RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 283 - Testo della trasmissione di Martedì 10 ottobre 2006

 

 

Sommario

                                                             

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Pubblicato sul sito web della Santa Sede il testo definitivo, corredato di note, del discorso del Papa all’Università di Ratisbona: Benedetto XVI ribadisce il suo rispetto per l’Islam: voleva unicamente  evidenziare il rapporto essenziale tra fede e ragione

 

Domenica prossima il Papa proclamerà, in Piazza San Pietro,  quattro  nuovi santi: con noi Andrea Ambrosi

 

Grande gioia nella Chiesa per la decisione del Santo Padre di indire un Sinodo sul tema della Parola di Dio: la  riflessione del cardinale Carlo Maria Martini

 

La Santa Sede appoggia l’istituzione di un gruppo di lavoro all’ONU in vista di un Trattato sul commercio internazionale delle armi convenzionali

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si celebra oggi la IV Giornata mondiale contro la pena capitale: ce ne parla Massimo Persotti

 

Si è inaugurato stamani a Roma l’Anno Accademico della Pontificia Università Salesiana, alla presenza del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone

 

Il mezzo televisivo sia strumento per promuovere la pace, la solidarietà e l’unità della famiglia. E’ quanto si legge nel messaggio di Benedetto XVI ai partecipanti al Congresso mondiale delle Televisioni Cattoliche, apertosi oggi a Madrid

 

Giornata mondiale della salute mentale : ai nostri microfoni il prof. Vittorino Andreoli

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Pakistan, due cattolici arrestati per blasfemia: rischiano l’ergastolo

 

Condannato a 18 anni di carcere l’omicida di don Andrea Santoro, ucciso lo scorso mese di febbraio a Trebisonda

 

Pubblicato il comunicato finale dell’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, conclusasi domenica a San Pietroburgo

 

Gli studenti siano cercatori di verità. E’ quanto ha auspicato il cardinale Javier Echevarria, inaugurando ieri  il nuovo Anno Accademico dell’Università della Santa Croce

 

Le nuove tecniche riproduttive e le unioni fra persone dello stesso sesso influiscono negativamente nel processo di crescita dei bambini: è quanto emerge da un Rapporto della ‘Commission on parenthood’s future

 

Tecnologia a servizio dell’evangelizzazione. La mostra biblica in corso a Chennai, in India, propone “Bibbie elettroniche” e “Bibbie parlanti”

 

24 ORE NEL MONDO:

Dopo il test atomico arrivano nuove minacce dalla Corea del Nord

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 ottobre 2006

 

 

E’ STATO PUBBLICATO SUL SITO WEB DELLA SANTA SEDE IL TESTO DEFINITIVO, CORREDATO DI NOTE, DEL DISCORSO DEL PAPA ALL’UNIVERSITÀ DI RATISBONA,

IL 12 SETTEMBRE SCORSO. L’INTERVENTO DI BENEDETTO XVI,

INTERPRETATO NON CORRETTAMENTE,

AVEVA SUSCITATO LE PROTESTE DI UNA PARTE DEL MONDO ISLAMICO

- Il servizio di Sergio Centofanti -

 

***********

Era già stato annunciato il giorno stesso della sua pubblicazione: “Di questo testo il Santo Padre si riserva di offrire in un secondo momento una redazione fornita di note. L’attuale stesura deve quindi considerarsi provvisoria”.  Ecco ora  la versione definitiva del discorso del Papa ai rappresentanti della scienza a Ratisbona, incentrato sul rapporto tra fede e ragione.

 

In particolare il Papa, intervenendo direttamente per la quarta volta sulla questione, nella nota 3 illustra l’affermazione dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo nel suo dialogo con un dotto persiano, avvenuto forse nell’inverno del 1391: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo – aveva detto l’imperatore -  e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".

 

“Questa citazione, nel mondo musulmano – ribadisce nella nota Benedetto XVI - è stata presa purtroppo come espressione  della mia posizione personale, suscitando così una comprensibile indignazione. Spero – prosegue il Papa -  che il lettore del mio testo possa capire immediatamente che questa frase non esprime la mia valutazione personale di fronte al Corano, verso il quale ho il rispetto che è dovuto al libro sacro di una grande religione. Citando il testo dell'imperatore Manuele II  - aggiunge il Pontefice - intendevo unicamente evidenziare il rapporto essenziale tra fede e ragione. In questo punto – conclude il Papa nella nota 3 - sono d'accordo con Manuele II, senza però far mia la sua polemica”.

 

Nella nota 5 il Papa illustra il brano del suo discorso laddove dice che “L'affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”.  “Solamente per questa affermazione – sottolinea nella nota -  ho citato il dialogo tra Manuele e il suo interlocutore persiano. È in quest'affermazione – rileva - che emerge il tema delle mie successive riflessioni”.

 

Riflessioni – concludiamo noi – rivolte in particolare al mondo occidentale e alla sua autolimitazione della ragione “a ciò che è verificabile nell’esperimento”.  A Ratisbona il Papa invitava al “coraggio di aprirsi all’ampiezza della ragione”: “solo se ragione e fede si ritrovano unite in modo nuovo – questo era il succo del suo discorso – diventiamo capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni, un dialogo – afferma Benedetto XVI -  di cui abbiamo un così urgente bisogno”.

***********

 

 

BENEDETTO XVI PROCLAMERÀ DOMENICA QUATTRO NUOVI SANTI.

 SI TRATTA DI DUE RELIGIOSE, FONDATRICI DI CONGREGAZIONI,

DI UN VESCOVO MESSICANO, E DI UN SACERDORTE ITALIANO

CHE SI È PRODIGATO PER I SORDOMUTI

- Ai nostri microfoni Andrea Ambrosi -

 

Domenica prossima Benedetto XVI presiederà, alle 10 in Piazza San Pietro, una solenne celebrazione per la canonizzazione di quattro beati. Si tratta di Rosa Venerini, Rafael Guízar Valencia, Filippo Smaldone e Théodore Guérin. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

**********

Saranno proclamati santi per aver lasciato tutto e aver seguito Cristo come loro unico Maestro e Signore, donando ai piccoli e ai poveri la grande ricchezza della divina sapienza. Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, è vissuta fra il XVII e XVIII secolo. A lei si devono in Italia le prime scuole pubbliche femminili. La sua spiritualità si ispira a quella di Sant’Ignazio di Loyola, in un cammino che la impegnò a liberarsi dagli affetti umani e da tutto ciò che la allontanava da Dio. Solo dopo aver riflettuto a lungo, nel desiderio di appartenere a Dio e di lavorare per la sua gloria, decise di dedicarsi alla formazione morale e culturale di quelle fanciulle che avevano bisogno di un’educazione.

 

Rosa Venerini capì che tante donne erano schiave dell’ignoranza, del peccato e dei pregiudizi del tempo, e per loro affrontò con caparbia disagi, incomprensioni e calunnie, tanto che le sue Maestre Pie continuano ancora oggi l’opera da lei iniziata in Europa, Asia, Africa e America. Rafael Guízar Valencia, messicano, è stato vescovo di Veracruz nei primi anni del novecento. Già da sacerdote si spese per le missioni viaggiando per diversi Paesi; predicava servendosi di un piccolo catechismo che egli stesso compose e scrisse, adattandolo particolarmente ai semplici di cuore. Durante la rivoluzione messicana rischiava la vita per avvicinarsi ai feriti offrendo loro la possibilità di riconciliarsi con Dio. Nella sua diocesi restò al fianco dei fedeli nelle difficoltà e si contraddistinse per la grande carità verso gli altri anche quando dovette nascondersi a Città del Messico a causa della persecuzione religiosa. Per la sua preziosa intercessione si sono verificate singolari guarigioni e sono giunti aiuti a tanti poveri.

 

La missione di don Filippo Smaldone è nata invece nel sud Italia, al fianco di sordomuti, bisognosi ed emarginati. Fu lui a volere, nell’800, l’Istituto delle suore salesiane dei Sacri Cuori, perché operasse soprattutto al fianco dei giovani. Sono diverse le attività pastorali che lo impegnarono instancabilmente, fu un sacerdote mite, umile e generoso; quello da lui lasciato è un ricco patrimonio di insegnamenti, a livello umano e pedagogico, spirituale ed evangelico. Nata in Francia il 2 ottobre del 1798, mandata come missionaria negli Stati Uniti, Théodore Guérin dovette percorrere zone deserte e selvagge, affrontò stenti e problemi, ma il tempo le fece capire che il suo posto era accanto alla gente dell’Indiana. Qui fondò scuole che gestì tramite la congregazione delle suore della Provvidenza di Santa Maria “ad Nemus”. Ma che cosa apprendere dal suo carisma? Lo spiega, al microfono di Giovanni Peduto, il postulatore della causa di canonizzazione Andrea Ambrosi:

 

R. – “Che forza attinge l’anima dalla preghiera! E nel mezzo di un temporale, com’è rassicurante la bonaccia che trova nel cuore di Gesù … ma quale consolazione c’è per coloro che non pregano?” Queste parole, scritte da Madre Théodore Guérin dopo essere sopravvissuta ad una violenta tempesta di mare, riassumono in modo esemplare la sua vita e il suo ministero. Madre Théodore attingeva forza dalla preghiera, dai suoi dialoghi con Dio, con Gesù e con la Beata Vergine Maria. Per tutta la vita, mentre cercava di portare l’amore di Dio alle persone intorno a lei, le esortava alla preghiera. sapeva che da sola non avrebbe potuto far niente, ma che nulla è impossibile a Dio. Ha accettato le sfide, le sofferenze e le ingiustizie, come parte della propria vita e anche nelle persecuzioni Madre Théodore è rimasta leale e fedele a Dio. Il suo dono alle generazioni future è la sua vita come modello di santità, virtù, amore e fede.

************

 

 

NOMINE

 

         Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Timor Orientale l’arcivescovo Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in Indonesia.

 

 

GRANDE GIOIA NELLA CHIESA PER LA DECISIONE DEL PAPA

DI INDIRE UN SINODO SUL TEMA DELLA PAROLA DI DIO:

LA  RIFLESSIONE DEL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI

 

         “Solo chi si pone innanzitutto in ascolto” della Parola di Dio  “può poi diventarne annunciatore” perché quella che si deve insegnare non è una “propria sapienza, ma la sapienza di Dio”. E’ quanto più volte ribadito da Benedetto XVI, che nei giorni scorsi ha indetto  la Dodicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. L’assemblea sinodale si svolgerà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre del 2008. Il Papa invita tutti i fedeli alla lettura assidua della Bibbia perché, come dice San Girolamo, “chi ignora le Sacre Scritture ignora Cristo”. Ma come ha accolto la convocazione di questo Sinodo il cardinale Carlo Maria Martini, definito da Benedetto XVI “un vero maestro della Lectio divina? Ascoltiamo l’arcivescovo emerito di Milano al microfono di Fabio Colagrande:

 

 

**********

R. – Questa convocazione desta in me una grande gioia, perchè mi ricordo che fin dai primi Sinodi universali cui ho partecipato come arcivescovo di Milano, dall’inizio degli anni ’80 - quando ci chiedevano alla fine del Sinodo: “su quale argomento proponete che si tenga il prossimo Sinodo?” - io ho sempre insistito sul tema della Parola di Dio. Quindi, ho sempre desiderato che diventasse argomento di un Sinodo. Finalmente vedo che Papa Benedetto XVI ha esaudito questo mio voto, che ho espresso anche in tante altre occasioni pubbliche. Sono molto contento, quindi, di questa scelta del Papa e credo che ne verranno grandi vantaggi per la Chiesa.

 

D. – Eminenza, in che modo la Parola di Dio può essere un mezzo privilegiato per il rinnovamento della Chiesa?

 

R. – La Chiesa nasce dalla Parola di Dio, il cui significato ultimo è il Verbo stesso di Dio e il Verbo incarnato, Gesù Cristo. E’ la Parola dei profeti, la Parola degli apostoli e, infine, la Parola scritta della Bibbia. La Chiesa nasce da questa Parola e quindi si rinnova, si rigenera, ogni volta che ritorna a questa Parola. In particolare, la Parola della Scrittura è proprio nelle mani della Chiesa, perchè la Chiesa vi attinga largamente e perchè si rinnovi a questo contatto. Infatti, questa Parola di Dio che ci porta alla volontà di Dio stesso, il desiderio di Dio di comunicarsi a noi, ci dice anche qual è il piano di Dio, che cosa vuole Dio da noi, cosa vuole dalla Chiesa, qual è il nostro dovere, qual è il nostro futuro. Quindi, la Chiesa continuamente si rinnova abbeverandosi alla fonte della Parola di Dio, così come si rinnova nutrendosi dell’Eucaristia.

 

D. – Quindi, lei crede che sia arrivato il momento in cui la Chiesa debba tornare ad abbeverarsi alla Parola?

 

R. – Sì, certamente. Questo lo diceva già il Concilio Vaticano II, che ci ha esortato a nutrirci più ampiamente della Parola di Dio - ciò è avvenuto anche con il rinnovamento liturgico – ma ha esortato anche tutti i laici a nutrirsi quotidianamente della Parola e ad imparare a pregare dalla Parola. Questo dobbiamo continuamente metterlo in pratica, perchè ci vuole molto tempo affinché si attui questo desiderio del Concilio.

 

D. - Il Sinodo si svolgerà nell’ottobre del 2008, ma lei, che più volte aveva auspicato un incontro su questo tema, già immagina delle indicazioni pastorali che potrebbero sorgere da questo incontro, da questo confronto?

 

R. – Bisogna vedere quali domande porrà più concretamente il Papa. Mi pare, però, che in ogni caso, partire dalla Dei Verbum, che è stato il documento fondamentale sul quale la Chiesa ha espresso la sua convinzione riguardante la Parola di Dio, sarà certamente importante per questo Sinodo. Soprattutto mi parrebbe molto bello esaminare attentamente il capitolo sesto della Dei Verbum, cioè quel capitolo che dice che cosa fa la Chiesa con la Parola di Dio, come la Chiesa si nutre di essa nella teologia, nella catechesi, nella liturgia e poi soprattutto quel passo che ha già ricordato varie volte Papa Benedetto XVI, che parla della Parola di Dio nella vita dei cristiani, che devono imparare a meditare sulla Parola con quella che è chiamata oggi la Lectio divina, cioè l’accostamento orante alla Parola di Dio, per imparare a pregare a partire da essa. Su tutto questo il Sinodo dovrà interrogarsi, dovrà chiedere come abbiamo messo in pratica la Dei Verbum, come viviamo nelle nostre comunità la Lectio divina. Quindi, credo che sarà certamente un momento molto importante, per la storia e la vita della Chiesa.

**********

 

 

LA SANTA SEDE APPOGGIA L’ISTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO

 ALL’ONU  IN VISTA DI UN TRATTATO SUL COMMERCIO INTERNAZIONALE

 DELLE ARMI CONVENZIONALI, INCLUSE LE ARMI LEGGERE,

CHE PROVOCANO MILIONI DI MORTI

 

         La Santa Sede  appoggia l’istituzione  di un gruppo di lavoro all'ONU  per studiare la fattibilità di un Trattato sul  commercio internazionale delle armi convenzionali. E’ quanto afferma una dichiarazione del Pontificio  Consiglio della Giustizia e della Pace nel contesto dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York.

 

         Nella nota si sottolinea l’impegno compiuto dalla comunità internazionale in merito al controllo delle armi nucleari e alla proibizione  delle altre armi di distruzione di massa, ma si afferma che, invece,  “il tema del completo e generale disarmo, che anno dopo anno appare nell’agenda dell’Assemblea generale,  non ha registrato un sostanziale e generalizzato progresso”. Il dicastero vaticano si riferisce in particolare al commercio internazionale delle armi convenzionali, incluse le armi leggere e quelle di piccolo calibro, che provocano milioni di morti e “sono un elemento di ogni conflitto internazionale o civile, come di ogni illegittimo uso della forza e costituiscono uno dei più comuni strumenti nella gran parte delle violazioni dei diritti umani e della mancanza di rispetto della legge umanitaria”. “L’assenza di un effettivo sistema di controllo sul commercio delle armi – prosegue la nota – ha un impatto negativo non solo sui processi di pace, di riconciliazione e sulle ricostruzioni post-belliche, ma anche sulla stabilità delle istituzioni e sullo sviluppo sostenibile. Il commercio indiscriminato o il trasferimento di armi convenzionali sono inseparabili dalle questioni connesse al terrorismo internazionale, al traffico illegale di risorse strategiche e preziose e alle più abiette manifestazioni del crimine organizzato come il traffico di esseri umani o della droga”. Per questo  – afferma la dichiarazione del Pontificio  Consiglio della Giustizia e della Pace – “la Santa Sede  sollecita la comunità internazionale ad assumere le proprie  responsabilità nello stabilire un quadro legale vincolante  volto a regolare il commercio di armi convenzionali di ogni   tipo, come pure del 'know-how' e della tecnologia per la loro produzione”.  La Santa Sede – conclude la nota – è convinta che un tale accordo può essere un importante passo verso una vera cultura globale di pace”.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - L'omelia del cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, durante la solenne concelebrazione eucaristica per l'apertura del nuovo Anno Accademico dell'Università Pontificia Salesiana.

 

Servizio estero - Contributi della Santa Sede al primo Comitato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul tema del disarmo: "E' necessario un maggiore impegno della comunità internazionale nel campo del disarmo".  

 

Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo “Dante e la filosofia”: un saggio di Ruedi Imbach.

Per l'"Osservatore libri” un articolo di Marco Testi dal titolo “Le radici francescane dell'Accademia dei Lincei”: “Notizie inedite sulla prima giovinezza di Federico Cesi” di Gilberto De Angelis.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema della finanziaria.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

10 ottobre 2006

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE

- Intervista con Massimo Persotti -

 

Le esecuzioni capitali rappresentano il fallimento della giustizia. Questo il filo conduttore della IV Giornata mondiale contro la pena capitale che si celebra oggi in diversi Paesi del mondo. La Giornata organizzata dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte vuole essere una denuncia nei confronti dei Paesi che
ancora praticano la pena capitale, in violazione delle norme e degli standard internazionali sui diritti umani. Molti i progressi compiuti nel 2006 con il numero dei Paesi che hanno abolito la pena capitale cresciuto a 129, ma molti altri hanno compiuto o si accingono a compiere dei passi indietro. Sentiamo Massimo Persotti, coordinatore sul tema della pena di morte per Amnesty Italia. L’intervista è di Stefano Leszczynski:

 

**********

R. – Noi lanciamo durante le celebrazioni della ricorrenza del 10 ottobre anche una rete asiatica contro la pena di morte, da Seul a Tokyo, all’Indonesia, a tutti i Paesi che si affacciano sul Pacifico per chiedere l’abolizione della pena di morte in questi Paesi. Abolizione è la parola importante e chiave, perché proprio come l’esperienza indonesiana dimostra, dove - prima dell’uccisione dei tre cristiani avvenuta recentemente - erano 15 mesi che l’Indonesia non applicava la pena di morte.

 

D. – Non basta più, quindi, soltanto la richiesta di moratoria, ma bisogna fare un salto di qualità: molti Paesi hanno aderito ed hanno abolito la pena di morte, mentre molti altri continuano a mantenerla?

 

R. – La moratoria è un passaggio intermedio e certamente importante, ma è evidente che a questo passaggio deve seguire l’abolizione completa. In questo momento abbiamo 125 Paesi che hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, mentre 71 sono ancora i Paesi che la mantengono. E’ un processo, è una tendenza che procede positivamente, se vogliamo, ad esempio a giugno le Filippine e la Moldova si sono iscritti da pochissimi giorni nella lista dei Paesi abolizionisti, facendo crescere questo numero che è sempre più importante.

 

D. – Molti passi avanti sono stati fatti dall’Africa. Per quanto riguarda l’Occidente democratico e promotore dei diritti umani, appare contraddittoria la situazione degli Stati Uniti?

 

R. – Gli Stati Uniti costituiscono un po’ la contraddizione del grande Paese democratico che continua a sostenere la pena di morte come un deterrente nei confronti della criminalità, come un sistema di giustizia valido ed efficace. Il che non è vero e le statistiche lo dimostrano. Si tratta di un sistema fallace, perché è governato dagli uomini. Ricordiamo,  inoltre, che sono 123 i prigionieri rilasciati dal 1973 negli Stati Uniti, perché successivamente alla condanna a morte, è stata dimostrata la loro innocenza in base a prove concrete.

 

D. – Per quanto riguarda le condanne alla pena di  morte, questa è legata più a questioni di tipo politico e quindi un modo per eliminare gli oppositori o si tratta per la maggior parte di casi legati ad una criminalità comune?

 

R. – E’ molto differenziato il panorama. C’è, però, una tendenza abbastanza crescente, soprattutto dopo l’11 settembre e il giro di vite che c’è stato in moltissimi Paesi a livello di libertà personali e diritti civili in nome della lotta al terrorismo, in cui la pena di morte continua ad essere vista come un deterrente per combattere non solo la criminalità, ma anche per impedire il fenomeno del terrorismo internazionale.

**********

 

 

SI E’ INAUGURATO STAMANE A ROMA

 L’ANNO ACCADEMICO DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ SALESIANA,

ALLA PRESENZA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE

 

Si è inaugurato stamani a Roma l’Anno Accademico della Pontificia Università salesiana, alla presenza del cardinale Tarcisio Bertone, neo-segretario di Stato vaticano che ha presieduto la celebrazione eucaristica, nella parrocchia di Santa Maria della Speranza, che ospita l’Ateneo fondato nel 1940 a Torino, come l’ “Università di Don Bosco per i giovani”. A margine della cerimonia, il porporato ha parlato con i giornalisti dei suoi propositi di tessere rapporti di pace con tutti nel ruolo appena assunto, accanto a Benedetto XVI. Servizio di Roberta Gisotti.

 

**********

“Per la prima volta un salesiano diviene il primo collaboratore del Successore di Pietro”, ha osservato il prof. don Mario Toso, rettore della Pontificia Università salesiana, nel saluto che ha aperto la Santa Messa ad inaugurare l’attività accademica di questo Ateneo, dove il cardinale Tarcisio Bertone si è formato ed ha studiato, prima a Torino e poi a Roma, divenendone quindi docente illustre fino a ricoprire la carica di Rettore dal 1989 al 1991.

 

“Ogni Università cattolica – ha sottolineato il porporato nella sua omelia – vive …nella consapevolezza di interagire con l’opera incessante di Dio creatore, di avere a che fare con una realtà vivente animata dallo Spirito e ordinata secondo il Verbo”. Ma sappiamo bene – ha aggiunto il cardinale Bertone – che l’ecclesialità di una comunità non è mai da dare per scontata. Non basta nemmeno – ha esclamato – il titolo di pontificia per garantirla!”. Da qui l’appello a professori, a studenti e a tutto il personale ad accogliere un dono che “va ravvivato con fede e impegno generoso”. Infine il richiamo “a non separare la vita intellettuale da quella morale”, cercando la coerenza “prima di tutto a livello personale nella coscienza e nella condotta di ciascuno che opera in un Ateneo che deve rispondere anche di una “qualità etica e più radicalmente, spirituale”:

 

“La coerenza, o l’incoerenza, di ciascuno contribuisce alla coerenza, o all’incoerenza, dell’insieme. Non è tanto una questione di ‘immagine’, come si usa   dire oggi, ma di qualità dell’ambiente universitario. E’ importante che lo stile, il clima di un’Università cattolica siano il più possibile vicini   all’ ideale evangelico”.

 

A margine della cerimonia il cardinale Bertone, a colloquio con alcuni giornalisti, ha dichiarato che “essere salesiano” nell’attuale ruolo di segretario di Stato lo aiuterà ad avere con tutti rapporti umani positivi e a tessere progetti di pace. Riguardo all’importanza del dialogo tra le religioni, in particolare con l’Islam, il porporato – ha sottolineato che ciò deve aiutare a riproporre Dio come punto di riferimento per la vita dell’uomo e della società: a non esiliare Dio dalla vita umana. Interpellato sulla crisi internazionale innescata dall’esperimento nucleare nordcoreano il cardinale Bertone ha ribadito che la Santa Sede è a favore del disarmo e della pace, e che continuerà ad impegnarsi per favorire tutti i modi di approccio per affrontare e risolvere questo problema e non accentuarlo.

**********

 

 

IL MEZZO TELEVISIVO, STRUMENTO PER PROMUOVERE LA PACE,

 LA SOLIDARIETÀ E L’UNITÀ DELLA FAMIGLIA.

E’ QUANTO SI LEGGE NEL MESSAGGIO DEL PAPA AI PARTECIPANTI

AL CONGRESSO MONDIALE DELLE TELEVISIONI CATTOLICHE, APERTOSI OGGI A MADRID

 

         Con una solenne celebrazione eucaristica, si è aperto stamani a Madrid il Congresso mondiale delle televisioni cattoliche che si concluderà giovedì prossimo. Nel messaggio a nome del Santo Padre, il cardinale segretario di Stato Tarciso Bertone, sottolineando la grande importanza del mezzo televisivo, ribadisce come questo strumento possa rivelarsi “un’importante occasione per difendere la dignità di ogni persona, per promuovere la pace, la solidarietà, l’unità e la comunione dell’nsieme della famiglia umana”. Il servizio di Luis Badilla:

 

**********

“La Chiesa, oggi non si pone il problema di usare o non i mezzi di comunicazione – si legge nel messaggio - bensì si interroga sul come fare per adempiere meglio e fedelmente al mandato di Cristo e dunque rispondere con sollecitudine alle sfide e ai bisogni dei tempi di oggi”. Le tante iniziative esistenti consigliano una maggiore reciproca collaborazione, nuovi sforzi per aumentare la qualità professionale e, in questo ambito – prosegue il testo – “occorre una grande unità tra la Santa Sede e gli Episcopati per animare e dare sostegno alle istituzioni televisive”. Bisogna poi offrire un adeguato orientamento “affinché tali istituzioni siano fedeli alla loro identità cattolica” e siano capaci di conservare la diversità di stile, la sensibilità e peculiari profili culturali.

 

Nel suo intervento inaugurale l’arcivescovo John Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, ha detto che questo incontro si inserisce “nell’ambito della collaborazione concreta” e “nel rispetto delle diversità di stile e sensibilità culturali”. Al Congresso mondiale delle televisioni cattoliche partecipano privati cittadini e delegazioni provenienti da tutti i Continenti, in rappresentanza di decine di network televisivi, appartenenti soprattutto a movimenti ecclesiali e istituti religiosi. I primi due interventi sono stati quelli di mons. Eugenio Romero Pose, vescovo ausiliare di Madrid, con una relazione sul “cosa significa essere cattolico in TV” e quella della professoressa Marcasela Álvarez, della Repubblica Dominicana, sulla presenza dei “laici in TV”. Il Congresso, organizzato dal Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali si propone di “definire cosa significa essere cattolico in televisione, formare una rete di televisioni cattoliche, in cui abbia luogo un movimento cooperativo, la cui finalità sia ovviamente destinata all'evangelizzazione”.

**********

 

 

OPERARE CONTRO IL RISCHIO DEL SUICIDIO

AL CENTRO DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

- Intervista con prof. Vittorino Andreoli -

 

“Aumentare la consapevolezza – ridurre il rischio: malattie mentali e suicidio”. E’ questo il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra oggi. Il suicidio è spesso, infatti, la conseguenza di diagnosi o terapie sbagliate nella cura di gravi disturbi psichici. Negli ultimi 45 anni il tasso nel mondo è incrementato del 60% tanto che oggi c’è una persona che si toglie la vita ogni 40 secondi e il suicidio è diventato una delle 3 principali cause di morte tra gli adulti di ambo i sessi di età compresa tra i 15 e i 44 anni. Antonella Villani ha chiesto al prof. Vittorino Andreoli, Direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale San Giovanni Battista di Verona-Soave, che relazione c’è tra disordini mentali e suicidio:

 

**********

R. - Suicidio è un termine che subito si coniuga con depressione e non ci si meraviglia che sia molto elevato perché la depressione, cioè la solitudine in questa società di massa, è in realtà una società che isola con tante persone che non si vedono, come se fossero trasparenti.

 

D. – Un tempo, a togliersi la vita erano soprattutto uomini maturi. Oggi i dati indicano che sono soprattutto i giovani i soggetti più a rischio in ben un terzo dei Paesi del mondo, senza distinzione di zone sviluppate e sottosviluppate. Perché?

 

R: - Devo innanzi tutto dire che l’aumento dei suicidi è proporzionale a quello che noi chiamiamo l’indice di benessere, il Nord del mondo dà un contributo molto più alto ai suicidi che il Sud. Un adolescente che muta, che non sa chi è, che non si piace, spesso pensa alla morte come ad una sorte di modalità per togliersi dalle difficoltà.

 

D. - I tentativi di suicidi sono mediamente 20 volte più frequenti che l’atto definitivo. Un modo per richiamare l’attenzione?

 

R. – Bisogna distinguere i tentati suicidi dai cosiddetti mancati suicidi. I tentati suicidi sono una richiesta, un messaggio preciso per dire “voglio vivere ma devi volermi bene”. I mancati suicidi invece sono suicidi che non si sono realizzati per qualche “fatalità”.

 

D. – La “legge Basaglia” è del 1978. A quasi 30 anni dalla chiusura dei manicomi in Italia, a che punto stiamo nella diagnosi e cura di questi malati?

 

R. – Si parla tanto di disturbi mentali ma si fa pochissimo. Bisogna finalmente aprire tutta quella serie di servizi che devono sostituire quella istituzione manicomiale verso cui non abbiamo nessuna nostalgia ma abbiamo una grande nostalgia per ciò che si continua a dire che va fatto e non viene fatto.

 

D. – Passando dalle parole ai fatti, che cosa bisognerebbe metter in pratica immediatamente?

 

R. – Occorre favorire i luoghi dove sia possibile accogliere delle persone che sono in crisi acuta, soprattutto per l’anziano che oggi ha un’aspettativa di vita maggiore. Spesso si arriva in un pronto soccorso e si dice che non c’è posto. Non si può lasciare una persona che ha un disturbo mentale in fase acuta dicendo al genitore di portarlo da un’altra parte. Ma poi, anche quando si viene accolti, in genere, il periodo di degenza è intorno ai 12, 14 giorni. Non si riesce a fare bene una diagnosi e soprattutto non si riescono a vedere i risultati di una terapia. Quindi bisogna che ci siano luoghi in cui è possibile mantenere per una terapia, tre, quattro - ma io dico fino a sei mesi - per poter vedere dei miglioramenti e dei cambiamenti della personalità perché i disturbi mentali, oggi, sono curabili o per lo meno è possibile portarli ad una condizione in cui possono vivere all’interno della società.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

10 ottobre 2006

 

 

IN PAKISTAN, DUE CATTOLICI ARRESTATI PER BLASFEMIA MA LE ACCUSE NON SEMBRANO FONDATE. IL VESCOVO DI FAISALABAD, MONS. JOSEPH COUTTS,

DENUNCIA LA VULNERABILITA’ DEI CRISTIANI NEL PAESE ASIATICO

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

**********

FAISALABAD. = La polizia pachistana ha arrestato due cattolici di Faisalabad con l’accusa di blasfemia per aver bruciato pagine del Corano. Secondo fonti locali, i due avrebbero inavvertitamente e involontariamente bruciato ieri delle carte, tra cui alcune pagine del libro sacro dell’Islam. Successivamente – riferisce l’Agenzia Asianews - una folla di oltre 500 musulmani ha circondato la loro casa e solo l’intervento degli agenti ha evitato un linciaggio. Un sacerdote locale, padre Yousaf, precisa inoltre che i due coniugi sono analfabeti. L’uomo che li ha denunciati – aggiunge il sacerdote – voleva acquistare la loro casa ma ha sempre ricevuto un secco rifiuto. Commentando questa vicenda, il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, sottolinea come “tali incidenti dimostrino quanto siano vulnerabili i cristiani nel Pakistan musulmano”. “Paghiamo un prezzo molto caro –spiega il presule – anche se avvengono offese non volute, compiute in maniera non intenzionale”. In Pakistan, la controversa legge sulla blasfemia punisce con l’ergastolo le offese al Corano e prevede la pena capitale per “tutti coloro che con parole o scritte insultano il profeta Maometto”. Recentemente, la normativa è stata parzialmente modificata: rischia la pena capitale anche chi sostiene false accuse di blasfemia.

**********

 

CONDANNATO A 18 ANNI DI CARCERE L’OMICIDA DI DON ANDREA SANTORO,

UCCISO LO SCORSO MESE DI FEBBRAIO A TREBISONDA

 

TREBISONDA . = La magistratura turca ha condannato a diciotto anni di reclusione l’adolescente che lo scorso 5 febbraio a Trebisonda, sul Mar Nero, ha ucciso a colpi di arma da fuoco don Andrea Santoro mentre era raccolto in preghiera. Il ragazzo sedicenne è stato riconosciuto colpevole di tutte e tre le imputazioni: omicidio premeditato, possesso abusivo di armi e attentato all’ordine pubblico. Secondo alcuni testimoni, prima di sparare il giovane avrebbe gridato “Allah è grande”. Don Santoro, 61 anni, era originario della provincia di Latina. Ordinato parroco a Roma nel 1970, dopo molti anni in una parrocchia della capitale, nel 2000 era partito per la Turchia. A Trebisonda si era impegnato, in particolare, per promuovere il dialogo tra cristiani e musulmani, in una terra da sempre ‘ponte’ tra le culture. Aveva anche fondato – ricorda L’Agenzia missionaria MISNA - l’organizzazione per il dialogo interreligioso “Una finestra per il Medio Oriente”. (A.L.)

 

IL RUOLO DEI CRISTIANI IN EUROPA, LA PROMOZIONE DEL DIALOGO ECUMENICO E LE PROBLEMATICHE ETICHE LEGATE ALLA VITA: AL CENTRO DEL COMUNICATO FINALE DELL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA, CONCLUSASI DOMENICA A SAN PIETROBURGO

 

SAN PIETROBURGO. = Le sfide della secolarizzazione, le questioni etiche e il rilancio dell’ecumenismo. Sono i temi in agenda per il prossimo quinquennio di lavoro del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE) emersi dopo l’Assemblea plenaria tenutasi dal 4 all’8 ottobre scorsi a San Pietroburgo. Durante la riunione è stato anche eletto come presidente, per il periodo dal 2006 al 2011, il cardinale Pèter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest. Nel comunicato finale dell’Assemblea plenaria si sottolinea, in particolare, che “il 50.mo anniversario del Trattato di Roma (il prossimo 25 marzo) sarà per le Chiese in Europa una preziosa occasione per riflettere sui valori che hanno ispirato i padri dell’unificazione europea, per rafforzare la responsabilità dei cittadini e per un approfondimento del ruolo dei cristiani nel processo di unificazioni”. Il CCEE ha anche ribadito il proprio ‘no’ al finanziamento per le ricerche sulle cellule staminali embrionali umane, constatando che “le diverse istituzioni europee in questi ultimi tempi hanno intensificato i loro interventi su questioni etiche”. La competenza delle singole nazioni in campo etico va salvaguardata e “le Conferenze episcopali – si legge ancora nel testo – sono chiamate “a farsi sempre più carico delle problematiche europee per il bene dei propri Paesi”. E’ stata infine sottolineata l’urgenza del rilancio dell’ecumenismo in vista dell’Assemblea europea che nel 2007 chiamerà a Sibiu, in Romania, circa 2500 delegati di tutte le Chiese d’Europa. (A.L.)

 

 

GLI STUDENTI SIANO CERCATORI DI VERITA’. E’ QUANTO HA AUSPICATO IL CARDINALE JAVIER ECHEVARRIA INAUGURANDO IERI  IL NUOVO ANNO ACCADEMICO DELL’UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE

 

ROMA. = “Coltivare la carità per gli universitari vuol dire esercitarsi premurosamente nel lavorare con gli altri, perché è nel dialogo e nello scambio di pareri ed esperienze che si matura come persone e come ricercatori della verità”. Lo ha detto ieri mons. Javier Echevarria, gran cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce e prelato dell’Opus Dei, inaugurando l’anno accademico dell’ateneo. Nella vita universitaria – ha aggiunto il presule – l’armonizzazione fra la definizione della verità e la dedizione allo sviluppo di coloro che ci stanno accanto è un imperativo irrinunciabile”. Mons. Echevarria ha poi sottolineato una delle esortazioni di San Josemaria Escrivà, fondatore dell’Opus Dei: “Che gli altri possano iniziare il loro compito dal punto in cui noi siamo arrivati”. L’inaugurazione si è svolta nella nuova aula magna dedicata alla memoria di Giovanni Paolo II. Nel suo intervento il rettore, mons. Mariano Fazio, ha auspicato per il nuovo anno accademico una continuità con l’anno passato, durante il quale è cresciuto il numero di studenti, di Paesi rappresentati e di nuovi indirizzi di studio e di ricerca. Il segretario generale dell’università, mons. Alfonso Monroy, ha poi fornito alcuni dati sull’anno trascorso: gli iscritti sono stati 1467, provenienti da 76 Paesi, di cui 21 africani, 13 asiatici, 23 europei, 17 americani e 2 dell’Oceania. (A.L.)

 

LE NUOVE TECNICHE RIPRODUTTIVE E LE UNIONI FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO INFLUISCONO NEGATIVAMENTE NEL PROCESSO DI CRESCITA DEI BAMBINI: E’ QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO DELLA ‘COMMISSION ON PARENTHOOD’S FUTURE

 

NEW YORK. = Le evoluzioni mondiali del diritto di famiglia e delle tecniche riproduttive stanno ridefinendo la paternità in modo da anteporre gli interessi degli adulti ai diritti dei bambini: lo denuncia un recente rapporto della Commission on Parenthood’s Future, organizzazione indipendente di studiosi ed esperti attiva nel campo della famiglia. Secondo l’autrice del rapporto, Elizabeth Marquardt, “il modello genitoriale che prevede due persone - riferisce l’agenzia Zenit - è oggetto di cambiamenti finalizzati ad assicurare il diritto degli adulti alla procreazione, anziché a tutelare il bisogno dei bambini di conoscere la propria madre e il proprio padre e di essere da loro cresciuti”. In Spagna, ad esempio, la legittimazione del matrimonio omosessuale può portare alla presenza di due padri o due madri, con effetti preoccupanti per lo sviluppo psicologico dei figli. In Australia e Nuova Zelanda, poi, alcune proposte legislative vorrebbero che ai bambini concepiti con la donazione di entrambi i gameti venissero attribuiti tre genitori legali. In Canada e negli Stati Uniti, sembra addirittura che noti giuristi siano favorevoli alla legalizzazione di matrimoni di gruppo, che implicano relazioni fra tre o più persone. Le tesi sostenute nel rapporto sono corroborate da studi sociologici, che convengono sui benefici del matrimonio per i bambini, e dall’esperienza della prima generazione di figli concepiti con gameti donati, che oggi sta raggiungendo l’età adulta. Molti di questi giovani affermano che è stato loro negato il diritto di conoscere i loro genitori biologici e di essere cresciuti da loro.  (A.S.)

 

 

TECNOLOGIA A SERVIZIO DELL’EVANGELIZZAZIONE. LA MOSTRA BIBLICA IN CORSO A CHENNAI PROPONE “BIBBIE ELETTRONICHE” E “BIBBIE PARLANTI”

 

CHENNAI. = È in corso a Chennai, nell’India sudorientale, una mostra biblica organizzata dalla Società biblica indiana. L’esposizione - riferisce l’agenzia Fides - sta richiamando un gran numero di visitatori e raccoglie 525 tipi di Bibbie provenienti da tutto il mondo, in differenti forme, modalità e linguaggi. Si tratta della più vasta mostra del genere mai realizzata in India. L’obiettivo è di rendere la Sacra Scrittura accessibile a un numero sempre più ampio di persone. In India, uno dei Paesi più all’avanguardia nel settore delle tecnologie, si è cercato in particolare di inserire nella mostra prodotti finalizzati alla diffusione del messaggio cristiano attraverso i nuovi strumenti elettronici. Per la prima volta sono esposte la “Bibbia elettronica” e la “Bibbia parlante”. La prima è una versione interattiva su cd-rom, che dà la possibilità di fare ricerche per nomi o parole-chiave. È anche corredata da un apparato critico e da note storiche utili alla consultazione, accessibili in modalità ipertestuale e multimediale. Principali destinatari di questo prodotto dovrebbero essere i giovani che, in India come altrove, passano ogni giorno sempre più ore davanti al computer. La “Bibbia parlante” è invece stata pensata per i non vedenti, ma può essere utile anche per attività con i bambini, sia nelle parrocchie che nelle scuole. (A.S.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

10 ottobre 2006

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

         

Gli Stati Uniti e il Giappone, che ha la presidenza di turno, premono sul Consiglio di Sicurezza dell’ONU per l'adozione di “severe sanzioni” contro  la Corea del Nord, che proclama d'avere compiuto, ieri, un test  atomico e che sarebbe pronta a lanciare missili con ogive  nucleari. Anche se le affermazioni della Corea del Nord restano da verificare, da punto di vista militare, i cinque membri  permanenti del Consiglio di Sicurezza (USA, Regno Unito, Francia, Russia  e Cina) più il Giappone si consultano in modo informale, oggi,  al Palazzo di Vetro di New York, su una bozza di risoluzione  fatta circolare ieri dagli Stati Uniti e riveduta in serata per tenere conto di suggerimenti giapponesi.  La bozza  potrebbe fare riferimento all'articolo 7, quello della Carta dell’ONU che autorizza l'uso della forza, prevede, fra l'altro, il bando degli scambi militari e di prodotti di lusso con la Corea del Nord, la possibilità di ispezionare tutti i cargo aerei e marittimi provenienti dalla Corea del Nord o ivi diretti e il blocco dei beni in tutto il Mondo collegati ai programmi militari della Corea del Nord. Il test nucleare della Corea del Nord ha portato questo Paese al centro dell’attenzione internazionale. Pyongyang vuole dare dunque al mondo un’immagine di grande potenza, ma in realtà al suo interno è un Paese poverissimo, in cui le disparità sociali sono davvero impressionanti. Lo conferma, al microfono di Salvatore Sabatino, Piergiorgio Pescali, esperto di Corea del Nord del quotidiano “Avvenire”:

 

**********

R. – Le disparità sociali sono molto evidenziate, specialmente in questi ultimi anni da quanto Kim Jong il ha varato una serie di riforme economiche, imposte dai Paesi donatori, in particolare dalla Unione Europea, dalla Corea del Sud e dal Giappone per potenziare il mercato a livello capitalistico. Tutto questo ha portato ad una serie di riforme all’interno del settore industriale e soprattutto all’interno del settore agricolo che hanno avvantaggiato alcuni ceti sociali. Ad esempio, gli agricoltori sono riusciti ad accaparrarsi degli appezzamenti di terreno che lo Stato dava loro in loco, maggiori rispetto ad altri; dal punto di vista industriale, invece, gli avvantaggiati sono stati quelli che lavorano all’interno dei complessi industriali multinazionali.

 

D. – Fino a questo momento abbiamo parlato della situazione, ovviamente, nei grossi centri urbani, ma nelle campagne la situazione è però drammatica e alcuni dati parlano addirittura di due milioni di morti per fame in questi ultimi anni…

 

R. – Si parla di due milioni di morti per fame specialmente nelle alluvioni che ci sono state nel ’96. Ma anche quest’estate ci sono state catastrofiche inondazioni, che sono poi particolarmente catastrofiche in Corea  del Nord, perché i servizi agricoli sono completamente lasciati allo sbando per mancanza di fondi.

**********

 

Almeno dieci persone sono state uccise e altre quattro ferite dall'esplosione di una bomba posta sotto un’auto, oggi a Baghdad. L'attentato e' avvenuto nel quartiere di Doura, vicino ad una moschea sunnita. Intanto la polizia irachena ha riferito di aver trovato nelle ultime 24 ore circa 60 cadaveri abbandonati in diverse parti di Baghdad: alcuni con i segni di colpi di arma da fuoco, altri evidentemente torturati.  La polizia non è riuscita finora a dare un nome alla maggior parte degli uccisi. Squadroni della morte sciiti e sunniti si affrontano ormai quotidianamente in un crescendo di violenze. 

 

Sempre a Baghdad l’ex presidente iracheno Saddam  Hussein è stato nuovamente espulso dall’aula dove si celebra il processo a suo carico per lo sterminio di 180 mila  curdi alla fine degli anni ’80. L’ex rais ha iniziato a parlare recitando un versetto del Corano che incita al combattimento, e il presidente  del tribunale Mohammed al Khalifa ha quindi chiuso il suo  microfono. E’ seguita la protesta di Saddam e la reazione irosa anche degli altri sei imputati. E’ la quarta volta nelle ultime cinque udienze che Saddam viene espulso dall'aula dal giudice al Khalifa, che  proprio cinque udienze fa ha preso il posto del giudice Abdallah  al Ameri, la cui sostituzione è stata decisa perchè giudicato  troppo “morbido” nei confronti degli imputati.  

 

Le discussioni tra il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) e il primo ministro Ismail Haniyeh, di Hamas, per formare un governo di unita' nazionale vertono principalmente - e trovano il maggiore ostacolo - sul  riconoscimento di Israele. Lo ha affermato in nottata il  ministro degli Esteri del Qatar, sheikh Hamad ben Jassem Al Thani Hamad, che conduce una mediazione tra le parti. “Il problema principale e' nel riconoscimento reciproco e nel modo in cui stabilire due Stati”, ha detto Hamad, dopo aver incontrato i due dirigenti palestinesi a Gaza. Il ministro ha aggiunto tuttavia di sperare di “raggiungere un accoordo”. Il divario resta grande tra Hamas e le richieste internazionali per giungere a un governo di unità nazionale, e rimuovere tutti gli ostacoli sarà difficile”, ha dichiarato alla France Presse Nabil Abu Rudeina, portavoce di Abu Mazen. Rudeina ha sottolineato che i due punti sui quali non è stato raggiunto l'accordo sono il riconoscimento di Israele, categoricamente escluso da Hamas; e l'inziativa di pace araba, adottata dal vertice arabo del 2002 a Beirut e che comporta un riconoscimento implicito di Israele. Tale iniziativa prevede la normalizzazione delle relazioni dei Paesi arabi con Israele in cambio di un ritiro israeliano da tutti i territori arabi occupati dal 1967, come pure la creazione di uno Stato palestinese.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha deciso, ieri, di inviare una missione in Afghanistan, forse a novembre, per valutare la minaccia costituita dai militanti talebani e dai terroristi di al Qaeda.   La missione – viene spiegato –  servirà anche a rinnovare al governo e al popolo afghani il sostegno del Consiglio di Sicurezza, preoccupato per il degradarsi della sicurezza nel Paese, specie nel Sud e nel Sud-Est, e per l'aumento della cultura e del traffico di papavero recentemente segnalato. Intanto sul terreno si registra il ferimento di almeno 7 poliziotti e – sembra – numerosi civili, per l’esplosione di una bomba telecomandata, nella zona nord di Kabul.  

 

La Spagna ha concluso accordi con la Guinea e il Gambia per contrastare l'afflusso di migranti illegali verso l'Europa. Si tratta di incrementare la cooperazione e gli aiuti agli Stati dell'Africa occidentale, che sono all’origine di una massiccia emigrazione clandestina. Nel servizio di Fausta Speranza i termini dell’intesa:

 

**********

Ai Paesi africani si chiede di aiutare a identificare i loro cittadini entrati illegalmente in territorio spagnolo - in particolare raggiungendo l'arcipelago delle Canarie, nell'Oceano Atlantico, a bordo di imbarcazioni di fortuna – per poterli più agevolmente rimpatriare. Il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, ha annunciato gli accordi dopo brevi visite, ieri, a Conakry e a Banjul, capitali rispettivamente Guinea e Gambia, dove ha incontrato dirigenti governativi. La prossima tappa della sua missione africana è il Senegal.  E’ la seconda visita in quattro mesi di Moratinos in Africa occidentale per affrontare il problema migratorio. In Guinea, il ministro ha annunciato un pacchetto di aiuti di 5 milioni di euro, parte di una duplice strategia che mira a contrastare le partenze di clandestini anche favorendo uno sviluppo a lungo termine che incoraggi i giovani africani a restare nei loro Paesi. In Gambia, accordo analogo, che favorisce l'espansione dell'emigrazione legale e nel contempo irrigidisce i controlli per frenare le partenze clandestine. Va ricordato che quest’anno sono approdati finora alle Canarie un numero record di 26.000 migranti, per lo più africani; mentre altre centinaia sono morti annegati, per sete o per consunzione, mentre cercavano di raggiungere la loro meta. Con alcuni governi africani la Spagna aveva già concluso accordi per il rimpatrio dei clandestini. Dalla metà di settembre, ad esempio, oltre 2.000 senegalesi sono stati costretti a ritornare nel loro Paese.

**********

 

Dopo il presidente Vladimir Putin anche lo speaker della Duma ha rotto il silenzio sul caso di Anna Politkovskaia, la coraggiosa giornalista indipendente uccisa sabato scorso a Mosca a pistolettate dentro l’ascensore di casa: Boris Grizlov ha promesso stamattina che la Camera bassa del Parlamento russo utilizzerà tutti i suoi poteri di controllo per far luce sull'assassinio. “Noi come deputati - ha assicurato Grizlov, un fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin - faremo tutto il possibile perchè i rappresentanti dei mass-media abbiano la possibilità di informare delle proprie posizioni i cittadini russi”. Ieri pomeriggio, durante una telefonata con il presidente americano George W. Bush, Putin ha rotto un silenzio di quasi 48 ore e per la prima volta ha preso posizione sull'uccisione della giornalista molto nota in Occidente per le sue inchieste sulla Cecenia molto critiche nei confronti del Cremlino: si è impegnato con Bush a non lasciare nulla di intentato per la  soluzione del caso. Si è aperta intanto nel cimitero di Troiekurovskoie, alla periferia ovest di Mosca, la camera ardente per l'ultimo saluto alla giornalista. Il mondo dell’informazione moscovita è presente in massa, assieme a molti cronisti stranieri.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha designato ufficialmente, ieri a New York, l'attuale ministro degli Esteri della Corea del Sud, Ban Ki-moon, futuro segretario generale delle Nazioni Unite. Ban, 62 anni, succederà al ghanese Kofi Annan, 68 anni, il primo gennaio 2007. Per rendere davvero ufficiale e formale la  sua nomina, che appare scontata, manca soltanto il voto dell'Assemblea generale, atteso nei prossimi giorni. Che Ban sarebbe diventato più che verosimilmente il prossimo segretario generale era già emerso la scorsa settimana quando  il ministro degli Esteri di Seul aveva ottenuto, nel corso di un  voto informale, il tacito ed indispensabile appoggio dei cinque  membri permanenti con diritto di veto (Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina). A Ban toccherà risolvere la difficile questione della riforma dell'istituzione – con, tra l'altro, l'ampliamento del Consiglio di Sicurezza – che Annan non è riuscito a portare a termine nonostante si fosse impegnato a farlo. Annan, che alla fine dell'anno concluderà il suo secondo mandato di 5 anni, lascia un’ONU che secondo alcuni ha recentemente ripreso prestigio, essendo riuscito a riportare l’istituzione multilaterale al centro della diplomazia internazionale per la questione del nucleare iraniano, dopo essere stata di fatto esclusa dal dossier iracheno.  O anche per essere riuscito ad ottenere il cessate il fuoco, durante l'estate, tra Israele e gli Hezbollah libanesi, seguito dall'invio di caschi blu nel sud del Libano per garantirne il rispetto.

 

 

 

 

 

=======ooo=======