RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 282 - Testo della trasmissione di Lunedì 9 ottobre 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Incontrando i vescovi del Canada Occidentale in visita ad Limina il Papa afferma che l’umanità ha bisogno di riscoprire il senso del peccato e l’infinita misericordia di Dio perché non proliferino nel mondo divisioni, avidità e  corruzione

 

Giovanni Paolo I, “maestro di verità e catecheta appassionato”: così, Benedetto XVI, al termine della proiezione, ieri sera in Vaticano, dell’anteprima del film Rai: “Papa Luciani: il sorriso di Dio”

 

Lettera del Papa al cardinale Edward Cassidy in occasione dell’incontro ad Alice Springs  per la celebrazione del XX anniversario della visita di Giovanni Paolo II in Australia

 

Madre Maria Teresa Scrilli è stata beatificata ieri pomeriggio a Fiesole, in Toscana

 

Presentata stamane in Vaticano la Necropoli Romana della Via Triumphalis

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La comunità internazionale condanna il test nucleare sotterraneo effettuato dalla Corea del Nord: ce ne parla con Francesco Sisci

 

La testimonianza del padre comboniano Luciano Verdoscia, che opera in favore dei bambini in una baraccopoli del Cairo che vive grazie all’immondizia

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale delle Poste: con noi Jérôme Deutschmann

 

Alla Fiera del Libro di Francoforte grande interesse per le pubblicazioni della Libreria Editrice Vaticana. I testi di Benedetto XVI sono quelli più richiesti: intervista con  don Claudio Rossini

 

CHIESA E SOCIETA’:

L’appello del vescovo di Oruro, in Bolivia, dopo gli incidenti scoppiati nella miniera di stagno di Huanuni, che hanno provocato 21 morti

 

A Varanasi, in India, atti di vandalismi contro una casa per vedove ed una scuola per bambini gestiti da cristiani

 

Oggi il Consiglio di Sicurezza dell’ONU voterà ufficialmente il sudcoreano Ban Ki Moon, nuovo Segretario Generale dell’Organizzazione

 

Con la pubblicazione dell’Esortazione pastorale “Vivere nella speranza” si è chiuso in Venezuela il Concilio plenario dei vescovi

 

Allo statunitense Edmund Phelps assegnato oggi il Premio Nobel per l’economia

 

24 ORE NEL MONDO:

 Sale la protesta nella comunità internazionale per l’uccisione, in Russia, della giornalista che criticava il Cremlino

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

9 ottobre 2006

 

INCONTRANDO I VESCOVI DEL CANADA OCCIDENTALE IN VISITA AD LIMINA,

 IL PAPA AFFERMA CHE L’UMANITÀ HA BISOGNO DI RISCOPRIRE

IL SENSO DEL PECCATO  E L’INFINITA MISERICORDIA DI DIO,

PERCHÉ NON PROLIFERINO NEL MONDO  DIVISIONI, AVIDITÀ E  CORRUZIONE

 

E’ necessario che l’umanità riscopra il senso del peccato e l’infinita misericordia di Dio perché non proliferino nel mondo divisioni, avidità e corruzione. E’ questo in sintesi quanto ha detto stamane il Papa incontrando in Vaticano i vescovi del Canada Occidentale al termine della visita ad Limina. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

***********

Benedetto XVI nota con gioia come la Chiesa canadese sia viva nonostante una crescente secolarizzazione della società. In questo contesto, la sua riflessione mette in luce un elemento: “la perdita del senso del peccato”, che in definitiva è un indebolimento del  rapporto con Dio. Oggi non ci si sente più peccatori. Ma  “se diciamo che siamo senza peccato – afferma il Papa citando l’Apostolo Giovanni – inganniamo noi stessi”. Quando scompare il bisogno di cercare il perdono e nello stesso tempo di perdonare – ha aggiunto -  allora sorge “una cultura dell’accusa e della conflittualità”. Abbondano così le manifestazioni del peccato: “avidità e corruzione, relazioni tradite e sfruttamento di persone”.  Si tratta di un fenomeno “particolarmente pronunciato nelle società segnate da una ideologia secolarista post-illuministica. Laddove Dio è escluso dal dibattito pubblico diminuisce il senso dell’offesa a Dio – questo – nota il Pontefice - è il vero senso del peccato – esattamente come quando il valore assoluto delle norme morali è relativizzato, le categorie del bene o del male svaniscono, insieme con la responsabilità individuale”. Il Papa cita la parabola del figlio prodigo che ci rivela come sia frequente la tentazione dell’uomo di esercitare la  sua libertà lontano da Dio. Ma “quando la libertà è ricercata senza tener conto di  Dio, l’esito è negativo”: si generano “perdita della dignità personale, confusione morale e disintegrazione sociale. Tuttavia l’amore appassionato di Dio per l’umanità – ha detto il Pontefice – ha vinto l’orgoglio umano”. Il Papa delinea le tre figure della parabola: il Padre, con la sua “abbondante misericordia”, il Figlio minore con “la sua gioia di essere perdonato”, il figlio maggiore con “la sua incapacità di comprendere l’amore incondizionato”, di pensare “oltre i limiti della giustizia naturale” rimanendo così “intrappolato nell’invidia e nell’orgoglio”, “isolato dagli altri e a disagio perfino con se stesso”.

 

Qui il Papa sottolinea che “la responsabilità dei vescovi di additare la presenza distruttiva del peccato” è in realtà “un servizio di speranza”: l’ardente speranza che gli uomini hanno di fare “esperienza dell’infinito amore di Dio”. Solo in questo modo si possono superare le divisioni “che così spesso feriscono oggi le famiglie e le comunità”. E in questo senso Benedetto XVI invita a riscoprire il Sacramento della Penitenza, che – dice - purtroppo “spesso è considerato con indifferenza”, mentre è “la pienezza della guarigione cui noi aneliamo”. Non è tempo perso  il tempo speso nel confessionale: qui la grazia divina “trae il bene dal male, ricostruisce la vita dalla morte e rivela di nuovo il volto misericordioso del Padre”.

 

In questo cammino di riconciliazione il Papa loda l’azione della Chiesa canadese in favore delle comunità autoctone del Paese. “Molto è stato compiuto – ha detto – ma ancora molto resta da fare”. Benedetto XVI incoraggia i vescovi a guardare con determinazione alle cause profonde delle necessità sociali e spirituali dei fedeli aborigeni. “L’impegno alla verità – ha concluso - apre la via ad una durevole riconciliazione” che si attua attraverso “due indispensabili elementi”: chiedere e offrire il  perdono.

**********

 

 

ALTRE UDIENZE

        

Il Santo Padre, stamane, ha ricevuto in successive udienze anche il cardinale Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo di Westminster,  e alcuni presuli della Conferenza Episcopale di Zambia, in visita "ad Limina”.

 

 

GIOVANNI PAOLO I, “MAESTRO DI VERITÀ E CATECHETA APPASSIONATO”:

COSI’, BENEDETTO XVI, AL TERMINE DELLA PROIEZIONE, IERI SERA IN VATICANO, DELL’ANTEPRIMA DEL FILM RAI: “PAPA LUCIANI: IL SORRISO DI DIO”

- A cura di Roberta Moretti -

 

“Un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso”: così, Benedetto XVI ha definito la figura di Giovanni Paolo I, scomparso il 28 settembre del 1978, dopo 33 giorni di pontificato, al termine della proiezione, ieri sera in Vaticano, dell’anteprima del film RAI: “Papa Luciani: il sorriso di Dio”. “Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento – ha affermato Benedetto XVI – il Servo di Dio Albino Luciani (…) fu instancabile nell’attività pastorale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale di santità”. “Maestro di verità e catecheta appassionato – ha continuato il Papa – a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”. Infine, un riferimento alla devozione che Giovanni Paolo I nutriva verso la Madonna e l’invito a trovare “nell’umile affidamento a Maria il segreto di una quotidiana serenità e di un fattivo impegno per la pace nel mondo”.

 

 

LETTERA DEL PAPA AL CARDINALE  EDWARD CASSIDY IN OCCASIONE

 DELL’INCONTRO  AD ALICE SPRINGS  PER LA CELEBRAZIONE DEL XX ANNIVERSARIO

DELLA VISITA DI  GIOVANNI PAOLO II IN AUSTRALIA

 

La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi  la Lettera che  il Papa ha inviato il 22 settembre scorso al cardinale Edward Idris Cassidy e ai partecipanti all’incontro che si è tenuto ad Alice Springs dal 2 al 7 ottobre,  per la celebrazione del ventesimo anniversario della visita di  Giovanni Paolo II in Australia. Benedetto XVI ricorda l’appello che Papa Wojtyla lanciò durante lo storico incontro con gli aborigeni australiani il 29 novembre del 1986 ad Alice Springs: siete chiamati ad essere “fedeli alle vostre degne tradizioni – aveva detto Giovanni Paolo II - e ad adattare la vostra cultura viva quando sia necessario per rispondere alle vostre esigenze e a quelle del vostro popolo. Ma soprattutto siete chiamati ad aprire sempre più i vostri cuori al messaggio consolatore, purificatore ed esaltante di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, morto perché tutti abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza”.

 

In questo senso -  ha detto Benedetto XVI - conta molto l’esempio degli anziani: “io li incoraggio ad esercitare la loro autorità con saggezza rimanendo fedeli alle loro tradizioni” e con “una rinnovata espressione della loro profonda coscienza di Dio, resa possibile grazie al Vangelo di Gesù Cristo”. Il Papa si è poi rivolto ai giovani: “Cristo – ha affermato -  è al vostro fianco! Anche nelle ore più buie la sua luce continua a brillare … Non permettete che i vostri sogni siano minati dal richiamo superficiale di coloro che possono portarvi ad abusare di alcool e droga, con la promessa della felicità. Queste sono false promesse e portano ad intrappolarvi in un circolo di miseria. Vi esorto invece – ha proseguito il Papa - a coltivare l’incontro con il mistero dello spirito di Dio attivo in voi e nella creazione, chiamandovi ad un vita fatta di propositi, di servizio, di soddisfazione e gioia”. Benedetto XVI sottolinea poi il fatto che “già tanto è stato ottenuto lungo il cammino della riconciliazione razziale, ma tanto ancora deve essere raggiunto. Nessuno può essere esentato da questo processo. Nessuna cultura può usare un passato doloroso per evitare di affrontare le difficoltà dei bisogni sociali contemporanei. E solo accettando con prontezza la verità storica – ha affermato - si può raggiungere una giusta comprensione della realtà contemporanea e abbracciare la visione di un futuro armonioso”. Il Papa infine incoraggia tutti gli australiani a guardare “con compassione e determinazione” alle cause delle difficoltà che ancora affliggono gli aborigeni, in un processo di verità che può aprire la via alla pace attraverso le due dimensioni del chiedere e dell’offrire il perdono.

 

 

UNA SANTITÀ MATURATA IN UN INTIMO RAPPORTO CON DIO

E IN UNA SPIRITUALITÀ CRISTOCENTRICA: È QUELLA DI MADRE MARIA TERESA SCRILLI, BEATIFICATA IERI A FIESOLE, IN TOSCANA,

DURANTE UNA MESSA PRESIEDUTA DAL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS

 

L’esempio offerto da Madre Maria Teresa Scrilli, fondatrice, nel XIX secolo, dell’Istituto delle suore di Nostra Signora del Carmelo, è quello di un’intima unione con Dio e di un’esistenza cristocentrica. È quanto ha sottolineato ieri il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ieri a Fiesole, in Toscana, per mandato di Benedetto XVI, ha beatificato la religiosa. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

**********

Volle dedicarsi totalmente a Dio e agli altri per amore di Dio, volle riparare alle offese che si facevano al Signore meditando continuamente la Passione di Cristo e a Lui desiderò immedesimarsi per condurre le anime alla salvezza. Questa in sintesi la vita di Maria Teresa Scrilli. Il cardinale José Saraiva Martins, nella sua omelia, ha ripercorso le tappe che hanno condotto la beata a rispondere alle ansie del suo tempo. Nel suo farsi dono al prossimo avvertì la necessità di offrire una sana educazione alle giovani, soprattutto le più indigenti. Per loro volle una preparazione umana completa dal punto di vista culturale, scolastico e religioso, che rispondesse ai bisogni della loro vita specifica di donne, preparandole ad un lavoro dignitoso. Il porporato ha ricordato che per tale motivo Madre Maria Teresa chiese alle sue figlie, oltre ai tre voti consueti di castità, obbedienza e povertà, un quarto voto, quello cioè di “presentarsi ad utilità del prossimo per mezzo dell’istruzione morale cristiana e civile”. Nella spiritualità della religiosa, l’adesione a Dio nel cammino della croce appare come uno dei cardini fondamentali, ha detto il porporato, che ha pure spiegato quanto Madre Scrilli abbia meditato e vissuto il mistero della morte e risurrezione di Gesù. “A noi, spesso pellegrini smarriti su questa terra, di fronte alle situazioni del nostro tempo – ha affermato il cardinale Saraiva Martins – la sua esperienza ci è da stimolo a perseverare nella fedeltà al progetto di Dio sulla nostra vita, ad essere attenti e premurosi con i nostri fratelli e sorelle, compagni di viaggio della stessa esperienza ecclesiale”.

**********

 

 

PRESENTATA STAMANI IN VATICANO

LA NECROPOLI ROMANA DELLA VIA TRIUMPHALIS

 

Provoca un’emozione fortissima l’inedito spaccato di Roma sotterranea, venuto alla luce con lo scavo del nuovo settore della Necropoli romana della Via Triumphalis, scoperto nel 2003 in Vaticano, presentata stamani in conferenza stampa ai Musei Vaticani. Questa scoperta consente al visitatore di attraversare di colpo duemila anni di storia. Il lavoro di recupero è stato condotto dagli archeologi dei Musei Vaticani. Verrà portato alla luce un cospicuo tratto di Necropoli, che risulta essere la prosecuzione di quello scoperto negli anni ’50, conosciuto come Necropoli dell’Autoparco. Le due aree cimiteriali costituiscono parte di un grande sepolcreto, disposto lungo l’antica Via Triumphalis, che da Roma conduceva a Veio, precisamente a Isola Farnese attraverso Monte Mario. Servizio di Paolo Ondarza.

 

**********

Grazie a quest’ultimo ritrovamento in Vaticano sono accessibili due delle più complete e documentate Necropoli della Roma di età imperiale: quella lungo la via Cornelia, dove si trova la Tomba di San Pietro, e quello della Via Triumphalis. Lo scavo ha portato alla scoperta di circa quaranta edifici sepolcrali e più di 200 sepolture singole, disposte su diversi livelli e segnalate da cippi, stele, altari e lastre, spesso dotate di iscrizioni: un apparato epigrafico di eccezionale interesse storico-sociale. La maggior parte delle tombe si trova in un ottimo stato di conservazione ed è databile tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del IV secolo d.C., all’incirca dall’epoca di Augusto a quella di Costantino. Alcuni edifici presentano interessanti decorazioni parietali ad affresco, a stucco, e pavimenti a mosaico. Inoltre, sono tornati alla luce altari funerari, urne, sarcofagi con soggetti figurati a bassorilievo. Da segnalare il sarcofago del giovane cavaliere Publius Caesilius Victorinus, che presenta la figura di un orante accanto ad un albero, con sopra un uccello. Un’iconografia che sembra riportare il defunto in ambito cristiano, in un periodo precedente alla pace costantiniana. Talvolta, nei testi vengono specificati il mestiere o il luogo di origine di questi personaggi, offrendo un interessantissimo spaccato di vita quotidiana. Il corredo tombale è costituito soprattutto da lucerne e recipienti. Sopra alcuni altari si riconoscono i fori per appendere le ghirlande di fiori. La Necropoli sarà visitabile il venerdì o il sabato, su prenotazione, a gruppi di 25 persone. Il costo del biglietto sarà di cinque euro a persona.

 

Dai Musei Vaticani, Paolo Ondarza, Radio Vaticana.

**********

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Angelus: "Famiglie pronte a compiere con generosa dedizione la loro missione nella Chiesa e nella società".

 

Servizio estero - La Corea del Nord effettua un test nucleare. L'unanime condanna della comunità internazionale.

 

Servizio culturale - Un articolo di Mario Spinelli dal titolo "Le radici e l'evoluzione del realismo nell'arte spagnola contemporanea": oltre cento opere della seconda metà del XX secolo esposte nella Galleria Civica di Potenza.

 

Servizio italiano - In rilievo il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

9 ottobre 2006

 

 

LA COREA DEL NORD

HA EFFETTUATO STAMANI L’ANNUNCIATO TEST NUCLEARE SOTTERRANEO.

LA CONDANNA DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

- Intervista con Francesco Sisci -

 

Dopo le minacce, i fatti. La Corea del Nord ha condotto questa mattina l’annunciato test nucleare sotterraneo. A darne notizia gli organi di informazione del regime di Pyongyang. Immediata la condanna internazionale, tra cui quella del direttore generale dell’AIEA, El Baradei, secondo cui il test crea “serie sfide di sicurezza” non solo per l’Est asiatico, “ma per la comunità internazionale”. Fissata, intanto, per lunedì mattina una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il servizio di Giada Aquilino:

 

**********

Un esperimento atomico che “contribuirà a mantenere la pace nella penisola coreana”. Questo il laconico quanto contraddittorio comunicato ufficiale con cui Pyongyang ha annunciato il suo primo test nucleare sotterraneo. Una prima conferma dei fatti è arrivata dalla vicina Sud Corea, che ha registrato una scossa sismica di magnitudo tra i 3,5 e 3,7 gradi sulla scala Richter. Stessa comunicazione anche dall’Istituto americano di geofisica, che ha individuato il movimento tellurico a 385 km a nord-est di Pyongyang.

 

Di fronte alla preoccupazione internazionale dei giorni scorsi, il regime nordcoreano giustifica dunque il test con obiettivi di stabilità nell’area asiatica e assicura che nelle operazioni non si sono verificate fuoriuscite radioattive. Ma dalla Cina è già arrivata la condanna all’accaduto. Stessa presa di posizione del Giappone, il cui premier Abe ha qualificato l’esperimento come "imperdonabile", sollecitando severe misure. Medesimi toni da Seul. Nessun dubbio neppure da Washington, che etichetta il test come una “provocazione” e invoca un pronunciamento immediato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

 

Aspre critiche sono poi giunte dalla Russia - con un intervento del presidente Putin e del ministro della Difesa Ivanov, secondo cui la bomba atomica nordcoreana aveva una potenza tra i "5 e i 15 kilotoni" - ma anche dalla Gran Bretagna e dalla Francia. La NATO ha riunito gli ambasciatori dei 26 Paesi dell’Alleanza Atlantica, mentre l’Unione Europea - attraverso la presidenza di turno finlandese - ha chiesto al regime di Pyongyang di abbandonare qualsiasi programma atomico. Nel quadro delle critiche all’azione nordcoreana, si inserisce infine l'Iran, che con un comunicato del ministero degli Esteri, si è detto difensore di un "mondo senza armi nucleari”. Teheran, però, non ha specificato come questa posizione possa collimare con il proprio programma atomico.

**********

 

Ma quali, dunque, le ragioni che hanno spinto Pyongyang ad effettuare il test nucleare? Giada Aquilino lo ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente da Pechino del quotidiano “La Stampa” ed esperto di questioni coreane:

 

**********

R. – Le ragioni ufficiali per la Corea del Nord sono quelle di legittimità nell’avere un’arma nucleare per la difesa nazionale. Ma ci sono altri motivi, cioè legati a un ricatto nei confronti dei Paesi vicini che potrebbe essere: “o date cibo e rifornimenti energetici alla Corea del Nord oppure Pyongyang vi trascinerà in apocalissi nucleari”. Dato che l’inverno incombe e l’economia nordcoreana è estremamente a rischio, in quanto dipende dalla Cina per il 50 per cento dei suoi fabbisogni alimentari e per il 70 per cento delle sue forniture energetiche, questo rappresenta ormai uno degli ultimi momenti in cui Pyongyang può ricattare il mondo e la Cina in particolare.

 

D. – Il regime nordcoreano ha giustificato l’esperimento con obiettivi di stabilità nell’area asiatica eppure proprio da Cina, Giappone e Sud Corea sono venute aspre critiche…

 

R. – Il regime nordcoreano è forse il più instabile e il più a rischio del mondo. Kim Jong Il - e prima di lui suo padre Kim Il-Sung - hanno provato per quasi 60 anni di essere disposti a qualunque cosa. Questo è un momento davvero di grande rischio.

 

D. - A cosa si può arrivare?

 

R. – C’è il rischio di un attacco tattico utilizzato come ultima possibilità. Ma prima ancora di questo, c’è la possibilità che la Cina sospenda gli aiuti di cibo e di energia alla Corea del Nord e che a ciò Pyongyang risponda con una ulteriore azione di provocazione, come il lancio di missili sopra il Giappone o scontri di frontiera con la Corea del Sud. Di fronte a questo aggravarsi della situazione, c’è poi il rischio di una risposta ulteriore da parte degli altri Paesi. Oggi si è innescata, insomma, la possibilità di una escalation militare nella regione. Ricordiamo che, tra l’altro, la Guerra Fredda degli anni ‘50 è cominciata proprio in Corea del Nord.

 

D. – Esiste un Trattato per il bando completo della sperimentazione nucleare. L’esperimento nordcoreano e le minacce atomiche iraniane come si collocano in questo quadro?

 

R. – Assolutamente al di fuori. Infatti l’altro problema vero è che l’atteggiamento duro della Corea del Nord spingerà anche l’Iran a non cedere nel suo programma nucleare.

 

D. – E’ stato invocato un pronunciamento dell’ONU. Si arriverà ad una posizione ferma del Consiglio di Sicurezza, magari prima di una decisione definitiva sull’Iran?

 

R. – E’ possibile, anche perché mentre sull’Iran la situazione è più ambigua - in quanto Teheran nega di voler arrivare ufficialmente a possedere un’arma nucleare - la Corea del Nord l’ha sperimentata.

**********

 

 

UN MISSIONARIO COMBONIANO AL FIANCO DEI BAMBINI

IN UNA BARACCOPOLI DEL CAIRO CHE VIVE GRAZIE ALL’IMMONDIZIA

- Intervista con padre Luciano Verdoscia -

 

Si chiama Zabaleen City ed è una parte di un quartiere del Cairo dal quale i turisti si tengono alla larga. Chi osa avvicinarsi resta senza fiato per il forte odore che promana dai rifiuti. Questa zona periferica, infatti, altro non è che una immensa discarica a cielo aperto dove i più poveri dei poveri vivono rovistando nell’immondizia. Padre Luciano Verdoscia, comboniano, vive in Egitto dal 1994. Direttore di un Corso di studi arabo-islamici e dialogo interreligioso al Cairo iniziò allora a frequentare il quartiere la domenica, per portare la Parola di Dio. L’anno scorso la decisione di lasciare la carriera universitaria per dedicarsi completamente ai bimbi-spazzini. Al microfono di Antonella Villani ricorda le prime visite al quartiere discarica:

 

**********

R. – Ogni domenica per me era un’emozione, entrando nel quartiere mi dirigevo verso la casa delle suore di Madre Teresa e incontravo soprattutto questi bambini che lavoravano nell’immondizia oppure erano sui carretti che trasportavano l’immondizia. Bambini che andavano dall’età di 5 anni fino a 15. Pensavo ai miei nipoti prima di tutto, desideravo che loro vedessero questo come anche gli altri bambini dell’Occidente, che forse non sono coscienti dei privilegi che hanno. In più poi c’era la grande commozione di stare con i bambini disabili all’interno della casa delle suore. Per me era un motivo per lodare e ringraziare Dio per essere lì.

 

D. –  Un quartiere molto vasto che vive praticamente nell’immondizia ma anche nel cimitero…

 

R. – Il quartiere si divide in sette zone.  Queste zone comprendono questo quartiere dei raccoglitori di immondizia e poi anche la  famosa città dei morti, cioè il grande cimitero abitato da numerose famiglie:  poi ci sono altri quartieri e uno di questi, dove noi operiamo, è una baraccopoli.

 

D. – Lei si batte moltissimo per garantire la scuola a questi bambini…

 

R. – Occorre bloccare il passaggio da generazioni a generazioni dei fattori che condannano le persone all’estrema povertà. Occorre far capire ai bambini che è possibile vivere in un modo più dignitoso se migliorano il loro livello di istruzione.

 

D. – Attualmente seguite 400 bimbi in due centri, che assistenza date?

 

R. – Gli diamo la possibilità di studiare, di lavorare in un ambiente pulito, dignitoso. Le case di questi bambini sono poverissime vivono spesso in una stanza priva di servizi igienici. Noi diamo una merenda nutriente, a base di proteine, poi la visita medica e un’assistenza sociale.

 

D. – In un momento di alta conflittualità, anche interreligiosa, come è riuscito a promuovere il dialogo tra collaboratori cristiani e musulmani?

 

R. – Questa associazione ha una specificità: fare tutto assieme con gli altri. Siamo cristiani e musulmani impegnati insieme in un lavoro di assistenza e di intervento sociale all’interno dei quartieri più poveri. La bellezza anche per me, come sacerdote, è quella di poter collaborare con i fratelli musulmani.

 

D. – Lei è sempre stato bene accetto?

 

R. - Per ben due volte sono stato accusato di proselitismo religioso  e hanno bloccato la nostra opera:  però i primi che mi hanno sostenuto sono stati proprio i miei collaboratori musulmani che sono  per me dei fratelli.

**********

 

 

L’UNIONE POSTALE UNIVERSALE PROMUOVE OGGI

 LA GIORNATA MONDIALE DELLE POSTE, PER “RAGGIUNGERE CHIUNQUE OVUNQUE”

- Intervista con Jérôme Deutschmann -

 

“Raggiungere chiunque ovunque: ricambiare la fiducia degli utenti con la massima qualità in tutto il mondo”: è questo il tema dell’odierna Giornata mondiale delle poste, promossa dall’Unione Postale Universale. All’organizzazione, fondata a Berna, in Svizzera, il 9 ottobre 1874, aderiscono i sistemi postali di 191 Paesi, tra cui le Poste Vaticane. Il servizio di Roberta Moretti:

 

**********

Dai primi segnali di fumo nella Corea del 6000 avanti Cristo, all’efficiente messaggistica romana; dai monaci postini del Medioevo, fino alla nascita in Europa dei primi servizi postali nazionali nel XVII secolo. La storia delle Poste segue percorsi diversificati nei vari Paesi. Protagonisti indiscussi sono stati messaggeri a piedi, corrieri a cavallo e diligenze guidate dai “postiglioni”; fino all’arrivo della ferrovia e poi dell’era tecnologica della comunicazione. Ma oggi, con la vigorosa ascesa di internet e della posta elettronica, ha ancora senso scrivere una lettera con carta e penna? La riflessione di Jérôme Deutschmann, funzionario dell’Unione Postale Universale:

 

of corse, iti still makes…

“Certamente ha ancora senso, perché in alcune regioni del mondo – in Africa, in Asia meridionale e in America Latina – questo è l’unico modo per comunicare e sopravvivere, specialmente per quei popoli che vivono in aree isolate. Molte attività commerciali, infatti, non hanno accesso a Internet e vanno ancora avanti con la posta tradizionale. Questo è dimostrato dal fatto che la quantità di lettere spedite all’interno dello stesso Paese e tra Paesi diversi non è diminuita, secondo le ultime statistiche”.

 

E’ importante, secondo Jérôme Deutschmann, non rinunciare alla piacevolezza di scrivere, ricevere o scartare una lettera:

 

that’s why…

“E questo è anche il motivo per cui ogni anno l’Unione Postale Universale, in collaborazione con l’UNESCO, le diverse aziende postali nazionali e i ministeri dell’Istruzione, organizza un Concorso internazionale per la migliore lettera, aperto a tutti i Paesi membri. Questa competizione vuole incentivare alunni e studenti a continuare a scrivere. Abbiamo ricevuto moltissime lettere, soprattutto da studenti africani e asiatici, piuttosto che da quelli europei, che sono più abituati a scrivere e-mail e a comunicare attraverso Internet”.

 

Ma come migliorare i sistemi postali e i servizi agli utenti? Ancora Deutschmann:

 

each operator should…

“Ogni operatore dovrebbe concentrarsi sulla qualità dei servizi. Occorre velocizzare il processo di smistamento della posta, rendere i pagamenti postali più efficienti e fornire agli utenti servizi più moderni, come il francobollo elettronico, già disponibile in Italia, in Francia, in Portogallo, in Canada e negli Stati Uniti, che conferisce valore legale a un documento inviato tramite Internet”.

**********

 

 

ALLA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE

 GRANDE INTERESSE PER LE PUBBLICAZIONI DELLA LIBRERIA EDITRICE VATICANA.

I TESTI DI BENEDETTO XVI SONO QUELLI PIU’ RICHIESTI

- Intervista con don Claudio Rossini -

 

Si è conclusa ieri a Francoforte, in Germania, l’edizione 2006 della Fiera del libro. Alla manifestazione era presente anche la Libreria Editrice Vaticana che ha attirato l’attenzione di diversi editori e lettori. Ma quali testi sono stati fra i più consultati nello stand della casa editrice? Tiziana Campisi lo ha chiesto al direttore, don Claudio Rossini:

 

**********

R. – Abbiamo visto un grande interesse per il Papa, anche gli ultimi testi che abbiamo prodotto - i pensieri spirituali, i discorsi sulla Pasqua, il discorso tenuto ad Auschwitz nel maggio scorso, la piccola collana del Magistero, la novena per il Natale con i testi di Benedetto XVI – sono le cose che hanno maggiormente interessato e che sono state maggiormente richieste. Per tre-quattro giorni abbiamo avuto una coda continua di editori.

 

D. – Quali sono stati i libri più consultati?

 

R. – La novità che abbiamo portato - e che sarà in libreria fra qualche giorno è stata il primo volume degli insegnamenti di Papa Benedetto XVI, ma anche gli ultimi volumi degli insegnamenti di Giovanni Paolo II; ma anche i testi nelle varie lingue dell’Enciclica “Deus Caritas Est”.  I testi più richiesti e più gettonati, al di là di quelli relativi al Santo Padre, sono quelli che riguardano il diaconato, abbiamo una raccolta di documenti sul diaconato permanente, un volume su matrimonio e famiglia alla luce di Cristo con la prefazione del cardinale Scola, ed ancora gli esercizi predicati al Santo Padre alla Curia Romana nella scorsa Quaresima dal cardinale Cè. Hanno attirato l’attenzione di molti editori anche di area inglese, area spagnola e sudamericana, ma anche dell’Europa dell’Est, la produzione dell’Accademia della Vita con tutti i temi legati all’etica della salute e della malattia. Complessivamente devo dire che quest’anno abbiamo notato un interesse, forse, ancora maggiore rispetto allo scorso anno di editori che non si erano mai avvicinati a noi e che vengono, chiedono di conoscerci, per vedere cosa facciamo e quale sia la nostra attività. L’altra novità di quest’anno è stato l’ampliamento del settore dei Musei Vaticani: in occasione dell’anniversario dei 500 anni della fondazione dei Musei si sono dati da fare ed è venuto fuori un angolo davvero bello e significativo.

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

9 ottobre 2006

 

BOLIVIA: TREGUA FRA GLI OPERAI DELLA MINIERA DI STAGNO DI HUANUNI,

DOVE IN SEGUITO AD ALCUNI INCIDENTI SONO MORTE 21 PERSONE.

 IL VESCOVO DELLA DIOCESI: DEPONETE LE ARMI E DIFENDETE LA DEMOCRAZIA

NELLA PACE E NEL RISPETTO DEI DIRITTI DI TUTTI

 

LA PAZ. = Dopo gli scontri che nei giorni scorsi, nella miniera boliviana nei pressi di Huanuni, tra i lavoratori di una cooperativa e quelli dell’ente statale Comibol, hanno provocato 21 morti ed oltre 60 feriti, la notte del 7 ottobre è stata raggiunta una tregua. All’origine dei disordini è stata l’occupazione della cava di stagno, giovedì scorso, da parte dei minatori privati, che rivendicano maggiori concessioni di sfruttamento. Dall’altra parte i dipendenti della Comibol sostengono, invece di essere svantaggiati rispetto ai primi, pagati sulla base del minerale estratto e non con salari fissi. Centinaia di poliziotti, nonché funzionari pubblici ed ecclesiastici, sono intervenuti per tentare una mediazione fra le parti. Mons. Cristóbal Bialasik, vescovo di Oruro, diocesi dove si trova la miniera, in un comunicato ha espresso tutto il suo dolore per l’accaduto. “Gli unici ad essere sconfitti sono i figli della Bolivia - ha detto il presule - e proprio adesso è necessario ribadire che occorre un assoluto rispetto per la propria vita e per quella altrui”. Per mons. Bialasik va salvaguardata la dignità della patria e la speranza che deve animare tutti. “Le risorse naturali appartengono a tutti; sono di tutti e servono a tutti – ha aggiunto il presule – serve solo condividerle in forma equilibrata affinché ciascuno di noi viva con dignità”. Il vescovo ha poi esortato tutti i settori coinvolti a deporre le armi e a difendere la democrazia nella pace e nel rispetto dei diritti di tutti. Mons. Bialasik ha chiesto anche al governo del presidente Evo Morales di cercare risposte concrete alle domande dei minatori, ricordando che tali risposte dovrebbero soddisfare tutte le parti, in particolare i gruppi sociali più poveri ed emarginati. Spinto dalle richieste di alcuni parlamentari, Morales ha licenziato il ministro per le Attività minerarie Walter Villaroel, un ex presidente della Federazione nazionale delle cooperative di minatori. Il suo sostituto, Guillermo Dalence, ha prestato giuramento sabato. Nel suo messaggio il vescovo di Oruro ha ribadito con forza che la violenza genera più violenza, quindi, nel ricordare le celebrazioni in corso dell’Anno giubilare della diocesi, ha suggerito di guardare ad esse come ad un’occasione opportuna per il dialogo e la riconciliazione, in difesa dei valori fondamentali e della convivenza pacifica. (L.B. – T.C.)

 

 

ATTI DI VANDALISMO IERI IN INDIA, A VARANASI, CONTRO UNA CASA PER VEDOVE

ED UNA SCUOLA PER BAMBINI GESTITI DA DUE CONIUGI CRISTIANI

 

VARANASI. = Hanno saccheggiato e distrutto una casa di ospitalità per vedove ed una scuola per bambini poveri, dirette da una coppia di cristiani americani, accusati di proselitismo e conversione forzata. Autori di questi atti di vandalismo, ieri in India, nel villaggio di Danupura, cuore del distretto di Varanasi, nello Stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, centinaia di fanatici indù. Surendra Charan, legale della coppia, ha raccontato ad Asianews che i fanatici hanno preso tappeti, batterie elettriche, radio, televisioni, persino sedie e tavoli e che il danno totale si aggira intorno ai 2 mila dollari. I due americani, James e Monica, vivono in India da tempo. A Varanasi hanno gestito per anni un famoso ristorante, il “Pane della Vita”, frequentato soprattutto da turisti. Grazie a questo lavoro, sono riusciti a mettere da parte il necessario per comprare due acri di terra a Danupura. Qui hanno costruito una casa per vedove e una scuola per bambini poveri. Charan ha spiegato che la coppia cerca dei lavori per le vedove, in modo da non farle sentire inutili, e che nel frattempo le mantengono gratuitamente, così come mantengono i bambini, ai quali cercano di dare un’istruzione di base”. (T.C.)

 

 

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU VOTA OGGI UFFICIALMENTE

 IL NUOVO SEGRETARIO GENERALE BAN KI MOON.

ATTUALE MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA COREA DEL SUD,

 È STATO PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

 

NEW YORK. = Ban Ki Moon, attuale ministro degli Affari Esteri della Corea del Sud, classe 1944, sarà eletto oggi nuovo segretario generale delle Nazioni Unite. Nel Consiglio di Sicurezza, che questo pomeriggio vota ufficialmente, dovrebbe ottenere, come è accaduto il 2 ottobre scorso durante un “voto test”, almeno 14 voti dei 15 membri. Ban Ki Moon, diplomatico di carriera, è nato in una famiglia contadina nella Corea del Sud, è sposato e ha tre figli. È cristiano, affiliato al “gruppo senza Chiesa”, un’organizzazione sorta in Giappone all’inizio del secolo scorso. I suoi membri, per lo più intellettuali, fanno del Vangelo una fonte di ispirazione per la vita privata e pubblica. Il ministro coreano ha ricevuto il grado del Bachelor in “Rapporti internazionali” all’università nazionale di Seul nel 1970. Inoltre ha ottenuto un Master in pubblica amministrazione alla Harvard University nel 1985. Ha prestato servizio diplomatico in India, in Austria e a Washington, dove per due periodi è stato ambasciatore. Ban è stato presidente dell’Assemblea generale del ONU. Aveva presentato la sua candidatura in febbraio, ma allora pochi analisti prevedevano un successo. Nazioni di calibro come Giappone e India non lo hanno mai appoggiato. Con lui si erano offerte altre sei personalità, tutte asiatiche. Tuttavia, nelle elezioni sondaggio iniziate a luglio, Ban ha sempre ottenuto la maggioranza. “Gentile nel parlare, facile al sorriso, può sembrare non carismatico, ma è interiormente forte”: così il Korean Herald ha presentato la figura di Ban Ki Moon. “La sua carriera, le sue esperienze, compresa la familiarità con l’ambiente dell’ONU e la conoscenza diretta di molte nazioni-membri – ha scritto il giornale – lo rendono idoneo a quasi tutte le esigenze del nuovo posto”. Per il Korean Times l’elezione virtuale di Ban “è uno dei più grandi eventi nella storia della diplomazia coreana. Questa promuoverà l’immagine della Nazione a livello globale”. Il quotidiano britannico The Guardian, giorni fa, ha riportato opinioni dal Palazzo di Vetro che definiscono negativamente Ban, ma Park Soogil, un anziano diplomatico coreano, in una intervista, ha spiegato che l’immagine che Ki Moon offre di sé potrebbe essere fuorviante. «Nella cultura orientale la leadership si manifesta in un modo diverso. Uno può sembrare molto affabile e gentile, ma anche avere nella propria testa forti convinzioni. L’apparenza è una cosa, ma le convinzioni e la sua determinazione a prendere decisioni difficili un’altra. Ban Ki Moon sa - ha aggiunto Park - come non essere d’accordo senza essere sgradevole”. (T.C. – L.B.)

 

 

CON LA PUBBLICAZIONE DELL’ESORTAZIONE PASTORALE “VIVERE NELLA SPERANZA”

SI È CHIUSO SABATO A CARACAS, IN VENEZUELA, IL CONCILIO PLENARIO DEI VESCOVI.

 

CARACAS. = Migliaia di venezuelani hanno preso parte, sabato scorso a Caracas, nel Parco delle Nazioni Unite, alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, inviato speciale del Santo Padre, per la chiusura del Concilio Plenario dei vescovi. È stata una vera festa, proprio come si augurava Benedetto XVI nella lettera affidata al cardinale Medina Estévez che è stato accolto con grande affetto. La lettura delle parole del Papa, interrotta con numerosi applausi, è stata vissuta come un momento di grande comunione tra i cattolici venezuelani e la Cattedra di Pietro. Nel corso della cerimonia i presuli hanno presentato l’Esortazione pastorale “Vivere nella speranza”, approvata nella XXXIV Assemblea straordinaria plenaria. “Siamo stati chiamati ad annunziare il Vangelo della vita, il più grande dono di Dio – scrive l’episcopato – perciò è nostro dovere oggi riaffermare la centralità della persona umana e della sua dignità ineludibile. Dal diritto alla vita scaturiscono tutti gli altri diritti. Oltre alla famiglia, santuario della vita e prima scuola dove imparare a rispettare la dignità, spetta anche alla società il dovere di rinforzare la centralità della persona umana”. I vescovi hanno ribadito le loro preoccupazioni per il progetto sulla nuova Legge organica dell’Educazione, trasmesse già privatamente al presidente della Repubblica. In concreto, sottolineano alcune inquietudini sull’orientamento globale del processo educativo nazionale, sulla formazione degli operatori e sull’inse-gnamento religioso nelle scuole. Nel ricordare poi l’appuntamento delle elezioni del 3 dicembre, i presuli hanno affermato che si tratta di un evento della massima importanza per garantire la partecipazione di tutti nella costruzione di una società pluralista, per vivere nella giustizia, la libertà, la pace, la riconciliazione, il dialogo, la tolleranza e la difesa della vita. Nel documento i vescovi invitano il popolo venezuelano a recarsi alle urne, chiedono inoltre elezioni libere e trasparenti, una campagna elettorale rispettosa e tollerante e ai candidati proposte attuabili e non demagogiche. “Il popolo non desidera un regime totalitario né escludente: siamo concittadini e non nemici” avvertono i presuli. “Animati dalla speranza che ci dona il Signore dobbiamo essere consapevoli che tutti possiamo dare un contributo per plasmare la nostra patria con i valori del Vangelo – scrivono i vescovi – il Concilio Plenario che abbiamo concluso ci offre l'opportunità per contagiare tutti con la forza rinnovatrice dello Spirito Santo”. (T.C. – L.B.)

 

 

PER AVER PERMESSO DI APPROFONDIRE LA COMPRENSIONE DELLE RELAZIONI

TRA GLI EFFETTI A BREVE E LUNGO TERMINE DELLA POLITICA ECONOMICA, È STATO ASSEGNATO AL PROFESSORE STATUNITENSE EDMUND PHELPS IL NOBEL IN ECONOMIA

- A cura di Vincenzo Lanza -

 

**********

STOCCOLMA. = Il premio Nobel 2006 in Scienze economiche, in memoria di Alfred Nobel, è stato attribuito dalla Banca Centrale Svedese al 73.enne professore statunitense Edmund Phelps, dell’Università di Columbia, New York. Il premio - oltre un milione di euro – è stato assegnato a Phelps per la sua analisi delle valutazioni a breve e lungo termine nella politica macroeconomica. La bassa disoccupazione e bassa inflazione sono obiettivi centrali per una politica di stabilizzazione. Negli anni ‘50 e ‘60 è stato verificato uno stabile collegamento tra disoccupazione e inflazione, la cosiddetta curva di Phillips. In base a questa il prezzo per ridurre la disoccupazione è un aumento unico dell’inflazione da un livello ad un altro. Phelps ha formulato l’ipotesi sulla espansione della curva di Phillips, secondo la quale l’inflazione dipende sia dalla disoccupazione sia dalle aspettative dell’inflazione. Lo studioso ha dimostrato che è l’odierna politica a decidere le premesse per le future politiche di stabilizzazione. Una bassa inflazione oggi comporta aspettative di bassa inflazione anche in futuro, cosa che amplia la possibilità di manovra nella politica.

**********   

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

9 ottobre 2006

 

- A cura di Roberta Moretti -

 

Un fratello del vicepresidente dell’Iraq, il sunnita Tarek al Hachemi, è stato ucciso stamani da uomini armati in uniforme, che hanno fatto irruzione nella sua abitazione di Baghdad. A darne notizia, la radio del Partito islamico iracheno, Dar Al Salam. Pochi giorni dopo la sua nomina, nell’aprile del 2006, il leader del Partito islamico perse anche un altro fratello e una sorella. Sempre nella capitale, questa mattina 11 iracheni sono stati sequestrati da un commando armato, mentre si trovavano a un posto di blocco nei pressi di Sadr City. A Baquba, invece, sono stati uccisi due alti funzionari di polizia e quattro agenti. Intanto, è stata smentita l’ipotesi di avvelenamento per i 1.200 uomini di una nuova unità della polizia della regione di Kut, a sud di Baghdad, che si sono sentiti male dopo la cena di ieri sera. A causare l’intossicazione e la morte di tre poliziotti sarebbe stata una partita di carne avariata. Da segnalare, infine, la ripresa del processo a Saddam Hussein per lo sterminio di oltre 180 mila curdi nella cosiddetta Campagna di Anfal del 1988.

 

Ancora sangue in Afghanistan. Sarebbero oltre 50 i guerriglieri Talebani morti nelle ultime 48 ore in violenti combattimenti contro la polizia e le forze NATO nella provincia meridionale di Oruzgan. Un portavoce dei miliziani ha negato che le perdite siano state così ingenti, ammettendo solo cinque morti. Intanto, il governatore e il capo della polizia del distretto di Khogyani, nella provincia orientale di Nangarhar, hanno perso la vita, stamani, insieme ad altre tre persone, per l’esplosione di un ordigno al passaggio del convoglio su cui viaggiavano. Sul fronte politico, il presidente afghano, Hamid Karzai, ha annunciato al Daily Telegraph l’intenzione di organizzare nel dicembre prossimo una “jirga”, ovvero, un’assemblea tribale con i capi delle tribù stanziate lungo i due lati della frontiera con il Pakistan. Karzai intende così tentare di porre fine alla violenta insurrezione delle milizie Talebane, convincendo le autorità militari pakistane a cessare di offrire loro appoggio.

 

Andiamo in Medio Oriente. Sono 124 le persone rimaste uccise o ferite dalle bombe a grappolo lanciate dagli israeliani nel Libano meridionale durante il conflitto terminato a metà agosto: lo ha riferito ieri a Beirut l’ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari umanitari (OCHA), riferendo dati aggiornati al 3 ottobre. Intanto, nei Territori, il primo ministro palestinese, Ismail Haniyeh, del movimento radicale islamico Hamas, ha definito “problematica” l’iniziativa di pace adottata dalla Lega Araba, che comporta un riconoscimento di Israele. Sulla questione è intervenuto, anche il vicepresidente siriano, Faruk al Sharaa, che durante un incontro a Damasco con il deputato palestinese indipendente, Mustafa Barghuti, sulla crisi tra Hamas e Al Fatah, ha sottolineato l’importanza dell’‘intesa interpalestinese’.

 

Eventuali sanzioni contro Teheran “non avranno alcun effetto sulla decisione dell’'Iran” di proseguire nel suo programma nucleare: lo ha detto stamani il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, aggiungendo, anzi, che la Repubblica islamica adotterà a sua volta sanzioni contro i Paesi che dovessero decidere una mossa di questo genere.

 

Non ha ancora un nome l’assassino della giornalista russa Anna Politkovskaja, famosa in tutto il mondo per le sue inchieste sulle violazioni dei diritti umani commessi dal governo russo, in particolare in Cecenia. L’omicidio ha suscitato sgomento nell'Unione Europea e ai vertici dell’amministrazione degli Stati Uniti, che hanno chiesto alle autorità russe di avviare “immediatamente” un’indagine “completa” su autori e mandanti. La stessa richiesta è arrivata dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che nel 2003 premiò la cronista russa per la sua campagna in difesa dei diritti umani in Cecenia. L'assassinio di Anna Politkovskaja, i cui funerali si svolgeranno domani a Mosca, getta una nuova ombra sulla democrazia in Russia, come conferma, al microfono di Salvatore Sabatino, Domenico Affinito, vice-presidente di “Reporter senza Frontiere Italia”:

 

**********

R. – La libertà di stampa in Russia è in una situazione, possiamo dire, allarmante: la Russia è 138.ma nella classifica della Libertà di Stampa nel mondo, stilata da Reporter senza Frontiere, su 167 Paesi ed è di fatto l’ultimo Paese considerato democratico in questa classifica. Le condizioni di lavoro dei giornalisti continuano a peggiorare. Ci sono stati vari omicidi: 12 dal 2000, di cui 2 solo nel 2005, oltre a quello della Politkovskaia nel 2006. C’è stata poi la scomparsa di un giornalista in Cecenia, nel 2003.

 

D. - Si può oggi, nel 2006, rischiare e in questo caso perdere la vita per difendere e raccontare la verità?

 

R. – La libertà di espressione e di stampa è un bene inalienabile di ogni persona: la libertà di stampa deriva dalla libertà di espressione ed è un bene inalienabile dell’essere umano. E’ un bene che va difeso a tutti i costi, è un bene che va difeso anche con la vita e i giornalisti lo hanno fatto, lo hanno fatto soprattutto negli ultimi anni, in cui il grado di libertà di stampa nel mondo è sicuramente peggiorato. E’ un impegno estremo ed è un impegno che noi giornalisti occidentali spesso non riusciamo a capire, perché viviamo in realtà dove non rischiamo la vita o non rischiamo il carcere con processi sommari nel momento in cui scriviamo la verità.

**********

 

Sembra scendere la tensione tra Russia e Georgia, per porre fine alla crisi tra Mosca e Tbilisi scoppiata dopo l’arresto, il mese scorso, di alcuni ufficiali russi. Il presidente di Tblisi, Mikhail Saakashvili, ha affermato di essere disposto a incontrare il collega russo, Vladimir Putin, “in ogni momento” e “dovunque”. E mentre continua il blocco stradale, postale e ferroviario che isola tutto il Nord del Paese caucasico, Mosca sta procedendo a controlli fiscali su georgiani che lavorano e dimorano in Russia. Il governo filo-occidentale di Tbilisi accusa la Russia di appoggiare le province separatiste georgiane di Ossezia, Abkhazia e Agiaristan.

 

L’inviato speciale dell’ONU per il Kosovo, Martti Ahtisaari, ha dichiarato stamani, nel corso di un seminario al Parlamento finlandese, di dubitare che sia ancora possibile un accordo negoziato sul futuro statuto del Kosovo, considerate le posizioni “diametralmente opposte” delle parti. Gli albanesi, che rappresentano il 90 per cento della popolazione del Kosovo, chiedono l’indipendenza, mentre la Serbia rifiuta di separarsi da un territorio che considera come la culla della sua storia.

 

Elezioni in Belgio ieri per il rinnovo di 589 consigli comunali. Alle urne 7,7 milioni di aventi diritto. I primi risultati arrivano da Anversa, la seconda città del Belgio con 460mila abitanti, roccaforte del partito di estrema destra Vlaams Belang (Interesse fiammingo), che con il 32,5 per cento dei voti ha perso il primato, battuto dai socialisti del sindaco uscente, Patrick Janssens, che hanno quasi raddoppiato i consensi. Sono passati, infatti, dal 20 per cento di sei anni fa, al 35,7 per cento.

 

Il nuovo premier thailandese, Surayud Chulanont, ha annunciato la composizione del governo dopo il colpo di Stato militare del 19 settembre, che ha rovesciato il primo ministro, Thaksin Shinawatra. Re Bhumibol Adulyadej – ha detto un portavoce ufficiale – ha dato la sua approvazione alla lista dei ministri del governo. Il premier ha nominato, tra gli altri, il governatore della Banca di Thailandia, Pridiyathorn Devakula, vice primo ministro e ministro delle Finanze.

 

A una settimana dall’assassinio di un leader della Chiesa indipendente filippina (IFI), anche un Religioso della stessa organizzazione è stato ucciso ieri nella provincia di Surigao del Sur, nell’isola di Mindanao. Lo hanno reso noto stamani fonti della polizia, secondo cui padre Dionisio Gungging, 53 anni, sarebbe stato raggiunto da colpi di pistola nella sua abitazione di Tago, 850 chilometri a sudest di Manila. Il Religioso è stato assassinato nel giorno in cui l’organizzazione ‘Promozione dei diritti’ di una Chiesa Popolare ha reso noto che cinque esponenti dell’IFI erano stati minacciati di morte per aver denunciato un’escalation di omicidi politici nel Paese.

 

In Somalia, truppe etiopiche e del governo nazionale di transizione hanno occupato stamani la città di Bur Hakaba, dallo scorso giugno nelle mani dei miliziani legati alle Corti Islamiche. E’ il primo contrattacco delle truppe governative dopo l’enorme espansione delle milizie islamiche, ma è anche la prima vera offensiva dell’Etiopia in Somalia, che potrebbe segnare una svolta drammatica. Bur Hakaba, importante centro di comunicazione, si trova a 60 km di Baidoa, dove provvisoriamente risiedono le istituzioni governative somale.

 

Violenti combattimenti sono avvenuti nella notte tra sabato e domenica al confine tra Sudan e Ciad. Lo hanno riferito ieri sera fonti indipendenti, precisando che le truppe di Khartoum hanno ingaggiato uno scontro frontale contro le milizie ribelli. Il bilancio delle vittime è drammatico: circa 80 i feriti, ma potrebbero esserci molti morti.

 

 

 

 

=======ooo=======