenza, recentemente
lanciata dal servizio giovanile della Società di San Vincenzo de’ Paoli. In particolare – riferisce l’agenzia Fides -
l’iniziativa vuole denunciare la crescente diffusione dell’ICE, una metanfetamina che pare venga utilizzata
regolarmente da più di 73 mila giovani australiani. L’ICE è poco costosa e
relativamente facile da trovare: anche per questo è rapidamente aumentata la
sua diffusione. D’altra parte, questa sostanza genera rapidamente dipendenza e
spesso i ragazzi ne sottovalutano la pericolosità. L’ICE è uno stimolante che
crea scompensi gravi al sistema nervoso centrale. All’inizio genera euforia,
poi provoca rapidamente psicosi e depressione. I giovani cattolici intendono
coinvolgere nella campagna associazioni ecclesiali, movimenti, parrocchie e
strutture di pastorale giovanile. Particolare risalto è dato anche alla
necessità di fornire ai giovani una formazione efficace sul senso della vita,
aiutandoli così a porsi le domande esistenziali e a decidere con consapevolezza
cosa fare della propria vita. (A.S.)
Una serie
di dipinti e il progetto di una chiesa
in
omaggio a giovanni paolo II.
E’ la mostra promossa a
roma dai salvatoriani
in occasione del 28.mo
anno dall’elezione di Papa Wojtyla,
che
ricorre il prossimo 16 ottobre
ROMA. = Giovanni Paolo II in preghiera, in meditazione,
sorridente, sofferente o in momenti di grande importanza per la storia della
Chiesa come dinnanzi al muro del pianto di Gerusalemme. Si tratta di immagini
di grande bellezza e naturalezza, dipinte dall’artista toscano Lorenzo
D’Andrea, che fanno parte della mostra “Omaggio a Giovanni Paolo II” in corso
fino al 6 novembre prossimo al Palazzo Cesi di Roma,
presso la Curia generalizia dei Salvatoriani. Nella
ricorrenza del 28esimo anno dall’elezione di Papa Wojtyla, che ricorre il
prossimo 16 ottobre, l’iniziativa è promossa della Società del Divin Salvatore e patrocinata dall’Ambasciata della
Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, dalla Regione Lazio e dal Comune di
Roma. La mostra, rivolta sia ai laici che ai religiosi, vuole essere un tributo
alla figura del Papa polacco per rendere omaggio ad un grande Pontefice e ad un
grande uomo simbolo della pace, dell’amore, del perdono, della concordia e
della fratellanza. Questo omaggio vuole far rivivere la sua figura
testimoniando al mondo la sua opera e come dice Hanna
Suchocka, Ambasciatore della Repubblica di Polonia
presso la Santa Sede, è un segno visibile delle parole scritte dal Papa nel
poema ‘Trittico Romano’ in cui afferma
“Però io non muoio del tutto, quel che in me è imperituro permane!”.
Come per Giovanni Paolo II anche per i Salvatoriani,
l’universalità è stato uno dei punti chiave della loro missione ed è per questo
che il ricavato della mostra andrà in opere di beneficenza per sostenere le
nuove fondazioni salvatoriane in tutto il mondo. La
mostra comprende anche il progetto di una chiesa ispirata al Pontefice
scomparso, ideata dall’architetto Gaetano Callocchia.
(E.B.)
UNA
RADIO PER PREVENIRE L’AIDS. PROSEGUE IN UGANDA DEL NORD
IL
PROGRAMMA DI UN’EMITTENTE LOCALE CHE DIFFONDE MESSAGGI
PER LA
CURA DEL VIRUS
KAMPALA. = Diffondere messaggi informativi su prevenzione,
trattamento e cura del virus dell’HIV. E’ con questo scopo che prosegue, nel
nord dell’Uganda, un programma radiofonico, trasmesso dall’emittente locale
Radio Kitti. Secondo quanto riferisce l’agenzia Misna, l’idea è stata lanciata l’anno scorso da un imprenditore
locale, che ha pensato così di poter supplire, almeno in parte, alle difficoltà
di comunicazione tra il capoluogo Kitgum e coloro che
vivono distanti dai presidi ospedalieri e in zone isolate a causa della mancanza
di strade. Radio Kitti dedica un programma mensile
alla prevenzione dell’AIDS, della durata di 45 minuti, all’interno del quale
sono ospitati operatori sanitari ed esperti. Nella prima parte della
trasmissione vengono illustrati casi specifici e sono
fornite informazioni sui farmaci antiretrovirali
(contro l’AIDS), mentre nella seconda parte vengono raccolte le telefonate
degli ascoltatori. In un Paese martoriato da 20 anni di guerra civile fra
Esercito governativo e ribelli dell’Esercito di resistenza del signore, il
tasso di persone contagiate dall’HIV è particolarmente alto. Nella regione del
nord, questo livello è addirittura una volta e mezzo in più rispetto al resto
del Paese e, negli ultimi anni, è salito addirittura al 9%. In un simile
contesto, Radio Kitti rappresenta per molti l’unica
fonte di informazioni sull’HIV, visto che molto spesso è difficile anche per i
volontari internazionali raggiungere alcune aree. L’emittente ugandese, in ogni caso, sta cercando di portare avanti il
suo progetto in collaborazione con le ONG attive nella regione. (A.S.)
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13 ottobre 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Il
Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha raggiunto un’intesa di fondo su una
risoluzione di condanna della Corea del Nord per il suo esperimento nucleare,
condotto lunedì scorso. Lo hanno rivelato le autorità giapponesi, che hanno
anche annunciato, oggi, l’entrata in vigore di
sanzioni unilaterali contro il governo di Pyongyang.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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E’
previsto per domani il voto sul programma nucleare della Corea del Nord da
parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. L’esito della consultazione sembra
comunque scontato: il ministro degli Esteri giapponese ha detto che è gia stato
raggiunto un accordo su una risoluzione di condanna che dovrebbe fare riferimento all’articolo 41 del capitolo 7 della Carta
dell'ONU. Questo testo prevede l’adozione di sanzioni economiche, un embargo parziale sulle armi ed esclude l’uso della forza. La
versione rivista della bozza, presentata dagli Stati Uniti, contempla infatti l’adozione unicamente di misure non militari. La
risoluzione proposta esorta, inoltre, la Corea del Nord a rispettare un accordo
del settembre 2005 con il quale l’esecutivo di Pyongyang
si era impegnato ad abbandonare il proprio programma
nucleare in cambio di aiuto e di garanzie in materia di sicurezza. Durante un
incontro a Pechino, i presidenti di Cina e Corea del Sud hanno “concordato di appoggiare contromisure appropriate e
necessarie” contro Pyongyang puntualizzando, però, di
riferirsi ai principi-guida dell’azione delle Nazioni Unite e non, specificamente,
ai termini della bozza di risoluzione. La Corea del
Nord ha già detto che considererà eventuali rigide misure imposte dalle Nazioni
Unite come una dichiarazione di guerra e che risponderà di conseguenza. Il governo di Pyongyang
ha poi già minacciato ritorsioni dirette soprattutto contro il Giappone, che ha
annunciato oggi l’entrata in vigore di sanzioni
unilaterali, decise mercoledì, quali il divieto di
importazioni e di attracco delle navi nordcoreane nei
porti nipponici. Intanto, il vice ministro degli Esteri russo
è giunto stamani a Pyongyang per colloqui con le
autorità locali. Diverse agenzie di stampa hanno riferito, poi, che il
segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, si recherà la settimana prossima in Estremo Oriente
per promuovere una linea comune dei principali Paesi della regione nei
confronti della Corea del Nord.
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I ministri degli Esteri
dell’Unione Europea intendono dichiarare formalmente chiusi i negoziati con
l’Iran sul programma nucleare del governo di Teheran.
Lo riferiscono fonti diplomatiche europee, precisando che la decisione deriva
dallo stallo delle trattative che non hanno portato a risultati concreti.
In Medio Oriente, quattro palestinesi sono rimasti uccisi
in seguito ad un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo i testimoni,
l’auto su cui viaggiavano le vittime, era di proprietà di un militante di Hamas
ed è stata colpita da un missile. Israele, al momento, non ha confermato
l’operazione. Il segretario di Stato americano, Condoleezza
Rice, ha promesso intanto il proprio “impegno
personale” per realizzare uno Stato palestinese indipendente.
Con drammatiche immagini il quotidiano russo Novaya Gazeta ha accompagnato la pubblicazione
della bozza dell’ultimo articolo scritto da Anna Politkovskaja,
la giornalista assassinata lo scorso 7 ottobre a Mosca. Nel pezzo, rimasto
incompiuto, la cronista accusa le forze cecene filorusse di torturare civili e presunti ribelli. Proprio
il reportage, secondo molti osservatori, sarebbe il movente dell’assassinio.
Poco prima di morire, la giornalista aveva dichiarato di aver raccolto notizie
sulle torture commesse dagli uomini del premier ceceno,
il filo- russo Ramzan Kadyrov.
In Italia si preannuncia una nuova, durissima battaglia
parlamentare dopo l’approvazione di ieri, all’unanimità, da parte del Consiglio
dei ministri del disegno di legge Gentiloni che
riforma la legge Gasparri sulle televisioni. Un buon
progetto, secondo il capo dell’esecutivo Romano Prodi.
Un atto di banditismo, replica il leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi. Sul
piede di guerra Mediaset, mentre i sindacati esprimono preoccupazione per i
possibili effetti negativi sull’occupazione. Ma come cambierebbe il sistema
televisivo se la riforma fosse approvata in Parlamento? Il servizio di Giampiero
Guadagni:
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Il 30 novembre del 2012 avverrà il passaggio dalla
televisione analogica a quella digitale. Il principale vantaggio sarà la
moltiplicazione del numero dei canali che possono essere trasmessi attraverso
le stesse frequenze già utilizzate. Il governo Prodi
ha deciso di fissare un quadro di regole per affrontare questa fase di
transizione. Principale obiettivo del provvedimento approvato ieri, spiega
l’autore – il ministro delle Comunicazioni Gentiloni
– è l’apertura al mercato. Le 12 mila frequenze liberate dal passaggio al
digitale potranno andare a nuovi editori. Nessuno di loro potrà superare il 20
per cento della capacità trasmissiva totale, pari a
una decina di canali nazionali. In posizione dominante saranno poi considerati
quei soggetti che
superano la soglia del 45 per cento della raccolta pubblicitaria. Per chi sfora
questo tetto non è prevista una sanzione, ma la riduzione della possibilità di
trasmettere pubblicità. Il disegno di legge prevede, inoltre, il trasferimento
sul digitale di una rete Rai e una Mediaset entro il 2009, precisamente entro i
15 mesi successivi alla conversione in legge del provvedimento. Contro il quale
si schiera Mediaset, che lo giudica una vendetta politica che colpisce
l’azienda e i suoi lavoratori. Toni accesi vengono usati
da Berlusconi, per il quale con questo governo non possiamo considerarci una
democrazia. Parole stigmatizzate dalla maggioranza, mentre Romano Prodi plaude
a una riforma che, afferma, pone rimedio ad un vulnus tecnico e giuridico. Il
premier apre comunque ad un ampio confronto parlamentare, prevedibilmente
aspro, come sempre peraltro quando la materia del contendere è quella
televisiva. E un primo assaggio di battaglia si annuncia per la prossima
settimana, quando il ministro Gentiloni sarà
ascoltato in Commissione di vigilanza Rai.
Giampiero Guadagni, per la Radio Vaticana.
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Restiamo in Italia, dove il Senato ha approvato ieri, un
ordine del giorno unitario, che impegna il governo ad esprimere al Papa la
piena solidarietà dello Stato italiano “dopo gli ingiusti attacchi e le
inaccettabili minacce che sono state rivolte contro la Sua persona e contro le
istituzioni della Chiesa cattolica, e dopo le violenze mosse nei confronti di
singoli fedeli e di comunità”. Il Parlamento italiano, prosegue il
documento, “è prioritariamente impegnato a contrastare attivamente ogni forma
di intolleranza e fanatismo”. “Un'interpretazione assolutamente impropria del
discorso pronunciato dal Santo Padre a Ratisbona - si
precisa nell’ordine del giorno - ha attribuito al Papa intenzioni denigratorie
nei confronti dell’Islam, mentre la lettura integrale del testo dimostra in
modo inequivocabile la sincera premura di Benedetto XVI per il dialogo tra le
culture e le religioni”.
Proseguono gli sbarchi di immigrati in Sicilia: nelle
ultime 24 ore tre imbarcazioni, con a bordo almeno 130
persone, hanno raggiunto le coste di Lampedusa e Pantelleria. In Grecia, intanto,
si apre oggi vicino ad Atene il vertice sull’immigrazione illegale al quale
partecipano 8 ministri degli Esteri di Paesi dell’Unione Europea che si affacciano
sul mar Mediterraneo.
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